Forse è andata così

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Forse è andata così

Forse è andata così

(come l’immagino io)

1986

di Giuseppe Diodati

Musiche di Luigi Ceci

PERSONAGGI

MARIA                                                                                        ( la bambina )

MAMMA

MARIA                                                                                        ( la Madonna )

ANGELO

GIOVANNA

S. GIUSEPPE

ZACCARIA

ELISABETTA

MARCO

VELIO

1° PASTORE

2° PASTORE

GASPARE

MELCHIORRE

BALDASSARRE

VARI PERSONAGGI DEL PRESEPE

CORO

ATTO PRIMO

All'apertura del sipario appare l'interno di una cameretta per bambini. Il lettino è spostato verso destra in modo da dare il maggior spazio possibile all'azione scenica. Da fuori campo vengono le voci della mamma e di Maria la bambina.

Maria:        Maria è tardi. Su vieni che ti metto a letto.

Maria:        (A malincuore) Va bene, mamma, vengo.

Maria e la mamma entrano e si avviano verso il lettino.

Mamma:    Cosa c'è? Cos'è quella faccia?

Maria:        Mamma, io non sono ancora stanca e non voglio andare a                      dormire. Perchè non mi fai stare con te in cucina? C'è anche                            papà, vedrai che non vi darò fastidio.

Mamma:    E' tardi! Domani devi svegliarti presto per andare a scuola. Non              puoi continuare ad arrivare sempre in ritardo.

Maria:        Ma, mamma, mettiamo la sveglia!

Mamma:    Come se tu la sentissi.

Maria:        E su. Solo un altro poco!

Mamma:    Questa sera sono irremovibile: devi andare a letto.

Maria indossa il pigiama e si mette nel letto, la mamma le rimbocca le coperte, le da un bacio e poi cerca di andarsene, ma sulla porta viene fermata dalla voce della bambina.

Maria:        (Con persuasione) Mamma!

Mamma:    Cosa c'è ancora? (E si gira verso il letto)

Maria:        Ma la preghiera non me la fai recitare questa sera?

Mamma:    (Si riavvicina al letto) Va bene, hai ragione. Su, incominciamo. Nel nome del....... ma cosa stai facendo?

                           

Maria era saltata fuori del letto.

Maria:        Mi metto in ginocchio vicino al letto.

Mamma:    Questa sera tutte le scuse sono buone, hai sempre recitato la tua                   preghiera stando nel letto e stasera fai la pia....  in ginocchio! E va                   bene, basta che la recitiamo.

Insieme:     Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

Maria:        (Lentamente per perdere tempo) Ave Maria, piena di grazie, il                          Signore è con Te: Tu sei benedetta tra le donne e benedetto il                         Frutto del tuo seno, Gesù!......

Mamma:    Perditempo! (E si intromette continuando la recita e accellerando            il tempo) Santa Maria, Madre...... (Eccetera)

Maria:        (Si ripete la scena di prima anche per la recita della prossima                           preghiera) Angelo di Dio......

Mamma:    ....Che sei il mio custode..... (Eccetera)...... Nel      nome del                     Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen! Su, adesso mettiti              nel letto e dormi.

Maria esegue e la mamma le da un altro bacio, le rimbocca di nuovo le coperte e cerca di andarsene, ma sulla porta.......

Maria:        Mamma!

Mamma:    (Un po' infastidita) Cosa c'è?

Maria:        Mamma, stai un poco con me: ho paura.

Mamma:    (Si riavvicina al letto e accarezza la figlia)     Quante bugie                       stasera! Tu non hai mai avuto paura e proprio stasera te ne è                          venuta tanta. Cos'è? Hai paura del buio? Allora ti lascio la luce               accesa. (E accende la luce del comodino)

Maria:        Mamma, ma io non ho sonno. (E si siede sul letto).

Mamma:    E allora cosa facciamo?

Maria:        Io lo so. Andiamo in cucina...

Maria cerca di scendere dal letto, ma la mamma non glielo permette.

Mamma:    No! Io volevo dire: cosa dovremo fare per farti addormentare.

Maria:        E va bene! Raccontami una favola, allora.

Mamma:    E sia, ti narrerò però una storia vera.

Maria:        Va bene qualunque cosa, a me basta averti vicino.

Mamma:    Allora devi sapere che molti ma molti anni fa, in una piccola                    casetta di un piccolissimo paese di una minuscola valle.......

Maria:        (Interrompendo) Non mi vorrai raccontare la storia di qualche                           nanetto o di un puffo? Guarda che per televisione ce ne fanno                         una pancia così.

Mamma:    Ma no! Fammi finire.... dunque in un piccolo paese della Palestina c'era una fanciulla che si chiamava... indovina come?

Maria:        Adesso incominci coi quiz? Guarda che Mike Buongiorno non mi è tanto simpatico.

Mamma:    Si chiamava Maria!

Maria:        Come me?

Mamma:    Si, proprio come te, o forse è meglio dire che tu ti chiami come Lei..... E aveva sposato un uomo più vecchio di Lei che faceva il falegname e si chiamava Giuseppe. Vivevano felici!... Un bel giorno il Signore Dio decise di inserirsi in quella famiglia e allora Le inviò un angelo e.........

La mamma continua a mimare il racconto, ma la sua voce non si sente più. Maria rimane incantata come se stesse ancora sentendo il racconto  con tale attenzione da far notare che sta immaginando la storia. Praticamente noi vedremo materializzarsi sulla parte sinistra della scena proprio il racconto filtrato attraverso l'immaginazione della bambina. Allora comparirà dal buio la Madonna tutta intenta a rammendare una tunica di Giuseppe. La trasposizione nel mondo della fantasia sarà sottolineata da musiche adatte e da effetti di luci particolari. Alle spalle della Madonna campeggia un angelo, che sottolineerà con la mimica quanto sentirà da Maria, per intervenire quando sarà il tempo

Madonna: Con quel brutto mestiere Giuseppe si fa sempre degli strappi alla tunica. Ma già, basta che si muova e c'è sempre un pezzo di legno pronto allo strappo. Forse avrei fatto meglio a sposare un pescatore, almeno gli strappi alle reti se li sarebbe ricuciti da se e io avrei lavorato di meno. E già!... però sarebbe stato fuori tutte le notti per la pesca, e io ho paura a restare da sola, specialmente di notte poi.... Beh! Forse è meglio che Giuseppe fa il falegname, almeno me lo ritrovo sempre vicino e mi sento protetta. Ma che strazio questi continui rammendi!... (E continua a cucire)

Angelo:      (Dando un colpettino sulla spalla della Madonna) Scusa, Maria.....

Madonna: (Senza voltarsi) Che c'è, Giuseppe, un'altra tunica rotta? O hai fame? Se è così, guarda che in cucina deve essere pronta in tavola quella focaccia che è rimasta da ieri, Te l'ho riscaldata.... Lo sai che non ci è permesso sprecare niente, visto quello che guadagni!

