Finalmente soli!

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F I N A L M E N T E     S O L I !

                  

                                                         Atto unico di Fabio Bertarelli

                      

                

Personaggi:

STEFANO                              sposo

FIORELLA                            sposa

COMMISSARIO - ROMOLETTO           uomo di fatica dell'albergo

Il direttore dell'albergo

La cameriera dell'albergo

La scena rappresenta una camera d'albergo. La porta d'ingresso è nella parete di sinistra, la porta del bagno in quella di destra, mentre il letto è accostato a quella di fondo. Sul comodino c'è un pesante portacenere e in fondo al letto due poltroncine ed un tavolino. All'apertura del sipario la stanza è vuota. Poco dopo si apre la porta d'ingresso, viene accesa la luce ed entrano gli sposi. Lei è in braccio a lui.

STEFANO - (posa a terra la sposa e l'abbraccia affettuosamente) Finalmente

  soli!

FIORELLA - Ah... Stefano...

STEFANO - Sei bellissima, Fiorella.

FIORELLA - Anche tu, amore. (Si abbracciano affettuosamente)

STEFANO - E' stata una giornata meravigliosa... Ora siamo marito e moglie, per sempre.

FIORELLA - Sì, amore, per sempre.

STEFANO - (si sdraia sulla poltrona) Ah...

FIORELLA - Sei stanco?

STEFANO - No, voglio gustare questi attimi meravigliosi. Attimi nei quali ci siamo soltanto io, tu ed il nostro amore.

FIORELLA - (piroettando come in un passo di danza) Sono felice!

STEFANO - Vieni qua, amore... (La attira sulle sue ginocchia e l'accarezza)

Bussano alla porta.

STEFANO - (seccato) Chi è?

VOCE DA FUORI  - Sono la cameriera. La sua bibita, signore.

Stefano apre la porta ed entra la cameriera con in mano un vassoio con sopra un bicchiere.

CAMERIERA - (porgendogli la bibita) Prego, signore.

STEFANO - Ma io non ho ordinato nessuna bibita.

CAMERIERA - Non è possibile, signore.

STEFANO - Le ripeto che io non ho ordinato nessuna bibita.

CAMERIERA - Eppure l'ordine è partito dalla stanza 36. (Va a controllare il numero sulla porta) Vede è la stanza 36!

STEFANO - Sarà la stanza 36, ma io non ho ordinato nessuna bibita.

CAMERIERA - E' molto strano. Non capisco come sia potuto capitare un simile errore. E' la prima volta... Se lei insiste che non l'ha ordinata sarò costretta a riportarla indietro. Dovrò così subire i rimbrotti del barman...

STEFANO - Vuole che la beva per forza?

CAMERIERA - Per carità! Solo che... dato che l'ho portata...

STEFANO - Sa che lei è curiosa? Mi porta una bibita che non ho ordinato, mi fa un po' di scena e cerca di farmela bere anche se non ho sete.

FIORELLA - Che bibita è?

CAMERIERA - E' una spremuta di frutta esotica.

FIORELLA - Allora risolviamo il problema: la bevo io.

CAMERIERA - (indietreggiando) No, lei non la può bere.

FIORELLA - Perché?

CAMERIERA - Perché l'ha ordinata suo marito.

FIORELLA - Faccia conto allora che mio marito l'ha ordinata per me.

CAMERIERA - No, non è possibile. Siccome l'ha ordinata suo marito, il barman l'ha preparata per lui.

STEFANO - Io non ho ordinato niente, ma siccome a mia moglie è venuta sete, la dia a lei e la facciamo finita.

CAMERIERA - No, non è possibile. Ora le spiego: siccome è stata ordinata da un uomo, il barman ha preparato un cocktail di frutta esotica per uomo. Capisce? Io ho il dovere di far presente questa particolarità.

STEFANO - Un cocktail di frutta è un cocktail di frutta. Si vuole spiegare?

CAMERIERA - Ci sono particolari frutti esotici espressamente indicati per l'uomo e che potrebbero essere dannosi per la donna. Pertanto è il signore che deve bere questa bibita.

STEFANO - Mi faccia il piacere, mi faccia! Mi dia quel bicchiere che la facciamo finita con questa storia.

CAMERIERA - Allora la beve lei?

STEFANO - No, la beve mia moglie.

CAMERIERA - Non gliela posso dare.

STEFANO - Cos'è un filtro d'amore?

