Evviva la libertà

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evviva la

evviva la libertà

Due tempi di  Nuccio Vassallo

personaggi

BUOZZI

BISEGNI

LUCIA

IL GENERALE

LA BARONESSA

VANESSA

MARCELLA

DI CHIARA

LA FONTANA

ANTONIO –non si vede

FILIPPO

NINI

           ATTO PRIMO

         Un salotto in casa di Lucia Gautier. Arredamento elegante. A sinistra, in secondo piano, una porta comunica con la stanza da letto di Lucia. Sul fondo, faccia al pubblico, due porte: quella di sinistra, quasi nel mezzo, da sulla sala da pranzo (si apre in­ternamente); quella di destra si apre sull'anticamera. Al fondo dell'anticamera un attaccapanni. Al fondo della sala da pranzo una credenza piena di stoviglie.A sinistra della scena un tavolo rettangolare di media grandezza; sedia a destra, a sinistra e al di là del tavolo. Ninnoli un po' dappertutto;quadri alle pareti; sul tavolo di sinistra un Corriere piegato.

  (All'alzarsi del sipario, si sente insistente il suono del campanello. Filippo, il domestico, che ha terminato di apparec­chiare, guarda l'ora al suo orologio, con un gesto che significa : «Ma chi può essere a quest’ora? Sarebbe ora di mettersi a tavola ».).

                                                           scena I

                                                                  Filippo, Marcella

Marcella- (entra e si dirige sul canapè) Siamo pronti, Filippo? Mia sorella, dov’è?

Filippo - Ma, si­gnorina, la Signora non è uscita dalla sua stanza. Io non posso servire.

Marcella (imbronciata) — È ‘na scocciatura mè soru! Fino a ieri mi felicitavo... le dicevo :« Tutto sommato, mia povera Lucia, se il tuo amante ti ha piantato... Anche se per te è triste, almeno da ora in poi ti susi presto, e potemu andare a tavola a orario »! Chiacchere!

Filippo — Chissà! Forse la Signora ha già trovato il successore del Signor Bisegni ?

Marcella (convinta) — Mia sorella!... Eh! No! Non farà mai questo!... E’ uguale a mio padre! È una donna di princìpi! E poi, (cambia tono) su l’ avissa fatto, lo saprei già da due giorni.

Filippo (persuaso da questo argomento) — Ah? Allora!...

Marcella (alzandosi) — E se fussi ? Non sarebbe ancora una buona ragione per starsene a letto a mezzogiorno e un quarto!... Capisco che l'amore toglie il senso del tempo!... Non so... io non me ne in­tendo!

Filippo — Ah, sì?

Marcella — No.(con un sospiro)Non sono mai stata sposata, io!... Comu si può sposare la so­rella di una artista come a mia sorella?... In ogni caso mi sembra che, per quanto cotte di un uomo, a mezzogiorno si può anche... Beh, allura i galli?..Non sono forse in piedi alle quattro del mattino?.  E allora! (Si risiede sul divano).

Filippo — Giustissimo!

                                                           scena II

                                                          Gli stessi, Lucia

Lucia (uscendo dalla sua stanza) Ah!Marcella !...

Marcella (seduta, aprendo le braccio) — Dai, muoviti!

Lucia — Presto, una compressa d'aspi­rina!

Marcella (alzandosi) — Una compressa, perché ? Stai male ?

Lucia (raggiante) — Io! Oh! No, io sono felice! È per lui! Ha l'emicrania!

Marcella — Chi, lui?

Lucia (e. s.) — Fernando! È tornato!

Marcella — Bisegni! No?

Lucia — Sì!

Marcella (a Filippo, che apre un tiretto) — Filippo, il Signor Bisegni è ritornato!

Filippo (asciugando un piatto, verso Lucia) — II Signor Bisegni, sul serio? Ah ! Bene, la Signora sarà contenta!

Lucia (alzandosi) — Potete dirlo ! (Filippo si allontana. A Marcella che ha una sca­toletta in mano) Sapessi che emozione quando me lo sono visto ieri sera! (Prendendo l'aspi­rina che le porge Marcella) Grazie! (Cam­biando tono) Povero ragazzo! e io che lo accusavo ! Invece gli era presa una sincope da quin­dici giorni! ..

Marcella — No?... Oh! È spaventoso!

Lucia - Non mi nni parrari! Cci puteva ristari, povero ca­ro... è così bello! (A Filippo, occupato in sala da pranzo) L'avete notato, vero, Filippo ?

Filippo (con la testa fra le nuvole, si affaccia appena) — Che cosa, Signora ?

Lucia — Com'è bello, il Signor Bisegni ?

Filippo (senza convinzione) — Sì, certo!

Lucia (senza espressione)L'adoro!

voce di Fernando — Lucia!

Lucia — È lui!... è lui che mi chiama. (A Marcella) Riconosci la sua voce ?

Marcella — E come!

Lucia (sulla soglia della porta di sinistra) — Eccomi, tesoro!

Marcella (andando in direzione della stan­za) — Posso vederlo ?

Lucia — Sì... Sì... (Sulla soglia della porta, parlando nell'angolo con Bisegni) Marcella ti da il buongiorno!

voce di Fernando — Siete voi, Filippo?... Non c'è male... un po' d'emicrania.

Marcella e Filippo — Pazienza! Pazienza!

Lucia (entrando nella stanza) — Su vestiti, che si va a pranzare. (Sparisce. Suonano).

Marcella — Suonano!

Filippo (esce dalla porta di destra, di fondo) — Vado ad aprire.

Marcella — Ah! Ccà moru di fame!

                                                    scena III

                                                    Gli stessi, Di Chiara

Filippo (dal fondo, a Marcella) — È il Si­gnor Di Chiara! (A Di Chiara, entrando con lui) II Signore viene a pranzo ?

Di Chiara — Sì, Filippo, sì.

Filippo (in disparte, leggermente sarcastico)— Naturalmente!

Di Chiara (senza andare verso di lei)— Buongiorno, Marcella.

Marcella (imbronciata) — Buongiorno.

Filippo — II Signore non sa la notizia? ... È ritornato!

Di Chiara — Chi ?

Marcella — II Signor Bisegni!

Di Chiara — No ?

Filippo — Ieri sera! Precisamente!

Di Chiara (alzando le spalle) — C'è di moriri.

Filippo — Nevvero! Vado ad annunciarvi alla Signora.

Di Chiara — Che razza di trottola!

Filippo (bussando alla porta di Lucia, men­tre Marcella va a chiacchierare con Di Chiara) — Signora!

voce di Lucia — Che c'è ?

Filippo — C'è il Signore!

voce di Lucia — II Signore, chi ?

Filippo (di un sol fiato, come un an­nuncio) — II Signor padre del figlio della Si­gnora !

voce di Lucia — Ah! Bene, vengo!

Filippo (a Di Chiara)   La Signora viene subito.

Di Chiara — Grazie! (Filippo va in sala da pranzo; a Marcella) Ma come, è tornato? E naturalmente...

Marcella — Accidenti...! (Indicando con una significativa strizzata d'occhio la camera da letto di Lucia) Sicuro!...

Di Chiara (sedendosi sul canape) — Ah! povera Lucia! Quando a finisci di fari a pazza! Il suo Bisegni è simpatico,certo, ma in fondo, che cos'è ? Non è una situazione per lei... è al verde!

Marcella — E come!... (Confidenziale) Ma pare che, quando si ama, un ragazzo al verde funzioni meglio!

Di Chiara (beffardo) — Ah!

Marcella (vivamente) — Iù non u sacciu!Sugnu zitella. (Si siede a destra del tavolo).

Di Chiara (inchinandosi con aria burlona) È chiaro! (Tornando alla sua idea) E l'avventuriero, allora ?

Marcella — Chi? Il generale Irrigua? Chiddu è fermo alle calende greche!

Di Chiara (alzandosi) — Bella fur­bizia! Havi a fortuna di truvari un uomo ricco sfondato... che si liquefà per lei! Un generale! Va bene ca o sò paesi sunu tutti generali... ma non è una buona ragione!...

Marcella (svenevole; si alza) — È così ga­lante! Ieri, al caffè, appena sappi che ero la sorella di mia sorella, si fici presentari e mi ha rimpinzata di caramelle.

Di Chiara — Lo vedete?... Ieri è stata ragionevole: con Bisegni tutto era finito, aveva consentito a rispondere al milio­nario e fissargli un incontro per oggi... E ora tornau dda specie di don Giovanni, e siamo a punto di partenza.

Marcella — Infatti!

Di Chiara- È ridicolo!... Si di­rebbe che se ne infischia! (Raggiunge la destra. Suonano).

Marcella — Ma chi c'è, di nuovo ?

                                                   scena IV

                                Gli stessi Filippo, Nini Galani, Lucia, Bisegni

Filippo — Prego, Signorina.

tutti — Ninì Galanti

ninì (dal fondo) — In persona! Tutti bene ? (Posa il suo ombrello contro il divano, presso la sedia, e discende).

Marcella e Di Chiara — Non c'è male.

Filippo — E la Signorina è al corrente ?

ninì — No, e di che?

tutti — È tornato!

ninì — Ma chi ?

tutti — II Signor Bisegni.

ninì — No ? Davvero ?

Lucia- (uscendo dalla stanza e andando a stringere la mano, successivamente a Nini e a Di Chiara, viene a trovarsi fra i due. Filippo esce) Nini! (A Di Chiara)Buongiorno, Gustavo... Ah! Amici miei, sapete la notizia?

ninì — Sì, me lo stavano dicendo : è tornato il tuo Fernando.

Lucia — Certo, mia cara! Non ci credi?

ninì — Ah! Sono felice per te! È qui?

Lucia — Ma sì, aspetta, te lo chiamo... (andando alla porta di sinistra e chiamando) Fernando, c'è Ninì... Cosa?... Oh! Non impor­ta! Benissimo! Vieni come sei, sappiamo come sei fatto! (Agli altri) Eccolo! (Tutti si mettono in fila in modo da far ala all'ingresso di Bisegni. Bisegni appare fasciato da una grande vestaglia a righe, stretta alla vita da un cordone. Tiene in mano una spazzola con la quale cerca di pettinarsi;  raggiunge il centro tra Filippo e Lucia).

tutti — Hip! Hip! Hip! Hurrah!

Bisegni (salutando) — Signori!... ( Il seguito delle battute deve essere detto rapidamente, quasi accavallandosi fino a « Finalmente è tornato »).

ninì — Eccolo, l'amante prodigio!

Bisegni — Già... sì, io...

Marcella — II cattivone, che voleva farsi desiderare !

Bisegni (protestando) — Come po­tete credere che io...!

Di Chiara — Sono proprio contento di rivedervi!

Bisegni — Siete squisito!

Filippo — Oso dire che la Signora si è fatta del sangue marcio durante l'assenza del Si­gnore.

Bisegni (stringendo la mano a tutti) — Ah! Davvero... ?

tutti — Finalmente è tornato!

Bisegni (sorridendo) — È tornato, perbacco, certo è tornato!... (In disparte, rag­giungendo la sinistra, ravviandosi mestamente i capelli con la spazzola) A postu semu!... A postu! e iis ca hava venuto ppi liquidari a Lucia!... Benone. (Si siede alla destra del tavolo. Lucia si è seduta sul divano a fianco e a destra di Nini. Di Chiara è in piedi dietro il divano).

Lucia (A Nini) — Sei venuta a pran­zo, no ?

ninì — No, mia cara.. sono qui proprio per avvertirti! Non posso!

Lucia — Non puoi?

Marcella (impaziente di pranzare) — Ah, bene, dico a Filippo che tolga il vostro  coperto!

Lucia — E faccia le uova.

Marcella — Oh! Sì, sì!... Le uova! Le uova!... (Esce in fondo).

Lucia — E perché non puoi ?

ninì — Perché ho un da fare... a proposito, bisogna che ti dia la grande notizia; perché anch'io ho la mia grande notizia: mi sposo, mia cara!    ,

Lucia e Di Chiara — Tu ?

Bisegni — Voi ? (In disparte) Anche lei?

ninì — Io, in persona, proprio come un'ere­ditiera del Marais.

Lucia — Complimenti!

Di Chiara (che ha raggiunto il centro della scena, oltre il divano) — E cu l’havi 'sto figuto ?

ninì — Chi?... Il mio amante!

Di Chiara (ingenuamente) — È il tuo amante e ti sposa ? Ma che cosa cerca quello ?

ninì — Come, «cosa cerca»! Siete inso­lente!

Lucia — Scusami, cara, ma quale amante ?

ninì — Mica ne ho tanti... di veri, s'intende. Il solo, l'unico! Il Duca de la Courtille! Di­vento Duchessa de la Courtille!

Lucia — Nientepopodimeno !

Di Chiara — Superbo!

Lucia — Ah! Sono strafelice per tè!

Bisegni (che nel frattempo ha scorso il Corriere sopra il tavolo, sussultando di botto, in disparte) — Accidenti! Il mio matrimonio annunciato sul Corriere!(Stropiccia il giornale, lo appallottola e se lo ficca in petto attraverso il risvolto della vestaglia).

Lucia-(che lo ha sorpreso, come tutti gli altri, correndo verso di lui) Beh ? Che ti piglia ?

Bisegni — Niente! Niente! I nervi!

Lucia — Mio povero Fernando, non ti ammalerai di nuovo!

Bisegni — No! No! (In disparte, mentre Lucia, rassicurata, torna al suo posto e sussurra a Nini che Bisegni è stato ma­lato) Grazie tante! Sbatterle sul muso il mio matrimonio, così, senza preavviso!

Di Chiara — Ah! A proposito di giornale, hai visto il gentile articolo su di tè, nel Corriere di stamani ?

Lucia — No.

Di Chiara — Eccellente ! Ho pensato appunto di portartelo ! Aspetta!... (Trae di tasca un Corriere, che spiega del tutto).

Bisegni (apprensivo) — Eh?

Di Chiara — Leggi...!

Bisegni (avventandosi sul giornale e strappandolo di mano a  Di Chiara) No, ora no! (Il giornale fa la fine dell'altro).

Tutti — Perché ?

Bisegni — No, si va a pranzo ;non è ura di leggere i giornali.

Di Chiara — Ma che cos'ha ?

                                                            scena V

                                                 Gli stessi, Marcella

Marcella (appare in fondo) — È pronto: si serve subito.

Bisegni — Vedete ? È servito !

Di Chiara — (non convinto)Ccà cc'è sotto qualcosa! (Suonano).

Bisegni (va alla porta della stanza di sinistra) — Aspettatemi, finisco di vestirmi ! (In disparte, mentre esce) Alla peggio, affronterò la faccenda della rottura dopo pranzo! (Esce con la spazzola).

                                                            scena VI

                                       Gli stessi, Ignazio La Fontana

Filippo. (venendo dal vestibolo) — Signora, c'è il Signor Ignazio La Fontana!

Lucia — Lui!Non cci pinsava cchiù! Mettetegli il posto... che entri. (Si alza ).

ninì (andando verso di lei) — Come! Hai a pranzo La Fontana ? (Ridendo) Mi fai pena !

Lucia — Perché?

ninì (ridendo, ma bonariamente, senza cat­tiveria) — Puzza talmente!

Lucia (ridendo pure lei) — È vero, non sa certo di rose, ma è un così bravo ragazzo!... Non farebbe male ad una mosca!

Di Chiara (a destra, pure lui ridendo) — Questo poi... dipende da chi distanza cci parra.

ninì (ridendo) — Sì!

Lucia (passando fra i due, per mettersi da­vanti a La Fontana) — Quanto siti maligni ! (Nel frattempo, attraverso la porta del vestibolo, ab­biamo veduto La Fontana intento a togliersi il cap­potto aiutato da Filippo).

La Fontana (entrando) — Ah! Ecco la grande artista. Che piacere baciarvi la mano!...

Lucia (indicando Nini) — Proprio ora Nini ci parlava di voi.

La Fontana (inchinandosi, lusingato) — Ah! Grazie...! (A Lucia) Vedete, è un'im­prudenza avermi invitato, poiché prendo sem­pre la gente alla lettera!

Lucia — Ma io ci contavo. (Nini è seduta alla sinistra del tavolo. Marcella in piedi, al di là, chiacchiera con lei).

La Fontana (stringendo la mano a Di Chiara. A Lucia) — E così, amica mia, spero sarete rimasta soddisfatta del brillante articolo del Corriere ?

Lucia — Ma non so niente. Figuratevi che non l'ho letto.

La Fontana (traendo di tasca un Corriere)— Come ? Oh, meno male che ho avuto la felice idea di portarlo.

Lucia — Vediamo?

La Fontana (spiegando il giornale) — Leg­gete, qui!

                                                                scena VII

                                      Gli stessi, Bisegni, Filippo

Bisegni — Ecco! Sono pronto! (Guardando il giornale) Insomma, un altro! (Si precipita fra Lucia e La Fontana, e gli strappa di mano il giornale) Datemi 'sta roba! ?...

tutti — Ci risiamo!

La Fontana (sbalordito) — Ma che c'è ?

Bisegni — Non è u momentu di leggere i giornali! Si va a pranzo!... A pranzo! (Appallottola il giornale).

Lucia — Ma che noia, c'era un articolo su di me!

Bisegni (ficcando il giornale in tasca)— Lo piego qui... qui... (In disparte) Ma quante copie ne fannu ?

La Fontana (quasi con tono provocatorio)— Insomma, Signore!

Bisegni (e. s.) — Signore?...

Lucia (vivacemente) — Non badateci!... (Presentando) II Signor La Fontana, un amico;il Signor Bisegni, mio amico (ap­poggia sulla parola "mio").

La Fontana (sconcertato, salutando) — Ah ! Ah! Felicissimo, Signore!

Bisegni — Anch'io ! (Si stringono la mano).

La Fontana — Infinite congratulazioni! Anch'io sono un adoratore platonico della Si­gnora Lucia Gautier, di cui sia la grazia sia il talento... (Vedendo Bisegni che an­nusa l'aria da qualche istante) Che cosa avete ?

Bisegni — Niente! (Ingenuamente) Non sentite n’a certa puzza, ccà? (Di Chiara, Lucia, Marcella e Nini stentano a trattenere il riso).

La Fontana (fiutando) — Qui ? No!... Sa­pete, può darsi benissimo, perché, non so come, mu diciunu spesso e non sento mai nenti. (Si siede sul divano e chiacchiera con Di Chiara in piedi, dietro il divano).

Lucia (vivacemente e sottovoce a Bisegni) — Ma dai, sta' zitto, è lui!

Bisegni — Cosa?... Ah! Lui?... (Andando da La Fontana, sbadato) Vi chiedo scu­sa, non sapevo...!

La Fontana — Che cosa?

Bisegni— Uhm!... Niente! (In di­sparte) Accidenti, come puz­za!

Filippo (dal fondo) — La Signora è servita!

Lucia — Amici, a tavola!

Marcella (precipitandosi per prima) — Era ora! (Entra in sala da pranzo. Bisegni la osserva passare, sorridendo).

ninì — Mia cara, io scappo!

Lucia (accompagnandola) — Sul serio, non ti fermi ?

ninì (prendendo il suo ombrello lasciato sul divano) — No, no, sul serio...

Lucia (mentre Nini stringe la mano a La Fontana e a Di Chiara) — Non insisto! Spe­ro che anche quando sarai Duchessa de la Courtille ti farai viva qualche volta.

ninì- (ingenuamente) Anzi, mia cara, mi sembrerà di disintossicarmi.

Marcella-(riappare sulla soglia della sala da pranzo a bocca piena) E allora ! Venite ?

Lucia — Eccoci! (A Nini che si avvia) Arrivederci!

ninì — Arrivederci! (Esce).

Di Chiara (seduto sulla poltrone) — E così!... eccotela Duchessa de la Courtille!

Lucia — Tutto sommato, vorrà dire una cafona di meno, non certo una signora di più.

La Fontana — Verissimo!

Lucia — Andiamo a pranzo ! (Bisegni entra in sala da pranzo. A La Fontana che le si ritrae dinanzi) Vi prego!

La Fontana — Scusatemi (entra in sala da pranzo).

Lucia (a Di Chiara rimasto trasognato sulla poltrona) — E tu ? Non ti muovi ?

Di Chiara (imbarazzato) — Sì!... So­lo che... che ho da dirti una parola. (Piano).

Lucia (scendendo) — Che cosa ?

Di Chiara (e. s.) — Si tratta di alcuni piccoli debiti che ho fatto e che vanno in scadenza….

Lucia (con semplicità) — Va bene ! Ti darò ciò che occorre dopo pranzo!

