Facce ride!

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MAIGRET E IL PAZZO DI BERGERAC

 

 

 FACCE RIDE !

di

 Giancarlo Ripani

  4 Ottobre 2004

7° versione

                                              

Personaggi  (in ordine di apparizione)

ORESTE PROIETTI                             bibitaro                                                            

AUGUSTO                                              primo spettatore                 

                           

ROMOLO                                                 secondo spettatore             

ADAMO  ADAMI                                 ballerino                               

SANTE  SECCACCINI                        comico                                 

GAETANO  TANI                                stornellatore                        

VITTORIO  VITTORI                                     acrobata                              

COCO  CHANEL                                    sciantosa                              

MEMMO  MEMMOLI                             attore                                   

LOLA  LOPEZ                                       soubrette                             

FERNANDA  PARINI                          attrice                                  

LEANDRO  LEANDRI                         fine dicitore                         

MONSIEUR  OSMAN                                     mago                                    

VALERIE   VALERIE                          assistente                    

TANA  TANI                                         stornellatrice    

                  

PEPPE  JOVINALLI                                      impresario                           


ANNETTA                                             moglie                         

CICERUACCHIO                                  popolano                              

FILOMENA                                            ostessa                                 

TOTO                                                       oste                                       

ZENAIDE BONAPARTE                    principessa                          

CARLO BONAPARTE                        principe                                

ORAZIO ANTINORI                             marchese                    

FRA’ BASTIANO                                 frate                            

UGO BASSI                                           prete         

MENICUCCIO                                         avventore

CHECCO                                                 avventore                   

CIRA                                                        popolana                              

GIANBATTISTA VELLUTI               cantore                                

LETIZIA TONDINI SPIAZZI             soprano                                

                  

                                                                 


L’ambientazione:

Roma negli anni tra il ’20 e il ‘30 

La scena:.

Primo tempo: all’inizio uno schermo bianco occupa l’intero spazio per lasciar posto ad un tradizionale palcoscenico da “avanspettacolo” con quinte nere , fondalino per le presentazioni, scene dipinte su bilancini.

 Secondo tempo: si svolge in un’osteria Romana dei primi dell’ottocento:  muri calcinati con uno zoccolo di circa un metro di doghettato scuro, su di una parete un affresco con una scena bacchica, un accesso dall’esterno, una scala per il piano superiore, una porta ad arco con tendaggio o cannicciata per la cantina.

L’arredamento:

Secondo tempo: Almeno tre tavoli rustici con sedie impagliate e scompagnate, un banco di mescita in marmo o peperino, una botticella con mescita dalla cavola e un barile o un caratello, su di un muro, dove non c’è l’affresco, una mensolina con ex voto con lumino e una fontanella d’acqua con lavello in peperino. 

Il trovarobato:

Secondo tempo: Damigiane, fiaschi bicchieri, litri, mezzilitri e quartini sul banco di mescita .


Primo Tempo

Spegnimento luci sala

Sipario

Della scena e visibile il solo schermo cinematografico

Parte Rvm 1

Sullo schermo sono proiettate le ultime immagini di un film lacrimoso degli anni ‘30 con relativo audio.

Sulla parola FINE si chiude il sipario e si riaccendono le luci della sala.

Dal fondo entra Oreste, vestito con una lisa giacca da cameriere e con al collo il cesto delle bibite e dei dolciumi

Portando la voce, mentre avanza verso il centro sala

ORE:

Mostaccioli … bruscolini … fusaje … caramelle cor bucio ….

Bira e gazzosa   ….

Annamo a chi beve e a chi magna !

Chiamando

AUG:

Bibità !

Accorrendo presso Augusto

ORE:

Ecchime !

Tirando fuori alcune monete

AUG:

Famme ‘na cartocciata de fusaje.

Mentre prepara il cartoccio

ORE:

Sor mae’, me riccomanno, nun sputate le cocce pe’ tera che poi tocca a me ariccojele.

Ironico

aug:

In mezzo a 'sto casino coccia più coccia meno…

Partecipativo

ore:

V’e` piaciuto er firme  ?

Entusiasta

AUG:

Ammazza si m’e` piaciuto ! 

Nun ho fatto artro che piagne !

Sospirando

Porgendo il cartoccio

ORE:

E lo dichi a me !

Sarà decima vorta che lo vedo, e me sorteno ancora le lacrime a fiumi !

Fanno venti centesimi !

Pagando

aug:

Noi romani c’avemo l’animo sensibbile !

Allontanandosi da Augusto Da imbonitore

ORE:

Annamo gente arifative la bocca prima che  attacca l’avanspettacolo !

Chiamando

ROM:

Bibbità se po’ avé ’na gazzosa !

Accorrendo

ORE:

Subbito !

Mentre Oreste stappa la bottiglietta

ROM:

Me fai capì perché se chiama avanspettacolo si viene doppo er firme?

Perplesso

Porgendo la gassosa

ORE:

Bho ?

Comunque è stata ‘n’ idea cor botto pe’ fa core la gente ar cinematografo !

Du' sordi.

Pagando

ROM:

Te credo co’ ’na  lira se vedemio prima la pellicola e doppo le cosce de le ballerine !

Portando la voce

AUG:

Chi so questi che mo sorteno fora ?

Perplesso

ORE:

Trattasi della nota compagnia di riviste Seccaccini – Lopez !

Ironico

AUG:

Nota a chi ?

Ridendo

rom:

Ar commissariato pe’ li buffi !

Curioso

aug:

Fanno ride?

Stringendosi nelle spalle

ORE:

Che te devo da di’ ?

Oggi è la prima vorta che vengheno !

 

Interessato

ROM:

Come so’ le ballanti ?

Dimesso

ORE:

Me so’ sembrate quattro pore sgallettate !

Perplesso

AUG:

Voi vede che avemio buttato li sordi der bijetto!

Entrano in buca gli orchestrali ed iniziano ad accordare gli strumenti

Ad alta voce

ore:

Zitti che stanno pe’ comincià !

Buio

Oreste esce

Parte M1 (sigla iniziale)

Entrano le ragazze del balletto in calze a rete vistosamente rammagliate e con un pagliaccetto alquanto squallido, muovono alcuni approssimativi passi di danza.

Entra Adamo in calzamaglia nera e fa piroettare alternativamente le ballerine

Acido

ADA:

Ma guarda tu se uno come me se deve da ridurre a fa ballà ‘ste  squinzie.

Sfottente

lol:

Ha parlato Fred Astere !

Risentito

ADA:

Io, pe’ norma vostra, so’ stato er porter de la grande Anna Fugez !

Ironica

COC:

Si je portavi l’ova fresche dar paese !

Sostenuto

ADA:

A cosa, tu vedi de nun acciaccale l’ova, che so già du’ vorte che me zompi su le fette !

Commiserevole

TAN:

Senti chi parla !

E` robba che si nun t’areggemio noi sta più per tera che in piedi !

Con orgoglio

ADA:

Quello e` er molleggio dell’artista, robba de classe !

Ironica

VAL:

A me me sa che e`  la debbolezza !

Portando la voce, sfottente

aug:

A Santacalla nun te spreme troppo !

Portando la voce, rincarando la dose

ROM:

Vacce piano, che te po` schioppà la pompa da un momento all’altro !

facendo il gesto dell’ombrello

ADA:

Tiè !

Salva di fischi

Sulla “carica musicale” escono il balletto e Adamo

Entra Sante, indossa un vistoso e fatiscente smoking

Timidi applausi e tanti fischi

Inchinandosi al pubblico

SAN:

Eletto pubblico ….

Interrompe Portando la voce

ROM:

Eletto sarai tu e tu sorella !

Continuando

SAN:

Grazie per la calorosa accoglienza ….

Interrompe Portando la voce

AUG:

All’ospizio ve doveveno da accoje !

Continuando

SAN:

La grande compagnia ….

Interrompe Portando la voce

ROM:

Granne, grossa e giuggiolona !

Continuando come un imbonitore

SAN:

La grande compagnia di rivista Seccaccini – Lopez, ha l’onore di presentarvi i migliori interpreti del varietà italiano, ma che dico europeo, ma che dico ….

Interrompe Portando la voce

ROM:

Dicce che te levi da le scatole !

Inchinandosi al pubblico

Con enfasi

SAN:

Come garbatamente richiesto dal gentile pubblico tolgo subito il disturbo per far posto ad una grande attrazione internazionale: direttamente dalla pampa argentina i gemelli Pablo e Manolo Castroman !

Sante esce

Rullo di tamburo

Entrano Gaetano e Vittorio (indossano una rattoppata divisa da ginnasti)  con andatura elastica vanno al centro

Risate di scherno tra il pubblico

Allargando le braccia

GAE:

Olé !

Allargando le braccia

VIT:

Olé !

Si portano ciascuno ad un lato del palco

Portando la voce, ironico

AUG:

Si 'sti dua so’ gemelli io so’ er papa !

Mentre si dispone con le mani incrociate sul pube, sottovoce a Vittorio

GAE:

Vittò me riccomanno vacce piano co’ la rincorsa che so’ du’ giorni che praticamente nun magno e nun me reggo in piedi dalla debbolezza !

Portando la voce

Op !

Mentre ondeggia per darsi lo slancio, sottovoce, a Gaetano

VIT:

Stai a parlà de corda in casa dell’impiccato io da iersera sto co’ un cappuccino e ‘na brioche rancica !

Portando la voce

Op !

Rullo di tamburo

Vittorio corre verso Gaetano con l’intenzione di mettere un piede sulle sue mani in modo da prendere lo slancio per effettuare un salto mortale all’indietro ma manca clamorosamente l’appoggio colpendo Gaetano sui genitali

Portando la voce

ROM:

Ammazza che taccata su li zibbidei !

Portando la voce

AUG:

A gemello, n’artra botta così e te pijeno ner coro de le voci bianche della cappella Sistina !

Rincuorante, sottovoce a Gaetano

VIT:

Gaetà batti li tacchi che te passa !

Mostrando i pugni, sottovoce a Vittorio

GAE:

Io te li batterebbe sur dedietro !

Riposizionandosi

VIT:

Ariprovamice che me sento che ‘sta vorta vie bene !

Portando la voce

Op !

Tra se, perplesso

GAE:

Io invece me sento che me sta a arrivà n’artra caracca !

Portando la voce

Op !

Rullo di tamburo

Vittorio corre di nuovo verso Gaetano che per la paura si scosta con il risultato che finiscono tutti e due a terra.

Ridendo

AUG:

Che culata !

Portando la voce

ROM:

Annate a fa li zompi in Argentina !

Vittorio e Gaetano battono precipitosamente in ritirata

Sonori fischi

Entra Sante

Suadente

SAN:

Ar contrario dei pranzi della buona società in cui il dolce si serve alla fine noi v’offriamo subbito una giuggiola, un bigné con la crema, uno spumone mantecato uno ….

Portando la voce

AUG:

Vedi de piantalla che è quasi l’ora de cena !

Enfatico

SAN:

Ecco a voi reduce dai trionfi del Salone Umberto da cui l’abbiamo strappata …..

Entra Cocò vestita da sciantosa lanciando baci al pubblico

Portando la voce

ROM:

Io je strapperebbe quarc’artra cosa !

Indicando Cocò che lancia baci al pubblico

SAN:

La regina del Caffè Chantant !

La grande Cocò Chanel nel suo cavallo di battaglia “La Frangesa”

Esce Sante

Parte M2 “La Frangesa”

Entra il balletto che riempie l’introduzione con approssimativi passi di ballo

Canta

COC:

Songo frangese e vengo da Parigge

N’so ‘na chiappa intesa ve l’aggio a di.

Songo frangese e vengo da Parigge

N’so ‘na chiappa intesa ve l’aggio a di.

E come già sapite  no non ve fruguliate,

io tengo l’innamorate co’ me nun c’è che fa.

E come già sapite no non ve fruguliate,

io tengo l’innamorate co’ me nun c’è che fa.

Ooooooo ma voi mo che vulite,

ve prego de non gridà

Ooooooo si voi nun la fernite,

nun posso più cantà.

In piedi, urlando

ROM:

La mossa !

COC:

Aggio viaggiato e saccio tutto ‘o munno,

ma 'stu cielo affatato sta solo a ca !

Aggio viaggiato e saccio tutto ‘o munno,

ma 'stu cielo affatato sta solo ca !

‘A gente ride e canta

e jetta a mare ‘e guaie,

Napule è bella assaje

e ca vojo restà !

‘A gente ride e canta

e jetta a mare ‘e guaie,

Napule è bella assaje

e ca vojo restà !

Ooooooo ma voi mo che vulite,

ve prego de non gridà

Ooooooo si voi nun la fernite,

nun posso più cantà.

Stop M2

Fischi e sordini

Malizioso

ROM:

A francesa  c’ho un francesino tutto pe’ te !

Acida

COC:

Fai gode’ quarchedun’artra!

A me nun m’è mai piaciuto er pane vecchio !

Cocò ed il balletto escono

Entra Sante

Accattivante

SAN:

Eccomi !

Sono tutto per voi !

Ironico. Portando la voce

AUG:

A Seccaccì facce ride, si sei capace !

Accattivante

SAN:

Ce lo sapete qual è er cormo della paura ?

Portando la voce, sfottente

AUG:

Incontratte pe’  strada de notte !

Riprende senza tener conto dell’interruzione

SAN:

Spaventasse alla vista de ‘na fiera … de beneficenza !

Portando la voce, sfottente

ROM:

Nun fa ride !

Non dandosi per vinto

SAN:

Ce lo sapete o non ce lo sapete qual è l’animale più disgraziato ?

Portando la voce

ROM:

Tu madre che t’ha partorito !

