Fatima blues

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FATIMA BLUS

FATIMA BLUS

composizione teatrale di

Luca Labarile

per
AREA PICCOLA

progetto produzione 98/99


PERSONAGGI

Muso (William Musone) lunatico capofficina
Rui (Rui Salvador, Secagliar) 2° meccanico, di origine portoghese
Fata (Giacomo lo Santo) goffo garzone di officina
Odrei studentessa, cliente fatale dell’officina
Mr. Angel / voce narrante speaker radiofonico di un program. jazz, voce radiodram.
Cantante canta dal vivo canzoni di scena, voce radiodram.



SCENA

Interno officina stilizzato, luce al neon, con solo pochi attrezzi, un motore funzionante, alcuni pezzi sparsi, una radio, una buca al centro dove possano scomparire i personaggi.
Davanti, un corridoio di luce gialla delimita il dentro e fuori dell'officina.
Un'impalcatura (in tubi metallici con passerella) funge da soppalco ed allo stesso tempo ospita lo spazio degli studi radiofonici.
Il sonoro si ode dalla radio dabasso.
I programmi in diretta radio sono: Radiodramma di Romeo e Giulietta e Radio night jazz di Mr Angel. C'è inoltre musica varia e altre interferenze.
Una cantante-attrice anch'essa sull'impalcatura, canta dal vivo canzoni che fungono da colonna sonora



scena 1 antefatto

Buio
Gli attori entrano in scena

RUI (dalla buca voce registrata mentre salda illuminando a lampi la scena)
-Tu dicevi: possiamo provarlo, era un cavallo nero, e io dicevo: non sappiamo andare a cavallo; e tu: è per questo che dobbiamo provarlo, e io: ah, già, è vero è per questo che dobbiamo provarlo. Il cavallo ci faceva paura, cazzo! Scalpitava. Tu sei salito, mi hai dato una mano e sono salito anch'io e poi facevamo salire tutti quelli che incontravamo. Quando salivano chiedevano: dove andate con questo cavallo nero? e tu dicevi: a provarlo; ma lo sai guidare? No, per questo dovete salire; e salivano. Il cavallo era velocissimo ma non avevamo paura... poi il cavallo si è girato, ci ha guardato e ci ha detto: se restate sopra io vi porto via; e noi potevamo scegliere, qualcuno è sceso, e noi ci siamo rimasti in quattro, siamo restati sopra e il cavallo è partito al galoppo... e mano a mano si sollevava, cioè volava e io ti ho chiesto se potevamo scendere e tu dicevi: oramai siamo troppo in alto, se scendi finisci in un altro mondo; quale mondo? ti chiedevo; il mondo di quelli che scendono, che non sanno cavalcare... il mondo che sta in basso. Io nel sogno avevo capito bene e mi tenevo per non cadere, poi il cavallo ci ha guardati ancora e ha accelerato, non lo reggevamo più, non avevamo più forza per tenerci, allora il cavallo ha detto: ok, ora siete cavalieri... potete lasciarvi. Ci siamo lasciati e invece di cadere eravamo in macchina che guidavi per tornare a casa... e era tutto naturale... E poi c'erano altre cose, non so... eppure c'era la Madonna... io dovevo vedere qualcosa dall'alto... 

Luce sullo studio radiofonico e sulla radio in officina
CANTANTE e ANGEL
Cantano in diretta "Je t'aime… moi non plus" sopra una base registrata.

Poi lo speaker manda il disco di Whiter Shade of Pale sfumando il brano precedente




scena 2 William narra Odrei

Muso è steso su un carrellino
Rui è dentro la buca 
Fata è seduto sul bordo della buca

Muso accende la sua luce da lavoro

VOCE NARRANTE MUSO 
- Odrei stava arrivando.
Era partita in luglio, a mezzogiorno, subito dopo aver passato Chimica Generale 2. Il 18 che prese era stato il pegno dovuto al padre per ottenere il lasciapassare oltre lo sguardo preoccupato della mamma.
Finalmente libera, per tre giorni Odrei era fuggita verso sud. Aveva un'attrazione per il caldo. Tutto il sudore della vita risvegliava in lei gli istinti più profondi. Proprio per questo veniva a sud. E poi intuiva anche che, laggiù…
(voltandosi) - quaggiù - bene e male sono compresi nella stessa e unica natura umana.



scena 3 Rui narra Giacomo

si accende il neon dell'officina 

VOCE NARRANTE RUI (dalla buca)
- Giacomo Lo Santo aveva le mani di merda (intanto a Fata cade di mano rumorosamente una chiave inglese) per questo veniva chiamato mani di Fata. Lavorava come apprendista meccanico in un'officina appena fuori città. Aveva talento ma era uno di quei tipi con lo sguardo perso in attesa ogni volta della seconda volta. Era un tipo disturbato dalle relazioni umane, moltissimo dal telefono, si sentiva inferiore a tutti quelli che vedeva sempre al posto giusto.
Una volta…
FATA (a Rui, rimanendo seduto sulla buca e giocando con una chiave)
- …rimasi folgorato da una ragazza bellissima ...carina.
Feci passare 6 mesi per decidermi a parlarle. Dopo feci un sacco di tentativi tutti falliti. La chiamavo sempre quando non c'era e poi mi riposavo per almeno una settimana… cioè, così non la trovavo mai, ma sempre per un pelo, però… e questo già mi andava bene, alla fine però, visto che lei era sempre lì, presi tutto il coraggio che avevo. La centrai in pieno con una telefonata all'ora di cena di un lunedì di febbraio.
Non successe niente di particolare, a parte che aveva il boccone in bocca che gli scocciava di masticare ma che io me ne ero accorto lo stesso… 
Insomma per me quello fu un giorno eccezionale.


scena 4 Odrei narra William

Luce ambiente officina

VOCE NARRANTE ODREI (appoggiata alla parete di fondo)
- William Musone, il principale, soffriva di mal di testa frequenti e spesso intensi. Il dolore gli si preannunciava da un'aura emicranica con percezioni allucinatorie straordinarie… cioè, 
quando sentiva parlare vedeva la scia colorata delle parole.
Fin da bambino William aveva immaginato che l'aureola dei santi fosse un po' come la sua ma ancora più potente, di un mal di testa immane che gli aveva fatto veder le stelle. Cioè Dio. Allora Muso, cioè William, si era abituato e anzi un po' si riteneva anche fortunato per questa sua condizione di prescelto. Sotto mal di testa però, William diventava un buco nero capace di attirare dentro sé tutta l'energia dell'officina…
RUI (dalla buca)
- Se calhar tranne la mia…

scena 5 Incontro

Luce ambiente officina

VOCE NARRANTE MUSO (steso sul carrellino)
- A un certo punto preciso, successe che andò in blocco una valvola del termostato del radiatore e la pompa dell’acqua smise di funzionare. L’auto continuava a girare, l’acqua refrigerante no. Il motore cominciò a sentire tantissimo caldo. L'ago della temperatura salì verso i numeri rossi. La musica ad alto volume e l'emozione di essere lontana fecero passare inosservata, l'escursione della timida lancetta. La macchina allora dovette dare segnali di fumo per farsi notare e solo in quel momento Odrei spenge la radio. 
(lo speaker toglie la musica)
Avanti lungo la statale vede un'insegna. Sebbene al contrario, di quelle che, come sulle autoambulanze - chissà poi perché - si leggono soltanto dallo specchio, legge: OCINACCEM MK 3 A. che sarebbe: a 3 km meccanico, appunto, e ci arriva diretta, fumante, visibilmente nervosa.
(Odrei si avvicina all'entrata dell'officina)
Giacomo era solito guardare fuori da uno dei rettangoli del finestrone poggiandoci la fronte di peso e fantasticando.
Ma quando la nuvoletta di vapore divenne finalmente più vicina e più reale, la vide: era una Morris Minor 1000 del ’71: bombature allungate, radiatore largo. 
Quando vide al volante una figura femminile si precipitò fuori per gli onori di casa 
FATA (correndo verso Odrei ed inciampando)
- Buon giorno signorina, ha problemi al motore?

Intanto i dialoghi tra Odrei e Fata passano in secondo piano rispetto alla voce narrante di Rui

VOCE NARRANTE RUI
- Dai toni ruffiano e dall'odore di bruciato, Rui comprese senza sporgersi, la bellezza dell'autista e la natura del guasto. 
Rui era Rui Salvador - quello con la magli del Flamenco - chiamato anche Secagliar, che era l’intercalare che usava nei suoi discorsi. (mentre Fata e Odrei conversano -…)
Se calhar era l'unica forma che aveva mantenuto della sua lingua madre. Significava forse, magari, può darsi, se capita, se viene, se c'entra, se coincide, va beh, insomma …se calhar… forse, magari-forse, ecco

E Rui sapeva già che la guarnizione era ormai andata, che la testata doveva essere tirata giù. …tirar giù la testata era un bel lavoro 

contemporaneamente

ODREI 
- Direi di si.. sta bollendo il motore, è grave?
FATA 
- Beh.. dipende.
Ma stia tranquilla che qualunque cosa sia, noi gliela rimettiamo a posto
ODREI
- Non è che ho molti soldi… si potrà fare per stasera?