Di Chiara (ridendo per darsi un tono) — Mi spiace di doverti chiedere aiuto; io... non vorrei, ma gli affari vanno male!

Lucia (cuor d'oro) — Tutto a posto! (Ac­cenna a risalire, poi ridiscende) Ah! Però, cerca di non perdere alle corse, come l'ultima volta.

Di Chiara (come un bambino viziato) — Me lo rimproveri sempre!... Cerca di capire che se ho perso l'ultima volta, è perché si trattava di un'indicazione eccezionale!

Lucia — Carina, la tua indicazione!

Di Chiara — Certamente! U pro­prietario stesso mi dissi sotto il vincolo del segreto : « II mio cavallo è favorito, ma non puntarlo!Il mio fantino è d'accordo... deve tenerlo »!

Lucia — E allora ?

Di Chiara — Allora non l'ha te­nuto!... E il cavallo ha vinto... (Con tutta la convinzione) Non è colpa mia se il suo fantino è un ladro!

Filippo (appare dal fondo) — La Signorina Marcella supplica i Signori di venire a pranzo.

Lucia (impaziente) — Oh! ma sì! Che mangi, Dio mio! Che mangi! (Filippo esce) Sii, .vieni, un po' di riguardo per la gastrite di mia sorella. (Suonano) Presto, c'è gente! (Entrano nella sala da pranzo, dove sono accolti da un "Ah!" di soddisfazione. Si chiudono alle spalle la porta).

                                                                   scena VIII

                                             Filippo, La Baronessa, Buozzi

Filippo (alla Baronessa che lo pre­cede) II fatto è che la Signora sta pranzando e ci sono ospiti.

Baronessa (contrariata) — Oh ! Co­me mi spiace! Ma devo vederla senz'altro per un affare che non può essere rimandato.

Filippo — Comunque, Signora, posso sem­pre chiedere... Chi devo annunciare ?

Baronessa — Oh! La Signora Gautier non mi conosce... Ditele semplicemente che una signora viene a pregarla di concedere il suo talento per un ricevimento.

Filippo — Benissimo, Signora! (Indica la se­dia destra del tavolo e si avvia verso la sala da pranzo. Suonano. Devia e si dirige verso la porta, in fondo a destra) Chiedo scusa, un istante.

Baronessa (si siede, si guarda un poco intorno, poi, come un passatempo scorre il Corriere che si è portato appresso, spiegandolo ap­pena come chi non ha alcuna intenzione di ac­cingersi alla lettura. Dopo una pausa) — Pro­prio così, « è annunciato il matrimonio di mia figlia con il Signor Bisegni », già, me l'avevano detto!... (Contìnua a leggere sot­tovoce, scrollando la testa soddisfatta).

Buozzi (a Filippo che lo introduce) — Insomma, vedete un po' se posso essere ricevuto... Buozzi, vi ricorderete ?

Filippo — Sì, sì!

Buozzi - È per la canzone;” ci ficco spilli, ci ficco »!

Filippo — Sì, sì!... Se il Signore vuole ac­comodarsi ? C'è già la Signora che aspetta.

Buozzi — Ah! Perfetto! (Saluta la Baronessa che ha alzato gli occhi e rende il saluto. Campanello).

Filippo (in disparte) — E dai, ora suonano ancora, non ce la farò mai ad annunciarli. (Esce sul fondo a destra. La Baronessa ri­prende a leggere. Buozzi, dopo aver poggiato il suo parapioggia all'angolo del divano, si siede sulla sedia accanto al divano. Un attimo di si­lenzio).

Buozzi (vaga con lo sguardo a destra e a si­nistra, infine si arresta sul giornale che la Baronessa sta leggendo, tende il collo per vedere meglio, poi si alza, e si avvicina alla Baronessa). — È... il Corriere che la Signora legge ?

Baronessa (alzando la testa) — Par­don ?

Buozzi (cortese) — Dico: « È... il Corriere che la Signora legge » ?

Baronessa (sorpresa) — Sì, Signore. (Riprende la lettura).

Buozzi — Giornale ben fatto.

Baronessa (indifferente, con un lieve cenno) — Ah ? (c. s.).

Buozzi (tornando alla carica) — Giornale molto ben fatto!... A proposito, alla quarta pa­gina, c'è una notizia... non so se l'avete letta ?

Baronessa (leggermente beffarda) — No, Signore, no.

Buozzi — No ?... Vogliate scusarmi, con per­messo ? (Afferra il giornale, che apre sotto lo sguardo attonito della Baronessa) Ecco, negli spettacoli, è assai interessante ; ecco qui :« Tutte le sere, all'Alcazar, grande successo per la Signora Maya nella canzone » - Mi ha fatto piedino, piedino, piedino... mi ha fatto pie­dino di porco farcito. (Alla Baronessa, con aria piena di soddisfazione reggendole il gior­nale) Tenete, Signora, se volete accertarvene.

Baronessa (prendendo il giornale) Ma scusatemi, Signore, che volete che me ne importi che la Signora Nonsocosa canti, che le hanno fatto piedino, piedino, piedino, pie­dino di porco farcito ?

Buozzi — Come?...

Baronessa — Sarà certo qualche scemenza!

Buozzi .— Questo poi no !

Baronessa (dubbiosa) — Oh!

Buozzi (ingenuamente) — No... io sono l'au­tore!

Baronessa — Eh?... Oh! Scusa­temi, Signore! Vi ignoravo come letterato!

Buozzi — Per vocazione, letterato ; per con­dizione, scrivano d'ufficio. (Filippo riappare, re­cando uno stupendo mazzo di fiori).

Buozzi e Baronessa (a Filippo) — Ebbene ?

Filippo — Non ho ancora potuto vedere la Signora, hanno suonato per questo mazzo di fiori.

Baronessa — Ah ? (Riprende a leg­gere).

Buozzi (indicando il mazzo) — Capperi ! Bel­lissimo ! Ne ricevete molti così ?

Filippo (semplicemente) — Molti, sì, Signore.

Buozzi — È per lo meno Rothschild che lo manda ?

Filippo-(con indifferenza)Non so, Signore, nessun biglietto: è un mazzo anonimo. (Va a deporre il mazzo sul tavolo).

Buozzi — Anonimo ? Ma che scemenza!

Baronessa (a Filippo) — Se vi de­cideste ad annunciare, maggiordomo ?

Filippo (risale come se entrasse nella sala da pranzo) — Giusto, Signora!

Buozzi (correndo verso di lui) — Vi ricor­derete il mio nome ?

Filippo — Sì, sì, « Signor Bassin!»

Buozzi — No, Buozzi!

Filippo — Ehm! «Buozzi», d'accordo!

Buozzi (posando il suo cappello sopra la sedia accanto al divano) — Aspettate, ecco il mio biglietto. (Cerca uno dei suoi biglietti).

Filippo — No, è superfluo, « Buozzi », mi ricorderò, è per la canzone: « Io ci ficco spilli, ci ficco » !

Buozzi — Perfettamente ! (Filippo esce dalla porta di fondo a destra, Buozzi lo insegue quasi fino alla porta) Ma vi assicuro che con il mio biglietto... (scendendo dietro il divano, mentre ripone il biglietto dentro il portafoglio) Stor­pierà il mio nome, certamente! (Guardando il mazzo) Però, che bel mazzo! (Si accinge a ri­porre il portafoglio nella tasca, ma un'idea gli frulla in capo; si assicura che la baronessa, intenta a leggere, non lo osservi, riprende il bi­glietto e lo infila nel mazzo, poi dicendo) In fin dei conti mentri è anonimo, po’ serviri a qualcuno ! (Ripone il portafoglio in tasca. Un attimo di silenzio. Tutt'a un tratto, scoppia a ridere. La Baronessa alza la testa) No, rido pensando alla canzone: « Io ci ficco spilli, ci ficco » ! (Pausa. La baronessa riprende a leggere.Nuove risa di Buozzi).Vi domande­rete, certo, cos'è questa canzone di «spilli»!

Baronessa — Io ? Affatto, Signore! (Finge di riprendere la lettura).

Buozzi (che si è avvicinato sotto il naso della baronessa) — Nessuna indiscrezione! È una canzone che ho scritto per Lucia Gautier... Tutti mi dicevano : « Perché non scrivete una canzone per Lucia Gautier » ?... Infatti, sicuramente sarà felice di cantare qualcosa di mio... Allora, ho scritto di getto! Ecco, il solo ritornello per darvi un assaggio... (La baronessa esasperata ripiega il giornale e lo posa sul tavolo).lo ci ficco spilli, ci ficco nel paniere delle donne che mi prendo.(Parlato) L'aria non è ancora fatta. (Recitando, compiaciuto).Ognuno a modo suo se la spassa, io non godo se non pungo la carcassa! (ride con aria rapita).

Baronessa (approvando per compia­cenza) — Aah!

Buozzi (elemosinando un complimento) — Cosa?

Baronessa (idem, non sapendo che dire) — Ah! Sì!

Buozzi — Nevvero ? (Dopo una pausa) Mio Dio, non posso dire che sia adatta alle fan­ciulle.

Baronessa — Ah?

Buozzi- Le fanciulle, poi, bisogna ammet­terlo: alle tonte non insegna molto, alle furbe non insegna nulla.

Baronessa — È evidente!

Buozzi (bruscamente, dopo una pausa, du­rante la quale ha osservato la baronessa) — Per­donate, Signora, la mia indiscrezione, ma il vostro volto non mi è sconosciuto... Non siete voi che cantate all'Eldorado: « Sono io la ban­diera tricolore »!

Baronessa (trattenendo le risa, e al­zandosi) — No, Signore, no! Non sono un'ar­tista... (Presentandosi) Baronessa Duverse...

Buozzi — Ah? Non ci siamo, allora! (Si inchina. Nel medesimo istante, Filippo ritorna dalla sala da pranzo con uno spartito arrotolato in mano).

                                                           scena IX

                                                           Gli stessi, Filippo

Buozzi (ansioso, andando verso di lui) — E allora ?... Avete detto alla Signora Lucia Gautier della mia canzone ?

Filippo — Sì, Signore.

Buozzi — Che ha detto?

Filippo — Ha detto che era stupida e di restituirvela.

Buozzi (mutando espressione, asciutto) — Ah ?

Filippo — Ecco, Signore. (Gli restituisce la consone).

Buozzi (seccato) — Benone! Del resto non mi meravigghia, per una volta che si esce dal suo repertorio volgare.

Filippo (amichevolmente) — Sentite, mio caro! (Buozzi, che ha afferrato il cappello sulla sedia, si avvicina) La prossima volta, prima di imbarcarvi in un lavoro per la Signora, venite a parlarne con me.

Buozzi (con sdegno) — Con voi ?

Filippo — Certo ! Capite : sono solito vedere ciò che si fa per lei, so ciò che le conviene.

Buozzi (sdegnoso) — Grazie mille! ma com­pongo sempre senza collaboratori... (Risalendo) Porterò la mia canzone a Yvette Guilbert, che sarà meno smorfiosa, e almeno ha talento, lei.

Filippo — Come credete, Signore.

Buozzi (borbottando) — Stupida, la mia can­zone! Oh! (Indicando il mazzo} E io che!... (Prende il mazzo come per portarselo via, và fino al fondo, poi ricredendosi) No! (Posa nuo­vamente il mazzo sul tavolo, poi a Filippo) Buongiorno, amico mio!

Filippo — Buongiorno, Signore! (Uscita di Buozzi).

Baronessa — E per me, avete... ?

Filippo — Ho esattamente riferito alla Signora, ma la Signora ha ospiti e non può par­lar d'affari in questo momento.

Baronessa (contrariata) — Che sec­catura!

Filippo — La Signora non può ripassare ?...

Baronessa — Per forza, è per un fidanzamento che avverrà oggi stesso; direte alla Signora che fra un'ora sarò qui.

Filippo — Sì, Signora ! (La Baronessa và per uscire) Di qui, Signora! (La Baronessa esce per prima, seguita da Filippo che chiude la porta alle sue spalle. Nel medesimo istante Di Chiara fa capolino alla porta della sala da pranzo).

                                                        scena X

                            Di Chiara, Lucia, Bisegni, La Fontana

Di Chiara (spalancando la porta) — Spariti tutti, possiamo entrare!

tutti — Ah! (Entrano, parlando tutti insieme, ognuno con la tazza di caffè in mano.

Lucia (a Bisegni) — Cos'hai, te­soro, hai l'aria triste ?

Bisegni — Io? Niente affatto! (In disparte) Ora vinni u mumentu di diricci ca n’havemu a lassari! (Va a sedersi sul divano).

Lucia (che è passata dietro il divano, strin­gendogli bruscamente il collo, nel momento in cui egli sta per inghiottire un sorso di caffè) — Mi ami ?                             .

Bisegni — Ti adoro! (in disparte) a postu semu!Chista non la digerisci ! (Lucia fa il giro e viene a inginocchiarsi sul divano alla destra di Bisegni).

La Fontana (seduto alla sinistra del tavolo, accorgendosi del mazzo di fiori, di soprassalto) — Oh! Che mazzo stupendo!

tutti — Dove? Dove?

La Fontana (indicandolo) — Lì! Lì!

tutti (guardando nella stessa direziono) — Oh! Stupendo!

Lucia — Ma chi l'ha mandato ?

Di Chiara (che è andato a prendere il mazzo sul pianoforte, ridiscendendo in mezzo alla scena) — C'è un biglietto ! (Leggendo) Camillo Buozzi, Accademico ! (S'inchina facendo schioccare la lingua in segno di beffarda ammira­zione) 132, di via Due Palmi!

Lucia (prendendo il mazzo che Di Chiara le porge) — Come, è Buozzi ?... Oh! sono proprio commossa, poverino, io che gli ho fatto rendere la sua canzone...

Di Chiara (concludendo) — ... in malo modo!

Lucia — Sì. (A La Fontana) Sapete, è l'au­tore di « Io ci ficco spilli, ci ficco », di cui vi ho letto il ritornello durante il pranzo.

La Fontana (ricordandosi) — Ah! Sì! Sì!

Lucia (dirigendosi con il mazzo verso il tavolino) Ma picchì a sò canzuna deve essere così stupida ?  (Odorando il mazzo) Oh! che profumo! (All'im­provviso) Ma che c'è, dentro?... Un cofanetto! (Lo estrae dal mazzo e posa quest'ultimo in un vaso sul camino).

tutti — Un cofanetto?

Lucia — Ma sì! (Aprendolo) Oh! No, è troppo! È troppo! Incredibile! Un anello di rubini e dia­manti! (S'infila l'anello al dito).

tutti — Com'è bello!

Lucia (sedendosi, e leggendo l'indirizzo in fondo al cofanetto) — Oh ! è di Bechambès, per giunta!... Veramente, non so più che dire!

Di Chiara (oltre il tavolo) — È que­sto Buozzi che lo manda ?

Bisegni — Ah! Questa poi, è anche ricco ?

Lucia — Si direbbe ! A vederlo non l'avrei mai creduto! È sempre conciato... ca non ci dassi ddu soldi!

Di Chiara — Insomma, certo ca a essere ricco per fare simili regali.

La Fontana — Di più : ricco e inna­morato !

Lucia (ridendo) — Lo credete ?

Bisegni (in disparte) — Guarda, guarda! Se que­sto Buozzi si potesse gettare in braccio a Lucia! Potrei tagliare la corda più facilmente.

Lucia — Ma, si tratta della canzone ! Ve­diamo un po'! Ci deve pur essere un modo di adattarla ?... Per esempio, un collaboratore che la rivedesse.

Bisegni (seduto sul divano) — Un pasticcio !

La Fontana- Aspettate!... Mi è venuta un'idea... Perché non ne fa una canzone satirica... una canzonetta politica, per esempio ?

Lucia (seduta alla destra del tavolo) — Ha ragione.

Di Chiara (seduto alla sinistra del ta­volo) — Su che cosa ?

Lucia (a Di Chiara) — Aspetta, ora sintemo !

La Fontana — Semplicissimo! Al posto di « io ci ficco spilli » mette : « io arraffo soldi » ed ecco lì, diventa attuale.

tutti (scambiandosi gli uni e gli altri sguardi di approvazione) — Ma sì!

La Fontana (con l'importanza datagli dal successo) — Sapete : questo tale che « ficca spilli nel paniere delle donne che si prende » non ha senso! Non è pulito!... Mentre invece... con un deputato, per esempio : « che arraffa soldi», almeno...!

Bisegni — ... è pulito.

Lucia — Idea eccellente! Bisogna che gliela proponga! (Si alza).

La Fontana (alzandosi) — Oh! Le idee! Non sono quelle che mi mancano! È metterle in esecuzione...

Bisegni (che si alza) — Eh, già, suc­cede a molti!

La Fontana — Eppure, una volta, ho pro­vato a fare una canzone, una specie di ritor­nello... (A Bisegni, proprio in faccia) Mi ricordo, era intitolata : « Ah ! pffù ! ! ».

Bisegni (che ha ricevuto il soffio in faccia, non può trattenersi dal ritrarre la testa, dissimulando il gesto con un compiacente sorriso a La Fontana; poi, in disparte, raggiungendo il lato destro} — Pff! ! ! Che razza di mania ha la gente che puzza nel fiato di parlarvi sempre sotto il naso.

Lucia (a La Fontana) — E l'avete finita ?

La Fontana (modestamente) — Oh Dio, secondo il mio fiato!

Bisegni (con convinzione) — Oh! Certo! (Tutti scoppiano a ridere).

La Fontana (che non ha capito, ma ridendo anche lui) — Eh ? Cosa ? Perché ridete ?... Chi dissi?...

Lucia (ridendo, e indicando Fernando seduto sul divano) — Niente... niente... È Fernando ca fa il buffone!

La Fontana (guardando Bisegni che ride, ma con aria di non essere soddisfatto) — Ah! È così, è lui che non è... ma che cosa ho detto? Uhm... Uhm... Non capisco!...

Lucia (mentre il riso le interrompe le parole) — Credetemi, non c'è niente da capire! Non ne vale la pena.(Cercando di cambiare discorso, ma continuando a ridere) Su, parliamo di cose più serie. Ci vedremo stasera al concerto ?

La Fontana — Stasera no, impossibile! Sono invitato.

Lucia {sempre sotto l'influenza del riso) — Del resto, non so perché ve lo domando, sta­sera non canto: è il mio giorno di riposo.

La Fontana — Oh! Bene, benissimo! Io vado da una mia vecchia amica, la baronessa Duverse.

Bisegni (che rideva egli pure, mu­tando espressione, in disparte, alzandosi vivace­mente) — Accidenti! La mia futura suocera!

La Fontana — Da un ricevimento per il matrimonio della figlia con il Signor... aspet­tate un po', mi hanno detto il nome...

Bisegni (apprensivo) — Dio mio!

La Fontana (cercando) —Signor...? si­gnor... ?

Bisegni (intromettendosi fra lui e Lucia) — Va bene, fa lo stesso, chi nn’intaressa?

La Fontana — Sì, sì, un momento! È un nome che somiglia al vostro!

Bisegni — Ma no! Ma no! È im­possibile! Non ce ne sono!

Lucia — Ma perché ti agiti tanto ?

Bisegni — Non sono agitato; sol­tanto, so già come finisce ! È come quelli che di­cono : aspettate, è un nome che comincia con Q...

La Fontana (vivacemente) — Ecco!

Bisegni — ... Rossi!

La Fontana — Ah! No!

Bisegni — Ma che ci importa il nome della gente che non conosciamo. (Suo­nano).

di Chiara- In fondo, ha ragione!

Bisegni — Lasciate perdere, su, la­sciate perdere!

                                                                  scena XI

                                        Gli stessi, Filippo e Buozzi

Lucia (a Filippo che entra e cerca qualcosa dietro i mobili) — Ma che c'è, Filippo ?

Filippo (con sdegnosa bonomia) — Oh, niente,Signora, è quel tale... Buozzi... dice di aver lasciato qui l'ombrello.

tutti — Buozzi!

Lucia — Fatelo entrare!(che si è avvicinata alla porta del vestibolo) — Accomodatevi, Signor Buozzi! (Presentandolo) Signor Buozzi, i miei amici!

Bisegni, La Fontana, Di Chiara (accogliendolo) — Ah! Signor Buozzi! (Filippo esce).

Buozzi (stupito dell'accoglienza, saluta con molto imbarazzo) — Signori, Signora, domando scusa, credo di aver dimenticato...

