FIORE DI CACTUS
3 atti di Barillet e Gredy
traduzione di Gerardo Guerrieri
Personaggi:
ANTONIA MARECHAL
IGOR POLANSKI
GIULIANO FOCH
STEFANIA VIGNEAU
LA SIGNORA DURAND
BEBERT CHAMPIGNON
IL COLONNELLO COCHET
LA BIONDA DEL BOTTICELLI
PRIMO ATTO
SCENA PRIMA - L'appartamento di Toinette, al Quartiere Latino o a Montmartre. Uno di quegli appartamenti dove tutto si vede appena si entra. Letto, cucina, fornello, stufa, e forse qualche mobile da soggiorno. Una parte dà sul bagno, e in fondo una finestra. Sono circa le quattro del mattino. Le luci dell'appartamento sono spente ma una fioca luce penetra dall'esterno, rivelando Toinette, distesa sul letto, faccia in giù, priva di coscienza: la sua testa penzola davanti al letto. Una bella ragazza che porta una seducente camicia da notte corta. Una radiolina su uno scaffale manda ritmi shake. Sentiamo qualcuno che bussa alla porta.
VOCE DI IGOR Ehi, là! Mi sentite? Aprite! Aprite! (bussa ancora alla porta) Ehi! Ma qui
c'è odore di gas! Ehi!
TONIA (con voce molto assonnata e con le braccia ancora intorno al collo di lui)
Giuliano, Giuliano.
IGOR Non sono Giuliano.
TONIA (stessa voce) Baciami, Giuliano.
IGOR (guardandosi intorno) Giuliano, chiunque lei sia, io non c'entro... Chiedo
scusa a Giuliano.(si baciano di nuovo)
TONIA (improvvisamente si tira indietro) Ma che mi sta facendo?
IGOR La respirazione artificiale.
TONIA No! Lei mi stava baciando!
IGOR Oh, meno male, è rinvenuta!
TONIA Un momento.. dove sono? Lei chi è..?
IGOR Sono quello che abita qui accanto e che ha sentito odore di gas.
TONIA Gas? Ma io sono viva. Oh Dio, che disgrazia! che disgrazia! Adesso come
faccio? (si butta giù nella posizione di prima)
IGOR Si calmi! Meno male che sono entrato! Era più di là che di qua.
TONIA Perché è entrato?
IGOR Poteva morire.
TONIA Perché si impiccia negli affari degli altri, lei?
IGOR Senta, la prossima volta metta fuori un cartello: "Non disturbare!"
TONIA (gli lancia un cuscino) Maledetto! Mi ha rovinato tutto!
IGOR Se lo vuole sapere: è lei che ha sbagliato tutto. Se si voleva veramente
ammazzare doveva mettere la testa dentro la cucina.
TONIA Che ne sapevo? E’ di seconda mano, non c’erano le istruzioni.
IGOR Almeno poteva pulire il fornello. Cos'è questa roba? Tutti i fori otturati!
TONIA Sarà la salsa del goulash, che si è versata.
IGOR Ah! Si era preparata il pranzetto prima di compiere il gesto fatale?
TONIA C'è poco da sfottere!
IGOR Ma perché? Come le è venuto in mente?
TONIA Ne avevo abbastanza di questa vita.
IGOR La vita, la vita. Fa schifo, siamo tutti d'accordo. Ma poi ci si fuma sopra una
sigaretta e tutto va meglio (le porge una sigaretta) Avanti, su, una boccata!
TONIA Lei crede? (prende una sigaretta, l'accende. Tira una boccata. Le viene un
urto di vomito) Non è meglio per niente!
IGOR Ah già, forse per lei non è molto indicato. Praticamente voleva andarsene
all'altro mondo per Giuliano?
TONIA Che ne sa lei di Giuliano?
IGOR Mi ha chiamato così mentre mi baciava.
TONIA Mentre lei mi baciava! Un momento, e non ha fatto altro?
IGOR Non ne ho avuto il tempo!
TONIA Così dovrei anche esserle grata. Si può sapere chi è lei?
IGOR Mi chiamo Igor Polanski. Piacere!
TONIA Piacere, Tonia Maréchal! Russo?
IGOR No, il nome l'ho inventato io.
TONIA Igor?
IGOR Igor è il mio. Polanski no!
TONIA E perché?
IGOR Sa... per uno che scrive.
TONIA Ah, lei scrive! (improvvisamente recupera un po' d'energia) Ah, è lei quello
che picchia a macchina tutta la notte come un dannato?
IGOR Senta, meno male che battevo a macchina, se no a quest'ora lei..
TONIA Sarei morta come desideravo! (cade di nuovo giù sul letto)
IGOR Ma come, invece di essere contenta?.. (va vicino al letto) Come si chiama?
TONIA Tonia.
IGOR Tonia. Che le ha fatto questo Giuliano?
TONIA Niente.
IGOR Qualcosa le deve aver fatto. L'ha piantata? (Tonia scuote la testa) L'ha tradita?
L'ha picchiata? E' un alcolizzato? Un baro, un ladro, uno sfruttatore?
TONIA Peggio.
IGOR E' sposato?
TONIA A vita. Tre bambini.
IGOR Oh, cominciamo a vederci chiaro. Allora lei ha scoperto che questo mascalzone
di Giuliano..
TONIA Non è un mascalzone. E' un dentista, e in gamba anche. Sta agli Champs
Elysées. (è strisciata a capo del letto e ha tirato fuori un biglietto da visita e
lo porge a Igor) Ecco il suo biglietto.
IGOR Dunque, ricapitoliamo. Lei ha scoperto che il dottor Giuliano Foch, chirurgo
odontoiatra, Rue Dupont, Champs E!ysées, ha una moglie e tre figli.
TONIA Non l'ho scoperto. L'ho sempre saputo. Me l'ha detto lui la prima volta che
mi ha vista. E' per questo che mi sono innamorata di lui.
IGOR Le piacciono gli uomini sposati?
TONIA No, mi piace la sincerità. Mi sono innamorata di lui ed è cominciata la
disperazione. I giorni che lui non poteva vedermi. E poi magari arrivava la
telefonata o il telegramma "Stasera impossibile, baci". Una tortura. Finché
ieri sera, quando è arrivato il solito fattorino col solito telegramma... era il
nostro anniversario.
IGOR Che anniversario?
TONIA Un anno fa ci siamo conosciuti nel mio negozio di dischi a Montparnasse.
Bello, romantico, elegante.
IGOR Il negozio?
TONIA (guardando com’è vestito lui) No, Giuliano. Niente blue jeans lui.
IGOR Scusi, non sapevo che per questo suicidio era di rigore l'abito da sera!
TONIA Beh, non volevo offenderla..
IGOR Dunque, lei tirava avanti già da un anno, e tutt'a un tratto, improvvisamente...
TONIA Ieri sera ho avuto il crollo finale. Stavo preparando la cena per noi due
IGOR Ah, ecco, il goulash!...
TONIA Giuliano ne va matto, sua moglie non glielo fa mai, figurarsi, il goulash!
Quella fa la dieta coi dissociati! Ieri sera stavo lì al mio goulash. Suona il
campanello. Fattorino: ho capito subito! Mi è venuta una pena, un'angoscia,
una disperazione. Ho sentito di colpo che tutta la mia vita era sprecata, tutto
inutile.. Igor, ho ventun'anni.
IGOR Che tragedia.
TONIA Le pare comico? Perché lei non è una ragazza!
IGOR Ma appunto perché è una ragazza. Ma lo sbatta fuori, questo Giuliano!
TONIA E poi che faccio?
IGOR Se ne trova un altro.
TONIA Lei, magari.
IGOR Perché no? Possiamo uscire una di queste sere, guardi, io conosco un posto...
TONIA No, non esco mai coi bambini, li lascio alle tardone.
IGOR Ah, perché a lei piacciono i matusa.
TONIA Ma lei che fa, scusi, nella vita.
IGOR Scrivo.
TONIA E che scrive di bello?
IGOR Commedie.
TONIA Di che genere?
IGOR Inedite. Non le rappresentano mai!
TONIA E come campa?
IGOR Non mi ha mai visto? (fa il gesto di chi beve) L'amarissimo dell'uomo
fortissimo.
TONIA E' lei?
IGOR (si fa la barba) Per una barba dura, la lametta dolce. (fa il gesto di tuffarsi)
Playboy. Lo slip dell'uomo sportivo. E poi nell'intervallo dei film, quello
sotto la doccia? Sa! Per il gentleman, lo shampoo Gentleman. Modestamente
sono io.
TONIA Sì, sì, mi ricordo. Allora lei è un divo?
IGOR Non sfotta, lo faccio per la grana.
TONIA Non è vero che scrive?
IGOR Scrivo, scrivo. Allora, usciamo una di queste sere?
TONIA (improvvisamente) Oh, ma che ore sono?
IGOR Le quattro.
TONIA Di mattina? Oh Dio!
IGOR Perché?
TONIA Mi ha fatto venire in mente che devo andare a lavorare. E come faccio? Non
mi reggo in piedi. (dicendo questo salta su, si toglie la vestaglia, si mette nel
letto) Vada via, vada via, mi lasci dormire almeno un paio d'ore. (sembra che
cada in un sonno profondo; si rialza) No, non ci vado a lavorare. Faccio
vacanza.
IGOR Certo. Mai ammazzarsi!
TONIA Spiritoso. Buona notte. (Igor esce)
IGOR Ha bisogno di qualcosa?
TONIA Grazie. Ho solo bisogno di dormire.
IGOR Buon sonno. Se ha bisogno batta sul muro (dà un colpo sul muro) e io corro.
TONIA Grazie, Igor.
IGOR (spegne la luce) Buona notte. (esce)
TONIA (si alza di colpo a sedere) La lettera. Oh Dio, la lettera. (va al muro e batte
dove Igor ha picchiato poco fa) Igor! Igor!
IGOR (rientra di corsa e accende la luce)
TONIA La mia lettera. Ho impostato una lettera.
IGOR Che lettera?
TONIA A Giuliano. Per dirgli tutto quello che avrei fatto.
IGOR E perché gliel'ha scritta?
TONIA Volevo che sapesse del mio suicidio. Igor, deve telefonargli.
IGOR Perché non gli telefona lei?
TONIA Ho "chiuso" con lui e non voglio dargli la soddisfazione di sentirmi piangere.
Poi quello è capace di chiamare la polizia, la squadra mobile, i pompieri. No,
deve farmi questo favore.
IGOR Ma lei mi ha preso a cottimo!
TONIA Su, ha fatto trenta, faccia trentuno! Sia buono!
IGOR OK, alle nove in punto.
TONIA (si copre con la coperta) Grazie Igor. Mi riaccenda la radio. Ho troppo
silenzio nella testa.
IGOR (va verso la radio e guardando il biglietto) Sì, ma che gli dico, per telefono?
TONIA Che sono viva.
IGOR E basta? (accende la radio)
TONIA Basta! (si sta appisolando)
IGOR Ecco la radio. Allora? Posso andare di là? Posso stare tranquillo che non
ci riprova? Posso battere a macchina? Pensare che ero arrivato alla scena
madre. Adesso ricomincia un po' da capo! (si avvicina al letto) Eh, questa
già dorme. (sbadiglia) Io casco dal sonno. E domani... (si avvia verso la
porta, si ferma un attimo, mima un'immaginaria conversazione) Pronto,
dottor Foch! Devo darle una terribile notizia: Tonia è viva!
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottor Giuliano Foch. Ore nove. Al centro la scrivania di Stefania Vigneau, segretaria assistente del dottor Foch. Sulla sua scrivania c'è una piccola pianta di cactus, oltre alle altre cose che l'assistente di un dentista può avere sul suo tavolo. Nel muro un grande impianto stereo suona musica. Sul fondo è la porta dello studio dove opera il dottor Foch. Ogni volta che questa porta si apre, vediamo un forte fascio di luce fluorescente. Stefania entra dalla stanza del dottore. Stefania è il tipo dell'infermiera impeccabile. E' vestita in uniforme bianca, scarpe col tacco basso, pochissimo o niente trucco. Va verso la scrivania, prende la posta, la scorre rapidamente. Il telefono squilla. Lei va allo stereo e abbassa il volume. La musica continua, ma ad un volume molto più basso. Stefania va al telefono, lo alza e risponde. Quando parla la sua voce è soave, tranquillizzante, eppure impersonale. Ogni volta che risponde al telefono è improvvisamente, professionalmente gentile. La sua voce, più la musica, mirano a produrre un'atmosfera che produce nei pazienti un effetto tranquillizzante e benefico.
STEFANIA (voce insieme impersonale e ovattata) Pronto! Lo studio del dottor Foch. Sì,
signora... Oh. non prima della settimana prossima, signora... (sfoglia il libro
degli appuntamenti) Guardi, le posso dare giovedì 27 alle 9,15 o lunedì 31
alle diciassette e 30. Ah, se il dente fa male le conviene giovedì. Allora
d'accordo, segno "signora Gosselin, giovedì 27 ore 9,15". Mi permetto di
ricordarle che il dottore è molto puntuale. E che Rue Dupont è a senso unico.
Buongiorno, signora. (riattacca, si mette gli occhiali e guarda la posta sulla
scrivania. Scorre rapidamente le lettere, ma una attira la sua attenzione. La
guarda con interesse) Mmmm. Riservata personale. (il telefono squilla, lei
risponde) Pronto, studio del dottor Foch. Chi parla? Igor Polanski? Vuole un
appuntamento? Mi dispiace, signor Polanski, non può parlare con il dottore,
è occupato. Vuoi lasciare un messaggio a me? (campanello alla porta) Se
vuole parlare con lui, provi più tardi. (campanello di nuovo) Mi scusi, devo
lasciarla. (riattacca, va alla porta e fa entrare la signora Durand Bénéchel,
signora elegante, che entra con la sigaretta accesa)
DURAND Una caramella! Ma come si fa? Una caramella, tac! e mi cade l'otturazione.
STEFANIA L'otturazione era provvisoria, signora Durand. Era avvertita di non
commettere imprudenze.
DURAND Non potevo rifiutare. Me l'ha offerta il capo di gabinetto del ministro ai
balletti del Ghana. Il dottore dov'è?
STEFANIA E' dentro. Ha dato la precedenza ad un altro paziente. Lei tardava.
DURAND Oh, per un minutino di ritardo.
STEFANIA (guarda l'orologio) Venti minuti, signora. Vuole accomodarsi in salone,
prego?
DURAND Dica al dottore di sbrigarsi, se no mi salta la mattinata. Jean Louis mi sta
aspettando.
STEFANIA Jean Louis?
DURAND Jean Louis, il maitre coiffeur, lui in persona a farmi la messa in piega. Non
posso perdere questa occasione.
STEFANIA Signora, i suoi denti sono più importanti della messa in piega.
DURAND Vedo che lei applica alle lettera questa sua tesi! (e se ne va in salone con la
puzza al naso. Stefania rimane un momento colpita, si tocca i capelli, se li
aggiusta un momento. Chiude la porta, va alla scrivania e si siede. Si apre
la porta dello studio, sentiamo la voce di Giuliano)
GIULIANO Ecco, e adesso sciacquati Bébert. Per oggi basta. (entra Giuliano, siede alla
scrivania, scrive una nota su un biglietto che si mette in tasca)
STEFANIA E' arrivata la signora Durand. Ha mangiato una caramella e le è cascata
l'otturazione.
GIULIANO Le sta bene. Ho finito col signor Champignon. Gli fissi un appuntamento fra
una settimana.
STEFANIA E per il conto?
GIULIANO Signorina Vigneau, come si fa? E’ un vecchio amico..
STEFANIA Lei è troppo buono..
GIULIANO Senta, non posso chiedergli soldi. Provi un po' lei..
STEFANIA Lo farò con piacere. (entra Bébert Champignon, infilandosi il soprabito)
GIULIANO Beh, come te la senti la bocca?
BEBERT La bocca non me la sento. Sento il dente.
GIULIANO Fra tre o quattro giorni non te lo sentirai più.
STEFANIA (salta su e spegne) Signor Champignon, non si tocca! E’ un apparecchio
delicatissimo!
BEBERT (1'interrompe ritirandosi un po' a sinistra) E che sarà? Perché non si può
toccare? Sono cliente anch'io. Pago come gli altri.
STEFANIA Questo è da discutere.
BEBERT Giuliano, qui si fanno insinuazioni sul mio conto.
STEFANIA Proprio sul suo conto.
BEBERT Io do querela, qui! Come sarebbe?
GIULIANO Beh, come pagatore sei un po' saltuario.
BEBERT Dài, che ti rifai sugli altri!
STEFANIA C'è la signora Durand che aspetta.
BEBERT Durand? Quale Durand?
GIULIANO Durand Bénéchol, quella dei succhi di frutta.
BEBERT Ecco, spremi quella!
GIULIANO Shhh! Parla piano.
STEFANIA Dottore, io vado a preparare intanto.
GIULIANO Brava.
STEFANIA (guarda l'orologio) Siamo in ritardo oggi sugli appuntamenti.
BEBERT (saluta militarmente) Sergente!
GIULIANO E' brava. Lasciala stare.
BEBERT Quand'è che la cambi! Ne potevi prendere una più sexy. Invece di
un'infermiera di sei preso un sergente.
GIULIANO La volevi in topless?
BEBERT Ah, sai, per me... lo dicevo per te. Un'infermiera buona fa parte del tuo
"ménage".
GIULIANO Senti, prima di tutto io non mischio il mio studio al sesso. Per me va bene
così: è brava, mi manda avanti la baracca. La sera se ne va a casa sua, e io
dalla mia ragazza. Tutto organizzato.
BEBERT Dalla tua ragazza, hai detto.
GIULIANO Sì.
BEBERT Al singolare.
GIULIANO Sì.
BEBERT Una sola?
GIULIANO E quante?
BEBERT Ma come? un playboy come te.
GIULIANO Che c'entra il playboy?
BEBERT Una volta ne avevi una per notte.
GIULIANO Altri tempi!
BEBERT Quante ragazze! Ti ricordi Babette? Quella che hai messa incinta?
GIULIANO Mmm.
BEBERT E Josette?
GIULIANO Mmm.
BEBERT E Carlo?
GIULIANO Carlo?
BEBERT Il fratello di Josette. Quello che ti voleva far fuori a rasoiate! (gesto)
GIULIANO Ricordi, ormai.
BEBERT Ma sei sempre riuscito a sganciarti! Eri un campione. Una botta e via. Che
Sprint, ragazzi! Adesso ti sei spompato? Salvati fratello! Sai che ti dico:
mollala fin che sei in tempo!
GIULIANO (si alza, mette il braccio intorno al collo di Bébert, camminano) Ho provato.
Ieri sera avevo un appuntamento con Tonia. L'ho disdetto. Avevo per le
mani una svedese! Una hostess. Bella, alta, una sventola. Sono andato a casa
sua, abbiamo bevuto un paio di whisky...
BEBERT (eccitato) E allora?
STEFANIA E' pronta. Faccio entrare la signora Durand.
GIULIANO Arrivo subito. (si avvia verso lo studio)
BEBERT Come, mi lasci sul più bello? (si volta e si trova davanti Stefania)
STEFANIA Continuerete la prossima volta! (apre la porta, entra la signora Durand)
DURAND Dottor Foch, mi scusi del ritardo.
GIULIANO (maniere mondane, baciamani) E' perdonata signora, per stavolta. Ma non le
perdono i suoi capricci. Eh, eh! le caramelle.
DURAND (accusatrice, a Stefania) Gliel'ha detto lei!
STEFANIA E' mio dovere.
DURAND Una caramella.
STEFANIA Ne basta una. Le caramelle, signora, non solo sono le peggiori nemiche dei
suoi meravigliosi denti, ma anche della sua splendida linea..
DURAND Vuole adularmi, dottore? Sapesse: sono così giù di nervi, stamane. Mi
prometta, mi giuri che non mi farà male.
GIULIANO Ha da lagnarsi della mia mano?
DURAND Oh no! Anzi! Lo dico sempre a tutte le mie amiche: il dottor Foch ha una
mano così delicata! Io le affido la mia bocca ad occhi chiusi.
GIULIANO Molto gentile signora. Signorina, faccia accomodare la signora. Vengo
subito.
DURAND (si avvia, poi rivolta a Bebert) Anche lei è un paziente del dottor Foch?
BEBERT Sì, lo trovo molto bravo.
DURAND Ottimo dentista. Però sarebbe stato un'irresistibile ginecologo! (si avvia
allo studio seguita da Stefania)
BEBERT Che fai, prendi il forcipe?
GIULIANO Ciao.
BEBERT (afferrandolo) Come, te ne vai così? Com'è andata a finire con la hostess?
GIULIANO Niente.
BEBERT Niente?
GIULIANO Te l'ho detto: Tonia!
BEBERT Ah, sul più bello è arrivata Tonia?
GIULIANO No. Non ho potuto, ecco! Mi sono alzato e me ne sono andato.
BEBERT E hai sprecato una hostess! Se mi chiamavi volavo.
GIULIANO Non posso portarmi a letto tutte le ragazze per farti piacere!
BEBERT Addio! Sei già sposato!
GIULIANO Mi crede già sposato. Appena l'ho conosciuta ho pensato: questa mi mette
sotto!
BEBERT Cosa pericolosa se non è una posizione d'amore.
GIULIANO Così ho messo le mani avanti, le ho detto subito: ho moglie e tre figli.
BEBERT Tre figli, che pennellata! Ah, lo sai che me la sono fatta anch'io la ragazza?
GIULIANO Complimenti!
BEBERT Bella, una.. super con una carrozzeria...
STEFANIA (entra) La signora Durand sta protestando, dottore!
GIULIANO Bébert, ci vediamo la settimana prossima.
BEBERT Scusa un momento, fammi raccontare.
GIULIANO Ma Bébert.
BEBERT Bella, alta, bionda, sai: la Primavera del Botticelli.
GIULIANO Mmm.
BEBERT Belle gambe, due fianchi, due piccole poppe..
GIULIANO E poi?
BEBERT Poi, un nasino... due occhi da gazzella...
GIULIANO E denti da cavalla.
BEBERT Da cavalla no, però si accavallano un po', qua e là davanti, sai ...? Così
non sorride mai..sta sempre col muso.. Le è venuto il complesso, capisci?
non apre più bocca. Uno strazio! sempre con le paturnie!
GIULIANO Ma non te n'era capitata un'altra così?
BEBERT Giuliano..
GIULIANO Mandamela.. però alla prossima, guardale prima i denti! (Bébert entra
nello studio. Stefania è alla scrivania, ignora Bébert. Lui si volta verso di
lei, le si avvicina cautamente)
BEBERT Scusi sergente, voglio dire signorina Vigneau. Il dottor Foch ha dato
ordine di fissare appuntamento per una signorina mia amica.
STEFANIA (cercando di levarselo di torno rapidamente, sfoglia il libro) Tra due
settimane, allora. Mercoledì 3 alle 8.
BEBERT Di sera?
STEFANIA Di mattina.
BEBERT Lei scherza. Io a quell'ora dormo.
STEFANIA Ma non era per una signorina, scusi?
BEBERT Appunto, dormiamo tutti e due insieme a quell'ora.
STEFANIA (lo guarda con disprezzo) Giovedì 4 alle 17,30: o è troppo presto?
BEBERT Beh! proverò a mettere la sveglia. (fa per andare)
STEFANIA Chi paga la cura?
BEBERT Metta pure sul mio conto.
STEFANIA Signor Champignon, colgo l'occasione per ricordarle che le abbiamo
spedito più volte al suo indirizzo il conto con l'onorario che lei deve al
dottore, ma non abbiamo mai avuto il piacere di una sua concreta risposta.
BEBERT Le manderò un assegno.
STEFANIA Possibilmente non a vuoto.
BEBERT Senta, ha mai pensato di presentarsi al concorso?
STEFANIA Quale concorso, prego?
BEBERT Miss Carro Armato. lì primo premio è sicuramente suo.
STEFANIA Devo ridere?
BEBERT Provi. Può darsi che le riesce.
STEFANIA Il suo genere di spirito non mi fa ridere.
BEBERT Cercherò di far meglio la prossima volta. Arrivederla, signorina Vigneau.
Non si disturbi, conosco la strada.
STEFANIA Villano! Screanzato! (Giuliano entra dallo studio, si volta e parla alla
signora Durand che non vediamo)
GIULIANO Ecco, signora Durand, resti così per due minuti. Non chiuda la bocca, mi
raccomando. (va da Stefania) Avanti l'altro!
STEFANIA Non è ancora arrivato! Non ha tempo di uscire per il pranzo, dottore, così
le ho preparato uno spuntino.
GIULIANO Va bene, va bene.
STEFANIA Le ho fatto i panini con pollo e uova sode.
GIULIANO Un'altra volta?
STEFANIA So che le piacciono.
GIULIANO Sì, mi piacciono.
STEFANIA Oggi è il compleanno di sua sorella. Ho provveduto a mandarle una pianta
di gerani.
GIULIANO (la guarda) Ma lei adora le rose!
STEFANIA Le rose erano troppo care! (gli dà una busta) Ah, questa è per lei.
Riservata personale. (Giuliano le si avvicina, prende la lettera, comincia
ad aprirla) Dottore, ha telefonato il suo sarto. E' disperato perché non va
mai alla prova.
GIULIANO Ci andrò, ci andrò.
STEFANIA Dice sempre così. Io non posso andarci per lei. E anche dal parrucchiere.
Francamente ne ha bisogno.
GIULIANO Sì, sì.
STEFANIA Scusi se sono un po' petulante ma...
GIULIANO Oh Dio!
STEFANIA Dottore, qualcosa che non va?
GIULIANO (va allo spogliatoio, si toglie il camice bianco) Devo uscire un momento!
STEFANIA E la signora Durand?
GIULIANO Le ho detto che devo uscire!
STEFANIA Dottor Foch, la prego, mi spieghi, con calma.
GIULIANO Signorina Vigneau, non ho niente da spiegarle.
STEFANIA Cosa dico ai pazienti?
GIULIANO Quello che le pare. Inventi. Si arrangi. Oh Dio, spero di non arrivare tardi!
(corre alla porta seguito da Stefania)
STEFANIA Dottore, quella lettera era di una donna. Se adesso le amichette passano
prima dei clienti...
GIULIANO (apre la porta e si volta verso di lei) Non mi rompa le scatole!
STEFANIA Dottore, non mi ha mai detto una cosa simile!
GIULIANO Me lo ricordi, così glielo dirò più spesso! (esce)
STEFANIA Dottore, dottore...(è veramente sconvolta; il telefono squilla, lei risponde)
Pronto, studio del dottor Foch.... No, non c'è. Senta, signor Polanski, se ha
un messaggio urgente per il dottore dica pure a me. Cosa? Tonia è viva?
Ma chi è questa Tonia? Pronto? Pronto? (riattacca. La signora Durand
corre fuori dallo studio, coperta di asciugamani, la bocca imbottita di
ovatta e aperta secondo le istruzioni del dottore; paria ma dalla sua
bocca esce una serie di farfugliamenti)
DURAND Ma che fine ha fatto il dottore? Non posso mica restare a bocca aperta fino
a domani. Cosa devo fare?
STEFANIA Oh, non mi rompa le scatole! (siede alla scrivania, la musica esplode)
SCENA TERZA - L'appartamento di Toinette: la luce scopre Toinette, seduta al tavolino a sinistra, mangia patatine, sfoglia una rivista femminile. Dal transistor musica ballabile: uno shake. Giuliano entra, non vede Toinette, va a destra, in cerca di lei.
GIULIANO Tonia! Tonia! dove sei?
TONIA (calma) Ah, anche i dentisti fanno visite a domicilio?
GIULIANO (va vicino al letto) Lo sapevo! Lo sapevo! Dovevo saperlo!
TONIA Cosa sapevi?
GIULIANO Che non l'avresti fatto! (va alla radio e la spegne)
TONIA L'ho quasi fatto. Non ti hanno telefonato?
GIULIANO Chi mi doveva telefonare? Ho avuto la lettera!
TONIA Ah, l'hai ricevuta.
GIULIANO L'hai mandata perché la ricevessi o no?
TONIA Sì, ma quando l'hai ricevuta non volevo più che la ricevessi.
GIULIANO Ma ti rendi conto! Una giornata piena, lo studio gremito di gente, e tu mi
spedisci una lettera in cui mi assicuri che ti ammazzi e poi non lo fai.
TONIA Scusami se ti ho deluso.
GIULIANO Ma no, si dice per dire. Che senso ha? è una buffonata.
TONIA Una buffonata tragica. Anche il nostro amore, Giuliano, è una buffonata.
Non c'è posto per me nella tua vita. Ho preso una decisione. Lasciamoci.
E’finita.
GIULIANO Come finita? Perché?
TONIA Per me, l'amore è tutto o niente. Non è possibile? Basta! Io voglio un
uomo mio, tutto per me!
GIULIANO Ed io sono tutto per te.
TONIA Nei ritagli di tempo.
GIULIANO Una notte sì, una no, lo ammetto.
TONIA Una notte sì, quattro no. (Tonia è andata al ripostiglio della cucina e gli
dà il suo necessaire o valigetta) Ecco, qui c'è il tuo pigiama, le pantofole,
il prebarba, il dopobarba, la vestaglia.. Mi pare che ci sia tutto.
GIULIANO Tonietta.
TONIA Niente Tonietta e niente drammi, per favore. (gli porge la valigia)
GIULIANO Senti, non è possibile! Mi fai impazzire!
TONIA E' meglio, guarda. Addio.
GIULIANO Ma è inconcepibile! Senza una ragione! Mi rifiuto! (getta la valigia dietro
al letto. Bussano alla porta.) Chi è adesso! Non si può mai stare un
momento in pace! (Giuliano va ad aprire, compare Igor sulla soglia con
un sacchetto di carta in mano; Tonia va a sedere alla tavola)
IGOR Ho portato della frutta per Tonia, e dell'acqua minerale.
GIULIANO (prende il sacchetto) Grazie. (fa per chiudere la porta)
TONIA Chi è? Igor?
IGOR Non sapevo che ci fosse qualcuno.
TONIA Non c'è nessuno. C'è Giuliano. (Giuliano l'ha guardata molto freddamente)
IGOR Buon giorno, dottor Foch. Permette, Igor Polanski. (prende la frutta)
Ho proprio parlato un minuto fa con la sua segretaria per telefono.
GIULIANO Perché, aveva mal di denti?
IGOR (sorride) No. Volevo soltanto dirle che “Tonia era viva” e di non
preoccuparsi della lettera.
GIULIANO Viva?
IGOR Come va, adesso, Tonia?
TONIA Potrebbe andar peggio.
IGOR Passerò stasera per assicurarmi che non abbia lasciato aperto il gas.
GIULIANO (sbalordito) Il gas?
IGOR Il gas. (esce. Giuliano sconvolto va a sedersi su una sedia, poi si volta
verso Tonia)
GIULIANO Tonia, sono un mascalzone!
TONIA Bè, sù Giuliano..
GIULIANO Sì! Mascalzone e carogna. Sono un vero mascalzone.
TONIA Per favore..
GIULIANO Tu hai tentato di suicidarti. Per me!
TONIA Non c'era altra soluzione.
GIULIANO Sono un mascalzone, un assassino, macchè: un porco! Non c'è peggior
porco di me al mondo.
TONIA Non sopravvalutarti, Giuliano. (si alza, va verso di lui) Tu hai tutti i
difetti del mondo, però sei stato sempre sincero. Ti ringrazio. E per questo
ti ho amato. E adesso va, torna da tua moglie e dai tuoi bambini. Ti
auguro ogni bene.
GIULIANO Ma no, Tonia, no. Adesso tutto cambierà.
TONIA Sì! Un week-end sulla Loira e poi...
GIULIANO (si alza, fa alcuni passi) No, Tonia, stavolta non è per un week-end. E' per
tutta la vita. Io ti sposo!
TONIA Come, mi sposi?
GIULIANO Ti sposo, non sai come si fa? Signorina tal dei tali vuole per marito il
signor tal dei tali? Sì. Così. Ti sposo.
TONIA E tua moglie, dove la metti?
GIULIANO Mia moglie? Divorzio.
TONIA E i tuoi figli?
GIULIANO Divorzio anche da loro. Sarai la signora Foch: la moglie di Giuliano Foch!
(le va vicino, l'abbraccia, tiene con la sua mano la testa di lei contro la
spalla) La signora Foch. Ma tu pensa! Chi l'avrebbe detto. Io sposato! (lei
alza la testa sorpresa, lui gliela rimette contro la spalla) Sposato con te!
TONIA (staccandosi) Giuliano, e che ne sarà di lei? Di tua moglie?
GIULIANO (si allontana annoiato) Che c'entra adesso mia moglie?
TONIA Cosa intendi fare?
GIULIANO Tanti saluti e ciao!
TONIA Ah! così anche quando ti sarai stancato di me, tanti saluti e ciao?
GIULIANO Ma tu sei un'altra cosa. Io ti amo. Sai, con mia moglie... praticamente non ho
avuto mai rapporti.
TONIA Ah! E i tre figli? Come ti sono venuti? Per posta?
GIULIANO Bè, i primi tempi, sai com'è, per cavalleria... (allunga la mano verso di lei,
lei si ritrae) Non ti preoccupare di mia moglie.
TONIA Sì, bravo, e se ti rifiuta il divorzio?
GIULIANO Me lo darà.
TONIA Come fai ad essere così sicuro?
GIULIANO Ma vuoi che non conosca mia moglie?
TONIA E i tuoi bambini? Non è così facile. A me l'idea di distruggere una famiglia
mi angustia. Ho degli scrupoli! Tre bambini che restano senza padre..
GIULIANO Tre bambini, tre bambini! Ne faremo degli altri!
TONIA Non fare il cinico per mascherare i tuoi rimorsi! Mi hai sempre parlato della
tua famigliola. Non ti mancheranno?
GIULIANO Sai com'è, i ragazzi d'oggi, la contestazione..
TONIA Anche Pietro? a 5 anni?
GIULIANO Vogliamo cambiare soggetto di conversazione?
TONIA Ma sei un padre snaturato...
GIULIANO E se.. fosse mia moglie a volere il divorzio?
TONIA Oh Dio, ha scoperto tutto?
GIULIANO No! Anche se fosse, poi, che te ne importa? No, dico: è lei che lo vuole il
divorzio. E' lei che mi vuole lasciare. E di comune accordo, capisci?
TONIA Ah, bè, se è di comune accordo..
GIULIANO (va verso di lei e le prende le mani) Lo è, lo è!
TONIA Allora non ho niente in contrario a sposarti.
GIULIANO (l'abbraccia) Sono l'uomo più felice del mondo!
TONIA (si ritrae) Però tu devi fare una cosa per me.
GIULIANO (tenendo le mani di lei in un gesto ampio e generoso) Chiedi ed avrai.
TONIA Mi piacerebbe incontrarla.
GIULIANO Chi?
TONIA (all'improvviso) Tua moglie.
GIULIANO Mia moglie? (arretra. Tonia resta avvinghiata alla sua mano. Lui arretra e
camminando si trascina dietro Tonia)
TONIA Sì, vorrei mettere in chiaro alcune cose con lei.
GIULIANO Lascia perdere, Tonia.
TONIA Voglio sia lei a dirmi che vuole lasciarti.
GIULIANO (sciogliendosi da lei) Ma te lo dico io! Non ti basta? Non capisco! Ti ho mai
detto bugie io?
TONIA Non reggo al pensiero che lei continui a credere che sia stata io a rovinarle il
matrimonio (si siede sul letto) Giuliano, se non le parlo mi porterò sempre
questo peso sulla coscienza.
GIULIANO (le si avvicina) Ma...
TONIA (l'accarezza) Tesoro...
GIULIANO (si commuove) Passerotto.... (si abbracciano)
TONIA Me la farai incontrare?
GIULIANO (in questo momento prometterebbe qualsiasi cosa) Sì, cara, si. (si baciano, le
luci si abbassano. Mentre si abbassano:
TONIA (molto decisa di nuovo) Giuliano..
GIULIANO (voce sognante) Si, Tonietta..
TONIA Io voglio incontrarla. Sul serio...
GIULIANO La incontrerai, sul serio....
SCENA QUARTA - Lo studio del dottor Foch, lo stesso giorno, verso sera. La signorina Vigneau è al suo scrittoio. Un istante dopo, la porta dello studio si apre. Giuliano, in camice bianco, esce con un cliente. E' un signore di mezza età, ben portante, con la rosetta
all'occhiello.
COCHET (si asciuga la fronte) Non si può dire che sia stata una seduta di piacere.
GIULIANO Lei è troppo apprensivo. Appena la tocco si agita.
COCHET (guarda Stefania) E' più forte di me. Eppure sono un tipo pieno di coraggio!
Ho fatto tutte le guerre, senza tremare: Normandia, Algeria, Dien Ben Phu.
Sono il colonnello Cochet, “Vercingetorige" nella resistenza! Ma quando si
tratta di denti..
STEFANIA Signor colonnello, ho un messaggio da parte della sua signora.
COCHET Anche qui!
STEFANIA La prega di passare a ritirare la torta gelato al bar Mignon prima che chiuda.
COCHET Mi ha preso per un fattorino!
STEFANIA Poi la sua signora le raccomanda di essere puntuale a cena perché c'è un
magnifico programma alla televisione che non vuole assolutamente perdere:
un trapianto di rene da Toronto.
COCHET Uomo avvisato, mezzo salvato. Me ne andrò subito a letto.
STEFANIA Non credo, signor Cochet. La sua signora ha aggiunto di non depositare la
vettura in garage perché alla fine del programma dovrà riaccompagnare sua
suocera a Versailles.
COCHET (a Giuliano) Ha sentito che cuccagna la vita matrimoniale? Beati voi
scapoli! Non sapete la fortuna che avete!
GIULIANO Nessuno sa la fortuna che ha. (rientra in studio)
COCHET Signorina Vigneau, questo naturalmente non era per lei.
STEFANIA Oh, si figuri, signor Cochet: io sono una zitella impenitente.
COCHET Questa sì che è una perdita per noialtri uomini. E' libera, signorina, una di
queste sere per una cenetta?
STEFANIA Signor Cochet, un uomo sposato cena in famiglia.
COCHET Oh, che idee antiquate ha lei, signorina. Pensare che è così simpatica. Come
si chiama? qual'è il suo nome?
STEFANIA "Stefania", nella resistenza. (rientra Giuliano, Stefania è un po' sostenuta
con lui)
GIULIANO Che giornata oggi!
STEFANIA (fredda) Lo dice a me.
GIULIANO Come è andata con la signora Durand stamattina?
STEFANIA Me la sono cavata.
GIULIANO Ne ero sicuro.
STEFANIA Io molto meno. A momenti ci lasciavo le penne. Faceva fuoco e fiamme.
Le ho inventato una storia! Che sua madre era stata morsa da una mosca
tze-tze, o qualcosa del genere. Poi ho seminato gli altri pazienti nelle
prossime settimane.
GIULIANO Perfetta. Come sempre! Qualunque cosa succeda so che posso sempre
contare su di lei, signorina Vigneau.
STEFANIA Grazie, dottore. Se non ha più bisogno di me... (suona il telefono)
GIULIANO Lasci, faccio io! (al telefono) Pronto (si allontana) Adesso ho gente. Sta
tranquilla, vedrai. Te lo giuro. Ciao. (riattacca)
STEFANIA Allora io vado..
GIULIANO Signorina Vigneau.
STEFANIA Dottore..
GIULIANO Mi dispiace per lo scatto di stamattina.
STEFANIA Oh, non fa niente. Piuttosto, ha risolto tutti i suoi problemi?
GIULIANO Quasi tutti.
STEFANIA Molto meglio. Buona sera. (fa per andare)
GIULIANO Signorina Vigneau.
STEFANIA Dottore?
GIULIANO Ha molta fretta stasera?
STEFANIA Dottore, se ha bisogno..
GIULIANO Vorrei fare quattro chiacchiere con lei.
STEFANIA Quattro chiacchiere? con me? (siede lentamente alla scrivania)
GIULIANO Sì, trovo che fra di noi, si potrebbe, ogni tanto, parlare anche di cose non
necessariamente attinenti ai lavoro d'ufficio.
STEFANIA Ah sì?
GIULIANO Vede, noi due lavoriamo insieme da anni, e tutt'a un tratto mi accorgo che
so pochissimo di lei.
STEFANIA Bè, io...
GIULIANO Lei sa tutto di me, dall' A alla Z...
STEFANIA Magari saltando qualche lettera...
GIULIANO No, guardi, sa tutto. E quel che tento di nasconderle lo indovina. E invece io,
cosa so di lei? eh? niente.
STEFANIA Cosa vuole sapere? Non sono un personaggio misterioso. Lei lo sa
benissimo, lavoro..
GIULIANO Qua dentro. Ma quando esce di qui? che fa? avrà una vita sua no?
