Finaletto

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FINALETTO

Un atto

Di LADISLAO LAKATOS

Traduzione di Stefano Rökk-Richter

PERSONAGGI

PROF. IVANO PAP

LOLA


La sala di consultazioni del prof. Ivano Pap, specialista ostetrico-ginecologico e docente alla Università.

Scrittoio. Canapè. Vetrina zeppa di strumenti chirurgici. Canapè. Letto di operazione pieghe­vole. Canapè. Libreria. Canapè. Statua d'Ippocrate. Canapè. Ritratto di Pasteur. Canapè. Finestra. Canapè. Matita. Canapè. Portasiga­rette. Canapè. Ed alcuni altri canapè. Insomma non molti.

Prof. Ivano Pap             - (quarantenne, alto, snello, ele­gante, vestito all'ultima moda, sorridente, scarpine di vernice, camice bianco da medico, capelli alla Eton).

Lola                               - (angelo ventiseienne e signora Gari. Ca­pelli biondi come broccato d'oro, snella. Nel mezzo di una confessione eroica) Dunque, perché devi saperlo da qualcun altro? Te lo dirò io stessa. Ci sono dei guai. Grandi guai. Sappi, Ivano...

 Il Professore                 - Non mi ami più!?

Lola                               - Peggio.

Il Professore                  - M'hai ingannato?

Lola                               - Peggio ancora.

Il Professore                  - (spaventato) Ti divor­zierai da tuo marito?

Lola                               - Se lo potessi! Lo meriterebbe. (pausa) Mio marito è rovinato.

Il Professore                  - (impallidisce, poi incro­cia le gambe sotto il càmice bianco, sì liscia i capelli, accende una sigaretta, tutto ciò per guadagnar tempo. Sorrisetto mite, quasi perdonante) Una di­sgrazia.

Lola                               - (non prova delusione, poiché sa­peva già che avrebbe provato una delu­sione. Piuttosto per formalità) E' tutto ciò che puoi rispondermi?

Il Professore                  - Dio mio! (pausa) De­sideri accendere? (pausa) Hai un aspet­to magnifico, Lola. Non te l'ha detto nessuno? (pausa. Volge la testa) Posso esserti utile in qualche cosa? Voglio dire che... spegne nervoso la sigaretta sul tacco della scarpina).

Lola                               - Tante grazie. Non sono ancora a questo punto. Emilio guadagna quello che occorre a noi due. Poi ci sono i miei gioielli. Ma per la villeggiatura... d'un tratto) Quest'inverno m'hai promesso di portarmi ai laghi scozzesi.

Il Professore                  - La Scozia è lontana.

Lola                               - E i laghi troppo umidi, eh ? (Non si domina più) Sai che cosa sei?! Un farabutto.

Il Professore                  - (curioso) Perché?!

Lola                               - Perché... E del resto non sarei venuta con te. Te l'ho solamente promesso. Non avrei lasciato Emilio solo tutta l'estate, e non ti amo e sono una donna onesta e non inganno mio marito... canta) in Scozia, (una pausa, poi improvvisamente) La Riviera non è cara, d'estate c'è poca gente, nessuno di Pest, non incontreremo nessuno. Ivano, se mi ami solo un pochino, farai questo per me... Come po­trei sopravvivere alla Vergogna di passare tutta l'estate in questa Pest odiosa? Farò eco­nomia, spenderemo meno che qui a casa... tu sei il più basso farabutto del mondo se abbandoni ora la tua piccola, la tua picco­lissima amichetta, che ti ama così tanto. (prende respiro) Vuoi che ti baci?

Il Professore                  - (senza voglia) Voglio. Ma che ne dirà tuo marito ?

Lola                               - Che ti bacio?

Il Professore                  - Che lo lasci solo l'estate a Pest.

Lola                               - Dirà... scatta) E che cosa ha detto che io sia venuta da te tre volte la settimana, lu­nedì, mercoledì e venerdì?...

Il Professore                  - (con voce tonante) E dove sei andata sabato?!

Lola                               - Sabato? (guarda con fissità la statua d'Ippocrate) Sono stata dalla mamma   «  jour fix » esclusivo. Solo donne.

Il Professore                  - E il giovane virtuoso di violino?! (crudele) Il signor Jasa! O credi che non l'abbia saputo?! Credi che sia imbecille, io?! Credi di aver a che fare con tuo marito?!

Lola                               - (spaventata) L'hai saputo? (guarda con fissità il ritratto di Pasteur) Jasa. (d'un trat­to) Sapevi? Ma che puoi sapere?! Non è ca­pitato nulla. Jasa suonava. Emilio era mio marito e io amavo te. Non t'ho ingannato a costo di farti crepare. Non t'ho ingannato e sbagli, angelo mio, se speri di poterti liberare di me proprio adesso. Che tu sappia, ti amo e non posso stare senza di te, e per oggi ba­stava al mio sistema nervoso il dover separar­mi dalla mia automobile.

Il Professore                  - (con spavento crescente) An­che dall'automobile? Impossibile. Ma come poteva scendere fino a quel punto? Non lo capisco. Come poteva speculare così male, un uomo così intelligente?

Lola                               - Professore, nessuna affettazione! Quan­do è stato intelligente mio marito?

Il Professore                  - (tra se) Quando t'ha sposata certamente non lo è stato (a voce alta, con astuzia) Del resto non mi meraviglia. In questi tempi! Se sapessi che gente è fallita! Che nomi splendidi!