CAMERIERA - Non lo so, signore, io sono soltanto una povera cameriera, ma le dico che è così.

STEFANO - Lo sa che lei mi ha seccato! Dia quel bicchiere a mia moglie o si tolga dalle scatole!

CAMERIERA - Non si arrabbi, signore. Io lo dico per il suo bene. Se la signora beve questa bibita e avrà delle conseguenze io non voglio avere né colpa né rimorsi.

STEFANO - Sì, sì... vada via lei e la sua bibita che non abbiamo sete.

Stefano mette la cameriera alla porta e  chiude questa a chiave.

STEFANO - (alterato) Ma hai sentito che roba!

FIORELLA - Calmati, Stefano. Un disguido...

STEFANO - Bibite per uomo, bibite per donna...

FIORELLA - Lascia perdere... Negli alberghi sono cose che capitano. La cameriera avrà riferito quello che le è stato detto, magari per scherzo.

STEFANO - E va bene...

FIORELLA - (stringe Stefano a sé e lo accarezza) Amore... Ti voglio bene...

STEFANO -  (calmandosi) Tesoro... Ti amo...

Suona il telefono.

STEFANO - E chi è che scoccia, adesso?

FIORELLA - Vado io a rispondere. (Al telefono) Sì, me la passi... Pronto, mamma... Bene, tutto bene... Il viaggio, sì benissimo... Sì, sì, benissimo... Bella, sì, una bella camera... Anche il tempo, sì, abbastanza buono... Non lo so, vediamo come ci sentiamo... Ti telefoniamo noi... Stai tranquilla... Stefano? E' seduto là sulla poltrona... No, non siamo ancora andati a letto... Sì... no... no... paura di cosa? Non sono mica più una bambina... Sì... sì... sì... sì... non ti preoccupare. Farò tutto come mi hai detto... Sì, sì, sì... Stai tranquilla. Ciao. Ciao, buonanotte. (Riattacca) Era la mamma.

STEFANO - (ironico) Ah, mi era sembrato...

FIORELLA - Voleva solo tranquillizzarsi...

STEFANO - Tranquillizzarsi di cosa?

FIORELLA - Che vuoi, le mamme sono sempre le mamme.

STEFANO - Ti ha dato il permesso di darmi tanti baci?

FIORELLA - Sì, tantissimi...

STEFANO - Allora vieni qua.

Fiorella si siede sulle ginocchia di Stefano e si abbandonano a felici momenti di tenerezza. Bussano alla porta in maniera brusca. I due si riscuotono.

STEFANO - Ora a quella rompiscatole della cameriera la butto per le scale insieme alla sua bibita. Quando negli alberghi vedono arrivare due sposini, con una scusa o con un'altra vengono di proposito a rompere gli stivali.

FIORELLA - Ti prego, amore, stai calmo.

STEFANO - Adesso vedrai.

Stefano apre la porta e viene respinto dentro dal commissario La Volpe.

COMMISSARIO - (sorride sarcasticamente) Eh, eh... Eccolo il mio pollastro che è finito in bocca alla volpe.

STEFANO - Ma scusi, lei chi è? Che vuole?

COMMISSARIO - Non sai chi sono io? Ebbene ti rinfresco la memoria: (in falsetto) sono il commissario La Volpe. Ti ricordi ora, Pippo Cantore?

STEFANO - Pippo Cantore?

COMMISSARIO - Che ingenuo, che angioletto...

STEFANO - Ma io sono Stefano Rossi.

COMMISSARIO - Oh, che fantasia! Quando uno non vuole dichiarare le generalità, come dice di chiamarsi? Rossi, naturalmente.

STEFANO - Ma io sono Stefano Rossi.

COMMISSARIO - Su, non cercare di fare il furbo con me. Non ti conviene.

STEFANO - Ma commissario, lei sta prendendo un abbaglio madornale.

COMMISSARIO - Attenzione che sto per perdere la pazienza...

STEFANO - Ma cosa vuole da me, commissario?

COMMISSARIO - Cosa può volere il commissario da Cantore: vuole che canti, no?

STEFANO - (in preda ad una mal celata collera, sull'aria di una vecchia canzone) Fiorin Fiorello...

COMMISSARIO - Bravo, canta, canta che ti passa la rabbia di essere caduto in trappola. Ovvero nelle fauci del commissario La Volpe (Fa il gesto di azzannarlo) Ahmm... Pensavi di farla franca, eh? Con questa messinscena degli sposini in viaggio di nozze a chi credevi di far fesso? E' un trucco vecchio che non inganna più nessuno. Figurati se potevi ingannare me...

