Firenze – Terni, andata e ritorno

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EMANUELA AURELI

Atto unico teatrale

“FIRENZE-TERNI ANDATA E RITORNO”

Da un’idea di Carlo Conti

Scritto da Gaetano Gennai

 

Regia di Gaetano Gennai

Con

Emanuela Aureli e Gaetano Gennai

Entra in scena E. nei panni di Mariola, a modo suo elegantona, come si può vestire una donna semplice che va ad un colloquio di lavoro e quindi anche molto preoccupata.

ESTERNO: MARIOLA

(pensando di essere da sola)

“Allora, famme pensà per bene che non me so scordata niente… me so messa lo vestito bono, le culotte me le so cambiate, la dentiera me la sono improfumata, l’indirizzo dell’annuncio è giusto… Meno male che so arrivata la prima, che quando vai a cercare lavoro ci hai sempre il rischio d’incoccià un sacco de rompi scatole che sono prima de te col rischio che te lo soffiano… (solo adesso accorgendosi del pubblico) ammazza quanta gente, tutti qua per lo lavoro? E io che me pensava d’esse la prima… Buonasera, buonasera a tutti, sono Mariola, la regina della guardiola, la portiera insomma. No, no signora non portiera di una squadra di calcio, che in ogni caso sarei sempre meglio di Tagliatatela, che mi marito dice sempre che coi gol che piglia invece di tagliare la tela se dovrebbe tagliare qualcosaltro! A proposito di mi marito, visto che l’ho lasciato a lavorare da solo, vi dispiacerebbe farmi passare per prima, che tanto è na cosetta da niente.

INTERNO: GAETANO

(Dopo una giornata di duro lavoro si prepara ad una serata di relax)

Sono stravolto, meno male una serata calma in casa, una buona birra, la televisione e chi sta meglio di me…

(accende la tv e vede O. L. Scalfaro)

OSCAR LUIGI SCALFARO                                                                       

“E’ una verrrrrrgogna! Davanti a simili accuse, io forrrtemente mi dissocio e pubblicamente dico no!”

G.

O cos’è, una replica di qualche anno fa?

O. L. Scalfaro

 “Basta con questa lotta al massacro, le istituzioni debbono opporsi ferrrrrmamente al dilagare di questo malcostume che è l’obesità! Ne sa qualcosa Marco Pannella, ne sa qualcosa Giuliano Ferrara, che da quanto è grasso ormai fa capoluogo di provincia e si allarrrrrga sempre di più a macchia d’olio. Io parlo per esperienza avuta con mia figlia Marianna, quando era bambina… rrrrrrrricordo con orrrrrrore di quando aveva 15 anni, era così grassa, ma così grassa che per mettersi la sciarpa le ci voleva il boomerang! Adesso vi saluto, mi rimetto la naftalina in tasca e corro da Paolo Limiti. Me ne vado in tutta fretta, c’è la Pizzi che m’aspetta!”

 

G.

Minchia, Nilla Pizzi! E' sempre viva? Quanti anni ha, 240? La datano col carbonio c.

ROSA RUSSO JERVOLINO

“Buonasera a tutti, sono Rosa Russo Iervolino e respingo energicamente ogni affermazione del caro Oscar. Io sono una donna larga, è vero, ma solo di vedute. Per ciò, a quest’età, mi sento propensa ad un’apertura a sinistra, un’apertura al centro ed un apertura a destra. Ma sono propensa anche ad un’apertura delle Porte Sante, ad un’apertura dei “casini”! Con tutto il rispetto per Pier Ferdinando Casini, si capisce. Ora, poiché sono riuscita prendere la parola, volevo dire due parole su di un argomento che mi sta molto a cuore. Proprio in questi istanti centinaia d’Albanesi hanno preso d’assalto le spiagge della Puglia via mare con i loro gommoni. Si è trattato però di un falso avvistamento, in realtà l’imbarcazione avvistata era la bocca d’Alba Parietti che conteneva 14 albanesi e che in ogni modo per precauzione è stata sequestrata all’altezza di un’enorme boa, poi rivelatasi in realtà non una boa ma l’ex ministro alla sanità Rosy Bindi, che se non intervenivamo io e la Meandri a tirarla fuori dell’acqua, affondava come il “Titanic”.

G.

Minchia, Rosy Bindi….. ma quant’è brutta la Bindi! Rosy, sei stata ministro della sanità, fatta una plastica, te la pagavo io! Pensare che una brutta come lei sono anni che tiene in mano il PPI, inteso come Partito Popolare, poi dice il PPI non cresce, per forza….. è grassa se non cala del tutto! Affondava come il Titanic…..

CELINE DION

“My heart will go on”

G.

Non so quanto valga l’opinione di una cantante, di una donna come questa Celine Dion, che se proprio lo vogliamo dire, e noi lo vogliamo dire, ha fatto più operazioni di una calcolatrice; ha fatto tanti di quei tiraggi alla pelle che se ride, di colpo si alzano le ascelle e le vengono le gambe a X!

Mariola

(suona alla porta insistentemente)

G.

(Abbassa il volume della televisione e borbotta tra sé)

Chi è che rompe le balle a quest’ora?

(Ad alta voce)

Chi è?

M.

Scusate dottore, disturbo? Sono venuta per quel posto da governante.

G.

(Tra sé)

O mamma, l’annuncio per la governante, me n’ero scordato completamente!

(Ad alta voce)

Avanti, avanti, è aperto, s’accomodi…..
(Tra sé)

Che Dio me la mandi bona …..

M.

(Entra piano, piano)

Buongiorno dottore, mi chiamo Mariola, tanto piacere. Ma i complimenti, sa? Lei ci ha una casetta proprio tanto caruccia, arredata con tanto gusto, na chicca!

G.

