Fior di papavero

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“FIOR DI PAPAVERO”


due atti di

Giambattista Spampinato


“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

P E R S O N A G G I  :

Piero

Anna

Tonino (°)

Mario

Francesca

Roberto

Lo Spacciatore

(°)Il personaggio di Tonino può essere interpretato anche da una bambina che, in questo caso si chiamerà ANTONELLA o come parrà meglio al regista.

A Piero Bua e ad Anna Gelsomino che mi hanno ispirato i personaggi protagonisti dell’opera e che ritengo possano interpretarli con molta bravura e professionalità.

Giambattista Spampinato


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ATTO PRIMO

Soggiorno in casa di Piero. Nella parete centrale la porta d’ingresso; a destra, in fondo, un corridoio che comunica col resto dell’appartamento; sempre a destra, ma al centro, una porta che dà nella camera da letto; a sinistra un’apertura con porta e tenda che dà su un balcone. L’arredamento è molto sobrio e moderno: un tavolo da giuoco con quattro sedie attorno; due divanetti a due posti, sistemati ad angolo; una libreria bar con libri, bottiglie di liquore, bicchieri, un televisore, uno stereo, l’apparecchio telefonico, ninnoli vari e cornici con fotografie. All’apertura del sipario, Tonino è seduto su un divano e legge un giornaletto di Topolino; Piero, Mario e Francesca sono in piedi sul lato opposto a quello dove si trova Tonino e parlano sommessamente.

SCENA PRIMA

Piero, Tonino, Mario e Francesca.

PIERO – Per favore, parlate più piano. Non facciamoci sentire da Tonino. FRANCESCA- Hai ragione. Scusaci, ce ne eravamo dimenticati. MARIO – Quando pensi di dire tutto a tuo figlio?

PIERO – Sinceramente, non lo so. Ho un cuor d’asino e un cuor di leone.

FRANCESCA – E’ ancora piccolino. Ha nove anni, non può capire.

PIERO – Invece, è molto sveglio e perspicace e potrebbe capire perfettamente, ma è successo tuttoall’improvviso e drammaticamente che non ho avuto il coraggio di parlargliene.

MARIO – Ma dovrà sapere, prima o poi. Se saprà dopo, non sarà peggio? Potrà subire uno choc. Iosono del parere di dirglielo subito.

FRANCESCA – No, povero figlio, meglio di no!

MARIO – Vuoi che glielo diciamo noi? Con delicatezza, naturalmente.

FRANCESCA – No, io non me la sento, non ho il coraggio!

PIERO – Vi ringrazio, ma voglio essere io a parlargliene quando riterrò il momento opportuno.

MARIO – Come vuoi, ma non far passare troppo tempo.

PIERO – Vedi, Mario, non è questione di tempo, ma di opportunità.

MARIO – Che vuoi dire? Non capisco.

PIERO – Vedi, si deve verificare la presenza di una circostanza appropriata o una condizionefavorevole al concretarsi dell’evento.

MARIO – Quale evento?

PIERO – Il momento giusto di poter dire ogni cosa a Tonino

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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

FRANCESCA – Io credo di aver capito quello che vuole intendere Piero. Non si può dire ad unbambino di nove anni brutalmente la verità. Bisogna aspettare il momento giusto e parlare con molta cautela.

PIERO – Proprio così. Anche se Tonino è un bambino maturo, ha sempre nove anni e può rimaneresconvolto da una notizia che gli viene trasmessa a bruciapelo. Si rifiuterebbe di credere e sarebbe peggio. Devo aspettare, invece, che sia lui a chiedere di sapere, ad aver voglia di conoscere la verità.

MARIO – Sì, ma quanto tempo dovrà trascorrere ancora al verificarsi dell’evento di cui tu dici?

PIERO  –  Non lo so. Potrà verificarsi subito o fra qualche anno. Non posso precorrere i tempi.

Dovrò aspettare.

MARIO – Forse hai ragione, Piero.

FRANCESCA – Ha ragione! Senza forse.

MARIO – Che ti devo dire? Abbi cura di lui.

PIERO – E’ mio figlio!

FRANCESCA – Noi andiamo. Ricorda che il nostro cuore è con voi.(Lo abbraccia)

MARIO – Ciao, Piero. Se hai bisogno, chiama pure, a qualsiasi ora e in qualunque momento. Efatti coraggio! (L’abbraccia anche lui)

FRANCESCA – Tonino, me lo dai un bacetto?

PIERO – Tonino, vieni a salutare zia Francesca e zio Mario.

TONINO – (Si alza e viene ad abbracciare e baciare i due)Ciao, zia Francesca. Ciao, zio Mario.(Idue vanno via. Dopo la loro uscita, Tonino si rivolge al padre e chiede) Papà, perché parlavatesottovoce con zio Mario e zia Francesca?

PIERO – Non volevamo disturbarti dalla tua lettura.

TONINO – No, voi non volevate farmi sentire quello che dicevate.

PIERO – Ma non è vero! E poi, perché non avremmo dovuto farti sentire?

TONINO – Perché parlavate della mia mamma.

PIERO – Non parlavamo di lei. Ora, vai a letto che è tardi e i bambini della tua età hanno bisognodi dormire molto per crescere meglio.

TONINO – Io non riesco ad addormentarmi senza la favola che mi raccontava la mamma. Ieri sera,in casa di zia Francesca, non sono riuscito a prender sono perché zia Francesca non me l’ha raccontata la favola.

PIERO – E tu, perché non gliel’hai chiesto di raccontartela?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

TONINO – Mi sono vergognato a chiederglielo. Temevo che lei mi prendesse in giro.(Pausa)Papà, ora che la mamma è andata via, chi mi racconta le favole per addormentarmi?

PIERO – (Vivamente commosso, ma mascherando la sua commozione)Te le racconterò io.

TONINO - Non è la stessa cosa, tu non le sai raccontare.

PIERO – Imparerò.

TONINO – Non puoi imparare. Raccontare le favole è un dono della natura. Tu, invece, parlamidella mamma.

PIERO – Non è meglio che ne parliamo domani?

TONINO – No, ora. Raccontami come vi siete conosciuti. Per me sarà come le favole che miraccontava lei.

PIERO – Ma tu hai detto che io non so raccontare le favole.

TONINO – E’ diverso. Sei in grado di raccontarla perché l’avete vissuta insieme la vostra favola.

Raccontala anche a me così diventerà anche la mia favola.

PIERO – Ma tu capirai quello che io ti racconterò?

TONINO – Credi che io sia scemo o ritardato? Io, alla televisione, seguo anche i programmi deigrandi e li capisco perfettamente. Vuoi che non capisca ciò che riguarda il mio papà e la mia mamma?

PIERO – Non volevo offenderti, tesoro; è che certe cose i bambini non le possono capire.

TONINO – E quando non capisco, te lo dico, e tu me le rispieghi. Su, parlami della mamma!

PIERO – Ma tu vuoi bene a mamma?

TONINO – Tantissimo! Ed anche a te.

PIERO – E va bene. Mettiamoci comodi che ti racconterò di me e mamma.(Si sistemano suldivano, poi, quasi a se stesso) Forse l’evento sta per verificarsi!

TONINO – Questa non l’ho capita.

PIERO Non ha importanza. Un giorno la capirai. Perciò, devi sapere…(La luce si abbassalentamente fino a farsi buio, Tonino scompare e resta in scena solo Piero il quale,al buio, si toglie la giacca e la cravatta nera, restando in maniche di camicia. E il racconto ha inizio)

QUADRO PRIMO

Piero solo, poi Anna e poi, lo Spacciatore.

Piero è solo in scena. Si sente bussare concitatamente, una, due volte, più volte. Piero è sconcertato per l’insistenza del bussare.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Ma chi si permette di bussare a questo modo?(Tuttavia va ad aprire e si trova davantiuna giovane donna che, senza chiedere il permesso, entra nella stanza e chiude la porta, sprangandola) Signora, non le ho dato il permesso di entrare e, tanto meno, di sprangare la porta!Chi è lei? Che cosa desidera?

ANNA – Mi aiuti, la prego, sono inseguita! Mi salvi, mi vogliono uccidere!

PIERO – Si calmi, la prego, e mi racconti ogni cosa.

ANNA – Non mi posso calmare, ho molta paura! La prego, mi nasconda in qualche posto!

PIERO – Ma perché la inseguono e chi?

ANNA – E’ una storia lunga.

PIERO – E lei me la racconti!

ANNA – Non c’è tempo! La prego, mi aiuti, mi nasconda in un posto sicuro, dove non potrò esserescoperta. Gliene sarò grata per tutta la vita!

PIERO – Se non mi dice chi è che la insegue e perché, non farò niente di quello che mi ha chiesto.

ANNA – Ma non capisce che non c’è tempo? Sta per arrivare, è armato e mi ha minacciata diuccidermi!

PIERO – Ma chi è e perché la vuole uccidere?

ANNA – E’ un tale a cui devo dei soldi, molti soldi, che io non ho.

PIERO – Per un debito non si ammazza la gente. Semmai la si denuncia.

ANNA – Non può denunciarmi perché la denuncia si ritorcerebbe contro di lui!

PIERO – E’ uno strozzino?

ANNA – Peggio! Ma non mi chieda più niente; mi nasconda, la prego!

PIERO – Ma dove l’ha incontrato costui? E’ venuto a cercarla a casa sua?

ANNA – Io non ho più casa. L’ho incontrato per caso per la strada, ho fatto finta di non vederlo edho cercato di evitarlo svicolando, ma lui, purtroppo, mi ha vista, mi ha inseguita e mi ha afferrata per un braccio puntandomi la pistola. Ho cominciato a gridare, mi sono svincolata e, approfittando di un suo attimo di smarrimento a causa delle mie grida, sono riuscita a scappare. Ho visto il portoncino del suo palazzo aperto e mi sono infilata dentro chiudendoglielo in faccia. (Si sente suonare il citofono) E’ lui, ne sono certa! Vuole che gli si apra! Non risponda, la prego!

PIERO – E se non fosse lui? Se, invece, cercassero me?

ANNA – E lei faccia finta che non è in casa!

PIERO – Ma sa che lei ha delle strane pretese?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ANNA – La prego!

PIERO – Se è lui, non ci lascerà in pace!

ANNA – Ma non potrà stare ad aspettarmi tutta la notte. Ad un certo punto andrà via e, quando saràandato, io me la svignerò.

PIERO – Se ha l’interesse di trovarla, non andrà via. E’ meglio rispondere, mi creda. Non è dettoche sia lui.

ANNA – Ma se è lui, che fa, gli apre?

PIERO – Non gli apro, stia tranquilla!

ANNA – Me lo promette?

PIERO – Glielo prometto.(Risponde al citofono che, intanto, ha continuato a suonare)Chi è?…No, ha sbagliato. Qui non c’è nessuna Anna… Ma certo che ne sono sicuro! Io vivo solo… Prego, di niente.