STEFANO - Ancora non ha capito che io non sono Cantore?

COMMISSARIO - Hai da mostrarmi un documento?

STEFANO - (prende il portafoglio e cerca con un po' di affanno) Dov'è? Ah, ho lasciato la carta d'identità al bureau dell'albergo per la registrazione.

COMMISSARIO - Come pensi che abbia fatto a scovarti? Ho controllato il documento che tu hai lasciato al bureau dell'albergo e quel documento è falso.

STEFANO - Ma non è possibile! -Io- sono Stefano Rossi, glielo posso giurare.

FIORELLA - E' vero, commissario, è Stefano Rossi. Ci siamo sposati oggi...

COMMISSARIO - (rivolto a Stefano) Chi è quella sgualdrina, una tua complice?

STEFANO - E' mia moglie! Ci deve credere, ci siamo sposati oggi.

COMMISSARIO - Ma con chi credi di avere a che fare, con un pivello? Su, vieni al commissariato che ti farò cantare io... altro che fiorin fiorello! (Lo prende per un braccio per condurlo via)

FIORELLA - Commissario! Lo lasci stare che Stefano non ha fatto niente.

COMMISSARIO - Zitta tu, domani vaglieremo anche la tua posizione.

STEFANO - Ma lei non può fare questo!

COMMISSARIO - La commedia è durata anche troppo per il mio carattere. (A Stefano) Su, vieni con me al commissariato: mi dovrai dire molte cose, giovanotto. (A Fiorella) E tu non muoverti da qui.

Il commissario conduce fuori Stefano con una certa violenza. Fiorella sconsolata si mette a piangere.

FIORELLA - No, non può essere... Che c'entra Stefano con Cantore? (Singhiozzando) Che avrà mai combinato? Io l'ho conosciuto sempre come un bravo ragazzo... Ma chi è questo Cantore? Stefano si chiama Rossi, si è sempre chiamato Rossi... Anche oggi in chiesa quando gli è stato chiesto se voleva sposarmi il parroco l'ha chiamato Stefano Rossi. Che avrà mai combinato?  (Seguita a piangere)

Bussano alla porta.

FIORELLA - Chi è?

VOCE DA FUORI  - Sono il direttore dell'albergo.

Fiorella va ad aprire ed entra il direttore.

DIRETTORE - Ho saputo dell'accaduto. Sono qui per esprimerle tutta la mia comprensione.

FIORELLA - Sono esterrefatta, confusa... Stefano è un bravo ragazzo...

DIRETTORE - Ah, cosa fanno vedere a volte gli occhi dell'amore.

FIORELLA - Ma allora... anche lei... non ci crede?

DIRETTORE - Vorrei tanto crederci, ma da alcune parole sfuggite al commissario, sembra proprio di no.

FIORELLA - Perché, che le ha detto il commissario?

DIRETTORE - Beh... che non è quello stinco di santo che lei crede.

FIORELLA - Ma non capisce che si è trattato di uno scambio di persona? Lo hanno scambiato per un certo Cantore.

DIRETTORE - Purtroppo non è come pensa lei, sa? Cantore è il suo nomignolo. Avrà notato che questo Stefano ha l'abitudine di cantare canzoncine.

FIORELLA - Sì, canticchia spesso. Specialmente quando è allegro.

DIRETTORE - Anche quando si trovava con quelli della sua banda canticchiava spesso, per questo gli hanno affibbiato quel nomignolo.

FIORELLA - Quelli della sua banda? Ma quale banda?

DIRETTORE - Su, non faccia l'ingenua... E' possibile che lei non si sia mai accorta di niente? Le sue assenze non le hanno mai fatto sospettare nulla?

FIORELLA - Si allontanava soltanto per ragioni di studio.

DIRETTORE - Se gli ha creduto sul serio, le ripeto è stata una povera ingenua, mi dispiace per lei, signorina Fiorella.

FIORELLA - Lei conosce il mio nome?

DIRETTORE - Non solo il suo nome. Al suo paese ho un conoscente e qualche volta sono capitato da quelle parti... E l'ho notata, sa!... Mi hanno detto che lei filava con quel poco di buono e mi chiedevo come mai una bella ragazza come lei si buttava via così...

FIORELLA - O Dio, io sono frastornata... mi sento venir meno. (Si accascia su una poltrona)

DIRETTORE - Su, su... coraggio che tutto si aggiusterà.