Angelo:      (Un po' interdetto) Ma scusa, Maria......!

Maria:        (Interrompendo) Ho capito... se guardi bene, c'è il vino nella credenza. Allungalo con un po' d'acqua, altrimenti con te sarà difficile ragionare.

Angelo:      (Perde la pazienza, si pone davanti alla Madonna, che si impaurisce ed urla) Oh, insomma, Maria! Mi vuoi far parlare?

Madonna: Mamma mia! E chi sei tu? Come sei entrato qui? E Giuseppe dov'è?... Giuseppe..... Giuseppe!..

Angelo:      Ma no, Maria, calmati! Io non sono qui per farti del male. Non vedi che sono un Angelo?... Si! sono un Angelo mandato a Te da Dio! Ti fidi di Dio, vero?

Madonna: Di Dio si! Ma di te, non so. Chi me lo dice che sei un vero Angelo?

Angelo:      (Muovendosi pensieroso, tra se) Cosa posso dirle per farmi credere?

Madonna: (Ponendo una sedia tra se e l'Angelo) Allora?

Angelo:      (Realizza) Aspetta, aspetta... Tu hai una cugina... Elisabetta, vero?

Madonna: Si! Ma cosa c'entra lei?

Angelo:      Bene! Devi sapere che lei aspetta un bambino!

Madonna: (Sorpresa) Ma no!...

Angelo:      Ma si! E sai come è successo?

Madonna: Sono proprio curiosa. Una sterile, moglie di un uomo non più tanto giovane, e non più tanto giovane lei stessa, che aspetta un bambino. Stai prendendomi in giro?

Angelo:      Proprio questa è la mia prova. Ragiona! Chi più di Dio può permettersi una cosa simile?

Madonna: Nessuno!

Angelo:      E allora? Chi, se non informato da Dio e che non sia un suo inviato, e qui aggiungo per aver fatto da intermediario, da messaggero, può conoscere un fatto, che pur interessando una tua parente, e pur essendo una cosa così importante, Tu ancora non conosci?

Madonna: E' vero, hai ragione! Vorrà dire che se Elisabetta aspetta questo bambino, sei tu il messaggero divino, un vero angelo.

Giovanna: (E' un'amica comune di Maria e di Elisabetta, entra di fretta) Maria, Maria...!

Madonna: Giovanna! Cosa fai tu qua?

L'Angelo sottolinea con mimica a Maria un qualcosa, come se volesse dire: Adesso sentirai chi ha ragione

Giovanna:          Sono qui per una cosa meravigliosa. Una cosa che non potresti mai immaginare.

Madonna: Non tenermi sulle spine, forza parla!

Giovanna: Mi ha mandato Elisabetta: è una cosa formidabile!

Madonna: Non mi sarai venuta a dirmi che aspetta un bambino?

Giovanna: (Sorpresa) Proprio così! ma io non ti sapevo anche indovina, come fai a saperlo? Io sono stata la prima a conoscere la notizia e proprio per portarla a te.

Madonna: (Guarda l'Angelo, che appare molto soddisfatto) No! Non sono un'indovina. Ma dimmi, è vero quello che stai dicendo?

Giovanna: Ma certo! Mi ha mandato proprio Elisabetta per chiederti di andare da lei per aiutarla.

Madonna: E va bene, Giovanna, dille che ci penserò, ma che sicuramente ci andrò. (Poi accompagnando  Giovanna alla porta con una certa insistenza) Adesso, però, scusami, ma ti devo salutare.

Giovanna: Ma, Maria....

Madonna: Su vai, vai...

Giovanna: Ma che modi?

Madonna: Vai, ti ho detto, ho tante cose da fare.

Giovanna: Vado, vado.. Ma che modi.

Madonna: Ciao! Ciao!

Giovanna:          Ciao! (E viene spinta fuori)

Madonna: (Cambiando radicalmente l'atteggiamento nei confronti dell'Angelo) Ma allora è vero? Tu sei un Angelo del Signore!

Angelo:      Oh, finalmente! Posso adesso mettere in pratica la mia missione.

Maria si siede e l'Angelo si inginocchia ai suoi piedi, in atteggiamento tipico di una icona dell'Annunciazione, l’atmosfera e i due personaggi rientrano nella normalità e solennità del fatto biblico:

Angelo:      Ave, o Maria, Tu sei piena di grazie perchè il Signore ha voluto farti diventare la regina dell'universo, la pietra più preziosa del creato.

Madonna: Io?... Ma mi ha guardato bene? Io posso essere, anzi sono la più umile delle sue serve. E poi, come può essere quello dici?

Angelo:      Tu diventerai madre, Maria.

Madonna: Io madre? Credo che proprio non sarà mai possibile. Hai incocciato la persona sbagliata.... Forse tu non sai del mio voto di verginità. Non sono il tipo di venir meno ad un impegno assunto, e specie nei riguardi dello stesso Dio.

Angelo:      Questo non è un problema grave. Se è Dio che te lo chiede, non vedo dove possa essere la disubbidienza. E poi io non ho parlato di rompere il voto di castità, ho solo detto che Tu diventerai madre.

Madonna: Ma... come potrebbe mai essere se io poi non rompo il mio voto?

Angelo:      Non devi aver paura, né poca fiducia nella potenza dello Spirito del Signore. Tutto succederà perchè lo Spirito Santo entrerà in Te e ti feconderà: Tu porterai nel grembo il Figlio di Dio. Lo chiamerai Gesù e sarà... il Salvatore dell'umanità.

Madonna: La madre del Salvatore dell’umanità? Vuoi dire allora che io dovrei essere la famosa madre del Messia?

Angelo:      Lo hai detto!

Madonna: Non sarà certo un compito facile. La responsabilità è grande. Ma se è questo che Dio vuole da me, non sarò certamente io a rifiutarmi. Sia come vuole il mio Signore, confido in Lui e sono certa che mi aiuterà: Torna da Lui e riferisci che può fare di me tutto quello che vuole.

Si canta la prima canzone (Testo)

Prima canzone:Annunciazione

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.itoppure a diodatigiuseppe@.tin.it    

Angelo:          Figlia di questa terra,

                 Figlia di povertà,

                  piccola tra le donne,

                  grande per il Signor.

                  Fragile come un giglio:

                  quanta dolcezza in cuor;

                  umile come serva,

                  cara per il Signor.

     RIT:                 Madre di Dio sarai Tu, Maria,

                   Lo chiamerai Gesù,                               

                   salverà questo mondo,

                   madre di Dio sarai Tu. (BIS)

      Madonna:     Ma che tremenda scelta,

                    ma che tremendo peso!

                    Mi sento impreparata,

                    che responsabilità!

                    Ma se lo chiede Dio,

                    non posso farmi indietro:

                    eccomi sono pronta

                    per questa umanità.

