Farsa in un atto
dell’ultimo Seicento
di Anonimo spagnolo
Traduzione di Cesco Vian
da FARSE SPAGNOLE del secolo d'oro
Edipem Novara 1974
PERSONAGGI
MENICA
BENEDETTO, suo marito
GIDIA
LORENZO, suo marito
Il SACRESTANO
Il DOTTORE
Il BENEFICIATO
SUONATORI
FARSA DELLE UOVA[1]
Entrano benedetto e menica abbaruffandosi, e gidia, lorenzo e il sacrestano, che cercano di interporsi per calmarli.
menica Aiuto, giustizia divina, ché mio marito mi ammazza!
benedetto Lasciatemi!
sacrestano Non sapete far altro che leticare?
benedetto Lasciate che le dia un po' di calcioni, e poi la smetto.
menica Calcioni a me! Perché, perché, perché???
sacrestano Non strillate tanto!
benedetto Satanasso doveva venire, per farvi riprender fiato.
gidia Il diavolo... Zio, parlate come si deve!
benedetto Meglio di voi parlo!
gidia Mala Pasqua e peggior San Giovanni! Meglio di me? Mentite!
Si accapigliano benedetto e gidia, e gli altri si intromettono.
lorenzo Via, basta!
sacrestano Litigate con tutti! Rispettate almeno il sacrestano, e badate che se m'arrabbio, vi scomunico tutti e tre, per Dio!
benedetto Vedrete dopo!
menica Dopo che cosa?
Si accapigliano di nuovo, il Sacrestano s'intromette e si prende uno sberlone.
sacrestano Ahi, mi ha acciaccato un occhio!
lorenzo Per forza doveva finire così, questa baruffa!
menica Il sacrestano resterà con un occhio storto.
benedetto Che se lo raddrizzi!
lorenzo Bella roba avete fatto! (Al sacrestano.) Vediamo quello che avete.
sacrestano Quello che non ho, volete dire! Ho la faccia sconquassata da uno sganassone di Menica, che mi ha gonfiato una guancia, ridotto un occhio come un fusaiolo e il naso come un fuso! Ma pazienza, purché abbiate finito di accapigliarvi, che è una vergogna, perdiana! Non c'è in tutto questo villaggio una coppia peggiore di voi, che si pesti di più e dia tanto da parlare e mormorare. E non è nemmeno un anno che vi siete sposati!
benedetto Dio mandi un castigo a chi ha combinato questo matrimonio.
menica Lucifero ricompensi chi mi ha unito a voi!
lorenzo Ehi, piano con le imprecazioni!
sacrestano Sono stato io che vi ho fatto sposare!... Beh, si può sapere la causa di tanto baruffarsi?
benedetto Ve la dico io.
menica No, marito, la dirò io!
benedetto Io, per la miseria!
menica Devo dirlo io!
benedetto Voi non direte un bel niente!
menica Nemmeno voi!
benedetto Non fare la pazza!
menica Il pazzo siete voi!
sacrestano Ricominciate, dunque?
benedetto Se riesco ad afferrare una stanga...
menica Una stanga per me, uomo malvagio?
tutti Oh, insomma, in nome di Dio!
Si pestano di nuovo, e il sacrestano, standosene lontano, grida:
sacrestano Pace, pace, Ho paura di prendermi un'altra sberla!
lorenzo Lasciate che parli lei.
gidia Perché dev'essere lei a raccontarlo?
benedetto Aspettate che se ne vadano tutti, e poi l'accomodo io!
sacrestano Parlate, Menica!
menica Tutti sapete che domani è il Corpus Domini, festa solenne fra tutte, per la cui processione ci raccontano che a Siviglia da ben novanta giorni stanno preparando carri, danze e rappresentazioni, con tutte le storie che il nostro curato racconta. Dicono che la Scalinata[2] sarà tutto un arco trionfale, e tutte le strade piene di arazzi. Ora, siccome io non ho mai visto tante bellezze, ho chiesto al mio uomo di condurmici. « Domani », mi fa lui ieri; e dice che mi ci conduce con Gilda Domìnguez. Stamattina mi vesto, vedete quanto bene, come per Pasqua, coi miei orecchini e il mio cascainpetto. L'asina stava per essere sellata, e arriva Benedetto con delle uova, da far merenda, e mi dice di friggerle. Io gli dico che non volevo sporcarmi di nero di pentola, e che poi non volevo far merenda volevo andare a Siviglia. Lui dice di sì, io di no, e dopo un po' tutto il quartiere era in allarme. Ma se non foste arrivati, voi un maledetto demonio mi porti se non gli avrei strappato gli occhi, con le mie unghie di tigre, e morsicchiato il naso a dentate!
