Follie d’amore

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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

Follie damore

Commedia in due atti

di

Santo Capizzi

Santo Capizzi

Cell. 347 80 60 577

santocapizzi1@alice.it

www.santocapizzi.it


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

A Pupo, a te Cuore mio,

da voi muove ogni mio passo,

s.c.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

Questa storia semplicemente frutto della fantasia, pertanto ogni riferimento a persone, fatti e luoghi del tutto casuale.

Sinossi

Una giovane nobildonna innamorata di un attore squattrinato e donnaiolo, sfidando il volere della famiglia lo sposa. Ma lamore della donna ricambiato da innumerevoli tradimenti ai quali la marchesa reagisce alienandosi dalla realt per fuggire in unapparente regressione infantile. Il marito, che nel frattempo si trasferito con la sua ultima conquista e la stessa marchesa nella casa di campagna, vuole approfittare della follia della donna e nel tentativo di farla dichiarare folle, la fa visitare da diversi medici i quali per non se la sentono di rilasciare il certificato di pazzia. Quando finalmente arriva u n medico che sembra essere compiacente, i piani del marchese sono scombinati dal rinsavimento della moglie e dal marito della sua amante che irrompe nella vicenda per vendicare il suo onore macchiato.

Nota dellautore

Terra controversa la Sicilia, dove il comodo immobilismo di una tradizione radicata, pu farsi sottile ed ingannevole velo che ipocritamente nasconde realt che si conoscono, ma di cui non si parla, situazioni talmente tragiche da apparire irreali e per tale ragione paradossalmente grottesche. Una terra e ad un tempo un mondo la Sicilia!

Terra di esasperati estremi, di irragionevoli ed aspre contraddizioni; terra di uomini ruvidi con la scoccia dura ed il cuore tenero, di ominicchi donore che pavidi si nascondono dietro una maschera di ostentata mascolinit e di quaquaraqua che nemmeno quella maschera hanno animo di portare.

terra di donne la Sicilia; sorridenti e allegre c ome il sole di menzu jornu. Temprate, forti, salde; porto sicuro che raccoglie ed al contempo slancia.

C lamore, passionale, intercesso, passeggiato . E poi c la follia damore, che molteplici abiti veste. Quello bianco della follia ingenua, non cercata, arrivata per caso, non messa in conto, portata dal tradimento che scava nellanimo solchi pi profondi di quelli che graffiano la terra prima della semina. Quello rosso della follia socialmente imposta per tacito obbligo; follia che anima il dovere, che alimenta il coraggio, follia senza alternative che non ha altro scopo di esistenza se non la sanguigna vendetta del matto delitto donore che sazia la pubblica opinione costringendo alla lenta inedia chi lo commette.

Terra controversa la Sicilia; una terra e ad un tempo un mondo da amare per capire, da capire per cambiare!


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

Scena unica

Personaggi

Dott. Filippo Bonaccorsi

..

..Psichiatra

Rosalia Patan

...Marchesa

Marchese Giuseppe Incrisciuto

..Marito di Rosalia

Colette (Stella)

Amante del marchese

Concettina

..

.Governanate

Ciccino....

..Factotum

Turiddu

.Fidanzato di Stella

Note di caratterizzazione

ROSALIA: semplice, delicata, eterea, indossa sempre un abito bianco. Rappresenta la follia ingenua,non voluta, arrivata per caso a causa del tradimento dello spirito prima che del corpo. Quando entra in scena sembra un angelo.

CICCINO: ha un tic al viso. Nel testo la dicituraun ciclo completovuol dire: strizza locchioammiccante, accompagna il gesto con un vistoso movimento della testa verso lalto e di lato come se volesse dire andiamo di l.

TURIDDU: nella sua pronuncia manca la s preconsonantica.

COLETTE: la classica femme fatale; pu avere un accento inglese.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

ATTO PRIMO

1910 circa - Salotto di una casa di campagna della nobilt siciliana.

Scena I

(Concettina, Marchese)

Allapertura del sipario la governante sta spolverando, nel frattempo canta.

CONCETTINA: (cantando)ciuri ciuri, ciuri di tuttu lannu, lamuri ca mi dasti ti lu tornu.(Parlando)ahi, ahi, ahi, fosse veramente cos! Tutto lamore che una persona d dovrebbe esserle restituito; no com capitato a quella sciagurata della signora la marchesa. Bella, giovane e fresca come la zagara darancia, intelligente, istrualizzata; aveva un sacco di pretendenti e mi si va ad innamorare di un disgraziato, femminaro, squattrinato, femminaro, approfittatore, femminaro, farabutto, femminaroah ma aveva ragione suo padre la buonanima: non te lo sposare quello un attore di teatro donnaiuolo, sta con te solo per i soldie lei invece testarda ed innamorata se lo maritato. Ha rischiato pure di essere diseredata, figlia unica comera. Ma suo padre il marchese aveva ragione. Quel mascalzone, lha cornificata la mia signora, dal primo giorno. Ne ha avute quanto la rina del mare: bionde, brune, alte, vascie, siciliane, italiane, stranizzate; e lei, la marchesa poverina, cornuta, consaputa e accettevole. Ma poi dico io che cosa ci vedono in quello?

Si sente la voce del marchese Incrisciuto da fuori campo.

MARCHESE: (con voce impostata come se recitasse)Concettina, oh Concettina, ma dove sei andataa finire Concettina?

CONCETTINA: (ironica)eccolo il grande attore; gli sembra di essere ancora a teatro. Nel salonesono Marchese di che cosa aveva bisogno?

MARCHESE: (nel frattempo affacciatosi in scena)i gemelli, dove sono i miei gemelli?

CONCETTINA: nella sua stanza sono, li ho trovati sul tavolo del suo studio e mi sono permessa diposarli nella stanza.

MARCHESE: brava, ben fatto. Guarda che oggi arriver un ospit e e si tratterr con noi qualchegiorno.

CONCETTINA: devo preparare una stanza?

MARCHESE: certo.(Uscendo)i gemelli nel mio studio.(Recitando)oh mia testa, testa mia, ma dovevai errante che il pensiero pi non trovo?

CONCETTINA: (quando il marchese uscito)alle femmine, erra alle femmine! Croce della miasignora. Poveretta a forza di sopportare le venuta la follia. Ora sembra pricisa una bambina di sei anni che vive in un mondo di sogni. Aho, lhanno visitata medici di tutti i tipi, gente che al posto del cirivello ha libri accatastati; ma niente, non riescono a capire il motivo dello


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scimunimento piccirillico. E certo, come potevano capire la ragione della sua follia se nessuno gli spiegava il motivo scatenifico: suo marito e le sue amanti.

MARCHESE: (rientrando)ah Concettina, la signora si gi svegliata?

CONCETTINA: no ancora dorme come unangioletta, vedesse quanto bella anche quando dorme. Ma se mi consentito, lasciatela riposare, stanotte non ha chiuso occhio, stata tutto il tempo a girovagare per la casa. Si addormentata nelle mattinate.

MARCHESE: ma come nelle mattinate? Ma se siamo stati tutta la notte(tace come se riconoscessedi avere detto troppo). Aspetta un p, ma di quale signora stai parlando?

CONCETTINA: che della marchesa sua moglie, allora di chi?

MARCHESE: (come ricordando scocciato)ah la marchesa; lasciala dormire quella, tanto anche dasveglia non fa che sognare ad occhi aperti. La signora Colette, parlo di lei.

CONCETTINA: a quella? E che ne so io? Forse signora Culetto dorme ancora, boh! (Non facendosisentire) Che poi altro che culett, ha un posteriorico che a confronto un elefantesembra una ballerina.

MARCHESE: va bene, che si riposi pure, sar stanca(esce).

CONCETTINA: immagino, avr tutte le ascelle sudate per il lavor o. Eh disgraziato, questa lultimadelle sue malefatte. Quando i medici hanno detto che la marchesa era stralunata, lui fetente, ci ha fatti trasferire qua nella tenuta di campagna e si portato lultima sua conquista, una malafemmina strafallaria mezza inglesa e mezza italiana, che ha conosciuto a Palermo. Pure furbo . Malefico, furfante e furbo. Qui in campagna nessuno vede, nessuno sa, tutti fanno finta di niente, locchio sociale salvo e lui si gode lultima preda. Mentre quella disgraziata della marchesa in cambio del suo amore ha ricevuto un bel calcio in (cantando) ciuri ciuri, ciuri di tuttu lannu (esce).

Scena II

(Marchese, Colette, Ciccino, Concetta)

Entrano a braccetto il marchese e Colette, continunando una conversazionde gi intrapresa.

MARCHESE: ma, ma scherie, mia luce nel giorno assolato, mia tenebra affascinante nella notte, ti hogi detto come stanno le cose.

COLETTE: (accento inglese)e allora ripetimelo unaltra volta.

MARCHESE: lo sai che io amo solo te, e che voglio passare il resto della mia vita tra le tue braccia.

Ma per goderci la vita insieme, ci vuole il denaro.

COLETTE: ah, questo poco ma sicuro!

MARCHESE: ed essendo mia moglie quella ricca, io devo mettere mano sul suo patrimonio.


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COLETTE:ma sei suo marito e dunque tutto quello che suo tuo, ed ora che impazzita nostro.

MARCHESE: purtroppo non proprio cos semplice.

COLETTE:perch? Adesso che lei impazzita tu non sei il utore?

MARCHESE: neppure questo cos facile. Si vero che molti medici che lhanno visitata hannoriconosciuto che sembra essere tornata una bambina, come se sognasse ad occhi aperti dicono tutti, ma siccome nessuno riesce a spiegarsi laccaduto e sostengono che cos come la malattia arrivata improvvisa potrebbe anche andarsene, nessuno mi ha voluto firmare il certificato di pazzia che mi consentirebbe essere tutore a tutti gli effetti di legge.

COLETTE:e allora siamo ad un punto morto. Ed io che ci sto a fare qua, in questa campagna scordata dal mondo. Te lho detto, se al massimo fra un mese non risolvi tutto, diventando unico padrone e rinchiudendo quella, la bambina, in un manicomio, io ti mollo. Sapessi quanti spasimanti ho che mi aspettano a Londra.

MARCHESE: (supplichevole)no, ma che dici! Non mi lasciare! Io ho gi un bel piano pronto edentro poche settimane saremo soli io e tu a goderci il denaro ed i possedimenti, mentre mia moglia si godr la sua (ridacchiando) seconda infanzia in un manicomio.

CONCETTINA: (portando il caff)ecco il caff. Come lo preferisce il signore?

MARCHESE: con due cucchiaini di zucchero, la signora lo prende amaro.

