Figlio del tricolore

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ASSOCIAZIONE CULTURALE ALTROSGUARDO

presenta

FIGLIO DEL TRICOLORE

di

Antonello Cossia

- Noi siamo degli acini maturi ma piccoli, in un grappolo di uva puttanella -

Rocco Scotellaro - Contadini del sud

"Sono Italiano, ma l'Italia è mansionata da infami, ladri e barbari, gli enti e gli uffici mi hanno riempito di

dolori e io ha affrontato la sorte menandomi all'avventura in quest'aperta campagna pure essendo un grande

invalido del lavoro...

Figlio del Tricolore

ma pieno di dolori putogratici*

Avventuriero grande invalido Mulieri"

(* burocratici)

- Contadini del sud - Rocco Scotellaro

Negli anni cinquanta il problema della disoccupazione, raggiunge livelli di grave

preoccupazione nei diversi ambiti sociali. Il popolo, in particolare al sud, si mobilita per

rivendicare il proprio diritto al lavoro, sancito dall'articolo 4 della Costituzione Italiana.

Lo Stato, in teoria, cerca di occuparsi della questione.

In pratica, invia nei vari luoghi in cui cresce la protesta, battaglioni di poliziotti armati, che

finiscono spesso per reprimere nel sangue le giuste rimostranze dei braccianti, per un

miglioramento delle proprie condizioni di vita.

In Sicilia, un folto e numeroso gruppo di contadini, guidati da Danilo Dolci, intellettuale ed

insegnante, maestro di vita, impegnato al loro fianco in questa lotta, occupa un terreno di

proprietà dello stato per dissodarlo, renderlo coltivabile.

Vengono tutti arrestati e processati per: " Occupazione di suolo pubblico e resistenza a

pubblico ufficiale".

Il processo sarà lungo e vedrà il coinvolgimento di un numeroso gruppo di personalità

nell'ambito della cultura e della letteratura, tra cui Achille Battaglia, Carlo Levi, Norberto

Bobbio e tanti altri.

Rocco Scotellaro, scrittore di Tricarico (Potenza), in quegli stessi anni era vicino alle

persone di questa operosa parte della società italiana del dopoguerra.

Non sono poveri, inabili, impossibilitati ad occuparsi di se stessi.

Al contrario, sono uomini di grande dignità, che chiedono di poter essere indipendenti dai

padroni e svolgere un'attività in proprio, per provvedere da se al proprio sostentamento ed

a quello dei familiari.

Il latifondismo, gli interessi del potere, i legami tra classe politica e controllo patronale, in

quegli anni non rendevano possibile questa autonomia.

"Figlio del Tricolore", è un progetto di spettacolo teatrale, che unisce questi avvenimenti

apparentemente lontani per distanza geografica, ma simili e legati tra loro dalle esigenze,

dalle necessità, dalle volontà che li hanno generati e da cui scaturiscono e venti che hanno

segnato la storia della nostra nazione.

Grazie ad un pretesto di finzione teatrale, storie accadute in momenti e luoghi diversi, si

intersecano, si fondono in un impianto scenico immaginario, visionario.

Un pubblico ministero, che racchiude in se le caratteristiche del potere dell'epoca, fa

avanzare l'assurda macchina accusatoria.

Un avvocato della difesa, comprende bene le condizioni, che niente possono giustificare

per le rigide regole dell'apparato statale.

In questa tesa contrapposizione dialettica, il giudizio di chi ascolta si sposta di continuo,

così come gli accadimenti di quegli anni si svolgevano tra irrazionali contraddizioni.

Nel mezzo, prendono corpo i due braccianti, attraverso i personaggi del testo, raccontano

le proprie vite, che riportano chi ascolta, in un paese spesso dimenticato.

Michele Mulieri e Andrea Di Grazia, danno cuore, passione, ragione, alle proprie storie di

uomini di fatica.

Storie di orgoglio e di attaccamento alla propria terra, da cui emerge la complessità di una

questione, che ancora oggi è una spina nel fianco per l'intera nazione.

La lotta per la propria indipendenza, spinta prima di tutto dalle proprie necessità, dalle

umili esigenze dei propri cari, dona a costoro una dignità profonda, che sarà elemento

distintivo di una generazione, caratterizzandola sin dalle radici.

Il popolo è in grado di provvedere al proprio onesto, umile sostentamento, se gli è data la

possibilità.

I tempi erano altri, diversi.

Il paese, si sollevava da una guerra disastrosa, attraverso la capacità delle singole, solide

braccia.

Gli uomini, indossavano bianche camicie.

Lo sguardo era duro, ma sincero.

La fiducia nei propri compagni, valeva più di mille consorzi bancari.

La comunità si carica il paese sulle braccia e lo conduce diritto nelle morbide braccia del

boom economico.

Questi personaggi non parlano in maniera perfetta, non si esprimono sempre chiaramente,

ma forse riusciranno a coinvolgere il pubblico, chiamato direttamente in causa, (per la

forma di allestimento diretto, che coinvolge la platea), ad esprimere un giudizio.

Oltre la metafora scenica, l'atto teatrale, diventa richiesta di una presa di posizione

attraverso un pensiero, la definizione di una propria idea delle cose, dei fatti.

Di conseguenza si fa atto civile, rito laico, con l'obbiettivo di coinvolgere attori e spettatori

in un evento temporale, che dia luogo ad una riflessione collettiva su un periodo della

storia passata, che non è utile rimuovere.

Per terminare con una citazione da Pasolini: " Nelle parole l'eco di un umile Italia, su cui

improvviso passa il millenovecento cinquanta due, solo il popolo ne ha un sentimento

vero.

Antonello Cossia

- Il contadino è vissuto sempre fuori dal dominio della legge, senza personalità giuridica, senza individualità

morale, è rimasto un elemento anarchico, l'atomo indipendente di un tumulto caotico, infrenato solo dalla

paura del carabiniere e del diavolo.

Non comprendeva l'organizzazione, non comprendeva lo stato, non comprendeva la disciplina; paziente e

tenace nel lavoro individuale di strappare alla natura scarsi e magri frutti, capace di sacrifici inauditi nella

vita familiare, era impaziente e violento selvaggiamente nella lotta di classe, incapace di porsi un fine

generale d'azione e di perseguirlo con la perseveranza e la lotta sistematica. -

Antonio Gramsci - La questione meridionale - 1919

PERSONAGGI

MICHELE MULIERI - Coltivatore diretto, falegname, rivenditore di alimentari, bevande e

benzina. Di idee politiche proprie. Carattere forte, deciso, ostinato. Ribelle di natura, con

un'ispirata diffidenza per il mondo, in particolare quello della burocrazia e del potere.

Dotato di uno spiccato desiderio d'ordine, tra gli uomini e nei fatti.

Ha idee semplici e chiare, la cui forza sta nell'espressione più che nella logica.

ANDREA DI GRAZIA - Piccolo proprietario, coltivatore diretto. Cattolico fervente, dichiara

immediatamente nel comportamento (nei modi di muoversi e di porsi) la sua

sottomissione alla volontà di Dio. E' un uomo mite. Parla di se con vanto, ma anche con

l'umiltà dei contadini. Fiero del suo lavoro.

AVVOCATO DIFESA - Le sue parole si ergono a difesa dell'operato di questi uomini.

Parole di comprensione per essi stessi e di spiegazione dei fatti, che hanno portato a tali

accadimenti. Illustrerà al pubblico le condizioni di vita e lo stato in cui versa ed è

condannata a vivere, una parte del paese in quel determinato periodo.

Partecipe della condizione degli imputati, userà parole come pietre. Pacato e fermo sarà

sempre dalla parte di costoro.

PUBBLICO MINISTERO - Oscura e temibile figura di potere. Le sue parole, sono

espressione di uno Stato, che non vuole comprendere, accettare, risolvere le condizioni di

un popolo in un periodo come quello che segue la fine della guerra. Non è mai feroce e

cattivo nei modi, ma risulta fermo e poco disponibile ad accettare le motivazioni che hanno

spinto i braccianti a compiere tali atti. La legge non ammette ignoranze, segue il suo

corso, distante dalle esigenze di un intero paese.

