Evitare l’uso prolungato

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SALA

EVITARE

L’USO PROLUNGATO

atto unico

di

Fabiano Marti

La scena è rappresentata dalla sala d’attesa di uno studio medico. Al centro c’è una porta con una targa su cui è scritto: “Dott. Carlo Sciancalepore – PSICOLOGO”. Ai suoi lati due sedie. Sulla destra, su un piedistallo di legno, un pupazzo snodabile. La sala è vuota. Una luce illumina solo il pupazzo. Dopo qualche secondo, dalla porta di destra, si sente la voce fuori campo di un uomo che parla con qualcuno.

Fabio (V.F.C.):  Mi scusi, signorina, il mio appuntamento era alle undici e mezza e sono quasi due ore che aspetto...Lo so perfettamente che quando sono arrivato erano le nove e un quarto, ma questo non giustifica tutta quest’attesa… Leggerissimo, signorina, leggerissimo anticipo…ma le ho già detto che non volevo rischiare di fare tardi. Stanotte ho dormito poco proprio al pensiero che sarei potuto arrivare in ritardo al primo appuntamento con il dott. Sciancalepore, per cui ero già sveglio e pimpante dalle 6. A quel punto ho pensato: Perché rischiare di far tardi quando ho tanto tempo a disposizione per arrivare in orario perfetto?… E poi non potevo mica prevedere a che ora avrei trovato posto per la macchina. Senza calcolare che ci sono anche una serie d’imprevisti che, proprio in quanto tali, non possono essere in alcun modo previsti…se no, perché si chiamerebbero appunto imprevisti?! Traffico, eventuali piccoli sinistri lungo il percorso, semafori rossi, impedimenti di diverso genere…So benissimo che gliel’ho già detto, signorina, ma se lei non capisce…E va bene, signorina, non c’è bisogno che si alteri, stavo solo cercando di spiegare, non pretendo mica che il dottore lasci tutti gli altri pazienti e corra da me…D’accordo, signorina, torno dentro e attendo, non è necessario gridare senza motivo…Senta, signorina, è inutile che si alteri, io ho tutto il diritto, calcolando che, oltretutto, mi ha fatto inspiegabilmente pagare in anticipo…No, signorina, sono anni che vado in giro per studi medici…sono cintura nera di sala d’attesa…e non mi è mai successo di dover pagare prima…D’accordo, ho capito, mi accomodo immediatamente, non serve agitarsi in questo modo…

Fabio entra in scena. Luce piena.

Fabio: (continuando a parlare in modo alterato verso la quinta) Mamma mia, ma che modi sono?…Non è che, siccome siamo pazienti, alla fine dobbiamo esserlo sempre, che anche la pazienza di un paziente ha un limite, anche a rischio di non essere più considerato un paziente…(si siede. Poi, dopo un attimo di riflessione) Che poi l’assistente fa (alzandosi e gridando verso la quinta)…non è che stiamo parlando di Rita Levi Montalcini, un’assistente che non deve far altro che assistere, nient’altro…(torna dentro e continua nervosamente tra sé) Un’assistente…una spettatrice…una che guarda…sì, lei viene pagata per guardare…(va di nuovo verso la quinta e grida) Guardona!!! (si guarda attorno e poi si va a sedere. Poi, di nuovo tra sé) Ma guarda un po’ se uno deve agitarsi così! Mi ha fatto agitare, stavo calmo e quella è riuscita a farmi agitare…Poi è normale che uno…Oh mio dio! (si tocca il cuore. Poi prende il telefono dalla tasca destra e compone ansiosamente un numero)

Pronto?! Buongiorno dottore, sono Fabio Martini…No, no, niente di grave...almeno spero, è solo che stanotte il cuore mi batteva molto forte e adesso mi è successo di nuovo. Sa, la signorina, l’assistente del dottor Sciancalepore, mi ha fatto innervosire e il cuore ha cominciato ad accelerare sensibilmente, per cui mi sono un po’ spaventato!…Che c’entra il dott. Sciancalepore, lui è uno psicologo, non un cardiologo…Dottore, non mi sembra il caso di offendere…No, non è vero, mi scusi ma devo contraddirla, la prima telefonata l’ho fatta alle  cinque e mezza in punto, non prima...No, non ho richiamato più di dodici, tredici volte al massimo...Be’, dottore, ho visto che non mi rispondeva e mi sono un po’ preoccupato…Ho pensato che potesse esserle successo qualcosa! Dottore, posso passare da lei nel pomeriggio, così facciamo un piccolo elettrocardiogramma e vediamo se è tutto a posto?!... Lo so, lo so che l’abbiamo fatto due giorni fa, ma in due giorni possono cambiare tante cose, lei sa meglio di me che organo delicato sia il cuore umano...Va bene, dottore, facciamo come dice lei, ma sappia che la riterrò responsabile di qualunque cosa dovesse succedermi nelle prossime ore! Mi avrà sulla coscienza! La saluto! (chiude il telefono e, nervosamente, lo infila nella tasca destra della giacca. Poi cerca qualcosa nelle altre tasche) Dov’è? Dov’è? (trova una pillola) Eccola qui, Coraferm! (ingoia velocemente la pillola) Ma senti un po’ questo. I medici…sembra sempre che ti facciano un piacere…neanche fosse gratis…ma va, va!

L’attenzione di fabio viene attratta dal pupazzo. Si alza lentamente guardandolo e, continuando a borbottare, comincia a muoverlo mettendolo in diverse posizioni che ripete come davanti ad uno specchio. Poi, per gioco, lo abbraccia e comincia a baciarlo. Si sente una voce dalla quinta. Fabio non se ne accorge.

Mario (V.F.C.): Buongiorno, signorina, sono Pulpo, ho un appuntamento con il dott. Sciancalepore…Devo aspettare? D’accordo, aspetto senz’altro!…Ecco a lei i soldi… Grazie, signorina, gentilissima!  

Dalla porta d’ingresso, non visto, entra Mario. Si guarda attorno e, dopo qualche secondo, si accorge di Fabio che sta continuando ad abbracciare e baciare il pupazzo. Mario si avvicina lentamente a lui, che, essendo di spalle, non si è accorto della sua presenza, e, improvvisamente, lo saluta.

Mario: Buonasera!

Fabio si gira terrorizzato e, come impazzito, comincia a gridare difendendosi.

Fabio: Aiuto! Aiuto! Non ho fatto niente, non è stata colpa mia…è stata lei a gridare per prima, io le avevo solo detto che ero venuto un po’ in anticipo per evitare di fare tardi all’appuntamento con il dottore…

Mario: (sconvolto) Ma di cosa parla?

Fabio: (continuando) Glielo giuro, non volevo, è stata lei ad aggredirmi…

Mario: (fermandolo) Senta, io non so di cosa stia parlando!

Fabio: (bloccandosi improvvisamente) Davvero?

Mario: Glielo giuro!

Fabio: Quindi lei non è il fidanzato dell’assistente del dott. Sciancalepore?!

Mario: Assolutamente no!

Fabio: (rasserenandosi) Oh mio dio, menomale, avevo il terrore che volesse picchiarmi!

Mario: Ma che sta dicendo? Perché avrei dovuto picchiarla, ha fatto qualcosa di male?

Fabio: (ricominciando ad agitarsi) Io?! No, io non ho fatto niente, è stata lei a trattarmi male…

Mario: (interrompendolo di nuovo) Si calmi, si calmi, a me non interessa quello che ha fatto alla signorina…

Fabio: Ah no?! E allora perché mi ha chiesto se avessi fatto qualcosa di male?

Mario: Così…solo per curiosità…

Fabio: E lei, solo per curiosità, mi fa venire un infarto?!

Mario: Senta, io l’ho solo salutata per educazione!

Fabio: (arrabbiandosi) E allora la prossima volta cerchi di essere maleducato, lei non immagina neanche quante vite umane potrà salvare!

Mario: Senta, io non la capisco! Mi sembra molto nervoso!