CONCETTINA: si, alle volte gli cade la dentiera di porcellana. Ecco fatto(esce).

MARCHESE: ecco cosa intendo fare: fra poco arriver un medico psichiatra

COLETTE:un altro ancora!

MARCHESE: si ma questa volta quello giusto! Mi stato appositamente segnalato e mi hanno dettoessere compiacente a farmi un certificato di pazzia senza troppe domande e problemi, basta pagarebene. Che te ne sembra?

COLETTE:certo che quando ti ci metti sei veramente diabolico. Mi piace!(Labbraccia, ma il marchese ha una sciatalgia).

MARCHESE: ahi, piano, ahi!

COLETTE:cosa hai!

MARCHESE: stamattina mi sono svegliato con un dolore che parte da qua mi prende tutta la gamba(mentre parla si tocca la schiena e la gamba: ha una sciatalgia). Quella scrivania delmio studio troppo rigida.

COLETTE:(sorridendo) o ti stai rammollendo.


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MARCHESE: (risentito)non scherziamo con le cose serie eh. Cento di scrivanie ne possospostare.

Entra Ciccino (ha un tic nervoso come descritto nelle note).

CICCINO: c permesso signor marchese.

MARCHESE: dimmi Ciccino cosa c?

CICCINO: si tratta di Addolora.

MARCHESE: cosa le successo.

CICCINO:secondo me e quasi pronta per gravare, e scommetto che questa volta quella cavalla sforner un bel puledrino. Sono venuto per ad info rmarla che Micheluzzo lo stalliere mi disse che gli sembra che il parto sar difficile e rischioso, perci mi disse di avvertirla di fare venire un veterinario che lui non ne vuole responsabilit, dopo che la settimana scorsa mor lo stallone Carmelo.

MARCHESE: e per quando previsto il parto.

CICCINO:dopo domani, al massimo fra due giorni.

MARCHESE: e va bene, vorr dire che domani tu vai al paese e avverti il veterinario. C altro.

CICCINO:si, lalive sono tutte raccolte e pronte per il frantoio e arrivarono i due carretti da lavoro nuovi che ordinastero.

MARCHESE: ve bene, verr dopo a controllarli. Poi?

CICCINO:niente altro; se non avete comandi io vado.

MARCHESE: vai Ciccino, vai pure.

CICCINO:servo mostro marchese, baciamo le mani signora Culetta (esce).

COLETTE:uhm, tutte queste storie di stalloni, mi mettono un brivido(si avvicina e lo accarezza, in maniera comicamente seducente).

MARCHESE: Colette non far cos

COLETTE:e tu, pusci pusci mio, sei il mio micino o il mio stallone?

MARCHESE: Colette ti ho detto ferma, lo sai che non ti resisto

COLETTE:e perch dovresti resistermi?

MARCHESE: perch sono appena le dieci del mattino e dopo la notte infuocata di ieri


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COLETTE:vorresti dirmi che il fuoco di stanotte si gi spento! Allora era solo un fuocodi paglia? Oppure la schiena da vecchietto il motivo.

MARCHESE: (toccato nellorgoglio)ah, ora piano con le parole, non mi provocare

COLETTE:era tutto fumo e niente arrosto

MARCHESE: guarda che il fuoco di nuovo sta svampando. Attenta non provocarmi perch tutta tiscotto!

COLETTE:si, scottami pure! Tu sei il mio ardente sole siculo ed io la straniera che tanto lo brama.

MARCHESE: e non si mai che una straniera venga a dire che il solo siculo si sia svigorito. Colettecomincia a metterti il costume che il sole di mezzogiorno sta arrivando.

COLETTE:ma quale costume! (Andando verso una stanza) vado di l e ti spetto nature.

MARCHESE: nature!

COLETTE:come mamma mi ha fatto.

MARCHESE: vai avanti io sto arrivando, il tempo di svampare questo fuoco con il muscarolo.

Colette esce.

MARCHESE: (concitato per la fretta di andare da Collette)Concettina, o Concettina, presto vieni,dove sei?

CONCETTINA: eccomi qua sono, cosa successo, cosa tutta questa incitazione?

MARCHESE: presto, portartami le mie solite sei uova sbattute con lo zucchero e tre fichi dindia, unorosso uno giallo e uno verde. Vai sbrigati, corri.

CONCETTINA: tutto pronto , corro.

MARCHESE: Colette ora ti sistemo io. Te lo faccio vedere io chi sono i masculi siculi. Altro cheinglesi. (Va per alzarsi ma resta bloccato) ahi, ahi, non mi posso muovere, la schiena a pezzi ho.

Scena III

(Marchese, Ciccino, Concettina, Filippo)

Entra Ciccino.

CICCINO: marchese che cosa le successo?

MARCHESE: vieni qua Ciccino, aiutami che sono rimasto incraccato.


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CICCINO: (mentre aiuta il marchese ad alzarsi) arrivato una persona che dice di essere il medicopsicolabile che lei aspetta. un tipo strano, che fa lo faccio assicutare dai cani oppure lo faccio entrare.

MARCHESE: (fra se)medico psicolabile, ah si lo psicologo!(Poi a Ciccino, improvvisando)maquale assicurare dai cani, quello mio cugino , fallo entrare subito.

CICCINO:allora i cani non li slego di nuovo!

MARCHESE: ma che cani e gatti! Fallo accomodare subito.

CICCINO: come vossia comanda.(Urlando da una finestra)Puccio, ritira i cani e fai entrare in casail pisicolabile!

MARCHESE: Finalmente eccolo arrivato il dottore dei pazzi. Mi stato detto che questo uno facile,senza troppi scrupoli. Basta pagare ed erriva certificato di pazzia. Speriamo sia vero.

CONCETTINA: marchese, c il dottore Filippo Bonaccorsi.

MARCHESE: fallo entrare, presto.

CONCETTINA: prego si accomodi.

Il dottore entra comicamente, portando parecchie valigie come se dovesse rimanere per mesi. Entrando, scalcia contro la porta come ad allontanare ipotetici cani che lo inseguono. concitato e un poco impaurito per laccoglienza dei cani.

FILIPPO:pussate via, bestiaccie! Che mi avete preso per un osso buco ah! Che vi pare che sono un coniglio di sciara? Qua non c niente da spolpare, questa poco di pancetta che mi vedete me la sono allevata a via di sacrifici. (Come rivolto ad una persona) e tu che ci ridi ah? Io tutte queste risate non le vedo, vastaso. Devi ringraziare che sono ospite ospitato e che ho tutte queste valigie in mano, altrimenti te lo facevo vedere io te lo facevo.

MARCHESE: caro cugino mio, che piacere averti qui ospite in casa mia!

Filippo guarda intorno per sincerarsi che ci sia solo lui. Il marchese gli va incontro e lo abbraccia.

FILIPPO:mi dispiace signore, ma deve esserci stato uno sbaglio. Io non credo di averla mai vista, lei addirittura mi dice che siamo imparentati!

MARCHESE: (con gesti e mimica facciale come a dire ne parlia mo dopo)ma come caro cuginetto, sono passati tanti di quegli anni che non mi riconosci pi.

FILIPPO:(anche lui con mimica facciale e gesti, anche se non ha capito molto) a si certo, caro (enfasi) cugino.cugino

MARCHESE: Giuseppe, cugino Giuseppe. Ma che sei rimasto in piedi? Vieni accomodati. Ciccinoporta le valigie del dottore nella sua camera.


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CICCINO: agli ordini. (Guarda Filippo e fa un ciclo completodi tic poi dice).Va bene?

Filippo, che ha frainteso il movimento intendendolo come uno sconcio invito, resta perplesso e non risponde. Allora Ciccino, dopo un oltro ciclo acce ntuato ripete.

CICCINO: dottore va bene?

FILIPPO: (disorientato)ma va bene che cosa? Ma che idea ti sei fatto di me? Ma che ti pare perchmi vedi vestito alla moda! Amico mio qua con me non c trippa per gatti!

CICCINO: dottore aspetto un suo segnale(ancora tic).

FILIPPO: e aspetta e spera figlio mio! Per me puoi invecchiare con le valigie in mano.(Al marchese)ma per caso che dellaltra parrocchia?

CICCINO: dottore, ma che cosa sta dicendo? Volevo sapere se posso portare le valigie nella suastanza o le serve qualcosa.

FILIPPO:ah, che mi era parso di capire! E sai il movimento (lo mima). Puoi andare, vai, vai.

MARCHESE:Caro dottore Bonaccorsi, benvenuto e piacere, io sono il marchese Giuseppe Incrisciuto. Mi scusi per la pantomima, ma come le scrivevo nella lettera che le ho fatto arrivare tramite il nostro amico comune, nessuno deve sapere perch lei si trova qua, nemmeno la servit che altrimenti comincia a parlare e butta infamia e calunnie, e come lei sa la calunnia un venticello, comincia leggera che manco si sente e finisce che diventa un una tempesta che sdirubba le case.

FILIPPO:va bene, capisco. Allora siamo cugini!

MARCHESE: cugini. Ma mi dica ha fatto buon viaggio?

Si sente da fuori scena COLETTE:miao, miao.

Filippo si gira come se cercasse un gatto.

MARCHESE: allora il viaggio?

FILIPPO:lento e scomodo! Queste stade di campagna mi disturbano lo stomaco. E pure ho fatto una colazione leggera questa mattina: un bicchiere di latte ed una fetta di pane...(la descrizione della colazione sia accompagnata da mimica).

MARCHESE: in effetti, leggera.

FILIPPO:quattro uova sode con un pizzico di pepe e sale ed un filo di olio

MARCHESE: forse

FILIPPO:non pi di otto, nove al massimo, olive nere


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MARCHESE: magari

FILIPPO:due fettine di formaggio primo sale

MARCHESE: qualche sospetto comincio ad averlo!

FILIPPO:un quartino di vino rosso, per diluire il tutto.

MARCHESE: ebasta?

FILIPPO:una lattughina. Per finire una lattughina di nemmeno 500 grammi, che dicono aiuti la digestione.

MARCHESE: la lattuga! Sar stata la lattuga.

FILIPPO:lei dice?

MARCHESE: ne sono certo.

FILIPPO:mi sono sentito per tutto il viaggio lintestino un poco frastornatello.

MARCHESE: mi dispiace molto; adesso si ripreso?

FILIPPO:mi stavo riprendendo, (infervorito) ma poi quei cani che mi volevano sbranare dentro la vostra tenuta mi sono messo a correre cos fortec he mi creda i piedi si guardavano e non sapevano pi di chi era il turno di toccare terra. Ma che li lasciate morti di fame aspettando gli ospiti per sfamali?