ANNA – Era lui, cercava me!

PIERO – Lei si chiama Anna?

ANNA – Sì.

PIERO – Almeno ho saputo il suo nome.

ANNA – E lei come si chiama?

PIERO – Mi chiamo Piero.

ANNA – Piacere di conoscerla, Piero, e grazie per la bugia. Stia tranquillo, appena si calmeranno leacque, me ne andrò.

PIERO – Intanto si metta a sedere. Le posso offrire qualcosa?

ANNA – Grazie, un cognac, per tirarmi su.(La serve)E lei non beve?

PIERO – No, io non bevo alcolici e non prendo caffè.

ANNA – Scommetto che non fuma.

PIERO – Come ha fatto ad indovinare?

ANNA – Non ci vuol tanto. Di solito, uno che non beve alcolici e non prende caffè, neanche fuma.Beh, alla sua salute e al nostro incontro! (E beve)

PIERO – Grazie, alla sua.

ANNA – Lei è un virtuoso: non ha vizi.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Non ne ho mai sentito il bisogno. Il mio unico vizio è la musica.

ANNA – Suona qualche strumento?

PIERO – No, mi piace ascoltarla.

ANNA – Che tipo di musica preferisce?

PIERO – Ogni tipo, dalla classica alla leggera, dal jazz al folck. Purchè sia vera musica.

ANNA – Anche a me piace. Avevo una bella raccolta di CD, ma me ne sono dovuta disfare.

PIERO – Come mai?

ANNA – Avevo bisogno di soldi. Ma ora, mi parli un po’ di lei.

PIERO - Non crede che debba essere lei a parlare per prima?

ANNA – Preferisco che sia lei.

PIERO – E’ presto fatto. Come ha sentito, vivo da solo. Non ho parenti, ma ho tanti amici che mivogliono bene. Che amo la musica, gliel’ho già detto. Che altro potrei dirle?

ANNA – Che lavoro fa? Come si mantiene?

PIERO – Lavoro in banca. E lei?

ANNA – Anch’io lavoravo in banca, ma mi sono licenziata.

PIERO – E perché mai?

ANNA – E’ una storia lunga.

PIERO – Ma lei ha tutte storie lunghe?

ANNA – Più o meno.

PIERO – Perché non mi racconta? Forse non merito di ricevere le sue confidenze?

ANNA – Anzi, lei è stato molto buono e generoso con me, ma non so proprio da dove cominciare.

PIERO – Cominci dal principio.(A questo punto si sente bussare alla porta insistentemente. Annatrasalisce. Piero si reca alla porta, ma senza aprire) Chi è?

SPACCIATORE – (Da fuori)Un amico. Apra! PIERO – Come si chiama questo amico? SPACCIATORE – Il nome non ha importanza. Apra! ANNA – (Piano, a Piero)E’ lui, non apra, la prego!

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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO –(Allo Spacciatore)Che cosa vuole? Perché dovrei aprirle?

SPACCIATORE – Perché è meglio per te!

PIERO – Io non la conosco.

SPACCIATORE – Faremo conoscenza.(Intanto Anna è molto agitata)

PIERO –Vada via o chiamo la Polizia!

SPACCIATORE – Per quale motivo la vuoi chiamare? Perché ti chiedo di aprirmi? Non è unreato.

PIERO – Ma, alla fine, che cosa vuole?

SPACCIATORE – Da te, nulla.

PIERO – E, allora, se ne vada!

SPACCIATORE – Prima devo dire una cosuccia alla persona che sta con te.

PIERO – Con me non c’è nessuno.

SPACCIATORE – Se sei così sicuro, perché ti rifiuti di aprirmi? Non mi fare perdere la pazienza obutto giù la porta!

ANNA – (Piano)Non apra! Si ricordi che me l’ha promesso.

PIERO – Vuole che entri con la forza? Non è peggio? Vada nella camera da letto e chiuda la portaa chiave. Io farò in modo di mandarlo via.

ANNA – Qual è la camera da letto?

PIERO – E’ quella.(La indica)Si sbrighi!(Anna via, chiudendo la porta a chiave)

SPACCIATORE – Ti vuoi decidere ad aprire?(Piero apre. Lo Spacciatore irrompe nella stanzacon la pistola in pugno) Dov’è?

PIERO – Dov’è, chi?

SPACCIATORE – Lo sai bene chi! Non fare il finto tonto!

PIERO – Ma, insomma, le pare il modo questo di entrare in casa delle persone, con la pistola inpugno, pretendendo di trovare non so ancora chi? E lei è quello che si è spacciato per amico? Io non la conosco, lei non mi conosce, perciò non si permetta di venire a dare ordini in casa mia!

SPCCIATORE – Senti, bello, calmati! Non alzare la cresta chè con me non attacca. Io cerco Anna.

So che è qui e tu adesso la chiami e la fai venire alla mia presenza.

PIERO – Perché è così certo che si trovi qui?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

SPACCIATORE – Perché l’ho vista entrare nel portone. In questo palazzo ci sono soltanto quattroappartamenti; ho bussato negli altri tre e mi sono accertato che non c’era. Perciò deve essere qui. Chiamala e falla venire subito, se non vuoi che qualche confetto ti si conficchi nella pancia!

PIERO – E’ una minaccia?

SPACCIATORE – Prendila come vuoi!

PIERO – Ma che vuoi da Anna?

SPACCIATORE – Finalmente ti sei convinto ad ammettere che Anna è qui?

PIERO – Non ho ammesso proprio niente!

SPACCIATORE – E, allora, la vado a cercare da me! Bada, però, che dove passerò io, noncrescerà più erba! (Si avvia)

PIERO – (Fermandolo)Aspetta, ragioniamo prima.

SPACCIATORE –(Alzando la voce)Ma che vuoi ragionare, tu?

PIERO – Calmati o la voce la alzo anch’io! Non credere che io abbia paura di te perché tieni inmano una pistola! Calmati e ragioniamo da persone civili. Perché cerchi Anna?

SPACCIATORE – Lo devo raccontare a te?

PIERO – Visto che sei entrato in casa mia con la prepotenza, ne ho tutto il diritto. Perché la cerchi?

SPACCIATORE – Perché mi deve un sacco di soldi!

PIERO – Gliel’hai prestati?

SPACCIATORE – No, le ho fornito la roba.

PIERO – La roba? Che roba?

SPACCIATORE – La droga!

PIERO – E quanto ti deve?

SPACCIATORE – Cinquemila euro.

PIERO – Le hai dato droga per cinquemila euro?

SPACCIATORE – Non solo per lei. Gliela davo anche per spacciarla. Ad un certo punto, è sparitadalla circolazione insieme alla droga e ai soldi.

PIERO – Scusami, ma sei un ingenuo: dovresti punire te stesso!

SPACCIATORE – Mi fidavo di lei perché, per tanto tempo, i soldi me li ha portati regolarmente.Poi ha sgarrato e, perciò, deve essere punita. Questa è la regola: lo sgarro si paga con la morte!


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – E’ una regola disumana, selvaggia addirittura!

SPACCIATORE – Nel nostro mondo, più che una regola, è un principio basilare!

PIERO – Ma tu vivi nel mondo in cui vivo anch’io, in cui vivono tutti gli esseri umani! Il tuomondo è lo stesso del mio!

SPACCIATORE – Se è lo stesso, tu dovresti capirmi!

PIERO – No, non potrò mai capire il tuo modo di pensare e di ragionare. Forse è proprio vero: tuvivi in un altro mondo!

SPACCIATORE – Peggio per te!

PIERO – E se ti restituisse la somma che ti deve?

SPACCIATORE – Dove li trova cinquemila euro? Almeno che non si prostituisca e lavori per mefino a saldarmi il debito.

PIERO – (Che non approva la proposta dello Spacciatore)Non si prostituirà. I soldi te li darò io!

SPACCIATORE – Tu?

PIERO – Sì, io!

SPACCIATORE – Perché lo fai? Che ti viene?

PIERO – Non mi viene niente. E’ un essere umano ed ha diritto alla vita!

SPACCIATORE – Contento tu?!

PIERO – I soldi, però, non te li posso dare tutti in una volta. Non li ho e, poi, devo vivere anch’io.Ho qualche risparmio: duemila e cinquecento euro. Intanto ti do questi, il resto alla fine di ogni mese, per cinque mesi. Ti fidi di me?

SPACCIATORE – Veramente non dovrei più fidarmi di nessuno, ma per questa volta mi fiderò e,spero, di non sbagliarmi.

PIERO – Non ti sbaglierai perché io ti salderò il conto.

SPACCIATORE – Bada, però, che se salterai un solo mese, quello che avrei dovuto fare ad Anna,lo farò a te! Tu hai preso questo impegno e tu lo devi mantenere!

PIERO – Lo manterrò. E, dimmi: dove ti troverò per darti mensilmente i soldi?

SPACCIATORE – Verrò io stesso a ritirarli. Dimmi quando.

PIERO – Il vent’otto di ogni mese, alle sei di pomeriggio.

SPACCIATORE – Va bene, ci sarò. Ora, se mi dai l’acconto, io me ne andrei chè ho già persotempo prezioso.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Aspettami qui.(Va alla porta della camera da letto e bussa)Apra, Anna, non abbiatimore, sono io, Piero. (La porta si schiude e s’intravede il viso di Anna ancora spaventata) Tutto a posto, mi faccia entrare. (La porta si apre del tutto. Piero entra in camera da letto e la porta si richiude subito. Una pausa, durante la quale lo Spacciatore si accende una sigaretta, curiosando sugli oggetti sparsi per la stanza, fin quando la porta della camera da letto si riapre facendo passare Piero ed Anna)

SPACCIATORE – Ciao, bellezza. Finalmente ci si rivede! Come te la sei passata senza di me tuttoquesto tempo? (Anna non risponde) Ho capito, sto perdendo il mio tempo! (Poi, a Piero) Dove sono i miei soldi?

PIERO - Un momento, prima ho bisogno di qualche conferma da parte di Anna.

SPACCIATORE – Grandissimo figlio di puttana, non ti fidi della mia parola?

PIERO – Intanto, modera i termini di fronte ad una signora e stai calmo! I soldi che sto per dartinon sono bruscolotti; sono il frutto del mio lavoro; devo, perciò, verificare per essere certo che ti spettino. Anna, il signore mi ha detto di averle dato droga per cinquemila euro. E’ vero?

ANNA – Non so esattamente a quanto ammonta la somma, ma posso affermare che è una grossacifra.

PIERO – Può essere anche meno di cinquemila euro?

ANNA – Non lo so.

SPACCIATORE – (Che comincia a perdere la pazienza)A che giuoco stiamo giocando?(Tirafuori un taccuino) E’ tutto scritto qui, dose per dose. C’è anche la data di quando gliel’ho data. Puoicontrollare tu stesso!

PIERO – Non c’è bisogno. Anna, io sto consegnando al signore duemila e cinquecento euro inacconto delle cinquemila che lei gli deve e, ad ogni fine mese, gli darò cinquecento euro fino ad estinguere il debito.