Fabio: Lei non s’interessi di questo…si preoccupi solo di essere maleducato!(prende una pillola dalla tasca e la ingoia velocemente)

Mario: Ma cos’ha preso?

Fabio: Colparcor!

Mario : E a che serve?

Fabio: E’ contro gli spaventi!

Mario: (non capendo) Boh! (cercando di cambiare discorso) Comunque io sono Mario…Mario Pulpo!

Fabio: Fabio Martini, molto piacere!

Mario: E’ la prima volta che viene dal dott. Sciancalepore?

Fabio: Sì, è il mio primo appuntamento!

Mario: Ah, bene!

Fabio: E lei? E’ qui per un appuntamento con il dottore?

Mario: (ironico) No, ogni tanto, quando non so che fare, faccio un giro per gli studi degli psicologi per dare un’occhiata alle sale d’attesa! (sorride)

Fabio: Ah sì?! E questa come le sembra?

Mario: (non capendo) Questa cosa?

Fabio: Questa sala d’attesa!

Mario: Ma di cosa parla?

Fabio: (innervosendosi) Della sala d’attesa!…L’ha detto lei che va in giro per gli studi degli psicologi per dare un’occhiata alle sale d’attesa!

Mario: (innervosendosi anche lui) E, secondo lei, io vado in giro a dare un’occhiata alle sale d’attesa?

Fabio: (in crescendo) Ma se l’ha detto lei, mi scusi!

Mario: E, secondo lei, sarebbe mai possibile?

Fabio: Che ne so io?! Ognuno ha le sue abitudini!

Mario: Ma lei è pazzo!

Fabio: Ah, io sono pazzo? Lei va in giro per le sale d’attesa e io sono pazzo?!

Mario: Ma era una battuta!

Fabio: Ah, era una battuta!

Mario: Certo!

Fabio: Cazzo che battutona…esilarante!

Mario: Senta, signor Martini, lei mi sembra un po’ nervoso!

Fabio: Io?

Mario: Certo, questo mi sembra evidente..ma io sono una persona calma e misurata, per cui la prego di non innervosirmi!

Squilla il telefono di Mario, che immediatamente comincia ad agitarsi. E’ talmente agitato che non riesce a rispondere perché il telefono sembra scappargli continuamente dalle mani. Finalmente, dopo diversi tentativi, ci riesce. Fabio lo guarda sconvolto.

Mario: Pronto Anna, cos’è successo?...Ma come niente, come sta il bambino? E’ caduto? Ha sbattuto la testa? Si è affogato con qualcosa? Che è successo? (sempre più agitato)...Ah, sta dormendo?! (arrabbiandosi) Ma scusa, Anna, così  mi fai morire, come ti viene in mente di telefonarmi all’improvviso senza un valido motivo?!...Non ho detto che devi mandarmi un piccione viaggiatore per avvisarmi che stai per telefonarmi, ma sai benissimo che quando sono fuori e tu sei sola con il bambino non devi telefonarmi mai, a meno che non sia strettamente necessario!...Ho capito, Anna, ma ti sembra che riferirmi della morte di mio zio Aldo costituisca un buon motivo per farmi prendere un colpo?...Va bene, Anna, proverò a dispiacermi per zio Aldo non appena mi sarò accertato di non essere in procinto di raggiungerlo. (chiude il telefono e lo infila nella tasca sinistra della giacca. Poi, sempre con agitazione, prende velocemente una pillola dalla borsa e la ingoia. Si ferma un attimo come per riprendersi dal terribile colpo)

Fabio: Cos’ha preso?

Mario: Agitanon…serve a tranquillizzarmi!

Pausa

Fabio: (sconvolto) Tutto bene?

Mario: (sobbalzando) Ah! Sì, sì, tutto bene!

Fabio: Caspita…menomale che lei era quello calmo e misurato.

Mario: (ancora scosso) Senta, per cortesia…

Fabio: Comunque guardi che sbaglia!

Mario: A fare cosa?

Fabio: A mettere il telefono nella tasca sinistra della giacca!

Mario: Perché?

Fabio: Perché da quella parte c’è il cuore e le onde elettromagnetiche del telefono rischiano di procurarle gravissimi problemi!

Mario: (seriamente preoccupata) Davvero?

Fabio: Certo, l’ho sentito in televisione! Guardi me, (si scosta la giacca e ne fa vedere l’interno) tutte le volte che acquisto una giacca, mi faccio togliere la tasca sinistra, così non rischio di sbagliare. Sa, alle volte basta un attimo…uno si distrae e fa un bel guaio!

Mario: Ha proprio ragione, bisogna stare molto attenti! (sposta velocemente il telefono nella tasca destra)

Pausa

Fabio: Anna è sua moglie?

Mario: (ironico) No, è la mia amante!

Fabio: Ah…e sua moglie lo sa?

Mario: Cosa?

Fabio: Che lei ha un’amante!

Mario: (sempre ironico) Sì, sì!

Fabio: E sa anche che avete un figlio?

Mario: (sempre ironico) Come no!

Fabio: E che ha detto quando l’ha saputo?

Mario: (meno ironico) Che era contenta per noi e che si augurava che fossimo felici!

Fabio: Be’, che carina, non se ne trovano tante di donne così comprensive…

Mario: (improvvisamente) Ma che cazzo sta dicendo?

Fabio: In che senso?

Mario: Ma le sembra mai possibile che io racconti a mia moglie di avere un’amante con cui, oltretutto, ho anche avuto un figlio?

Fabio: Ah, quindi non gliel’ha detto?!…Ha fatto bene, certe cose possono creare grossi problemi nella coppia… Mario: Ma che ha capito? Anna è mia moglie!

Fabio: E allora perché mi ha detto che era la sua amante?

Mario: Ma era una battuta!

Fabio: Un’altra?

Mario: Certo!

Fabio: (ironico) Cazzo, lei è un comico nato, fa delle battute fantastiche!

Mario: Che lei, puntualmente, non capisce!

Fabio: (sempre ironico) E sì, sono troppo sottili!

Pausa

Mario: (improvvisamente, a mezza voce) Comunque ce l’ho!

Fabio: Cosa?

Mario: L’amante!

Fabio: (meravigliato) Davvero?

Mario: Sì…è Serena!

Fabio: Be’, questo mi fa piacere!

Mario: Cosa?

Fabio: Che almeno lei sia serena!

Mario: Chi?

Fabio: La sua amante!…Lei, invece, mi sembra particolarmente agitato!

Mario: Ma guardi che ci vuole coraggio a dire una cosa del genere, ha avuto una crisi isterica solo perché l’avevo salutata!

Fabio: In realtà io pensavo di essere nervoso quando sono entrato qui…poi ho conosciuto lei!

Mario: Va bene,comunque Serena è il nome!

Fabio: Di chi?

Mario: Ma come “di chi”?! Della mia amante!

Fabio: Ah, è serena e si chiama anche Serena…che strana coincidenza…

Mario: Ma che sta dicendo?

Fabio: Io? Ma se l’ha detto lei, cosa vuole adesso da me?

Mario: Senta, chiudiamola qui!

Fabio: Uh, e perché?

Mario: Perché…cosa?

Fabio: Dobbiamo chiuderla qui!

Mario: Chi?

Fabio: Serena!…Che deve fare chiusa qui tutto il giorno?!

Mario: Ma perché mai dovremmo chiudere Serena qui tutto il giorno?

Fabio: E che ne so io?! E lei che ha deciso di chiudere Serena qui tutto il giorno, non io…

Mario: Ma no, che ha capito? Dobbiamo chiudere qui il discorso!

Fabio: E Serena non la chiudiamo più?

Mario: Che c’entra lei con il discorso? La lasciamo fuori!

Fabio: Fuori dal discorso?

Mario: Senta, sig. Martini, lei vuole farmi impazzire oggi?

Fabio: E no, mi scusi, se lei non è chiaro non deve mica prendersela con me!

Mario: Ah, io non sono chiaro?

Fabio: Assolutamente no…lei è troppo agitato…

Mario: Io?! Ma se è lei che con il suo nervosismo ha la capacità di mandarmi in tilt!