INTERPRETI

MICHELE MULIERI SALVATORE D'ONOFRIO

ANDREA DI GRAZIA PAOLO CRESTA

AVVOCATO DIFESA STEFANO JOTTI

PUBBLICO MINISTERO ANTONELLO COSSIA

CON L'AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE IN VOCE REGISTRATA, NELLA PARTE DEL

GIUDICE DI

RENATO CARPENTIERI

Drammaturgia e regia

ANTONELLO COSSIA

In forma di volantino distribuito al pubblico:

La Repubblica Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che

rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività

o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

(articolo 4 della Costituzione Italiana)

Apertura del sipario, al buio, parte - Amara terra mia - di Modugno.

Alla fine del brano di circa due minuti, la voce registrata del Giudice del Tribunale

GIUDICE Sono condotti dinanzi a questa corte gli imputati: Mulieri Michele e Di Grazia

Andrea, per essere giudicati in seguito all'accusa di aver organizzato e capeggiato

arbitrariamente l'invasione di una trazzèra demaniale, un terreno di proprietà dello Stato, a

capo di un elevato numero di braccianti, usando violenza per opporsi agli ufficiali ed

agenti della forza pubblica, intervenuti per il ripristino dell'ordine giuridico violato. Tale

condotta e le condizioni di vita individuale e sociale degli imputati, sono manifesti

indici di una loro peculiare, spiccata capacità a delinquere. In seguito a ciò, essi sono

convocati e tradotti in questo luogo, per essere sottoposti al pubblico giudizio ed a

quella che tutti riconosciamo come la legge, che regola la nostra libera e democratica

società, in nome del Popolo Italiano.

Un sagomatore, lentamente si accende, rivelando nel suo rettangolo di luce, due uomini che hanno le catene ai polsi:

Michele Mulieri, Andrea Di Grazia. Dopo un breve momento, dalla sala o in proscenio, (dipende degli spazi che ospitano

lo spettacolo), appare un uomo che si rivelerà essere l'avvocato della Difesa. In tono calmo, pacato, molto fermo recita:

AV Rilevo che gli imputati detenuti, si trovano ancora ammanettati e incatenati...

Signori, è tutto il centro sud, un territorio tormentato. E' il regno incontrastato del grano e

della più dura fatica contadina. Quasi tutta la produzione è organizzata, se si può usare

questo verbo senza scherno, in una infinità di piccole imprese contadine povere.

In queste zone, quello che c'è, non si può chiamare agricoltura, ma pazzia. Ci sarebbe

tutto da rifare, tutto da riordinare, perchè è assurdo vivere come lì si vive; è assurdo

coltivare il grano come lì lo si coltiva; è assurdo trattare la terra come là la si tratta, è

assurdo tutto!

MUL Mi chiamo Michele Mulieri.Da piccolo accompagnavo mio padre, cantoniere stradale, sulle

rotabili e in campagna. Da ragazzo, ho lavorato in una bottega dove ho appreso il

mestiere di falegname, senza avere un soldo. A vent'anni ero ancora costretto ad

usurpare la mia famiglia, ero a carico di mio padre. Nascono i primi diverbi familiari,

finalmente riesco a trovare lavoro in città, in un mobilificio. Il primo maggio di diversi

anni fa, la polizia mi arresta. Mi avevano scambiato per organizzatore politico, mentre con

alcuni amici viaggiavo in carrozzella, per una scampagnata spensierata. Inoltre il padrone

della falegnameria è costretto a chiudere, aggravato e ostacolato da tasse insormontabili!

Si inalbera, violentemente, strattonando le catene, tanto che l'avvocato gli si avvicina per calmarlo, con una mano sulla

spalla, da questa azione passa a presentare l'altro convenuto.

AV Il Di Grazia Andrea, contadino povero, cattolico come dice lui, perchè: "Dio esiste ed

esiste di padre in figlio", crede fermamente nell'aiuto di Dio. Pensate che un giorno nel

paese, arrivò il Vescovo in visita, egli fu toccato dalla lusinghiera grandezza del prete. Un

po' come la magia, la superstizione, i riti pagani della benedizione dei campi. Vuole

avvicinarsi alle categorie più elette avviando due figli allo studio. Ma sa di non farcela, le

sue forze sono limitate. Così il figlio maggiore lo vuol far prete.

Chi arriva a far messa è la grandezza della famiglia, come si dice? (rivolgendosi a Di Grazia:

DIG "Beata quella casa dove cappello di prete trase".

Questa è la discendente di mia famiglia. Mio nonno non era di questo paese.

Si chiamava Di Grazia Nicola, quando arrivò in queste zone, insieme a tanti forestieri,

conobbe Miraglia Domenica e la prese in moglie.

Eccola qui la mia discendenza: un forestiero, che non aveva niente e la sua donna, mia

nonna, ancora peggio. Mio padre, poi, mi contava che quando mio nonno si è sposato,

non aveva neanche l'indumento da indossare, gli furono prestati per comparire,

gilè, calzone e giacca. Il cappello glielo prestò un amico, un certo Pancrazio e così,

si sposò. Questa è la discendente di mia famiglia.

MUL La vita è una storia ma da farla, il mondo è un passaggio. Passando per il mondo bisogna

lasciare la propria traccia. Ammetto che pure Dio è passato per il mondo e anche noi

passiamo in male e in bene. Può darsi che dopo morto il male può diventare bene. Dove

c'era la tabella dell'Ente Riforma ho innalzato anche io la tabella della mia repubblica:

Figlio del Tricolore Ma

Pieno di dolori Putogratici*

Avventuriero grande invalido Mulieri.

Sono Italiano ma l'Italia è mansionata da infami, ladri e barbari.

Gli enti e gli uffici mi hanno riempito di dolori e io

ho affrontato la sorte

menandomi all'avventura in questa aperta campagna,

pure essendo un grande invalido del lavoro.

Perchè e come mi è avvenuto questo infortunio?

E' un infortunio di patria, subito per l'onore della patria.

La mia storia è lunga.

*(burocratici)

AV Le piane che si estendono lungo la fascia costiera ad ovest, verso sud, hanno avuto alterne

vicende: Il più spinto investimento pubblico e privato, le brusche interruzioni imposte

dalla tecnica agraria, dalla politica di bonifica e dalla guerra.

Nei rapporti tra proprietà e lavoro, non è mutato niente.

Esiste ancora il vecchio rapporto tra direttario e utilista, tra padrone e contadino,

appunto. Nel senso, che il contadino che ha impiantato la vigna ad esempio, o gli alberi da

frutto, deve corrispondere al padrone un quarto del prodotto, spesso anche di più,

nonostante abbia egli compiuto il lavoro più faticoso e difficile.

DIG Come mio padre. Onesto lavoratore giornaliero! Lavorava il giorno con la zappa e la sera ci

portava la fascia di legna, addosso, o qualche ceppo, per farci riscaldare a noi. Mio

defunto di mio padre. E mia defunta di mia madre. Povera mamma, più di qualche sera, lo

andava incontro per aiutarlo a mio padre. Nella casa si viveva molto povero. Ci mancava

proprio il pane! Noi che eravamo quattro figli, nessuno di noi è andato a scuola, io non la

so mettere la firma mia. Secondo voi, se noi volevamo andare a scuola da piccirilli,

mamma poteva lavorare da sola e pagare il maestro? Crescevamo tutti lacerati. Povera

mamma ci rattoppava i nostri indumenti la notte, che la santa giornata, lei ci andava in

campagna.

MUL Anche io in tenera età andavo in campagna a giornata. La mia storia è lunga. Per i lavori

agricoli, la malattia non era curata in queste zone. Io mi sono cotto di malaria. Posso

segnalare sulle mie carni e pelli, tengo delle cicatrici e calcoli delle iniezioni di chinino. Così

la resa per la mia famiglia, si paralizzò, mi doveva sostenere a mangiare e a vestire, ma

già avevo un età da diciassette a vent'anni, allora nacque il diverbio di ruggine, si, perchè

si fece un patto con il maestro, che mi doveva dare il mestiere di falegname alla partenza

per soldato. Il soldato poi non l'ho fatto. Passato sotto rassegna, non ero più idoneo per

deficienza di torace.