FIORELLA - Lei allora, sapeva...

DIRETTORE - Purtroppo... ma non avevo alcuna veste per dirglielo. Ora mi dica sinceramente: vi siete proprio sposati, o è stato un suo piano per sviare le ricerche?

FIORELLA - Ci siamo sposati, oggi. (Singhiozza)

DIRETTORE - Niente male, niente male. E' facilmente rimediabile perché il matrimonio è nullo in quanto rato ma non consumato.

FIORELLA - Ma che sta dicendo?

DIRETTORE - Alla fin fine è stata una fortuna l'avere scoperto oggi tutta la verità. Pensi se tutto fosse venuto fuori fra qualche tempo: sarebbe stato tutto più complicato... Oggi invece lei è libera da ogni vincolo e può rifarsi una vita. Vorrei permettermi di aiutarla a superare questo momento. Un momento, le ripeto, che tutto sommato è stato più un bene che un male. Ora dia retta a me, dimentichi quel ragazzo. Un ragazzo che l'ha ingannata. Lei è giovane, è bella. Il suo avvenire non poteva essere quello che ha rischiato di vivere. Su, su... ora ci beviamo sopra e tutto passerà. (Va al citofono) Sì, sono io. Portaci da bere, subito. (Ritorna a sedere) Fiorella, Fiorella... Via via quell'espressione triste, una nuova vita l'attende.

FIORELLA - Lei è stato molto gentile, direttore, a venire qui da me a farmi coraggio, ma io sono distrutta.

DIRETTORE - La capisco, ma sono sicuro che si riprenderà presto, vedrà...

Bussano alla porta.

DIRETTORE - Chi è?

VOCE DA FUORI  - La cameriera.

DIRETTORE - Avanti.

Entra la cameriera con il cestello del ghiaccio con dentro una bottiglia di spumante e due calici. Posa tutto sul tavolino ed esce.

DIRETTORE - (stappa lo spumante e serve) Beva, le farà bene.

FIORELLA - No, non mi va, non ho sete.

DIRETTORE - Beva che la tira un po' su.

FIORELLA - (sorseggiando distrattamente) Adesso che faccio?

DIRETTORE - Non si preoccupi... Sarà mia ospite per qualche giorno... Beva, beva, che le farà bene. (Le riempe di nuovo il calice)

FIORELLA - Lei è molto gentile, ma si rende conto in che situazione mi trovo?

DIRETTORE - Nel mio mestiere ne ho viste tante di situazioni difficili che sembravano enormi, irrisolvibili, e che poi si sono sempre sistemate in un modo o nell'altro. Anche per lei sarà la stessa cosa. Allora beviamoci sopra con l'augurio che venga il meglio. Cin cin, Fiorella. (Bevono) Era destino che capitasse questo e proprio nel mio albergo. Io ci credo, sa?

FIORELLA - Destino, cosa?

DIRETTORE - Le ho detto prima che l'avevo già notata al suo paese. Mi aveva colpito la sua grazia, la sua bellezza... forse era destino che ci fossimo rincontrati.

FIORELLA - Che sta dicendo?

DIRETTORE - Mi permetta che le apra il mio cuore, Fiorella. (Fa per prenderle una mano. Fiorella si ritrae) Mi permetta, Fiorella... Non sono io, non è lei che programma il futuro, ma vede il destino...

FIORELLA - Io non la seguo. La prego ora mi lasci in pace che ho tanto bisogno di rimanere sola e di riflettere.

DIRETTORE - Lei è combattuta, ha paura di affrontare una realtà che sta per avverarsi... Le si sta aprendo un nuovo orizzonte: lei mi piace, Fiorella. Io non sono più tanto giovane, ma il cuore non ha età.

FIORELLA - La prego, direttore, non sono nella condizione di ascoltarla, di seguirla... Mi lasci in pace. (Si alza)

DIRETTORE - (alzandosi a sua volta) Fiorella, lei mi piace.

Il direttore tenta di abbracciare Fiorella. La ragazza indietreggia fin quasi al comodino

FIORELLA - Direttore, la prego... Direttore...

DIRETTORE - Fiorella...

Il direttore infine l'abbraccia e tenta di baciarla. Fiorella prende il pesante portacenere che sta sul comodino e glielo sbatte con forza in fronte. Il direttore barcolla e cade esamine sul letto.