Fabio: Guardi, sig. Pulpo, che io sono calmissimo ed ho il pieno controllo dei miei nervi!

Squilla il telefono di Fabio, che immediatamente lo prende dalla tasca e guarda il display.

Fabio: (tra sé) Sandra? Che sarà successo? (risponde) Sandra, che è successo?…Ma non mi chiami mai a quest’ora, come t’è venuto in mente di farlo proprio oggi?!…Si lo so, ma così mi uccidi, so che sei in giro in macchina con il bambino, è ovvio che mi spaventi!...Mi hai chiamato semplicemente per dirmi che sei arrivata a casa?...(agitandosi sempre di più) Ho capito, ma lo sai che mi agito!...Va bene, Sandra, hai ragione tu!...Tanto è sempre inutile discutere con te! (chiude il telefono e lo infila nella tasca sinistra. Non trovandola, lo infila velocemente in quella destra. A Mario, riferendosi al telefono) Ha visto, sarebbe bastato un attimo di distrazione e sarebbe successo il patatrac!

Pausa. Mario guarda a lungo Fabio, che è ancora agitato.

Fabio: Mi scusi, è che mia moglie ha la capacità di farmi imbestialire. Sa che mi preoccupo quando è in giro in macchina con il bambino e mi fa telefonate inutili che servono solo a farmi agitare.

Mario: Ma voleva solo avvisarla di essere arrivata a destinazione, perché se la prende tanto?

Fabio: Perché le ho sempre detto che non voglio essere avvisata quando arriva da qualche parte, altrimenti succede che, se una volta dimentica di farlo, io muoio di paura…Ad esempio, ora mi ha avvisato, se domani non lo fa, io vado in agitazione e mi viene la gastrite!

Mario: (prende una pillola dalla tasca e gliela dà) Provi con questa, vedrà che le passa in un attimo!

Fabio: Cos’è?

Mario: Gastrocontr, eccezionale!

Fabio: ( prende la pillola e la ingerisce) Proviamo!

Mario: Vedrà che non potrà più farne a meno!

Fabio cerca qualcosa nella tasca, ma non la trova. Allora prende il blocchetto e la penna e scrive.

Mario: Che succede?

Fabio: Niente, mi sono appena accorto di aver finito le gocce di Ulcicalm.

Mario: A che servono?

Fabio: Per l’ulcera. Ormai devo portarle sempre con me! Lo scorso anno ho avuto un attacco terribile, per poco non mi operavano!

Mario: Come mai?

Fabio: Ma niente, avevo lasciato mio figlio solo con mia moglie…

Mario: (cominciando ad agitarsi) E che è successo?

Fabio: Che ero andato a cena con degli amici!

Mario: E allora?

Fabio: Mia moglie si è distratta un attimo e il bambino ha sbattuto la testa allo spigolo del tavolo da pranzo…gli hanno messo sei punti all’altezza del sopracciglio destro…per poco non perdeva un occhio!

Mario:Oh mio Dio! (nel panico più totale, cerca il telefonino, ma lo cerca nella tasca sinistra dove usa metterlo di solito) Ma dov’è finito il mio telefonino?

Fabio: L’ha perso?

Mario: Temo di sì!

Fabio: E dove l’ha perso?

Mario: Ma mi sta prendendo in giro?

Fabio: Perché?

Mario: Be’, se sapessi dove l’ho perso non l’avrei perso!

Fabio: E va bene, non si agiti!

Mario: Ma io sono agitato!

Fabio: (agitato) Ma com’è possibile che l’abbia perso, se fino ad un attimo fa lo aveva?

Mario: E questo che significa?…E’ come quando dici ad una persona: “Hai saputo chi è morto? Giulio, il tuo vicino di casa!”…e lui: “Com’è possibile? Che due giorni fa l’avevo visto!”…Be’, che cazzo c’entra?! Mica ho detto: “Hai visto chi è morto tre giorni fa”!

Fabio: Ma perché s’innervosisce tanto?

Mario: Perché non trovo il telefonini! Oh mamma, e adesso come faccio a chiamare mia moglie?

Fabio:Ha controllato bene dappertutto?

Mario:Sì!

Fabio: Non ricorda dove lo mette di solito?

Mario: Ma certo, lo metto sempre nella tasca sin…(si ricorda del cambio di tasca e lo trova) Eccolo! ...Tutta colpa sua che mi ha fatto cambiare tasca! (Compone un numero. E’ terrorizzato.) Anna, come sta il bambino?…(si tranquillizza) Dio ti ringrazio, sta sempre dormendo!...Anna, ma sei sicura che stia dormendo? Ogni tanto mettigli due dita sotto il naso e vedi se respira! ...Vai adesso, per favore, e fammi sapere immediatamente… Vai! (resta in attesa)

Fabio: Su, non esageri, cosa vuole che sia successo?

Mario: E che ne so io?! Anche lei era andato a cena tranquillo quella volta!

Fabio: Ma che c’entra?

Mario: C’entra, c’entra! (al telefono, improvvisamente) Allora? Respira?…(tranquillizzandosi) Dio ti ringrazio! Mi raccomando, Anna, stai attenta, non ti distrarre neanche per un secondo, che è così che succedono le disgrazie! (chiude il telefono. Sta per metterlo nella tasca destra, poi ci ripensa e lo sposta nella sinistra come al solito) Mi ha fatto prendere un colpo, come le è venuto in mente di raccontarmi quella storia? 

Fabio: Ma è stato lei a chiedermi dell’attacco d’ulcera dello scorso anno!

Mario: Ho capito, ma lei avrebbe dovuto evitare di raccontarmelo!

Fabio: Perché?

Mario: Per non farmi morire di paura!

Prende dalla tasca una pillola e la ingoia.

Fabio: Cos’è?

Mario:Fermlatoss!

Fabio: A che serve?

Mario: Se non lo prendo immediatamente dopo uno spavento, mi viene la tosse e non mi passa più per almeno tre ore!

Fabio: Senta, sig. Pulpo, lei deve cercare di stare più calmo, non può agitarsi per ogni cosa e continuare a prendere pillole di ogni tipo. In questo modo si distrugge, lo capisce questo?

Mario: Ah, e me lo dice proprio lei?!

Fabio: Perché? Che cos’ho io?

Mario: (polemico) Sinceramente, non mi sembra che stia molto meglio di me!

Fabio: Ma non dica sciocchezze, cerchi di guardarsi ogni tanto!

Mario: Solo se mi promette che lo farà anche lei!

Fabio: Senta, faccia come vuole…io lo dicevo per lei!

Pausa

Mario: (tentando di stemperare) Lei non è di qui, vero?

Fabio: Certo che sono di qui, sono pugliesissimo da generazioni!

Mario: Davvero? Non sembra assolutamente…biondo con gli occhi azzurri…e poi ha un viso così bianco!

Fabio: (agitandosi) In che senso, bianco?

Mario: Bianco!

Fabio: Molto bianco?

Mario: Be’, direi di sì!

Fabio: Vuole dire pallido?

Mario: Bè, per essere uno del sud, direi proprio di sì!

Fabio: (sempre più agitato) Oh mio dio, lei dice che è troppo?

Mario: Per essere uno del sud…

Fabio: (agitatissimo) Oh Madonna, che diavolo mi starà succedendo?

Mario: Niente…è solo molto bianco!

Fabio: Ma non si è molto bianchi senza motivo, avrò sicuramente qualcosa che non va!

Mario: Ma che sta dicendo?

Fabio: (sempre più agitato) Oh mio dio, oh mio dio (tira fuori dalla tasca decine di confezioni di medicinali) Cosa posso prendere?…Forse sarebbe il caso di fare delle analisi!

Mario: (tranquillizzandolo) Ma no, che fa!? Volevo solo dire che uno si aspetta che un uomo del sud sia scuro di carnagione e con i capelli neri, mentre lei è chiaro e con i capelli biondi…tutto qui!

