Fermata a richiesta

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“FERMATA  A  RICHIESTA”

Atto unico

di

RENATO FIDONE

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EDIZIONE SETTEMBRE 2013

“ FERMATA A RICHIESTA “

Atto unico

di

Renato Fidone

P e r s o n a g g i

Un signore

Una signora

Suo marito

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Epoca presente. In un qualsiasi posto della Sicilia.

Ogni riferimento a fatti o a persone è puramente casuale e dettato dalla fantasia dell’Autore.

Donnalucata/ Scicli (Rg) settembre ‘92

Renato Fidone –via Lido 47 –0932.937912 ab. – 0932.830008 ab.estate e festivi – 333.6016300

Edizione 2013 aggiornata e riveduta in forma telematica

TUTTI I DIRITTI RISERVATI E TUTELATI DALLA SIAE

Si diffida chiunque voglia apportare all’ Opera delle modifiche parziali o sostanziali senza l’autorizzazione dell’Autore

“FERMATA A RICHIESTA”

Atto unico

La scena molto essenziale, rappresenta una fermata del bus. Una panca,   un lampione, un cartello che indica le corse. Su di essa è seduto un signore di mezza età, indossa un impermeabile alquanto logoro, un cappello nelle medesime condizioni, una borsa di finta pelle con dentro la colazione. La luce è molto fioca. Sono le sette, fa freddo.

           

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( Il signore apre la borsa, tira fuori   un panino con intenzione di mangiarlo prima però lo annusa, è disgustoso, lo ripone dentro la borsa, ne tira fuori un altro, inforca gli occhiali ed attentamente guarda cosa contiene, lo annusa come il primo, con l’identica espressione disgustata, lo ripone dentro la borsa. Poi con rassegnazione si alza e si avvicina al proscenio, guardando un punto indefinito, verso l’alto, saluta con la mano abbozzando un tenue sorriso. Subito dopo abbassa lentamente la mano e l’espressione diventa triste. Si risiede sulla panca con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati alle ginocchia. E’ assorto nei suoi pensieri, ma il suono di un clacson lo distrae, si avvicina velocemente verso il proscenio…)               

SIGNORE      :  Grazie, è quasi arrivato! (si siede nuovamente e incomincia a pulire gli occhiali, spessi, dal telaio nero, fuori moda, poi ancora un clacson…, il signore corre nuovamente verso il proscenio) Grazie , è quasi arrivato!  (subito dopo , dalla sua sinistra si ode sbattere lo sportello di una macchina, poi un altro e ancora delle voci concitate; appare una bella donna, infuriata, sulla 30na, indossa una pelliccia su una vestaglia da camera, pantofole e un beauticase; la segue il marito, sulla 40na, ha il cappotto sulle spalle, sotto ha il pigiama, è in pantofole, stanno litigando di brutto, alla loro vista il signore è visibilmente stupito, la coppia non si accorge della sua presenza…)

SIGNORA      : (alterata)  E’ finita! Ti ho detto che è finita. (inviperita) E non venirmi appresso, mi fai schifo, non sopporto nemmeno la tua presenza.  (gridando) Via…vai via, ti ho detto)

MARITO        : (cercando di carmarla) Ma cara, cerca di ragionare! Alle sette di mattina…con questo freddo, che ci facciamo qua’?

SIGNORA      : Alle sette di  mattino che cosa? Sei un mostro, ecco quello che sei, un mostro!

MARITO        : Cerca di capire che non potevo…

SIGNORA      : Tu non volevi, questa è la verità! (istericamente) Non toccarmi…non toccarmi..grido!! (lancia un urlo e togliendosi una pantofola, la tira contro il marito , che scansandosi, va a colpire il signore in faccia; i due si accorgono solo ora della sua presenza)  

SIGNORA E MARITO : (senza scomporsi) Ci scusi! (poi nuovamente ricominciano a litigare, ma questa volta, però, è uno scontro fisico violento, una colluttazione infernale, il signore guarda impietrito…)

MARITO        : Non tirarmi i capelli…ti ho detto… non tirarmi i capelli….ahi…ahiiiii! (alla donna rimane in mano il parrucchino del marito) Maledetta strega…Brutta arpìa! Ridammi il parrucchino!  (il marito rincorre la moglie ed entrambi girano attorno alla panca dov’è seduto il signore) Brutta strega…

SIGNORA      : (istericamente)  Non dirmi strega…non dirmi strega…(si fermano)

SIGNORE                  : (timidamente)  Signora, la pantofola! (gliela porge)

SIGNORA      : Ma cosa vuole?  Perché si immischia?