Si sente da fuori scena COLETTE:miao, miao.

Filippo si gira e si muove come se cercasse un gatto.

FILIPPO:(fra se) e pure vero io sento un gatto. Mah, saranno le anime dei poveri mici che si sonodivorati quelle bestie fameliche l fuori.

MARCHESE: tranquillo, sono cani che abbaiano e non mordono. Allora mi dica, la lettera eraesaustiva? La situazione le chiara?

FILIPPO:chiarissima, limpida e cristallina. Lei sostiene che sua moglie sia impazzita

Si sente da fuori scena COLETTE:miao, miao.

Filippo si guarda intorno poi

FILIPPO:lo ha sentito?

MARCHESE: che cosa?


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FILIPPO:il gatto.

MARCHESE: no, non ho sentito nessun gatto.

FILIPPO: intanto a me era sembratova beh; torniamo a noi. Ora, nessuno collega psichiatra le ha voluto fare il certificato di pazzia che a lei serve per motivi che io non conosco e che non voglio sapere. Ebbene io sono disponibile a farlo questo certificato, ma ovviamente devo visitare la signora e soprattutto la devo osservare.

MARCHESE: osservare?

FILIPPO: e certo, la devo osservare per almeno una settimana e dunque mi devo stabilire qua per iltempo necessario.

MARCHESE: una settimana.(Breve pausa durante la quale sembra farsi due conti),va bene. Affarefatto. Per il suo onorario, abbiamo gi pattuito; q uando li vuole i soldi?

FILIPPO: o mio caro marchese, fra noi galantuomini non ci sono di questi problemi, me li darquando e come credeanche tutti e subito, prima ch e disfaccio le valigie.

MARCHESE: giusto, mi sembra giusto; il lavoro si paga in anticipo.

Si sente da fuori scena Collette: pussi? Pussi pussi? (Forte ruggito da tigre) Crrrrr!

FILIPPO: (saltando in piedi dal divano ed impaurito)una tigre! Questa lha sentita, la tigre! Deveessere la mamma dei mici di prima. Allora non erano gatti, erano tigrotti.

MARCHESE: a dire il vero non ho sentito nulla. Forse sar la stanchezza del viaggio. Io vado aprendere il denaro, lei stia comodo, fra poco la far accompagnare nella sua camera. Concettina!

CONCETTINA: mi dica marchese.

MARCHESE: porta al dottore mio cugino, qualcosa da bere, vedi cosa preferisce. Torno subito(esceandando verso la stanza dove priva era andata Colette).

FILIPPO:(ancora impaurito) signora, per caso che ci sono tigri da queste parti?

CONCETTINA: veramente per quanto ne so io no.

FILIPPO:ne proprio sicura?

CONCETTINA: sicurissima. E poi qui in Sicilia che va cercando tigri? Puo trovare pecore, scecchi,no tigri!

FILIPPO:mi voglio fidare (resta comunque guardingo).

CONCETTINA: cosa preferisce, un caff oppure una bella spremuta di arancia.


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FILIPPO: no quale caff! Gi tra cani famelici e tigri sicule sono abbastanza alterato. Meglio laranciagrazie.

Concettina esce.

Scena IV

(Filippo, Rosalia, Marchese, Concettina)

FILIPPO: come inizio non c male. Viaggio pessimo, accoglieza dai cani, allucinazioni auricolari.Vediamo se mi posso tranquillizzare un poco che la giornata cominciata troppo movimentata. Comunque almeno c di buono che per una settimana mi sono assicurato vitto e alloggio.

Entra Rosalia (indossa un vestito bianco e tiene in mano delle vecchie bambole) cantando una dolcissima melodia da carion. Inizialmente Filippo pur sentendo la melodia non si accorge della presenza della donna, anzi quasi si abbandona sul divano coccolato dalla melodia.

ROSALIA: (con voce da bimba)e tu chi sei?

FILIPPO: (risponde a quella domanda, che crede provenire da una bambina, prima di voltarsi avederla) Sono un amico di tuo pap. (Poi girandosi vede che si tratta di una donna adulta e non di quella che lui credeva essere la figlia del marchese). Oh signora mi scusi, iolavevo scambiata per

ROSALIA: e perch sei venuto?

FILIPPO:il signor marches

ROSALIA: sei un altro dottore venuto per me?

FILIPPO: (imbarazzato) behioveramente

ROSALIA: come ti chiami?

FILIPPO: sono il dotto(realizza che si tratta della moglie del marchese) sono Filippo. E lei comesi chiama?

ROSALIA: (prima di rispondere gira un p per la stanza come senza meta)Rosalia.

FILIPPO: (sembra rapito da quella visione delicata e serafica)bellissimo nome Rosalia. Rosa e Lia!Rosa che inebria, rosa che confonde, rosa che profuma e spande e Lia, lieta, laboriosa ostanca. Lei Rosalia chi , cosa ?

ROSALIA: (come se non avesse sentito la domanda)sai giocare a nascondino?

FILIPPO:si certo, e lei?

ROSALIA: (entusiasta)o si! Io sono campionessa del mondo a nascondino; (poi come triste)sapessicome so nascondermi bene, (pausa) da tutto, (pausa) da tutti. Non mi trova pi nessuno!


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MARCHESE: eccomi qua. Oh vedo che ha gi conosciuto mia mogli e, la marchesa Rosalia Patan inIncrisciutotornata bambina, ma avr modo di visita rla per bene dopo. Che ci fai qui Rosalia, vai a giocare dai.

ROSALIA:io gioco a nascondino; non mi trova pi nessuno (va per uscire giocando con le bambole).

MARCHESE: e chi ti cerca cara mia, chi ti cerca.

Udendo le parole del marito, Rosalia, che stava uscento, si arresta per un paio di secondi, poi riprende a camminare ed esce.

MARCHESE: eccola vede? Non credo che possano esserci ancora dubbi. folle, completamentematta!

FILIPPO:vedo, vedo, ma preferisco osservarla per un p.

MARCHESE: padrone di farlo. Ma si ricordi entro una settimana cascasse il mondo il certificato mideve consegnare. Ecco qua i suoi soldi.

CONCETTINA: ecco qua una bella spremuta di arance fresce per(ironica come a fare capire che sache non si tratta del cugino) il cugino del marchese.

Scena V

(Detti, Ciccino, Colette)

MARCHESE: caro cugino, gustati questa bella spremuta fatta con le nostre arance migliori. Non frutta, zucchero degli dei.

FILIPPO:e assaggiamo questo zucchero. Vediamo se riesce a stringermi questo intestino, che si sta contorcendo che sembra un serpente scorsone.

Ciccino entra di corsa e concitato; correndo verso il marchese fa in modo che Filippo si versi addosso la spremuta.

FILIPPO:mahmah! E sono finiti zuccheri e dei.

MARCHESE: cos successo Ciccino?

CICCINO: Addolorata, Addolorota sta soffrendo troppo.

FILIPPO:e certo se addolorata!

CICCINO: poveretta sta piangendo, le escono i lacrimoni dagli occhi.

MARCHESE: e non possiamo fare niente per tranquillizzarla?

CICCINO: nemmeno Micheluzzo sa cosa fare.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO:eh poveretta cos tanto soffre?

MARCHESE: no, dobbiamo fare qualcosa.

CICCINO: marchese ci vuole subito il dottore, perch secondo me Addolorota se non partoriscesubito muore lei e la creatura che porta nella pancia.

MARCHESE: o dove lo prendiamo adesso il dottore? Avanti che vai a chiamarlo e tornate indietro,passa una giornata.

CICCINO:una giornata non ci dura Addolorata.

MARCHESE: e come facciamo?

CONCETTINA: marchese ma non c qua presente vostro cugino che dottore psicolabile. Meglio dilui chi la pu aiutare lAddolorata.

FILIPPO: ah? Che cosa? No, no no no no! Ma che dite? Io sono medico della mente. Io sonospecialista di ci che partorisce la testa non la p ancia.

CICCINO: e va bene dottore, testa o pancia sempre di parto si tratta.

MARCHESE: e si, mi sembra lunica soluzione.

FILIPPO: ma non esiste nemmeno per tutto loro del mondo. Nemmeno se viene a chiedermelo il rein persona. Fra le altre cose non sto neanche tanto bene. E poi io non mi sento di assumermi la responsabilit di far partorire la signora Addol orata.

CONCETTINA: beh ora signora mi sembra un poco esagerato.

FILIPPO: per me tutte signore sono, nobili o della plebiglia, sempre signore sono. Io al massimo viposso insegnare qualche tecnica veloce per il controllo del dolore. Avanti venite tutti qua.

CICCINO: ma quale, no tempo perso !

MARCHESE: ascoltate il dottore, almeno al momento della nascita saprete fare qualcosa.

FILIPPO:per prima cosa mi serve una bacinella con lacqua fresca e delle pezze pulite.

MARCHESE: presto Concettina vai a prendere lacqua.

Concettina esce correndo.

FILIPPO:(indicando Ciccino) tu vieni qua, sdraiati su questo divano, forza.

CICCINO: chi io? E perch!

FILIPPO:e scusa la gestante chi la deve inscenare io?


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CICCINO: ma si tratta di Addolorata la

FILIPPO:silenzio che non c tempo da perdere. Vieni e straiati.

Ciccino obbedisce e si sdraia. Si crei un clima di comica concitazione.

FILIPPO:bene, ora ci vuole un cuscino.

CICCINO: no grazie sto bene cos.

FILIPPO: ma che dici?(Prende un cuscino che si trova vicino)il cuscino te lo devi mettere sotto lacamicia.

CICCINO: e per fare cosa?

FILIPPO: come per fare cosa? La pancia, la pan-ci-a! Oh ma che la prima volta che partorisci?

CICCINO: veramente si.

FILIPPO: (come disgustato)provinciale!

CICCINO: e ora che faccio?

FILIPPO: comincia a lamentarti forte.

CICCINO: e come?

FILIPPO: bih, ma allora intronato c veramente? Fai finta che hai dolore di pancia, non ce lo haiavuto mai un male di pancia?

CICCINO: certo.

FILIPPO:e allora comincia a gridare.

Ciccino comincia a lamentarsi sempre pi forte, poi piange, poi urla movendo forte la testa. Nel frattempo rientra Concettina con lacqua.

CONCETTINA: e che cosa successo a Ciccino, si sente male?

MARCHESE: sta partorendo!

Ciccino continua a gridare lamentandosi.

CONCETTINA: che cosa sta facendo? (Avvicinandosi vede la pancia di Ciccino gonfiata dal cuscino,stupita grida) bih, miracolo ci fu.