DIG Arrivato di sei anni, mi volevano mandare a scuola, a me, ma nella casa non c'era di

potermi comprare neanche i libri, che mancava la possibilità. Non mi poterono più fare

continuare. Di dieci anni mi portarono in campagna, insegnandomi di fare le

sarchiature al grano, e altri frumenti. Io radunavo le spighe di grano e li davo a mia

madre che ci portava una sacchetta attaccata alla cinta, dove raccoglieva tutto.

Come si consolava ad ogni spiga... (è un ricordo tenero di cui si compiace).

PM Bene. Grazie signori. Veniamo all'imputazione di cui siete accusati e per tale motivo,

tradotti dinanzi a questa corte. I reati a voi contestati sono i seguenti:

1) Avere organizzato, capeggiato e diretto una pubblica riunione non autorizzata,

ponendovi alla testa di circa centocinquanta persone, braccianti agricoli, manovali,

disoccupati.

2) Per non avere obbedito alle intimazioni, fatte nelle forme di legge, dagli organi di polizia

intervenuti sul posto.

3) per avere occupato arbitrariamente suolo demaniale, alterandone lo stato dei luoghi.

4) Oltraggio alle forze dell'ordine, con l'espressione: " Chi va contro di noi lavoratori è un

assassino". Per violenza e resistenza all'arresto.

5) Per istigazione a manifestare, disubbidendo ad un ordine, legalmente dato, del Codice

Penale.

AV Signor Pubblico Ministero, signori della corte. Sono questi, uomini, che provengono da

paesi in cui alligna una sorta di qualunquismo, povero, fatto di impulsi e reazioni non

organizzati. Vogliono lavoro, assistenza anche a costo del sacrificio dei benestanti.

Chiedono il ritorno alla quiete, alla tranquillità, all'ordine prebellico. Rifiutano parole vuote,

ideologiche, sono pieni di amarezza, in questo contesto si apre il conflitto tra il patriarcale

scetticismo e il nuovo bisogno di lotta e di organizzazione. I contadini come loro

continuano a zappare la terra. Ma i proprietari di terra, i maestri delle scuole elementari,

gli ex dirigenti fascisti, tutti anche se criticando la nuova libertà, aspettano

cautamente di prendere posizione. Due o tre persone, sempre le stesse, si

avvicendano negli incarichi pubblici, con noia anche da parte loro, la lotta politica, rimane

segregata nelle case degli interessati.

I termini per una lotta aperta, vera, mancano. Tutto, viene soffocato, covato nell'animo

di ognuno. Ognuno è un parente, un compare, un amico, ognuno ha un pezzetto di terra,

una partita catastale, o appartiene ad una famiglia che lo possiede. Ognuno è bisognoso,

anche il sindaco, il vecchio arciprete con la tonaca unta.

Chi è il nemico da combattere?

PM Grazie avvocato. Signor Mulieri, signor Di Grazia, voi siete consapevoli, di aver commesso

un grave reato, occupando un terreno di proprietà dello Stato, soprattutto di averne

tentata la modifica, senza alcuna concessione legale?

MUL Signor giudice, per segnalare il nostro disagio di vita, noi pensammo di recarci per la

prima volta, per fare qualcosa, per agire, sul terreno della Trazzèra vecchia, che si trova a

circa due chilometri dall'abitato. Una strada tutta rovinata. Sassi, buche, che impedivano il

passaggio dei carri, così l'idea fu quella di aggiustarla.

DIG Quando arrivammo in quel posto, trovammo tanti poliziotti, io pensai infatti, che era

successo qualcosa. Il commissario di Pubblica sicurezza ordinò di tornare a casa,

promettendo che il lavoro poi sarebbe arrivato.

MUL Volevamo fare insomma un lavoro vero, generoso. Riattare quella terra, risistemare quella

trazzèra, rimetterla in condizione di essere transitata; anche per rendere (far sapere) a tutti,

che in quei luoghi c'è una grande ricchezza che va valorizzata, che le braccia non

mancano, che sarebbe stato possibile realizzare un grande miracolo: cambiare la faccia di

quella terra, attraverso il lavoro!

DIG Visto che c'erano tanti poliziotti, sarebbe stato il caso di organizzarsi e tornare in pace,

ma consapevoli, senza alcun disordine, per lavorare duramente. Che cosa potevamo fare,

signor giudice?

AV Già... Signori cosa si poteva fare? Cosa questi uomini potevano fare?

La prima volta essi tornarono indietro, dato che bisognava essere prudenti, visto che in

aperta campagna era una grave responsabilità, muoversi senza testimoni. Da una parte

padri di famiglia, dall'altra, guardie che non sono abituate agli scioperi, né credono molto

allo studio ed alla osservanza della Costituzione.

Sarebbe stato il caso di tornarci in modo pacifico, coinvolgere anche altre persone, non

abbandonare a se stessi coloro che ne avevano bisogno.

In quei luoghi, la stessa Opera di Maternità e Infanzia, documenta con statistiche

ufficiali che la percentuale della mortalità infantile è del sette, otto, percento. Non si

riesce più a salvare i singoli casi, ad aiutare uno per uno quelli che ne hanno bisogno, che

chiedono soccorso. Signori, ascoltate tutti quello che questi uomini stanno per narrarvi.

Non è un episodio, un fatto isolato.

Nelle terre in cui costoro abitano, da cui provengono, casi simili succedono spesso. Prego.

MUL Un giorno, nel mio paese morì una bambina di cinque mesi - che pesava due chili e

duecento grammi, buttando fuori tutte le budella. Morì, perchè la famiglia non aveva

potuto assisterla, e non era stata ricoverata in tempo.

DIG La madre della piccola aveva incaricato la bambina più grande di andare a cercare aiuto.

La bambina si mise a giocare lungo la strada e si dimenticò. I soccorsi arrivarono quando

oramai era troppo tardi.

Buio. Musica. - Amara terra mia - versione più lunga di quella iniziale. Pausa.

DIG Meno male che ogni tanto c'era il cinema, qualche volta. Così per fortuna ci potevamo un

poco svagare da questi gravi fatti e pene che nostro signore ci mandava. In paese ci sono

andato per il cinema, qualche volta. Ho visto cinema di guerra, cinema d'amore, ma se

uno mi dicesse in faccia: "Che cinema hai visto? Come era intitolato?"

Io non so, perchè non so come scriverlo.

MUL Anche a me piace andarci al cinema, qualche volta. Mi piace, fanno a cazzotti, vedo

quando si sparano, si uccidono, voglio dire insomma... non posso raccontare, perchè non

tengo a mente niente.

DIG Il primo cinema in paese, lo chiamarono Supercinema. Lo fece fare il padrone del più

grande mulino e pastificio.

MUL Poi costruirono il cinema Italia, grazie al proprietario delle esattorie di tutti i paesi intorno e

di un grande palazzo. I proprietari si misero subito d'attrito, così al cinema Italia facevano

due film al posto di uno con lo stesso biglietto.

DIG Il Supercinema teneva il palcoscenico e faceva venire le compagnie.

MUL Allora il padrone del cinema Italia, ribassava il prezzo del biglietto per spopolare e fare

concorrenza, andò a finire che per ogni biglietto, ci davano il buono per ritirare al caffè, un

caffè o un gelato.

DIG Quanto si viveva povero, quanto si viveva povero... Un giorno in campagna, c'ero pure io

ed altre due donne, mia madre piangeva, spigolava e piangeva, venne un proprietario, li

strappò quei pochi olivi che erano spigolati, tanto alla povera mamma, quanto a queste

due donne. Come ricordo la nostra povertà... Mi sono insegnato tutti i mestieri in

agricoltura. Facendo le sarchiature al grano, mi guadagnavo pochi soldi e il pane che

mangiavo. Da nullatenente, ho pagato per dodici anni la pigione di fitto di casa, mi sono

acquistato poi, la propria casa ed alcuni terreni.

