Stampa questo copione

F A U S T

F A U S T

Adattamento di Giulio C. Carlotto Farnese

da Goethe e da Marlowe

(Entra Mefistofele con il Signore e un Arcangelo.)

(PROLOGO, PRELUDIO E CORO DAL MEFISTOFELE)

MEFISTOFELE:Oh Signore, ti accosti ancora una volta e ti informi di come vadano le cose da noi, e in altri tempi, mi vedevi, abitualmente, volentieri  come ora in mezzo al tuo seguito. Scusami, non saprei mettere insieme parole più grandi. Il  mio pathos provocherebbe a te pure il riso, se  tu non avessi perduta l'abitudine di ridere. Non so dir nulla di mondi, di soli; osservo solamente  come gli uomini si affatichino. Il piccolo dio del mondo  sempre tale e quale e sempre strambo  come al primo giorno. Vivrebbe meglio se tu non  gli avessi dato un po' di parvenza di luce del  cielo. La chiama ragione! Col permesso di Vostra Grazia, egli mi sembra una di quelle cavallette  dalle gambe lunghe. Se ne giacesse egli almeno  solamente sempre nell'erba! Affonda il naso in ogni porcheria.

IL SIGNORE:Non hai altro da dirmi? Non c'è sulla terra mai niente di buono?

MEFISTOFELE: No, Signore! Trovo che quaggiù, come sempre, va male  assai. Gli uomini nei loro giorni tormentosi mi fanno pena; non mi piace nemmeno più tormentare quei disgraziati.

IL SIGNORE: Conosci Faust?

MEFISTOFELE: IL dottore?

IL SIGNORE: Il mio servo!

MEFISTOFELE: Davvero, egli vi serve in modo alquanto strano! Chiede al cielo le più belle stelle ed alla terra i più raffinati piaceri. Nessuna cosa, vicina o lontana placa la sua anima agitata.

 IL SIGNORE: Anche se ora mi serve in modo un po' disordinato, lo condurrà  presto verso la chiarezza.

MEFISTOFELE: Che cosa scommettete? Anche quello perderete, se mi  permettete di condurlo, poco alla volta sul mio sentiero!

IL SIGNORE: Finché egli vivrà ... sulla terra, non ti sia ciò proibito: L'uomo è  soggetto ad errare sin tanto che lotta ed anela.

                          

MEFISTOFELE: Allora vi ringrazio.

 IL SIGNORE: D'accordo! Ti sia concesso! Svia questo spirito e se  ti riesce di irretirlo conducilo sul tuo sentiero. Ma vergogna a te se tu dovrai ammettere che un uomo  buono è  sempre nel suo istinto conscio della retta via.

MEFISTOFELE: Sta bene. Non sarà  una cosa lunga. Se  raggiungo il mio scopo mi permetterete menarne gran vanto?

 IL SIGNORE: L'attività dell'uomo s'affloscia troppo facilmente,  perciò gli metto volentieri accanto un compagno che lo sproni, ed agisca e si comporti come un diavolo.

(Il Signore si ritira insieme all'Arcangelo.)

ARCANGELO: Ma voi, puri e veri figli di Dio gioite della  bellezza vivente e definita!

(Canta -Il Signore e l'Arcangelo si allontanano mentre MEFISTOFELE mantiene viva l'attenzione su di sé)

MEFISTOFELE: Se l'uomo, in questo piccolo mondo di pazzia, si considera generalmente un tutto, io sono una parte che in  principio era tutto, una parte delle tenebre che generarono da sé la luce, l'orgogliosa luce che contende  alla madre notte l'antico rango. Eppure non le riesce   perché essa , per quanto operi resta imprigionata nei corpi.

(va via e appare Faust).

FAUST: Eccomi qua povero pazzo! Vengo chiamato Maestro e scopro che non possiamo sapere nulla. Ciò mi brucia  quasi il cuore. Mi illudo di poter insegnare qualcosa di buono, di saper rendere migliori e convertire gli uomini. Oltre a ciò non ho né beni, né danari, né  onori, né pompe del mondo. Nemmeno un cane potrebbe continuare a vivere così. Mi sono dato pertanto alla magia, se mai il potere o la parola dello spirito mi rivelassero  qualche segreto.