(La scruta bene bene, dall’alto in basso e non può trattenere un pensiero ad alta voce, volgendo lo sguardo verso l’alto)

Bona una sega, (alzando gli occhi al cielo) grazie eh! (Rivolto a Mariola) Veramente l’ ha arredata la mia ex moglie! Ci siamo separati perché mi diceva che io pensavo sempre al sesso! Ora veniamo a noi, a me serve una donna, come dire, tuttofare, che badi ad ogni mio bisogno, che mi soddisfa dall’A alla Z. Lei mi capisce, vero?

M.

Mamma mia ndo so finita, tra le grinfie di un matto depravato, e non c’è neanche mio marito.

G.

Che cosa dice, è per il lavoro. Devo cercare di sapere qualcosa di lei, signora, si rilassi, non pensi a niente, si lasci andare, si concentri sul buco nero… pensi fortemente al buco nero… sta pensando al buco nero?

M.

Sì! Diciamo di sì… se ho capito bene…

G.

Che cosa vede pensando al buco nero?

M.

Micol Jackson!

G.

Ho capito, è meglio cambiare impostazione del colloquio: Mariola, mi parli un po’ di lei, della sua famiglia, del suo lavoro, lei ama la natura, lei ama gli animali… gli uccelli, per esempio, come se la cava, qual è il suo rapporto con gli uccelli, n’è attratta, le danno allegria o le danno solitudine… in due parole, Mariola, gli uccelli che paesaggio le ricordano?

M.

Dottore, si fosse pe’ mi marito, me viene in mente “Il Deserto dei Tartari”, grazie a qualche inquilino del palazzo ndove c’ho la guardiola, diciamo più l’autostrada FIRENZE-PRATO…

G.

In che senso, non capisco?

M.

Il tratto è corto, ma ce vanno in su e giù in parecchi!

G.

Mi parli allora di suo marito!

M.

Bono quello, pelandrone, scansafatiche, buono a nulla che non è altro. Lo sa dotto’, se fanno il campionato mondiale de scansafatiche, lei ce lo sa come riva mi marito?

G.

Sicuramente primo signora.

M.

No! Ultimo. Glielo ho detto che è uno scansafatiche! Non c’è verso di ragionare con lui, lui pensa sempre alla pensione, sempre co sta pensione, non parla altro che de sta pensione… un’ossessione dottò!

G.

Ma allora non è uno scansafatiche come dice lei, è un uomo che ha lavorato tutta la vita e che sta accarezzando l’idea di raggiungere la tanto desiderata meta della pensione…

M.

Dottore, mi permetta sa, se vede che lei è un tipo che ha studiato tanto, può pure essere che è un poco laureato, ma de comprendonio è duro forte sa? La tanto desiderata meta, come dice lei, de mi marito non è la pensione lavorativa, nossignore, è la pensione “Miramare” di una certa Cesira, una vedova allegra che a mi marito gli fa pelo e contropelo. Ma quest’anno ho deciso che ci vado anch’io con lui, almeno li depilo tutti e due!

G.

E per quanto riguarda i bambini? Lei sa come nascono i bambini, vero Mariola?

M.

Grosso modo una mezza idea ce l’ ho ….. magari non a memoria, ma ce dovrei avere un appuntino scritto da qualche parte ….. m’ aveva detto quarcosina mi madre tempo fa ….. ma ora, sul momento, dovessi dire che mi ricordo direi una bugia. Quarcosa che riguardava la Principessa che stava sul pisello, con l’ape che invece stava sotto il cavolo con la capra, il lupo e la cicogna. Ad un certo punto è arrivato Merola con il merolone di fuori e zac! Un merolone che se n’avesse anche la metà mio marito che per queste cose è pigro, ma pigro, ma m’aiuti a dire pigro ….. oh, m’aiuti, se ie dico m’aiuti, m’aiuti no? Pigro …..

G.

Pigro, pigro…

M.

Ma no, di più, molto di più… (rivolta al pubblico) aiutateme anche voi …. E ma pure voi a pigrizia nun scherzate, così pigro che piuttosto che fare figli, aveva deciso di adottarne uno. Ma poi non se n’è fatto de gnente perché ci volevano dare un bambino americano, che dice dottò, io non so na parola d’inglese, mi marito peggio de me, ce veniva a costare troppo d’interprete!

G.

(Gaetano va verso la sua scrivania)

Zitta, basta, silenzio! Lei non sa cosa ho dovuto passare io da bambino! Tutto ha avuto origine nell’infanzia!  Nei traumi che io ho subito. Ricordo perfettamente le negazioni, le frustrazioni dei   miei genitori: “Mamma, posso leccare la tazza quando ho finito? Ti ho detto di no! Tira lo sciacquone come tutti, che è meglio!”.