ANNA – Perché lo fa?

PIERO – Questi sono affari miei.(Allo Spacciatore)Tieni, controllali.

SPACCIATORE – (Contando i soldi)Ci sono tutti.(Poi ad Anna, dandole una bustina con unadose di droga) Questa te la regalo!

ANNA –(Stende la mano per prenderla, ma Piero è più lesto e la prende lui)

PIERO – Non le serve più, te la puoi tenere!(Gliela restituisce)Anna, da questo momento, nonprenderà più droga!

ANNA – (Disperata e delusa)L’ultima, ti prego, poi smetterò, te lo prometto!

PIERO – Se te la lascio prendere, poi ne vorrai un’altra e poi un’altra ancora e non ci sarà mai fine!

ANNA – No, solo questa, te lo giuro! Ne ho di bisogno!


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Basta così!(Allo Spacciatore)Tu puoi andare.

SPACCIATORE – Fagliela prendere o, più tardi, devi venire a cercarmi.

PIERO – (Con decisione)Ho detto che puoi andartene!

SPACCIATORE – Come vuoi… Comunque, eventualmente, Anna sa dove trovarmi.

PIERO – Anna ha smesso di assumere droga!

SPACCIATORE – Amico, ti sei cacciato in un bel guaio!

PIERO – Sono affari miei.(Gli apre la porta d’ingresso e lo fa uscire)

ANNA – (Cerca d’impedirgli      di uscire, gridando disperatamente) No, aspetta!… Non andar via!

Ho bisogno subito di una dose!

PIERO –(Lottando con Anna per chiudere la porta, ma finalmente ci riesce)Tu hai smesso diprendere quel veleno!

ANNA – Ma io ne ho bisogno!

PIERO – Ne farai a meno!

ANNA – Tu non puoi capire quel che si soffre quando si è in astinenza!

PIERO – Soffrirai le pene dell’inferno, ma, alla fine, smetterai di soffrire!

ANNA – Ma chi sei tu che ti arroghi un diritto che non ti appartiene?

PIERO – Sono un amico che si sta affezionando a te e desidera che tu esca dal tunnel buio dove tisei cacciata.

ANNA – Non hai alcun diritto su di me! Sulla mia persona comando solo io perciò, lasciami uscire,che voglio raggiungere il mio fornitore!

PIERO – Mi dispiace, ma tu non andrai da nessuna parte!

ANNA – Me la regalava la roba, capisci?

PIERO – Ma la prossima la devi pagare! Con quali soldi?

ANNA – Hai ragione, ma io sto molto male!… Ho freddo, molto freddo!

PIERO – Ti passerà!… Stai calma, non ti agitare che ti passerà!

ANNA – Non vedi come sto tremando? Tu non immagini quello si soffre quando si è nelle miecondizioni! Aiutami, ti prego, sto morendo dal freddo!

PIERO – Ti prendo una coperta.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ANNA – No, non mi lasciare! Vieni, abbracciami, ti prego!(Piero esegue)Stringimi forte… ancorapiù forte! Trasmettimi il tuo calore!

PIERO – (Tenendola sempre stretta)Non aver paura, ci sono io con te ad aiutarti!

ANNA – Non mi devi lasciare mai! Stringimi ancora più forte che il freddo aumenta!(Trema,infatti, come una foglia e comincia a delirare dicendo parole senza senso. Poi, comincia a gridare ed ad inveire contro tutti, Piero compreso) Grandissimo figlio di puttana, perché non mi hai fattoprendere quella dose? Sei un disgraziato! Io ti odio, sì, e ti odierò sempre fino alla morte!… Voglio morire!… Meglio la morte se non riesco ad avere la roba!… Datemi la mia roba!… Una sola dose, ve ne prego!… Aiutatemi, ve ne prego! (Piero la tiene stretta e la conforta con parole amorevoli, mentre la luce si affievolisce sempre di più fino a farsi buio. Anna scompare e ritorna Tonino che riprende il suo posto sul divano accanto a Piero. La luce si riaccende e continua il racconto)

SCENA SECONDA

Piero e Tonino.

TONINO – Ha sofferto molto la mia mamma?

PIERO – Moltissimo, ma, alla fine, ce l’ha fatta.

TONINO – Papà, mi spieghi cos’è la droga?

PIERO – Purtroppo è la piaga della Società.

TONINO – Che significa?

PIERO – Significa che è la rovina di tanti giovani incoscienti che, volendo provare sensazioninuove o dimenticare qualche momento negativo della loro esistenza o una delusione amorosa, credendo di stare meglio e di superare quei momenti brutti, cominciano ad assumerla. Sprecando i giorni più belli della loro giovinezza e, spesso, rischiando la vita.

TONINO – Perché?

PIERO – Tesoro, tu non puoi capire: sei troppo piccolo!

TONINO – La maestra mi ha detto che la droga fa entrare in un tunnel buio senza fondo da cui èdifficile uscirne.

PIERO – E’ proprio come ti ha detto la maestra.

TONINO – Ma io voglio sapere di più di questo maledetto male della Società perché c’è incappataanche la mia mamma.

PIERO – E va bene, è meglio che tu sappia! La droga, che può essere cocaina, eroina, morfina,canapa indiana ed oppio, è una sostanza tossica, cioè velenosa, che viene estratta dal papavero; non quello che cresce nei nostri campi, ma in oriente o in sud America; ed altera profondamente la personalità fisica e psichica di chi ne fa uso prolungato, producendo uno stato di ebbrezza, cui subentra col tempo uno stato di bisogno, determinato dai disturbi collegati all’astinenza, anche


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

breve, della droga. Uno, cioè, non può farne a meno; deve continuare a prenderla altrimenti soffre moltissimo e rischia di commettere atti inconsulti per procurarsi la dose e poter star meglio.

TONINO – Che cosa sono gli atti inconsulti?

PIERO – Sono quegli atti che si commettono al di fuori della propria volontà e che hanno una certagravità.

TONINO – Fammi un esempio!

PIERO – Quando uno si mette a rubare o a prostituirsi per procurarsi la roba.

TONINO – Si arriva a questo?

PIERO – E qualche volta anche all’omicidio perché, quando si è sotto l’effetto della droga, non si èpadroni delle proprie azioni.

TONINO – Ma la mamma non è arrivata a tutto questo, vero?

PIERO – Ha perso il lavoro e ha fatto dei debiti, rischiando la vita come ti ho già raccontato.

TONINO – Ma quando il suo fornitore stava per andare via e tu non hai permesso che le desseun’altra dose, la mamma ha sofferto molto: sentiva freddo, piangeva, gridava… Perché?

PIERO – Perché è subentrata la fase di astinenza e il suo fisico, che era abituato ad introitare quelveleno, una volta terminato il suo effetto, ha cominciato a sentirne la mancanza ed ha reagito col freddo, col pianto e con la disperazione perché non poteva avere quello di cui aveva bisogno.

TONINO – E’ una brutta bestia la droga!

PIERO – Proprio così, e tu devi imparare a star lontano da essa!

TONINO – Come faccio a stare lontano se non la conosco?

PIERO – Non occorre che tu la conosca, anzi non la devi mai conoscere. Devi, però, diffidare ditutti coloro che cercheranno con sotterfugi di fartela conoscere adducendo scuse banali, ma interessate. C’è, ad esempio, chi, carpendo l’ingenuità dei bambini, offre loro delle caramelle. Non bisogna mai accettare niente dagli sconosciuti, ma diffidare di loro, perché quelle caramelle possono contenere droga.

TONINO – Anche questo ci ha detto la maestra.

PIERO – Bisogna accettare sempre i suggerimenti degli insegnanti perché, prima di essere docenti,sono delle mamme o dei papà e non possono far male ai loro alunni; sarebbe come far male ai loro stessi figliuoli.

TONINO – Ho capito, papà. Ti prometto che starò sempre lontano dalla droga e, se qualcuno,all’uscita della scuola, cercherà di darmi la caramella che contiene droga, io rifiuto e lo vado a dire alla mia maestra che lo denuncerà alla Polizia.

PIERO – Ma come farai tu a riconoscere che la caramella contiene droga?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

TONINO – Perché uno che non conosco mi deve offrire una caramella? Vuol dire che ha unoscopo! Così, lo vado a dire alla maestra e penserà lei a denunciarlo.

PIERO – Bravo, Tonino, vedo che hai imparato la lezione!

TONINO – Raccontami, ora, come vi siete messi insieme con la mamma. Lei, quando ha superatola crisi dell’astinenza, è andata via?

PIERO – Sono passati diversi giorni prima di superare la crisi. La mamma aveva bisogno diqualcuno che le impedisse di uscire a cercarsi la dose, perché ne sentiva ancora il bisogno, e che le stesse vicino a confortarla e incoraggiarla amorevolmente. L’ho fatta, perciò, rimanere in casa mia.

TONINO – Ma quando tempo è passato prima che stesse bene?

PIERO – E’ trascorso più di un mese.

TONINO – E nel frattempo vi siete messi insieme?

PIERO – Non subito, però abbiamo capito che entrambi avevamo bisogno l’uno dell’altra.

TONINO – Vi siete innamorati?

PIERO – Sì, ci siamo innamorati e, dopo qualche tempo, ci siamo messi insieme.

TONINO – E la mamma è rimasta a vivere con te?

PIERO – Certo, la mamma non aveva più casa, non aveva più nessuno, perciò questa è diventata lasua casa.

TONINO – Ma poi vi siete sposati?

PIERO – Non subito. Quando ci siamo resi conto che la nostra vita dovevamo percorrerla insieme,abbiamo deciso di regolarizzare la nostra unione col matrimonio.

TONINO – E’ stata bella la cerimonia?

PIERO – Molto semplice. Eravamo noi e i testimoni, ma è stata molto intensa e commovente.

TONINO – Chi sono stati i testimoni? Scommetto che sono stati zio Mario e zia Francesca.

PIERO – Hai indovinato. Sono stati proprio loro. Ma come hai fatto ad indovinare?

TONINO – Sono i tuoi amici più cari e affezionati.

PIERO – Tu sei molto perspicace.

TONINO – Papà, raccontami della cerimonia del matrimonio e di quello che c’è stato dopo.

PIERO – E’ proprio mia intenzione raccontarti ogni cosa di me e della mamma perché te lo devo.Ascolta… (Buio e cambio scena)


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

QUADRO SECONDO

Mario, Francesca e Roberto, e poi Piero ed Anna

E’ il giorno del matrimonio di Piero ed Anna. Nella stanza vi sono parecchi vasi con fiori bianchi sparsi sui mobili. E’ quasi l’una e si attende l’arrivo degli sposi che, come di consueto, sono in giro per la città a farsi fotografare. In scena ci sono i testimoni, Mario e Francesca, amici per la pelle di Piero ed ora anche di Anna, e un ex collega di lavoro di Anna, Roberto, che è stato il compare degli anelli: Tutti e tre attendono trepidanti l’arrivo degli sposi.