sacrestano Gran causa, per lite così grossa!
lorenzo Avete ormai preso l'abitudine di attaccar briga proprio per un filo d'aria!
benedetto Un filo d'aria chiamate non voler fare quel che io ordino?
gidia E perché deve dar ordini uno che nemmeno è degno di servirla?
sacrestano Gidia, chi vi autorizza a ficcare il naso fra moglie e marito?
gidia Io mi autorizzo, che sono cugina di Menica. Il diavolo ti prenda, Menica, se fai quello che ti ordina lui!
lorenzo Benedetto, calmatevi e andate a sellare l'asina, ché per un litigio non vale la pena di rinunciare alla gita.
benedetto Sapete che sono di buona pasta, e che finisco sempre col fare quello che mi dicono. Ma stavolta, se pensate di ammollirmi, vi sbagliate! Menica deve friggere le uova!
menica Io non friggo un bel niente!
lorenzo (a Gidia) Se non è che per questo, puoi andar tu a friggerle.
gidia Sta bene.
benedetto Io non voglio che vada Gidia a friggerle. Devi andarci tu, per Dio!
menica Io non le friggo!
benedetto Che cosa aspetto? (La afferra per i capelli e gli altri gliela strappano di mano.)
menica Aiuto, mi strangola!
benedetto Un accidente mi prenda! Sono uomo o non lo sono? Andate a friggere le uova sì o no?
menica No e no!
benedetto Come no? Sì e sì! Le friggerete!
menica Sì. (Esce.)
benedetto Per Dio, se non me la levavate dalle mani, le facevo tirar fuori la lingua, per dare una lezione alle donne strillone!
sacrestano Volevi strangolarla?
benedetto No, soltanto stringerle il collo! Ma già che ha detto di sì, le lascerò la lingua dove la tiene. E ora potete considerare finita la baruffa, perché quando una donna comincia a obbedire, il marito non ha più da gridare.
sacrestano Datemi la vostra parola di non pestarla più, oggi.
benedetto La mano e la parola, vi dò!
sacrestano Bene, adesso vado a suonare la messa, ché il Beneficiato vorrà dirla. (Esce.)
benedetto Il mal maritato dorme male e vive peggio, perché la lingua di una donna che ribatte sempre e dappertutto, a tavola e a letto, è il peggior tormento del mondo per un marito che non voglia sentirla. Beato il marito sordo di una moglie muta!
Entra lorenzo, solo.
lorenzo Compare!
benedetto Volete dirmi qualcosa?
lorenzo Che avete un temperamento molto strano, giacché siete solito a rimediare così male un danno. Non si devono trattare le donne cosi duramente, come non si devono trattare sempre a colpi di sperone le mule prese a nolo! Provatelo, e vedrete che la mula, dopo un po', perde la voglia e si butta giù, in mezzo alla strada. Non condanno se qualche volta le date un calcio o una bastonata, ma dargliene sempre è male!
benedetto E il bene, qual è?
lorenzo Dimenticare le stizze passate.
benedetto D'accordo, purché Menica frigga le uova.
lorenzo Basterà se le ha fatte sode?
benedetto Come sode?
lorenzo Vistasi minacciata di morte perché non friggeva le uova, le ha fatte sode, per aver soddisfazione in qualche modo. Io, se ho qualche autorità su di voi, consiglio di non ricominciare, ma mangiare in santa pace, con vostra moglie, e dopo mangiato andarvene a Siviglia con lei.
benedetto Farò quel che mi dite, cognato!
(Se ne vanno.)
Entrano il beneficiato e il dottore.
dottore Signor Beneficiato, sono già pentito venti volte di aver accettato l'incarico di organizzatore della festa di quest'anno. So che il paese ha avuto molto da spendere e che la festa non potrà essere come gli altri anni; ma questo è ancora niente, perché se mancano i ballerini che di solito si facevano venire da Siviglia...
beneficiato Il sacrestano ha riunito tutti i ragazzi del paese, e con quelli che dimostravano maggior abilità ha potuto organizzare una danza con relativa musica; e se avessero bei costumi, potrebbero danzare davanti agli stessi sovrani!
dottore So che vossignoria ha composto per loro una canzone dialogata molto buona. Ma se non fanno molte prove, temo che mi facciano strappare la barba per la vergogna, facendo una brutta figura davanti al consiglio comunale.
beneficiato Per questo vi ho fatto venir qui, dottore: per la prova.
dottore Ma dove si trovano i ballerini?
beneficiato Si stanno vestendo tutti, qui in sacrestia. Ehi!