MARITO        : Non conosce il proverbio?

SIGNORE      : (c.s.) Scusi, ma quale?

SIGNORA      : Tra moglie e marito…

MARITO        : …non mettere…il…il …..?

SIGNORE      : (con un leggero sorriso compiacente) …il dito! Già…scusate! ( ritrae il braccio con la pantofola, stringendola in mano; i due ricominciano la colluttazione, subito dopo si sente il clacson di un pulman, il signore si prepara per salirvici, ma rimane di stucco, quando si accorge che il bus passa senza fermarsi)  Ma perché non si è fermato? (tra se) (inforca bene gli occhiali, si avvicina al cartello che indica gli orari delle corse) Che stupido, mi sono dimenticato che questa fermata è a richiesta! Se non alzi il braccio, quello non si ferma. (i due sfiniti si stirano sulla panca)

SIGNORA      :L’aria, mi manca l’aria! Datemi aiuto!  (il signore interviene)

SIGNORE      : Signora, si sente male?

MARITO        : Ma cosa vuole lei? Vada al suo posto…

SIGNORE      : Ma la signora…!

MARITO        : E’ un’attrice, non le dia peso! Vada…vada!

SIGNORA      : Aiutatemi, vi prego…vi supplico (il signore c.s.)

MARITO        : (con una pistola in mano) Fermo!! (il signore è morto dalla paura e nel frattempo la signora, con un grosso coltello appuntito in mano, si avventa alle spalle del marito, trafiggendolo con tutta la forza che aveva, questi si accascia a terra sparando in aria un colpo di rivoltella; il signore è sgomento)

SIGNORA      : E’ la fine che meritavi, carogna! (il signore nel frattempo si era nascosto dietro la panca) Hai finito di tormentarmi…di umiliarmi, di violentarmi…stronzo! Lurido verme schifoso.

SIGNORE      : Ma…ma…signora, suo marito è…è…morto! ( chinandosi sul cadavere e prendendo in mano il coltello)

SIGNORA      : Embè, tutti, prima o poi dobbiamo morire. Lei forse no? (togliendogli il coltello e conservandolo nel beauticase)

SIGNORE      : Io…ecco…preferirei una morte meno dolorosa, naturale.

SIGNORA      : La sua è stata, una morte naturale! Più che naturale, direi.

SIGNORE      : Se mi permette, con tutto il rispetto, non mi è parsa tale!

SIGNORA      : E’ naturale, perché dopo tutto quello che mi ha fatto passare, non poteva fare una fine diversa!  Ha capito, adesso? (apre la borsetta del trucco e incomincia a truccarsi come se niente fosse accaduto)

SIGNORE      : Si…si, adesso ho capito! (timidamente) E ora come farà a…. (indicando il cadavere)

SIGNORA      : Come farò? Come faremo, vuole dire!

SIGNORE      : (spaventato) Noi chi?

SIGNORA      : Noi, io e lei!

SIGNORE      : (sudando freddo) Io? Ma che c’entro io?

SIGNORA      : (continuando a truccarsi) Ah, lei non c’entra?

SIGNORE      : Appunto, io che c’entro? Io ero qua’ che…  

SIGNORA      : Si..si, lei era qua’, e con questo?  Mentre lei si trovava qua’, siamo arrivati noi!  E con questo? Ha visto tutto, no?

SIGNORE      : Ecco, insomma…mi sembra…

SIGNORA      : Vuole forse dirmi che non ha visto niente?

SIGNORE      : No…no…questo no! Ma io che cosa dovrei fare? Devo sorse testimoniare?

SIGNORA      : (decisa, smettendo di truccarsi)  Ma si capisce! Lei ha visto che mi sono dovuta difendere, aveva una pistola, l’ha vista pure lei…o me la sono inventata io?

SIGNORE      : Si..si, la pistola l’ho vista…

SIGNORA      : Quindi, mi sono dovuta difendere! Logico, no!

SIGNORE      : Veramente…lui, suo marito, la pistola l’aveva puntata contro di me e non contro di lei…

SIGNORA      : Ma cosa vuol dire? Ha visto come mi ha picchiata? Guardi, ho ancora i lividi.

SIGNORE      : Si, però anche lei, insomma…ve le siete date!

SIGNORA      : In poche parole vuole dirmi che non è stata legittima difesa? Lo dica…lo dica…!

SIGNORE      : Si, non me la sento di dire altrimenti!