STEFANIA Lo credo bene.
GIULIANO Ecco, e che fa?
STEFANIA Cosa vuol sapere?
GIULIANO Chi è lei, signorina Vigneau?
STEFANIA Ma mi sembra strano...
GIULIANO Non è strano. Capisce, io trovo che tra persone che fanno lo stesso lavoro
ogni tanto ci vuole uno scambio di idee, se no tutto diventa meccanico..
STEFANIA Cosa posso dirle?
GIULIANO Tutto.
STEFANIA Ma non so da dove cominciare. Mi pare così strano..(Stefania pensa un
momento, poi comincia a parlare alla maniera di una che sta parlando di
qualcosa di cui non ha mai parlato prima. Comincia lentamente, passando in
rivista la sua vita brano per brano) Abito a porta Champerret.
GIULIANO Sola?
STEFANIA Sì, cioè no. Con mia madre. Abbiamo tre stanze, anzi tre e mezza contando
la dinette. Vi abbiamo collocato il televisore, così la sera, a cena, ci
riforniamo di notizie. (silenzio. Giuliano l'ha studiata attentamente, ora la
aiuta un po’)
GIULIANO E dopo il telegiornale?
STEFANIA Mia madre continua a guardare la televisione, io leggo. Leggo molto io. Non
romanzi. Viaggi, storia, biografie. Storie di animali.
GIULIANO Tutte le sere legge?
STEFANIA No. Qualche volta monto sulla mia due cavalli con Frida.
GIULIANO La cavalla?
STEFANIA No, la mia cagnetta. Cocker spaniel. Che festa mi fa quando la porto a
spasso in macchina! Oppure vado da mia sorella.
GIULIANO Ah, sua sorella la conosco!
STEFANIA No, lei conosce l'altra, quella che vive nei Pirenei!
GIULIANO Ah sì, quella dei Pirenei.
STEFANIA Giochiamo a canasta con mio cognato. Hanno due bambini, due amori. Il
giorno di libera uscita faccio la zia: li porto fuori: ai giardini, allo zoo, o al
cinema.
GIULIANO Una famiglia molto unita! Ma durante le vacanze che fa?
STEFANIA Ah, nelle vacanze è tutto diverso! Divento un'altra. Un paio di calzonacci,
un paio di sandali, prendo la macchina, il mio trabiccolo, faccio il pieno e
via!
GIULIANO Da sola?
STEFANIA No, con la mamma. No, non mi lascia mai la mamma. Mia madre è
simpatica. E' una vecchietta sempre allegra, e le piace viaggiare. Ha una
resistenza. Naturalmente ci portiamo anche Frida.
GIULIANO Sua sorella.
STEFANIA No, la cagnetta. E ce ne andiamo a zonzo, di qua e di là. A tutta birra! A
proposito, deve venire una sera a cena da noi. Come sarebbe felice mia
madre di conoscerla; le farebbe proprio un regalo! Non ho mai osato
finora...
GIULIANO Perché no? Una sera.. certo... ma, senta signorina Vigneau. Lei mi ha fatto
questa fedele descrizione della sua famiglia, della mammina, di Frida.. ma
lei.. lei.. voglio dire.. la sua vita personale.. diciamo come donna.. (cerca le
parole)
STEFANIA (calma) Gli uomini? il sesso?
GIULIANO Sì, ecco.. vorrei sapere.. non vorrei sembrarle.. indiscreto, ma... (una risatina
imbarazzata)
STEFANIA Niente uomini, per il momento, nella mia vita.
GIULIANO Per il momento. Dal che posso dedurne che..
STEFANIA Ce ne sono stati? Bè, via dottore, non sono Caterina di Russia, ma la mia
brava esperienza l'ho fatta. Pensi, sono stata perfino innamorata, una volta!
GIULIANO Lei!..
STEFANIA Non si direbbe, eh? eppure sì. Fu quasi una follia. E' durata tre anni, ma...
GIULIANO Ma?
STEFANIA Ma lui era sposato!
GIULIANO Anche lui?
STEFANIA Come anche lui?
GIULIANO Niente. Associazione di idee.
STEFANIA Un agronomo, uomo simpatico, colto. Gusti musicali.
GIULIANO Il suo tipo.
STEFANIA Sposato anche lui. Si vede, dottore, che io attiro gli uomini sposati. Senta
dottore, ma lei mi ha fatto parlare, parlare. Chissà come l'avrò annoiata.
Vado, la cena si fredda. (fa di nuovo per andare)
GIULIANO Signorina Vigneau.
STEFANIA Dottore?
GIULIANO Non sa quanto piacere mi ha fatto questo scambio di idee così franco. Lei è
una donna veramente in gamba, generosa, coraggiosa, come dire, spregiudicata.
STEFANIA Sì, spregiudicata, fino a un certo punto.
GIULIANO Sento che in una situazione di emergenza potrei veramente contare su di lei.
STEFANIA (molto sinceramente) Lei sa che può fidarsi di me.
GIULIANO Sì, ma ci sono dei momenti nella vita, in cui tutto sembra così difficile...(non
sa come andare avanti)
STEFANIA Cos'è? Mi dica dottore, se posso... (lui la guarda negli occhi un momento,
poi va verso sinistra. Stefania lo guarda intensamente; il ginocchio sulla
poltrona si piega avanti sulla scrivania)
GIULIANO Ho urgente bisogno di... di una moglie.. Cerco disperatamente moglie..
(alla parola moglie la sedia di Stefania scivola sotto di lei, che cade in
avanti sulla scrivania; poi si tira su e si riprende)
STEFANIA Una moglie, dottore, io... (è confusa, mette a posto la scrivania, si mette gli
occhiali)
GIULIANO (improvvisamente capisce quel che lei sta pensando) Oh, no, intendiamoci:
non vorrei che lei fraintendesse...
STEFANIA Io.. questo non me lo sarei mai aspettato... io.. moglie!
GIULIANO Una moglie temporanea, si intende... per quindici o venti minuti..
STEFANIA Quindici o venti...
GIULIANO (va a destra e siede su una sedia) Mi esprimo male, mi sto spiegando in
modo confuso. Ecco: signorina Vigneau, ho bisogno urgente di una persona
che reciti la parte di mia moglie.
STEFANIA (si irrigidisce di colpo) E questa dovrei essere io?
GIULIANO Solo se lei acconsentisse. Questo non implicherebbe nessun.. nessun
impegno da parte sua, cioè si tratterebbe solo di dire a una certa persona che
lei vuole il divorzio. Vede, signorina Vigneau, ho deciso di sposarmi. Non
gliel'avevo detto.
STEFANIA (in fretta) Sì, no, non me l'aveva detto.
GIULIANO Ecco ora gliel'ho detto.
STEFANIA Auguri.
GIULIANO Grazie. Ma la ragazza che voglio sposare.. si chiama Tonia Maréchal...
STEFANIA Piacere...
GIULIANO Mi crede già sposato.
STEFANIA (ironicamente) E perché?
GIULIANO Perché ho avuto le mie ragioni per dirglielo. Il tempo ristabilirà la verità, ma
ora come ora, devo assolutamente pescare una moglie.
STEFANIA Senta dottore, ora come ora smetta la pesca e dica la verità alla ragazza.
Buona notte. (fa per andare)
GIULIANO Ma non glie lo posso dire adesso.. succederebbe una catastrofe! Tonia è
sensibilissima. Non vuole sposarmi se prima non ha parlato a mia moglie.
Non vuole rovinare una famiglia, capisce? Un'anima delicata.
STEFANIA Delicatissima.
GIULIANO (va alla scrivania e scrive l'indirizzo su un notes) Lei lavora in questo negozio
di dischi. Basterebbe che lei andasse a trovarla, e..
STEFANIA Io odio la menzogna, dottore.
GIULIANO Mai quanto me, signorina Vigneau! Ma non so come uscire da questo
vicolo cieco. Le chiedo un piccolo sacrificio. (le tende le mani) Signorina
Vigneau, la mia felicità è solo nelle sue mani.
STEFANIA Dottore, da anni lei ha affidato nelle mie mani soltanto i suoi strumenti e il
suo libro d'appuntamenti. Finora alla sua felicità ci ha pensato da sé, senza
bisogno di nessun aiuto da parte mia. Adesso lei vorrebbe coinvolgermi
per i suoi fini reconditi, e in questo modo disgustoso. E mi ha strappato delle
confidenze cercando di far vibrare la mia corda solo per potermi
commuovere, e piegarmi a... (ha un tremito, tira fuori un kleenex, si soffia il
naso) Oh! Quello che lei ha fatto, dottore, è poco bello, veramente poco
bello. Anzi, direi disgustoso... (se ne va nello studio)
GIULIANO (solo) Queste segretarie, al giorno d'oggi, sono diventate un vero problema!
SCENA QUlNTA - Un negozio di dischi. Qualche giorno dopo, un pomeriggio. Toinette è in piedi su una scaletta, di spalle. Sta mettendo a posto dei dischi negli scaffali. Musica di fondo nel negozio. Dopo un istante entra la signorina Vigneau. E' la prima volta che cambia vestito nella commedia. E' elegante, belle scarpee, un cappello, guanti, una borsa intonata. Appena entra guarda Tonia e la sogguarda un po'.
TONIA (dalla scala) Posso esserle utile, signora?
STEFANIA (aria di signora elegante) Veramente sono entrata così, per dare un'occhiata.
TONIA Faccia pure. Se ha bisogno mi chiami.
STEFANIA Ho sentito parlare di una nuova esecuzione del... (cerca qualcosa da dire)
quarto concerto di Ciaikowskij. Ce l'ha?
TONIA Ciaikowskii... per il momento non lo ho, ma posso mandarglielo a casa.
STEFANIA Sia gentile. Mio marito, credo, ha un conto qui. Può mandarlo addirittura al
suo indirizzo. Dottor Foch, vuol vedere? Dottor Giuliano Foch. (Tonia stava
mettendo a posto i dischi. Al nome di Giuliano uno dei dischi le casca)
TONIA (scende dalla scala verso Stefania) Lei!
STEFANIA (annuisce) Io.
TONIA Non è venuta per Ciaikowskij.
STEFANIA No, signorina Maréchal.
TONIA Mi chiami pure Tonia.
STEFANIA Grazie, Tonia... il dottor Foch mi ha comunicato che lei aveva espresso il
desiderio di vedermi. Eccomi qua. (si siede sulla sedia a destra)
TONIA (dopo un momento, un po' impaziente) Ma... le ha parlato dei suoi... dei
nostri progetti?
STEFANIA Vuole alludere al divorzio? Sì, certo. I rapporti fra me e il dottore sono
diventati impossibili.
TONIA Ah! Come sono felice. Lei mi toglie veramente un peso dal cuore.
STEFANIA (la guarda con un sorriso) Quando si può dare una soddisfazione!
TONIA Sa, non volevo essere proprio io la causa del vostro divorzio. Volevo che lei
lo sapesse. Non rubo i mariti delle altre.
STEFANIA (si alza) Vorrei farle una domanda, Tonia.
TONIA Può farmi qualsiasi domanda.
STAEFANIA E' proprio sicura di amare veramente Giuliano?
TONIA No, questa è una domanda che non doveva farmi!
STEFANIA Ma l'ho fatta. Mi scusi. Pazienza. Volevo solo sapere: gli vuol bene?
TONIA Tanto! Troppo! Alla follia!
STEFANIA Oggi, quando il suo amore è ancora giovane. Lei è giovane. Non vorrei che
questa esperienza finisse in modo doloroso, tragico per lui.
TONIA Capisco che lei parla così sapendo che quest'uomo è appena uscito da.. un
matrimonio disastroso!
STEFANIA Non tanto disastroso, mia cara. Non dimentichi che il nostro matrimonio è
durato dieci anni, e qualunque cosa sia successo, oggi ci lasciamo col più
profondo rispetto.
TONIA Ah, se lei parla di rispetto...
STEFANIA Non è stato semplice, sa, vivere col dottore, stargli dietro, curarlo, accudirlo,
perché, tolto dalla sua professione, dove indiscutibilmente è un uomo di
grande valore, Giuliano è un uomo vulnerabile, fragile, di umore fantastico,
si comporta certe volte come un bambino.. ecco.. un vero bambino,
capriccioso, sciocco, da prendersi a sculaccioni!
TONIA Sì, ma un bambino adorabile, lo ammetta.
STEFANIA Vedo che lei l'ama davvero. Bene. Ora che lei ha saputo da me quello che
voleva sapere, sarà bene che me ne vada. Ho da fare ancora un po' di
shopping. (tende la mano a Tonia, che la prende) Le auguro di avere
fortuna, più fortuna di me, con Giuliano (si avvia)
TONIA Signora Foch.. (Stefania si volta) E lei.. che farà, lei?
STEFANIA Io? Sparirò. Sa come nei romanzi? Si avviò sulla lunga strada bianca, finché
divenne un puntino nero all'orizzonte, poi scomparve!
TONIA Bè, ma appunto, non vorrei.. sì, vorrei essere sicura che lei desidera
veramente divenire quel puntino nero..
STEFANIA Stia tranquilla. Le scriverò per annunciarle che tutto va bene. (si avvia verso
la strada)
TONIA (le corre dietro e la ferma) Signora Foch, e i bambini? chi glie lo dirà ai
bambini?
STEFANIA (si ferma come fulminata, nessuno le ha pariato di questo) I bambini. I
bambini.
TONIA Capisco che sarà una pena spiegare una cosa tanto terribile a quelle tre
povere creature.
STEFANIA (si riprende) Tre. Già, qualcuno dovrà pur dirglielo a quelle tre povere
creature. (pensa rapidamente) Lo farò io. Mio marito in queste cose è
incapace.
TONIA Come la prenderanno?
STEFANIA Si abitueranno. Anzi, c'è questo di buono, che finalmente potrò essere per
loro una vera madre. Sa, finora ho dedicato tutto il mio tempo al padre, gli
sono stata vicino, l'ho aiutato nel suo lavoro. (si riprende) Ha una segretaria,
ma...
TONIA Sì, la signorina Vigneau. Brava, vero?
STEFANIA Straordinaria. Ma non so se la signorina Vigneau resterà.
TONIA Come mai?
STEFANIA Una mia impressione.
TONIA Poco danno: una vecchia zitella inacidita!
STEFANIA Non tanto..
TONIA Innamorata pazza del padrone, scommetto.
STEFANIA Glie l'ha detto Giuliano?
TONIA No, ma da come ne parla..
STEFANIA Come ne parla?
TONIA Sarà un'idea mia. Una sera che Giuliano è rimasto fino a tardi allo studio, mi
è presa una gelosia folle per questa signorina Vigneau, e poi l'ho detto a
Giuliano, e Giuliano si è messo a ridere, si è fatto tante di quelle risate..
(Tonia ride. Stefania l'imita in modo un po' penoso, un po' malvolentieri)
Lei è stata mai gelosa della signorina Vigneau? (comincia la musica)
STEFANIA No, a lei non avevo pensato. Sa, una donna che sposa Il dottor Foch è
meglio che dimentichi la gelosia, altrimenti finisce al manicomio. Se sapesse
quante ne ho viste! Oh, mi scusi, forse non dovevo dire questo proprio a lei.
TONIA Oh, non si preoccupi. E d'altra parte, è scusabile.. poverino, con un
matrimonio così disastroso..
STEFANIA Insiste un po' troppo su questo tasto. Ma ora devo andare.
TONIA (le va dietro e la ferma) Signora Foch, lei mi ha fatto una domanda. Adesso
glie ne posso fare una io? E' sicura, lei, di non essere ancora innamorata di
Giuliano?
STEFANIA (a poco a poco si lascia andare a una specie di reverie in cui realtà e
fantasia si mescolano, paria per l'immaginaria signora Foch e per sé)
Sicura. Certo, che ne sono sicura. Ma non è così semplice. Come si fa a
lasciare un uomo col quale si è vissuto dieci anni, senza una punta di..
malinconia? L'uomo col quale hai, bene o male, condiviso tutte le piccole
gioie e le piccole pene di tutti i giorni.. le piccole cose.. l'appuntamento col
sarto o col parrucchiere.. per anni.. gli hai fatto i panini.. i panini col pollo e
le uova sode, ne è ghiotto, se lo ricordi! Per anni gli hai comprato camicie,
fazzoletti, calzini... gli sei stata dietro, l'hai sostenuto, incoraggiato,
pensando sempre a lui.. un uomo che era tutto tuo.. diciamo quasi tutto tuo..
(improvvisamente si accorge di essere fuori dal seminato) Ma che faccio?
sto dicendo delle cose un po' sconclusionate... mi lascio un po' andare. (la
volta a scherzo) Sarà questa musica. Cos'è?
TONIA (assorta nel monologo di Stefania, si riprende anche lei) Questa... ah, è
Albinoni. L'adagio di Albinoni.
STEFANIA Che bello. Mi piacerebbe averlo. Lo compro subito. Posso...
TONIA Ci mancherebbe altro. Ne ho una copia qui, eccola! (sale rapidamente la
scala e tira fuori il disco. Stefania va al banco) Lo metto in conto al dottor
Foch?
STEFANIA No. Sarà meglio che cominci ad abituarmi a pagare di tasca mia.
TONIA (gentile e materna) Le faccio lo stesso sconto del dottor Foch: dieci per
cento.
STEFANIA Troppo gentile.
TONIA Almeno questo. Sono diciotto franchi. (infila il disco in una busta, Stefania
le porge i soldi) E grazie.
STEFANIA Sono io che la ringrazio. Stavolta devo proprio lasciarla. (chiude la borsa,
va verso la porta)
TONIA (la ferma un'altra volta) Signora Foch.
STEFANIA Sì..
TONIA Permetta che le dica il piacere che mi ha fatto conoscerla. Ho molta simpatia
per lei. E' una donna veramente ammirevole.
STEFANIA (gusta il complimento, poi da gran dama) La ringrazio. Aveva ragione
Giuliano: lei è deliziosa. (se ne va mentre Tonia la sta a guardare)
SCENA SESTA - La stanza di Tonia. Sera dello stesso giorno. Le luci sono spente, entra Giuliano con in mano un mazzo di fiori)
GIULIANO Passerotto? E' in casa il mio passerotto?
(nessuno risponde, egli accende la luce, va verso la cucina, cerca qualcosa in cui mettere i fiori, li ficca in una caffettiera. La porta si apre per metà. Igor mette dentro la testa, e poi entra)
IGOR Ehila! sono io! Chiuda gli occhi perché non sono visibile! (entra: è
completamente nudo tranne un asciugamano intorno ai fianchi) Volevo solo
sapere se.. (si ferma di colpo vedendo Giuliano. Si guardano per un
momento)
GIULIANO Chi èlei, mister Muscolo?
IGOR Mi scusi, credevo che fosse rientrata Tonia.
GIULIANO (gelido) In che posso esserle utile?
IGOR Ero venuto a riprendermi il rasoio.
GIULIANO E perché dovrebbe essere qui il suo rasoio?
IGOR L'ho prestato a Tonia stamattina, perché voleva radersi le gambe.
GIULIANO E non poteva usare il mio rasoio elettrico? Funziona, mi pare.
IGOR Dice che le fa venire la pelle d'oca.
GIULIANO E lei si presenta qua dentro così?
IGOR Mi devo mettere in frac per farmi la barba? Senta, io devo scappare. Sono
venuto solo a riprendermi il rasoio. Ho un appuntamento e devo farmi la
barba. Scusi il disturbo.
GIULIANO Lasci perdere il disturbo. Lei mi deve spiegare come mai si permette di
entrare nudo per parlare con la mia fidanzata.
IGOR Fidanzata! Ma mi faccia il piacere. Non racconti barzellette!
GIULIANO Per sua regola Tonia e io ci sposiamo.
IGOR (non se l'aspettava) Ah! Questo Tonia non me l'ha detto.
GIULIANO Non vedo perché doveva dirlo a lei, scusi! (entra Tonia e attacca il
cappellino al palo della biancheria)
TONIA Oh, Igor! Ma è nuovo quell'asciugamano. Non te l'avevo mai visto.
IGOR (con un certo malumore, va verso la tavola) Ho saputo la grande notizia.
Auguri!
TONIA (guarda Giuliano) Sì, campa cavallo. Deve ancora divorziare!
IGOR Ah! deve ancora divorziare!
GIULIANO Bè, è solo questione di..(va verso Tonia) Tonia, il signore è venuto qui a
riprendersi il rasoio. Glielo vuoi dare, per favore, in modo che possa
andarsene?
TONIA Igor, scusa, me n'ero dimenticata. (va in cucina, nel bagno e fruga)
IGOR Ah! Sicché non abbiamo ancora il divorzio?
GIULIANO Ah, se potessi averla cinque minuti sotto il mio trapano! (rientra Tonia)
TONIA Niente da fare, non lo trovo. Dove l'avrò cacciato?
IGOR E io come faccio?
TONIA Aspetta! C'è il rasoio elettrico di Giuliano. Puoi prendere quello.
IGOR (lo prende. A Giuliano) Stia tranquillo che non glie lo rompo. (gli casca di
mano e va a terra, lo raccatta) Speriamo che cammini ancora. Ecco. Questo
è il guaio di questi rasoi elettrici! (esce)
GIULIANO (acido) Fuori! (a Tonia) Giacchè c'eri, gli potevi prestare anche il mio
spazzolino da denti! A quest'ora si torna? Dove sei stata?
TONIA Ho avuto una visita oggi.
GIULIANO Al negozio?
TONIA Tua moglie.
GIULIANO (sorpreso) Ah, è venuta?
TONIA L'hai mandata tu.
GIULIANO Sì, prima non voleva venire, poi si è decisa. Si vede che l'ho convinta. Bè,
com'è andata?
TONIA (pensando) E' stata magnifica.
GIULIANO Ah, vedi? Sei contenta?
TONIA Una donna veramente squisita. E' una signora, una vera signora! Giuliano, tu
mi hai detto una bugia.
GIULIANO (spaventato) lo? No. Giuro. Che bugia? cosa ti ha detto? Nego tutto nella
maniera più assoluta.
TONIA Forse non era una bugia. Forse non te ne sei neanche accorto. Giuliano,
tesoro, tua moglie ti ama ancora.
GIULIANO (dopo un silenzio sbalordito) Come hai detto? Ripeti per favore?
TONIA Ho detto che tua moglie di ama ancora.
GIULIANO Ma te l'ha detto o no che vuole il divorzio?
TONIA Lo vuole.
GIULIANO (soddisfatto) E allora?
TONIA Oh, lei direbbe qualsiasi cosa per farti piacere. Giuliano, è innamorata pazza
di te, si butterebbe nel fuoco per te. Basta vederla.
GIULIANO (la prende per le braccia e la mette a sedere su una sedia) Tonia,
ragioniamo. Con calma. Fammi capire. Cos'è esattamente che quella
deficiente.... mia moglie, ti ha detto?
TONIA Non è tanto quello che ha detto ma quello che non ha detto.
GIULIANO Mi fai il favore di ripetermi parola per parola quello che non ti ha detto?
TONIA Come si fa, è difficile.. certe espressioni, certi gesti.. quando parlava per
esempio delle tue camicie, era straziante..
GIULIANO Che hanno le mie camicie di straziante?
TONIA O dei tuoi fazzoletti, del tuo sarto, del parrucchiere. Mi ha commosso.
(Giuliano la guarda) E quando ha raccontato dei panini che ti faceva col
pollo e le uova sode, mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.
GIULIANO Ah, si è pure vantata di quei panini schifosi?
TONIA Non se ne è vantata. Ha detto solo che te li faceva, e da come lo diceva, deve
farli con molto amore.
GIULIANO Con molta maionese, li fa.
TONIA Ma Giuliano, sei cattivo con quella poveretta. Sei un sadico! Ma come,
quella santa donna parla dite senza nessun rancore..
GIULIANO La santa donna! La povera donna! Ma chi sei, l'avvocato di mia moglie?
Senti, io ho mantenuto la promessa. Volevi parlarle, ti ci ho fatto parlare.
E adesso..
TONIA (soprapensiero) E' stato uno sbaglio.
GIULIANO Cosa?
TONIA Se non l'avessi vista!.. ma adesso che l'ho vista, mi fa tenerezza. E anche
pena. Ho quasi affetto per lei. Vorrei, non so, proteggerla. Specie quando l'ho
vista coi bambini...
GIULIANO (sorpreso) I bambini? ti ha portato i bambini?
TONIA In negozio? Macchè! Una donna così delicata! Sembra proprio che tu non la
conosca!
GIULIANO Saranno stati quei maledetti nipoti!
TONIA Ma che nipoti: li ho visti! Erano i tuoi, vuoi che non li riconosca?
Specialmente il più grande, è incredibile come ti somiglia.
GIULIANO Anche per me è incredibile.
TONIA Ma scusa, quanti anni ha Virginia?
GIULIANO Virginia?
TONIA Tua figlia! Che padre, non sa neanche il nome di sua figlia.
GIULIANO Virginia, come no, bè? Quanti anni ha? Dunque, vediamo, adesso ne avrà..
(guarda l'orologio)
TONIA Mi hai detto tu che ne aveva otto.
GIULIANO E se ti ho detto otto saranno otto.
TONIA Ma perché, mi domando, gli uomini non devono mai sapere l'età dei loro
figli? Giuliano, ho visto quella bambina: ha per lo meno undici anni, se non
dodici.
GIULIANO Hai ragione! Virginia ne ha undici quasi dodici.
TONIA Adesso mi spiegherai questa storia, dato che siete sposati solo da dieci anni.
(Giuliano è interdetto) Su, Giuliano, avanti, sputa il rospo. Fuori la verità. E
non dire bugie.
GIULIANO Alzo le mani. E' una cosa un po' delicata, per questo la teniamo nascosta. La
verità è questa: Virginia è una bambina prematura.
TONIA Come prematura?
GIULIANO E' nata in anticipo.
TONIA Di cinque mesi?
GIULIANO No, prima è nata lei, poi ci siamo sposati noi!
TONIA Lo sapevo. Eh!.. l'intuizione femminile! tutto è chiaro! Tutto quadra!
GIULIANO Cosa quadra?
TONIA Poveretta, anche una figlia prima del matrimonio. Chissà con quale passione
ti si è data! Altro che matrimonio combinato! Un matrimonio d'amore, è stato
il vostro! Come ti deve aver amato quella donna!
GIULIANO Sì, la grande amatrice!
TONIA E ti ama ancora!
GIULIANO Ma fa il piacere..
TONIA No, no, mi sentirei troppo in colpa se a una donna simile, no.. noi...
GIULIANO (interrompe con rabbia) Tonia! Ti è mai passato per la testa che il divorzio
potrebbe fare comodo anche a lei?
TONIA E per quale ragione?
GIULIANO Per un'ottima ragione!
TONIA E qual’è questa ottima ragione? Avanti!
GIULIANO E' tanto facile! Ci vuole tanto? Eh, andiamo, un po' di fantasia! (è a corto di
idee e fa lo sbruffone) Eh! (improvvisamente) Un altro uomo. (si siede
soddisfatto, la trovata gli sembra buona)
TONIA Lei, un altro uomo? Non ci credo.
GIULIANO Tonia, non ti direi una cosa simile. Sai quanto costa questa rivelazione al
mio onore.
TONIA (lo fissa) Ti credo. (con un tono più scherzoso) Bè, poi perché non dovrebbe
avere l'amico? Tu non hai l'amante? (fa l'imitazione di una donna fatale, si
stende voluttuosamente sul letto) E poi, dopo tutto quello che mi hai
raccontato doveva essere una scema per non prendersene uno!
GIULIANO A questo punto, guarda...
TONIA (va verso di lui e lo abbraccia alle spalle) Cosicchè ha un amante!
GIULIANO Non insistere.
TONIA Come mi diverte! Poverino, vieni qua che ti consolo! (lo bacia)
GIULIANO Cosa ti diverte?
TONIA Saperti cornuto.
GIULIANO Se diverte te, guarda, diverte anche me.
TONIA Ma è più giusto, è meglio così. Capisci? Tu le hai messe a lei, lei le ha messe
a te: siete pari. E' più carino. Dici che la sposerà?
GIULIANO Chi?
TONIA Lui. Quello..
GIULIANO (la carezza) Che ne so. Forse. Senti, sapessi quanto poco me ne importa.
TONIA Come, non ti importa. Sarebbe simpatico invece da parte tua, cercare di
sapere, indagare. Chi è? che fa?
GIULIANO Non lo conosco e non voglio conoscerlo.
TONIA Perché?
GIULIANO Ma sei strana, sai, Atonia!
TONIA Hai di questi pregiudizi? Ma non fare il borghese. Dato che tu e tua moglie
siete rimasti buoni amici, non devi farle fare una sciocchezza. Magari non è
il tipo per lei.
GIULIANO Come sarebbe, non è il tipo per lei, se l'è scelto lei!
TONIA Ma può aver scelto male, in un momento di stanchezza, sola, smarrita..
Quest'uomo forse la può maltrattare, seviziare, mangiarle i soldi e tu? niente?
Giuliano: può diventare il padre dei tuoi figli e forse li sevizierà, li farà
morire di fame! Non puoi disinteressartene! Devi fare qualcosa, Giuliano,
non puoi essere così irresponsabile! Incosciente! Devi sapere chi è: voglio
sapere chi è!
GIULIANO Cosa? No, no, no!
TONIA (scende dal letto) Bene, se non vuoi tu, lo faccio io.. Tanto ormai la conosco.
E' così facile. Le telefono. (va verso il telefono)
GIULIANO No, che fai? questo no! Ti proibisco! Prometti che non farai mai una cosa
simile! Prometti!
TONIA E va bene. (Giuliano ha un'espressione di sollievo) Ma se vuoi che noi due
siamo felici..
GIULIANO No, no, no, no, questo no! No e poi no! (picchia contro il muro della stanza
di Igor. Igor si precipita dentro, sempre con l'asciugamano ai lombi, e col
rasoio elettrico in mano)
IGOR Tonia, qualcosa non va?
GIULIANO No! No! No! Voi!
SCENA SETTIMA - Studio del dottor Foch, il giorno dopo. Sentiamo nel buio la voce di Stefania mentre la luce sale lentamente.
STEFANIA No, no, no, no, no, no! (luce piena sull'ultimo no. Vediamo Stefania seduta
alla scrivania; Giuliano è in piedi vicino a lei e si abbottona il camice)
GIULIANO Ma che cosa le chiedo in fondo? Una sciocchezza! si tratta solo di trovare
uno che si presti.. a...
STEFANIA (forte) No!
GIULIANO Mi ascolti...
DURAND (dentro, strilla) Ahhhh!
GIULIANO (verso la porta) Vengo subito da lei, signora Durand. Rimanga a bocca
aperta. Mi raccomando. Ecco così (torna da Stefania) Signorina Vigneau,
forse sono stato troppo precipitoso nel presentarle la faccenda. Ora mi sbrigo
la signora Durand, poi le spiego tutto con calma.
STEFANIA Non mi spiega niente e non voglio sapere più niente! Per le sue oscene
proposte si rivolga ad un'altra. Non sono pagata per questo. Anzi, d'ora in
poi uscirò la sera alle sette in punto come tutte le segretarie che si rispettano,
e per ogni minuto in più lei mi pagherà lo straordinario! Ne ho abbastanza di
essere coinvolta in fatti che non mi riguardano e non voglio più sentire
parlare delle sue losche faccende!
GIULIANO Ma che ha stamattina? E' intrattabile. E' spinosa peggio del suo cactus. (si
avvia nello studio)
STEFANIA Io e il mio cactus siamo pronti a rassegnare immediatamente le dimissioni,
se necessario!(Giuliano entra nello studio) Guarda un po' che roba! Ma
questi sono veri e propri abusi! Uno di questi giorni lo mando a quel paese!
(parla al cactus) Vedrai se non lo faccio!
(campanello, va alla porta, è Bebert che entra con la faccia gonfia)
STEFANIA Che vuole lei? E' venuto a pagare il conto?
BEBERT Mi è caduta l'otturazione.
STEFANIA E allora?
BEBERT C'è il dottore?
STEFANIA Il dottore non riceve oggi.
BEBERT Ma non ho dormito tutta la notte.
STEFANIA Il dottore è impegnatissimo. Riceve solo per appuntamento.
BEBERT Sono venuto all'ora di pranzo..
STEFANIA Non pranziamo! Il dottore non ha il tempo di pranzare.
BEBERT Senta, io l'aspetto.
STEFANIA Aspetti di là allora. Qui ho da fare. (l'avvia verso la sala d'aspetto)
BEBERT (entrando nella sala d'aspetto) Ma questa è peggio della Gestapo!
GIULIANO Sono desolato di averle fatto un po' male.
DURAND E' la prima volta. Come mai? La vedo stanco, nervoso, ha le occhiaie. Voi
scapoli vi strapazzate troppo.
GIULIANO Io? signora Durand? io faccio una vita regolatissima: dalle nove di mattina
alle nove di sera, qui! al chiodo! Vero, signorina Vigneau? Dopo, stanco
morto, dove vuole che vada? A letto!
DURAND Appunto, a letto! (Giuliano la guarda male) Non si affatichi troppo!
Arrivederci, dottore. Sa che inauguro la nuova casa? Dò un cocktail anche
per lei. Siamo in seicento: una cosuccia! Le ho mandato l'invito, lei viene,
no? E' un attico sul Bois de Boulogne. Una pace, e tanta clorofilla. E' di un
“relaxing” ! Tutto verde, pensi. E niente senso unico, niente problemi di
posteggio, non è come venire qui. Poi, mio marito si è anche preso la
macchina con lo chaffeur e mi ha lasciato la piccola. Che fare? Non ho
trovato posto che sulle strisce. Mi costerà un'altra contravvenzione, dottore!
Dunque, si ricordi l'invito. C'è anche una bella camera per gli ospiti.. un letto
comodo... l'ideale per una settimana di riposo.. ci pensi... su, dottore...
GIULIANO (accompagnandola alla porta) La ringrazio molto, signora Durand.
Ci penserò.. arrivederla, signora cara.. (le bacia la mano. Chiude la porta.
Rivolto a Stefania) Adesso mi stia a sentire.
STEFANIA Stia a sentire me! Lei mi ha chiesto di fare la parte di sua moglie. Una
commedia ridicola e umiliante, ma l'ho fatta. E l'ho fatta benissimo.
GIULIANO Malissimo, invece. Tant'è vero che adesso Tonia è convinta che lei è
innamorata pazza di me!
STEFANIA Io, innamorata di lei?
GIULIANO Non lei lei, lei mia moglie!
STEFANIA Chi le ha messo in testa una sciocchezza simile.
GIULIANO Lei!
STEFANIA (si alza, va verso Giuliano) Io? Ma è una calunnia! Il mio comportamento è
stato irreprensibile. Sono stata una moglie dignitosa, seria, forse un po' ferita
nel suo orgoglio, ma non innamorata e favorevolissima al divorzio! Non ho
detto niente che possa aver dato a Tonia l'impressione..
GIULIANO (la interrompe) Non è tanto quello che ha detto, quanto quello che non ha
detto!
STEFANIA E cos'è che non hodetto?
GIULIANO Che bisogno aveva di parlarle delle mie camicie? dei miei calzini e di quei
suoi maledetti panini col pollo e le uova sode?
STEFANIA Avevo il dovere di rendere la cosa più verosimile possibile! Non potevo
prenderla sottogamba. Il divorzio è una cosa seria. Specialmente quando ci
sono i bambini.
GIULIANO A proposito dei bambini!
STEFANIA Dei quali, tra l'altro, non me ne aveva nemmeno parlato!
GIULIANO Di dove sono saltati fuori questi bambini, che lei si è trascinati dietro dalla
mia fidanzata?
STEFANIA Dalla sua fidanzata?
GIULIANO Dove li ha presi? li ha affittati?
STEFANIA Dalla “sua fidanzata”, prego, ci sono andata sola!
GIULIANO E allora chi erano quei tre bambini che Tonia ha visto dalla finestra?
STEFANIA Ah, i miei nipotini?
GIULIANO I suoi nipotini? Ne ha tre? non erano due?
STEFANIA C'era anche la figlia della portiera.. Piuttosto la sua fidanzata potrebbe fare a
meno di fare la spia! Se poi non ho neanche più il diritto di portare a spasso i
miei nipotini nel mio giorno di libertà, egregio dottore, io le dò gli otto
giorni!
GIULIANO Li respingo: sa benissimo che non saprei come fare senza di lei.
STEFANIA (sostenuta) Lo so.
GIULIANO (implorante e seduttore) Lei non può piantarmi in asso così. Deve aiutarmi.
Non solo in qualità di amica, ma di assistente, di segretaria, di infermiera.
Io, quindi, la prego, come amica, come segretaria, come assistente, come
infermiera. E' suo dovere professionale!
STEFANIA Professionale?
GIULIANO Certo. Le mie crisi con Tonia influiscono negativamente sul mio lavoro. Ha
sentito poco fa, la signora Durand? Ha strillato come un'aquila, le ho fatto
male! E' la prima volta che mi succede!
STEFANIA Si sta disintegrando, dottore, lentamente.
GIULIANO Se lei non mi dà una mano, va a rotoli tutto, mi creda signorina Vigneau!
(momento di commozione. E' un momento in cui la”storia” può decidersi in
un senso o nell'altro. Stefania valuta l'idea con sforzo)
STEFANIA Ma lei però, scusi, poteva avvertirmi, almeno interpellarmi, prima di
attribuirmi un amante.
GIULIANO (speranzoso, ha capito che sta con vincendola) E' una cosa saltata fuori
all'improvviso! In un attimo: così. Capisce? Due sole erano le versioni
possibili: o darle un amante, o farla innamorata di me!
STEFANIA Per carità!
GIULIANO Vede? Allora?
STEFANIA (cambia tono, allegra: buon viso a cattivo gioco) Allora dovrei perdere un
amico e trovare un amante? E va bene. Tornerò da Tonia a dirle che ho
l'amichetto.
GIULIANO Sì, ma Tonia vorrà vederlo.
STEFANIA In carne ed ossa? Ma che faccio, i giochi di prestigio?
GIULIANO Bisogna cercare lui. Non ha nessuno? un amico..
STEFANIA Il mio giro maschile è limitatissimo.
GIULIANO Un parente, allora?
STEFANIA C'è mio cognato. Potrei dirlo a lui.
GIULIANO Bene
STEFANIA No, no. Guardi, mio cognato, la mia famiglia lasciamola stare.
GIULIANO E allora? Lei non ha nessun altro candidato?
STEFANIA Senta dottore, è un po' troppo! Non solo devo recitare la commedia, ma devo
anche trovarmi gli attori. Lei vuole che abbia un amante? me lo trovi!
GIULIANO Come faccio, via. Mi vede ad andare a chiedere, non so.. al colonnello
Cochet: vuol fare l'amante di mia moglie?
STEFANIA Beh! Quello farebbe i salti mortali: mi ha già invitato a cena.
GIULIANO Cosa? Il signor Cochet le ha fatto delle proposte? E lei glie l'ha permesso?
Signorina, questo non deve succedere. La moralità del mio studio...
STEFANIA (l'interrompe) Non abbia pruriti moralistici, dottore, se deve trovarmi un
amante!
GIULIANO No, no, ci vuole un tipo sicuro, un tipo anonimo.. ma chi?
BEBERT Giuliano! Ci sono io! Sto aspettando da un'ora!
GIULIANO Bebert? Tu qua? che fortuna! eccolo! lui!
STEFANIA No, lui no!
GIULIANO (a Stefania) Mica ci deve andare a letto!
BEBERT Giuliano, mi è cascata l'otturazione.. mi fa un male..
GIULANO Entra, Bebert. Tutto quello che vuoi! Ti faccio tutto quello che vuoi.
STEFANIA No, no, no, no, no, no!
BEBERT Ce l'ha con me, ce l'ha!
GIULIANO (lo porta verso la scrivania) No, ti sbagli Bébert. Quella ragazza ha una
grande simpatia per te. (lo mette a sedere vicino alla scrivania) Allora,
Bébert, glieli vogliamo fare nuovi questi dentini alla tua bella ragazza?
BEBERT Gratis?
GIULIANO Dipende... (si guardano)
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
SCENA PRIMA - Un piccolo night club qualche giorno dopo. L'Illuminazione è molto scura.. Cominciamo a notare i dettagli a mano a mano che ci abituiamo all'oscurità. All'inizio della scena scorgiamo Bebert seduto ad un tavolino. Un cameriere lo serve e se ne va. Bébert si versa del whisky nel bicchiere, aggiunge un po' d'acqua, gusta, poi aggiunge un altro po' di whisky, beve, ogni tanto guarda l'orologio. E' evidente che aspetta qualcuno. In fondo suonano musica leggera (forse solo piano). Compare la sagoma di Stefania, è vestita con sobria eleganza, l'acconciatura dei capelli è ben curata: c'è un ulteriore progresso nella sua trasformazione in donna piacevole a vedersi. Bébert la vede mentre lei sta in piedi, incerta, scrutando nel buio.