MEFISTOFELE: Chi mi chiama?

FAUST: Che viso orribile!

MEFISTOFELE: Mi hai evocato con forza, suggendo a lungo alla mia  sfera, ed ora.

FAUST: Ahimè non ti sopporto! Cambia aspetto sei troppo brutto per servirmi. Vattene e cambia quella santa veste con una  più adatta ad un diavolo.

MEFISTOFELE: Io servo il grande Lucifero, non posso obbedirti senza il suo permesso.

FAUST: Dimmi, cosa ha Lucifero, il tuo padrone?

MEFISTOFELE: Arcireggente e capo di ogni spirito.

FAUST: Non fu un angelo un tempo?

MEFISTOFELE: Dio lo amava moltissimo.

FAUST: Come mai allora  il principe dei diavoli?.....

MEFISTOFELE: Per superbia, ambizione e insolenza.

FAUST: E voi  chi siete?

MEFISTOFELE: Dannati per sempre con Lucifero.

FAUST: Dannati dove?

MEFISTOFELE: All'inferno!

FAUST: E come mai ne sei fuori?

MEFISTOFELE: Ma qui è  l’inferno, non ne sono fuori. Ho visto il volto del  Signore e so cos'è il cielo. E diecimila inferni mi  tormentano vedendomi tolta quell'estasi.

FAUST: Come, il grande Mefistofele s'addolora perché gli hanno tolto il paradiso? Ora dico a Lucifero questo: Sono pronto  a cedergli l'anima, per averti sempre al mio servizio, per darmi tutto ciò che ti chiedo per dirmi tutto ciò che  ti domando.

MEFISTOFELE: Quando sentiamo qualcuno che abiura le scritture e il  cielo, corriamo per averne l'anima .E non ci muoviamo se  non usa mezzi che lo espongono al rischio di essere  dannato.

FAUST: Io voglio!

MEFISTOFELE:  La cosa  mi piace!

FAUST: Tu mi prometti che io guarirò in mezzo a questa farragine di frenesia? Che mi toglierai trent'anni di dosso?

MEFISTOFELE: Recati lì... fuori sui campi ed incomincia a zappare ed a scavare, coltiva il tuo intelletto, nutriti di cibi semplici, vivi da bestia con le bestie. Credimi questo è  il miglior mezzo per ringiovanirti di ottant'anni.

FAUST: Quella vita limitata non mi si confà .

MEFISTOFELE: Allora deve intervenire la strega!

(MEFISTOFELE e FAUST vanno ad incontrare la strega "ALLEGRO DA "LA NOTTE DI VALPURGIS" DAL FAUST)

LA STREGA: Chi siete voi qui? Che volete? Chi è penetrato di soppiatto qua dentro? Il tormento del  fuoco sia dentro le vostre ossa!

MEFISTOFELE: Mi riconosci mostro! Che cosa mi trattiene dal rompere le ossa a te e ai tuoi fantasmi! Non hai più¹ rispetto davanti al farsetto rosso? Non mi riconosci?

LA STREGA: Signore, perdonate il rozzo saluto. Non vedo il  piede di cavallo e i vostri due corvi?

MEFISTOFELE: La civilizzazione che sta uniformando tutto il mondo, si è estesa anche al diavolo.

LA STREGA: (ballando) Sto quasi per perdere sensi e intelletto, vendendo qui Satana, il cavaliere!

MEFISTOFELE: Donna, ti prego, non chiamarmi così!

LA STREGA: Ah, ah! Ora ditemi signori, che comandate?

MEFISTOFELE: Un buon bicchiere del ben noto filtro! Del più vecchio! Gli anni raddoppiano la sua efficacia!

LA STREGA: Ne ho qui una bottiglia, dalla quale anch'io ogni tanto ne assaggio un po' e che non  puzza più affatto!