SIGNORA      : E se le avesse sparato? Mettiamola così. Io, spaventata che le facesse del male, lo uccido…lo uccido, per salvare la sua vita!  Come le pare così, è credibile?  (silenzio, poi lei lo scuote) Diavolo, mi risponda!

SIGNORE      : Vuole che le dica la verità?  (lei annuisce) No! Non è credibile! ( la signora si accascia sulla panca accanto all’uomo e scoppia in un pianto straziante…)

SIGNORA      :(piangendo) Ha ragione…ha ragione, mi scusi. Solo ora mi rendo conto di quello che ho combinato!

SIGNORE      : (vorrebbe consolarla, coccolarla, ma non riesce a toccarla e né a dirle niente) Si sfoghi pure, signora, le farà bene! (vorrebbe accarezzarle la testa, ma poi ci ripensa)

SIGNORA      : (appoggiando la testa sul petto del signore e stringendolo forte)  La prego mi aiuti!

SIGNORE      : (imbarazzato) Mi…mi  dica come! Io non so’ se sarò capace di…

SIGNORA      : Lei penserà che io sia una pazza?

SIGNORE      : (mentendo) Ma no, cosa dice?

SIGNORA      : Lei lo pensa, suvvia, sia sincero, non lo nasconda. (Stringendosi sempre più all’uomo, accavalla la sua gamba destra alla gamba sinistra dell’uomo, voltando quasi le spalle al pubblico, cingendolo con le braccia alla vita e con la testa sempre sul petto, è imbarazzatissimo)

SIGNORE      : (guardandosi attorno con la paura di essere visto in quella imbarazzante posizione)  In effetti …a prima vista, specie quando non ci

                         si conosce…(poi deciso) Signora, mi deve perdonare, ma lei ha ucciso una persona!

SIGNORA      : (stringendolo sempre più)  La prego…la prego, non me lo ricordi! (piange) Mi stringa…mi stringa pure lei!

SIGNORE      : (c.s.) Ma non so’ se ….mi scusi! ( si alza e va a guardare un punto indefinito, in alto, come se avesse paura di essere visto dalla moglie, che lo aspetta sempre davanti alla finestra, poi ritorna a sedersi, ma la signora si era alzata e aveva afferrato per le gambe il cadavere e stava cercando  di trascinarlo…) Ma cosa fa’?

SIGNORA      : Mi aiuti, invece di fare domande! Là dietro c’è un contenitore dell’immondizia…

SIGNORE      :  Ma questo è occultamento di cadavere?

SIGNORA      : Ma non dica fesserie, è per non averlo tra i piedi. Mi aiuti, la prego. Giuro che mi costituirò ! (il signore a malincuore l’aiuta, scompaiono sul fondo, dopo appena un attimo ritornano, lei si siede sulla panca, mentre l’uomo è pensieroso)

SIGNORE      : Forse abbiamo fatto male! (lei lo tira a se con una mano)

SIGNORA      : Si sieda vicino a me e mi stringa. (lui esegue e la stringe forte, le accarezza i capelli, glieli annusa, le spalle, i fianchi e la stringe sempre di più, è in estasi)

SIGNORE      : Com’è profumata, che pelle vellutata…

SIGNORA      : Così, mi stringa così, forte….fino a farmi male! Lui non lo fa mai…mi scusi, volevo dire …non lo faceva mai! Era duro, spietato, violento, cattivo!

SIGNORE      : Ma come può una donna come lei, così bella, così dolce…tutto sommato, arrivare ad uccidere?

SIGNORA      : Lo vuole proprio sapere?

SIGNORE      : Si, se a lei non dispiace!  ( la donna assume un atteggiamento più serio, di circostanza…dato l’argomento)

SIGNORA      : Dovrei partire da lontano..(si ode il clacson del bus)

SIGNORE      : Forse sarà il mio!

SIGNORA      : (supplicandolo e afferrandolo per la mano)  La prego…la prego, non mi lasci! L’accompagnerò con la mia macchina, è là dietro!

SIGNORE      : Ma sì, dopo tutto quello che è successo, non me la sento di andare in ufficio! (si siede)  Dica…dica, si sfoghi pure! 

SIGNORA      : Il mio matrimonio con quello là…(indicando il cassonetto, dietro le loro spalle) non è stato tutte rose e fiori, anzi, diciamo che le spine sono state più dei fiori…

SIGNORE      : Lo avevo capito, sa! (una battuta scontata)

SIGNORA      : Ma non da ora, da sempre. Pensi che quella carogna, la prima notte di nozze mi ha rispedita dai miei! E lo sà perché?