Fabio: E allora cerchi di essere più chiaro lei quando parla, se no rischia di farmi venire un collasso! (si tocca il cuore)

Mario: (per farsi perdonare) Tenga, prenda una di queste, vedrà che si sentirà meglio!

Fabio: Cosa sono?

Mario: Agistop!

Fabio: E a che servono?

Mario: Non me lo ricordo, so solo che quando sono particolarmente nervoso ne prendo una e mi sento subito meglio!

Fabio: D’accordo! (la prende e la ingerisce)

Pausa. Fabio si tranquillizza e si siede. Anche Mario si siede accanto a lui.

Mario: Come va?

Fabio: Molto meglio, grazie!

Mario: Che le avevo detto? Quelle pillole sono miracolose!

Fabio: E’ vero, devo assolutamente ricordare di farmele prescrivere!

Mario: Certo, però, che lei ha dei serissimi problemi a mantenere la calma!

Fabio: Lo so, anche se, sinceramente, non mi pare che lei stia messo molto meglio!

Mario: Forse ha ragione, ma non è colpa mia, ci sono cose che mi creano un’agitazione davvero incontrollabile e non riesco a mantenere la calma!

Fabio: La capisco!

Mario: Per non parlare delle malattie! E’ sufficiente che un amico o un parente mi parlino di una malattia qualunque perché immediatamente ne provi i sintomi!

Fabio: Io sono peggio di lei!

Mario: Immagini che l’anno scorso ho creduto di avere una cisti all’utero solo perché ce l’aveva mia moglie!

Fabio: Davvero?

Mario: Glielo giuro…ero sicurissimo di averla, non avevo dubbi!

Fabio: E ce l’aveva?

Mario: Cosa?

Fabio: La cisti!

Mario: Certo che no!

Fabio: Ah, menomale…le cisti sono sempre pericolose!

Pausa. Mario guarda Fabio sconvolto.

Mario: Ma sta parlando seriamente?

Fabio: Certo…è sempre meglio evitarle!

Mario: E quindi, secondo lei, sono stato fortunato a non aver avuto una cisti all’utero!

Fabio: Direi proprio di sì!

Mario: Ma che cazzo sta dicendo?

Fabio: Perché?

Mario: Il problema non è la cisti!

Fabio: Ah no?

Mario: Certo che no!

Fabio: (dopo qualche secondo di riflessione) Uh, ha ragione, non ci avevo pensato…

Mario: Visto che ci arriva da solo?!

Fabio: Come faccio a dire che il problema è la cisti…

Mario: Infatti!

Fabio: …se non mi ha ancora detto cos’ha avuto poi all’utero!

Pausa. Silenzio.

Mario: Non è possibile! Non è possibile! Io ci rinuncio!

Fabio: Senta, io non riesco proprio a capirla!

Mario: Ah, adesso è lei che non riesce a capire me?

Fabio: Certo!

Mario: Lasciamo stare, sig. Martini…è meglio!

Fabio: Infatti! Oltretutto mi chiedo come mai siamo qui da tanto tempo ad attendere e da lì non esce nessuno!

Mario: Da lì dove?

Fabio: Dalla stanza del dott. Sciancalepore!

Mario: (cominciando ad agitarsi) Oh mio Dio, ha ragione. Ci sarà un’uscita secondaria. Sicuramente il dott. Sciancalepore sarà uscito da lì e mi avrà chiamato. Avrà fatto entrare qualcun altro! (si alza di scatto))

Fabio: (cercando di fermarlo) Ma no, sig. Pulpo…

Mario esce di scena.

Fabio: (rimasto solo, tra sé) Ma questo sta veramente messo male…

Mario (VFC): D’accordo, signorina, era solo un’informazione!

Mario rientra.

Mario: (tranquillizzatosi) Mamma mia che paura, non esistono altre uscite, mi ha fatto fare una corsa senza motivo!

Fabio: Ma io le ho solo detto che, probabilmente, c’era un’uscita dall’altra parte, è stato lei che ha deciso di correre inutilmente!

Mario: (nervoso) E lei, la prossima volta, eviti di farmi questi scherzi! (prende una pillola dalla tasca e la ingerisce)

Fabio: Cos’è?

Mario: Dopocors!

Fabio: E a che serve?

Mario: Ad alleviare lo stress da corsa!

Fabio: Ah, capisco!

Pausa.

Fabio: (dopo una breve riflessione) Che poi, stavo pensando…

Mario: Cosa?

Fabio: Siccome poi abbiamo cambiato discorso e non me l’ha più detto…

Mario: Cosa?

Fabio: Che cos’è che ha avuto poi all’utero?

Mario lo guarda sconvolto. Buio.

Quando si riaccendono le luci, Fabio è vicino al pupazzo e ci gioca. Mario, seduto, lo osserva.

Fabio: (improvvisamente, dopo una serie di sguardi) Senta, sig. Pulpo…

Mario: (interrompendolo) No, senta lei, sig. Martini…

Fabio: Mi dica!

Mario: E’ da un po’ di tempo che la osservo e…

Fabio: E cosa?

Mario: (prendendo coraggio) Ho come l’impressione che lei non stia affatto bene!

Fabio: Caspita che intuizione, incontra un uomo nella sala d’attesa di uno psicologo e arriva alla conclusione che non stia affatto bene!…Per caso ha anche l’impressione che non esistano più le mezze stagioni?

Mario: Ma no, parlo seriamente! Lei continua a prendere pillole di ogni tipo…

Fabio: Ah, io…ma se ha appena preso…

Mario: (interrompendolo) Ma la soluzione non è questa. Lei ha qualche problema che l’assilla particolarmente e deve affrontarlo!

Fabio: Uno?! La ringrazio per la stima!

Mario: D’accordo…Ma forse ne ha uno in particolare che la rende così ansioso!

Fabio: Sinceramente non credo che la riguardi!

Mario: Lo facevo solo per cercare di aiutarla…

Fabio: (gridando) E io non voglio essere aiutato da lei, altrimenti non sarei venuto dal dott. Sciancalepore, mi sarei rivolto direttamente al dott. Pulpo!

Mario: Ma io…

Fabio: (interrompendolo) Si faccia i fatti suoi, ma chi la conosce?!

Mario: D’accordo, come vuole! (prende un giornale che è sul tavolino e comincia a leggerlo)

Fabio è inizialmente sulle sue, poi, dopo qualche secondo, esplode.

Fabio: Sì, è vero, ho qualcosa che mi agita!

Mario: Ah, vedo che ha cambiato idea!

Fabio: No…sinceramente mi agitava già prima!

Mario: (ormai rassegnato) Sì, va bene…avanti, mi dica…

Fabio: (in imbarazzo) Be’, ecco, è una faccenda abbastanza riservata…

Mario: Non c’è problema, qui siamo soli…io e lei!

Fabio: Appunto!

Mario: Appunto cosa?

Fabio: Be’, diciamo che rispetto alla situazione in cui mi trovo solitamente quando affronto questo problema…

Mario: Cosa?

Fabio: …C’è lei in più!

Mario: Su, sig. Martini, io non sono qui per giudicarla o consigliarle terapie, non sono mica il dott. Sciancalepore! Voglio solo capire…Potrebbe servire anche a me!

Fabio: (dopo qualche secondo di riflessione, prendendo coraggio) Ho sbagliato tutto!

Mario: In che senso?

Fabio: Nella mia vita…ho sbagliato tutto! Ogni scelta, anche la più stupida ed apparentemente insignificante è stata un errore…e si è sempre ripercossa sulla mia situazione psicologica, sin da quand’ero piccolo! …Insomma, sig. Martini, ho l’impressione che tutto e tutti siano sempre contro di me! 

Mario: Mi faccia un esempio!

Fabio: Un esempio?! Tutti quelli che vuole!…Dunque, vediamo un po’, faccio un lavoro che odio, i miei genitori non vogliono più avere rapporti con me da quando ho lasciato l’Università dopo cinque anni con 3 esami superati e 45 bocciature all’attivo, ho sposato una donna che non mi ama e la cui famiglia non mi sopporta perché prima del matrimonio ha parlato con la mia…e ho un bambino che adora stare con suo padre!