BEBERT Ehi! Di qua, sono qui! (Bébert chiama Stefania che cammina a tentoni, può
andare verso di lei e accompagnarla verso il tavolo)
STEFANIA Ma cosa è successo? E’saltata una valvola?
BEBERT (l'accompagna) Si sieda.
STEFANIA Non vedo la sedia.
BEBERT Se si siede la trova. (Stefania si siede) E' tutta atmosfera: è un angolino nascosto
nella vecchia Europa.
STEFANIA Sì, ma noi siamo qui per farci vedere. Il dottore poteva scegliere un posto con
meno atmosfera e più luce!
BEBERT L'ho scelto io.
STEFANIA Lo sapevo!
BEBERT E' il mio locale preferito!
STEFANIA Deve essere un posto equivoco, non c'è un anima!
BEBERT Per forza. A mezzanotte.
STEFANIA Troppo tardi?
BEBERT Troppo presto. Qui la gente comincia a venire alle tre. Alle cinque è pieno come
un uovo.
STEFANIA Alle cinque! Io sarò a casa, a nanna.
BEBERT (l'ha guardata meglio) Ehi, sa che è carina stasera? Tutta in ghingheri. Sembra
un'altra. Quando è in ufficio sembra un carabiniere..
STEFANIA Senta, i suoi apprezzamenti...
BEBERT Non si arrabbi. Ci beva su. Con un po' di whisky le appaio subito simpatico. (le
versa da bere)
STEFANIA Allora ci vorrebbe tutto il whisky del mondo! Ei, piano, un goccio!
BEBERT (alza il bicchiere) Cin cin! Al nostro amore!
STEFANIA Facciamo le corna.
BEBERT Ma come? Sono il suo amante. E' per me che lei divorzia, no? Lei deve
assolutamente flirtare con me.
STEFANIA La commedia la reciterò solo quando arrivano gli altri. (si guarda intorno) Ma
dove sono questi altri? Che fanno?
BEBERT Ci staranno cercando.
STEFANIA Speriamo che ci vedano con questo buio!
BEBERT Come non ci vedono? Ci siamo solo noi. (pausa) Balliamo?
STEFANIA Con lei? Manco morta.
BEBERT Eccitante, come serata!
STEFANIA Non ho mai pensato che questa missione segreta diventasse una gita di piacere.
BEBERT Non siamo qui per fare un favore a Giuliano? Allora approfittiamo un po' della
situazione, che diamine. (durante il discorso le ha messo una mano sul
ginocchio)
STEFANIA La sua mano!
BEBERT Che ha la mia mano?
STEFANIA La sua mano è posata sul mio ginocchio.
BEBERT Scusi, credevo fosse il mio. (Bébert si versa un bicchiere e ingolla)
BEBERT Senta, è vero che paga il dottore, ma non c'è bisogno che lei si scoli tutta la
bottiglia.
STEFANIA Adesso mi conta anche i bicchieri. Che tristezza! (entrano Tonia e Giuliano)
GIULIANO Vediamo un po' di trovare un angolino tranquillo, dove si possa star soli.
TONIA Non è difficile. Non c'è un cane. (siedono a sinistra)
STEFANIA Eccoli, sono arrivati!
BEBERT Meno male! Stavo per chiamare i pompieri.
STEFANIA Avanti, su, svelto, attacchi!
BEBERT Attacco cosa?
STEFANIA Mi faccia la corte. Sia naturale.
BEBERT Naturale a farle la corte? E' difficile!
STEFANIA (fa la romantica, sorride soavemente a Bébert) Lei è un ver porco. Che essere
spregevole che è lei! (Bébert l'abbraccia)
TONIA Come ti è venuto in mente di portarmi in questa specie
GIULIANO Eppure è un locale chic.
TONIA Mai sentito!
GIULIANO Per questo è chic!
BEBERT Carina però la ninfetta. Che marpione quel Giuliano. Tutte lui se le becca.
STEFANIA Non guardi da quella parte! Devono vederci prima loro!
TONIA (li ha visti) Giuliano!
GIULIANO Che c'è? (volta la testa)
TONIA Non voltarti, c'è tua moglie.
GIULIANO Mia moglie? Impossibile!
TONIA Come? La riconosco benissimo. E' lì.
GIULIANO (fingendo di scrutare nel buio) Lì dove?
TONIA Lì dietro. In quell’angolo, con un uomo.
GIULIANO Hai ragione, è lei. E' vero, è mia moglie con il suo ganzo. Certo che Parigi è
diventata un paese. Se lo sapevo che ce la trovavamo tra i piedi.. (comincia un
fox lento)
TONIA Che facciamo?
GIULIANO Ci ha visto, dici?
TONIA Non credo. Tagliamo la corda?
GIULIANO Ah, per me. Ma, a proposito, tu non volevi incontrarlo?
TONIA Sì, ma non qui. Sembra che volevamo spiarli.
GIULIANO E andiamo, allora, figurati!.. (si alza)
TONIA (lo forza a sedere) Siediti che ti vedono... (sbircia) E' lui dici? Il suo amico?
GIULIANO Chi vuoi che sia? E poi, basta guardarli. (all'altra tavola, Stefania ride, vuol
dare l’impressione di divertirsi molto, Bébert ride anche lui le mette la testa
contro la spalla)
TONIA (cerca di non guardare) Lei sembra molto innamorata.
GIULIANO E' cotta. Guarda come si strofina. Tra un po' se lo beve. E a me diceva che
giocava a canasta!
BEBERT Beh, che fanno? Si decidono o no?
STEFANIA (guarda verso Tonia e Giuliano) Mettiamoci più in vista. Balliamo.
BEBERT Ma come? Un momento fa?
STEFANIA Balli e stia zitto. (cominciano a ballare)
GIULIANO Ballano! Si dà alle danze adesso.
TONIA Balliamo anche noi, così lo vedi più da vicino. (ballano, le due coppie
dopo alcune evoluzioni finiscono con lo scontrarsi al centro della pista. Tonia e
Stefania sono al centro del gruppo) Pardon..
GIULIANO Chi si vede! Stefania!
STEFANIA Oh, Giuliano (a Tonia, gentile) Buona sera, signorina.
TONIA Buona sera, signora.
GIULIANO Che combinazione. Il mondo è piccolo.
STEFANIA Permettete che vi presenti il signor..
BEBERT Bébert Champignon. Un amico.
GIULIANO (a Bébert) La signorina Tonia Maréchal, Toinette!
BEBERT Felicissimo!
STEFANIA Bebert, mio marito.
BEBERT Oh, fortunatissimo. Ho sentito tanto parlare di lei, tanto è vero che..
GIULIANO (interrompe) Venite al nostro tavolo? Possiamo offrirvi qualcosa? Su, venite...
STEFANIA Beh, veramente...
GIULIANO La situazione, lo so, è un po' insolita. Ma noi siamo uomini di mondo.
BEBERT E chi è più mondano di me!
GIULIANO A meno che voi non preferiate continuare nel vostro tète à tète.
BEBERT Io? Per carità. Non ci tengo. (si riprende) Volevo dire: c'è tempo! Facciamo tutta
un'ammucchiata! Offro io! Venite voi al nostro tavolo. Ho già una bottiglia
avviata.. (si avviano verso il tavolo di Bébert: Bébert e Stefania avanti Giuliano
e Tonia dietro)
TONIA (a Giuliano) Non farti invitare da lui. Sembra che vuoi approfittare..
GIULIANO Non posso mica offenderlo. Che te ne pare? Ha l'aria simpatica.
TONIA Ancora non lo so. (Sisiedono al tavolo, mentre Bébert, o il cameriere, serve)
GIULIANO (a Stefania) Stefania, mi sembra di sognare. Tu in un night! Ti sei data alla bella
vita. E pensare che con me non volevi mai uscire la sera!
STEFANIA (a Tonia) La sera non uscivo per via dei bambini, Giuliano. Erano troppo piccoli.
TONIA (comprensiva) E' giusto.
BEBERT I bambini?
GIULIANO (interviene) I nostri tre bambini!
TONIA Pierre, Paul e Virginia! Li ho visti l'altro giorno un momento. Che tesori!
STEFANIA Bò, i genitori per i loro figli stravedono. Sono sempre più belli e più buoni, vero
Giuliano?
GIULIANO E' verissimo!
TONIA E a lei, signor Champignon, piacciono i bambini?
BEBERT Sì, arrosto con piselli. (ride della battuta; gelo)
GIULIANO Ah, ah, ah. Tipica battuta cinica dell'uomo affettuoso. Io non la conosco ma lei
deve avere un gran cuore! In fondo deve adorare i bambini, vero?
BEBERT In fondo, molto in fondo.
GIULIANO Lei non solo adora i bambini ma anche la vita di famiglia.. Lo dica! Su, Lo dica!
BEBERT (finalmente capisce: Giuliano gli ha dato un calcio sotto la tavola) Amo la vita
di famiglia più di me stesso, adoro i cani, i bambini e specialmente i suoi. Sarò
per loro un secondo padre!
GIULIANO Grazie! Era quello che volevo sentire! (imbarazzato)
TONIA E lei, signor Champignon, che mestiere fa?
STEFANIA Mi dai un whisky, Bébert?
BEBERT Un momento, devo rispondere alla signora.. sono nell'usato. A proposito ho per
le mani una cucina 4 becchi smaltata come nuova, girarrosto automatico ancora
sotto garanzia, migliore offerente offresi. Conosce qualcuno? Ci scappa la
percentuale anche per lei. In affari non frego nessuno.
TONIA Che fa? Vende cucine usate?
GIULIANO Cucine economiche, frigoriferi, Porsche... Il mercato dell'usato è vastissimo, ed
ha un sicuro avvenire! Giri di miliardi!
BEBERT Mi arrangio! Non faccio i milioni di Giuliano, ma...
GIULIANO Bravo! Lei mi ha chiamato Giuliano! E se permette la chiamerò Bébert! (i due
uomini si stringono affettuosamente la mano, sotto gli occhi disapprovanti delle
signore)
BEBERT Sicché, voi due tra poco, eh? A quando le nozze?
GIULIANO Non vedo l'ora..
TONIA (fredda) Non essere di cattivo gusto, Giuliano.
GIULIANO Andiamo, Tonia! Non abbiamo nulla da nascondere. Siamo in famiglia.
BEBERT Bravo, Giuliano. (abbracciando Stefania) Neanche noi abbiamo niente da
nascondere, vero cocca? (la bacia sul collo)
STEFANIA (si sottrae all'abbraccio) Vogliamo cambiare argomento?
BEBERT Guarda come diventa rossa. Che amore! Da mangiarsela! (le dà un altro bacio
sul collo)
STEFANIA Stai buono, Bébert, per favore!
BEBERT Perché? Che ho fatto?
STEFANIA Sai che detesto le esibizioni in pubblico.
BEBERT (a Giuliano) E' vero, ha il complesso del pubblico. Ma in privato si scatena. Se
sapesse! Amplessi di fuoco, notti di follia: una baccante! Ma poi che stupido: lei
la conosce meglio di me! E' una cosa!.. (Stefania gli dà una botta fra le costole)
GIULIANO Chi vuole un altro whisky? Tutti?
BEBERT Un whisky, un whisky! Così risolleviamo un po' le sorti. (prende la bottiglia,
comincia a versare. Entra una ragazza coi capelli tinti di biondo, e viene verso il
centro della pista) Eccomi qui, Bebert. Scusa se ho fatto un po' tardi. Buona sera
a tutti. (tutti la guardano sbalorditi; la reazione di Bébert è anch'essa di silenzio
sbalordito)
STEFANIA (finalmente) Vuole accomodarsi?
BEBERT (salta in piedi) No, lei non vuole! Dobbiamo parlare... d'affari! (va verso di lei)
BIONDA (lo tira per la cravatta) Ma che è questa storia? Non avevamo appuntamento
stasera?
BEBERT Andiamo a parlare al bar! (agli altri) Scusatemi, è una questione delicata. E' una
compagna di scuola, la figlia di un grosso cliente. Un po' matta. Ma gli affari
sono affari. Devo tenermi buono il padre!
BIONDA Ma che diavolo dici? Noi avevamo un..
BEBERT (taglia corto, sottovoce) Zitta o ti faccio rimettere i vecchi denti. (l’afferra per
un braccio e la porta fuori verso il bar. Atmosfera di estremo imbarazzo)
STEFANIA (si alza) Se permettete io vado di là.
TONIA (con simpatia) Vuole che l'accompagni?
STEFANIA No, grazie, posso fare da me. (esce con gran dignità verso sinistra)
TONIA (sta per esplodere) Giuliano.
GIULIANO Che c'è?
TONIA Ma quello è un mascalzone.
GIULIANO Sei troppo severa. A me sembra un buon diavolo!
TONIA Un uomo odioso!
GIULIANO A mia moglie piace.
TONIA Ma fammi il piacere! Hai visto che figura le ha fatto fare? Aveva le lacrime agli
occhi, povera Stefania! L'ha umiliata davanti a tutti! Non sapeva più dove
mettersi, poveretta. Come si permette? Quel morto di fame..
GIULIANO Ma Stefania è innamorata di lui.
TONIA Ma lui ha un'altra bionda!
GIULIANO E che vuoi che faccia?
TONIA La devi salvare da quel filibustiere!
GIULIANO Andiamo Tonia, avrà bevuto un po'.
TONIA Bevuto? è un alcoolizzato. Guarda la bottiglia!
GIULIANO Può succedere, sai..
TONIA Non lo difendere! Ti stai comportando in modo indegno! In cinque minuti sei
diventato amico per la pelle di quel losco individuo che non hai mai visto. Mi hai
rivelato un lato di te che non conoscevo. Mi piace poco!
BEBERT (rientra Bébert dal bar)Allora, continuiamo le orge?
GIULIANO (Giuliano si alza e lo affronta)Sì, ma non per lei, signor Champignon.
BEBERT Che vuol dire.
GIULIANO Signore, lei ha trattato mia moglie e la mia fidanzata in modo veramente
inqualificabile. La invito a andarsene immediatamente. E si ricordi che se verrò
a sapere che lei ha tentato un altra volta di avvicinare mia moglie, le farò saltare
tutti i denti. (l'afferra e Io trascina verso l'uscita)
BEBERT (voltandosi verso di lui) Ricorda l'otturazione?
GIULIANO Ha sentito quello che le ho detto? Fuori di qui. Fuori! (lo spinge fuori, rumori di
breve colluttazione poi Giuliano rientra) Credimi, se ne ricorderà per un pezzo.
TONIA (estasiata) Giuliano, non conoscevo questo lato della tua personalità. Mi sei
piaciuto.
GIULIANO Questo è niente.
TONIA Sei stato meraviglioso (lo guarda teneramente)
GIULIANO (voce del desiderio) Ce ne andiamo a casa Toinette? Che ne dici? Ho voglia di
stare un po' con te.
TONIA (le mani allacciate con quelle di lui) Anch'io, tesoro. Ma... (rientra Stefania)
Ecco Stefania..
STEFANIA Ho chiamato un taxi. Sono un po' stanca. Non vi dispiace se vi lascio?
TONIA Ma come, se ne va così? Sola?
STEFANIA Ci sono abituata. E lei è un tesoro, Tonia. Bè, io vado.
TONIA (con decisione, passando davanti a Giuliano verso Stefania) No! Giuliano
l'accompagnerà in macchina. Non può andare a casa da sola.
STEFANIA Ma no..
TONIA Ci mancherebbe altro. lo abito qui vicino. Il taxi lo prendo io.
STEFANIA Ma non posso permetterlo.
TONIA Insisto. Mi creda, è un piacere per Giuliano. (Giuliano non ha l'aria molto
contenta)
STEFANIA Davvero non ti dispiace, Giuliano?
GIULIANO Sentite, facciamo una cosa: andiamo tutti e tre. Prima lascerò Stefania.
STEFANIA (comincia a divertirsi) Perché? Prima Toinette che abita più vicino.
GIULIANO Lascerò prima Stefania, ho detto. Vero Tonia?
TONIA Non vi preoccupate per me, io prenderò il taxi.
GIULIANO (debolmente) E va bene, andiamo. (comincia ad andare)
STEFANIA Giuliano caro, se vuoi dare la buona notte a Tonia.. Ti aspetto. (si avvia verso
l'uscita, e di lì non può sentire le parole, ma guarda la loro conversazione
furtiva con un sorriso)
GIULIANO (va verso Tonia, e a voce bassa) Mi hai fatto un bel regalo. E va bene,
l'accompagno poi vengo subito da te.
TONIA (stessa voce) No, Giuliano, no. Resta con lei stasera.
GIULIANO Come, resto con lei?
TONIA Con tutto quello che ha passato. Puoi sacrificarle una notte.
GIULIANO E che faccio con lei tutta la notte?
TONIA La consoli.
GIULIANO Senti un momento...
TONIA Fallo per me. (Stefania si è infilata i guanti, aspetta, Giuliano va verso di lei)
GIULIANO (cupo) Andiamo
STEFANIA (lieve ironia) Sono secoli, caro, che non andiamo a casa insieme.
GIULIANO (a denti stretti) Sì, secoli.
STEFANIA Buona notte, Tonia.
TONIA Buona notte, Stefania.
STEFANIA Grazie del pensiero.
GIULIANO (ricompare sulla porta) Allora andiamo?
STEFANIA (con aria spaventata) Meglio che vada. Quando si arrabbia è terribile! (esce. Il
pianoforte si alza di volume)
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottore, mattina presto. Stefania sta innaffiando con un piccolo annaffiatoio il suo piccolo fiore di cactus e, incredibile ma vero, Stefania canticchia allegramente. Mette giù il recipiente, accende l’impianto stereo, ripone il recipiente. Giuliano entra vestito da passeggio. Ha un'aria tetra e abbattuta.
STEFANIA (va alla scrivania, è allegra) Buon giorno, dottore!
GIULIANO (cupo) Ah, già qui lei? (va allo spogliatoio e riappare: si infila il camice bianco)
STEFANIA Stamattina ho infilato tutti i semafori verdi e ho trovato da parcheggiare sotto il
portone.
GIULIANO (va verso sinistra) Bella giornata oggi. Un'aria fresca.
STEFANIA E' come piace a me. C'è sole ma non è caldo.
GIULIANO (la studia con aria tetra) Cos'è tutta questa euforia?
STEFANIA Sono allegra, che c'è di male..
GIULIANO (va a destra, spegne lo stereo, viene a sinistra) A me dà ai nervi, che lei sia
allegra!
STEFANIA (va alla scrivania) Dottore, lei mi accusa sempre di essere troppo seria,
scontrosa.. Mi paragona a un cactus... Ma anche un cactus, dottore, questo essere
ispido, irsuto, perfino lui, ogni tanto, fiorisce e infatti si dice: fiore di cactus..
GIULIANO (interrompe con forza) Basta! So perché lei è così contenta. Perché ieri sera è
stato un disastro totale!
STEFANIA Devo ammettere che non è stata la serata più divertente della mia vita, ma.. un
disastro poi..
GIULIANO (interrompe) Chi è il primo oggi?
STEFANIA (siede) La signora Durand Bénéchol.
GIULIANO Quella rompiscatole! Arriverà a mezzogiorno!
STEFANIA Va male proprio tutto oggi.
GIULIANO (si regge la testa) Malissimo!
STEFANIA Non ha dormito bene?
GIULIANO No.
STEFANIA Sono i nervi. Doveva prendere un calmante.
GIULIANO La laurea di dottore l'ho presa io!
STEFANIA Allora le faccio un caffè? La tira su.
GIULIANO Tre, ne ho presi!
STEFANIA Troppi! Ancora qualcosa sullo stomaco. Un alka-seltzer?
GIULIANO (va verso di lei e scoppia) La finisce di trattarmi come se fossi all'asilo?
Vuol sapere perché non ho dormito? Perché non mi va di dormire solo! (si
ferma e si corregge) Insomma! Volevo dire.. ohsì, non mi piace dormire solo!
(Stefania ricomincia a canterellare gaiamente) Le proibisco di canticchiare.
(va verso il centro)
STEFANIA Eppure ero convinta che appena mi ha lasciata, ieri sera, fosse tornato di corsa
dalla sua fiamma.
GIULIANO E invece no.
STEFANIA E come mai, dottore?
GIULIANO Tonia non ha voluto. Dice che lei era sconvolta, che io dovevo restare con lei.
STEFANIA Per far cosa?
GIULIANO Per consolarla.
STEFANIA Ma lei non mi ha consolata.
GIULIANO Ci mancava anche questo!
STEFANIA (si alza e va verso di lui) Scusi, sa, non per sapere i fatti suoi... ma solo per non
fare una gaffe con Tonia... Non è che siamo andati a letto insieme?
GIULIANO Mai!
STEFANIA Mi piacciono le situazioni chiare! Bene. Le chiedevo. Così. Perché con lei non si
sa mai dove si va a finire.
GIULIANO Con me, comunque, non c'è andata a finire! Questo è poco ma sicuro!
STEFANIA Sicuro, anche per Tonia? Perché, da quello che ho capito, è una che non si
contenta delle apparenze. Quando saprà che non l'abbiamo fatto, vorrà che lo
facciamo... anzi vorrà vedere coi propri occhi...
GIULIANO L'avverto che siamo quasi al limite della censura! Non si preoccupi tanto per
Tonia! Le dirò tutto, ho deciso. Ci ho pensato tutta la notte e ho capito che non
c'è altro da fare!
STEFANIA Meglio così!
GIULIANO Meglio? Sarà una tortura, invece! Chissà cosa farà Tonia? E tutto questo per
colpa sua!
STEFANIA Per colpa mia?
GIULIANO Sua! Sua! Sua! Chi le chiesto di impicciarsi degli affari miei?
STEFANIA Lei me lo ha chiesto! Ed io come una sciocca l'ho aiutata!
GIULIANO A ficcarmi nei pasticci, mi ha aiutato! Anche quel poveraccio di Bébert!
STEFANIA Oh, povero Bébert!
GIULIANO Ho dovuto insultarlo e picchiarlo per causa sua!
STEFANIA Ha avuto ciò che si meritava, quel verme.
GIULIANO Sì, lo so che anche lui si è comportato come un imbecille. Però, però...
STEFANIA Però cosa?
GIULIANO Come amante putativa poteva anche essere più remissiva e chiudere un occhio
con lui, andiamo!
STEFANIA Più remissiva? Così, secondo lei, dovevo farmi mettere sotto i piedi da quel
mascalzone?
GIULIANO Comunque, non c'era bisogno di dimostrare a Tonia che lei lo disprezzava, anzi
che lo odiava a morte! Poi tutte quelle arie! La commedia dell'umiliata e
l'offesa..
STEFANIA Mi ha umiliata e mi ha offesa! Ed io lo odio!
GIULIANO Mmmm!
STEFANIA Dia un significato a quel suo mmmm!!
GIULIANO (avvicinandosi) Mi tolga una curiosità. Li odia tutti lei gli uomini?
STEFANIA (forte) No!
GIULIANO Non alzi la voce. Non sono sordo.
STEFANIA Ha intenzione di farmi il terzo grado? La mia vita privata non la riguarda.
GIULIANO Non le sta parlando un profano, sa? Prima di laurearmi ho seguito un corso di
psichiatria all'università di Lione.
STEFANIA Psicologia applicata a molari e canini?
GIULIANO Signorina Vigneau, a un occhio esperto non sfugge la sua spiccata ambiguità nel
suoi rapporti con gli uomini.
STEFANIA Me ne frego degli uomini!
GIULIANO Moderi le espressioni, abbassando la voce.
STEFANIA (un sussurro) Me ne infischio degli uomini!
GIULIANO Ma non li odia?
STEFANIA (forte) No!! (si corregge, piano) No!
GIULIANO Sa che quasi quasi le credo?
STEFANIA Bontà sua.
GIULIANO Vede, lei crede di dire la verità, ma la verità è più complessa, specie per i come
lei. E' ovvio, lei odia gli uomini..
STEFANIA Io non li odio!
GIULIANO Mi lasci parlare... è come se li odiasse perché è vero, dentro di sé non li odia,
paura di non odiarli lei finge di odiarli anche se in realtà non li odia!
STEFANIA Doveva essere un corso accelerato? Complimenti! Un anno perduto a Lione!
GIULIANO Il suo è un caso da manuale! Fobia! Paura! Una paura profonda che si converte in
ostilità! Di qui la ragione del suo odio per Bébert.
STEFANIA Non c'è bisogno di una ragione per odiare Bébert.
GIULIANO (ignora la sua risposta) Guardi per esempio, lei è qui tutti I giorni... io sono un
uomo... lei è brava, non dico di no, efficiente, funzionale... ma mai un po' di
dolcezza, di grazia, di civetteria.... qualcosa di femminile! Niente! La sua
femminilità lei la soffoca, la schiaccia.. lei sembra un'amazzone...
STEFANIA Dottore, quello che lei pensa di me mi è indifferente. Io faccio il mio dovere. Mi
sono diplomata d'infermiera, non da squillo... e non intendo fare corsi accelerati.
(prende un kleenex, se lo passa sul naso e sugli occhi. Suonano alla porta)
GIULIANO (ha paura di essere andato troppo oltre) Volevo dire che, insomma.. no, senta,
non mi fraintenda, io.. (suonano di nuovo alla porta, Giuliano smette di parlare,
Stefania col kleenex in mano, entra la signora Durand)
DURAND Scusi il piccolo ritardo, dottore!
STEFANIA (frignando) Tre quarti d'ora, per l'esattezza!
DURAND Cos'è che non va, signorina?
GIULIANO Niente, niente! La signorina Vigneau mi stava descrivendo le fasi del suo
raffreddore. Come va, adesso, il suo raffreddore, signorina Vigneau?
STEFANIA Quale raffreddore?
GIULIANO Il suo raffreddore.
STEFANIA Meglio. Se vuole accomodarsi, signora...
GIULIANO Stia comoda, non si affatichi, penso io alla signora.. mmm..
DURAND Ma che le succede? Da un po' di giorni lei..
GIULIANO Niente, signora... mmm..!
DURAND La settimana scorsa mi ha quasi trapanato il cervello.. adesso dimentica il mio
nome...
GIULIANO Mi scusi, signora... mmm... ah! signora Durand! Accidenti!
DURAND Piacere (stringe la mano)
GIULIANO Onoratissimo (le bacia la mano) Dottor Foch.
DURAND La capisco, oh, se la capisco! Quando uno ha mille cose da pensare! Guadi me:
in mezz'ora devo sbrigarmi coi denti.. alle dieci mi aspetta il masseur, alle undici
un corso di floricoltura, a mezzogiorno un appuntamento con madame Kasmà, la
chiromante.. Tutta la mattinata occupata... Anche lei, dottore, troppi
appuntamenti. Troppe donne... frequentano il suo studio.. e lei, candido, nel suo
camice, supercandido, come fa ad essere insensibile? La capisco, oh, come la
capisco.. Poi, si sa, vengono le amnesie, uno si sente nervoso..
GIULIANO Ma io non sono nervoso!
DURAND Dia retta a me, dottore, io capto subito, io ho il radar. Avverto subito la
ipersessualità ipernormale.. (entra nello studio con sguardo da intenditrice)
GIULIANO (fra sé) Sessualità? (rivolto a Stefania) Signorina Vigneau. Oggi pomeriggio
vedrò Tonia. Le dirò la verità, la sposerò e così finirà quest'incubo. (le mette una
mano sulla spalla) Dopo di che ci rimetteremo al lavoro, io e lei, e anche lei,
penso, sarà soddisfatta di questa soluzione!
STEFANIA E' mio dovere professionale, vero, di essere soddisfatta? Intanto lei ha trovato il
modo di dirmi tutto quello che pensa di me...
GIULIANO Che cosa le ho detto? Nulla che valga la pena di ritrattare, mi pare?
STEFANIA Ah, secondo lei, non mi ha detto niente?
GIULIANO Che le ho detto? Che soffoca la sua femminilità, ed è vero! E' vero che ha paura,
signorina Vigneau, perché ha paura? Lei ha paura di lasciarsi andare, di avere
contatti umani, di conoscere la vita. In una parola lei ha paura di vivere! E'
spaventata come quella sua cagnetta.. come si chiama? Ah, Frida.. Mi pare di
vederla quella cagnetta, sbigottita, riluttante, ritrosa....
STEFANIA Ritrosa, Frida! Lo sa quanti cuccioli ha avuto, Frida? Ventotto! (i due si
guardano)
SCENA TERZA – Il negozio di dischi, lo stesso pomeriggio. Tonia è sulla scaletta, mette dei dischi nello scaffale in alto. Giuliano entra e porta uno scatolone. Tonia non lo vede subito.
GIULIANO Passerotto mio!
TONIA (si volta) Giuliano! Come mai a quest'ora?
GIULIANO (la guarda: lei è sulla scala e le gambe di lei sono molto in vista) E tu, stai
sempre così?
TONIA Così, come?
GIULIANO Beh, dico, per i clienti è un bel panorama.
TONIA (alza le spalle) Oh, chi vuoi che guardi! Questo è il reparto musica classica.
(indica la scatola) Cos'è quella?
GIULIANO E' per te. Vieni giù. (mette la scatola sul banco e si siede sulla sedia a destra)
TONIA Che cos'è?
GIULIANO E' una sorpresa. Te l'ho comprato per la tua festa, ma non ho resistito. Così te lo
faccio in anticipo.
TONIA Che può essere? E' grande!
GIULIANO Indovina.
TONIA I calzoni di cuoio bianco.
GIULIANO Via! I calzoni di cuoio bianco! Acqua!
TONIA Un completo di cachemir.
GIULIANO Acqua, acqua! No, non viene dal Cachemir.
TONIA Un accendino d'oro?
GIULIANO Oceano! Una scatola così grossa per un accendino?
TONIA Beh, dipende dall'accendino. (scende dalla scala) Voglio vederla. (apre la
scatola, tira fuori un biglietto da visita, poi una stola di pelliccia) Una stola di
visone!
GIULIANO Che ne dici?
TONIA E col bigliettino! (legge) Da parte di Giuliano. Ti sei spremuto molto!
GIULIANO (va a sinistra) Volevo scrivere al mio tesoro, alla mia adorata incantevole
Tonia. Ma sai... l'ho avuta a prezzo di fabbrica... così, per fare in fretta..
TONIA Così non ti sei compromesso.
GIULIANO E' un mio cliente. Sai, però costa sempre un occhio!
TONIA (guarda la pelliccia) Lo credo.
GIULIANO Dunque? Ti piace o no?
TONIA (se la mette addosso) Una stola di visone... (improvvisamente) Dì un po'. Cosa
c'è sotto?
GIULIANO Sotto dove?
TONIA Ci deve essere una ragione molto grave per comperarmi il visone. Che hai
combinato? Vuoi farti perdonare qualcosa?
GIULIANO (incerto) lo? Ma che idee!!
TONIA Non sei tirchio, ma nemmeno spendaccione. Questo visone mi puzza un po'.
GIULIANO Tutto questo sai dire? Che ti puzza? Bè, è vero: c'era una cosa che volevo dirti.
TONIA Ah, lo vedi?
GIULIANO A proposito di... me e di...
TONIA Tua moglie.
GIULIANO Come lo sai?
TONIA Capirai. So tutto, va dài.
GIULIANO Sai tutto?
TONIA (gli si avvicina) Figurati se non lo so. Stanotte, tu e lei, al calduccio nel vostro
Letto matrimoniale avete rifatto pace.
GIULIANO Ma che dici!..
TONIA Giuliano, ti comprendo e ti ammiro! Sono stata io a dirti di consolarla ieri sera.
Fino a che punto, dovevi deciderlo tu. Forse hai sconfinato un po'.
GIULIANO Ma come ti permetti! Come osi fare queste insinuazioni! Se non mi lasci
parlare?
TONIA E parla.
GIULIANO Dunque. C'è una cosa che mi sta sullo stomaco da tanto tempo.
TONIA Lo immaginavo. Sei così nervoso!
GIULIANO E te la devo dire perché se no... non sto tranquillo. Tonia, Stefania è...
Stefania è..
TONIA Sì, sono tutta orecchi. Mi conosci. Sai che l'unica cosa che non tollero è la
bugia.
GIULIANO Lasciamo perdere.
TONIA Come lasciamo perdere? Vuoi che ti aiuti io? Stefania ti crea dei problemi? E'
così?
GIULIANO Lascia perdere, guarda: è meglio!
TONIA Allora deve essere una cosa molto grave! (Giuliano annuisce) Si ubriaca
spesso?
GIULIANO No...
TONIA E' una cleptomane?
GIULIANO No, no..
TONIA Si droga? (Giuliano scuote la testa disperatamente) E allora che fa? Peggio?
Vediamo che altro può fare.. Ma sì... ci sono! E' una ninfomane! (la faccia di
Giuliano si illumina e accetta il suggerimento, ridiventa triste e annuisce
angosciato) Ho indovinato?
GIULIANO (sussurra) Sì.
TONIA (avvicinandosi) Però, ma davvero? Una signora così discreta, così distinta. Non
ti puoi fidare delle apparenze! Racconta, su, dimmi tutto, ma tutto, tutto, tutto...
mi diverte da morire!
GIULIANO A me no, se permetti? Per lo meno molto meno!
TONIA Sfogati, allora, vuota il sacco. Poi.. non parleremo mai più di tua moglie!
GIULIANO Davvero?
TONIA Certo.. se è così doloroso per te...
GIULIANO Giura?
TONIA Prometto. Allora?
GIULIANO Non so neanche da dove cominciare. Lei è, come dire... è schiava dei suoi istinti
peggiori... E' un fatto psicologico, capisci?
TONIA Che vuoi dire? Che ha avuto tanti amanti?
GIULIANO E' una maniaca sessuale.
TONIA Ma allora devi portare via i bambini!
GIULIANO Perché? Mica è contagioso.
TONIA Ma guarda un po'! Una donna così carina... Però come siete voi uomini! Subito
l'etichetta: ninfomane! Ma te lo sei spiegato, hai cercato di capire? Forse ricerca
un suo equilibrio.
GIULIANO La ricerca del maschio.
TONIA Evidentemente è un'insoddisfatta.
GIULIANO Adesso è colpa mia?
TONIA Tu che c'entri? Comunque i vostri rapporti non dovevano essere eccessivamente
brillanti.
GIULIANO Tre figli, le ho fatto fare!
TONIA Povera Stefania. Mi era così simpatica. Volevo mandarle dei dischi.
GIULIANO Dei dischi? Perché?
TONIA Così. Perché so che adora la musica. Perché, in fondo, mi è molto simpatica.
Adesso, poi, mi fa ancora più pena. No, no.. posso credere.. non riesco a
figurarmela schiava dei suoi istinti... povera cara..
GIULIANO Oh, senti, comincio ad averne abbastanza! Mi hai giurato che non mi avresti più
parlato di lei. Ed è un'ora che stiamo 'soltanto' parlando di lei! In questa storia, se
permetti, ci sono anch'io!
TONIA Ma certo che ci sei, povero tesoro mio! Se mi preoccupavo per lei era perché, in
fondo, tua moglie è sempre la madre dei tuoi figli!
GIULIANO I miei figli? Per favore, non parlarmi più neanche di quelli. Ma lo sai che non
sono più sicuro di nulla! Spesso mi domando: saranno miei?
TONIA (torna a consolario) Poverino, no, non ti tormentare. A che pro rivangare il
passato. Passerà. Tesoro. Hai tanto bisogno di essere amato.
GIULIANO E che bisogno! Un bisogno impellente! (la bacia e la abbraccia con foga)
TONIA Vedrai. Saprò consolarti.
GIULIANO (la bacia) Ah, come vorrei fare all'amore con te.
TONIA (cerca di distaccarsi) Adesso? Qui? Subito? No, tesoro, no. Potrebbe entrare
qualcuno.
GIULIANO (si stacca con riluttanza) E va bene, torno a prenderti alle sette, passerotto?
Stasera usciamo. Ho bisogno di dimenticare.. (si avvia)
TONIA Giuliano...
GIULIANO (si volta) Dì..
TONIA Grazie del visone.
GIULIANO E' niente, tesoro..
TONIA Ti dispiace se le mando quei dischi?
GIULIANO Il passerotto mio è incorreggibile! E va bene. Fa come vuoi. Certo che sei un
angelo, hai un cuore, hai!... ah, se tutte le donne fossero come te.... (la bacia di
nuovo)
(Igor entra dalla strada e si ferma sconcertato)
TONIA Ciao, Igor!
GIULIANO (gli cascano le braccia, poi, dopo uno sguardo ostile a Igor) A più tardi, Tonia.
IGOR (a Giuliano) Salve.
GIULIANO Salve.
IGOR Visto? Oggi niente asciugamano!
GIULIANO Mi congratulo. Continui sempre così. (se ne va dopo essersi voltato)
IGOR Forse ho scelto male il momento.
TONIA Perché?
IGOR Mi ha guardato male, il cavadenti!
TONIA Non ci fare caso. Ha dei guai con la moglie. Come mai da queste parti?
IGOR Così. Ero a zonzo. Mi sono detto: quasi quasi entro un momento.
TONIA A zonzo? Allora non batti più a macchina?
IGOR Non batto niente. Non batto chiodo. Sono in crisi!
TONIA Una ragazza?
IGOR Macché! No, è che ho bisogno di qualcosa di nuovo, ma non so neanch'io che
cosa!
TONIA Lo so, succede. Ti capisco.
IGOR Per te è diverso.. sei innamorata.
TONIA Già, dimenticavo che sono innamorata...
IGOR Perché, non è vero, forse?
TONIA Senti, ma non stavamo parlando dite? Parliamone, su! No, no, così non
va,giovanotto! Cos'è quest'aria da funerale? Ci penso io a te.. Che fai stasera?
IGOR Che faccio? Schifo. Vado a letto!
TONIA Invece tu verrai con me e Giuliano a cena.
IGOR Così a Giuliano gli prende un colpo!
TONIA Sarà felicissimo, invece. Tanto lui deve solo pagare il conto. (indossa la stola)
Deciso, allora! E dopo tutti a ballare!
IGOR Che è quel coso?
TONIA Visone. Un regalo di Giuliano. Come mi sta?
IGOR Voltati un po'. (Tonia si volta e si modella addosso il visone) Bello. Sembri mia
nonna.
TONIA Ma il visone non ha età.
IGOR Non ce l'ha, ma te ne appioppa subito una!
TONIA Povero Giuliano, l'ha fatto per farmi piacere...
IGOR Per fare un piacere a lui, vuoi dire? E' il classico tipo che gli fa piacere farsi
vedere con la bambola in visone!
TONIA Debbo riconoscere che, alle volte, è un po' convenzionale.
IGOR Il cavadenti? Vedrai: visone, villa al mare, jaguar, yacht! Te ne accorgerai! La
civiltà del benessere dei matusa!
TONIA Mi hai quasi smontata! Sento che 'sto coso non lo porterò mai!
IGOR Lo puoi sempre portare al Monte di Pietà! Quando sei a corto di soldi..
TONIA Ma sei mi sposo di soldi ne avrò tanti... (rimette il visone nella scatola) Però
come siamo cattivi! Siamo degli ingrati! Chissà quante donne farebbero follie
per avere una cosa come questa.. ed io, invece, non so che farmene... Caro
visone, sei proprio capitato male.. (ha un pensiero improvviso) Senti, Igor!
IGOR Eh?
TONIA M'è venuta un'idea! Sai che faccio? Stavo per mandare alla moglie di Giuliano
questi dischi.. e invece le mando questa! Che ne dici?
IGOR No!
TONIA Pensi che sarà contenta?
IGOR Ma stai diventando matta, Tonia? Non accetterà mai una stola di visone da te!
TONIA Niente paura, mio caro. Tutto organizzato. (va al banco, prende un biglietto e lo
mostra a Igor. Legge) "Da parte di Giuliano". (mette il biglietto nella scatola del
visone e la chiude)
IGOR Ma non puoi farlo!
TONIA E' mia e la posso regalare a chi mi pare...
IGOR Ma non ha senso...
TONIA Faccio una buona azione, invece!
IGOR Regalarlo!...
TONIA Certo: le ho rubato il marito e le regalo il visone! Adesso siamo pari!
SCENA QUARTA - Anticamera dello studio del dottor Foch, lo stesso giorno. Pomeriggio più tardi. Stefania è alla sua scrivania. Giuliano entra dallo studio e le porge una scatoletta.
GIULIANO Signorina Vigneau, vuol mandare questa lastrina allo sviluppo, per favore?
STEFANIA (si alza) Subito, dottore. (Giuliano va per uscire) Oh, dottore, hanno chiamato
da casa sua poco fa. Dicono che c'è un pacco indirizzato alla signora Foch.