Entra il sagrestano semi vestito a festa.
sacrestano Che cosa comanda il signor Beneficiato?
beneficiato Figlio di una sgualdrina, com'è vestito bene il sacrestano!
sacrestano E non ho ancora finito di vestirmi! Vedesse come sto bene, col costume completo!
beneficiato E i suonatori?
sacrestano Sono tutti vestiti.
beneficiato Cominci la prova, dunque.
sacrestano Si mettano qui in disparte, perché i danzatori entreranno con tale impeto, che se trovano qualcuno in mezzo lo travolgono.
dottore Caspita, come inizio di festa è piuttosto energico!
sacrestano Verranno fuori come sparati da una balestra. (Esce.)
Entrano i suonatori, e con essi il sacrestano, munito di bùbboli, ballando come meglio potranno.
uno
Alla festa del Sacramento
che è la più bella dell'anno,
suona e canta!
un altro
Suono e canto!
Questo è il pane che ci nutre,
questo è il pane che sostenta,
questo è pane,
e nella sostanza è Dio,
vieni dunque a mangiarlo,
o peccatore!
un altro
Giusto conviene chiamarlo
se è pentito
del male fatto in proprio danno.
uno
Suona e canta!
un altro
Suono e canto.
Questo è il pane che ci dà nutrimento.
Questo è il pan che sostento ci dà!
lorenzo (di dentro) Ehi, aprite!
dottore Chi picchia con tanta violenza alla porta della chiesa?
beneficiato Vedete un po' chi è!
lorenzo (di dentro) Il medico è qui?
sacrestano Sì, è qui. Che cosa volete?
beneficiato (ai suonatori) Voi entrate in sacrestia a svestirvi, mentre il sacrestano apre la porta.
uno Mancava ancora il meglio.
sacrestano Ecco, ho aperto. (Esce coi suonatori.)
lorenzo (Entrando) Dio sia con voi, Licenziato! Presto, venite che Menica sta morendo!
dottore Torno subito, Beneficiato. Finché io non sia tornato, non continuate la prova, che va molto bene. (Esce.)
beneficiato Non mi racconterete, Lorenzo, che male è venuto a Menica?
lorenzo Dopo che il marito la picchiò per certe uova da friggere, fecero la pace e si sedettero a mangiare. Menica, che è fatta di pelle di diavolo e tanto testarda che sarebbe capace di piantare un chiodo nel muro a testate, si sedette a tavola nera in viso, con gli sguardi a terra e tutta storta sulla seggiola. Servi le uova al marito, ma poi respinse il proprio piatto dicendo: « io non le voglio ». Il marito gliele rimise davanti dicendo: « Menica, mangiatele a a costo che vi restino per sempre in corpo, datemi questa soddisfazione. »« No, non voglio », replica lei. « Per Dio, dovete mangiarle », fa lui. Si dicono e si rispondono ringhiando come cani. Ma Menica è donna, e a un tratto acchiappa le uova dal piatto e le sbatte sul pavimento. Benedetto prende i piatti e glieli scaraventa addosso, e lei urla e strilla da far correre tutto il paese. Bel daffare ha chi abita vicino a due sposi mal assortiti! Cercavano di calmare Benedetto, ma lui, ostinato com'è, diceva che se non mangiava un uovo l'avrebbe ammazzata. Con le botte e la rabbia, Menica ha il corpo pesto, e credo febbricitante. Grida che sta morendo, e i suoi strilli vanno su in cielo. Perché non muoia per davvero, son corso a cercare il medico.
beneficiato Non ho mai visto una coppia come quella, da due settimane in qua.
lorenzo E io non ho mai visto una donna che rifiuti tanto delle uova.