                                (RIT: a due, Maria lo canterà in prima persona)

Alla fine della canzone, l'Angelo fa un inchino e si allontana dalla Madonna, poi, arrivato presso l'uscita dalla scena, si rivolge al pubblico.

Angelo:      Meno male che ce l' ho fatta! Certo che da come era cominciata la faccenda, avevo paura che non ce l'avrei fatta a convincerla. Già mi sembrava di sentire i tuoni e i fulmini di Dio Padre, arrabbiato con me per la mia incapacità.

L'angelo esce, mentre la Madonna resta immobile sulla scena e gli effetti speciali rimettono in primo piano la piccola Maria e sua madre.

Mamma:    E così Maria accettò il grande compito che le era stato affidato da Dio.

Maria:        Mamma, ma questa è la storia della Madonna, la mamma di Gesù. Io la conosco, ma raccontamela tutta. La sai raccontare così bene che io riesco a immaginare come in un film quello che accade.

Mamma:    Va bene, continuerò, ma chissà che cosa    starai immaginando tu, con quella tua pazza fantasia.

Maria:        Racconta, racconta....

Mamma:    Allora... quando Giuseppe, il marito di Maria venne a conoscenza della maternità della moglie.....

Maria:        Chissà che colpo per lui: ritrovarsi la moglie in attesa senza saperne niente.

Mamma:    Cosa stai dicendo, Maria?

Maria:        Oh! Scusa, mamma non parlo più.

Mamma:    E non usare più quelle espressioni... vediamo.. quando Giuseppe venne a sapere della maternità di Maria.....

Di nuovo con gli effetti speciali si rimette in primo piano il lato sinistro della scena. Entra Giuseppe e trova Maria seduta sulla sedia, completamente assorta nei suoi pensieri.

Giuseppe: Ciao, Maria, cosa c'è di buono stasera?

Maria non risponde.

Giuseppe: Ehi, Maria! Ti sei addormentata? Dico a te, svegliati! (Ma Maria è ancora assente, Giuseppe le si avvicina e la smuove) Maria, cosa c'è?

Madonna: (Si scuote) Oh! Scusa, Giuseppe, ero distratta.

Giuseppe: E me ne sono accorto bene. Ma c'è qualcosa che non va?

Madonna: No, niente. Ma cosa volevi?

Giuseppe: Beate donne, sempre con la testa tra le nubi. E beato pure chi vi capisce. Volevo mangiare qualcosa, ma ora mi sembra che mi sia passato l'appetito. Con la faccia che ti ritrovi mi preoccupi. Dimmi che cosa ti succede.

Madonna: Ma niente.... se vai in cucina c'è la focaccia di ieri, te l'ho riscaldata e il vino è nella credenza.

Giuseppe: Meno male, pare che la fame mi stia tornando e guardami bene: oggi non ho fatto neanche uno strappo alla tunica. Sarai contenta spero?

Madonna: Si vede che quando vuoi sai stare attento... ma vai a mangiare..

Giuseppe: (Titubante) Ma..!

Madonna: Vai... vai... ( Giuseppe esce e Maria si avvicina al pubblico ) Mio Dio!  E adesso chi glielo dice a Giuseppe? E' sempre stato gentile e comprensivo con me... perfino quando gli parlai del mio voto di verginità mi venne incontro e mi capì... ma questa volta è troppo! Un figlio?... Un figlio non suo! Sarà difficile che lo accetti! Sono proprio un'imbecille! Ho accettato subito e non ho pensato a lui, a Giuseppe! Ma ora è fatta e io avrò quel bambino... Giuseppe deve saperlo... Ma poi crederà che è il figlio di Dio? Sarà per lui una cosa molto difficile da capire. Povero Giuseppe, Con quel suo carattere così bigotto, avrà un bel colpo. Ma devo dirglielo, tanto tra pochi mesi incomincerebbe ad accorgersene da solo e forse sarebbe peggio. Quando torna glielo dico e che Dio me la mandi buona! Sono nelle sue mani.... Eccolo che arriva..... ( E torna a sedersi )

Giuseppe: (Rientra soddisfatto del pranzo) Oh!  A stomaco   pieno la mente ragiona meglio e la vita sembra più bella. Vero. Maria?

Madonna: Come dici tu Giuseppe.

Giuseppe: Un'altra novità: è la prima volta che ho ragione subito; in genere ho sempre torto. Qui c'è qualcosa sotto. Tu non me la conti giusta, sei troppo remissiva, troppo acconsenziente. Tu vuoi nascondermi qualcosa, anche se non so cosa.

Madonna: Ma no, non è proprio niente, non ti preoccupare.

Giuseppe: Devi dirmi cosa succede. Ti vedo sotto tono... forse non sei riuscita a ricucire in tempo la tunica? Ma se fosse solo per questo potresti anche fare a meno di quel brutto muso appeso come quello di un cammello. Non fa assolutamente niente; vorrà dire che domani metterò di nuovo quella che ho addosso, ma per l'amore del cielo, sorridi!

Madonna: Sei tanto buono! Ma, credimi, la tunica è quasi pronta.

Giuseppe: E allora?

Madonna: Senti, Giuseppe, io ti voglio dire tutto, ma tu promettimi che non ti arrabbierai.

Giuseppe: Io? Mai stato tanto calmo. E poi è assolutamente impossibile che tu possa aver fatto qualcosa che possa farmi arrabbiare. E per di più oggi è una giornata particolare: pensa che ho ricevuto l'ordinazione per un arredamento completo: un tavolo , quattro sedie, e perfino una credenza.

Madonna: (Tra se) Bene! Può essere il momento più opportuno. (A Giuseppe) Allora te lo dico...

Giuseppe: Finalmente! Le mogli devono sempre confidare i loro crucci ai mariti, altrimenti a che serviamo noi?

Madonna: (Esitando) Giuseppe....

Giuseppe:          Allora?

Madonna: Giuseppe.... io aspetto....

Giuseppe:          (Interrompendo) Delle amiche! Tu hai invitato qui delle amiche e hai paura che il tuo maritino ti sgridi. Ma lo sai che io sono tollerante, che vengano pure le tue amiche. Vorrà dire che io farò un giretto per il paese. Così non vi darò nemmeno disturbo.

Madonna: Sei tanto caro, Giuseppe, ma non è proprio così. Vedi, io aspetto un..... bambino.

Giuseppe:          Un bambino? Una piccola peste per casa? Ma come ti è venuto in testa di invitare un bambino?... Aspetta... sarà stata certamente qualcuna delle tue amiche, che te lo ha rifilato per andare in libertà da qualche parte. E tu non hai saputo dire di no. E va bene, su non fare quella faccia, tanto la cosa è fatta. E poi chissà che voglia avevi di tenere un bambino per casa, e con quel tuo benedetto voto!... Ma i bambini sono tremendi, se non hanno qualcosa che li distragga, sono capaci di metterti la casa sotto sopra. Aspetta, vado in bottega a prenderti dei giocattoli di legno che ho fatto io. (Esce)

Madonna: O Dio, tutto si fa più difficile!

