FESTIVAL DELLA CANZONE NAPOLETANA
di Achille Campanile
Personaggi: 4u – 2d
Donna Concetta Capozzelli
Don Gennaro Capozzelli
Nicola Capozzelli – loro figlio
Il Dottore
Alfredo – segretario di Don Gennaro
La Fidanzata
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CONCETTA
Ah, dottore, vi ringrazio tanto di essere venuto subiti alla mia chiamata.
DOTTORE
Eh, figuratevi! Questo è il mio mestiere. Ouè, ouè, ma che fate, niente niente state preparando un ricevimento?
CONCETTA
Eh si. Sono gli amici di mio marito, che lo vogliono festeggiare nel primo ventennale della sua attività artistica.
DOTTORE
Eh, bravi! Ma … mi avete chiamato come medico, o come invitato?
CONCETTA
Dottore, io vi ho chiamato come medico, ma se dopo la visita ci volete far l’onore di gradire… un goccètto…
DOTTORE
E perché no! Perché no! Un doveroso omaggio al re della canzone napoletana.
CONCETTA
Eh, troppo buono dottore. Diciamo uno dei più attivi.
DOTTORE
Eh no. Il più originale. A lui si deve il rinnovamento della canzone partenopea, a cui infuse nuova vita, segnando l’inizio della novelle vague. Eh… mi ricordo il chiasso che fece la sua prima canzone…
CONCETTA
“L’Ultima Canzone”
DOTTORE
No, no, la prima.
CONCETTA
Si, ho capito, era la prima ma s’intitolava “L’Ultima”.
DOTTORE
Già… è o vero…quant’era bella!
(canta)
…E questa è l’ultima canzoneee…
…che io canto per te…
…e poi non ne canterò piùuuu…
…stai sicuro credi a me…
…ma adesso non più…
CONCETTA
Dottore…senta dottore…
DOTTORE
(sempre cantando)
…ti giuro mai piùuuu…
CONCETTA
Dottore, io volevo spiegare che sta succedendo a mio marito…
DOTTORE
…Sotto l’ultimo balcone…
… l’ultimo balcone…
… l’ultimo balcone…
CONCETTA
Dottore… un minuto solo…io l’ho chiamata..
DOTTORE
…Sopra l’ultimaaaa…..canzone!
CONCETTA
Eh, bravo! Bravo! Però io adesso vi vorrei parlare dell’ultima canzone di mio marito.
DOTTORE
La prima?
CONCETTA
No, l’ultima.
DOTTORE
S’intitolava “L’Ultima” ma era la prima. L’abbiamo già detto.
CONCETTA
Adesso vi sto parlando proprio dell’ultima.
DOTTORE
Ah! La “Prima Canzone”.
CONCETTA
Mmm! Ma vi ho detto l’ultima!
DOTTORE
L’ultima s’intitolava “Prima Canzone”.
CONCETTA
Ma no! Quella era la penultima. Poi ne ha scritta un’altra.
DOTTORE
Ah! E come s’intitola?
CONCETTA
“Me So Scurdata”. Dunque dottore…
DOTTORE
Eh, vabbè… il titolo non ha una grande importanza…
CONCETTA
Ma come? Proprio per il titolo che vi ho fatto chiamare.
DOTTORE
E allora, signora mia, cercate di ricordarvelo.
CONCETTA
“Me So Scurdata”.
DOTTORE
E cercate lo spartito.
CONCETTA
Ah, dottore! Qua facciamo a non capirci! “Me So Scurdata” è o’ titolo, la canzone.
DOTTORE
Ah! Io credevo v’eravate scordata voi. Ouè! … Bel titolo! Originale !
CONCETTA
Si… si…
DOTTORE
Sapete quella che fa: (canta)
… Io pensavo notte e giorno…
… Io pensavo notte e giorno…
… solamente a te…
… e ti pensavo andando attooorno…
… eri tutto per me…
CONCETTA
Dottore… io vi volevo parlare di mio marito…
DOTTORE
…adesso più…
…ti giuro mai più…
…me so scurdato… scurdato… scurdato…
CONCETTA
…Dottore!
DOTTORE
…Me so scurdato e’ …te! …Zan! Zan!
CONCETTA
Non vi facevo così canterino dottore!
DOTTORE
Eh… Io tengo un debole per le canzoni di vostro marito.