PM Signor Mulieri, sul suo conto invece ci sono già vari contenziosi con la legge.

MUL Una volta mentre con certi amici, con un camion, andevamo a farci un piccolo passatempo

fuori città, eravamo in sette persone, la questura, sospettando una sommossa di

antifascisti ci pedinò. Come arrivammo (con foga sempre crescente) a una casa sconosciuta dove

ci portò un amico... C'era una ragazza, molto bella, che vendeva vino familiare, una

camionetta ci venne appresso: non ci fecero nemmeno scendere dal camion, ci portarono

in questura!

PM Va bene, allora continuiamo. Signor Di Grazia, ci dica qualcosa in più riguardo la sua

attività.

DIG Ho continuato il lavoro della mietitura parecchi anni, anche in paesi forestieri. Dopo della

mietitura, mi occupavo della nestatura (pratica dell'innesto) in viticoltura, che si comincia

all'inizio di luglio e si va avanti fino a settembre. Dopo riprendo le arature per la

preparazione dei frumenti...

MUL ... Io invece prendevo in fitto le terre di altri proprietari in altri posti, coltivando legumi.

I proprietari chiedevano a me di seminare e zappare la terra, con tutto il lavoro a carico

mio e poi divisione a metà, perchè loro non riuscivano a sopportare tutte le spese di

lavoro, così facendo sono arrivato a fittare due tomoli di terreno, insomma mi sono

sempre disteso nell'agricoltura, che è il pane più sicuro. Poi mi sono comperato un

somaro, mi sono accanito nella semina, ho cercato di edificare in vigneto degli

appezzamenti di terra di mia moglie, anno per anno mi è seguitata l'affezione del mio

lavoro in campagna, così per il bisogno della casa, ho piantato varie piante, mandorlo,

fico, ciliegio. Continuai a fare il falegname, molte volte, non sempre, perchè il mestiere

non rende, rende solo a chi ha già i capitali....

Basta rubare, sarebbe ora di marciare sulla via dell'onore! Figli di Patria e vivi Italiani, per

me sarà meglio di ieri questo spera Michele Mulieri l'avventuriere.

PM Va bene! Va bene... Grazie...

DIG Si si benuto cu la leggi a mmanu u meritu e chi neri* lu sapimu: muorti e li feriti e lotte

camu fattu e chi facimu (*sappiamo di chi è il merito)

PM Va bene, ho capito, ho capito. Andiamo avanti.

MUL In carcere e in tribunale, chi piange e chi pensa. Chi pensa a lavorar?!?!

PM Va bene, va bene, va bene basta!!! Basta così per il momento. Grazie signori.

AV Signori, vi chiedo di comprendere la rabbia di questi uomini. Qualcosa viene fatto, ma

bisogna fare assai di più. Non basta più, certo documentare e segnalare come si vive in

questi luoghi, dove si calcola che gli anni di galera, superano gli anni di scuola nella

grande maggioranza degli uomini attivi in loco.

Le attività non riconosciute dalla legge, sono svariate e non vi è modo di contrastarle.

Molti sono gli orfani, la maggioranza non è scolarizzata, tanti i delitti, uccisioni ma anche

suicidi, furti ed ogni altro flagello che si abbatte lì dove manca assistenza, lavoro,

scolarizzazione. Gli appelli alle Autorità si susseguono numerosi, con la fiducia che le cose

potessero cambiare. Ma le cose non cambiano.

PM Grazie avvocato, grazie signori. Procediamo ora con le domande agli imputati.

Signor Di Grazia, la seconda volta che siete tornati su quella trazzèra, le furono applicate

le manette al momento del fermo, in seguito all'intervento della forza pubblica?

DIG Né a me né agli altri che furono trasportati sulla camionetta, furono applicate le manette.

PM Signor Mulieri, non è forse vero, che quando gli agenti si sono avvicinati lei ha sferrato

calci con l'intenzione di colpirli?

MUL Io in vita mia, non ho mai dato calci a nessuno. Anzi, posso giurare che, fino a quando io

sono stato sul posto, nessuno usò violenza o minacce nei confronti degli agenti. Escludo di

aver vibrato dei colpi all'indirizzo degli agenti. Figuartevi che quando mi richiamarono per

la guerra 'italo-etipoca', io ho chiesto di essere arruolato come operaio.

Dato che non ero iscritto al Partito Nazionale Fascista, mi fu negata questa richiesta,

mi arruolarono come soldato.

PM Signori, voi avete trasgredito ad una richiesta da parte di un ufficiale?

Il quale chiedeva di allontanarsi gentilmente. Non solo, ma avete insistito che tutti gli altri

restassero sul posto?

DIG Ammetto di aver insistito, in presenza del commissario, che invitava i presenti

ad allontanarsi, affinchè, questi ultimi restassero sul posto a lavorare. Non stavamo

compiendo nessun atto contrario alla volontà di Dio e contro gli uomini stessi.

PM Sapevate che stavate commettendo reato di occupazione di suolo pubblico?

Ammettete che non vi siete allontanati agli squilli di tromba, né all'invito del commissario a

lasciare il suolo occupato?

DIG Io finchè fui portato via, non ho sentito alcuno squillo di tromba.

MUL In me era sicura convinzione che nessun reato si commetteva, eseguendo un lavoro utile

a tutti, anche se tale lavoro non era stato ordinato da alcuno.

DIG Mi è sembrato che il commissario dicesse qualcosa e qualcuno si è allontanato.

MUL Io non ho sentito nulla.

PM Qualcuno era armato di roncola, confermate questa dichiarazione dei poliziotti?

MUL Le nostre mani callose modificano il terreno, se questa è un'arma per i poliziotti...

DIG Escludo che qualcuno avesse in mano una roncola. Dio mi è testimone.

MUL Poi avevamo deciso di lasciare a casa anche il temperino, con cui tagliamo il pane di

solito.

AV Faccio notare che dallo spirito dei verbali, risulta che la Polizia, considerava armi gli

strumenti di lavoro.

PM Avvocato, qui non è contestato il porto d'armi abusivo.

Signor Mulieri, in merito alle imputazioni di cui è accusato, cosa ha da dire?

MUL Prendo atto delle imputazioni che mi si contestano, ma protesto energicamente.

Sono innocente! Nella mia qualità di cittadino, ho avvertito i bisogni della

popolazione! Ho aderito alla riunione indetta, per effettuare di propria iniziativa dei lavori,

con l'obbiettivo di rendere praticabile l'appezzamento di terreno di proprietà dello stato, al

fine di poter dimostrare con questo atto, che il popolo è disposto a lavorare, che soffre la

miseria. Anche perchè, i lavori già appaltati, non sono eseguiti!

PM Vi è stato promesso un compenso per l'effettuazione di questo lavoro?

MUL Nego che i lavori si volevano eseguire per ottenere un compenso, ciò fu deciso

espressamente, in una riunione precedente, alla presenza di diversi testimoni.

DIG Ognuno, la seconda volta, si è recato sul posto per conto proprio.

PM Signor Di Grazia, cosa è successo dopo?

DIG I poliziotti, sono arrivati dopo circa mezz'ora, dicendo che dovevamo sospendere il

lavoro. Io continuai a lavorare, così prima, mi fu tolta la pala dalle mani, poi fui

accompagnato dagli agenti. Vidi i compagni circondati dalle forze di Polizia, per questo

invitai tutti a stare calmi, perchè nulla poteva succedere se avessero rispettato le forze

dell'ordine. Dio ci ha messo al mondo per farci lavorare tutti, ma poi sta a noi persone

pensare al resto. La volontà di Dio è che tutti stiamo bene e lavoriamo, Dio non vuole la

disoccupazione. Io credo in Dio, per questo voglio lavorare.