I bambini… questi tesserini teneri, fragili, meravigliosi… da piccoli! Poi, i mostriciattoli crescono ed all’improvviso ti ritrovi a giro per casa dei nani che distruggono tutto quello che trovano, mobili, soprammobili, telecomandi, cellulari. Ad un certo punto, prima, ma molto prima di quanto  ti possa aspettare, acquistano il dono della parola, indispensabile per questi dolci esserini, perché senza di quello non potrebbero mai sparare delle cazzate micidiali: “I miei mi mandano spesso a passare l’estate coi nonni, ma io al cimitero mi annoio!”. Bisogna stare attenti a non esagerare con le punizioni. Io ricordo di come salutavo i parenti quando mi venivano a trovare: ” Ciao mamma, ciao babbo, ciao nonni! Ma quando mi fate uscire dalla lavatrice?”. Quando meno te lo aspetti il vero gran trauma: ” Mamma, cos’è questo puzzo di morto? Mamma… mamma… mamma!!!”. Sono queste le esperienze che ti fanno aprire al sesso…  le prime esperienze… magari tra fratello e sorella… è successo, succede e succederà, come Carmelo 14 anni e sua sorella, Concetta, 12: “Minchia Concetta, a fare l’amore sei meglio della mamma! Lo so Carmelo, lo so, me lo dice sempre anche papà!”. Segno evidente che anche tra i bambini il potere lo gestiscono le femmine anche se poi come il solito sono le più indecise. Pensa che per sapere se un bambino le piace o no si tolgono gli slip e le gettano in aria: se ricadono non le piace, se invece restano attaccate al soffitto, le piace… e tanto! Ma anch’io ero un bimbo sveglio. Grazie alla mia mamma, anzi, è più esatto dire per colpa della mia mamma! Per forza, ma è possibile che una mamma che vuole rassicurare il proprio piccino che tiene in collo, con lo scopo di farlo addormentare, vada a cantargli: “NINNANANNANINNAO, questo bimbo a chi lo do?” Io la guardavo come per dire, “O mamma …..” Ma lei continuava “Lo daremo alla befana che lo tiene una settimana!” ma allora sei scema! Niente, perfida come solo le mamme sanno essere, “Lo daremo all’uomo nero che lo tiene un anno intero!” Io fino ad otto mesi non ho mai chiuso occhio! Giravo per la casa che sembravo uno Zombi ….. con gli stecchini ….. dicevano i vicini “Ma non dorme mai questo bimbo?” Una sega! Per vedere se mi risvegliavo a Tirana! Poi uno cresce, sette, otto anni ed allora t’insegnano le filastrocche, una delle più conosciute è “AMBARABA’ CICCI’ COCCO’ ”, sento che anche qui stasera ci sono molti rovinatissimi fin da bambini! Dietro questa filastrocca apparentemente innocua, si nasconde in verità una tragedia, basta analizzarne un attimo il contenuto. Intanto comincia con una frase in codice di cui ancora oggi s’ignora il significato: “Ambarabà ciccì coccò”. Poi prosegue con “Tre civette“, no tre scoiattolini, tre cricetini, bellini, no! Tre civette, che sono quegli animali schifosi, notturni, con gli occhi di fuori e dove stanno questi tre esseri immondi? “Sul comò”! L’unico mobile buono di casa. Continua “Che facevano l’amore” ….. tre civette ….. sul mio comò ….. perché? Da sole? No! “Con la figlia del dottore” Allora, c’è il comò con i cassetti aperti a scala, sopra le tre civette che ci do, che ci do, con la figlia del dottore, nota porcellona del posto, il dottore che ha lavorato una vita per far studiare la figliola, torna prima a casa dal lavoro e vede la scena, gli piglia una sincope, infatti “Il dottore s’ammalò”. Allora a questo punto ricapitolando abbiamo: le tre civette sfinite, il comò distrutto, la figlia del dottore sdrapanata peggio del Gran Traforo del San Bernardo, il dottore sdraiato per terra più di là che di qua e cosa succede ….. “Ambarabà ciccì, coccò” Non gliene frega niente a nessuno! Ma si può!

(L’occhio di bue torna ad illuminare anche Mariola, fin’ora al buio per permettere il pezzo di Gaetano)

Ma torniamo a noi Mariola, voglio conoscerla meglio. Lei, com’è dentro?

M.

Dentro?

G.

Dentro, nel profondo, sotto questa pelle che la ricopre, com’è, ancora integra, o già incrinata sotto il peso della vita?

M.

(Estrae dalla sua borsa delle radiografie)

Ora ho capito, incrinata, un po’ sì, ci ho un pochetto d’ostiaporosi e due dischi schiacciati, proprio qui dove ha detto lei dottò, sotto il peso della vita. Ma allora lei è un esperto di dischi!

G.

Sì, dei dischi, d’Anna Oxa… Vada, vada, si ritenga assunta da subito e mi faccia subito un buon caffè, così la metto subito alla prova! Vada, vada ….. (assumendo un’aria altamente ingrifata) mamma mia quanto mi tira l’Oxa, se l’avessi qui, adesso, potrei fare pazzie!

(E torna alla tv, proprio mentre arriva l’Oxa).

ANNA OXA

“Senza Pietà”

 (Torna Mariola con il caffè)

G.

(Sorseggiando il caffè)

Lei quanti anni ha Mariola?

M.

Dottore mio, ‘n se chiede mai l’età a na signora. Lei quanti anni me darebbe?

G.

Se fossi un giudice le darei l’ergastolo, ma siccome sono un attore ….. guardandola un po’… più o meno l’età di Raimondo Vianello! Vada, vada pure a pulire che io ho da fare, c’è una cosa che devo seguire in televisione.

( Ed accende la televisione)

RAIMONDO VIANELLO

Sì! Sì, la mia età, le piacerebbe… sì… per gamba ce l’ha la mia età, quel millepiedi! Buonasera, buonasera a tutti, buonasera. Sono venuto per dire la mia sul Giubileo e siccome ognuno deve portare la sua croce, io ho portato mia moglie! Sandrina, vieni Sandrina vieni…..

SANDRA MONDAINI

Raimondo, Raimondo mi hai chiamata? EEEEEE, quanta gente, ma cos’è? Mi hai portata ad una festa senza dirmi nulla? Ma che bello, cos’è, uno spettacolo? Ma quant’è che non mi portavi fuori?!?!

R. V.

L’ultima volta che ti ho portata fuori era allo zoo, ad entrare tutto bene, ad uscire ho dovuto chiamare il nostro avvocato a testimoniare che non eri lo scimpanzé, se no eri ancora lì a mangiare le noccioline!

S. M.

Raimondo, non cominciare a dirmi cose cattive se no chiedo la separazione.

R. V.

Cos’è, una minaccia o una promessa?

S. M.

Una promessa. Anzi, no la separazione, chiedo la rottamazione! Ti riporto indietro e mi faccio dare un marito di 40nni! Uno che mi riempia d’attenzioni, che mi sappia ancora apprezzare, un uomo che quando scendo dalla macchina mi apra lo sportello della macchina!

R. V.

Guarda Sandrina che quando un uomo apre lo sportello della macchina ad una donna, i casi sono due: o è nuova la macchina, o è nuova la donna! Nel mio caso sono da buttare via tutte e due, hai capito? Sandrina, per apprezzare veramente una donna come te ci vorrebbe un rigattiere, meglio un antiquario, o addirittura un archeologo! Hai capito, un archeologo!

