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FACILISSIMO!!

Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

Sortino - 2015

nunzialarosa.2@gmail.com

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

1


PERSONAGGI

(In ordine di apparizione)

Domenico Fratuzzo - Medico e amico di famiglia, coetaneo di Alberto.

Alberto Marino - Cinquantenne, ingegnere, dirigente d’azienda.


Luisa


-


Moglie di Alberto


Teresa


-


Vicina di casa, coetanea di Luisa


Vito Campanella - Zio di Alberto, reduce della II Guerra mondiale.

Prof. Pierpietro Pitruzza

Sociologo, sedicente, esperto della Comunicazione.


Dott. Giacchi


Assistente


segretario


al


servizio


del


Prof.


Pitruzza.


Tanza/Tina


Badante/Sorella di Teresa. I personaggi interpretati da un'unica attrice.


saranno


Cameraman


Giovane aitante.


Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente accaduti è puramente casuale!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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FACILISSIMO!!

Atto I

Scena I

(Alberto, Domenico e Luisa)

ALBERTO

(Entrando in scena assieme a Domenico medico e amico di famiglia, agitato e

nervoso nei toni) Domenico, tu non puoi capire. Zio Vito, zio Vito per me, per la mia

famiglia, come dire, come te lo faccio capire. Insomma Domenico, tu sei non solo

medico, ma soprattutto amico mio, amico d’infanzia. Ti ricordi quando si giocava e

io ti facevo vincere sempre?

DOMENICO

Non ti allargare, tu non mi hai “fatto” vincere mai e anzi cercavi sempre di

imbrogliare.

ALBERTO

Domenico, e ti vuoi vendicare adesso? Domenico! (afferrandolo per il risvolto della

giacca e gridando “sottovoce”) Mimmo! Tu a mio zio lo devi salvare! Mimì, tu non

sai quanto sia importante per me zio Vito!

DOMENICO

(Divincolandosi) Alberto! Ma che ragionamenti vai facendo, è da una settimana che

me lo tieni con l’aspirina e ora io te lo devo salvare? E poi quanti anni ha tuo zio

Vito?

ALBERTO

Non cercare scuse! Ormai la media di vita si è alzata!

DOMENICO

Ma che ci vuoi alzare ormai a zio Vito! Mi pare che la novantina l’abbia già

oltrepassata, no?

ALBERTO

Lo sapevo, lo sapevo! Il miglior amico è il tuo peggior nemico! Non ci vuoi neanche

provare? Mi vuoi lasciare da solo, nella disperazione più totale? (Sdegnato) Che

bell’amico!

DOMENICO

Alberto ora non esagerare, io non faccio miracoli!

ALBERTO

(Piangendo) Ma almeno provaci! Se muore lo zio, io mi uccido! Domenico, mi

uccido! Lo capisci? (Simula il suicidio, nel frattempo entra Luisa affannata)

LUISA

Alberto, Alberto, sbrigati zio Vito! Zio Vito … ti cerca!

ALBERTO

(Esasperato, impaurito) Cosa Luisa, cosa è successo a zio?

LUISA

Ti cerca, vuole parlare con te!

ALBERTO

(Visibilmente sollevato, uscendo come un invasato) Mi cerca, zio mi cerca! mi cerca!

Mi cerca, zio è vivo!

LUISA

(Guardando Domenico, assorto) Domenico, che hai stai male?

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DOMENICO

No, Luisa. Mi sento un pochino sconvolto e, …. con qualche senso di colpa.

LUISA

Sconvolto? Sensi di colpa? E Come mai?

DOMENICO

Luisa, tu sai quello che ho sempre pensato di te e di Alberto, no? Tu troppo

sensibile, fragile, eterea. Luisa, tu lo sai che ho sempre pensato che Alberto non era

l’uomo giusto per te!

LUISA

Già, e so pure chi pensavi fosse l’uomo giusto per me.

DOMENICO

E perché negarlo, non ci sono dubbi che io sarei stato l’uomo giusto per te! (Luisa

cerca di zittirlo) No, non c’è bisogno. L’ho capito solo ora. Mi sbagliavo, Alberto

dietro la corazza di uomo egoista e rude, nasconde una sensibilità d’animo, che non

avrei mai immaginato!

LUISA

(Stupita) E l’hai scoperto ora? E come mai?

DOMENICO

Zio Vito.

LUISA

(Interdetta) Te l’ha detto zio Vito?

DOMENICO

No, l’affetto, l’attaccamento che sta dimostrando nei confronti di suo zio mi ha fatto

cambiare l’opinione che avevo su di lui. (Commosso) Luisa, perdonami se non l’ho

compreso prima che perla di uomo hai sposato. Quell’amico, che ho sempre

creduto un presuntuoso, arrogante ed egoista oggi mi ha dato prova di una grande

sensibilità. (Domenico inizia a singhiozzare, ma lo fa in un modo particolare per cui

risulta poco comprensibile se piange o se ride).

LUISA

Ma che fai stai ridendo?

DOMENICO

No, piango. Piango, perché non posso perdonarmi tutta l’invidia, l’odio, il disgusto

che ho provato per lui in tutti questi anni.

LUISA

Ma per favore finiscila. Un uomo cinico come te, si commuove per così poco?

DOMENICO

Luisa, lo so che è difficile crederci, ma è lo sfogo liberatorio di tanti anni di

sofferenza e angoscia tenuti dentro! E’ un bubbone che deve esplodere fuori,

altrimenti non guarisco. (Continua in un singhiozzo irrefrenabile) Non mi posso

fermare!

LUISA

Meglio che ti fermi, se ritorna Alberto che gli raccontiamo?

DOMENICO

(Continuando a singhiozzare) Luisa, non mi posso fermare è come un fiume in piena.

LUISA

Basta Domenico, basta! Fermati, non è come pensi tu! Non è per lo zio!

DOMENICO

(Fermandosi di botto) Come non è per lo zio? E allora per chi è? Mi ha implorato in

ginocchio di salvare lo zio Vito.

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LUISA

Si, è per lo zio, ma non è per quello che pensi tu.

DOMENICO

(Perentorio) Luisa, è per salvare lo zio o non è per salvare lo zio?

LUISA

Si, (visibilmente imbarazzata) è per salvare ….

DOMENICO

Coraggio, finisci. E’ per salvare?

LUISA

E’ per salvare …

DOMENICO

(Continuando la frase) … lo zio!

LUISA

… la pensione di zio.

DOMENICO

(Riprende a singhiozzare) Ah, ah, ah ….

LUISA

Ma che fai? Piangi di nuovo?

DOMENICO

No, rido! (Riprendendosi) Perciò, mi vorresti far credere che l’ingegnere Alberto

Marino-Lametta,  ha bisogno dello pensione dello zio? Presuntuoso arrogante ed

egoista si! Ma avaro e pezzente no, non ci credo, non c’è mai stato! Ha fatto sempre

lo spaccone. Luisa se era un modo per farmi finire di piangere ci sei riuscita. Però

ora mi devi spiegare che cosa sono tutti questi misteri. (Luisa resta in silenzio,

ritraendosi) Luisa! Se non parli esco da quella porta e non ci entro più! Che succede

in casa Marino-Lametta? Questa famiglia, ha ancora bisogno dell’amico Domenico

Fratuzzo? (Nel frattempo rientra Alberto, quindi rivolgendosi a tutt’e due). Allora?

ALBERTO

(Ignaro  della  discussione  precedente  e  gaudente)  Ma  lo  sai  che  zio  si  sta

riprendendo? Mi ha raccontato la storia del generale che lo mandò a suonare le

campane …

DOMENICO

(Irritato, gridando) Ora basta! Qui si trama alle mie spalle! Mi volete dire qual è

questa storia …

ALBERTO

(Interrompendolo, e non comprendendo il senso del tono arrabbiato di Domenico)

Oh, ma perché ti stai arrabbiando? Abbi pazienza che ora te la racconto questa

storia.  Devi sapere che nella seconda guerra mondiale, zio Vito era agli ordini del

generale Messe ….

DOMENICO

(Ancora più irritato) Ma vi puoi prendere per i fondelli? La guerra, il generale, le

campane. Qua si chiede il mio aiuto e ho il diritto di sapere cosa si sta tramando!

ALBERTO

(Che continua a non capire, rivolgendosi alla moglie) Ma che gli è successo?

LUISA

Vuole sapere il motivo del tuo affetto “esagerato” per lo zio.

ALBERTO

Esagerato, perché esagerato. E’ il normale affetto, che ogni nipote nutre …

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DOMENICO


(Riprendendosi la valigetta e facendo per uscire)


Abbiamo


capito. Domenico


Fratuzzo in questa casa è di troppo.


ALBERTO


Ma che fai. Te ne vai?


DOMENICO


Tu, mi stai mandando!


ALBERTO


Domenico, ma che stai dicendo, chi ti sta mandando? E poi, mi devi ancora scrivere le medicine per lo zio.


DOMENICO


Te le puoi scordare chiamati un altro!


ALBERTO


Un altro? Dopo quarant’anni che ti sopporto, ora chiamo un altro? Tu sei il nostro medico di famiglia e non ti puoi sottrarre!


DOMENICO


Il medico di famiglia, bravo! Tu lo sai che cosa lega il paziente al medico di famiglia? La fiducia, soprattutto. Tu scegli il medico di famiglia, soprattutto, perchè ti fidi. Giusto Alberto? Giusto Luisa?


ALBERTO


Infatti, (guardando la moglie per cercare l’intesa) giusto Luisa? (Vedendo la moglie ritrarsi, ripete) Giusto Luisa?


DOMENICO


Non cambi mai. Non coinvolgere tua moglie in questa menzogna. Lei è un essere puro e candido e tu sei solo un fetente! (Su quest’ultima battuta, Alberto prova a scagliarsi verso Domenico, fermato da Luisa)


LUISA


Ora Basta! Domenico ha ragione! Dobbiamo fidarci di lui e raccontargli la verità! Domenico, per favore non te ne andare e siediti.


DOMENICO


(Facendo il prezioso) No, me lo deve chiedere lui!


LUISA


Ti prego Domenico, lo sai com’è fatto Alberto. E’ troppo orgoglioso.


DOMENICO


(Con lo stesso tono di prima, quasi bambinesco) Se non me lo chiede lui, me ne vado!


ALBERTO


(Spazientito va, lo afferra per un braccio e lo fa sedere di prepotenza) E come fai?

Siediti e ascolta! (Domenico riprende a singhiozzare come prima) Ma che fai piangi?

Ti ho fatto male?


DOMENICO


No, rido! Mi sono ricordato di quando eravamo piccoli e stavamo sempre a litigare e……


ALBERTO


E tu le prendevi sempre!


DOMENICO


No ti sbagli! Tu le prendevi!


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ALBERTO

Mio caro, tu hai il cervello confuso. Tu le prendevi! (Domenico si alza inveendo

contro Alberto, di nuovo fra i due succede uno scompiglio ed interviene Luisa)

LUISA

Ma insomma basta! Siete rimasti sempre due bambini! Due seri professionisti

affermati, che non riescono a parlare senza azzuffarsi! La smettete una buona volta!

(I due cercano di intervenire contemporaneamente e Luisa esasperata) Basta! Tu

siediti lì e tu fermo là! Alberto è inutile continuare a nascondere il sole con la rete!

Con questa mania che hai di nascondere sempre la verità, crei solo problemi e poi

…. Domenico potrebbe anche esserci utile, potrebbe darci una mano no?

ALBERTO

Si, figurati, invidioso com’è se ne va a festeggiare (Domenico tenta una reazione ma

viene bloccato da Luisa)  Va bene, basta. Non c’è niente da nascondere. Se muore

zio, noi gli andiamo dietro. E lo sai perché? Fatti una bella risata! L’ingegnere

Marino-Lametta, non ha più un posto di lavoro. E sai come pensa di campare? Con

la pensione di suo zio. Com’è non ridi?

DOMENICO

Alberto, ti meriteresti di essere preso a calci. Secondo te io ho piacere a sapere

queste cose? Certo, fosse solo per te, magari. Ma c’è Luisa, Martina.  Vabbè,

insomma, almeno ora è tutto chiaro. Mi pareva una cosa strana tutto quest’amore

per tuo zio. Tu non ti sei mai interessato di nessuno. (Tentativo di reazione da parte

di Alberto, bloccato prontamente da Luisa, poi comincia a squadrarlo dalla testa ai

piedi come lo volesse analizzare e scoppia in una risata che come al solito sembra

più un singhiozzo).