AV Signor Pubblico Ministero, signori della giuria, la volontà di questi uomini, è quella di non

essere abbandonati a se stessi. Partecipare al miglioramento della propria condizione,

tornare a lavorare. Non vogliono stare con le mani in mano, o affidarsi, appunto,

soltanto alla "volontà di Dio". Per costoro, non lavorare è un reato contro la propria

dignità, non desiderano stare in mezzo alla strada, oziosi, come lazzaroni o come bambini.

Come recita l'articolo 4 della Costituzione Italiana, il lavoro è un dovere oltre che un

diritto, essi sostengono che per salvarsi bisogna lavorare.

Desiderano sapere quali lavori si devono e si possono fare, di certo essi li faranno.

La Costituzione è la sola legge della quale essi non si vergognano!

MUL Nella riunione a cui ho accennato prima, si decise in modo chiaro, che se l'azione doveva

essere generosa, nessuno poi doveva saltar fuori a dire:" Datemi i soldi per il lavoro fatto

sulla trazzèra vecchia". Doveva essere un lavoro disinteressato, se poi fosse arrivato un

riconoscimento, come speravamo, sarebbe andato a lavorare prima chi aveva più bisogno,

non necessariamente quelli che avevano partecipato allo sciopero.

DIG Se ci avessero impedito di lavorare, signor giudice, saremmo stati seduti otto ore, per

terra, con le braccia conserte. Si era deciso di far diventare quel luogo e quella occasione,

un ufficio di collocamento effettivo.

PM Ma se il progetto era, di non essere pagati e la manifestazione aveva solo valore simbolico,

perchè vi siete rifiutati di sciogliervi, dicendo che volevate lavorare per otto ore? Non

bastava anche solo mezz'ora, in maniera simbolica?

MUL Volevamo lavorare sul serio. Non c'era solo il valore simbolico in quella azione! Io non ho

commesso reato, affermo di non ricoprire cariche sindacali, non sono iscritto a nessun

partito. Sono convinto che il governo non studia veramente quale linea giusta prendere,

perchè non ci sia disoccupazione! Lavori, denari ce ne sono, ma il governo non li sa

amministrare: chi c'ha i soldi e chi no!

DIG Noi abbiamo aderito per dimostrare che ci sono le braccia per lavorare, ma che manca

l'offerta di lavoro da parte dell'autorità!

Questa è un offesa a Dio, io credo in Dio e non voglio offenderlo!

PM Signori! Fate attenzione a non aggiungere reati a quelli già qui in giudizio. Lo Stato, anche

se non ha raggiunto ancora tutti gli obbiettivi prefissati, ha di sicuro la consapevolezza di

operare seriamente a favore del mezzogiorno. Di sicuro, non è con il suscitare attese di

miracolosi eventi, o con l'eccitare lo stato d'animo di chi si trova in bisogno, o peggio

ancora l'esercitare azioni di disturbo, che si migliora la situazione delle categorie più

depresse. Venendo ora all'episodio di Polizia, di cui sono state oggetto le varie

interrogazioni poste, si stabilisce, che voi, signori Mulieri Michele, Di Grazia Andrea,

insieme con altri individui non meglio identificati, avete preordinato e posto in atto una

pubblica manifestazione, per la quale non era stato dato il prescritto preavviso all'autorità

di pubblica sicurezza, organizzando un cosiddetto "sciopero alla rovescia", con esecuzione

di lavori arbitrari sul suolo pubblico comunale, con l'intendimento di chiederne il

corrispettivo al comune. Insieme con i partecipanti alla manifestazione, avete rifiutato di

obbedire all'invito dei dirigenti il servizio d'ordine a desistere dall'azione illegalmente

intrapresa, e sobillati dai diversi e numerosi partecipanti, avete rivolto alla forza pubblica,

parole oltraggiose, opponendo resistenza, costringendo così gli agenti ad intervenire per

ristabilire l'ordine pubblico. (Rivolto al pubblico-giuria) Pertanto i suddetti imputati, sono stati

tratti in arresto e deferiti all'autorità giudiziaria. Si procede nei loro confronti per i reati di

oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale, invasione ed occupazione di un terreno di

proprietà dello Stato. L'azione di Polizia, è stata dunque chiaramente determinata dal

comportamento, penalmente rilevabile di costoro, che senza averne diritto hanno occupato

ed alterato la terra demaniale.

MUL Signor Giudice, le ripeto che noi abbiamo aderito per lavorare. Milioni di uomini nelle

nostre zone stanno sei mesi all'anno con le mani in mano. Stare sei mesi all'anno colle

mani in mano è gravissimo reato contro la nostra famiglia, contro la società!

DIG Signor Giudice, noi non vogliamo essere dei lazzaroni, non vogliamo arrangiarci da banditi.

Vogliamo collaborare esattamente alla vita, vogliamo il bene di tutti, nessuno ci dica che

questo è un reato. Davanti a Dio noi siamo tutti uguali e dobbiamo amare il prossimo

come noi stessi. Io credo in Dio, e voglio seguire questi principi!

MUL E' nostro dovere di padri e di cittadini collaborare generosamente, perchè cambi il volto

della terra, bandendo gli assassini di ogni genere.

Chiediamo alle autorità di collaborare con noi, indicando quali opere dobbiamo fare e

come, altrimenti con la nostra esperienza cominceremo noi da quelle che sono più urgenti!

PM Io non sono qui per negare il diritto allo sciopero, sancito dalla Costituzione Italiana e da

essa garantito. Ma lo sciopero è un'astensione dal lavoro. Quali sono gli elementi in

nostro possesso per considerare la vostra manifestazione, nella forma di sciopero,

contemplata dal nostro ordinamento giuridico? Se legittimassimo il cosiddetto 'sciopero

alla rovescia', quante fantasie indomite userebbero questo comodo copricapo per

raggiungere fini illeciti. La Costituzione garantisce il lavoro al cittadino, ma non afferma,

né avrebbe potuto, che questo lavoro si può ottenere anche attraverso l'arbitrio.

Se così fosse, infatti, verrebbe sovvertito l'ordine generale dello Stato.

AV Signor Giudice. Signori della giuria. La Costituzione dice che il lavoro è un diritto e un

dovere. Allora cosa fanno questi disoccupati: invadono le terre dei ricchi, saccheggiano i

negozi alimentari, assaltano i palazzi, si danno alla macchia, diventano banditi? No.

Decidono di lavorare; di lavorare gratuitamente, di lavorare nell'interesse pubblico. Nelle

vicinanze del paese si trova, una trazzèra abbandonata, destinata al passo pubblico;

nessuno ci passa più, perchè il comune non provvede, come dovrebbe, alla sua

manutenzione; è resa impraticabile dalle buche e dal fango.

Allora voi signor Mulieri e Di Grazia cosa dite?

Riferendosi a loro come per passargli le sue parole di difesa

MUL Ci metteremo a riparare gratuitamente la trazzèra, la nostra trazzèra. Grazie al nostro

lavoro la strada tornerà ad essere praticabile! I cittadini vi passeranno meglio.

Il sindaco ci ringrazierà!

DIG Ci redimeremo, lavorando, da questo avvilimento quotidiano, da questa quotidiana

istigazione al delitto che è l'ozio forzato. Dio ci è vicino e ci assiste in questa battaglia.

AV Signori, ecco cosa fanno questi uomini. Cosa fanno invece le istituzioni?

Non si limitano alle diffide, fanno di più, inviano uomini armati, che strappano dalle mani

di costoro gli strumenti di lavoro, li incatenano, li trascinano, tirandoli per le catene come

bestie.

PM Siamo certi, che gli imputati abbiano mantenuto una coerenza con i principi pacifici?

Oppure, come ci risulta, dalle testimonianze dei poliziotti, loro stessi, con il proprio

atteggiamento, sono stati la causa di un'atmosfera di tensione? Infine vi è da osservare

che tutti sono concordi nel riferire come essi abbiano opposto resistenza, come essi si

siano divincolati dagli agenti. Che cosa si vuole di più per ritenerli responsabili? I fatti sono

quelli che contano agli effetti della legge.

Quindi, anche se si riterrà opportuno, di accordare delle attenuanti agli imputati,

riferendosi ai loro scopi, non si potrà negare che essi hanno violato la legge.