MARCHESE:ma quale miracolo, una simulazione. una finzion e per esercitarci.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO: presto Concettina venga qua lei. Prenda questa mano la stringa forte e cominci a piangerepure lei.

CONCETTINA: e perch?

FILIPPO: perch la partoriente, sentendola piangere si sentepresa dai turchi, si confonde e si distraedal suo dolore.

CONCETTINA: (piangendo)cos va bene!

FILIPPO: perfetto. Ora pianga e singhiozzi. A ogni tre singhiozzi si ferma, lancia un urlo e subitodopo fa tre veloci respirazioni. Anche tu cugino marchese e nel frattempo sventoli qualcosa in faccia della partoriente cos la rinfreschi. Ecco guardate come faccio io.

Fa vedere la sequenza: pianto, tre singhiozzi, urlo, tre respiri veloci.

FILIPPO:forza al mio tre. Uno, due e tre.

Allunisono Concettina ed il marchese cominciano la sequenza che ripeteranno almeno due volte.

Nel frattempo prende la pezza immersa nellacqua si avvicina a Ciccino come per mettergliela sulla fronte ma poi la mette sulla sua. Adesso si unisce anche Filippo, che ad un certo punto lancia un urlo fuori dal coro.

MARCHESE: dobbiamo cambiare?

FILIPPO:no, continuate, questa era un mio assolo per una colica che ogni tanto si fa sentire.

Continua il trambusto.

CICCINO:posso partorire?

CONCETTINA: fermo ancora no, altrimenti nasce prematuro!

COLETTE:(entrando) ma che cosa sta succedendo? Ma siete tutti impazziti?

MARCHESE: sta nascendo!

COLETTE:chi sta nascendo?

FILIPPO:signora, chiunque lei sia, presto venga ad aiutartarci.

MARCHESE: ascolta il dottore mio cugino, aiutaci.

COLETTE: (lasciatasi prendere dalla situazione di panico)che devo fare?

FILIPPO:vada in fondo al divano e tiri piedi di Ciccino.

COLETTE: come?


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO:come se gli volesse togliere le scarpe che non escono.

Colette esegue e si accoda alle urla.

CICCINO: ahi, ahi!

MARCHESE: il momento?

CICCINO: no, la signora Culetta mi sta premendo sullunghio incarnito, ahi!

Da fuori scena una voce di donna: Ciccino, presto, presto!

MARCHESE: aspettate, silenzio, silenzio.(Tutti tacciono)mi parso di sentire la voce di Noruccia.

Ciccino si alza e va alla finestra.

CICCINO: che c Noruccia?

NORUCCIA: (voce fuori scena)sta nascendo, presto vieni sta nascendo!

CICCINO:marchese Addolorata sta partorendo.

MARCHESE: vai e fatela stare comoda, mettetegli tutti la paglia che serve.

FILIPPO:come la paglia!

MARCHESE: e certo, in una stalla cosa possiamo mettere lenzuola di seta!

FILIPPO:e che la fate partorire nella stalla, poverina! Ma siete preistorici. E suo marito niente vi

dice?

MARCHESE: suo marito purtroppo morto la settimana scorsa.

FILIPPO:e me ne compiaccio di te cugino. Manca il marito e la trattate come una bestia.

NORUCCIA: (voce fuori scena)forza Ciccino scendi!

CICCINO: presto dottore non c tempo da perdere(prende in braccio Filippo e mentre lui urla lotrascina fuori; Concettina li segue).

Scena VI

(Marchese, Colette, Filippo, Turiddu)

COLETTE: ma che siete tutti impazziti in questa casa?

MARCHESE: (ancora esagitato)no, ma che impazziti. successo che arrivato lo psichiatrapoiAddolorata si sentita malepoi ci ha spegato una tecnica, poi


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

COLETTE:ma poi che? Basta io vado a cavalcare. Comunque se siamo nella mani di quel medico, non la vedo molto bene la cosa (esce).

MARCHESE: Colette aspetta amore(va per rincorrerla zoppicante ma fermato da Filippo).

FILIPPO:(entrando di corsa sconvolto e con i vestiti scombinati) ma una cavalla. Addolorata una cavalla! Ma che siete tutti matti in questa casa? Ma che mi avete preso per un veterianario.

MARCHESE: e certo che una cavalla. Cosa le sembrava che fosse.

FILIPPO:ma che ne so io! Addoloratasoffregridapiangepov eretta sta partorendo. Tutto potevo pensare tranne che fosse una armala. E quelli l fuori che mi volevano portare a forza nella stalla. Gli uomini spingevano, le donne piangevano, i cani abbaiavano. Male! Questa giornata cominciata troppo male.

MARCHESE: (con fretta)mi scusi, ci deve essere stato un malinteso. Ma lei si metta comodo, neparliamo al mio ritorno. Adesso devo scappare (esce correndo). Collete aspettami, tesoro mio, corro da te (poi dolente alla gamba). Beh, magari cammino da te.

FILIPPO:ma che mi ha lasciato qua da solo? Lui scappato, il resto della truppa e nella stalla ad assistere al parto dellanno. E se spunta la tigre? Mi sa che sono capitato in una casa di pazzi; altro che la moglie, qua tutti fuori di testa sono! Ma che una settimana, io faccio la perizia di corsa e me ne scappo. (Si siede sul divano).

Entra di corsa un ragazzo brandendo un coltello; si guarda intorno furente come cercando qualcosa.

Poi vedendo Filippo gli si avvicina minaccioso.

TURIDDU: dov? La voglio uccidere quella. La voglio ccannare con le mi ttette mani. Disonoratosono. (Avvicinandoci a Filippo e prendendolo per il bavero) dov? Dove lhai naccotta?

FILIPPO:(spaesato ed impaurito per latteggiamento e per il coltello) chi? Calmati figlio mio. Chisei? Chi stai cercando?

TURIDDU: non fare il finto tondo ah! Io tinfilzo come uno ppiedino di porco.

FILIPPO:mattri mia, male mi sto sentendo; mi sento le gambe mancare.

TURIDDU: ah ti senti male ora! E quando ti divertivi con lei, non ti sentivi male vero? Dove lhainaccotta, lo so che qua da qualche parte! Parla o ti affetto come un capretto.

FILIPPO: ma di chi parli? Io sono ospite in questa casa; sono arrivato ora e ancora non ho nemmenoavuto il tempo di levarmi il soprabito.

Scaraventa Filippo sul divano per poi ricominciare la sua ricerca forsennata per la stanza.

TURIDDU: non fare lo ppetto. Lho vitta che usciva cinque minuti fa?


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO:e allora se lhai vista che usciva cosa vuoi da me? Vai a cercarla in un altro posto. Ma poi chi cerchi?

TURIDDU: ttella. Io sono Turiddu e sto cercando ttellina.

FILIPPO:tellina? E qua la cerchi? Devi andare a mare, al massimo alla pescheria se cerchi la tellina.

TURIDDU: e che mi prendi in giro? Io to cercando la mia moglie, la mia S-tella. A tutti ccanno, tutti,a cominciare da te.

FILIPPO: aspetta, anzi appetta. Io non so di che cosa parli, perci prima di scannarmi, fammi capireper cosa sto per morire. Io sono appena arrivato in questo manicomio che si ostinano a chiamare casa.

TURIDDU: sicuri siamo che tu non conosci la mia ttellina.

FILIPPO:te lo giuro; guarda dovessi morire tu se non dico la verit.

TURIDDU: persona onesta sembri, mi voglio fidare.

FILIPPO:e allora calmati, che vuoi fare una strage fino a che non trovi la tua fidanzata?

TURIDDU: tranquillo, io irato damore sono, ma non che sono ccimunito. Dopo che ho ccoperto iltradimento, dallavvocato andai, e lui le seguenti parole mi ditte: se vai e uccidi la fotografafolafilefacanfila

FILIPPO:fedigrafa, si dice fedigrafa.

TURIDDU: giusto fedigrafa, bravo. Se vai e la uccidi senza trovarla commettere il fattaccio, vai dritodritto in prigione. Prendono le chiavi e le buttano dentro il pozzo senza fondo.

FILIPPO:bravo, questo avvocato un uomo di coscienza, ti ha saputo consigliare bene.

TURIDDU: se invece li sorprendi durante il fatto zozzo, ammazzi lei gli tiri fuori dallo tomaco leinteriora a lui, e siccome che delitto donore, ci sono le attenuazione del caso, nessuno ti pu fare niente, resti pulito nelle carte della legge e pulito nellonore. Insomma potrai cammirare a tetta alta rippettato e riverito.

FILIPPO:e bei consigli che ti da questo avvocato.

TURIDDU:ed io che sono ccemo? No, io nel fatto la devo cogliere. Sei sicuro che qua non c?

FILIPPO:sicurissimo. Te ne puoi andare.

TURIDDU: allora io vado, e appena torno e la sorprendo nel fattozacchite! A lei ci ccippo lecannarozza vive vive e ne faccio fettine per cotolette. A lui invece, a quel fetente senza onore, intanto cos per cominciare lo prendo a tumpulate fino a che quella faccia non


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

gliela faccio gonfiare come una zanpogna. Poi gli prendo la tetta e comincio a bbattergliela contro il muro, no fino a quando si ppacca la capa

FILIPPO:(impaurito) ano!

TURIDDU:no. Gliela bbatto contro il muro fino a che si frantuma il muro. Quetto come riccaldamento. Poi lo incapretto

FILIPPO: addirittura

TURIDDU: certo. Lo vuoi vedere come?

FILIPPO:no grazie, non ci tengo.

TURIDDU: e invece ora te lo mottro. Mettiti sul divano

FILIPPO:ma veramente

TURIDDU: (minaccioso)guarda che non era una propotta. Forza!

FILIPPO:si va bene basta che non ti arrabbi.

Filippo si mette sul divano mentre Turiddu esce dalla bisaccia due corde e lo lega incaprettato .

TURIDDU: prima comincio con le mani, cos

FILIPPO:ahi , ahi. Non stringere troppo forte ahi. Questo pazzo ! Ma a me chi mi ci ha portato in questo manicomio.

TURIDDU: poi si patta ai piedi.(Comincia a togliere le scarpe di Filippo; mentre lo lega gli fa ilsolletico).

FILIPPO:(ridendo per il solletico) eh.eheheheh. Mimi stai facendo troppo solletico

Turiddu finisce di legarlo.

TURIDDU: ah, ecco fatto.

FILIPPO:finito?

TURIDDU: si a potto.

FILIPPO:e come sto, dimmi come sto?