FIORELLA - Gesù mio, l'ho ammazzato! L'ho ammazzato! Direttore!

Fiorella lo distende sul letto. Questi rimane esamine. La ragazza va a chiudere la porta a chiave, poi esamina tremante la testa del direttore.

FIORELLA - Oddio, che bernoccolo, che ferita! Ci vorrebbe un panno bagnato...

Cerca affannosamente nella valigia. Prende un fazzoletto, va nel bagno, ritorna con il fazzoletto bagnato e lo applica sulla fronte del direttore.

FIORELLA - (agitata) Ci vorrebbe una fasciatura... Oddio, non ho niente.

Si guarda intorno ed ha un'idea. Va nel bagno e ritorna con un rotolo di carta igienica che usa per fasciare il capo del direttore.

FIORELLA - In mancanza di meglio... Direttore, su, mi dica qualcosa...

Il direttore continua a non dar segni di vita.

FIORELLA - (piagnucolando) L'ho ammazzato, l'ho ammazzato... Ma anche lui se l'è voluto...

Bussano alla porta.

FIORELLA - (impaurita) Chi è?

VOCE DA FUORI - (In sordina) Sono io, Stefano.

Fiorella va ad aprire ed entra Stefano sconvolto.

STEFANO - (si ferma di scatto vedendo l'uomo disteso sul letto) Chi è quell'uomo?

FIORELLA - E' il direttore dell'albergo.

STEFANO - E che ci fa sul nostro letto?

FIORELLA - Ha tentato di baciarmi.

STEFANO - Ah! E tu lo hai fatto subito accomodare sul letto.

FIORELLA - Ti sembra questo il momento di essere geloso?

STEFANO - (vedendo lo spumante) Anche lo spumante... musica d'atmosfera... (Sarcastico) Mentre io stavo passando i miei guai, lei mi ha subito rimpiazzato. Brava la mia sposina!

FIORELLA - (fredda) Bravo tu, cantore della banda!

STEFANO - Cantore di cosa? Anche tu cominci ora a dare i numeri?

FIORELLA - Ora so tutto.

STEFANO - Tutto cosa?

FIORELLA - Che ti chiamano Cantore perché hai l'abitudine di canticchiare canzoncine con la tua banda di delinquenti.

STEFANO - Ma chi ti ha detto queste cose?

FIORELLA - (indicando il direttore) Lui.

STEFANO - Adesso l'ammazzo.

FIORELLA - (parandosi davanti) E' già morto.

STEFANO - Morto?

FIORELLA - Sì, l'ho ammazzato io.

STEFANO - L'hai ammazzato tu? Perché gli hai fasciato la testa?

FIORELLA - (piagnucolando) E' venuto qui con la scusa di farmi coraggio, poi ad un certo momento ha tentato di baciarmi. Allora io gli ho dato una botta in testa con quel portacenere là sul comodino. Gli ho fatto i bagnoli e l'ho fasciato, ma non è servito a niente. E' morto!

STEFANO - O mamma mia!

FIORELLA - Ora telefono alla polizia.

STEFANO - No, alla polizia no.

FIORELLA - Perché?

STEFANO - Perché il commissario mi starà cercando. Gli sono scappato.

FIORELLA - Gli sei scappato? Ma sei matto? Ti daranno l'ergastolo!

STEFANO - Ma io sono innocente, non ho fatto niente.

FIORELLA - Ah, continui ad ingannarmi. Disgraziato! (Accorata) Non dovevi ingannarmi, non dovevi perché io ti ho voluto veramente bene...

STEFANO - Ma io non ti ho ingannato. Devi credermi.

FIORELLA - Sì, me lo dovevi dire che eri un delinquente.

STEFANO - Io non sono un delinquente, te lo giuro.

FIORELLA - (piangendo) Anche se sei un delinquente non mi importa. Io ti voglio bene lo stesso. Io ti amo... ti amo... (Gli si getta tra le braccia)

Bussano alla porta. I due sposi rimangono impietriti.

FIORELLA - Chi è?

VOCE DA FUORI  - Sono il commissario. Aprite, presto!

Stefano va a nascondersi dietro il letto e Fiorella apre la porta. Entra il commissario La Volpe con fare indagatore.