Per questo io chiedo la condanna degli imputati qui presenti.

AV Signori della giuria. Signor Giudice, vorrei in merito alle sue parole, fare una precisazione.

Il contadino è vissuto sempre fuori dal dominio della legge, senza personalità giuridica,

senza individualità morale: è rimasto un elemento anarchico, grazie anche alla indifferenza

delle Istituzioni nei suoi confronti. E' l'atomo indipendente di un tumulto caotico, infrenato

solo dalla paura del carabiniere e del diavolo. Non comprende l'organizzazione, non

comprende lo Stato, non comprende la disciplina. E' paziente e tenace nella fatica

individuale di strappare alla natura scarsi e magri frutti.

E' capace di sacrifici inauditi nella vita familiare, ma diventa impaziente e violento nella

lotta per difendere i suoi diritti, incapace di porsi un fine generale d'azione e di perseguirlo

con la perseveranza e la lotta sistematica. L'agricoltura italiana deve radicalmente

trasformare i suoi procedimenti per uscire dalla crisi determinata dalla guerra.

DIG Signor Giudice, se c'è la proprietà privata, la trasformazione, non può arrivare senza che

accadano disastri, ci vuole uno Stato che si occupi degli interessi dei contadini che si

uniscono per lavorare. Le condizioni del lavoro oggi sono turbate: la disoccupazione

agraria è diventata un problema irrisolvibile e c'è impossibilità ad emigrare.

La trasformazione e lo sviluppo dell'agricoltura, possono avvenire solo col consenso dei

contadini poveri che si uniscono, e naturalmente con l'aiuto di Dio e delle loro braccia,

tutto può cambiare!

MUL Le terre, le aziende agricole, le fattorie devono essere controllate dai contadini organizzati,

devono essere amministrate dai Consigli dei contadini dei villaggi e delle borgate, proprio

perchè per noi non è concepibile la terra "incolta", non è nelle nostre aspirazioni la terra

"mal coltivata".

AV Proprio quanto esposto dal signor Mulieri, è il punto. Che cosa ottiene un contadino

povero, invadendo una terra incolta? Cosa ottiene quando si accorge, che questi terreni

hanno bisogno di sementi, concimi, strumenti di lavoro?, Cosa accade quando si accorge

che nessuno gli darà queste cose indispensabili, che rischia di essere inghiottito dalle fauci

di usurai e proprietari senza scrupoli? E si trasforma così in un brigante, un bandito, un

assassino dei signori e non uno che lotta per dei diritti fondamentali?

PM In questa sede, non si discutono argomentazioni politiche, lo Stato si prodiga per fare di

questo paese un luogo in cui la modernizzazione sia portatrice di un benessere diffuso,

che favorisca la crescita e lo sviluppo, non sono certo queste azioni che aiutano tale sforzo

governativo.

MUL Quali sono gli sforzi, signor Giudice? Quelli compiuti a Melissa, dove è morto un ragazzo di

quindici anni, con un colpo di fucile sparato alle spalle, insieme ad un altro contadino

giovane ed una donna? In più ci sono stati quindici feriti, o forse come a Barletta dove

sono rimaste uccise due persone e molte altre ferite...

PM Signor Mulieri! Basta! La smetta!

DIG Forse come a Venosa, dove è morto un giovane, quattordici braccianti sono rimasti feriti,

oppure a Comiso, dove è morto un bracciante, mentre a Foggia venivano fermate

quaranta persone......

PM Signor Di Grazia, signori, vi prego di non costringermi a chiedere di farvi allontanare

dall'aula, imputandovi anche l'accusa di offesa a questa corte!

AV Signor Giudice, la disperazione di questi uomini, scaturisce da un desiderio di affermare la

propria dignità, è il sogno di una vita migliore che li rende irascibili. Il loro sudore, gli sforzi

che ogni giorno compiono per migliorare la propria condizione li esaspera.

PM Avvocato, signori imputati, signori tutti: lo Stato si preoccupa costantemente delle

condizioni dei suoi cittadini, anche se con qualche ritardo, e involontarie dimenticanze

dovute alla mole di problemi in cui versa il paese in questo momento. Questo però non

deve essere motivo di comportamenti tesi a ledere l'Autorità, del governo in primis, di

questa corte conseguentemente, che è qui a rappresentare i suoi ministri. Pertanto,

insisto e sostengo la condanna per i reati contestati: resistenza alla forza pubblica,

occupazione abusiva di suolo di proprietà dello Stato, istigazione alla rivolta, resistenza a

pubblico ufficiale. Chiedo la condanna degli imputati, sostengo che il loro comportamento,

l'atteggiamento tenuto in questo contesto, sono indizi manifesti di una spiccata capacità a

delinquere, attraverso la reiterazione dei reati su indicati.

AV Signor Giudice, si pone qui una contrapposizione tra la Costituzione e le regole del testo

unico delle leggi di pubblica sicurezza. Una contrapposizione, che appartiene anche alla

sfera sociale, dove abbiamo un paese come il nostro diviso in due.

Un'Italia che si afferma, che si fa, si ricostruisce e l'altra Italia, che giorno per giorno, ora

per ora, istante per istante, si avvia ineluttabilmente a morire. In queste zone, il lavoro da

fare c'è; le braccia ci sono, tante anche! Il lavoro redime e la pala scaccia il mitra.

MUL Signor Giudice, volevamo lavorare per togliere il fango, per riempire le buche, per rendere

praticabile la trazzèra vecchia; in silenzio, rispettando le leggi, senza violenze.

DIG Non vi era alcuna intenzione di richiedere compenso, per quanto avevamo intenzione di

fare, volevamo lavorare sodo, comportandoci da gentiluomini. Per tale motivo ci recammo

alla spicciolata sulla trazzèra, pacifici, disarmati, uniti in un proposito fraterno con

l'accompagno di nostro Signore.

MUL Nessuno poteva impedirci di fare questo!

PM Ma allora, se non avreste ricevuto compenso, perchè lavorare otto ore, per completare

l'orario che di diritto meritava un compenso. Queste parole sono state pronunciate da

qualcuno di voi, che le ha urlato agli altri. Tale fatto è affermato anche nei verbali di

Polizia.

MUL Lavoro sul serio doveva essere, non gesto facile ed effimero.

PM Secondo le dichiarazioni degli ufficiali di Polizia, avete minacciato di colpirli con una

roncola, avete rivolto al loro indirizzo frasi come: 'Chi non è con noi lavoratori è un

assassino!' Questa è da considerarsi un'ingiuria, un'offesa nei confronti degli agenti.

MUL Non ho pronunciato quella frase per offendere gli agenti.

DIG Nego anche io che quelle parole volevano offendere i poliziotti.

AV Signor Giudice, fino a quando esisteranno degli uomini condannati a vivere in una

condizione che è precedente alla stessa esistenza, fino a quando esiste l'esclusione e

l'alienazione, noi ne siamo tutti responsabili. Tutti, nessuno escluso, può considerarsi un

assassino, io sono un assassino, lei è un assassino, tutta la società....

DIG Noi viviamo in un mondo di condannati a morte da noi, signor giudice....

AV La frase pronunciata in quella occasione, anzichè ingiuriosa, è una delle più alte e nobili

che possa pronunciare un uomo.

DIG Condannati a morte da noi, da noi tutti, che permettiamo a nostri simili di vivere come noi

viviamo, signor Giudice. Sotto una antichissima miseria, che origina il banditismo e altri

mali che lo Stato si rifiuta di risolvere, lo Stato butta miliardi per la repressione, invece

basterebbero milioni per abolire le cause. Fame, analfabetismo, disoccupazione, in una

terra dove tutti siamo 'industriali', cioè, ci industriamo, senza terra né mestiere, né la

possibilità di avere terra o mestiere per campare e non morire. Queste cose sono

conosciute da chi le vuole conoscere, ma in realtà le cose reali, sono assai più chiare se si

vedessero con gli occhi propri....