Mario: (sorridendo) Be’, quest’ultima cosa mi sembra  meravigliosa!

Fabio: Certo…il problema è che il padre non sono io!

Mario: Oh cazzo!

Fabio: E’ figlio di mia moglie e del suo primo marito…

Mario: (cercando un lato positivo) Be’, ma il suo lavoro, pur non piacendole, magari le avrà permesso di guadagnare una posizione nella società!

Fabio: Sig. Pulpo, io lavoro nell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco…

Mario: E allora?

Fabio: Ha idea di cosa possa significare dire a qualcuno che lavori nel Gabinetto del Sindaco? Il minimo che ti possano dire è: “Prima di andar via dall’ufficio, ricordati di tirare lo scarico!”

Mario: Be’, effettivamente, non ho mai capito perché l’abbiano chiamato così…

Fabio: Ma come “perché”, sig. Pulpo?!…Per distruggere la vita a me, per questo l’hanno chiamato così!

Mario: Ma non ne ha mai parlato con nessuno?

Fabio: Certo…ma non ne hanno voluto sapere di cambiargli il nome!

Mario: Ma no, che ha capito?! Ha mai parlato con qualcuno del suo problema?

Fabio: Ah, mi scusi!…Sinceramente no! Anzi, se proprio vuol sapere la verità, mi sono appena pentito anche di averne parlato nella scheda di presentazione che ho inviato al dott. Sciancalepore…e ancora di più di averne parlato adesso con lei!

Mario: Ma io non sono qui per giudicarla!

Fabio: Questo lo so…salvo poi ridere di me a casa parlandone con sua moglie! (imitandolo) “Amore, oggi ho incontrato un cretino che lavora nel Gabinetto del Sindaco!”…e lei: “Gli hai ricordato di tirare lo scarico prima di andar via?”

Mario: Ma che sta dicendo, sig. Martini? Le ricordo che anch’io sono nella sala d’attesa di uno psicologo…

Fabio: Questo non significa niente! Due persone possono trovarsi entrambe in chiesa ed essere lì uno per un matrimonio e l’altro per un funerale…

Mario: Ma che c’entra?

Fabio: Non lo so…ma sono sicuro che c’entri!

Mario: (cercando di risollevarlo) Su, sig. Martini, reagisca, non si faccia buttare giù da queste sciocchezze…

Fabio: Ah no?

Mario: No, non deve…in fondo, a parte avere accanto una donna che non ama, una famiglia d’origine ed una acquisita che non la considerano, un figlio con cui non ha rapporti e lavorare in un Gabinetto, il resto mi sembra che sia a posto!

Fabio: Ah sì?!…Perché, cosa mi rimane?

Pausa. Mario riflette e non risponde. Poi, all’improvviso.

Fabio: Lo so io(prendendo una pillola)…Queste! (la ingerisce)

Mario: Cos’è?

Fabio: Non ne ho idea…ne ho presa una qualunque!

Mario: Ah be’!

Silenzio. Pausa lunga.

Fabio: Mio dio, non ne posso più di quest’attesa…ma quanto tempo ci vuole?

Mario: Non lo so! So solo che sono arrivato qui in orario e sto aspettando da mezzora!

Fabio: Sinceramente speravo di fare un po’ prima…ho tante di quelle cose da fare!

Mario: Guardi, non lo dica a me!

Fabio: (guardandolo come se fosse pazzo) E a chi dovrei dirlo, mi scusi?

Mario: Cosa?

Fabio: Il fatto che speravo di fare prima perché ho tante cose da fare!

Mario: In che senso?

Fabio: Lei ha detto che non devo dirlo a lei, ma non capisco a chi dovrei dirlo, dal momento che qui ci siamo solo io e lei!

Mario: Ma chi le ha detto di non dirlo a me?

Fabio: (alterandosi) Lei! Io le ho detto che speravo di fare prima perché ho tante cose da fare e lei mi ha detto di non dirlo a lei…mi dice a chi lo devo dire?

Mario: (alterandosi anche lui) Ma no, è un modo dire…Non lo dica a me che speravo quanto lei di fare prima perché ho tante cose da fare…

Fabio: E quindi per dirlo devo trovare qualcuno che non abbia niente da fare?

Mario: gridando) Ma non dica idiozie, lo dica a me e basta!

Fabio: E va bene, ma non gridi perché sono già abbastanza agitato!

Mario: Eh…non me lo dica!

Fabio: E perché non lo vuole sapere?

Mario: Chi?

Fabio: Lei!

Mario: Cosa?

Fabio: Che sono già abbastanza agitato!

Mario: E chi le ha detto che non lo voglio sapere?

Fabio: Lei! Io le ho detto che sono già abbastanza agitato e lei mi ha detto di non dirglielo!

Mario: Ma che dice?! Ho detto “non me lo dica” dal momento che sono agitato anch’io!

Fabio: E quindi? Solo lei può essere agitato?

Mario: Ma no!

Fabio: E allora che vuole da me?

Mario: Assolutamente niente!

Fabio: E mi lasci in pace…Non ho voglia di mettermi a discutere anche qui?!

Mario: A chi lo dice?!

Fabio: (gridando) A lei!!! A chi cazzo lo dovrei dire? Ci siamo solo io e lei qui!

Mario lo guarda allibito.

Mario: Non è possibile, non è possibile…Lei non è normale! E’ peggio di quanto immaginassi!

Fabio: E no, invece è normale lei che vuole decidere quello che devo dire…e anche a chi lo devo dire!

Mario: Sig. Martini, lei non può continuare a vivere così!

Fabio: Così come?

Mario: Affrontando ogni cosa, anche la più insignificante, come se fosse il problema della sua vita!

Fabio: Ma di cosa parla?

Mario: Del fatto che continua ad analizzare ogni frase alla lettera arrivando sempre alla conclusione che sia tutto contro di lei!

Fabio: Io non penso questo!

Mario: Ne è sicuro?

Fabio: Certo che ne sono sicuro!

Mario: Quindi lei non analizza ogni frase alla lettera?

Fabio: Non mi pare!

Mario: D’accordo…peggio per lei!

Fabio: Peggio per me?

Mario: Sì, peggio per lei!

Fabio: E meglio per chi?

Mario lo guarda incredulo. Pausa. Poi prende una pillola dalla tasca e la ingerisce.

Fabio: Ma che ha preso?

Mario: Controtrem!

Fabio: E a che serve?

Mario: E’ per il tremolio!

Fabio: Cioè?

Mario: Se ho una discussione particolarmente animata, comincio a tremare e non la smetto finché non trovo qualcosa da rompere…con questa evito!

Fabio: Menomale!…Oh mio dio, sig. Pulpo, ma lei non può agitarsi per ogni cosa!

Mario: Be’, mi sembra assurdo che proprio lei mi dica questo!

Fabio: Ma io le ho già detto che ho le mie buone ragioni per essere agitato!

Mario: E perché, chi le dice che io non abbia le mie? Che ne sa lei della situazione che vivo io ogni giorno?

Fabio: Non sarà mai peggiore della mia!

Mario: Ah sì…e questo chi glielo dice?

Fabio: Glielo dico io…nessuno sta peggio di me!

Mario: Questo non può saperlo!

Fabio: (alterandosi) Lo so benissimo, le ho detto che sto peggio io!

Mario: Ma non può mica deciderlo lei!

Fabio: (gridando) Basta, le ho detto che sto peggio io…e non provi a togliermi questo primato, perché l’unica cosa in cui eccello nella mia cazzo di vita è proprio stare male…In questo sono il migliore!

Mario: (tranquillizzandolo) Va bene, va bene, non è necessario arrabbiarsi tanto!

Fabio: Lo so, ma se lei continua ad insistere…

Silenzio. Pausa lunga.

Mario: Io sono innamorato di Serena!

Fabio: Cosa?

Mario: Sono innamorato di Serena!

Fabio: E chi è Serena?