FATA
- Beh, signorina… ancora bolle tutto, non si può vedere.
FATA
- Comunque magari è solo la cinghia... o il termostato... se ha camminato poco non è nulla...
ODREI
- Beh, io mi sono sbrigata quando, la macchina, l'ho vista che fumava...
FATA
- Magari era meglio se aspettava... noi tanto da qui non ce ne andiamo, anzi lavoriamo più di notte che col caldo. Se la lasciava freddare però...
ODREI
- Ma io non lo sapevo e poi ho avuto paura di rimanere per strada... ma quanto dobbiamo aspettare?

Fata indica ad Odrei Muso dicendole di chiedere a lui. 
Odrei si avvicina ammirata all'auto di Muso
Sfuma la musica della radio

ODREI 
- scusi… …scusi...

Muso si solleva, guarda Odrei.
Effetto luce rossa sulle parole di Odrei

RADIO DRAMMA:
ROMEO (Angel)
- Ella insegna alle torce come si fa a splendere! Pare pendere dalla guancia della notte come il più prezioso dei gioielli. 
Finito questo ballo guarderò dove si pone. E toccando la sua farò beata la mia rozza mano. Ha mai conosciuto amore il mio cuore prima d'ora? Negalo, vista dei miei occhi! Mai prima di questa notte conobbi davvero la bellezza.

Muso fa cenno a Fata di far accomodare Odrei ed esce di scena.
Dalla radio riprende Whither Shade of Pale

FATA (galante a Odrei, porgendo un banchetto e spolverandolo)
- Mi chiamo Giacomo.

Giacomo spiega a Odrei, a bassa voce, le intenzioni del principale facendola accomodare seduta. 

MUSO (rientrando)
- Ha fretta signorina?
ODREI (sorpresa)
- No, cioè si... beh... me lo dica lei... cioè avevo fretta ma tanto, adesso sono qui… 
MUSO
- Da quant'è che bolle?
ODREI
- Beh, io me ne sono accorta sulla statale, dove c'è la vostra insegna. 
MUSO
- Se è cosa da poco cambio termostato e cinghia e riparte fra mezz'ora.
ODREI
- Se no? 

Muso senza rispondere torna a lavorare sul motore
La canzone sfuma

FATA (in un mal riuscito tono professionale e corteggiante attento a non farsi sentire da Muso)
- Se no, ha bruciato la guarnizione della testata e è un lavoro di un bel pezzo…
Un bel pezzo significa stasera. Comunque, con questo caldo noi lavoriamo anche di notte, si fatica meno. Così se deve ripartire subito il principale gliela finisce in tempo. Cioè, solo il tempo che ci vuole.
(agganciando un carburatore al verricello, coll'intento di arrivare alla ragazza)
Senti...
RUI
- Hmm... 
FATA
- Senti... a me mi piace di tenere pulite le macchine...
RUI (lapidario, sempre dentro la buca)
- Hmm.
FATA
- Dicevo: a me mi piace di lavare le macchine.
RUI 
- Ah.
FATA
- Prima mi sembrava noioso, poi però ho capito...
RUI
- Eh.
FATA
- Eh, cosa? Ti dico che ho capito... Ci si deve fare un rituale.
RUI
- Ah...
FATA (restando rivolto verso Rui ma parlando per Odrei e controllando che non rientri Muso)
- Sai che penso quando pulisco le marmitte, quelle cromate soprattutto, quelle che sporgono bene da sotto il paraurti?... (andando a sedersi sul secchio accanto alla buca) Inizio a credere di essere un uomo velocissimo. Poi mi asciugo la fronte dal sudore - perché qualche volta una goccia o due se no me le mangio. E allora, con la mano un po' umida riesco a toccare la marmitta bollente, e la tocco tutta: da dove ci arrivo con la mano fino allo scarico, poi col dito giro intorno al buco e dò un colpo col pugno, come per tapparlo, e poi mi dò un colpetto sulla testa... così (dandosi un frontino) e intanto penso: marmitta di fuoco non mi fai paura, io ti tocco, e... penso che... magari, stavo accarezzando quella donna della televisione... quella che... cioè del cinema, ma io l'ho vista solo in televisione, ..ma quello che faccio è difficile sai?... Ho iniziato che spengevo le candele con i dita, con due diti, poi spengevo i fiammiferi in bocca, poi dopo, a forza di lavare ho imparato a accarezzare la marmitta... magari qualche volta, se non sono proprio sudato, le mani me le bagno nel secchio, però allora il gol vale meno...
ODREI
- Il gol?
FATA (avvicinandosi ora a Odrei)
- Beh, si... il gol, perché quando ci riesco lo chiamo Il Gol ...ma allora se la mano l'ho già bagnata nel secchio penso che non è più quell'attrice lì, ...è un'altra, beh, è una vera, cioè non è dei film, praticamente è una ragazza proprio... che va in giro, che la vedo qualche volta in città. Io penso questo perché con la mano bagnata, così, è più facile, e allora deve essere che è anche più facile accarezzare quella ragazza che la vedo, ...che non è mica del cinema... però, anche quella, qualche volta ci riesco... beh, a toccare la marmitta con la mano sudata, dicevo... no, mica a toccarla lei veramente, eh... he, he.. comunque... he, he...
…Cioè, volevo dire che ancora non ho raggiunto la perfezione, perché, vede, la marmitta in fondo è quasi come un trombone, se la smonta un poco ci assomiglia, e allora... il massimo sarebbe che io la suonassi anche con la bocca. Ma questo però mica è facile, eh? Questo si, varrebbe come rimanere in un'isola con quell'attrice lì, da soli, almeno per... secondo me almeno per sette giorni, perché poi di sicuro la farei innamorare di me, perché io conosco anche altre.. magie.. che valgono, eh... he, he...

CANTANTE 
Canticchia una canzone di fado

Fata offre da bere a Odrei e si sofferma con lei. Dalla buca Rui lo richiama al lavoro

RUI
- Fata!…

scena 6 Muso va alla Cabriolet

William rientra in scena tenendo in mano la cinghia lacerata della ventola del radiatore
La canzone sfuma

MUSO 
- È rotta la cinghia, signorina

Odrei reagisce con imbarazzo 

FATA (per togliere tensione)
- Il radiatore è andato?
VOCE NARRANTE MUSO
- Ma William era di nuovo dentro quel motore. Prima di arrivare alla testata avrebbe cambiato la cinghia, poi smontato termostato e radiatore; li avrebbe controllati e rimontati. Poi avrebbe provato il motore, osservato il fumo degli scarichi. Probabilmente li avrebbe visti bianchi come è segno degli oli bruciati insieme alla benzina, e solo dopo, finalmente, avrebbe deciso di smontare la testata.
RUI
- Se calhar... tirerei giù la testata.
VOCE NARRANTE
- L'ultima scia colorata che Muso vide sulle parole di Rui aveva toni spenti già misti al dolore che cominciava a salire. Fu in questa occasione che William fece una cosa nuova. Decise che quel dolore in testa, così confuso col dolore che aveva della propria vita, questa volta non sarebbe esploso.
MUSO 
- Questa notte lavoriamo per lei... prima di domani sarà fatta.
(dandogli la mano sporca) ...sarà fatta
Io sono William.
…e qui ci sono nato...
ODREI
- Io sono Odrei…. (rimanendo con la mano sporca)
MUSO
- …Ha una bella macchina, mi piace metterci le mani. 
VOCE NARRANTE MUSO (girandosi)
- E fu una frase azzardata come mai prima aveva pronunciato ad alta voce. Era ovvio quanto per William macchina e persona fossero la stessa cosa. Con queste parole spense tutto il dolore che aveva nella fronte.
FATA (contemporaneamente a alla voce narrante Muso)
- Io mi chiamo Giacomo, come prima (dandogli la mano e poi pulendosela)
...e lui è Rui (indicandolo)
RUI (uscendo finalmente dalla buca)
- Buona sera Odrei.
(a Fata) …una volta, se calhar, lo capirai da solo (segue un silenzio)
FATA
- Si… Cosa capirò da solo? 
Che devo stare più attento? 
RUI
- Se calhar... ma anche il contrario Fata... il contrario: prova a non pensare... 

Giacomo rimane in silenzio qualche secondo pensando a non pensare. Non ci riesce.