Riprende senza tener conto dell’interruzione

SAN:

E` l’agnello perché o muore scannato o muore castrato o muore becco !

Portando la voce, sfottente

AUG:

Hai fatto er ritratto tuo !

Serio

SAN:

Adesso vi consiglio tutti zitti e tutti buoni perché sta per arrivare un tipo tosto assai, che ha il coltello facile !

Portando la voce, ironico

ROM:

Semo tutti impressionati !

Imbonitore

SAN:

Tutto per voi Memmo Memmoli ovvero Giggi er bullo !

Parte M3 (sottofondo musicale)

Luci in Pz  (occhio di bue)

Entra Memmo con andatura dinoccolata

Declamando

mem:

C’è chi dice ch’io so’ un prepotente

Perché so’ un bullo dar gajardo e bello.

Ma nun importa, nun me serve gnente,

chi vo’ parla co’ me cacci er cortello.

So’ conosciuto a ‘gni commissariato,

a Trevi, a Ponte, ar Celio, ar Viminale,

all’Isola c’ho fatto er noviziato

e adesso  ognuno m’ha da rispetta.

Chi e` che nun conosce Giggi er bullo ?

Eh ! N’ha parlato tanto er Messaggero,

dico ‘gni sempre er vero, nun dico impunità.

Si nomini Giggetto, pe’ l’urione,

la gente ha da tremà.

Ce n’ho mannati tanti all’ospedale,

ma tanti che nun se sa.

Portando la voce, sfottente

ROM:

Tu ar Santo Spirito ce sei de casa !

mem:

Eppoi nun avete letto sur Messaggero, su la Tibuna, sur Giornale d'Italia e su tutti l’artri giornali de Roma e dell’artri paesi i ferimenti der solito sconosciuto ?

Mbe er solito sconosciuto chi era ?

Ero io !

So sempre io er solito ignoto della notte !

Io so’ ammonito e sorvejato, so’ stato dodici o tredici vorte carcerato e ar manicomio criminale.

E mica me vergogno de dillo, pe’ gnente, anzi me ne avanto.

E`pe’ questo che le regazze me vonno bene.

Perché s’accorgono che c’ho un po’ de fegato.

A me me devono da lascia perde, perché io puzzo e puzzo forte !

Portando la voce, col naso turato

AUG:

E se ne semo accorti !

Portando la voce con disgusto

ROM:

Arriva un tanfo de merda che levete !

Risate di scherno

Esce Memmo

1° Stacco musicale “La spagnola”

Entrano le ballerine con un gonnellino di paglia

Mentre ballano cantano approssimativamente

BALL:

Di Spagna è la più bella,

Lola è un vero splendor.

Tutti la chiamano stella

Degli uomini ruba il cuor!

Portando la voce, con scherno

AUG:

A fate itece piano che ve ponno sbottà le vene varicose !

Concludendo

BALL:

Lola. Lola, Lola

Looola Lopez !

Entra Lola con un costume vagamente esotico al braccio di Leandro a torso nudo con un perizoma

Alzando spagnolescamente la mano

LOL:

Olé !

Portando la voce

ROM:

Morté in franzé !

Risentita

LOL:

E de tu nonno !

Ricomponendosi

Por el gentil pubblico vamos a cantar Creola !

Adelante maestro !

L’orchestrina attacca M5 “Creola”

Mentre canta balla assieme a Leandro e al balletto sul motivo di Creola

LOL:

Che bei fior carnosi

Son le donne dell’Avana,

hanno il sangue torbido

come l’equador.

Fiori voluttuosi

Come coca boliviana.

Chi di voi s’inebria

Si ripete ognor:

TUT:

Creola dalla bruna aureola

Per pietà sorridimi

Che l’amor mi assal.

Straziami ma di baci saziami

Mi tormenta l’anima uno strano mal.

Durante l’intermezzo per sola orchestra mentre balla con Leandro

LOL:

Leà’ ma che te sei magnato ?

C’hai un fiato che puzza de sorcio morto !

Facendo volteggiare Lola

Lea:

Er problema nun è quello che me so’ magnato ma è quello de che nun me so’ magnato !

Riprendendo a cantare

LOL:

La lussuria passa

Come un vento turbinante,

e gli odor più perfidi

reca ognor con se.

Ed i cuori squassa

Quella raffica flagrante,

ed inginocchia gli uomini

Sempre ai nostri pié !

TUT:

Creola dalla bruna aureola

Per pietà sorridimi

Che l’amor mi assal.

Straziami ma di baci saziami

Mi tormenta l’anima uno strano mal.

Stop M5

Portando la voce con scherno

ROM:

E` la fame !

 M6-2°Stacco musicale “La spagnola”

Escono Lola, Leandro ed il balletto

Entra Sante

Accattivante

SAN:

Gentile pubblico sono sicuro che persone dal palato fino come voi sapranno apprezzare …..

Portando la voce conclusivo

ROM:

Un ber piatto de facioli co’ le cotiche !

Continuando

SAN:

Una grande attrice che ha calcato il palcoscenico con le più grandi compagnie di prosa ….

Portando la voce, ironico

AUG:

Si je dava ‘na pulita !

Trascinatore

SAN:

Accogliamo con un grande applauso la somma Fernanda Parini che declamerà per voi la continuazione della notissima “Vispa Teresa” scritta da un poeta romano emergente: Alberto Salustri meglio conosciuto come Trilussa.

Una nutrita salve di fischi accoglie l’ingresso in scena di Fernanda mentre Sante esce

M7 1° Sottofondo musicale

Occhio di bue

Declamando

FER:

Se questa e` la storia

Che sanno a memoria

i bimbi di un anno,

pochissimi sanno

che cosa le avvenne

quand’era ventenne.

Portando la voce

rom:

Sbighete a diccelo!

fer:

Un giorno di festa

La vispa Teresa

Uscendo di chiesa

Si alzava la vesta

Per farsi vedere

Le calze schifonne

Che a tutte le donne

Fa molto piacere.

Portando la voce

aug:

Sta zozza !

fer:

Armando, il pittore,

vedendola bella,

le chiese il favore

di far da modella.

Teresa arrossi,

ma disse di si.

“Verrete?” – “Verrò”:

ma badi però…”

“Parola d’onore!”

rispose il pittore.

Portando la voce

rom:

A Teré nun te fida !

fer:

Il giorno seguente,

Armando, l’artista,

stringendo furente

la nuova conquista

gridava a distesa:

“T’ho presa, t’ho presa!”

A lui supplicando

Teresa gridò:

“Su, su, mi fa male

la spina dorsale:

mi lasci che anch’io

son foglia di Dio…

Se ha qualche programma

Ne parli alla mamma…”

A tale minaccia

Armando tremò,

dischiuse le braccia,

ma quella restò.

               

Portando la voce

aug:

Tutte uguali le donne !

FER:

Perduto l’onore,

sfumata la stima,

la vispa Teresa,

più vispa di prima,

per niente pentita,

per niente confusa,

capì che l’amore

non e` che una scusa.

Per circa tre lustri

Fu cara a parecchi:

fra giovani e vecchi,

oscuri ed illustri,

la vispa Teresa

fu presa e ripresa.

Contenta e giuliva

s’offriva e soffriva.

(La donna che s’offre,

se apostrofa l’esse,

ha tutto interesse

a dire che soffre.)

Portando la voce, interrompe  adirato

ROM:

Semo noi che stamo a soffrì a sentitte !

Portando la voce, con disprezzo

aug:

Torna a fa’ la prosa !

Fernanda esce coperta dai fischi

M8- 3°Stacco musicale “Re di Cuori”

Entra il balletto con gonnellino nero e solo la pettorina del frac

Cantano

BALL:

Tabarin tu sei il suo regno d’or,

per le donne lui e` il re di cuori.

Il suo nom nessuno ignori

Leandro Leandri della canzone il re!

Entra Leandro che indossa il frac con cilindro, bastone e sciarpa bianca fuma una sigaretta da un lungo bocchino

Portando la voce, sfottente

ROM:

A Lea’ ma che te sei vestito da pinguino ?

Portando la voce, ironico

AUG:

Me pari proprio un beccamorto !

Risentito

Lea:

Me so’ preparato pe’ l’accompagno ar funerale tuo !

M9 “ Lo scettico blu”

Occhio di bue

Canta

Lea :

Quando tutto tace

Vo lontan dalla città.

Solo nella notte il mio cuor

Scrutando va.

E nel mister lungi va il pensier,

quando nel mondo c’e` ancor ,

chi s’illude d’amor

ed ingenuo non sa

che cercando quaggiù

in finzion di virtù

Portando la voce, con disgusto

ROM:

Che lagna !

Cosa m’importa se il mondo mi rese glacial.

Se d’ogni cosa nel fondo non trovo che mal.

Quando il mio primo amore mi sconvolse la vita

Senza lusinghe pel mondo ramingo io vo

e me ne rido beffando il destino cosi

Portando la voce, salace

aug:

C’hai poco da ride !

Nel mio sogno errante mi sentivo trasportar.

Scettico e perverso m’hanno fatto diventar.

Un cencio e qui c’era il cuore un dì.

Passa la gioia ed il dolor

Sento il soffio del mal,

sento il soffio del ben

la letizia e il candor

e il falso pudor

Durante il pezzo per sola orchestra, sottovoce alle ballerine

LEA:

A disgraziate annate a tempo che me state a rovinà er pezzo forte der repertorio !

ironica

coc:

Nun te preoccupa che per quello c’abbasta der tuo !

Riprende a cantare

LEA:

Quando il mio primo amore mi sconvolse la vita

Baci, lusinghe, carezze, promesse, illusion 

Io come fumo disperdo nell’aria cosi !

Stop M9

Mentre Leandro ringrazia tra i fischi

AUG:

Disperdite puro tu !

A brutto muso

LEA:

A impunito, si c’hai quarche cosa da dì, viè su che te faccio magnà er grasso der core !

Portando la voce, istigatore

rom:

Menaje scettico !

Volemio vedé score er sangue !

M10- 4°Stacco musicale “Re di Cuori”

Leandro viene trascinato via a forza dal balletto

Entra Sante

Con enfasi e fare misterioso

SAN:

Signore e signori ecco a voi, direttamente da Parigi, un grande mago: monsieur Osman e la sua graziosa assistente mademoiselle Valerié !

Entrano Osman con un costume vagamente da turco e Valerié vestita come un’odalisca

Inchinandosi al pubblico, parla un francese approssimativo

OSM:

Mesdames e monsieurs mercy !

Mercy pour la votre calorose accogliance !

Valerié remercie le pubblic !

Svogliatamente

val:

Merci !

Valerié si inchina a ringraziare lasciando vedere una porzione di seno

Portando la voce, allusivo

AUG:

A zinnona  stanotte te la faccio io ‘na magia!

Continuando

OSM:

Je vous prie da la maxime attension ….

Portando la voce

ROM:

Ma parla come magni !

Tra i denti

VAL:

Allora famo scena muta !

Preoccupato, sottovoce

OSM:

A Vale’ nun fa la stronza puro stasera !

Acida

VAL:

In famija ce ne abbasta uno !

Con fare misterioso

OSM:

Una raccomandation tres important: se tra le pubblic c’est une personne avec le coeur debol je la prie de abbandoner la salle, pourquoi l’esperimant che nous presenté es tres impressionant ….

Portando la voce, ironico

AUG:

Se la stamo a fa’ sotto da la paura !

Imperativo

osm:

Ma tres joly assistent portez moi la table magique !

Scattez !

Tra i denti, acida

VAL:

Scattez lo dichi ar cane quanno te lo fai !

Tra i denti, impaziente

OSM:

Sbrighete che me sento er fluido maggico che me scorre ne le vene !

Mentre porta la tavola e un cerchio

VAL:

Quello è er vino no er fluido !

Mentre sistema la tavola

OSM:

Maitre une percussion si il vous plait !

Rullo di tamburo

Scocciata

Val:

Quanto me rompe ‘sto tamuro !

Mentre separa la tavola in tre parti

OSM:

Attention !

La famme nell’aire !

Mademoiselle Valerié in sospension nell’espace!

Preoccupata, tra se

val:

Sempre co’ sto cazzo de nummero dovemo da annasse a impiccà !

Indicando la tavola

osm:

Sdraiez si il vous plait !

Preoccupata, tra se

VAL:

Speramo bene !

OSM:

Maitre une otre percussion !

Rullo di tamburo

Preoccupata, tra se, segnandosi

VAL:

L’urtima vorta ce so’ finita all’ospedale co’ du’ costole fratturate !

Osman sfila da sotto Valerié la parte destra della tavola e ci passa sotto il cerchio

OSM:

Et voilà !

Percussion !

Rullo di tamburo

Preoccupata, tra se, segnandosi di nuovo

VAL:

Che la Madonna me protegga !

Osman sfila da sotto Valerié la parte sinistra della tavola e ci passa sotto il cerchio

Drammatico

OSM:

Et voilà !

Ed or le moment plus difficile !

La denier portion !

Con voce tremante

VAL:

Ce semo !

Ave Maria grazia plena ……

OSM:

Une possant percussion !

Pregando più velocemente

VAL:

Dominustecum ….

Rullo di tamburo

OSM:

Un …. Deux …. et  ….

Prima che Osman tolga la porzione centrale del tavolo Valerié salta giù

Mentre esce di corsa

VAL:

E t’attacchi ar piffero !

Stavorta nun me ce freghi !

Buio

Osman esce di corsa

Luci in Pz

Entra Sante

Mentre toglie i pezzi di tavolo dal palco e li passa dietro le quinte

SAN:

Cari amici vi prego di scusare il nostro simpatico mago che purtroppo questa sera ha avuto una improvvisa mancanza dei suoi poteri!