G.

Non sta bene parlare così di un sarcofago, volevo dire di una donna… insomma, di quel coso lì. Però la colpa è solo la sua, scusa, poteva sposarsi un pezzo di donna come si deve, che ne so, un pezzo di marcantonio come Mara Venier!

MARA VENIER

Ma per favore non mi parlate di Marco e nemmeno d’Antonio, piuttosto parlatemi di Galeazzi, il mio “Bisteccone” preferito! Come me manca sta panza! Meno male che quest’estate siamo stati quasi un mese assieme… nun ve dico! A giugno l’ho incontrato in un centro di dimagrimento ad ABBIATEGRASSO… na tragedia… è ingrassato altri dodici chili, per forza, in un posto che si chiama ABBIATEGRASSO, t’engrassi solo a respirà, no! Lo chiamavano “Bisteccone Ducale!“. A luglio ci siamo ritrovati per lavoro in Sardegna ed abbiamo passato dei giorni in barca, che se devo da dire la verità, a me nun è che la barca me piace più de tanto. Semo troppo diversi, che so, la barca, ad esempio, ci ha una poppa sola e pure de dietro, mentre io come sanno tutti, di poppe ce n’ho due e qui sul davanti! Bisteccone mi ha fatto delle confidenze e mi ha detto che aveva ricevuto un’ottima offerta da Mediaset, ma che era stato costretto a rifiutarla perché con tutta la buona volontà non riusciva ad entrare a Mediaset! No, cos’avete capito, non è una questione di fedeltà alla RAI, è una questione di taglia: Bisteccone è una XXXLarge, come fa ad entrare in una MEDIAset? Da quanto ho riso per questa cosa sono caduta in mare, io che non so nuotare bene anche se le mie boe un po’ mi sorreggono, proprio mentre passava il motoscafo del Notaio delle mie trasmissioni e visto che stavo affogando, non sono riuscita a trattenermi dal gridare: ” Signor Notaio… signor Notaio… per favore… un aiutino!”. Perché da quando non sto più con Renzo, non mi aiuta nessuno. Magari c’è chi mi appoggia (mimare)… chi mi dà una spinta (mimare)… chi mi offre una mano (mimare)… ma niente di più. Anche con Bisteccone ci siamo provati ad andare un po’ oltre l’amicizia, ma niente da fare: a baciarci non ci arriviamo per colpa mia (indicare le tette), a fare di più non ci arriviamo per colpa sua (indicare la pancia)! Allora non mi resta che buttarmi al lavoro e proprio ora mi hanno proposto un programma dedicato tutto a me: “Fantastica”! Pensate che per accettare questo programma ho perfino rinunciato a dei film che mi aveva proposto Tinto Brass, uno era un rifacimento del grande Germi, intitolato “Ladri di reggitette”, dove io ero ovviamente la protagonista e l’altro una rivisitazione di Walt Disney, “Mettimelo Qui, Quo e Qua”.

Basta, ho deciso, torno al mio Cruciverbone con il fido Bisteccone che è un esperto, l’altro giorno gli ho chiesto  “Parte intima femminile di quattro lettere” e Bisteccone mi ha chiesto: “Orizzontale o verticale?” “Orizzontale !” “allora non è quello che pensavo io!”.

G.

Eppure anche l’amara Mara….. due colpetti, uno da una parte ed uno dall’altra, per la par condicio. Con quelle poppe che non finiscono più, ma che c’ ha, la nona di Beethoven? Se quando muore come donatrice d’organi dona le poppe, fa felice almeno dieci donne….. e una trentina d’uomini!

ROSANNA LAMBERTUCCI

Buonasera, buonasera a tutti dalla vostra Rosanna Lambertucci. Sono qui per invitare tutti ad entrare nel gran mondo della (scandito bene) “Culinaria”, che non è assolutamente un circolo ricreativo con a capo Tinto Brass! Culinaria… no! Un’alimentazione giusta, calibrata e ricca di vitamine è alla base di un corpo giovane, agile e scattante. Non accaniamoci con la lotta agli in estetismi, l’importante è piacersi come siamo. Basta col silicone al seno, chi ha la 1° vorrebbe avere la 2°, chi ha la 3° vorrebbe avere la 4°, chi ha la 5° vorrebbe avere la retromarcia. Mettetevi in testa che non potete diventare bellocce come la Bellucci che ha un sedere così bello che potrebbe stare davanti. Al massimo, con un poco d’impegno, potrete assomigliare alla Zanicchi, che ha una faccia così brutta che dovrebbe stare di dietro! E’ più facile che un ricco passi dalla cruna di un ago che un povero esca da una Kà! Ed allora, per avere un corpo bello tonico ecco qua le tavole della “Legge Lambertucci”:

1.Mangiate sempre in bianco, anche se il nero snellisce;

2.Non bisogna piangere sul latte macchiato;

3.Le carote fanno bene alla vista. Avete mai visto un coniglio con gli occhiali?;

4.La differenza tra un coniugato ed un single è che il single  torna a casa la notte tardi, guarda cosa c’è nel frigo e va a letto. Il coniugato torna a casa la notte tardi, guarda cosa c’è nel letto e va al frigo.

G.

A proposito di cucina, quante leggende metropolitane ci sono in giro che uniscono la cucina alla medicina. Ad esempio una delle credenze è che le ostriche siano afrodisiache. E’ Falso! O perlomeno non è così… o meglio, non tutte! Voglio dire, ieri sera sono stato a cena con la mia segretaria e poi a casa mia. Ecco, pensate, della dozzina di ostriche che ne ho mangiate, solo nove hanno fatto effetto!!!