TURIDDU: benittimo, sembri nato per fare il capretto.

FILIPPO: grazie. Sai da piccolo ero indeciso, dicevo: da grande che faccio il medico o lincaprettato?


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

TURIDDU: poi dopo averlo legato per benelo faccio belare come una capra. Bela!

FILIPPO:che devo fare.

TURIDDU: ti ho detto bela e non ti fermare fino a quando non te lo dico io.

Filippo comincia a belare.

FILIPPO:beeeeehhh, beeeeeehh!

TURIDDU: e quetto punto(si avvicina minaccioso).

Da fuori campo si sente Ciccino urlare.

CICCINO: masculu , masculu! Marchese, dottore nato un belpuledro.

Turiddu allarmato dalle voci, va per andarsene.

TURIDDU: per ora vado, ma torner presto. Mi raccomando tu c he sei mio compare, muto ah.

(Uscendo) vi osservo ah vi osservo (esce correndo).

FILIPPO:e chi parla! Una tomba sono, anzi una capra belante.

TURIDDU: mi raccomando acqua in bocca(esce).

FILIPPO:e che mi lasci legato? Aiuto! A-i-u-t-o! Se prima avevo qualche dubbio, ora ne sono certo: sono tutti pazzi. Ma dove le hanno portate le mie valigie che le prendo e me ne scappo. Aiuto!

Scena VII

(Filippo, Ciccino, Marchese)

CICCINO: (entra concitato)signor marchese dove siete?(Poi vede Filippo)dottore e lei che ci falegato in quella maniera?

FILIPPO:mi sto stirando un poco i muscoli. Ma slegami svelto, cosa aspetti?

Ciccino lo slega.

FILIPPO: le mie valigie, presto dove sono le mie valigie! Io me ne devo scappare immediatamente daquesta casa di matti.

CICCINO: ma che cosa successo dottore?

FILIPPO: e me lo chiedi pure? Ma dove eravate tuttu. In questa tenuta la gente pu entrare ed uscirequando vuole. E quei cani famelici? Solo con me gli venuto voglia di sbranamento!


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

CICCINO: eravamo tutti nella stalla per il parto, cani compresi. un bel puledro!

FILIPPO:auguri! Presto portami le mie valigie che me ne devo scappare.

MARCHESE: (rientra scorato)oh Colette, Colette, dove sei andata Colette. Fare soffrire cos unpovero uomo addolorato. (Poi vedendo Filippo) cugino cosa ti successo, sembri sconvolto?

FILIPPO:sembro? Lo sono! Ci mancava poco che uno squilibrato facesse di me salame.

MARCHESE: non capisco, spiegami!

FILIPPO:ora ti spiego. Allora eroahi, ahi

MARCHESE: che succede cosa hai?

FILIPPO:la colica, la colica spastica. Sar stato tutto que sto trambusto.

MARCHESE: va bene, mi racconterai dopo, adesso ti faccio accompagnare in stanza. Dopo che tisarai rilassato ne parleremo. Dove Concettina?

CICCINO:nella stalla, sono tutti l.

MARCHESE: Ciccino, allora accompagnalo tu il dottore nella sua stanza.

CICCINO:come desidera vossia marchese. Venga dottore gliela faccio vedere io dove si trova la sua stanza (ciclo completo di tic ammiccanti).

FILIPPO:ma che ammicchi cos contento! Cammina almeno dieci metri avanti e non fare mosse false perch ti prendo a colpi di scarpa, hai capito? Questo a me non la racconta giusta!

MARCHESE: vai e riposati cugino mio; parleremo di tutto nel pomeriggio. E mi raccomando ilcertificato. Comicia a lovarci, comincia a lavorarci.

FILIPPO:il certificato; questo il certificato pensa. Io sto cercando di capire come uscire vivo da questa casa. E poi come faccio, io ho portato con me solo tre fogli bollati, qua invece di certificati ne dovrei fare un centinaio, c limbarazzo della scelta.

MARCHESE: (come estraneatosi)Colette, Colette, perch sei tu Colettee dove seiora Colettee con chi sei tu Colette..

FILIPPO:il suo! Il primo certificato il suo: lui il capo dei pazzi!

FINE PRIMO ATTO


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

ATTO SECONDO

Stesso salotto il giorno dopo.

Scena I

(Concettina, Marchese, Ciccino, Filippo)

Concettina porta in scena in un vassoio delle tazze per la colazione ed una brocca. Li posa sul tavolo.

CONCETTINA: ecco fatto. Cos io posso dedicarmi completamente alla signora marchesa. Quando aquel disgraziato del marchese ci speccier il cuore , potr prendere da solo quallintruglio che si fa preparare a colazione.

Concettina uscendo incontra Ciccino che cammina quasi striscindo i piedi.

CONCETTINA: (quasi meravigliata)unaltra volta?

CICCINO: si, questa mattina gi siamo a tre!

CONCETTINA: e poi vuole spacciare per pazza la marchesa.

Mentre Concettina esce, Ciccino si genuflette con un solo ginocchio davanti al divano.

MARCHESE: (da fuori scena)siamo pronti?

CICCINO: prontissimi. Vedi tu che cosa deve fare un povero uomo per guadagnarsi una pagnotta.

Da fuori si sente la voce in falsetto del marchese.

MARCHESE: Oh Romeo, Romeo

Il marchese, indossando qualche accessorio da donna (parrucca, grembiule che funge da abito etc), che successivamente pu essere tolto facilmente, en tra quasi correndo e subito si mette in posa in piedi sul divano.

MARCHESE: (sempre in falsetto)Oh Romeo, Romeo, perch sei tu Romeo?

CICCINO: quello che mi chiedo anche io! Una volta non glielo pu far fare a Micheluzzo?

MARCHESE: rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome, oppure, se non vuoi, giura che sei mio esmetter io d'essere una Capuleti.

CICCINO: (atono, con espressione da patibolo)Devo ascoltare ancora, o rispondere subito?

MARCHESE: solo il tuo nome che m' nemico, e tu sei te steso anche senza chiamarti Montecchi.Cos' Montecchi? Non una mano, un piede, un braccio, un volto, o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome


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CICCINO: solo il nome? Un altro lavoro no?

MARCHESE: cos' un nome? Ci che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stessoprofumo

Mentre il marchese recita, entra Filippo che nel vedere la scena e Ciccino che ha un ciclo di tic, rimane basito.

FILIPPO: il suo! Il primo certificato che faccio il suo.

Ciccino vedendo Filippo prende la palla al balzo.

CICCINO: signor dottore buongiorno, come va?

FILIPPO: sino a un minuto fa benissimo. Ora invece mi sto ricordando il motivo degli incubi diquesta notte. Che stavate giocando allo scambio dei ruoli? (Fra se) lo dicevo io che questo Ciccino non me la raccontava giusta. Il marchese per una sorpresa.

MARCHESE: (scendendo dal divano e togliendosi la parrucca)caro cugino

FILIPPO: no, non ti scomodare cugino. Anzi continuate pure il vostro giochino che io tolgo ildisturbo. Giusto il tempo di andare nella mia stanza, prendere le valigie e scapparmene.

MARCHESE: no, ma cosa hai capito? Quale giochino? Stavamo recitando. Sai ogni tanto ho nostalgiadei giorni nei quali facevo lattore ed allora per ricordare i bei vecchi tempi recito.

FILIPPO:vestito da donna?

MARCHESE: e certo! I ruoli da donna sono i pi complicati, risaputo.

CICCINO:signor marchese io posso andare?

MARCHESE: certo, certo vai pure.

Ciccino uscendo, si avvicina a Filippo facendo un ciclo completo di tic e parlandogli.

CICCINO: grazie dottore, sapr sdebitarmi.

FILIPPO: allascati lontano. Pussa via. Qualsiasi cosa io abbia fatto, non c bisogno di sdebitartiguarda, siamo pace e patta.

Scena II

(Detti, Concettina )

MARCHESE: ma vieni cugino, accomodati. Hai gi fatto colazion e?

FILIPPO:non ancora.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

Il marchese versa dalla brocca in due tazze, per lui e per Filippo.

MARCHESE: prego, beva questa delizia; adesso faccio portare qualcosa da mangiare.

Filippo, dopo una smorfia di disgusto, sputa la bevanda.

MARCHESE: qualcosa che non va.

FILIPPO: ma che cosa mi ha dato? Se mi voleva uccidere era meglio che mi dava una rivoltella, avreigradito meglio il gesto.

MARCHESE: non le piaciuto?

FILIPPO: guardi, non vomito solo per rispetto dell mio stomaco che ancora dormiveglia e non lovoglio disturbare.

MARCHESE: ma solo un estratto di erbe varie. Sa, con i ritmi che sostengo con Colette mi devotenere in forma.

FILIPPO:dico un poco di caff siculo non era meglio.

MARCHESE: mi dispiace. Le faccio portare del latte e caff. Concettina!

FILIPPO:a proposito di uccidere. sicuro che quel pazzo di ieri non dei suoi?

MARCHESE: ma no. Glielo ho gi detto, sar stato uno squilibr ato vagabondo che ha approfittato delfatto che tutti erano nella stalla per entrare. Sia tranquillo, in questa casa in una botte di ferro.

FILIPPO:mah, speriamo.

MARCHESE: piuttosto, il certificato! No dico, al certificato di pazzia di mia moglie ci sta gilavorando vero?

FILIPPO:si stia tranquillo. Anche se sua moglie lho incontrata ieri solo per pochi minuti. stata come unapparizione.

MARCHESE: e lei cos. Ma cosa vuole, pazza.

FILIPPO:sar, me io vorrei farci quattro chiacchiere per be ne.

MARCHESE: faccia pure come crede. Ma non che mi fa lo scherzetto di non scrivermi il certificatoperch ha qualche dubbio eh! Io ho gi saldato.

FILIPPO:stia tranquillo le ho detto? solo come direcuriosit professionale.

CONCETTINA: il signore ha chiamato?


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

MARCHESE: si da dieci minuti.

CONCETTINA: mi perdoni ero con la signora marchesa. Le stavo facendo fare colazione.

MARCHESE: va be, va be. Porta a mio cugino quello che preferisce.

FILIPPO:solo un poco di pane e marmellata

CONCETTINA: bene(va per uscire, sentendo Filippo parlare si arresta).

FILIPPO:e della frutta

CONCETTINA: cone desidera(va per uscire, sentendo Filippo parlare si arresta).

FILIPPO:e se ci sono delle olive nere.

CONCETTINA: bianche le abbiamo solo bianche(va per uscire, sentendo Filippo parlare si arresta).

FILIPPO:va bene lo stesso.