Portando la voce, ironico

ROM:

Senti a me: quello è ‘n impotente fisso !

Enfatico

SAN:

E’ arrivato il momento che tutti aspettavate!

Nell'incomparabile interpretazione del nostro Adamo Adami un classico del teatro romano: “Er fattaccio “

M11 2°Sottofondo musicale “Casetta de trastevere”

Esce Sante ed entra Adamo

Bue su Adamo

Declama

ada:

Sor delegato mio nun so’ un bojaccia

Fateme scioje … v’aricconto tutto …

Quann’ho finito, poi, m’arilegate:

ma adesso, pe’ piacere!… nun me date

st’umijazione doppo tanto strazzio

Portando la voce, ironico

rom:

Lo strazio sei tu !

Riprende senza tener conto dell’interruzione

ADA:

V’aringrazio !

Quello ch’ha pubblicato er “Messaggero”

Sur fattaccio der vicolo der Moro

Sor delegato mio … e` tutto vero!

No p’avvantamme, voi ce lo sapete,

so’ stato sempre amante der lavoro;

e è giusto, che, pe’ questo, me chiedete

come la mano mia che e` sempre avvezza

a maneggia la lima cor martello,

co’ tanto sangue freddo e sicurezza

abbia spaccato er core a mi’ fratello.

Portando la voce, drammatico

AUG:

Tu ce  stai a spaccà le recchie !

Riprende senza tener conto dell’interruzione

ADA:

Quanno mori mi’ padre ero fanello …

Annavo ancora a scola e m’aricordo

Che, benché morto lui ‘n der canestrello,

la pizza, la ricotta, er pizzutello …

nun ce mancava mai ! Che, quella santa…

se faceva pe’ quattro, e lavorava …

e la marinarella, le scarpette

a di la verità, nun ce mancava !

Ho capito ! Me dite annà ar fatto ….

Interrompe Portando la voce, conclusivo

ROM:

Ma vedi de annà a moriammazzato !

Portando la voce, irridente

AUG:

A te ce devono rinchiude in galera !

Salva di fischi

Stop M11

Esce Adamo

Entra Sante

Con brio

SAN:

Dopo un momento di commozione ….

Portando la voce,

AUG:

Celebrale !

Riprende senza tener conto dell’interruzione

SAN:

Dopo un momento di commozione dicevo, gli stornelli a dispetto ci stanno proprio bene !

Ecco a voi due cesellatori della canzone romana Tano e Tana !

Portando la voce, sfottente

ROM:

Libbera tutti !

M12 “stornelli a rispetto”

Entrano Gaetano  e Tana

Canta con accompagnamento di chitarra

GAE:

De stornelli io ne so millanta,

cara compagna mia famo la conta,

e chi li sa più belli se li canta,

e chi li sa più belli se li canta !

Canta con accompagnamento di chitarra

TAN:

Vojio canta cosi fior d’amaranti,

l’amore nun e` fatto pe’ li vecchi,

ma solo pe’ noiantri giuvinotti,

e nun li vojio si so tutti brutti

GA-TA:

Quanno l’amore friccica gira che voi gira

Ma quanno che te stuzzica l’amore se ne va.

GAE:

Vojio canta cosi fiore de ruta,

a mamma tua la pasta l’hai rubbata,

te la sei messa in petto e t’e` cresciuta !

te la sei messa in petto e t’e` cresciuta !

TAN:

Vojio canta cosi fiore de crispigni,

li facioletti mia tu nun li magni,

e dentro ar piatto mio tu nun c’intigni !

e dentro ar piatto mio tu nun c’intigni !

GA-TA:

Quanno l’amore friccica gira che voi gira

Ma quanno che te stuzzica l’amore se ne va.

GAE:

Vojio canta cosi fiore de grugnale,

se fusse malatia fare all’amore,

sarebbe il mondo tutto ‘no ospedale

sarebbe il mondo tutto ‘no ospedale

GA-TA:

Quanno l’amore friccica gira che voi gira

Ma quanno che te stuzzica l’amore se ne va.

Fischi prolungati

Portando la voce, sfottente

AUG:

Annate a cantà pe’ l’osterie che po’ esse che li abbuscate quarche sordo !

Portando la voce, ironico

ROM:

Così fate compagnia ar sor Capanna !

A brutto muso

GAE:

Prima de chiude volemo dedica’ du’ strofette a quei du’ cornutacci  che nun se so’ azzittati mai !

Canta con accompagnamento di chitarra

GA-ta:

Qui pare la spiaggia de Capocotta,

piena de fiji de na signora.

Fischieno, fanno schiamazzo,

stanno sempre a rompe l’anima !

GAE:

Daje de tacco daje de punta

Quant’è bona la sora assunta

TAN:

Tira lo spago tira la sega

Bona sera bona sera !

Indicando verso Romolo

GAE:

Se le corna tue fossero vitarelle

in testa tu c’avressi la torre Eiffelle !

Indicando verso Augusto

TAN:

Se le corna tue fossero lampare

sarebbe illuminato tutto il mare

Indicando verso Romolo

GAE:

Se le corna tue fossero bandiere

sarebbe tutti i giorni festa nazionale

Indicando verso Augusto

TAN:

Se le corna tue fossero filon de pane

Nissuno morirebbe più de fame

GA-TA:

Cosi e` l’amor che viene e va

gioie e dolor sempre ci da !

Portando la voce, sfottente

ROM:

Voi dua ce fate veni li dolor de panza !

Mentre fa per lanciarsi in platea

Tana lo trascina fuori

Gae:

A bojaccia  me vengo giù e te metto la chitara pe’ cappello !

Entra Sante in frac, con un guanto bianco infilato e l’altro  attaccato al primo

Faceto

SAN:

Eccomi di nuovo a voi !

Portando la voce, remissivo

ROM:

Si nun ne poi fa a meno !

Inchinandosi al pubblico

san:

A grande richiesta Gastone !

Portando la voce, preoccupato

rom:

Ma chi t’ha chiesto gnente !

Rivolto alla buca dell’orchestra

san:

Attacca maestro !

M13- “Gastone” in sottofondo

Recitativo

SAN:

Gastone, artista cinematografico, fotogenico al cento per cento, numero di centro per “Varieté” “danseur” “diseur”, frequentatore del ‘Bal tabarins”, conquistatore di donne a getto continuo, uomo incredibilmente stanco di tutto, uomo che emana fascino, uomo rovinato dalla guerra.

Portando la voce, ironico

aug:

A te nimmanco quella t’è bastata !

Sale la musica

Canta

SAN:

Gastone, sei del cinema il padrone,

Gastone,

Gastone.

Gastone, ho le donne a profusione

e ne faccio collezione

Gastone,

Gastone

Sono sempre ricercato

per le filme più bislacche

perché son ben calzato

perché porto bene il fracche

con la riga al pantalone

Gastone

Gastone

Tante mi ripeton. Sei elegante !

Bello, non hai niente nel cervello !

Raro, io mi faccio pagar caro

Specialmente alla pensione

Gastone

Gastone.

Portando la voce, conclusivo

AUG:

Gastone, ma va a magna er sapone !
Sonori fischi

Esce Sante

Parte M 14 “Galoppo finale”

Entra il balletto e via via gli altri per la passerella finale fra fischi, lazzi e lanci di ortaggi

In piedi urlando

AUG:

Aridatece li sordi !

In piedi urlando

ROM:

Nun ve volemo più vede !

In piedi urlando

AUG:

Sparite !

Tutta la compagnia precipitosamente si ritira dietro le quinte

Buio

Sipario

Parte M15 “Addio sogni di gloria”

Dopo circa 15”

Sipario

Via M15

Luci in Pz  (luci di servizio)

Tutta la compagnia è  sul palco

Chi siede a terra chi si appoggia alle quinte chi sistema le proprie cose

Cercando di farsene una ragione

mem:

Beh, in fonno nun e` annata poi tanto male.

Laconico

ADA:

San Paolo quanno casco da cavallo disse: “tanto volevo scegne” !

Poco convinto

VIT:

In fonno poteva de annà peggio  !

Lapidaria

FER:

Co’ tutto quello che c’hanno tirato ce potemo aprì un banco de frutta e verdura a Campo de Fiori !

Utilitaristica

VAL:

Io l’ho riccorta tutta così doppo ce famo un ber brodo veggetale che ce rimette a posto la panza!

Ironica

mem:

Si perché co’ tutto quello che se semo magnati tra ieri e oggi ce er rischio de ‘na costipazione de stommico voto !

Interessato

osm:

Li sordi armeno l’avemo presi ?

Speranzoso

SAN:

Dovrebbe arrivare, da un momento all’altro, don Peppe co’ la pecunia.

Dubbioso

GAE:

Speramo bene !

Sentenzioso

ADA:

Chi vive de speranza more disperato !

Irritata, mostrando il costume

LOL:

Questo costume  da cubana mi sta uno schifo !

Ironica

FER:

Mica ce vorrai  riccontà che quelli fischiaveno er costume e non chi ce stava dentro !

Con alterigia

LOL:

Cara Fernanda il fatto di essere la moglie del capocomico non t’autorizza a fare  certi commenti !

Riscaldandosi

FER:

Io parlo quanto me pare e piace, vedi piuttosto tu de nun arzà tanta polvere !

Superba

LOL:

Fino a parola contraria io c’ho er nome in ditta e posso pretendere certi riguardi !

Intervenendo, irridente

COC:

Ma riguardete allo specchio quanto sei ridicola quanno smeni er posteriore pe’ fa l’esotica !

Ironica

LOL:

Senti da quale pulpito vie la predica !

La grande Cocò Chanel dal salone Umberto !

Orgogliosamente

COC:

Lo poi di forte !

Velenosamente

LOL:

Carina, lo sappiamo tutti che il salone  era quello der sor Umberto, er barbiere de Ripetta, dove facevi la manicure!

Risentita

coc:

Ha parlato la spagnola !

E` robba che tu la Spagna nun l’hai vista nimmanco in cartolina !

Intervenendo a difesa della moglie Lola

LEA:

L’offese vostra, a me e alla mia signora, ce fanno un baffo a tortijone!

Semo de ‘n’antra  classe noi dua !

Intervenendo

GAE:

Si, la quarta elementare B !

Che hai ripetuto tre vorte, prima che te buttassero fori a carci !

Acido

LEA:

Sempre mejo de sta all’ospizio de li trovatelli come te !

Avventandosi contro Leandro

GAE:

Abbadà come parli che t’abbotto quella faccia da impunito !

Tentando di rabbonire il marito Gaetano

TAN:

Gaeta` lassalo perde che nun vale la pena de annasse a compromette co’ sti du’ morti de fame pieni de boria !

Sdrammatizzando

SAN:

Giusto !

C’avemo artro a cui pensa !

Laconico

Vit:

Per esempio come famo a magnà stasera.

Acida

COC:

L’unico penziero tuo e` quello de riempitte la panza !

Realista

VIT:

Io cor foco dell’arte nun me ce scallo e nun ce magno !

Incalzante

COC:

Allora potevi restà a fa’ er carzolaro così armeno potevamo conta su quattro baiocchi assicurati !

Allusivo

VIT:

Te sarebbe piaciuto che t’avessi lasciato cantà e zompettà, mezza ignuda, davanti a ‘n fottio de maschi allupati !

Sicura

COC:

Nun c’ho bisogno della guardia der corpo, me so abbadà da sola io !

Amaro

VIT:

Così a quest’ora c’avevo più corna io che un cesto de lumache !

Laconico

ADA:

Le corna so’ come li denti: fanno male quanno spunteno, ma poi servono pe’ magna !

Con slancio

OSM:

Regà m’e` venuta n’idea de come fa li sordi pe’ la cena !

Preoccupata

VAL:

Iddio ce scampi e libberi !

Quanno a te viè quarche idea a me me tremeno le gambe !

Intervenendo

FER:

E lassalo di’ !

Po’ esse che stavorta ce fa uscì da l’impicci !

Accalorandosi

OSM:

Approfittando de l’abilita manuale mia …

Lapidaria

VAL:

Allora avemo toppato prima de comincia !

Prosegue non tenendo conto dell’interruzione

OSM:

Se mettemo co’ un tavolinetto a piazza de Spagna, dove li burini se contano a mazzetti, je faccio er gioco delle tre carte, mentre voi me fate da compari

Cosi in quattro e quatr’otto ….

Conclusivo

SAN:

Ce portano ar gabbio e avemo svortato er probblema der vitto quotidiano !

Laconica

Inveendo contro Osman

VAL:

Ve l’avevo detto che  l’idee sua finischeno sempre a puttane !

Maledetto er giorno che t’ho sposato !

Reagendo

OSM:

E si che stavi mejo prima a fa’ la serva a ore !

Accalorandosi

VAL:

Armeno magnavo tutti li giorni e soprattutto nun rischiavo la salute !

Entra Peppe

Ironico

PEP:

Stanno qui li grandi attori ?

Con eccessivo entusiasmo

mem:

Caro don Peppe che piacere vedervi !

Sulle sue

PEP:

Er piacere e` solo vostro !

Accattivante

gae:

Vi siamo piaciuti ?

Ironico

PEP:

Bravi !

Proprio bravi !

Conciliante

mem:

Il pubblico s’è divertito !

Con glaciale freddezza

PEP:

Si a sfascia le sedie !

Alla prima occhiata m’hanno fatto armeno dodici mila lire de danni !

Tentando di recuperare

vit:

Stavamo giusto ragionando di come dare una sistematina al repertorio …

Rafforzando

mem:

Così  alla rappresentazione di domani ...

Conclusivo

PEP:

Pe’ voi nun c’e`  domani !

preoccupato

gae:

Cosa volete dire ?

Sbrigativo

PEP:

Prima de subbito aridunate li quattro stracci che ve sete portati e smammate !