SIGNORE      : No, come potrei saperlo?

SIGNORA      : Provi ad indovinare?

SIGNORE      : Le giuro che non mi viene in mente niente!

SIGNORA      : (singhiozzando) Il verme mi ha accusata di non essere come lui voleva!

SIGNORE      : In che senso, scusi?

SIGNORA      : Ma come, non capisce? Mi accusava di non essere integra, capisce, integra! Si rende conto?

SIGNORE      : Era malata?

SIGNORA      : Allora lei lo fa apposta, non vuole capire?

SIGNORE      : Le giuro che non comprendo, signora.

SIGNORA      : (arrabbiata) Mi ha detto che non ero vergine, ha capito adesso? Vergine…ha capito?   (il signore ha come un malore, diventa pallido, si slaccia il nodo della cravatta) Ma cosa le prende, si sente male?

SIGNORE      : No…no sto  bene, sto bene!

SIGNORA      : Vuole che continui?

SIGNORE      : Si, la prego, continui pure!

SIGNORA      : E’ proprio sicuro?

SIGNORE      : Certo, m’interessa!

SIGNORA      : Quella notte…quella notte fu per me la notte più lunga della mia vita. Ero distrutta, non sapevo cosa pensare. Mi fece fare un borsone, aprì il portone e mi spinse fuori di casa, la mia casa, che mio padre aveva comprato per noi due. Pioveva a dirotto, ero a piedi, non mi volle accompagnare, mi disse che tanto mia madre abitava a pochi passi. Quando arrivai a casa di mia madre, mi vide bagnata fradicia, mi fece mille domande e io,  sapendo che era ammalata di cuore,  non le volli dire il vero motivo di quella situazione. Le dissi che avevamo litigato perché lui era geloso. Mi ospitò con tanto affetto, mi consigliò di lasciarlo da solo. Lei me lo aveva sempre detto, non le piaceva, non le era mai piaciuto. Ah, ci fosse  stato mio padre, gli avrebbe dato una bella lezione, a quello stronzo! Mia sorella si era sposata in America con un brav’uomo, aveva una bella famiglia. Quante volte mi diceva di andare da lei, ma non volevo lasciare sola mia madre. (Stringe sempre di più il signore)

SIGNORE      : Suo padre era morto di cancro ai polmoni?

SIGNORA      : Come fa  a saperlo?

SIGNORE      : Un’intuizione, niente di più!

SIGNORA      : Non mi dica che è un veggente?

SIGNORE      : E come mai poi è ritornata da suo marito?

SIGNORA      : (desolata) Già, da mio marito. Rimasi due settimane da mia madre. Lui, il verme, mi telefonava ogni giorno,  all’ora di pranzo, ma io gli riattaccavo il telefono in faccia. Poi un giorno decisi di sentire quello che aveva  da dire e fu la mia rovina…

SIGNORE      : (continuò lui il racconto con grande semplicità come se fosse la storia della sua vita) Le disse di sentirsi un povero diavolo, un essere spregevole…(la signora rimane allibita) Le disse che lui non era mai stato con una donna, che non sapeva. Che gli avevano fatto capire alcune cose sulla prima notte di nozze…delle cose assurde…Le chiese perdono!

SIGNORA      : Ma..ma…, scusi, lei sta leggendo la mia vita?

SIGNORE      : Ho provato a indovinare, continui!

SIGNORA      : Continui lei, piuttosto.

SIGNORE      : Va bene, se lei vuole. (si alza e passeggia lentamente)  Dopo poco tempo che ritornò a vivere con suo marito, sorsero dei problemi di comunicabilità. Lui si chiuse in un silenzio totale. Dopo qualche mese fu vittima di una grave forma di depressione. Il vostro rapporto era quasi finito. Poi d’un tratto, si riprese da quella grave malattia e tutto sembrava andare per il giusto verso. Purtroppo, però, qualcosa in lui era cambiato, irrimediabilmente…(china il capo come se provasse vergogna) Era…era diventato impotente! E’ così?

SIGNORA      : (sbalordita) Fenomenale!

SIGNORE      : Il matrimonio tira avanti per 5 lunghi anni, lui tenta due volte il suicidio..

SIGNORA      : …senza mai riuscirci, purtroppo!