GIULIANO Ah.
STEFANIA La donna non sapeva cosa fare, allora le ho detto di mandarlo qui allo studio.
GIULIANO Lo so cos'è. E' per lei.
STEFANIA Cosa?
GIULIANO Capirà quando vedrà. Mi raccomando questa, subito, allo sviluppo. (esce, entra
il colonnello Cochet)
STEFANIA Oh, il signor Cochet! E con dieci minuti di anticipo, oggi!
COCHET Il colonnello Cochet in anticipo dal dentista. Non è incredibile?
STEFANIA Non credo ai miei occhi.
COCHET E sa perché?
STEFANIA Ha dissotterrato l'ascia di guerra?
COCHET Esatto. Il mio vile terrore per la tortura dentaria è stato vinto da un sentimento
più vivo e molto più profondo: il desiderio ardente di rivedere la cara, squisita,
deliziosa signorina Vigneau! (le prende la mano e la bacia)
STEFANIA (si stacca) Sì, ma c'è anche il caro soave indolore dottor Foch da vedere!
L'annuncio subito.
COCHET Aspetti un attimo. Non chiami ancora il mio carnefice! Ho una sorpresa per lei,
Stefania. Lo sa che stasera c'è il Gran Ballo della Rosa? Lo conosce?
STEFANIA L'unica rosa che conosco è quella sul mio terrazzino!
COCHET Io ho due biglietti. Mi concede l'onore di farle da cavaliere?
STEFANIA E la sua signora?
COCHET E' ai fanghi, per mia fortuna!
STEFANIA Ah, ecco perché non arrivavano più telefonate!
COCHET Sì. Lei si rimette ai fanghi.. io mi rimetto... qui! Stefania, il Ballo della Rosa,
quest'anno sarà una cosa da Mille e una Notte!
STEFANIA Grazie, signor Cochet, ma io non esco mai dal mio guscio... Poi non avrei
nemmeno l'abito adatto..
COCHET Un abito? Ma è nulla! Che ci vuole? Un salto: Dior, Yves Saint Laurent. Dove
vuole. Una firma, un assegno.. (gesto)
STEFANIA (siede al tavolo) Lei non firma nessun assegno.
(Giuliano esce dalla porta del gabinetto dentistico. Sta dietro il colonnello; ha in mano un piccolo asciugamano di spugna)
COCHET Stefania, ci ripensi, perché sarebbe un peccato mortale perdere un'occasione
come questa! Con mia moglie ai fanghi!
GIULIANO (leggermente impaziente) Di qua è tutto pronto, signor colonnello.
COCHET (si accorge di Giuliano) Oh, il plotone di esecuzione. (si volta verso Giuliano,
gli toglie dalle mani il piccolo asciugamano) Niente benda, prego. Miri pure ai
denti! (entra marziale nello studio, Giuliano gli resta un po' dietro e dà a
Stefania una strana occhiata, esce, Stefania va verso lo schedario radiografico,
è interrotta dal campanello che suona, va in anticamera)
VOCE FUORI La signora Foch?
STEFANIA Ah, dia a me. Grazie. (chiude la porta, va alla scrivania, portando il grosso
pacco, lo guarda incuriosita, lo mette sul tavolo, l'apre. Lo guarda, è
sbalordita, chiude la scatola)
GIULIANO (mette fuori la testa dalla porta) Allora, queste radiografie?
STEFANIA (corre allo schedario, prende le radiografie, va da Giuliano che aspetta sulla
porta) Eccole, dottore! (gli dà le radiografie, riprende la scatola, la porta
sull'armadietto, la riapre, tira fuori il biglietto e legge) "Da parte di Giuliano".
Oh, com'è bello. (sembra stordita e sul punto di svenire) Per me, per me, da
parte di Giuliano.
GIULIANO (entra nello studio) Ma che fa, signorina Vigneau? Mi ha dato la radiografia
della signora Pompidou.
STEFANIA (va verso di lui sempre col biglietto in mano) Oh, mi scusi, dottore, io stavo...
(resta lì, barcollando, come se stesse per svenire, Giuliano la sorregge)
GIULIANO Ma che ha? Si sente male?
STEFANIA Niente, niente. Un banale capogiro..
GIULIANO Vuole andare a casa?
STEFANIA No, sto benissimo, mi sento bene dottore... è che... è arrivato e non me
l'aspettavo.
GIULIANO (Giuliano non vede il visone finché non lo si vuole) Ma di che sta parlando?
STEFANIA Del regalo... E' meraviglioso, è un sogno, c'è da impazzire!
GIULIANO Esagerata. Per così poco.
STEFANIA E il suo biglietto. Un amore.
GIULIANO (legge) "Da parte di Giuliano". Sì, ci ho messo molto tempo per cercare, per
trovare qualcosa che fosse di suo gusto. Ma non è niente! Il minimo che potevo
fare. Con tutti i grattacapi che le ho dato.
STEFANIA Non saprò mai come esprimerle il mio ringraziamento..
GIULIANO Mi fa piacere che le abbia fatto piacere. So che lei ha gusti classici.
STEFANIA (va verso l'armadietto) Classica. Veramente classica! (prende la stola, se la
mette addosso e gira per la stanza, improvvisamente va al telefono e fa il
numero, in ginocchio sulla sedia) Pronto, mamma?... (rimette giù il telefono
mentre Giuliano rientra) Aspetta un momento. (mette giù il microfono)
GIULIANO Signorina Vigneau, queste radiografie del signor Cochet per favore! (si riavvia,
poi si volta rapidamente vedendo la stola, barcolla come colpito. Lei corre
verso di lui)
STEFANIA (spaventata, lo regge) Che ha, dottore, si sente male?
GIULIANO (appoggiato alla porta) Niente, niente.. un banale capogiro.. (entra nella stanza)
COCHET Ma cosa c'è in queste radiografie? Voglio sapere! Se debbo morire preferisco
conoscere...
GIULIANO Niente, niente... (spinge Cochet nello studio davanti a lui)
COCHET (ricompare sulla porta, parla a Stefania) Ma lei è un sogno. E che sogno!
(scompare nello studio mentre Giuliano lo riafferra per il braccio e lo tira
dentro)
GIULIANO (a Stefania) Me le vuol dare o no queste radiografie?
STEFANIA (tira fuori dallo schedario) Eccole, dottore. (le dà a Giuliano) Non è un sogno?
GIULIANO (ha una risatina amara e entra nello studio. Stefania rimasta sola folleggia con
la stola, poi corre al telefono. Piano) Mamma. Senti, mamma! Fammi un
favore. Chiamami Nenette, alla boutique. Ieri sera mi ha fatto vedere un vestito
che mi stava un amore. Era troppo caro per me, una follia! Invece lo prendo.
Dille che passo a ritirarlo tornando a casa. Ma per carità, mi raccomando, che
non lo venda! Stasera vado al Gran Ballo della Rosa!.. Oh.. senti, mammina,
me lo tieni per domani il pollo?.. Me lo metti in frigo?.. Grazie, mamma,
grazie!
FINE SECONDO ATTO
TERZO ATTO
SCENA PRIMA - Il night, più tardi quella sera. Banchetto, un tavolino, due sedie. Tonia e Igor stanno ballando una musica lenta, Giuliano è seduto al banchetto a destra.
TONIA (gli grida) Vedi? A Igor è passato il malumore!
GIULIANO Sì, ma sta venendo a me.
TONIA (si interrompe di ballare, va da lui e gli siede alla sinistra) Non ti diverti?
GIULIANO Mi diverte moltissimo vedervi ballare!
IGOR (in piedi vicino al tavolo, cerca una sigaretta e butta via il pacchetto
vuoto, cerca in tasca) Ho finito le sigarette. Vado a prenderle.
TONIA Ma le ha Giuliano. Giuliano, offrigliene una.
GIULIANO (tira fuori il portasigarette) Agli ordini!
IGOR No, le americane sono troppo leggere. Fumo solo Gauloises.
GIULIANO (richiude il portasigarette) Desolato.
IGOR Ci metto un minuto.
TONIA Ma, Giuliano, chiama il cameriere!
IGOR Un salto. Che ci vuole. (esce)
GIULIANO Torni presto se no ci manca troppo!
IGOR (dal fondo) By by.
TONIA Non sei.. molto gentile come ospite!
GIULIANO Non sapevo di dover fare l'ospite. Credevo che saremmo usciti io e te, soli. Bel
divertimento passare tutta la serata con quel cretino tra i piedi! E poi, perché
siamo venuti qui, scusa?
TONIA Perché è l'unico posto dove siamo sicuri di non incontrare tua moglie.
GIULIANO (sarcastico) Come? Non vuoi rivedere la tua protetta? Se le hai regalato anche
il visone!
TONIA Uffa! Quanto la fai lunga con questo visone. Sei una lagna, sai. Meno male che
c'è Igor se no staresti a brontolare tutta la sera!
GIULIANO Buttar via un regalo così! Mettendoci dentro, come se non bastasse, anche il
mio bigliettino.
TONIA Lei da me non l'avrebbe mai accettato.
GIULIANO Lei non l'avrebbe mai avuto da me. Ma credi che li fabbrichi i soldi? (fox lento)
TONIA Adesso parli come un marito borghese. Avanti, tesoro, sorridi? Divertiti un po'.
(Igor appare, viene verso di loro)
GIULIANO Troppo tardi. Arrivano i nostri! (Igor va verso la tavola)
IGOR Vuoi ballare, Tonia?
TONIA (guarda sottecchi Giuliano) Bè...
GIULIANO Ballate, ballate, ragazzi. Io sto qui e me la godo. (Tonia si alza e va verso la
pista) Anzi, senta Igor, la prossima volta che esce, mi compra la settimana
enigmistica?
TONIA (trascinando Igor verso la pista) Avanti, Igor, balliamo. (cominciano a ballare,
appaiono Bébert e la sua amica, la bionda del Botticelli. Hanno tutti e due in
mano un bicchiere di whisky e hanno l'aria un po' sbronza. Vengono avanti,
Bébert in testa)
BIONDA Non ho voglia di sedermi qui. Torniamo al bar.
BEBERT E che faccio al bar? Mi gratto? Siedi e sta' zitta.
BIONDA E' andato giù 'sto locale, proprio giù. (si siede di malumore. Giuliano ha visto
Bébert entrare, mentre Tonia gli volta le spalle ballando, corre incontro a
Bébert)
GIULIANO Ciao Bébert, come stai?
BEBERT Male, sto. Hai anche il coraggio di rivolgermi la parola? Mi hai rotto un dente,
lo sai?
GIULIANO Scusami Bébert. Non volevo offenderti. Fa un po' vedere? Te lo rimetto.
Dovevo farlo, Bébert. Vieni allo studio! Qui non posso. Poi ti spiego.
BEBERT Non voglio spiegazioni! Tanto non metto più il naso negli affari tuoi.
Arrangiati.
GIULIANO Fatti vivo, capito?
BEBERT Mi farò vivo.
GIULIANO Tonia mi sta guardando. Devo andare. (si precipita al suo tavolo)
BIONDA Chi è quello?
BEBERT In quell'uomo tu stai contemplando il tuo prossimo dentista.
BIONDA Ma non è lui che ti a preso a pugni ieri sera?
BEBERT E' venuto a farmi le scuse.
BIONDA E tu le hai accettate?
BEBERT E' un vecchio amico.
BIONDA E il tuo onore?
BEBERI Quale onore? Quello ci deve rifare i denti, pupa, a me e a te! E gratis!
BIONDA Io ci tengo all'onore: sono Còrsa.
BEBERT Non si direbbe. Sei bionda. Va beh che sei tinta. Una Còrsa tinta! (la bionda
alza le spalle di malumore. Tonia e Igor tornano alla loro tavola)
TONIA (a Giuliano) Che gli hai detto a quell'abominevole Bébert?
GIULIANO Niente. L'ho salutato.
TONIA Ah, lo saluti dopo tutto quello che ha fatto a tua moglie?
IGOR Di chi state parlando?
TONIA Dell'ex amante della moglie del signore.
TONIA Sembra un discorso della bélle-époque!
(il cameriere introduce Stefania e Cochet da sinistra fino alla tavola verso il fondo. Lei ha
un bellissimo abito da sera e porta la stola di visone. Ridono. Lei porge il visone a Cochet
che si precipita a porlo sulla sedia)
COCHET Interessante. Cos'è, un club privato? Come l'ha scoperto?
STEFANIA Così. Sa, io sono una habituée.
COCHET Credo che diventerò anch'io un habitué.
STEFANIA E' stato un ballo meraviglioso.
COCHET Lei è stata meravigliosa.
TONIA (stupita) Tò, guarda chi c'è!
IGOR Chi?
TONIA (non vuol distogliere gli occhi da Stefania) Fra un secondo te lo dico.
COCHET (guardandola teneramente) Stefania, sa che lei è deliziosa, soave, un amore!
(le prende una mano e glie la bacia)
STEFANIA (compiaciuta) Grazie Cochet. Dica dica, continui pure...
COCHET Il suo vestito poi è un urlo. Cos'è, Givenchy?
STEFANIA Cardin: magazzini Lafayette. Naturalmente non è un modello, è una copia.
Questo lo dico solo a lei in un orecchio. (il cameriere entra coi drinks)
COCHET Comunque la fa terribilmente donna. (le bacia la mano)
STEFANIA Continui, continui Cochet. Sapesse come è piacevole ricevere dei complimenti
ogni tanto. Dica dica Cochet! (lui le porge il drink) Dopo tutto quello
champagne?
COCHET Si vive una volta sola. (bevono guardandosi negli occhi)
TONIA Se non la vedessi non ci crederei. E' Stefania
GIULIANO (dolente) E' lei, è lei: riconosco il visone
STEFANIA (guardando intensamente) Oh, se ne è trovato un altro!
GIULIANO Il signor Cochet.
TONIA Lo conosci?
GIULIANO Un mio cliente.
TONIA Ah, sempre in famiglia!
GIULIANO Adesso comincia a soffiarmi i clienti. Concorrenza sleale.
IGOR Posso sentire anch'io?
TONIA Quella donna laggiù è la moglie di Giuliano.
IGOR Complimenti Giuliano. Mica male.
GIULIANO Grazie.
TONIA (a Igor) E stasera si trova (indica) fra suo marito, (indica) il suo ex-amante,
(indica) e il suo nuovissimo facente-funzioni...
GIULIANO Tonia, andiamo! Non capisco perché tu debba....
TONIA Ma glie la devo pur spiegare la cosa, a Igor. Per orientarlo. E' un po'
complicato...
IGOR Per me, no. Per sua moglie, forse! Come fa: stabilisce i turni?.. Quello lì è il
tipo dell'industriale: catena di montaggio...
GIULIANO Senta, guardi che...
IGOR Però è carina... ci starei anch'io, subito..
TONIA Ti piacciono le tardone, adesso?
IGOR Perché a te non piacciono i semifreddi? (Tonia fa gli occhiacci a Igor. Giuliano
è seccato)
(Cochet improvvisamente vede Giuliano)
COCHET Oh oh. C'è il dottor Foch.
STEFANIA Oh santo cielo, dove? Non avrei mai pensato di vederlo qui stasera. (si volta e
agita la mano verso Giuliano, che risponde al saluto)
COCHET Vuole che ce ne andiamo?
STEFANIA Perché? A me non dà nessuna noia. A lei?
COCHET Bè, si sarebbe stati meglio soli!
STEFANIA Siamo soli. Chi lo vede? Mica devo dar conto a lui. Le mie serate appartengono
a me!
COCHET (speranzoso) E i suoi week-end?
STEFANIA Alla mamma.
COCHET (smontato) Ho capito.
STEFANIA Cochet! Ma lei si smonta subito così? Come, un condottiero di eserciti! Cede le
armi così? Su coraggio, “Vercingetorige”, all'attacco! Si faccia più vicino, più
vicino. Mi stringa, mi stringa pure. Via, un po' di corte, Cochet!
COCHET Signorina, a che gioco giochiamo?
STEFANIA A che gioco? (ride civettuola con un occhio all'altra tavola)
BIONDA (a Bébert) Chi è quella? L'ho già vista. Non è la donna di ieri sera?
BEBERT Sì, hai ragione.
BIONDA Chi è?
BEBERT La moglie dei dentista.
BIONDA E quella col dentista chi è?
BEBERT La sua ragazza.
BIONDA Ha una moglie e una ragazza?
BEBERT Meglio che avere due mogli, no?
BIONDA E quello che sta con lei?
BEBERT Con chi?
BIONDA Con la moglie del dentista.
BEBERT Il suo nuovo amico.
BIONDA Che schifo.
BEBERT Perché?
BIONDA Da noi, in Corsica, non si fa così.
BEBERT E come si fa in Corsica?
(comincia un rock and roll. Cochet si alza, fa un inchino a Stefania. Stefania si alza,
ballano)
GIULIANO Ma guarda, ballano!
TONIA E con ciò? Sei geloso?
GIULIANO No, ma come si fa a lasciare il visone così in giro? Qualcuno lo può rubare.
TONIA Senti, il visone è suo, ormai.
GIULIANO (si alza, a Tonia) Avanti, balliamo.
TONIA Che ti piglia?
GIULIANO Voglio ballare. Perché, non posso?
TONIA Ecco, siccome tua moglie balia, vuoi ballare anche tu.
GIULIANO Vieni o no? (va verso la pista)
TONIA (si alza ubbidiente) Vengo, vengo. (si alza per andare alla pista, passando
davanti a Igor gli lancia un'occhiata e mormora: Che barba. (Tonia e Giuliano
ballano vicino all'altra coppia e tutti si scambiano saluti mentre ballano)
STEFANIA Buona sera. Buona sera. (Giuliano bofonchia qualcosa)
TONIA Buona sera, Stefania. Lei è veramente un sogno, stasera.
STEFANIA Grazie, cara. Anche lei.
BIONDA (a Bébert) Guarda quanti sci sci si fanno. Bacati! Sono tutti degli smidollati!
BEBERT Dovrebbero prendersi a calci, secondo te?
BIONDA Bacati, ti dico, bacati.
(la musica cambia, Stefania e Cochet, Tonia e Giuliano ballano freneticamente)
TONIA (fa un nuovo passo di shake) Non è così, guarda me. Così. (Giuliano tenta)
STEFANIA Proviamo anche noi? Ci buttiamo? (comincia a fare quel che sta facendo Tonia,
Cochet tenta invano di seguirla)
COCHET Sono sempre in ritardo di un passo.
GIULIANO E io di un passo in anticipo.
(finalmente le due donne fanno il passo insieme e i due uomini si danno la mano tentando di imitarle)
TONIA Ecco, così, Stefania, brava. Visto com'è divertente?
STEFANIA Ci sono! Ci sono! (scende ballando in proscenio e va verso sinistra)
BEBERT Salve, sergente.
STEFANIA Ehilà, Bébert!
TONIA Brava! Ma è formidabile! (balla con Stefania a sinistra)
BIONDA Senti, io mi scoccio qui. Perché non cambiamo locale?
BEBERT E dove andiamo? Ad Ajaccio? (ci beve su)
GIULIANO (a Cochet) Lei non ha proprio il senso del ritmo.
COCHET Si fa quel che si può, dottore. Con un maestro come lei. (disgustati tornano
ognuno a sedere alla sua tavola. Davanti a sinistra, Tonia fa un giro intorno a
Stefania, poi chiama lgor)
TONIA Vieni, Igor!
(Igor le raggiunge, si mette fra le due donne e balla con loro il loro passo. Tutti e tre stanno facendo uno shake, un movimento in cui dimenano il corpo, volti in avanti)
IGOR (mentre balla) Mi presenti?
TONIA (ballando) Signora Foch, le presento Igor Polanski. E' molto depresso.
IGOR Piacere, signora Foch.
STEFANIA (sempre danzando) Piacere. (ci ripensa) Igor Polanski.
IGOR Sì. (comincia a fare il passo del crawl)
STEFANIA Cos'è questo, Igor?
IGOR Il crawl.
GIULIANO Speriamo che anneghi.
IGOR (fa un po' di crawl con Stefania e Tonia, poi cambia passo) La rana.
(le donne lo seguono, Stefania cambia in un movimento in cui mima il cavare
un dente)
STEFANIA Che è quello?
IGOR Il dentista. (fanno questo per un momento, Tonia balia, va verso il centro, vede
Giuliano che siede solo e va verso di lui. Stefania, che è alla sinistra di Igor, va
alla sua destra, si volta, gli afferra la cravatta e segue Tonia tirandosi dietro
Igor. La musica finisce, Stefania si porta dietro Igor, alla tavola, tenendolo per
la cravatta. La musica diventa un ballo lento. Cochet si alza come per andare.
Prende la stola. Stefania è riafferrata da Igor e tutti e due cominciano a
ballare al ritmo lento. Cochet ripiega la stola e si risiede alla sua tavola. Tonia
dà loro le spalle ma Giuliano guarda attentamente)
TONIA Cos'è quella faccia scura?
GIULIANO Per una.volta che ballo, mi tocca ballare col colonnello Cochet!
TONIA Non hai spirito di gruppo.
GIULIANO In amore no.
TONIA Hai sempre bisogno della balia. (Tonia vede che lui sta guardando qualcosa
attentamente e si volta a guardare quel che lui guarda. Sbarra gli occhi. Si
volta sulla persona lentamente. Resta fissa a guardare Stefania e Igor. Anche
Cochet guarda dalla sua tavola)
STEFANIA (a Igor) Dica la verità, cosa pensa? Di ballare con sua madre?
IGOR Ha di questi complessi?
STEFANIA Ho questo ed altri!
IGOR Non stia così rigida! Si abbandoni.
STEFANIA Grazie. Ma lo sa che stò sui quaranta?
IGOR E io sui venti: il venti nel quaranta ci sta due volte: coppia perfetta.
STEFANIA Perfetta, poi?
IGOR Lo sa che lei è una signora ancora molto sexy?
STEFANIA ”Ancora”? Gentile. (gli dà un buffetto sulla guancia, lui la stringe a sé)
Certo che lei non ce l'ha i complessi!
STEFANIA (ride, Igor la tiene più stretta, continuano a ballare. Tonia e Giuliano li
guardano e si guardano)
TONIA Eccoli partiti!
GIULIANO Devo dirti che il tuo Igor è piuttosto indecente come ballerino!
TONIA Che c'entra Igor. E' lei che gli si incolla addosso! Non è una donna, è un
francobollo! Quando penso a tutto quello che ho fatto per lei! (Igor bacia
Stefania sul collo)
GIULIANO Hai visto, lui l'ha baciata sul collo! (Cochet si alza)
TONIA Senti, qui siamo di troppo. E io che non ci volevo credere! Tutto quello che
hai detto di Stefania era vero.
GIULIANO Già, perché io dico bugie, eh?
TONIA (nascondendo l’irritazione) Sono schifata, me ne vado! Tu che fai? Resti a
guardarli? (si alzano, la musica cambia di nuovo in un rumoroso shake)
STEFANIA (a Igor) La nostra musica! (attaccano, si buttano in una danza frenetica)
TONIA Ti muovi, Giuliano?
GIULIANO (si alza) Non lo so. Forse non è giusto lasciarla in questo stato.
TONIA (scandalizzata) Ma che storie sono? Non stai per divorziare? Dì, stai con me o
stai con lei?
GIULIANO Sì, va bene, ma è che.. Oh, ma guarda che fanno. Senti, io a quello gli spacco il
muso!
TONIA Lasciali perdere. Non sono più affari tuoi! (si avvia)
GIULIANO Tonia!
TONIA Se tu vuoi restare resta. Io me ne vado! (passa davanti ai ballerini, esce a
sinistra. Cochet si alza, sta al limite della pista, braccia conserte, aria
arrabbiata)
GIULIANO Dove vai passerotto! Tesoro! (la segue) Tonietta! (mentre sale sulla pista,
afferra la stola di visone da loro. Giuliano la piega e la porge allo sconcertato
Cochet) Ci stia attento lei... Va bene che l'ho avuta a prezzo di fabbrica, ma
insomma...
BIONDA Bacati, ti dico, sono bacati! Che schifo.
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottore, la mattina dopo. Il palcoscenico è vuoto. Uno spot illumina la pianta di cactus di Stefania, che è fiorita. Un bel fiore vistoso. Dopo un momento tutta la luce sale. Giuliano esce dal gabinetto dentistico guardando l'orologio, camminando avanti e indietro con impazienza. Dopo un momento Stefania entra in punta di piedi. E' ancora in abito da sera, ha la stola di visone. Ha l'aria un po' colpevole.
GIULIANO (sardonicamente, chiudendo la porta) Ben arrivata!
STEFANIA (sussulta, è vicino alla porta dello spogliatoio-armadio) Buon giorno. Mi scusi
se ho fatto un po' tardi. (vede il fiore di cactus) La piantina! Che bello! (va alla
scrivania, prende il cactus)
GIULIANO (si alza, va verso il centro) Un po' troppo tardi! Sono le dieci passate! Ho già
visitato tre pazienti, il telefono squilla in continuazione... e lei se ne arriva a
quest'ora e in abito da sera!
STEFANIA Non avevo tempo per cambiarmi. Avrei fatto ancora più tardi. (si tiene la testa
fra le mani; si mette le mani alle tempie) Che notte! Che notte!
GIULIANO (l’interrompe) Non m'interessa! Vuol lasciare quel fico d'india e mettersi in
tenuta da lavoro?
STEFANIA (mette giù la piantina, e va verso Giuliano. Dopo che lei ha fatto tre passi, non
può più contenersi)
GIULIANO Ma si può sapere dove è stata?
STEFANIA (si ferma e lo guarda, la cosa la diverte) Non ho il dovere di dirglielo. E poi
non ricordo più niente. Ho la testa annebbiata!
GIULIANO Quando sono andato via io, era già cominciata la nebbia!
STEFANIA Ci ha lasciato troppo presto.
GIULIANO Ah, se n'è accorta?
STEFANIA S'è perso il meglio! E' arrivata un sacco di gente, giovane, allegra. Dopo un po'
ci conoscevamo tutti. Ci scambiavamo i drink da un tavolo all'altro. Ha mai
bevuto, dottore, gin tonic con tequila e rum?
GIULIANO Tequila al posto del gin?
STEFANIA No, gin, rum e tequila insieme. La chiamano la bomba dei peones. In
Guatemala la usano contro la malaria.
GIULIANO E avete combattuto la malaria per tutta la notte?
STEFANIA No, fino alle quattro! Poi abbiamo fatto il giro dei locali...
GIULIANO Ah! Paris la nuit !
STEFANIA Siamo stati al Tabu a sentire i Gorilla, divini! Poi un complesso giamaicano
con un sassofonista, Tom Paine, lo conosce?
GIULIANO No.
STEFANIA Suona d'un erotico!
GIULIANO Si controlli, la prego!
STEFANIA A fine spettacolo ci ha portati tutti a casa sua...
GIULIANO Anche!
STEFANIA Lì abbiamo continuato, c'è stata una jam session. D'un intimo! Chi ballava, chi
beveva, chi improvvisava i blues. Distribuivano il pot.
GIULIANO Il pot? Ma lo sa cos'è il pot?
STEFANIA No.
GIULIANO Un allucinogeno. Spero non l'avrà preso!
STEFANIA Una zolletta, tanto per gradire.
GIULIANO Complimenti! Chissà cosa dirà la mammina!
STEFANIA Oh, si divertirà un mondo quando glielo racconterò! Non l'avevo mai provato.
Non è sgradevole.
GIULIANO La notte brava! e che altro ha provato? La simpamina al whisky o la lapa
congolese?
STEFANIA Bè, bisogna provare tutto nella vita! Fare nuove esperienze. Che notte! Non la
dimenticherò mai. Quanto ho ballato! Le musiche! E' stato uno spasso! Ma la
cosa più eccitante è stato il sorgere del sole nella foresta di Rambouillet.
GIULIANO Nella foresta di Rambouillet?
STEFANIA Sì, a un certo punto si è deciso di prendere un po' d'aria...
GIULIANO Cinquanta chilometri per un po' d'aria?
STEFANIA Sono niente, cinquanta chilometri in macchina! Siamo arrivati e abbiamo visto
nascere il sole.. La natura è sconvolgente in questa stagione! Che meraviglia!...
abbiamo sentito le allodole... il bramire dei cervi... e noi sull'erba... ci siamo
seduti sull'erba.. (scuote un po' la stola di visone)
GIULIANO Sulla stola di visone?
STEFANIA Oh, solo un po' di rugiada... e poi dovevo sdraiarmi su qualche cosa.
GIULIANO Sdraiarsi? Prima ha detto seduta.
STEFANIA Non mi ricordo. Ero così incantata a guardare il sole. Adesso mi scusi, vado a
cambiarmi e a prendere un alka seltzer. (si avvia lentamente verso sinistra)
GIULIANO Ma allora il colonnello Cochet è un viveur incallito! (si ferma di colpo) Oh Dio!
Che le succede?
STEFANIA (si volta) Il colonnello Cochet! Me n'ero dimenticata!
GIULIANO Come? Non folleggiava con lui?
STEFANIA Si sarà perduto per strada. (una risatina) Pensare che non ce ne siamo neanche
accorti!
GIULIANO Ce ne siamo chi?
STEFANIA Igor e io.
GIULIANO Come? Ha fatto bagordi con quel contestatario?
STEFANIA Igor è un giovane come tutti i giovani con problemi. E' gentile, poetico!
GIULIANO Poetico! Ma se la baciava sul collo!
STEFANIA E' un ragazzo un po' espansivo!
GIULIANO Così lei e il marmocchio espansivo avete bidonato il colonnello Cochet?
STEFANIA Il suo colonnello Cochet è un vecchio satiro anchilosato della riserva!
GIULIANO Perché anchilosato?
STEFANIA Non sa neanche ballare lo shake!
GIULIANO Anchilosato o no, il colonnello Cochet è un buon cliente e se lo perdo...
STEFANIA Non si preoccupi! Tornerà! Ha la dentiera provvisoria.
GIULIANO Non è questo il punto! lo trovo il suo comportamento di questa notte
assolutamente scorretto, inqualificabile e vergognoso.
STEFANIA Senta dottore, l'unica infrazione commessa è quella di essere arrivata un'ora più
tardi! La prima volta che succede in cinque anni! Se vuole mi può infliggere
una multa!
GIULIANO (scuotendo la testa mentre cammina) E' grottesco! Assolutamente
grottesco!Mettersi con un minorenne. Un po' ridicolo, alla sua età!
STEFANIA Perché lei non è ridicolo con la sua Lolita!
GIULIANO Per un uomo è diverso! Un uomo con una giovane non è mai ridicolo.
STEFANIA Forse perché lei non si vede!
GIULIANO Io non bacio, in pubblico,Tonia sul collo. E non mi venga a raccontare che era
un bacio casto perché baci casti sul collo non esistono!
STEFANIA Dottore, lei m'ha sempre detto che io scoraggiavo gli uomini? Che soffocavo la
mia femminilità? E per una volta che un ragazzo mi stringe un po' mi fa la
scenata? Se non la conoscessi, penserei che è geloso!
GIULIANO Io geloso di lei? Che assurdità! Trovo solo di pessimo gusto che davanti a me e
alla mia fidanzata lei si sia abbandonata ad una esibizione immorale e
semipornografica. Ecco tutto!
STEFANIA Ecco tutto? Sì, ho lasciato che mi baciasse sul collo, e ne ho provato piacere.
Non me ne pento affatto. Aveva ragione lei, ci sono piaceri nella vita che una
donna deve permettersi, e io me li voglio permettere. Non voglio più, come dice
lei, aver paura della vita, o meglio: aver paura dell'amore!
GIULIANO Adesso è colpa mia!
STEFANIA Non è stato facile per me, sa, uscire col colonnello ieri sera. Ma quando
tentennavo pensavo a lei.
GIULIANO A me? Si vede!
STEFANIA Pensavo a tutte le cose che lei mi ha detto, e queste m'hanno dato una spinta. Sì,
ammetto di aver esagerato, avrò forse bevuto un po’ troppo, ma se non avessi
bevuto non avrei potuto.
GIULIANO Potuto cosa?
STEFANIA Quel ragazzo è stato molto gentile, carino, affettuoso con me. M'ha detto che ero
bella e perfino sexy, ed io gli ho creduto.
GIULIANO E' vero! Per lei giocava il fattore campo! Le luci soffuse, la stola di visone...
STEFANIA Vuol dire che Igor m'ha visto al buio, e che il suo visone ha fatto effetto? No,
c'era dell'altro! Una scintilla, l'elettricità che era in me!
GIULIANO S'era portata anche le pile?
STEFANIA (molto seria) Non faccia dello spirito, dottore. Adesso basta!
GIULIANO Signorina Vigneau, io cercavo solo di...
STEFANIA Basta ho detto, dottore, capito? Le proibisco, capito? Le proibisco!
GIULIANO (ha capito di essere andato troppo oltre) Non s'arrabbi, signorina Vigneau.
Diciamo che lei ha passato una allegra serata in compagnia. Non c'è niente di
male. Ha preso anche una piccola cotta, senza conseguenze...
STEFANIA (è immobile, fremente, va alla sua sedia) O qualcosa di più.
GIULIANO E va bene, cosa sarà? Una passione folle! Il delirio?
STEFANIA Perché mi tratta sempre come una zitella asettica? Mi chieda chiaro e tondo se
sono andata a letto con lui!
GIULIANO E va bene. E' andata a letto con lui?
STEFANIA Sono affari che non la riguardano.
GIULIANO Ah, no! Lei adesso parla e come! Cos'è successo là, sulla mia stola di visone?
Sì, insomma, nella foresta? (Stefania scuote la testa) Lei deve rispondermi.
Lo esigo.
STEFANIA Con quale diritto?
GIULIANO Diritto di marito. Devo forse ricordarle che è ancora mia moglie?
STEFANIA (si alza) Sua moglie? Ma io dal suo matrimonio ho avuto solo grane! Adesso
basta. Voglio il divorzio. Tutti questi anni qui a fare la martire!
GIULIANO La martire, poi!
STEFANIA La martire, sì! Tutti i rospi che ho dovuto ingoiare, le telefonate galanti, le belle
pazienti curate gratis, le forcine sotto i cuscini, i fazzoletti sporchi di rossetto...
GIULIANO Senta un momento...
STEFANIA Il suo portafoglio.
GIULIANO Il mio portafoglio?
STEFANIA Sì, il portafoglio, pieno zeppo di divette in bikini o nude!
GIULIANO Nelle tasche, mi frugava? Mi frugava nelle tasche! E' la cosa più ignobile che
ho mai...
STEFANIA Senti chi parla! lì marchese de Sade! Lei e i suoi week-end orgia a Fontainebleau! GIULIANO Cosa ne sa, lei, dei week-end a Fontainebleau? Mi ha spiato? Mi ha fatto
pedinare?
STEFANIA Cominciamo a confessare, eh? Perché non possedevo un magnetofono, se no!
GIULIANO Così vuole la guerra! E l'avrà! Perché l'ho vista sa? Ed ho i testimoni! Guardi,
metterò tutto in piazza: le sue gozzoviglie notturne, nei locali malfamati, le orge
coi giamaicani, le sbronze, la marijuana, le corruzioni di minorenni, i baccanali
nella foresta di Rambouillet. Tutto, tutto, tutto. Che venga pure lo scandalo!
STEFANIA Ecco come si fa la storia! (la signora Durand intanto si è affacciata sulla porta
dello studio ed ha ascoltato, bavaglino al collo e bocca spalancata dal morso
tutto quanto. Giuliano la caccia violentemente dentro e chiude la porta)
GIULIANO Vuoterò il sacco, sissignora! Così almeno non trascinerò il mio onorato nome
nel fango! Lei vuole il divorzio? No, sono io che voglio il divorzio!
STEFANIA Gliel'accordo subito. Chiuso, finito! Dò le dimissioni da moglie e da sua
schiava personale.
GIULIANO Benissimo!
STEFANIA (comincia a raccogliere le sue cose nell'armadio) Voglio vedere come se la
caverà da solo.
GIULIANO Si crede insostituibile perché fa i tramezzini al pollo!
STEFANIA E la dichiarazione dei redditi? Chi farà gli inghippi d'ora in avanti?
GIULIANO Il ricatto! Siamo caduti così in basso!
STEFANIA Addio dottor Foch. Lei è un ottimo dentista, ma un pessimo uomo. (gli va
vicino e gli mette il visone intorno al collo) Questa la dia alla sua concubina.
(si avvia)
GIULIANO Stefania, l'avverto, se esce da quella porta non tornerà mai più!
STEFANIA Tornare? Piuttosto crepo! (con gran dignità) Non si preoccupi, dottor Foch, non
mi vedrà mai più in vita sua. (apre la porta, fa per uscire, si volta) Né me, né i
tre bambini!
GIULIANO (drammatico e sconsolato) No, Stefania, no, i ragazzi no! (musica rock and roll)
SCENA TERZA - Appartamento di Tonia, la stessa sera. Sono in scena Igor e Tonia.
IGOR Che te ne importa?
TONIA Ho diritto di saperlo. E' la moglie del mio fidanzato.
IGOR (l’interrompe) Tonia, non mi va di parlarne.
TONIA (va verso destra) E' come m'avessi risposto. Tanto, si sa, se li fa tutti.
IGOR Si vede che io non sono tutti.
TONIA (dandogli un'occhiata lunga, stupita, cercando di capire) Igor...
IGOR Con me è stato match nullo.
TONIA Davvero?
IGOR Proprio così. Match nullo.
TONIA (va verso di lui) Lei non ha voluto?
IGOR Perché, scusa. Potrei anche non aver voluto io.
TONIA Ma se ti ho visto che le baciavi il collo.
IGOR Che significa. Forse ho un debole per i colli. Come Dracula!
TONIA Figurati la rabbia di Stefania! Le donne come lei fanno un sacco di moine,
vogliono la scena... Loro non si danno, cedono... Dovevi forzarla...
IGOR Sì, la forzavo come una cassaforte? Mica faccio lo scassinatore.
TONIA Che avete fatto fino alle nove di mattina, se non avete fatto all'amore?
IGOR Ballato, bevuto, parlato molto.
TONIA Di che?
IGOR Di molte cose. E' raro trovare una donna che ti ascolti.
TONIA Perché io non ti ascolto?
IGOR Prima di tutto parli sempre tu, e parli sempre di quel cavadenti in demolizione.
TONIA E tu di che? Le hai raccontato le tue commedie? La notte sarà passata in un
attimo! Certo che come Casanova sei proprio a terra!
IGOR Era questo il tuo piano segreto! Rifilarmi alla signora Foch, eh?
TONIA Certo che siete un po' mosci voi ventenni! Meno male che ci sono i quarantenni
a tenere alta la bandiera.
IGOR Se lo vuoi sapere io ho un mucchio di ragazze che mi corrono dietro.
TONIA Io, invece, credo il contrario.
IGOR Io me le scelgo nel mazzo.. e pilucco...
TONIA Ma va, ti fai scegliere dalla più intraprendente. State diventando asessuali.
Io, per esempio, non ti faccio effetto. Scommetto che potrei camminarti nuda
davanti e non succederebbe nulla.
IGOR Prova.
TONIA Oh, non ti fare illusioni, per me va benissimo così, che c'entra.
IGOR Asessuale! Vieni qua bambola che ti faccio vedere io. (comincia a rincorrerla.
Campanello della porta)
TONIA Oh Dio, sarà Giuliano. Stai buono, se no quello chissà cosa pensa. (va ad aprire
la porta. E' Stefania)
TONIA E' per te.
IGOR Ciao, Stefania.
STEFANIA Igor! Il mio simpatico insegnante di bagordi.
IGOR Come va la testa?
STEFANIA Me la sento e non me la sento. Ma ci sto a ricominciare, anche stasera!
IGOR Stasera? No, magari domani.
TONIA Lui deve recuperare. Se volete parlare a quattr'occhi, mi ficco nel bagno.
STEFANIA Calma, non si agiti: io voglio parlare a lei, non a lui.
TONIA Hai sentito? Va a farti una pennichella!
IGOR (passa davanti a Stefania verso la porta) Oh, dico, non litigherete per me? (si
avvia lentamente) Va bene, va bene: vinca la migliore! (esce)
TONIA E io che mi prendevo tanta pena..
STEFANIA E' stato questo il guaio! Senta Tonia, probabilmente aspetta Giuliano e non
voglio farmi trovare qui!
TONIA (continuando sullo stesso argomento) Però mettersi coi bambini dell'asilo, via!..
STEFANIA Non complichi le cose, la prego, è già così difficile.. Non sono venuta a parlarle
di Igor, ma di Giuliano e me.
TONIA L'ha mandata lui.
STEFANIA Lui non sa niente. Sono venuta per chiarire tutto questo pasticcio.