RADIODRAMMA
entra l'effetto cavalli e vocii

BENVOLIO (Angel)
- Ti prego, Mercuzio, andiamo via. Fa caldo, i Capuleti sono in giro e se ci incontriamo va a finire in rissa. Con quest'afa ci ribolle il sangue.
MERCUZIO (cantante)
- Tu sei di quelli che appena dentro un'osteria buttan sul tavolo la spada e dicono: ti prego mio buon Dio fa che non la debba usare, e poi al secondo bicchiere magari hanno già infilzato l'oste
BENVOLIO
- E io sarei così?
MERCUZIO
- Dai, che sei una testa calda, sempre coll'idea di azzuffarti e sempre ad azzuffarti per strane idee. 
BENVOLIO
- Hai finito?
MERCUZIO
- aspetta, che se foste in due come te scomparireste presto, ché l'uno avrebbe già ammazzato l'altro….

rientra la musica 
RADIO
Whiter Shade of the pale rimane in sottofondo per tutta la scena seguente


scena 8 la disputa

Muso rientra con un radiatore e lo da a Rui che lavora al verricello vicino a Fata 

MUSO
- Secagliar! Questo va rimesso a posto, cerca di recuperarlo.
(Rui prende il radiatore, lo guarda ma poi lo riporta a Muso, Muso glielo ridà, Fata entra nella buca da dove osserva tutta la scena)
Secagliar! Questo va rimesso a posto, cerca di recuperarlo.
RUI (pulendosi gli occhiali)
- È così cotto che si può spalmare, che ci faccio? 
MUSO (dopo una pausa)
- T'ho detto recuperalo Secagliar!
RUI (riprendendo in mano il radiatore)
- Willi... io questi affari li so anche aggiustare. Il problema è che questo è finito, è finito del tutto, non dà.
MUSO
- Ascolta Secagliar: io ti ho detto di aggiustarlo… perché questo affare è un radiatore. E io uno nuovo non ce l'ho, e se tu non lo aggiusti la macchina non va, ok?
RUI
- Willi, questo radiatore... questo affare, non si aggiusta, non dura… se calhar ci fai cento chilometri, e poi?
MUSO
- E poi che?!
RUI
- Poi questa bella signorina ci resta ancora a piedi e allora dopo pensa: vaffan'culo fuma tutto un'altra volta, ma che cazzo di lavoro mi hanno fatto in quella cazzo di officina in quel buco di culo di posto… 
MUSO
- Falla finita Rui! (spingendolo lontano da Odrei perché ella non senta)
RUI
- Fottiti, dirà, come nei film americani. Parlerà così perché sarà incazzata nera con noi…
MUSO
- No, io sono incazzato con te, Qui le cose…
RUI
- ... le cose, Willi, si fanno una volta sola.
MUSO
- Le cose Willi un cazzo!! (più forte e ormai furioso)
Io qui ci sono nato! Se lo dico io, tu lo aggiusti, Ma che cazzo ne sai tu.
RUI
- Già, io lo aggiusto, si, si e quello poi però si rompe un'altra volta e allora…
MUSO (perdendo la testa)
- E Allora vaffan'culo! …e quando torni, aggiusta quel coso. E quello tiene, cazzo! Perché lo so io che tiene, perché io qui ci sono... Tu fallo e basta! Checcazzo…

Rui rimane col radiatore in mano

RUI 
Te lo rifaccio funzionare, Muso 

Dalla buca si solleva Fata e confabula con Rui

VOCE NARRANTE
In fondo a Rui di quel radiatore non importava un gran ché.
Nemmeno lo sapeva di cosa gli importasse, magari era la voglia di fare del bene facendo prima del male. Lo faceva rompendo le abitudini, quegli equilibri impliciti che dominano la gente per tutto il giorno. Rui cambiava le forme e poi restava sadico a guardare come ci rimanevano gli altri.

Nel frattempo Fata riceve un caloroso consenso. Subito dopo, emozionato, esce di corsa dall'officina.. sbattendo.

RADIODRAMMA
TEBALDO (Angel)
- Salute signori, una parola a uno divoi 
MERCUZIO (cantante)
- Una parola sola? Accoppiamola con qualcosa di più tagliente
TEBALDO
- Voi mi invitate a nozze signore, se solo me ne darete l'occasione
MERCUZIO
- E l'occasione non potreste trovarvela da solo senza aspettare che vi venga data? 
TEBALDO
- Tu, Mercuzio sei d’accordo con Romeo
MERCUZIO
- Accordo! Non siamo mica musicisti. Se ci credi musicisti da noi sentirai solo stonature

segue la canzone precedente

ODREI VOCE NARRANTE
- Odrei, il radiatore di Odrei, la cabriolet, Odrei...
William la voleva tutta e subito.
Rui la voleva scoprire lentamente, perfettamente.
Due filosofie complementari franate nello spacco del radiatore di una vecchia Morris Minor 1000 cabrio del ’71.
E Fata? Giacomo Lo Santo. 

Dopo una Pausa in cui tutti cercano Fata con lo sguardo, Fata rientra in officina sbattendo sul verricello e facendo cadere rumorosamente una chiave. Porta un altro radiatore e lo deposita davanti a Muso

FATA
- L'ho trovato giù al cimitero, è di una Morris 900...forse ci fa anche su questa.
MUSO (dopo aver guardato il pezzo in silenzio, voltandosi di spalle, ancora stizzito)
- Portaglielo a quello... (intendendo Rui)

la musica va sfumando


scena 9 dialogo Odrei e William

Odrei con il suo libro in mano 

ODREI
- Come procede l'opera?
…come procede l'opera?
MUSO (uscendo da sotto l'auto)
- A meraviglia. Peccato che Romeo non abbia avuto il tempo di corteggiarla… Giulietta Alfa Romeo è la mia storia preferita, si chiama come la mia macchina e in effetti ci sono parecchie cose uguali… motore anteriore trazione posteriore, fa da 0 a 100 in 11 secondi, e poi il cruscotto di radica… di legno, cazzo, quello si che è romantico…
ODREI
- Ah… si, certo, il cruscotto… ma peccato anche per Giulietta però… cioè … ma io intendevo l'opera che fai al motore, veramente.

Odrei si trova a pochi centimetri da William 

MUSO
- Anche i motori vanno corteggiati... per capirli bisogna starci dietro... e io qui ci sono nato. Se non lo corteggi, un motore, non ti puoi godere come canta quando lo riaccendi, ci vuole attenzione... (guardando il verricello che dondola e andandolo a fermare)
È troppo facile prendere e cambiare i pezzi, ma se non c'è desiderio allora si, è meglio cambiare tutto. Ma allora è anche meglio cambiare mestiere.
Io però con le macchine ho pazienza, le macchine le devi sentire. Se le tocchi lo senti dove stanno male… Poi ad aggiustare il pezzo, quello si aggiusta sempre ...se vuoi.
(i due si fermano davanti alla buca gurdandosi)

RADIO DRAMMA
ROMEO (Angel)
- Se la mia mano ha profanato la purezza della vostra - che dolce peccato - le mie labbra - coperte di vergogna - sono qui pronte ad attenuare con un bacio la ruvidezza di tale contatto 
GIULIETTA (cantante)
- Buon pellegrino per dimostrare la vostra cortese devozione fate torto grande alla vostra mano perché anche i santi hanno due mani e i pellegrini possono toccarle e il vero bacio dei fedeli è quello palma contro palma 
ROMEO
- Non hanno labbra i santi, né i pellegrini?
GIULIETTA
- Si pellegrino, hanno labbra per pregare 
ROMEO
- Ma allora cara santa lascia che le labbra facciano quello che fanno le mani che ti pregano e tu ascoltale affinché non muti in disperazione la mia speranza.
GIULIETA
- Non si muovono i santi pur accettando le preghiere
ROMEO
- Allora non ti muovere mentre mi esaudisci. Così dalle mie labbra con le tue labbra hai tolto il mio peccato (la bacia)
GIULIETTA
- Ma ora è sulle mie se te l'ho tolto 
ROMEO
- Il peccato dalle mie labbra? O deliziosa colpa! Rendimi il mio peccato (la ribacia)
GIULIETTA (cantante e Odrei)
- Il tuo bacio è divino, pellegrino

(A Odrei cade di mano il libro Muso fa per raccoglierlo ma Fata lo precede sbucando dalla buca, poi estrae il radiatore e lo porge a Muso)

MUSO (a Odrei tornando al posto di lavoro)
- Chi non ama cambia i pezzi, Odrei.