ALBERTO

Ma che fai piangi? Ti faccio pena, vero? (Domenico continua nei suoi singhiozzi) Hei,

bell’aiuto che mi stai dando, bel conforto. Senti, vattene a casa tua e non farti

vedere mai più!

DOMENICO

Ma quale pianto! Rido, rido! Ho trovato la soluzione, ma non per te, naturalmente.

Io mi preoccupo per tua moglie e per tua figlia.

ALBERTO

Senti, guarda che per mia moglie e per mia figlia ci penso io. Va bene?

DOMENICO

Vabbè rilassati. Vuoi sapere qual è la soluzione?

LUISA

Domenico non tenermi sulle spine, cosa hai pensato?

DOMENICO

Politica mia cara, carriera politica!

ALBERTO

Ma che bella pensata! Originale! Io che non mi sono mai interessata di politica. Che

me ne sono sempre tenuto alla larga. Ora, mi metto a fare politica?

DOMENICO

Appunto per questo motivo. Tu sarai il volto nuovo della politica della nostra Città.

L’ingegnere Alberto Marino-Lametta, rinuncia. Hai capito? Rinuncia alla sua brillante

carriera lavorativa, per dedicarsi al suo paese, il Comune di Corina! Non ti sembra

un’idea formidabile!

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LUISA


Ma, Alberto, cosa dovrebbe fare?


DOMENICO


Il Sindaco, bellezza! Il Primo cittadino del Comune di Corina!


ALBERTO


Mimmo, mi sa che è meglio che pensi a come fare campare mio zio. La politica non fa per me. Non mi sento adeguato.


LUISA


Alberto, (Accarezzando l’idea prospettata) però non è un’idea da scartare, scusa tu saresti il Sindaco di Corina!


DOMENICO


(Appoggiandole il braccio sulle spalle amorevolmente) E tu la first lady! Non ti sembra una splendida idea?


ALBERTO


(Urtato dalla reazione della moglie e sollevando il braccio di Domenico) Domenico, scrivimi le medicine dello zio e vattene!


DOMENICO


Ma riflettici, quanto può vivere ancora tuo zio?


ALBERTO


Hei, ma tu lo vuoi fare morire per forza? Per ora pensiamo allo zio, poi … vediamo, per la politica … ci devo meditare, ho bisogno di un po’ di tempo, no?


DOMENICO


Bene, cominci a ragionare. Allora, ora pensiamo a zio. Chiamo l’infermiera che lavora per me e le dico di venire a fargli le punture. Per ora le fiale te le do io, una domattina e queste pillole tre volte al giorno. Poi vediamo come va e nel frattempo comincio a muovermi per la tua candidatura. (Nel frattempo compone il numero di telefono dell’infermiera) Marisa, si ciao. Senti dovresti venire dal mio amico, l’ingegnere Marino-Lametta per delle punture, sai dove abita, vero? Ma scusa dove sei? Ah va bene. E chi ti può sostituire? Va bene, pensaci tu.


LUISA


Non può venire?


DOMENICO


E’ dovuta rientrare in Ospedale per un’emergenza, ma mi ha detto che chiamerà un’amica che abita qua vicino. Tanto è un’intramuscolare, e potresti farla anche tu!


LUISA


Ma quando mai? Io non riesco, non c’ho mai provato. Comunque, se è necessario potrei anche provarci ….


ALBERTO


Ma tu sei pazza! Vuoi cominciare proprio con zio? E se l’ammazzi? (Rivolgendosi ad Alberto) Perché non gliela fai tu?


DOMENICO


Io? Io ho paura!


ALBERTO


Ma cosa dici? Hai paura a fare le punture? Ma che medico sei? Come hai fatto a laurearti?


DOMENICO


(Uscendo di casa) Politica caro mio! Politica!


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Atto I

Scena II

(Alberto, e Luisa, poi Teresa e zio Vito)

ALBERTO

Che figlio di …. Hai capito questo qua si prende la laurea in medicina e non riesce a

fare neanche una puntura! Ma in quali mani siamo! Senti sai che faccio, vado in

farmacia e mi faccio spiegare che c’è dentro queste fiale. Fidarsi è bene, ma non

fidarsi è meglio!

LUISA

Ma dai Aberto! Ma cosa credi che Domenico sia uno sprovveduto?

ALBERTO

Sprovveduto, non lo so, ma carogna sicuro. Per farmi un dispetto quello mi fa

morire lo zio. Senti io per sicurezza, vado in farmacia con

la scusa di prendere altre

fiale e siringhe e mi faccio spiegare esattamente che cosa contengono e a che

cosa

servono.  Meglio  essere  prudenti.  Tu  nel  frattempo

vigila

sullo

zio.

(Esce

frettolosamente)

LUISA

E’ impazzito! Non lo riconosco più! (Poi cambia espressione e ripensa all’idea di

Domenico) Però, diventare la moglie del Sindaco … non mi dispiacerebbe. Inviti,

feste, cerimonie. In prima fila al Festival di Corina. (Comincia a mimare saluti e

atteggiamenti da star, mentre nel frattempo bussano alla porta e

va ad aprire,

volteggiando seguendo il suo pensiero)  Si, avanti. (Davanti

a

lei

si presenta

un’infermiera tutta coperta con guanti di lattice e mascherina. In realtà è Teresa la

vicina di casa ex amica di Luisa, innamorata di Alberto)

Buongiorno, ma cosa è

successo? Che desidera? Chi cerca?

TERESA

(Cercando di camuffare anche la voce) Sono l’infermiera, sono venuta a fare la

puntura al signor Vito Campanella, abita qui?

LUISA

Si abita, qui. Ma perché si è coperta in questa maniera? Non è che zio ha qualche

malattia infettiva?

TERESA

No! Sono io ad essere raffreddata e non vorrei trasmettere qualche virus al malato!

Allora, dove sono le fiale e le siringhe? (Luisa indica il tavolo) Ah, ce n’è solo una,

preparo la puntura e procedo. (Comincia ad armeggiare con fiala e siringa osservata

da Luisa che la squadra dalla testa ai piedi) Allora? Dov’è il moribondo?

LUISA

Beh, non esageriamo, volete farlo morire per forza! Comunque mi segua nella

camera da letto. (Tutt’è due si dirigono verso la camera da letto, dopo qualche

secondo di silenzio si sente un urlo di zio Vito che esce come una freccia inseguito da

Teresa, con la siringa in mano e Luisa dietro)

VITO

Assassine! Assassine! Mi volete ammazzare! (Continua a correre inseguito dalle due

che tentano di bloccarlo)

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LUISA

Zio fermati! Lo facciamo per te! Per farti stare meglio, fermati!

VITO

Vi faccio arrestare, nessuno è mai riuscito a farmi un pertugio! E ora ci vorreste

provare voi? Avete sbagliato bersaglio!

TERESA

Avanti finiamola prendiamo un lenzuolo e leghiamolo!

LUISA

Ma no, non esageriamo, ora zio si convince. E’ vero zio?

VITO

No, mai! Voglio morire vergine!

TERESA

Ma non era moribondo? Corre come un treno! (Continua l’inseguimento per la

stanza,  poi  le  forze  abbandonano  zio  Vito,  che  si  accascia  sulla  poltrona.

Prontamente Teresa lo sovrasta e lo blocca a cavalcioni con la siringa in mano a mo

di pugnale, mentre Luisa si nasconde per non vedere)

LUISA

No, non voglio vedere! Ho paura! (Nel Frattempo a Teresa è caduta la mascherina e

mentre sta per vibrare il colpo con la siringa, entra Alberto)

Atto I

Scena III

(Alberto, Luisa, Teresa, zio Vito)

ALBERTO

Teresa! Che stai facendo? Vuoi ammazzare mio zio?

LUISA

(Facendo capolino da dove si è nascosta) Teresa!? Teresa! Come hai il coraggio di

presentarti in casa mia? Dopo tutto quello che è successo?

TERESA

E basta! Quanto la state facendo lunga! Che è successo? (Finalmente riesce a

“infilzare” zio Vito che emetterà un urlo di dolore).

ALBERTO

(Accasciandosi all’urlo di zio Vito, con un fil di voce) L‘ha ammazzato!

TERESA

Non ti frastornare che tuo zio, anche da morto è più vivo di te (Allusiva).

Quanto

siete monotoni. Luisa, veramente hai pensato che io potessi essere innamorata di

tuo marito? (Con finto disgusto) Mi fai così disperata? Io l’ho fatto per te, per

mettere alla prova la fedeltà di tuo marito!

LUISA

Girala che si brucia.

ALBERTO

(Ironico) Ma certo, ti sacrificavi per amore della tua amica.

TERESA

Per un’amica questo ed altro.

LUISA

Senti, Teresa. La prossima volta che ti vuoi “sacrificare” prima parlane con me.

ALBERTO

Basta ora finiamola! (Guardando verso lo zio) Tutto passa in secondo piano davanti

a questa tragedia. Che c’hai fatto a mio zio?

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TERESA

Quello che mi è stato chiesto. Ho fatto un favore ad una amica. (Allusiva) Una vera

amica! Mi ha detto che c’era bisogno di fare una puntura qua vicino, lei non poteva

ed io mi sono sacrificata …

LUISA

Passi la vita a sacrificarti per gli amici, che pia donna!

TERESA

Senti Luisa, ora mi stai facendo seccare veramente. Non solo mi precipito per dare

soccorso e mi devo sentire aggredita da te e da quel porco di tuo marito! (Reazione

da parte di Alberto e Luisa, bloccati da un lamento di zio Vito)

VITO

Dov’è l’infame? Toglietemi la siringa che ce l’ho ancora infilzata!

TERESA

Oh, caspita con tutta sta confusione me la sono scordata. (Corre ad estrarre la

siringa dalla natica di zio Vito, poi gli chiede) Gli ho fatto male?

VITO

(Con lo sguardo vitreo) Assassina!

TERESA

Oh, quanto siete esagerati, una si mette a disposizione e si deve sentire insultata! E

le innaffio i vasi quando “loro” sono in ferie. E faccio da mangiare alla “loro” figlia

che le piace come cucino io. E fai la puntura a zio che “loro” non sono capaci a fare

nulla! Lo sapete cosa vi dico? Chiamatevi un’altra e pagate! Pagate, cari miei! Che la

sottoscritta si è stancata di fare sacrifici per questa famiglia! (Esce sbattendo la

porta, rientra si riprende le sue cose guarda tutti con sdegno dalla testa ai piedi)

Non mi cercate più! Mi fate schifo!

ALBERTO

Ma chi ti vuole vedere? Oh, finalmente ce la siamo tolta dalle scatole!

LUISA

Speriamo, ma non è una che si arrende facilmente!

VITO

(Con un fil di voce) Portatemi alla casa di riposo. Perché qua mi fate morire!

ALBERTO

(Accorrendo) Zio ma che stai dicendo. Ora ti chiamiamo il miglior professore, tu

neanche te lo immagini quanto teniamo alla tua salute, vero Luisa?

LUISA

Ma certo zio, ora ti accompagniamo nel tuo letto e ti riposi. Va bene?

VITO

Portatemi alla casa di riposo che mi sento più confortato! Da Tanza!

ALBERTO

Si zio nella tua stanza. Qua ti vogliamo tutti bene,  poi quando torna Martina ti

accompagniamo tutti alla casa di riposo, va bene? (Con tono affettuoso cerca di

convincerlo, mentre lo accompagna nella sua camera, Luisa resta in scena a

sistemare la stanza, mentre bussano alla porta)

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Atto I

Scena IV

(Alberto, Luisa, Domenico poi Pitruzza e Giacchi)


LUISA


(Va ad aprire) Mimmo, che ci fai di nuovo qua?


DOMENICO


(Entra in scena raggiante) Ce l’ho fatta! Ho convinto il Professor Pitruzza a darci la consulenza per sostenere la candidatura di: “Alberto Marino-Lametta, Sindaco per Corina!”


ALBERTO


(Rientrando con tono scettico) E chi sarebbe questo Professor Pitruzza?


DOMENICO


Ma sei proprio un ignorante, il professor Pitruzza è un famoso sociologo ed esperto di comunicazione, nato qui a Corina che ha studiato e lavorato in giro per il mondo e che da poche settimane è rientrato per ritrovare le sue radici. Alberto tu non sai la fortuna che ti sta capitando.


LUISA


Ma, un luminare del genere, chissà quale compenso chiederà.