COMMISSARIO - Dove sei? Vieni fuori... (Vedendo l'uomo sul letto ha un sogghigno di contentezza) Ah, sei qui! Ti sei mascherato eh, furbacchione! Credevi che il commissario La Volpe non ti avrebbe riconosciuto, eh? (Si avvicina al letto e prende il direttore per un braccio) Non fare il furbo che con me non attacca. Vieni, ho detto! (Gli mette le gambe fuori del letto e lo mette in piedi, sempre sorreggendolo) Cammina, cammina...

Dopo alcuni passi il direttore si riscuote. Si toglie la fasciatura di carta igienica e rimane per un attimo interdetto, poi riacquista la lucidità.

DIRETTORE - Romoletto!?... (Liberandosi definitivamente della fasciatura ed aggiustandosi il vestito) Romoletto! (Si guarda intorno mentre Romoletto e Fiorella si guardano impietriti)

ROMOLETTO - Mi scusi, signor direttore. (Servilmente gli aggiusta l'abito) Credevo che fosse lui...

DIRETTORE - Invece sono io! Mi hai rovinato tutto anche questa volta, cretino! (In falsetto) Non dubiti, direttore, che io il commissario lo so fare alla perfezione... (Normale) Tu alla perfezione sai fare solo lo sguattero che è poi la tua mansione in questo albergo. Imbecille! Tu e quell'altra deficiente della cameriera! Io vi licenzio, vi licenzio! Anche questa volta avevo fatto un piano perfetto: o con il sonnifero che la cameriera doveva somministrare allo sposo o con il suo finto arresto mi sarei liberato di lui cosicché io potessi godere la prima notte con la sposa. Adesso lo sposo dov'é?

ROMOLETTO - Mi è scappato, direttore.

DIRETTORE - Ti è scappato?

ROMOLETTO - Pensavo che fosse ritornato qui. Allora ero venuto a riprenderlo, invece era lei...

DIRETTORE - Allora dove sarà adesso?

STEFANO - (venendo fuori da dietro il letto) Sono qui. Bravo direttore... Lo "jus primae noctis"! E tu, commissario dei miei stivali... (Lo prende per il bavero e lo strattona) Ora mia cara volpe sei pronto per essere conciato! Conciato per le feste! (Lo malmena) Toh, prendi!

FIORELLA - (rivolgendosi al direttore) Mentre tu ora prendi questo bacione in fronte: (Gli dà una nuova botta con il portacenere. Il direttore barcolla e cade a terra. Stefano bastona per bene lo sguattero ed ex finto commissario)

STEFANO - (Allo sguattero) Ora prenditi il tuo padrone e portalo via. E subito se non volete il resto!

Lo sguattero solleva il direttore con fatica e una volta in piedi l'accompagna fuori. Stefano chiude in malo modo la porta dietro di loro. Prende poi la sposa e l'abbraccia affettuosamente.

STEFANO - Amore... (Sbotta in una sonora risata) Te lo saresti mai immaginato? In pieno secolo ventesimo. Avremo da raccontare qualcosa ai nostri figli, non ti pare? Ma tu che hai pensato di me?

FIORELLA - Per un attimo mi sono vista crollare il mondo addosso... non sapevo che dire, che pensare... che fare...

STEFANO - E' la prima esperienza dei pericoli che insidiano il nostro amore. Ma non dobbiamo mai perdere la fiducia tra noi, mai, capito? (Si abbandonano a dolci effusioni)

Bussano alla porta.

STEFANO - (con voce alterata) Chi è?

VOCE DA FUORI  - La cameriera.

STEFANO - Che vuole, ancora?

VOCE DA FUORI  - Il direttore per scusarsi vi manda un omaggio.

STEFANO - L'unico omaggio che ci dovere fare è di non romperci più le scatole. Ha capito? E lo dica anche al suo direttore. A lettere maiuscole, possibilmente.

VOCE DA FUORI  - Va bene, riferirò.

STEFANO - Brava, ora se ne vada, al diavolo! Oh!... speriamo che ci lascino finalmente in pace. Cara Fiorella, vieni qua, amore.

Stefano si siede sulla poltrona e Fiorella gli si siede sulle ginocchia e si abbandonano a dolci tenerezze. Gli sposi, desiderosi finalmente di amarsi, si spogliano quasi strappandosi i vestiti di dosso, si buttano sul letto e si abbracciano. Squilla il telefono.

STEFANO - E no, eh! (Allunga un braccio per gettare via il telefono, ma la cornetta rimane aperta e penzoloni)

VOCE DALLA CORNETTA DEL TELEFONO - Fiorella, Fiorella! Sono la tua mamma... Fiorella, Fiorella, bambina mia...