scena 10 pensiero di Rui

CANTANTE (al microfono)
- Uma Senhora, tão linda que nào podia ser desta terra olhava as crianças… 
A criança pergountou - Donde é Vossemece?
- Sou do Céu.
- Do Céu! E porque vem Vossemece aqui?
- Sou a Senhora do Rosário. Quero aqui uma Capela 
construída em minha honra.
Os homens tem de emendar as suas vidas e pedir perdão a Deus pelos seus pecados...
VOCE NARRANTE (al microf. traducendo in contemporanea il portoghese di Rui)
- Una Signora così bella che non poteva essere di questa terra guardava i bambini…
I bambini chiesero - Da dove venite, Signora?
- Dal cielo.
- Dal cielo! E perché Signora venite qui? 
- Sono la Madonna del Rosario. Chiedo che venga costruita qui una Cappella in mio onore.
Gli uomini devono redimere la loro vita e chiedere perdono a Dio per i loro peccati..
VOCE NARRANTE RUI (uscendo dalla buca e camminando all'indietro verso l'uscita)
- Si era portato anche questo ricordo, Rui, da quando era bambino.
L'aveva risentita tante volte quella storia straordinaria, che gli era rimasta zavorrata nella testa. Ormai, non era più una questione religiosa ma l'apparizione in sé, la Madonna che aveva fatto muovere il sole, e poi i misteri… Ora Rui rimaneva in bilico fra anima e corpo e non sapeva scegliere.
Il vestito nero di Odrei, e ancor più le sue gambe vellutate, accavallate in mezzo all'officina, avevano risvegliato in Rui il desiderio, ma era desiderio e Madonna insieme… ma qualcosa ancora non capiva... 

uscendo si incrocia con Muso che rientra nervoso

CANTANTE 
- canta comandante Che Guevara 




scena 11 Serie mutazioni

Muso rientra e va nella buca grida a Fata di togliersi, Fata esce e si appoggia al ponte gurdando Muso. Muso accende il motore nella buca.
Si abbassa la luce, rimane solo il neon della buca.
Intanto prosegue la canzone precedente 

MUSO (prima girato verso Fata e poi in avanti)
- Tu le macchine le sai solo guardare, cazzo. E passi la vita a guardare... e a guardare che? Sempre con quella cazzo di chiave in mano. Ma lo sai come si fanno le cose? E io qui... Per farle bisogna farle. Fare è fare... non è un'altra cosa, scrivitelo questo dentro la tua testa, così comincerai a smettere di allungare il collo.
FATA (fra sé)
- Fare è fare, non è un'altra cosa; smettere di allungare il collo; fare è fare.. 
MUSO
- Già! Fare è fare, fare è fare, fare, fare, fare…
Ma la riconosci tu una pompa da un carburatore?

RADIODRAMMA (in contemporanea al rombo del motore)
ROMEO (Angel)
- Tebaldo vivo e trionfante… e Mercuzio assassinato. Volate in cielo indulgenti scrupoli e lasciate ora ch'io sia guidato dall'occhio di fuoco della rabbia. Tebaldo, Tebaldo! Ritira quel "vigliacco" che m'hai gridato prima. L'anima di Mercuzio è appena sopra le nostre teste e aspetta la tua compagnia. O tu o io o tutt'e due dobbiamo accompagnarlo.
(Rumori di spade)
TEBALDO (Angel)
- Tu sciagurato ragazzo che gli eri tanto amico qui, andrai lassù a raggiugerlo!

Rui rientra e va a spengere il motore rombante.
Cessa anche la canzone della cantante e quella della radio.
Nell'officina rimane silenzio 

RUI (a Muso appena spento il motore)
- C'è da rifare le guarnizioni… lo sai…

William, rialzatosi di scatto guarda Rui poi tira Fata nella buca 

MUSO (cercando di scusarsi con Fata)
- Comincia a smontare 'sto motore.

Riprende la musica dei Procol Harum in sottofondo e sfumerà dopo le prime battute fra Odrei e Muso

scena 12 mentre Fata smonta

Muso si avvicina sorridendo ad Odrei 
Parlando tornano davanti al ponte

MUSO 
- Odrei… ma tu da dove vieni?
ODREI
- Vengo da tre giorni che non mi fermo ma mio padre è nato qua vicino.
Ho passato Chimica Generale 2 e ora sono qua: al sole.
MUSO
- Ah... chimica… generale… 2 volte, brava… ma qui fa troppo caldo, è un posto, qui che ci salva solo il mare... ma non c'è altro, a parte le solite cose.
ODREI
- E quali sono? Qui per me… voi siete gente diversa, ma non lo so spiegare, cioè forse mi vergogno... no, volevo dire che io dovevo proprio arrivarci quaggiù. A me mi sembra quasi che mi sento a casa, cioè a casa in senso di arrivata... Ma dimmi che qui si sta bene, dai...
MUSO
- Beh, se sei venuta apposta da così lontano...va bene, te lo dico: qui ci si sta bene... e io qui ci sono nato... almeno dentro l'officina... è un posto... buono ...fuori però, fa troppo caldo. Va bene così?
ODREI
- Si, va bene, va bene... Mi sento bene. Non sono per niente stanca, anzi ho voglia di… qua dentro è pieno di cose. Cioè, è un'officina ma... io dovevo finire quaggiù, lo so, l'ho capito appena sono entrata...
MUSO
- Quando ti ho vista mi ha fatto piacere. Ho pensato: oh! Finalmente una macchina diversa.
...Ho pensato un mucchio di cose ma quella è stata la prima...
…Per la macchina non ti preoccupare...
ODREI
- Non mi preoccupo per la macchina.
...ma poi cos'hai pensato?
MUSO
- ...per me... questo è il mio lavoro: io devo guardare la macchina.... 
Il cliente è la macchina... la tua è meravigliosa…
ODREI
- Almeno ti bastano poche parole. Le parole servono... ma no, serve fare capire l'intenzione.
...Romeo e Giulietta, anche loro non si sono detti quasi niente... cioè, le parole sono venute dopo, e erano belle per questo...
MUSO
- ...Anche il silenzio
ODREI
- Anche il silenzio...

a Fata nella buca cade un oggetto rumorosamente, si sente un rantolo

FATA
- Cazzo!…
Capo William!
MUSO
- Che c'è? (lasciando Odrei e andando alla buca)

Odrei torna a sedere.




scena 13 Rui arriva all'officina

CANTANTE (al microf.)
- Nós vimos um vasto mar de fogo na qual estavam mergulhados, enegrecidos e queimados, demónios e almas em forma humana como carvões transparentes. Lançados ao ar pelas chamas, caíam em todas as direcções, como faíscas num fogo imenso… 
VOCE NARRANTE (al microf. traducendo in contemporanea il portighese di Rui)
- Lanciati in aria dalle fiamme, cadevano in tutte le direzioni, come scintille in un immenso fuoco…
RUI VOCE NARRANTE (rientrando da fuori con un cartoccio di pizze)
- Ma c'era qualcosa che ancora non capiva… adesso fiamme e mostri non gli bastavano più, gli sarebbe piaciuto se la sua Madonna avesse aggiunto che all'inferno un poco già ci siamo nella vita... ma quell'inferno per Rui era il mistero. Non ci poteva resistere senza saperlo. Era convinto che quel segreto riguardasse anche lui.
Lo zoccoletto duro di religione che Rui si era trascinato da casa, stava tutto lì. Quello che la veggente - suor Lucia - aveva scritto nel '43 e che, da allora giaceva sepolto negli Archivi Segreti, che solo pochi uomini sapevano, dieci signori che con indifferenza dicevano che non c'era niente di grave, niente di apocalisse, niente che Rui avrebbe comunque meritato di sapere...
(intanto parte il programma jazz dalla radio)
Gli avevano insegnato a non essere curioso, ad affidarsi all'ammirevole provvidenza divina che regge tutti gli avvenimenti...
(dalla radio: Radio Night jazz…)
Ma Rui era sicuro che un giorno ci sarebbe arrivato. Sicuramente prima della fine del mondo. Già, perché magari era proprio quella la faccenda, e allora era meglio avvantaggiarsi. Rui continuava a pensarci, voleva essere pronto.

Rui va a sedersi vicino alla radio




scena 14 radio night jazz 

RADIO
Mr ANGEL
- La sera si avvicina, il sole ci sta lasciando spazio, e come sempre è l'ora di Radio... Night... Jazz...
(Segue Lush Life di Archie Schepp)
Dovunque siate, Mr Angel sarà con voi... anche questa notte...
(A metà brano cala il volume della musica)
Scusate amici, la brusca interruzione, ma ho qui un messaggio che non può aspettare. Mi hanno appena detto che sulla statale che scende al mare dalle Cime, questa notte le nuvole piangono a dirotto... 
Significa grandine, ragazzi! E allora chi vuole il fresco sa dove andarselo a cercare. (Riprende la musica)
…Ma è l'ora della pizza ragazzi, lasciatemi vivo anche questa notte...