Ma i momenti di maggiore crisi sono i periodi di dieta quando dopo un po’ hai una fame che vedi le tacchine farcite che stanno sotto le pensiline sul viale a fare l’autostop. Per non parlare della notte….. (parte la sigla)

Certe notti ti svegli di brutto

Che sono le quattro dai crampi che hai,

Certe notti hai una fame da lupo

Che sembran tre mesi che non mangi più.

Certe notti abbracci il tuo frigo

Come un vecchio amico del tempo che fu

Lo accarezzi, lo guardi, lo apprezzi

Ti ci butti sopra come Raquel Welch.

LIGABUE

(Inizia da qui continuando la canzone “Certe Notti”)

Non si può restare soli, quelle notti lì

Chi si accontenta gode, così e così…

(Alla fine della quale torna Gaetano).

G.

Tornando però alla problematica della fame vorrei tenere presente che c'è anche l’altra campana, vale a dire una tipologia di donna, asciutta, esile, magra, ma così magra che il suo pigiama a strisce ha una striscia sola. Allora verrebbe di chiedere al soggetto in causa cosa l’ha ridotta in questo stato: una dieta troppo rigida? Forse il pagamento dell’ultima dichiarazione dei redditi? Sì che quest’anno è entrato finalmente in funzione UNIKO, il modello semplice… consta di soli cinque fogli… con allegato un volumetto di 78 pagine per le spiegazioni di come riempirle. Eppure, coi politici che abbiamo, basterebbero solo tre righe e senza tante spiegazioni: A) quanto hai guadagnato quest’anno?

B) Quanto hai speso per sopravvivere?

C) Dacci tutto il resto!

Più semplice di così si muore… ma a proposito di questo, dicevo poc’anzi io debbo intervenire ed implorare il soggetto che si è lasciato andare così con frasi che lo stimolino, che gli facciano da input, come: “Dimmi che non vuoi dimagrire ancora.” Oppure “Dimmi che non vuoi deperire ulteriormente!” O, meglio “Dimmi che non vuoi morire!”.

PATTY PRAVO                                                                                         (Dimmi che non vuoi morire)

Vedi, sono magra più che mai,

Senti, mi si conta le ossa ormai

Sarà colpa di tutti i cannoni

Che mi sparo ogni giorno ormai

Credi, che mi faranno male?

Forse, più delle canne sai cos’è,

Sniffo coca più di Fred Astaire

Non vorrei che invece fosse stata

Quella boccia di grappa che

Mi son bevuta, stamani a colaziooone

Me lo cambio io il fegato che,

Mi si è ingrossato ormai per tre

Fammi operare, bisogna asportare,

E’ l’unica per non morire

G.

(Sprofondato nella lettura di un quotidiano, commenta alcune notizie)

Da “La Costituzione italiana”: “L’Italia è una Repubblica fondata sul… Gratta e vinci! “. Noi compriamo i biglietti, i nostri politici come il solito grattano… a noi, e vincono… loro. Il primo dovere d’ogni italiano è pagare le tasse. Giusto, lo trovo doveroso, perché i soldi delle tasse servono poi per le scuole, per gli ospedali, per i carceri, per le strade e le autostrade ….. le autostrade! Avete mai provato a fare la Salerno-Reggio Calabria? Inizio a quattro corsie, improvvisamente tre, poi dietro la curva due! Esci dalla galleria, una corsia ….. a senso alternato! Segui la striscia, rallenta, 90 km/h, 60, 40, 10! La mia macchina da ferma, senza le chiavi nel quadro, segna 20km/h, come faccio a non fare più di 10, la trattengo? Segui la striscia, continua a seguire la striscia, scendi dal gard rail, casello, bravo. Casellante: “Sono 35.000!” Ma le devo dare io a voi, o le date voi a me per essere arrivato vivo fino a qui? Poi dice “Cristo si è fermato ad Eboli”… si vede che è stato fortunato se è arrivato fino ad Eboli! C’è gente che dalla disperazione ha preso la residenza negli Autogrill. Che si chiamano così perché dopo otto ore che stai in coda sotto il sole a 45° sul cofano della macchina ci puoi cuocere le bistecche… da cui il nome auto-grill!

Le SCUOLE prima erano uno scandalo per gli insegnanti, pensa che quando andavo a scuola io, c’erano maestri di matematica che non conoscevano la differenza tra un fattore di potenza ed un contadino di Macerata! Oggi lo scandalo lo fanno truccando i concorsi. Ma sembra che lo abbiano fatto a fin di bene, nel senso che impegnandosi gl’insegnanti in prima persona a copiare in ogni modo per essere poi preparati a scoprire ogni trucco dei loro futuri allievi ….. si, va bene!

Gli OSPEDALI, sarebbe come sparare sull’ambulanza. Io sono stato una sera in coda al Pronto Soccorso, neanche tanto a dire il vero, un paio di minuti. Non che dopo fosse toccato a me, ma è che nel frattempo ho sentito una signora che chiedeva: “Scusi, dottore, ma mio marito è grave?” “Non le saprei dire, signora” “Mi sa almeno dire che cos’ ha, dottore?” “Questo lo stabilirà l’autopsia, signora!” Due minuti ed ero già fuori!

Le CARCERI stanno scoppiando, dove c’è posto per 400 detenuti ce ne sono più di 800, che poi sono sempre più delle guardie. Ora sembra che i nostri politici si siano messi di buzzo buono per ampliare le carceri italiane, renderle più comode, confortevoli, celle con moquette, tv color, idromassaggio, telefono in camera e piscina. C’è in preventivo di spendere almeno 2.000 miliardi per le carceri rispetto ai 150 miliardi per gli asili. Dice, ma perché questa differenza di spesa? Il fatto è che i nostri politici non hanno in programma nei prossimi anni di tornare all’asilo! Mentre invece ….. Mai che un politico abbia poi il coraggio di prendersi le proprie responsabilità. Si prendono tutto, ma le loro responsabilità mai!