Allarmato

SAN:

Prego ?

Insistendo

PEP:

Sparite !

Squajateve !

Nun ve fate più vede !

Laconico

ADA:

So’ finite le messe a San Gregorio !

Conciliante

SAN:

Via ragioniamo, nun ce potete mette, così de botto, in mezzo alla strada !

Lapidario

PEP:

Da li v’ho pijati e li ve rimanno !

Intervenendo, tentando di rabbonirlo

LOL:

Via non e` da voi comportarvi cosi, specialmente con le signore !

Guardandosi attorno

PEP:

E in do’ stanno ?

Accattivante, andandogli vicino

COC:

Lo sappiamo che vi piace fare il burbero !

Facendo le fusa, andandogli vicino

VAL:

Lo dicono tutti che avete un cuore grande grande !

Insistendo, andandogli vicino

TAN:

Dateci una prova d’appello !

Maliziosa

COC:

Sappiamo essere molto, molto riconoscenti !

Rafforzando

VAL:

Molto, molto gentili !

Sensuale, andandogli vicino

LOL:

Molto, molto disponibili !

Rincarando la dose, andandogli vicino

FER:

Molto, molto esperte !

Con calore

TAN:

Molto, molto …..

Facendosi largo

PEP:

Basta ho capito !

Potete resta qui stanotte, tanto lo so che nun sapete dove annà a dormi,  e domani ….

Preoccupato

SAN:

E domani ?

Alzando le spalle

PEP:

Domani vedemo come me arzo !

Conclusivo

ADA:

Tira più un pelo de femmina che cento para de bovi !

Con entusiasmo

Chiamando gli altri

SAn:

Grazie ! Grazie !

Baciamo tutti le mani al nostro benefattore !

Tutti accorrono attorno a Peppe

Con slancio

TUT:

Grazie …. Grazie ….

Timidamente

osm:

Non pe’ esse invadenti ma … se potesse avé ‘na cartocciata d’olive, …

Insistendo

Vit:

Un po’ de pane puro vecchio ….

Con sussiego

GAE:

Non perché c’avessimo fame ma solo pe’ stuzzicasse lo stommico …

Conciliante

PEP:

Va be’.

Mo vedo quello che posso fa !

Se vedemio !

Peppe esce

A Cocò, a brutto muso

VIT:

Com’è quella storia der molto, molto ?

A Valerié, a brutto muso

Osm:

Già me piacerebbe de sapella puro a me !

A Lola, a brutto muso

LEA:

E puro a me !

Intervenendo

Fer:

Famola finita e pensamo piuttosto  che  rappresentamo domani !

Speranzoso

SAN:

Si quarcheduno c’ha ‘n’ idea la tiri fora !

Con alterigia

LOL:

Hanno visto tutti che l’unica cosa che il pubblico ha apprezzato è stato il mio numero. Quindi  mi pare ovidente che dovessimo imperniare lo spettacolo sulla sottoscritta.

Acida

TAN:

Ma se li fischi te li sei capati a mazzetti !

Con orgoglio

Mostrandosi

coc:

Invece per me li fischi ereno solo d’ammirazione !

Non pe’ gnente me chiameno la venere tascabbile !

Cattiva

tan:

Ecco appunto te se devono ficcà in saccoccia e nun fatte più uscì !

Intervenendo

VAL:

Invece dovressimo valorizza a me che so’ fresca e gajarda, invece de famme fa la muta appresso a quell’intrujone de mi’ marito !

Convinto

Ostentando sicurezza

OSM:

Sei tu che  me porti sfiga !

Si me lassate fa a modo mio, io er pubblico lo ipnotizzo cor fluido !

Sicuro

GAE:

Quelli che vanno forte so’ li stornelli a dispetto perché er pubblico ce se riconosce !

Con calore

VIT:

Li nummeri acrobbatici fanno restà la gente cor fiato sospeso è lì che dovemio insiste’ !

Intervenendo pacatamente

Fer:

Io invece dico che dovemo cambià genere.

Fa’ quarche cosa che nun s’aspetteno !

Curioso

LEA:

Per esempio ?

Riflettendo

FER:

Che so: riccontà ‘na storia ….

Cogliendo la palla al balzo

LOL:

Se potrebbe fa’ Tosca, che metterebbe in risalto le doti mia di soprano lirico.

Sfottente

TAN:

Ma famme er piacere !

E` robba che ar primo acuto te ricoverano per insufficenza respiratoria !

Proponendosi

COC:

Piuttosto famo  “La vedova allegra” co’ me che faccio Anna Clavary !

Acido

VIT:

Te piacerebbe fa’ la vedova ma te la piji in der secchio !

Ricordando

FER:

A me, quella vorta che ho fatto la comparsa a Cinecittà, m’è piaciuta un sacco la storia de Ciceruacchio.

Perplessa

VAL:

E chi è ‘sto Ciceruacchio ?

Intervenendo

FER:

Era un patriota romano che s’è fatto in quattro pe’ caccia via er papa-re da Roma !

Curioso

lea:

E c’è riuscito ?

Saccente

FER:

Manco pe’ gnente, anzi c’ha rimesso puro le penne, assieme ar regazzino suo, fucilati tutti e dua dall’austriaci !

Preoccupato

SAN:

Allora è robba da piagne !

Mejo che lassamo perde !

Sicura

FER:

E noi pijamo solo la parte da ride, tanto je ne so’ capitate più che a Carlo in Francia !

Con scarsa convinzione

mem:

Vabbè famo ‘sto Ciceruacchio !

Intervenendo

Interessata

LOL:

Calma.

Ce sta ‘na parte all’altezza mia ?

Rassicurante

FER:

Ce ne sta pe’ tutti !

Preoccupato

vit:

Co le scene e i costumi come se mettemo ?

Conciliante

FER:

In quarche maniera s’aranciamo !

Interessata

COC:

Ce sta da canta ?

Sinnò er talento mio va sprecato !

Collaborativo

gae:

Ce potemo adatta le canzoni vecchie de Roma, ce n’ho ‘na carettata.

Guardandosi attorno

SAN:

Allora semo tutti d’accordo ?

Remissivo

OSM:

Tanto peggio de così nun po annà !

Preoccupato

VAL:

Ma quanno se studiamo la parte?

Intervenendo

TAN:

E quanno famo le prove ?

Deciso

SAN:

C’avemo tutta la notte e pe’ artisti come noi basta e avanza !

Entra Peppe con due grandi buste ed un thermos

Portando la voce

PEP:

Brioches e caffellatte  !

Tutti si affollano attorno a Peppe tentando di arraffare le brioches

Con gratitudine

VIT:

Grazie !

Voi siete il nostro benefattore !

Cercando di respingere l’assalto

GAe:

Boni !

Fate piano che ce n’è pe’ tutti !

Con disgusto

LOL:

Saranno sicuramente quelle avanzate e ranciche !

Acida

mem:

E chi se ne frega nun ce lo metti !

Ironica

COC:

La signora dommistufi c’ha er palato fino !

Risentito, tenta di recuperare la roba

PEP:

Io questo ho trovato !

Si nun ve sta bene me tutto ripijo e lo porto a li barboni de ponte Mollo !

Fermandolo

Facendo la zuppetta

OSM:

Ma che state a scherzà ?

A me intinte ner caffellatte me piaceno de più de quelle fresche perché c’hanno più consistenza !

Tentando di intavolare un discorso

SAN:

Don Peppe, avessimo pensato de fa’ pe’ domani ‘na cosa nova ….

laconico

PEP:

Fatene una vecchia !

Magnate e doppo annatevene !

Con ostentata sicurezza

GAE:

Vedrete che sarà un successone !

Scuotendo la testa

PEP:

L’unica cosa che po succede è che invece delle sedie me sfasceno tutto er locale!

Buttandola li

FER:

Perché nun ve fermate co’ noi stanotte?

MEM:

Così ce potete da quarche consijo !

Insistendo

VIT:

Giusto ! Ce fate da reggista !

Schernendosi

PEP:

Ma  nun l’ho mai fatto !

Adulatrice

VAL:

Nun fate er modesto !

Voi c’avete esperienza da venne !

Caustica

COC:

E poi sete sicuramente mejo de quer cane de Seccaccini !

Risentito

SAN:

Abbadà come parli che io me ve magno tutti messi assieme !

Incalzante

FER:

Allora don Pe’ ce state oppuro no ?

Remissivo

PEP:

E va be’ famo puro questa !

Tanto all’età mia se soffre d’insonnia!

Imperativo

SAN:

Regà  se comincia !

Parte M16 “Amapola”
Sipario

Fine primo tempo


Secondo Tempo


Spegnimento luci sala

Sipario

Della scena e visibile il solo schermo cinematografico

Parte Rvm 1

Sullo schermo vengono proiettate le stesse immagini del primo tempo.

Sulla parola FINE si chiude il sipario mentre vengono riaccese le luci della sala.

Dal fondo della sala entra Oreste è vestito con una lisa giacca da cameriere e con al collo il cesto delle bibite e dei dolciumi

Portando la voce da imbonitore

ORE:

Mostaccioli … bruscolini … fusaje …caramelle cor bucio ….

Gazzosa  …. Bira

Annamo a chi beve e a chi magna !

Portando la voce, perplesso

aug:

Bibbità, nun me di’ che rivengheno li squinzi de jerzera?

Perplesso

ORE:

Pare proprio de si !

Portando la voce, deciso

AUG:

Allora e` mejo che me ne vado subbito !

Riflessivo

ORE:

Pare pero’ che vonno fa’ ‘na cosa nova !

Portando la voce, incredulo

aug:

Si nun e` zuppa e` pan bagnato !

Insistendo

ORE:

C’hanno sgobbato tutta la notte.

Er teatro stammadina era ridotto peggio de ‘n porcile !

Me toccato de fa’ un mazzo pe’ daje ‘na pulita!

Portando la voce, incuriosito

Aug:

Hai svagato de che se tratta ?

Evasivo

ORE:

Vonno riccontà la storia de un certo Ciceruacchio!

Perplesso

AUG:

E chi era ?

Vago

ORE:

‘Na specie de eroe romano ar tempo der papa !

Combattuto

ROM:

Allora quasi quasi arimango, vorrà di’ che se nun ce piace, stasera sfasciamo la bijetteria !

Buio

Oreste esce dalla sala

Parte M17-  “Salterello”

Sipario

Luci in Pz

La scena rappresenta un’osteria romana del 1836

Filomena e Toto sono seduti dietro il banco di mescita

Al tavolo centrale gli uomini stanno facendo la “Passatella”, le donne fanno gruppo a parte.

Cantano ignorandosi a vicenda

Don:

Dell’inverno sen’è ita la bufera,

de fiori  l’arbero s’imbandiera.

Ogni ucello se cerca ‘a compagna,

er cane s’accoppia co’ la cagna.

L’aria s’e` fatta fina e leggera,

ecco e` tornata la primavera!

L’aria s’e` fatta fina e leggera,

ecco e` tornata la primavera!

Cantano ignorandosi a vicenda

UOM:

Riempimose ora la coratella,

oste: du’ litri de sciacquabudella.

Famo la conta pe’ fa’ er padrone,

er sotto tocca a Bombardone.

Bevemo, bevemo a garganella,

mentre se famo ‘sta passatella !

Bevemo, bevemo a garganella,

mentre se famo ‘sta passatella !

Accennano alcuni passi del “salterello romano”

TUT:

L’amore  nun e` bello

si nun e`  litigarello.

Agitamo er tamburello,

e ballamo ‘sto sartarello.

Cantano ignorandosi a vicenda

Don:

All’osteria l’omo è ‘na carogna,

Cantano ignorandosi a vicenda

uom:

L’avessivo co’ noi sore scuffione ?

Don:

e prima o poi er muso ce se sfrogna.

UOM:

State co’ la lengua a pennolone !

Don:

Chi sta cor vino  ce se annega !

UOM:

Riccontatelo a zì frate !

Don:

Vo’ di’ che chiudemo la bottega,

UOM:

Guai a voiartre  si ce provate,

Don:

v’aranciate co’ pialla e co’ la sega

UOM:

annamo nun fate l’esaggerate !

Don:

e tanti saluti a tutta la congrega !

UOM:

Si ve damo un bacio ce perdonate ?

DON:

Voi de fa li bravi promettete ?

UOM:

De tutto core ve lo giuramo

DON:

Le mano nelle mano mettete

uom:

Assieme ‘sto salterello ballamo

Accennano alcuni passi del “salterello romano”

TUT:

L’amore  nun e` bello

si nun e`  litigarello.

Agitamo er tamburello,

e ballamo ‘sto sartarello.

Stop M17

Luci in Pz

Escono tutti tranne Annetta, Ciceruacchio, Toto e Filomena

Sostenuta

Ann:

Angelé te decidi a venì a casa si o no ?

Spazientito

CIC:

Quante vorte te lo devo da di che nun vojio  più da esse chiamato Angelo !

Curiosa

fil:

E come allora ?

Con orgoglio

CIC:

Io pe’ tutto er popolo de Roma mo so’ Ciceruacchio !

Avvicinandosi Perplesso

tot:

Andove lo sete annato a capà ‘sto nome, lo devo ancora da capì !

Associandosi

ann:

E puro io !

Con disprezzo

Caricandosi man mano

CIC:

Ammazza quanto sete ignoranti !

Io so’ er Cicerone moderno, er tribuno della plebe romana, er difensore de li diritti der popolo oppresso !

Ad alta voce. Decisa

ANN:

Si nun te sbrighi a rimette’ li piedi dentro casa,  lo devi da trovà tu chi te  difenne  da le tortorate della sottoscritta !