Lucia (premurosa, con degnazione) — Ma, sedetevi, Signor Buozzi ! (Gli ha portato la se­dia, che era al di là del tavolo).

tutti (c. s.) — Ma, sedetevi, Signor Buozzi! (Ognuno gli porta una sedia: Bisegni quella al di là del divano che colloca a lato di Lucia; La Fontana quella alla destra del tavolo,e Di Chiara, quella di sinistra; il tutto forma una fila di sedie dietro a Buozzi).

Buozzi (dapprima sedendosi metà su una se­dia e metà sull'altra, poi su quella datagli da Lucia) — Ah! Signori... non è il caso...!

Lucia (sedendosi al suo lato destro, La Fontana alla destra di Lucia e Bisegni alla sinistra di Buozzi, Di Chiara sull'angolo del tavolo) — E adesso, io vi sgrido! Perché vi siete portato via, così, la vostra canzone ?

Buozzi (con ghigno amaro) — Come, perché ? Il vostro domestico mi ha detto che l'avete tro­vata stupida!

Lucia (protestando) — Stupida, la vostra canzone!... Oh! non ha capito niente!

tutti — Non ha capito niente!

Buozzi (illuminandosi) — Ah ! Dunque è co­sì ? Mi pareva...

Lucia — Sì, ma prima devo ringraziarvi per lo stupendo mazzo di fiori.

Buozzi (imbarazzato) — Eh?... Ah?... Oh! non parliamone!

Lucia — Come, non parliamone!... Gra­zie! È molto galante da parte vostra.

tutti — Galante!... Vero?...

Lucia (bruscamente, mostrando la mano con l'anello) — E il mio anello ? Avete visto il mio anello ?

Buozzi (che non capisce) — II vostro anello ? Ah! Certo.

tutti — È stupendo!

Lucia (civettuola) — Vedete, ce l'ho al dito.

Buozzi (c. s.) — Sì, infatti, è... (In disparte) Che m'importa del suo anello ?

Lucia — II rubino, soprattutto, è ammi­revole.

Buozzi — II rubino ? Quella cosa lì ? Sì, sì ! (Una breve pausa) Eh! Già, quando si pensa che questi aggeggi sono così cari. (Tutti si guar­dano sconcertati)

Lucia (un po' smarrita) — Certo, ma ho saputo apprezzarlo.

Buozzi — In fondo non sembra, ma un si­mile anello vale più di centumila liri.

de Di Chiara (spostandosi, e risalendo dietro il tavolo) —Centumila liri!

Lucia (a Di Chiara) — Ma sì, non mi stupisce affatto! (Di Chiara raggiunge la parte posteriore del divano).

Buozzi — Una famiglia ci vive due anni!... E poi sborsare per questo « coso » centumila baiocchi, dico io!... (Sbalordimento generale).

Bisegni (Lo guarda come dicesse: Ma chi è costui! Poi sottovoce a Di Chiara) —Lo trovo di pessimo gusto!

Di Chiara (anche lui sottovoce) — È un tipo ignobile ! (Bisegni si alza e rimette la sedia al suo posto, al di là del divano).

Lucia (cercando di essere cortese) — Ad ogni modo, questo prova la generosità del donatore!

Buozzi — Ah! Sì. (In disparte) E la sua im­becillità! (forte) Allora, per tornare alla mia canzone?...

Lucia — Ecco...!

La Fontana (alzandosi e avvicinando la se­dia al tavolo) — Bene, stella mia, vedo che siete indaffarata; vi lascio.

Lucia (alzandosi anche lei) — Ve ne anda­te ? Aspettate, vi accompagno. (Riporta la sua sedia al di là del tavolo).

La Fontana — Oh, ve ne prego...

Lucia (ac­compagnandolo) — Per carità!... (A Di Chiara) Muoviti, vieni con me, tu! Approfitto dell'occasione per darti ciò che ti serve, così potrai levarti i pinseri.

Di Chiara — Ah! Bene! (Buozzi, senza alzarsi, ha seguito tutto il via vai piroet­tando a poco a poco sulla sedia, in modo da voltar le spalle agli spettatori).

Lucia — Con permesso, Signor Buozzi ? Sono subito da voi. (Tutti escono, tranne Bisegni e Buozzi).

                                                                       scena XII

                                             Bisegni, Buozzi

Bisegni (che li guarda uscire a grandi passi attraverso la scena e bruscamente a Buozzi che si è alzato ed è andato a riportare la sua sedia alla sinistra del tavolo) — Ebbene ! Volete pro­prio che ve lo dica ? Siete innamorato di Lucia.

Buozzi — Io!

Bisegni — Sì, sì! Oh! Non state a fingere, siete innamorato! E allora sotto, co­raggio! È il momento buono!

Buozzi — Eh ?

Bisegni — Se siete un uomo, Lucia è vostra!

Buozzi — Mia? Ma vi assicuro...

Bisegni (vivacemente) — Sst! Ec­cola! Oggi, non una parola!... Domani, parti­rete all'attacco! (Ritorna alla destra fischiettan­do, le mani in tasca, dandosi un'aria indifferente).

Buozzi (in disparte) — Strano ! Perché vuole che io sia innamorato di Lucia Gautier ?

                                                                    scena XIII

                                                  Gli stessi, Lucia

Lucia (a Buozzi) — Scusatemi se vi ho lasciato.

Buozzi (che è risalito al di là del tavolo) — Non c'è di che ! (In disparte) ma iù non nni sugnu innamorato.

Lucia (sedendosi alla destra del tavolo) — E ora potremo discorrere senza essere disturbati.

Buozzi (sedendosi al di là del tavolo, in faccia al pubblico) — Sì.

Lucia — Dunque! La vostra canzone è deliziosa! Non c'è che dire: è proprio deliziosa!

Buozzi — Siete troppo buona! (In disparte, inchinandosi per posare il cappello sul tavolo) E quello che aveva capito ch'era stupida. Bisogna essere cretini!

Lucia — Ma in fondo, sapete, hanno un bei dire che il meglio è nemico del bene... La vostra canzone, lo ripeto, è deliziosa ; ma, come potrei dire ?... manca un po' di personalità.

Buozzi (protestando) — Oh! Tuttavia...

Lucia — No, no! Bisogna pure che vi parli francamente: è spiritosissima, ma non di­ce nulla.

Buozzi (sconcertato) — Ah ?

Lucia (a Bisegni, che per discrezio­ne si tiene a distanza, appoggiato al divano) Vero ?

Bisegni — Sì, sì ! (va a se­dersi alla sinistra del tavolo) Io, poi, se mi per­mettete un parere, disapprovo la forma.

Lucia — Ah, certo, sì! La forma è difet­tosa! Ma d'altronde sulla forma io ci passo sopra !

Bisegni — E poi, in fin dei conti... non ha mordente, è fiacca!

Lucia — Sì, ecco... Non ha del tutto tor­to ! Si capisce che è la canzone di un uomo spi­ritoso,……. ma è la canzone di un uomo spiritoso...

Bisegni — ... che l'avrebbe fatta scrivere da un altro!

Lucia — È così!...

Buozzi (scrollando la testa)— Strano!... (Una breve pausa) Insomma, a parte questo, vi sem­bra buona?

Bisegni e Lucia — Ottima!

Lucia .— Ottima, ottima! (Cambiamento di tono) Allora, ecco ciò che abbiamo escogi­tato... Avete qui la canzone?

Buozzi — No, l'ho lasciata a casa.

Lucia — Che peccato!

Buozzi — Non fa niente! Io abito a via Due Palme... È a ddu passi... Fazzu una corsa... (Si alza).

Lucia (alzandosi) — Ah! Bene, se non vi disturba... Almeno non lavoreremo invano.

Buozzi — Ma come ?... Tutto ciò che volete! Ho la mano molto facile!

Bisegni — Sì ?

Buozzi — Io!... Vi scrivo una canzone così, di getto.

Bisegni — Davvero ? (In disparte) Gran bella cosa schiappinare così di primo getto !

Buozzi (dirigendosi verso la porta di uscita)— Vado e torno!

Lucia (che lo ha seguito, indicandogli il suo ombrello) — II vostro ombrello!

Buozzi — Ah ! Già ! Grazie ! (Prende il suo ombrello dietro il pianoforte ed esce accompagnato da Lucia).

                                                                       scena XIV

                                                      Bisegni, Lucia

Bisegni (raggiungendo il lato destro)— E ora che ho preparato il terreno a 'sto buon uomo di Buozzi. Non perdiamo tempo, stasera firmo il mio contratto di nozze, e af­fronterò senz'altro la rottura.

lucia (parlando dall'angolo) — Certo! Sarà carino! Sbrigatevi!

Bisegni (sedendosi sul divano, nel punto più distante) — Lei!... se sapessi già come cavarmela...

lucia (scendendo dietro il divano e abbrac­ciando Bisegni nel collo) — Mi ami ?

Bisegni — Ti adoro!

lucia — Tesoro!... (Se ne distacca per aggirare il divano e andare a sedersi al fianco sinistro di Bisegni).

Bisegni (in disparte) — Ah! Incominciamo bene!...

lucia (seduta a sinistra) — Come sono felice di rivederti qui ! Non credo ai miei occhi ! Cattivone ! Se tu sapessi il male che m'hai fatto ! Ho creduto che fra noi due fosse finita!

Bisegni (protestando ipocritamente)— Oh! «finita»!

lucia (con trasporto) — Finalmente risei mio ! Dimmi, risei mio ?

Bisegni (compiacente) — Rison tuo!

lucia (gli occhi negli occhi) — Non finirà mai ?

Bisegni (e. s.) — Mai!

lucia (in uno slancio di passione, afferran­dogli la testa e stringendosela al petto) — Oh ! Mio torroncino!

Bisegni — Oh! Mia Lulù! (Lucia piega la testa, facendosi guanciale con le due brac­cia, sull'anca di Bisegni che si trova sdra­iato sulle sue ginocchia, di fianco e scomodissimo).

Bisegni (in disparte) — Ah ! Andia­mo di bene in meglio!...

lucia (nella stessa posizione, languidamen­te) — Vedi, guarda come sto bene!

Bisegni (in disparte) — Ah! Beno­ne! Io, no, però!

lucia (e. s.) — Vorrei stare così venti anni!... E tu?

Bisegni — Be'! Vent'anni, son tanti!

lucia — Ti direi: « Mio torroncino! »;mi risponderesti : « Mia Lulù !» e la vita pas­serebbe.

Bisegni (in disparte) — ‘N’addivittemu !

lucia (in mezzo alla scena, guardando oltre Bisegni con un'aria piena di sottintesi) — Su... mi vieni a vestire ?

Bisegni (come un fanciullo imbron­ciato) — No!... non ancora!

lucia (ridiscendendo) — Ma che hai ?

Bisegni (e. s.) — Niente!

lucia — Sì! Hai l'aria triste!

Bisegni (alzandosi e prendendo co­raggio) — Ma sì! Se vuoi saperlo, ho che que­sta situazione non può durare piis a lungo.

lucia —Quale situazione ?

Bisegni — La nostra. (In disparte) Aiaiahi ! (Forte) E poiché, bene o male, bisogna venire fuori un giorno o l'altro, preferisco su­bito tagliar la testa al toro: Lucia, dobbiamo lasciarci !

lucia (sbalordita) — Cosa?

Bisegni — È necessario! (In dispar­te) Aiaiahi!

lucia (con un lampo di genio) — Ah, mio Dio!... Ti sposi!

Bisegni (ipocrita) — Io ? Ma che idea !... E a che proposito ?

Lucia — Allora perché ? Perché ?

Bisegni — Ma per via delle mie attuali finanze! Non potendo offrirti il tenore di vita che meriti...

lucia- Ah, è per questo ! ! ! (Scoppiando a ridere e lasciandosi quasi cadere su di lui, dan­dogli uno spintone alle spalle) Che sciocchino!

Bisegni — Eh ?

Lucia (con tenerezza abbracciandolo) — Non sono forse felice così ?

Bisegni — Sì, ma la mia dignità!...

Lucia — Lasciala dov'è la tua dignità! Ti basti sapere che t'amo. (Sciogliendosi e rag­giungendo il lato sinistro con un sospiro appas­sionato) Oh! Come ti amo!

Bisegni (in disparte) — Andiamo bene, andiamo proprio bene!

Lucia — Lo vedi ? Solo al pensiero che tu possa sposarti! (Ritornando da lui e serran­dolo come se stesse per perderlo) Ah ! Dimmi che non ti sposerai mai! Mai!

Bisegni — Io?... Questa poi!...

Lucia (con riconoscenza) — Grazie! (Scio­gliendosi) Del resto, se accadesse, so bene quel che farei!

Bisegni (inquieto) — Cosa ?

Lucia — È presto fatto, sai! Una bella palla in testa!

Bisegni (gli occhi fuori dell'orbita) — A chi?

Lucia — A me, s'intende!

Bisegni (rassicurato) — Ah! Be'!

Lucia (che si è avvicinata al tavolo, affer­rando nervosamente il Corriere, dimenticato dalla baronessa) — Oh! Non è certo il suicidio che mi spaventa. Se mai sapessi, se leggessi sul giornale... (Indica il giornale che tiene in mano).

Bisegni (in disparte, terrificato, ma senza fare un passo) — Accidenti! Un giornale!

Lucia — Ma che pazza sono; non ce n'è ragione, e mi riduco in questo stato! (Scara­venta il Giornale sul tavolo e raggiunge il lato si­nistro).

Bisegni (precipitandosi sul Corriere e ficcandolo tra la giacca e il gilè. In disparte) —Uff! Ma ne spuntano come i funghi! (Al ru­more Lucia si volta. Bisegni ride stupi­damente per darsi un contegno).

Lucia (riavvicinandosi a lui, con uno slanciò, e gettandosi nelle sue braccia) — Mi ami?

Bisegni — Ti adoro!

Lucia — Ah! Tesoro!

Bisegni (in disparte) — E ora, mai e poi mai riuscirò a confessarle il mio matri­monio ! (Raggiunge il lato destro e si lascia cadere scoraggiato sul divano).

                                                                          scena XV

                                                  Gli stessi, Di Chiara

Di Chiara (giungendo dal fondo. A Lucia) —Bene cara. io vado.

Lucia (si dirige verso la sua stanza) Sì, aspetta che ti prendo quello che ti serve.(esce)

Di Chiara –(a Bisegni che sta serio e preoccupato) Ma avete l'aria sec­cata ?

Bisegni — Ah! Mio caro! Non sec­cata, ma disperata.

Di Chiara — Dio mio! Che c'è?

Bisegni (alzandosi e andando verso di lui) — Sentite ! Solo voi potete trarmi d'im­piccio! È una faccenda che non so dire a Lucia... Non so come dirvelo! A voi! Siete... quasi suo marito. Bisogna assolutamente che io la molli e che lei mi molli!

Di Chiara (cadendo dalle nuvole) — Che diavolo mi state dicendo ?

Bisegni — La verità, mio caro! Mi sposo!

Di Chiara — Voi!

Bisegni — Io!... e firmo il contratto stasera !

Di Chiara — Accidempoli!

Bisegni (prendendolo sottobraccio e con il tono più persuasivo) — Insomma, in fin dei conti, è suo interesse troncare!

Di Chiara — E come! È talmente vero che se lo volesse, oggi, avrebbe un'occa­sione straordinaria. (Suonano).

Bisegni — Diamine! Parlatele seria­mente, vi ascolterà.

Di Chiara {con aria dubbiosa) — Già!...

                                                                          scena XVI

                              Gli stessi, Filippo, Marceline, il Generale, Antonio, Lucia

Filippo {annunciando) — II generale Irrigua!

Di Chiara — Lui! Fatelo entrare! (Vivacemente) No! Ap­pena ce ne' saremo andati !(A Bisegni) Venite, venite... filiamo di qua!

Bisegni — Perché?

Di Chiara — Perché?!... Siamo di troppo!!...

Bisegni — Eh!... Sarebbe forse?...

Di Chiara — Esattamente!... È la buona occasione!...

Bisegni — Corbezzoli!... Tagliamo la corda!... (Scompaiono furtivamente al fondo come due compiici).

marcella (entrando da destra, mentre Filippo si accinge a far entrare il generale) — Filippo, chi ha suonato ?

Filippo — II generale Irrigua, Signorina!

marcella — II generale! Presto! Fatelo entrare, avvisate mia sorella.

Filippo — Se il Signore vuole entrare...

il generale — Muy bien! Yo entro!...

marcella (con una riverenza} — Generale !

il generale (riconoscendola) — Ah! La So­nora hermana! Esciavo vostro! (Chiamando Filippo) Camarera! (Filippo non risponde. Al­zando la voce) Camarera!..Staffiere!...

Filippo (ridiscendendo) — Sono io...?

il generale — Naturai, eres tu ! (In disparte) Yo non son! (Forte) Va dire a la tua Senora padrona, yo son qua!

Filippo — Sì, signore! (In disparte, diretto verso la stanza di Lucia) È generale comu a mia, chisto! (Forte, accertasi che Lucia esce dalla sua stanza) Ah! Ecco la Signora. (Esce in fondo).

il generale (a Lucia che si ferma sorpresa di vederlo) — Ella? Ah! La mia Senora! El giorno più guapo de la mi vida!

Lucia (con sguardo interrogativo) — Scu­sate, Signore... ?

marcella (presentandolo} — Lucia... il Generale Irrigua.

il generale (inchinandosi) — Se stesso!

Lucia — Ah! Generale, vi chiedo scusa!

il generale (si avvicina) — Es nada! Él mio interprete!(indica fuori)

Lucia — Generale, sono molto felice di conoscervì !

il generale — La felicidad es por mi, Se­nora! (ad Antonio) Antonio... los fiores... (esce a prendere da Anto­nio il mazzo enorme) Permittete algun fior moderato... que yo ve prego... que yo.ve ofro!

Lucia (prende il mazzo) — Ah! Generale!

il generale (esce a prendere un mazzo minuscolo che gli porge Antonio ed offrendolo a Marcella)— E... yo ho pensado tambièn a la hermana!

marcella (prendendo il mazzo) — Per me ? Oh! Generale, veramente...!

il generale (a Marcella) — Es piis piccolo de l'otro... ma es più portatile!... (Ad Antonio) Antonio, resta a mia disposiciòn nel vestibolo.

antonio —(da fuori) Muy bien!

Lucia — Come siete carino!... Io adoro i fiori!

il generale (galante) — Magari... yo lo fosse un fior!

marcella (aspirando il profumo del suo maz­zetto. Smorfiosa, al generale) — Anch'io, li adoro...

il generale (oltre la sua spalla) — Sì, però l'ho dicho solamente por la Senora.

Lucia (che ha tolto gli spilli dal pacco) — Oh! Guarda! Marcella! Che splendore!

il generale — Son le vostre subditas que pongo ai vostri pie.

Lucia (ridendo) — Le mie suddite ?

il generale — Muy bien!... Son le rosas que pongo ai pie de la reina de le rosas!

Lucia e marcella (schive) — Aah!

il generale (soddisfatto di se stesso) — Es una batuta!

Lucia — Siete galante, Generale!

il generale — Faso aquel che se può!

marcella (in disparte) — Però potrebbe anche avvertirci sul suo accento!

Lucia (A Marcella) — Lasciaci, Marcella.

marcella — Io ?

il generale (con un gesto da gran signore)— Lasciaci... la hermana!...

Marcella — Eh?

il generale (beneducato, ma autoritario) Va via!... Senorita!... (die­tro Lucia).

Marcella — Ah? È così!... (In disparte) È un selvaggio ! (Esce dal lato destro, mentre nel frattempo Lucia posa il mazzo nel vaso sopra la consolle. Il generale è risalito oltre il divano e aspetta che Marcella sia uscita).

il generale (bruscamente a Lucia, che è ritornata alla destra del tavolo) — Ella! Es ella!... Yo soy vicino a ella... unico!...

Lucia (sedendosi alla destra del tavolo) — Accomodatevi, vi prego.

il generale (con passione) — Yo no posso !

Lucia (stupita) — Non potete ?

il GENERALE (e. S.) — no posso! yo SOV troppo commozzo! Cuando yo ho recibido la vostra carta! Està lettera que me acordava la gracia de... una intervista entre nos! Ah! Caramba! (Non trovando parole per esprimere il resto) Que no posso dir!

Lucia — Che avete, sembrate commosso ?

il generale — Yo lo soy! Porqué yo vi amo,Lucia... y porqué siamo aqui... tutti e dos...unici! (Si fa intraprendente) Lucia!

Lucia (vivacemente, alzandosi e passando dal lato sinistro del tavolo) — Attento, Generale, entrate qui in un campo minato!

il generale - Yo no ho temor del periculo! Nel mio puebio era ministro de la guerra!