DOMENICO


Questo è il bello, non chiede nulla in anticipo. Pagamento a risultato ottenuto e soprattutto il pagamento non lo dovrete fare di tasca vostra, lui si accontenta della nomina del suo segretario a consulente del Sindaco e di qualche evento che organizzeremo dove lui farà da relatore.


ALBERTO


Io non ne capisco molto, ma mi pari che non si accontenta di poco.


DOMENICO


Ma che te frega, non è che devi pagare tu!


ALBERTO


(Con amarezza) Già, paga il Comune! Ma poi, scusa nel tuo partito sono d’accordo di candidare me?


DOMENICO


Il mio partito? E qual è il mio partito?


ALBERTO


Ma non eri il segretario provinciale del partito …


DOMENICO


(Interrompendolo) Ero, infatti, tempo passato. Prima ero. Ora, tempo presente, sono … per i fatti miei! E vedrai assieme a te e al Professor Pitruzza che cosa combiniamo! Partiti? Ma che partiti. I partiti sono fuori moda, non attraggono più! Creeremo un Movimento, che coinvolgerà non solo Corina, ma che esporteremo negli altri Comuni. (Esaltandosi) Conquisteremo la Regione e punteremo su … Roma! Roma, capisci! Io e il professore ti guideremo e tu sarai il condottiero!


LUISA


E io che faccio?


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DOMENICO

Cara Luisa, accanto a un grande uomo c’è sempre una grande donna. Tu sarai la

compagna discreta, ma sempre presente vicina non solo al Condottiero, ma a tutta

la squadra.

ALBERTO

Quindi anche accanto a te?

DOMENICO

Certamente, se la squadra deve vincere deve essere “affiatata”.

ALBERTO

Mimì, mia moglie si “affiata” solo con me! Tu fatti “affiatari” da qualche altra.

DOMENICO

Sei sempri il soltito provinciale, arretrato e bigotto. Io ti vorrei fare evolvere, ma non

c’è verso!

ALBERTO

E io non mi voglio evolvere, va bene? Vai a fare l’evoluto in un altro posto.

(Comincia di nuovo il battibecco fra i due interrotto come sempre da Luisa)

LUISA

E basta! Lo so io con chi mi devo affiatare! Qua stiamo parlando del futuro della

nostra famiglia e quindi se è necessario farò qualsiasi sacrificio!

DOMENICO

Brava! Così mi piaci!

ALBERTO

Luisa non è che ti vuoi sacrificare come la tua amica Teresa? Perché se qua

cominciamo a sacrificarci tutti lo sai come può finire, no?

DOMENICO

Che c’entra Teresa?

LUISA

Niente, Alberto pensa sempre male di tutti.

ALBERTO

Lasciamo perdere. Senti Mimmo, a me pare che questa cosa non può funzionare.

Come ti dicevo prima non è il mio mestiere mi sento inadeguato.

DOMENICO

Alberto! Secondo te perché mi sono rivolto al Professor Pitruzza? Lui ti guiderà e tu

devi solo lasciarti guidare. (Nel frattempo bussano alla porta e Domenico si precipita

ad aprire). Professor Pitruzza, prego si accomodi che onore, che onore!

(Entrerà  Pitruzza  con  fare  pomposo  accompagnato  dal  fedele  Giacchi  che

interpreterà il ruolo di “Spalla” del Professore come un cavalier servente annuirà

e

sottolineerà ogni intervento di Pitruzza asservendo le volontà più o meno manifeste

dello stesso. Ricorderanno le figure del “gatto e la volpe”)

PITRUZZA

(Togliendosi cappello e mantello che consegnerà a Giacchi) Grazie, mi rendo conto,

non ve l’aspettavate, ma quando assumiamo un impegno non arretriamo e non ci

sottraiamo alla sfida! Non è vero dottor Giacchi?

GIACCHI

Quando assumiamo un impegno non arretriamo, non ci sottraiamo.

PITRUZZA

Bene, per me possiamo cominciare. Presentatemi il Candidato.

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DOMENICO

(Rivolto ad Alberto che è rimasto in un angolo con Luisa alquanto perplesso) Allora

Alberto vogliamo presentarci al professor Pitruzza?

ALBERTO

Presentati tu!

DOMENICO

Non fare il bambino sei tu il Condottiero!

ALBERTO

Ma basta, lo volete capire che non sono la persona giusta!

PITRUZZA

(Al tentativo di reazione  dei  presenti alzerà  le  mani  come  per  impartire  la

benedizione e zittendo tutti, scrutando Alberto dalla testa ai piedi e scambiandosi

occhiate con Giacchi) Lasci decidere a noi se lei è la persona giusta o no. Non è vero

dottor Giacchi.

GIACCHI

Lasci decidere a noi se lei è la persona giusta o no.

PITRUZZA

Bravo Giacchi, lei dice sempre cose sensate.

GIACCHI

Grazie

PITRUZZA

Prego

LUISA

(Richiamandosi all’esperienza della commedia precedente n.d.a.) Mi scusi professor

Pitruzza, ma lei ha un parente psichiatra?

DOMENICO

Luisa ma che c’entra Alberto non ha bisogno di uno psichiatra devo solo fidarsi dei

consigli  del  Professor  Pitruzza  e  dell’assistenza  del  dottor  Giacchi.  Giusto

Professore?

PITRUZZA

Esatto! Caro Mimmo, la fiducia è alla base del nostro accordo. Lei si fida di noi?

ALBERTO

Ma se non so neanche chi siete?

DOMENICO

(Cogliendo un moto di fastidio da parte di Pitruzza)

Ma che dici Alberto (poi

sottovoce) Ma sei impazzito, che dici? Il Professor Pitruzza, un grande e stimato

esperto della comunicazione, un grande sociologo, che si mette a disposizione

nostra. Testone ma lo vuoi capire la fortuna che ti sta capitando?

ALBERTO

(Guardando la moglie quasi implorando) Ma che devo fare?

LUISA

(Scambiandosi sguardi di complicità con Domenico) Proviamoci, che ci costa sentire?

ALBERTO

(Rassegnato) Proviamoci, prego professore, procediamo pure.

PITRUZZA

(Passando in rassegna l’imbarazzato Alberto, poi con palese soddisfazione rivolto ai

presenti)  E’ lui! Signori, sono lieto di comunicarvi che l’ingegner Alberto Marino-

Lametta sarà il futuro Sindaco di Corina! (Applausi e abbracci dei presenti).

ALBERTO

Scusi dottor Pitruzza non vorrei essere ingrato, ma come fa ad essere così sicuro?

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

14


PITRUZZA

(Ridacchiando con sufficienza) Dottor Giacchi come faccio ad essere così sicuro?

Glielo dica lei!

GIACCHI

Ci mancherebbe glielo dica lei.

PITRUZZA

Grazie

GIACCHI

Prego

LUISA

(C.S.) Mi scusi dottor Giacchi, ma lei ha un parente poliziotto?

DOMENICO

Luisa anche tu. Ti sei fissata! Prima lo psichiatra ora il poliziotto. Qui si discute del

futuro del nostro Paese!

LUISA

No, è che mi ricordano qualcuno. Non ti sembra Alberto?

ALBERTO

Luisa a me l’unica cosa che sembra è che stiamo perdendo tempo!

PITRUZZA

(Adirato e offeso) Dottor Giacchi andiamo via! Qui si mette in dubbio e si offende la

nostra professionalità.

GIACCHI

Sa cosa le dico professore? Che qui si mette in dubbio e si offende la nostra

professionalità. Andiamo via!

DOMENICO

(Ponendosi davanti alla porta per impedire di uscire a Pitruzza e Giacchi) Professore

lei non deve abbandonare il nostro progetto! L’ingegnere ha solo paura! Non

possiamo fermarci al primo ostacolo! Alberto ora basta! Ricordati di tuo zio Vito!

(Con lo sguardo passando in rassegna tutti i presenti) Allora, vogliamo continuare?

ALBERTO

E va bene, però sappiate che io di politica non capisco nulla, niente, nisba!

PITRUZZA

(Con il solito sorriso di sufficienza) Meglio, meglio! Meno ne capisce e migliore sarà il

risultato! Lei è come un terreno vergine! Non è d’accordo dottor Giacchi?

GIACCHI

Ovviamente! Lei è come un terreno vergine che va seminato. Io e il professor

Pitruzza getteremo il seme e lei sarà il frutto della Politica nuova! (Pitruzza, Giacchi

e Domenico rideranno in maniera complice, mentre Alberto e Luisa si guarderanno

increduli).

PITRUZZA

Allora! Procediamo con l’inseminazione! Ingegner Marino, si prepari!

ALBERTO

(Abbracciando Luisa) Ma che volete fare?

GIACCHI

Ma insomma! Lei vuole essere inseminato, oppure no?

PITRUZZA

Non li spaventi dottor Giacchi. (Rivolgendosi ad Alberto) Da questo momento dovrà

affidarsi totalmente a noi. Solo questo garantirà il successo dell’operazione “Sindaco

per Corina”! Si spogli!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

15


ALBERTO


Ma che, per davvero?


PITRUZZA


Si tolga la camicia, prego.


ALBERTO


Beh, se è solo la camicia …


PITRUZZA/GIACCHI – (avvicinandosi ad Alberto e scrutandolo) Tutto qua?


ALBERTO


E che vi aspettavate una quarta misura?


PITRUZZA


Peli, caro mio, peli!


GIACCHI


l’uomo politico deve dare l’impressione di virilità, quindi peli, tanti peli!


LUISA


Ma a me l’uomo peloso non piace!


DOMENICO


Luisa, così mi offendi!


ALBERTO


Ma tu che c’entri? Che coca c’entri tu con mia moglie? (Riprende il solito litigio fra i due come sempre sedato da Luisa)


LUISA


Ma basta! Ora litigate pure per il pelo?


GIACCHI


Eh cara signora il pelo ha il suo perché!


LUISA


E che gli facciamo il trapianto?


PITRUZZA


Già, questo è un problema. Dottor Giacchi, abbiamo pronta una soluzione?

Riusciamo a rendere peloso quest’uomo?


GIACCHI


Professor Pitruzza e chi ci vuole. Per ogni problema c’è una soluzione. Come si fa a fare crescere il pelo? Facilissimo! (Comincia a rimestare nel valigione che si è portato dietro e tira fuori una sorta di magliettina con sopra attaccato del pelo) Ecco pronta la maglietta intima, collezione “pelo per tutti”!


PITRUZZA


(Compiaciuto) Fantastico! Bravo!


GIACCHI


Grazie!


PITRUZZA


Prego.


LUISA


(Fra se c.s.) Eppure a me questi ricordano qualcuno.


PITRUZZA


Allora Signor Sindaco, vogliamo indossare questa magliettina?


ALBERTO


(Tirando un sospiro, rassegnato, indossa la maglietta) Cosa mi tocca fare.


LUISA


Però, non sei tanto male.


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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DOMENICO

Hai visto che ti piace? (Bloccato dallo sguardo minaccioso di Alberto). Dai, non

essere permaloso. Era solo una costatazione.

PITRUZZA

Bene, allora si rimetta pure la camicia e procuriamoci una cravatta con un colore

accattivante. Tipo fosforescente. (Rivolgendosi ad Alberto) Lei se la trova una

cravatta fosforescente?

ALBERTO

Ma cosa crede che io sia un clown? Una cravatta fosforescente non l’ho messa

neanche per carnevale!

PITRUZZA

Per Carnevale no, ma per fare il Sindaco serve, lei non li vede i giornali? Dottor

Giacchi, abbiamo qualcosa?

GIACCHI

Serve una cravatta fosforescente tipo verde acido? (Riapre di nuovo la valigetta e

ripete  la  scena  precedente)  Facilissimo!  Ecco  pronta  una  cravatta  collezione

“padania”

PITRUZZA

(Compiaciuto) Lei è un mago! Bravo!

GIACCHI

Grazie!

PITRUZZA

Prego.

LUISA

(Fra se c.s.) Sono sicura, questi li ho già visti.

PITRUZZA

Allora Signor Sindaco, vogliamo indossare questa cravatta?

ALBERTO

(C.s.) Sto perdendo la dignità. (Prova ad aggiustarsi la cravatta sotto il collo della

camicia ma viene bruscamente fermato da Giacchi)

GIACCHI

Ma che sta facendo? Questa è collezione padania, va indossata direttamente sul

collo e sul petto nudo!

ALBERTO

(Accasciandosi sulla poltrona/divano) Ma non mi posso fare vedere così. Mi sembro

un pupazzo!