(Rui si ricorda delle sue pizze, le prende gridando:)
RUI
- Le pize! Le pize… 
Mr ANGEL
- Pomodoro e rucola è il mio consiglio per unire alla passione rossa che avete di amare, la speranza verde di andare lontano... senza mozzarella, senza grassi, senza bianco... quello lo troverete via facendo alla fine della notte, dopo che la grandine avrà lavato la strada e i vostri malumori.

il brano jazz va a sfumare 

radiodramma
GIULIETTA (cantante)
- Il mio unico amore sboccia dal mio unico odio. Troppo presto veduto, troppo tardi conosciuto Prodigio d'amore: amare un nemico 
ancora jazz…



scena 15 la pizza

segue il brano di Archie Sheepp
mentre Rui distribuisce le pizze a tutti i quali vengono a sedersi a proscenio
MUSO (col boccone fra i denti) 
- Qualche volta la pizza mi fa passare il mal di testa...
...devo mangiare cose salate, perché il mal di testa, mi hanno detto che è il sangue quando si allenta nelle vene... della testa. E allora il salato alza la pressione, stringe il sangue e mi diminuisce il dolore... e anche il caffè.
RUI
- Cazzo William, sei un esperto anche di teste allora...
MUSO
- Si, della mia però... che mi fa male... ogni tanto... spesso. 
Beh, un po', ma ce l'ho sempre, quasi, e me lo tengo… È una cosa che mi porto dietro ..il mal di testa... ma non è cattivo, è...
RUI
- È meglio se lo lasci andare, Muso, mangia la pizza che ti passa, dai...
MUSO
- È vero, come oggi.
Oggi… cioè ho pensato che come tolgo un male dal motore, potevo toglierlo dalla mia testa... Beh, cazzo ci sono riuscito!
Mi sono ripulito la testa... come un carburatore, cioè mi è diminuito.
FATA (col boccone in bocca)
- Ma perché ti fa male la testa? 
MUSO
- ...Mi fa male perché... ma che ne so, non lo so.
...Io qui ci sono nato. Da piccolo mi faceva male quando prendevo il sole… ma ora: boh… Prima comincio a vedere un sacco di colori mentre sento i rumori... anche delle parole voglio dire. Poi... dura parecchio eh... poi arriva il mal di testa.
Ma è bello. Sai che colore aveva la frase... no, no, ogni volta cambiano, dipende da come sto.
ODREI
- Ma quale frase?
MUSO
- Beh... per esempio oggi ti ho detto: questa notte lavoriamo per lei, prima di domani sarà fatta; allora mentre lo dicevo vedevo i colori, c'era un sacco di rosso intorno e su quelle parole ho visto un raggio d'oro che saliva..: (effetto luce rossa) sarà fatta...; è per questo che l'ho detto un'altra volta... Quello è stato bello.
ODREI (ammirata)
- Ma dai… è bellissimo, e... senti, ma ti succede spesso di vederli?
MUSO
- Si... no... a parte oggi, così belli no; e io qui ci sono... in genere sono colori scuri... scuri... 
Passami la birra Fata.
RUI
- E tu, Fata?
FATA
- Io cosa? …Io cosa?
RUI
- Tu, Fata... cosa farai da grande?
FATA (senza intuire lo scherzo.
- Beh, il meccanico! Io faccio il meccanico da quando ero piccolo, è il mio mestiere... oggi ho smontato il motore, vado bene, no?
RUI
- Vai bene, vai bene... Està bom: Fata da grande farà il meccanico...
FATA
- E poi che significa diventare grande se già adesso sto facendo quello che volevo?
RUI
- Fata, diventare grande ti serve per smettere di farlo. Quando sarai grande potrai anche smettere di fare il meccanico...

Intanto Rui e Muso tornano al lavoro

FATA (rivolto a Odrei)
- Devo diventare grande per fare il meccanico, ma allora se divento grande posso smettere di fare il meccanico... Ma cosa devo fare allora: il meccanico o diventare grande? ...Perché io voglio fare tutte e due le cose. (pausa) 
Ma prima di tutto il meccanico, però.

Odrei non sa cosa dire poi, come se fosse la prima cosa che gli viene in mente:

ODREI
- Fare il meccanico, credo, fa diventare grandi... come viaggiare... per me. Poi, quando si diventa grandi allora... ce se ne accorge dopo. Dopo che siamo arrivati, che ci possiamo fermare, lì dove siamo, proprio in quel momento, che non c'è più bisogno di andare avanti. E è li che cambiano le cose...
Quando trovi una cosa hai finito di cercarla, no? E allora non hai bisogno di ripetere quello che sei riuscito a fare... cioè a diventare...
Dopo puoi fare quello che vuoi... ma sei libero anche di fare il meccanico quanto ti pare... però puoi fare anche un'altra cosa.
Io... a me, mi piace di viaggiare... forse per scappare, non lo so. A casa sto bene... FATA
- Ah, Si?
ODREI
- Cioè, no veramente non mi piace stare a casa...
FATA
- Ah…
ODREI
- …anzi appena posso me ne vado ma vado a cercare di stare bene come ci stanno le persone che sono ferme, quelle che vedo lungo la strada. Ecco: vado a cercare di stare come stanno loro, cioè come credo che stiano loro, e loro sono già arrivate... e allora io viaggio per arrivare, non viaggio per viaggiare. Cioè tu forse... credo... vuoi fare il meccanico per essere un meccanico…
FATA
- Si!
ODREI
- …ma dopo, quando lo sei, sei arrivato e... in teoria... anzi no, in pratica... non lo so, non lo so spiegare ma a me è successo che viaggiavo per arrivare a fermarmi... si è questo, è questo: quando arrivo, quando ho sentito che ero arrivata, che non avevo più fretta di ripartire, allora era tutto diverso, le stesse cose erano diverse …per me, e la fretta, quella non esisteva più. Vivevo proprio in quel momento e il tempo si fermava, cioè si fermava… si, si fermava...
(intanto Rui e Muso si avvicinano per ascoltare)
È come la chimica della pizza: …quando senti il sapore del boccone e lo puoi masticare piano senza paura che si freddi tutto il resto. La pizza sul piatto non si deve freddare e questo dipende da te... ma dipende anche da lei... Metti che la pizza è la vita: se tu riesci a mantenerla calda, a farla stare calda, allora la puoi masticare pianissimo, oppure anche veloce se lo preferisci, ma senza fretta... cioè senza paura che si freddi.
...Se vuoi fare il meccanico…
FATA
- Si!
ODREI
- …è una voglia che ti serve a diventare grande e quando sei diventato grande, cioè meccanico, puoi farlo senza diventare altro da quello che sei, per questo, dopo, fare il meccanico è una cosa qualsiasi... no? ...Credo.
Non lo so... io per me...
Per me volevo dire soltanto che... questa pizza è buonissima.
FATA, MUSO, RUI (tranquillizzati)
- ah… si…

parte il radiodramma, intanto:

RUI
Qui ci vuole altra birra e patatine. ...Fata!
FATA
- Certo Rui, ti accompagno.

Odrei e Muso rimangono soli nell'officina.




scena 16 Muso e Odrei, bacio

RADIODRAMMA 
GIULIETTA (Cantante)
- O Romeo, Romeo - ma perché sei tu Romeo ? Rinnega tuo padre e rinuncia al suo nome - e se non vuoi farlo giura solo d'essere il mio amore ed io non sarò più una Capuleti
ROMEO (Angel)
- Devo ascoltare ancora o le rispondo? 
GIULIETTA
Solo il tuo nome mi è nemico, ma tu sei tu non un Montecchi. E che è un Montecchi?: Né una mano né un piede, né una faccia né un braccio, né qualsiasi altra parte di corpo umano. O sii tu qualche altro nome, e che cos'è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se anche avesse un altro nome. E così Romeo, anche se non si chiamasse Romeo resterebbe lo stesso perfetto anche fuori dal suo nome. Romeo, poiché non ti è nulla il tuo nome, lascialo e prendi in cambio me 
ROMEO
- Ti prendo in parola, chiamami "amore" soltanto e non sarò mai più Romeo. 
GIULIETTA
- Ma chi sei tu che protetto dall'oscurità sorprendi i miei pensieri?
ROMEO
- Con un nome io non so dirti chi io sia, il mio nome, anima cara, mi resta odioso perché è nemico a te. E se qui lo avessi scritto lo straccerei.
GIULIETTA 
- Il mio orecchio non ha ancora udito cento parole di quella voce che già ne riconosce il suono. Non sei forse Romeo, un Montecchi?
ROMEO
- Nessuno dei due, dolce creatura, se l'uno e l'altro ti sono sgraditi.
GIULIETTA
- Ma come sei venuto e perché? I muri del giardino sono difficili da superare e qui, dato il tuo nome, ti sarebbe mortale se un parente mio ti ci scoprisse 
ROMEO
- Oh, c'è più pericolo in un diniego degli occhi tuoi che in cento loro spade. Guardami con dolcezza e sarò al sicuro da ogni rischio. 
GIULIETTA
- Ma per nulla al mondo vorrei che ti trovassero qui
ROMEO
- La notte già mi nasconde nel suo manto. Ma se tu non mi ami lascia pure che mi scoprano qui. Meglio morire per il loro odio che vivere nel vano desiderio del tuo amore 
GIULIETTA
- Ma chi ti ha guidato fino qui? 
ROMEO
- L'amore mi ha guidato. In cambio al suo consiglio prestai i miei occhi. E se anche fossi stata lontana quanto le spiagge del più remoto oceano, mi sarei imbarcato fin laggiù.