Giuseppe: (Rientra con in mano un uccellino ed un carrettino di legno) Ecco, guarda come sono venuti bene. Sono bravo io, vero?... Ma, a proposito, di chi è figlio questo bambino? E come si chiama?

Madonna: (Indecisa) Gesù,.. si chiamerà Gesù....

Giuseppe: Si chiamerà?.. Perché ora non si chiama così?

Madonna: Si chiamerà... perché ancora deve nascere..

Giuseppe: Ancora deve nascere? Cosa significa questo? Vuoi forse dire che aspetti...? che si chiamerà? perché tu....?

Madonna: (Con lo sguardo a terra) Si!

Giuseppe: (Cade di peso sulla sedia) Non è possibile! Dimmi che sto sognando...

Madonna: E' vero, Giuseppe, e tu non stai sognando, ma, credimi, non ho tradito la tua fiducia.

Giuseppe: E aspetti un bambino? Un bambino di cui io non so niente, ma vuoi anche prendermi in giro?

Madonna: Devi credermi, Giuseppe, perché quello che nascerà non è figlio tuo, è vero, ma non è neanche figlio di qualsiasi uomo di questa terra.

Giuseppe: Figlio di straniero?

Madonna: Figlio di Dio, Giuseppe,... figlio di Dio!:

Giuseppe: Ora ti metti anche a bestemmiare?

Madonna: Devi credermi: è così!

Giuseppe: Va via, va via....

Maria tutta triste esce e Giuseppe si impegna in un soliloquio

Giuseppe: E chi se lo sarebbe mai immaginato! Sempre così buona, sempre così servizievole... Ma me lo avevano detto i miei amici che avrei fatto uno sbaglio a sposare una molto più giovane di me. Ed io non ho voluto sentirli. Ma ora che faccio? Faccio finta che non sia successo niente?... E come potrei?... Quel coso che nascerà sarà sempre tra i piedi a ricordarmi il torto ricevuto.. La rimanderò a casa sua!..   Saranno i suoi genitori a pensarci ... potevano educarla meglio! Ma già!... Quando nascerà il bambino, tutti capiranno perchè l'ho ripudiata e chissà quante risate si faranno alla faccia di questo fesso di Giuseppe! E non avranno tutti i torti!... Dio mio, aiutami Tu! Che devo fare?.. (Si accascia sulla sedia).

Angelo:      (Entra e si rivolge al pubblico) Rieccomi qua! Io speravo di aver finito il mio lavoro, ma, come vedete, c'è qualche complicazione... e chi deve mettere a posto tutto?... Io...! E guai a me se non ci riuscirò. Con questi uomini di poca fede si deve avere poco a che fare. Possibile che non vogliono credere alla potenza di Dio!... Ma vediamo di convincere quest'altro adesso... Giuseppe.

Giuseppe: Che altro c'è adesso? Guarda che se vieni a darmi qualche altra cattiva notizia, ti avverto che vieni in ritardo: nella mia testa non c'è neanche un po' di spazio per le cattive notizie.

Angelo:      Al contrario, io sono venuto per dartene una buona.

Giuseppe: Cercherò di fare un po' di spazio in questa mia zucca dura, ma mi sa' che sarà difficile. Me la sento tutta intronata.

Angelo:      Sono sicuro che dopo quello che ti dirò, te la sentirai più leggera, piena di una grande e nuova gioia. Giuseppe, il figlio che aspetta Maria....

Giuseppe: (Interrompendo) Già si sa in giro? Chi te lo ha detto? E cosa si dice nel paese? Io lo sapevo che sarebbe successo! Quante risate si staranno facendo!...

Angelo:      Stai tranquillo, Giuseppe, questo segreto lo conosco solo io....

Giuseppe: Ma allora sei tu il padre del bambino, vero? Non puoi mentire: se solo tu conosci il segreto è perchè tu sei il padre del bambino.

Angelo:      Sarei felice se fosse così, caro Giuseppe, ma io non posso proprio permettermi questo lusso: io sono solo un misero angelo di Dio.

Giuseppe: Tutte scuse per continuare a farsi beffe di me. (Si avventa sull'angelo, ma si accorge delle ali). Ma queste sono ali!... Hai ragione, sei un angelo! Cosa vuoi da me? Sei capitato proprio in un brutto momento, figurati se posso darti retta con quel poco che mi passa per la testa.

Angelo:      Metteremo tutto a posto.

Giuseppe: Farai sparire il bambino?

Angelo:      Ma cosa dici? La vita è sacra.

Giuseppe: E allora?

Angelo:      Maria non ti ha tradito.

Giuseppe: Allora il bambino non nascerà!

Angelo:      Nascerà, invece.

Giuseppe: Ma allora siete d'accordo per burlarvi di me.

Angelo:      Mi meraviglio di te. Maria ha fatto voto di verginità.

Giuseppe: E allora questa parola ha cambiato significato.

Angelo:      No! E poi, scusa, allora tu non conosci bene le sacre scritture: anche le profezie parlano di una vergine che partorirà e lo potrà fare perchè quel figlio sarà di Dio.

Giuseppe: Con questo vuoi dirmi che quello che mi ha detto Maria è la verità?

Angelo:      Certamente ! Le sacre scritture non sono fesserie e, credimi, si riferiscono proprio a lei.

Giuseppe:      E così sia!

Angelo:     Bravo, Giuseppe, vedrai che non ti pentirai di questa tua decisione, e Dio non ti farà mancare il coraggio di crescere questo figlio particolare di Maria: amalo come fosse tuo.

Si canta la seconda canzone (Testo) Ritorno al serio

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.it oppure a diodatigiuseppe@tin.it    

Seconda canzone: Sarò suo padre     

Angelo                Che strana idea picchia in testa,

                  come se fosse il tuo martello;

                  dentro si strugge la tua vita,

                  già si avvelena la tua gioia.

                  Forse Maria non ti ha amato,

                  se farà nascere quel figlio.

                  Forse Maria ti ha tradito,

                  se porta in grembo quel bambino.

coroRIT           Non temere, Giuseppe, tieni con te Maria.

               Sarà figlio di Dio quel bambino, Gesù.

               Non temere, Giuseppe, tieni con te Maria.

               Sarà figlio di Dio e ha bisogno di te.

Giuseppe                   Anche se sbaglio non fa niente,

                 ma darò retta alla coscienza;

                  alleverò come mio figlio

                  quello che nasce da Maria.

                  Figlio di Dio e figlio mio,

                  dalle mie mani accarezzato,

                  protetto da queste mie mani,

                  diventerà per l'uomo guida. Rit.

Giuseppe: Vorrà dire che imparerò a studiare di più le sacre scritture.   Forse se lo avessi fatto prima non avrei avuto dubbi.

Angelo:      Ecco, bravo. Mi raccomando: ogni sabato in sinagoga.