IRENE PIVETTI

Quanto ho sentito non è assolutamente vero. Io ho smesso di fare politica proprio perché mi sono assunta le mie responsabilità. Avevo una relazione sentimentale con il Brambillino, nonostante le accuse di pedofilia che mi sono state mosse, sono andata per la mia strada ed ho rinunciato a stare alla Camera per stare in camera, la mia camera da letto dove mio marito è solito raggiungermi col suo triciclo più volte il giorno. Mio marito, nonostante l’apparenza è un uomo maturo, non perde mai le staffe se non quando gli cade il ciucciotto e quando arriva l’ora del biberon. Ma non voglio parlare della mia famiglia, parliamo piuttosto di questa gran famiglia che è l’Italia, dove si sta tanto bene che vengono a trovarci tanti stranieri, Bielorussi, Mondavi, Slavi, Kosovari, animando le nostre coste con i loro gommoni. Allora io dico, non sparate a loro, non mitragliate a loro, mettete dei fiori nei vostri cannoni… ma mettete anche dei chiodi ai loro gommoni, perché con quest’Albanesi non ci si fa più! Finché vogliono lavare il finestrino dell’auto in città, passi, ma che al mare li trovi sott’acqua, dietro uno scoglio, che ti vogliono lavare per forza la maschera subacquea, mi sembra un po’ troppo eh!

G.

Certo, un tempo c’era l’angoscia di arrivare al semaforo e trovare il rosso che ti fermava, ora c’è l’angoscia di trovare il nero che ti vuole lavare il vetro e non so cos’è peggio! Che poi, a dire il vero, non ho ancora capito bene se tutti questi albanesi sono originari d’Alba od amici d’Albano …..

ALBANO e ROMINA

Felicità, è un Albanese senza pretese la

Felicità, un clandestino al tuo finestrino, la

Felicità, un immigrato col rolex dorato, la

Felicità, felicità,

Senti nell’aria c’è già un vecchio gommone, il casino che fa,

Imbarca acqua e mi sa che non ce la fa

Vedo annaspare, bevendo, gridando e sbraitando in qua e in là

Peccato che in quel casino là Romina non ci sta …..

Infelicità!

G.

Basta, basta, basta con questa polemica sugli extracomunitari, ma soprattutto basta con il razzismo. Siamo tutti figli di Dio, ogni scarafone è bello a mamma soje, non c’è più la mezza stagione, ma quel che più conta, di mamma c’è n’è una sola….. e meno male! No, voglio dire, provate a pensare se ce ne fossero state tre o quattro. Allucinante, ognuna di loro avrebbe avuto da dire su quello che facevi che non solo era sicuramente in disaccordo con il suo parere, ma che di certo non sarebbero state d’accordo nemmeno tra loro. Un casino da cui non saremmo usciti in nessun modo! Eppure senti gli altri, i tuoi amici, che se n’escono con frasi del tipo: “La mia mamma è un angelo!”. Ti verrebbe voglia di guardarli negli occhi e rispondergli: “Beato te….. la mia è ancora viva!”. E tutte le puttanate che si sono dette su questa donna, la mamma, come la frase che spesso riecheggia “Son tutte belle le mamme del mondo”… tutte… un attimo, parliamone, non so le altre, ma la mia NO! Potrà essere spiritosa, simpatica, anche intelligente se vogliamo, ma bella NO! Un metro e quaranta per centottanta chili, barba, baffi e basette all’irlandese… c’ ha dei peli sulle gambe che se si gira di scatto si frusta da sola… la mia mamma può essere tutto, ma bella proprio NO!

LEVI MONTALCINI

Buonasera, buonasera a tutti. Vorrei rispondere a tutti coloro che hanno chiesto se è vero che io e Leonardo da Vinci eravamo in classe assieme. No, non è vero che io ed il grande Leo eravamo in classe assieme, non sono poi così decrepita. In realtà lui era due anni avanti al mio corso. Io ero invece in classe con degli studenti assai irrequieti che poi hanno fatto clamore nella storia del nostro paese. Ricordo un certo Giuseppe Mazzini, golosissimo, mangiava di tutto, ma era fissato soprattutto con la “Carbonara”, ne parlava sempre e ci faceva una gran testa così! Anche di altri ho un ricordo nitido, come i due fratelli Gari. Sì, uno Gari Baldi, era sempre dietro alla sua fabbrica di camicie, le produceva solo rosse ed aveva aperto mille punti vendita in franchising attraverso tutta l’Italia, Marsala, Quinto, Calatafimi, Teano. L’altro fratello Gari, Cooper, invece emigrò in America e si dette al cinema e sinceramente non ebbe a pentirsi. Ah, dimenticavo un tipo strano, fuori corso, con la barba lunga, capelli lunghi. Parlava sempre di parabole ma nessuno ha mai capito a quali canali si riferisse, se a “Tele + 1”, o “Stream” o “D +”. Agli esami prendeva sempre il voto più basso, ma non si rammaricava mai, anzi n’andava orgoglioso e diceva: “Beati gli ultimi perché saranno i primi!”. Ed, infatti, poi era il primo ad andare via al suonare della campanella, finché un giorno un professore gli disse che doveva essere accompagnato dal padre per un increscioso episodio di moltiplicazione di pizzette e merendine….. e lui non si è più visto! Prima di salutarvi voglio rispondere a chi mi ha scritto a proposito dell’utero in affitto, che trattandosi di un affitto, come tutti sanno è di difficile trattamento. Comunque è sufficiente mettere un annuncio di questo tenore:

“Affittasi enorme locale, con ampio parcheggio di dietro, anche due posti auto; ingresso indipendente sul davanti, oggetto immerso nella natura con boschetto che protegge; no telecomando, ma apertura a chiavi in mano; no agenzia, no perditempo (alla mia età non si può perdere altro tempo), solo interessati veramente amanti dell’oggetto, chiedere di Rita” Al resto ci penso io!

G.