Intanto riparte la musica dei Procol Harum;
Muso e Odrei entrano nella buca fino a scomparirvi

GIULIETTA 
- Se la notte non mascherasse il mio volto mi vedresti arrossire per tutto quello che mi hai già sentito dire. O Romeo quanto vorrei salvare le convenienze e rinnegare quel che ho detto, ma ormai… Mi ami davvero? So bene che mi risponderai di "si" e sulla parola io ti credo. Dolce Romeo se mi ami dimmelo lealmente. Se pensi che troppo presto ho ceduto mi farò burbera e cattiva e quando mi pregherai dirò di no per farmi corteggiare… Ma no, davvero. Sono così innamorata che non m'importa se giudicherai leggera la mia condotta. Ma tu credimi, ché ti sarò fedele più di tante altre astute e ritrose. Così perdonami e non mi condannare se nel buio di questa notte mi sono abbandonata al tuo amore.

Dialogo tra Muso e Odrei in sottofondo contemporaneamente al radiodramma

MUSO
- Beh... Siamo rimasti soli...
ODREI
- Già.
MUSO
- Ma perché sei arrivata fino a qui... voglio dire: hai fatto un mucchio di strada per finire il viaggio dentro questo buco...
ODREI
- Già, è vero...
ma è andata bene così, no?
MUSO
- Si si! Certo. È andata bene così... per me si e... perché... come mai sei sola? Cioè non hai?...
ODREI
- No, no. Non ho un amico, cioè amici... no. Sono partita da sola perché li volevo trovare da queste parti...
MUSO
- Ah... beh, a noi c'hai trovati. E io qui ci sono nato. Magari sei arrivata nel posto giusto. Anche io... amiche non ce l'ho. Ma quando sei arrivata ho pensato... sai cosa?
ODREI
- Si lo so cosa hai pensato: la stessa cosa che ho pensato io.
MUSO
- Brava, brava, abbiamo pensato la stessa cosa, ma io perché ho visto questo rosso sulle tue parole... quei raggi d'oro. E anche da prima quando ti ho visto gli occhi: guardavano come i miei e... non poteva essere così... un caso.
ODREI
- No, non era un caso. La mia macchina mi porta sempre in fondo alle cose, con fatica ma mi ci porta… 
MUSO
- Veramente ci sei arrivata a piedi
ODREI
- Si, però… Ci sono arrivata lo stesso
MUSO
- Si, si è vero…
ODREI
- E' già… che caldo, eh?
MUSO
- Eh…
ODREI
- Sono arrivata in fondo William?
MUSO
- ..Ci sei arrivata Odrei

CANTANTE
Over the Raimbow (Judy Garland)




scena 17 patatine e perfezione

Rui e Fata da fuori portando birra e patatine

RUI
- ...Un mare di fuoco e dentro demoni e anime in forma di brace trasparente e nera..............
FATA
- E poi?
RUI
- E poi cosa? Non hai capito?
FATA
- No, cioè si... ma poi, che succede?
RUI
- Niente. Non succede niente Fata... Succede che se vai all'inferno ti bruci.
FATA
- ...Ma dai... ma davvero è così?
RUI
- Guarda che non l'ho detto io, l'ha detto la Madonna di Fátima.
FATA
- ...Cazzo! ...spero di non andarci all'inferno!
RUI
- Speriamo di no, speriamo di no... Però, vedi, non devi solo sperare... devi proprio evitare di andarci, all'inferno. ...A vivere sperando si muore...
FATA
- Si questa la so, si muore cagando, vero? Ma questa non l'ha detta mica la Mad…
RUI
- Già… ma non quello: sperando... parlando... sognando…
FATA
- No, no. Solo cagando c'era scritto anche sul Barbanera...
RUI
- …comunque dai, che si freddano le patatine...
(entrando)
Si può?
MUSO
- Si può, si può... (rivolto ad Odrei mentre si ricompone i vestiti)
RUI
- Patatine e birra ragazzi, questa notte offro io... Allora festeggiamo? (ad Odrei?)
ODREI
- Ma si, festeggiamo, festeggiamo... 
FATA
- Festeggiamo che siamo tutti qui 

CANTANTE 
- prosegue il brano precedente
Intanto i 4 personaggi festeggiano, aprono lattine, si baciano
Muso torna al motore, gli altri lo guardano con ammirazione

FATA (col bicchiere in mano e le patatine in bocca)
- Eih, ragazzi, eih… 
Posso dire? …in culo alla balena!
RUI
- Sarebbe?
FATA
- Beh, porta fortuna…
RUI
- Ah, boa sorte… 
Eih William, vuoi bere?
MUSO (indaffarato)
- No, no, bevo dopo
RUI
- William è il solito perfetto.
ODREI
- Siamo tutti perfetti. anche quando facciamo i guai... se non fondevo il motore non sarei arrivata, eppure è stato perfetto.
RUI
- Hai fuso solo le guarnizioni, Odrei. Comunque... anche questa birra è perfetta.
FATA
- Anche il mio radiatore c'è andato perfetto.
ODREI 
- …e anche il mio esame di chimica è stato perfetto.
FATA
- Anche Odrei è perfetta
ODREI
- Anche voi siete perfetti
RUI
- Le pize! Quelle erano perfette. Gommosamente perfette.
FATA
- Anche le patatine erano perfette, e le birre!
ODREI
- E il gelato!
FATA
- ma il gelato non c'era
RUI
- è perfetto lo stesso, Fata, anche se non c'è
MR ANGEL
- Radio Night Jazz…
RUI
- Il jazz è perfetto
FATA
- Comunque il più perfetto di tutti lo sapete chi è? … E' Bruce Lee (mimando una mossa di kung fu e facendosi male)
RUI
- Eusebio è perfetto (facendo una sforbiciata)
FATA
- Allora Gigi Riva è perfetto, gioca da sogno
ODREI
- Ma i sogni perfetti, dicono sempre la verità
RUI
- Già, perfetti. I sogni sono perfetti.
Ecco che ho sognato questa notte: …c'era un cavallo nero che ci portava. Volavamo… cioè stavamo in macchina. Eppure c'era la Madonna…
FATA 
- Beh, ve lo devo dire anche il mio: ho fatto un sogno strano... 
Ero io e una donna nel bosco. Poi entriamo in un ristorante. Ci sediamo a un tavolo, vicini, cioè ad angolo, ci tocchiamo di nascosto, giochiamo agli amanti anche se ci conosciamo bene, da molto... non finisce qui, eh... magari. Subito dopo, nel sogno, la scena si ripete ma io adesso sono la donna nel bosco con la borsetta. L'uomo mi lascia sola e si avvia verso il ristorante. Io tiro fuori il rossetto e le altre cose dalla borsa, le scarto come se fossero di un travestimento. Intanto tuona e si avvicina un temporale. Io faccio sempre più in fretta, sono nervosa, non riesco a truccarmi, sono sola, ho paura.
Poi mi vedo dall'alto, dagli occhi di un corvo che sbatte gli occhi veloce e vedo anche il buio, è sempre più lungo, dura più dello sbattere dell'occhio. Il corvo poi è un mostro, mi vuole violentare. Metto tutto alla rinfusa dentro la borsetta e scappo verso il ristorante... (la musica si interrompe)
...Beh... non è mica colpa mia se sogno queste cose...
...Volevo prendere due cornetti, il barista mi mette fretta, io non so cosa scegliere così prendo i primi due e ci metto lo zucchero perché il barista dice che sono amari... poi però mi ritrovo due tramezzini, e uno è molto grande e uno molto piccolo e c'è pure lo zucchero e mi incazzo con quel barista, e ho fatto bene, cazzo!
Gliele ho dette di tutti i colori! ...In quel sogno. Sono stato perfetto. 
MUSO (lavorando al motore)
- Ehi, perfetti! E io qui... datemi una mano a fissare 'sto coso che si parte...