MUL Per questo noi chiediamo di lavorare, per migliorare la condizione delle nostre zone,

irrigarle, cambiare questo stato di miseria, lottare contro questa situazione quanto è vero

che sono Michele Mulieri, l'avventuriero.....

DIG Lo sa, che noi viviamo in strade miserabili e puzzolenti, in case senza pavimento, piene di

mosche e di acque putride....

MUL Al nostro paese la faccia grigia della miseria, è quella di uomini che sono senza lavoro,

sono 'disfiziati' , senza volontà, desideri, le madri sono senza latte...

DIG I bambini, anime innocenti, creature di Dio, sono denutriti e ridotti a scheletri. Meno male

che c'è Dio a darci un lume di speranza...

MUL Anche la nostra volontà, che io sento in pieno. Io, Michele Mulieri, figlio del tricolore, figlio

di patria, vivo italiano, con orgoglio e pieno di energia, rispondo all'offesa delle cose,

spingo a resistere...

PM Utilizzando appunto, la feroce protesta e la violenza, insultando, aggredendo i poliziotti,

occupando un terreno dello Stato...

AV Signor giudice, questi uomini, vivono in un mondo schiavo dei problemi della fame e della

malattia, che si riscontrano dappertutto.

In strade polverose, sporche, in cui anche i residui di cibo scarseggiano, bucce d'arance,

foglie, torsi di cavolo, scatole, ossa... Insomma i cani da queste parti sono magrissimi!

Le famiglie vivono in stanze uniche e piccolissime.

Ecco tornare fortemente, il senso di quella frase pronunciata: 'Chi è contro di noi è un

assassino'. Si! Fino a quando esisteranno uomini condannati a non essere tali.

Sino a quando esisteranno uomini, costretti a vivere in una condizione di alienazione, di

esclusione, che precede la stessa esistenza, noi ne siamo tutti responsabili. Noi siamo tutti

degli assassini.

PM Signori imputati, avvocato della difesa, signori. La vicenda qui trattata è comunissima, è

necessario quindi che essa non travalichi i limiti strettamente giudiziari. Il processo deve

procedere lontano da influenze e psicosi mistiche, che riguardano il campo politico.

Non vanno presi in esame episodi appartenenti alla vita privata degli imputati, alla

condizione sociale di alcuni luoghi vicini a quello in cui la vicenda in esame ha avuto luogo.

Quello che a me, Pubblico Magistrato in questa contesa, interessa stabilire e punire, sono i

fatti accaduti, stabilire se in quella occasione, gli imputati hanno commesso reato oppure

no. Considerati i fatti ed ascoltate le parti, in nome del Popolo Italiano, in virtù del ruolo

conferitomi da questa alta corte, io chiedo la condanna di Mulieri Michele e Di Grazia

Andrea a mesi 8 e giorni 28 di reclusione, una multa di lire 8.400, ad un mese e due

giorni d'arresto più lire 8000 di ammenda. Chiedo di negare loro la libertà provvisoria per

l'atteggiamento tenuto in tale contesto, indizio manifesto di una spiccata capacità a

delinquere, attraverso la reiterazione dei reati precedentemente indicati. Fatto letto e

sottoscritto in data odierna. Signori imputati avete qualcosa da dichiarare?

MUL Signor Giudice. Io sottoscritto, Mulieri Michele, grande invalido del lavoro, sono stanco.

Siamo ai tempi anticristo, le leggi sono svolte da infami, ladri e barbari. Io non temo e non

tremo. Posso dimostrare le infamità e barbarie, sono tante con documenti violati, ma non

mi allungo (prolungo), perchè ho abilità per saper fare. Dico le infamità della mia vita

procurate dai governanti. Ho dato la mia salute alla patria, al disordine sto rimettendo il

cervello. Loro si garantiscono della parola gigante, la legge. La legge per me per me è

manzionata da infami, ladri, barbari. Non temo e non tremo, le mie avventure sono

lunghe, mai paura, continuo. Il mio motto è onore e lavoro, dignità della vita per me e per

i miei figli. La vita è una storia, ma da farla. Il mondo è un passaggio. Passando per il

mondo lasciare la sua traccia. Il mio saluto personale, a voi illustrissimi signori di questa

corte è un mio componimento personale:

Canzone del Tricolore

qua c'è la vita, qua c'è l'amore.

Qua c'è il dolore del Tricolore.

Vita, amor, dolor del Tricolor.

Uomini della pace e lavoro

senza sudore

traditor del Tricolore,

chiedete il lavoro col sudore

e innalzate il tricolore che guadagnate.

Vita, amore, grande onore da vivo italiano.

Uomini del bianco fiore

traditore del Tricolore.

Il verde l'amore mai si perde,

troppo è il patire, ma io alzo la mia bandiera.

Questo lo dice Michele Mulieri

l'avventuriere.

DIG Signor Giudice, signor Avvocato, signori presenti. Prendo atto delle imputazioni che mi

vengono contestate, mi rimetto alla vostra clemenza, ma protesto la mia innocenza, ho

fiducia in un vostro ripensamento. Dio esiste ed esisterà di Padre in figlio. Dio è amore e

vuole il bene del popolo, io ho fiducia in Dio.

Ho lavorato la terra, in nome della gente del nostro paese. Ci abbisogna di lavorare la

terra per mangiare, così che sento che ho fatto la santa volontà di Dio.

La carità cristiana, per noi gente che lavoriamo la terra, non è la richiesta di

un'elemosina. E' una grande affermazione umana: quella del diritto di tutti alla vita, al

lavoro che redime, al dovere che esalta, alla fraternità che vince il brutto e brutale

spirito di violenza. La solidarietà sociale e la redenzione fraterna, ripudiano e respingono il

mitra e la vendetta. La miseria, la fame, la follia, la disperazione, si scontrano con il

cinismo, la prepotenza, l'incuria, l'indifferenza, della società che si dovrebbe fondare sulle

leggi e sulla giustizia. Noi, tutti insieme, recandoci su quella trazzèra, avevamo

fermamente il desiderio di affermare parole semplici e vere: da violenti come ci definite

urliamo bando alla violenza, da sobillatori, urliamo bando all'odio, da delinquenti urliamo

bando all'ingiustizia. Se voi seguite la santa volontà di Dio, allora siete uomini giusti. Dio si

prenderà cura di voi e dei vostri cari, mentre voi avrete cura di noi e della nostra libertà.

In nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

AV Signor Giudice, signori della giuria. Nessun fatto umano è compiuto in se, nessuno è

comprensibile se non lo si consideri storicamente, nei suoi riflessi economici, sociali e

culturali. Vi ringrazio per l'onore e la responsabilità di chiudere la discussione. Tocca a me

rivolgervi l'ultima preghiera che vi accompagnerà nella decisione. Nei processi penali, in

genere, il pubblico concentra il suo sguardo sul banco degli imputati, perchè crede di

vedere in quegli uomini, anche se sono innocenti, i colpevoli, i rei, gli autori di un delitto.

Uomini che hanno ripudiato la società, che sono una minaccia per la convivenza sociale.

Ma questo, non è un processo penale: dove sono i colpevoli, i delinquenti, i criminali? In

cosa consiste il delitto, dov'è il delitto? Chi lo ha commesso?

In verità, io non riesco a riconoscere su queste facce, così tranquille e serene, quelle di

imputati che recano le tristi impronte della delinquenza. Né vi è nelle forze dell'ordine la

fredda insensibilità dell'aguzzino. Al contrario, una forte ed addolorata umiliazione li

accompagna nel dovere che esse devono compiere, nel ridurre in catene questi uomini.

Il dissidio, non è in questo luogo, ma più in alto, più lontano. L'epiteto di 'assassino', non

era di sicuro rivolto agli agenti. Gli assassini ci sono, ma sono fuori di qui, sono altrove: si

tratta di crudeltà più inveterate, di tirannie secolari, più radicate e più potenti,

irraggiungibili. Al centro di questa vicenda ci sono due interlocutori, che hanno assunto un

valore simbolico: da un lato questi uomini che dicono di attenersi alla vera legge della

costituzione democratica, dall'altro uomini che si attengono al testo unico di pubblica

sicurezza del tempo fascista. Chi dei due interlocutori ha ragione?