DOMENICO

Sei perfetto! Professore penso che ci siamo, Luisa guarda anche tu, non ti sembra

quel politico …

PITRUZZA

Quasi perfetto. Dottor Giacchi il colpo finale. Un po’ di gel sui capelli e facciamogli

uno sguardo profondo. (Nel frattempo Giacchi, dando le spalle al pubblico e quindi

nascondendo il viso di Alberto, esegue realizzando una leggera cresta sui capelli e

truccando gli occhi del’inerme Alberto con un eyeliner. Finita l’operazione si

scosterà) Et voilà! Resti stravaccato sul divano. Signora lei gli stia accanto con

devozione. Giacchi E’ giunto il momento di immortalare l’immagine del nuovo

Sindaco di Corina. Abbiamo il modo di farlo?

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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GIACCHI


E che ci vuole? Facilissimo! (c.s. da dentro la valigetta tira fuori una macchina fotografica con flash) Un bel sorriso! (E scatta la foto, fra gli applausi compiaciuti dei presenti).


DOMENICO


Un capolavoro! Possiamo avviarci per la conferenza stampa!


ALBERTO


Ma siete pazzi? Io non esco così!


PITRUZZA


Stavolta ha ragione, bisogna preparare il discorso. Giacchi abbiamo già qualcosa di pronto?


GIACCHI


Certamente, che ci vuole? (Sempre dalla solita valigetta tira fuori dei fogli scritti che contengono il discorso che dovrà leggere Alberto e li consegna a Pitruzza. Il quale, dopo aver letto compiaciuto si rivolge a Giacchi)


PITRUZZA


Perfetto Dottor Giacchi, perfetto. Neanche io avrei potuto scrivere di meglio!


GIACCHI


Grazie.


PITRUZZA


Prego.


LUISA


(Sempre fra di se, sottovoce) Eh, no. Io questi li ho già visti.


PITRUZZA


Allora caro Ingegnere, vogliamo iniziare con la prima lezione di oratoria? (Porgendogli i fogli con il discorso) Provi a leggere. Questo sarà il suo primo discorso che declamerà davanti ai Cittadini di Corina. Legga prego!


GIACCHI


Grazie.


ALBERTO


Ma lei che c’entra? Scusi?


GIACCHI


Prego.


PITRUZZA


Grazie.


LUISA


Basta! Mi state facendo impazzire! Proseguiamo!


DOMENICO


Luisa, ma ti senti bene? Perché questa reazione?


LUISA


Scusate, scusate. Forse le troppe emozioni. Per favore Alberto leggi.


ALBERTO


(Inizia a leggere come se leggesse una lettera) Popolo di Corina, cittadini di Corina. Voi vi chiederete perché Alberto Marino si candida a Sindaco di Corina? Perché?


PITRUZZA


(Interrompendolo) Ma no. No. Questo non è un tema! Lei deve dare un’impostazione da oratore. Lei deve usare i toni del Condottiero! Lei deve incitare il popolo.


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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ALBERTO

Ma professore, vestito così. Certamente non sono nelle condizioni ideali per fare il

Condottiero.

PITRUZZA

Già bisogna modificare le condizioni. Ha ragione. Signori, ci serve un pubblico!

ALBERTO

(Esasperato, ma con rassegnazione) Ma non dicevo in questo senso.

LUISA

Ma dove lo prendiamo un pubblico?

DOMENICO

Ma dai, che ci vuole. Chiamiamo i vicini.

GIACCHI

In casa non c’è nessuno?

LUISA

In casa c’è solo zio Vito, mia figlia non c’è.

PITRUZZA

Zio anziano?

LUISA

Abbastanza.

PITRUZZA

Bene, rappresenterà il pubblico della terza età.

ALBERTO

(Fra se) Anche della quarta.

PITRUZZA

E vicini, ne abbiamo vicini?

ALBERTO

Per favore lasciamo stare, l’unica vicina è una pazza assatanata.

PITRUZZA

Va benissimo, rappresenterà il pubblico femminile, poi ci siamo noi. Penso che

come pubblico per fare le prove dovremmo bastare. (Visionario) Poi, le piazze, la

folla!

LUISA

Si, ma con la vicina abbiamo litigato.

DOMENICO

Ma, stai parlando di Teresa?

LUISA

Già.

DOMENICO

Ma dai, finiscila. Amiche inseparabili. Ci vado a parlare io, (malizioso, con intenzione

guardando Alberto) a me non dirà di no .

ALBERTO

Ma che, c’ha provato pure con te?

DOMENICO

Non mi dire che pure tu? (Ridacchiando con complicità)

LUISA

(Risentita) La vogliamo finire?

GIACCHI

Signori, bisogna muoversi. Qua c’è da organizzare una campagna elettorale. Signora

lei vada a prendere lo zio e lei la vicina di casa. Il tempo stringe! (Domenico e Luisa

usciranno di scena, mentre Pitruzza e Giacchi, continueranno a parlottare con

Alberto fin quando non apparirà in scena Zio Vito.)

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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Atto I

Scena V

(Detti poi Vito e Teresa)


VITO


(Entra in scena trascinato da Luisa) Lasciami stare, anzi portami all’ospizio! (guardandosi attorno) Chi è tutta sta gente? E’ scoppiata la guerra? (Guardando Alberto che non riconosce) E tu chi sei un prigioniero? (Gli si lancia contro) Parla, Confessa! Togliti la maschera! (Viene bloccato dai presenti e fatto sedere sulla poltrona Nel frattempo entrano Domenico e Teresa. Vito la riconosce e le si avventa contro) Assassina!


TERESA


E che è manco il tempo di entrare e vengo aggredita! (Rivolta a Domenico) Mimmo che t’avevo detto. Questa è una famiglia di matti! (Fa per andare, bloccata da Domenico)


DOMENICO


Ma che dici Teresa, ora a zio lo calmiamo. Prendi una siringa!


VITO


(Calmandosi improvvisamente) Non c’è bisogno!


DOMENICO


Hai visto come è stato semplice? Professor Pitruzza noi siamo pronti.


PITRUZZA


Ha già spiegato alla signora il nostro progetto? la nostra strategia?


TERESA


Si, mi ha già spiegato. Anche se non credo che Alberto sia capace … ma a proposito


dov’è? (Gira lo sguardo passando in rassegna i presenti e quando lo riconosce resta

a bocca aperta senza riuscire a parlare) Alberto!? Ma sei tu? (Fra lo stupito e il

malcelato compiacimento) Ma … beh … uhm


PITRUZZA


(Con sguardo complice a Giacchi e Domenico) Ci dica signora, ci dia un suo giudizio


obiettivo. Quest’uomo può suscitare sentimenti? Può suscitare interessi?


(Con


intenzione) Può ottenere consensi? (Con fervore) Non esiti, ci dia una risposta franca! Cosa le suscita quest’uomo?


VITO


A me suscita il vomito! (Tutti lo zittiscono)


TERESA


Beh, debbo dire … sinceramente non me l’aspettavo … ma …


TUTTI


(Con trepidazione) Ma?


GIACCHI


Signora il suo giudizio è vitale, qui si gioca il futuro di Corina.


TERESA


Beh, certo io sono un po’ di parte …. Comunque …


TUTTI


Comunque?


VITO


Comunque a me fa proprio schifo! (Tutti c.s.)


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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TERESA         Debbo dire che con questo “look”, è più fascinoso. Diciamo che suscita un certo interesse!

PITRUZZA    (Maliziosamente e poi con enfasi) Quindi diciamolo chiaramente: Lei si affiderebbe a quest’uomo? A lei, quest’uomo …. piace?

TERESA         (Con un grido liberatorio, lanciandosi verso Alberto) Siii, mi piace, mi piace! (Luisa Si avventa contro Teresa bloccandola per i capelli, Alberto si nasconde dietro la sedia, mentre Pitruzza e Giacchi festeggiano. Domenico tenta di sedare la lite fra le due, mentre zio Vito beatamente dorme.)

DOMENICO(Dopo essere riuscito a separare Teresa e Luisa) Luisa, Alberto. Ma non capite? L’esperimento è riuscito! Professore, dottor Giacchi diteglielo voi!

PITRUZZA    Dottor Giacchi, la prego lo spieghi lei io mi sento esausto. L’emozione è stata grande. Prego

GIACCHI        Grazie.

LUISA               Ricominciamo con i complimenti? Andiamo avanti, parlate! Qual è quest’esperimento che è riuscito!?

GIACCHI          (Chiedendo l’approvazione con lo sguardo a Pitruzza e quasi mimando il solito grazie/prego, sotto lo sguardo insofferente di Luisa e Alberto) La qui presente signora Teresa, è stata sottoposta a un test di “apprezzamento” del candidato futuro Sindaco di Corina. La signora Teresa si è rivelata un test sensibile.

LUISA/ALBERTO     Sensibilissimo.

GIACCHI        (Continuando, imperterrito) Insomma la signora Teresa si è rivelata essere una grande …

VITO                   (Quasi nel sonno) Una grande mignottona!

TERESA         Ma insomma, devo continuare a sopportare! Mi usate pure per fare gli esperimenti e devo sopportare gli insulti di tutti? Domenico te l’avevo detto! Questa famiglia non mi merita! Non solo mi offro per fare da cavia, continuo a sacrificarmi e voi non avete un minimo di rispetto!

LUISA/ALBERTO    (Facendole il verso) Si sacrifica poveretta.

TERESA         Ora basta, io sono stata cercata. Se questo esperimento deve continuare cercatevi un’altra!

DOMENICO     (Bloccando Teresa) Alberto! Luisa! Ma insomma non vi rendete conto del grande contributo che ci può dare Teresa? Che si sta dimostrando essere non solo una vera amica ma anche una grande professionista della sperimentazione! Teresa loro non

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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hanno il coraggio di dirtelo, ma io si! Senza vergogna e senza esitazione. Teresa abbiamo bisogno di te (Domenico inizia a singhiozzare, al solito modo per cui come prima non risulterà comprensibile se piange o se ride).


TERESA


(Inviperita) Ma che fai, ridi?


DOMENICO


No  Teresa,  piango.  Piango         per         implorarti!  Teresa


non


ci


lasciare,


non


ci


abbandonare! (Espressione di disgusto da parte di Luisa)


TERESA


(Indicando Alberto e Luisa) Resto solo se mo lo chiedono loro!


DOMENICO


(Guardandoli minaccioso) Che dobbiamo fare? Dobbiamo perdere altro tempo? Abbracciatevi e finiamola con questa storia! (Va da Alberto e Luisa e li accompagna verso Teresa tutti si abbracciano a quel punto Vito uscendo dal torpore)


VITO


(Lanciandosi verso Teresa) Anche io, anche io!


PITRUZZA


(Rivolgendosi dapprima a Giacchi e poi agli altri) Mi pare che c’è il clima giusto. Bene, signori! Adesso andiamo al discorso del Sindaco! (Rivolgendosi a Giacchi con un sorriso d’intesa) Signori! Siamo al tocco finale! Ingegner Marino adesso toccherà a lei conquistare il pubblico. Leggerà il discorso che la farà eleggere …. Sindaco di Corina nella lista che porterà il suo nome “Marino-Lametta per Corina”


ALBERTO


Ma non sarebbe meglio cambiare nome?


PITRUZZA


E perché? Per me va benissimo! Dottor Giacchi, lei cosa ne pensa?


GIACCHI


Per  me  “Marino-Lametta


per


Corina”


è


perfetto!


(Seguono


i


soliti


reciproci


complimenti)


DOMENICO


Alberto, non ti fissare con il nome ora. Andiamo avanti (riprende il foglio e glielo porge) Leggi e non perdiamo altro tempo.


ALBERTO


(Alberto comincia a leggere come se leggesse una lettera) Elettori di Corina, concittadini, amici. Vi chiederete perché …. (Viene bruscamente interrotto da Pitruzza)


PITRUZZA


Enfasi! Motivazione! Incitamento! Dobbiamo scuotere il pubblico. Lei in questa maniera ha perso prima di cominciare. Dottor Giacchi vuole spiegare lei, cosa deve fare un bravo oratore?


GIACCHI


E che ci vuole? Facilissimo! Il bravo oratore è come il bravo pilota. Deve fare volare il pubblico con la fantasia. Quindi prima lo fa decollare (Tutti e due mimano il decollo) Poi lo tiene sospeso nell’aria (continuano a mimare come sopra) e poi prosegue l’atterraggio dolcemente.


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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PITRUZZA    Ha capito, quindi lei per avviare l’aereo deve … accendere i motori per poi fare sognare il pubblico e accompagnarlo senza scossoni a terra …

DOMENICODirettamente nella cabina elettorale per darti il voto! Giusto Professore?