FRANCESCA – Che ore sono?

MARIO – (Guardando l’orologio da polso)Mancano dieci minuti all’una.

FRANCESCA – Come mai non sono ancora arrivati? Dal Municipio siamo usciti alle undici menoun quarto!

ROBERTO – Si sa come vanno queste cose: una foto tira l’altra e il tempo passa inesorabilmente.

Non ho mai visto una coppia di sposi arrivare puntuale al luogo del rinfresco.

MARIO – La colpa è certamente del fotografo che se li trascina di qua e di là in cerca di posticaratteristici dove ritrarre i due sposini.

FRANCESCA – Beh, tanto, non siamo in un locale dove i camerieri ci possono far fretta. Siamo incasa degli sposi, dove consumeremo un pranzo abbondante e particolare, ma in maniera informale, alla buona, tra amici.

ROBERTO – Ma, fra non molto, arriveranno i camerieri con il pranzo!

FRANCESCA – Aspetteranno. Sono pagati per questo.

MARIO – Francesca, non è il caso che facciamo trovare la tavola apparecchiata? Perché nonapparecchi?

FRANCESCSA – Ci penseranno i camerieri che porteranno tutto l’occorrente: tovaglia, posate,bicchieri e tutto ciò che occorrerà.

MARIO – Scusa, non lo sapevo.

FRANCESCA – Ora lo sai. E non fare altre domande inutili.

MARIO – Non parlo più.

ROBERTO – Se non sono indiscreto, posso osare una domanda anch’io?

FRANCESCA – Mi prendi in giro?

ROBERTO – Non mi permetterei mai…

FRANCESCA – E, allora, perché, mi chiedi se puoi osare?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ROBERTO – A tuo marito hai detto di non fare domande inutili.

FRANCESCA – Anche la tua è una domanda inutile?

ROBERTO – Non lo so… forse… ma non credo.

FRANCESCA – Questo, sì, che è parlar chiaro! Non lo sai, lo sai forse, ma non lo credi? O lo sai onon lo sai!

ROBERTO – Non ne sono più tanto sicuro!

FRANCESCA – Insomma, la vuoi fare o no questa domanda?

ROBERTO – Se ti dicessi che ho dimenticato quello che ti volevo chiedere, mi crederesti? MARIO – Oh, questa è bella davvero!

FRANCESCA – Non ci credo, tu lo fai apposta per prendermi in giro.

ROBERTO – Te lo giuro, non ricordo più. Mi hai confuso con l’incalzare delle domande che mihai fatto!

FRANCESCA – Veramente, eri tu a volermene fare una e ancora non l’hai fatta, ed io sono moltocuriosa per ciò che mi volevi chiedere.

ROBERTO – Ah, mi sono ricordato!

FRANCESCA – Sia ringraziato Iddio!

MARIO – Era ora! Cominciavo ad essere curioso anch’io!

ROBERTO – Sì, ma se parlate ancora, la dimentico di nuovo!

FRANCESCA – Non parliamo più. Su, fai questa benedetta domanda!

ROBERTO – Dove andranno in viaggio di nozze?

MARIO – Era questa la famosa domanda per cui ci siamo scervellati?

ROBERTO – Veramente, mi sono scervellato solo io! Perciò, qual’è la risposta?

FRANCESCA – Top secret!

ROBERTO – E’ segreta per me o lo è anche per voi?

MARIO – Lo è anche per noi. Almeno che Anna non l’abbia confidato a Francesca. Sai qualcosatu?

FRANCESCA – Non me l’ha confidato. Non so proprio niente. Lo sapremo dalle cartoline che ciinvieranno.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ROBERTO – Se ce le invieranno?

MARIO – Per questo ci puoi contare. Piero è una persona compita.

ROBERTO – Da quanto tempo vi conoscete con Piero?

MARIO – Io, da sempre. Abbiamo fatto insieme le elementari, la scuola media, l’Istituto TecnicoCommerciale ed anche il servizio militare.

ROBERTO – Due vite parallele, insomma! Francesca, e tu?

FRANCESCA – Io, da quando mi sono fidanzata con Mario. Siamo diventati subito amici perchési usciva quasi sempre insieme.

ROBERTO – Uscivate voi tre soltanto? Piero non costituiva il terzo incomodo?

FRANCESCA – A parte il fatto che Piero è una persona molto discreta e sapeva comportarsiquando uscivamo noi tre soltanto, ma quasi sempre si usciva in quattro perché portavo qualche mia amica.

ROBERTO – E Piero non ha mai trovato l’anima gemella tra queste tue amiche?

MARIO – Veramente, una volta, ha avuto una storia con Michela, ma è finita subito perincompatibilità di carattere.

FRANCESCA – Michela era troppo assillante, possessiva e, soprattutto, molto gelosa. ROBERTO – Ed è rimasto single fino a che non ha conosciuto Anna?

FRANCESCA – Probabilmente avrà avuto altre storie, ma a noi non ha mai detto niente. MARIO – Non ha avuto altre storie, solo amicizie. Ma tu, perché ci fai queste domande su Piero? ROBERTO – Semplice curiosità.

FRANCESCA – Non è, per caso, che tu sia geloso di Piero?

ROBERTO – Perché dovrei esserlo?

FRANCESCA – Perché si è innamorato ed ha sposato Anna.

ROBERTO – E con questo?

FRANCESCA – Se non sbaglio, Anna è stata una tua collega di lavoro. Non è che eri innamoratodi lei e speravi tu di impalmarla?

ROBERTO – Ma niente affatto. Eravamo colleghi e basta.

FRANCESCA – Generalmente tra colleghi, spesso, scatta la scintilla dell’innamoramento.

ROBERTO – Anna mi ha sempre considerato un amico.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

FRANCESCA – Per te era la stessa cosa o nutrivi dei sentimenti per lei?

ROBERTO – No, no…

FRANCESCA – Che c’è di male se ci si innamora di una collega come Anna che è una gran bellaragazza?

ROBERTO – Non c’è niente di male, ma non c’è stato nessun innamoramento.

FRANCESCA – Il tono della tua voce dice tutto il contrario.

MARIO – Francesca, smettila, non essere curiosa e, soprattutto, indiscreta!

FRANCESCA – Scusami, Roberto, se sono stata indiscreta, ma io resto del parere che una bellaragazza come Anna può aver fatto innamorare più di un collega!

MARIO – Ma se Roberto ti ha dichiarato che non lo ha fatto innamorare, puoi crederlo.

FRANCESCA – Sarà come dice, ma io resto della mia opinione!

ROBERTO – Ebbene, sì, Anna mi ha fatto innamorare di lei, ma ha sempre respinto le mie avance.

FRANCESCA - (A Mario)Hai visto che non mi sbagliavo?

MARIO – Sei diabolica!

FRANCESCA – Modestamente, so leggere nel tono della voce delle persone.

ROBERTO – Sono stato molto innamorato di Anna, ma lei mi ha sempre respinto considerandomisoltanto, più che un amico, un fratello. Però, tutto ciò mi ha lasciato uno scrupolo.

MARIO – Che scrupolo?

ROBERTO – Anna, dopo quanto è successo tra di noi, si è dimessa dal lavoro senza alcun motivoed è sparita. L’ho incontrata, per caso, qualche mese fa e mi ha comunicato che stava per sposarsi e ci teneva che io fossi presente alla cerimonia. Ma delle sue dimissioni e della sparizione non mi ha voluto dire niente.

MARIO – Non possiamo esserti d’aiuto; del suo passato non sappiamo niente.

FRANCESCA – Capirai, non abbiamo mai voluto essere indiscreti. Tutto quello che sappiamo diAnna, ce l’ha raccontato lei. La rispettiamo e le vogliamo bene perché è una squisita persona, molto buona e, soprattutto, molto affettuosa.

ROBERTO – Lo è sempre stata. Piero è un uomo fortunato.

MARIO – Noi, invece, siamo sfortunati!

ROBERTO – Oh, e perché mai?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

FRANCESCA – Non capisco! Che vuoi dire, Mario?

MARIO – Voglio dire che stiamo morendo di fame e gli sposini non si decidono a rientrare.

FRANCESCA – Appena arrivano, gli chiediamo la giustificazione per il ritardo e, se non la danno,li mettiamo in castigo e a letto senza cena! (A questo punto, si sente suonare il citofono) Mario, rispondi: saranno loro!

MARIO – O i camerieri con il pranzo.(Va al citofono e risponde)Chi è?(Poi)Sono loro!

FRANCESCA – Oh, bene, prepariamoci ad accoglierli!

MARIO – Il riso, da lanciare per augurio, dov’è?

FRANCESCA – E’ pronto. Lo vado a prendere.(Da una scansia della libreria prende una scatoladi riso e lo distribuisce ai due, trattenendone anche un po’ per sé. Finalmente, gli sposi arrivano, Mario apre la porta d’ingresso e avviene il lancio del riso) Auguri!

MARIO E ROBERTO – Auguri!… Auguri!…

FRANCESCA – Benvenuti nel vostro nido d’amore!

PIERO ED ANNA – Grazie!… Grazie!

MARIO – Ci avete messo un bel po’ di tempo per le foto!

PIERO – Scusateci, ma questo è il giorno più bello della nostra vita e lo volevamo immortalare nelmigliore dei modi.

ANNA – Quando diventeremo vecchi, ci consolerà il filmino che abbiamo girato e le foto che cihanno scattato. Attraverso questi ricorderemo i momenti felici del nostro matrimonio.

FRANCESCA – E i vostri figli potranno vedere la gioia che vi sprizzava dai vostri occhi come sefossero stati presenti anche loro alla cerimonia della vostra unione.

ANNA – I nostri figli? Quali figli?

FRANCESCA – Quelli che verranno!

ANNA – Tu già li hai fatti nascere!

FRANCESCA – Non mi dire che i bambini non ti piacciono perché non ci credo!

ANNA - Oh, sì, tantissimo! E ne vorrei avere almeno quattro!

PIERO – Oh, non esageriamo! Il bilancio familiare non ci consente di avere una famiglianumerosa!

FRANCESCA – Avrete quelli che la Provvidenza vi manderà!

MARIO – Oh, dico, vi sembra il momento di parlare di figli e di nipoti!?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Tu, Mario, ci hai fatto diventare addirittura nonni!

MARIO – Dicevo per dire.

ROBERTO – Insomma, vogliamo brindare ai novelli sposi, si o no? Francesca, vai a prendere lochampagne dal frigo e i calici!

FRANCESCA – Io prendo i bicchieri; tu, Mario, prendi lo champagne.

MARIO – Subito.(Esegue. Intanto Francesca prende i bicchieri e li distribuisce a tutti. Mario, nelfrattempo, stura la bottiglia di champagne e versa il contenuto in ciascun calice, poi, brindando, grida) Lunga vita ed eterna felicità ai nostri amatissimi sposini!