Lucia (passando dietro il tavolo) — Voi!

il generale (inchinandosi) — Se stesso!

Lucia — Ah! Generale... quale onore...un ministro della guerra!

il generale (rettificando) — Ess... Ess!

Lucia(che non capisce) — Cosa « Ess »> ?

il generale — Ess-ministro!... Yo no lo soy più!

Lucia (con un tono di condoglianza) — Ah?... Che cosa siete allora?

il generale — Yo soy condenado a muerte!

Lucia (indietreggiando) — Voi?

il generale (con un gesto rassicurante) — Eh! Sì! Toto esto, porqué yo soy venite en Europa por comprar por el mio gobierno dos corazadas, tres cruzadores y cinco cazotorpe-deros.

Lucia (non afferrando il rapporto) — E al­lora ?

il generale — Allora, yo le ho perdidos al « pacarat » !.

Lucia — Perduti al baccarà!... (Con un tono di rimprovero) E come avete fatto ?

il generale (con la più ingenua incoscienza)— Yo no habìa fortuna!... Al pacarat es siempre lo stesso; cuando ho octo, es nueve! Por que­sto yo ho perdido mucho dinero.

Lucia (sedendosi alla destra del tavolo) — Così non va, generale.

il generale (con un tono disinvolto) — Basta, nada per mi! Yo ho bastante dinero da poner a disposiciòn de ella.

Lucia — A mia disposizione ?

il generale (gran signore) — Todo!

Lucia — Ma a che titolo ?

il generale (con calore) — Al titulo que yo posso amarve... porqué yo vi amo, Lucia! mi corazòn es troppo piccolo por contener todo il mi amori... El vostro fascino me ha prendido... prendido... (cambiando tono) Par­don! Un momento... un momento. (Risale verso il fondo).

Lucia (in disparte) — E ora dove va ?

il cenerale (aprendo la porta e chiamando)— Antonio ?

antonio (sulla soglia del vestibolo) — General!

il generale — Como se dice « subjugar » ?

antonio — « Soggiogare », Generale.

il generale (facendogli segno che può ritor­narsene nel vestibolo) — Bueno! Gracias, An­tonio !

antonio — (sempre da fuori) Buono!

il generale (a Lucia, riprendendo brusca­mente con tono appassionato) — Voi mi avete « succiucato »; aquel que es mio es vostro! Mi vida, mi dinero, fino a l'ultimo dolàro, fino a la miseria que amerei porqué viene da ella!

Lucia (scuotendo la testa, sospettosa) — La miseria! Si vede che non sapete cos'è!

il generale (discendendo verso destra) —'- Oh! Pardon ! Yo lo so ! No soy siempre estado rico ! Antes d'entrar en l'armada,... como Generai! No habìa dinero, cuando yo era professor mo­derato y andava nelle famillas por vivir... donde yo davo lecciones de italiano.

Lucia (trattenendosi dal ridere) — D'ita­liano ? Allora lo, parlavate ?         

il generale (ingenuamente) — In veridad nel mi paese, yo lo parlavo muy bien; aqui, yó no so porqué, yo lo parlo mal.

Lucia (ridendo) — Ah! Davvero? Ma ac­comodatevi!

il generale (esaltato) — No posso ! Davante a voi no posso seder que in ginocchio. (Si in­ginocchia davanti a lei) Ella es la divinidad que ci si inginocchia davante... una santa que si adora...

Lucia — Generale!

il generale (freddamente) — Donde es la vostra camera ?

Lucia (sbalordita) — Eh ?!

il generale (con passione) — Yo dico : donde es la vostra camera?

Lucia — Ma Generale, che domanda!

il generale — Es l'amor que parla por la mi boca porqué es alla que yo vorrei vivir! Porqué la camera de la beltad que si ama, es como el... es como el... (Alzandosi) Pardon, un momento, un momento! .

Lucia (in disparte, beffarda) — Ah! Be­none !

il generale (che è risalito e ha aperto la porta nel fondo) — Antonio ?

antonio (come prima) — Generai!

il generale — Como se dice «tabernaculo » ?

antonio — « Tabernacolo », Generai !

il generale — Bueno! Gracias, Antonio.

antonio — Bueno! (Esce).

il generale (tornando, senza profferir parola e molto freddamente, a rimettersi inginocchio da­vanti a Lucia. Come prima, poi esplodendo) — Es como el tabernacolo, donde es la religion, la diosa que si adora.

Lucia (sfiorando con la mano destra, alla quale porta l'anello, la mano del generale posata sulla sua mano sinistra) — Ah, Generale! Voi ripagate tutto con una galanteria.

il generale (che guarda l'anello al dito di Lucia) — Siempre! (Alzandosi) Esto me fa pensar que miro al vostro dido un anillo.

Lucia (con aria distaccata, alzandosi) — Un anillo? Ah! Ah!... Il mio anello! Sì, oh!

il generale — II es hermoso... vero ?

Lucia (idem, discendendo un poco verso si­nistra) — Pfis! È una quisquilia!

il generale (scrollando la testa) — Una coscolia?... Cosa es una coscolia?

Lucia — Sì, insomma, una bagattella!

il generale (c. s.) — Una bucatella! Sì, sì!... (Cambiando tono) Pardon! Un momento... un momento ! (Andando in fondo e chiamando) Antonio ?

antonio (come prima) — General!

il generale — Cosa significa « una buca­tella » en espanol ?

antonio — Una bucatella ? Cosa es una bucatella ?

Lucia (senza muoversi) — No, ho detto al Generale che è una bagattella.

antonio - Ah ! « una bagat­tella»! (Traducendo) La Senora dice a usted que es... poca cosa.

il generale (come avesse sempre conosciuto questa parola) — Ah! Sì! Certo... una buca­tella... sì, sì... (Ad Antonio) Bueno, bueno! Gracias! Antonio!

antonio — Bueno!

il generale (discendendo verso Lucia, come prima) — Una... bucatella, sì, sì!

Lucia — Più che altro ci sono affezionata, perché è un ricordo.

il generale (commosso) — Ah! Buena, Lucia !

Lucia— Era di mia madre!

il generale {stupefatto) —• Cosa tu dici ?

Lucia (sorpresa) — Generale!

il generale — Esto anillo!... Soy yo que lo enviado està manana in un masso de flores!

Lucia — Voi ?

il generale — Naturai!

Lucia (passando a destra) — Come ? È lui ? Siete voi ? Voi ? Lui ?

il generale (discendendo) — Bueno, yo dico!

Lucia (in disparte) — Oh! È il colmo!... E Buozzi allora?... Ha avuto l'impudenza di... Oh! È il colmo... Ah! Benissimo, vedrai, la sua canzone! Che faccia tosta!

il generale (vedendo la sua agitazione) — Cosa ha usted ?

Lucia — Niente! Niente!

il generale (galantemente, ma con una punta di ironia) — Bueno! No es esto l'anillo de tu madre ?

Lucia — Questo anello... Oh! Niente af­fatto! No! Credevo parlaste di un altro... Oh! Questo! No, no, ma non sapevo che dovevo ringraziare voi.

il generale (modesto) — De nada!... (Rag­giungendo il lato sinistro e con un gesto da gran signore) Es una bucatella! (Tornando da lei) E yo mi permitto de offrirvi también la bra-cialetta. (E le offre un altro astuccio che estrae dalla tasca della giacca).

Lucia (prendendo l'astuccio) — Ah! Ge­nerale, veramente mi viziate! Ma che ho fatto per meritare... ?

il generale (molto semplicemente) — Yo vi amo! He aquì!...

Lucia — Mi amate ? (Con un sospiro) Ah, Generale! Perché mi deve succedere, questo... ?

il generale (con una logica che non ammette replica) — Porqué es così!

Lucia — No, no! Non ditelo!

il generale (deciso e con freddezza) — Yo lo dico!

Lucia (porgendogli l'astuccio appena rice­vuto) — Su, Generale, riprendetevi questo do­no che non ho il diritto di accettare!

il generale (respingendo l'astuccio, ansiman­te) — Porqué ? Porqué ?

Lucia — Perché non posso amarvi.

il generale (sussultando) — Como seria a dir ?

Lucia (chinando la testa) — Amo un altro. (Mette con naturalezza l'astuccio nella sua tasca).

il generale — Un otro! Ella!.. Un hombre!

Lucia — Naturalmente.

il generale — Caramba!... Qui es l'uomo... voyo vederlo... voyo saber...

Lucia — Generale, calmatevi.

il generale (con disperazione) — Ah! Me avevano dicho que ella aveva un hombre... un orno hermoso!

Lucia — Oh! Si, hermoso!

il generale — Però yo no l'habìa creduto... Porqué yo habìa recevido la vostra carta... exi-ste?... Existe? Oh! Qui es esto orno?

Lucia — Andiamo, generale, vi prego...

il generale (con un ruggito di rabbia) — Oh!

Lucia (appoggiando gentilmente le mani sul­la spalla di lui) — Vi basti sapere che se il mio cuore era libero vi avrei preferito fra tutti.

il generale (con disperazione contenuta) — Ah! Lucia! Mi fate mucho dolor al corazon!

Lucia — È colpa mia?... Sapete, fin che l'amerò, non ne amerò un altro.

il generale (lottando un poco con se stesso, poi con rassegnazione) — Bueno! Per cuanto tiempo ?

Lucia (con passione) — Quanto tempo ? Oh, l'amerò fin che vivo.

il generale (molto positivo) — Bueno ! Aho-ra yo so que debo far!

Lucia — Che cosa ?

il generale (e. s.) — Nada! Yo so!

Lucia (in disparte, avvicinandosi al tavolo) — Ah! Dio mio, mi spaventa!

                                                                   scenaXVII

                  Gli stessi, Bisegni, Filippo (Bussano alla porta della sala da pranzo).

Lucia — Che c'è ? Avanti!

Bisegni(socchiudendo la porta e con­traffacendo la voce) — Domandano se la Si­gnora Gautier può venire un istante.

Lucia (che ha riconosciuto la voce) — Eh ? Ah! Sì! Subito. (In disparte) L'incosciente!

il generale (che è risalito senza far rumore, passando dietro il divano, aprendo bruscamente la porta di cui Bisegni impugna la maniglia dall'altra parte. Brutalmente) — Cosa vuole, usted ?

Bisegni(che è stato trascinato in sce­na dalla maniglia della porta, molto vergognoso e cercando di essere cortese, piroettando) — Buon­giorno, Signore.

Lucia(in disparte) — Ah! Mio Dio!... (Vivacemente, presentando Bisegni) II Signor Bisegni, generale! Un col­lega.

il generale (diffidente) — Ah?

Bisegni — Uh collega, è la parola! Niente di più. (Suonano).

il generale (diffidente) — Un collega... por no far niente ?

Lucia — Lo credo bene, proprio niente!

Bisegni — Oh! Perbacco... e anche meno!

il generale — Bueno! Allora si es un cullega... (Gli stringe la mano e ridiscende).

Filippo(venendo dalla sala da pranzo, a Lucia) — Signora ?

Lucia — Cosa c'è ?

Filippo — C'è quella Signora venuta oggi per domandare alla Signora di cantare a un ricevimento : l'ho fatta entrare in sala da pranzo.

Lucia — Ah! Bene! Vado subito... (Filippo esce dal vestibolo, lasciando la porta spalan­cata) Permettete, Generale, un istante.

il generale (inchinandosi) — Prego ! (Lucia risale e il Generale raggiunge l’estremo lato de­stro).

Bisegni (vivacemente, e sottovoce a Lucia) — Ehi! Di' un po', io devo andarmene!

Lucia — Oh! be'! Aspetta un po'... È questione di cinque minuti, chiacchiera con il generale.

Bisegni — Va bene, ma sbrigati! Eh?

Lucia — Sì! (Entra nella sala da pranzo).

                                                         scenaXVIII

                                      Il Generale, Bisegni, Lucia, poi la Baronessa

(Una pausa durante la quale i due personaggi si scambiano ruolini, come chi ha poco da dirsi).

il generale (rompendo il silenzio) — Es mucho ambulatoria la Senora Gautier.

Bisegni — Molto ambulatorio, co­me dite, Generale!

il generale (avvicinandosi a Bisegni ) — Allora voi siete también con Lucia a lo stesso concierto ?

Bisegni — Come ? Io sarei...

il generale - Bueno! Porqué voi siete su collega, domando si voi partenecer a lo mismo cafè-concierto !

Bisegni — Eh ? Sì, sì, esattamente... (In disparte) Porco d'un cane!

il generale (affermativo) — Voi siete tenor ?

Bisegni- Tenor; proprio così... Ci avete messo il dito sopra. (In disparte) Or­mai sono in ballo!

il generale — L'ho entendido da la vostra faccia.

Bisegni— Ah ? Davvero ? Siete fi­sionomista! (Canticchiando).« È uscito un editto che amor non c'è più, Tralalalalà... tralalalalà! »

il generale (facendo una smorfia, e in di­sparte) — Oh! Es un cantante da taberna!

Bisegni (tossendo) — Uhm, uhm! Molti raffreddori, quest'anno!

il generale (facendogli segno di avvicinarsi) — Ditemi, Senor Bodegué...

Bisegni (rettificando) — No, scu­sate: « Bisegni »!

il generale — Bueno ! Yo dico... «Bodegué».

Bisegni (rassegnandosi) — Ma sì !

il generale (con tono confidenziale, prenden­dolo sottobraccio) — Voi... conosiete muy bien la sonorità Gautier ?

Bisegni (un po' fatuo) — Ma certo ! Sì...

il generale — Allora voi potete dirme... parecer ella haya un amante.

Bisegni — Eh ?

il generale (ritirando il braccio) — Yo lo so!... Ella me lo ha diche!

bisegni- Ah ? Allora... (In disparte) E io che facevo il tonto per non farglielo capire !

il generale — Un omo muy hermoso.

Bisegni (vezzoso) — Be', sapete, non posso certo dirlo io...

il generale — Però, aquì yo no vedo omini hermosi.

Bisegni (in disparte) — Grazie tante !

il generale — Bueno ! Qui es esto hombre ? Voi lo conosiete ?

Bisegni- (in disparte) Dopotutto, visto che ci tiene tanto..(Forte)Volete pro­prio che ve lo dica?...

il GENERALE — Vi prego...

Bisegni (con fatuità) — Ebbene, è... (Ridendo) Ah! Ah! Ah! Vorreste proprio sa­perlo.

il generale (ridendo anche lui) — Sì!... (Serio) Porqué yo lo materol

Bisegni- (rimangiandosi ciò che stava per dire, e in disparte, raggiungendo il lato si-nistro) — Ammazzarmi ! Accipicchia ! (Ridendo per dissimulare la sua emozione al Generale) Ah ! Ah! Ah! Questa è buona! (Il generale ride anche lui per compiacenza. Tutti e due sono a sini­stra. Nel frattempo abbiamo veduto la baronessa accompagnata da Lucia passare inosservata at­traverso la porta spalancata del vestibolo).

Lucia (nel vestibolo, non appena la baro­nessa scompare alla vista del pubblico) — Intesi, intesi. Signora, a stasera! (Si sente che chiude la porta del vestibolo sopra la scala invisibile al pubblico).

il generale (smettendo di ridere e tornando alla sua idea fissa) — Bueno! Qui es...?

Bisegni (accorgendosi di Lucia) — Eh? Uhm! Sst! Sì, subito!

il generale— Ah! Bueno! Bueno! (Rag­giunge il lato destro).

Bisegni (in disparte) — Grazie, am­mazzarmi !

Lucia (entrando con fogli in mano e diri­gendosi verso la sua stanza) — E così, canterò in società, stasera ! (Al Generale) Vi chiedo scu­sa, Generale, un momento!

il generale (inchinandosi) — Vi prego...

Lucia (mentre sta per entrare nella sua stanza, ridiscendendo un poco e a Bisegni) — Non vuoi venire a sentirmi ? Ho dei biglietti d'invito,

Bisegni — No, stasera non posso! (In disparte) Ho ben altro da fare.

Lucia — E voi ?

il generale — Oh! Sì! Con mucho gusto! (Risale).

Lucia —Meno male! Tenete, Generale, ecco l'invito. (Gli da un biglietto),

il generale — Muchas gracias! (Mette il biglietto in tasca).

Lucia — Torno subito! (Esce).

Bisegni (in disparte, vicino al lato sinistro del tavolo) — In fondo, va già bene che m'abbia avvertito... e io che gli stavo per dire...

il generale (ridiscendendo verso Bisegni) — ,Bueno! Como se chiama... lei?

Bisegni — « Lei » chi ?

il GENERALE — El OmO.

Bisegni (sbalordito) — Quale uomo ?

il generale — L'ombre, es carino ?

Bisegni (gioca meccanica­mente con l'astuccio dell'anello lasciato sul ta­volo) — Ah! Sì... Ehm! Ehm! (Guardando l'a­stuccio e con faccia tosta) Buozzi... si chiama Buozzi !

il generale —Pussin! Bueno!... Pussin es un orno muerto !( Suo­nano).

Bisegni (in disparte) — Brrr! Mi fa venir la pelle d'oca!

                                                                            scena XIX

                                                     Gli stessi, Filippo, Buozzi

Filippo(annunciando) — II signor Buozzi!

il Generale — Eh!...

Bisegni — Lui! Accidenti! (Filippo esce).

Buozzi (entra dal fondo a destra, molto gio­viale, posando il suo ombrello contro la sedia che è al di là del divano) — Ho riportato la can­zone... Lucia Gautier non c'è?

Bisegni (vedendo il generale che va verso di lui e precipitandosi fra loro) — Come? No... Sì... (Durante tutto quello che se­guirà, Bisegni confuso, non sapendo che fare e non osando parlare, cerca ancora di frap­parsi fra il Generale e Buozzi, mentre Buozzi, al contrario, fa l'impossibile per raggiungere il Generale).

il generale (a Buozzi) — Pardon!... El Senor Pussin ?

Buozzi(molto cortese) — Sì, Signore, sì.

Bisegni(preoccupato) — Sì, è Buozzi, è Buozzi!

il generale — Encantado de conosiere usted !

Buozzi (e. s.) — Signore, credete al reci­proco...

il generale — Dateme la vostra carta!...

Buozzi — Ma figuratevi, con piacere. (Cerca un biglietto nella sua tasca evitando Bisegni per avvicinarsi di più al generale).

Bisegni (rassegnato, allontanandosi) — Ah! Dio mio!

il generale — He aquì la mia! (Gli tende il suo biglietto, Buozzi gli da il suo).

Buozzi (leggendo) — Generai Irrigua...

il generale (inchinandosi) — Se stesso!

Buozzi (inchinandosi egualmente) — Ah ! Ge­nerale!

il generale — Y ahora vi prego... siete li­bero por la manana ?

Buozzi (pensando) — Domani ?... Sì, per­ché?

il generale (montandosi poco a poco) — Por-qué yo voyo traèrvi sul campo... Porqué yo voyo la vostra testa. (Afferrandolo per il colletto) Porqué yo voyo amatarvi!

Buozzi — Santo cielo ! Ma cosa dice ?

Bisegni (supplichevole) — Gene­rale...

il generale (scrollando Buozzi come un arbusto) — Porqué yo no amo i bastòn entro le ruodas... y cuando es sta un ostaculo, yo lo descavalco... yo lo suprimo. (Lo fa piroettare, tenendolo sempre per il cravattino, finché lo sca­raventa sul lato sinistro).

Buozzi — Ah! Perdio! Lasciatemi!

Bisegni (cercando di separarli) — Calma, Generale!

il generale (respingendolo, continuando a tenere Buozzi con la mano sinistra) — Lassatemi estar, Bodegué. (A Buozzi, scrollandolo) Y poi no siete niente hermoso, sabete! No siete bello!

Buozzi — Aiuto! Aiuto! (Tumulto generale, grida eie...)

                                                           scena XX

                                                              Gli stessi, Lucia

Lucia(accorrendo al frastuono) — Ma cosa c'è ? Cosa succede ?

Buozzi (che il generale ha mollato respingen­dolo, mentre entra Lucia, riprendendo il suo equilibrio) — Ah! Signora, ma è il Signore!

Lucia — Buozzi qui! Uscite, Signore, uscite! (Il generale al di là di Lucia).

Buozzi — Eh ? Ma come : ho riportato la canzone.

Lucia — E be' ! Portatevela via, la vostra canzone! È stupida!

Bisegni — Stupida!

il generale (con convinzione, senza sapere di che si tratta) — È estupida! La cancion è estupida!

Lucia (indicando la porta) — Uscite, Si­gnore! Avanti, uscite!