TONIA Chiariamolo pure. Dunque, che fa di Giuliano? Me lo lascia? Non me lo lascia?
Se lo tiene? Se lo riprende? Devo sapere.
STEFANIA Deve sapere qualche altra cosa prima. Si sieda, si sieda, non vorrei che per
l'emozione..
TONIA Emozioni io? Si figuri, ormai sono immunizzata! Cos'è... (siede sul letto,
Stefania passeggia un momento)
STEFANIA Guardi, glielo dico subito, tanto a che serve fare tanti preamboli. Giuliano, io...
(si ferma, si volta, guarda Tonia) Non è tanto facile come pensavo.
TONIA (pensiero improvviso) E' facilissimo. Lei è incinta.
STEFANIA Neanche per sogno. Ma come le viene in mente?
TONIA Così. Perché il dottore non glie la fa, ogni tanto, una visitina di controllo, tanto
per non interrompere le belle abitudini?
STEFANIA No. Non ho mai avuto questo tipo di rapporti col dottor Foch.
TONIA Ah no? E i figli? Li avete adottati?
STEFANIA Io non sono la signora Foch, sono la signorina Vigneau.
TONIA La signorina Vigneau? Lei, la vecchia zitella? Mi sembra assurdo...
STEFANIA E' assurdo, Tonia. E mi dispiace di essere proprio io quella che..
TONIA Un momento. Calma! Lei è la signorina Vigneau, la segretaria di Giuliano. E'
così?
STEFANIA Sì.
TONIA E allora la moglie di Giuliano chi è?
STEFANIA Questo non lo so Giuliano non è mai stato sposato, ch'io sappia.
TONIA Ah no, eh? Qui c'è il trucco! Lei mi ha teso una trappola e io ci sto cascando,
così se li conserva tutti e quattro: Giuliano, Bébert, il colonnello e Igor..
(si rende improvvisamente conto mentre siede sul letto) Ma allora Giuliano mi
avrebbe mentito? Perché?
STEFANIA (va verso il letto, parla teneramente) Mi dispiace Tonia. E' un colpo terribile
per chiunque, figuriamoci per lei, che è così giovane, idealista, sensibile.
TONIA (piano) Che figlio di....!
STEFANIA In questo posso capirla. (siede vicino a Tonia, le mette un braccio intorno)
Senta, io non sono venuta qui a fare le scarpe a Giuliano. L'ho sempre aiutato,
Io voglio ancora aiutare: lui le vuole bene.
TONIA Ma perché mi ha mentito così?
STEFANIA Sa, il dottore è un uomo buono, forse un po' debole..
TONIA Però come pallonaro è fortissimo! Pensi a tutte le frottole che mi ha raccontato,
per descrivermi tutta la sua vita familiare, nei minimi particolari...
STEFANIA Una sua mania! E' un perfezionista. Anche quando cura la più piccola carie,
vedesse il tempo che ci mette, le precauzioni. E' un cesellatore, un pignolo! Il
trapano nelle sue mani è un violino. In fondo bisogna capirlo, è un artista!
TONIA Solo che io sono una donna, non un dente cariato!
STEFANIA Non l'ha ingannata. Quante ragazze vorrebbero essere ingannate così! Tonia,
Giuliano la sposa. Le sue bugie, in fondo, sono soltanto una prova d'amore. Oh,
devo proprio andare. Se mi trovasse qui sarebbe un disastro!
TONIA E come mai lei s'è decisa adesso a vuotare il sacco?
STEFANIA Sa, la segretaria perfetta non ama lasciare disordine prima d'andarsene. Mi
ascolti Tonia, uno di questi giorni Giuliano verrà da lei a dirle la verità. Non lo
maltratti. Anzi, lo incoraggi. Cerchi di capirlo. Provi. (va verso la porta)
TONIA Chi è bugiardo, è bugiardo anche in amore.
STEFANIA Bè, questo è un motto da cioccolatini. (esce. Tonia prende la foto di Giuliano)
TONIA (alla foto) Pseudoscapolo! Celibe ammogliato! Sedicente coniugato con figli!
(va al muro e bussa, va alla porta e l'apre) Igor! Igor!
IGOR (sentiamo la voce di Igor da fuori) Che vuoi? Tento di lavorare.
TONIA Vieni subito, ho bisogno di te.
IGOR Va bene.
TONIA Subdola carogna. Imbroglione matusa! (butta la foto, torna alla porta mentre
Igor entra, lei io bacia, si staccano)
IGOR Che ti serve? Il cavatappi, il ferro da stiro, ago, filo?.. Non hanno mai niente
queste ragazze. Che volevi?
TONIA Questo volevo. (lo bacia di nuovo)
IGOR Tonia, cos'è questa storia? E Giuliano?
TONIA Così impara.
IGOR (chiude la porta) Mi strumentalizzi per vendicarti di Giuliano?
TONIA Sta' zitto e baciami.
IGOR Va bene. Ma dopo esigo una spiegazione. (si baciano, bussano alla porta, lui si
tira indietro) La porta! deve essere Giuliano!
TONIA (lo stringe di nuovo) E che te ne importa.
(bussano ancora. Igor retrocede verso il fondo, lei aggrappata a lui)
IGOR Volevi che ci sorprendesse. E io faccio il tuo gioco, eh, piccola drittona! Ma io
sgancio. (va verso la porta)
TONIA (mette la mano sulla porta e lo ferma con un sorriso) Dove vai? C'è lui fuori.
Non puoi uscire. (bussano di nuovo)
IGOR (va al bagno) Mi nascondo nel bagno.
TONIA (lo segue) E se lui vuol lavarsi le mani?
IGOR Un dentista le ha sempre pulite!(entra nel bagno, Tonia apre la porta, Giuliano
entra)
GIULIANO Ci hai messo un secolo per aprire! Dove stavi?
TONIA In bagno.
GIULIANO Tutta vestita?
TONIA Giocavo con le barchette.
GIULIANO Contenta, Tonietta, di vedere il suo micione?
TONIA Sto per impazzire dalla gioia...
GIULIANO Allora vieni qui, dal tuo micione... devi essere molto carina col micione
stasera... perché micione è molto infelice.
TONIA Che altro c'è?
GIULIANO Sempre mia moglie...
TONIA Dovevo immaginarlo!
GIULIANO Passerotto ho bisogno di tutta la tua comprensione.. non è una cosa facile a
dirsi.
TONIA Sei venuto per dirmi la verità? (Giuliano annuisce)
TONIA Ti ascolto tesoro. Non aver paura. Dì. (va alla sedia a destra della tavola,
siede)
GIULIANO Grazie Tonietta. Sei straordinaria. (si alza, va a destra) Quello che volevo dirti
è.. ecco: mia moglie... Stefania.. non vuole più divorziare. (Tonia lo guarda)
Cerca d'esser calma tesoro. E' stato un colpo terribile anche per me. Sono
veramente disgustato.
TONIA (sta al gioco) Anch'io. (si alza) Dunque, se ho ben capito, tua moglie ha
cambiato improvvisamente idea e adesso ti nega la libertà.
GIULIANO Sembra incredibile, eh?
TONIA Incredibile. Quando te l'ha detto?
GIULIANO Stamattina. Mi sono battuto come un leone! Ho urlato, ho fatto il diavolo a
quattro.. per la rabbia. Poi l'ho supplicata! In ginocchio. Le ho offerto quello
che voleva: soldi, mobili, quadri, argenteria, altri soldi... Niente. Lei e il suo
avvocato sono stati irremovibili: niente divorzio!
TONIA Ma hai tutti i motivi per ottenere il divorzio! Me l'hai detto tu: è una
ninfomane, con tutti gli amanti che ha avuto... (si siede a destra di Giuliano)
GIULIANO L'ho anche minacciata di rivelare questo, ma lei s'è messa a ridere. (ridono tutti
e due) Sapeva benissimo che non potevo servirmene. Figurati, una volta
pubblicato quel lerciume sui giornali, sarebbe la fine per me, sarei rovinato.
Non posso: per i figli, soprattutto, capisci tesoro? E' terribile! Lei ha il coltello
dalla parte del manico. Siamo con le spalle al muro. E il nostro bel sogno,
ormai, non può essere altro che un sogno, purtroppo.
TONIA Dimmi una cosa. io che fine faccio in questa storia?
GIULIANO (le mette il braccio intorno alla vita) Oh noi andremo avanti come prima.
Continueremo a vederci.
TONIA Ah, meno male!
GIULIANO Riusciremo sempre a strappare alla vita le nostre ore di felicità. E' solo una
questione formale, capisci? Non cambia niente.
TONIA (come se fosse d'accordo) E allora caro, se questo è il nostro destino...
GIULIANO Ah passerotto mio, ti sono grato della tua comprensione. Vedrai come saremo
felici! Più felici di prima.
TONIA In fondo è la sistemazione ideale. Tutti contenti! Tu avrai tua moglie e me, io
avrò te e Igor.
GIULIANO Igor... Igor??? Ma tu hai sempre detto che Igor era solo un conoscente...
l'inquilino dello stesso pianerottolo. Tonia! (si alza)
TONIA (si alza) Giuliano.
GIULIANO Tu mi hai mentito.
TONIA Sì, e mi vergogno a confessartelo. (a testa bassa) So quanto odi le bugie.
GIULIANO (va verso di lei) Ma no, questo non può essere che uno scherzo! Tonia, vuoi
prendermi in giro. Dì la verità?
TONIA Igor, vieni fuori. Vieni fuori dal bagno, non aver paura. (nessuna risposta dal
bagno)
GIULIANO Ma che ci può essere fra te e quel mascalzone?
TONIA Non è un mascalzone, è scrittore. Mi parla come un essere umano e poi non ha
moglie. (chiama ancora) Igor!
GIULIANO Piantala, Tonia! Sai benissimo che se soltanto pensassi che quel capellone si
trova di là scapperei a razzo. (la porta del bagno si apre di colpo e compare
Igor. Porta solo un asciugamano intorno ai reni. Giuliano lo guarda
esterrefatto, Igor lo fissa)
IGOR Ehilà. (Giuliano guarda Tonia, poi si volta, va verso la porta e la apre)
TONIA (lo segue) Giuliano, non te la prendere. E' così al primo momento, poi passa... GIULIANO (interrompendola con dignità) Non passa Tonia. Hai distrutto la mia casa. Mi
hai strappato a mia moglie. M'hai sradicato dai miei bambini. Ma mi resta
ancora una cosa: sono fiero di non aver mai fatto il doppio gioco. (se ne va)
TONIA E anche micione è liquidato! (si guardano, Tonia saluta Igor, lui la ricambia)
IGOR Meglio che mi metta qualcosa addosso. Fa freddo. (entra in bagno) Scusami
Tonia, se sono venuto fuori così, ma ho sentito un po' della vostra
conversazione, e ho pensato: o va o spacca!.. Tonia...
TONIA Ti sento. Igor...
IGOR Sì?
TONIA Che fai stasera?
IGOR Niente.
TONIA Se cenassimo insieme?
VOCE IGOR Splendido. Esco a comprare un po' di uova e prosciutto.
TONIA Igor?
IGOR Eh?
TONIA Ti piace il goulasch?
IGOR (esce dal bagno, si sorridono e annuiscono)
SCENA QUARTA - La scena è vuota. Dopo qualche istante appare, stanco e insonnolito, Giuliano. Ha la cravatta allentata, cammina lentamente, i capelli scomposti. Suona il telefono. Giuliano si decide a rispondere.
GIULIANO Il dottor Foch non c'è.. il dottor Foch è molto stanco.. il dottor Foch ha fatto
baldoria... il dottor Foch è sbronzo! (riattacca. Il telefono suona di nuovo e
Giuliano stacca il ricevitore e lo posa sulla scrivania) Non si può stare un
attimo in pace! Ma cosa credono, che continuerò tutta la vita a curare denti?
(prende il libro degli appuntamenti) Gli appuntamenti! Via! Buttiamolo via!
(nel cestino) Via questo! (butta) Via anche questi! (butta) Via, via! (si riprende)
No..questi sono gli onorari! (entra nel gabinetto dentistico. Stefania entra da
destra, riordina, rimette il telefono a posto. Il telefono suona. Giuliano parla
da fuori scena) Ancora quel maledetto telefono! Eppure mi pareva di averlo
staccato! (si affaccia sulla porta dello studio e vede Stefania)
STEFANIA (senza vederlo) Pronto, studio del dottor Foch! Sì signore... sì.. un momento
che controllo il libro degli appuntamenti... dov'è? Ah, nel cestino! Mi scusi...
Allora giovedì 18 alle 15,30. D'accordo signor Pelichard, d'accordo. Buon
giorno signore.
GIULIANO (avvicinandosi) Cosa fa lei qui?
STEFANIA Oh buon giorno dottore. Che è successo? Ha dimenticato la finestra aperta?
GIULIANO Sì, deve esserci stata una corrente d'aria...
STEFANIA Non si preoccupi. Metterò tutto a posto io...
GIULIANO Lei mette sempre tutto troppo a posto, signorina Vigneau...
STEFANIA E' l'abitudine, dottore!
GIULIANO Anche quando si licenzia?
STEFANIA Ho il dovere di restare al mio posto fino all'arrivo della mia sostituta. Sono le
dieci passate. Dov'è stato?
GIULIANO Ho passato la notte girando Parigi.
STEFANIA Ha bevuto?
GIULIANO Ho tentato: ma sono irrimediabilmente astemio.
STEFANIA Tutto sistemato tra lei e Tonia?
GIULIANO Sì, e mi spiace dirglielo, questa volta senza la sua collaborazione.
STEFANIA Ne sono felice per lei.
GIULIANO Tonia ed io abbiamo chiuso.
STEFANIA No?
GIULIANO Le ho detto che lei non voleva concedermi più il divorzio!
SREFANIA Splendido! (ride)
GIULIANO Perché ride?
STEFANIA Niente. Volevo soltanto dirle che sono andata da Tonia e le ho detto tutta la
verità. Che lei non era sposato e tutto il resto....
GIULIANO Allora Tonia sapeva?
STEFANIA Ho cercato di sistemare le cose in modo che qualcuno fosse felice...
GIULIANO Il suo compito è quello di sistemare, vero, signorina Vigneau?
STEFANIA Se vuole posso tornare e cercare di rimediare...
GIULIANO No, odio la menzogna!
STEFANIA Me ne ero accorta, dottore.
GIULIANO E poi non deve lasciarmi solo, adesso che sono "solo"!
STEFANIA Perché è andato a dire un'altra bugia, a Tonia?
GIULIANO Perché era l'unico modo per non sposarla.
STEFANIA Ma lei voleva sposarla!
GIULIANO Per sbaglio. Oggi, quando l'ho sorpresa con Igor, ho capito lo sbaglio!
STEFANIA Igor? ma è un ragazzo!
GIULIANO Un ragazzo, nudo! Con un piccolo asciugamano, l'indispensabile! Quando l'ho
visto mi sono sentito "di cacca" e sono scappato..
STEFANIA Scappato, addirittura!
GIULIANO Scappato, si... Dapprima odio, rancore, gelosia... e poi.. camminando,
camminando, mi sono sentito leggero, meravigliosamente leggero! Ho
compreso di non aver mai amato Tonia e che lei non mi aveva mai amato.. e ho
sentito una gran gioia di tornare a casa, di salire le scale di corsa, di rivedere
mia moglie e i miei bambini! Poi mi sono ricordato che non avevo moglie, non
avevo figli... e mi sono risentito triste e solo....
STEFANIA E' lì che ha provato a sbronzarsi?
GIULIANO Ma sono astemio.. Sono venuto qui allo studio.. desolato.... per fortuna che
c'era lei... (suonano alla porta)
STEFANIA Dev'essere il colonnello Cochet!
GIULIANO E se non aprissimo?
STEFANIA Via, le sue delusioni d'amore non debbono mescolarsi con il lavoro! Metta il
camice, presto, dottore.. io vado ad aprire... (Giuliano entra nello studio
dentistico, Stefania va ad aprire, entra il colonnello Cochet)
STEFANIA Il dottore la sta aspettando.
COCHET Perché mi ha scaricato l'altra sera?
STEFANIA E' scomparso all'improvviso.. mi sono voltata e lei non c'era già più!
COCHET Ci ha messo esattamente un'ora e tre quarti per voltarsi!
STEFANIA Non me ne voglia, colonnello. Grazie a lei ho passato una stupenda serata!
COCHET Con un altro!
STEFANIA Notizie della signora, colonnello? La cura le giova?
COCHET Spero che le giovi più di me!
GIULIANO (affacciandosi) Buongiorno, signor Cochet... tutto bene.. nervoso stamattina?
Io la trovo magnificamente.... disteso!
COCEHET Le credo! Ho preso sei tranquillanti! (entra in studio)
GIULIANO A noi due adesso, caro "Vercingetorige"! (entra. Stefania continua a mettere in
ordine, soprattutto cura il suo cactus. Giuliano rientra) Stefania?
STEFANIA (sobbalza al suono della sua voce e si illanguidisce un po’) Sì, dottore...
GIULIANO (tossicchia) Ha già deciso dove prendersi le ferie.... quest'anno?
STEFANIA Forse arriveremo fino in Bretagna... la mia due cavalli ogni tanto ha delle noie
al motore...
GIULIANO Aumenterebbe la noia al motore se mi ficcassi anch'io nella macchina, magari
tra sua madre e la cagnetta?
STEFANIA Davvero, verrebbe?
GIULIANO Siccome non conosco la Bretagna..
STEFANIA Se è per questo potrei fare in modo di mandare mia madre da mia sorella...
GIULIANO Quella dei Pirenei?
STEFANIA Ha una buona memoria lei, dottore!
GIULIANO Crede sarebbe possibile? (fa il gesto di levarsi dai piedi la mamma)
STEFANIA Credo che capirebbe.. almeno per una volta.. Le posso lasciare anche Frida,
magari, per farle compagnia...
GIULIANO Allora d'accordo: Bretagna?
STEFANIA Se fa piacere a lei... io ne sono felice!
GIULIANO (tossicchia) Stefania?
STEFANIA Sì...
GIULIANO Credo che finirò per baciarla...
STEFANIA Sì?
GIULIANO A meno che lei non abbia obiezioni.
STEFANIA Nessuna.
GIULIANO Allora, io bacio?
STEFANIA Se lei vuole.. (si baciano)
GIULIANO Ecco, l'ho baciata!
STEFANIA Lo so.
GIULIANO Credo che lo farò molto spesso!
STEFANIA Anch'io! (si baciano di nuovo)
GIULIANO E' strano!
STEFANIA Cosa c'è di strano?
GIULIANO E' come se tu fossi stata sempre mia moglie
STEFANIA Caro! (Stefania lo guarda che si avvia allo studio, sulla soglia le lancia un
bacio. Lei risponde. Si affaccia sull'uscio il colonnello Cochet, sempre con
la bocca aperta e il morso. Farfuglia frasi incomprensibili. Il dottore lo spinge
dentro e richiude. Stefania sogna con il suo cactus, sospira, carezza il libro
degli appuntamenti, poi si riscuote. Prende un kleenex e si asciuga una lacrima
di commozione, il telefono squilla)
STEFANIA Pronto, studio dottor Fochl Non posso prendere appuntamenti perché il dottor
Foch va in vacanza... Provi a ritelefonare tra quindici giorni! (riattacca, altro
squillo) Pronto, studio del dottor Foch! Come? Il dottore è occupato, vuole
lasciare a me il suo messaggio? Chi parla? Ah, una hostess delle linee aeree
svedesi? E' libera stasera? Attenda un momento. (pensa un po' poi aggiunge) lì
dottore m’incarica di dirle che ormai l'hanno messo ai servizi a terra! Non
capisce? Ecco: il dottor Foch non fa più quel tipo di lavoro! Buongiorno!
(riattacca, squillo) Pronto, studio del dottor Foch. Ah è lei signora Durand?
Temo sia impossibile signora! Il dottore e io partiamo insieme per le vacanze in
Bretagna.. Proprio perché è lei, signora, posso fissarle un appuntamento fra un
mese: mercoledì 19 alle cinque... d'accordo... Inutile ricordarle, signora, che il
dottor Foch è molto puntuale... e che, da stamane, rue Dupont non è più a senso
unico!
FINE
FIORE DI CACTUS
3 atti di Barillet e Gredy
(adattamento di R. Lussignoli)
Personaggi:
ANTONIA MARECHAL
IGOR POLANSKI
GIULIANO FOCH
STEFANIA VIGNEAU
LA SIGNORA DURAND
BEBERT CHAMPIGNON
IL COLONNELLO COCHET
LA BIONDA DEL BOTTICELLI
PRIMO ATTO
SCENA PRIMA - L'appartamento di Toinette, a Montmartre. Un monolocale: letto, cucina, fornello, stufa, e qualche mobile da soggiorno. Una parte dà sul bagno, e in fondo una finestra. Sono circa le quattro del mattino. Le luci dell'appartamento sono spente ma una fioca luce penetra dall'esterno, rivelando Toilette distesa sul letto, faccia in giù, priva di conoscenza; la sua testa penzola dal letto. E’ una bella ragazza; porta una seducente camicia da notte corta. Una radiolina su uno scaffale suona ritmi shake. Bussano alla porta.
VOCE DI IGOR Ehi, là! Mi sentite? Aprite! Aprite! (pausa; entra) Ehi! Qui c'è odore di gas!
(va a chiudere il rubinetto del gas)
TONIA (con voce fioca, lamentosa) Giuliano, Giuliano…
IGOR (le si avvicina) Non sono Giuliano.
TONIA (abbracciandolo, sempre con gli occhi chiusi e con lo stesso tono) Baciami,
Giuliano.
IGOR (guardandosi attorno) Giuliano, chiunque tu sia, io non c'entro...(la bacia)
TONIA (si sveglia; lo guarda; si ritrae di scatto) Ma che sta facendo?
IGOR La respirazione artificiale.
TONIA Lei mi stava baciando! (toccandosi la testa) Dove sono? Lei chi è..?
IGOR Sono quello che abita qui accanto e che ha sentito odore di gas. La porta era
aperta.
TONIA Gas? Ma sono viva. Oh Dio, che disgrazia! Adesso come faccio? (si butta giù
nella posizione di prima)
IGOR Si calmi! Meno male che sono entrato! Era più di là che di qua.
TONIA Perché è entrato? Perché s’impiccia negli affari degli altri?
IGOR Senta, la prossima volta metta fuori un cartello: "Non disturbare!"
TONIA (gli lancia un cuscino) Maledetto! Mi ha rovinato tutto!
IGOR Se lo vuole sapere: è lei che ha sbagliato tutto. Se si voleva veramente
ammazzare doveva mettere la testa dentro la cucina.
TONIA Che ne sapevo? Non c’erano le istruzioni.
IGOR Perché voleva andarsene all'altro mondo per Giuliano?
TONIA Che ne sa lei di Giuliano?
IGOR Mi ha chiamato così mentre mi baciava.
TONIA Mentre mi baciava?! E dopo, cos’altro ha fatto?
IGOR Niente! Non ne ho avuto il tempo.
TONIA Così dovrei anche esserle grata. Si può sapere chi è lei?
IGOR Mi chiamo Igor Polanski. Piacere!
TONIA Piacere, Tonia Maréchal! Russo?
IGOR No. Igor è il mio nome. Polanski me lo sono inventato io.
TONIA E perché?
IGOR Sa... per uno che scrive.
TONIA (improvvisamente recupera un po' d'energia) Ah, è lei quello che picchia come
un dannato sulla macchina tutta la notte?!
IGOR Senta, meno male che battevo a macchina, se no a quest'ora lei….
TONIA Sarei morta, come desideravo! (si butta di nuovo giù sul letto)
IGOR Ma come, invece di essere contenta? (si avvicina) Come si chiama?
TONIA Tonia.
IGOR Tonia. Che le ha fatto questo Giuliano?
TONIA Niente.
IGOR Qualcosa le deve aver fatto. L'ha piantata? (Tonia scuote la testa) L'ha tradita?
L'ha picchiata? E' un alcolizzato? Uno sfruttatore?
TONIA Peggio.E' sposato a vita. Tre bambini.
IGOR Oh, cominciamo a vederci chiaro. Allora lei ha scoperto che questo mascalzone
di Giuliano….
TONIA Non è un mascalzone! E' un dentista, e in gamba anche. Sta ai Champs Elysées.
(è strisciata verso il capo del letto per prendere un biglietto da visita; lo porge a
Igor) Ecco il suo biglietto.
IGOR Dunque, ricapitoliamo. Lei ha scoperto che il dottor Giuliano Foch, chirurgo
odontoiatra, Rue Dupont, Champs Elysées, ha una moglie e tre figli.
TONIA Non l'ho scoperto. L'ho sempre saputo. Me l'ha detto lui la prima volta che mi
ha vista. No, mi piace la sincerità. Mi sono innamorata di lui ed è cominciata lo
sconforto. I giorni che lui non poteva vedermi. E poi magari arrivava la
telefonata o il telegramma "Stasera impossibile, baci". Ieri sera era il nostro
anniversario, e quando è arrivato il solito fattorino col solito telegramma...
IGOR Che anniversario?
TONIA Un anno fa ci siamo conosciuti nel mio negozio di dischi a Montparnasse.
Bello, romantico, elegante.
IGOR Il negozio?
TONIA (guardando com’è vestito lui) No, Giuliano. Niente blue jeans, lui.
IGOR Scusi, non sapevo che per il suicidio era di rigore l'abito da sera! (Tonia,
contrita, abbassa la testa, in silenzio) Andiamo avanti.
TONIA Suona il campanello. “Fattorino!” Ho capito subito. Mi è venuta un'angoscia…
Ho capito che la mia vita era sprecata.... Igor, ho ventuno anni!
IGOR Se è così, lo sbatta fuori questo Giuliano!
TONIA E poi, che faccio?
IGOR Se ne trova un altro.
TONIA Lei, magari.
IGOR Perché no? Possiamo uscire una di queste sere; io conosco un posto...
TONIA No, non esco mai coi bambini, li lascio alle tardone.
IGOR Ah già, a lei piacciono i matusa.
TONIA Sfotti, sfotti… che fa nella vita?
IGOR Scrivo commedie.
TONIA Di che genere?
IGOR Inedite. Non le rappresentano mai.
TONIA E come campa?
IGOR Non mi ha mai visto alla tele? (pausa) Pubblicità.
TONIA (lo fissa; poi) Sì, sì, ora ricordo. Allora lei è un divo?
IGOR Non sfotta, lo faccio per la grana. Allora, usciamo una di queste sere?
TONIA (improvvisamente) Oh Dio, ma che ore sono?
IGOR Le quattro del mattino. Perché?
TONIA Mi ha fatto venire in mente che devo andare a lavorare. Come faccio? Non
mi reggo in piedi. (dicendo questo salta su, si toglie la vestaglia, si mette nel
letto) Vada via, vada via, mi lasci dormire almeno un paio d'ore. (sembra che
cada in un sonno profondo; si rialza) No, non ci vado a lavorare. Faccio
vacanza. Buona notte.
IGOR (uscendo) Buon sonno. Se ha bisogno batta sul muro (batte sul muro) e io corro.
TONIA Grazie, Igor.
IGOR (spegne la luce) Buona notte. (esce)
TONIA (dopo poco si alza di colpo a sedere) La lettera. Oh Dio, la lettera! (va a
picchiare sul muro dove Igor ha picchiato poco prima) Igor! Igor!
IGOR (rientra di corsa e accende la luce)
TONIA La mia lettera! Ho imbucato una lettera per Giuliano; gli ho scritto quello che
avrei fatto.
IGOR E perché l'ha scritta?
TONIA Volevo che sapesse del mio suicidio. Igor, deve telefonargli.
IGOR Perché non gli telefona lei?
TONIA Ho "chiuso" con lui e non voglio dargli la soddisfazione di sentirmi piangere.
Poi quello è capace di chiamare la polizia, la squadra mobile, i pompieri.
No, deve farmi questo favore.
IGOR Ma mi ha preso a cottimo?! (Tonia si chiude su se stessa, con una smorfia)
Ok, alle nove in punto.(guardando il biglietto) Sì, ma che gli dico?
TONIA Che sono viva.
IGOR E basta?
TONIA Basta. (si sta appisolando)
IGOR Posso andare? Posso stare tranquillo che non ci riprova? Posso battere a
macchina? (si avvicina al letto) Eh, questa già dorme. (sbadiglia) Io casco dal
sonno e domani... (esce e spegne la luce)
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottor Giuliano Foch. Ore nove. Al centro la scrivania di Stefania Vigneau, segretaria assistente del dottor Foch. Sulla sua scrivania c'è una piccola pianta di cactus, oltre al resto. Sulla parete uno stereo acceso. Sullo fondo la porta dello studio dove opera il dottor Foch. Ogni volta che questa porta si apre si vedrà un forte fascio di luce fluorescente. Stefania entra, è il tipo dell'infermiera impeccabile; vestita in uniforme bianca, scarpe col tacco basso, niente trucco. Va verso la scrivania, prende la posta e la scorre rapidamente. Il telefono squilla. Va ad abbassare il volume, poi al telefono. Quando parla la sua voce è tranquillizzante ma impersonale. La sua voce, più la musica, mirano a produrre un'atmosfera che produce nei pazienti un effetto rilassante.
STEFANIA Pronto! Lo studio del dottor Foch. Sì, signora... Oh. non prima della settimana
prossima. (sfoglia il libro degli appuntamenti) Guardi, posso fissarle un
appuntamento per giovedì 27 alle 9 e15 o lunedì 31 alle 17 e 30. Ah, se il dente
fa male le conviene giovedì. Allora d'accordo, segno "signora Gosselin, giovedì
27 ore 9 e15". Mi permetto di ricordarle che il dottore è molto puntuale. E che
Rue Dupont è a senso unico. Buongiorno, signora. (riattacca, si mette gli
occhiali e guarda la posta sulla scrivania. Scorre rapidamente le lettere e una
attira la sua attenzione. La guarda con interesse) Mmmm. Riservata personale.
(il telefono squilla) Pronto, studio del dottor Foch. Chi parla? Igor Polanski? Mi
dispiace, signor Polanski, non può parlare con il dottore, è occupato. Vuol
lasciare un messaggio? (campanello alla porta) Se vuole parlare con lui, provi
più tardi. (campanello di nuovo) Mi scusi, devo lasciarla. (riattacca, va alla
porta e fa entrare la signora Durand Bénéchel, signora elegante, che entra con
la sigaretta accesa)
DURAND Una caramella! Ma come si fa? Una caramella e tac! Mi cade l'otturazione.
STEFANIA L'otturazione era provvisoria, signora Durand. Era stata avvertita di non
commettere imprudenze.
DURAND Non potevo rifiutare. Me l'ha offerta il capo di gabinetto del ministro del Ghana.
Il dottore dov'è?
STEFANIA E' nello studio. Ha dato la precedenza ad un altro paziente. Lei tardava.
DURAND Oh, per un minutino di ritardo.
STEFANIA (guarda l'orologio) Venti minuti, signora. Vuole accomodarsi in salone, prego?
DURAND Dica al dottore di sbrigarsi, se no mi salta la mattinata. Jean Louis, il maitre
coiffeur in persona, mi sta aspettando per la messa in piega.
STEFANIA Signora, i suoi denti sono più importanti della messa in piega.
DURAND Vedo che lei applica alla lettera questa sua tesi! (e se ne va in salone. Stefania
è colpita; si tocca i capelli, se li aggiusta. Chiude la porta, va alla scrivania e
si siede. Si apre la porta dello studio e si sente la voce di Giuliano)
GIULIANO Ecco, e adesso sciacquati Bébert. Per oggi basta. (Giuliano, va alla scrivania,
scrive una nota su un biglietto che si mette in tasca)
STEFANIA E' arrivata la signora Durand. Ha mangiato una caramella e le è cascata
l'otturazione.
GIULIANO Le sta bene. Ho finito col signor Champignon. Gli fissi un appuntamento fra
una settimana.
STEFANIA E per il conto?
GIULIANO Signorina Vigneau, come faccio? E’ un vecchio amico… provi lei.
STEFANIA Lo farò con piacere. (entra Bébert Champignon, infilandosi il soprabito)
GIULIANO Beh, come ti senti?
BEBERT (mugugna; poi va a toccare lo stereo)
STEFANIA (rimprovero) Signor Champignon, non si tocca! E’ un apparecchio
delicatissimo! (lo spegne)
BEBERT E che sarà mai? Perché non posso toccare? Sono un cliente, pago come gli
altri.
STEFANIA Questo è da discutere.
BEBERT Giuliano, qui si fanno insinuazioni sul mio conto!
GIULIANO Beh, come pagatore sei un po' saltuario.
BEBERT Dai, che ti rifai sugli altri!
STEFANIA Dottore, c'è la signora Durand che aspetta.
BEBERT Durand? Quale Durand?
GIULIANO Durand Bénéchol, quella dei succhi di frutta.
BEBERT Ecco, spremi quella!
GIULIANO Shhh! Parla piano.
STEFANIA Dottore, io intanto vado a preparare di là.
BEBERT (uscita, saluta militarmente) Sergente! Quand'è che la cambi? Non ne potevi
prendere una più sexy?
GIULIANO Senti, prima di tutto io non mischio lo studio col sesso. Per me va bene così: è
brava e mi manda avanti la baracca. La sera se ne va a casa sua, e io dalla mia
ragazza. Tutto organizzato.
BEBERT Dalla tua ragazza, hai detto?
GIULIANO Sì.
BEBERT Una sola? Una volta ne avevi una per notte.
GIULIANO Altri tempi!
BEBERT Quante ragazze… ti ricordi Babette?
GIULIANO Mmm.
BEBERT E Josette? Quella che hai messo incinta?
GIULIANO Mmm.
BEBERT E Carlo?
GIULIANO Carlo?
BEBERT Il fratello di Josette. Quello che ti voleva eliminare a rasoiate! (gesto) Ma sei
sempre riuscito a sganciarti. Eri un campione! Adesso ti sei spompato? Sai che
ti dico: mollala fin che sei in tempo!
GIULIANO (si alza, camminano) Ci ho provato. Ieri sera avevo un appuntamento con Tonia
e l'ho disdetto. Avevo per le mani una svedese bella, alta, una sventola! Sono
andato a casa e…
BEBERT (eccitato) E…?
STEFANIA (entrando) E' pronta. Faccio entrare la signora Durand.
GIULIANO Arrivo subito. (si avvia verso lo studio)
BEBERT Come, mi lasci sul più bello? (si volta e si trova davanti Stefania)
STEFANIA Continuerete la prossima volta! (apre la porta, entra la signora Durand)
DURAND Dottor Foch, mi scusi del ritardo.
GIULIANO (maniere mondane, baciamani) E' perdonata signora, per questa volta. Ma non
le perdono i suoi capricci.
DURAND (accusatrice, a Stefania) Glielo ha detto lei!
STEFANIA E' mio dovere.
DURAND Una caramella….
STEFANIA Ne basta una. Le caramelle, signora, non solo sono le peggiori nemiche dei suoi
meravigliosi denti, ma anche della sua splendida linea..
DURAND Vuole adularmi, dottore? Sapesse come sono così giù di nervi, stamani. Mi
prometta, mi giuri che non mi farà male.
GIULIANO Ha da lagnarsi della mia mano?
DURAND Oh no! Anzi! Lo dico sempre a tutte le mie amiche: il dottor Foch ha una
mano così delicata! Io le affido la mia bocca ad occhi chiusi.
GIULIANO Molto gentile signora. Signorina, faccia accomodare la signora. Vengo
subito. (e si siede alla scrivania)
DURAND (si avvia, poi rivolta a Bebert) Anche lei è un paziente del dottor Foch?
BEBERT Sì, lo trovo molto bravo.
DURAND Ottimo dentista. Però sarebbe stato un irresistibile ginecologo! (si avvia
nello studio seguita da Stefania)
BEBERT Che fai, prendi il forcipe?
GIULIANO (ridacchiando) Ciao, ci vediamo dopo.
BEBERT (afferrandolo) Come, te ne vai così? Com'è andata a finire con la hostess?
GIULIANO Niente.
BEBERT Niente?
GIULIANO Te l'ho detto: Tonia!
BEBERT Ah, sul più bello è arrivata Tonia?
GIULIANO No. Non ho potuto, ecco! Mi sono alzato e me ne sono andato.
BEBERT Addio! Sei già sposato!
GIULIANO Mi crede già sposato. Appena l'ho conosciuta ho pensato: questa mi mette
sotto! Così ho messo le mani avanti; le ho detto subito: ho moglie e tre figli.
BEBERT Tre figli, che pennellata! Ah, lo sai che me la sono fatta anch'io la ragazza?
GIULIANO Complimenti!
BEBERT Bella, una super con una carrozzeria... bella, alta, bionda: la Primavera del
Botticelli. Belle gambe, due fianchi, un nasino da cerbiatto... due occhi da
gazzella...
GIULIANO E denti da cavalla.
BEBERT Da cavalla no, però si accavallano un po', sul davanti… così non sorride mai…
Le è venuto il complesso, capisci? Non apre più bocca. Uno strazio! Sempre con
le paturnie!
GIULIANO Ma non potevi scegliertene un'altra?
STEFANIA (entra) La signora Durand sta protestando, dottore!
GIULIANO Mandamela.. però alla prossima, guardale prima i denti!
STEFANIA (è alla scrivania, ignora Bébert. Lui si avvicina cautamente)
BEBERT Scusi sergente, volevo dire signorina Vigneau. Il dottor Foch ha dato ordine di
fissare un appuntamento per una signorina mia amica.
STEFANIA (cercando di levarselo di torno rapidamente, sfoglia il libro) Tra due settimane,
allora. Mercoledì 3 alle 8.
BEBERT Di sera?
STEFANIA Di mattina.
BEBERT Lei scherza. Io a quell'ora dormo.
STEFANIA Ma non era per una signorina, scusi?
BEBERT Appunto, a quell’ora dormiamo entrambi, insieme.
STEFANIA (lo guarda con disprezzo) Giovedì 4 alle 17,30: o è troppo presto?
BEBERT Proverò a mettere la sveglia. (fa per andare)
STEFANIA Chi paga la cura?
BEBERT Metta pure sul mio conto.
STEFANIA Signor Champignon, colgo l'occasione per ricordarle che le abbiamo spedito più
volte il conto con l'onorario che lei deve al dottore, ma non abbiamo mai avuto
il piacere di una sua risposta concreta.
BEBERT Le manderò un assegno.
STEFANIA Possibilmente non a vuoto.
BEBERT (gesto di riprovazione) Arrivederla, signorina Vigneau. Non si disturbi, conosco
la strada.
(Giuliano entra dallo studio, si volta e parla alla signora Durand, che non vediamo)
GIULIANO Ecco, signora Durand, resti così per due minuti. Non chiuda la bocca, mi
raccomando. (va da Stefania) E’ già arrivato il prossimo?
STEFANIA Non ancora. E’ tardi, non c’è tempo per uscire a pranzare dottore, e così le ho
preparato uno spuntino: panini con pollo e uova sode.
GIULIANO Ancora?
STEFANIA So che le piacciono.
GIULIANO Sì, mi piacciono.
STEFANIA (gli dà una busta) Ah, questa è per lei. Riservata personale. (Giuliano si
avvicina, prende la lettera, comincia ad aprirla ma senza leggerla) Dottore, ha
telefonato il suo sarto. E' disperato perché non va mai alla prova.
GIULIANO Ci andrò, ci andrò.
STEFANIA Dice sempre così. Io non posso andarci per lei. E neanche dal parrucchiere.
GIULIANO (mentre legge) Sì, sì.
STEFANIA Scusi se sono un po' petulante ma...
GIULIANO Oh Dio!
STEFANIA Dottore, qualcosa che non va?
GIULIANO (si toglie velocissimamente il camice bianco) Devo uscire!
STEFANIA E la signora Durand?
GIULIANO Le ho detto che devo uscire!
STEFANIA Dottor Foch, la prego, mi spieghi con calma! Che cosa dico ai pazienti?
GIULIANO Quello che le pare. Inventi. Si arrangi! Oh Dio, spero di non arrivare tardi!
(corre alla porta seguito da Stefania)
STEFANIA Dottore, quella lettera era di una donna. Se adesso le amichette passano
prima dei clienti...
GIULIANO (apre la porta e si volta verso di lei) Non mi rompa le scatole!
STEFANIA Dottore! Non mi ha mai risposto in questo modo!
GIULIANO Me lo ricordi, così lo farò più spesso! (esce)
STEFANIA Dottore...(è veramente sconvolta; il telefono squilla, lei risponde) Pronto, studio
del dottor Foch.... No, non c'è. Senta, signor Polanski, se ha un messaggio
urgente per il dottore dica pure a me. Cosa? Tonia è viva? Ma chi è questa
Tonia? Pronto? Pronto? (riattacca. La signora Durand esce dallo studio coperta
da un asciugamano bianco, la bocca imbottita di ovatta e aperta; parla ma
dalla sua bocca esce una serie di farfugliamenti)
DURAND Ma che fine ha fatto il dottore? Non posso mica restare a bocca aperta fino a
domani. Che cosa devo fare?