PITRUZZA    Un po’ brutale ma l’effetto sarà questo.

ALBERTO      A me pare che la facciate troppo facile. Comunque, mi devo concentrare.

DOMENICOBravo, concentrati. Accendi i motori!

ALBERTO      (Si concentra un attimo, poi con enfasi facendo sussultare Vito) Elettori di Corina, concittadini, amici! Vi chiederete perché l’ingegner Alberto Marino ha abbandonato la sua brillante carriera per candidarsi a Sindaco di questo Paese! Vi chiederete perché? Chiedetevelo, perché?

VITO                   Non c’interessa!

GIACCHI/PITRUZZAMa fatelo tacere – Un capolavoro rovinato! – Un attacco alla democrazia, un assassinio politico,

DOMENICO   Zio prendiamo la siringa? (Vito si rimette subito a dormire. Poi rivolto agli altri) Mi raccomando quando Alberto ci chiede perché, noi dobbiamo partecipare. Giusto Professore (Pitruzza e Giacchi annuiscono allargando le braccia) Alberto, accendi i motori e facci volare! Concentrati, Corina sarà nostra!

ALBERTO      (Alberto c.s.) Elettori di Corina, concittadini, amici! Vi chiederete perché l’ingegner Alberto Marino ha abbandonato la sua brillante carriera per candidarsi a Sindaco di questo Paese! Vi chiederete perché? Chiedetevelo, perché?

DOMENICO(Incitando anche gli altri) Perché, diccelo perché?

ALBERTO       Mi chiedete perché? (Tutti c.s.) Perché io amo questo paese! (Tutti applaudono, Luisa e Teresa si commuovono) Questo è il paese in cui sono nato …. (Si ferma, poi

rivolgendosi a Pitruzza) Mi scusi professore, ma questo discorso mi pare di averlo già sentito.

GIACCHI        Si? Non può essere, l’ho scritto io! Prosegua, non s’interrompa sta andando benissimo.

LUISA               Si Alberto, sei stato bravissimo mi hai fatto commuovere!

TERESA         (Aciugandosi gli occhi) Anche a me.

ALBERTO      Allora proseguo?

PITRUZZA    Riprenda d’accapo.

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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ALBERTO

Elettori di Corina, concittadini, amici! Vi chiederete perché l’ingegner Alberto

Marino ha abbandonato la sua brillante carriera per candidarsi a Sindaco di questo

Paese! Vi chiederete perché? Chiedetevelo, perché?  (Tutti c.s. accalorandosi)

Perché io amo questo paese! Questo è il paese in cui sono nato ….

PITRUZZA

(Interrompendolo) Bene, questo passaggio va benissimo. Prosegua con il secondo

foglio, adesso passiamo ai programmi.

ALBERTO

(Comincia a leggere il foglio sottovoce, poi buttandoli in aria e adirato) Ma io non

posso dire queste cose. Ma il popolo non è scemo! Va bene tutto, ma le cose

impossibili non si possono raccontare così! Io sono una persona seria!

PITRUZZA

(Bonariamente) Ingegnere ricordi: “la gente vuole sognare”.

GIACCHI

Vuole volare, si ricorda.

DOMENICO

Che ti costa regalarci un sogno?

TERESA

Si Alberto fammi sognare.

ALBERTO

Luisa tu chi dici?

LUISA

Ma se la gente vuole sognare, devi essere proprio tu a volerli svegliare?

VITO

(Ridestandosi) Ma la volete smettere di parlare e mi fate dormire!

LUISA

Lo vedi, anche zio vuole sognare.

ALBERTO

Va bene mi rassegno (raccogliendo i fogli per terra)

GIACCHI

Mi raccomando, con enfasi.

ALBERTO

(Riprendendo a leggere) Popolo di Corina quante bugie vi hanno raccontato, anche

io come tutti voi sono stanco ed è per questo che mi impegnerò in prima persona

per lo sviluppo di questo paese. Popolo di Corina! Io farò di questa città il centro

dell’economia di questa Regione, ma che dico di questa Regione. Di questa Nazione!

Ma  che  dico  di  questa  Nazione!  Corinesi  io  farò  di  questa  città  il  centro

dell’economia dell’Europa!

VITO

Cala!

ALBERTO

A  Corina  costruiremo  un  Porto  dove  attraccheranno  yacht,  panfili  e  navi

commerciali. Noi faremo di Corina il centro del mondo. Voi mi chiederete com’è

possibile? Come farà Corina ad avere il porto visto che ci troviamo in collina? Voi ve

lo chiedete vero? Uomini di poca fede! Ah, ah, ah! Facilissimo! Ebbene io vi dico che

abbiamo già un progetto che prevede uno scavo che condurrà la cava di cozzo

Giardino fino a mare! D’altro canto non è stato fatto per il Canale di Suez! E se

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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l’hanno realizzato gli egiziani nel 1869, perché non lo devono realizzare i corinesi nel 2016? Corinesi Alberto Marino-Lametta è l’uomo scelto dal Destino per dare prosperità e ricchezza al nostro paese! Siete con me! (applausi e gaudio da parte dei presenti) Bene! Allora mettiamoci in marcia verso il futuro. Votiamo compatti Marino-Lametta per Corina! (Fra le scene di gaudio dei presenti che si avviano fuori dalla scena accompagnati da una marcia musicale )

Cala la Tela

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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FACILISSIMO!!

Atto II

Scena I

(Vito, poi Alberto, Domenico e Luisa)

All’apertura del sipario si vedrà Zio Vito intento a rovistare cassetti e a borbottare. Sullo sfondo al posto del quadro/ritratto di zio Vito in uniforme, sarà ben visibile la foto di Alberto con la fascia tricolore da Sindaco)

VITO   Ma dove l’avranno nascosto, gli scemi. (Borbottando, continuando a spostare mobili e ad aprire cassetti) Certo, ora è sindaco e alla signora non le sembra vero! Ma tu guarda che vecchiaia di schifo. Ero così tranquillo all’Ospizio. (Finalmente trova quello che stava cercando: il proprio ritratto e si guarda compiaciuto) Altro che Alberto. Ecco dove stanno i veri maschi! (Si dirige verso la foto di Alberto, la rimuove e appende la propria) Ora lo so io dove ti metto, in un bel posticino sicuro! (Si avvia verso il balcone lo apre e grida) Occhio che arriva il Sindaco! (Quindi lancia con forza la foto dal balcone e si sentiranno sgommate di ruote vetri rotti e urla) Lo avete voluto il Sindaco? E ora ve lo tenete! (Ride come un bambino, poi sotto il cuscino scorge il telecomando) Ma tu guarda dove lo hanno nascosto. Tutto mi nascondono, anche il telecomando! Pidocchiosi che non siete altro, che vi credete che vi consumo corrente? E io vi accendo tutto a dispetto e ora in cucina alla ricerca dei biscotti! Soldato Campanella all’attacco! (Quindi dopo aver acceso il televisore a passo insicuro che vuole apparire marziale, si dirige verso la cucina. Nel frattempo sul monitor del televisore verrà trasmessa una puntata di una immaginaria trasmissione dal titolo: “Dov’è?”)

****

Giornalista        Buongiorno a tutti i nostri affezionati telespettatori! Dagli studi di TeleCorinaRegional vi diamo il benvenuto a “Mattiniamo Insieme”, e iniziamo subito con il divertentissimo spazio dedicato alla “mattinata del dolore” con lo speciale 10 minuti “Dov’è?”, la fortunata rubrica che si occupa di persone scomparse o semplicemente che avete perso di vista e volete rivedere. Oggi con noi … prego si accomodi, si presenti lei stessa, non sia timida. I nostri telespettatori non vedono l’ora di ascoltare la sua tristissima storia. Allora vuole dirci come si chiama?

TANZA             (Sommessamente) Ortansa Badescu.

Giornalista     Ortansa Badesco? Ho capito bene?

TANZA             (Ripetendo a voce alta) Ortansa Badescu!

Giornalista     Bene! Ortansa Badesco!

TANZA             Badescu!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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Giornalista


Badesco, abbiamo capito.


TANZA


Badescu!


Giornalista


Va bene, va bene. Ortansa Badesco.


TANZA


Scu!


Giornalista


Scu, scu! Ok, scusate e andiamo avanti. Allora signora Badesco


TANZA


Scu.


Giornalista        (Al limite dell’isteria) Allora signora …. Ortansa vogliamo andare avanti e ci racconta

con calma la sua storia? Prego, guardi la telecamera e faccia il suo appello.

TANZA             (Tanza sciorinerà una serie di cose incomprensibili in un lingua italo/rumena che nessuno sarà in grado di comprendere. Ogni tanto nel suo discorso sarà comprensibile solo un nome Vito! La giornalista spazientita farà di tutto per bloccarla)

Giornalista     Si fermi, si calmi! Ortansa, se lei continua a parlare così, nessuno capirà cosa vuole dire. Cerchi di stare calma e di ripetere l’appello lentamente.

TANZA             (Lentamente quasi sillabando, sempre con accento simil rumeno) Io cerco mio Vito. Lui era in casa riposo e io lo badavo. Bada oggi, bada domani è nata una storia di grande amori. Lui chiamare me Tanza. Mia piccola Tanzetta. Lui dire che sposare me, poi un giorno io non più trovato Vito. Dove tu sei Vito, tu no mi poi abbondare. Io no potere vivere senza di te. Tu vivu, tu mortu? Io voli saperi. (Poi d’improvviso, tra pianti e urla, riprende il suo scioglilingua isterico e incomprensibile e tutti cercano di bloccarla, la giornalista tenterà di prendere la parola interrotta sempre da Ortansa che cercherà di sopraffarla.)

Giornalista     (Tentando disperatamente di mantenere la calma) Bene signori come vedete la storia di Ortansa Badesco ….

TANZA             Badescu!

Giornalista     (Al colmo dell’isteria) Ahhh, Badesco, Badescu chi se ne frega! (Cercando di riprendere la padronanza di se stessa con evidenti inspirazioni ed espirazioni, sorridendo fintamente) Ah, Ah, volevo dire, qui hanno poca impOrtansa i nostri cognomi. L’unico cognome che conta è quello dello scomparso. Vuole ripetere chi stiamo cercando?

TANZA              Certamenti io cerco mio Vito, Vito Campanella! Mio Vito Campanella, dove tu sei? Io

èTanza che ti cerca. Dove troviti tu? (Riprende nuovamente con il linguaggio isterico c.s., stavolta verrà letteralmente zittita con violenza dagli assistenti di studio. La giornalista ignorando la scena si rivolgerà alla telecamera con il solito sorriso)

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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Giornalista

Bene avete sentito la commovente storia di Ortansa Badesco (Dietro si vedrà Tanza

fare dei gesti nel tentativo di correggere) chiunque abbia notizie di Vito Campanella,

di cui vedete la foto, è pregato di chiamare i nostri studi allo 090909999. Volete

vedere  coronare  la  storia  d’amore  tra  Vito  e  Tanza?  Telefonate,  telefonate,

telefonate! (Fuori Campo) Ma la mandate sta cazzarola di foto! (Quindi, andranno i

titoli di coda e le foto di Vito, ma si dovrà fare in tempo a vedere la giornalista che si

avventa su Ortansa. Vito è uscito dalla cucina con la bocca e le mani pieni di biscotti

e riconoscendo Tanza, felice grida)

****

VITO

Tanza! Tanza! Sono qua, vienimi a prendere! (Poi girando lo sguardo per trovare il

telefono) Ma dov’è? Pure il telefono hanno nascosto. (Comincia di nuovo a buttare

tutto all’aria e continuando a imprecare esce fuori scena e dopo qualche secondo

entrano Alberto Luisa, visibilmente presa dal ruolo di first lady, e Domenico che

proseguono una conversazione iniziata prima)

ALBERTO

Domenico questa storia non mi convince. Secondo me fare la discarica a Cozzo

Giardino non è stata una bella idea.

DOMENICO

Ma insomma, Alberto. Non ti puoi tirare indietro ormai anche i lavori sono stati

affidati.

ALBERTO

Infatti, tutta questa premura. Io credevo che si dovevano fare le indagini geologiche

e invece scopro che sono stati già avviati i lavori. Diciamo che Pitruzza e Giacchi non

sono stati molto corretti.

DOMENICO

(Offeso) Questo non lo devi né dire né pensare. Tu sai tutto quello che hanno fatto

per te. Se non fosse stato per loro, tu oggi non saresti Sindaco.