Buozzi — Io!

Bisegni — Vi si dice di uscire, uscite !

il generale — Via, Pussin! Via!

tutti (camminando verso di lui) — Fuori, fuori, fuori!

Buozzi (uscendo, disorientato) — È una casa di pazzi! (Tutta la scena dev'essere recitata rapidamente, per non rallentare il mo­vimento della fine dell'atto).

Lucia (ridiscendendo un poco dietro Bisegni che è ridisceso anche lui) — No, non si prende in giro la gente come fa quel tale!

il generale (anche lui ridiscendendo) — Gracias, Lucia, que lo avete fatto por mi.

Lucia — Ma che cosa ?

il generale — Que avete expulsado aquel hombre !

Lucia — Be'! Se è per questo, vi assi­curo che non tornerà!

il generale (baciandole la mano) — Gracias ! (Buozzi, nel frattempo, è rientrato con passo fel­pato per cercare l'ombrello che ha dimenticato scappando; ma per l'emozione si inciampa nei mobili e fa cadere la sedia).

tutti (voltandosi e accorgendosi di Buozzi) — Ancora lui ?

Buozzi (con voce soffocata dalla paura) — Ho dimenticato l'ombrello! (Fugge).

tutti — Fuori, Buozzi, fuori, fuori, fuori!

                  

  Fine dell'atto primo

  ATTO SECONDO

La stanza da letto della Baronessa Duverse, nel suo palazzo. Una grande stanza quadrata, ricca ed elegante, che si apre in fondo con una grande porta a quattro battenti sul salotto. Un tavolo quadrato, una sedia dietro il tavolo, una sedia contro il muro ai due lati della porta di destra. A sinistra, in mezzo alla scena una poltrona-letto posta quasi perpendicolarmente alla scena, la spalliera rivolta verso il fondo, i piedi verso il pubblico (lo schienale della pol­trona-letto deve essere basso).

                                               scena I

                                               Vanessa, la Baronessa

Vanessa –(dalla sua stanza) Mamma… Mi porti degli spilli?

la baronessa (entrando dal fondo) — Allora, Vanessa, sei pronta ?

Vanessa — Quando avrò finito di sistemarmi la spallina.(entra. Ha una spallina del vestito staccata) Non so se faccio bene a mettere spilli. Sembrerebbe una cospirazione contro il mio fidanzato. Paru ‘mporcospino... (Con sventatezza) Si direbbe dav­vero che voglia difendermi dal suo assalto.

la baronessa (con rimprovero) Ma che stai dicendo? ... Usi dei para­goni!...

Vanessa (ingenuamente) — Non vedo cosa ci sia di male in quello che ho detto.

la baronessa (in disparte, con un sorriso in­dulgente) — È vero!... Povera piccola!

Vanessa (cambiando tono) — Oh! mamma, hai preparato la lista degli invitati al mio matrimonio?

la baronessa — Ma cc’è tempo.

Vanessa — No ! Io che desideravo tanto mo­strarla al mio fidanzato!...

la baronessa – Lo faremo.(avvicinandosi a Vanessa, guar­dandola con tenerezza l'abbraccia, poi sedendosi accanto a lei, sulla poltrona-letto) — E così, mia cara, eccoci giunte al gran giorno!

Vanessa (indifferente) — Eh, già!...

la baronessa - Sei contenta di diventare la moglie del Signor Bisegni ?

Vanessa — Io?... Oh! Per me fa lo stesso!

la baronessa (stupefatta) — Come, fa lo stesso ?

Vanessa (positiva) — In fondo non diventa nient'altro che mio marito!

la baronessa- E allora? Ma... mi pare che basti! Ah! Questa poi, perché credi che ci si sposi ?

Vanessa- Per fare come tutti quanti! Ieri sei andata all’asilo, poi alle elementari, quindi alle medie… alla fine prendi un marito.

la baronessa (sbalordita) — Oh!

Vanessa — È una dama di compagnia... maschio, ecco tutto!

la baronessa — E il resto ?... La maternità dove la metti?...

Vanessa— Ah! Sì, la maternità, è carino!...' Ma... che c'entra qui il marito ?

la baronessa — Come, «che c'entra?»!

Vanessa (molto logica) — Ma certo! Non ci sono forse molte signorine ca hanno bambini e molte donne sposate che non ne hanno!... Quindi, se fosse il marito... mi spiego?...

la baronessa (sta per risponderle, ma non sapendo come, si alza e raggiunge il lato destro) — È sconcertante ! (A Vanessa che si è alzata) ' Insomma, in che cosa non ti garba il Signor Bisegni ? Un bel nome?...

Vanessa (raggiunge l'estremo lato sinistro e col broncio) — Pffis! Nobiltà napoleonica!

la baronessa — Ha un bel personale!...

Vanessa (risalendo al di là della poltrona-letto) — Oh! Per fare il marito, uno va sempre bene!... Guarda in tutti i matrimoni, quando ci sono due uomini, il marito è sempre il più brutto,.. e allora!...

la baronessa- Ma, non è obbligatorio! Se ti sposi, tanto vale cercare nel marito l'ideale com­pleto, non fosse altro per evitare di comple­tarlo in seguito!

Vanessa {avvicinandosi a lei) — Be'! Sì! Ma siccome il mio ideale d'uomo è sempre quello che non posso sposare...

la baronessa — E perché poi ?

Vanessa — Perché non ci crederesti!... Io avrei voluto un uomo molto in vista...

la baronessa — Certo, ti capisco... un ar­tista, ad esempio.

Vanessa — No... un mascalzone.

la baronessa (sobbalzando) — Cosa dici ?

Vanessa — Un mascalzone, guarda un po'. (Gesto della Baronessa) Ecco un ma­scalzone mi sarebbe andato a genio.

la baronessa — Ma che orrore!... Ma è importante la reputazione!...

Vanessa (appoggiando sulla parola) — Una reputazione odiosa! Sì, mammà... è questo che fa un uomo...

la baronessa — Oh!

Vanessa — Un uomo di cui si possano con­tare tutte le amanti!

la baronessa (scandalizzata) — « Le aman­ti » ! Vanessa, dove hai imparato a pronunciare questa parola ?

Vanessa (molto naturale) — Nella storia di Francia, Mammà. (Recitando) Enrico IV, Lui­gi XIV, Luigi XV, 1715-1774.

la baronessa (candidamente) — Oh! Que­sti rè! Dare un simile esempio a delle fan­ciulle !

Vanessa — Pare che persino tre sono morte per lui!

la baronessa — Per Luigi XV?

Vanessa — Ma non ricordo... Per uno di questi... due d'un colpo di pistola e la terza d'in­digestione.

 la baronessa (attirandola a sé ) Ma a tè!... A tè, non so ancora cosa ti pia­cerebbe? !

Vanessa — Semplicissimo! Un uomo che tutte le donne desiderano ! In tutto è così ! Perché vuoi "qualcosa ? Perché gli altri la vogliono... Perché vale un oggetto? Per la domanda e l'offerta.

la baronessa — Se ci sono molte domande ?

Vanessa— Ci sei arrivata!... Mi dicevo:« Ecco come vorrei un marito ! », un marito che faccia colpo! È come una specie di legion d'onore! E sei fiera di ottenerla per due ragioni:innanzi tutto per il conferimento di cui sei l'oggetto,e poi... perché fa crepar di rabbia gli altri!...                             

la baronessa —Ma questa è vanità!. Non è amore!...

Vanessa — Perdonami, ma è questo l'amore!Quando puoi dirti: « Ah! Ah! Quell'uomo ve lo sareste preso... ebbene è mio! E voi non l'avrete mai »! (Con una piccola riverenza) L'amore non è che questo!

la baronessa (allontanandosi un poco) — Che vuoi farci, mi sconcerti!

Vanessa (raggiungendola da dietro, e come una bambina affettuosa, la testa sulla spalla della ma­dre, stringendola con le braccio) — No, vedi, mammà, sei ancora troppo giovane per ca­pirlo!...

la baronessa (ridendo) — A quanto pare! (La bacia).

Vanessa — Ecco, proprio ciò che rimprovero al Signor Bisegni; è gentilissimo, per bene, ma non fa colpo! Insomma! Quan­do penso che mai una donna si è uccisa per lui!..

la baronessa — E questo gli impedirà di renderti felice ?

Vanessa (staccandosi da sua madre e raggiun­gendo il lato sinistro) — Oh! Non ne dubito... (Tornando da sua madre) E poi, d'altra parte, con il divorzio!... No? È semplicissimo! (Rag­giunge il lato sinistro).

la baronessa (al pubblico) — In fin dei conti! Mi sembra pronta per il matrimonio!...

                                                scena III

                                    Gli stessi. Emilia, poi Bisegni

Emilia(dal fondo) — II Signor Bisegni, Signora!

la baronessa — Lui! Fatelo entrare.

Bisegni (molto allegro, molto fretto­loso, in mano un mazzo di fiori da fidanzato) — Ciao, mammina; ciao, mogliettina mia!

la baronessa — Buona sera, mio genero.

Vanessa (sorridendogli, e prendendo il mazzo offertole) — Così, sempre fiori ?

Bisegni — Per te, mai abbastanza! (In disparte) Tanto fa lo stesso, ho un forfè col fioraio. (Vanessa ha posato il mazzo sul ta­volino).     

la baronessa — Non baci la tua fi­danzata?... Oggi, ne hai il permesso!

Bisegni — Come no! In continua­zione ! (Abbracciandola, si punge con una spilla del busto di Vanessa) — Oh!

Vanessa (scherzosa) — Attento che ho gli spilli!

Bisegni (succhiandosi un dito) — Se non me lo dicevi, non me ne sarei accorto!

Vanessa — Ecco che succede a chi allunga le mani...

Bisegni — Be'! Allora, ancora una volta... ma senza mani!

Vanessa — Uh! Ghiottone! (Egli la bacia, tenendo le mani dietro la schiena).

la baronessa (avvicinatasi a Bisegni, in modo che egli voltandosi, si trovi faccia a fac­cia con lei. Tendendo la guancia) — E la mam­mina allora, non la baciamo ?

Bisegni(con una leggera smorfia) — Sì! Sì! Come no! Ah! Certo... (La bacia; poi, in disparte, verso il pubblico) L'arrosto dopo il dolce.

la baronessa (gioviale) — Con me, almeno, si possono allungar le mani, non ho gli spilli!

Bisegni — Meno male!

la baronessa — E ora, una notizia per te, caro genero... Siccome la chiesa non ha ore libere nella data fissata, ho deciso di antici­pare il matrimonio di due giorni.

isegni (felice) — Ah! Bene! Sono felice!... Appunto il mio fioraio mi diceva poco fa: «Come la fate lunga col vostro fidanzamento »!... (A Vanessa) Ah! Benone, so­no proprio contento!

la baronessa (nella schiena di Bisegni) — La farai felice, nevvero ?

Bisegni (voltandosi) — Ma chi ?

la baronessa — Ma mia figlia! E chi allora?!

Bisegni — Già! Che sciocco sono.

Vanessa — E poi, è quello che dicevo a mammà, col divorzio……. non è vero ?

Bisegni (sconcertato) — Ah! Hai già previsto... ?

Vanessa — Trovo molto chic d'esser divor­ziati. .

Bisegni — Ah ?

Vanessa — Preferirei ancora questo, piut­tosto che fare la vedova.

Bisegni — Guarda, guarda!Macari iù!

la baronessa  — D'altronde, sono estremi a cui non arriverete mai, grazie a Dio!   Fernando è un ragazzo serio, a posto...

Vanessa (con un sospiro) — Oh! sì!

Bisegni — Ma!...

la baronessa — Certo avrà avuto anche lui, come tutti i giovanotti, i suoi peccatucci di gioventù...

Bisegni (categorico) — Mai!...

la baronessa (sottovoce a Bisegni, felice) — Come! Neppure un'amichetta!

Bisegni — Io?... Per carità!... Non lo concepisco!... Spesso vedevo giovanotti della mia età corteggiare signorine... la cosa mi sfug­giva! Gli dicevo: Ma insomma che mai potete farci con queste donne?...

Vanessa (con commiserazione, in disparte) — Oh! Poveri noi!

Bisegni — Io non ho amato che una sola donna!...

Vanessa e la baronessa (avvicinandosi, vi­vacemente, e ognuna con un tono differente: la prima come dicesse: "È mai possibile!", l'altra:"Lo sapevo bene") — Ah!

Bisegni — Era mia madre ! ( Vanessa, che si era avvicinata con un barlume di spe­ranza, ritorna dov'era, delusa).

la baronessa (commossa) — Bravo!

Bisegni — Mi sono sempre detto:voglio serbarmi illibato per la mia sposa.

la baronessa (stringendogli la mano e indi­candolo alla figlia) — Ti ripeto! Tu non sai... apprezzare l'uomo che sposi!

Bisegni — Non voglio che di me si possa dire, come di tanti altri, che porto a mia moglie i miei avanzi di scapolo.

Vanessa — Avanzi di che ?

Bisegni (disorientato) — Eh? Di... non lo so ! È un'espressione : si dice così : « por­tare gli avanzi di scapolo! » Non è chiaro, ma è sempre un'immagine!

la baronessa — Sì, sì! Ha ragione.

Bisegni (a Vanessa) — Be' ! Almeno puoi dire, sposandomi, che moralmente par­lando è come se sposassi... Giovanna d'Arco.

Vanessa (guardandolo) — Giovanna d'Arco ?

Bisegni — Sesso a parte, s'intende!

Vanessa — Perché Giovanna d'Arco ? hai salvato la Francia ?

Bisegni — No! Non ne ho avuta l'occasione ! Ma sono arrivato alla fine della mia vita di scapolo con la stessa anima pura... di Giovanna d'Arco alla fine della sua vita eroica, quando apparve al tribunale.

la baronessa — Fernando, sei una perla...

Vanessa— È ancor peggio di ciò che pen­savo!...

Bisegni(in disparte) — L'ho sparata grossa... Ma così me le tengo buone!... (CAMPANELLO.VANESSA si allontana per ricevere l’ospite)

                                           scena IV

                         Gli stessi. Emilia, de La Fontana

Bisegni (Vede entrare La Fontana.In disparte, sobbalzando) — La Fontana, perdiana! Quel tale di stamane!

la baronessa — Cosa avete ? Lo conoscete ?

Bisegni (vivacemente) — Io ? Niente affatto !

la baronessa — Ah ! Mi pareva ! (A Vanessa nell’ingresso) cara fai entrare qua il Signor La Fontana che lo aspettiamo qui.

Bisegni — Eh! Come, qui?

la baronessa — Perché no ? Non faccio complimenti con La Fontana.

Bisegni (in disparte) — E ora ?! Im­possibile avvisarlo! Purché non mi rompa le uova nel paniere!

Vanessa(introducendo La Fontana) — Si accomodi...

La Fontana — Buona sera, baronessa! Buona sera! Sono di confidenza e non ho bisogno di essere annunziato!

Bisegni (che si è precipitato ad in­contrarlo in modo da porsi fra lui e la baronessa) Ah ! Che bella sorpresa ! Buona sera, stiamo bene ? (Lo conduce così fino al proscenio).

La Fontana (sorpreso di questa accoglienza)— Ma come, voi qui!...

Bisegni — In persona!

la baronessa (che non capisce nulla di ciò che avviene) — Eh ?

Bisegni (sottovoce e vivacemente a La Fontana) — Mi raccomando, niente gaffes! (Forte) Ah! questo caro La Fontana.

la baronessa — Allora lo conoscete?

Bisegni — Perbacco, se lo conosco !

la baronessa — Ma ci avete appena detto...

Bisegni- Perché non sapevo che mi parlavate di lui! Per me di La Fontana ce n'è uno solo! (Gli stringe la mano).

La Fontana — Egregio! Proprio stamattina,abbiamo fatto colazione insieme!

Bisegni (molto confuso) — Eh ? Que­sta mattina... ah! Sì! Oh! Così poco... Non aveva fami, e allura...

la baronessa — Toh! E dove avete fatto colazione ?

Bisegni (facendo cenni a La Fontana)— Ma sì, laggiù... sapete... come diavolo si chiama?...

La Fontana — Dalla divetta!

Bisegni — Che idiota!

la baronessa — Dalla divetta ?

Vanessa — Che cos'è la divetta ?

Bisegni (vivacemente) — È un ri­storante ! Il ristorante « Ladivetta » !

La Fontana (in disparte) —Ma cosa dice ?

Bisegni (alla baronessa e a Vanessa, sforzandosi di ridere) — Come, non conoscete il ristorante Ladivetta ?

La Fontana (ridendo anche lui) — Ah ! ah ! ah! ah? (cambiando tono) Neppure io.

Bisegni -(che non può trattenere una smorfia) — Oh! (riprende a ridere rumorosa­mente, senza convinzione) Neppure voi! (Addi­tandolo) Ah! Ah! Ah! Va in un ristorante e non sa neppure come si chiama!... (Camminan­dogli addosso e sospingendolo in modo da fargli raggiungere l'estremità della scena) Ah! Questo caro La Fontana che non conosce il ristorante Ladivetta! (Vivacemente e sottovoce) Ma state zitto, insomma! State zitto!

la baronessa (che ha riso con loro, allegra­mente) — E dove l'avete pescato, questo risto­rante Ladivetta ?

Bisegni (sventato) — Ma non pe­sco!

la baronessa — Eh ?

Bisegni — Ah! « Dove l'ho pesca­to... il ristorante Ladivetta » (A La Fontana) Mammina mi domanda dove lo pesco.

la baronessa — Sì, certo, dove lo pescate ?

Bisegni-Ho capito! (In disparte) Che idea balorda aver parlato del ristorante Ladivetta !

Vanessa — E allora?

Bisegni (molto imbarazzato) — E allora! Ecco, ehm!... È un po' lontano.

la baronessa (allegramente) — Non im­porta.

Bisegni- Bene! Dunque! Allora siete a piazza Massimo... sapete dov'è la piazza Massimo?

la baronessa — Ma sì, ma sì!

Bisegni — Vi piazzate così sul centro in modo da avere il teatro in faccia e la strada  alle spalle! Ci siete? Bene... (Ruotando bru­scamente su se stesso e tutti con lui) Fate dietro front (con un tono calmo) ... in modo da avere il teatro di spalle e la strada in faccia.

la baronessa — Ma scusa!... Sarebbe sta­to più semplice incominciare subito così.

Bisegni — È vero, ma in fin dei conti è andata così.

la baronessa (nel momento stesso in cui Bisegni sta per continuare) — Del resto, chis­sà perché ve lo domando ?... per me in fondo fa lo stesso!

Bisegni — Sì ? Benissimo, allora è inutile, vero ? (in disparte) Uhff!

La Fontana (in disparte, osservandolo) — Ma che diavolo ha ?

la baronessa (a La Fontana) — In tutta que­sta faccenda, l'unica cosa chiara è che vi cono­scete. Quindi non ho bisogno di presentarvi il fidanzato di mia figlia.

La Fontana —Chi è il fidanzato di vostra figlia ?

la baronessa — Ma lui! Il Signor Bisegni !

La Fontana — Come ? È lui che... (in di­sparte) L'amante di Lucia!... Accidempoli! Ora capisco il ristorante Ladivetta ! (Forte) Co­me ? Siete voi che... allora, eh? Io che vi dicevo stamattina che il fidanzato aveva un nome si­mile al vostro... eh?

Bisegni(in disparte) — Ma che be­stia! (A corto di argomenti, gli pesta un piede con tutta la forza del suo tacco).

La Fontana (gridando di dolore) — Uh! Ahi! Ahi! Uhuu! Ahi, ahi!

tutti — Che avete?

Bisegni (facendo più rumore degli al­tri) — Che cosa avete? Vi è successo qual­cosa? È successo qualcosa!... Cosa avete? Par­late!

La Fontana (che è andato a sedersi col piede in mano sul divano) — Oh! Il mio piede!

Bisegni (in disparte) — E così, cam­bieremo discorso! (Risale).

La Fontana (furioso) Accidenti! Siete stato voi!... col vostro tacco!...

Bisegni — Io? Come? Oh!...

La Fontana — Accidenti! Proprio sul callo.

Bisegni — Avete calli? Esistono i calli! Che schifo!

La Fontana — Non so se sia schifoso, ma quando ve li pestano è straziante!

Vanessa-(dall'altro lato della poltrona-letto) — E allora! Vi sentite meglio, Signor La Fontana ?

La Fontana (alzandosi e camminando con difficoltà) — Grazie, Signorina, grazie: va un po' meglio!