Queste parole mi riportano ad un concetto di fede a tutti noi molto caro, in un anno come questo in cui il Giubileo e la Chiesa fanno da padrini, pardon, da padroni. Ed in tutto ciò ci sono uomini di fede accanto ad Emilio, di poca Fede; cantanti come Gigliola Cinguetti, che non può dimagrire nemmeno mezzo chilo, se no sparisce del tutto, accanto a cantanti come Rita Pavone, che non può perdere nemmeno mezzo metro, se no sparisce anche lei; cantanti che sono partiti dal niente e che dopo venti anni sono diventati Zero ed altri che erano dolci come Zucchero, ma che con gli anni sono diventati tondi come Pavarotti. Cosa ci può essere peggio di tutto questo? Ritrovarseli davanti tutti assieme!

G. CINQUETTI/ R. PAVONE/ R. ZERO/ ZUCCHERO/ L. PAVAROTTI

Middle in gruppo.

G.

Certo è proprio vero, le disgrazie non vengono mai sole, ma così è troppo! Che poi di cinque non se ne fa uno. Nel senso che a livello d’italiano, lasciano un po’ a desiderare.  “Miserere, miserere, misero me …..” Misero te? Evasione fiscale patteggiata con il versamento di 25.000.000.000, misero te?!? Oppure,

RISPOLI

Intanto buonasera a tutti. Sono veramente grato delle belle parole che lei ha speso, parole così adatte, così giuste, così simpatiche, così cordiali! Inoltre le sono veramente grato di avermi ospitato in questo suo studio, uno studio così adatto, così giusto, così simpatico, così cordiale! Lei diceva bene poc’anzi parlando dell’italiano, una lingua così giusta, così simpatica, così cordiale che però ormai ben pochi parlano. Eppure si tratta di persone nate e cresciute in questa Italia, un’Italia così adatta, così giusta, così simpatica, così cordiale! Ed a tutti loro io invio il mio personale saluto, un saluto così adatto, così giusto, così simpatico e così cordiale! Ciao a tutti dal vostro zio Luciano, uno zio così adatto, così giusto, così…..

G.

Va bene, va bene, ho capito, per carità….. andiamo avanti e vediamo se c’è qualcos’altro da vedere (zapping) qualcosa di profondo, di spesso, come dire, di molto culturale, come Piero Angela, oppure Enzo Biagi, o meglio (compare Valeria Marini) ….. Valeria Marini appunto! Chissà che tipo di rapporto ha lei con gli italiani? Nel senso, che posizione assumerà davanti agli italiani, è una che si preoccuperà più di dare, o di prendere?

VALERIA MARINI

Guardi, la posizione che io assumo davanti ad un uomo non ha molte varianti. Di solito davanti ai miei fans mi sento spogliata dai loro sguardi, sdraiata dai loro complimenti e sormontata dalle loro attenzioni. Però se mi trovo davanti un produttore cinematografico, è più forte di me, subentra la mia umiltà e assumo subito una atteggiamento molto retto….. a 100°, così disinfetto e sterilizzo! Non ci credi? (estrae un cellulare) Ora chiamo Vittorio e glielo chiediamo assieme se non è vero che davanti a lui mi metto sempre a 100°….. ho sterilizzato anche la mia gatta, l’ ho buttata dentro un pentolone d’acqua bollente, ma lei non ha gra… dito (fare no con il ditino) ….. pronto Vittorio?

VITTORIO CECCHI GORI

Pronto chi parla? Battistutta sei te? Vuoi tornare a casa ? Ti vengo a prendere subito, dove sei?

V.M.

Ma che Batistuta, sono io, Valeria…..

V.C.G.

Oh mamma, ma che mi telefoni sempre per rompere i coglioni! Lasciami stare che sono qui in coda alla cassa dell’Esselunga, che ci ho da comprare la Fiorentina!

V.M.

Ma Vittorio, non sono la tua mamma, sono Valeria Marini, la tua Valeriona, ti ricordi a Cannes?

V.C.G.

Ma cosa vuoi che mi ricordi, se tu mi dici poi che ci siamo fatti anche le canne, mi ricordo una sega io! Fammici pensare un po’….. quella con il culone che pare una portaerei?

V.M.

Sì!

V.C.G.

Quella con le tettone che c’ ha la nona di Beethoven?

V.M.

Sì, sì!

V.C.G.

Quella con la bocca che pare un forno a microonde?

V.M.

Sì, sì, sì! Lo vedi che ti ricordi?

V.C.G.

Macchè, io un mi ricordo una sega, ma se tu sei così, io un compro nemmeno la Fiorentina, dimmi in dove tu sei che arrivo subito! Vorrà dire che invece della bistecca stasera mangerò un po’ di maiale eh?

G.

Purtroppo la criminalità è in primissimo piano nella cronaca. Ogni giorno si legge di furti, scippi, scassi, rapine, se non di peggio. Ognuno di noi si chiede che fine abbiano fatto i giustizieri, i ladri gentiluomo,i Robin Hood, coloro che  rubavano ai ricchi per donare ai poveri, con la conseguenza che poi i ricchi diventavano poveri ed i poveri  ricchi e lui allora rubava ai Ricchi e Poveri per dare tutto ai Cugini di Campagna!

RICCHI E POVERI

“Sarà perché ti amo”.

G.

(Torna Mariola)

Lei Mariola non si sente mai afflitta da una forma di stress multimediale? Lei è vittima dei multimedia?

M.

Me sa de no sa dottore, perché io non ho finito neanche le elementari, come faccio ad essere vittima delle medie?

G.

Ma no Mariola, io mi riferisco ai cellulari, ai computer, ad Internet. Che rapporto ha?

M.

Coi cellulari, grazie al cielo, non ci ho mai avuto a che fare se non contiamo la volta che hanno arrestato mio cognato perché faceva il falsario, ma siccome tra la carta, la filigrana, l’inchiostro, la stampa, non ci rientrava più con le spese, porello ha dovuto fare le banconote da dodicimila lire e i carabinieri l’ hanno beccato subito e l’ hanno portato via col cellulare!