CONCETTA
Si vede.
DOTTORE
Eh… Per questo ho accettato di curarlo. Altrimenti lo avrei lasciato morire come un cane.
CONCETTA
(fa le corna) Tiè!
DOTTORE
Ove non fosse stato malato; se non avesse avuto quella salute di ferro che scoraggerebbe qualsiasi medico.
CONCETTA
Ma quale salute di ferro, dottore mio? Quale salute di ferro?! Per questo vi ho fatto chiamare. Adesso vi faccio vedere gli ultimi suoi recenti successi, e poi mi direte! Altro che salute di ferro! Guardate qua!
DOTTORE
Fate vedere.
CONCETTA
Dunque: (tira fuori degli spartiti)
“Te Si’ Scurdato”.
“Scordatella”.
“Scurdammoce o’ Presente”.
“Scurdammoce o’Passato”.
“Nun te’ Scurdà”.
“Scordate”.
Che ve ne pare, dottore?
DOTTORE
Signora mia, come posso dare un giudizio, se non sento le canzoni?
CONCETTA
Ah, dottore: Io vi ho chiamato non come intenditore di musica, ma come medico, uomo di scienza. Ditemi francamente che vi pare…
DOTTORE
Signora mia, vi ripeto, se io non sento…
CONCETTA
Ma anche i semplici titoli, non vi dicono niente?
DOTTORE
MI sembrano tutti molto originali.
CONCETTA
D’accordo, d’accordo, ma non avete notato qualcosa?
DOTTORE
Non saprei… Vediamoli… Dunque…
CONCETTA
Si basano tutti sullo scordare, sulla dimenticanza.
DOTTORE
E con questo?
CONCETTA
Dottore! Mio marito se sta scurdanno e’ tutto! Non sarà una malattia?
DOTTORE
Ah! Una forma di amnesia, volete dire?
CONCETTA
Di questo ho paura… evidentemente, soffre di amnesia. E attribuisce anche agli altri lo stesso male, una specie di fissazione sullo scordare.
(suona il telefono)
Ah, o’ telefono… Scusatemi tanto dottore, vengo subito da voi, intanto cercate di studiare questo caso, eh?
DOTTORE
Si, si. Quant’è bella questa! ….la,la la, la, la, la,la…..
CONCETTA
Pronto, casa Capozzelli, chi è?
VOCE NICOLA
Mammà! Mammà!
CONCETTA
O Nicolino bello e’ mammete! Che c’è?
VOCE NICOLA
Papà acconsente!
CONCETTA
A che acconsente?
VOCE NICOLA
Alle nozze!
CONCETTA
Ma te sei impazzuto! Tuo padre non vuole neppure sentirne parlare, che dici Nicò?
VOCE NICOLA
Ha cambiato idea, sono stato all’ufficio da lui e gli ho detto: “Oggi per festeggiare il primo ventennio della tua attività artistica, faremo il fidanzamento ufficiale!”.
CONCETTA
Eh… va a capire cosa intendeva tuo padre. Chilo tiene sempre la testa inte nuvole, figlio mio!
VOCE NICOLA
Eh, non mi importa.
CONCETTA
Come, non ti importa!
VOCE NICOLA
Io colgo la palla al balzo e faccio venire lì la mia innamorata!
CONCETTA
No!
VOCE NICOLA
E una volta qui, così la conoscerete e papà non potrà rimangiarsi la promessa.
CONCETTA
No! No! No! No! No, figlio mio! Non essere impulsivo. Aspetta, Nicolì… Nicolì…Nic…Mannaggia… Vedete? Vedete? Questo succede per le dimenticanze di mio marito. Si scorda oggi quello che ha detto ieri! Mannaggia! Mannaggia!
DOTTORE
Si è scordato che non acconsentiva? Ma del resto, se è una brava giovane…
CONCETTA
Ma chi ne sa niente! Chi l’ha vista mai! Speriamo! Ma io ho paura, dottore, che mio marito di qui a poco si scordi di essersi scordato! Cioè si ricordi. Insomma che si scordi di quello che ha detto poco fa a Nicolino e allora succederà un pasticcio. Dottore?
DOTTORE
Che c’è?
CONCETTA
Voi dovete salvare mio marito, vi prego, non gliela faccio ‘cchiù!