Preoccupato

CIC:

Abbassa la voce sinnò me sputtani davanti a tutti !

Insistendo

ANN:

Me frega assai !

Insomma te decidi si o no ?

Schernendosi

CIC:

Nun posso!

Sto aspetta’ er principe Bonaparte e er marchese Antinori, che dovemo mette a punto er discorso mio de domani  a matina.

Rabbonita

ANN:

Vedi de sta a casa ar massimo fra mezz’ora sinnò trovi la porta inserrata e per sempre !

Annetta esce

Gridandole dietro

CIC:

Anné ricorderte che si se chiude ‘na porta s’opre un portone !

Intrigante

FIL:

C’avemo quarche problemuccio domestico eh, sor Angelé ?

Spazientito

CIC:

Aridaje !

Io so’ Ciceruacchio, volete ficcavvelo nella capoccia ‘na vorta pe’ tutte ?

Stringendosi nelle spalle

Indicando le damigiane

FIL:

Contento voi !

Che ve porto da beve?

Sicuro

CIC:

Un ber boccale d’acqua fresca, che li congiurati devono da tené la capoccia lucida !

Battagliera

tot:

Famo a capisse, sor coso, ner locale mio nun se lucidano le sedie a uffo !

Tranquillizzante

CIC:

Mo che viè er principe ordinamo state tranquillo.

Acida

tot:

Tranquillo è finito co’ le pezze ar culo !

Filomena e Toto tornano al  banco

Sulla porta si affaccia Zenaide nascosta da un mantello con cappuccio

Chiamando con l’indice Cicer.

ZEN:

Psss ….Psss ….

Guardandosi attorno

CIC:

Che è entrato er gatto ?

Vezzosa

ZEN:

Ciceretto ? ….

Cicerino ?

Andando verso Zenaide

CIC:

Dite a me ?

Celiando

ZEN

Non mi riconosci ?

Perplesso

CIC:

None.

Togliendosi il cappuccio

Con vanto

ZEN:

Tribunetto mio già ti sei dimenticato di me ?

Eppure sono io che ho scelto per te il nome di Ciceruacchio !

Stupito e preoccupato

cic:

Donna Zenaide !

Gattina

ZEN:

Proprio io !

Preoccupato

CIC:

Che ce fate qui ?

E’ successo quarche cosa ar principe?

Li svizzeri der papa l’hanno ingabbiato ?

Sostenuta

Speranzosa

ZEN:

Quei buzzurri non si pemetterebbero mai di toccare un Bonaparte.

Magari arrestano te !

Facendo le corna, allarmato

CIC:

Famo le corna !

Allora che volete ?

Dispiaciuta

ZEN:

Che fai adesso mi dai del voi ?

Vago

CIC:

Mbe pe’ rispetto ar principato ….

Lasciva

ZEN:

Non avevi questa preoccupazione quando facevamo quei giochini nel mio alcova !

Con raccapriccio

CIC:

Nun me ce fate pensà !

Er lettone nero, er bardacchino nero, le lenzola nere,  la coperta nera !

Sensuale, sottolineando ”nuda”

ZEN:

Il nero fa risaltare maggiormente il candore della mia pelle nuda !

Toccandosi i genitali

CIC:

Ancora me sto a grattà !

Melliflua

zen:

Sono tre giorni che non ti fai vedere ed ero in pena per te !

Cercando di troncare

cic:

Ve ringrazio pe’ l’interessamento ma…

Insistendo

zen:

Ho temuto che i papalini ti avessero già ucciso, senza che io fossi lì presente a raccogliere il tuo ultimo respiro !

Cercando di metterla alla porta, indicando Filomena

CIC:

Mo che avete visto che so’ vivo e veggeto annatevene de corsa, che si quelle due arpie che stanno ar banco  sgamano er movimento domani diventamo la favola de tutta Roma !

Turbata

ZEN:

Come sarebbe eccitante !

Preoccupato

CIC:

Er problema è che se se  eccita puro mi’ mojie so’ dolori !

Altezzosa

ZEN:

Cosa vuoi che mi importi di quella piccola plebea !

In apprensione

CIC:

A voi nun ve ne potrà frega gnente  ma si Annetta magna la foja, agguanta er cortello e me manna all’arberi pizzuti !

Entusiasta

ZEN:

Il Camposanto!

Il camposanto questa si che è un’idea !

Non realizzando

CIC:

Ma de che ?

Eccitandosi

ZEN:

Questa notte ci incontreremo al cimitero così, al lume dei fuochi fatui, sazierai la mia libido !

Perplesso

CIC:

Che cazzo è ‘sta libido ?

Sensuale

ZEN:

E’ la passione per te che mi travolge !

Seccato

CIC:

Sentite, io già c’ho er da fa mio pe’ evità le schioppettate de li svizzeri der Papa ….

In un crescendo di lascivia

ZEN:

Si… Si… gli svizzeri … i fucili ….

Una bella pallottola nel cuore e mentre agonizzi io ti stringo sul mio petto !

Laconico

CIC:

Oppuramente  fini in braccio a Mastro Titta !

Al massimo dell’eccitazione

zen:

Aaah ….. . Aaah ….

Non mi ci far pensare !

Il patibolo! … Il patibolo è il massimo !

Con crescente preoccupazione

CIC:

Ve stesse a da’ de vorta er cervello ?

In estasi

ZEN:

Ti vedo … ti vedo !

Là sul palco delle esecuzioni in piazza del Popolo ….

Definitivo

CIC:

Ma annate a moriammazzata !

Esaltata

zen:

Non io ma tu !

I tuoi occhi ….. !

Perplesso

CIC:

Mo che c’entreno l’occhi ?

In delirio

zen:

I tuoi occhi che, prima che prima di offrire il collo al boia, cercano i miei …

Cercando di calmarla

CIC:

Stateme bene a sentì ….

In pieno delirio erotico

Zen:

La sento, la sento la tua voce!

La tua voce che rompe il silenzio, il silenzio che precede il momento finale per invocare il mio nome !

Scocciato

CIC:

Sora Zenà sete voi che avete rotto il  …

A conclusione dell’amplesso virtuale

ZEN:

E tu che muori!

Muori sereno dopo che io ti ho lanciato un bacio !

Disgustato

CIC:

E nun sai la soddisfazione !

Con un sospiro

zen:

Cosa c’è di più erotico della morte per amore !

Spazientito

CIC:

Ma è ‘na fissa oggi de vedemme moriammazzato !

Con passione

ZEN:

Ti amo mio bell’eroe popolano !

Amo il tuo tanfo di maschio selvatico !

Amo la tua ignoranza di sintassi e grammatica!

Amo le tue maniere rozze !

Amo la tua cialtroneria da guappo di cartone !

Di una sola parola e sarò la tua schiava fino al momento della tua dipartita !

CIC:

Io nun dico un ber gnente !

Parte M18- “M’hai messo le catene”

Canta

ZEN:

Me dicheno che è stata la malaria

a famme l’occhi granni e ‘r viso bianco;

me dicheno che è la febbre ‘sto tremore

ma pe’ me questa febbre se chiama amore.

M’hai messo le catene,

nun posso più campà,

m’hai messo le catene,

nun posso più campà.

Me dicheno che qui chi resta more,

che ‘st’aria maledetta nun perdona;

ma si me stai vicino, amore, amore,

er foco ce guarisce: er foco de passione.

M’hai messo le catene,

nun posso più campà,

m’hai messo le catene,

nun posso più campà.

Stop M18

Definitivo

CIC:

Lassate perde donna Zenà che io a mi mojie je vojio ancora bene e nun la vojio mannà a corneto !

Accattivante

ZEN:

Ti aspetto questa notte, dopo  compieta, così metteremo a punto tutti i particolari !

Ci conto !

Ironico

CIC:

Potete comincià a contà da mone!

Lanciandogli un bacio

Lanciandogli un bacio

Lanciandogli un bacio

ZEN:

Addio mio Lancillotto !

Addio mio don Chisciotte!

Addio mio Romeo !

Zenaide esce

Perplesso

CIC:

Mo chi so’ tutti sti fregni ?

Avvicinandosi

TOT:

Avete finito de fa’ er cascamorto co’ la pricipessa Zenaide ?

Tagliente

CIC:

Ammazzeve sor Totarello, voi e vostra moje  state sempre co’ l’orecchie pizzate !

Ma stavorta avete sbajiato indirizzo !

Sicura

Pettegola

FIL:

Nun credo !

Quella so’ diec’anni che va cercanno de fa’ becco er principe che, detto fra noi, saranno armeno trenta che nun mette più a segno ‘na botta !

TOT:

Ma appena attacca co’ la storia de la morte se squajieno tutti !

Entra Pio IX vestito da frate

Tracciando un benedizione

PIO:

Pace e bene  !

Annoiato

CIC:

Ce mancaveno puro li frati !

Tendendo il bussolotto

PIO:

Bon omo che la faressivo ‘n’offerta pe’ la Trappa de le Tre Fontane?

Allargando le mani

CIC:

A zì fra’ cascate male che nun c’ho un bajocco!

insistendo

PIO:

‘Na fojetta potessivo puro offrilla !

Intrigante

CIC:

Perché no, si ve la bevete alla salute mia e der popolo romano!

Accondiscendente

PIO:

Ce poi contà soprattutto pe’ quella eterna !

Scocciato

Potando la voce, a Filomena

CIC:

Nun ve ce mettete puro voi co ‘sta storia !

Sora Filomè mezzo litro de quello bono pe’ zì’ frate sur conto mio !

Acida

FIL:

Allora beve quanno pija moje !

Schernendosi

PIO:

Se le cose stanno così è mejio che nun ve incommodate …..

Pio fa per andare via

Con orgoglio

CIC:

Nun sia mai !

Quanno Ciceruacchio promette ‘na cosa è legge!

Sorpreso

Ironico

PIO:

Ah !

Così voi saressivo er famoso Ciceruacchio ?

Risentito

CIC:

Perché c’avessivo quarche cosa da ridì ?

Umile

PIO:

Io ?

Ma per l’amor der cielo!

Solo ringrazziavve de quanto state a fa’ pe’ me!

Portando il mezzo

FIL:

Ecchive er vino zì fra’ !

TOT:

Offre la casa.

Riconoscente

Pio:

Grazie che er Zignore ve ne renda merito.

FIL:

Che buon pro ve faccia !

Spostandosi

PIO:

Si permettete me metto a quer tavolo ar cantone cosi me magno puro ‘sta cartocciata d'olive pe’ cena e nun do disturbo.

Portando il vino e il bicchiere

fil:

Fate er commido vostro.

Entrano Carlo e Orazio

Indicando Ciceruacchio

Ora:

Eccolo il nostro caro amico !                                                  

Sentenziando

CAR:

Dall’amichi me guardi Iddio che dai nemici me guardo io !

Sconcertato

CIC:

Ma che dite sor principe!

Lo sapete che io per la causa me butterebbe sur foco !

Sentenziando

CAR:

Acqua e foco nun aspettan un poco !

Cercando di minimizzare

ORA:

Caro Lodovico cercate di non turbare l’animo semplice del nostro Angelo con le vostre  dotte citazioni.

Sentenziando

CAR:

Mejio ‘na parola oggi che un cortello domani !

Tirando fuori dei fogli sgualciti ed unti

vergognandosi

CIC:

Sor marchese io m’avrebbe fatto scrive’ er discorso da Peppe lo speziale.

Solo che c’è un problema.

Prendendo il manoscritto

ora:

Quale?

Umiliato

CIC:

Nun so legge !

Ironico

PIO:

Caro Ciceruacchio mio, come capopolo stamo conciati maluccio !

Declamatorio

ora:

Romani !

Fratelli !

Li tempi so maturi …

Sentenziando

CAR:

Cor tempo e co’ la pajia se maturano le nespole!

Perplesso

CIC:

Ce  dovemo da mette ner discorso ?

Minimizzando

ORA:

Non ci badate, questa sera il principe Bonaparte ha fatto troppo onore allo champagne ed è in vena di aforismi !

preoccupato

tot:

Io nun so che cazzo so’ ‘sti afocrismi ma si sta bevuto è mejo che lo riportate a casa !

 

Fiducioso

ORA:

Ma no, ci sono qua io !

E poi vedrete che non ci farà mancare il suo sagace contributo !  

Perplessa

fil:

Si lo dite voi !

Prosegue

ora:

Li tempi so’ maturi pe’ libberasse dalla schiavitù dei preti….

Intervenendo con veemenza

PIO:

Eeeeh ! Schiavitù !

Ammazza che parola grossa !

Guardandolo di traverso

cic:

A zì’ fra’ ma de che ve impicciate voi ?

Sentenziando

CAR:

Fa quer che er prete dice e non quer che er prete fa !

Tranquillizzante a Pio

ORA:

State tranquillo che voi non c’entrate.

Qui si vogliono intendere i monsignori, i vescovi, i cardinali ….

Rincarando la dose

CIC:

E soprattutto quella carogna der papa !

Accalorandosi

PIO:

Che male v’ha fatto quer povero vecchierello?

Feroce

CIC:

Povero un par de palle !

Sentenziando

CAR:

A Roma Iddio nun e` trino ma quadrino !

Incuriosito

PIO:

Se po’ sapé  perché ce l’avete tanto co’ lui ?

Risentito

CIC:

Perché prima c’ha preso per  li fonnelli promettenno le riforme e poi s’e` rimagnato tutto !

Sentenziando

CAR:

Chi nun sa figne nun sa regnà !

Cercando di rabbonirlo

PIO:

Metteteve ne li panni sua!

Si stava a da retta a li carbonari senza Dio, nun solo finiva dritto dritto all’inferno, ma  a quest’ora stava a pasce le pecore in campagna!

Duro

CIC:

E allora vorrà di’ che ce lo mannamo noi !