ALBERTO

Forse era meglio.

LUISA

Ma che vai dicendo, stai sempre a lamentarti!

ALBERTO

Dico, che alla gente avevamo promesso

che a Cozzo Giardino avremmo portato il

mare e invece gli stiamo portando la monnezza!

DOMENICO

Ma perché, tu ci credevi che gli avremmo portato il mare?

ALBERTO

Io no, ma la gente si!

DOMENICO

Ma che te ne frega della gente, la gente dopo poco dimentica tutto.

LUISA

E poi sempre qualche cosa gliela stai portando, no? (Poi, indicando il disordine in

stanza e cercando di rimettere ordine) Invece di pensare alla spazzatura di Cozzo

Giardino, vedi di pensare a tuo zio! Vedi cosa ha combinato? Mi sa che dobbiamo

trovargli un’altra sistemazione!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

28


ALBERTO

Certo, ormai ti da fastidio vero? Prima mi hai messo in croce per andarlo a prendere

alla Casa di riposo, ora che non ti serve più ti dà fastidio, vero? Comunque per ora lo

zio è qui e resta qui (Luisa lo guarda minacciosa) Dico, almeno per il momento, non

si sa mai dovessi dimettermi o se mi mandano a casa. Questa operazione della

discarica mi sa che finisce male.

DOMENICO

Ma ti vuoi fidare una buona volta! Che ti ha detto il Professor Pitruzza, “con questo

progetto finiremo in televisione”! E se lo dice lui ci devi credere! La discarica più

grande della Regione e tu pensi  al mare! Alberto la spazzatura è il petrolio dei

nostri tempi. Quindi, tu a Corina nun ci porti ‘u mari, ma il petrolio. Capisci?

LUISA

Tesoro, diventeremo petrolieri come J.R. e Sue Ellen di Dallas

ALBERTO

(La guarda stupito) Luisa ma tu ci sei stata sempre così o la politica ti sta ubriacando

e spari fesserie.

DOMENICO

Insomma, ormai indietro non si torna! Io credo in quello che dice il Professor

Pitruzza e se lui afferma che con questa operazione andremo in televisione, io ci

metto la mano sul fuoco e sono pronto a scommettere che finiremo tutti in TV!

Atto II

Scena II

(Detti, Teresa, poi Cameramen e Tanza)

TERESA

(Da fuori scena, bussando concitatamente) Luisa, Luisa apri!

LUISA

(Correndo ad aprire) Oddio che cosa le sarà successo!

TERESA

(Entrando di corsa e attaccandosi ad una bottiglia)

Non vi immaginate che cosa ho

visto! Alberto, Domenico, Luisa si va in TV!

TUTTI

E tu come lo sai?

TERESA

Come lo so? L’ho visto! Affacciatevi al balcone, c’è il furgoncino della Televisione e

tutta Corina che guarda! Oh come sono emozionata! (Si riattacca alla bottiglia,

mentre Domenico e Luisa si precipitano verso il balcone)

DOMENICO

(Rientrando concitato) Alberto ma chi fai lì impalato! Vatti a mettere la fascia da

Sindaco, Luisa mettiti vicino a tuo marito sotto la fotografia … (si accorge che manca

la foto di Alberto) Ma chi ci fa questo “quadro antico” di tuo zio che fine ha fatto la

fotografia tua? Va beh, mettetevi davanti e cercate di coprirla. Teresa basta di bere!

Perdio arriva la televisione! Lo volete capire? Roma ci aspetta!! (Su questa ultima

battuta entra in scena Vito, con valigia e acconciato alla meno peggio con in testa

l’inseparabile cappello da bersagliere pronto per uscire di casa).

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

29


VITO

O Roma o Morte! Ah, siete qui? Bene, vi saluto! Mi sono stancato di stare in questa

casa di assassini!

ALBERTO

Ma dove vai conciato così?!

VITO

A Roma con Tanza!

ALBERTO

(Malcomprendendo) La stanza è di là.

VITO

(Spazientito e avvilito) Tu sei stato sempre un cretino! Eri un bambino ed eri già

stupido e crescendo sei migliorato e sei diventato un imbecille! Con te non ci voglio

parlare devo andare a cercare Tanza!

TUTTI

(C.s.) La stanza è di là!

VITO

(Li guarda inebetito poi cercando di uscire) Ma andate affantredici! (Tutti, cercano di

bloccarlo)

DOMENICO

(Rivolto a Teresa) Vai a prendere la siringa!

TERESA

(Tira fuori da una tasca la siringa già pronta) Sempre pronta! Ora chiudiamo la

porta evitiamo che scappi! ( Mentre sta per chiudere, irrompe in casa un operatore

televisivo armato di telecamera, regolarmente microfonato, che si sta raccordando

con una ipotetica Regia)

CAMERA

Si è in casa, cosa faccio riprendo prima lui da solo e poi proseguo come concordato?

DOMENICO

(Cercando di mettere ordine) Allora, tu Teresa stai vicino a zio con la siringa pronta.

Luisa, tu vai a prendere la fascia da Sindaco per Alberto.  Alberto, è fatta! Mettiti

qua davanti al quadro. Perfetto! Ci attende la Gloria!

CAMERA

(Sempre tramite microfono) Ok, qui tutto a posto possiamo procedere. (Rivolto ai

presenti) Voi fermi. 4,3,2,1, AZIONE!

TANZA

(Entrando come una furia e dirigendosi verso Vito) Vito! Vito! Io ti avere trovato!

(Poi  dirà  una  serie  di  frasi  incomprensibili  nello  stupore  di  tutti  che  non

comprendono cosa stia accadendo. Vito riconoscendo Tanza grida di gioia e cerca di

lanciarsi nell’abbraccio bloccato da Teresa) Cosa tu fai? Tu Vito tradisci tua piccola

Tanza? Tu donna scostumata, rubare mio Vito?

VITO

(Divincolandosi e lanciandosi a sua volta verso Tanza) Tanza, Tanza, Tanza! Salvami

scappiamo.

DOMENICO

(Non comprendendo cosa stia accadendo va verso il cameraman e indicando Alberto

e Luisa stretti sotto il quadro di Vito attaccata alla parete) Ma cosa fa? Deve

inquadrare loro, è lui il Sindaco!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

30


CAMERA       (Strattonando Domenico) Ma mi faccia lavorare. La coppia che la gente vuole vedere sono loro! Vito e Tanza

ALBERTO/LUISA (Guardandosi negli occhi, finalmente realizzando, ripetono inebetiti) Tanza, Tanza, Tanza. Non cercava la stanza!

DOMENICO

Ma che succede, siete impazziti tutti? Teresa, avevi ragione questa è una casa di

pazzi.

CAMERA

(Parlando alla Regia c.s.) Si, ok. Stacco e poi faccio parlare la signora. (Rivolgendosi

ai presenti) Tranquilli e muti che devo girare. Signora Ortansa, vada con il suo

messaggio ai telespettatori. 4,3,2,1, AZIONE!

TANZA

Io ho trovato mio Vito. Tantissimi grazii a tutti che hanno telefonato. Io ora chiedo a

Vito mio. Vito, tu no scappari più. Vito tu sposari tua Tanza?

VITO

Siii! E chi ti lascia, voglio passare tutta la mia vita con te Tanza! Tanza, Tanzetta mia!

(E si abbracciano)

CAMERA

Ok, stop! Scena perfetta, missione compiuta! Io ho finito. (Stringendo la mano a

tutti, che sono rimasti pietrificati) Arrivederci, grazie (Poi rivolgendosi a Vito e

Tanza) Auguri e figli maschi! (Esce di scena. Appena fuori, tutti si lanciano su

Ortansa inveendo su di lei).

TUTTI

Ma chi sei, che ci fai, che vuoi? Che ti sei messa in testa, fuori di qua!

VITO

(Ponendosi a difesa di Ortansa) Se se ne va Tanza, me vado anch’io!

ALBERTO

Ma finiscila, dove vuoi andare tu!

LUISA

(Rivolta a Ortansa) Ma da dove è uscita dal Circo? Come si permette di entrare in

casa mia? Lei, sa dove si trova? In casa del Sindaco, Ingegner Alberto Marino-

Lametta.

TERESA

Come si permette a venire in casa dei miei amici e disturbare a zio Vito?

TANZA

(Aggredendola) Tu zittite, femeie de reputație proastă.

TERESA

Che ha detto?

DOMENICO

Lascia perdere, non darle confidenza. Allora signora lei ha fatto la sua bella

sceneggiata e avuto i suoi dieci minuti di celebrità. Ora educatamente si gira e se ne

va da dove è venuta!

TANZA

Come tu ti permetteri io sono qua ppe Vito!

VITU

Per me, avete capito? E’ venuta per me! Tanzetta mia, scappiamo assieme!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

31


ALBERTO       E daccapo, tu stai con noialtri e la signora se ne va al Circo, va bene? Domenico dammi una mano per accompagnare la signora! (fra le proteste di Vito e Tanza, Alberto e Domenico sollevano letteralmente Tanza, che sgambetterà, accompagnandola all’uscita. Quando in scena irromperanno …)

Atto II

Scena III

(Detti, Pitruzza e Giacchi)

PITRUZZA    Cosa state facendo! Fermatevi! Stiamo per scrivere la Storia di Corina!

ALBERTO      Professore se continuiamo così, scriveremo la Tragedia!

PITRUZZA      Lei è un ingrato! Continuo a chiedermi perché perdiamo il nostro tempo con lei.

ALBERTO      (Con intenzione) Lo so io perchè!

DOMENICOInsomma sei il solito polemico! Professore ci spieghi cosa sta succedendo.

PITRUZZA      (Con un cenno a Giacchi) Dottor Giacchi, accompagni i piccioncini dall’altra parte, faccia vedere la stanza della signora Ortansa (Mentre Giacchi accompagna Vito e Tanza nella stanza di Vito, Luisa fa per reagire, bloccata dal professore)

ALBERTO      Ma come si permette! Lasci stare mia moglie.

TERESA         (Con livore e invidia, fra se) Alle volte si dovesse sgualcire.

DOMENICO(Rivolto ad Alberto) Stai calmo, il professore sa quello che fa.

PITRUZZA    Grazie.

DOMENICOPrego.

PITRUZZA      Signori calma, bisogna mantenere la calma ed essere lucidi e cinici. Stamane tutta Corina in TV ha assistito all’incontro di zio Vito con la sua fidanzata Tanza … (Tentativo di reazione di Alberto fermato prontamente da Domenico) Sa cosa mi diceva la gente mentre andavo verso il Comune con il dottor Giacchi? “Professore bisogna fare un matrimonio grandioso”. Poi un’altra con le lacrime agli occhi “Che storia emozionante, che grande amore” e mentre camminavamo tutti mi ringraziavano per aver fatto parlare di Corina alla TV, ringraziavano me, ma in effetti

èlei che stavano ringraziando! Capisce, lei! Quindi, signor Sindaco, il popolo di Corina sarà al nostro fianco qualsiasi cosa chiederemo, perché per una comparsata in televisione la gente sarà disposta a tutto! Signori! Non so se vi è chiaro: siamo pronti per puntare al Parlamento! (Scene di gaudio fra i presenti ad eccezione di Alberto)

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

32


ALBERTO      E per andare in Parlamento dovrei fare sposare mio zio con quella, con quella … sciantosa?

PITRUZZA    Si, mio caro. Ortansa sarà sua zia. Auguri vivissimi!

LUISA               Mai! (Rivolta a tutti) Questo non succederà mai!

TERESA         E dai Luisa, se dobbiamo andare in Parlamento che te frega. Tanto tuo zio quanto potrà campare ancora. Appena muore, la buttate fuori. Lei fuori e noi a Roma! Giusto Domenico?

ALBERTO       Noi? Ma noi chi? Scusa Teresa, ma noi questa società quando l’abbiamo fatta?

DOMENICOSei ingiusto e ingrato. Tu non sai quale contributo, quale affiatamento è riuscita a creare Teresa. (Reazioni a soggetto).

PITRUZZA    Dottor Giacchi! (Richiamandolo in scena, prontamente riappare)

GIACCHI        Eccomi!

PITRUZZA    Abbiamo bisogno del suo genio, ha già preparato il nostro piano strategico?

GIACCHI        Certamente, è già pronto il piano “Marino-Lametta per Corina in Parlamento”! Ecco in breve sintesi le azioni previste. Azione numero 1: Comunicato stampa delle nozze imminenti tra Vito Campanella e Ortansa Badesco! (Da dietro le quinte si sentirà la voce di Ortansa)

TANZA             Badescu!