Escono, ed entrano menica, gidia, benedetto e il dottore.
menica Mi ha ucciso, quell'omaccio!
benedetto Magari l'avesse voluto Iddio!
dottore Mettetela a sedere qui.
menica Muoio!
benedetto (mostrandole un uovo) Ne mangerete uno, a costo di morire sul serio.
menica Non lo mangerò! Non lo mangerò!
dottore Si calmi. Mi faccia sentire un po'... No, non ha febbre, grazie al cielo.
menica Dottore, questa volta sento che muoio...
benedetto Mangiatelo, Menica!
menica Non voglio!
dottore Non è altro che debolezza di stomaco. Siccome non ha mangiato...
benedetto Che cosa ordina vossignoria che le diamo?
dottore Qualche uovo fresco. Stasera ripasserò a vedere come sta. E state tranquilli, che non c'è niente!
benedetto Giuro al mio saio che stavolta non c'è replica! Queste due uova ve le dovete prendere!
menica No, non le prenderò.
benedetto A me un bastone!
gidia Ma che demoni vi tentano? Siete moro o siete luterano, che volete proprio ammazzarla?
benedetto Voglio che mangi queste uova, perché giele ha ordinate il medico; che poi i suoi parenti non dicano che morì perché io non volli darle la ricetta, e me la rivogliano indietro come nuova.
gidia Lasciate fare a me, che m'impegno a fargliele prendere.
menica Purché non sia dalle vostre mani, le prenderò.
gidia Ecco, vedete che vuole prenderle? Andatevene fuori, voi.
benedetto Va bene; ma badate che non deve farne a meno! (Esce.)
menica Gidia, a costo che il diavolo mi porti, via, io le uova non le prendo.
gidia Che cosa pretendete fare, dunque?
menica Voglio vedere se quell'uomo cede. Tu digli che sono morta e che vengano a sotterrarmi, e lui veda che mi fanno uscire dalla porta per portarmi in chiesa. Vedendosi vedovo si addolorerà e si pentirà di avermi offeso tanto. Tu gli dirai che è stato lui la causa della mia immatura fine; e quando vedrò piangere quel turco cafone, risusciterò.
gidia Ben detto.
menica Stendimi dunque subito per terra, come nel sudario.
gidia Prenderò un cuscino di camera tua, e anche un lenzuolo per avvolgerti come se fossi morta.
menica Con questo fazzoletto legami la mandibola.
gidia Magnifico! E adesso, a piangere!
menica Comincio io: Ah, Madonna santa, la mia gioia è finita.
menica si finge morta e la stendono come dicono le battute. gidia finge di piangere, ed entra benedetto.
benedetto Che cosa succede?
gidia È morta! Ahi, povera me, è morta adesso adesso!
benedetto Menica è morta?
gidia Sì.
benedetto Vado a chiamare qualcuno che la porti via di qui. Ma le uova...
gidia Fu fatale ostinarsi tanto con le uova!
benedetto È morta per non averle mangiate? Sta bene: vado a disporre per i funerali. (Fra sé.) Come se io non avessi capito il trucco! È più viva d'un gatto! (Esce.)
gidia Menica, è andato a cercare i preti.
menica Aspetta. Se se l'è presa così calma, è perché ha pensato che non sono morta. Ma quando mi vedrà partire per la chiesa sulla portantina dei morti, gli dispiacerà e si metterà a piangere.
gidia Hai ragione, Suvvia, stenditi.
Entrano il sacrestano, e il beneficiato e vari preti in cotta, cantando responsi, e benedetto vestito a lutto, e suonatori. E senza che i preti lo vedano, benedetto urta col piede sua moglie e le fa vedere un uovo.
menica La cosa comincia a farsi seria. Il diavolo mi ha fatto ostinare!
benedetto Moglie potete benissimo rispondermi, perché siete viva e mi sentite: volete prendere le uova sì o no?
menica Non voglio mangiarle, a costo che mi sotterrino.
benedetto Sta bene. Come volete.
Cantano un'orazione e tutti rispondono:
tutti Amen.
benedetto Le volete mangiare, Menica?
menica No.
gidia Menica, se non le prendi ti sotterrano!
menica No, che non lo faranno.
sacrestano Prendete su questo cadavere. Non c'è da aspettare di più perchéè tutto frantumato. (Esce.)
Issano il corpo sulle spalle e i preti tornano a cantare; ma poi, quando menica parla, fuggiranno tutti urtandosi e spingendosi e facendosi la croce, spaventati.
menica Sì, le mangerò, marito!
tutti Gesù, Gesù! Vade retro, Satana! Fuori, fuori!
benedetto Le mangerete?
menica Sì, sì, sì.
benedetto Quante uova?
menica Ah, povera me! Più d'una cesta intera!
[1] Il nome dell'autore di questa Farsa non ci è stato tramandato.
[2] La scalinata della cattedrale di Siviglia, luogo famoso negli annali della malavita sivigliana e della letteratura picaresca.