Lola                               - (vi cade dentro) Ma cosa dici! Mi inco­mincia a interessare. Almeno un po' di gioia maligna. Dimmi allora chi sono tutti questi falliti?

Il Professore                  - (sospiro malinconico) E lo chiedi? Non voglio lagnarmi, ma che non ti veda più in questa vita, se ho incassato un centesimo durante questa settimana. La mia sala d'aspetto è vuota. Nessun paziente da diversi giorni.

Lola                               - Non scherzare! Non ti amano più le signora di Pest?

 

Il Professore                  - Ma sì. Ma da quando i mariti sono in cattive acque (con disgusto) danno alla luce i loro rampolli, (pausa. Cammina su e giù) La statistica può esserne felice. Ma io? I piagnucolii dei molti lattanti uccidono me. Mi riducono sul lastrico.

Lola                               - (sinceramente) Poverino. Ma... non ca­pita proprio nessuna, che vorrebbe?...

Il Professore                  - (gesto stanco) Lo vorrebbe a credito.

Lola                               - (ancora più sincera) Che immoralità!

Il Professore                  - Sterilità a credito?! Sono paz­zo, io? Magari potessi incassare quello che mi devono da un anno...

Lola                               - (già del tutto credula) Hai debitori del­l'anno scorso? Che tempi!

Il Professore                  - (aspettava soltanto questo) Vedi! E in questi tempi tu vuoi andare ai la­ghi scozzesi!

Lola                               - (non si aspettava questo) Ah sì! Era per questo!... si risveglia del tutto) Insom­ma: tu non vuoi andare in campagna con me!

Il Professore                  - Non voglio? Ma con che cosa? Con che cosa? Abbi la compiacenza di dirmi da dove prendere i mezzi!

Lola                               - Da dove? Da dove? (fuori di se) Che m'importa da dove? Ruba! Truffa!

Il Professore                  - Scusi, signora, lei mi confon­de di nuovo con suo marito.

Lola                               - O ti è mai venuto in mente di chieder­mi da chi sono stata, io, così buona e stupida e fedele con te, sì, così stupida e così fedele che arrossisco solo a pensarci, (ad ogni modo si mette ad imbellettarsi) Rimettici! Ci ho rimesso anch'io!

Il Professore                  - Rimesso che cosa? Posso sa­perlo, signora mia?!

Lola                               - Me lo chiede ancora? Che l'ho amato.

Il Professore                  - Amandomi ci si rimette? Non lo sapevo.

Lola                               - Lo sappia ora! Emilio era mio marito, lei il mio amico, e... non si domina più) Io stupida, io gatta, io mi accontentavo di so­gnarlo tra voi due...

Il Professore                  - Il signor Jasa, il virtuoso. Su, coraggio! Ora può già confessarmelo.

Lola                               - Magari avessi da confessare! Ma io, im­becille, lo sognavo. Fui una stupida, una mar­tire, una ingenua, e tra due animali avidi, tra due pescicani erotici come mio marito e te, io l'ho sognato solo, il mio unico, la mia stella polare, il mio Jasa. (infine arriva a respirare) Se avessi saputo di rimanere a casa tutta l'estate...

Il Professore                  - (freddo) Ma ora lo sa.

Lola                               - Lo so. E?...

Il Professore                  - (umile) Io proprio non vor­rei sbarrarle la strada.

Lola                               - (cattiva) E credi fino ad ora di aver­mela sbarrata?!

Il Professore                  - Dunque!... Allora sì...(inghiottisce) Allora sì!!... vuole rompere tut­to a pezzi. Ma poi ricorda la sua laurea di me­dico, il titolo di docente, la sua dignità ma­schile e il motto: « Ma vale la pena, per que­sta donna? »... Perciò, con superiorità) Lei crederà adesso che io le creda la faccenda con quello sporco musicista. Lei crede che io le crederò quello che lei crede che io le crederò.

Lola                               - Anzi! Io so che lei sa quello che io so che lei sa. (solenne) Jasa è stato il mio amante.

Il Professore                  - Sì? (riflette, poi prende il vo­lume del Baedeker: « Inghilterra- Scozia -Irlanda ». Lo sfoglia negligentemente).

Lola                               - (si accorge di questo) Ossia... voglio dire...

Il Professore                  - (sfoglia) Come sono belli, que­sti laghi scozzesi! E come azzurri,

Lola                               - Jasa...

Il Professore                  - (negligente) Jasa?

Lola                               - Non è stato il mio amante.

Il Professore                  - Grazie. Volevo sapere solo questo, (getta via il Baedeker) La Scozia è lontana. I laghi sono cari, (vittorioso) Ebbe­ne, chi di noi ha beffato l'altro?

Lola                               - Io. Perché...

Il Professore                  - Non è vero. Io. Perché non ti ci avrei portata anche se tu non mi avessi ingannato.

Lola                               - Non è vero. Io. Perché ti avrei ingan­nato anche se mi ci avessi portata. (Pausa, E’ agonia d'amore).

Il Professore                  - (accende una sigaretta).

Lola                               - (s'imbelletta. Poi già alla porta) Sa cosa significa quando una donna se ne va dalla casa di un uomo, senza salutarlo? (e via rapida­mente).

Il Professore                  - (strizza gli occhi verso Ippocrate) Significa che quella donna è stata messa alla porta.

FINE