G.

Sì, domani, ma non mi dirà che non ha un computer a casa?

M.

Sincerità per sincerità, io il computer non cell’ ho! Degli elettrodomestici me so ‘mparata solo du tasti: ON, ho iniziato e OFF, ho finito.

G.

Ma come, Mariola, lei nel 2000 non possiede né un telefonino, né un computer e magari non naviga nemmeno su Internet! Ma lei è completamente pazza!

M.

Mi scusi dottore, ma stavolta sono io a non capire: io parlo con il telefono di casa, scrivo alle persone con la macchina da scrivere, da cui il nome, navigo poco, ma quando lo fo prendo un bel traghetto e la pazza sono io? La verità è che io e lei siamo due persone diverse: lei veste Armani, loro (rivolta al pubblico) vestono Versace ed io vesto Giacomino, che è un fratello mio di settanta anni che da solo non ce la fa più! Ma per questo io sono peggio di lei dottò, per questo sono diversa? Sono forse pazza perché sono Mariola, la regina della guardiola, e per sopravvivere m’illudo d’essere invece la regina d’Inghilterra? E come se te (rivolta a Gaetano usando il tu) avessi bisogno de crederti il principe Carlo… ma con il lavoro e la vita che fai tu, che te ne frega di crederte n’antro….. Queste sono cose che te, dottò, non puoi capire,‘n c’è niente da fare…..

G.

(Gaetano esce dal buio, comparendo travestito da Principe Carlo con annessi, connessi e tanto d’accento anglosassone/romanesco, sulla falsa riga di Renato Zero)

Perché tu dici questo de me? Mamma, devi smetterla di trattarmi male come fanno i giornali, che se ne vanno in giro a affermare che io sono “recchione”, che non è vero niente (così dicendo si leva il cappello e mostra un paio di orecchi fuori ordinanza)!

ELISABETTA

(Nel frattempo, Emanuela si è trasformata nella Regina d’Inghilterra e si presenta in pompa magna, esprimendosi in un inglese/napoletano)

Carlo, guarda che non hanno scritto “ricchiune”, ma Orecchione, per via delle antenne che tiene sopra a capa ca nelle giornate buone si vede pure “Striscia la notizia” che me fa tanto ridere, che l’altra sera me l’ ho visto assieme a Tony Blair che dalle risate mi sono scompisciata e so pure caduta dal letto.

CARLO

Ma mamy, hai fatto le corna a papy, con tutto quello che lui fa per te e per la nostra Inghilterra!

E.

(Lo guarda fissandolo per una manciata di secondi, poi)

Acchi! Ha fatto, ha fatto! Ca se era per “papy” nun c’eri manco a te! E’ bene che si sappia che a casa nostra i pantaloni li ho sempre portati io. Io co i pantaloni e il tuo “papy” con il gonnellino scozzese e le (facendo il verso delle corna con le mani) cornamusa tante! E poi te pensa alle corna tue che ti fa cosa lì, comme se chiama ….. Latilla, no, panzanella, camomilla ….. comme cacchio se chiama?

C.

Mamy! Camilla di nome, Parker di cognome e Ball (sottolineare con la mimica) di fatto, perché me le gonfia tutti i giorni con questa storia che mi vuole sposare e io invece non la voglio, non la voglio e non la voglio! C’ ha le gambe che pare Pantani, il sedere che me sembra Don Lurio, la schiena all’Andreotti, il collo alla Costanzo e la faccia con la cellulite! Mamy, pensaci tu, te prego!

E.

E che vuoi da me? Che la faccio giocare come terzino nel Liverpool? So cos’e pazzi o veramente! La tua fidanzata, comme si chiama ….. Pannella, è un caso disperato! Credi a me, figlio mio, quella donna, alla sua età, costa più di quanto vale, tra la parrucchiera per la chioma posticcia, l’estetista per i lifting, il dentista per l’apparecchio, il falegname per la gamba di legno, la prima notte di nozze invece di dartela, fa prima a tirartela, te lo dico io!

C.

Camilla, mamy, si chiama Camilla! Poi, se proprio lo voi sapè, è da mò che me l’ ha tirata. Anzi, a dire il vero è la prima cosa di lei che mi ha colpito!

E.

E tu mò gliela rendi, vabbuono! Arzilla, Gozzilla, o comme si chiama, se n’ ha da ì, ok?

C.

(Carlo guarda la madre con fare interrogativo)

A mà, veramente nun ho capito l’ultima parola. Poi ripete?

E.

Sorry. Affermavo che sarebbe saggio da parte tua allontanare dal palazzo reale Armadilla. Mò s’è caputo?

C.

Beh, un tantinello più chiaro ….. ma dove voi che la mando….. (ed esce dalla luce prima, dalla scena poi)

E.

Non lo so, portala un po’ allo zoo di Pistoia e se non ce la vogliono prova al circo ….. hai visto mai! ….. Però che chiavica fa a regina, se nascessi natra vota non vulisse fa a regina, nossignore, vulisse fa ….. vulisse fa ….. la portiera! Sissignore perché …..

MARIOLA

(ritorna piano piano nei panni di Mariola che fa una considerazione finale ed amara, ma vera della vita)

Perché ….. se una nasce portiera, come me, Mariola, se po’ sempre assognà di diventare la “regina della guardiola”. Ma se una nasce regina ….. non c’ ha neanche la speranza de sognà!

MANUELA AURELI

(esce anche dai panni di Mariola per entrare in quelli veri, dell’autentica Emanuela Aureli)

E se nella vita ti fanno smettere anche di sognare, ditemi voi (rivolta al pubblico), che cosa ci rimane? Un po’ d’amici (indica il pubblico), qualche sorriso (indica le proprie labbra) ed un applauso (batte le mani e s’inchina al pubblico. Solo a quel punto entra Gaetano Gennai, anche lui inchinandosi per accogliere gli applausi del Gran Finale)!