Mario: Ma come “chi è Serena”? E’ la mia amante! Ne abbiamo parlato prima!

Fabio: Ah già…è quella con cui ha un figlio!

Mario: Ma che sta dicendo, quella è Anna!

Fabio: Ha due amanti?

Mario: Ma no, solo una…Serena!

Fabio: E Anna chi è?

Mario: Anna è mia moglie!

Fabio: E invece l’altra amante come si chiama?

Mario: Ma no, ne ho solo una!

Fabio: Ah…e il figlio con chi ce l’ha?

Mario: Con mia moglie!

Fabio: Quindi è tutto regolare!

Mario: Certo!

Fabio: (innervosendosi) E allora mi dice di cosa si sta lamentando?

Mario: In che senso?

Fabio: Se ha un figlio con sua moglie, perché mi sta raccontando questa cosa come se fosse un problema?

Mario: Ma il problema non è rappresentato da Anna e mio figlio…il problema è Serena!

Fabio: E che c’entra questa Serena!

Mario: E’ la mia amante…e io sono innamorato di lei!

Fabio: E allora?

Mario: Ma come “e allora”…sono innamorato di una donna che non è mia moglie!

Fabio: In che senso “innamorato”?

Mario: Nel senso che la amo…la amo di un amore vero, puro, intenso…

Fabio: Ma siete fidanzati?

Mario: (stupito) Come?

Fabio: Ho chiesto se siete fidanzati!

Mario: Chi?

Fabio: Lei e Serena!

Mario: (sempre più stupito) Ma che sta dicendo? Se sono sposato con Anna, come faccio ad essere fidanzato con Serena!

Fabio: Ma, mi scusi sig. Pulpo, da quanto tempo lei sta con questa Serena?

Mario: Da circa un anno!

Fabio: E da quanto è sposato con Anna?

Mario: Da tre!

Fabio: E prima di sposarvi, lei ed Anna eravate fidanzati, giusto?!

Mario: Giusto!

Fabio: Quindi da tre anni lei ed Anna non siete più fidanzati, giusto?!

Mario: Giusto!

Fabio: Perfetto…questo significa che da tre anni lei è libero di fidanzarsi con un’altra…in questo caso con Serena!

Mario: (sconvolto) Ma che razza di teoria è?

Fabio: Non lo so, sig. Pulpo, ma è l’unica giustificazione che mi sono dato per evitare d’impazzire da quando anch’io ho un’amante! (prende una pillola e la ingerisce)

Mario: Ma cos’ha preso?

Fabio: Digestron!

Mario: E a che serve?

Fabio: Con questa digerisco tutto…soprattutto le stronzate che mi ripeto ogni giorno da anni!

Pausa lunga.

Mario: Quindi anche lei ha un’amante?!

Fabio: Sì, da diversi anni!

Mario: E come mai prima non mi ha detto niente?

Fabio: Be’, non è una cosa di cui andare orgogliosi! Anzi, come le ho detto prima, è una cosa che mi sta facendo letteralmente impazzire!

Mario: Mi scusi, sig. Martini, ma a lei tutto la fa impazzire!

Fabio: Questo non è affatto vero!

Mario: Ah no?! Allora mi faccia un esempio di una cosa che la rende felice!

Fabio: Be’, ce ne sono tante!

Mario: Una!

Fabio: Ma come faccio a sceglierne una?!

Mario: (ironico) Perché, ha paura che le altre ci rimangano male?

Fabio: Ma no, che c’entra?!

Mario: E allora mi faccia un esempio…uno solo!

Fabio: Così? Su due piedi?

Mario: Su tutti i piedi che vuole!

Fabio: (cercando una risposta) Be’, la…

Mario: La?

Fabio: Il…

Mario: Il?

Fabio: E un attimo, se mi pressa non ci riesco…

Mario: Ma non è difficile! Una cosa…una cosa che la rende felice!

Fabio: (illuminandosi) Ah, ecco, ho trovato…

Mario: Bravo! Avanti, mi dica!

Fabio: (sorridendo felice) Lo sciopero dei casellanti!

Mario: (non capendo) Cosa?

Fabio: Lo sciopero dei casellanti!

Mario: Ma di cosa parla?

Fabio: Come “di cosa parlo”?! Dello sciopero dei casellanti in autostrada!

Mario: Lo sciopero dei casellanti?

Fabio: Certo! Tu magari hai percorso 800 km di autostrada, arrivi al casello aspettandoti di dover pagare 50, 60 euro, e ti rendi conto che c’è lo sciopero dei casellanti…

Mario: (sempre più stupito) E allora?

Fabio: (felice come un bambino) E’ gratis!

Mario: Oh mio dio!

Fabio: Sì, è gratis…la sbarra è aperta…puoi passare senza pagare un solo centesimo!

Mario: E questo la rende felice più di ogni altra cosa al mondo?

Fabio: Be’, magari ci sarà anche qualche altra cosa, ma così, su due piedi, mi è venuta in mente questa!

Mario: Ma sa cosa significa questo?

Fabio: Certo che lo so!

Mario: Cosa?

Fabio: Che devo immediatamente prendere un’altra di queste! (prende una pillola dalla tasca e la ingoia)

Mario: Cos’è?

Fabio: Vitamegl!

Mario: Sono vitamine?

Fabio: No, sono pillole per l’umore! Servono ad avere immediatamente una migliore visione della vita!

Mario: Ma no, sig. Martini, non serve quella pillola!

Fabio: Questo lo dice lei!

Mario: No, questo glielo direbbe chiunque!

Fabio: Vedremo quello che mi dirà il dott. Sciancalepore che – mi scusi se glielo dico – ritengo che ne sappia leggermente più di lei in materia!

Mario: E sa anche della sua amante?

Fabio: (meravigliato) Anche Sciancalepore ha un’amante?

Mario: Ma no, che dice?! Parlo della sua!

Fabio: Ah, mi scusi!…Certo, gli ho scritto anche questo in quella maledetta scheda di presentazione…

Mario: E se n’è pentito?!

Fabio: (confermando) Come un marito che, subito dopo essere stato lasciato dalla moglie dopo averle confessato un tradimento, si chiede: Ma per quale cazzo di motivo gliel’ho detto?!

Mario: Giusto per rimanere in argomento!

Pausa.

Mario: Sig. Martini, qui il problema è uno solo!

Fabio: Uno solo?

Mario: Sì…uno solo!

Fabio: Ne è sicuro?

Mario: Certo!

Fabio: Mi aspetti qui! (va verso la quinta di uscita)

Mario: Dove va?

Fabio: Vado a comprare una bottiglia di champagne per festeggiare e torno!

Mario: Ma non dica stupidaggini, sto parlando seriamente!

Fabio: Anch’io!

Mario: Mi ascolti…lei deve cominciare a guardare le cose dall’alto…

Fabio: Non è possibile!

Mario: Perché?

Fabio: Soffro di vertigini!

Mario: E va bene, lasci stare…ma mi risponda a questa domanda: Se lei si sentisse amato da sua moglie, avrebbe un’amante?

Fabio: E come faccio a saperlo? Dovrebbe prima chiedere a mia moglie se sarebbe disposta ad amarmi!

Mario: Ma perché lei è così convinto che sua moglie non la ami?

Fabio: Perché, se mi amasse, non mi tratterebbe sempre male e apprezzerebbe di più gli sforzi che faccio per renderla felice, invece di rinfacciarmi di non fare mai abbastanza per lei!

Mario: Mi faccia un esempio!

Fabio: Preferirei di no…è troppo umiliante!

Mario: Su, sig. Martini, qui siamo tutti e due sulla stessa barca…

Fabio: Non è possibile neanche questo!

Mario: Perché?

Fabio: Soffro il mare!

Mario: Mamma mia, sig. Martini, lei è così ansioso da riuscire a soffrire tutto anche in senso figurato! Così rischia di restare chiuso nel suo guscio per sempre!

Fabio: (terrorizzato) Oh mio dio no, la prego!

Mario: Perché?

