Farsa dei mantici

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Farsa all’italiana in un atto

di Anonimo spagnolo

Traduzione di Cesco Vian

da FARSE SPAGNOLE del secolo d'oro

Edipem Novara 1974

PERSONAGGI

godoy, moglie dello Scemo

poliziotto

lacchè

scemo

licenziato


FARSA DEI MANTICI[1]

Entra una donna, che è moglie dello scemo, e si chiama godoy, e dice così:

godoy        Le donne di qualità e di doti come le mie, essendo povere, non dovrebbero neppur nascere a questo mondo. Lo dico per me, che sebbene d'alto lignaggio, essendo povera nessuno fa caso di me, e mi è capitato in sorte un marito scemo, che gli è venuto in mente adesso d'imparare un mestiere e di fare il fabbro ferraio. Non è capace di far questo mestiere né alcun altro, giacché, oltre a non avere un soldo, è un somaro. Ma siccome avevamo in casa due martelli, ha detto che aveva da fare il fabbro. Non è questo però che mi preoccupa e mi rattrista. Mi duole non vedere i miei inna­morati, che son belli, e son tre, solo che uno di essi è vecchio e gobbo, e non lo posso vedere più che il diavolo, perché gli puzza la bocca e non so come non lo caccio via; ma farò in modo che mio marito gli dia un sacco di legnate, e in questo modo non mi tornerà più fra i piedi. Agli altri due, voglio bene più che alle pupille dei miei occhi, e se lo meritano davvero: sono gentiluomini, corag­giosi e di ottimo casato. Anche i loro mestieri sono nobili: uno è lacchè di un gentiluomo molto distinto e ricco, e dice l'amor mio che il suo padrone gli vuol far indossare la livrea. L'altro è molto onorato e ci tiene all'onore, e non sa che io tratto anche con un -altro, (se lo sapesse, temo che non vorrebbe più vedermi); e questo secondo fa il questurino della polizia. Vedete dunque in che brutta situazione mi trovo, giacché muoio dal desiderio di vedere uno o l'altro di questi due, che li amo come la luce degli occhi miei.

Entra il poliziotto e dice:

poliziotto  Ah, mia signora Godoy, potrò entrare?

godoy         In buon'ora ti vedano i miei occhi, bene mio! E perché non sei venuto prima?

poliziotto  Non son potuto venir prima a vederti, mio bene!

godoy         Sappiate che sono imbronciata con voi per il vostro ritardo.

poliziotto  Eccomi qui, ora, al tuo servizio.

Il lacchèbussa alla porta e dà due calci.

godoy         Ahi, me disgraziata! Dev'essere mio marito!

poliziotto  Vostro marito?

godoy         Sì, certamente. O me infelice! Che cosa facciamo?

poliziotto  Vossignoria resti con Dio.

godoy        Non se ne vada vossignoria, ché se mio marito vi vedrà uscire, il mio onore si troverà in sommo pericolo!

poliziotto  E che debbo fare, allora? Dove posso nascondermi?

godoy        Si può far così: mio marito, come sapete, vuol fare il fabbro. Vossignoria dunque si distenda qui per terra ed io farò credere a mio marito che voi siete un mantice utile al suo mestiere, un man-tice di fabbricazione fiamminga. Siccome egli è uno stupido, ci cre­derà, e una volta partito lui, anche vossignoria potrà andarsene.

poliziottoSignora Godoy, farò come dite, anche perchéè cosa che si adatta al mio mestiere[2]; ma ad una condizione: che non mi prenda a legnate.

godoy        Fin che sto qui io, non aver timore. Buttati qui lungo disteso, e se mio marito si avvicinasse, mettiti a far da mantice, e lui capirà meglio di che si tratta.

poliziotto  Sta bene. Quanto poi a soffiare, ci penso io.

Il poliziotto si stende in terra; godoy porta uno sgabello e ci mette i piedi del Poliziotto sopra, la testa in basso, le braccia unite e la bocca aperta. Entra il lacchèe dice:

lacchè         Un anno intero dovevo aspettar fuori?

godoy         In buon'ora ti veda io, viso di foglia di tabacco! In fede mia, devo proprio abbracciarti!

lacchè         Non stringermi tanto, me peccatore!

godoy         Sei molto fragile!

lacchè         Vuoi che non mi lagni, se mi martirizzi?