GIACCHI        Scusi. (qui si potrà riprendere il solito scambio battute tra Giacchi e Pitruzza, Domenico e gli altri di grazie, prego, scusi.) Badescu! Azione numero 2: invitare la popolazione di Corina e l’ambasciata del Paese di origine della signora Ortansa Bad…, della signora Ortansa, alla cerimonia che si terrà nella piazza principale con rinfresco per tutti i partecipanti …

ALBERTO      Ma che siete impazziti, tutti i partecipanti, ma saranno migliaia! E chi paga?

TUTTI                (All’unisono) Il Comune!

DOMENICOCoraggio dottor Giacchi, questo piano mi piace.

GIACCHI        Quindi, stavo dicendo rinfresco in piazza per tutti i partecipanti con luci, musica e mortaretti e al culmine della Festa davanti al popolo, alla stampa e alle televisioni, il Professor Pitruzza annuncerà la candidatura del Sindaco alle prossime elezioni per il Parlamento e …. Roma sarà nostra!

LUISA               Ma insomma mi devo tenere in casa quella, quella … quella persona e vedermela girare in casa tutto il giorno! Non ce la farò mai!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

33


PITRUZZA    (Gravemente) Signora, c’è bisogno dell’estremo sacrificio, Corina ce lo chiede! Lei è per Corina o non è per Corina!?

LUISA               (Tutti la guardano attendendo il responso e come un’eroina sul patibolo con un sospiro) Per Corina, naturalmente.

PITRUZZA    Bene, allora stringiamo il nostro patto. Questo matrimonio s’ha da fare! (Tendendo la mano in avanti in attesa che gli altri poggino la loro e che ad ad uno … accettando, sovrapporranno le mani. L’ultimo resterà Alberto che guardato da tutti, aggiungerà la propria).

ALBERTO      (Scettico) Mah, a me pare che la state facendo troppo facile.

PITRUZZA    Facile?!

TUTTI                Facilissimo!!!

(Luci in dissolvenza, a sipario aperto stacco musicale per qualche secondo. E’ trascorsa qualche settimana. Fervono i preparativi del matrimonio)

Atto II

Scena IV

(Vito e Tanza poi Luisa e Teresa)

(Entrano in scena Vito, rincorso da Tanza che reca un pannolone in mano)

TANZA             Vito, tu ascoltame, oggi noi sposare! No puoi rischiare che l’emozione tira brutto scherzo! Tu mettere pannoloni e stari tutti tranquilli (Naturalmente alternerà battute nella propria lingua)

VITO                   Tanza, non me lo metto. Mi porta prurito!

TANZA             (Rincorrendolo e cercando di prenderlo con le buone) Allora tu bambino cattivo, tu non voli beni a tua piccola Tanza?

VITO                   Si voglio bene, voglio bene!

TANZA             Allora, tu mettere pannoloni e preparare ppe cerimonia. Vito e Tanza Sposi (Scherzeranno e rideranno come bambini quando in scena entreranno Luisa e Teresa, con una grossa busta in mano)

LUISA               Stai vedendo? Tutti i giorni così, io non ce la faccio più. Lui corre e lei l’acchiappa. Poi corre lei e l’acchiappa lui! E ridono, ridono come pazzi. Passo le giornate in mansarda per non sentirli. (Guardando Teresa implorante) Quando finirà questa storia? (E finirà in un pianto isterico)

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

34


TERESA

Ma basta, Luisa. Lasciali divertire i ragazzi. Che Male ti fanno? Lo vedi zio Vito,

sembra ringiovanito!

LUISA

Lui ringiovanisce e io sto diventando una vecchia. Teresa, non riesco a dormire

neanche la notte! Ho sempre le loro risate in testa!

TERESA

Rilassati! Che cosa ci concludi? Stai diventando un’isterica. Avanti chiama Ortansa e

facciamole indossare l’abito da sposa. Trattiamolo con cura che lo devo restituire a

chi me lo ha prestato. Tanto, quanto potrà durare la cerimonia.

LUISA

Durerà, durerà. Giacchi ha fatto le cose in grande. Ci saranno pure le majorette, gli

sbandieratori e la banda musicale!

TERESA

Avanti dai, non perdiamo tempo. Poi dobbiamo prepararci anche noi. Luisa, ma ci

pensi, ci vedranno in televisione. Poi noi andiamo a Roma e lo “scricciolo”

(riferendosi alla statura di Tanza) di Tanza la lasciamo con tuo zio! (Nel frattempo

entra Tanza)

TANZA

Chi cosa scricciolo? Io e Vito venire a Roma pure.

LUISA

Certamente, ci trasciniamo la carovana con tutto il Circo appresso! Devi ringraziare

che non ti buttiamo fuori!

TANZA

Fori? Chi fori?

LUISA

Fuori, a casa tua. Ce l’hai tu una casa?

TANZA

Certo! Vito mi avere detto che appena ci sposiamo mi fa atto di casa sua e di soi

terreni!

LUISA

(Fuori da ogni grazia, inviperita) Che cosa?

TERESA

Luisa calmati che ti si alza la pressione!

LUISA

(Ignorandola e sempre in tono minaccioso) Che ti fa quel rimbambito?

TANZA

Chi rimbambito, tu donna vipera. Femmina infami e maligna! (A questo punto Luisa

non si contiene più e scoppia la rissa tra le due, Teresa cercherà di bloccarle con

battute a soggetto una vera e propria scena da cortile, dove alla fine Tanza

soccomberà e resterà immobile a terra)

TERESA

(Atterrita) L’ammazzasti!

LUISA

(Ancora a cavalcioni su Tanza) Ma che dici, sicuramente finge. Alzati non fare scene.

(Comincia a scuoterla mentre Tanza rimane immobile, poi con un fil di voce rivolta a

Teresa) L’abbiamo ammazzato!

TERESA

L’abbiamo? Tu l’hai ammazzato! Hei, non cominciamo a mischiare le carte!

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

35


LUISA


E tu mi abbandoni così? Che bell’amica! Al momento del bisogno scappi! (Notando l’indifferenza di Teresa, falsamente con un sospiro) Addio Roma, si infrange il sogno!


TERESA


Come addio Roma e allora non partiamo?


LUISA


E come vuoi partire, con la morta appresso? (Fintamente rassegnata con toni melodrammatici) Io andrò in galera e tu sarai l’ex amica di un’assassina. Ah destino crudele. Mi dispiace Teresa per averti illuso, mi mancherai. Ma non ti preoccupare, ti perdono per non avermi aiutato. Addio!


TERESA


Aspetta fammi pensare, non precipitiamo le cose (Continua a guardare Tanza e si illumina. Poi corre nella stanza di Vito e ritorna) Bene, zio Vito dorme. Luisa un’idea geniale! Ma come ho fatto a non accorgermene prima! Mi raccomando, questo deve restare un segreto fra te me e ….


LUISA


E?


TINA


E mia sorella Tina.


LUISA


Siamo in troppi. Tua sorella Tina, ma come puoi pensare che tua sorella riesca a mantenere un segreto.


TERESA


Lo so, a volte mia sorella parla troppo.


LUISA


(Sarcastica) Si, solo a volte.


TERESA


Va be’, spesso …


LUISA


Sempre!


TERESA


(Con tono seccato) debbo aiutare o no?


Che dobbiamo fare? Dobbiamo litigare davanti alla morta? Ti


LUISA


(Rassegnata) Parla.


TERESA


Mia sorella da un momento all’altro verrà a casa mia per partecipare al matrimonio di Vito e … (si fa il segno della croce) Tanza.


LUISA


Buonanima. (Scoppia a piangere)


TERESA


Ma che fai piangi per Tanza?


LUISA


No per me piango, per me! Chissà come mi finirà!


TERESA


Fidati, il mio piano è perfetto. Fammi finire di parlare non c’è tempo da perdere. Dimmi un po’ a chi ti rassomiglia Tanza, Guardala, guardala bene, a chi ti rassomiglia? Fisico, altezza profilo. Dai, sbrigati può essere che non ci arrivi?


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

36


LUISA

Si, hai ragione, se non fosse per il colore dei capelli sembrerebbe proprio lei. Come

si chiama, quella che si vede in televisione!

TERESA

In Televisione?

LUISA

Ma si, come si chiama, ce l’ho sulla punta della lingua … Ah, si! Angela favolosa

cubista!

TERESA

Ma che vai dicendo, guardala bene, ma non ti sembra mia sorella Tina?

LUISA

Vero! Ma come non c’ho fatto caso prima. Tua sorella assomiglia spiccicata ad

Angela ….

TERESA

(Interrompendola, arrabbiata) Luisa, sei sempre la solita una ti vuole aiutare e tu ….

LUISA

Dai, non ti seccare, lo sai che quando sono sotto stress, non so neanche quello che

dico. Ma che c’entra tua sorella con Tanza con Tina e Angela?

TERESA

Con Angela, niente. Ma con Tanza … (Tira fuori l’abito da sposa dalla busta) E voilà,

colpo di scena. Il matrimonio si farà! (Con sguardo d’intesa).

LUISA

Cioè, tu vorresti far vestire tua sorella da sposa e …

TERESA

Continua e … (all’unisono con Luisa) farle sposare a zio Vito al posto di Tanza!

LUISA

Non può funzionario! Se ne accorgerebbero tutti e poi tua sorella, figurati non

farebbe mai nulla per me! Le ho sempre fatto antipatia! No, no. E Tanza? Che

facciamo con Tanza? Teresa, credo che non possa funzionare. Grazie lo stesso.

TERESA

E tu rinunci subito così?  Allora, nell’ordine (nel frattempo guarda Tanza sdraiata

immobile a terra) Mamma mia che impressione, sembra davvero mia sorella.

Comunque, come dice il Professor Pitruzza, bisogna essere lucide e ciniche.

Riprendiamo, tu dici che se ne accorgono tutti? Sbagliato, le mettiamo il velo

davanti alla faccia e non se ne accorge nessuno. Poi, pensi che mia sorella per te

non farebbe mai nulla? Hai ragione, per te no, ma per i soldi. Mia sorella per i soldi

si venderebbe anche me. Quindi, diventa solo una questione di soldi. L’ultimo

problema è liberarsi del corpo di Tanza, e anche lì ho un piano che ti svelo dopo. Per

ora pensiamo a Tina. Io me ne vado a casa, starà per arrivare. (Sta per avviarsi

quando Luisa la blocca)

LUISA

Oh, Teresa e il cadavere lo lasciamo qua?

TERESA

Ma insomma a tutti io devo pensare? (Fa per andare, ma nel frattempo si sente un

vocio per le scale è Giacchi che parla al telefono con

Pitruzza. Luisa e Teresa prese

dal panico non sapendo cosa fare col cadavere la trascineranno per la stanza fino a

quando tutt’e tre si siederanno sul divano inforcando un paio di occhiali da sole a

Tanza e facendo finta di dialogare amabilmente, mentre in scena entrerà Giacchi)

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

37


Atto II

Scena V

(Tina/Tanza, Luisa, Teresa, Giacchi, Vito)


GIACCHI


Signore! Siete ancora a chiacchierare? E’ necessario prepararsi, entro mezz’ora bisogna uscire da casa. Gli sposi sono già pronti? Signorina Tanza non perdiamo tempo. Ha capito? (Luisa e Teresa, non viste muoveranno la testa di Tanza facendola annuire, col movimento Tanza spalancherà la bocca prontamente chiusa da Luisa e Teresa)


TERESA


Povera Tanza, con l’emozione e l’ansia non riesce neanche a parlare!


GIACCHI


Vedo con piacere che i dissidi sono stati appianati e tutto si svolge in piena armonia. Bene! Tutto deve essere pronto in meno di mezz’ora. Io vado, a dopo. (Esce di scena)


LUISA


(Sudando freddo) Ci siamo salvate per poco. Dai Teresa, (Indicando Tanza) prendiamola e portiamola nell’altra camera. (Provano a caricarsela in braccio, non riuscendoci Luisa va a procurarsi una sedia con le ruote e con movimenti “a soggetto” escono dalla scena. Teresa rientra dopo pochi secondi)


TERESA


Senti, io vada di corsa a casa per parlare con mia sorella. Tu controlla che fa tuo zio Vito. Ci vediamo fra qualche minuto.


