Filastrocche di carnevale

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La scuola dei grandi

La scuola dei grandi

Anche i grandi a scuola vanno

tutti i giorni di tutto l’anno

una scuola senza banchi,

senza grembiuli né fiocchi bianchi

e che problemi, quei poveretti,

a risolvere sono costretti:

            “In questo stipendio fateci stare

vitto, alloggio e un po’ di mare”.

La lezione è un vero guaio:

“Studiate il conto del calzolaio”

            Che mal di testa il compito in classe:

“C’è l’esattore, pagate le tasse!”.

Il gioco dei << se >>

Se comandasse Arlecchino

Il cielo sai come lo vuole?

A toppe di cento colori

Cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse

Ministro dello stato,

farebbe le case di zucchero

con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella

La legge sarebbe questa:

a chi ha brutti pensieri

sia data una nuova testa.

Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchino

Ci mise una toppa Meneghino,

            ne mise un’altra Pulcinella,

            una Gianduia, una Brighella.

Pantalone, vecchio pidocchio,

ci mise uno strappo sul ginocchio,

            e Stenterello, largo di mano,

            qualche macchia di vino toscano.

Colombina che lo cucì

fece un vestito stretto così.

            Arlecchino lo mise lo stesso

            Ma ci stava un tantino perplesso.

Disse allora Balanzone,

bolognese e dottorone:

            “Ti assicuro, te lo giuro,

            ti andrà bene il mese venturo

se osserverai la mia ricetta:

un giorno digiuno e l’altro bolletta”.

Giovannino Perdigiorno

Giovannino Perdigiorno

Ha perso il tram di mezzogiorno,

ha perso la voce, l’appetito,

ha perso la voglia di alzare un dito,

ha perso il turno, ha perso la quota,

ha perso la testa (ma era vuota),

ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,

ha perso la chiave del cancello,

ha perso la foglia, ha perso la via:

tutto è perduto fuorché l’Allegria!

Proverbi

Dice un proverbio dei tempi andati:

“meglio soli che male accompagnati”.

            Io ne so uno più bello assai:

            “In compagnia lontano vai”.

Dice un proverbio, chissà perché:

“Chi fa da sé fa per tre”.

            Da questo orecchio io non ci sento:

            “Chi ha cento amici fa per cento”.

Dice un proverbio con la muffa:

“chi sta solo non fa baruffa”.

            Questa, io dico, è una bugia:

            “se siamo tanti si fa allegria”.

Girotondo di tutto il mondo

Filastrocca per tutti i bambini,

per gli Italiani e per gli Abissini,

per i Russi e per gli Inglesi,

gli Americani ed i Francesi,

per quelli neri come il carbone,

per quelli rossi come il mattone,

per quelli gialli che stanno in Cina

dove è sera se qui è mattina,

per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci

e dormono dentro un sacco di stracci,

per quelli che stanno nella foresta

dove le scimmie fan sempre festa,

per quelli che stanno di qua o di là,

in campagna od in città,

per i bambini di tutto il mondo

che fanno un grande girotondo,

con le mani nelle mani,

sui paralleli e sui meridiani.

IL MONDO E’ STRANO!

Pers1 e Pers2 entrano sul palco, uno da destra e uno da sinistra. Serissimi. Si fermano al centro uno di fronte all’altro e fanno un inchino. Incrociano in alto le spade si girano, fanno un passo avanti, si rigirano.... e incominciano a “combattere”.

Pers1 spinge Pers2 contro il muro

Pers1: “Ho sentito nei miei viaggi mamma Palloncino dire al piccolo Palloncino:<<Attento al cactussssss...>> e lui rispondere:<<Quale cactussssssssss........?>>”

Riprendono a colpi di spada e si spostano dall’altro lato del palco, stavolta è Pers2 ad avere le spalle al muro.

Pers2: “ E io invece ho sentito mamma Pomodoro che diceva a Pomodorino:<<Attento al camion!>>  <<Quale camion?!>>”

Ricominciano con le spade....

Interviene un terzo (Pers3) che aveva osservato la scena. Si avvicina con prudenza e dice

Pers3: “Vi ho ascoltato.”

Pers1 e Pers2 si fermano e ascoltano...