DOTTORE
Mano, non è niente, non è niente di grave, non vi dovete allarmare così. Un’alta percentuale delle canzoni napoletane si basa sulla dimenticanza.
CONCETTA
Ah, si?
DOTTORE
Si. E’ cosa di poco conto. In certi casi sarebbe sufficiente un semplice nodo al fazzoletto.
CONCETTA
Dottore, cosa dite?
DOTTORE
Ma con quali risultati?
CONCETTA
Quali?
DOTTORE
Si ridurrebbe al silenzio, gran parte della canzone partenopea. Tuttavia per vostra tranquillità…
CONCETTA
Grazie!…
DOTTORE
Io posso prescrivere a vostro marito delle iniezioni ricostituenti.
CONCETTA
No!
DOTTORE
Gli elimineranno del tutto qualsiasi inconveniente.
CONCETTA
No, no, no er carità dottore, sarebbe peggio. Mio marito un tempo fece queste iniezioni. E fu il periodo della sua prima maniera.
DOTTORE
E cioè?
CONCETTA
Compose tutta una serie di canzoni basate sull’impossibilità di dimenticare.
DOTTORE
E come sarebbe?
CONCETTA
Non riusciva più a dimenticare niente!
DOTTORE
Ecco, questo, in ogni caso, sarebbe un vantaggio.
CONCETTA
E fino a un certo punto! Dottore mio, guardate qua, ecco guardate… si, sono queste:
“E Chi Te Vo’ Scurdà”.
“Me Vulisse Scurdà”.
“Te Vulisse Scurdà”
“Comme me Scordo e’ Te”.
“Io Nun Me Scordo Cchiù”.
“Io Nun Me Scordo e’ Niente”.
DOTTORE
Ouè, ouè, da un eccesso all’altro! Chisto è un fatto grave.
CONCETTA
Ssssht! Ssssht! Eccolo che arriva! Eccolo! Mmmm! Al solito con quel morto di fame del suo segretario appresso. Quell’antipatico, scroccone di Alfredo. Mi raccomando dottore, cercate di studiare le sue condizioni, senza fargli capire che vi ho chiamato io.
DOTTORE
State tranquilla! State tranquilla!
GENNARO
Buongiorno!… Caro dottore! Che bella sorpresa! Ma, niente niente, stesse malato qualcuno in casa?
DOTTORE
Nooo… Cosa andate pensando, Don Gennaro?
ALFREDO
Buongiorno dottore! Donna Concetta, riverisco!
CONCETTA
Si, si, buongiorno! Gennarino, hai ordinato i gelati?
GENNARO
Me so’ scurdato!
CONCETTA
Dottore! Dottore! Che vi dicevo? Avete visto. E’ una malattia. Si è scordato anche di ordinare i gelati, che rimedio consigliate?
DOTTORE
Mandate la donna di servizio. Per me doppia cassata e paste.
CONCETTA
Ma no! Dico, che rimedio consigliate per mio marito!
DOTTORE
E… pure a lui il gelato non può fargli male.
CONCETTA
Ma che gelati, dico, che rimedio consigliate per mio marito! E non gli si può dare un incarico che se ne scorda!
GENNARO
Ma non è vero, dottore! E’ il lavoro, il lavoro, capite?
CONCETTA
Il lavoro, il lavoro. Vorrei sapere cosa hai fatto oggi, Gennà.
GENNARO
Ma come cosa ho fatto oggi? Alfredo, dammi lo spartito, viè qua, eh? Guarda qua! Ho abbozzato una nuova canzone.
DOTTORE
Bravo!
CONCETTA
Siete impazzito dottore? Sono molto nervosa, sa?
DOTTORE
E… si può, si può sapere almeno il titolo?
CONCETTA
Calmatevi.
GENNARO
Come “Si può sapere il titolo?”, ma certamente! “ Me So Scurdato E’ Napule”!
CONCETTA
Aaaah!
DOTTORE
Donna Concetta!
ALFREDO
Proprio così, Donna Concetta, per questo ho dovuto accompagnarlo a casa!
CONCETTA
Eh si, voi dovete sempre accompagnarlo a casa quando è l’ora del pranzo!
ALFREDO
Signora, il maestro non riconosce più la città, gira per le strade come un forestiero! Stenta a orizzontarsi, si sperse e non devo lasciarlo solo.