Giuseppe: Stai tranquillo e grazie.

Angelo:      Io vado. A presto.(Esce)

Giuseppe: A presto. Come mi sento bene adesso.... Maria, Maria.....! (Maria rientra) Scusami, Maria, se non ti ho creduto prima. Ora non ho più dubbi. Mi dispiace solo che il figlio di Dio nascerà in una modesta casa di falegname, non avrà lussi e dovrà aiutarmi nel lavoro.

Madonna: Come sei caro, Giuseppe.

Con i soliti effetti sonori e di luci si ritorna alla realtà mentre Maria e Giuseppe escono.

Mamma:    (Come se stesse continuando il racconto)....... E così Giuseppe si convinse e accettò come suo il bambino Gesù.

Maria:        Che coraggio, vero mamma? Chissà se papà avrebbe fatto lo stesso. Tu che ne dici?

Mamma:    Ma, Maria, cosa stai dicendo? Non ti far venire idee strane in testa. E poi cosa c'entra tuo padre? Quella è una cosa che è accaduta tanti anni fa e così come allora non si ripeterà più. Perciò non fare domande senza senso.

Maria:        Ma se per ipotesi....

Mamma:    Nessuna ipotesi. Non esistono queste probabilità. Piuttosto adesso è tempo che ti addormenti.

Maria:        Ma, mamma, la storia non finisce qui. Questo è solo l'inizio.

Mamma:    Allora aspetta, io vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Mi si è seccata la gola a parlare.

Maria:        Va bene, mamma, ti aspetto e porta un bicchiere d'acqua anche a me, anzi portami una coca-cola.

Mamma:    Una cosa? Così non ti addormenti nemmeno per domani, con tutta quella caffeina che contiene. Se la vuoi ti porto l'acqua.

Maria:        Sei proprio una tiranna. E va bene! Porta anche a me l'acqua. (La mamma esce e Maria si rivolge al pubblico) Però, dite quello che volete, ma io credo che papà non avrebbe accettato questa situazione neanche se fosse scesa tutta la schiera degli angeli per convincerlo. Speriamo che la mamma torna presto.. mi piace immaginare quello che mi racconta, sembra proprio un telefilm. La mia mamma è veramente brava.

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

Il sipario si apre sulla scena del primo atto. Maria è in vigile attesa della mamma.

Maria:        Uffa! Ma quando viene la mamma? Secondo me lo fa apposta perchè spera che così io mi addormenti. Ma a costo di tenerli aperti con le dita, non chiuderò gli occhi. Voglio sentire il resto della storia.     

Mamma:    (Rientrando con l'acqua) Cosa stai farfugliando? Ti ho sentita, sei proprio una malfidata. Ecco l'acqua, bevi! Così almeno con la bocca piena non puoi dire malignità. Dunque, dove eravamo rimaste?

Maria:        A Giuseppe che si riappacifica con la moglie.

Mamma:    Che espressione! Come se avessero divorziato!

Maria:        Ci sono andati quasi vicini, mi pare.

Mamma:    Zitta tu, che di queste cose non dovresti capire niente.

Maria:        Non dovrei, ma.....

Mamma:    Lo so, lo so che oggigiorno siete all'avanguardia, che per me è solo retroguardia . Ma andiamo avanti.

Maria:        Ti sei decisa, finalmente.

Mamma:    Ti ricordi di Elisabetta? Si, quella parente di Maria, che ugualmente aspettava un bambino. Adesso ti racconto come era andata....

Di nuovo gli effetti speciali ci riportano nell'immaginazione della bimba. Sulla scena si presenta Zaccaria, il  marito di Elisabetta, che con un incensiere riempie di fumo d'incenso l'ambiente.

Zaccaria:   (A Dio) Quanto incenso ho bruciato per Te? Tanto! Ma mi sembra che Tu non hai mai voluto sentire il suo profumo. Ormai sono vecchio e quello che desideravo di più non lo posso avere. Almeno fosse giovane mia moglie! Qualche piccola speranza la potrei ancora avere. Ma anche per lei gli anni sono passati e  se non ha avuto prima dei figli, figuriamoci se ne potrebbe avere ora. Ma non Ti preoccupare, non me la prendo con Te. Vedi? Sono sempre qua al mio posto, come ogni turno, a renderTi onore e a bruciare l'incenso per Te. Ma chissà come sarebbe stata la vita mia e quella di Elisabetta, se avessimo avuto un figlio? Un figlio!... Magari  maschio!... A dire il vero avrei accettato anche una figlia, ma, cosa volete da me? (Al pubblico), proprio non mi è riuscito... E dire che la buona volontà e la buona intenzione ce l'avevamo messa tutta Non passava giorno che non facessimo una preghiera a Dio,... che non facessimo opere buone per meritare quel dono. Ma si vede che doveva andare così. Forse non ce lo meritavamo il regalo. Pazienza! Accontentiamoci di essere invecchiati e della lunga vita che il Signore ci ha concesso... Ma continuiamo a fare il nostro dovere. (Mentre continua a bruciare l'incenso, entra l'Angelo, Zaccaria intravede una figura e si sfrega gli occhi) Sono diventato troppo vecchio... Ora ho le visioni, ma forse è il fumo che mi fa bruciare gli occhi e mi da queste strane sensazioni... (Continua intanto nel suo compito, voltando le spalle all'Angelo).

Angelo:      I tuoi occhi vedono fin troppo bene! Vedono anche quello che non possono vedere gli occhi dei giovani!

Zaccaria:   Dio mio! Non ho solo le traveggole, ora sento anche le voci. Signore, questo no! Ti prego, accetto volentieri la sterilità, la vecchiaia, ma almeno questa fammela fare buona, non voglio diventare scemo.

Angelo:      Anche i tuoi orecchi sono sani, tanto da farti udire la voce di Dio.

Zaccaria:   Ma allora tu.... sei vero?

Angelo:      Si! In spirito e penne. Ai tuoi ordini hai un Angelo del Signore.

Zaccaria:   No! Tu sei un diavolo tentatore e sei qui per fare il tuo cattivo dovere. Ma io sarò forte. Va via, va via!

Angelo:      Ti dico che sono un angelo. (Al pubblico) Io comincio a stufarmi con questo fatto che nessuno mi riconosce subito. Devo fare sempre degli sforzi tremendi per farmi credere. Sarà meglio che il Signore ci doti di un documento d'identità!..  Ma state attenti perchè con questo ho via libera e vi faccio vedere io che gli combino se insiste a non volermi credere.

Zaccaria:   Vattene via, figlio dell'inferno, con me non avrai vita facile.

Angelo:      E dagli! Ti dico che sono un angelo e che sono qui per darti una buona notizia: tua moglie avrà un bambino.

Zaccaria:   Ecco lo vedi? Sei venuto a sfottermi. Ma ti pare possibile che io ti creda? Tu conosci mia moglie?

Angelo:      Certo: è Elisabetta.