SIGNORE      : Ma ha sofferto tanto, però! Sono stati lunghi anni di sofferenza, di vergogna interiore. Un uomo distrutto, finito, che cercava aiuto nella morte. Morte che però non veniva mai, che lo scherniva, che lo ammaliava. Sarebbe stata la medicina per tutte le sue malattie! Pensi alla sua solitudine, ai suoi tormenti…

SIGNORA      : E lei pensi ai miei! Non mi dica che vuole dargli ragione? Pensi a quello che mi ha fatto passare, quel pazzo! (istericamente)  Sa dove mi portava quel verme? Ma già, lei sa tutto! Ma glielo dico lo stesso, nel caso non fosse informato. Mi portava  a vedere i film porno, quel maiale, ha capito? Non mi costringa a pensare al resto, la prego.

SIGNORE      : Ma cosa ne sa di quello che provava lui? Lei pensa solo a se stessa, abbia pietà di quel povero uomo!

SIGNORA      : Io avere pietà di quell’essere immondo! Lei, piuttosto, perché non prova pietà di me? Ma lei sta dalla sua parte, è vero? L’ho capito subito!

SIGNORE      : (minaccioso, quasi fosse un’altra persona)  Si…si, lei è una donna perversa, è come tante altre! Siete tutte uguali. Con la vostra insaziabile sete di sesso! (sempre più minaccioso, tanto che la signora ha paura) Lei non ha capito suo marito, lei pensava solo a soddisfare se stessa e lui, suo marito, con tutta la sua forza…cercava di…di…si insomma, di accontentarla, ma…ma…Dio Santo…(si accascia sulla panca, si prende la testa tra le mani, poi grida..) Non poteva…non poteva…non poteva! (scoppia in un pianto straziante, la signora dopo un attimo di esitazione lo consola)

SIGNORA      : Si calmi, si calmi, la prego. Si ha ragione lei, ma si calmi. ( il signore trae di tasca un fazzoletto e si asciuga le lacrime, dopo un atimo si ricompone)

SIGNORE      : (sommessamente)  Mi scusi, ma io stamattina ero venuto come ogni mattina, a prendere il bus e invece…e invece…mi sono trovato davanti ad un omicidio di un signore che non conosco e a raccontarle questa storia…

SIGNORA      : ...la mia storia!

SIGNORE      :  La sua storia è la mia, signora!

SIGNORA      : Ma lei non è morto, però? E sua moglie?

SIGNORE      : Ecco, si. Le uniche due cose che non combaciano, io che non sono morto e mia moglie, che non è bella come lei e che da due anni è su una sedia a rotelle. Non vive…vegeta! La vede? (le mostra un punto in alto) Vede? Vede quella finestra illuminata, al terzo piano? Vede un’ombra dietro di essa? E’ lei, mia moglie! Sta lì fino al mio rientro, non si può muovere!

SIGNORA      :  Poverina!

SIGNORE      : Non la compianga. Lei vive meglio di me che sono morto dentro.

SIGNORA      : Ma come fa a dire queste cose? Lei è senza cuore!

SIGNORE      : (a denti stretti, minaccioso) Le ho detto di non compiangerla!

SIGNORA      : Lei è come mio marito!

SIGNORE      : (afferrandola per il collo) E tu sei una cagna maledetta! (dalla destra appare un uomo con impermeabile e cappello e occhiali scuri, assiste per un attimo alla scena)

UOMO          : (deciso) Fermo!!

SIGNORE      : ( di colpo si ferma e si ricompone) Mi scusi…io volevo…

UOMO          : Lei voleva compiere un altro omicidio, suppongo!

SIGNORE      : Cosa? Un altro omicidio, ma cosa dice?

UOMO          : (mostrando un tesserino) Polizia! Lei è il signor Munari, Aristide Munari?

SIGNORE      : Si.

UOMO          : Un quarto d’ora fa, una donna, una certa Silvia D’Ambrosio,  ha telefonato in centrale asserendo che mentre era affacciata alla finestra, ha visto lei, con in mano un grosso coltello,pugnalare alle spalle un uomo! Confessa?

SIGNORE      : Ma lei vuole scherzare!

UOMO          : Io non scherzo mai, figuriamoci in servizio.

SIGNORE      : Ma lo capisce che Silvia D’Ambrosio è mia moglie…mia moglie! Non può averle detto che io…

UOMO          : Ha anche detto che si è disfatto del cadavere buttando il cadavere là dietro, dentro un cassonetto della spazzatura. (perentorio) Mi dia l’arma del delitto!

SIGNORA      : (il signore è sgomento, si siede sulla panca, la signora apre la sua valigetta  e fuoriesce il coltello porgendolo all’uomo) Eccolo, con la forza mi ha costretta a metterlo in borsa. Ci sono ancora le sue impronte.