STEFANIA Oh, non mi rompa le scatole! (siede alla scrivania, la musica esplode; buio)
SCENA TERZA - L'appartamento di Toilette. E’ seduta al tavolino, mangia patatine e sfoglia una rivista. Dal transistor musica ballabile: uno shake.
GIULIANO (da fuori) Tonia! Tonia! Dove sei? (entra)
TONIA (calma, lo guarda) Anche i dentisti fanno visite a domicilio?
GIULIANO Lo sapevo! Lo sapevo che non l'avresti fatto! (va alla radio e la spegne)
TONIA L'ho quasi fatto. Non ti hanno telefonato?
GIULIANO Chi mi doveva telefonare? Ho ricevuto la lettera!
TONIA Ah, l'hai ricevuta.
GIULIANO L'hai mandata perché la ricevessi o no?
TONIA Sì, ma quando l'hai ricevuta non volevo più che la ricevessi.
GIULIANO Ma ti rendi conto! Una giornata piena, lo studio gremito di gente, e tu mi
spedisci una lettera in cui mi assicuri che ti ammazzi e poi non lo fai.
TONIA Scusami se ti ho deluso.
GIULIANO Ma no, si dice per dire. Che senso ha? E’ una buffonata.
TONIA Anche il nostro amore, Giuliano, è una buffonata. Non c'è posto per me nella
tua vita. Ho preso una decisione. Lasciamoci. E’finita.
GIULIANO Come finita? Perché?
TONIA Per me, l'amore è tutto o niente. Non è possibile? Basta. Io voglio un uomo
mio, tutto per me!
GIULIANO Io sono tutto per te.
TONIA Una notte sì, quattro no. (va in bagno; gli consegna una valigetta) Ecco, qui
c'è il tuo pigiama, le pantofole, il prebarba, il dopobarba, la vestaglia…. Mi pare
che ci sia tutto.
GIULIANO Tonietta…
TONIA Niente Tonietta e niente drammi, per favore. (gli porge la valigia)
GIULIANO Ma è inconcepibile! Senza una ragione! Mi rifiuto. (getta la valigia. Bussano
alla porta.) Chi è adesso! Non si può mai stare un momento in pace! ( va ad
aprire e compare Igor con un sacchetto di carta in mano; Tonia va a sedersi)
IGOR Ho portato della frutta per Tonia, e dell'acqua minerale.
GIULIANO (prende il sacchetto) Grazie.
TONIA Chi è? Igor?
IGOR Si, sono io. Non sapevo che ci fosse qualcuno.
TONIA Non è nessuno. E’ Giuliano. (Giuliano la guarda molto freddamente)
IGOR Buon giorno, dottor Foch. Permette, Igor Polanski. (riprende il sacchetto)
Ho proprio parlato un minuto fa con la sua segretaria per telefono.
GIULIANO Perché, ha mal di denti?
IGOR (sorride) No. Volevo soltanto assicurarla che “Tonia era viva”, e di non
preoccuparsi della lettera. Come va, adesso, Tonia?
TONIA Potrebbe andar peggio.
IGOR Passerò stasera per assicurarmi che non abbia lasciato aperto il gas.
GIULIANO (sbalordito) Il gas?
IGOR Il gas. (esce)
GIULIANO (sconvolto, si siede, poi si volta verso Tonia)
GIULIANO Tonia, sono un mascalzone! Sì! Mascalzone e carogna. Tu hai tentato di
suicidarti. Per me! Sono un mascalzone, un assassino, un porco! Al mondo non
c'è peggior porco più porco di me.
TONIA Non sopravvalutarti. (si alza, gli si avvicina) Tu hai tutti i difetti del mondo,
però sei stato sempre sincero. E per questo ti ho amato. Adesso va, torna da tua
moglie e dai tuoi bambini. Ti auguro ogni bene.
GIULIANO Ma no, Tonia. Adesso tutto cambierà.
TONIA Sì! Un week-end sulla Loira e poi...
GIULIANO (si alza, fa alcuni passi) No, Tonia, stavolta non è per un week-end. E' per tutta
la vita. Io ti sposo!
TONIA Come, mi sposi?
GIULIANO Ti sposo, non sai come si fa? Signorina tal dei tali vuole per marito il signor tal
dei tali? Così. Ti sposo.
TONIA E tua moglie, dove la metti?
GIULIANO Mia moglie? Divorzio.
TONIA E i tuoi figli?
GIULIANO Divorzio anche da loro. Sarai la signora Foch: la moglie di Giuliano Foch!
(le va vicino, l'abbraccia, le tiene la testa contro la spalla) La signora Foch.
Chi l'avrebbe detto. Io sposato! (lei alza la testa, sorpresa, lui la rimette
contro la spalla) Sposato con te!
TONIA (staccandosi) Giuliano, e che ne sarà di tua moglie?
GIULIANO Tanti saluti e ciao!
TONIA Ah! Così, anche quando ti sarai stancato di me, tanti saluti e ciao?
GIULIANO Ma tu sei un'altra cosa. Io ti amo. Sai, con mia moglie... in pratica non ho mai
avuto rapporti.
TONIA Ah! E i tre figli? Sono venuti per posta?
GIULIANO Beh, i primi tempi, sai com'è, per cavalleria...(allunga la mano ma lei si ritrae)
Non ti preoccupare di mia moglie.
TONIA Sì, bravo, e se rifiuta il divorzio?
GIULIANO Me lo concederà.
TONIA Come fai ad essere così sicuro?
GIULIANO Vuoi che non conosca mia moglie?
TONIA E i bambini? Non è così facile. A me, l'idea di distruggere una famiglia mi
angustia. Tre bambini che restano senza padre…
GIULIANO Tre bambini, tre bambini! Ne faremo degli altri!
TONIA Non fare il cinico! Mi hai sempre parlato della bella tua famigliola. Non ti
mancheranno? Non pensi a Pietro? Ha 5 anni!
GIULIANO Vogliamo cambiare discorso?
TONIA Sei un padre snaturato...
GIULIANO E se.. fosse mia moglie a volere il divorzio?
TONIA Oh Dio, ha scoperto tutto?
GIULIANO No. E' lei che mi vuole lasciare; di comune accordo, capisci?
TONIA Ah, beh, se è di comune accordo..non ho niente in contrario a sposarti.
GIULIANO (l'abbraccia) Sono l'uomo più felice del mondo!
TONIA (si ritrae) Però tu devi fare una cosa per me.
GIULIANO (tenendole mani, in un gesto ampio) Chiedi ed avrai.
TONIA Mi piacerebbe incontrarla.
GIULIANO Chi?
TONIA Tua moglie!
GIULIANO Mia moglie? (arretra. Tonia resta avvinghiata alla sua mano. Lui arretra e
camminando si trascina dietro Tonia)
TONIA Sì, vorrei mettere in chiaro alcune cose con lei.
GIULIANO Lascia perdere, Tonia.
TONIA Voglio sia lei ad assicurarmi che vuole lasciarti. Non reggo al pensiero che lei
continui a credere che sia stata io a rovinarle il suo matrimonio (si siede)
Giuliano, se non le parlo mi porterò per sempre questo peso sulla coscienza.
GIULIANO (le si avvicina) Ma...
TONIA (l'accarezza) Tesoro...(si abbracciano) Me la farai incontrare?
GIULIANO (in questo momento prometterebbe qualsiasi cosa) Sì, cara, sì. (si baciano)
TONIA (molto decisa) Giuliano..
GIULIANO (voce sognante) Si, Tonietta..
TONIA Io voglio incontrarla. Sul serio...
GIULIANO La incontrerai, sul serio....
SCENA QUARTA - Lo studio del dottor Foch, lo stesso giorno, verso sera. La signorina Vigneau è al suo scrittoio. Un istante dopo la porta dello studio si apre. Giuliano, in camice bianco, esce con un cliente. E' un signore di mezza età, con la rosetta all'occhiello.
COCHET (si asciuga la fronte) Non si può affermare che sia stata una seduta di piacere.
GIULIANO Lei è troppo apprensivo. Appena la tocco si agita.
COCHET (guarda Stefania) E' più forte di me. Eppure sono coraggioso! Ho fatto tutte le
guerre senza tremare: Normandia, Algeria, Dien Ben Phu. Io sono il colonnello
Cochet, “Vercingetorige" nella resistenza! Ma quando si tratta di denti....
STEFANIA Signor colonnello, ho un messaggio da parte della sua signora. La prega di
passare a ritirare la torta gelato al bar Mignon prima che chiuda.
COCHET Mi ha preso per un fattorino!
STEFANIA Poi le raccomanda di essere puntuale a cena perché alla televisione c'è un
magnifico programma che non vuole assolutamente perdere: un trapianto di
rene in diretta.
COCHET Che meraviglia! Me ne andrò subito a letto.
STEFANIA Non credo, colonnello. La sua signora ha aggiunto di non portare la macchina
in garage perché alla fine del programma dovrà riaccompagnare a casa sua
suocera.
COCHET (abbattuto) Bella vita la vita matrimoniale! Beati voi scapoli! Non sapete la
fortuna che avete! (si gira verso Stefania) Signorina Vigneau, questo
naturalmente non era per lei.
STEFANIA Oh, si figuri, signor Cochet: io sono una zitella impenitente.
COCHET Questa sì che è una perdita per noialtri uomini. E' libera, signorina, una di
queste sere per una cenetta?
STEFANIA Signor Cochet, un uomo sposato cena in famiglia.
COCHET Oh, che idee antiquate! Pensare che è così simpatica. Come si chiama di nome?
STEFANIA "Stefania", nella resistenza.
COCHET (ammutolito, esce senza salutare)
GIULIANO Che giornata oggi!
STEFANIA (fredda, sostenuta) Lo dice a me.
GIULIANO Com’è andata con la signora Durand stamattina?
STEFANIA (c.s.) Me la sono cavata. A momenti ci lasciavo le penne. Faceva fuoco e
fiamme. Ho inventato una storia! Sua madre, dottore, era stata punta da una
mosca tze-tze. Poi ho seminato gli altri pazienti nei prossimi giorni.
GIULIANO Perfetta, come sempre! Qualunque cosa succeda so che posso sempre contare
su di lei, signorina Vigneau.
STEFANIA (c.s.) Grazie, dottore. Se non ha più bisogno di me... (fa per uscire)
GIULIANO Signorina Vigneau… mi dispiace per lo scatto di stamattina.
STEFANIA (c.s.) Oh, non fa niente. Piuttosto, ha risolto tutti i suoi problemi?
GIULIANO Quasi.
STEFANIA (c.s.) Molto meglio. Buona sera. (fa per andare)
GIULIANO Signorina Vigneau… ha molta fretta stasera? Vorrei fare quattro chiacchiere
con lei.
STEFANIA (stupita) Quattro chiacchiere? Con me? (siede lentamente alla scrivania)
GIULIANO Sì, credo che fra di noi si potrebbe, ogni tanto, parlare anche di cose non
necessariamente attinenti al lavoro d'ufficio. Vede, noi due lavoriamo insieme
da anni, e tutt'a un tratto mi accorgo che so pochissimo di lei. Lei di me sa
tutto, dall' A alla Z...
STEFANIA Magari saltando qualche lettera...
GIULIANO Quando esce di qui, che fa? Avrà una vita sua, no? Chi è lei, signorina Vigneau?
STEFANIA Che cosa posso dirle? Non so da dove cominciare. Mi pare così strano….
(Stefania pensa un poco, poi comincia a parlare lentamente, quasi sognante,
come se stesse passando in rassegna la sua vita brano per brano) Abito a porta
Champerret…
GIULIANO (tempestivo) Sola?
STEFANIA Sì, cioè no. Con mia madre. Abbiamo tre stanze e mezza, contando il salotto. Lì
abbiamo sistemato il televisore così la sera ci riforniamo di notizie. (silenzio.
Nel frattempo Giuliano la osserva attentamente)
GIULIANO E dopo il telegiornale?
STEFANIA Mia madre continua a guardare la televisione, io invece leggo. Leggo molto;
storia, viaggi, biografie, animali...
GIULIANO Tutte le sere?
STEFANIA No. Qualche volta monto sulla mia due cavalli, con Frida.
GIULIANO La cavalla?
STEFANIA No, la mia cagnetta. Che festa mi fa quando la porto a spasso in macchina!
Oppure vado da mia sorella. Giochiamo a canasta, con mio cognato. Hanno due
bambini, due amori. Il giorno di libertà faccio la zia: li porto fuori: ai giardini,
allo zoo, o al cinema.
GIULIANO Una famiglia molto unita. Ma durante le vacanze, che fa?
STEFANIA Ah, in vacanza è tutto diverso! Mi trasformo. Un paio di calzonacci, sandali,
prendo il mio trabiccolo, faccio il pieno e via!
GIULIANO Sola?
STEFANIA No, con la mamma; non mi lascia mai. Mia madre è simpatica, una vecchietta
sempre allegra, e le piace viaggiare. Naturalmente ci portiamo anche Frida.
GIULIANO Signorina Vigneau, lei mi ha fatto una stupenda descrizione della sua famiglia,
ma lei.. lei.. (è in difficoltà, cerca le parole) voglio dire.. la sua vita intima..
diciamo… come donna..
STEFANIA (calma) Gli uomini? Il sesso?
GIULIANO Sì, ecco.. non vorrei sembrarle.. indiscreto, ma... (una risatina imbarazzata)
STEFANIA Niente uomini, per il momento, nella mia vita.
GIULIANO Per il momento. Dal che posso dedurne che..
STEFANIA Ce ne sono stati? Beh, dottore, non sono Caterina di Russia, ma la mia brava
esperienza l'ho fatta. Sono stata perfino innamorata, una volta!
GIULIANO Lei?!
STEFANIA Non si direbbe, eh? Eppure sì. E' durata tre anni ma poi... lui era sposato.
GIULIANO Anche lui?
STEFANIA Come anche lui?
GIULIANO Niente. Associazione d’idee.
STEFANIA Un agronomo, uomo simpatico, colto. Si vede che attiro gli uomini sposati.
Dottore, lei mi ha fatto parlare, parlare, …chissà come l'avrò annoiata.
Vado, la cena si fredda. (fa di nuovo per andare)
GIULIANO Signorina Vigneau…
STEFANIA Dottore?
GIULIANO Non sa quanto piacere mi ha fatto questo scambio d’idee così franco. Lei è
una donna veramente generosa, coraggiosa… Sento che in una situazione
d’emergenza potrei veramente contare su di lei.
STEFANIA (molto sinceramente) Lei sa che può fidarsi di me. Cosa c’è? Mi dica dottore, se
posso... (lui la guarda negli occhi un momento, poi se ne va, lentamente.
Stefania lo guarda intensamente; le ginocchia le si piegano in avanti)
GIULIANO Ho urgente bisogno di... di una moglie.. Cerco disperatamente moglie..(alla
parola” moglie” la sedia di Stefania scivola sotto di lei; si rialza e si riprende)
STEFANIA Una moglie, dottore, io... (è confusa; si sistema gli occhiali, i capelli)
GIULIANO (improvvisamente capisce quel che lei sta pensando) Oh, no, intendiamoci:
non vorrei che lei mi fraintendesse...
STEFANIA Io.. questo non me lo sarei mai aspettato... io.. moglie!
GIULIANO Una moglie temporanea, s’intende... per quindici o venti minuti..
STEFANIA Quindici o venti...
GIULIANO (si siede) Mi sto spiegando in modo confuso. Ecco: signorina Vigneau, ho
urgente bisogno di una donna che reciti la parte di mia moglie.
STEFANIA (s’irrigidisce di colpo) E questa dovrei essere io?
GIULIANO Solo se lei acconsentisse. Questo non implicherebbe nessun… impegno da parte
sua. Si tratterebbe solo di dire ad una certa persona che lei vuole il divorzio.
Vede, signorina Vigneau, ho deciso di sposarmi.
STEFANIA (in fretta) Auguri.
GIULIANO Grazie. La ragazza che voglio sposare.. si chiama Tonia Maréchal... Mi crede
già sposato.
STEFANIA (ironica) E come mai?
GIULIANO Ho avuto le mie ragioni per dirglielo. Il tempo ristabilirà la verità, ma ora come
ora devo assolutamente pescare una moglie.
STEFANIA Senta dottore, ora come ora smetta con la pesca, e dica la verità alla ragazza.
Buona notte. (fa per andare)
GIULIANO Ma non glielo posso dire adesso.. succederebbe una catastrofe! Tonia non vuole
sposarmi se prima non ha parlato a mia moglie. Non vuole rovinare una
famiglia, capisce? Che anima delicata...
STEFANIA Euh!
GIULIANO (va alla scrivania e scrive l'indirizzo su un notes) Tonia lavora in questo
negozio di dischi. Basterebbe che lei andasse a trovarla, e..
STEFANIA Io odio la menzogna, dottore.
GIULIANO Mai quanto me, signorina Vigneau! Ma non so come uscire da questo vicolo
cieco. Le chiedo un piccolo sacrificio. (le tende le mani) Signorina Vigneau, la
mia felicità è nelle sue mani.
STEFANIA Dottore, da anni lei ha affidato nelle mie mani soltanto i suoi strumenti e il
suo libro d'appuntamenti. Finora alla sua felicità ci ha pensato da sé, senza
bisogno di nessun aiuto da parte mia. Adesso lei vorrebbe coinvolgermi, ed in
questo modo disgustoso. Mi ha strappato delle confidenze solo per cercare
di… (è presa dall’emozione; prende un kleenex e si soffia il naso) Oh! Quello
che lei ha fatto, dottore, è poco bello, veramente poco bello. Anzi, direi
disgustoso... (e se ne esce, correndo e piangendo)
SCENA QUlNTA - Un negozio di dischi. Qualche giorno dopo, un pomeriggio. Toinette è su una scaletta. Sta mettendo a posto dei dischi negli scaffali. Musica di fondo. Dopo un istante entra la signorina Vigneau. Elegante, cappello, guanti, una borsa intonata. Appena entra sogguarda Tonia. Dopo un po’ di tempo, Tonia si accorge della sua presenza)
TONIA (dalla scala) Posso esserle utile, signora?
STEFANIA (snob) Veramente sono entrata così, per dare un'occhiata.
TONIA Faccia pure. Se ha bisogno mi chiami.
STEFANIA Ho sentito parlare di una nuova esecuzione del... (cerca qualcosa da dire)
quarto concerto di Ciaikowskij. Ce l'ha?
TONIA Ciaikowskii... per il momento no ma posso mandarglielo a casa.
STEFANIA Sia gentile. Mio marito, credo, ha un conto qui. Può mandarlo addirittura al
nostro indirizzo. Dottor Foch, vuol vedere? Dottor Giuliano Foch.
TONIA (sentendo il nome di Giuliano lascia cadere i dischi; scendendo dalla scala)
Lei!
STEFANIA (annuisce) Io.
TONIA Non è venuta per Ciaikowskij.
STEFANIA No, signorina Maréchal.
TONIA Mi chiami pure Tonia.
STEFANIA Grazie, Tonia... il dottor Foch mi ha comunicato che lei aveva espresso il
desiderio di vedermi. Eccomi qua. (si siede)
TONIA (dopo un momento) Ma... le ha parlato dei suoi... dei nostri progetti?
STEFANIA Allude al divorzio? Sì, certo. I rapporti fra me e il dottore sono diventati
impossibili.
TONIA Ah! Come sono felice. Lei mi toglie un peso dal cuore. Sa, non volevo essere
proprio io la causa del vostro divorzio. Volevo che lei lo sapesse. Non rubo i
mariti delle altre.
STEFANIA (si alza) Vorrei farle una domanda, Tonia.
TONIA Può farmi qualsiasi domanda.
STAEFANIA E' proprio sicura di amare veramente Giuliano?
TONIA No, questa è una domanda che non doveva farmi!
STEFANIA Ma l'ho fatta. Mi scusi. Pazienza. Volevo solo sapere: gli vuol bene?
TONIA Tanto. Troppo! Alla follia!
STEFANIA Oggi, quando il suo amore è ancora giovane. Lei è giovane. Non vorrei che
questa esperienza finisse in modo doloroso, tragico per lui.
TONIA Capisco; lei parla così sapendo che quell'uomo è appena uscito da.. un
matrimonio disastroso!
STEFANIA Non tanto, mia cara. Non dimentichi che il nostro matrimonio è durato dieci
anni, e qualunque cosa sia successo, oggi ci lasciamo col più profondo
rispetto.Non è stato semplice vivere col dottore: curarlo, accudirlo perché,
professione a parte, dove indiscutibilmente è un uomo di grande valore,
Giuliano è un uomo vulnerabile, fragile. A volte si comporta come un
bambino capriccioso, da prendersi a sculaccioni!
TONIA Sì, ma un bambino adorabile, lo ammetta.
STEFANIA Vedo che lei l'ama davvero. Bene. Ora che ha saputo quello che voleva sapere,
sarà bene che me ne vada. Ho da fare ancora un po' di shopping. (tende la mano
a Tonia, che la prende) Le auguro di avere fortuna, più fortuna di me, con
Giuliano (si avvia)
TONIA Signora Foch.. (Stefania si volta) E lei.. che farà, lei?
STEFANIA Io? Sparirò. Sa com’è nei romanzi? Si avviò sulla lunga strada bianca finché
divenne un puntino nero all'orizzonte, poi… scomparve.
TONIA Beh, appunto…sì, vorrei essere sicura che lei desidera veramente diventare
quel puntino nero.
STEFANIA Stia tranquilla. Le scriverò per annunciarle che tutto va bene. (si avvia)
TONIA (la ferma) Signora Foch, e i bambini? Chi lo dirà ai bambini?
STEFANIA (fulminata; Giuliano non le ha parlato dei bambini) I bambini. I bambini.…..
TONIA Capisco che sarà una pena spiegare una cosa tanto terribile a quelle tre povere
creature.
STEFANIA (si riprende) Tre! Già, qualcuno dovrà pur dirglielo a quelle tre povere creature!
(pensa rapidamente) Lo farò io. Mio marito in queste cose è di un incapace...
TONIA Come la prenderanno?
STEFANIA Si abitueranno. Anzi, finalmente potrò essere per loro una vera madre. Sa,
finora ho dedicato tutto il mio tempo al padre, gli sono stata vicino,
l'ho aiutato nel suo lavoro…. (si riprende) Ha una segretaria, ma...
TONIA La signorina Vigneau. Brava, vero?
STEFANIA Straordinaria. Ma non so se la signorina Vigneau resterà.
TONIA Poco danno: una vecchia zitella inacidita.
STEFANIA Non tanto..
TONIA Innamorata pazza del padrone, scommetto.
STEFANIA Glie l'ha detto Giuliano?
TONIA No, è un’idea mia. Lei è stata mai gelosa della signorina Vigneau? (parte la
musica)
STEFANIA No, a lei non ho pensato. Sa, una donna che sposa il dottor Foch è meglio che
dimentichi la gelosia, altrimenti finisce al manicomio. Sapesse quante ne ho
viste! Oh, mi scusi, forse non dovevo dire questo proprio a lei.
TONIA Oh, non si preoccupi. D'altra parte, è scusabile… poverino, con un matrimonio
così disastroso..
STEFANIA Insiste, vedo. Ora devo andare.
TONIA (la ferma) Signora Foch, lei mi ha fatto una domanda. Adesso posso farne una
io? E' sicura, lei, di non essere ancora innamorata di Giuliano?
STEFANIA (a poco a poco si lascia andare ad una serie di ricordi dove realtà e fantasia
si mescolano. Parla per l'immaginaria signora Foch e per sé) Sicura? Certo
che ne sono sicura. Ma non è così semplice. Come si fa a lasciare un uomo col
quale si è vissuto dieci anni, senza una punta di malinconia? L'uomo col quale
hai, bene o male, condiviso gioie e dolori di tutti i giorni.. l'appuntamento col
sarto o col parrucchiere.. per anni gli hai fatto i panini..(si sveglia) è ghiotto di
panini col pollo e uova sode, se lo ricordi! (come prima) Per anni gli hai
comprato camicie, fazzoletti, calzini... l'hai sostenuto, incoraggiato, pensato
sempre a lui.. un uomo che era tutto tuo.. diciamo quasi tutto (improvvisamente
si accorge di uscire dal seminato) Sto dicendo cose un po' sconclusionate... mi
scusi se mi son lasciata andare… (la butta sullo scherzo) Sarà colpa di questa
musica. Cos'è?
TONIA (coinvolta dal monologo di Stefania, si riprende anche lei) Questa... ah, è
Albinoni. L'adagio di Albinoni.
STEFANIA Che bello. Mi piacerebbe averlo. Lo compro subito.
TONIA Ne ho una copia qui. (sale rapidamente la scala e tira fuori il disco. Stefania
va al banco) Lo metto in conto al dottor Foch?
STEFANIA No. Sarà meglio che cominci ad abituarmi a pagare di tasca mia.
TONIA (gentile e materna) Le faccio lo stesso sconto del dottor Foch: dieci per cento.
STEFANIA Troppo gentile.
TONIA Almeno questo. Sono diciotto franchi. (infila il disco in una busta, Stefania
le porge i soldi) E grazie.
STEFANIA Sono io che la ringrazio. Stavolta devo proprio lasciarla. (mentre sta uscendo…)
TONIA (la ferma un'altra volta) Signora Foch.
STEFANIA Sì..
TONIA Permetta che le dica il piacere che mi ha fatto conoscerla. Ho molta simpatia
per lei. E' una donna veramente ammirevole.
STEFANIA La ringrazio. Aveva ragione Giuliano: lei è deliziosa. (se ne va, Tonia la
guarda uscire)
SCENA SESTA - La stanza di Tonia. Sera dello stesso giorno. Le luci sono spente, entra Giuliano con in mano un mazzo di fiori)
GIULIANO Passerotto? E' in casa il mio passerotto?
(nessuno risponde; accende la luce, cerca qualcosa in cui mettere i fiori, li ficca in una caffettiera. La porta si apre per metà. Igor mette dentro la testa)
IGOR Ehilà! Sono io! Chiuda gli occhi perché non sono guardabile! (entra: è
completamente nudo, tranne un asciugamano intorno ai fianchi) Volevo solo
sapere se.. (si ferma di colpo vedendo Giuliano. Si guardano per un momento)
Mi scusi, credevo che fosse rientrata Tonia.
GIULIANO (gelido) In cosa posso esserle utile?
IGOR Ero venuto a riprendermi il mio rasoio.
GIULIANO E perché dovrebbe essere qui il suo rasoio?
IGOR L'ho prestato a Tonia stamattina; voleva radersi le gambe.
GIULIANO E non poteva usare il mio rasoio elettrico? Funziona, mi pare.
IGOR Dice che le fa venire la pelle d'oca.
GIULIANO E lei si presenta così?
IGOR Devo mettermi il frac per farmi la barba!? Senta, sono venuto solo a riprendermi
il rasoio. Ho un appuntamento e devo farmi la barba. Scusi il disturbo.
GIULIANO Lasci perdere il disturbo. Lei mi deve spiegare come mai si permette di entrare
nudo in casa della mia fidanzata!
IGOR Fidanzata! Ma mi faccia il piacere!
GIULIANO Per sua informazione Tonia e io ci sposiamo.
IGOR (non se l'aspettava) Ah! Questo Tonia non me l'ha detto.
TONIA (entra) Oh, Igor! Che bell'asciugamano! E’ nuovo?
IGOR (con malumore) Ho saputo la gran notizia. Auguri!
TONIA (guarda Giuliano) Sì, campa cavallo. Deve ancora divorziare.
IGOR Ah! Deve ancora divorziare!
GIULIANO Beh, è solo questione di tempo.Tonia, il signore è venuto a riprendersi il suo
rasoio. Glielo vuoi dare, per favore, in modo che possa andarsene?
TONIA Igor, scusa, me n'ero dimenticata. (va in bagno)
IGOR (ironico) Sicché non abbiamo ancora il divorzio?
GIULIANO Ah, se potessi averla cinque minuti sotto il mio trapano.
TONIA (rientra) Niente da fare, non lo trovo. Ti presto il rasoio elettrico di Giuliano.
(glielo dà)
IGOR (lo prende. A Giuliano) Stia tranquillo che non glie lo rompo. (gli casca di
mano e va a terra; lo raccatta) Speriamo che funzioni ancora. Questo è il guaio
dei rasoi elettrici! (esce)
GIULIANO (acido) Fuori! (a Tonia) Giacché c'eri gli potevi prestare anche il mio spazzolino
da denti! A quest'ora si torna? Dove sei stata?
TONIA Ho avuto una visita in negozio. Tua moglie.
GIULIANO (sorpreso) Ah, è venuta?
TONIA L'hai mandata tu.
GIULIANO Sì, prima non voleva venire, poi si è decisa. Beh, com'è andata?
TONIA E' stata magnifica!Una donna veramente squisita. Giuliano, tu mi hai detto una
bugia.
GIULIANO (spaventato) lo? No. Giuro. Che bugia? Nego tutto nella maniera più assoluta.
TONIA Forse non era una bugia, o forse non te ne sei neanche accorto. Giuliano, tesoro,
tua moglie ti ama ancora.
GIULIANO (dopo un silenzio sbalordito) Come hai detto? Ripeti per favore?
TONIA Ho detto che tua moglie ti ama ancora.
GIULIANO Ma ti ha detto o no che vuole il divorzio?
TONIA Lo vuole.
GIULIANO (soddisfatto) Oooh!
TONIA Oh, lei direbbe qualsiasi cosa per farti piacere; è innamorata pazza di te; si
butterebbe nel fuoco per te.
GIULIANO (la prende per le braccia e la mette a sedere su una sedia) Tonia, ragioniamo
con calma. Che cosa, esattamente, ti ha detto quella deficiente.... mia moglie?
TONIA Non è tanto quello che ha detto, ma quello che non ha detto.
GIULIANO Mi fai il favore di ripetermi parola per parola quello che non ti ha detto?
TONIA Come si fa! E’ difficile.. certe espressioni, certi gesti.. per esempio, quando
parlava delle tue camicie, era straziante. O dei tuoi fazzoletti, del tuo sarto, del
parrucchiere. Mi ha commosso.E quando ha raccontato dei panini che ti faceva
col pollo e le uova sode, mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.
GIULIANO Ah, si è pure vantata di quei panini schifosi?
TONIA Non se n’è vantata. Ha detto solo che te li faceva, e da come lo diceva, deve
farli con molto amore.
GIULIANO Con molta maionese, li fa.
TONIA Giuliano, sei cattivo con quella poveretta! Ma come, quella santa donna parla
di te senza nessun rancore…
GIULIANO La santa donna. La povera donna! Senti, io ho mantenuto la promessa. Volevi
parlarle, ti ci ho fatto parlare. E adesso..
TONIA (soprapensiero) E' stato uno sbaglio incontrarla. Adesso che l'ho vista, mi fa
tenerezza. Vorrei, che so, proteggerla. Specie quando l'ho vista coi bambini...
GIULIANO (sorpreso) I bambini? Ti ha portato i bambini? Non è possibile; saranno stati i
suoi nipoti…
TONIA Ma che nipoti: li ho visti! Erano i tuoi, vuoi che non li riconosca? Specialmente
la più grande, è incredibile come ti somiglia. Quanti anni ha Virginia?
GIULIANO Virginia?… Ah, Virginia, come no! Quanti anni ha? Dunque, vediamo, adesso
ne avrà… (guarda l'orologio)
TONIA Mi hai detto che ne aveva otto.
GIULIANO E, se ti ho detto otto saranno otto.
TONIA Ma perché, mi domando, gli uomini non sanno mai l'età dei loro figli! Giuliano,
ho visto quella bambina: ha per lo meno undici anni, se non dodici.
GIULIANO Hai ragione! Virginia ne ha undici quasi dodici.
TONIA Questa me la spieghi, visto che siete sposati solo da dieci anni. (Giuliano è
interdetto) Su, Giuliano, avanti, sputa il rospo. Fuori la verità. E non dire bugie.
GIULIANO E' una cosa un po' delicata, per questo la teniamo nascosta. La verità è che…
Virginia è una bambina prematura.
TONIA Come, prematura?
GIULIANO E' nata in anticipo.
TONIA Di cinque mesi?
GIULIANO No! Prima è nata lei, poi ci siamo sposati noi!
TONIA Lo sapevo. Eh, l'intuizione femminile! Tutto quadra! (Giuliano la guarda
fisso, sempre più stupito) Poveretta, anche una figlia prima del matrimonio.
Chissà con quale passione ti si è data. Altro che matrimonio combinato!
Questo è un matrimonio d'amore! Come deve averti amato quella donna…
GIULIANO Sì, una grande amatrice!
TONIA E ti ama ancora!
GIULIANO Ma fammi il piacere..
TONIA No no, mi sentirei troppo in colpa se ad una donna simile noi...
GIULIANO (interrompe con rabbia) Tonia! Non ti è mai passato per la testa che il divorzio
potrebbe fare comodo anche a lei?
TONIA E per quale ragione?
GIULIANO E' tanto facile! Ci vuole tanto? Eh, andiamo, un po' di fantasia! (è a corto di
idee e fa lo sbruffone) Eh! (improvvisamente) Un altro uomo. (si siede
soddisfatto, la trovata gli sembra buona)
TONIA Lei, un altro uomo? Non ci credo.
GIULIANO Tonia, non ti direi mai una cosa simile se non fosse vera.. Sai quanto costa al
mio onore questa rivelazione.
TONIA (lo fissa) Ti credo. (con un tono più scherzoso) Beh, poi perché non dovrebbe
avere l'amico? Tu non hai l'amante? (fa l'imitazione di una donna fatale, si
stende voluttuosamente sul letto) E poi, dopo tutto, doveva essere ben scema a
non cercarsene uno! (va verso di lui e lo abbraccia alle spalle) Cosicché ha un
amante. Sapessi come mi diverte saperti cornuto!
GIULIANO Se diverte te, guarda, diverte anche me.
TONIA Ma è meglio così, capisci? Tu le hai messe a lei, lei le ha messe a te: siete pari.
Dici che la sposerà?
GIULIANO Che ne so. Forse. Senti, sapessi quanto poco me ne importa…
TONIA Come, non t’importa. Sarebbe simpatico invece da parte tua cercare di sapere,
indagare. Chi è? Che fa?
GIULIANO Non lo conosco e non voglio conoscerlo.
TONIA Hai dei pregiudizi? Non fare il borghese! Dato che tu e tua moglie siete
rimasti buoni amici, non devi farle fare una sciocchezza. Magari non è il tipo
per lei.
GIULIANO Come sarebbe a dire: non è il tipo per lei; se l'è scelto lei!
TONIA Ma può aver scelto male, in un momento di smarrimento… Quell’uomo
potrebbe maltrattarla, seviziarla, e tu? Giuliano: può diventare il padre dei tuoi
figli, non puoi disinteressartene! Devi fare qualcosa, Giuliano; devi sapere chi è:
voglio sapere chi è!
GIULIANO Cosa!? No, no, no!
TONIA (scende dal letto) Bene, se tu non vuoi, lo faccio io.. Tanto ormai la conosco.
Le telefono. (va verso il telefono)
GIULIANO No, che fai? Ti proibisco! Prometti che non farai mai una cosa simile! Prometti!
TONIA E va bene. (Giuliano ha un'espressione di sollievo) Ma se vuoi che noi due
siamo felici….
GIULIANO No, no, no, no, questo no! No e poi no! (picchia contro il muro della stanza
di Igor. Igor si precipita dentro, sempre con l'asciugamano ai lombi, e con il
rasoio elettrico in mano)
IGOR Tonia, qualcosa non va?
GIULIANO Voi? No! No! No!
SCENA SETTIMA - Studio del dottor Foch, il giorno dopo. Sentiamo nel buio la voce di Stefania mentre la luce sale lentamente.
STEFANIA No, no, no, no, no, no! (luce piena sull'ultimo no. Vediamo Stefania seduta
alla scrivania; Giuliano è in piedi vicino a lei e si abbottona il camice)
GIULIANO Ma che cosa le chiedo in fondo? Una sciocchezza! Si tratta solo di trovare
uno che si presti a...
STEFANIA (forte) No!
GIULIANO Mi ascolti...
DURAND (dallo studio, strilla) Ahhhh!
GIULIANO (verso la porta) Vengo subito da lei, signora Durand! Rimanga a bocca aperta.
Mi raccomando. Ecco, così. (torna da Stefania) Signorina Vigneau, forse sono
stato troppo precipitoso nel presentarle la faccenda. Ora mi sbrigo con la
signora Durand, poi le spiego tutto con calma.
STEFANIA Non mi spiega niente e non voglio sapere più niente! Per le sue oscene
proposte si rivolga ad un'altra. Ne ho abbastanza di essere coinvolta in fatti che
non mi riguardano e non voglio più sentire parlare delle sue losche faccende!
GIUUANO Ma che ha stamattina? E' intrattabile. E' spinosa peggio del suo cactus. (si
avvia nello studio)
STEFANIA Io e il mio cactus siamo pronti a rassegnare immediatamente le dimissioni,
se necessario!(Giuliano entra nello studio) Guarda un po' che roba! Uno di
questi giorni lo mando a quel paese. (parla al cactus) Vedrai se non lo faccio!
(campanello, va alla porta; è Bebert che entra con la faccia gonfia)
STEFANIA Che vuole lei? E' venuto a pagare il conto?
BEBERT Mi è caduta l'otturazione.
STEFANIA E allora?
BEBERT C'è il dottore?
STEFANIA Il dottore è impegnatissimo. Riceve solo per appuntamento.
BEBERT Sono venuto all'ora di pranzo…
STEFANIA Non pranziamo! Il dottore non ha il tempo di pranzare.
BEBERT Senta, io aspetto.
STEFANIA Aspetti di là allora. Qui ho da fare. (lo manda in sala d'aspetto)
BEBERT (uscendo) Ma questa è peggio della Gestapo!
GIULIANO (entrando con la signora Durand) Sono desolato per averle fatto un po' male.
DURAND E' la prima volta; come mai? La vedo stanco, nervoso, ha certe occhiaie. Voi
scapoli vi strapazzate troppo.
GIULIANO Io? Io faccio una vita regolatissima: dalle nove di mattina alle nove di sera, qui!
Vero, signorina Vigneau? Dopo, stanco morto qual sono, dove vuole che vada?
A letto.
DURAND Appunto, a letto! (Giuliano la guarda male) Non si affatichi troppo! Sa che
ho comprato una nuova casa? Un attico sul Bois de Boulogne. Pace, e tanta
clorofilla. Niente sensi unici, niente problemi di parcheggio; non è come venire
qui. Oggi, poi, mio marito si è preso lo chaffeur e ho dovuto guidare io; ho
trovato posto solo sulle strisce. Mi costerà un'altra contravvenzione!
Arrivederci, dottore; (occhieggiando) c'è anche una bella camera per gli ospiti..
un letto comodo... l'ideale per una settimana di riposo.. ci pensi, dottore...(esce)
GIULIANO (rivolto a Stefania) Adesso mi stia a sentire.
STEFANIA Stia a sentire me! Lei mi ha chiesto di fare la parte di sua moglie. Una
commedia ridicola e umiliante, ma l'ho fatta. E l'ho fatta benissimo.
GIULIANO Malissimo, invece. Tant'è vero che adesso Tonia è convinta che lei è innamorata
pazza di me!
STEFANIA Io, innamorata di lei?
GIULIANO Non lei lei, lei mia moglie!
STEFANIA Chi le ha messo in testa una sciocchezza simile?
GIULIANO Lei!
STEFANIA (si alza, va verso Giuliano) Io? E’ una calunnia! Il mio comportamento è stato
irreprensibile. Sono stata una moglie dignitosa, seria, forse un po' ferita
nell’orgoglio, ma non innamorata e favorevolissima al divorzio! Non ho detto
niente che possa aver dato a Tonia l'impressione….
GIULIANO (la interrompe) Non è quello che ha detto, ma quello che non ha detto! Che
bisogno c’era di parlarle delle mie camicie? Dei miei calzini, e di quei suoi
maledetti panini col pollo e le uova sode?
STEFANIA Avevo il dovere di rendere la cosa più verosimile possibile! Il divorzio è una
cosa seria, specialmente quando ci sono di mezzo dei bambini.
GIULIANO A proposito di bambini!
STEFANIA Dei quali, tra l'altro, lei non me ne aveva nemmeno parlato!
GIULIANO Da dove sono saltati fuori quei bambini che si è trascinata dalla mia fidanzata?
Dove li ha affittati?
STEFANIA Dalla “sua fidanzata”, prego, ci sono andata sola!