Zaccaria:   Ma sai quanti anni ha?

Angelo:      Certamente! Ma io sono un galantuomo, anzi un galantangelo, e non mi permetterei mai di svelarli davanti ad un pubblico.

Zaccaria:   E dici che avrà un bambino?

Angelo:      Sicuramente! Per il Signore niente è impossibile.

Zaccaria:   E passi! Ma hai dato uno sguardo a me?

Angelo:      Veramente non sei un Adone, ma potresti andar bene anche tu,... con un po’ di buona volontà da parte di Chi dico io.          

Zaccaria:   Ecco, vedi? Anche tu mi consideri non proprio idoneo. Vuoi prendermi in giro, allora. Va via, diavolo.

Angelo:      Adesso comincio ad arrabbiarmi, e per un angelo è anche troppo. Senti, Zaccaria, io ti dico che tua moglie avrà un bambino e tu lo chiamerai Giovanni, e, visto che sei così miscredente, tu diventerai muto e non potrai più parlare fino a che queste cose non si avvereranno. Così imparerai ad avere più fede. Adesso me ne vado. (Al pubblico) Così impara e una volta tanto mi sono tolto la soddisfazione.

L'angelo esce e Zaccaria cerca di fermarlo e di chiamarlo, ma si accorge di non riuscire a emettere alcuna parola. Allora si avvicina al pubblico e a segni fa capire di essersi finalmente convinto di aver parlato con un angelo e che presto avrà un figlio.

Elisabetta: (Da fuori campo) Ma dove si sarà cacciato Zaccaria. Sarà sempre in mezzo a quelle nuvolette d'incenso.

Zaccaria si affaccia dietro le quinte e poi instaura col pubblico un dialogo muto per far capire che è preoccupato perché non sa come farsi intendere.

Elisabetta: (Entra) Ah, eccoti qui! Hai finito di affumicare tutti? Non hai capito che tanto ormai siamo vecchi e non ti serve a niente essere tanto pio. Un figlio non lo potremo avere più.

Zaccaria cerca di chiudere la bocca a sua moglie.

Elisabetta: Ma che fai? Se hai qualcosa da dirmi, hai la bocca. Parla ed io ti ascolterò.

Zaccaria cerca, a segni, di far capire alla moglie quello che gli è capitato segnandosi la bocca e facendo un segno di negazione con la mano.

Elisabetta: Tu non hai la bocca? Ma vuoi prendermi in giro? Se si vede così bene.

Zaccaria si segna la lingua e fa il solito segno di diniego.

Elisabetta: Non hai la lingua? Ma se è più lunga del pinnacolo del tempio di Gerusalemme.

Zaccaria fa altri segni e finalmente riesce a farsi capire.

Elisabetta: Non puoi parlare? (Zaccaria annuisce) E chi te lo proibisce? Ma forse è meglio così... Mi facevi una testa così... Ma perchè poi?

Zaccaria disperatamente si accinge a mimare il suo racconto, e i suoi segni sono deducibili dalla interpretazione che ne da a parole Elisabetta.

Elisabetta: Tu... hai visto... un passerotto! No?...Qualcosa di più... grande?... Un merlo!...     No?... Ancora più grande?... Come te?... Un avvoltoio! (Zaccaria si offende e cerca di mimare  un uomo con le ali)... Un uomo con le ali?... Un angelo?... Tu avresti visto un angelo?... Si?... E... l'angelo ti ha parlato?.... Ma chi ti crede! Tu vuoi prendermi in giro... No?... E allora cosa ti ha detto?... Che tu... e... io... avremo un bambino?... Ecco lo sapevo che avevo ragione, ma adesso smettila, il bel gioco è bello finché dura poco. Penso tu gia ti sia divertito abbastanza, ora potresti anche smetterla.

Zaccaria insiste e cerca di far capire alla moglie che anche lui ha fatto lo stesso e perciò è diventato muto.

Elisabetta: L'angelo l'hai visto davvero?... E ora sei muto perchè non hai voluto credergli?... Ti ha punito?... (Zaccaria annuisce) Mio povero Zaccaria, scusami se ti ho trattato male. Ma allora è vero anche che io avrò un figlio?... Che gioia!... Ma tu sarai sempre muto?... No? Certo che per un figlio potevi anche diventare sordo. (Zaccaria è dissenziente) Non te la prendere, ho scherzato. E' che mi sento un'altra, sono tanto felice. Ma io sono vecchia e la mia gravidanza sarà certo più difficile del normale (si agita sulla scena mentre Zaccaria cerca di calmarla)... Come devo fare? Ora non potrò più lavare i panni, riassettare la casa... Ho deciso! Chiederò aiuto a Maria... Giovanna... Giovanna....

Giovanna: (Entra) Che è successo da gridare tanto?

Elisabetta: Senti, Giovanna, devi farmi un favore.

Giovanna: Lo sai che per te farei qualsiasi cosa.

Elisabetta: Allora dovresti andare a Nazareth, da Maria e dirle di venire da me. Dille che aspetto un bambino e che mi serve aiuto. Io sono vecchiarella... Su vai, vai...

Giovanna: Aspetti un bambino? Ma è vero?

Elisabetta: Si, perchè, non sono una donna forse? Ma vai.

Giovanna: Che maniere! Ma lo sai quanto mi fai felice, e volerò fino a Maria.

Zaccaria ed Elisabetta si appartano per fare posto all'angelo che entra e si rivolge al pubblico.

Angelo:      E adesso siamo di nuovo all'inizio del racconto. Si! Questa Giovanna è la stessa che mi ha tolto poi dai guai con Maria... Maria poi andò da Elisabetta, ma non subito. Ci andò dopo qualche mese. (E si mette in disparte)

Madonna: (Entra con Giuseppe e salutano Elisabetta e Zaccaria scambiandosi abbracci) Scusatemi, ma solo oggi mi è stato possibile venire. Elisabetta, non sai che gioia mi ha dato la notizia della tua maternità.

Elisabetta: (Mantenendosi a Zaccaria con una mano e la pancia con l'altra) Come si muove! Sembra che voglia dirmi qualcosa. Maria, dimmi! Hai anche tu qualche notizia da darmi, vero?

Giuseppe: Maria aspetta un bambino.

Elisabetta: Lo sapevo. Il mio Giovanni me lo ha voluto annunziare e sento che il tuo, Maria, sarà molto più importante del mio.

Giuseppe: Sembra una profezia.

Elisabetta: E' così, lo sento. Mio figlio sarà il profeta del tuo.

Madonna: Hai proprio visto giusto, Elisabetta, e ti devo ringraziare perchè la notizia della tua prossima maternità, mi ha convinto ad intraprendere la mia e ora sono pronta ad aiutarti.

Elisabetta: Se prima potevo chiederti di lavorare al posto mio, ora non lo posso più.

Giuseppe:          Ma, Elisabetta, Maria è contenta di darti una mano.