Forse a guardare alla lettera hanno ragione tutti e due.

Siete voi signori presenti e signor giudice, che avete la gloria di decidere e nella vostra

coscienza fare una sintesi di questi opposti. Le leggi sono vive, poichè in esse bisogna fare

circolare il pensiero del nostro tempo, lasciarvi entrare l'aria che respiriamo, mettervi

dentro i nostri propositi, le nostre speranze, il nostro sangue e il nostro pianto. Altrimenti

le leggi, non restano che formule vuote, spregevoli giuochi da legulei; affinchè diventino

sante, vanno riempite con la nostra volontà. Voi non potete ignorare signori il carattere

eccezionale del nostro tempo.

Tempo di trasformazione sociale, di grandi promesse, che, prima o poi dovranno essere

adempiute: felici i giovani che hanno davanti a se il tempo per vederle compiute! Spetta

a voi la gloria ed il vanto di poter costruire pacificamente l'avvenire e di poter guidare

entro la legalità, le trasformazioni sociali che sono in atto e che non si fermano più.

Da secoli, i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi:

hanno della legalità e della giustizia un'idea terrificante, come di un mostruoso

meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici

predisposti per gabbare il povero e per soffocare sotto le carte incomprensibili tutti i suoi

giusti reclami. No, signori, questa non è una comunissima vicenda giudiziaria, questo non

è il processo a Michele Mulieri, ad Andrea Di Grazia. Su questa panca degli imputati, non ci

sono loro. Altre colpe, altre incurie, altre crudeltà, altri delitti siedono su questa panca:

tutti li conosciamo, voi li conoscete. Questa non è la loro causa, è la causa del nostro

paese, intero. Del nostro paese, da redimere e da bonificare. Bisogna ritrovare il popolo

vivo, il popolo sano, il popolo fertile, il popolo vero del nostro paese. Insieme ad esso

prodigarsi per difendere questa Costituzione, che è costata tanto sangue e tanto dolore;

voi dovete aiutarci a difenderla e a far si che si traduca in realtà.

In questo luogo, in questo momento, non ci sono più giudici e avvocati, imputati e

spettatori, ci sono soltanto italiani: uomini di questo paese, che finalmente è riuscito ad

avere una Costituzione che promette libertà e giustizia. Aiutiamoci tutti, a difendere i morti

che si sono sacrificati e i vivi, aiutiamoci nel difendere questa Costituzione, che vuol dare a

tutti i cittadini del nostro paese pari giustizia e pari dignità!

Pausa. MUSICA: Amara terra mia. La stessa voce registrata dell'inizio.

GIUDICE L'anno millenovecentocinquantasei il giorno trenta del mese di marzo, il Tribunale

Penale, qui rappresentato da questo Collegio, ritiene opportuno, esaminare per prima

l'imputazione di invasione dei terreni, attribuita a tutti gli imputati. La prova dei fatti che

concretano tale imputazione, emerge dalle deposizioni dei verbalizzanti, che sorpresero

tutti gli imputati nell'atto di eseguire i lavori di sterramento e dalle dichiarazioni degli

imputati medesimi, i quali hanno ammesso di aver partecipato alla manifestazione

anzidetta. Contro l'assunto di non percepire alcun compenso per questo lavoro, stanno le

deposizioni di quasi tutti i testimoni: i rappresentanti delle forze dell'ordine, intervenuti sul

posto, che sentirono pronunziare le parole:

"Dobbiamo lavorare otto ore, perchè così potremo avere diritto al compenso".

Questo Collegio, pur riconoscendo che fosse stata esclusa qualsiasi idea di profitto, così

come affermato dagli imputati, non può fare a meno, di fronte all'evidenza delle prove, di

ritenere che il proposito di conseguire un profitto sia insorto negli imputati la stessa

mattina dello 'sciopero alla rovescia'. La protesta simbolica, avrebbe potuto realizzarsi

anche con un lavoro di brevissima durata, cosa che non è avvenuta, in seguito all'invito di

scioglimento delle forze di Polizia. Quindi l'esecuzione arbitraria dei lavori, aveva la finalità

di ottenere il pagamento della compiuta miglioria del luogo, nei confronti dell'Ente

Pubblico, che se ne beneficiava. L'esecuzione arbitraria di lavori, nell'altrui proprietà, non è

sciopero, non rientra nelle ipotesi garantite dall'articolo 40 della Costituzione: ''Il

diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano''. Lo sciopero

presuppone un rapporto di lavoro. Riguardo la disobbedienza all'ordine di

scioglimento, intimato dalla Polizia, essi non si limitarono ad infrangerlo, ma istigarono

gli altri manifestanti a commettere tale infrazione. Quindi in questo caso si sono resi

colpevoli di reato di istigazione a delinquere, (art.414 C.P.). Infatti, non è necessario

verificare se i manifestanti abbiano a loro volta disubbidito, in seguito all'istigazione,

basta che essa concerna un fatto astrattamente preveduto dalla legge.

Per la resistenza, si rileva che essi commisero i pretesi atti di violenza, mentre venivano

prelevati dagli agenti, cercando di divincolarsi, agitando le braccia, le gambe e sferrando

qualche pugno e qualche calcio. Gli agenti, furono costretti a prenderli di peso, avendo gli

imputati rifiutato di seguirli. La violenza in cui rientrano le loro reazioni, ha impedito ai

pubblici ufficiali di esplicare un atto di ufficio o servizio.

Per la frase "chi è contro di noi è un assassino", non si ritiene di dover procedere,

considerato che essa è evidente segno di mera protesta e non costituisce reato di

oltraggio.

Questo Tribunale, in conseguenza degli elementi comprovanti le avvenute infrazioni,

dichiara colpevoli del reato di invasione di terreni: Mulieri Michele, Di Grazia Andrea.

Li condanna alla pena complessiva di mesi uno e venti giorni di reclusione, lire 14.000 di

multa e lire 6.000 di ammenda ciascuno.

Considerate e concesse le attenuanti del caso, li assolve dai reati di resistenza e oltraggio

per insufficienza di prove e date le circostanze, il fatto non costituisce reato.

Fatto letto e sottoscritto, in data odierna. Si dichiara chiusa l'udienza. La seduta è tolta.

MUSICA - amara terra mia - PM e AV escono di scena. Mulieri e Di Grazia, fanno le loro ultime dichiarazioni alla giuria.

PM Signori imputati avete ancora qualcosa da dichiarare?

MUL Questo paese, può diventare, per le sue naturali ricchezze, oggi sciupate, un angolo dei

più belli della terra, dove tutti si potrà vivere veramente da uomini.

DIG Nessuno rimanga con le mani in mano; oppure occupate in modo indegno: il lavoro è

utile solo se utile ad uno come a tutti.

MUL Uomini e donne, giovani, ragazzi, anche non più giovani che ancora potete aiutare, gente

di ogni partito, di ogni idea: rimbocchiamoci le maniche ed usciamo da questa puzza

materiale e spirituale. Se non cerchiamo di toglierci noi da questa mortificante puzza, -

noi che, immersi, la soffriamo, - chi mai possiamo aspettare che ce ne venga a togliere?

DIG Se manca uno, mancano tutti. Perdoniamo a chi ha fatto del male, ma cerchiamo per noi e

per tutti, i rapporti anche nella struttura più perfetti.

Siamo uomini di pace.

Nessuno può impedirci questa sacra opera.

La musica riprende volume, cresce, fino a diventare altissima, come urlo.

Le luci al contrario, in dissolvenza fino al buio.

FINE

BIBLIOGRAFIA

Rocco Scotellaro - Contadini del sud - LATERZA EDIZIONI

Danilo Dolci - Processo all'articolo 4 - EINAUDI EDIZIONI

Antonio Gramsci - La questione meridionale - ZEDDA EDITORE

Paul Ginsborg - Storia d'Italia dal dopoguerra - EINAUDI EDIZIONI

Carlo Levi - Le parole sono pietre - EINAUDI EDIZIONI