Cambio luci.
Rui e Giacomo si avvicinano a Muso per aiutarlo, poi tutti preparano il cambio scena togliendo ogni oggetto ed entrando nella buca che diventa l'auto



scena 18 radio night jazz

Mr ANGEL (con intonazione rap mentre suona un brano di Art Blaky)
- C'è musica ragazzi
venite fuori in questa notte
il jazz vi guiderà
come fa la strada con la vostra auto:
un’occhiata appena alla riga al centro dell'asfalto e via.
Portatemi voi avanti e indietro
verso casa o verso qualsiasi cosa.
Mentre viaggiate sarò ovunque siate voi.
Portate la mia voce
lasciatemi acceso fino alla fine della notte.
Vengo insieme al caldo jazz
e tutto quello che sta fuori e sta lontano
arriva fino a qui
dentro la mia voce
dove tutto è lo stesso posto nello stesso istante.
Questa è la vita... cioè la musica, e non c'è penalità
non serve patente per guidare
non c'è ritardo. Il tempo è unico: sempre presente... 
Ogni vita è buona e giusta...
e non ha paura della morte
quando entra dentro il tempo.
Questo jazz è di velluto
è calore e fresco, è felicità e ritorno
è non voltarsi mai.
La musica è adesso
Ora che viaggio nella vostra auto...
e senza vedere ascolto la natura di ogni cosa...
lei è tutto questo...
lui è... Art Blakey.

prosegue la musica



scena 19 partiti


Mentre prosegue il brano di Art Blaky

CANTANTE (al microf.)
- La sensazione è fresca, il sentimento è di fuoco, la mente leggera.
Tutto da questa panca è in equilibrio
(cambiando tono)
E Fuori è tutto blu. (si accendono le luci blu) È una notte trasparente. Un'auto azzurra brilla sotto i raggi della luna quasi piena. È la cabriolet di Odrei rimontata ad arte e messa in prova sulla statale delle Cime. Viaggia con a bordo quattro amici. Stanno ascoltando 
MR ANGEL
- …Radio Night Jazz.
Abbiamo ancora 18 minuti... abbiamo My Favorite Things pronta ad uscire dai fiati di Eric Dolphy e John Coltrane. Sono le note di quando vennero in Europa.
In 18 minuti accadranno grandi cose e saliscendi irresistibili su tutte le armonie possibili di questo vecchio tema. (entra My Favourite Things)
…La notte ormai ci sta portando via, finiamola alla grande: con le mie cose favorite, con la voglia di fresco che abbiamo ora nella notte afosa, con le dolci curve sotto la vostra auto... ma dove il jazz correrà sempre avanti a farci strada. E io che sono già arrivato e sono fermo qua seduto, voglio lasciarvi con dolcezza, così: pensando anch'io le... my... favorite... things...
ODREI VOCE NARRANTE
- Odrei sedeva davanti di fianco a Muso che guidava. Dietro: Rui batteva il ritmo sul sedile, Fata teneva la testa appoggiata allo sportello.
MUSO VOCE NARRANTE
- William guidava la Morris, ascoltava Coltrane, guardava Odrei, la strada, toccava la cloche ed il ginocchio di Odrei, annusava l'aria 'umida e il profumo di Odrei.
(Rui comincia a cantare subito seguito da Fata).
Pensava di essere finito dentro l'attimo perfetto della vita dove tutto è presente e infinito. Respirava a boccate una felicità densa che non aveva conosciuto prima. L'amore che aveva dentro si espandeva e insieme teneva fermo il tempo che viaggiava con la cabriolet.

RUI e FATA(cantando)
- Tanti vestiti a vivaci colori
quando ricevi in regalo dei fiori

Biondi capelli sul viso abbronzato
pane arrostito con burro spalmato
quando si ride ma senza un perché
ecco le cose che piacciono a me

intanto comincia a piovere sul palco

RUI (ridendo e strillando) 
- Si! Proprio come ora! Senza un perché! Siii! 
Aprite la bocca e bevete! (inebriato in piedi sul sedile).

FATA
- È buona... Odrei, allora che fai domani... resti?…
ODREI 
- Io per me ragazzi... se non è un problema, sono già arrivata... allora... praticamente resterei...
FATA
- Allora sei dei nostri. Su in cima ti faccio vedere una poesia, è la poesia della panca verde...
RUI
- Ah, la conosco! 
MUSO 
- La conosco anch'io, è incisa sulle stecche… ma è una cosa strana... 
FATA
- La sensazione è fresca, il sentimento è di fuoco, la mente leggera. 
Si l'ho capita, l'ho capita: è come qui adesso a bocca aperta che andiamo forte... non si può spiegare comunque l'ho capita
RUI 
- Allora si dice intuita...

rumore del mare,
musica jazz, prosegue My Favourite Things

VOCE NARRANTE (al microfono)
- Hai capito Fata?
VOCE NARRANTE e FATA (insieme)
- Intuita.
VOCE NARRANTE (al microfono)
Ma voglio riuscire a non pensare, voglio ricordarmi solo di me. ...Sto guardando il mare... le onde, le onde e io, le onde mi arrivano...
...Il mare, la strada, io... Rui Salvador
ma non c'è fretta, sono sempre qui ......sono qui...
Il mare per ricordarmi...
Mare tienimi fermo...
tienimi attento.
Voglio vedere.
Voglio ricordarmi di ora: mentre vi guardo... mare e Salvador, mare e io, io e Salvador, io: Rui Salvador...


scena 20 il leprotto


CANTANTE (al microf.)
- E la macchina va.
È una notte di luna quasi piena.
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Una salita eccitante, il motore canta, all’uscita da ogni curva riprende giri e via sempre più in alto. 
La luna è pulitissima. Illumina perfettamente le Cime, i pini marittimi che adesso odorano più forte la panchina verde del belvedere, che questa notte è colorata di cobalto. Oltre: soltanto discesa, da tutti i lati. E in fondo: il mare.
Più in basso, poco più in basso ormai, Muso e Odrei e Rui e Fata stanno arrivando.
MUSO VOCE NARRANTE
- Fra la panca del belvedere delle Cime e l'uscita dell'ultima curva in salita di quella statale, girovaga, in un attimo preciso di quella notte lì, un leprotto assai carino.
L'animale vedendoli arrivare rimane immobile a guardare. Non l'ha mai vista prima una cosa così veloce e rumorosa correre da quelle parti. Lui è abituato che le cose luminose, nel suo mondo ancora piccolo, o sono ferme o vanno piano lungo quella grande pista grigia.
Questa volta però, chissà perché, è più forte di lui, non riesce più a disincantarsi. Rimane lì, a guardarli, fermo, ammirato da quella cosa splendida. Ma fermo.
Il leprotto resta sulla via di Muso.
(mentre aumenta la musica, il frastuono, il rumore del mare)
Il leprotto. Fermo.
MUSO (gridando)
- E io… Io!!!
Levati, cazzo!!!

Silenzio assoluto; poi tutti vanno a stendersi per terra. Sale lentamente un canto di grilli, quindi musica a basso volume.

VOCE NARRANTE (al microf.)
- Come accadde a Muso guardando gli occhi immobili di un animale fermo, possiamo credere che scegliere sia un grande dono naturale per tornare verso la nostra causa madre.
Ciò che segue un boato si potrebbe contenere in un palmo di mano.
Erano fermi.
Lontano dalla strada.
C'era silenzio e era spaventoso.
Non bastava il canto dei grilli.
La radio. Anche la musica che continuava faceva ora parte del vuoto,
Il caldo bagnato risaliva - impietoso - verso il cielo.
Il resto è silenzio.


scena 21 pensieri

CANTANTE 
- Ave Verum (Mozart), 
I grilli ed il mare proseguono fino al termine.

MUSO (sdraiato, 20 secondi dopo l'inizio del canto)
- Quando ero al mare passava sempre un aeroplano che si portava attaccata una scritta. (riprende la musica jazz
Noi lo seguivamo sul bagnasciuga per prendere i regali. Erano buoni sconto per comprare formaggini ma erano legati a paracadutini di plastica e facevamo a chi se li prendeva prima... dopo camminavo dietro a mio padre... tanto: fino ai confini della spiaggia. Da lì entravamo in un club. ...era un posto speciale. Era tutto bello... e era così diverso che non riuscivo neppure a invidiarlo. Parlavano un’altra lingua e poi... c’erano quelli della scherma... vestiti di bianco...
Per me era un mondo maggiore ma io, passando dal bagnasciuga, ci potevo entrare... Era come adesso... tutti vestiti di bianco
VOCE NARRANTE (al microf.)
- E ora…
MUSO
- ... io qui...
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Muso…correva su quelle pedane e contro aveva un leprotto mezzo addormentato, 
MUSO
- Io devo…
VOCE NARRANTE (al microf.)
- …e che gusto c'era ad attaccarlo?
MUSO
- ... Cosa devo fare? 
Perché sei lì a ricordarmi mio padre? 
Io... ragazzi facciamo il bagno...
ODREI VOCE NARRANTE (distesa cercando di sollevarsi mentre Muso la schiaccia a terra)
- Odrei si volse a sinistra per sapere se l'odore che sentiva era quello del suo corpo che non riusciva più a vedere. Sentì rispondersi ma non in forma di parole. Una comprensione selvaggia la fece sussultare. Con un verso nuovo riuscì, piano, a ridere. I polmoni erano compressi dal peso del suo uomo e rise come quando si piange, senza differenza. Senza differenza, anche, cercò la vita e si volse a destra. Vide la stessa immagine ma era angelica. Aveva cancellato le differenze da cui scappava. Sentiva che essere Odrei non aveva più molta importanza, come un giovane animale distaccato dal suo nome annusava il suo nuovo odore incredula, nuovamente presente… 
VOCE NARRANTE (al microfono, sempre più forte)
- Fata 
ODREI VOCE NARRANTE
- …ferma.
VOCE NARRANTE (al microfono, sempre più forte)
- …nello spazio appena di una violenta frenata, si vide finalmente in faccia, e vide tutto e era straziante vedersi niente e non era stato mai così reale. E cazzo, adesso, come era molto più preciso, come tutti i contorni spiccavano sullo sfondo cialtrone del suo passato.
FATA
- …Ma... già... la pizza... la pizza…