Elisabetta: Lo so. Non potrebbe essere che altrimenti, Maria è sempre stata pronta, ma ora le cose sono diverse. Non posso accettare che la madre del mio Signore, diventi la mia serva. Sono io che, adesso, devo servire te, Maria.

Madonna: Non è possibile, e lo sai. La tua età non te lo può permettere, correresti un grave rischio per la gravidanza, e chi preparerebbe la strada al mio bambino, se succedesse qualcosa al tuo. Io ti devo aiutare. anche il tuo è importante.

Elisabetta: Si faccia come vuoi tu.

Si canta la terza canzone (testo)

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.it  oppure a diodatigiuseppe@tin.it     

Terza canzone:Magnificat

                    Quanto grande è il mio Signore

                    la mia anima dirà,

                    perché Dio è Salvatore

                    il mio spirito esulterà.

                    Quant'è grande il mio Signore,

                    quant'è grande! (RIT)

             Questa umile sua serva ha voluto Egli guardare;

             sono certa che per tutti sempre io sarò beata.

                    (Grandi cose ha fatto in me

                    Dio Santo Onnipotente,

                    ed avrà misericordia

                    per quelli che lo temono.) BIS poi RIT

              Con il braccio suo potente ha disperso gli orgogliosi;

              ha i potenti annullato e gli umili esaltato.

                    (L'affamato ha saziato

                    ed i ricchi allontanato.

                    Israele ha radunato

                    per la sua misericordia) BIS poi RIT

        

                    (Le promesse ha mantenuto,

                    quelle fatte un di ad Abramo,

                    quelle verso la sua stirpe

                    e le manterrà in eterno) BIS Poi RIT

Angelo:      (Resta solo) Visto che lavoro? a voi sembra completo,   ma state a vedere quello che è successo dopo.

L'angelo si fa da parte e sulla scena vengono due guardie romane che, tutte sudate, avanzano verso il centro.

Marco:       Uffa! Mi sono stufato di questo caldo.

Velio:         A chi lo dici.

Marco:       Guarda qua! (E mostra molti fazzoletti di vari colori) Sono tutti pieni del mio sudore. Ah! dove sta la mia Roma? Con quel venticello che ti fa stare sempre fresco.

Velio:         (Si siede, imitato da Marco, e posa a terra anche la sua lancia) Stai zitto, non ti far sentire. Qua anche gli alberi hanno le orecchie e se le tue parole sono riportate a Quirino, certamente il tuo viaggio te lo farai di sicuro.

Marco:       Verso Roma?

Velio:         Verso i confini dell'impero. In prima linea, in combattimento.

Marco:       Hai ragione. Qui, nel governatorato, almeno siamo lontano dai rischi.

Velio:         (Si rialza e guarda fuori, ritorna poi frettolosamente) Presto! C'è Quirino.

Scattano in piedi perfettamente armati e sull'attenti e salutano Quirino, che entra, alla romana.

Vel. e Ma.: Ave, Quirino.

Quirino:     Ave, ave... Bravi, ragazzi, sempre all'erta. Anche con questo caldo, meritate un premio.

Velio:         Te ne saremo grati, Quirino.

Marco:       Ci mandi in licenza? Magari a Roma.

Quirino:     No! Vi mando in giro per la Palestina. C'è un proclama da fare.

Velio:         (A Marco) Bel premio. Con questo caldo anche in giro a cavallo ci manda.

Marco:       E' proprio una persona gentile.

Quirino:     Cosa avete da borbottare, non siete contenti del premio?

Marco:       Più che contenti, felicissimi. Vero, Velio?

Velio:         E come no. Proprio questo stavamo dicendo prima: una bella corsa a cavallo sotto il sole è proprio quello che ci vuole per prendere una bella tintarella. Sai che invidia quando torneremo a Roma?

Quirino:     Bravi, ragazzi. Cesare Augusto, nella sua infinita bontà, ha voluto procurarci un altro lavoro, e noi lo ringraziamo. Il nostro beneamato Imperatore vuole sapere quanti abitanti ha il mio governatorato e pertanto ha promulgato un censimento.

Velio:         (A Marco) Vuole farsi bene i conti in tasca.

Marco:       (A Velio) Probabilmente nutre qualche dubbio su certe onestà. (E fa segno a Quirino)

Quirino:     Zitti, voi due. Per questo censimento tutti dovranno farsi iscrivere nelle liste del paese di origine. Andate, e... mi raccomando... che non manchi nessuno al censimento. Addio....(Esce)

Velio:         Addio, Roma... Facciamoci quest'altra sfacchinata.

Marco:       Cesare se li guarda bene i suoi interessi. Avrà saputo che Quirino intasca le tasse anche per conto proprio.

Velio:         E a noi che ce ne importa? Noi, o per l'uno o per l'altro, dobbiamo sempre sudare. Andiamo.

Marco:       Prima devo passare per casa.

Velio:         E perchè mai? Qui non hai nessuno, tua moglie e i tuoi figli li hai lasciati a casa, a Roma .

Marco:       Voglio fare una buona scorta di fazzoletti, sai che sudore?

I due soldati escono e l'angelo dialoga col pubblico

Angelo:      Un'altra novità! Anche Giuseppe e Maria dovranno farsi censire e dovranno andare a Betlemme, città d'origine dei due. Non ci andranno subito per vari motivi. Giuseppe doveva finire quel lavoro, sì, quello arredamento completo che era riuscito ad accaparrarsi. E così solo in inverno poterono lasciare Nazareth e arrivarono a Betlemme quasi verso la fine della gravidanza di Maria. Non vi dico per la strada! Andarono con un asinello e a turno vi montavano sopra. Ma ogni volta c'era sempre qualcuno che la pensava diversamente. Quando sulla soma c'era Giuseppe, lo si accusava di crudeltà verso Maria, incinta. Quando sulla soma c'era Maria, la si accusava di crudeltà verso Giuseppe, povero vecchiarello! Quando andavano tutte e due sull'asino, li si accusava di crudeltà verso la povera bestia! Quando andavano tutte e due a piedi, erano definiti poco intelligenti, per non dire altro. Finché Giuseppe si fece venire la giusta idea. Trovò un alveare e con la cera fece dei tappetti per le orecchie, un paio per ognuno. Così non sentendo più le critiche degli altri e facendo come più faceva comodo a loro, arrivarono a Betlemme. Ma qui non trovarono posto all'albergo. Col censimento Betlemme sembrava Pompei al tempo delle vacanze. Tutto prenotato per molto tempo. Per fortuna trovarono una grotta e poterono ripararsi dal freddo. Si! Perchè i soldati erano partiti col sole, ma i nostri arrivarono d'inverno. Comunque, alla meglio, e con il valido aiuto di un bue e di un asinello, un poco di caldo riuscirono a farlo, E sì! Il caldo era necessario: era nato Gesù. (Sulla scena si era intanto preparato il trio sacro e Maria canta la ninnananna).