SIGNORE      : (fra se, incredulo) Ma Silvia non poteva…non poteva telefonare. Silvia è su una sedia a rotelle da due anni, non riesce a muoversi nemmeno di un centimetro. Le sue mani…le sue belle mani,  non hanno la forza nemmeno di salutarmi quando vado via. La guardi…la guardi…è ancora alla finestra, si vede solo la sua testolina…(la mostra all’uomo, entrambi guardano, poi…) Ma…ma…non c’è più? (sbigottito) Ma come può essere? Glielo giuro, Silvia non si è mai mossa da lì, come poteva telefonarle? E poi…incolpare proprio suo marito di un reato che non ha commesso. ( poi deciso verso la signora) Quel signore, che non so come si chiamasse, litigava con sua moglie, ossia, questa donna, poi mi tira una ciabatta, io la prendo e cerco di restituirgliela, e quel signore mi punta una pistola…già, una pistola, a me che non c’entro niente. Quindi, non appena gli gira le spalle, lei, la moglie, con un enorme coltello da macellaio lo infilza…! E’ stata lei a ucciderlo, alle spalle, a tradimento…io non c’entro niente…è una pazza…Si figuri, una che va in giro alle sette del mattino con un coltello di quelle dimensioni…mi dica lei se non ha premeditato l’omicidio! Due più due fanno quattro, eh!

UOMO          :  I conti li faccio io e lasci perdere le sue considerazioni.  Ha parlato di una pistola, dov’è?

SIGNORE      :  Non lo so, era qua a terra…l’avrà presa lei…(indica la donna)

SIGNORA      :  E dove l’avrei nascosta, bugiardo? (fa vedere la borsetta del trucco all’uomo…) Dov’è…nelle mie mutande? ( apre la pelliccia…)

UOMO          :  E il cadavere? Dove lo ha nascosto?

SIGNORE      : Io non ho nascosto un bel niente, è stata questa donna a pregarmi di aiutarla a…a…nascondere…si, insomma, a nasconderlo, almeno  provvisoriamente. Mi disse che gli faceva senso. Capisce, prima lo ammazza e poi gli fa senso!  Decisi di aiutarla a togliere da lì il cadavere di quel povero malcapitato  e poi mi promise che si sarebbe costituita, e io…io le ho creduto!

SIGNORA      : Ma cosa si inventa? Io l’avrei pregata di …Ma lei è pazzo  da legare!

UOMO          : Le conviene collaborare, altrimenti la sua posizione si aggrava sempre di più.

SIGNORE      : Mi scusi, ma tutto questo mi sta sembrando un sogno, un terribile sogno! Io, stamattina, come tutte le mattine, ero venuto per prendere l’autobus. Questa…questa è una fermata a richiesta, se non alzi la mano, lui, l’autista non si ferma! Poi…poi, arriva questa signora con suo marito, litigano, io cerco di mettermi in mezzo per calmarli, ma non ne vogliono  sentire! Poi accade quello che ho detto prima e abbiamo nascosto il cadavere nel cassonetto là dietro. Poi diventa molto dolce, affettuosa, cerca la mia comprensione, mi stringe forte, vuole il mio conforto e mi racconta una strana storia che io…io conoscevo molto bene, perché…perché…perché era la mia storia. La mia e quella di Silvia. La vede? ( indicando la finestra)  E’ ritornata alla finestra. Si sarà appisolata un attimo e avrà abbassato la testolina, ecco il mistero! Non credo che le abbia telefonato lei, mi ama ancora, dopotutto! ( l’uomo si toglie l’impermeabile, il cappello, gli occhiali, rimane in pigiama, è il marito della signora, si abbracciano;  il signore che ha la testa tra le mani e parla verso la finestra, non si accorge della trasformazione) Se lei mi arresta, chi aiuterà la mia piccola Silvia, chi le farà da mangiare, chi la vestirà, chi le accarezzerà la testolina e le canterà…sulle note di un malinconico violino ” Dormi…dormi…Silvia bella…dormi dormi stella bella…dormi dormi gioia bella. Dormi…dormi…Silvia be….( di colpo abbassa il capo, rimanendo immobile in quella posizione)  

SIGNORA      : ( con eccessiva sicurezza gli afferra la testa per i capelli, gli osserva gli occhi e gli tasta la vena giugulare, poi molla la testa e in modo spietato dice…)  E’ andato!