Bussa alla porta lo scemo e dice:                        

scemo          Ehi, moglie, aprite questa porta!

lacchè         Chi bussa? Chi è?

godoy         O me infelice! È mio marito!

lacchè         Tuo marito?

godoy         Sì, proprio lui!

lacchè        Cosa si può fare? Dove posso nascondermi?

godoy        Ahi, disgraziata me! Cosa posso fare?

lacchè         C'è qualche cantina, signora? Qualche soffitta?

godoy        No, niente! Ma una cosa si può fare: che vossignoria si metta disteso qui, a fianco di questo mantice che mio marito si è fatto venire dalle Fiandre, e così mio marito crederà che anche vossignoria sia un mantice, e se ne andrà via, e noi ce la spasseremo.

lacchè        Non vorrei che vostro marito mi caricasse di legnate.

godoy        Non lo farà, finché son qui io.

lacchè        Va bene, mi fido di vossignoria.

Il lacchèsi distende accanto al poliziotto, e la donna lo mette allo stesso modo (piedi in su, testa in basso, braccia tese). Entro lo scemo e dice:                                                       '

scemo         Il diavolo ti porti, moglie! Devo stare un anno sull'uscio a battere?

godoy         Non potevate entrare senza bussare?

scemo         Senza bussare dovevo entrare? Voi siete qui e non vi muovete, la porta è chiusa, e io devo entrare senza bussare? (Volta la testa, vede i due «mantici», e fa un salto dallo spavento.) Che cose son codeste, moglie?

godoy        Si tratta, marito, di due mantici fiamminghi, che mi hanno por­tato qui affinché possiate far meglio il vostro mestiere di fabbro.

scemo          Mantici? Non mi sembra che ne abbiano l'aspetto!

godoy         Non vi ho detto che vengono dalle Fiandre?

scemo          Dalle Fiandre?

godoy        Appunto!

scemo          Ma come mai hanno una forma così strana?

godoy         Non capite che son fatti così i mantici delle Fiandre?

scemo          E per dove gli entra l'aria?

godoy        Così! (Li afferra per i piedi e li apre e chiude come se fossero mantici, e quelli si mettono a soffiare.)

scemo          Ehi, un momento, moglie, state ferma un momento!

godoy        Vedete come funzionano bene? Provate anche voi, così!

scemo         (afferra per i piedi uno dei due, mentre la moglie acchiappa l'al­tro, e fanno da mantici soffiando) Mantici del demonio! Adesso non ci manca che del ferro e una bella incudine, e giù martellate, che i martelli li abbiamo già, e apriamo la nostra bottega di fabbro!

godoy        Affrettatevi dunque a procurarvi gli arnesi che vi mancano, e vedrete come ci va bene.

Bussa il licenziato bacchetta, che è vestito all'antica, ha la gobba e porta un mantello sulle spalle.

licenziato  O mia signora Godoy, sei tu?

scemo          Chi c'è, moglie?

godoy        Il Licenziato Bacchetta.

scemo          Sempre fra i piedi, costui! Che demonio vuole in casa mia?

godoy        (fra sé) Ecco il modo migliore per cacciar via una buona volta questo vecchio! (Al marito.) Dovete sapere, marito, che questo Li­cenziato non mi lascia in pace e mi fa la corte. 

scemo          Per Dio! È possibile?

godoy         Proprio così, marito!  E io che sono una donna onesta, non voglio offendervi con un adulterio! Perché dunque mi lasci in pace, dovete dargli un sacco di legnate, così non si farà più vedere!

scemo          Si faccia come desiderate, tanto più che ne ho gran voglia!

licenziato(fuori) Ehi, ehi, signora Godoy! Vossignoria mi apra! Sono il Licenziato Bacchetta!

godoy         Subito,  signor   Licenziato!...   Mettetevi lì dentro un istante, marito, e poi uscite e lo bastonate come si deve.

scemo          Va bene; apritegli pure.

Esce lo scemo ed entra il licenziato e dice:

licenziatoO signora mia! Per qual causa vossignoria mi ha lasciato tanto tempo fuor dell'uscio?

godoy         Ero occupata, signore, perciò non vi ho aperto prima.

scemo          Moglie!

godoy         O me infelice! Viene mio marito!

licenziatoVostro marito? Be', non importa, tanto mi vede entrare qui ogni giorno!

godoy        Ah, signore! Egli ha giurato di uccidervi, se vede qui vossi­gnoria!

licenziato  Come? È mai possibile?

godoy         Sissignore, proprio così!

licenziato  E come si può fare?

godoy        Il rimedio è che vossignoria si tolga codesto mantello e si metta qui a quattro zampe vicino a questi mantici, e io farò credere a mio marito che vossignoria è un'incudine, e così lui se ne andrà, perché sta cercando gli arnesi necessari per finire di attrezzare la sua bottega.