( la Strega traccia, con strani gesti, un circolo e vi colloca dentro le cose più strane. Frattanto i bicchieri cominciano a tintinnare, la pentola a rumoreggiare e a far musica. In ultimo la strega porta un grosso libro, e fa cenno a Faust di avvicinarsi.)

FAUST: No, dimmi, che cosa sta accadendo?

MEFISTOFELE: Oh! Scherzi solo per ridere. Non fare l'uomo serio, nella  qualità di medichessa, deve mettere insieme un trucco  affinché il filtro ti possa far bene.(obbliga Faust  ad entrare nel cerchio.)

                                                                                                 

LA STREGA🙁legge nel libro e comincia a declamare con grande  enfasi)  Tu devi comprendere! Da uno fa dieci, e lascia andare il due e fa subito il tre così sarai ricco.Perdi il quattro! Da cinque e da sei, fa sette e otto  ed  è completa. Nove  uno  nessuno. E' questa la tavola pitagorica delle streghe!

FAUST: Mi sembra che la vecchia vaneggi come per febbre.

                   

MEFISTOFELE: Basta, basta esimia Sibilla. Dai qua il tuo filtro e riempi, rapida, la coppa su, sino all'orlo. Coraggio   inghiotti, avanti!

LA STREGA: Ti rallegrerà il cuore. Eccovi una canzone. Se la canterai ogni tanto, ne ricaverete effetti speciali.

(La strega canta e con lei Mefistofele, mentre Faust, come vaneggiando pronuncia queste parole.

 (FAUST ATTO IV, "QUANDO A TE LIETA")

FAUST: Ondeggianti figure, che un giorno, appariste al mio sguardo turbato, vi avvicinate nuovamente. Tenterà, forse questa volta, di trattenervi? Sentir il mio cuore incline ai sogni di allora? Ma voi mi fate ressa intorno .Sta bene. Sia dunque in vostro potere il modo in cui salite verso di me, su dalle nebbie, dai vapori. Il  mio petto si sente giovanilmente commosso dal soffio incantatore che circonda, simile ad un nembo, il vostro  corteo.

(LA STREGA si  allontanata)

MEFISTOFELE: Vieni via rapido e lasciati condurre. Tu devi  assolutamente sudare affinché la virtù del filtro agisca dentro e fuori. In seguito ti insegnerà ad  apprezzare il nobile ozio. E presto proverai con intima  gioia, come Cupido si agiti e saltelli in qua ed in là.

FAUST: Concedimi ancora una rapida occhiata nello specchio! L'immagine di quella donna era proprio troppo bella!

MEFISTOFELE: No! No! Vedrai presto davanti a te, in carne ed ossa, il modello di tutte le donne: Margherita:(che passa)

(FAUST ATTO III, "SALVE DIMORA CASTA E PURA")

FAUST: Mia bella Signorina, posso osare offrirvi il mio braccio  e la mia compagnia?

MARGHERITA: Non sono né signorina né bella. So andarmene a casa anche se non accompagnata.(si libera da lui e prosegue)

FAUST: Senti mi devi procurare quella ragazza!

MEFISTOFELE: Ebbene quale?

FAUST: E' passata or ora.

MEFISTOFELE: Quella là...? Ritornava dal suo prete che l'ha assolta da tutti i suoi peccati. Proprio un'innocente che andata a confessarsi per nulla. Su di lei non ho potere  alcuno!

FAUST: Se questa notte la dolce e giovane ragazza non riposa fra  le mie braccia, a mezzanotte, siamo separati.

MEFISTOFELE: Almeno quindici giorni mi abbisognano per trovare un'occasione.

FAUST: Avessi solamente sette ore indisturbate, non avrei bisogno del diavolo per sedurre una creaturina come quella.

MEFISTOFELE: Parlate già come un francese! Il piacere  assai minore se prima non impastate e preparate la vostra fanciulletta di qua, di là  e con ogni mezzuccio, come insegna qualche  novella italiana.

FAUST: Procurami qualcosa, una sciarpa che le avvolse il seno  una giarrettiera, per la mia voluttà.