ROBERTO – Che possano festeggiare cento anniversari di questo radioso giorno!

FRANCESCA – Auguri e figli maschi!

TUTTI – Auguri!

PIERO E ANNA – Grazie, grazie!

S I P A R I O


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ATTO SECONDO

La stessa scena del primo atto. Il racconto continua. I due sono sempre seduti sul divano e il bambino è molto attento e interessato al racconto di Piero.

SCENA PRIMA

Piero e Tonino.

TONINO – Papà, grazie. E’ stato un bel racconto; non lo scorderò mai.

PIERO – Bene, sono contento che ti sia piaciuto, ma ora andiamo a letto ché s’è fatto molto tardi.

TONINO – Io ancora non ho sonno. Devi continuare a raccontare.

PIERO – Ma cosa vuoi che ti racconti ancora?

TONINO – Quello che è avvenuto dopo.

PIERO – Dopo sei nato tu e siamo stati molto felici per la tua nascita.

TONINO – Dopo quanto tempo sono nato?

PIERO – Dopo quasi un anno dal matrimonio. La mamma è rimasta incinta subito ed hacominciato ad aspettarti con tanta gioia, ma anche con tanta ansia.

TONINO – Perché con tanta ansia?

PIERO – Perché l’attesa di un figlio porta sempre tante preoccupazioni, perché si va incontroall’incerto. Non si sa mai quello che potrà capitare durante la gestazione e, soprattutto, durante il parto. Mettere al mondo un figlio, da parte di una madre, non è una cosa semplice. C’è sempre il dubbio che le cose non vadano per il verso giusto e il timore che il nascituro venga al mondo non in perfetto stato di salute o, peggio ancora, con qualche imperfezione fisica.

TONINO – La maestra, però, ci ha detto che le future mamme, prima del parto, fanno tante analisiper accertarsi che il loro bimbo sia sano e senza difetti.

PIERO – La mamma, infatti, ha fatto tutti gli accertamenti di rito che sono risultati tutti favorevoli,ma resta pur sempre un po’ di preoccupazione.

TONINO – Ma tutto è andato bene, non è vero?

PIERO – Molto bene, anzi benissimo. Tu sei nato sano come un pesce e bello come un Adone!

TONINO – Che cos’è un Adone?

PIERO – Adone era un giovane bellissimo della mitologia greca. E tu sei bello come lui!

TONINO – Lo sono per te, perché sono tuo figlio e tu mi vedi bellissimo, ma forse non lo sono pergli altri.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Lo sei anche per gli altri; lo sei per tutti! Quando sei nato, eri talmente bello che sembraviun bambinello del presepio. L’ostetrica, che ha aiutato la mamma a partorire, era talmente orgogliosa di te che t’ha portato in giro per la clinica per mostrarti alle altre madri, che hanno invidiato la mamma per aver fatto un figlio così bello.

TONINO – E la mamma è stata felice per la mia nascita?

PIERO – Felicissima! Le sgorgavano dai suoi occhi lacrime di gioia perché era diventata mammadi un bellissimo bambino che tutti le invidiavano!

TONINO – E poi?

PIERO – E poi, che cosa?

TONINO – Raccontami il seguito. Voglio sapere tutto!

PIERO – E, poi, niente. Tu crescevi molto bene e noi eravamo tanto felici e sereni finché non èsuccesso un fatto increscioso che mi ha molto turbato e di cui ancora mi porto dietro un gran rimorso e lo scrupolo che, quello che è successo dopo, è stato per colpa mia.

TONINO – Quale fatto? Raccontami.

PIERO – Ricordi che ti ho parlato di un certo Roberto, un ex collega della mamma, che almatrimonio è stato il compare degli anelli?

TONINO – Il collega di lavoro che era innamorato di mamma? Ricordo perfettamente. Che hafatto?

PIERO – Una mattina, tornavo dal lavoro prima del solito, perché non stavo molto bene, e l’hotrovato in casa ad importunare la mamma.

(La luce si dissolve lentamente, Tonino e Piero scompaiono e la scena resta momentaneamente vuota)

QUADRO PRIMO

Anna e Roberto, poi Piero, e poi Mario e Francesca.

Quando si riaccendono le luci, la scena è ancora vuota. Si sente suonare il campanello dell’ingresso, Anna entra in scena e va ad aprire. Appare Roberto.

ANNA – Oh, Roberto, accomodati. Quale buon vento ti porta?

ROBERTO – Ciao, Anna. Avevo desiderio di vederti, passavo di qua e mi sono detto: questa èl’occasione buona per incontrare Anna che non vedo dal giorno del matrimonio.

ANNA – Grazie per il pensiero. Stai bene?

ROBERTO – Discretamente, ma ora che ti vedo, sto molto meglio.

ANNA – Che cosa posso fare per te?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ROBERTO – Potresti fare molto, solo se pensassi a come vivo male senza più vederti come unavolta.

ANNA – Perché vivi male? E che cosa potrei fare io per farti vivere meglio?

ROBERTO – Deciderti a prendermi in considerazione.

ANNA – Scusa, in che modo potrei prenderti in considerazione? Io ti stimo, ti considero un buonamico, non ti basta?

ROBERTO – La stima e l’amicizia non mi bastano. Te l’ho già detto tante altre volte.

ANNA – E come ti ho già risposto tante altre volte, ti ripeto: non posso darti di più!

ROBERTO – Perché sei così ostinata? Io potrei farti tanto felice!

ANNA – Io sono già tanto felice, più di quanto tu non possa immaginare! Ho un maritomeraviglioso che mi adora e che io adoro e un tesoro di bimbo che è tutta la mia vita. Che cosa potrei desiderare di più?

ROBERTO – L’amore travolgente, pieno di ardore e di passione!

ANNA – L’amore travolgente, come lo intendi tu, è come un fuoco di paglia che si spegne subitocol cessare dell’ardore e della passione. L’amore puro, come l’intendo io, dura invece per l’eternità perché è fatto di tante piccole cose: di stima, di fiducia, di gioia, di sopportazione, di tolleranza, ma, soprattutto, di comprensione. Sto bene così come sono!

ROBERTO – Ma che vita è la tua? Monotona e noiosa, come monotono e noioso è il compagnoche ti sei scelto per la vita!

ANNA – Che ne sai tu di mio marito se lo conosci appena? Quante volte l’hai incontrato? Solo unavolta: il giorno del matrimonio! Come fai a dire che è noioso e monotono? Piero è l’uomo più divertente che io abbia mai conosciuto; sprizza simpatia ed allegria da tutti i pori. Non c’è momento della giornata che sia triste o annoiato, sempre col sorriso sulle labbra e con una parola amorevole sulla bocca. Piero è un marito ideale ed io ringrazio Iddio per avermelo fatto incontrare e sposare!

ROBERTO – Ma io posso darti molto di più di quello che tu hai: una casa principesca che, alconfronto del tugurio in cui vivi, è una regia; una macchina sportiva tutta per te; un conto in banca che ti consentirà di fare le spese più voluttuarie che il tuo cuore desidera; la possibilità di fare i viaggi più piacevoli ed esotici che ti permetteranno di visitare ogni angolo del mondo. In poche parole, ti offro la ricchezza che ti consentirà di vivere agiatamente senza la preoccupazione di arrivare al ventisette di ogni mese!

ANNA – Tutto questo con lo stipendio di cassiere di banca?

ROBERTO – Intanto, perché tu lo sappia, io non sono più cassiere da molto tempo. La mia laureain Economia e Commercio mi ha fatto fare carriera: sono direttore di una importante agenzia, ma i miei soldi non provengono dal mio stipendio, ma dalle proprietà di famiglia che ho ereditato insieme al titolo alla morte di mio padre.

ANNA – Sei un aristocratico?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ROBERTO – Proprio così: sono un conte. Non lo sapevi? Come vedi, in seguito, potrei ancheoffrirti il titolo di contessa, se divorzierai da tuo marito e mi sposerai!

ANNA – Ti ringrazio, ma tutto ciò che mi offri non mi interessa perché non ti amo e non potrò maivivere con un uomo che non mi suscita alcun sentimento. Io sto bene come sono, mi basta quello che ho e non desidero altro. La nostra piccola casa è più che sufficiente per noi tre ed io la considero il nostro nido d’amore; della macchina sportiva non so cosa farmene perché non amo la velocità né l’ostentazione. L’utilitaria di Piero è più che sufficiente per noi tre. In quanto al conto in banca e ai viaggi, ci rinuncio volentieri: il poco che possediamo e le gite fuori porta per noi sono più importanti del giro del mondo in ottanta giorni perché possediamo la gioia di vivere.

ROBERTO – Scusami, Anna… Ho sbagliato parlandoti in questo modo, ma io speravo disorprenderti con tutto ciò che io potrei offrirti, senza pensare che tu sei una persona umile, ma con la testa sulle spalle e non ti lasci facilmente abbagliare da cose frivole ed effimere. Ti prego di dimenticare quello che ti ho detto, tranne che ti amo dal primo giorno che ti ho conosciuta e non ho mai cessato di farlo, neanche quando tu sei scomparsa dalla circolazione. Per me è stato un inferno il non vederti più. Ti ho cercata ovunque senza riuscire a trovarti e, quando ti ho incontrata per caso, dopo anni di ricerche, ho toccato il cielo con un dito. Ed ora che ti ho ritrovata, non voglio perderti di nuovo.

ANNA – Roberto, non dire più niente perché è inutile. Finiamola qui e lasciami in pace.

ROBERTO – Non posso finirla perché tu mi sei entrata nel sangue ed io ti voglio con tutta l’anima.Anna, devi essere mia!

ANNA – Ma tu sei pazzo!

ROBERTO – Sì, sono pazzo… pazzo di te!(L’abbraccia e cerca di baciarla sulla bocca. Anna sidibatte per sciogliersi dall’abbraccio, ma senza riuscirvi. A questo punto, arriva Piero e li sorprende abbracciati. Naturalmente rimane di stucco)

PIERO –(Rimanendo davanti la porta)Sono forse di troppo? Se volete, posso anche andarmene.(Anna si scioglie finalmente dall’abbraccio e corre ad abbracciare Piero che l’allontana) Stoaspettando una risposta.

ANNA – Ti prego, Piero, non dare un giudizio affrettato! Non è come pensi!

PIERO – Che cosa potrei pensare d’altro vedendo mia moglie abbracciata ad un vecchioinnamorato?

ANNA – Ti giuro, sono innocente!

ROBERTO – Ad onor del vero, è come dice Anna…

PIERO – Devo credere, allora, che tu sei un mascalzone ed hai approfittato della buona fede di miamoglie?

ROBERTO – Non ho approfittato di niente. Io amo Anna, da molto prima che tu la conoscessi!

PIERO – Ed ora sei venuto per continuare quello che avevate interrotto un tempo?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ANNA – No, non è così! Io non l’ho mai amato e l’ho sempre respinto!