Fabio: Soffro anche di claustrofobia!

Mario: (arrabbiandosi) Su, la smetta di dire idiozie e risponda alla domanda che le ho fatto!

Fabio: Quale?

Mario: Ma come fa a non ricordarsela, gliel’ho fatta un attimo fa!

Fabio: (preoccupato) Lo sapevo, lo sapevo, sempre la stessa storia! (prende una pillola dalla tasca e la ingerisce)

Mario: Cos’ha preso?

Fabio: Ricordat,è…

Mario: (interrompendolo) Non mi dica niente…è per la memoria!

Fabio: E’ da un po’ che ho qualche problemino!

Mario: Sig. Martini, le ho chiesto di farmi l’esempio di una situazione in cui sua moglie l’ha trattata male rinfacciandole di non fare abbastanza per lei…una situazione in cui si è sentito umiliato da lei!

Fabio: Sarebbe stato meglio se avesse evitato di ricordarmelo!

Mario: Su, sig. Martini, mi dica!

Fabio: E va bene…ma le dico già in anticipo che è davvero umiliante!

Mario: Non si preoccupi!

Fabio: Al suo compleanno, qualche mese fa, le ho fatto un regalo…

Mario: Cos’era?

Fabio: Un frullatore a tre velocità!

Mario: Oh mamma!

Fabio: L’avevo acquistato con tanti sacrifici!

Mario: E allora?

Fabio: Lei mi ha ringraziato con tanto di sorrisi e baci ed è corsa a chiudersi nella sua stanza…

Mario: Ah be’, quindi l’aveva apprezzato!

Fabio: Così avevo capito anch’io!

Mario: E allora dov’è il problema?

Fabio: Il tempo passava e lei continuava a restare chiusa nella sua stanza…

Mario: Con il frullatore?

Fabio: Esattamente! La cosa, dopo un po’, ha cominciato a sembrarmi un po’ strana, così ho deciso di andare a vedere cosa stesse facendo da tanto tempo lì dentro! Mi sono avvicinato alla porta, ho poggiato l’orecchio e ho cominciato a sentire uno strano rumore di ferraglia…così mi sono fatto coraggio e sono entrato!

Mario: E cosa stava facendo?

Fabio: Aveva smontato il frullatore in mille pezzi! Appena mi ha sentito entrare, si è girata di scatto e, sorridendo, mi ha detto: “Bravo amore, l’hai nascosto proprio bene l’anello…non l’ho ancora trovato!”

Mario: Oh mio dio!

Fabio: Umiliante, vero?! (prende una pillola dalla tasca e la ingerisce)

Mario: Cos’ha preso?

Fabio: Scordacos…serve ad annullare immediatamente l’effetto del Ricordat!

Pausa lunga.

Fabio: Sig. Pulpo, ha capito adesso perché ho un’amante?

Mario: Sì…anche se non sono d’accordo!

Fabio: Su cosa? Sul fatto che io abbia un’amante?! Be’, mi fa ridere il fatto che me lo dica lei che ha un’amante da un anno!

Mario: Ma no, non parlavo dell’amante!

Fabio: Non capisco!

Mario: Intendo dire che non è questa la strada, per nessuno di noi due!

Fabio: Continuo a non capire!

Mario: Vede, sig. Martini, i suoi problemi non sono sua moglie, il suo lavoro…e tanto meno la sua amante…

Fabio: Ah no?

Mario: Niente di tutto questo…il problema è lei!

Fabio: Io?

Mario: Certo…lei! Sig. Martini, deve smetterla di prendersela con tutto il mondo, la colpa è solo sua!

Fabio: Mia?

Mario: Sua…il suo è solo un problema di autostima!

Fabio: Autostima?!…Mai sentita nominare!

Mario: Su questo non avevo dubbi!

Fabio: In che senso?

Mario: Nel senso che sarebbe ora che cominciasse a sentirla nominare spesso, solo così la smetterebbe finalmente di piangersi addosso e comincerebbe ad affrontare la vita nel modo giusto…e senza bisogno di medicinali!

Fabio: Ah…come fa lei?!

Mario: Lei non si preoccupi di me, pensi piuttosto a risolvere i suoi di problemi…Cominci a porsi qualche domanda su di sé, e smetta di dare sempre la colpa a tutto e tutti tranne che a se stesso…

Fabio: (innervosendosi) Senta, Sig. Pulpo, ma si può sapere cosa vuole da me?! Viene qui, nella sala d’attesa di uno psicologo - con il quale peraltro anche lei ha un appuntamento - comincia a farmi delle domande sulla mia vita privata, cose che mi sono pentito di aver confessato persino al dott. Sciancalepore nella mia scheda di presentazione e, dopo aver asserito per un’ora di non essere qui per giudicarmi, si permette di dirmi qual è il problema e come risolverlo?!…Ma come si permette, scusi?

Mario: (restando calmo) Io non giudico nessuno!

Fabio: Ah no…e allora cosa sta facendo con me?…Facile parlare per uno a cui va tutto bene nella vita…

Mario: Ma che ne sa?! Se mi andasse tutto bene, come dice lei, non mi troverei nella sala d’attesa di uno psicologo!

Fabio: Perché no?! In fondo cosa c’è di più divertente che recarsi in un posto dove si può trovare qualcuno che ha problemi seri come me e prenderlo un po’ in giro?!

Mario: Ognuno ha i suoi di problemi…

Fabio: E i suoi quali sarebbero? Ha tutto quello che si può desiderare dalla vita: una moglie, un figlio, un’amante…

Mario: (ancora calmo) Ma mi sta prendendo in giro? E’ esattamente quello che ha lei!

Fabio: Ah già!…Be’, ma con la differenza che a lei tutto questo la rende felice…

Mario: Questo non gliel’ho mai detto!

Fabio: Ma si vede che è così!

Mario: Sig. Martini, se si preoccupasse di osservare un po’ di più gli altri, invece di impegnare tutte le sue risorse a sentirsi inferiore al mondo, la sua vita sarebbe decisamente migliore…

Fabio: Come la sua?

Mario: Non glielo augurerei mai!

Fabio: E perché, cos’ha che non va la sua vita? Non ce l’ha fatta a comprare la barca nuova perché aveva investito tutti i suoi soldi per ristrutturare la villa al mare?

Mario: (perdendo la pazienza e urlando) Senta, sig. Martini, adesso basta! Ma che ne sa lei della mia vita? Come si permette di continuare ad offendere senza chiedermi neanche se sono davvero felice?

Fabio: (meravigliandosi) Perché, non lo è?

Mario: Me l’ha chiesto?

Fabio: No…l’ho dato per scontato!

Mario: Ed è proprio questo l’errore, sig. Martini, lei è talmente impegnato a piangersi addosso e imbottirsi di medicinali, da non interessarsi mai agli altri, perché, in fondo, le servono solo a fare da specchio alla sua anima e rifletterne le ferite…

Fabio: Ma come cazzo parla?

Mario: E che ne so io?!…Comunque guardi che lei non è il solo a soffrire, lo sa questo?

Fabio: Certo che lo so, non sono mica pazzo…

Mario: Ah, menomale!

Fabio: Ma so anche che io soffro più di chiunque altro!

Mario: Ma lei è pazzo!

Fabio: No…sono solo sfigato!

Mario: Ah si?!…Allora la stupirò, sig. Martini!

Fabio: Non potrebbe mai, sig. Pulpo!

Mario: Questo lo vedremo!…Io ho 45 anni…

Fabio: (interrompendolo) Io 40…e ho più acciacchi di un settantacinquenne..

Mario: (arrabbiandosi) Mi lasci finire…

Fabio: Pensavo avesse finito!

Mario: Dicevo che ho 45 anni..e sono nato in una famiglia molto povera. Mangiavamo ogni giorno i resti scaduti dei pranzi e delle cene dei nostri vicini…tanto che mia madre, quand’era il momento di mangiare, invece di entrare nella mia camera a dirmi “E’ pronto!”, entrava e, con un filo di voce, mi sussurrava: “Sei pronto?”