licenziato  Un'incudine, io? In nessun modo!

godoy         Non c'è altro rimedio! Vossignoria deve farlo, per forza!

licenziato  Non c'è proprio altro rimedio?

godoy        Nossignore! Lo faccia, per amor di Dio, che siamo in peri­colo di morte tutti e due!

licenziatoSe non si può far altro, acconsento. (Si toglie il mantello e si colloca a quattro zampe e a testa in giù, di fronte ai mantici).

scemo         (entra con due martelli, una tanaglia, una lamina di ferro, una tegola contenente della brace accesa e un bastone, e dice così):

Orsù, oggi devo fabbricare una padella, così avremo modo di frig­gere. (Si avvicina al Licenziato e lo guarda tutt'intorno.) È costui, moglie?

godoy         Sì, marito, pestatelo ben bene!

scemo         Lascia fare a me, che gli spiano la gobba! Suvvia, moglie, prendimi uno di quei mantici, che voglio fare una padella e un trep­piedi.

(La moglie fa soffiare i mantici, lo Scemo vi accosta il fuoco e la lamina di ferro, e intanto canta.)

Si alza presto, il contadino, oh, come si alzava presto! Soffia moglie!

Lo scemo afferra la lamina con la tanaglia, la mette sulla gobba del licenziato, la picchia col martello, e sempre continuando a cantare la rimette sul fuoco, ravviva la fiamma con l'altro mantice, rimette con le tanaglie il ferro sulla gobba del licenziato, chiama sua moglie, le dà l'altro martello, e tutti e due — Lo scemo seduto sulla schiena del licenziato, e la moglie sulla testa — cantano e dànno martellate.

licenziato(alzandosi) Bella canagliata, affè mia! Che un uomo come me debba sopportare vigliaccate come questa!

scemo        Sì, canagliata!

licenziatoE grandissima! (Cerca di andarsene, ma lo Scemo lo trat­tiene col bastone in mano).

scemo         Ma non è ancora finita!

licenziato        Lasciatemi andare! Sapete di chi vi fate beffe?

scemo         Chi vi ha fatto venire a casa mia? Non sapete che sono fab­bro e c'è pericolo delle faville?

licenziato        Lasciatemi andare, vi dico!

scemo         Prenda, dunque, e non vada più a casa d'una donna sposata il cui marito è fabbro e sprizza scintille! (Lo picchia col bastone e e il Licenziato fugge via.)

godoy         Avete fatto benissimo, marito.

scemo         Ho fatto bene?

godoy         Sì, in fede mia.

scemo         Ma ditemi, moglie, perché mi avete messo in questo guaio? Ditemi, non vi sembra che quando colui mi troverà in istrada mi caricherà di bastonate? Affinché dunque impariate a non mettermi in altri guai, prendete!  (Bastona la moglie.)

godoy        Ahi, ahi, uomo malvagio! È questa la ricompensa per aver io custodito il vostro onore?

scemo         (lasciandola andare) Orbene, questi mantici si devono acco­modare, ed è necessario smontarli perché voglio ridurli all'uso di Spagna. Cosi sono molto strani!

Afferra il martello per picchiare i mantici, la moglie glielo impedisce e lo scemo riprende a picchiare la moglie. Questa allora si getta in ginocchio e dice:

godoy        Faccia Iddio il miracolo che questi mantici si trasformino, si alzino e se ne vadano via, e lascino questo farabutto senza mestiere!

La moglie esce, e si alza il poliziotto, si avvicina allo scemo, gli soffia in faccia, con grande spavento dello scemo, e se ne va via. Si alza, anche il lacchèe fa altrettanto, e se ne va.

scemo         (facendosi il segno della croce) Gesù! Certamente Dio ha prestato ascolto a mia moglie, perché ha fatto quello che ella aveva chiesto! Osservino dunque tutti quel che mi è capitato, e facciano ciò che le loro mogli gli ordinano, se non vogliono che i mantici vadano via tutti arrabbiati facendo « fu, fu, fu... »! (Esce.)


[1]   Questo  Entremés  sin  titillo  (Farsa  senza  titolo),  viene  comunemente chiamato « Farsa dei mantici », per deduzione dal contenuto.

[2]   Come si capisce meglio dalle battute seguenti, si tratta di un doppio senso, dal termine soplar, che significava, oltre che soffiare (come appunto fa il mantice) fare la spia, parte integrante del mestiere di poliziotto.