PIERO – Ma ora eri tra le sue braccia!

ANNA – Mi ha abbracciato di sorpresa, te lo giuro!

ROBERTO – E’ vero.

PIERO – Facciamo finta di crederci!(A Roberto)Intanto, vattene! Ma non credere che la cosa siafinita qui. Ti verrò a cercare e ce la discuteremo insieme, da uomo a uomo!

ROBERTO – A disposizione, ma non abbiamo niente da discutere!

PIERO – Questo si vedrà. Cerca di non farti più vedere in casa mia o non uscirai illeso come ‘stavolta! (Roberto, a capo chino, esce senza salutare)

ANNA – (Dopo che è uscito Roberto)Piero, ti prego, devi credermi! Tra me e Roberto non c’è statoe non c’è tutt’ora niente: E’ vero, mi ha sempre fatto la corte, ma io l’ho sempre respinto.

PIERO – Come mai, allora, si trovava qui?

ANNA – Si trovava a passare ed ha pensato di venirmi a salutare.

PIERO – E vuoi che io ci creda?

ANNA – E’ così, te lo giuro!

PIERO – Non è che aveva voglia di venire a trovare l’innamorata?

ANNA – Ma che dici? Io amo solo te e ti sono immensamente grata per tutto quello che hai fattoper me!

PIERO – Mi ami per un senso di gratitudine per quello che ho fatto per te?

ANNA – Ma no!… Ti sono grata per avermi salvata due volte: dallo spacciatore che volevauccidermi, accollandoti il mio debito e, soprattutto, aiutandomi a venir fuori dal tunnel della droga. Ma il mio amore per te è nato dopo, quando ho potuto apprezzare le attenzioni che avevi nei miei confronti e i sentimenti che nutrivi per me.

PIERO – E per ricompensa, ti fai trovare tra le braccia del tuo innamorato. E meno male che iooggi dalla banca sono venuto via prima ché, se fossi arrivato qualche minuto dopo, avrei assistito ad uno spettacolo squallido e indecente.

ANNA – Sei ingiusto! Non avresti assistito ad alcuno spettacolo, né squallido e tanto menoindecente! Te l’ho giurato che sono innocente. Cosa posso fare per fartelo credere? Dimmelo tu! Vuoi che lo giuri sul nostro bambino?

PIERO – Lascia stare Tonino! Non ti permettere mai più di metterlo in mezzo per giustificare unavolgarissima tresca!


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

ANNA – Ora stai esagerando ed io non ti posso permettere di offendermi così indegnamente! Hosbagliato amaramente nella mia vita, ho commesso errori madornali che mi hanno fatto rinunciare a tutto quello che avevo conquistato con immani sacrifici, ma non ho mai commesso lo sbaglio di cui tu mi stai accusando cinicamente e brutalmente! E, visto che non credi alla mia innocenza e mi accusi di colpe che non ho commesso, me ne vado, così il tuo orgoglio di maschio è salvo e il tuo onore di marito tradito non viene macchiato! (Ed esce sbattendo la porta. )

PIERO – (Rimasto solo, sfoga la sua rabbia gridandole dietro)E vattene, vattene!… Ma, ti giuroche non metterai più piede in questa casa! Dopo quanto ho fatto per te, è indegno comportarsi in questo modo! La tua è ingratitudine bella e buona, ma te la farò pagare! (Si sente suonare alla porta d’ingresso) Sei tornata? (Apre ed, invece, si trova davanti l’amico Mario) Ah, sei tu?

MARIO – Sì, sono proprio io. Ma che è successo? Abbiamo incontrato Anna per le scale chescendeva come una furia; non si è neanche fermata. Francesca le ha corso dietro. Avete litigato?

PIERO – Sì, abbiamo litigato perché è successa una cosa incresciosa!

MARIO – Deve essere stata una cosa molto seria e grave se Anna è corsa via su tutte le furie senzafermarsi a darci una spiegazione!

PIERO – Sì, purtroppo, una cosa molto grave!

MARIO – Di che si tratta?

PIERO – Lasciamo perdere!

MARIO – A me lo puoi dire: sono tuo amico!

PIERO – E va bene. Oggi sono rientrato prima perché non stavo molto bene. Apro la porta e litrovo abbracciati!

MARIO – Chi trovi abbracciati?

PIERO – Anna e Roberto.

MARIO – Anna e Roberto? Ne sei sicuro?

PIERO – Vuoi che non capisca quando vedo con i miei occhi due persone che si stannoabbracciando? Sono amanti!

MARIO – Come fai a dirlo? Forse te l’hanno confessato?

PIERO – No, ma la tresca dura sin da quando lavoravano insieme.

MARIO – Ne sei sicuro?

PIERO – Perché, allora, l’ha invitato a fare da compare degli anelli al nostro matrimonio?

MARIO – Scusa, ma se fossero stati amanti, perché non sposava lui invece di sposare te?

PIERO – Questo non lo so.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

MARIO – Però, devi chiedertelo il perché, prima di sentenziare un’accusa così grave e, forse,ingiusta!

PIERO – Che ne so? Può darsi che, non volendosi assumere la responsabilità di un legameimpegnativo come il matrimonio, gli abbia fatto comodo di tenersela come amante.

MARIO – Tu hai una fervida immaginazione!

PIERO – Perché dici questo?

MARIO – Perché spari sentenze senza ragionare!

PIERO – C’è poco da ragionare!

MARIO – Ma rifletti! Anna, quando tu l’hai conosciuta, si trovava in cattive acque. Doveva dareun mare di soldi al suo fornitore di droga. Se fosse stata l’amante di Roberto, come tu pensi, non credi che si sarebbe rivolta a lui per essere aiutata? Anzi, non avrebbe neanche fatto quel grosso debito per rifornirsi di droga: aveva l’amante pieno di soldi che l’avrebbe agevolata nel vizio e mantenuta nel lusso.

PIERO – Questo è vero, però, io li ho trovati abbracciati.

MARIO – Come si è giustificata Anna quando li hai sorpresi?

PIERO – Mi ha raccontato che Roberto l’ha abbracciata di sorpresa perché era innamorato di lei sinda quando lavoravano insieme in banca e la voleva fare sua.

MARIO – E’ certamente questa la verità. Anna ti ama, ti ha sempre amato, sin da quando tu l’haisalvata dalla droga ed è venuta a vivere con te. Se fosse stata l’amante di Roberto, che è pieno di soldi, avrebbe sposato te, che vivi con un modesto stipendio di semplice bancario?

PIERO – Non le ho mai fatto mancare niente. Ha avuto tutto quello che desiderava.

MARIO – Perché Anna è una donna semplice che si accontenta di poco, ma non ha certo nuotatonel lusso e nello splendore. Credimi, un’altra donna come Anna non la potresti trovare mai! E’ un’ottima moglie, una splendida madre, una compagna di vita che ti sa comprendere ed aiutare nei momenti più critici della vita. Che cosa potresti desiderare di più? (Pausa) Speriamo, piuttosto, che Francesca riesca a calmarla e a convincerla a tornare.

PIERO – Non ci riuscirà. Anna è molto orgogliosa.

MARIO – Vedrai che ci riuscirà. Io conosco mia moglie. Francesca è molto determinata edostinata. Quando si mette in testa una cosa, non guarda ostacoli, deve riuscire ad ottenere quello che si prefigge. Piuttosto, quando arrivano, chiedile subito scusa e fate la pace.

PIERO – Sempre che sia disposta ad accettarle! L’ho offesa gravemente, pronunciando paroletroppo grosse e pesanti.

MARIO – Tu le scuse fagliele con molta umiltà e, soprattutto, con sincerità. Vedrai che tiperdonerà, perché Anna non sa portare rancore e, poi, ti ama.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Lo dubito.(Si sente suonare il campanello dell’ingresso)

MARIO – Ecco, sono loro. Vai ad aprire!(Piero apre ed appare Francesca)

FRANCESCA – Ciao, Piero.

PIERO –Ciao, Francesca.

MARIO – Sei sola? Ed Anna?

FRANCESCA – Mi dispiace, ma non sono riuscita a convincerla a tornare. Era troppo offesa erisentita nei confronti di Piero. Che cosa le hai fatto? Non mi ha voluto dire che cosa era successo tra voi due. Continuava a piangere e a giurare di essere innocente. Piero, l’hai accusata di qualcosa di grave?

MARIO – Purtroppo, sì. Di essere l’amante di Roberto.

FRANCESCA – Ecco perché era così furiosa! Come hai potuto infangare il suo onore di donna e dimadre?

PIERO - Io l’ho vista con i miei occhi abbracciata a Roberto!

FRANCESCA – Solo abbracciata o si stavano anche baciando?

PIERO – Che cosa cambia?

FRANCESCA – Molto, mio caro. Un bacio compromette, un abbraccio no!

PIERO – Li ho visti solo abbracciati.

FRANCESCA – Ed, allora, perché fai il geloso?

PIERO – Anche tu ti metti contro di me? Li ho sorpresi, capisci?

FRANCESCA – Ma affermare che fossero amanti, mi sembra un po’ troppo!

PIERO – Troppo, dici? Io credo, invece, che tra di loro ci sia da tempo una relazione.

FRANCESCA – Ed io, conoscendo Anna, credo, invece, che non c’è niente di quello che credi tu.Ci si può abbracciare per diversi motivi: per un favore ricevuto, per un complimento molto sincero e sentito, per un commiato! Allora, quando io mi abbraccio a te, mi consideri la tua amante?

PIERO – Che c’entri tu? Tu sei una cara amica!

MARIO – E’ la stessa cosa! Scusa, Roberto non è stato collega di lavoro di Anna? E lei loconsidera un caro amico.

PIERO – Volete avere ragione ad ogni costo, vero?

FRANCESCA – No, ti vogliamo fare ragionare.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

MARIO – Io ci tento a farlo ragionare da quando sono arrivato e c’ero quasi riuscito. Tant’è chePiero, se Anna fosse ritornata, era disposto a chiederle scusa e a farsi perdonare. Non è così, Piero?

PIERO – Ma non è tornata.

MARIO – Vedrai che tornerà.

PIERO – Francesca, ti ha detto dove aveva intenzione di andare? Qui non ha alcun parente.

FRANCESCA – No, non me l’ha detto. Io le ho offerto di venire in casa mia fino a che non si fossecalmata, ma lei non ha voluto accettare perché sarebbe stato il primo posto dove tu l’avresti cercata; e lei, mi ha detto, che non vuole più farsi trovare.

PIERO – Come sarebbe che non vuole più farsi trovare? Vuole scomparire dalla faccia della terra?

FRANCESCA – Non prendere alla lettera quello che mi ha detto. Era troppo esacerbata e dicevacose senza senso.

MARIO – Per l’appunto, non prendere in considerazione le parole pronunciate in uno stato diesasperazione; non corrispondono alla normalità!