CONCETTA
Che vi dicevo, dottore? E’ una malattia, avete visto? Adesso si è scordato pure di Napoli. Ma questa è l’ultima. Lo giuro. Questa è l’ultima. Mannaggia a te!
DOTTORE
Ma no, ma no, Donna Concetta, calmatevi! Non è colpa sua, non è colpa sua. Certo che questa è un po’ grossa.
CONCETTA
Vi domando come si fa a dimenticarsi di una città d’oltre un milione d’anime.
DOTTORE
Eh, una città di così vasta rinomanza… Io capirei, che so, Caivano, Caloria, Afragora, ma Napoli…. Aspettate, eh!
CONCETTA
No… no…
DOTTORE
Don Gennaro, carissimo…
GENNARO
Ouè! Caro dottore! Ah! Ma che bella sorpresa, ah! (Lo bacia) Oh ma, niente niente, stesse malato qualcuno in casa?
DOTTORE
No, no, ma che andate pensando, Don Gennaro? Rispondete a me. In che città ci troviamo?
GENNARO
In che città ci troviamo, noi?
CONCETTA
Si…
GENNARO
Non mi ricordo più che città è questa.
CONCETTA
O madonna mia!
GENNARO
Mi pare che ci sia una distesa d’acqua.
CONCETTA
Si… c’è!
GENNARO
Mi pare, ma non ne sono sicuro.
CONCETTA
Si…
GENNARO
E’ un’ acqua di un colore speciale.
CONCETTA
Si…
ALFREDO
Il mare, si è scordato il mare.
GENNARO
E poi mi pare che ci sia sopra quest’acqua, una grande distesa d’aria.
ALFREDO
Oh, si.
CONCETTA
Anche questo hai scordato, Gennaro?
GENNARO
Me so’ scurdato u’ mare e u’ cielo.
CONCETTA
Disgraziato! Se scurdato u’ mare e u’ cielo, disgraziato! Madonna mia!
DOTTORE
Aspettate! Aspettate! Facciamo una prova! Facciamo una prova. Don Gennaro, volete guardare un momento fuori dalla finestra?
GENNARO
Ah! Ma che bello!
DOTTORE
E… questo panorama, non vi dice niente, eh?
GENNARO
E questo che cos’è?
CONCETTA
Mamma mia! Mamma Mia!
DOTTORE
Ma come, non la riconoscete?
GENNARO
No.
DOTTORE
La città che avete tante volte cantato.
GENNARO
No.
DOTTORE
La città che vi ha dato i natali.
ALFREDO
E’ la sirena del Golfo, la perla del Tirreno, la Regina del mare.
DOTTORE
L’antica Partenope degli Elleni.
ALFREDO
Il paese del sole.
CONCETTA
Il suol beato, dove sorridere volle il Creato.
GENNARO
E’ Tripoli!
CONCETTA
Ah! Gennà! Non ti ricordi più! Gennà!
ALFREDO
Eh, si. E ci va a fare queste domande così difficili! Non lo sapete nemmeno voi!
CONCETTA
(Gridando) Io t’accido! Disgraziato!
DOTTORE
Calmatevi! Lasciate fare a me! Don Gennà, rispondete a me, quali sono le più importanti città della Campania?
GENNARO
Ah! Ma tutto sulla geografia, eh?
ALFREDO
Allora: Bari, Foggia…
CONCETTA
Sta zitto! Sta zitto!
GENNARO
Salerno!
CONCETTA
Bravo.
GENNARO
Catanzaro.
CONCETTA
No!
GENNARO
Matera.
CONCETTA
No, no, no. Stai attento, Gennaro. Ricapitoliamo. Per esempio: qual è la capitale della Campania? La capitale della Campania è … è…Naaa….po… llll…
GENNARO
Stai male, Concetta?
CONCETTA
E’ inutile! E’ tutto inutile, dottore!
DOTTORE
Calmatevi! Calmatevi! No è il solo.
ALFREDO
Donna Concetta, a chi lo dite, io me so’ scurdato e’ casa mia!
CONCETTA
Ah, lo so. Ma casa mia, non ve la scordate, quando è l’ora di mangiare, eh!
ALFREDO
Signora, voi mi volete offendere? Io me ne vado, per sempre! (Si siede).