Concettina va per uscire, ma sentendo Filippo ricominciare a parlare si arresta e si siede.

FILIPPO:e mi raccomando non si dimentichi qualche fetta di salame.

CONCETTINA: una salsiccia la gradisce.

FILIPPO:una per, solo una: non vorrei esagerare.

CONCETTINA: allora torno subito.

MARCHESE:vedo che lappetito non le manca.

FILIPPO:e che dopo la mattinata turbolenta di ieri! Come lei sa non ho pranzato e manco cenato.

MARCHESE: questo lo so. Praticamente si barricato nella sua stanza e ne uscito solo questamattina.

FILIPPO:e ancora adesso mi sto chiedendo perch non me ne sono scappato nottetempo; che sono un professionista troppo serio.

Scena III

(Detti, Colette)

Alle spalle di Filippo entra Colette. Il marchese la vede e subito si inebria, Filippo inizialmente non la vede.

MARCHESE: (recintando verso Colette)grazie.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO:e va bene.

MARCHESE: grazie, con tutto il mio cuore.

FILIPPO:non esageriamo adesso. Prego! Avanti facciamo finta che non sia successo niente.

MARCHESE: a te dico grazie mio fiore di loto.

FILIPPO:ma quale fiore di loto e pala di fico dindia

MARCHESE: astro del giorno e della notte.

FILIPPO:eccolo, impazzito unaltra volta.

MARCHESE: venere afrodisiaca(sia avvicina a Colette che dietro Filippo il quale invece halmpressione che stia puntando lui).

FILIPPO:mamma mia, si infervorato.

MARCHESE: mi passione accecante.

FILIPPO:forse meglio che chiami aiuto, ma chi chiamo? A Ciccino, ora chiamo Ciccino (pausa).

No ma che sono pazzo pure io! Se il per il marchese cerano dei dubbi, quello dichiarato.

Quello appena arriva vedendo la situazione gli sembra una festa.

MARCHESE: amore mio tenerissimo.

FILIPPO:ConConcettinaConcettina. E dove si cacciata! Co ncettina! Questa non risponde, e chi chiamo adesso? A si. Addolorata, Addolorata

MARCHESE: (in un impeto)baciami o muoio!

FILIPPO:ma per me puoi morire morto stinnicchiato per terra con i paletti testi. Aiuto aiuto.

COLETTE: prendi le mie labbra; ardono del tuo amore.

FILIPPO:(sorpreso dalla voce) aspetta. Qua ci siamo io e il pazzo, lui non ha parlato

COLETTE: corri da me tesoro.

Filippo si volta e vede Colette.

FILIPPO: sono morto, sono morto. Cugino ma non mi potevi avvertire prima che cera la signora quapresente. Mi hai fatto venire un colpo secco subitaneo.

MARCHESE: oh, scusami cugino. Si tratta di un giochino che io e la mia Colette amiamo fare ognimattina appena ci vediamo.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO: si caro cugino, per mi sembra che qua fate giochi troppo pericolosi per la salute degli altri.

MARCHESE: cugino ti presento la mia adorata Colette.

FILIPPO:piacere. Maun attimo. Se tua moglie folle impazz ita, la signora qua presente come fa ad esserela tuaadorata.

MARCHESE: oooh ma dai cugino, e che devo spiegartele io certe cose! Siamo entrambi uomini dimondo, non devo spiegartelo io come vanno certe cose.

FILIPPO:e no. Infatti comincio a capire molte bene.

MARCHESE: cara il signore e mio(con enfasi)cugino; il famoso cugino medico di cui ti ho parlato.

COLETTE: piacere. Io vado a fare colazione in giardino. Vogliate scusarmi.

MARCHESE: cugino, io faccio compagnia a Colette. Non ve ne vorrai vero? Concettina arriver amomenti con la tua colazione.

FILIPPO:prego andate, andate pure.

Il marchese e Colette escono.

FILIPPO:Hai capito il marchese? Vuole dichiarata la moglie pazza per spassarsela con la Culetta. Ahi povero me; cosa sono costretto a fare per il vile denaro. Mannaggia a quando ho contratto quel debito di gioco. E poi la marchesah a qualcosa di strano; no non strano (pensa) magico ecco, magico. Ha unaurea quasi angelica.

Scena IV

(Filippo, Concettina, Rosalia )

CONCETTINA: dottore ho apparecchiato in giardino anche per lei.

FILIPPO:oh grazie, arrivo immediatamente.

Concettina esce.

FILIPPO:andiamo a fare colazione.

Mentre si alza per uscire comincia a sentire la dolce melodia canticchiata da Rosalia che nel frattempo entrata calma e leggiadra.

ROSALIA: ciao.

FILIPPO:oh, buongirono signora marchesa.

Rosalia sentento quel titolo ride.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO:(con estrema delicatezza come rapito dallinnocenza della donna\bambina) perch ride?

ROSALIA:nessuno mi chiama marchesa, Rosalia, solo Rosalial a bambina. (Ripete parafrasando le le parole che Filippo le aveva detto in precedenza) Rosa e Lia! Rosa che inebriava (pausa), rosa che confonde (pausa), rosa che confusa. E Lia: lieta (pausa) come fu untempo, laboriosa ostanca. Stanca. Stanca!

Mentre parla, Rosalia non guarda Filippo, ma si muove lentamente per la stanza accarezzando mobili e giochicchiando.

FILIPPO:ma lei la signora marchesa.

ROSALIA: (con tristezza e quasi non facendosi sentire)lo ero, lo ero.

FILIPPO:come? Non ho sentito.

ROSALIA: (cambiando discorso)vuoi raccontarmi una storia?

FILIPPO:certo con piacere. Quale vuole che le racconti?

ROSALIA: (come non ascoltandolo)anzi no. Ascolta questa di storia.

Rosalia si siede in terro al centro del palcoscenico, Filippo fa lo stesso.

FILIPPO:quale mi racconta?

ROSALIA: una storia breve, quella della principessa Amore e del cavaliere Inganno. Cera una volta,in un tempo troppo vicino per essere ieri e troppo lontano per essere ancora domani, una principessa che aveva conosciuto un bel cavaliere su di un cavallo bianco. Questa principessa era cos innamorata del suo giovane cavaliere, che nel regno ormai tutti la chiamavano la principessa Amore. Amore, per il suo cavaliere sfid le peggiori tempeste a partire da suo padre il re, ma alla fine il sole spunt ancora. Dur poco per. Ogni giorno una nuova nuvola ne ascurava un raggio; e poi le nuvele divennero molte, ognuna con un nome: bugia, menzogna, derisione (pausa), tradimentoinganno. Cominci a piovere e non ha ancora smesso. Da allora la principessa pianse sempre, fino a che nel regno non la chiamarono pi Amore ma principessa Follia.

Rosalia fino ad ora non ha mai guardato Filippo negli occhi, lo fa solo quando pronuncia principessa follia. Filippo adesso realizza quale sia la realt, ovvero che Rosalia si nascosta dietro la finta pazzia per difendersi dai tradimenti del marito.

FILIPPO: e oggi la principessa Amore o Follia? Vive la realt o la rifugge perduta nel ricordosognante?

ROSALIA: meglio il sogno. Daltronde non siamo che muffa attaccata ai ricordi, fuligine che siappiccica avida di certezze ormai perse, e che non si muove fino a che un soffio daria nuova non la ravviva o una mano distratta ed incurante non la cancella miseramente.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

FILIPPO: ma sotto la muffa, sotto la fuligine c ancora la donna, la persona. Delle volte meglionon attendere che altri, siano essi un soffio daria o una mano distratta, ci aiutino a fare pulizia. Noi non siamo muffa, non siamo fuligine, siamo la realt prezionsa che essa camuffa travestendola di inutilit e di oblio. Il soffio ch e pulisce deve provenire da chi sta sotto al sudiciume che altri gli hanno messo addosso e che non proviene dallanimo suo.

ROSALIA: (dopo averlo guardato negli occhi lungamente, abbozza un sorriso)grazie dottore.

FILIPPO:(con tenerezza) pregoprincipessa.

Da fuori si sentono le voci del marchese e di Colette; stanno continuand oun discorso precedentemente intrapreso.

MARCHESE: e poi andremo a caccia.

COLETTE:e magari facciamo un bel pic nic.

MARCHESE: perch no!

COLETTE:prima per devo capire cosa ho in questocchio che mi sta bruciando.

FILIPPO:eccoli i due piccioncini.

ROSALIA: (sentendo le voci si mette in piedi)vuoi giocare a girotondo.

FILIPPO:certo

Cominciano a girare, mentre Rosalia conta.

ROSALIA: giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti gi per terra.

COLETTE: (infastidita)oooh, c la bambina. Ti prego falla andare via.

MARCHESE: come desideri mia cara. Tu Rosalia, sempre a giocare stai? In giardino forza, vai agiocare in giardino.

ROSALIA: (uscendo)cera una volta la principessa Amoree il principeIngannoche pag per tutto.

Scena V

(Detti, Merchese, Colette, Turiddu)

COLETTE: per favore questa qua togliamocela subito di torno che non ne posso pi.

MARCHESE: non temere mio tesoro, il dottore qua a posta. Vero dottore?

FILIPPO:certo.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

MARCHESE: ci sta lavorando al certificato vero?

FILIPPO: (con la mano si tocca la fronte)qua, ce lho tutto qua in testa; devo solo controllare leultime cose e poi lo scrivo in pochi minuti.

MARCHESE: di getto, sono sicuro che lo scriver di getto.

FILIPPO:vista al situazione lo scriver di rigetto, anzi pr oprio di vomito.

MARCHESE: ma laspettevamo per colazione, non venuto!

FILIPPO:si mi sono trattenuto un poco con sua (enfasi) moglie. Adesso vado.

MARCHESE: certo. Ma prima mi faccia un piacere. Alla mia Colette deve essere entrato qualcosanellocchio, ha un fastidioso bruciore.

FILIPPO:ma io sono psichiatra non

MARCHESE: e va bene facciauno strappo! Capisco che non ha voluto fare partorire la cavalla ma locchio di Colette

FILIPPO:e certo, non ho fatto partorire la cavalla, almeno controlliamo locchio della suina.

Venga si sieda sul divano.

Colette si siede sul divano; Filppo si avvicina per controllare locchio. Si crei una situazione che faccia credere a chi viene dallesterno che Filippo stia per baciare Colette.

FILIPPO:vediamo cosa c in questocchio.

Duante il controllo dalla finestra (se possibile) o dalla porta, si affaccia Turiddu.