MEFISTOFELE: Vi condurrà, oggi stesso , nella sua stanza.

FAUST: E la vedrò? Sarà  mia?

MEFISTOFELE: A che serve godere così di furia?

FAUST: Pensa ad un regalo per lei.

MEFISTOFELE: Bene! Conosco più di un bel posticino e più di un tesoro sepolto da lungo tempo.

(MEFISTOFELE e FAUST vanno nella camera di Margherita.)

MARGHERITA: Darei qualche cosa per saper chi era quel signore  oggi! Veramente sembrava molto ardito e di nobile  casata. Benvenuto crepuscolo che inondi di te questo santuario! O dolce pena d'amore, tu che, pur languendo vivi della rugiada della speranza, prendi possesso del   mio cuore!

                     

MEFISTOFELE: Ecco un cofanetto alquanto pesante. L'ho portato via da  qualche altra parte. Riponetelo pure.

FAUST: Non so; devo proprio?

MEFISTOFELE:E lo chiedete ancora? Su via rapido!

MARGHERITA: Che afa qui dentro! E tuttavia non fa caldo fuori. Mi corre un brivido per tutto il corpo. (Mentre si spoglia incomincia a cantare. Apre l'armadio per riordinare i suoi vestiti e il cofanetto di gioielli)

MARGHERITA: Come  venuto qui dentro il bel cofanetto? Forse l'ha  portato qualcuno a mia madre. Quasi, quasi lo apro! A  chi apparterrà  mai tutta questa magnificenza? (si adorna e si colloca davanti allo specchio) Se fossero miei  almeno gli orecchini! Si ha subito un tutt'altro  aspetto. A che servono bellezza e  giovinezza? Son cose belle e buone, ma tutti tendono all'oro  e tutto dipende dall'oro! Ah! Noi poveri!

FAUST: Procurami subito dei nuovi gioielli. Questi del resto non sono gran ché.

MEFISTOFELE: Già per il signore  tutto un gioco da bambini!

FAUST: Sii un diavolo vero e non di pappa e procurami dei  nuovi gioielli!

MEFISTOFELE: Sà, gentile signore, volentieri, con tutto il cuore. (Faust esce) Un innamorato pazzo come costui, per divertire l'amata, butterebbe all'aria il sole, la luna e tutte le altre stelle.(va via)

MARGHERITA: (coglie una margherita e ne strappa uno dopo l'altro i  petali)

FAUST: ( senza essere visto) Dolce tesoro che ne vorrà fare? Un mazzo?

MARGHERITA: Mi ama, non mi ama.

FAUST: Che sta mormorando?

                 

MARGHERITA: Mi ama, non mi ama..

FAUST: Dolce viso di cielo!

MARGHERITA: Mi ama, non mi ama, mi ama, non mi ama, .mi ama!

FAUST: Sia mia . Fa che la parola di questo fiore diventi, per te, un responso divino.

(MARGHERITA al braccio di FAUST come ipnotizzata)

MARGHERITA: Ben mi accorgo che il signore mi usa troppa cortesia. So anche troppo bene che il mio semplice conversare non può essere interessante per un uomo di tanta esperienza.

FAUST: Un tuo sguardo una parola tua, interessano più di tutta  la sapienza del mondo.

 (bacia la mano di lei, mentre Mefistofele entra invisibile a Margherita)-

(MEFISTOFELE, ATTO I, SCENA DEL GIARDINO)

MEFISTOFELE: Che avverrà dunque?

FAUST: Pazzo allontanati da me e non rinnovellare nei miei sensi, già  sconvolti, la brama del dolce corpo di  lei!

MARGHERITA: Dimmi dunque: tu sei un uomo buono e di cuore, ma,io credo non fai gran conto della religione.

MEFISTOFELE:(a Faust) Bene! Voi mi insultate ed io rido.

FAUST:(a MEFISTOFELE) Serpe! Serpe!

MARGHERITA: No, così non va bene. Ah, se avessi un po' di potere su di te! Non onori nemmeno i sacramenti.

FAUST: Li onoro.