MARITO        : Sei stata bravissima. Volevamo dargli una bella lezione, ma non avrei mai immaginato che finisse così. Tutto sommato mi fa pena…

SIGNORA      : E mia sorella cosa ti fa?  Lascia stare. Lui voleva morire, in fondo,  e noi l’abbiamo aiutato…, non ho alcun senso di colpa.  Ha avuto quello che meritava. (stringendosi al marito) abbiamo recitato una bella parte, mio

                         caro! (poi rivolta alla finestra)  Ciao, sorellina, hai avuto giustizia, finalmente!! ( le manda un bacio, poi i due stretti in un tenero abbraccio vanno via sulle stesse note malinconiche di un violino, escono sulla destra dello spettatore che guarda; continua la musica fin quando si ode il clacson del bus)

VOCE             : (al signore) Signore, deve salire? Se non alza la mano, rischia di rimanere a vita su quella panca! Questa è una fermata a richiesta. (pausa) Ha sentito? ( pausa) Bò?!  (riprende la marcia, e pian piano cala il sipario sulle note del solito violino)

FINE

 

  

         

BIOGRAFIA DI RENATO FIDONE 

SETTEMBRE  2014

RENATO FIDONE è nato a Scicli (Rg) il 13.4.1950. Laureato in Scienze Sociali all’università D’Annunzio di Chieti/Pescara, ha lavorato presso il di D.S.M  di Modica (Rg)  coordinando  dal  1990  il Servizio Sociale Dipartimentale della AUSL 7, oggi ASP Ragusa. Dall’ 1.10.2011 è in pensione.

Da oltre 40 anni è impegnato con il Teatro Amatoriale e dal 1984 dirige la Compagnia Teatrale “Gli Amici di Matteo”, di cui ne è il Presidente/Legale Rappresentante.

Nel 1988 fonda, assieme agli altri componenti dell’epoca della compagnia, il Teatro Piccolo Stabile, una struttura teatrale di 99 posti, adiacente alla sede della compagnia, utile per le prove degli spettacoli e per eventuali rappresentazioni.

Come autore ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui:

Premio Speciale alla Carriera dal Comune di Scicli  per il 60° anno d’età   2010 Primo Premio al Concorso Internazionale  “Teatro di Locarno” 1998 Premio Regionale “Alessio Di Giovanni” sez. Teatro – Raffadali (Ag) 1999 Premio “Ulivo d’Oro” Catania 1995 Premio “Ulivo d’Argento” Ragalna 1991 Secondo classificato al “Premio Scena” Zafferana Etnea 1992 Premio Speciale del Comune di Agnone (prov. di Isernia) 1992 Targa di Riconoscimento Speciale dalla Compagnia “Le 4 C” di Agnone (Is) 1992 Secondo Premio al Concorso Internazionale “San Giuliano” Milano 1989 Terzo Premio al Concorso Regionale “Scrivere in Dialetto” Catania 1988 Terzo Premio al Concorso Regionale “Ulivo d’Argento” Ragalna 1998 Migliore Testo di Autore Meridionale – Soveria Mannelli (Cz) 1988 Migliore Novità Teatrale al Festival Nazionale di Termini Imerese 1987 Premio  Speciale come Miglior Autore alla  Rassegna Nazionale di Rosarno (RC) 1988 Premio  Speciale come Miglior Autore  alla Rassegna Nazionale di Rosarno (RC) 1989 Premio Sezione Cultura “Giornale di Scicli” 1985

Ha ricoperto per conto della F.I.T.A. ( Federz. Italiana Teatro Amatori ) la carica di Presidente Provinciale e Regionale. Al Congresso Nazionale FITA del 16.5.2000 è stato eletto Presidente del Collegio dei Sindaci.

Nel 2008 viene eletto Consigliere Regionale con la delega di Direttore Artistico e responsabile delle attività teatrali e dei rapporti con le compagnie affiliate. Nell’ultimo congresso FITA SICILIA del giugno 2012 a Pergusa,  è stato rieletto Consigliere Regionale  e riconfermato  Direttore Artistico regionale

Ha scritto diversi monologhi recitati dall’attore Enrico Guarneri, in arte “Litterio” e ha svolto in alcune occasioni  le funzioni di “esperto” nei progetti PON delle scuole pubbliche e di direttore artistico  in particolari avvenimenti artistici e teatrali. Viene chiamato di sovente, vista la sua ampia conoscenza ed esperienza nel panorama teatrale siciliano, dalle compagnie amatoriali, come consulente per gli allestimenti dei cartelloni teatrali.