Pacato

PIO:

Fijetto caro, nun te sembra de sta a esaggerà ?

CIC:

Pio Nono è ‘na serpe de la peggior specie !

Insistendo con foga

PIO:

Te sbaji !

E’ un poro Cristo che si fosse pe’ lui darebbe tutto er suo a li poveracci !

Intervenendo

FIL:

E chi je lo impedisce er papa e` lui si o no ?

Quasi parlando a se stesso

PIO:

Se fa presto a di’ er papa !

Come se er papa potesse fa’ quello che je pare!

Invece sta stretto fra li vescovi e li cardinali, che, come c’ha ‘n’idea appena appena libberale,  se fanno in quattro pe’ boicottajela !

Deciso

ORA:

Se è un inetto si faccia da parte e lasci governare i rappresentanti del popolo !

Ironico

PIO:

Come, per esempio, il qui presente Ciceruacchio che nun sa fa’ ‘na o cor bicchiere!

Precisando

ORA:

Certamente non sarà lasciato da solo.

Al suo fianco ci saranno le persone giuste che lo possano consigliare …..

Sicuro

A Ciceruacchio

PIO:

Ho capito!

Mo ho capito !

Caro er mio capopopolo te vonno fa’ fa’ la fine der cappone  !

Perplesso

CIC:

Sarebbe a di’?

Conclusivo

PIO:

Che te fanno illude’ de diventa gallo, poi bene che te va te trovi castrato, si nun finisci addirittura in brodo !

Con sufficienza

ORA:

Signora Filomena portate al nostro fraticello un'altra foglietta cosi si calma un po’ !

Impaziente

CIC:

Allora co’ ‘sto discorso annamo avanti si o no ?

Aiutando Carlo a mettere il mantello

ORA:

Si è fatto tardi, il principe deve rientrare per prendere le sue medicine per la circolazione del sangue.

Laconica

tot:

De sicuro ne po’ fa’ puro a meno, tanto più rincojonito de così nun ce diventa !

Sentenziando

CAR:

Mejo un matto a casa sua che un savio a casa dell’antri !

Intascando le scartoffie

ORA:

Vorrà dire che il proclama  lo porto con me e dopo cena gli do una limatina !

Ironico

pio:

Sentite a me: dateje de raspa pe’ levaje tutte le stronzate che ce stanno scritte  !

Evasivo

ORA:

Vedremo quello che si può fare.

Felice notte a tutti !

Sentenziando

CAR:

Va’ in piazza e ppija consijo, aritorna a casa tua e ffa come te pare !

Orazio e Carlo escono

Tagliando corto

CIC:

Sora Filomè faccio un sarto a Borgo pe’ controllà che sia tutto all’ordine.

Vedo d’aritornà er prima possibbile.

Ciceruacchio esce

Girando attorno a Pio, perplessa

FIL:

Zì fra’ più ve guardo e più me pare d’avevve incontrato da quarc’artra parte !

Partecipando

TOT:

E’ vero !

Puro io c’ho avuto subbito ‘st’impressione!

Evasivo

PIO:

Sarete venuti a Messa alla Trappa e m’avete visto mentre raccojevo l’offerte !

Insistendo

FIL:

None !

So sicura che se tratta de quarche cosa de più importante !

TOT:

Prima o poi ve verrà in mente.

Cercando di distogliere l’attenzione

Accennando con la mano la benedizione papale

PIO:

Che ne pensate de portamme quer goccetto che m’aveva promesso er  marchese Antinori ?

Sinnò finisce in benedizione!

Perplessa

FIL:

Quer gesto… quer gesto co la mano so’ sicura de avevvelo visto fa’ da n’artra parte !

Filomena va a mescere il vino

Entra Ugo

Parla con lieve accento emiliano

Ugo:

Buona sera.

Accorrendo presso Ugo

tot:

Bona sera a voi don Ugo.

Guardandosi attorno

Ugo:

Il nostro Angelo non è ancora arrivato ?

TOT:

Stava qui fino a un momento fa.

Dispiaciuto e seccato

UGO:

Non mi dite che è andato a dare il via all’insurrezione popolare  senza di me !

Rassicurante

tot:

Quello senza de voi nun move un dito !

Con sollievo

UGO:

Sia lodato il cielo !

Spostando una sedia

Con orgoglio

tot:

Metteteve a sede che ve faccio assaggià un vinello, che quello della Messa a confronto suo pare acqua fresca !

Schernendosi

Ugo:

Solo un goccettino che voglio mantenere la mente lucida, perché ormai la catarsi è vicina e non si possono commettere errori !

Perplesso

TOT:

E che è d’è ‘sta catarsi ?

Con trasporto

UGO:

Il trionfo della giustizia, l’ultimo atto, il momento finale in cui Pio Nono dovrà rendere conto delle sue malefatte al popolo !

Toto va al banco a mescere

Modestamente

PIO:

Revere’ perché nun venite a fa un po’ de compagnia a un poro fraticello ?

Avvicinandosi

Ugo:

Ma perché no !

Sottolineando “ momento finale”

PIO:

Così mentre aspettate er “momento finale” famo du’ chiacchiere da boni confratelli !

Esterrefatto

Buttandosi in ginocchio

Ugo:

Madonna delle Grazie !

Sa ….

Interrompendo

PIO:

Zitto !

Entrano Menicuccio e Checco

Alticcio

Men:

Buonasera a tutta la compagnia !

 

Alticcio  Facendo da eco

CHE:

La compagnia !

Imperativo, a bassa voce

A voce alta

PIO:

Alzati e fai finta di niente !

Revere’ che v’è cascato quarchecosa ?

Andando al tavolo

Men:

Sor Totarè portatece un tubbo de quello bono !

Alticcio Facendo da eco

CHE:

Quello bono !

Rammaricato

TOT:

Eccheteli tie !

Ironica

FIL:

Puntuali come er cannone der Gianicolo so’ arivati li du’ imbriaconi de la controra!

Risentito

MEN:

A Menicuccio de li Coronari cannone nun je l’ha detto mai nissuno !

Facendo da eco

CHE:

Nissuno !

Indicando Checco

Men:

E nimmanco a Checco de Panico !

Facendo da eco

CHE:

De Panico !

Entra Cira

Canticchia a mo di filastrocca

CIR:

Er popolo sarà sovrano

Er papa co’ le pezze in mano !

Mentre porta il vino al tavolo

FIL:

Sora Cira che ce fate qui ?

Mostrando un drappo ripiegato

Cir:

So venuta a fa’ vede’ a Ciceruacchio la bandiera  de Roma libbera !

Chiamando Cira con la mano

pio:

Brava donna ve dispiace si je damo un’occhiata puro noi !

Accorgendosi di Ugo

CIR:

Don Ugo che piacere vedevve !

Puro voi aspettate Ciceruacchio ?

Evasivo

UGO:

A dire il vero passavo qui per caso …..

Stupito

PIO:

Ve conoscete  voi dua ?

Orgogliosa

CIR:

Artroché !

Cercando di cambiare discorso

UGO:

Ci siamo incontrati in parrocchia ….

Con sicurezza

CIR:

La parrocchia de la rivoluzzione !

Minimizzando

UGO:

Cosa c’entro io con la rivoluzione ?

Insistendo

CIR:

Che volessivo negà che annate dicenno a li quattro venti che er papa ha fatto er tempo suo…

Alzandosi. Facendo da eco

CHE:

Er tempo suo !

Ironico

PIO:

Congratulazioni caro confratello !

Continuando

CIR:

E che er minimo che po’ fa’ er tiranno e` de annassene de corsa in esilio  ….

Alzandosi. Facendo da eco

CHE:

In esilio !

In apprensione

Ugo:

Non datele ascolto, è una povera esaltata !

Insistendo

CIR:

E che si nun lo capisce da solo ce lo dovemo manna` noi a carci ner sedere …..

Alzandosi. Facendo da eco

CHE:

Ner sedere !

Risentito

PIO:

Pure !

Insistendo

CIR:

E che si nun j’abbasteno li carci  lo dovemo pijà a schioppettate ?

Alzandosi. Facendo da eco

CHE:

A schioppettate !

ironico

PIO:

Nun je risparambiate gnente a quer povero vecchio !

Cercando di porre riparo

UGO:

Suvvia buona donna state sragionando.

Domani, con calma, chiariremo assieme il concetto.

Con sottinteso

PIO:

Me sa che lo dovrete chiari puro a quarchedunartro !

Rompendo la tensione

Men:

Allora sora Ci’ sta bandiera ce la fate vede si o no ?

Facendo da eco

CHE:

Si o no ?

Mostrandola aperta

CIR:

Bella eh ?

Indicando

Perplesso

MEN:

Ce sta puro ‘na lupa !

Ma che sta a fa’ ?

Facendo da eco

CHE:

Che sta a fa’ ?

Violenta

CIR:

Mozzicà in testa er papa !

Intervenendo timidamente

ugo:

Cara Cira mi sembra che sia troppo …

Decisa

CIR:

Troppo poco !

Quanno torno a casa ce metto puro Romolo e Remo  che strozzeno un cardinale  pe’ mano!

Con pacatezza

PIO:

Fija cara potrei sapé perché puro tu ce l’hai tanto co’ Sua Santità ?

Con astio

CIR:

Quer moriammazzato, ha mannato ar Coeli er povero fidanzato mio.

Perplesso

PIO:

Si l’hanno arrestato ce saranno stati dei boni motivi ….

Interrompendo

Sicura

CIR:

Ma de che !

Ninetto de Parione nun sarebbe capace de fa’ male a ‘na mosca !

Intervenendo ironica

FIL:

A le mosche forse no, ma a bucà la panza de lo stracciarolo de via de’ Coronari, ammazzelo si è stato capace !

Riduttiva

CIR:

E che j’avrà fatto mai ? !

Ironica

MEN:

Me dite gnente, dodici asole cor cortello  !

Facendo da eco

CHE:

Cor cortello !

Accalorandosi

CIR:

Tutto pe’ pijà le parti de quell’infame de Pio Nono !

Io je lo dicevo sempre: nun te impiccià, nun …

Intervenendo, incuriosito

PIO:

Aspettate un momento, ho capito bene ?

Quer povero giovine sta in galera pe’ avé difeso er papa ?

Partecipativa

CIR:

Memmo lo stracciarolo s’era intignato a di’ che er papa bisognava bruciallo vivo mentre Ninetto, che c’ha er core bono, diceva che abbastava staccaje la capoccia !

Ironico

PIO:

Alla faccia della bontà !

Implorante

CIR:

Don Ugo, voi che ste de li nostri, nun ce potete mette ‘na bona parola cor cardinal governatore e fa’ sorti de galera Ninetto ?

Ironica

FIL:

E che je va a riccontà, che Ninetto il papa lo voleva si mortammazzato ma senza troppe sofferenze !

Decisa

CIR:

Allora vorrà di’ che lo libbero co’ le mano mia quanno  assarteremo er carcere der Coeli !

Laconica

tot:

Me sa che allora ce rimane a vita !

Mostrando un involto

CIR:

Mo vado a portaje sto fagotto de robba da magnà  !

Ironica

MEN:

Dovesse da morì de fame prima che ce pensasse Mastro Titta !

Facendo da eco

CHE:

Mastro Titta !

Parte M20 “ Canto della malavita”

Cira canta

CIR:

Amore, amore mio te porto ‘na pagnotta

che er vitto der Coeli nun t’abbasta.

Che er vitto der Coeli nun t’abbasta

se nun me sbrigo ce trovo l’ossa.

Tutti:

E gira e fai la rota,

li dentro rinserrato

si nissuno l’aiuta

rimane senza fiato.

CIR:

Dentro Regina Coeli c’è ‘no scalino,

chi nun salisce quello nun è romano.

Chi nun salisce quello nun è romano,

nun è romano né trasteverino.

   tutt:

E gira e fai la rota,

la rota e la rotella,

davanti a Reggina Coeli

c’hanno messo la sentinella.

Stop M 20

A Pio con turbamento

CIR:

Zi’ fra’ voi, che me parete un bravo Cristo, me lo fate er regalo de mette ‘sto mazzetto de viole sotto la statua della Madonna der Divino Amore perché ce faccia vince la battaja ?

Perplesso

PIO:

Nun ve pare eccessivo chiede l’ajuto de la Santa Vergine perché possiate scannà in pace er vicario in terra de su’ fijo ?

Sicura

CIR:

E che c’entra, si nun sia mai dovesse esse, noi mica lo ammazzamo come papa papa, lo ammazzamo come papa re !

Ironico

PIO:

M’era sfuggita la differenza !

Con slancio

CIR:

La potessimo armeno pregà perché protegga tutti li romani !

Provocatorio

PIO:

Tutti, tutti ?

Papa compreso ?

Con slancio

Cir:

Ma si !

Puro  lui.

Che  je mettesse la santa mano sulla capoccia pe’ faje capì che sta dalla parte sbajata!

Commosso

Prendendo il mazzolino

PIO:

Quanno è così ce potete contà !

Lo faccio co tutto er core !

Salutando

CIR:

Io vedo de ritornà quanno ce trovo Ciceruacchio!

Raggiungendo Cira

FIL:

Aspettateme, sora Ci’ che famo un po’ de strada assieme che devo da sbrigà ‘na commissione a Trastevere.

Cira e Filomena escono

A Toto

PIO:

Dite un po’, voi che me sembrate bene informati,  è proprio forte ‘sto Ciceruacchio!

Perplessa

tot:

Ha sentì lui Garibbardi ar confronto suo è come un castrato difronte a un  tenore co’ le palle  !

Entra Giambattista

Parla in falsetto

Gia:

Ostaccio quanno parlate  dei grandi artisti ve dovete da sciacquà la bocca !