TURIDDU: aaah! Ah, ah. Fitusissima per tutte le ruote, ti ho scoperto in fragante mentre mi cornifichicornuto! (Nel frattempo gi entrato in scena).

FILIPPO:mammail pazzo! Il pazzo tornato! Aiuto!

MARCHESE: cosa vuoi? Come sei entrato? Chi sei?

TURIDDU: sono Turiddu, il marito della qui presente Tellina?

MARCHESE: di chi?

FILIPPO:Stellina, Stellina. Compatitelo il ragazzo, gli manca la esse. Allasilo il giorno in cui la maestra ha spiegato la esse era assente.

COLETTE: Turiddu, ma che cosa ci fai qui?


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TURIDDU:sono venuto a lavare la macchia che tu hai ttampato nel mio onore prima abbandonandomi e poi tradendomi.

COLETTE: e come la vuoi pulire questa macchia?

TURIDDU: ccannando a te e quetto vecchio del tuo amante. Poi con il vottro sangue mi ttrofinolorgoglio. Fino a quando mi ci potr rippecchiare. Faccio una ttrage, faccio!

MARCHESE: ma che sangue, che tradimento, che orgoglio? Qui deve esserci stato un malintesto!

FILIPPO:si, c un malinteso sicuramente.

TURIDDU: non c tato nessun malinteso.(A Filippo)e tu zitto e non parlare che sei il primo deifitusi. Tu mi avedi atticurato che non conoccevi Tellina, e invece sei un vigliacco che si naccondeva dietro la menzogna. Ma pagherari, a si se la pagherari. Io ti devo uccidere con le mie tette mani.

Turiddu insegue Filippo per la stanza, c un poco di trambusto.

FILIPPO:aiuto, aiutochiamate le guardie, il re, Garibaldiaiuto.

TURIDDU: fermo non ccappare, codardo mezzo uomo, vecchio cchifoso. Comincio con te e poi

finicco con la fedegrafedagrolafettelicafafolica (se lattore preferisce puo finire la frase con: ca bottana).

MARCHESE: fermo, fermo. Ragazzo ma che fai? Non perdere la testa, questo sarebbe omicidio.

TURIDDU: (come rinsavito)giutto, giutto. Mio caro signore lei ha ragione. Un duello, dobbiamo fareun duello donore.

FILIPPO:ah! Ma quale duello e duello, io non centro niente in questa storia. Questa Tellina, Coletta o come schifio si chiama, la prima volta che la vedo. (Puntando lindice contro il marchese) lui, lui laman

MARCHESE: (interrompendolo prima che completi)un duello giusto. Quello che ci vuole un belduello donore.

TURIDDU: (verso Filippo)e siccome che sono un galantuomo ti laccer ccegli ere le armi. Ora civogliono i padrini. (Al marchese) lei mio caro signore, che si vede da lontano essere un uomo onetto, pulito e donore sar il mio padrino.

FILIPPO:e io il padrino non ce lho. Non si pu fare, mi di spisce ma questo duello non si pu fare. Peccato per ne avevo un cuore!

TURIDDU: e gi vero !

MARCHESE: ma non ci sono problemi. Tu mio caro giovane, vai nelle stalle e cerchi di Ciccino;digli che lo voglio io, il marchese. Forza corri.


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TURIDDU: grazie marchese, grazie. A certo che se non ci fotte ttato lei! Meno male che c.

FILIPPO:certo meno male.

TURIDDU: e voi due amanti da ttrapazzo, non vi muovete ah! Marchese a lei li affido.

Turiddu esce di corsa.

FILIPPO: ma dico che completamente fuori di testa? Assecondare quello squilibrato in questa storiadel duello!

MARCHESE: per lei, lho fatto per lei. Era lunico modo per p rendere tempo e non farla uccideresubito.

FILIPPO:e invece cos mi uccide fra dieci minuti. Che le devo dire grazie pure? Invece perch non si comportava da uomo e gli diceva la verit e cio che la qui presente (ironico) signora, la sua di amante.

MARCHESE: no, non era il momento. Quello si sarebbe confuso e avrebbe ucciso tutti.

FILIPPO:invece adesso ha le idee chiare ammazzer solo me. Ma io me ne sto andando di gran corsa nella mia stanza a prenderele valigie e tolgo il disturbo.

MARCHESE: ma dove va? E il certificato?

FILIPPO:per posta, glielo mando per posta! (Corre verso la sua stanza).

Scena VI

(Marchese, Colette, Filippo)

MARCHESE: maColette, vuoi spiegarmi cosa sta succedendo perfavore? Chi quello? E Stellina.

COLETTE: (arrampicandosi sugli specchi)ehmvedisai

MARCHESE: Colette, tesoro mio, mi nascondi qualcosa?

COLETTE:no assolutamente, tigrotto mio.

MARCHESE: e allora per favore spiegami, e non chiamarmi tigrotto che mi confondi le idee.

COLETTE:il mio secondo nome Stella. Quello l un ragazzo che conosco fin da quando ero bambina. sempre stato convinto di essere il mio f idanzato poi marito e anche adesso che grande lo crede.

MARCHESE: mi stai dicendo la vert?

COLETTE:(accarezzandolo) tigrotto mio potrei mai mentirti?


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MARCHESE: nonnon mi chiamare tigrotto ti ho detto, altrimenti perdo la lucidit del pensiero. Ma come ci arrivato qua.

COLETTE:mi avr seguito, lo fa da sempre.

MARCHESE: ma pericoloso?

COLETTE: non lo mai stato, ma questa volta credo che possa veramente fare quello che dice.

MARCHESE: (dopo avere riflettuto qualche istante)mi venuto un piano.

COLETTE:sentiamo.

MARCHESE: quello Turiddu, crede che il tuo amante sia il dottore Bonaccorsi, e noi glielo facciamocredere. Lo sfida a duello, lo ammazza di sicuro, dunque lo faccio bloccare dai miei ragazzi e lo denucio alle guardie, cos lo arrestano e ce lo togliamo di torno una volta per tutte.

COLETTE: il delitto donore? Non lo fanno uscire prima, dalla prigione!

MARCHESE: ma quale delitto donore! Che siete maritati?

COLETTE: (scattando come a volere con la bugia allontanare la verit)no assolutamente no. Ma ildottore come lo convinciamo a battersi?

MARCHESE: semplice, gli diciamo che Turiddu solo un innocuo malato di mente che conosci sinda bambino, e che se lo asseconda nel finto duello lo rende felice per anni ed anni.

COLETTE:va bene, come dici tu mio diabolico tigrottocrrrrr !

MARCHESE: e allora tutto a posto . E mi raccomando prima del duello per fare infervorare Turiddu,cerca di essere molto tenera con il dottore.

Entra correndo Filippo con le valigie in mano ed il cappotto, gi pronto a partire.

FILIPPO:io vi saluto. Marchese per favore chiami qualcuno per accompagnarmi presto.

MARCHESE: ma dove vuole andare!

FILIPPO:ovunque nel mondo! Basta che mi allontano il pi possibile da questo posto prima di lasciarci le penne. Mannaggia a me e a quando ho accettato lincarico. Presto mi faccia portare un cavallo. Addolorata; me la faccia sellare.

MARCHESE: ma quella si deve ancora riprendere.

FILIPPO:e allora mi dia un mulo, una mucca, un porco. Qualsiasi cosa abbia quattro zampe; anche tre. Ha un mulo sciancato? Va bene lo stesso.

MARCHESE: si calmi, si calmi. Colette mi ha spiegato tutto. Stia tranquillo.


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FILIPPO:la fa facile lei, tanto quel forsennato vuole affettare me. Un cavallo, presto, un elefente, una giraffafatemene andare!

MARCHESE: mi ascolti Colette mi ha detto che quello matto.

FILIPPO:e cera bisogno di Colette per capirlo?

MARCHESE: si fermi un attimo e mi ascolti. Colette conosce quel ragazzo sin da bambini. innocuo, solo che poverino a dove si fissa. E questa volta si fissato che il marito della signorina Colette; lha seguita e adesso per riparare il (ridacchiando) suo onore, vuole duellare.

FILIPPO:(un poco rasserenato) ma sta dicendo sul serio?

MARCHESE: e certo. Che le sembro il tipo di persona che dice bugie?

FILIPPO: innocuio?

COLETTE:assolutamente!

MARCHESE: non farebbe male ad una mosca. Abbaia e non morde.

FILIPPO:sar innocuo intanto per mi ha incaprettato .

COLETTE:solo perch glielo ha consentito. Se lei fosse stato un poco pi deciso, Turiddu avrebbe desistito.

MARCHESE: e poi poveretto, capace che se non lo asseconda nella sua follia del duello, gli viene unacrisi e ci resta secco. E che gliele devo dire io queste cose a lei che dottore della mente!

FILIPPO:(come colpito nellorgoglio) non c bisogno che me le dica lei, le so gi da m e questecose.

MARCHESE: e allora che cosa le costa? Lo faccia come opera di carit. Lo assecondi per dieci minutinella storia del duello, cos lui se ne va felice e noi stiamo tutti pi tranquilli.

FILIPPO: babbo col giummo? Basta essere decisi e ascolta?

COLETTE:glielo assicuro.

FILIPPO:e sia.


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Scena VII

(Detti, Ciccino, Turiddu, Concettina)

Entrano Ciccino, Turiddu e Concettina.

CICCINO: marchese, ma che cosa successo? venuto a cercar mi questo ragazzo tutto allarmato,alterato e ha cominciato a parlare di padriniche n e so, io non ho capito nulla. Ma il padrino a che serve, che sta facendo battezzare il puledro di Addolorata per caso?

MARCHESE: (da adesso in poi assume un atteggiamento da recitazione)nessun battesimo, ncresima, n altro. Qua lunico sacramento che ci vorr fra poco sar lestrema unzione.

FILIPPO:marchese, va bene che una messa in scena, ma ci vada piano con le parole che io sono un tipo che si impressiona facilmente.

MARCHESE: Ciccino caro, noi oggi saremo padrini, compagni, e uno di noi anchebecchino

FILIPPO:e ci torna.

MARCHESE: di duello trattasi. Io avr lonore ed il privilegi o di assistere loffeso, il richiedenteduello, purificatore di orgoglio, il martoriato nellanimo, il tecnicamentecornuto, il qui presente Turiddu (a queste parole Turiddu fa un passo in avanti e sinchina). Tu invece assisterai, il pomo del peccato, linfame approfittatore, il rovina famiglie, il meritevole di morte atroce, il dottore.

FILIPPO:grazie marchese, la stima reciproca.

Rosalia entra senza essere notata da nessuno e si mette in un angolo a giocare con le sue bambole.