GIULIANO E allora chi erano quei tre bambini che Tonia ha visto dalla finestra?
STEFANIA I miei nipotini.
GIULIANO I suoi nipotini? Ne ha tre? Non erano due?
STEFANIA C'era anche la figlia della portiera. E se non ho neanche il diritto di portare a
spasso i miei nipotini nel mio giorno di libertà, egregio dottore, io le do gli otto
giorni!
GIULIANO Li respingo! Sa benissimo che non saprei come fare senza di lei.
STEFANIA (sostenuta) Lo so.
GIULIANO (implorante e seduttore) Lei non può piantarmi in asso così. Deve aiutarmi.
La prego come amica, come segretaria, come assistente e come infermiera.
E' suo dovere professionale.
STEFANIA Dovere professionale?
GIULIANO Certo. Le mie crisi con Tonia influiscono negativamente sul mio lavoro. Ha
sentito poco fa, la signora Durand? Ha strillato come un'aquila, le ho fatto male!
E' la prima volta che mi succede! Se lei non mi dà una mano va a rotoli tutto, mi
creda, signorina Vigneau! (momento di commozione. E' un momento in cui la
”storia” può decidersi in un senso o nell'altro. Stefania valuta l'idea con sforzo)
STEFANIA Ma lei però poteva almeno interpellarmi prima di attribuirmi un amante.
GIULIANO (speranzoso, ha capito che sta convincendola) E' una cosa nata all'improvviso!
Due sole erano le versioni possibili: o darle un amante, o farla innamorata di me!
STEFANIA Per carità!
GIULIANO Vede? Allora?
STEFANIA (cambia tono, allegra: buon viso a cattivo gioco) Allora dovrei trovarmi un
amante? E va bene. Tornerò da Tonia per dirle che ho l'amichetto.
GIULIANO Sì, ma Tonia vorrà vederlo.
STEFANIA In carne ed ossa? Ma che faccio, i giochi di prestigio?
GIULIANO Non ha nessuno? Un amico..
STEFANIA Il mio giro maschile è limitatissimo. C'è mio cognato. Potrei dirlo a lui; no, no.
La mia famiglia lasciamola stare.
GIULIANO E allora? Non ha qualche altro candidato?
STEFANIA Senta dottore: non solo devo recitare la commedia, ma devo anche trovarmi gli
attori? Lei vuole che abbia un amante? Me lo trovi!
GIULIANO Mi ci vede andare a chiedere, non so…. al colonnello Cochet: vuol fare l'amante
di mia moglie?
STEFANIA Beh! Quello farebbe i salti mortali: mi ha già invitato a cena.
GIULIANO Cosa? Il signor Cochet le ha fatto delle proposte? Signorina, questo non deve
succedere. La moralità del mio studio...
STEFANIA (l'interrompe) Non abbia pruriti moralistici, dottore, visto che deve trovarmi un
amante!
GIULIANO Ci vuole un tipo sicuro, anonimo.. ma chi?
BEBERT (mettendo dentro la testa) Giuliano! Allora! Sto aspettando da un'ora!
GIULIANO Bebert? Tu qua? Eccolo! E’ lui!
STEFANIA No, lui no!
GIULIANO (a Stefania) Mica ci deve andare a letto.
BEBERT (guarda stupito i due, poi) Giuliano, mi è cascata l'otturazione.. mi fa un male..
GIULIANO Entra, Bebert. Tutto quello che vuoi! Ti faccio tutto quello che vuoi.
STEFANIA No, no, no, no! Lui, no!
BEBERT Ce l'ha con me quella, ce l'ha con me!
GIULIANO (lo porta verso la scrivania) No, ti sbagli Bébert. Quella ragazza ha una grande
simpatia per te. (lo fa sedere) Allora, Bébert, glieli vogliamo fare nuovi questi
dentini alla tua cavallona?
BEBERT Gratis?
GIULIANO Dipende... (si guardano)
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
SCENA PRIMA - Al night club, qualche giorno dopo. L'Illuminazione è pressoché nulla. Bebert
è seduto ad un tavolino; ha davanti a sé una bottiglia di whisky e una bottiglia d’acqua. Si versa del whisky, aggiunge un po' d'acqua, beve. Ogni tanto guarda l'orologio; è evidente che aspetta
qualcuno. Suonano musica leggera. Compare Stefania; è vestita con sobria eleganza, truccata, ben curata: donna piacevole a vedersi. Bébert la vede mentre lei, incerta, scruta nel buio.
BEBERT Ehi! Sono qui! (Bébert le si avvicina e l’accompagna al tavolo)
STEFANIA Ma cosa è successo? E’saltato l’interruttore della luce?
BEBERT Si sieda.
STEFANIA Non vedo la sedia.
BEBERT Se si siede la trova. (Stefania si siede) E' tutta atmosfera: è un angolino nascosto
nella vecchia Europa.
STEFANIA Sì, ma noi siamo qui per farci vedere. Il dottore poteva scegliere un posto con
meno atmosfera e più luce!
BEBERT L'ho scelto io. E' il mio locale preferito!
STEFANIA Deve essere un posto equivoco, non c'è un anima!
BEBERT Per forza. A mezzanotte è troppo presto. Qui la gente comincia a venire alle tre.
Alle cinque è pieno come un uovo.
STEFANIA Alle cinque! A quell’ora io sarò a casa, a nanna.
BEBERT (l'ha guarda) Ehi, sa che è carina stasera? Quando è in ufficio sembra uno
spaventapasseri!
STEFANIA Senta, i suoi apprezzamenti.….
BEBERT Non si arrabbi. Ci beva sopra! (le versa da bere, poi alza il bicchiere) Cin cin!
Al nostro amore!
STEFANIA Facciamo le corna.
BEBERT Ma come? Sono il suo amante. E' per me che lei divorzia, no? Lei dovrà
assolutamente flirtare con me. (e beve)
(entrano Tonia e Giuliano)
STEFANIA Eccoli, sono arrivati! Avanti, su, svelto, attacchi!
BEBERT Attacco cosa?
STEFANIA Mi faccia la corte. Sia naturale.
BEBERT Naturale a farle la corte? E' difficile!
STEFANIA (con atteggiamento romantico, sorride soavemente a Bébert) Lei è un vero
porco. Che essere spregevole è lei! (Bébert l'abbraccia) Non guardi da quella
parte! Devono vederci prima loro.
TONIA Come ti è venuto in mente di portarmi in questa specie di locale?
GIULIANO Eppure è un locale chic.
TONIA (li ha visti) Giuliano!
GIULIANO Che c'è? (volta la testa)
TONIA Non voltarti, c'è tua moglie.
GIULIANO Mia moglie? Impossibile!
TONIA La riconosco benissimo. E' lì.
GIULIANO (fingendo di scrutare nel buio) Lì dove?
TONIA In quell’angolo, con un uomo.
GIULIANO Hai ragione, è lei. E' vero, è mia moglie con il suo bello. Se lo sapevo che ce la
trovavamo tra i piedi.. (comincia un fox lento)
TONIA Che facciamo? Tagliamo la corda?
GIULIANO Per me. Ma, a proposito, tu non volevi incontrarlo?
TONIA Sì, ma non qui. Sembra quasi che vogliamo spiarli.
(all'altro tavolo Stefania ride; vuol dare l’impressione di divertirsi. Bébert ride anche lui e le mette la testa sulla spalla)
TONIA (fingendo di non guardare) Lei sembra molto innamorata.
GIULIANO E' cotta. Guarda come si strofina.
(Bebert e Stefania si alzano per andare a ballare)
GIULIANO Ballano! Si dà alle danze adesso.
TONIA Balliamo anche noi, così lo vedi più da vicino. (si alzano.Le due coppie, dopo
alcune evoluzioni, finiscono con lo scontrarsi al centro della pista. Tonia e
Stefania sono al centro del gruppo) Pardon..
GIULIANO Chi si vede! Stefania!
STEFANIA Oh, Giuliano (a Tonia, gentile) Buona sera, signorina.
TONIA Buona sera, signora.
GIULIANO Che combinazione! Il mondo è piccolo.
STEFANIA Permettete che vi presenti il signor..
BEBERT Bébert Champignon. Un amico.
GIULIANO (a Bébert) La signorina Tonia Maréchal, Toinette!
BEBERT Felicissimo!
STEFANIA Bebert, mio marito.
BEBERT Oh, fortunatissimo. Ho sentito tanto parlare di lei..
GIULIANO (interrompe) Venite al nostro tavolo? Possiamo offrirvi qualcosa? Lo so che la
situazione è un po' insolita ma vi prego… A meno che voi non preferiate
continuare il vostro tète à tète.
BEBERT Io? Per carità. Non ci tengo. (si riprende) Volevo dire: c'è tempo! Facciamo tutti
una bell’ammucchiata! Offro io! Venite voi al nostro tavolo. Ho già una
bottiglia avviata.. (si avviano verso il tavolo di Bébert: Bébert e Stefania avanti
Giuliano e Tonia dietro)
GIULIANO Stefania, mi sembra di sognare. Tu in un night! Ti sei data alla bella vita.
E pensare che non volevi mai uscire la sera!
STEFANIA (a Tonia) La sera non uscivo per via dei bambini, Giuliano. Erano troppo piccoli.
TONIA (comprensiva) E' giusto.
BEBERT I bambini?
GIULIANO (interviene) I nostri tre bambini!
TONIA Pierre, Paul e Virginia! Li ho visti l'altro giorno. Che tesori!
TONIA E a lei, signor Champignon, piacciono i bambini?
BEBERT Sì, arrosto con piselli. (ride della battuta; gelo)
GIULIANO Ah, ah, ah. Tipica battuta cinica dell'uomo affettuoso. Io non la conosco ma lei
deve avere un gran cuore! In fondo deve adorare i bambini, vero?
BEBERT In fondo, molto in fondo.
GIULIANO Lei non solo adora i bambini ma anche la vita di famiglia.. Lo dica! Su, Lo dica!
BEBERT (Giuliano gli ha dato un calcio sotto la tavola; finalmente capisce) Amo la vita
di famiglia più di me stesso, adoro i cani, i bambini e specialmente i suoi. Sarò
per loro un secondo padre!
GIULIANO Grazie! Era quello che volevo sentire.
TONIA E lei, signor Champignon, che mestiere fa?
BEBERT Mi arrangio. Non faccio i milioni di Giuliano, ma...
GIULIANO Bravo! Lei mi ha chiamato Giuliano! Se permette la chiamerò Bébert! (i due
uomini si stringono affettuosamente la mano sotto gli occhi disapprovanti delle
signore)
BEBERT Sicché, voi due… tra poco, eh? A quando le nozze?
GIULIANO Non vedo l'ora..
TONIA (fredda) Non essere di cattivo gusto, Giuliano.
GIULIANO Andiamo, Tonia! Non abbiamo nulla da nascondere.
BEBERT Bravo, Giuliano. (abbracciando Stefania) Neanche noi abbiamo niente da
nascondere, vero cocca? (l’abbraccia)
STEFANIA (si sottrae all'abbraccio) Vogliamo cambiare argomento?
BEBERT Guarda come diventa rossa. Che amore! Da mangiarsela! (le dà un bacio)
STEFANIA Stai buono, Bébert, per favore! Lo sai che detesto le esibizioni in pubblico.
BEBERT (a Giuliano) E' vero, ha il complesso del pubblico. Ma in privato si scatena:
amplessi di fuoco, notti di follia; una baccante! Oh, che stupido: lei la
conosce meglio di me! (Stefania gli dà una gomitata alle costole)
GIULIANO Chi vuole un altro whisky? Tutti?
BEBERT Sì sì, un whisky, un whisky! (prende la bottiglia, comincia a versare. Entra una
ragazza coi capelli tinti di biondo, e si avvicina al gruppo)
BIONDA Eccomi qui, Bebert. Scusa se ho fatto un po' tardi. Buona sera a tutti. (tutti la
guardano sbalorditi; la reazione di Bébert è anch'essa di silenzio sbalordito)
STEFANIA (finalmente) Vuole accomodarsi?
BEBERT (salta in piedi) No, lei non vuole! Dobbiamo parlare... d'affari! (va verso di lei)
BIONDA (lo tira di lato per la cravatta, basso) Ma che è questa storia? Non avevamo
appuntamento stasera?
BEBERT Andiamo a parlare al bar. (agli altri) Scusatemi, è una questione delicata. E' la
figlia di un mio grosso cliente. Un po' matta. Ma gli affari sono affari.
BIONDA Ma che diavolo dici? Noi avevamo un..
BEBERT (taglia corto, sottovoce) Zitta o ti faccio rimettere i vecchi denti. (l’afferra per
un braccio e la porta fuori. Atmosfera di estremo imbarazzo)
STEFANIA (si alza) Se permettete io vado di là.
TONIA (con simpatia) Vuole che l'accompagni?
STEFANIA No, grazie, posso fare da me. (esce con gran dignità verso sinistra)
TONIA (sta per esplodere) Giuliano, quello è un mascalzone.
GIULIANO Sei troppo severa. A me sembra un buon diavolo!
TONIA E’ un uomo odioso, ti dico!
GIULIANO A mia moglie piace.
TONIA Ma fammi il piacere! Hai visto che figura le ha fatto fare? Aveva le lacrime agli
occhi, povera Stefania! L'ha umiliata davanti a tutti! Non sapeva più dove
nascondersi, poveretta.
GIULIANO Ma Stefania è innamorata di lui.
TONIA Ma lui ne ha un'altra! La devi salvare da quel filibustiere!
GIULIANO Andiamo Tonia, avrà bevuto un po'.
TONIA Non lo difendere! Ti stai comportando in modo indegno! In cinque minuti sei
diventato amico per la pelle di quel losco individuo che non hai mai visto. Mi hai
rivelato un lato di te che non conoscevo. Mi piace poco!
BEBERT (rientra) Allora, continuiamo le orge?
GIULIANO (si alza e lo affronta) Sì, ma non per lei, signor Champignon.
BEBERT Che vuol dire?
GIULIANO Signore, lei ha trattato mia moglie e la mia fidanzata in modo veramente
inqualificabile. La invito ad andarsene immediatamente. E si ricordi che se
vengo a sapere che lei tenta di avvicinare ancora mia moglie, le farò saltare
tutti i denti. (l'afferra e lo trascina verso l'uscita)
BEBERT Ma io…
GIULIANO Ha sentito quello che le ho detto? Fuori di qui. Fuori! (lo spinge fuori, rumori di
breve colluttazione poi Giuliano rientra) Credimi, se ne ricorderà per un pezzo.
TONIA (estasiata) Giuliano, non conoscevo questo lato della tua personalità. Mi sei
piaciuto. Sei stato meraviglioso (lo guarda teneramente)
GIULIANO (voce del desiderio) Ce ne andiamo a casa Toinette? Ho voglia di stare un po'
con te.
TONIA (le mani allacciate a quelle di lui) Anch'io, tesoro. (rientra Stefania)
Ecco Stefania. (i due si sciolgono)
STEFANIA Ho chiamato un taxi. Sono un po' stanca. Non vi dispiace se vi lascio?
TONIA (decisa) No! Niente taxi. Giuliano l'accompagnerà in macchina. Non può
andare a casa da sola.
STEFANIA Ma non posso permetterlo.
TONIA Insisto. Mi creda, è un piacere per Giuliano. (Giuliano non ha l'aria molto
contenta)
STEFANIA Davvero non ti dispiace, Giuliano?
GIULIANO (debolmente) E va bene, andiamo. (si avvia verso l’uscita)
STEFANIA Giuliano caro, se vuoi puoi dare la buona notte a Tonia. Ti aspetto. (si avvia
verso l'uscita; da lì non può sentire le parole, ma li guarda furtivamente)
GIULIANO (va verso Tonia, e a voce bassa) E va bene, l'accompagno, poi vengo subito da
te.
TONIA (stessa voce) No, Giuliano, no. Resta con lei stasera.
GIULIANO Come, resto con lei?
TONIA Con tutto quello che ha passato. Puoi sacrificarle una notte.
GIULIANO E che faccio con lei tutta la notte?
TONIA La consoli.
GIULIANO Senti un momento...
TONIA Fallo per me.
GIULIANO (cupo, va verso Stefania) Andiamo
STEFANIA (lieve ironia) Sono secoli, caro, che non andiamo a casa insieme.
GIULIANO (a denti stretti) Già.
STEFANIA Buona notte, Tonia.
TONIA Buona notte, Stefania.
STEFANIA Grazie del pensiero.
GIULIANO (ricompare sulla porta) Allora andiamo?
STEFANIA (con aria spaventata) Meglio che vada. Quando si arrabbia è terribile! (esce. La
musica aumenta di volume)
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottore, mattina. Stefania sta innaffiando il suo piccolo fiore di cactus e, incredibile ma vero, canticchia allegramente. Posa il recipiente, accende lo stereo. Giuliano entra; ha un'aria tetra e abbattuta.
STEFANIA (allegra) Buon giorno, dottore!
GIULIANO (cupo) Ah, già qui? ( con aria tetra) Cos'è tutta questa euforia?
STEFANIA Sono allegra, che c'è di male…
GIULIANO (va a spegnere lo stereo) A me dà ai nervi, che lei sia allegra!
STEFANIA Dottore, lei mi accusa sempre di essere troppo seria, scontrosa.. mi paragona a
un cactus... Ma anche un cactus, essere ispido, irsuto, perfino lui ogni tanto
fiorisce.
GIULIANO (interrompe con forza) Basta! So perché lei è così contenta. Perché ieri sera è
stato un disastro totale!
STEFANIA Devo ammettere che non è stata la serata più divertente della mia vita.
GIULIANO Chi è il primo oggi?
STEFANIA La signora Durand.
GIULIANO Quella rompiscatole! Arriverà a mezzogiorno!
STEFANIA Va male proprio tutto oggi.
GIULIANO (si regge la testa) Malissimo!
STEFANIA Non ha dormito bene?
GIULIANO No.
STEFANIA Sono i nervi. Doveva prendere un calmante. Le preparo un caffè? La tira su.
GIULIANO Tre, ne ho presi!
STEFANIA Troppi! Allora, un alka-seltzer?
GIULIANO (va verso di lei e scoppia) La finisce di trattarmi come se fossi un bambino
dell'asilo!? Vuol sapere perché non ho dormito? Perché non mi va di dormire
solo! (si corregge) Insomma, volevo dire.. ohsì, non mi piace dormire solo!
(Stefania ricomincia a canterellare gaiamente) Le proibisco di canticchiare.
STEFANIA Eppure ero convinta che ieri sera fosse tornato di corsa dalla sua fiamma.
GIULIANO E invece no. Tonia non ha voluto. Ha detto che lei era sconvolta e quindi dovevo
restare con lei per consolarla.
STEFANIA Ma lei non mi ha affatto consolata.
GIULIANO Ci mancava anche questo!
STEFANIA (si alza e va verso di lui) Scusi, non per sapere i fatti suoi ma… solo per non
fare una gaffe con Tonia... Non è che siamo andati a letto insieme?
GIULIANO Giammai!
STEFANIA Bene. Le chiedevo così, perché con lei non si sa mai dove si va a finire.
GIULIANO Con me, in ogni modo, non c'è stato niente! Questo è poco ma sicuro.
STEFANIA Anche per Tonia? Perché, da quello che ho capito, è una che non si accontenta
delle apparenze. Quando saprà che non l'abbiamo fatto, vorrà che lo facciamo...
anzi vorrà vedere coi propri occhi... (e ridacchia)
GIULIANO Non si preoccupi per Tonia! Le dirò tutto, ho deciso. Ci ho pensato tutta la notte
e ho capito che non c'è altro da fare!
STEFANIA Meglio così!
GIULIANO Meglio? Chissà che cosa mi dirà Tonia… E tutto questo per colpa sua!
STEFANIA Colpa mia?
GIULIANO Sua. Sua! Sua!! Chi le ha chiesto di impicciarsi degli affari miei?
STEFANIA Lei me lo ha chiesto! Ed io come una sciocca l'ho aiutata!
GIULIANO A ficcarmi nei pasticci, mi ha aiutato! Me e quel poveraccio di Bébert!
STEFANIA Oh, povero Bébert!
GIULIANO Ho dovuto insultarlo e picchiarlo per causa sua!
STEFANIA Ha avuto ciò che si meritava, quel verme.
GIULIANO Sì, lo so che si è comportato come un imbecille. Però, però...
STEFANIA Però cosa?
GIULIANO Come amante putativa poteva anche essere più permissiva e chiudere un occhio
con lui, andiamo!
STEFANIA Più permissiva? Così, secondo lei, dovevo farmi mettere sotto i piedi da quel
mascalzone?
GIULIANO In ogni modo non c'era bisogno di dimostrare a tutti il suo disprezzo!
STEFANIA Mi ha umiliata e offesa! Ed io lo odio!
GIULIANO Mmmm!
STEFANIA Dia un significato a quel suo mmmm!!
GIULIANO (avvicinandosi) Mi tolga una curiosità. Lei odia tutti gli uomini?
STEFANIA (forte) No!
GIULIANO Non alzi la voce. Non sono sordo.
STEFANIA Ha intenzione di farmi il terzo grado? La mia vita privata non la riguarda.
GIULIANO Signorina Vigneau, a un occhio esperto non sfugge la sua spiccata ambiguità nel
suoi rapporti con gli uomini.
STEFANIA Me ne frego degli uomini!
GIULIANO Moderi le espressioni, e abbassi la voce.
STEFANIA (un sussurro) Me ne infischio degli uomini!
GIULIANO Non li odia?
STEFANIA (forte) No!! (si corregge, piano) No! Non li odio!
GIULIANO Il suo è un caso da manuale. Fobia! Paura! Una paura profonda che si converte
in ostilità! Da qui la ragione del suo odio per Bébert.
STEFANIA Non c'è bisogno di una ragione per odiare Bébert.
GIULIANO (ignora la sua risposta) Per esempio, io sono un uomo... lei è brava, efficiente,
funzionale...ma mai un minimo di dolcezza, di civetteria.... di malizia femminile!
Niente! Lei soffoca la sua femminilità, la spegne, la schiaccia…
STEFANIA Dottore, quello che lei pensa di me mi è indifferente. Io faccio il mio dovere.
Mi sono da diplomata infermiera, non da squillo... e non intendo fare corsi
accelerati. (prende un kleenex, se lo passa sul naso e sugli occhi. Suonano)
GIULIANO (ha paura di essere andato troppo oltre) No, senta, non mi fraintenda, io..
(suonano di nuovo alla porta, Giuliano smette di parlare; Stefania col kleenex in
mano; entra la signora Durand)
DURAND Scusi il piccolo ritardo, dottore!
STEFANIA (frignando) Tre quarti d'ora, per l'esattezza!
DURAND C’è qualcosa che non va, signorina?
GIULIANO Niente, niente! Come va adesso il suo raffreddore signorina Vigneau?
STEFANIA Quale raffreddore?
GIULIANO Il suo.
STEFANIA Meglio. Se vuole accomodarsi, signora...
GIULIANO Non si affatichi, penso io alla signora.. mmm..
DURAND Ma che le succede? Da un po' di giorni lei… La settimana scorsa mi ha quasi
trapanato il cervello.. adesso dimentica il mio nome... La capisco, oh, se la
capisco! Quando uno ha mille cose da pensare! Guardi me: in mezz'ora devo
sbrigarmi coi denti.. poi mi aspetta il massaggiatore, a mezzogiorno un
appuntamento con madame Kasmà, la chiromante.. Anche lei, dottore, troppi
appuntamenti, troppe donne frequentano il suo studio.. e lei, candido, nel suo
camice, come fa ad essere insensibile? La capisco, oh, come la capisco.. Poi, si
sa, vengono le amnesie, uno si sente nervoso..
GIULIANO Ma io non sono nervoso!
DURAND Dia retta a me, dottore, io capto subito, io avverto subito la ipersessualità
ipernormale.. (entra nello studio con sguardo da intenditrice)
GIULIANO (fra sé) Sessualità? (rivolto a Stefania) Signorina Vigneau. Oggi pomeriggio
vedrò Tonia. Le dirò la verità, la sposerò e così finirà quest'incubo. (le mette una
mano sulla spalla) Dopo di che ci rimetteremo al lavoro e anche lei, spero, sarà
soddisfatta di questa soluzione!
STEFANIA E' mio dovere professionale, vero, essere soddisfatta? Intanto lei ha trovato il
modo di dirmi tutto quello che pensa di me...
GIULIANO Che cosa le ho detto? Nulla che valga la pena di ritrattare, mi pare?
STEFANIA Ah, secondo lei, non mi ha detto niente?
GIULIANO Che le ho detto? Che soffoca la sua femminilità, ed è vero! Ed è vero che ha
paura: ha paura di lasciarsi andare, di avere contatti umani, di conoscere la vita.
Lei è spaventata come la sua cagnetta.. come si chiama? Ah, Frida… Mi pare di
vederla quella cagnetta, sbigottita, riluttante, ritrosa....
STEFANIA Ritrosa, Frida! Lo sa quanti cuccioli ha avuto? Ventotto! (i due si guardano)
SCENA TERZA – Il negozio di dischi, lo stesso pomeriggio. Tonia è sulla scaletta, mette dei dischi nello scaffale in alto. Giuliano entra e porta uno scatolone. Tonia non lo vede subito.
GIULIANO Passerotto mio!
TONIA (si volta) Giuliano! Come mai a quest'ora?
GIULIANO (la guarda: lei è sulla scala e le sue gambe sono molto in vista) E tu, stai sempre
così?
TONIA Così, come?
GIULIANO Beh, dico, per i clienti è un bel panorama.
TONIA (alza le spalle) Oh, chi vuoi che guardi! Questo è il reparto musica classica. Qui
vengono solo pensionati. (indica la scatola) Cos'è quella?
GIULIANO E' una sorpresa. (mette la scatola sul banco e si siede) Te l'ho comprata per la
Tuo compleanno ma non ho resistito. Così te lo faccio in anticipo.
TONIA Che può essere?
GIULIANO Indovina.
TONIA I calzoni di cuoio bianco.
GIULIANO Via, i calzoni di cuoio bianco… Acqua!
TONIA Un completo di cachemir.
GIULIANO Acqua, acqua! No, non viene dal Cachemir.
TONIA (scende dalla scala) Voglio vedere. (apre la scatola, tira fuori un biglietto da
visita, poi una stola di pelliccia) Una stola di visone!
GIULIANO Che ne dici?
TONIA E col bigliettino! (legge) “Da parte di Giuliano”. Ti sei spremuto molto!
GIULIANO (va a sinistra) Volevo scrivere “al mio tesoro, alla mia adorata incantevole
Tonia”. Ma sai.....
TONIA Non ti sei compromesso.
GIULIANO Dunque? Ti piace o no?
TONIA (se la mette addosso) Una stola di visone... (improvvisamente) Ci deve essere
una ragione molto importante per comperarmi il visone. Che hai combinato?
Vuoi farti perdonare qualcosa?
GIULIANO (incerto) Io? Ma che idee!!
TONIA Tu non sei tirchio, ma nemmeno spendaccione. Questo visone mi puzza un po'.
GIULIANO Beh, è vero: c'è una cosa che volevo dirti a proposito di... me e di...
TONIA Tua moglie.
GIULIANO Come lo sai?
TONIA Capirai. (gli si avvicina) Figurati se non lo so. Stanotte, tu e lei, al calduccio nel
vostro letto matrimoniale avete fatto pace.
GIULIANO Ma che dici!
TONIA Giuliano, ti comprendo e ti ammiro! Sono stata io a dirti di consolarla ieri sera.
Fino a che punto, dovevi deciderlo tu. Forse hai sconfinato un po'.
GIULIANO Come osi fare queste insinuazioni! Lasciami parlare, c'è una cosa che mi sta
sullo stomaco da tanto tempo.
TONIA Lo immaginavo. Sei così nervoso!
GIULIANO E te la devo dire perché se no... non sto tranquillo. Tonia, Stefania è...
Stefania è.. lasciamo perdere.
TONIA Come “lasciamo perdere”? Stefania ti crea dei problemi? E' così?
GIULIANO Lascia perdere, guarda: è meglio!
TONIA Allora deve essere una cosa grave! (Giuliano annuisce) Si ubriaca spesso?
E' una cleptomane Si droga? (Giuliano scuote la testa disperatamente) Peggio?
Ci sono! E' una ninfomane! (la faccia di Giuliano s’illumina; accetta il
suggerimento; ridiventa triste e annuisce, angosciato) Ho indovinato?
GIULIANO (sussurra) Sì.
TONIA (avvicinandosi) Però! Una signora così discreta. Non ti puoi proprio fidare delle
apparenze! Racconta su, dimmi tutto, ma tutto, tutto, tutto... mi diverte da
morire!
GIULIANO A me molto meno!
TONIA Sfogati, allora, vuota il sacco. Poi non parleremo mai più di tua moglie!
GIULIANO Davvero?
TONIA Promesso. Allora?
GIULIANO Non so neanche da dove cominciare. Lei è, come dire... è schiava dei suoi istinti
peggiori… è una maniaca sessuale.
TONIA Ma allora devi portarle via i bambini!
GIULIANO Perché? Mica è contagioso.
TONIA Ma guarda un po', una donna così carina…ninfomane! Ma hai cercato di
capire? Evidentemente è un'insoddisfatta.
GIULIANO Adesso è colpa mia?
TONIA Tu che c'entri? Comunque i vostri rapporti non dovevano essere eccessivamente
brillanti.
GIULIANO Tre figli, le ho fatto fare!
TONIA Povera Stefania. Mi era così simpatica. Ed io che volevo mandarle dei dischi...
GIULIANO Dei dischi? Perché?
TONIA Perché adora la musica. Perché mi è simpatica. Adesso, poi, mi fa ancora più
pena. No, no.. posso credere.. non riesco a figurarmela schiava dei suoi istinti...
GIULIANO Oh, senti, comincio ad averne abbastanza! Mi hai giurato che non mi avresti più
parlato di lei. Ed è un'ora che ne stiamo parlando! In questa storia, se permetti,
ci sono anch'io!
TONIA Ma certo che ci sei, povero tesoro mio! Se mi preoccupavo per lei era perché, in
fondo, tua moglie è sempre la madre dei tuoi figli!
GIULIANO Per favore, non parlarmi più neanche di quelli. Ma lo sai che spesso mi domando:
saranno miei?
TONIA (torna a consolarlo) No, non ti tormentare; passerà. Tesoro, hai tanto bisogno di
essere amato. Vedrai, saprò consolarti.
GIULIANO (la bacia) Ah, come vorrei fare all'amore con te.
TONIA (cerca di distaccarsi) Adesso? Qui? No, tesoro, no. Potrebbe entrare qualcuno.
GIULIANO (si stacca con riluttanza) E va bene, torno a prenderti alle sette, passerotto?
Stasera usciamo. Ho bisogno di dimenticare.. (si avvia)
TONIA Giuliano...
GIULIANO (si volta) Dì..
TONIA Grazie del visone.
GIULIANO E' niente, tesoro..
TONIA Ti dispiace se le mando quei dischi?
GIULIANO Fa come vuoi. Certo che sei un angelo, hai un cuore, hai!... ah, se tutte le donne
fossero come te.... (la bacia di nuovo)
(Igor entra e si ferma sconcertato)
TONIA Ciao, Igor!
GIULIANO (gli cascano le braccia, poi, dopo uno sguardo ostile a Igor) A più tardi, Tonia.
IGOR (a Giuliano) Salve.
GIULIANO Salve.
IGOR Visto? Oggi niente asciugamano!
GIULIANO Mi congratulo. Continui sempre così. (se ne va dopo essersi voltato)
IGOR Forse ho scelto male il momento; mi ha guardato male, il tuo cavadenti!
TONIA Non farci caso. Ha dei guai con la moglie. Come mai da queste parti?
IGOR Così. Ero a zonzo. Mi sono detto: quasi quasi entro un momento.
TONIA A zonzo? Allora non batti più a macchina?
IGOR Non batto niente. Non batto chiodo. Sono in crisi!
TONIA Una ragazza?
IGOR Macché! No, è che ho bisogno di qualcosa di nuovo, ma non so neanch'io cosa.
TONIA No no, così non va! Cos'è quest'aria da funerale? Ci penso io a te.. Che fai
stasera?
IGOR Che faccio? Schifo. Vado a letto!
TONIA Invece tu verrai con me e Giuliano a cena.
IGOR Così a Giuliano gli prende un colpo!
TONIA Sarà felicissimo, invece. Tanto lui deve solo pagare il conto. (indossa la stola)
Deciso, allora! E dopo tutti a ballare!
IGOR Che è quel coso?
TONIA Visone. Un regalo di Giuliano. Come mi sta?
IGOR Voltati un po'. (Tonia si volta e si modella addosso il visone) Bello. Sembri mia
nonna.
TONIA Ma il visone non ha età.
IGOR No, ma te ne appioppa subito una!
TONIA Mi hai quasi smontata; già ‘sto coso non è il massimo delle mie aspirazioni…
Sento che non la porterò mai!
IGOR Lo puoi sempre portare al Monte di Pietà quando sei a corto di soldi..
TONIA (rimette il visone nella scatola) Come siamo ingrati. Chissà quante donne
farebbero follie per avere una cosa come questa.. ed io, invece, non so che
farmene... Caro visone, sei proprio capitato male.. (ha un pensiero improvviso)
Igor, m'è venuta un'idea! Sai che faccio? Stavo per mandare alla moglie di
Giuliano questi dischi.. e invece le mando questa! Che ne dici? Pensi che sarà
contenta?
IGOR Ma sei diventata matta? Non accetterà mai una stola di visone da te!
TONIA Niente paura, mio caro. Tutto organizzato. (va al banco, prende un biglietto e lo
mostra a Igor. Legge) "Da parte di Giuliano". (mette il biglietto nella scatola del
visone e la chiude)
IGOR Ma non puoi farlo!
TONIA E' mia e la posso regalare a chi mi pare...
IGOR Regalarlo!.
TONIA Certo: le ho rubato il marito e le regalo il visone! Adesso siamo pari!
SCENA QUARTA - Anticamera dello studio del dottor Foch, lo stesso giorno. Tardo pomeriggio.
Stefania è alla scrivania. Giuliano entra dallo studio e le porge una scatoletta.
GIULIANO Signorina Vigneau, vuol mandare questa lastrina allo sviluppo, per favore?
STEFANIA (si alza) Subito, dottore. (Giuliano fa per uscire) Oh, dottore, hanno chiamato
da casa sua poco fa. Dicono che c'è un pacco indirizzato alla signora Foch.
La donna non sapeva cosa fare, allora le ho detto di mandarlo qui allo studio.
GIULIANO Ah, so cos'è. E' per lei.
STEFANIA Cosa?
GIULIANO Capirà quando vedrà. Mi raccomando questa, subito, allo sviluppo. (esce; entra
il colonnello Cochet)
STEFANIA Oh, il signor Cochet! E con dieci minuti di anticipo!
COCHET Il colonnello Cochet in anticipo dal dentista. Non è incredibile?
STEFANIA Non credo ai miei occhi.
COCHET E sa perché? Il mio vile terrore per la tortura dentaria è stato vinto da un
sentimento più vivo e più profondo: il desiderio ardente di rivedere la cara,
squisita, deliziosa signorina Vigneau! (le prende la mano e la bacia)
STEFANIA (si stacca) Sì, ma c'è anche il caro, soave, indolore dottor Foch da vedere!
L'annuncio subito.
COCHET Aspetti un attimo. Non chiami ancora il mio carnefice! Ho una sorpresa per lei,
Stefania. Lo sa che stasera c'è il Gran Ballo della Rosa? Io ho due biglietti. Mi
concede l'onore di farle da cavaliere?
STEFANIA E la sua signora?
COCHET E' ai fanghi, per mia fortuna!
STEFANIA Ah, ecco perché non arrivavano più telefonate!
COCHET Sì. Lei si rimette ai fanghi.. io mi rimetto... qui! Stefania, il Ballo della Rosa,
quest'anno sarà una cosa da Mille e una Notte!
STEFANIA Grazie, signor Cochet, ma io non esco mai dal mio guscio... Poi non avrei
nemmeno l'abito adatto..
(Giuliano esce dallo studio; ha in mano un piccolo asciugamano di spugna)
COCHET Stefania ci ripensi, sarebbe un peccato mortale perdere un'occasione come
questa!
GIULIANO (leggermente impaziente) Di qua è tutto pronto, signor colonnello.
COCHET (si accorge di Giuliano) Oh, il plotone di esecuzione. (si volta verso Giuliano,
gli toglie dalle mani il piccolo asciugamano) Niente benda, prego. Miri pure ai
denti! (entra marziale nello studio, Giuliano lo segue. Stefania va verso lo
schedario radiografico ma è interrotta dal campanello; va in anticamera)
VOCE FUORI La signora Foch?
STEFANIA Ah, dia a me. Grazie. (va alla scrivania portando il grosso pacco; lo guarda
incuriosita, lo mette sul tavolo, l'apre. Sbalordita, chiude la scatola)
GIULIANO (mette fuori la testa dalla porta) Allora, queste radiografie?
STEFANIA (corre allo schedario, prende le radiografie, va da Giuliano che aspetta sulla
porta) Eccole, dottore! (gli dà le radiografie, riprende la scatola, la riapre,
prende il biglietto e legge) "Da parte di Giuliano". Oh, mio Dio! (sembra
stordita e sul punto di svenire) Per me, per me da parte di Giuliano.
GIULIANO (entra nello studio) Ma che fa, signorina Vigneau? Mi ha dato la radiografia
della signora Pompidou!
STEFANIA (va verso di lui sempre col biglietto in mano) Oh, mi scusi, dottore, io stavo...
(resta lì, barcollando, come se stesse per svenire, Giuliano la sorregge)
GIULIANO Ma che ha? Si sente male?
STEFANIA Niente, niente. Un banale capogiro..
GIULIANO Vuole andare a casa?
STEFANIA No, sto benissimo, è che... è arrivato il pacco e non me l'aspettavo. (Giuliano
non vede il visone) E' meraviglioso, è un sogno, c'è da impazzire!
GIULIANO Esagerata.
STEFANIA E il suo biglietto. Un amore.
GIULIANO (legge) "Da parte di Giuliano". Sì, ci ho messo molto tempo per cercare, per
trovare qualcosa di suo gusto. E’ il minimo che potessi fare, con tutti i
grattacapi che le ho dato.
STEFANIA Non saprò mai come esprimerle il mio ringraziamento..
GIULIANO Mi fa piacere che le abbia fatto piacere. So che lei ha gusti classici.(e rientra
nello studio)
STEFANIA (prende la stola, l’indossa e gira per la stanza; improvvisamente va al telefono e
Compone un numero, in ginocchio sulla sedia) Pronto, mamma?... (Giuliano
rientra) Aspetta un momento. (mette giù il microfono)
GIULIANO Signorina Vigneau, queste radiografie del signor Cochet per favore! (si riavvia,
poi, improvvisamente, vede la stola. Barcolla. Lei corre a sorreggerlo)
STEFANIA (spaventata) Che ha, dottore, si sente male?
GIULIANO Niente, niente.. un banale capogiro.. (dopo un po’ si riprende) Me le vuol dare o
no queste radiografie?
STEFANIA (le prende dallo schedario) Eccole, dottore. (le dà a Giuliano) Non è un sogno?
GIULIANO (ha una risatina amara ed entra nello studio. Stefania, rimasta sola, folleggia
con la stola, poi corre al telefono. Piano) Mamma? Senti, fammi un favore.
Chiamami Nenette alla boutique. Ieri sera mi ha fatto vedere un vestito che mi
stava un amore. Era troppo caro per me, una follia! Invece oggi lo prendo.
Dille che passo a ritirarlo tornando a casa. Ma per carità, mi raccomando, che
non lo venda! Stasera vado al Gran Ballo della Rosa! Oh.. senti, mammina,
me lo tieni per domani il pollo?.. Me lo metti in frigo?.. Grazie, mamma,
grazie!
FINE SECONDO ATTO
TERZO ATTO
SCENA PRIMA - Al night, quella sera. Due tavolini, sedie. Tonia e Igor stanno ballando una musica lenta, Giuliano è seduto ad un tavolo.
TONIA Vedi? A Igor è passato il malumore.
GIULIANO Sì, ma sta venendo a me.
TONIA (interrompe il ballo e va a sedersi) Non ti diverti?
GIULIANO Mi diverte moltissimo vedervi ballare!
IGOR (in piedi, vicino al tavolo, cerca una sigaretta. Butta il pacchetto vuoto, cerca
nelle tasche) Ho finito le sigarette. Vado a prenderle.
TONIA Ma le ha Giuliano. Giuliano, offrigliene una.
GIULIANO (tira fuori il portasigarette) Agli ordini!
IGOR No, le americane sono troppo leggere. Fumo solo Gauloises. Vado, ci metto un
minuto.