Bisegni — Ma sì, ma sì! Non gli impedirà certo di mettere la firma al nostro contratto di nozze quando sarà giunto il Si­gnor Notaio Salvi!

La Fontana (strofinandosi il piede che non può ancora posare per terra) — Ah! È il Signor Notaio Salvi il vostro notaio ?

la baronessa — Sì, sì. Oh! Un ottimo notaio !

Bisegni — Vero?

La Fontana — Non ha che un difetto, poverino: puzza!

tutti (trattenendosi dal ridere) — Ah?

La Fontana — Non l'avete notato? Pffu! (Soffia così sul naso di Bisegni) Ah ! È in­sopportabile! (Raggiunge il lato destro).

Bisegni (in disparte) — II bue che dice cornuto all'asino.

                                             scena V

                                                                       Gli stessi, Emilia

Bisegni (si sente suonare con insistenza il campanello) Cosa c'è ?

la baronessa- Questa sarà la sorpresa che riservo ai miei ospiti.

La Fontana — Davvero ?

Bisegni — A noi potete dirlo...

la baronessa — No! No! Vedrete! È una sorpresa! Vi divertirete! Andiamo, Vanessa!

Vanessa — Sì, mammà! (Uscita della baro­nessa e di Vanessa sul fondo).

Bisegni (uscite le donne, piomba su La Fontana) — Disgraziato, non vi siete accorto delle angoscieche mi avete fatto passare poco fa ?

La Fontana — Eh! Amico mio, l'ho ca­pito dopo: potevo immaginarmi che foste il fidanzato, voi, l'amante di Lucia Gautier ? !

Bisegni — Lucia!... È tutto finito da quindici giorni!

La Fontana — Ma come! Vi ho veduti stamattina!

Bisegni — Che cosa vuoi dire « sta­mattina » ?... Era di sfuggita... per prendere commiato.. P.P.C., il bicchiere... della staffa...! (Raggiunge il lato sinistro).

La Fontana — Ah?

Bisegni (ripiombando vivacemente su di lui) — Mi raccomando, intesi ?, se rivedete Lucia, non una parola sul mio ma­trimonio ! Lo saprà fin troppo presto !

La Fontana — Intesi! Intesi! (Voci nel corridoio). Ecco la baronessa che torna!

Bisegni(con aria indifferente) — Forse con la sua sorpresa!

La Fontana — Andiamo a vederla!... (Bisegni rimane sul proscenio. La Fontana va alla porta e, raggiuntala) No ? È lei!... Ma no ? Siete voi! (Scompare nel salotto).

Bisegni (anche lui colto dalla cu­riosità) — Ma chi, « voi » ? Chi, « lei » ? (si avvicina guarda e sobbalza) Misericordia!... Lucia! (Si precipita verso la porta di sinistra che trova chiusa) Oh, Dio! È chiusa! (Smarrito, non sapendo dove sbattere la testa) Lucia qui! Perché ? Come ? (Vuole attraversare la scena per raggiungere la porta di destra, ma si arresta bru­scamente nel momento in cui sta per passare di­nanzi alla porta di fondo, scorgendo gli altri che giungono, non ha tempo che per deviare e nascondersi dietro la porta di fondo) Ah! Il cielo mi aiuti ! (Richiude i battenti dietro di se).

                                                        scenaVI

                     Gli stessi, la Baronessa, Vanessa, Lucia, Marcella, Di Chiara

                         (Tutti i personaggi si trovano nella stanza di fondo).

La Fontana — Ah, però! Questa sì che è una bella sorpresa!

la baronessa - Veramente! (A Lucia) Pre­go, Signorina, se volete accomodarvi di qui...

La Fontana (in disparte) Povero di­sgraziato! (Ad alta voce e con vivacità, sbar­rando l'entrata a tutti i personaggi) No! No! Qui no! Qui no!

tutti (stupiti) — Perché ?

La Fontana — Perché... perché... (sbirciando rapidamente nella stanza e non vedendo più Bisegni. In disparte) Nessuno ? (For­te) Be'! Se volete... entrate pure...

tutti — Ma, naturalmente!

La Fontana (in disparte)  Se l'è svignata, che sollievo. (Tutti entrano dalla porta infondo, i cui quattro battenti sono aperti).

la baronessa (a Lucia) — Ecco, Signo­rina... spero che questa stanza vi vada bene.

Lucia — Ma certo, Signora! Mi andrà benissimo.

la baronessa (a Marcella che porta una grossa scatola da sartoria) — Se vuoi posarla là, ragazza mia...

Marcella — Ragazza sua! Ma cu ccu parra?! (Posa la scatola sul tavolo in fondo).

Lucia (presentando Di Chiara che porta la borsa del trucco di Lucia) — Permettetemi di presentarvi il Signor Di Chiara, che mi sono permessa di condurre, mio vecchio amico e un po' parente... di acquisto; e nel­lo stesso tempo regista nelle mie serate di recita.

la baronessa — Lietissima, Signore ! (Di Chiara s'inchina).

Marcella — Non c'è pericolo ca mè so­ru si ricordi di presentarmi!

la baronessa — Signorina, troverete tutto ciò che vi occorre qui ! Se manca qualche cosa domandate...

Lucia — Sono veramente mortificata di avervi dato tanto disturbo!

la baronessa — Affatto! Ho voluto farne un camerino degno di una stella come voi!

Lucia — Effettivamente... è molto comoda…

tutti — Davvero!!

Lucia (soddisfatta)- La ringrazio!...

Marcella (in disparte)-Quanti complimenti!

la baronessa (che si avvicina successivamente ai vari oggetti indicati, seguita a una certa distan­za da Di Chiara che recita bene la sua parte di regista) — Là, dietro il paravento troverete tutto il necessario per la toeletta!... (Av­vicinandosi all'armadio come stesse per aprirlo) Ecco un armadio dove potrete appendere i vo­stri abiti; è vuoto! (Si stacca dall'armadio e scende a sinistra della poltrona).

Lucia— Perfetto! (Da questo momento Di Chiara rimane dietro la poltrona).

la baronessa — Su questo tavolo c'è un campanello, se avete bisogno di qualcosa, suo­nate! In più questa porta... (Va alla porta di sinistra) Ma chi l'ha chiusa ? (A Vanessa che, in fondo vicino all'armadio, sta chiacchierando con La Fontana) — Micetta, fa' il giro, vuoi ? La chiave è dall'altra parte.

Vanessa — Sì, mammà. (Esce dal fondo).

la baronessa (risalendo) — Questa porta da sul corridoio di servizio. La vostra came­riera farà più in fretta se andrà lei stessa in cucina...

Marcella(punta sul vivo) — La cameriera ? Ma quale cameriera?

la baronessa — Ma, Signorina... non siete... ?

Marcella (stizzita) Nient'affatto! Io sono la sorella della Signorina Gautier !

la baronessa — Oh, scusatemi, Signorina! Mi dispiace...

Marcella (acida) — Non fa niente! (In di­sparte) Cammarera sarà idda ! (Si riavvicina al tavolo a trafficare con la sua scatola).

Vanessa(entrando da sinistra)  Ecco fat­to... aperta!

la baronessa — Ora, Signorina, se volete venire in salotto a vedere se tutto è a posto come vi piace : la sistemazione del pianoforte, del palco...

Lucia— Oh! Questo riguarda il mio regista. (A Di Chiara) Di Chiara, a tè, caro !

Di Chiara — Vado... (Consegna la borsa a Lucia. Poi alla baronessa) Se la Si­gnora vuol farmi strada...

la baronessa— Vi accompa­gniamo. Venite La Fontana ?

La Fontana (che si trova nel salotto in fondo, appoggiato al tavolo) — Ai vostri ordini.

Lucia (che ha aperto la sua borsetta sul tavolo) Intanto qui, con l'aiuto di mia sorella sistemerò le mie cosette.

la baronessa (in fondo, uscendo) — Benis­simo... Su, Vanessa!... Ma che fine ha fatto il tuo fidanzato ?

Vanessa — Non lo so, mammà. Sarà fuori che prende aria. (Esce con la madre, portan­dosi via il suo mazzo di fiori).

                                                                  scena VII

                                   Lucia, Marcella, Bisegni dietro la porta

Marcella (che ha aperto la scatola di cui ha posato il coperchio sulla sedia fra lo schie­nale e il tavolo) — È piacevole, mi pigghiunu per la tua cameriera.

Lucia — Ma va' ! Non l’hai scritto in fac­cia ca sì mè soru!

Marcella — Sì, ma tu ti diverti quando possono umiliarmi!

Lucia — Dai, invece di borbottare, tira fuori il mio vestito, che si spiegazza in que­sta scatola…!

Marcella (tirandolo fuori) — Se un giorno farò una pazzia sarà colpa tua!

Lucia — E che farai? Santo Cielo!

Marcella (raggiungendo il centro della scena con un costume di teatro sul braccio) — Mi farò un amante!

Lucia — Tu!

Marcella — Oh! Non mi conosci! (Spie­gazza nervosamente e senza badare a ciò che fa il vestito che tiene sul braccio).

Lucia (ridendo) — Incredibile ! Un aman­te, lei! (Cambiando tono) Ma stai attenta! Guar­da come tieni questo vestito... Perdinci, no!Non sei una cameriera, tu! Se lo fossi non dureresti a lungo a servizio...

Marcella (andando verso l'armadio) — So­prattutto al tuo, non ci durerei. (Tirando invano il battente dell'armadio) Ma che cos'ha quest'ar­madio?... Non si apre!

Lucia (che, dietro al tavolo, sta richiu­dendo la scatola)Va bene lassa perdire… Mettilo là (indica una sedia) Tanto ora lo metto. Però avvisa la baronessa che l’armadio è chiuso.

Marcella- (posa il vestito e si avvia alla porta di fondo.Il battente si apre improvvisamente e Marcella vede Bisegni all’improvviso) Un ladro!

Bisegni- (che ha ripreso la sua calma) — Meno male! Siete voi ?

Lucia— Fernando!

Marcella— Bisegni!

Lucia (semi-adirata e semi-tremante) — Ma che ci fai, tu, lì ?

Bisegni (uscendo da dietro la porta) — Io? Non lo vedi? Io... ti aspettavo!

Lucia (c.s.) Arreri a porta!

Bisegni — Cosa?! Sì ! Sai, nella vita, ogni tanto si ha bisogno di solitudine... Ci voleva, da un po' di tempo, no?

Lucia — Ah! Che cretinata, spaventarci così!

Marcella — Bisogna esser cretini, sapete, per farci prendere 'sti colpi!

Bisegni (con un riso forzato per ma­scherare il suo imbarazzo) — Ah! Ah! Vi ho fatto paura! Ah! Ah! Lo scherzo è riu­scito!

Lucia — Chiamalo scherzo!

Bisegni (c. s.) — Già! Ho pensato: viene, apre la porta e si scanta... Questi sono scherzi!

Lucia — Carino il tuo scherzo! Non c'è che dire!

Marcella (ironica) — Intelligente!

Bisegni — Grazie! (In disparte) Mio Dio! Basta che non vengano gli altri!

                                                                   scena VIIl

                                               Gli stessi, Di Chiara

Di Chiara-Di là, tutto è pronto! (Scorgendo Bisegni) Ah, Bisegni !                     

Bisegni —Di Chiara!

Di Chiara — Ma come?... Voi, qui?!

Bisegni (cercando un aria disinvolta) — Ma, sì! Ma, sì!

Lucia— E sai dove l'ho trovato?!Dietro la porta.

Di Chiara — Come, arreri a porta?

Bisegni(torcendosi dal ridere, ma senza convinzione) — Sì, sì... buffo, eh?

Di Chiara (in disparte) — È proprio matto !

Marcella (portando via la scatola) — La porto via da questa parte.

Lucia — Bene! Bene!

Marcella (imprecando, uscendo da sinistra) — Dalla porta di servizio! (Esce).

Lucia (a Bisegni) — Ma allora tu conosci la baronessa Duverse ?

Bisegni (con dignità) — Sì, sì... da molto tempo! Ho visto la madre da piccola!

tutti — Eh ?

Bisegni (riprendendosi) — Mh!... Cioè, la madre mi ha visto da piccolo.

Lucia — Ah ? Strano...

Bisegni (torcendosi dal ridere e rag­giungendo il lato sinistro) — Vero ? strano, eh ?... Stranissimo...

Lucia (guardandolo stupefatta, a Di Chiara)Ma che havi da ridere così ?

Bisegni (tornando serio all'improv­viso e aggredendo Lucia)  E adesso mi farai il santo piacere di non cantare in questa casa, intesi ?

Lucia (sbalordita) — Io ?... e perché mai?...

Bisegni— Perché!... Domanda per­ché?!... Perché... perché di là ci sono correnti d'aria!

Lucia — Ma dove?

Bisegni (senza più sapere quel che si dice) — Dappertutto!... Sul palco!

Lucia — Sul palco ?... Ci sono e... (Deci­samente) Vado a parlarne alla baronessa. (Ri­sale).

Bisegni (afferrandola con la mano destra e facendola ridiscendere) — Già! Così si faranno chiacchiere; verrà a sapere che sono stato io a dirtelo...

Lucia — Ma no, no! Non farò mica il tuo nome... (Si scorge la baronessa nel secondo salotto) Ecco la baronessa, vado ad accertar­mene.

Bisegni (precipitandosi a destra)La baronessa! Filiamo!

Lucia — Be'! Dove vai?

Bisegni (nel riquadro della porta) — Tu non m'hai visto! Non m'hai visto! (Scom­pare).

Lucia — Ma è matto ? !

Di Chiara (che ha assistito a questa scena, con gran sbalordimento. In disparte) — Mah! Mi piacerebbe proprio sapere come an­drà a finire!

                                                   scena IX

                                    Di Chiara, Lucia, la Baronessa

la baronessa — Dove può essersi ficcato mio genero ?

Lucia — Ah! Signora, speravo proprio di vedervi. Pare che nel vostro salotto ci siano correnti d'aria?!

la baronessa (con un soprassalto) — Nel mio salotto!

Lucia (educata, ma con un tono che non am­mette repliche) — Sì, Signora! Me l'hanno detto. E vi confesso che non posso cantare con uno spiffero nel collo.

la baronessa (confusa, non sapendo a chi rivolgersi, ora a Lucia, ora a Di Chiara) — Ma, Signora, non capisco cosa volete dire!... Uno spiffero nel mio salotto!... Ma è assurdo!... Andiamo, Signore!... Oh! Nel mio salotto! Si­gnora! Uno spiffero!... Ma venite a sentire voi stessa, se c'è la minima corrente d'aria!

Lucia — Bene! D'accordo! Andiamo! Perché, capite, io, in tali condizioni...

la baronessa — Ma venite, vi prego! (Av­viandosi) Nel mio salotto, uno spiffero!... No! No!... (Dicono queste ultime frasi mentre se ne vanno, le due donne parlando insieme).                      

                                                                  scena X

         Di Chiara, Bisegni, Vanessa, Lucia, la Baronessa

Di Chiara (raggiungendo la destra) — Ma no, no, no! Perbacco ! Macché cor­renti d'aria! Non ce ne sono affatto!

Bisegni (spuntando come un fungo dalla porta di sinistra, tutto affannato) — Uff! Siete solo ?

Di Chiara — Ma che fate? Sbu­cate di lì, voi ?

Bisegni— Sì, perché sono uscito di là. (Indica la porta a destra) E così... ho fatto... (Indica con un gesto che ha fatto il giro della casa ed è rientrato dalla sinistra).

Di Chiara — Be' ? Che c'è ? Che succede ?

Bisegni — Che c'è? C'è che una casa di cinque piani sta per crollarmi addosso! Che Lucia è qui, e che il mio contratto di matrimonio si firmerà tra poco!

Di Chiara (sobbalzando) — No?!

Bisegni (abbattuto) — Sì!

Di Chiara – Che casino!

Bisegni- Sì! un casino! (Facendo piroettare Di Chiara su se stesso con una spinta sulla spalla destra, poi tirandogli la sinistra in modo da fargli fare un giro completo) E questa bomba non dovete assolutamente farmela scoppiare, cercando di portarvi via Lucia per amore o per forza.

Di Chiara — Ma come ? Come ?...

Bisegni — Non lo so, ma bisogna farlo!

Di Chiara (girandosi come prima) — Ci proverò...

Bisegni (facendolo piroettare come prima) — E adesso dov'è ? Dov'è ?

Di Chiara (furioso di essere malmena­to in tal modo e svincolandosi) -— Con la baro­nessa, in salotto, che sta discutendo sul vostro spiffero.

Bisegni — Mio Dio! Ora scoppie­ranno! Sicuramente! (Voci nel corridoio).

Di Chiara (vivacemente a Bisegni) — Attenzione, eccoli! Vengono.

Bisegni — Oh! (Si precipita a destra per schivarli e sbatte in Vanessa che entra da destra).

Vanessa e Bisegni (insieme) — Oh! (Si massaggiano entrambi la spalla urtata. Nello slancio Vanessa è stata spinta da una parte e Bisegni dall'altra).

Bisegni (in disparte) — Accidenti!...(Forte e fingendo di ridere) Ah ! Ah ! Sei tu ?

Vanessa — Ma dove eri ? È mezz'ora che ti cerco!

Bisegni — Anch'io! Anch'io! (Cer­cando di trascinarla via) Allora adesso cerchia­mo insieme...!

Vanessa (trattenendolo) — Cerchiamo cosa ? Ci siamo trovati.

Bisegni — È vero! (In disparte) Non so più quel che dico.

Vanessa (in disparte) — Ma è scemo?!

Di Chiara (che è ridisceso all'estrema sinistra) — II poveretto farfuglia... farfuglia! (Si sente la voce della baronessa).

Di Chiara e Bisegni — Ec­cole! (Bisegni tenta di raggiungere la porta di destra con passo felpato, per evitarle senza essere veduto).

la baronessa (in fondo) — Vedete, Signo­rina, che avevo ragione !

Lucia — Effettivamente!             .,

la baronessa (nel momento in cui Bisegni sta per sparire) — Ah! Bisegni ! Finalmente, eccovi!

Bisegni (piroettando sui tacchi e di­sinvolto) — Oh!... stavo venendo!

la baronessa (A Lucia, per presentarle Bisegni) — Signorina...

Bisegni (in disparte)—Ahi! Ahi! Ahi!

la baronessa (a Lucia, che d'altra parte, accenna con la testa di conoscerlo) — Permet­tetemi di presentarvi...

Di Chiara (precipitandosi fra Lucia e la Baronessa e afferrando la mano di Lucia, la trascina verso il fondo, urtando la Baronessa). — No! No! Non è il caso!... Lo conosce, lo conosce!...

tutti — Eh? (Confusione generale).

Di Chiara (portandola via) — Vieni! Vieni con me!

Lucia (dibattendosi) — Ma dove ? Dove ?

Di Chiara (c. s.)  A cercare lo spiffero! So dov'è! Lo so!

Lucia (scomparendo,trascinata a forza da Di Chiara) Ma no, no!... Oh! Ma insom­ma!...

Bisegni (In disparte, con gioia) — Oh, il mio San Bernardo... Lo bacerei! Lo bacerei!

                                                  scena XI

                                            Gli stessi, tranne Lucia e Di Chiara

la baronessa (al fondo, con Vanessa) Ma che cosa c'è ? Perché la trascina a quel modo ?

Bisegni— Perché? (Raggiunge il fondo a grandi passi, e si piazza in mezzo a loro due, le prende entrambe per mano e le costringe a discendere in proscenio; esse lo seguono come possono) Perché ? Stavate per fare una gaffe enorme!...

la baronessa — Una gaffe ? Io !

Vanessa— Ma quale?

Bisegni — Stavate per presentarmi:« II Signor Bisegni, mio genero o il promesso sposo, il fidanzato... » o qualcosa del genere ?

la baronessa — Ma naturale!

Bisegni (con un tono di profondo mi­stero) — È appunto ciò che non si deve fare!... Quel Signore là mi ha messo in guardia... Per questo l'ha trascinata via... Non bisogna mai pronunciare la parola : « sposo », « genero » o « fidanzato » in presenza di Lucia Gautier.

la baronessa — Perché?

Bisegni — Be'!... Perché pare... È quel Signore là che mi ha avvertito... Pare che una volta abbia avuto un amore infelice!

Vanessa (interessata) — Davvero ?

Bisegni (con un tono lamentoso) — Un giovane bello, che lei adorava e doveva sposare ! Disgraziatamente era di natura molle. (Con un sospiro) Un bel giorno ha ceduto...

la baronessa — Dio mio ! A che cosa ?