DOTTORE
Lasciate stare, Donna Concetta, occupiamoci del nostro caro. E certo che la cosa grave è che non capita mai in questa canzone di sentire “me so scurdato e’ Caserta” o “me so’ scurdato i pantaloni”. Don Gennaro, vi ricordate di Benevento?
GENNARO
E come non mi ricordo di Benevento, io?
ALFREDO
E di Nocera Inferiore?
GENNARO
Mi ricordo benissimo.
CONCETTA
Ecco, ecco, si ricorda di Nocera Inferiore e s’è scurdato della sua città.
DOTTORE
Ma Donna Concetta, non è niente! Un poco di dimenticanza, Don Gennaro ha scurdato ammè. Andate a riposare.
GENNARO
No dottore, io oggio aggio a faticà, io debbo comporre per il Festival della Canzone Napoletana.
CONCETTA
Oh, a proposito, Gennaro, matu, per caso, hai detto a Nicolino del fidanzamento per stasera?
GENNARO
Nicolino? Chi è?
CONCETTA
O maronna! Ma è tuo figlio!
GENNARO
Ah, si! Io me so’ scurdato!
CONCETTA
Eh, figuriamoci…
GENNARO
E qui, tra poco, arriva pure la fidanzata!
CONCETTA
Ecco.
GENNARO
E io debbo far venire i rinfreschi e la musica! Mi raccomando, dottore, ricevete la fidanzata con i dovuti onori. Noi andiamo di là, torniamo subito, eh Concetta?
CONCETTA
Mettiamo in ordine.
GENNARO
Concettina?
CONCETTA
Eh?
GENNARO
Di dove siete?
CONCETTA
O mamma mia! Dottore, questo è grave! Non ce la faccio più. Pure la fidanzata. Si può fare affidamento su un uomo simile? Si era pure scordato del fidanzamento di Nicolino.
DOTTORE
Ma poi se ne è ricordato subito… Oddio.. s’è scordato dei rinfreschi…Bè, sembra che tutto si metta per il meglio.
FIDANZATA
Buongiorno!
DOTTORE
Chi è?
FIDANZATA
Io sono la fidanzata!
CONCETTA
Ah, voi! Siete la fidanzata di mio figlio.
FIDANZATA
Ah, voi siete la madre. Io vi facevo più vecchia.
CONCETTA
Oh, grazie. Mio figlio non c’è ancora.
FIDANZATA
Ah, lo so, lo so. Mi ha detto: vai avanti tu, che io vengo subito. Così intanto conosci i miei.
CONCETTA
E i vostri, se non sono indiscreta?
FIDANZATA
Eh, i miei! Io non ho i miei. Sono indipendente. Sono una celebre paroliera.
CONCETTA
Oh! Che combinazione! Scrivete canzoni anche voi, dunque! Prego, accomodatevi e fateci sentire qualcosa, mentre s’aspetta il fidanzato.
FIDANZATA
“Io Nun Saccio Cantà”.
CONCETTA
Bè… allora non insistiamo.
FIDANZATA
Questo è il titolo della canzone.
CONCETTA
Oh, scusate, scusate, io credevo che voi non sapeste cantare, che gaffa! Se sapete cantare, ma perché vi svalutate in partenza con un titolo simile? Sarebbe stato meglio o’ titolo “Io saccio cantare”.
DOTTORE
Eh, o’ vero…
FIDANZATA
No, no, non sarebbe stata la stessa cosa perché queste sono faccende di poesia.
DOTTORE
Bè, andate avanti allora, fateci sentire qualche cosa.
FIDANZATA
“Non tengo voce stasera”
CONCETTA
Non vi preoccupate, canterete un’altra volta.
FIDANZATA
Signora, questo è il primo verso.
CONCETTA
Ah, scusate, il primo verso, e continuate allora… il primo verso…
FIDANZATA
“Sta voce è abbrugata”.
CONCETTA
E perché volete cantare?
DOTTORE
Avete provato con qualche gargarismo per la gola?
FIDANZATA
E’ sempre il primo verso:
“Non tengo voce stasera”.
“Sta voce è abbrugata”.
E’ un endecasillabo.
DOTTORE
Ah, un endecasillabo!
FIDANZATA
“E la chitarra è scurdata”.
CONCETTA
Ah, è una doppia disgrazia. Pure questa ha scurdato. E non potete accordarla?
FIDANZATA
“C’è una corda sola”.