Ironico

Men:

E’ arrivata la voce bianca !

Facendo da eco

CHE:

La voce bianca !

Con tono effeminato

GIA:

Bona sera a tutti brutti maschiacci !

Perplesso

PIO:

Voi chi siete ?

Risentito

GIA:

Come chi so’ ?

Fraticé sarai pure bellino ma sei più ignorante der papa !

 

Laconico

PIO:

Allora sto in bona compagnia !

Con vanto

GIA:

A me me conosce tutto er monno !

Da Roma a Pariggi fanno la fila pe’ venimme a sentì cantà !

Riduttivo

TOT:

Nun v’allargate troppo !

Con orgoglio

GIO:

Io so’ Giovanbattista Velluti primo soprano der teatro dell’Opera  !

Precisando

Men:

Castrato !

Facendo da eco

CHE:

Castrato !

Sulle sue

GIA:

Io ho immolato sull’altare de la gloria …

Concludendo

men:

Le palle !

Facendo da eco

CHE:

Le palle !

Con stima

UGO:

Sabato abbiamo molto apprezzato il vostro canto al teatro Argentina.

Ironico

tot:

Eravate proprio caruccia !

Non raccogliendo l’ironia

Accarezzando Toto

GIO:

Ve so’ piaciuto eh ?

Sete ‘n ostaccio rozzo ma de bon gusto !

Allontanando Giambattista

TOT:

E stateve fermo co’ le mano !

Allusivo

GIO:

Se me venite a trovà a casa mia ve do du’ bijetti  pe’ tutte le rappresentazioni !

Schernendosi

TOT:

Si lallero !

Preferisco pagammeli !

Allusivo

MEN:

Che gusto ce po’ pja ‘n omo a vestisse da femmina lo devo ancora da capì!

Facendo da eco

CHE:

Da capì !

Con slancio

GIO:

Solo cosi me sento me stesso !

Se nun fosse per la bigottaggine de quer retrogrado de Pio Nono  ce potrei annà in giro sempre e non sortanto sul palcoscenico !

Rassegnato

PIO:

Ecchine n’artro che nun aspetta  che de levasselo de torno quer povero cristo !

Correggendo

GIO:

Fraticé sete sulla strada sbajata !

Io er papa lo vojio vivo, vegeto  !

Confermando

pio:

Me sa che c’hai raggione !

Perché se ar posto suo posto comannassero li giacobinacci de Ciceruacchio a quelli come voi ve farebbero cambià aria a carci ner sedere !

Entra Letizia

Conclusivo

let:

E metterebbero a cantare al posto loro delle donne vere !

Preoccupato

tot:

Ce mancava puro la sora Letizia !

Mo ricominceno co’ la solita sorfa !

Risentita

LET:

Per colpa di voi, finocchi imbellettati io, Letizia Tondini Spiazzi, sono costretta a soffocare il mio purissimo talento dentro le  mura domestiche e non far godere della mia arte il pubblico !

Sarcastico

MEN:

Sai come sarebbe contento er marito vostro !

Facendo da eco

CHE:

Er marito vostro !

Precisando

LET:

Camillo è un uomo di grandi ideali, e appoggia appieno la causa di Ciceruacchio !

Laconico

Men:

Dio li fa e poi l’accoppia !

Facendo da eco

CHE:

L’accoppia !

A Letizia inviperito

GIA:

Che ce fai qui brutta pettegola ?

Sciò, sciò !

Risentita

LET:

Sciò, sciò lo dici a quei mezzi uomini come te !

Ironico

TOT:

Caso mai mezze donne !

Incuriosito a Letizia

Pio:

Se po’ sapé perché ve riscallate tanto ?

Sostenuta

LET:

La colpa è  vostra del clero, e in primis di quel pavido di papa che ci governa, che pensa che le donne stiano bene solo accanto ai fornelli !

Sconsolato

PIO:

Qui, come te giri, la corpa è sempre der papa !

Conciliatorio

UGO:

Sarebbe un gesto di grande modernità da parte di Sua Santità permettere che anche le donne si possano esibire in teatro !

Sostenuta

LET:

Nel ruolo che ci compete invece da essere sostituite da questi aborti di natura !

Aggressivo

GIO:

Abborto de natura a chi ?

Indicando Gianbattista

LET:

Ma guardati, quanto sei ridicolo con le ciglia finte,  il rossetto sulle labbra e la faccia incipriata per coprire la barba !

Sdegnoso

GIO:

E’ l’invidia che te fa parlà !

Perché te lo insogni d’avecce ‘n acuto come er mio!

Piccata

LET:

E tu un solfeggio aggraziato come quello della sottoscritta !

Fremente

GIO:

Me stai sfidanno ?

Tranquilla

LET:

Sia pure, tanto non ci sono dubbi a chi tocchebbe la vittoria !

Deciso

GIO:

Allora sai che famo, pijamo er fraticello come giudice e chi perde paga da beve a tutti !

Entusiasta

Men:

Questa si ch’è ‘n’idea !

Facendo da eco

CHE:

N’idea !

Schernendosi

PIO:

Nun me mettete in mezzo, io nun ne so gnente de canto, so’ un povero frate cercatore.

Divertito

Ugo:

Suvvià non vi potete esimere.

Consideratela come un’opera di carità cristiana!

Rassegnato

PIO:

E famo puro questa !

A Pio

LET:

Scegliete voi un pezzo.

Un aria di vostro gradimento.

Timidamente

PIO:

Io conosco solo li canti de chiesa …

Fregandosi le mani

GIO:

Me invitate a nozze !

So’ stato er primo cantore della cappella Sistina!

Precisando ironico

TOT:

Voci bianche !

Intervenendo

UGO:

Effettivamente non sarebbe leale !

Sforzatevi di trovare qualcosa adatto ad entrambi.

Conclusivo

PIO:

E vabbé cantatice “Vola l’aritornello” !

Parte M21 (vola l’aritornello)

Letizia e Gianbattista canteranno cercando di superarsi in virtuosismo

Canta

GIA:

Vola vola l’aritornello

core bello, core mio bello.

Canta

LET:

Vola vola l’aritornello

core mio bello, nun me scordà.

GIA:

Le stelle su ner cielo so’ millanta

er marinaro disse: “Conta conta”.

LET:

Er marinaro disse: “Conta conta,

quella che cerchi te, sempre ci ammanca”.

LET:

Vola vola l’aritornello

core bello, core mio bello.

GIA:

Vola vola l’aritornello

core mio bello, nun me scordà.

LET:

Me ne vorrebbe annà lontano tanto

nun m’ha da ritrovà nemmeno er vento.

GIA:

Nun m’ha da ritrovà nemmeno er vento

dove la Maddalena ce fece er pianto.

GI-le:

Vola vola l’aritornello

core bello, core mio bello.

Vola vola l’aritornello

core mio bello, nun me scordà.

Stop M21

Sicuro

GIO:

Allora fraticello penzo che nun c’avete dubbi er più mijore so’ io !

Tranquilla

LET:

Se avete un minimo di buon gusto non avete che una risposta possibile eleggere me come vincitrice di questa tenzone canora !

Timidamente

PIO:

Fratelli …

Precisando sfottente

TOT:

Sarebbe mejo di’ sorelle !

Con modestia

PIO:

Fratelli cari voi volessivo che facessi come Paride ma io me sento deppiù Pilato !

Acida

LET:

Lavarsene le mani è l’unica cosa che voi del pretume, dal papa all’ultimo frate, sapete fare!

Cercando di ammorbidire i toni

ugo:

Adesso non esageriamo !

A malincuore

GIO:

Me dispiace dillo ma stavorta c’ha raggione la sciacquetta !

Soddisfatta

LET:

Finalmente abbiamo un punto in comune !

A Toto

GIO:

Oste portace un fiasco de cannellino che dovemo brindà alla alleanza canora !

Gianbattista e Anita si siedono ad un tavolo e brindano

Ad Ugo

PIO:

Confratello mio, ve serva da lezione: quanno se tratta de dacce addosso a noi, poveri servi de Dio, er diavolo s’allea co’ l’acqua santa !

 

Perplesso

UGO:

Confesso che quest’aspetto mi coglie di sorpresa.

Autoritario

PIO:

A proposito de confessione caro don Ugo che ne pensate di mettervi a posto la coscienza ?

Cercando di schernirsi

UGO:

Veramente mi sono già confessato stamattina con il mio padre spirituale …..

Convincente

PIO:

Sono sicuro che se la fate anche co’ ‘sto povero fraticello vi aiuterebbe a salvarvi  ….l’anima !

Con un sospiro

Ugo:

Sia fatta la vostra volontà !

Concludendo

PIO:

E quella del Padre Nostro che sta nei cieli !

Pio ed Ugo escono

A Toto

Men:

Noi annassimo a fa visita a ‘n’artra osteria, che qui er vino fa schifo !

Facendo da eco

CHE:

Fa schifo !

Menicuccio e Checco escono

A Toto

LET:

Oste, avrei bisogno di parlare con vostra moglie, vi dispiace accompagnarmi ?

Ossequioso

TOT:

Ai vostri comandi donna Letizia.

Anita e Toto escono

Entra Zenaide

A Gianbattista

ZEN:

Scusate, avete visto Ciceruacchio ?

Distrattamente

Gia:

No.

Lo stamo aspettà da un momento all’artro.

Andando vicino a Gianbattista

ZEN:

Questa voce … questa voce inconfondibile …

Santo cielo, ma sei proprio tu ?

Il mio piccolo Giobatta?

allarmato

Gia:

Porca zozza !

Donna Zenaide !

Abbracciandolo

ZEN:

Come sono felice di trovarti qui !

Tirandosi addietro

Gia:

Io none !

Speranzosa

ZEN:

Hai riflettuto sulla mia proposta?

Se passi una notte con me ti farò avere quella scrittura a Parigi.

Con raccapriccio

Gia:

Donna Zenà quante vorte ve lo devo da ripete’ che nun c’ho … l’attribbuti pe’ fa certe cose !

Sognante

ZEN:

Che importanza ha !

Basta che facciamo in modo che mio marito ci sorprenda nell’intimità ….

Preoccupato

Gia:

Così caccia fori lo schioppo e chi s’è visto s’è visto !

Con slancio

ZEN:

E proprio li sta il bello tu che, crivellato di colpi, cadi ai miei piedi esanime!

Con paura

Gia:

Oppuramente me sfida a duello  !

Esaltandosi

ZEN:

Ancora meglio !

Sarebbe un’emozione irripetibile vedere due uomini che si battono per me !

Laconico

Gia:

Ma quali ommini !

Tra me e er principe potemo fa’ la conta a chi l’è de meno !

Cercateve quarchedunartro !

Gianbattista esce

Amara

ZEN:

Tutti uguali gli uomini !

Quando si tratta di ottenere quello che gli interessa ti riempiono la testa di belle promesse per poi dimenticarsene a loro comodo !

Facendosi avanti, aggressiva

ANN:

Ben detto sora zozza !

Risentita

ZEN:

Come vi permettete ?

Ponendosi di fronte a Zenaide

ANN:

Me permetto e come si me permetto, principessa de li mi stivali !

Stupita

ZEN:

Mi conoscete ?

Con veemenza

ANN:

Tutta Roma sa che panni vestite e io, purtroppo, ne so più dell’artri !

Mi marito m’ha riccontato tutto !

Spazientita

ZEN:

E chi sarebbe vostro marito ?

Precisando

ANN:

Angeletto, Ciceruacchio come lo chiamate voi.

Con protervia

ZEN:

Il mio piccolo eroe !

Accalorandosi

ANN:

Quer poveraccio l’avete abbindolato co’ le lenzola nere, le tende nere, le coperte nere, le carzette nere, le mutande nere.

Tutto nero come la coscienza vostra !

Sdegnata

ZEN:

Attenta a come parlate !

Disgustata

ANN:

E pe’ nun di’ de la smania de mannallo a moriammazzato pe’ accontentà le frelletiche de ‘na depravata come voi !

Con alterigia

ZEN:

Io sono la principessa Bonaparte !

Aggressiva

Estraendo il coltello

ANN:

E ‘sti cazzi !

Si nun ve sbrigate a levavve de torno ve faccio diventà la principessa Malaparte !

Entra Letizia

Con sdegno

ZEN:

I vostri modi da popolana di Trastevere sono intollerabili !

Aggressiva

LET:

Che c’avessivo da dì sulle Trasteverine ?

Denigratoria

ZEN:

Per quelle del mio lignaggio trasteverine, monticiane, borghiciane eccetera eccetera sono tutte delle volgari plebee !

Entra Cira

Aggressiva

cir:

A sora cosa che c’avessivo stampato lo stemma puro sulle parti intime ?

Entra Filomena

Parte M22  “Sora Menica”

Canta

cir:

A Roma a Roma le belle romane

ma so’ più belle le Trasteverine;

l’arubba cori so’ le Monticiane,

l’arubba cori so’ le Monticiane

tutt:

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’.

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’ !

LET:

Semo Trasteverine e nun tremamo,

paura nun avemo de nisuno;

ci avemo bona lingua e mejo mano,

ci avemo bona lingua e mejo mano !

tutt:

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’.

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’ !

Ann:

Sete la banderola de Castello,

avete dato er core a questo e quello;

‘na botta cercate de cortello,

‘na botta cercate de cortello !

tutt:

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’.

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’ !

ZEN:

Er core mio l’ho dato a chi me pare,

l’hanno tenuto tutti come’n gioco,

l’hanno tenuto tutti come’n gioco,

er vostro s’è appassito ner cantone !

tutt:

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’.

Sora Menica, sora Menica

oggi è domenica lassece sta’ !