TURIDDU: (rivolto a Filippo)a lei la possibilit di ccegliere larma: ppada, rivoltella, lupara, coltello, battone siciliano, cannone borbonico, tira pietre, forbici, zappa, forcone, cannoli con la ricotta, mani nude.

Filippo affronter quello che crede essere un finto duello con sufficienza, facendosi beffa di Turiddu.

FILIPPO: no, mani nude no che mi rovino le unghie.

TURIDDU: e allora decida, presto.

FILIPPO: (fra se)ora ci divertiamo, tanto per ridere; innocuio e babbo ! E senti allora facciamocon la spada. Ho cuore di un bello spiedino. Concettina, per favore porta melanzane e peperoni che il salame c gi.

TURIDDU: (innervosito)e mi prendi per i fondelli pure? Adetto vedrai. (Adesso calmo e come se sivolesse scusare) e comunque la ppada non c.

FILIPPO:allora va bene la rivoltella


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TURIDDU: (come imbarazzato)non c nemmeno.

FILIPPO: cannone borbonico?

TURIDDU: mi veniva pesante portarlo.

FILIPPO:zappa?

TURIDDU: (sempre pi imbarazzato)ehmno.

FILIPPO:forcone.

TURIDDU: no!

FILIPPO: oh figlio mio ma allora sei poco serio. Ma come, prima tutto quel grande elenco diarmamentario e poiquello no, quellaltro neppure, il cannone pesante. Cos illudi le persone. Illusionista.

TURIDDU: (mortificato)veramente io

FILIPPO:la lupara. Almeno la lupara ce lhai? Non mi dire di no, perch ci resto male.

TURIDDU: (vistosamente con la testa asserisce, poi dice)no.

FILIPPO: nemmeno la lupara? Ma cose dei pazzi, questi ragazzi di oggi che vanno in giro a fareduelli senza la lupara; ma dove andremo a finire dico io. Marchese, lei che padrino, per cortesia intervenga che io gi mi sto cominciando a d innervosire. La sistemi lei questa faccenda prima che mi prendano i cinque minuti e faccio una strage.

Nel frattempo rientra Concettina con le melanzane ed i peperoni.

CONCETTINA: dottore ecco gli ortaggi che mi ha chiesto.

FILIPPO:Concettina, lascia perdere che per lo spiedino non se ne fa pi niente.

MARCHESE: Turiddu certo che pure tu, vai a legna senza corde. Che cosa hai portato avantisentiamo. Almeno il bastone ce lhai?

TURIDDU: (felice come un bambino che ha indovinato la risposta)si, i battoni si! Eccoli(li tira sudalla finestra; ne tiene uno per se mentre laltro lo consegna a Ciccino che lo porge a Filippo).

FILIPPO: (sbeffeggiandolo)hai scelto il bastone, brutta mossa, brutta mossa caro ragazzo mio. Nel mio paese di origine io ero soprannominato Filippo il bastonatore senza piet. Chi capita sotto le mie mani un uomo rovinato per la vita, se sopravvive. Guarda che io quando minfervoro non rispondo pi di me. Con questo bastone di dar una gran fraccata di botte, ma tante, cos tante che per sistemarti non dovranno chiamare un medico


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

TURIDDU: a no!

FILIPPO:no. Dovranno chiamare Leonardo da Vinci.

TURIDDU:vedremo.

MARCHESE: bene signori, al mio via comincer il duello che sa r considerato concluso al primosangue o, se il vincitore lo desiderer, allultimo .

FILIPPO:Concettina comincia a prendere gli stracci che ci metto meno di cinque minuti.

MARCHESE: cominci il duello.

I duellanti cominciano a muoversi nella stanza; Filippo prende in giro Turiddu con una serie di movimenti ed epressioni che lattore decider.

TURIDDU: vieni combatti, che fai?

FILIPPO: ti studio(si avvicina, lo tocca col bastone per beffeggiarlo, poi si allontana con un saltelloridendo).

TURIDDU: vieni qua; che fai ccappi? Non eri il battonatore senza piet.

FILIPPO:(con sufficienza) che mi fai pena.

Scena VIII

(Detti)

TURIDDU: (perdendo le staffe)adesso batta.(Butta via il suo bastone, afferra Filippo bloccandolo edestraendo un coltello da sotto il gil, glielo punta al collo).

Panico generale, tensione drammatica in scena .

TURIDDU: vediamo se ora ti faccio ancora pena; ora che ti tengo in pugno come un pupo disanimato,senza onore e pudore. Ti piaciuto ppattartela con mia moglie vero?

MARCHESE: (fra se)dai fallo, cosa aspetti.

CICCINO:fermo, ma che sei impazzito? Non commettere sciocchezze, fermo.

COLETTE: (fra se)e forza, dai! Comportati da uomo una santa volta.

FILIPPO: fermo. Aspetta io non cemtro niente credimi. Hai la mia parola donore.

TURIDDU: la parola di un vattaso che non ci ha pensato due volte a rendermi cornuto, macchiato,disonorato. Ma io ti ccanno come un capretto.


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

Turiddu solleva la mano con la quale afferra il coltello come a volere caricare il fendente. Durante lo scambio delle due ultime battute, Rosalia, lasciate le bambole, si era avvicinata. Adesso con molta delicatezza appoggia (e non afferra) la sua mano su quella col coltello.

ROSALIA:fermo signore Turiddu; si fermi.

CONCETTINA: (allarmata)marchesa si allontani per favore, pericoloso.

MARCHESE: (timoroso che Turiddu non possa uccidere Filippo perch ostacolato dalla moglie)levati Rosalia, qua non stiamo giocando. Corri nella tua stanzate lo ordino.

Intanto Filippo, sembra impietrito.

ROSALIA: (guardando in faccia Turiddu e sorridendogli)mi scolti.

TURIDDU: signora si allontaniper favore. Quello che si devefare (pausa) un uomo deve farlo.

ROSALIA: non uomo chi fa quello che si deve fare, masculu chi fa la cosa giusta; E mi credaquesta non lo .

TURIDDU: (come incantato, con ritrovata calma e rispetto mentre abbassa la mano e lascia Filippo)signora mia, ma chi lei?

MARCHESE: solo quella pazza e folle di mia

ROSALIA: (quasi tuonando guardando il marito)io sono la marchesa Rosalia Patan, padrona diquesta casa e da ora (si rivolge a Turiddu tornando ad essere dolce)da ora nuovamente padrona della mia vita.

TURIDDU: ma, signora marchesa questuomo mi ha reso pupo agli occhi delle persone.

ROSALIA:questuomo vittima. Si proprio come lo lei, come lo sono io. Noi, lei ed io, siamo vittime di chi amavammo fino alla morte, di chi abbiamo amato finofino alla follia. E vede, per lei la follia stata la volont di vendetta, per me invece scappare dalla realt delle cose e nascondersi dalla consapevolezza di esse. Io oggi ho deciso di (ridendo) rinsavire e ritrovarmi, si ritrovi pure lei.

FILIPPO:marchese, per colpa dei suoi vizi ci stavo rimettendo le penne.

TURIDDU:e che centra il marchese?

FILIPPO: che centra? Il porco lui. lui che ha una realz ione con tua moglie, e per di pi, ilfarabutto mascalzone, ha chiamato me che sono un medico psichiatra per farmi fare un certificato di pazzia per la marchesa, che poveretta soffre per amore, ma qua dentro la persona pi sana ed equilibrata. Voleva farla rinchiudere al manicomio e spassarsela con tua moglie usando il denaro della marchesa.

TURIDDU: ma che cosa mi tta raccontando! vera tutta quetta ttoria?


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Follie damore 2 atti di Santo Capizzi

(Si guarda intorno e vede che tutti, Ciccino, Concetta e Rosalia asseriscono con la testa).

TURIDDU: (al marchese mentre si avvicina minaccioso)e grandissimo coso fituso che non sei altromi volevi fare ammazzare un povero uomo che non centrava, per fare cosa? Farmi arrettare e levarmi dai piedi. E tu (a Colette) che non sei degna di ettere chiamata femmina, tanto fai cchifo, hai tradito me, ma ancora prima la prometta che mi hai fatto in chiesa davanti al Signore.

MARCHESE: (a Colette)matrimonio? Ma non mi hai detto che eri libera?

COLETTE:ehmmi sar sfuggito.

Turiddu si avvicina ai due.

MARCHESE: (impaurito)fermo, cosa vuoi fare? Non hai sentito mia moglie la marchesa cosa ti hadetto! Non vorrai mica fare il delitto donore? Non vorrai rovinarti la vita? Credimi non ne vale la pena!

TURIDDU: non vi uccider; non valete nemmeno un giorno dellamia liberta. (Prende in mano un bastone) ma una gran pattata di battonate non ve la toglie nettuno.

MARCHESE: aiutoooo!

COLETTE: aaaaah!

Il marchese e Colette escono di gran corsa, inseguiti da Turiddu che brandisce il bastone.

Scena IX

(Detti)

CONCETTINA: (ridendo)vediamo se il marchese adesso ha ancora cuore di recitare.

CICCINO:lunica cosa che pu recitare il rosario.

CONCETTINA: signora marchesa tornata!

ROSALIA:ci sono sempre stata mia cara Concettina, sempre. che un poco mi faceva, come direcomodo sembrare persa in me stessa.

CONCETTINA: mamma mia, marchesa non pu sapere che felicit chemi sta dando.

ROSALIA:e devo ringraziare il dottore Bonaccorsi, lunico fra i medici che mi hanno imposto di vedere, che non ha visitato la paziente ma ha parlato con la donna. Allora mi sono detta: se uno sconosciuto vede ancora in me una donna, una persona, allora non posso, non devo perdermi per un amore sbagliato. Non lo merita. Putroppo ho perso del tempo.

FILIPPO: mia cara marchesa, non pensi al tempo passato ma a quello che deve venire. E poi mi credalei non lo ha perduto, non si perde nulla di quel che si vive, tutto resta in noi diventando noi.


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CICCINO: basta, basta per favore con questi discorsi, che la testa mi sta scoppiando. Vado adavvisare tutti che la signora marchesa tornata. Dobbiamo fare festa, dobbiamo fare una grandissima festa (esce).

Passano di corsa dalla scena il marchese e Colette urlando; sono inseguiti da Turiddu.

FILIPPO:aspetta Turiddu, aspetta.

TURIDDU: no dottore, non mi fermi. Almeno una fraccata di battonate a quei due gliela voglio dare.

FILIPPO:e chi ti vuole fermare; io voglio darti una mano (prende il bastone). Andiamo prestoalla caricaaaaa

SIPARIO


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