CONCETTA
E bè ve presentate a sunà in coppa a una chitarra con na corda sola. Capirei o’ violino!
DOTTORE
Diceva Paganini che faceva miracoli con na’ corda sola!
FIDANZATA
“Sona chitarra, sona!”
CONCETTA
Eh, fa un bel concerto!
FIDANZATA
Sono sempre versi, signora!
DOTTORE
Però effettivamente, in queste canzoni, mi pare che raccontiate in particolare fatti che indurrebbero qualsiasi persona di buonsenso, a tacere piuttosto che a cantare. E voi vi ostinate a cantare.
FIDANZATA
“Io non pozzo cantà”.
“Io non voglio cantà”.
CONCETTA
E non cantate, chi vi obbliga!
FIDANZATA
“Io nun canto pe’ te”.
“Io canto pe’ Ciro”!
CONCETTA
Ah, sfacciata! Viene a casa mia a cantà pe’ n’altro!
FIDANZATA
Signò, chista è la canzone! Va bene!
CONCETTA
Ma che canzone e canzone!
NICOLA
Mammà! Mammà! Mammà! Tra poco vado a prendere la fidanzata!
CONCETTA
Ma che dici figlio mio, la tua fidanzata eccola là. E’ quella.
NICOLA
Quella? E chi la conosce mammà!
CONCETTA
E’ venuta poco fa, dicendo di essere la tua fidanzata, che tu le avevi detto di precederti, che saresti subito arrivato.
NICOLA
Io?
CONCETTA
Si.
NICOLA
Ma nemmeno per sogno, mammà. Ci deve essere un equivoco. Ma lo chiariremo. Signora?
FIDANZATA
Signorina, prego!
NICOLA
Va buò, signorina, voi avete detto di essere la mia fidanzata?
FIDANZATA
Io? Nemmeno vi conosco.
NICOLA
Avete visto mammà?
FIDANZATA
Siete stata voi, appena mi avete visto entrare, a dire che ero la fidanzata di vostro figlio. E io ho creduto che voi foste la madre del mio fidanzato.
CONCETTA
Ma quando voi avete detto “Io sono la fidanzata”, ho creduto che alludeste a mio figlio.
FIDANZATA
E quando voi avete parlato di vostro figlio, ho creduto che alludeste al mio fidanzato. Cuntè?
CONCETTA
Eh, va bè, è stato un qui pro quo. E sia ringraziato il cielo!
DOTTORE
E cosicché, voi siete libera, eh?
FIDANZATA
E cioè?
DOTTORE
E cioè non siete fidanzata.
FIDANZATA
E certo che sono fidanzata.
DOTTORE
Peccato, va bè…
CONCETTA
E scusatemi tanto eh? Se sono indiscreta, ma visto che vi trovate in casa mia, si può sapere di chi siete la fidanzata?
FIDANZATA
Del maestro, Don Gennaro Capozzella.
CONCETTA
Aaaaaah!
GENNARO
Calma! Calma! Che io vi spiegherò tutto. Io mi sono fidanzato con la signorina, e sono qui per la cerimonia ufficiale…
NICOLA
Ah, ma allora il fidanzamento di cui mi avete parlato, non era il mio!
GENNARO
No, era il mio.
NICOLA
Accidenti!
CONCETTA
Disgraziato! E mi porta in casa la sua truda, mi porta!
FIDANZATA
Signore, calmatevi, calmatevi, perché ha promesso di sposarmi.
CONCETTA
Ma che sposarvi, se è mio marito! Disgraziato! Criminale! Adesso te la faccio vedere io la fidanzata!
FIDANZATA
Aaaaaaah! (Grida e piange)
GENNARO
Ouè! Ouè! Ouè! Ouè! Ma si può sapere chi siete voi, signora?
CONCETTA
Come, chi sono io?
GENNARO
Ma dico, chi vi conosce, a voi?
CONCETTA
Io sono Concettina! Tua moglie!
GENNARO
Eh! (parte musica napoletana)
CONCETTA
Non mi riconosce più! Non mi riconosce più!
DOTTORE
Don Gennaro, che vi sentite?
CONCETTA
Gennarino mio bello. Che hai?
GENNARO
“Comme te scordo e’ Napoli”
“Comme te scordo e’ mammete”
“Comme te scordo e’ te”
(Tutti ballano e cantano)
FINE