Bisegni (cambiando tono) — A una vecchia signora molto ricca che se l'è portato in America...

la baronessa e Vanessa — Oooh!

Bisegni (con un tono drammatico) — E così il matrimonio: in fumo! Lucia Gau­tier non si è più ripresa... E ora basta pronun­ciare in sua presenza genero, sposo o fidanzato, è quel Signore che mi ha avvertito, subito, crisi di nervi, mancamenti, svenimenti.

la baronessa — Oh! Ma è spaventoso! Avete fatto bene a dirmelo!

Vanessa — Un romanzo d'amore... carino!

Bisegni- E così... Vedete! Se non c'ero io, eh?, è quel signore che mi ha avver­tito!...

la baronessa (mentre Bisegni risale per far la guardia) — Ah, meno male che lo so!

Vanessa — Oh! Sì!... (Lucia appare sul fon­do, mentre discute con La Fontana e Di Chiara).

Bisegni (in disparte) — Eccoli! ( afferra Vanessa e la baronessa entrambe per mano trascinandole a de­stra) Venite, venite con me!

la baronessa e Vanessa (sbalordite) — Eh ? Come? Perché?

Bisegni (spingendole attraverso la porta di destra, prima Vanessa e poi la baronessa) Ho ancora qualcosa da dirvi, da mostrarvi! È sopra, sopra! Venite! (Le spinge, nonostante le loro proteste, e scompare con loro a destra).

                                                         scena XII

                         Lucia, Di Chiara, La Fontana, Emilia, il Generale

Lucia (a Di Chiara che la precede)  Sei proprio stupido!

Di Chiara (in disparte a sinistra della poltrona) Che seccatore, Bisegni, mi fa fare le parti del cretino !

La Fontana —(da destra) Scusate! Disturbo qui?

Lucia (che si è seduta sulla poltrona e si incipria guardandosi in uno specchietto) — Ma no! ma no!

La Fontana  — Di là mi stufo! Si capisce! Tutti se la sono svi­gnata e m'hanno piantato solo come un ap­pestato !

Lucia — Questo povero La Fontana!

La Fontana — Sicuro, sono da compian­gere!( suonano forte)Ma cos'è?(dopo un attimo entra il generale)

Lucia -  Lui? Ah!

Di Chiara — Come? Hanno in­vitato l'avventuriero ?

Lucia (senza alzarsi) — Sì, sono stata io. (Al generale che appare infondo) Ah! Final­mente, Generale!

il generale (con un mazzo di fiori in mano, arrivando frettoloso e muovendo verso Lucia) — Oh, como yo tiengo retardo! Como yo soy emperdonable, porqué yo ho perdido un tiempo que yo podevo passar con voi!

Lucia — Ma no, ma no! Non siete in ritardo!               

Di Chiara — Buona sera, Generale!

il generale (salutandolo con una piccola scossa della testa, amichevole) — Buenas tardes ! (Saluta egualmente La Fontana che si inchina. A Lucia, presentandole il mazzo, fatto di fiori di campo) Permittete che yo ve offra...

Lucia (senza prenderlo) — Oh! Fiori di campo! Che idea originale!

il generale (galante)  Bueno! Qué yo" l'ho pensado: flores de campo... a la stella... de canto!

tutti (con rabbiosa ammirazione) — Ah! Grazioso !

il generale (con un tono disinvolto e sod­disfatto) — Es una batuta!

La Fontana (adulatore) — Ah! Molto originale! (Il Generale s'inchina. Verso il pubblico, ridendo) Non è male, per un pellerossa!

il generale (porgendo a Lucia il mazzo che è legato con un filo di perle) — Ma se el masso es moderato, lo spago es bueno!

Lucia (alzandosi e prendendo il mazzo al quale sfila la collana che lo avvolge) — Una col­lana di perle!... Ma Generale!...

il generale (gran signore) — Es nada! Una bucatella!

La Fontana (al generale) — Voi permet­tete... (Passa davanti al Generale e con gli altri va ad ammirare la collana).

tutti — Ah! Che meraviglia!

Di Chiara — Caspita!

Lucia(facendosi agganciare la collana in­torno al collo da Di Chiara) — Come sono felice! Non immaginate come sono felice!

La Fontana — Ah! La trovo d'un gusto!... d'un gusto! (Il Generale si inchina con mode­stia) Vi assicuro ! È ancor meglio della battuta, credetemi !

Lucia (presentando La Fontana, senza stac­carsi da Di Chiara che le aggancia la collana) — Generale, il Signor Ignazio La Fontana!

il generale (tendendo la mano) — Yo ve prego.

La Fontana — Felicissimo, Generale! E tutte le mie congratulazioni! Questo modo di comportarsi da gran signore...

il generale (che annusa l'aria, senza ren­dersi conto dell'odore che respira) — Oh, yo ve prego!

La Fontana (si curva su di lui, parlandogli sotto il naso. Man mano che il generale, ormai al corrente, indietreggia, La Fontana, sempre con grazia, gli cammina addosso. Il Generale, alla fine, si trova incastrato all'estrema destra). — Che bella cosa essere milionari e galanti, quan­do ci son tanti milionari non galanti e tanti galanti non milionari !

il generale (spostandosi, sempre seguito da La Fontana) — Già! Già! (Estrae una scatoletta dal panciotto e la porge a La Fontana) Su, pren­dete un pastiglietto.

La Fontana — Eh ? Ma che cos'è ?

il generale — Pastiglietti che yo prendo, quando yo ho fumato un sigarillo.

La Fontana (inchinandosi e proprio dentro il naso del Generale) — Allora è inutile, Gene­rale, io non fumo!

il generale (con vivacità, alzando con la mano sinistra il suo cappello, con un gesto che può essere interpretato di rammarico, ma che in realtà non ha altro scopo che di alzare una barriera per mettere al riparo il suo odorato) — Peccado! (Tendendogli la scatoletta con la mano destra) Prendete igualmente!

La Fontana — Per compiacervi.

il generale — Muchas gracias! (Il Gene­rale raggiunge il lato sinistro, seguito e ossessio­nato da La Fontana, che continua a parlare. Si di­fende come può grazie al cappello che tiene come una barriera fra di loro e con il quale, insieme alla testa, fa gesti di assenso che si fanno con le persone con cui si vuoi troncare una discussione.Scorgendo la baronessa che giunge da destra, a La Fontana)Pardon!

                                              scena XIII

                           Gli stessi, la Baronessa, Bisegni, Vanessa

la baronessa (entrando da destra) — No, cose dell'altro mondo! Questo ragazzo ci fa salire tre piani, per dirci in soffitta: « Non avete notato che questa casa è senza parafulmine!... ».

Il generale (salutando) — Senora!

Lucia— Signora, permettetemi di pre­sentarvi un mio caro amico, il Generale Irri­gua...

il generale (inchinandosi) — Se stesso!

Lucia — Ben lieto di aver profittato di un vostro biglietto di invito.

il generale (mostrando per scrupolo il suo biglietto di invito) —Yo l'ho la contromarca!

la baronessa (sorridendo) — Oh, non è il caso... (civettuola) Sapete, Generale, è una se­rata in famiglia.

il generale (con molta grazia, come dicesse la cosa più carina del mondo) — Fa lo mismo, yo vengo solamente por Senorita Gautier.

la baronessa (sconcertata) — Ah? Però!... (In disparte, mentre il Generale va a parlare a Lucia) Almeno non me lo manda a dire!

Vanessa (arrivando da destra, trascinando Bisegni) Ma su! Venite! Che avete stasera ?

Bisegni— Eh? Niente!... (In di­sparte) Andiamo bene! Il generale, qui!

il generale (che si è voltato e ha ricono­sciuto Bisegni) — Mira!... Bodegué! Ci andarete a cantar alguna cosa ?

tutti — Come ? Cantare qualcosa ?

il generale — Bueno! Porqué voi siete un tenòr!

tutti — No!...

Vanessa — Come! Cantante, voi!?

Bisegni—Mah! Oh! Sapete!... Un poco!... Un pochino!

Vanessa — Oh! Non lo sapevo! Bene, fa­remo un po' di musica!

Bisegni (al pubblico) — Di bene in meglio !(suonano)

                                                                                        

                                 scena XIV

                Gli stessi. Emilia, il notaio, poi Buozzi nel fondo

la baronessa (che è andata incontro al nuovo venuto.Ritorna subito) Ah !E’ arrivato il notaio! Pos­siamo incominciare subito!E’ arrivato con uno dei suoi segretari. Stanno sistemando il contratto.

Bisegni- (facendo l’indifferente)Bene!

la baronessa – (a Buozzi che ap­pare in fondo).Ecco il segretario. Avete il contratto ?

Buozzi-Ah! E’ quasi pronto! L’ho consegnato al sig.Notaio.

la baronessa — Benissimo!

Bisegni (in disparte, attraversando la scena e andando verso Lucia) — Accidenti ! C'è Buozzi! (A Lucia) Ma dimmi tu! Buozzi qui!

Lucia — Buozzi ? Andiamo bene ! Se il Generale lo vede!... (Essa intrattiene il Gene­rale voltando le spalle al pubblico, in modo da impedire al Generale di voltarsi).

la baronessa - Cari amici, se volete pas­sare di là per la lettura del contratto...

La Fontana, Vanessa, Bisegni — Ma senz'altro... (Escono, tranne Bisegni che raggiunge il lato destro).

la baronessa (dal fondo) — Signor Di Chiara ?

Di Chiara (che chiacchiera col generale, alla baronessa) — Onoratissimo, Signora! (Al Generale) Mi permettete, Generale?

il generale — Yo ve prego, Cheviotte! (Continua a chiacchierare con Lucia).

la baronessa (a Buozzi,che è accanto alla porta per fare passare )— Ah! Ma è lei, Signore, che ho visto stamat­tina!

Buozzi (riconoscendola) — Oh! Signora Ba­ronessa!... Non me l'aspettavo!... Siamo fra amici, allora!...

la baronessa — Santo Cielo, sì! (Buozzi, Vanessa, La Fontana e Di Chiara spa­riscono in corridoio; dal fondo a Lucia) Non volete venire, Signora?...

Bisegni (sobbalzando) — Eh ?

Lucia — Purtroppo, Signora, dovrei finire di prepararmi. (Si avvia verso l'armadio ).

la baronessa — Come volete, Signora!

Bisegni (dando un sospiro di sollievo)— Uff!

la baronessa (al generale) — E voi, Gene­rale ?

il generale (inchinandosi) — Muchas gra-cias! Yo resto con la Senorita Gautier! (Di­scende all'estrema sinistra).

la baronessa (in disparte) — Si capisce! (Forte) Venite, Bisegni ! (Esce).

Bisegni (affrettandosi) — Eccomi! Eccomi !

Lucia— Be' ! Non ci andrai mica anche tu ? No ?

Bisegni (bloccato all'improvviso) — Pensi forse che... ?

Lucia — Ma no! Che t'importa del loro contratto ?

Bisegni (assumendo un'aria indiffe­rente) — Già!

Lucia — T'interessa ?

Bisegni (c. s.) — A me?!... Oh! figurati !

il generale (come fosse un argomento incon­futabile) — Yo y vado, forse?... Y allora?...

Bisegni -Oh! Voi! Perbacco!!... (In disparte, al pubblico) Ma come faccio a non assistere al mio contratto ? !

Lucia (risalendo verso l'armadio) — Se ci tieni proprio, ci andrai un po' alla fine...

Bisegni (prendendo la palla al balzo)— Sì! Sì!

Lucia (arrestandosi di colpo) — ... con me! (Raggiunge l'armadio).

Bisegni (in disparte) — Ah! Sa­rebbe la botta finale!...

tutti (in corridoio) — Bisegni ! Bisegni!

Bisegni (in disparte) — Uffa! An­che gli altri adesso... (Forte e infastidito) Ec­comi, eccomi!

Lucia (ridiscendendo verso la poltrona-letto) — Ma perché ce l'hanno con tè ?

Bisegni (fingendo di ridere) — E chi lo sa. Vorrei saperlo. (Tutti appaiono sul fondo ad eccezione del notaio).

la baronessa — Ma volete sbrigarvi, Bisegni! Cosa fate ? (Indicando Buozzi, che è andato a piazzarsi per abitudine di buro­crate dietro il tavolo a destra) II Signore vi aspetta per leggere il contratto!

il generale (accorgendosi di Buozzi, e sob­balzando) — Pussin!

Buozzi — II Generale, qui! Aiuto! (il Gene­rale e Buozzi si inseguono intorno al tavolo, in un andirivieni alternato; poi fanno il giro com­pleto del tavolo in mezzo alla confusione generale}.

il generale (dando la caccia a Buozzi) — Pussin, aquì! Tambien Pussin! Aspetta, Pus-sin! Es un hombre muerto, Pussin! (Buozzi si è messo in salvo a destra, facendo cadere la sedia presso la porta fra le gambe del generale. Il Ge­nerale inciampa).

la baronessa (nella confusione generale) — E allora ? Che succede ? Dove vanno ?

Lucia— Non temete, Signora! Su, Di Chiara, presto, separateli!

Di Chiara — Subito ! (Durante questo dialogo rapidissimo, in mezzo al frastuono gene­rale, come fosse una pantomina, Buozzi è fug­gito dalla destra, facendo inciampare il Generale nella sedia caduta. Panico dei personaggi che riman­gono. Un istante dopo si intravvede nel secondo salotto la continuazione dell'inseguimento. Buozzi attraversa per primo il fondo della scena, correndo, poi successivamente, il Generale e Di Chiara).

la baronessa — Questa sì, che è bella! Ma chi diavolo è costui ? Ma cos'ha con quel ra­gazzo ?

Lucia — Perdonateli, Signora, ve ne prego!

la baronessa — In fin dei conti, è ben seccante questa storia in casa mia. (Le due donne continuano a parlare contemporaneamente: Lucia per scusare il Generale, la Baronessa per ma­nifestare il suo disappunto. Infine con voce pe­rentoria) Insomma! Finiamola! C'è un contratto da leggere... Bisegni, date il braccio a mia figlia e venite!

Lucia (colta da un sospetto) — Ma... per­ché proprio Bisegni ?...

la baronessa (sotto l'impeto dell'emozione e senza riflettere) —Come, perché?... Perché è il suo fidanzato!

Lucia — II suo fidanzato? Lui... (tran­ciando uno strillo acuto) Ah! (Sviene).

tutti — Che succede?

Marcella(che ha raccolto Lucia fra le braccia) — Dio mio! Mia sorella! Aiuto! Si sente male! (Tutti, tranne la Baronessa e Vanessa, che restano impietrite sul posto, circondano Lucia che viene distesa, priva di co­noscenza, sulla poltrona).

Bisegni (tornando verso la Baronessa, e facendole densamente una scenata) — Ecco ! Ci siamo ! Avete pronunciato la parola « fidan­zato »!

la baronessa — Io!

Vanessa(facendo anch'essa una scenata a sua madre) — Ma sì, tu!

Bisegni — E vi si avverte anche! (Ritorna verso Lucia).

Vanessa — Ti avevamo detto di non par­lare di « fidanzato »! (La Baronessa, innervosita, alza le spalle).

il generale (entrando eccitato dal fondo a sinistra con Di Chiara) — Ecco fatto! Yo l'ho sbattuto fuora de la puerta, Pussin!

Di Chiara (in disparte, tergendosi la fronte) — Dio! Che serata!

il generale (scorgendo Lucia esanime) — Dios! Que habe Lucia? È malato? (Avvici­nandosi a lei) Lucita!

Bisegni (allontanandosi e battendo le mani per sollecitare gli altri) — Presto, l'aceto, i sali!

Marcella — Certo! (Esce da sinistra, men­tre Bisegni, la Baronessa e Vanessa, non sapendo dove sbattere la testa, vanno a cercare i sali sulla toeletta in fondo).

il generale (battendo sulla mano di Lucia, mentre Di Chiara fa altrettanto dall'altro la­to) — Sonorita Gautier! Tornate a me... Tor­nate a me!

La Fontana (che è dietro la poltrona-letto, penzolando ingenuamente sul corpo di Lucia) — Bisognerebbe farle respirare dell'aria pura!

Bisegni (tornando con un flacone di sali) — Appunto! Toglietevi di lì!

Di Chiara e il generale — Sì, via! Andatevene!

Bisegni (con vivacità, tornando al centro della scena) — Giusto! Andiamocene tutti! (Alla Baronessa e a Vanessa, che sono un po' risalite) Lasciamo questi signori con lei, e noi andiamo di là a firmare...

tutti — Sì, sì! Ha ragione!

il generale (con voce alta, nel momento in cui Bisegni sta per andarsene con le due donne)  Aqua, vinegre! Alguna cosa ! Un liquido !

Bisegni (ciondolando al medesimo po­sto come tirato da due lati) — Eccomi ! Eccomi ! (In disparte) Firmo e ritorno! (Tutti escono, ad eccezione di La Fontana, del Generale, di Di Chiara e di Lucia svenuta. Le porte del fondo vengono chiuse. Esse non saranno più riaperte che a due battenti fino alla fine).

                                                                    scena XV

                                 Lucia, La Fontana, il Generale, Di Chiara

il generale — Pronto! Aqua, vinegre! Alguna cosa ! Un liquido !

La Fontana (va a prendere dell'ac­qua alla toeletta in fondo)Aspettate ! Aspet­tate!

Di Chiara — Dio, che avventura!

il generale — Ah! Dios mios! Sonorita Gautier! Tornate a me, tornate a me, Senorita!

La Fontana (tornando con un fazzoletto bagnato) -.— Ecco l'acqua!

il generale — Gracias! (Inumidendole la fronte e supplicando) — Tornate a me, Gau­tier!... Gautier, tornate a me!

La Fontana (die­tro la poltrona-letto) Che ne dite se le sof­fiassi sulla fronte... ?

Di Chiara e il generale (respingen­dolo con vivacità e in­quietudine) — No!

La Fontana (in mezzo alla scena) — Poverina! L'ha ridotta così il matri­monio di Bisegni...

Di Chiara (sobbalzando e in disparte) — Andiamo, su !

il generale (senza smettere di inumidire la fronte di Lucia e guardando La Fontana) —... del tenor?! Che impuerta a ella del su matrimo­nio?

La Fontana — Toh! Bell'angioletto! È il suo amante !

il generale (sobbalzando e sbattendo il faz­zoletto senz'accorgersi che lo fa sulla faccia di Lucia) — Eh ?

Di Chiara (in disparte, indicando La Fontana) — Ecco lì, un altro cretino! (Scor­gendo il fazzoletto sulla faccia di Lucia) Oh ! (l'afferra e la inumidisce al posto del Generale).

il generale (saltando alla gola di La Fontanae scuotendolo come un susino) — Que tu dice? Bodegué... es el su amante ?

La Fontana (sotto il naso del Generale)— Ma sì! Che vi prende?

il generale (che ha ricevuto nel naso il fiato di La Fontana, di soprassalto fa pfff...! per scac­ciare il lezzo, poi continuando a scuoterlo, ma avendo cura di tener girata la testa sopra la sua spalla destra) — Es el su amante Bodegué ?

La Fontana (mezzo strozzato) — Ma la­sciatemi! Insomma! Che vi piglia?

                                                    scena XVI

                                           Gli stessi, Bisegni

Bisegni (sopraggiungendo dal fondo, eccitato) — Ebbene ? Va meglio ?

il generale (respingendo La Fontana che ri­schia di cadere, e saltando alla gola di Bisegni, al quale fa fare una piroetta) Voi siete el amante della Senorita Gautier ?

Bisegni (senza fiato) — Cosa?! Che c'è?

il generale (scuotendolo) — Voi siete le amante ?

La Fontana (in disparte) — Devo aver fatto una gaffe! (Sgattaiola dal fondo).

Bisegni — La fate finita? Volete mollarmi ?

Di Chiara (cercando di calmarli senza abbandonare Lucia) — Su! Calma! Calma!

il generale (respingendo Bisegni e apertamente) — Bodegué! Voi no siete qu'un aventurero !

Bisegni — Io!

il generale — Voi! E yo ve materò! (Ri­torna presso Lucia e le percuote le mani).

Bisegni (furibondo) — Cosa ? ! Am­mazzarmi ! Perché poi ? Perché ?

il generale (tornando verso di lui e a voce alta) — Porqué yo l'amo, y no sopporto un bastòn entro a le mi ruodas!

Bisegni (gridando più forte di lui) — Be', vedete bene che mi sposo! Non domando di meglio! Toglietemi dai piedi la vostra Lucia!

il generale (calmandosi subito) — Davve­ro ? Allora non amate plus Lucia ?