PIERO – Ma devo pur considerarle in qualche modo. C’è un bambino di mezzo. Fossi solo io,potrei accettarlo, con il beneficio dell’inventario, ma c’è anche Tonino! A lui non ci pensa? Ha intenzione di abbandonarlo?

MARIO – Sono cose che si dicono in un momento d’ira.

FRANCESCA – Gliene ho parlato di Tonino; le ho detto di tornare almeno per lui…

PIERO – E lei che ti ha risposto?

FRANCESCA – Che chiederà l’affidamento del bambino.

PIERO – Vuole chiedere la separazione?

MARIO – Ma, no… Francesca avrà capito male!

FRANCESCA – Ha detto proprio così.

MARIO – L’avrà detto, ma non è questa la sua intenzione, ne sono sicuro!

PIERO – Come fai ad esserne così sicuro se non hai parlato con lei?

MARIO – Perché conosco Anna. Lei ti ama e non potrà mai separarsi da te!

PIERO – Ma io le ho fatto un torto grandissimo offendendola così gravemente. Ora mi rendo contodell’errore che ho commesso e ne sono molto costernato e pentito. Mi sono lasciato accecare dalla gelosia, perché io amo Anna, più della mia stessa vita e non so che cosa farei per tornare indietro. Se lei mi lascia, io non so che farei, non potrei più vivere!

MARIO – Non ti lascerà, vedrai!


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

FRANCESCA – Invece, ne ha tutta l’intenzione.

MARIO – Tu sei iettatrice!

FRANCESCA – Io ho parlato con Anna e so come la pensa! Piero, è meglio che tu faccia qualcosa.

Valla a cercare e fai in modo che torni a casa.

PIERO – Sì, la vado a cercare. Non so dove possa trovarla, ma la cercherò.

MARIO – Andiamo, vengo con te. Quattro occhi fanno più di due!

FRANCESCA – Bene, andate. Io, all’orario, andrò a prendere Tonino a scuola e lo porto a casamia. E’ bene che non sia presente quando tornerà Anna. Potrebbe scioccarsi.

PIERO – Grazie, Francesca, ma cosa dirai a Tonino?

FRANCESCA – Non ti preoccupare, qualcosa l’inventerò per non fargli capire niente. Voi andate.

(Piero e Mario si apprestano ad uscire. Francesca li ferma) Aspettate, scendiamo insieme.

PIERO – Sì, andiamo.(La luce si affievolisce fino a farsi buio e il racconto continua)

SCENA SECONDA

Piero e Tonino.

Piero e Tonino sono seduti sempre sul divano. Continua l’interrogatorio da parte di Tonino.

TONINO – L’avete trovata la mamma?

PIERO – Sì, dopo lunghe ricerche, l’abbiamo trovata.

TONINO – Sei stato cattivo con la mia mamma. L’hai fatta piangere e scappare.

PIERO – Hai ragione, sono stato mostruoso.

TONINO – Perché l’hai fatto?

PIERO – Per gelosia.

TONINO – Che cos’è la gelosia?

PIERO – E’ la paura di perdere quel che si possiede. Ed io avevo il terrore di perdere la tuamamma. Temevo che lei fosse innamorata di un altro e mi lasciasse per sempre.

TONINO – Ma non era vero!

PIERO – Ma io credevo che lo fosse. La mia morbosa gelosia me lo faceva credere e mi accecavacompletamente fino a farmi inveire contro di lei brutalmente. La gelosia è una brutta bestia che ti fa commettere atti inconsulti senza che tu lo voglia.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

TONINO – Io non sarò mai geloso. Darò sempre fiducia alla persona di cui un giornom’innamorerò. Non voglio farla soffrire come ha sofferto la mia mamma.

PIERO – Fai bene, tesoro. A volte, però, lo si è gelosi senza poter dominare questo spiacevole edeprecabile impulso che ti porta all’esasperazione e ti fa commettere atti inconsulti di cui tu, poi, ti penti amaramente.

TONINO – E dimmi, papà, quando l’avete trovata, la mamma è tornata subito a casa?

PIERO – Lei non voleva tornare, ma io e zio Mario l’abbiamo convinta, dopo che io le ho chiestoperdono con la promessa solenne di non comportarmi mai più nei suoi confronti nella maniera balorda di come mi ero comportato.

TONINO – E la mamma ti ha perdonato?

PIERO – Sì, mi ha perdonato. Però, prima che noi la trovassimo, era successo un fatto grave, cheho saputo in seguito, quando, purtroppo, non ho potuto porre alcun rimedio.

TONINO – Che cosa è successo? Voglio saperlo.

PIERO – Sì, ti racconto ogni cosa. E’ bene che tu sappia tutto.

TONINO . Ed io voglio sapere tutto ciò che riguardi la mamma, anche le cose più brutte.

PIERO – Bene, ed io ti dirò tutto. La mamma, dopo che era andata via da casa, disperata perquanto era successo a causa delle mie gravi accuse, sollecitata a tornare da zia Francesca, che aveva cercato in tutti i modi di dissuaderla dai suoi propositi, ma senza riuscirci, ha cominciato a vagare per la città in uno stato di semi incoscienza; il suo istinto di autodistruzione l’ha portata nel luogo dove, di solito, incontrava il suo fornitore di droga il quale, approfittando del suo stato di abbattimento e di disperazione, le ha offerto gratis una dose, che la mamma ha accettato per tirarsi fuori da quello stato di prostrazione in cui era caduta, convinta che una sola dose non la facesse ricadere nel tunnel da cui era uscita dopo immani sacrifici e lotte terribili. Purtroppo, non è stato così: la prima dose ha tirato la seconda e, poi, la terza e così via.

TONINO – E tu, come l’hai scoperto?

PIERO – Dal mio conto in banca che si assottigliava sempre di più a causa dei suoi prelievi perpagarsi la droga e, quando, tornando a casa l’ho sorpresa con lo spacciatore che la riforniva di droga.

TONINO – L’hai sorpresa con lui? E non hai fatto niente per salvarla ancora?

PIERO – Sì, ho tentato…(La luce si affievolisce fino a farsi buio. Piero e Tonino scompaiono, econtinua il racconto)

QUADRO SECONDO

Anna e lo Spacciatore, e poi Piero.

ANNA – Dammi subito la dose che ne ho di bisogno, anzi dammene due. L’altra mi servirà perdomani mattina.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

SPACCIATORE – I soldi ce l’hai?

ANNA - Ce l’ho, non ti preoccupare!

SPACCIATORE – Dammeli.

ANNA – Non ti fidi?

SPACCIATORE – Prima i soldi e poi la droga.

ANNA – Ti ho sempre pagato.

SPACCIATORE – Ora, ma prima mi hai fatto sudare le proverbiali sette camicie per avere i mieisoldi e, se non fosse stato per colui che ora è tuo marito, che si è accollato il tuo debito, i soldi li avrei visti da lontano. Non so se lo farebbe ancora, perciò, dammi i soldi ed io ti darò la droga. E ringraziami che te la porto fino a domicilio senza pretendere il supplemento.

ANNA – Va bene, non farla lunga. Te li vado a prendere.(Si reca in camera da letto per tornare,subito dopo, con i soldi) Ecco, ora dammi le due dosi. (Lo Spacciatore gliele consegna, ma, a questo punto, rientra in casa Piero, che li sorprende)

PIERO – Che sta succedendo?(Allo Spacciatore)Che ci fai tu qui?

SPACCIATORE – Mi trovavo a passare di qui ed ho voluto fare un saluto ad Anna.

PIERO – E lei ti ha pagato la visita?

SPACCIATORE – Come sarebbe a dire?

PIERO – Ho visto che ti dava dei soldi; e tu le hai dato in cambio qualcosa. Era droga?(Alzandola voce) Era droga? (Silenzio da parte dei due) Ho fatto una domanda e pretendo una risposta! Eradroga?

SPACCIATORE – Ebbene, sì. A questo punto, è inutile negare!

PIERO – (Ad Anna)Hai ricominciato daccapo?

ANNA – (Molto imbarazzata)Non ho affatto ricominciato!

PIERO – Bugiarda! E i prelievi che hai fatto dal conto corrente in questi ultimi tempi a che cosa tisono serviti se non hai fatto altre compere?

ANNA – Ho fatto la spesa.

PIERO – Per la spesa c’è il denaro liquido che lascio in casa mensilmente.

ANNA – Non è bastato ed ho fatto qualche prelievo.

PIERO – Prima bastava ed ora non basta più?

SPACCIATORE – Avrà fatto qualche altra spesa per la casa.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Tu, stai zitto che non sei stato interrogato. Anzi, vattene via che qui non sei gradito.(Loprende per il colletto della giacca e lo spinge fuori di casa)

SPACCIATORE – E va bene, me ne vado! Però, che modi!

PIERO – Ringrazia Iddio che non ti prendo a calci in culo!(Lo Spacciatore via)Anna, ti prego,rispondimi. Da quanto tempo hai ricominciato a bucarti?

ANNA – Io non mi buco.

PIERO – Anna, dimmi la verità! Che t’ha dato quell’uomo in cambio dei soldi che ha ricevuto? Eradroga? (Anna non risponde) Hai ricominciato ad assumere la droga?

ANNA – Ti ho detto che io non mi buco!

PIERO – Per chi era, allora, la droga che hai ricevuto dallo Spacciatore?

ANNA – Per una mia amica.

PIERO – Non è vero. Non ti credo!

ANNA – Vuoi fare la stessa scenata come quella che hai fatto quando è stato per Roberto?

PIERO – Io non voglio fare nessuna scenata. Questa volta ti ho proprio visto che gli davi dei soldie, in cambio, lui ti ha dato qualcos’altro. Tu stessa mi hai appena confermato che è droga, che servirebbe per una tua amica.

ANNA – E’ proprio come ti ho detto.

PIERO – Chi è questa tua amica?

ANNA – Tu non la conosci.

PIERO – Anna, non ti rendi conto che ti stai arrampicando sugli specchi?

ANNA – Che vuoi dire?

PIERO – Proprio quello che ho detto. Mi stai dicendo una balla che non si regge in piedi. Perchénon dirmi la verità? Io potrei aiutarti a venirne fuori come ho già fatto quando ci siamo conosciuti. Anna, ti prego, fatti aiutare! Se non vuoi farlo per me, fallo per te stessa e per nostro figlio!

ANNA – Io non sopporto affatto che tu non mi creda! Anche l’altra volta ti ho spergiurato di nonessere l’amante di Roberto, ma tu sei rimasto nelle tue idee! Ora ti ripeto che la droga non è per me e tu continui a non credermi.

PIERO – L’altra volta avevi ragione ed io sono stato un mostro a persistere nell’errore, ma ora èdiverso; ci sono tante incongruenze che parlano a tuo sfavore.

ANNA – Quali, per esempio?


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Prima di tutto, quando ti ho ritrovata dopo che te ne eri andata di casa, ti trovavi nel postodove di solito t’incontravi con il tuo fornitore…

ANNA – Ma non mi hai incontrata assieme a lui!