Fabio: Ah!

Mario: Dopo qualche anno, vista la situazione terribile in cui eravamo costretti a vivere, i miei genitori hanno deciso di abbandonarmi. Così sono rimasto per tre anni chiuso in un orfanotrofio, dal quale sono stato tirato fuori da una famiglia più povera della mia!

Fabio: E perché l’hanno adottata?

Mario: Per superstizione!

Fabio: Eh?!

Mario: Avevano già due figli ai quali non riuscivano a dare da mangiare..

Fabio: E che c’entra la superstizione?

Mario: Erano convinti che la loro povertà derivasse dal fatto di avere un numero di figli pari.

Fabio: In che senso?

Mario: Come le polpette…che per scaramanzia vanno mangiate sempre in numero dispari…

Fabio: Oh mio dio!

Mario: Ovviamente il fatto che fossimo diventati tre invece di due non fece altro che peggiorare la loro situazione economica, cosa della quale, naturalmente, fui incolpato io, dal momento che, in quanto adottato, valevo mezzo figlio, non riuscendo quindi a contribuire a rendere dispari il numero!

Fabio: Certo!

Mario: La seconda parte della mia infanzia e buona parte della mia adolescenza, pertanto, sono trascorse   nell’odio profondo da parte di tutti quelli che mi circondavano. Arrivato in età adulta, ho conosciuto una donna e ci siamo innamorati follemente l’uno dell’altra.

Fabio: Bello!

Mario: Infatti…Il primo anno è stato fantastico, come in tutte le storie che si rispettino. Lei era dolce, sensibile, e mi ripeteva che il fatto che io non avessi un centesimo non doveva rappresentare un problema per me, perché ero una persona molto profonda, ed era questo che contava nella vita…Dopo un anno, come in tutte le storie che si rispettino, mi ha lasciato perché non avevo un centesimo..e il fatto che fossi una persona molto profonda era un fatto assolutamente irrilevante…

Fabio: Un classico!   

Mario: Come si può facilmente immaginare, tutto questo mi aveva reso psicologicamente debole ed insicuro…Così ho cominciato ad aver paura di tutto, persino dei topi che da bambino mi portavano il formaggio, ed a sentirmi affetto da ogni tipo di malattia, tanto da essere costretto ad imbottirmi di medicinali per sentirmi meglio…

Fabio: Mi ricorda qualcosa!

Mario: Dopo qualche anno ho conosciuto Anna, quella che presto sarebbe diventata mia moglie…

Fabio: Be’, a quel punto la sua vita è migliorata?!

Mario: Un disastro!

Fabio: Ah!

Mario: Per conquistarla ho utilizzato l’unica arma a mia disposizione…

Fabio: Quale?

Mario: Semplice…Far finta di essere un’altra persona!

Fabio: Giusto!

Mario: Le ho detto di essere un grosso esperto di finanza!

Fabio: E allora?

Mario: Professore di Economia all’Università!

Fabio: Le haa detto di essere professore di Economia?

Mario: Non io…il padre di Anna…è veramente professore di Economia all’Università!

Fabio: Oh mio dio!

Mario: Inutile dire che alla prima cena a casa dei genitori di Anna sono stato meschinamente smascherato, e costretto a subire lo scherno e la derisione di tutti i parenti…

Fabio: Ma Anna ha accettato lo stesso di sposarla!

Mario: Per pietà, solo per pietà…nonostante il parere negativo di tutta la sua famiglia! Persino il cane pare sia stato sentito abbaiare nervosamente quando la nostra decisione è stata comunicata!

Fabio: Immagino!

Mario: Mio figlio, intanto, ben addestrato dai miei suoceri e dai miei affettuosissimi cognati, sin dal primo istante non mi ha chiamato papà!

Fabio: E come la chiama?

Mario: Papito!

Fabio: (sorridendo) Ah, alla spagnola!

Mario: Non esattamente! Papito è la forma contratta di papà fallito!

Fabio: Ma è tremendo!

Mario: Lo so…Ma da qualche mese ho finalmente trovato un lavoro…

Fabio: Ah, complimenti!

Mario: …presso una ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti solidi…e le assicuro che solidi, nel caso della mia ditta, non sta per bottiglie, oggetti di plastica, e cose di questo genere…

Fabio: Non ho capito!

Mario: Glielo rendo subito più chiaro…Diciamo che, se lei si occupa del Gabinetto del Sindaco…il mio lavoro comincia immediatamente dopo il suo!

Fabio: Ah, adesso ho capito!

Mario: Mi fa piacere!

Fabio: E la sua amante?

Mario: Serena?

Fabio: Esatto!

Mario: Crede che io sia un grosso esperto di finanza!

Fabio: (sorridendo) Be’, almeno in questo caso non le toccherà conoscere il padre!

Mario: No, ma il suo migliore amico scrive di economia su uno dei più importanti giornali di finanza italiani…

Fabio: E che c’entra?

Mario: Domani pranzeremo assieme…tutti e tre…Serena non vede l’ora di sentirmi parlare di alta finanza con lui!

Fabio: Oh cazzo!

Mario prende un gran numero di  pillole dalla tasca e sta per ingoiarle.

Fabio: (fermandolo) Ma no, che fa, così si ammazza…

Mario: (fermandosi) E cosa cambia?! Meglio tutto in una volta che lentamente…

Fabio: Ma non è questa la soluzione!

Mario: Ah no?! E qual è, sentiamo? Forse il dott. Sciancalepore?

Fabio: Be’, lui magari potrebbe…

Mario: Sig. Martini, la soluzione dobbiamo trovarla dentro di noi, non in un cazzo di psicologo! (prende la cartellina e si avvia verso l’uscita)

Fabio: Ma che fa?

Mario: Me ne vado, non ho più voglia di parlare con nessuno!…Addio sig. Martini, è stato un piacere conoscerla! (esce)

Fabio: (cercando di fermarlo) Ma sig. Pulpo, dove va? Aspetti un attimo…

Fabio, rimasto solo, crolla sulla sedia. Dopo qualche secondo, prende una pillola dalla tasca. Sta per ingerirla, ma poi riflette e si ferma. Rimette la pillola in tasca. E’ pensieroso. Poi sorride. Prende il telefono ed invia l’ultimo numero.

Fabio: (al telefono, calmissimo e sorridente) Sandra, ciao amore sono io…No, no, sono calmissimo, va tutto bene, volevo solo sapere se fossi ancora a casa… Bene, allora sto arrivando… Non vedo l’ora di abbracciarti… (sorridendo) No, no, va tutto benissimo, passo dall’ufficio a tirare lo scarico e poi sono da te (scoppia a ridere)…No, Sandra, non mi ha preso in giro nessuno, me lo dici sempre tu che un po’ di autoironia fa sempre bene nella vita…Ciao Sandra! (sta per chiudere, ma ci ripensa) Ah, Sandra…ti amo(chiude gli occhi, quasi come se si aspettasse un rimprovero dall’altra parte. Ma improvvisamente sorride felice) Davvero? Era tanto tempo che non te lo sentivo dire…Lo so, amore, perdonami, è stata tutta colpa mia. Arrivo, ci vediamo tra pochi minuti…

Fabio è felice. Prende lentamente le sue cose, si guarda attorno. Si avvicina al pupazzo e lo rivolge verso il pubblico. Dà un’ultima occhiata alla sala d’attesa e poi, sorridente, esce di scena.

Dopo qualche secondo, dalla porta entra Mario, anche lui sorridente. Ha una cartellina in mano che sta leggendo con attenzione.

Mario: (verso la quinta) Anna, appena arriva l’altro paziente lo faccia entrare…Non prima di averlo fatto pagare, naturalmente! (ride) Ah, signorina…si ricordi di darmi un altro po’ di mentine perché le ho finite…(alzando lo sguardo verso il pubblico)questo paziente era davvero un osso duro!

Le luci calano e ne resta solo una accesa che illumina il pupazzo come all’inizio. Poi MUSICA e SIPARIO.