LUISA


(Rientra in scena trafelata e affranta) Ma che incubo! Dove andrò a finire? E non mi possi neanche confidare con Alberto, chissà come la prenderebbe. Oh Signore aiutami tu. Vado a controllare zio Vito (esce e rientra subito in scena) Meno male beato lui. Dorme come un bambino. Vestito di tutto punto e pronto al grande passo. (Entrano in scena Teresa e Tina)


TERESA


Allora Tina hai capito? Ti vesti, ti fai solo la cerimonia e poi scompari. Tanto l’importante è concludere il matrimonio.


TINA


(Con finta considerazione e con un fiocco nero in testa, in segno di lutto) Luisa, condoglianze, che disgrazia. Certo che se nella vita non ci fossero gli amici ad aiutare chissà come ci finirebbe!


LUISA


(Speranzosa) Allora sei disposta ad aiutarmi, non me l’aspettavo che l’avresti fatto per me. Non so come ringraziarti.


TINA


Non ti preoccupare, poi l’assegno me lo dai domani.


LUISA


Assegno? Ma non lo facevi per amicizia?


TINA


Amici e guardati.


Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

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TERESA

Luisa, non stiamo a guardare il pelo nell’uovo. Chi ti preoccupi ora per i soldi? I soldi

vanno e vengono. (Con intenzione, sospirando all’unisono con Tina) Solo alla morte

non c’è rimedio!

LUISA

Già. (Riprendendo i toni iniziali) Allora gliel’hai spiegato alla strozzina quello che

deve fare?

TINA

Se cominciamo ad offendere me vado!

TERESA

Ma insomma ci dobbiamo andare a Roma o non ci dobbiamo andare?

TINA

Certo che ci dobbiamo andare!

LUISA

Ma come, anche tu?

TINA

E cosa avresti, il coraggio di abbandonare un’amica sincera come me?

LUISA

(Sconfortata)  Lasciamo  perdere,  per  favore.  Procediamo  il  tempo  stringe.

Facciamole vedere Tanza a Tina e po le mettiamo l’abito da sposa. (Vanno verso la

stanza e subito esce Tina)

TINA

(Inviperita) Secondo tutt’e due io assomiglio a quella? Perciò il mio fisico è lo stesso

di quello suo? Ma dove ce l’avete gli occhi? Per intanto, io sono più slanciata e lei ….

(Teresa entra in scena con una parrucca in mano trascinandola fuori dalla scena)

TERESA

Ancora tempo dobbiamo perdere. Vatti a vestire mettiti la parrucca e finiscila! Luisa

tu vai a svegliare tuo zio. Lo capite che da un minuto all’altro saranno tutti qua!

LUISA

(Si dirige nella camera dello zio ed esce dopo poco con Vito vestito in Alta uniforme,

sottobraccio. Luisa come continuando un discorso già iniziato) Allora, ora tu ti siedi

qua. Aspettiamo che venga Alberto a prenderti e….

VITO

(Interrompendola) Tanza dov’è?

LUISA

Si sta preparando per la Cerimonia. Non essere agitato, che ti sale la pressione. (Nel

frattempo si sentono voci di persone che arrivano da fuori scena)

Atto II

Scena VI

(Detti, Alberto, Domenico, Pitruzza, Giacchi)

PITRUZZA

(Entrando pomposamente in scena) Signori, tutto sta filando per il verso giusto. Il

popolo è con noi! Allora gli sposi sono pronti?

VITO

Lo sposo è presente!

GIACCHI

E la sposa, dov’è la sposa?

Facilissimo!! Commedia in due atti di Nunzia P. La Rosa

39


LUISA

Si sta preparando per la fossa ehm, per la festa?

ALBERTO

Coraggio Luisa, tutto finirà presto.

LUISA

Non sai quanto hai ragione.

DOMENICO

Avanti cosa sono questi musi lunghi, oggi è giorno di festa! Mi raccomando felicità,

felicità! (Nel frattempo dal fondo della scena entra Teresa annunciando)

TERESA

Signori, la sposa!

(Entra in scena Tina in abito da sposa con il velo calato sul viso. Vito appena la vede

si lancia per abbracciarla mentre Tina terrorizzata scappa cercando rifugio fra i

presenti)

VITO

Tanza! Tanza, Tanzetta mia dammi un bacio! (I presenti si lanciano a bloccare Vito)

ALBERTO

Zio datti una calmata! Se cominciamo così’ non arriviamo neanche davanti alla porta

della Chiesa.

DOMENICO

(Rivolto a Teresa) Mi sa che ci vuole una bella puntura!

VITO

(Calmandosi di botto) Sono calmissimo!

PITRUZZA

Bene signori, il corteo si può muovere. Zio Vito e la signora Ortansa avanti e noi tutti

dietro.

ALBERTO

Luisa, ma tu non ti sei ancora cambiata d’abito?

LUISA

Mi sistemo fra un attimo e dopo vengo con Teresa.

DOMENICO

(Prendendo sottobraccio Alberto) Bene, per il momento accontentati di me.

GIACCHI

Allora, mi pare che il corteo si può muovere. Signori, prego. (Accompagnati da un a

marcia nuziale usciranno tutti di scena tranne Luisa e Teresa)

LUISA

(Accasciandosi sul divano) Cosa abbiamo fatto, non finirà bene me lo sento. Siamo

state due pazze assassine!

TERESA

(Sedendosi anche lei sul divano)

Ricominciamo? La pazza assassina qua è solo una. E

cosa vorresti fare, dimmi, arrenderti proprio adesso che il più è fatto?

LUISA

Il più? Ti sei scordata che abbiamo una morta in casa? Come faremo a sbarazzarci di

Tanza?

TERESA

Sei sempre la solita catastrofista. Vedi sempre nero. (Luisa commento a soggetto)

Te l’ho detto che ho già un piano, no? E fidati una buona volta del mio ingegno.

Come dice il professor Pitruzza dobbiamo essere lucide e ciniche, questo è il

segreto. Luisa guardami e ascoltami. Lucide e ciniche! Dobbiamo agire in fretta

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mentre tutto Il paese è in piazza a festeggiare e a farsi inquadrare dalla Televisione. Dunque, al Piano! Tu nella camera da letto hai un tappeto bello grande, enorme (sadicamente) e Tanza è uno scricciolo. L’avvolgiamo, la incartiamo, scendiamo tutto il pacco in garage, buttiamo tutto dentro il bagagliaio della macchina e …

LUISA               (Interrompendola, stizzita) E tu mi vorresti fare rovinare un tappeto persiano di valore, tutto annodato a mano?

TERESA           (Con finta considerazione) Oh, scusami, hai ragione, non c’avevo fatto caso che era (Facendole il verso) “un tappeto persiano tutto annodato a mano”. E allora sai che fai, quando sarai in galera, te lo porti con te, così passerai le giornate a sbrogliare i nodi del tappeto persino “tutto annodato a mano”. (Alterandosi, cambiando tono) Luisa, svegliati! Lo vuoi capire che sei un’assassina? (Mentre Luisa scoppia in un pianto sconsolato, confortata da Teresa, mestamente entra in scena Tanza, che mezza stordita, non vista dalle due, si muove per la stanza. Poi piomba alle spalle di Teresa e Luisa e facendole sobbalzare grida)

TANZA             Dov’è Vito!

LUISA-TERESA         (Scena di panico fra le due che abbracciandosi all’unisono gridano” a soggetto”) La morta, la morta! Aiuto, è ritornata …


TANZA


(Ignara, impaurendosi anche lei) Chi morto? Vito ha morto? Vito, Vito mio! Mi lassato sposa bianca sola in chista casa. Come vivo senza tua presenza in mia vita, in mia casa?


LUISA


(Riprendendosi) Scusa, quali casa?


TANZA


(Piangendo) In chesta casa!


LUISA


(Inveendo su di lei) Eh no cara mai, ti sei fatta i conti sbagliati! Tu in casa mia non ci stai né viva né manco morta!


TERESA


Luisa ma che ti metti a discutere col fantasma?


LUISA


(Lanciandosi di nuovo su Tanza) Ma che fantasma questa è più viva di me! (Nel frattempo irrompono in scena Vito con una parrucca in mano e tutti gli altri che lo inseguono)


VITO


Dov’è Tanza? (vedendola litigare si lancia contro Luisa nello stupore generale)


PITRUZZA


Fermatevi tutti! Signore volete spiegarmi cosa sta succedendo? Chi era la persona che stava sposando il signor Vito Campanella?


ALBERTO


(Entrando trafelato e lanciandosi contro Teresa) Tu e tua sorella! Siete la mia rovina!


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LUISA

No fermati, stavolta Teresa non c’entra niente. La colpa è mia, tutto è successo per

cercare di aiutarmi. Ma come avete fatto a scoprire che Tanza non era Tanza, ma

Tina?

VITO

Io ho scoperto l’inganno, prima di entrare in Chiesa, tutta la gente gridava bacio!

Bacio, bacio. E io dicevo a Tanza, me lo dai una bacetto, e lei mi diceva di no, con le

braccia con le mani, con i piedi! E la gente: “bacio, bacio, bacio!” E io: “Tanzetta e

dammelo un bacio!”

DOMENICO

Tutti, anche noi come tanti scemi: bacio, bacio, bacio! Zio Vito perde il lume della

ragione e ….

VITO

… Le alzo il velo e mi resta (mostrandola) la parrucca in mano. (Con Tanza, ridendo

e scherzando come prima si allontano nella loro camera)

PITRUZZA

Vi immaginate che colpo di scena? Per una parrucca abbiamo vanificato tutto il

nostro lavoro. A questo punto, noi ci ritiriamo Ingegner Marino-Lametta, lei è stata

una grande delusione. Dottor Giacchi, vuole aggiungere qualcosa?

GIACCHI

Si, anch’io volevo aggiungere qualcosa. Ingegner Marino-Lametta, lei è stata una

grande delusione.

PITRUZZA

Bravo!

GIACCHI

Grazie.

PITRUZZA

Prego. (E fra i consueti convenevoli escono di scena tallonati da Domenico che cerca

di convincerli a rimanere)

DOMENICO

(Uscendo  c.s.)  Ma  Professore,  dottor  Giacchi  non  possiamo  abbandonare  il

progetto, possiamo ancora recuperare ….

ALBERTO

(Rivolgendosi a Luisa e Teresa) Ma insomma, mi volete dire che cosa è successo?

Perché Tina ha preso il posto di Tanza? Cosa pensavate di fare?

TERESA

Tante volte una vuole aiutare e poi …

LUISA

Già, forse era meglio se ti facevi gli affari tuoi!

ALBERTO

Allora è vero, ci entri sempre tu nelle mie disgrazie, lo sapevo io!

TERESA

Luisa raccontala giusta, diglielo quello che ho fatto per te!

LUISA

Per me? (acida) Forse per te, volevi andare per forza a Roma! Tutti in Parlamento,

vedi cosa hai combinato tu e quella infame di tua sorella?

TERESA

Io? Ma c’hai na bella faccia di …. Lo sapete che vi dico? Non mi cercate mai più! (Fa

per uscire e come nel primo atto rientra per poi dire) Mi fate schifo!

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ALBERTO


E questa l’hai già detta! (Poi rivolto a Luisa) Allora, Luisa, ora che siamo rimasti tutt’e due da soli, ma mi vuoi dire che diavolo è successo? (Rientrano in scena, canticchiando, Vito e Tanza parati da turisti e con bagagli in mano) Ma dove state andando vestiti così?


VITO


Si parte in viaggio di nozze!


ALBERTO


Ma non dire stupidaggini, rientra nella tua stanza e vai a coricarti.


TANZA


Vito no curica. Vito prima sposare Tanza, poi noi mandare cartolina.


ALBERTO


Ma quale cartolina. Voi restate qua. (Cambiando tono, adesso supplichevole) Zio, se tu te ne vai a noialtri cosa ci resta? Luisa diglielo pure tu.


LUISA


(Come Alberto falsamente dispiaciuta) Zio che ci resta se ve ne andate tutt’e due?


VITO


Chi vi resta? Già, Tanza vedi, Luisa si preoccupa anche per te. In fondo hanno ragione. Sono io l’unico parente, che gli resta? (Parlando all’orecchio di Tanza che si mostra inizialmente preoccupata dalla reazione di Vito. Poi annuisce entra nella cucina ed esce con un sacco che porge a Vito, il quale apre il sacco e sparge i rifiuti contenuti nel sacco, sul pavimento, gridando felice) La spazzatura, vi resta! La mondezza! (Ed escono di scena cantando e ridendo)


(Sul fermo immagine di Alberto e Luisa, che resteranno soli, calerà il sipario)

FINE


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