Stop M22

Entra Filomena

Altezzosa

ZEN:

Le offese delle pari vostre non toccano la mia nobile persona !

Minacciosa

fil:

Ma le mano si !

Spingendola verso l’uscita

ANN:

Smammate, sparite, nun ve fa vede più a ronzà attorno a mi’ marito si nun ve puzza de campà!

Dispregiativa

ZEN:

Vado, vado !

Che bisogno c’è di scaldarsi tanto per un piccolo fanfarone locale !

Zenaide esce. Entra Anita

Gridandole dietro

Ann:

Pe’ voi sarà puro un fregnacciaro da quattro sordi, ma è l’omo mio, l’eroe mio e nun lo cambierebbe co’ cento Garibbardi !

Intervenendo, piccata

CIR:

Ciceruacchio è la  speranza de noi romani !

Sorpresa

LET:

Ciceruacchio ! ?

Così voi sareste la moglie di Ciceruacchio ?

Precisando

ANN:

Già, pe’ disgrazia mia  e de quelle povere creature che se lo scordato come padre !

Prendendo Annetta sotto braccio

LET:

Amica mia come vi capisco anche mio marito si è messo in testa di fare il rivoluzionario !

Decisa

ANN:

Dovemo trovà la maniera de levaje ‘sto grillo da la testa !

Venite che dovemo da parlà noi dua !

Anita e Annetta escono

Impaziente a Filomena

CIR:

Se po’ sapé che fine ha fatto Ciceruacchio ?

Ironica

FIL:

Sarà ito a cercà de convince quarc’artro scimunito come lui  !

Convinta

CIR:

Devo da trovallo subbito pe’ sape’ quanno comincià la rivoluzzione !

Cira esce

Entra Pio

Interessato

pio:

Diteme, brava donna, seconno voi er popolo romano è davero  pronto a lottà ar fianco de Ciceruacchio pe’ caccià via er papa?

Laconica

FIL:

A chiacchiere po’ esse !

Sconcertato

pio:

Come a chiacchiere ?

Precisando

fil:

A parole l’ommini nostri smoverebbero le montagne, poi, quanno se tratta de fa’ sur serio, è ‘n artro discorso !

Poco convinto

pio:

Che volessivo da dì ?

Entra Toto

Continuando

fil:

Ar momento bono, chi co’ ‘na scusa chi co’n’artra, se inguatteno tutti e lasseno a sbrojassela da soli a quei quattro imbriachi a cui je se bevuto er cervello!

Nella fattispece quello scemo de Angeletto !

Entrano Carlo e Orazio

Sentenziando

CAR:

Chi s’accontenta gode, e se gratta er culo se je rode !

Con sicurezza

ORA:

Le cose cambieranno grazie al nostro Ciceruacchio !

Entra Ciceruacchio

Incuriosito

CIC:

Ecchime !

Chi me chiama ?

Con slancio

ora:

Finalmente siete qui !

Quando si comincia ?

Orgoglioso

CIC:

Prima de subbito !

Ho appena preso l’urtimi accordi co’ li capi battajone.

Interessato

ORA:

Sono tutti pronti alla pugna ?

Con trasporto

CIC:

So’ tutti gassati !

Je frilleccicano le mano e nun vedeno l’ora de comincià a mena mazzate !

Scuotendo la testa

CAR:

‘Na mela fracica ne guasta cento bone !

Incalzante

pio:

Solo pe’ curiosità !

Come state messi a bocche da foco ?

Riduttivo

CIC:

Ar momento c’avemo trenta mazzafionne, dua senza l’elastico, una ventina de tricche e tracche, un centinaro castagnole e sett’otto razzi cor fischio !

Ironica

fil:

Che ve state a preparà li botti dell’urtimo dell’anno ?

Ignorando la battuta

Incalzante

pio:

Insomma quanti fucili ?

Quanti cannoni ?

Quante bombarde ?

Rammaricato

CIC:

Veramente per ora stamo a zero.

All’armi da foco ce doveveno da pensà li qui presenti: principe Bonaparte e marchese Antinori.

Precisando

tot:

Me pare giusto !

So’ loro che c’hanno li sordi !

Sentenziando

CAR:

Li quadrini so’ come la rena, ‘na soffiata e voleno !

Cercando una scusa

Ora:

Il principe vuole dire che al momento siamo un po’ a corto poichè abbiamo dovuto  pagare la nuova tassa papale sulla raccolta dei rifiuti !

Sentenziando

CAR:

Mejo dolor de borsa che dolor de core !

Sdegnato

tot:

Sori cosi, nun riccontate cazzate, che lo sanno tutti che li nobili e er clero so’  esentati dar pagamento de le gabelle !

Prendendo la palla al balzo

cic:

‘Na ragione de più per battese !

Dovemio da eliminà tutti li privilegì !

Sentenziando

CAR:

Sparagna, sparagna arriva er gatto e se lo magna !

Preoccupato

ORA:

Intendete dire che un domani che trionfasse la rivoluzione noi nobili saremmo costretti a pagare le tasse ?

Precisando

CIC:

Non solo ma tutti li ricchi dovranno donà li beni ar sole a li poveracci !

Sentenziando

CAR:

Regalà è morto e donato sta pe’ morì !

Concludendo

cic:

In modo da ristabilì ‘na vera uguaglianza sociale  !

Cercando una via d’uscita

ORA:

Caro principe conviene che ci concediamo una pausa di riflessione.

Ironico

fil:

Mo che fate, ve state  a rimpiagne er papa già prima de cacciallo via ?

Sentenziando

CAR:

Chi impiccia la matassa se la sbroji !

Imbarazzato

tot:

Allora tutte le belle parole …..

Sentenziando

CAR:

A la vigna de li minchioni ogni ucello ce fa er nido !

Irato

CIC:

Nun ce potete ammolla proprio sur più bello !

Prendendo sottobraccio Carlo

Ora:

Venite vi riaccompagno a casa.

Allibito

CIC:

Ve ne annate cosi ?

E la rivoluzzione ?

Sentenziando

Facendo il gesto dell’ombrello

CAR:

In grolia fra Giovanni, che in cielo te vo’ Gesù, m’hai fregato ‘na vorta, nun me freghi più !

Carlo e Orazio escono

Sarcastico

tot:

Me sa che quei dua  li rivedete cor cacio !

A Garibaldi

Deciso

CIC:

Potemo fa’ a meno de loro !

Da subbito organizzamo ‘na bella colletta tra er popolo e li quatrini pe’ li schioppi li trovamo prima de subbito !

Ironica

fil:

Potessivo mette in piedi ‘na bella riffa !

Accogliendo il suggerimento

CIC:

Bona idea !

Come primo premio ce mettemo la tiara de Pio Nono !

Laconico

PIO:

Resta er problemino de levajela da la capoccia!

Feroce

cic:

Co’ le bone o con le cattive ce riusciremo !

Pazientemente

PIO:

Senti a me fijo: quello e` un tipo tosto, nun molla tanto facirmernte !

Remissivo

FIL:

Me sa che zi’ frate c’ha raggione!

Paterno

PIO:

Prima d’annavve a imbarcà in ‘sto casino pensatece sette vorte, che si la situazzione ve sfugge de mano so’ dolori de panza !

Associandosi

tot:

Proprio accossì !

Accomodante

pio:

Sapete che famo vado chiede’ per voi un’udienza al Santo Padre, cosi je spiegate le ragioni vostre ….

Perplesso

CIC:

E che je vado a riccontà a li confratelli che so’ ito a chiede la benedizzione der Papa prima de  potello caccià via ?

Ambiguo

PIO:

Po’ esse che doppo che c’hai parlato cambi idea!

Mentre si avvia verso l’uscita

CIC:

Famo puro questa, tanto male che va domani cominciamo a menà le mano !

A Toto e Filomena

PIO:

Aspetta un momento.

Miei cari osti che ne pensate de annà in cantina a pija ‘na bottija de schiumante, der mejo che c’avete !

Avviandosi

TOT:

Abbasta che c’è chi paga !

Toto e Filomena escono

Impaziente

CIC:

Allora che me dovete da di’ ?

Bonario

Cercando di sfilarsi il saio

PIO:

Ancora un po’ de pazzienza Ciceruà.

Prima ajuteme a levamme ‘sto sajo che so’  un bagno de sudore !

Accondiscendente

CIC:

Che m’avete preso pe’ er sacrestano vostro ?

Mentre toglie il saio

PIO:

Fa’ piano che c’ho ‘na certa età !

Tolto il saio appare Pio vestito da Papa.

Non riuscendo a parlare

CIC:

Sa … Sa …. Sa …

Sarcastico

PIO:

Che cosa ti succede ?

Ti si è bloccato lo scilinguagnolo?

Buttandosi in ginocchio

CIC:

Santità !

Sete proprio voi ?

Ironico

PIO:

No!

Siamo pulcinella !

Sconcertato

CIC:

E che ce facevate vestito da frate ?

Malizioso

PIO:

Alle volte, come al nostro predecessore Sisto Quinto, ci piace sapere quello che la gente pensa di noi, così …

Preoccupato

CIC:

Così avete sentito tutto !

Facendo rialzare Ciceruacchio

PIO:

Diciamo che non abbiamo potuto farne a meno!

Mettendosi le mani nei capelli

CIC:

So’ rovinato !

Povera Annetta mia !

Poveri fiji mia !

Riflessivo

PIO:

In fondo, riflettendoci bene, in mezzo a tante castronerie qualche cosa di buono l’abbiamo sentita !

Preoccupato

CIC:

Sete sicuro che nun me state a pija per culo?

Sostenuto

PIO:

Anche se a volte  ci piacerebbe non ci e’ concesso, siamo il Papa noi !

Tranquillizzato

CIC:

Scusate Santità.

Autocritico

PIO:

Ha colpito il nostro cuore la tua affermazione che dovremmo ascoltare maggiormente  la voce delle nostre pecorelle ….

Interrompendo. Con calore

CIC:

Parole sante !

Sottilmente ironico

PIO:

E come potrebbe essere diversamente dal momento che siamo noi a dirle !

Perplesso

CIC:

Ma allora perché, si la pensate così bene razzolate così male ? 

A malincuore

PIO:

Purtroppo la politica e la ragion di stato, figlio caro, c’impongono di seguire il cervello e non il cuore !

Deciso

Con entusiasmo

CIC:

E voi fregatevene.

Diventate er Papa de la povera gente!

Con rammarico

PIO:

Ci piacerebbe !

Eccome se ci piacerebbe  ma …

Insistendo

CIC:

Nun ce so’ ma che tengheno er Papa sete voi si o no ?

Parte M23 “M’affaccio a la finestra”

Canta

PIO:

M’affaccio a la finestra e vedo l’onne,

le mi’ miserie vedo che so granne,

l’amore mio chiamo non m’arisponne,

l’amore mio chiamo non m’arisponne.

Teneteme teneteme che volo,

me so’ innamorato de lo celo,

lo celo è alto e lo mio amore è solo,

lo celo è alto e lo mio amore è solo.

Me so state donate tre viole,

io le metto sotto ar capezzale,

tutta la notte ho sentì’ l’odore,

tutta la notte ho sentì’ l’odore.

Stop M23

Buttandosi in ginocchio

cic:

Santità perdono !

Paternamente ironico

pio:

Alzati Ciceruacchio, che potrebbe entrare qualcuno dei tuoi amici rivoluzionari e allora che figura ci faresti ?

Con trasporto

cic:

Ve vojo chiede perdono puro a nome loro !

Con sentimento

PIO:

Invece chiediamo tutti il perdono di Nostro Signore ed imploriamolo che, nella Sua infinita saggezza, metta una mano sulla testa del popolo perché si accorga che non è la violenza il sistema migliore per veder riconosciuti i propri diritti.
E a noi le metta tutte e due perché ci aiuti a governare pensando solo al bene delle pecorelle affidateci !

Perplesso

cic:

Santità ma ner mentre che er Padreterno se dà da fa’ io che je vado a riccontà a li capo rioni ?

pio:

Domattina ti aspettiamo al Quirinale, assieme a loro, per gettare le basi per un futuro più giusto per tutti e per la salvezza delle anime nostre.

cic:

Viva er Papa !

Viva Pio Nono !

Parte M24 “La società dei magnaccioni”

Cantano

CIc:

Fatece largo che passamo noi

MEN:

li giovanotti de ‘sta Roma bella.

ora:

Semo regazzi fatti cor pennello

tot:

e le regazze famo innammorà.

cir:

Ma che ce frega, ma che c’emporta

zen:

si l’oste ar vino c’ha messo l’acqua

ugo:

e noi je dimo, e noi je famo

LET:

c’hai messo l’acqua e nun te pagamo

Gio:

Ma però noi semo quelli

FIL:

che je risponnemo in coro

pio:

è mejo er vino de li Castelli

che questa zozza società

Tutt:

Ce piaceno li polli,

l’abbacchio e le galline

perché so’ senza spine

nun so’ come er baccalà.

La società dei magnaccioni,

la società della gioventù,

a noi ce piace de magnà e beve

e nun ce piace de lavorà.

Portece ‘n artro litro

che nun te pagheremo

però se lo bevemo

embé embé che c’è.

CIC:

E qaunno er vino embé

che:

t’ariva ar gozzo embé

ZEN:

ar gargarozzo embé

ugo:

te fa un ficozzo embé

ora:

Pe’ falla corta

cir:

pe’ falla breve

Gia:

chiamamo l’oste:

let:

portace da beve

Car:

da beve, da beve.

Tutti:

E quanno er vino embé

t’ariva ar gozzo embé

ar gargarozzo embé

te fa un ficozzo embé

Pe’ falla corta

pe’ falla breve

chiamamo l’oste:

portace da beve

da beve, da beve.

FINE