Bisegni (sempre gridando e artico­lando ogni sillaba) Ma se mi sposo, vi dico !

il generale — Ah! Bodegué! Voi Sete un amigo! (Gli stringe la mano).

Di Chiara — Apre gli occhi !

Bisegni — Lasciatemi solo con lei! Voglio tentare un'ultima carta!

il generale (uscendo) — Bueno! Yo ve lasso! (A Lucia, avviandosi) Ritorna a lui, Gautier, ritorna a lui! (Escono dal fondo. Bisegni chiude la porta dietro di loro).

                                             scena XVII

                         Bisegni, Lucia, la voce della Baronessa

Lucia (riprendendo i sensi) — Cosa mi è successo ?

Bisegni (precipitandosi ai suoi gi­nocchi) — Lucia!

Lucia (appoggiando teneramente le mani sulle spalle di Bisegni e con voce lamen­tosa) — Tu ? Sei tu, tesoro mio ?

Bisegni — Lucia, perdonami! Sono un gran traditore! Perdonami! (A queste parole l'espressione del viso di Lucia cambia e ci accorgiamo che la sua memoria riaffiora a poco a poco).

Lucia (bruscamente respingendolo, e quasi facendolo cadere all'indietro) — Ah! Taci! Mi fai orrore! (Si è alzata e raggiunge la destra).

Bisegni(la rincorre camminando sulle ginocchia e supplicandola) — Lucia! Mia Lucia!

Lucia (la parola spezzata dall'emozione) — Allora è vero!... Il contratto di poco fa?... era il tuo!

Bisegni (alzandosi e come un colpe­vole che confessa) — Ebbene sì! Era il mio!

Lucia — Era il suo! Lo confessa!... (Con disgusto) Ah! Mascalzone!

Bisegni (supplicando) — Lucia!

Lucia (fermandolo con un gesto; con un ghigno amaro) — Va bene! So quel che mi resta da fare! (Fa un gesto teatrale con la mano, che significa: « il dado è tratto » e si sposta verso sinistra).

Bisegni (allarmato) — Che cosa?

Lucia (aprendo la borsetta e frugandovi dentro) — Ricordi quello che ti ho pro­messo ?

Bisegni (in disparte) — E chi se lo ricorda?!

Lucia (con voce strozzata) — L'avrai vo­luto tu! (Estraendo una rivoltella dalla borsetta e singhiozzando) — Addio! E sii felice!

Bisegni (precipitandosi a disarmarla, immobilizzandole il braccio e tenendola abbrac­ciata) — Lucia! Andiamo! In nome del cielo! Sei pazza?

Lucia (dibattendosi) — Lasciami...! La­sciami!

Bisegni (cercando di afferrare l'arma, e nello stesso tempo cercando ogni argomento per calmarla) — Lucia! Ti supplico... Per ca­rità... Innanzi tutto per riguardo... Son cose che non si fanno in casa d'altri.

Lucia (con un riso amaro) — Ah! Ah! Non me n'importa un corno !

Bisegni (la lascia di colpo) — E poi, senti!... ‘U sai chi ti dicu? Ammazziti!!!

Lucia — (Appassionata, gettandogli le braccia al collo)Ma io ti amo.

Bisegni (svincolandosi) — Ah! No! Niente da fare, signora! È finita la commedia!

Lucia — Oh!

Bisegni — Sono stato stupido per tanto tempo, ma tutto ha un limite. Ah! Pen­savi che sarebbe andata liscia, che po­tevi mandare all'aria il mio matrimonio metten­domi alla berlina con una ridicola scenata, e poi tornare da me e dirmi « ti amo ! » per can­cellare subito tutto e rimettermi il guinzaglio ?

Lucia (con amarezza) — II guinzaglio!

Bisegni — Sì... Ebbene, ti sei sba­gliata!... Ah!Tu mi ami!... E a me non im­porta un fico secco! Io sono stufo del tuo amore, e te lo dimostro, ecco ! (Apre la porta) Questa è la porta, ti nni pò iri.

Lucia (con legittima indignazione) — Mi scacci !

Bisegni — Ora basta, eh!... Poche storie!... Vattene!...

Lucia — Ah! È così ? Va bene! Non avrai bisogno di dirmelo due volte ! (Esce. Bisegni chiude la porta, ma Lucia che è tornata indietro blocca il battente mentre sta per chiudersi e rientra nella sala).

Lucia — Attento, però ! Se mi lasci uscire da questa porta, non mi rivedrai mai più!

Bisegni — Affare fatto!

Lucia — D'accordo! (c. s. Lucia esce e rientra nel momento in cui Bisegni sta chiudendo la porta). Ma pensaci bene!

Bisegni (in disparte) — Che palle!

Lucia — Se mi lasci uscire...

Bisegni — Sì, sì, sì, capito!

Lucia — Benissimo!... (Esce. Bisegni chiude bruscamente la porta dietro di lei. Lucia si volta con l'intenzione di rientrare come prima). Ma sai... (Trova la porta chiusa) Fernando, aprimi! Fernando, stammi a sentire!

Bisegni (dall'interno) — No!

Lucia (attraverso la porta) Fernando, pensa bene a quello che stai facendo... È per sempre, sai!

Bisegni — Sì, sì, per sempre! per sempre !

Lucia (la voce si allontana,sconsolata)— Oh! Ingrato! Senza cuore!

voce della baronessa (in corridoio)- Bisegni! Bisegni!

Bisegni (esasperato) — Eccomi, ec­comi! Oh! Dio! Dio! (Forte, aprendo la porta del fondo e scomparendo per metà) Eccomi! (La porta in fondo si spalanca e tutti gli ospiti appaiono sulla soglia. Marcella appare sulla sinistra).                                                                        

                                                              scena XVIII

Gli stessi, la Baronessa, Vanessa, Di Chiara, il Generale, Marcella, La Fontana

tutti — Oh!

la baronessa (nascondendo la testa di sua figlia nel petto) — Vergogna! So tutto! Volevate approfittare di una povera fanciulla innoccente!

Bisegni — Ma cosa dice ?

tutti — Che scandalo!...

la baronessa — Queste cose in casa mia! Uscite! Tutto è finito!...

Bisegni — Ma, Signora!...

La baronessa- Signore!Sparite da casa mia! Vi prego di raccogliere le vostre cose e non farvi più vedere.(agli altri) Signori andiamo di là.

Bisegni (Solo.Disperato) — Mio Dio! Mio Dio!...(fa per uscire )

Buozzi —(entra dal salone. Vedendo Bisegni lo chiama allegramente)Signor Bisegni… Proprio voi cercavo! (gli porge un foglio) Ecco, qua…. il signor Notaio m'ha incaricato di consegnarvi questa co­pia del vostro contratto. (lo porge).

Bisegni — Ah! Casca bene! Sta fresco! Potete anche strapparlo, il mio con­tratto!

Buozzi — Come?

Bisegni — Ma da dove sbucate, voi ? Non sapete che il mio matrimonio è an­dato a monte ? Date qua. (prende il contratto dalle mani di Buozzi). Ecco cosa ne faccio del vostro contratto. (Lo strappa in due).

Buozzi — Oh ! E adesso ? Io che dovevo consegnarvi la nota delle spese.

Bisegni (con una amara risata, men­tre Buozzi raccoglie i pezzi del contratto) — Ah! Ah! Ah! La nota delle spese! Ah! Ah! Ah! La nota delle spese! Ah! Bella trovata! Tutto è andato a rotoli e dovrei anche sborsare dei soldi. Questo no!

Buozzi — Eppure. (il generale bussa violentemente alla porta di destra).

il generale (furibondo.Da fuori) El Senor Bodegue?

Bisegni (ridendo) — Oh! Oh! Sia­mo nervosetti!

Buozzi (apre la porta, ma riconoscendo il generale, la richiude violentemente in faccia e scappa per il fondo) — Oh, Dio! Lo Zulù !

il generale (furibondo) — Pussin! Cosa ha dicho ? Lo Sulis ? Aspetta, Pussin, aspeta!

Bisegni – (cerca di intervenire, aprendo la porta)Ma Generale ?

il generale (entra in furia) — Voi! Muy bien! Voi aspettate! Pussin, ov’è ?Mi ha chiamado « lo Sulis »! Pussin! « Lo Sulis »!

Buozzi- (in preda al panico, apparendo in fondo) — Gene... (vedendolo) Cribbio, è ancora qua! (scompare come un pazzo.)

il generale — (torna e lo insegue per il fondo)Eccolo ! Ahora vedrai, Pus­sin, aspetta!

Bisegni (cercando di frapparsi) — Calma! Calma!

il generale — Lassatemi ! De spues, a voi ! (Respinge Bisegni e si precipita verso il fondo all'inseguimento di Buozzi).

Bisegni - Ma guarda un po', ades­so si scannano senza conoscersi. (Apre la porta che da sul corridoio per vedere come andrà a finire).

Buozzi (sbucando correndo dalla porta di destra che richiude precipitosamente, passando davanti a Bisegni gli dice) — Non ditegli che sono passato! Non ditegli che sono passato! (si nasconde dietro la porta)

Bisegni (ridendo) — No! (Buozzi sparisce dietro la porta)

il generale (irrompendo da destra) — Don­de es, Pussin ? Donde es ?

Bisegni (indica fuori) — Eccolo, sta uscendo!

il generale (affacciandosi dalla porta) — Sì! Yo lo miro!... (corre) — Aspetta, Pussin! Ahora vedrai! Ah! Yo soy un Sulis! (Scompare).

Bisegni (mentre Buozzi, che si era nascosto dietro la porta,appare crol­lando sulla sedia più vicina) — Sì, dagli die­tro! Se l'acchiappi sei in gamba!

                                               scena XVIII

                                                      Bisegni, Buozzi

Buozzi (stravolto, guardando preoccupato dalla porta) — È andato via?

Bisegni (sulla porta, ridendo) —. Sì, sì, vi sta correndo dietro!(che ha richiuso la porta) Caspita! Avete fatto una bella maratona!

Buozzi — Ah! Non parlatemene!... Ma per­ché ce l'ha con me quel cannibale ? Perché mi da la caccia ? Devo proprio fare la volpe ogni volta che lo incontro... Insomma, cosa gli ho fatto ? Ve l'ha detto ?

Bisegni (con comica serietà) — Vi rimprovera di essere l'amante di Lucia Gautier.

Buozzi (alzandosi e protestando con forza) — Io ? Non è vero ! Ditegli che non è vero ! Non c'è mai stato niente, niente, fra me e la signorina Gautier! (Fraintendendo il sorriso ironico di Bisegni) Vi do la mia parola d'onore!

Bisegni (con finta convinzione) — Davvero ?

Buozzi (insistendo) — Mai! Io non so se la signorina Gautier senta qualcosa per me, non me l'ha mai detto,  comunque da parte mia... quindi, se la signorina Gautier è andata a vantarsi... Ebbene, mi spiace dirlo: si monta la testa!... (Con tono implorante) Oh! Vi scon­giuro, non può andare avanti così! Parlate voi col Generale, spiegateglielo... e chiarite questo malinteso che sta prendendo una brutta piega per me.

Bisegni — Va bene, gli parlerò!

il generale (bussa alla porta) Bodegué!

Bisegni (in disparte, esasperato) — Accidenti!... E’ tornato.

Buozzi- (si alza agitato) Io vado via… Di corsa! (esce dalla sinistra)

il generale — (forte) Bodeguè… volete aprì..

Bisegni (rassegnato) —Eccomi … (apre)

il generale (asciugandosi la fronte) — Ah ! Esto Pussin... Sabete, 'sto Pussin... yo l'ho cor­ride dietro.

Bisegni (rabbiosamente) — Ma me ne infischio, io! Non l'avete acchiappato, vero ?

il generale —Sì!... Yo l'ho mollato un puntapiè... Solo, no eras Pussin... Yo no so como es estado... cuando si es voltado, era un otro!

Bisegni — Ah!

il generale — Oh! Ma yo lo chiapperò, esto Pussin!

Bisegni (con tono reciso) — Bene... benissimo Ma io che c'entro ?

il generale  Bueno!... No si tratta de esto... Yo soy venido porqué debo parlar con voi.

Bisegni — Sì ? Dopo... Ora ho ben altro da fare che non chiacchierare.

il generale — Porqué?

Bisegni — « Porqué ». È impaga­bile con i suoi «porqué»! Vi dico che devo tornare a casa mia… Questa non è la mia casa...

il generale — Bueno! Es una bucatera! Podemo conversar su la esta casa.

Bisegni — Ma insomma, io!...

il generale — Cosa es ? Bodegué!

Bisegni-(agitato) — Sì, dopo! Dopo!

il generale — Ma es mato!... que habe da escapar come un coneglio?

Bisegni — Non posso restare ancora qua… Lo capite?(rassegnato)Insomma, che c'è?... Cosa volete da me?

il generale — Que yo ho! Yo ho aquel che vi ho detto ayer, yo soy venido por matarvi !

Bisegni (fuori di se) — Ci risiamo!... ma andate al diavolo!

il generale (furibondo e con fierezza) — Bodegué! Yo soy a su disposiciòn!

Bisegni  (ironico)Sì?

 il generale (sussultando) Oh! Vi prego di no far il settico!

Bisegni (senza capire) — Cosa?

il generale — Yo dico: no fate il settico.

Bisegni (che capisce) — Ah! Lo scettico. (Facendo spalluccia) « II settico ». Che significa il settico ? Cercate almeno di parlare italiano : s, c, e, non si pronuncia se, si pronun­cia sce. Si dice : « lo scettico », non « il settico ».

il generale (sullo stesso tono) — Bueno, non importa, scettico, settico, es lo mismo.

Bisegni (furibondo) — Sì. Va bene, basta, vogliamo smetterla?!... Volete ammaz­zarmi ?

il generale — No!

Bisegni — Come no ?

il generale — Yo ero venido por esto ! Ma ahora yo no vi mato più!

Bisegni — Ah! Meno male!

il generale (con un sospiro di rassegnazione) — No, porqué ahora yo ho visto Lucia Gautier que sta abaso!

Bisegni — Ah!

il generale — Me ha dicho una cosa... mucho fastidiosa, però yo non ho scelta... Mi ha dicho: yo sarè vostra solo si Bodegué vole reconcilearsi con mio!

Bisegni (arretrando) — Cosa?...

il generale — Ecco!... Es un dolor, sabete! Soprattutto cuando yo penso al sciandolo!

Bisegni — II sciandalo ? Che cos'è il « sciandalo » ?

il generale — II sciandalo que avete fato con Lucia.

Bisegni— Ah ! Volete dire « lo scan­dalo »! Voi dite il « sciandalo » s, c, a, si pronun­cia sca e non scia.

il generale (inalberandosi) — Bodegué! Forse tu me prendi por il seder? Ante yo ho detto «settico», voi dite «scettico»! Bueno! Ahora yo dico « sciandalo », voi dite « scan­dalo»... (Minaccioso) Bodegué!

Bisegni (sullo stesso tono) — Gene­rale ?

il generale — Attento!

Bisegni — A che cosa?

il generale (calmandosi di colpo) — Bueno! Yo vi dico ahora de reconciliarvi con Lucia.

Bisegni — Io? (Chinandosi verso l’orecchio del generale come per confidargli qual­e cosa, e fortissimo) Ma neanche per sogno!

il generale — No?... Alora yo vi rimato!

Bisegni - E va bene, riammazzatemi!  Ma, porco mondo! Vogliamo capirci una buona volta! Prima, era perché stavo con Lucia; adesso è perché non sto più con lei! Insomma, cosa volete ?

il generale — Que voyo yo ?... Guanto eres tonto.

Bisegni — Cosa?

il generale — Yo voyo que Lucia sea la mia.

Bisegni — Sì, va bene, la tua, ma non la mia. Be'! C'è un modo semplicissimo.

il generale — Verdadero! Ah! Bodegué, voi siete un amigo!

Bisegni — Andrai a dire subito... non ti dispiace se ti do del tu?

il generale — Yo vi prego!

Bisegni — Dirai a Lucia che mi hai visto e che non voglio sentir parlare di riconciliazione.

il generale — Porqué?

Bisegni (scrollando le spalle, al pub­blico) — « Porqué! » (Al generale) Beh, « porqué » è una donna!... In lei l'amor proprio è più forte del­l'amore... e quando voi le avrete detto... Io la conosco la vanità... Sarà vostra!...

il generale — Cosa?(estasiato) —Oh! Yo compriendo... Ah! Bodegué!... Fernando!... Gracias, gracias!... Muchas gracias!

Bisegni — Ma sì, ma sì!

il generale — Yo corro... Adios! Fernando! Adios! Mucha buena salud! Y despuès, tu sabe yo no tè mato più! (Se ne va di corsa).

Bisegni — Va bene! Va bene! No tè materò neanch'io! (Lo guarda scomparire).

                                              scena XIX

                                            Vanessa e Bisegni

Bisegni (mentre fa per uscire si accorge che arriva Vanessa) — Vanessa! Voi qui!

Vanessa —(entra e si chiude la porta alle spalle:Con passione) Sì, io!... Vengo a dirvi che vi amo!

Bisegni — Non è possibile!... Ma come!... con quello che è successo!

Vanessa — Non importa ! Ho capito solo una cosa: voi siete proprio il marito che sognavo!

Bisegni — Sì ? (Al pubblico) Non capisco più niente!

Vanessa (romantica) — Ah! Ditemi... Avete proprio avuto molte donne ?

Bisegni (protestando) — Ma...

Vanessa — Oh! Ditemi di sì... Vi amerò an­cora di più.

Bisegni— Uh! Allora... Un sacco!

Vanessa (felice) — Sì? Forse che qualcuna ha voluto uccidersi per voi ?

Bisegni (con disinvoltura) — Quindici!... Proprio oggi ho strappato di mano una pistola a una di loro.

Vanessa (con impeto) — Una pistola ?... Come potrei non amare un uomo tanto amato!... Ah!...

bisegni (tentando di abbracciarla) — Ah! Vanessa!

Vanessa (vivacemente) —Sssttt!... Fermo!... Fermo !

Bisegni — Perché?

Vanessa- Adesso può venire mammà!

Bisegni — Mammà? Ma cosa di­rà?...

Vanessa -Saprà e non vorrà.Ha un mio biglietto in cui le dico.”Se vuoi vedermi son da Bisegni”

Bisegni —Ma mi ha cacciato proprio ora!

Vanessa-Certo strillerà. Ma poi cederà…

la baronessa (sopraggiungendo di furia) — Vanessa ! Tu qui... sciagurata!

Vanessa — Mammà!

Bisegni - La Baronessa!

la baronessa — Voi!... Non vi vergognate di parlare con mia figlia, qui!

Bisegni — Signora, ho l'onore di richiedervi la mano di vostra figlia.

la baronessa — Mai, signore! (A Vanessa) Incosciente, e ora chi ti sposerà, dopo questo scandalo ?

Vanessa {spostandosi) — Ma lui, mammà ! Io l'amo e voglio sposarlo!

la baronessa (con Vanessa tra le braccia, come per proteggerla da Bisegni)- Lui ?...E la si­gnorina Gautier!

Bisegni — Ma non sono più con la signorina Gautier » !

la baronessa — Davvero, signore! Dopo quello che è successo?

Bisegni {con disinvoltura) — Infatti, signora, ciò che avete creduto di vedere, non era altro che una rottura.

la baronessa (ironica) — Non me la date da bere! Avete dovuto rompere qua?

Bisegni (e. s.) — Appunto : stavo licenziando la signorina Gautier…..

la baronessa — Eh?!

Vanessa — Lo vedi, mammà, puoi benissimo darmelo come marito!

la baronessa (rassegnata) — Cosa vuoi che dica, figlia mia! Se credi che questa è la tua felicità!

Vanessa — Ah! Mammà!

Bisegni — Ah! Signora!

                                                       scena XX

                                        Buozzi, il Generale

               (In quel momento si sente un gran trambusto da fuori).

tutti — Ma che succede?

il Generale (apparendo per primo) — Fi­nalmente, l'o chiapato! (tiene Buozzi per il collo e quasi lo trascina)

Bisegni — Buozzi!

la baronessa — Lo scrivano del notaio!

Buozzi ( trascinato) — Ma no! Ma no! Ah! Signor Bisegni, vi prego!Parlate voi!

Bisegni (sulla porta) — Cosa c'è...?. Vergognatevi! (Il generale lo trascina via).

Bisegni (verso il pubblico) State tranquilli! Tanto! Co­nosco il generale, pare selvaggio ma in fondo è buono!

        Fine della commedia