Pers3: “E vi dico la mia... Poco fa una rosa entra nel bar e ordina: <<un po’ d’acqua per me e... una birra alla spina!!!>>”

Pers1 e Pers2 ricominciano con le spade.

Finchè dal fondo si apre il tendone del sipario e esce una donna:

Donna: “venite dentro che fa freddo!!!”

I tre, insieme: “NO, grazie. Fa freddo anche qui!”

I quattro si radunano al centro del palco, alzano ciascuno la propria spada per unirne le punte, si girano verso il pubblico, inchino e escono...

Grappolino d’Uva

            Signori e signore, bambini e bambine

È giunto il momento della fine...

C’è però ancora una storia da raccontare

Se vorrete starci ad ascoltare.

Un attimo ancora di attenzione:

siamo ormai giunti alla conclusione!

In un frutteto non lontano dalla città

c’è un grappolino d’uva in cerca di felicità.

Convinto che la vita sia noiosa e dura

decide di iniziare la sua avventura.

Passo la parola al prossimo narratore...

Ma con un occhio seguite il riflettore!

            Per poter inziare il suo viaggio

            raccoglie innanzi tutto un po’ di coraggio,

            e quando è notte e tutti sembran sonnecchiare

            si fa strada tra i rami e comincia a camminare.

            Da mamma vigna si vuole allontanare

            senza però alcun sospetto destare...

Zitto-zitto dalla vigna è già disceso

ma resta attento e tutto teso...

Quando il più crede ormai andato

ecco qualcuno scopre il reato:

è lo zio Melo indispettito

che lo nota e alzando il dito...

            “Grappolino d’Uva dove vai? Torna subito da Mamma Vigna.

            Non lo sai che la vita fuori dal frutteto è molto pericolosa?

            E’ notte e i bravi grappolini a quest’ora devono dormire....”

Povero Grappolino, che delusione!

Chissà che sgridate, che confusione...

Con gli acini tra le gambe, a testa bassa,

deve trovare il modo di sbrogliare la matassa

e non dover tornare alla vita

che nei suoi sogni vedeva già finita.

            Il giorno seguente lo passa a pensare

            in che modo si potrebbe scappare...

            In un angolo, con attenzione,

            organizza tutto per il nuovo fugone.

            Di giorno non si può proprio fare:

            non ci resta che aspettare!

Quando finalmente la notte cala

Grappolino scende dalla scala

e senza fare un solo rumore

a perdifiato, col batticuore,

punta dritto in fondo alla via

per realizzare la sua fantasia.

            Ma ecco pararsi davanti a lui

            zio Pero, con tutti i rami bui,

            che con voce cattiva e severa

            lo riporta alla vita vera:

            con poche parole e occhi crudeli

            vuole cacciare quei matti pensieri...

Grappolino! Cosa fai in giro a quest’ora? Stai diventando un’uva cattiva!

Torna subito da Mamma Vigna altrimenti ti uso per fare l’aceto!!!

            Sempre più triste, sempre più mesto!

            Vive in un incubo oppure è desto?

            Bisogna trovare una bella soluzione

            altrimenti qui si crea solo confusione.

            Di certo la notte porta consiglio

            e il nostro eroe non vuol sembrare un coniglio...

Ecco ha deciso come bisogna fare:

una pistola si deve comprare!

Giusto il tempo di sbadigliare

e poi di corsa a comperare

l’arma  che la situazione risolverà

se qualcuno davanti gli si parerà...

            Cala la notte buia ed oscura

            e Grappolino ritenta l’avventura.

            Nascosta tra gli acini la pistola,

            verso la città presto si invola...

            Corre veloce verso il recinto:

            stavolta di farcela è proprio convinto!

Quando ormai è quasi arrivato a destinazione

ecco di nuovo uno della vecchia generazione:

            “Grappolino d’Uva cosa fai? Sei per caso diventato matto?

            Dove credi di andare a quest’ora della notte?”

questa volta quel che sente è un nemico

e senza pensare che invece è zio Fico

si mette ben dritto e prende la mira

spara un colpo e per scappare si gira!

            La morale però c’è e la diciamo in massa:

            FICO SECCO... UVA PASSA!