GIULIANO Torni presto, se no ci manca troppo!
IGOR (dal fondo) By by.
TONIA Non sei molto gentile come ospite!
GIULIANO Bel divertimento passare tutta la serata con quel cretino tra i piedi! E poi,
perché siamo venuti qui, scusa?
TONIA Perché è l'unico posto dove siamo sicuri di non incontrare tua moglie.
GIULIANO (sarcastico) Come? Non vuoi rivedere la tua protetta? Se le hai regalato anche
il visone!
TONIA Uffa! Quanto la fai lunga! Sei una lagna, sai. Meno male che c'è Igor se no
staresti qui a brontolare tutta la sera!
GIULIANO Buttar via un regalo così! Mettendoci dentro anche il mio bigliettino.
TONIA Lei da me non l'avrebbe mai accettato.
GIULIANO Lei da me non l'avrebbe mai avuto. (musica; fox lento)
TONIA Avanti, tesoro, sorridi. Divertiti un po'. (Igor riappare)
GIULIANO Troppo tardi. Arrivano i nostri!
IGOR Vuoi ballare, Tonia?
TONIA (guarda sottecchi Giuliano) Beh....
GIULIANO Ballate, ballate, ragazzi. Io sto qui e me la godo. (Tonia si alza e va verso la
pista) Anzi, senta Igor, la prossima volta che esce, mi compra la settimana
enigmistica?
TONIA (trascinando Igor verso la pista) Avanti, Igor, balliamo. (cominciano a ballare)
(appaiono Bébert e la sua amica, la bionda del Botticelli. Hanno entrambi un bicchiere di whisky. Vengono avanti, Bébert in testa)
BIONDA E' andato giù 'sto locale. (si siede di malumore. Giuliano ha visto Bébert
entrare e gli si avvicina)
GIULIANO Ciao Bébert, come stai?
BEBERT Hai anche il coraggio di rivolgermi la parola? Mi hai rotto un dente, lo sai?
GIULIANO Scusami Bébert. Fa un po' vedere? Te lo rimetto a posto. Vieni allo studio! Qui
non posso parlare. Poi ti spiego.
BEBERT Non voglio spiegazioni! Non metto più il naso negli affari tuoi. Arrangiati.
GIULIANO Fatti vivo, capito?
BEBERT Sì.
GIULIANO Tonia mi sta guardando. Devo andare. (si precipita al suo tavolo)
BEBERT (alla bionda) Hai proprio ragione, sai. Questo locale è andato proprio giù.
Andiamocene. (escono; Tonia e Igor tornano al tavolo)
TONIA Che hai detto a quell'abominevole Bébert?
GIULIANO Niente. L'ho salutato.
TONIA Ah! Lo saluti dopo tutto quello che ha fatto a tua moglie?
IGOR Di chi state parlando?
TONIA Dell'ex amante della moglie del signore.
TONIA Sembra un discorso da bélle-époque!
(Stefania e Cochet entrano e si siedono. Lei ha un bellissimo abito da sera e porta la stola di visone. Ridono. Lei porge il visone a Cochet, che si precipita a poggiarlo sulla sedia)
TONIA (stupita) Toh, guarda chi c'è!
IGOR Chi?
TONIA (non distoglie gli occhi da Stefania) Fra un secondo te lo dico.
COCHET (guardandola teneramente) Stefania, sa che lei è deliziosa, soave! (le prende
una mano e gliela bacia)
STEFANIA (compiaciuta) Grazie Cochet. Dica dica, continui pure...
COCHET Il suo vestito poi è un urlo. Cos'è, Givenchy?
STEFANIA Cardin: magazzini Lafayette. Naturalmente è una copia. Questo lo dico solo a
lei in un orecchio.
COCHET Comunque la fa terribilmente donna. (le bacia la mano)
STEFANIA Continui, continui Cochet. Sapesse com’è piacevole ricevere dei complimenti
ogni tanto.
TONIA Se non la vedessi non ci crederei. E' Stefania.
GIULIANO (dolente) E' lei, è lei: riconosco il visone.
TONIA (guardando intensamente) E se n’è trovato un altro!
GIULIANO Il signor Cochet.
TONIA Lo conosci?
GIULIANO Un mio cliente.
IGOR Posso capire anch'io?
TONIA Quella donna laggiù è la moglie di Giuliano.
IGOR Complimenti Giuliano. Mica male.
GIULIANO Grazie.
TONIA (a Igor) E stasera si trova (indica) fra suo marito, il suo ex-amante che è già
sparito, e il suo nuovissimo facente-funzioni...
GIULIANO Tonia, andiamo!
TONIA Ma devo pur spiegare la cosa a Igor.
IGOR E come fa con tutti quei maschietti? Stabilisce i turni?
GIULIANO Senta, guardi che...(Tonia lo ferma; si risiede)
IGOR Però, è carina...
TONIA Ti piacciono le tardone, adesso?
IGOR Perché, a te non piacciono i semifreddi? (Tonia fa gli occhiacci a Igor.
Giuliano si mostraseccato)
COCHET (si accorge della presenza di Giuliano) Oh oh. C'è il dottor Foch.
STEFANIA Oh santo cielo. Non avrei mai pensato di vederlo qui stasera. (si volta e agita la
mano verso Giuliano, che risponde al saluto)
COCHET Vuole che ce ne andiamo?
STEFANIA Perché? A me non dà nessuna noia. A lei?
COCHET Beh, saremmo stati meglio soli!
STEFANIA Siamo soli. Chi lo vede? Mica devo dar conto a lui. Le mie serate appartengono
a me!
COCHET (speranzoso) E i suoi week-end?
STEFANIA Alla mamma.
COCHET (smontato) Ho capito.
STEFANIA Cochet! Ma lei si smonta subito così? Come, un condottiero di eserciti cede le
armi così? Su coraggio, “Vercingetorige”, all'attacco! Si faccia più vicino, mi
stringa pure. Via, un po' di corte, Cochet!
COCHET Signorina, a che gioco giochiamo?
STEFANIA A che gioco? (ride civettuola con un occhio all'altra tavola)
(comincia un rock and roll. Cochet si alza, fa un inchino a Stefania. Stefania si alza;ballano)
GIULIANO Ma guarda, ballano!
TONIA E con ciò? Sei geloso?
GIULIANO (non ascolta; si alza, a Tonia) Avanti, balliamo.
TONIA Che ti piglia?
GIULIANO Voglio ballare. Non posso?
TONIA Ecco, siccome tua moglie balia, vuoi ballare anche tu.
GIULIANO Vieni o no? (va verso la pista)
TONIA (si alza ubbidiente) Vengo, vengo. (si alza; passando davanti a Igor gli lancia
un'occhiata e mormora: Che barba. Le due coppie si avvicinano e si salutano
mentre ballano)
STEFANIA Buona sera. Buona sera. (Giuliano bofonchia qualcosa)
TONIA Buona sera, Stefania. Lei è veramente un sogno, stasera.
STEFANIA Grazie, cara. Anche lei.
(la musica cambia; Stefania e Tonia ballano freneticamente Cochet e Giuliano ci provano,ma dopo poco smettono e tornano al tavolo)
GIULIANO (a Cochet) L’osservavo; lei non ha proprio il senso del ritmo.
COCHET Si fa quel che si può, dottore.
TONIA Vieni, Igor!
(Igor le raggiunge, si mette fra le due donne e balla con loro)
IGOR (mentre balla) Mi presenti?
TONIA (ballando) Signora Foch, le presento Igor Polanski. E' molto depresso.
IGOR Piacere, signora Foch.
STEFANIA (sempre danzando) Piacere, Igor.
IGOR Sì. (comincia a fare il passo del crawl)
STEFANIA Cos'è questo, Igor?
IGOR Il crawl.
GIULIANO Speriamo che anneghi.
IGOR (fa un po' di crawl con Stefania e Tonia, poi cambia passo) La rana. (le
donne lo seguono, poi cambia con un movimento che mima il cavare di un
dente)
STEFANIA Che è quello?
IGOR Il dentista. (fanno questo per un po’. Cochet si alza e torna al suo tavolo. Tonia
vede Giuliano che siede solo e va verso di lui. La musica diventa un ballo
lento. Stefania fa per smettere ma è riafferrata da Igor; ballano il lento.
Giuliano guarda attentamente, non perde una mossa)
STEFANIA (a Igor) Dica la verità;: sta pensando che sta ballando con sua madre?
IGOR Ha di questi complessi?
STEFANIA Ho questo ed altri!
IGOR Non stia così rigida! Si abbandoni. Lo sa che lei è una signora ancora molto
sexy?
STEFANIA ”Ancora”? Gentile.
IGOR (ride e la stringe a sé, continuando a ballare)
TONIA Eccoli partiti!
GIULIANO Devo dirti che il tuo Igor è piuttosto indecente come ballerino!
TONIA Che c'entra Igor! E' lei che gli s’incolla addosso! Non è una donna, è un
francobollo! (Igor bacia Stefania sulla guancia)
GIULIANO Hai visto? L'ha baciata! (Cochet si alza)
TONIA Senti, qui siamo di troppo. E io che non ci volevo credere! Tutto quello che
hai detto di Stefania era vero.
GIULIANO Già, perché io dico bugie, eh?
TONIA (nascondendo l’irritazione) Sono schifata, me ne vado! (si alza) Tu che fai?
Resti a guardarli?
GIULIANO (si alza) Forse non è giusto lasciarla in questo stato.
TONIA (scandalizzata) Ma che storie sono? Non stai per divorziare? Dì, stai con me o
stai con lei?
GIULIANO Sì, va bene, ma è che.. senti, io a quello gli spacco il muso!
TONIA Lasciali perdere. Non sono più affari tuoi! (si avvia, poi si ferma) Se tu vuoi
restare resta. Io me ne vado! (esce. Cochet si alza, braccia conserte, aria
arrabbiata)
GIULIANO Dove vai passerotto! Tesoro! (la segue) Tonietta! (uscendo afferra la stola di
visone e la porge allo sconcertato Cochet) Ci stia attento lei... (ed esce)
SCENA SECONDA - L'ufficio del dottore, la mattina dopo. Il palcoscenico è vuoto. Uno spot illumina la pianta di cactus di Stefania, che ora è fiorita. Un bel fiore appariscente. Dopo un momento la luce aumenta. Giuliano esce dallo studio guardando l'orologio, camminando avanti e indietro con impazienza. Dopo poco Stefania entra in punta di piedi, con aria colpevole. E' ancora in abito da sera, con la stola di visone in mano.
GIULIANO (sardonicamente, chiudendo la porta) Ben arrivata!
STEFANIA (sussulta, è vicino alla porta dello spogliatoio-armadio) Buon giorno. Mi scusi
se ho fatto tardi. (vede il fiore di cactus) La piantina! Che bello! (va alla
scrivania e prende il cactus)
GIULIANO Un po' tardi! Sono le dieci passate! Ho già visitato tre pazienti, il telefono
squilla in continuazione... e lei se ne arriva a quest'ora e in abito da sera!
STEFANIA Non avevo tempo per cambiarmi. (si tiene la testa fra le mani; si massaggia le
tempie) Che notte! Che notte!
GIULIANO (l’interrompe) Non m'interessa! Vuol lasciare quel fico d'india e mettersi in
tenuta da lavoro? Ma si può sapere dove è stata?
STEFANIA (si ferma e lo guarda, la cosa la diverte) Non ho il dovere di dirglielo. E poi
non ricordo più niente. Ho la testa annebbiata!
GIULIANO Quando sono andato via io, era già cominciata la nebbia.
STEFANIA S'è perso il meglio! E' arrivata un sacco di gente, giovane, allegra. Dopo un po'
ci conoscevamo tutti. Ci scambiavamo i drink da un tavolo all'altro. Ha mai
bevuto, dottore, gin tonic con tequila e rum?
GIULIANO Tequila al posto del gin?
STEFANIA No, gin, rum e tequila insieme. La chiamano la bomba dei peones. In
Guatemala la usano contro la malaria.
GIULIANO E avete combattuto la malaria per tutta la notte?
STEFANIA No, solo fino alle quattro. Poi abbiamo fatto il giro dei locali...
GIULIANO Complimenti! Chissà cosa dirà la mammina!
STEFANIA Oh, si divertirà un mondo quando glielo racconterò!
GIULIANO La notte brava! E che altro ha provato? La simpamina al whisky o la lapa
congolese?
STEFANIA Beh, bisogna provare tutto nella vita! Che notte! Non la dimenticherò mai. Ma
la cosa più eccitante è stato il sorgere del sole nella foresta di Rambouillet.
GIULIANO Nella foresta di Rambouillet?
STEFANIA Sì, a un certo punto si è deciso di prendere un po' d'aria...
GIULIANO Cinquanta chilometri per un po' d'aria?
STEFANIA Sono niente, cinquanta chilometri in macchina! Siamo arrivati e abbiamo visto
nascere il sole.. La natura è sconvolgente in questa stagione! Che meraviglia!...
Abbiamo sentito le allodole... il bramire dei cervi... ci siamo seduti sull'erba…
(scuote un po' la stola di visone)
GIULIANO Sulla stola di visone?
STEFANIA Oh, dovevo pure sdraiarmi su qualche cosa.
GIULIANO Sdraiarsi? Prima ha detto seduta.
STEFANIA Non mi ricordo. Ero così incantata. Adesso mi scusi, vado a cambiarmi e a
prendere un alka seltzer. (si avvia lentamente verso sinistra)
GIULIANO Ma allora il colonnello Cochet è un viveur incallito!
STEFANIA (si ferma di colpo) Oh Dio! Il colonnello Cochet! Me n'ero dimenticata!
GIULIANO Come? Non folleggiava con lui?
STEFANIA Si sarà perduto per strada. (una risatina) Pensare che non ce ne siamo neanche
accorti!
GIULIANO Ce ne siamo chi?
STEFANIA Igor e io.
GIULIANO Come? Ha fatto bagordi con quel contestatario?
STEFANIA Igor è un giovane come tutti i giovani. E' gentile, poetico!
GIULIANO Poetico! Ma se la baciava sul collo!
STEFANIA E' un ragazzo un po' espansivo!
GIULIANO Così, lei e il marmocchio espansivo avete bidonato il colonnello Cochet?
STEFANIA Il suo colonnello Cochet è un vecchio satiro anchilosato della riserva!
GIULIANO Anchilosato o no, il colonnello Cochet è un buon cliente e se lo perdo...
STEFANIA Non si preoccupi! Tornerà! Ha la dentiera provvisoria.
GIULIANO Non è questo il punto! Io trovo il suo comportamento di questa notte
assolutamente scorretto, inqualificabile e vergognoso.
STEFANIA Senta dottore, l'unica infrazione commessa è quella di essere arrivata un'ora più
tardi! La prima volta che succede in cinque anni! Se vuole mi può infliggere
una multa!
GIULIANO (scotendo la testa mentre cammina) E' grottesco. Assolutamente grottesco!
Mettersi con un minorenne. Un po' ridicolo, alla sua età!
STEFANIA Perché, lei non è ridicolo con la sua Lolita?!
GIULIANO Per un uomo è diverso! Io non bacio Tonia sul collo in pubblico.E non mi
venga a raccontare che era un bacio casto perché baci casti sul collo non
esistono!
STEFANIA Dottore, lei non mi ha sempre detto che scoraggiavo gli uomini? Che soffocavo
la mia femminilità? Per una volta che un ragazzo mi stringe un po' mi fa una
scenata! Se non la conoscessi, penserei che è geloso!
GIULIANO Io geloso di lei? Che assurdità! Trovo solo di pessimo gusto che davanti a me e
alla mia fidanzata lei si sia abbandonata ad una esibizione immorale e
pornografica. Ecco tutto!
STEFANIA Sì, ho lasciato che mi baciasse sul collo, e ne ho provato piacere. Non me ne
pento affatto. Aveva ragione lei, ci sono piaceri nella vita che una donna deve
permettersi, e io me li voglio permettere. Non voglio più, come dice lei, aver
paura dell'amore! Non è stato facile per me, sa, uscire col colonnello ieri sera.
Ma quando tentennavo pensavo a tutte le cose che lei mi ha detto, e queste
mi hanno dato una spinta. Sì, ammetto di aver esagerato, avrò forse bevuto un
po’ troppo, ma se non avessi bevuto non avrei potuto.
GIULIANO Potuto cosa?
STEFANIA Quel ragazzo è stato molto gentile, affettuoso. M'ha detto che ero bella e perfino
sexy, ed io gli ho creduto.
GIULIANO Le luci soffuse, la stola di visone...
STEFANIA Vuol dire che Igor m'ha visto al buio, e che il suo visone ha fatto effetto? No,
c'era dell'altro! Una scintilla, l'elettricità che era in me!
GIULIANO S'è portata anche le pile?
STEFANIA (molto seria) Non faccia dello spirito, dottore. Adesso basta!
GIULIANO Signorina Vigneau, io cercavo solo di...
STEFANIA Basta ho detto! Le proibisco, capito? Le proibisco!
GIULIANO (ha capito di essere andato troppo oltre) Non s'arrabbi, signorina Vigneau.
Diciamo che lei ha passato una allegra serata in compagnia. Non c'è niente di
male. Ha preso anche una piccola cotta senza conseguenze...
STEFANIA (è immobile, fremente) Crede?
GIULIANO E va bene, cosa sarà mai? Una passione folle?! Il delirio?!
STEFANIA Perché mi tratta sempre come una zitella asettica? Mi chieda chiaro e tondo se
sono andata a letto con lui!
GIULIANO E va bene. E' andata a letto con lui?
STEFANIA Sono affari che non la riguardano.
GIULIANO Ah, no! Lei adesso parla e come! Cos'è successo sulla mia stola di visone?
(Stefania scuote la testa) Lei deve rispondermi. Lo esigo.
STEFANIA Con quale diritto?
GIULIANO Diritto di marito. Devo forse ricordarle che è ancora mia moglie?
STEFANIA Sua moglie? Ma io dal suo matrimonio ho avuto solo grane! Adesso basta.
Voglio il divorzio. Tutti questi anni qui a fare la martire!
GIULIANO La martire, poi!
STEFANIA La martire, sì! Tutti i rospi che ho dovuto ingoiare, le telefonate galanti, le belle
pazienti chiuse nello studio, le forcine sotto i cuscini, i fazzoletti sporchi di
rossetto, i suoi week-end orgia a Fontainebleau…
GIULIANO Cosa ne sa, lei, dei week-end a Fontainebleau? Mi ha spiato? Mi ha fatto
pedinare?
STEFANIA Cominciamo a confessare, eh?
GIULIANO Così vuole la guerra?! L'avrà! Metterò tutto in piazza: le sue gozzoviglie notturne
nei locali malfamati, le sbronze, la marijuana, le corruzioni di minorenni, i
baccanali nella foresta di Rambouillet. Tutto, tutto Che venga pure lo scandalo!
(la signora Durand intanto si è affacciata sulla porta dello studio ed ha ascoltato
tutto, bavaglino al collo e bocca spalancata) E lei che ci fa!? Origlia? Se ne
vada! (spaventata, la signora Durand torna nello studio) Vuoterò il sacco,
sissignora! Così almeno non trascinerò il mio onorato nome nel fango!
Lei vuole il divorzio? No, sono io che lo voglio!
STEFANIA Gliel'accordo subito! Chiuso, finito! Dò le dimissioni da moglie e da sua schiava
personale!
GIULIANO Benissimo!
STEFANIA (comincia a raccogliere le sue cose nell'armadio) Voglio vedere come se la
caverà da solo.
GIULIANO Si crede insostituibile perché fa i tramezzini al pollo?!
STEFANIA Addio dottor Foch. Lei è un ottimo dentista, ma un pessimo uomo. (gli si
avvicina e gli mette il visone intorno al collo) Questa la dia alla sua concubina.
(si avvia)
GIULIANO Stefania, l'avverto, se esce da quella porta non tornerà mai più!
STEFANIA Tornare? Piuttosto crepo! (con gran dignità) Non si preoccupi, dottor Foch, non
mi vedrà mai più. (apre la porta, fa per uscire, si volta) Né me, né i bambini!
SCENA TERZA - Appartamento di Tonia, la stessa sera. Sono in scena Igor e Tonia.
IGOR Che te ne importa?
TONIA Ho diritto di saperlo. E' la moglie del mio fidanzato.
IGOR (l’interrompe) Tonia, non mi va di parlarne.
TONIA Tanto, si sa che se li fa tutti.
IGOR Si vede che io non sono tutti.
TONIA (dandogli un'occhiata lunga, stupita, cercando di capire) Igor...
IGOR Con me è stato match nullo.
TONIA Davvero?
IGOR Proprio così.
TONIA (va verso di lui) Lei non ha voluto?
IGOR Perché? Potrei anche non aver voluto io.
TONIA Ma se ti ho visto che le baciavi il collo.
IGOR Che significa.
TONIA Che avete fatto fino alle nove di mattina, se non avete fatto all'amore?
IGOR Ballato, bevuto, parlato molto.
TONIA Di che?
IGOR Di molte cose. E' raro trovare una donna che ti ascolti.
TONIA Perché, io non ti ascolto?
IGOR Prima di tutto parli sempre tu, e parli sempre di quel cavadenti in demolizione.
TONIA E tu di che? Le hai raccontato le tue commedie? Come Casanova sei proprio
a terra. Certo che siete un po' mosci voi ventenni! Meno male che ci sono i
quarantenni a tenere alta la bandiera.
IGOR Se lo vuoi sapere io ho un mucchio di ragazze che mi corrono dietro.
TONIA Ma va, tu ti fai scegliere dalla più intraprendente. Voi giovani state diventando
asessuati. Io, per esempio, non ti faccio effetto. Scommetto che potrei
camminarti nuda davanti e non succederebbe nulla.
IGOR Prova! Vieni qua, bambola, che ti faccio vedere io. (comincia a rincorrerla.
Campanello della porta)
TONIA Oh Dio, sarà Giuliano. Stai buono, se no quello chissà cosa pensa. (va ad aprire
la porta. E' Stefania) E' per te.
IGOR Ciao, Stefania.
STEFANIA Igor! Il mio simpatico insegnante di bagordi.
IGOR Come va la testa?
STEFANIA Me la sento e non me la sento. Ma ci sto a ricominciare, anche stasera!
IGOR Stasera? No, magari domani.
TONIA Lui deve recuperare. Se volete parlare a quattr'occhi, mi ficco nel bagno.
STEFANIA Calma, non si agiti: io voglio parlare a lei, non a lui.
TONIA Hai sentito? Va a farti una pennichella.
IGOR (passa davanti a Stefania verso la porta) Oh, dico, non litigherete per me? (si
avvia lentamente) Va bene, va bene: vinca la migliore! (esce)
STEFANIA Tonia, probabilmente lei aspetta Giuliano ed io non voglio farmi trovare qui!
TONIA (continuando sullo stesso argomento) Però mettersi coi bambini dell'asilo, via!
STEFANIA Non complichi le cose, la prego, è già così difficile.. Non sono venuta a parlarle
di Igor, ma di Giuliano e me.
TONIA L'ha mandata lui?
STEFANIA Lui non sa niente. Sono venuta per chiarire tutto questo pasticcio.
TONIA Chiariamolo pure. Dunque, che fa di Giuliano? Me lo lascia? Se lo tiene?
STEFANIA Deve sapere qualche altra cosa prima. Si sieda, non vorrei che per l'emozione…
TONIA Emozioni io? Si figuri! Cosa c’è? (siede sul letto)
STEFANIA Giuliano… io... non è facile come pensavo.
TONIA (pensiero improvviso) E' facilissimo. Lei è incinta.
STEFANIA Neanche per sogno. Ma come le viene in mente? Non ho mai avuto questo tipo
di rapporti col dottor Foch.
TONIA Ah no? E i figli li avete adottati?
STEFANIA Io non sono la signora Foch, sono la signorina Vigneau.
TONIA La signorina Vigneau? Lei, la vecchia zitella?
STEFANIA Sì.
TONIA E allora la moglie di Giuliano chi è?
STEFANIA Questo non lo so. Giuliano non è mai stato sposato, che io sappia.
TONIA Ah no, eh? Eccolo, il trucco! Lei mi ha teso una trappola e io ci sto cascando,
così se li conserva tutti e quattro: Giuliano, Bébert, il colonnello e Igor..
(si rende improvvisamente conto) Ma allora Giuliano mi ha mentito… perché?
STEFANIA (va verso il letto, parla teneramente) Mi dispiace Tonia. E' un colpo terribile
per chiunque, figuriamoci per lei, che è così giovane e sensibile.
TONIA (piano) Che figlio di....!
STEFANIA In questo posso capirla. (siede vicino a Tonia, le mette un braccio intorno)
Senta, io non sono qui per fare le scarpe a Giuliano. L'ho sempre aiutato, e
voglio ancora aiutarlo: lui le vuole bene.
TONIA Ma perché mi ha mentito così?
STEFANIA Sa, il dottore è buono, ma forse un po' debole…
TONIA Però come pallonaro è fortissimo! Pensi a tutte le frottole che mi ha raccontato
per descrivermi la sua vita familiare, nei minimi particolari...
STEFANIA Una sua mania! E' un perfezionista. Anche quando cura la più piccola carie,
vedesse lo studio che ci mette. E' un cesellatore! Il trapano nelle sue mani è un
violino!
TONIA Solo che io sono una donna, non un dente cariato!
STEFANIA Non l'ha ingannata. Tonia, Giuliano la sposa; le sue bugie, in fondo, sono una
prova d'amore. Ora devo proprio andare. Se mi trovasse qui sarebbe un
disastro!
TONIA E come mai lei s'è decisa adesso a vuotare il sacco?
STEFANIA Sa, la segretaria perfetta non ama lasciare disordine prima d'andarsene. Mi
ascolti Tonia, uno di questi giorni Giuliano le dirà la verità. Non lo maltratti.
Anzi, lo incoraggi, cerchi di capirlo. Provi.
TONIA Chi è bugiardo, è bugiardo anche in amore.
STEFANIA Questo è un motto da cioccolatini. (esce. Tonia prende la foto di Giuliano)
TONIA (alla foto) Pseudoscapolo! Celibe ammogliato! Sedicente coniugato con figli!
(va al muro e bussa, va alla porta e l'apre) Igor! Igor!
IGOR (da fuori) Che vuoi?
TONIA Vieni subito, ho bisogno di te.
IGOR Va bene.
TONIA Subdola carogna. Imbroglione matusa! (butta la foto e va alla porta mentre
Igor entra. Lo bacia; si staccano)
IGOR Che ti serve? Il cavatappi, il ferro da stiro, ago, filo? Che volevi?
TONIA Questo volevo. (lo bacia di nuovo)
IGOR Tonia, cos'è questa storia? E Giuliano?
TONIA Così impara.
IGOR Mi strumentalizzi per vendicarti di Giuliano?
TONIA Sta' zitto e baciami.
IGOR Va bene. Ma dopo esigo una spiegazione. (bussano alla porta, lui si tira
indietro) La porta! deve essere Giuliano!
TONIA (lo stringe di nuovo) E che te ne importa.
(bussano ancora. Igor retrocede verso il fondo, lei sempre aggrappata a lui)
IGOR Volevi che ci sorprendesse! E io faccio il tuo gioco eh, piccola drittona! Ma io
mi sgancio. (va verso la porta)
TONIA (mette la mano sulla porta e lo ferma con un sorriso) Dove vai? C'è lui fuori.
Non puoi uscire. (bussano di nuovo)
IGOR Mi nascondo nel bagno.(ci va)
TONIA (lo segue) E se lui vuol lavarsi le mani?
IGOR Un dentista le ha sempre pulite! (Tonia apre la porta, Giuliano entra)
GIULIANO Ci hai messo un secolo per aprire! Dov’eri?
TONIA In bagno.
GIULIANO Tutta vestita?
TONIA Giocavo con le barchette.
GIULIANO Contenta, Tonietta, di vedere il tuo micione?
TONIA Sto per impazzire dalla gioia...
GIULIANO Allora vieni qui, devi essere molto carina col micione stasera... perché micione
è molto infelice.
TONIA Che altro c'è?
GIULIANO Sempre mia moglie...
TONIA Dovevo immaginarlo!
GIULIANO Passerotto, ho bisogno di tutta la tua comprensione.. non è una cosa facile a
dirsi.
TONIA Sei venuto per dirmi la verità? (Giuliano annuisce) Ti ascolto tesoro. Non aver
paura. Dimmi. (si siede)
GIULIANO Grazie Tonietta. Sei straordinaria. (si alza) Quello che volevo dirti è.. ecco:
mia moglie... Stefania.. non vuole più divorziare. (Tonia lo guarda) Cerca di
restare calma, tesoro. E' stato un colpo terribile anche per me.
TONIA (sta al gioco) Dunque, se ho ben capito, tua moglie ha cambiato improvvisa-
mente idea e adesso ti nega la libertà.
GIULIANO Incredibile, eh?
TONIA Già. Quando te l'ha detto?
GIULIANO Stamattina. Mi sono battuto come un leone! Ho urlato, ho fatto il diavolo a
quattro, l'ho supplicata in ginocchio, le ho offerto soldi, mobili, quadri,
argenteria... niente! Lei e il suo avvocato sono stati irremovibili: niente
divorzio!
TONIA Ma hai tutti i motivi per ottenere il divorzio! E’ una ninfomane; con tutti gli
amanti che ha avuto... (si siede a destra di Giuliano)
GIULIANO L'ho anche minacciata di rivelare questo, ma lei s'è messa a ridere. (ridono tutti
e due) Sapeva benissimo che non potevo servirmene. Figurati, una volta
pubblicato quel lerciume sui giornali, sarebbe stata la fine per me. Non posso:
per i figli, soprattutto, capisci tesoro? E' terribile! Lei ha il coltello dalla parte
del manico. Siamo con le spalle al muro. E il nostro bel sogno, ormai, non può
essere altro che un sogno, purtroppo.
TONIA Dimmi una cosa: io che fine faccio in questa storia?
GIULIANO (le mette il braccio intorno alla vita) Oh noi andremo avanti come prima.
TONIA Ah, meno male!
GIULIANO Riusciremo sempre a strappare alla vita le nostre ore di felicità. E' solo una
questione formale, capisci? Non cambia niente.
TONIA (come se fosse d'accordo) E allora caro, se questo è il nostro destino...
GIULIANO Ah passerotto mio, ti sono grato della tua comprensione. Vedrai come saremo
felici! Più felici di prima.
TONIA In fondo è la sistemazione ideale. Tu avrai tua moglie e me, io avrò te e Igor.
GIULIANO Igor ??? Ma tu hai sempre detto che Igor era solo un conoscente... l'inquilino
dello stesso pianerottolo. Tonia! (si alza)
TONIA (si alza) Giuliano.
GIULIANO Tu mi hai mentito.
TONIA Sì, e mi vergogno a confessartelo. (a testa bassa) So quanto odi le bugie.
GIULIANO (va verso di lei) Ma no, questo è uno scherzo! Tonia, vuoi prendermi in giro.
TONIA Igor, vieni fuori dal bagno, non aver paura. (nessuna risposta)
TONIA Igor!
GIULIANO Piantala, Tonia! Sai benissimo che se soltanto pensassi che quel capellone si
trova di là me ne andrei, veloce come il fulmine. (la porta del bagno si apre
e compare Igor. Porta solo un asciugamano intorno alle reni. Giuliano lo
guarda esterrefatto; Igor lo fissa)
IGOR Ehilà. (Giuliano guarda Tonia, poi si volta, va verso la porta e la apre)
TONIA (lo segue) Giuliano, non te la prendere. E' così al primo momento, poi passa...
GIULIANO (interrompendola, con dignità) Tonia, hai distrutto la mia casa. Mi hai
strappato a mia moglie. Mi hai sradicato dai miei bambini. Ma sono fiero di non
aver mai fatto il doppio gioco. (se ne va)
TONIA E anche micione è liquidato! (si guardano)
IGOR Meglio che mi metta qualcosa addosso. Fa freddo. (entra in bagno) Scusa se
sono uscito così, ma ho sentito la vostra conversazione e ho pensato: o la va o
la spacca!
TONIA Igor...
VOCE IGOR Sì?
TONIA Che fai stasera?
VOCE IGOR Niente.
TONIA Se cenassimo insieme?
IGOR (fa capolino dal bagno) Splendido.
TONIA Esco a comprare un po' di uova e prosciutto.
SCENA QUARTA - La scena è vuota. Dopo qualche istante appare Giuliano, stanco e insonnolito. Ha la cravatta allentata, cammina lentamente, i capelli scomposti. Suona il telefono. Giuliano si decide a rispondere.
GIULIANO Il dottor Foch non c'è.. il dottor Foch è molto stanco.. il dottor Foch è sbronzo!
(riattacca. Il telefono suona di nuovo; Giuliano stacca il ricevitore e lo posa
sulla scrivania) Non si può stare un attimo in pace! Ma cosa credono, che
continuerò a curare denti per tutta la vita? (prende il libro degli appuntamenti)
Gli appuntamenti! Via! Buttiamolo via! (nel cestino) Via questo! (butta) Via
anche questi! (butta con furia) Via, via! (si riprende) No..questo è il registro
degli onorari! (entra nello studio. Dopo poco Stefania entra da destra; riordina,
rimette a posto la cornetta. Il telefono suona. Giuliano, da fuori scena) Ancora
quel maledetto telefono! Eppure mi pareva di averlo staccato! (si affaccia e
vede Stefania)
STEFANIA (senza guardarlo) Pronto, studio del dottor Foch! Sì signore... sì.. un momento
che controllo il libro degli appuntamenti.… Dov'è? Ah, nel cestino! Mi scusi...
Allora giovedì 18 alle 15,30. D'accordo signor Pelichard, d'accordo. Buon
giorno signore.
GIULIANO (avvicinandosi) Cosa fa lei qui?
STEFANIA Oh buon giorno dottore. Che è successo? (indicando il disordine)
Ha dimenticato la finestra aperta?
GIULIANO Sì, deve esserci stata una corrente d'aria...
STEFANIA Non si preoccupi. Metterò tutto a posto io...
GIULIANO Lei mette sempre tutto a posto, signorina Vigneau...
STEFANIA E' l'abitudine, dottore!
GIULIANO Anche quando si licenzia?
STEFANIA Ho il dovere di restare al mio posto fino all'arrivo della sostituta. (lo guarda)
Che brutta faccia… cos’ha combinato?!
GIULIANO Ho passato la notte girando Parigi.
STEFANIA Ha bevuto?
GIULIANO Ho tentato: ma sono irrimediabilmente astemio.
STEFANIA Tutto sistemato tra lei e Tonia?
GIULIANO Sì, e mi spiace dirglielo, questa volta senza la sua collaborazione.
STEFANIA Ne sono felice per lei.
GIULIANO Tonia ed io abbiamo chiuso.
STEFANIA No!
GIULIANO Le ho detto che lei non voleva concedermi più il divorzio!
SREFANIA Splendido! (ride)
GIULIANO Perché ride?
STEFANIA Niente. Volevo soltanto dirle che sono andata da Tonia e le ho detto tutta la
verità. Che lei non era sposato e tutto il resto....
GIULIANO Allora Tonia sapeva?
STEFANIA Ho cercato di sistemare le cose in modo che qualcuno fosse felice...
GIULIANO Il suo compito è quello di sistemare le cose, vero, signorina Vigneau?
STEFANIA Se vuole posso ritornare da Tonia e cercare di rimediare...
GIULIANO No, odio la menzogna!
STEFANIA Me ne sono accorta, dottore.
GIULIANO E poi non deve lasciarmi solo, adesso che sono solo!
STEFANIA Perché è andato a dire un'altra bugia a Tonia?
GIULIANO Perché era l'unico modo per non sposarla.
STEFANIA Ma lei voleva sposarla!
GIULIANO Per sbaglio. Oggi, quando l'ho sorpresa con Igor, ho capito lo sbaglio!
STEFANIA Igor? Ma è un ragazzo!
GIULIANO Un ragazzo, nudo con un piccolo asciugamano a mo’ di perizoma! Quando l'ho
visto sono scappato. Dapprima rancore, gelosia... poi... camminando, mi sono
sentito leggero, meravigliosamente leggero! Ho capito di non aver mai amato
Tonia e ho sentito una gran voglia di tornare a casa, di salire le scale di corsa,
di rivedere mia moglie e i miei bambini! Poi mi sono ricordato che non avevo
moglie, non avevo figli... e mi sono sentito triste, e solo....
STEFANIA E' lì che ha provato a sbronzarsi?
GIULIANO Ma sono astemio.. Sono venuto qui allo studio… per fortuna che c'era lei...
(suonano alla porta)
STEFANIA Dev'essere il colonnello Cochet!
GIULIANO E se non aprissimo?
STEFANIA Via, le sue delusioni d'amore non debbono mescolarsi con il lavoro! Metta il
camice, presto... io vado ad aprire... (Giuliano entra nello studio, Stefania va ad
aprire. Entra il colonnello Cochet)
STEFANIA Il dottore la sta aspettando.
COCHET Perché mi ha scaricato l'altra sera?
STEFANIA E' scomparso all'improvviso.. mi sono voltata e lei non c'era più! Non me ne
voglia, colonnello. Grazie a lei ho passato una stupenda serata!
COCHET Con un altro.
STEFANIA Notizie della signora, colonnello? La cura le giova?
COCHET Spero che le giovi più che a me!
GIULIANO (affacciandosi) Buongiorno, signor Cochet... tutto bene.. nervoso stamattina?
Io la trovo magnificamente.... disteso!
COCEHET Le credo! Ho preso sei tranquillanti! (entra nello studio)
GIULIANO A noi due adesso, caro "Vercingetorige"! (entra. Stefania continua a mettere in
ordine e cura il suo cactus. Giuliano rientra) Stefania?
STEFANIA (sobbalza al suono della sua voce e s’illanguidisce un po’) Sì, dottore...
GIULIANO (tossicchia) Ha già deciso dove andare in ferie quest'anno?
STEFANIA Forse arriveremo fino in Bretagna... la mia due cavalli ogni tanto ha delle noie
al motore...
GIULIANO E se mi ficcassi anch'io nella macchina, magari tra sua madre e la cagnetta?
STEFANIA Davvero, verrebbe?
GIULIANO Dato che non conosco la Bretagna….
STEFANIA Potrei fare in modo di mandare mia madre da mia sorella...
GIULIANO Crede sarebbe possibile? (fa il gesto di levarsi dai piedi la mamma)
STEFANIA Credo che capirebbe… Le posso lasciare anche Frida, per farle compagnia...
GIULIANO Allora d'accordo: Bretagna?
STEFANIA Se fa piacere a lei... io ne sarei felice!
GIULIANO (tossicchia) Stefania?
STEFANIA Sì...
GIULIANO Credo che finirò per baciarla...
STEFANIA Sì?
GIULIANO A meno che lei non abbia obiezioni.
STEFANIA Nessuna.
GIULIANO Allora, io, bacio?
STEFANIA Se vuole.. (si baciano)
GIULIANO Ecco, l'ho baciata!
STEFANIA Lo so.
GIULIANO Credo che lo farò molto spesso.
STEFANIA Anch'io! (si baciano di nuovo)
GIULIANO E' strano!
STEFANIA Cosa?
GIULIANO E' come se tu fossi stata sempre mia moglie
STEFANIA Caro! (Stefania lo guarda mentre si avvia allo studio. Sulla soglia lui le lancia
un bacio. Lei risponde. Si affaccia sull'uscio il colonnello Cochet, con la bocca
aperta e ferri in bocca. Farfuglia frasi incomprensibili. Il dottore lo spinge
dentro e richiude. Stefania sogna con il suo cactus, sospira, accarezza il libro
degli appuntamenti, poi si riscuote. Prende un kleenex e si asciuga una lacrima
di commozione; il telefono squilla)
STEFANIA Pronto, studio dottor Foch! Non posso prendere appuntamenti perché il dottor
Foch va in vacanza... provi a ritelefonare tra quindici giorni! (riattacca, altro
squillo) Pronto, studio del dottor Foch! Come? Il dottore è occupato, vuole
lasciare a me il suo messaggio? Chi parla? Ah, una hostess delle linee aeree
svedesi? E' libera stasera? Attenda un momento. (pensa un po' poi aggiunge) Il
dottore m’incarica di dirle che ormai l'hanno messo ai servizi a terra! Non
capisce? Ecco: il dottor Foch si sposa! Buongiorno! (riattacca, squillo) Pronto,
studio del dottor Foch. Ah è lei signora Durand? Temo sia impossibile signora!
Il dottore e io partiamo insieme per le vacanze in Bretagna. Proprio perché è lei
posso fissarle un appuntamento fra un mese: mercoledì 19 alle cinque...
d'accordo. Inutile ricordarle, signora, che il dottor Foch è molto puntuale e che,
da stamane, rue Dupont non è più a senso unico!