Odrei comincia a cantare Over the Rainbow

VOCE NARRANTE (al microf.)
- La pizza ora occupava il suo nuovo centro di pensiero...



scena 22 arrivati

Odrei urla una canzone: Over the rainbow..
Prosegue anche il brano jazz

MAMMA (VOCE REGISTRATA)
- Rui! Rui! Vem comer…
RUI
- Quero brincar...
MAMMA (VOCE REGISTRATA)
- mas é tarde Rui, o almoço já está pronto... Vem comer, depressa!
RUI
- Mas quero brincar ainda um pouco. Só um momento mãe...
MAMMA (VOCE REGISTRATA)
Está bem: vamos ver este momento...
RUI
- Vediamolo questo momento
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Forse il frastuono, forse il vento, il volume alto della musica. Odrei ce la metteva tutta ma sentiva di se stessa solo un filo di voce. La sua cosa preferita era in quella canzone. Lì dentro c'era il caldo e c'era William che la teneva.
ODREI VOCE NARRANTE
- L'ultima volta…
VOCE NARRANTE (al microf.)
- …come la stringeva da piccola suo padre.
ODREI VOCE NARRANTE
- …non se l'era più scordata pioveva, rimase sola fuori dalla scuola ad aspettarlo, ma non era per l'acqua, era perché tutti i padri di tutti i bambini erano già venuti. E quando anche il suo era arrivato, quella volta era arrivato troppo tardi, quell'abbraccio tardivo puzzava di tradimento. Ora Odrei la vedeva in faccia la sua rabbia, dentro una bambina sola che guarda le gocce fitte rompersi per terra. FATA VOCE NARRANTE
- Giacomo sentì il sonno che lentamente gli saliva dentro e con piacere si lasciò dormire. Riusciva a cambiar sogno e storia e poteva fare tutto e ora entrava in un sogno dove era bravissimo a ballare. La musica era sempre il jazz ma Giacomo lo ballava come un tango e poi volava e dall'alto vedeva tutto piccolo e non aveva più paura.
MUSO VOCE NARRANTE
- Quando William si guardò le mani le vide trasparenti. Immaginò una mutazione chimica fatta da Odrei. Arrivava dappertutto e pensò di essere un supereroe, quello con le mani lunghe dei Fantastici 4…
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Fantastici questa notte loro 4 lo erano davvero, ma non solo grazie all'alchimia di Odrei. Dappertutto intorno era la musica. My Favorite Things non finiva mai. Lo aveva detto Mr. Angel: Pensate le vostre cose preferite... avete tutto il vostro tempo prima che il giorno se lo porti via...

RADIODRAMMA
GIULIETTA (Cantante)
...Vuoi già andar via? È ancora indietro l'alba. È stato l'usignolo e non l'allodola a ferirti l'orecchio intimorito, credimi, amore, era l'usignolo...

RUI VOCE NARRANTE
- Rui in lontananza vedeva un luccichio. Gli venne in mente John Coltrane che la notte suonava in cima al ponte di Brooklin e vedeva piccolissime le luci delle auto.
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Ma il mistero era un'altra storia. Doveva dire della fine del mondo. Era una cosa semplice, ma era dentro una scatola chiusa e ancora non si apriva.
Era un carillon con la musica di John Coltrane e alla fine della musica il coperchio si sarebbe sollevato.
FATA VOCE NARRANTE
- Di nuovo, Fata sognava. Sognava che sposava un principe e col matrimonio diventava Meccanico di Corte. E al posto delle carrozze c'erano tutte le auto che preferiva.

RADIODRAMMA
GIULIETTA (Cantante al micr. e Odrei, sfalsata, da terra)
- ...Vieni o notte; vieni Romeo: vieni tu giorno nella notte che sulle ali della notte tu sarai come fiocco di neve fresca su dorso di corvo... Vieni notte gentile, vieni amorosa notte dalle ciglia fosche; portami il mio Romeo. Se un giorno dovrà morire prendilo (solo Odrei) …e fanne polvere di stelle...

RUI
- Allora il mistero è dentro l'officina, ci sono sopra, ci siamo tutti dentro. 
ODREI
- Io l’ho visto Rui ma non si può spiegare, per capirlo devi andarci.
RUI
- Como é que é? ...Só uma coisa... digas...
ODREI
- È come la pizza Rui, non si può raccontare quanto è buona... la devi solo provare...
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Non si poteva raccontare. Non passava dalle parole quel mistero. A Rui è rimasto solo da provarlo.
RUI
- Sto sognando Willi? Muso mi senti!? Dimmi cosa sogni, dai...
MUSO
- ..................Scusa
RUI
- Non c'è niente da scusare Muso, ascolta: io lo so che tu sei buono...
MUSO
- Io vorrei
RUI
- Cosa sognavi Muso?
MUSO
- Dicevo…

RADIODRAMMA
ROMEO (Angel)
- Sognato ho la mia donna che arrivava e mi trovava morto, strano sogno che fa capace di pensare un morto. Ma coi suoi baci mi infondeva un tale soffio di vita per le labbra che io risorto mi sentivo un re...

MUSO
- Siamo arrivati Secagliar?
Perché corriamo tanto? Va tutto così veloce... 
Mi scappa la pipì.
RUI
- Aspetta!
MUSO
- Devo pisciare, Secagliar.
E lo sai come ero nel sogno Secagliar? 
...ero nudo.

(intanto Odrei si alza ed esce, poi anche Fata scompare dentro la buca)

RUI
- Si... Estamos todos nuos. E a música?
MUSO
- La musica... 
...è la nostra. È tutto nostro. È piena di grilli la musica... ma dov'è Odrei, ce l'avevo in mano...
RUI
- Não fale mais..
MUSO
- Non ti sto più parlando.
Sento freddo
VOCE NARRANTE(al microf.)
- Era il tempo che andava avanti. Era il cavallo nero che li portava. 
MUSO (andando alla postazione del radiodramma)
- Tutta la gente è perfetta, lo avete detto oggi... le cose, le stelle.. ..Secagliar
...il mistero sei solo tu finché non sei perfetto...
(La musica, ora, è quella dei grilli e del mare, il jazz a sfumare)
Togli tutto. Siamo soli, togli tutto. Resta perfetto... resta come adesso.
VOCE NARRANTE (al microf.)
- Come erano adesso.
MUSO (andando verso il fondo di spalle)
- ...Sento freddo, Secagliar...
Si sono accorti di noi?

VOCE NARRANTE (al microf.)
- Si erano accorti di loro.
E già erano lontano.




scena 27 finale

Le luci si abbassano lo speaker scende dalla sua postazione nello spazio officina

VOCE NARRANTE (scendendo dalla postazione radio)
- Oggi le cose le faccio senza rimanerci attaccato, sento il gusto di vedermele passare tra le mani per poi andarsene dove meglio credono... loro... le cose che faccio... le impressioni, la gente…
E tutto quello che preferisco posso anche non farlo ed essere allo stesso modo soddisfatto. Ho imparato questo quella notte insieme ai miei compagni.
Ora siamo tutti dentro me… non c'è più fretta di niente. Non c'è più paura. …Non lo so chiamare, il contrario della paura... perché non è il coraggio, ma quando la paura scompare allora c'è... la semplicità delle cose, di tutto, di quello che siamo, di come siamo fatti: un essere unico dove non c'è più nulla finalmente da diventare.

Buio. Dalla buca escono i lampi della saldatrice

RADIODRAMMA
ROMEO (voce Angel registrata)
- Vieni e sarai la benvenuta o morte, Giulietta vuol così. Va bene anima mia? Seguitiamo a parlare: giorno non è ancora 
GIULIETTA (voce cantante registrata)
- Ora si,va'.
Luce sempre più luce, intorno 
ROMEO
- Luce sempre più luce, intorno 
Ma buio, porta in noi la nostra angoscia. 

VOCE NARRANTE
- È come la pizza.
È come una storia quando finisce, dove il finale sono solo io adesso, nudo
mentre ti arrivo davanti a un punto.


FINE