Autore, tra l’altro, di poesie dialettali e in lingua, collabora con un gruppo di musica folk ,  scrivendo i testi di alcune canzoni,   racchiuse  in un cd  e recentemente pubblicato e regolarmente registrato alla siae.

I suoi lavori teatrali, rappresentati in Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata, Toscana, Lombardia, Belgio, Svizzera, Francia, Canada, e N.Y., da numerose compagnie della Sicilia e oltre, sono tutelati dalla SIAE, cui è iscritto dal 1984, divenendone Socio il 12.3.1997. Dal 22 maggio 2010 ha acquisito il diritto all’assegno mensile di professionalità, riconoscimento riservato agli autori ultra sessantenni più rappresentativi. Da oltre 25 anni è socio del sindacato ANART, associazione nazionale autori radiotelevisivi e teatrali.

       

              Elenco dei suoi lavori depositati alla SIAE :

1.AMURI DI FRATI  (1981) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi

2.E’ TUTTA UNA CONGIURA (1982) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 11 personaggi

3.LA CASA POPOLARE (1982) commedia in 1 quadro e 3 tempi (scena unica nei 3 tempi) 9 personaggi

4.ALLE DONNE PIACE COLA (1980) commedia in 3 quadri e 2 tempi (3 scene in un unico spazio)11 personaggi

5.LA COSCIENZA NON BASTA (1980) commedia in 2 tempi  ( scena unica )9 personaggi

6.LA POESIA E’ UNA COSA SERIA (1986) commedia in 3 atti ( scena unica )12 personaggi

7.LA POSIZIONE SOCIALE (1984) commedia in un atto (scena unica) 6 personaggi

8.IL PROBOVIRO (1986) da G.Fava rid. e adatt.in 3 atti (3 scene in un unico spazio) ( 50% dei diritti)  12 personaggi e 3 comparse

9.SOLI SULLA NAVE DEL PIACERE AVVINTI DAL DESTINO (1987) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 13 personaggi

10.LO SPIRITO DI MIA MOGLIE (1988) commedia brillante in 2 tempi (scena unica)7 pers.

11.I  SOLITI  IDIOTI COLPISCONO ANCORA (1989) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi

12.VI PRESENTO MIA SORELLA (1991)commedia in 3 atti (scena unica)versione in lingua italiana di Amuri di Frati – 10 personaggi

13. MEGLIO UN UOMO VERO CHE UN PRETE FINTO (1992) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 11 personaggi

14.FERMATA A RICHIESTA (1992) atto unico grottesco (scena unica) 3 personaggi

15.DONNA PIACENTE…QUASI VEDOVA, CERCA MARITO (1993) commedia brillante in 2 quadri e 3 atti (scena unica)11 personaggi

16.UN PRONTO SOCCORSO QUASI PRONTO (1993) farsa in un atto (scena unica) 8 pers.

17.IL FILO SPEZZATO (1994) dal romanzo di Nicola Caporale “L’amica d’infanzia” commedia drammatica (due scene in un unico spazio) 6 personaggi

18.NON TI PAGO  (1994) da E.De Filippo- riduzione dialettale e adattamento in 3 atti-  (30% dei diritti) 12 personaggi-scena unica

19.IL PARACADUTE, ovvero, come intrappolare un taccagno (1995) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi

20.AVANTI …A CHI TOCCA , storia tragicomica di un avvocato (1997) atto unico brillante (scena unica) 5 personaggi

21.L’EREDI UNIVERSALI (1998) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi

22.ASPETTA E…SPERA (2002) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi

23.IL RITORNO DEI SOLITI IDIOTI  (2002) commedia brillante in 3 atti e 1 quadro  (scena unica) 12 personaggi

24.‘U PARANINFU SICILIANU  (2004) da  Lu Paraninfu di L.Capuana, riduzione e adattamento-11 personaggi-(due scene)

25.MA CHE BELLA FAMIGLIA!!  (2005)commedia tragicomica in 3 atti, 10 personaggi in unica scena

26.ALL’OMBRA DELLA TORRE (2010)  trasposizione teatrale e libero adattamento dal romanzo di M. Giardina “La Risacca” ( tre scene in un unico spazio con giochi di luci)

27.EMPORIO LOMAZZO, tutto a metà prezzo (2012)  commedia brillante in due tempi (scena unica) 12 personaggi

28.L’ULTIMO ESAME   (2012)  atto unico con finale a sorpresa  – (scena unica)    4 personaggi

29.ALBERGO SPLENDOR, storie di donne sole  (2013)  commedia in due tempi (scena unica) 12 personaggi

  RENATO FIDONE

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