MARGHERITA: Ma senza desiderarli! Credi tu in Dio?

MEFISTOFELE: Avanti dunque, confermalo e sii sincero o pagherai più cari i tuoi traccheggi.

FAUST: Amor mio, chi può dire: io credo in Dio! Interroga preti e saggi e la risposta sembrerà ... schernire colui che avrà  posta la domanda.

MARGHERITA: Allora tu non credi?

MEFISTOFELE:(a FAUST)La sua fede  grande, l'anima non la posso toccare. Ma tutto ciò che può affliggere il corpo lo proverà per quel che vale.

FAUST:...Chi può osare di nominarlo e confessare. Io credo in lui. Non si inarca  il cielo? Non sta quaggiù, sotto di noi, solida la terra? E non si levano sù eterne stelle? Non si specchia, forse il mio occhio nel tuo?  Ed il tuo cuore non si agita vicino a me? E quando ti  sentirai felice in questo sentimento, chiamalo come vuoi. Chiamalo felicità, cuore, amore, Dio! Il sentire, tutto.  Solamente un suono, un fumo che vela lo  splendore del cielo.

MEFISTOFELE:(soddisfatto al pubblico) Cosa non farei per la sua  anima!

MARGHERITA: Ora devo andare.

FAUST: Ah, non potrei trascorrere una breve ora tranquilla sul  tuo seno, cuore contro cuore?

MARGHERITA: Ah, se almeno dormissi sola! Ma mia madre dorme con  me.

FAUST: Angelo non te ne preoccupare.

MEFISTOFELE: (a FAUST) Eccoti una boccettina.

FAUST: (ripetendo) Eccoti una boccettina...

MEFISTOFELE: Tre gocce sole nella sua bevanda…

FAUST: Tre gocce sole nella sua bevanda..

MEFISTOFELE: Avvolgeranno i sensi di lei in un sonno profondo.

FAUST: Avvolgeranno i sensi di lei in un sonno profondo.

MARGHERITA: Non le nuocerà... spero.

FAUST: O cara e te lo consiglierei?

MARGHERITA: amore mio mi basta guardarti e non so che cosa mi guidi secondo il tuo volere.

(MARGHERITA e Faust ascoltano una romanza d'amore .Alla fine MARGHERITA va via per poi ritornare come richiamata dalle parole di una tremenda figura)

SPIRITO MALIGNO: O Margherita, come era diverso per te quando  tu, piena d'innocenza, ti accostavi all'altare.  Margherita! Dove hai il cervello? E quale  delitto nel cuore? Prega per l'anima di  tua madre che per colpa tua,  passata  dal sonno ad una lunga, lunga pena? e sotto  il tuo cuore non si muove e cresce un  qualche cosa con una presenza piena di presentimenti?

MARGHERITA: Ahimè! Ahimè! potessi liberarmi di questi pensieri che si muovono, in qua in là, contro di me!

MEFISTOFELE: Ti afferra l'ira! La tromba squilla! Ed il tuo cuore,  risorto dalle ceneri, rinpalpita nuovamente nei tormenti delle fiamme!

MARGHERITA: Fossi lontana di qui! Mi sembra che il respiro mi spezzi nel più profondo del cuore.

MEFISTOFELE: Nasconditi!

MARGHERITA: Mi manca il respiro!

MEFISTOFELE: Colpa e vergogna non si nascondono. Gli eletti volgono  il viso via da te. I puri hanno orrore di tenderti le mani.(Margherita scappa e si rincantuccia per terra in un angolo dell'ambiente, cantando poche frasi musicali di disperazione)

(FAUST ATTO II "SCENA DELLA CHIESA")

FAUST: (entrando) Desolata! Disperata! Miseramente errante senza  meta, per lungo tempo, sulla terra e ora in prigione! La dolce, infelice creatura rinchiusa, come una delinquente  in carcere fra terribili tormenti! Sino a questo punto!  E tu spirito miserabile, me lo hai tenuto nascosto! Consegnata a spiriti maligni e alla spietata giustizia degli uomini. E intanto tu la lasci andare in perdizione senza soccorrerla!