PIERO – L’hai incontrato prima che io ti trovassi ed ha continuato a rifornirti, tant’è che ora te l’haportata fino a domicilio facendosi sorprendere da me, anche non volendolo.

ANNA – Ti ho già detto che la roba è di una mia amica!

PIERO – E per quale motivo la tua amica deve farsela comprare da te pagandola con i nostri soldi?

ANNA – Non l’ho pagata con i nostri soldi; il denaro me l’ha dato lei.

PIERO – E il nostro conto corrente dimezzato?

ANNA – Te l’ho detto: i soldi mi sono serviti per la spesa.

PIERO – Facciamo finta di crederci. Ora, dammi la droga.

ANNA – No, non te la do. Che diritto hai tu di darmi degli ordini?

PIERO – Non ti sto dando degli ordini: ti sto pregando, invece, perché voglio aiutarti!

ANNA – Ed io non voglio essere aiutata, va bene? Sulla mia persona comando solo io! Chi sei tuche accampi dei diritti su di me?

PIERO – Io sono tuo marito, il padre di tuo figlio e non posso permettere che tu ti rovinacompletamente a causa di questa maledetta piaga della società. Tu sei giovane, non puoi lasciarti andare alla deriva! L’ebbrezza che ti può fornire la droga è solo momentanea e aleatoria; ti stordisce per un po’, facendoti dimenticare le brutture della vita, ma ti fa cadere in un baratro da dove non potrai più risalire! Ed è da stupidi morire a causa della droga! Ti prego, Anna, smetti di assumere ancora veleno! Fatti aiutare!

ANNA – La colpa è tua se ho ricominciato ad assumerla! Tu mi hai spinto a farlo, mancandomi dirispetto e togliendomi la fiducia!

PIERO – Hai ragione, ho sbagliato; l’ho capito subito e ti ho chiesto umilmente perdono, ma nonpuoi colpevolizzarmi per una cosa che non ho commesso! Io non ti ho mai spinto a drogarti, anzi, una volta ti ho tirata fuori dal tunnel in cui era entrata e sono ancora disposto a farlo se tu ti fai aiutare! Ti prego, Anna, fatti aiutare! Dammi la roba che t’ha dato quel delinquente! (Cerca di levargliela)

ANNA – (Lottano un po’ fino a quando lei riesce a svincolarsi)Lasciami! Non ti permettere maipiù di mettermi le mani addosso! Io faccio quel che mi pare e tu non devi intralciare la mia strada. Anzi, sai che ti dico? Me ne vado e questa volta per sempre! (Apre la porta e scappa via. BUIO)


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

QUADRO TERZO

Piero, Mario, Anna e Francesca

E’ trascorso qualche tempo dall’azione del quadro predente. La scena è vuota ma il campanello dell’ingresso fa accorrere Piero ad aprire. Arrivano Mario e Francesca che sorreggono Anna, priva di sensi, e la adagiano sul divano. Anna è molto pallida; ha le occhiaie che lasciano denotare la vita disordinata che ha condotto fino ad ora a causa della droga. Si trova, per l’appunto, esanime a causa di un’over-dose. Piero e gli amici le sono attorno cercando di rianimarla.

PIERO - Che è successo? Dove l’avete trovata?

MARIO – Ai giardini pubblici.

FRANCESCA – Una telefonata anonima ci ha avvertito che Anna si trovava lì e stava molto male.

PIERO – Ma come mai hanno telefonato a voi e non a me?

FRANCESCA – Nella borsetta, Anna teneva un biglietto che diceva che se le fosse successoqualcosa, bisognava avvertire noi.

MARIO – C’era il nostro numero di telefono nel biglietto.

FRANCESCA – Il biglietto è questo.(Glielo consegna)

PIERO – Ma perché l’avete portata qui e non al Pronto Soccorso?

MARIO – Gliela abbiamo portata al Pronto Soccorso. Le hanno fatto una flebo disintossicante, maè stato inutile e ci hanno consigliato di portarla a casa.

PIERO – Questo significa che non c’è più niente da fare? Non è possibile, non può andarsene così!Noi abbiamo bisogno di lei, soprattutto Tonino che è ancora in tenera età ed ha bisogno della sua mamma! Riportiamola all’ospedale! Devono fare qualsiasi cosa per salvarla!

FRANCESCA – Abbiamo insistito tanto perché la ricoverassero, ma ci hanno consigliato diportarcela via.

MARIO – Hanno fatto di tutto per salvarla, ma inutilmente!

PIERO –(Inginocchiandosi accanto alla moglie)Anna, non puoi andartene così! Reagisci! Tu seiuna donna forte, devi lottare e vincere! Fallo per Tonino! Ti prego, reagisci!… Anna, mi senti? Non puoi morire! Ancora sei giovane ed hai tutta una vita davanti a te!

FRANCESCA –(Avvicinandoglisi amorevolmente)Piero, non può sentirti. E’ priva dei sensi ed haperso la conoscenza.


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – Ma io ho bisogno di parlare con lei! Mi deve ascoltare! C’è un bambino che ha bisognodella sua mamma! Che cosa gli racconterò quando mi chiederà di lei?

FRANCESCA – Non mancherà a te di inventare qualcosa per non fargli avere uno choc econfortarlo amorevolmente come sai fare tu.

PIERO – E a me, chi mi conforterà e mi darà la forza di continuare a vivere?

MARIO – Ci saremo noi che ti staremo sempre vicini.

PIERO – Io voglio la mia Anna! E’ lei il mio angelo custode!

FRANCESCA – E sarà lei il tuo angelo custode ed anche di Tonino, e veglierà su di voi sempre,notte e giorno.

PIERO – Ma io la voglio viva, per vederla, per toccarla, per abbracciarla! Anna, ti prego, svegliatie parlami, dimmi che resterai con me! (La scuote disperatamente)

FRANCESCA – Non toccarla. Lasciala morire in pace.

PIERO – Non può morire!… Non deve morire!…(Rivolto al Cielo)Signore, fate che viva! Ve neprego! Non potete permettere che un bambino di nove anni resti senza la sua mamma! Vi prego, fatela vivere ancora! (A questo punto, come per un miracolo, Anna apre gli occhi)

MARIO –(Che se n’è accorto)Ha aperto gli occhi!

FRANCESCA – Il Signore ha accolto la tua preghiera!

PIERO – Anna, amore mio, mi senti? Resta con noi, non te ne andare! Noi abbiamo bisogno di te!(Anna accenna a dire qualcosa, ma le parole non le escono dalla bocca) Amore mio, vuoiparlarmi? Che mi vuoi dire?

ANNA –(Dopo uno sforzo, riesce a parlare)Perdonami, Piero!… Ti ho fatto tanto soffrire… Nonlo meritavi… Tu sei stato sempre buono con me… ed io sono stata una stupida… ho sprecato la mia vita inutilmente…

PIERO – Tesoro, non dire queste cose… è meglio non affaticarti… Stai tranquilla, io ti staròsempre vicino fino a quando non starai bene.

ANNA – No, lasciami parlare, finché ne ho la forza… Piero, è finita!…

PIERO – No, non è finita! Non può essere finita!

ANNA – Avevi proprio ragione: non c’è gusto a morire così, da stupidi!

PIERO – No, Anna, tu non morirai! Io non voglio che tu muoia! Devi continuare a vivere per noi,per me e Tonino che non può restare senza la sua mamma!

ANNA – E’ finita, Piero… è finita veramente… Ti raccomando Tonino… fagli tu da mamma…Perdonami!… (Reclina il capo e muore)


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

PIERO – (Con un grido lacerante)Anna, no!… Non dovevi morire!… Non dovevi lasciarci!…Come facciamo, io e Tonino, senza di te? Saremo due ciechi sperduti nel deserto, due sordi in mezzo ad una folla urlante, due zoppi a cui mancano le stampelle!… Anna, amore mio, anche tu vittima della droga!… (Alzandosi e inveendo, faccia al pubblico) Sia maledetta la droga, questa mortale piaga della società! E siano maledetti coloro che, per il vile denaro, elargiscono disperazione e morte! Quante vittime ha mietuto in tutto il mondo questo letale veleno? Migliaia e quasi tutti giovani, nel fiore degli anni, quando cominciavano a gustare il sapore della vita! Ma io, finché avrò vita, lotterò con tutte le mie forze contro gli assassini di queste giovani vite e, poiché non posso farmi giustizia da solo, li denuncerò alla magistratura e farò in modo che marciscano in un tetro carcere per tutta la vita! Te lo prometto, Anna, non mi rassegnerò a restare indifferente di fronte al dilagare di questa mortale macchia che si estende sempre a vista d’occhio! Vendicherò la tua morte lottando giorno per giorno contro chi reca dolore e morte! (Buio e inizio dell’ultima scena)

SCENA TERZA

Piero e Tonino.

TONINO –(Concludendo le domande con le lacrime agli occhi)La mia mamma, allora, è morta!Non è andata via come tu mi hai fatto capire! Perché non mi hai detto la verità?

PIERO – Perché ti saresti addolorato tantissimo. Per te sarebbe stato uno choc troppo forte.

TONINO – Ora, però, me l’hai raccontata la verità!

PIERO – Tu me l’hai chiesta e a me è sembrato che fossi pronto a trarne le considerazioni.

TONINO – Quali considerazioni?

PIERO – Che la droga porta alla morte. Devi, perciò, diffidare di quelle persone che, presentandosicon l’aspetto per bene, ti fanno dei regali per attirare la tua attenzione, ma appena tu giri loro la schiena, ti pugnalano alle spalle, mostrandosi nella loro vera natura.

TONINO – Stai tranquillo, papà, non mi fiderò di nessuno!

PIERO – Non proprio, ti devi fidare delle persone che conosci e che ti vogliono bene.

TONINO – Come zio Mario e zia Francesca?

PIERO – Sì, come loro. Ed ora vai a dormire ché si è fatto tardi e sei molto stanco.

TONINO – Ma io voglio la mia mamma!

PIERO – Fai una preghiera a Gesù Bambino e addormentati che Lui ti manderà la mamma insogno.

TONINO – Mi assicuri che la mamma verrà?

PIERO – La mamma è accanto a te. Tu non la vedi ma lei, ora, è il tuo angelo custode.

TONINO – Ma io voglio vederla la mia mamma!

PIERO – Sai quello che devi fare per vederla!


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“Fior di Papavero” – due atti di Giambattista Spampinato

TONINO – Mettermi a letto, fare un preghiera a Gesù Bambino e potrò vederla?

PIERO – Proprio così. La preghiera la farò anch’io, così la mamma verrà a trovare anche me.

TONINO – Buona notte, papà!

PIERO – Buona notte, figliuolo!

S I P A R I O

Catania, 22 maggio 2004.

Giambattista Spampinato – Via Orto Limoni n° 60 – 95125 – CATANIA Tel. 095-436657 – Cell. 338.6374574.


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