MEFISTOFELE: Non  la prima!

FAUST: Cane! Ripugnante mostro! O Spirito infinito, mutalo, muta questo verme nuovamente nella sua figura di cane.

MEFISTOFELE: Eccoci di nuovo all'estremo limite del nostro intelletto là  dove a voi uomini dà  di volta il cervello. Perché fai vita in comune con noi se poi non ci resisti?

FAUST: Non digrignarmi in faccia i tuoi famelici denti!   Mi fai schifo!

MEFISTOFELE: Siamo stati noi ad attaccarci a te o tu a noi?

FAUST: Salvala! O guai a te!

MEFISTOFELE: Non posso sciogliere i vincoli del vendicatore. "Salvala"  Chi è  stato a precipitarla nella rovina? Io o tu? (FAUST guarda intorno infuriato)

MEFISTOFELE: Vuoi ricorrere al fulmine? Per fortuna non fu concesso  a voi, poveri mortali!

FAUST: Portami lì...! Deve venir liberata!

MEFISTOFELE: Ti condurrò, ma odi quello che io posso fare! Ho forse io potere in cielo e in terra? Offuscherò i sensi del  custode del carcere, tu conducila fuori con la tua mano  d'uomo! Io sarò di guardia! I cavalli incantati sono pronti, vi porteranno via. Questo lo posso fare.

FAUST: Via partiamo!(Faust va verso Margherita con un mazzo di chiavi ed una lampada.)

(FAUST: "DIO POSSENTE")

FAUST: Mi coglie un brivido da gran tempo inconsueto in me, mi assale tutto il dolore dell'umanità...(MARGHERITA canta un canto  malinconico e disperato) Essa  certamente  è lontana dal   pensare che l'amato la sta ascoltando.

MARGHERITA: Ahimè! Ahimè essi giungono. Morte amara!

FAUST: Gridando così, sveglierai i guardiani.(fa finta di sciogliere le catene)

MARGHERITA: (in ginocchio) O boia, sono ancora così giovane e devo  morire! Ero anche bella e ciò fu la mia rovina. Vicino mi era l'amico ed ora  lontano.

FAUST: Chi può reggere a tanto dolore!

MARGHERITA: Ch'io prima dia il latte al bambino; me l'hanno preso  per farmi penare ed ora dicono che io l'ho ucciso.

FAUST: (si getta ai suoi piedi)Uno che ti ama giace ai tuoi  piedi per schiuderti questo carcere di dolore.

MARGHERITA: Questa era la voce dell'amico! (le catene si sciolgono)

FAUST: Margherita! Margherita!

MARGHERITA: Dov’è? L'ho sentito chiamare! voglio fuggire via, giacere sul suo petto!

FAUST: Sono io!

MARGHERITA: E' lui? E' lui? Vieni a salvarmi!

 

FAUST: (tentando di portarla via) Vieni con me! Vieni con me!

MARGHERITA: Amore baciami(lo accarezza)Ahimè le tue labbra sono  fredde, sono mute! Dov’è rimasto il tuo amore?

FAUST: Vieni, seguimi! Cara coraggio!

MARGHERITA: Fuori di qui?

FAUST: All'aperto!

MARGHERITA: Non devo andar via.Per me non c'è più speranza alcuna.

FAUST: Il giorno sta spuntando. Amore mio! amore mio!

MARGHERITA: Il giorno! Sì, fa giorno! Doveva essere il mio giorno di nozze!

FAUST: O non fossi mai nato!

MARGHERITA: (vedendo MEFISTOFELE) Giustizia divina mi sono affidata a te!

MEFISTOFELE: (a Faust) Vieni! Vieni! Pianto in asso te con lei.

FAUST: Padre salvami! Voi angeli! Voi celesti schiere accampatevi  intorno a me per proteggermi! Enrico, ho orrore di te!

MEFISTOFELE: (con rabbia) E' salvata! Tu via con me (trascinando Faust)

MARGHERITA: Enrico! Enrico! (canta il finale)

            F  I  N  E