Si canta la quarta canzone (testo)

per informazioni basi e musiche rivolgersi a luce52@alice.it oppure a diodatigiuseppe@tin.it    

Quarta canzone:Dormi piccino

         (Dormi, piccino mio,

         dormi tra le mie braccia,

         dormi sereno e gaio,

         veglia per te la mamma.) RIT

        

         Dormi, Gesù,

         in questa grotta,

         figliuolo caro

         venuto a soffrire

         per l'uomo quaggiù. RIT

        

         Dormi, Gesù,

         su questa paglia,

         dono d'amore

         venuto a redimere

         l'uomo quaggiù. RIT

        

         Dormi, Gesù,

         tra gli animali

         perché nessuno

         ha saputo o voluto

         accettarti quaggiù. RIT       

                  (Finale) Veglia per te la mamma.

Madonna: Povero caro, com'è freddo.

Giuseppe: Un poco di pazienza, Maria, vedrai che Dio non ci abbandonerà. 

Angelo:      (Al pubblico) Ci ho già pensato io. Che volete? Le cose o si fanno bene o non si fanno per niente. Io sono per le cose fatte per bene. Aspettate e vedrete.

L'angelo torna a mettersi in disparte mentre entrano due pastorelli.

1° Pastore:         (Come se ancora non si accorgesse del sacro trio) Non vorrei che fosse stato tutto uno scherzo.

2° Pastore:         Svegliarci a quest'ora di notte, più che uno scherzo, mi sembra una cattiveria.

1° P.:         Poveri noi! Come due cretini ci abbiamo creduto subito. Un angelo!... figurati se un angelo veniva proprio da noi.

2° P.:         Hai ragione. Se proprio voleva svegliare qualcuno, per visitare il cosiddetto Figlio di Dio, poteva svegliare i ricchi.

1° P.:         Quelli sì che possono permettersi di perdere il riposo di una nottata. Tanto non si alzano mai presto. Fanno lavorare gli altri, loro.

2° P.:         Guarda, il Bambino c'è!....

1° P.:         Ma allora era proprio un angelo quello di stanotte e ci ha detto la verità.

2° P.:         E meno male che abbiamo portato un poco di latte, lana e formaggio.

Si avvicinano alla famiglia, si inginocchiano e depongono i loro doni.

Giuseppe: Hai visto, Maria? Questi bravi pastori sono la mano della

provvidenza. Ora con la lana puoi coprire il Bimbo, e c'è anche qualcosa per noi.

Madonna: Ma voi come avete fatto a sapere di noi?

2° P.:         Veramente è una cosa strana. Sembrava un sogno. Un angelo ci invitava a venire qui dove avremmo trovato la prova della potenza di Dio.

1° P.:         Li per li siamo rimasti perplessi, sembrava uno scherzo. Anzi, qualcuno più permaloso non è voluto venire. Peggio per lui.

2° P.:         Ma vi dirò di più. noi, per non essere i soli, abbiamo sparso la notizia. Credo che tra poco qui farà caldo per la grande folla.

Incominciano ad entrare i vari personaggi del presepe, uno alla volta, si inginocchia davanti al Bambino e si mette poi in un posto a lui assegnato. Per ultimi entrano i Re Magi.

Madonna: Giuseppe, anche dei re!

Giuseppe: Per il loro Re dei re.

1° Magio:  Accetta, Signore mio,  questo oro. Mio Re.  (Depone  il suo dono)

2° Magio:  Ecco per Te la mirra, Uomo.

3° Magio:  Il mio incenso profumi la tua divinità.

A questo punto si possono cantare dei canti tradizionali. Alla fine tutti escono in ordine processionale lasciando sulla scena due gruppi, quello della Sacra Famiglia da un lato e quello dei Re Magi dall'altro. Tutti dormono.

Angelo:      Manca solo l'ultimo ritocco e poi posso ritenermi soddisfatto. E già! Voi non sapete quello che è successo. Lo conoscete Erode? Il re dei Giudei. E' un tipo un poco gelosetto e un tantino permaloso. Questi benedetti Magi, quando sono venuti a Betlemme, si sono fermati da Erode che, prima li ha accolti con allegria, poi, quando si è sentito dire che un nuovo re stava per nascere o era già nato nei paraggi, si è sentito mancare il trono da sotto il... beh! non si dice. Comunque ha convinto questi tre sempliciotti che anche egli voleva rendere omaggio a Gesù, per cui, al ritorno dovrebbero passare da lui per riferirgli del luogo esatto. Ma ha fatto i conti senza di me. Io so bene che lo vuole uccidere. ( Si avvicina a Gaspare ) Gaspare!....

Gaspare:   (Si sveglia) Chi mi chiama? Oh! Ma tu sei un essere strano. Io sono uno scienziato e conosco anche un po' di scienza del mondo animale, ma non ricordo di aver mai studiato di un animale simile. Melchiorre!... Baldassarre!... Presto, svegliatevi. c'è una grossa novità scientifica.

Melchiorre:         (Svegliandosi) Che c'è? Perchè mi svegli?

Baldassarre:      (Idem) Ma se non hai sonno. almeno stai zitto.

Gaspare:   Ma guardate. Lineamenti somatici tipici di un uomo. Occhi, capelli, due mani, due braccia, ma attributi tipici dei volatili. Che belle ali.

Melchiorre:         E' veramente straordinario.

Baldassarre:      Mai vista una cosa simile.

Incominciano a girare attorno all’angelo tutti e tre con evidente curiosità scientifica ognuno assumerà un  atteggiamento ed una azione consona. Magari lisciando le penne delle ali, qualcuno tirando qualche penna (con dolore dell’angelo, qualcuno guarderà come un otorino in bocca al malcapitato per vedere se ha la lingua, qualcuno osserverà con una grossa lente tipo investigatore, mentre qualcun altro prende degli appunti su una tavoletta incerata con uno stilo,ecc. ecc. secondo regia del momento.

Angelo:      Ma non vi pare che state esagerando?

Gaspare:   Parla? (E prende appunti)

Angelo:      E conosco più di cento tra lingue e dialetti. (Annotazione da parte di Gaspare) Ma smettetela! Io sono un angelo e sono qui per un fatto importante. Per una volta almeno lasciate perdere le curiosità scientifiche.

Baldassarre:      Un angelo? Allora è un'occasione più unica che rara. E dicci: dove abitate voi angeli?

Angelo:      Senti io sono un angelo ed ho una grande pazienza. Ma già una volta mi è scappata e qualcuno è diventato muto. Tu fai il muto apposta e apri le orecchie perchè devo dirvi una cosa importante.

Baldassarre:      Non parlo più.

Angelo:      Finalmente! Vi ordino di non ripassare da Erode.

Melchiorre:         Ma come? E' stato così gentile con noi all'andata che non ripassarci sarebbe una grossa scortesia.

Gaspare:   Senza dimenticare il suo cuoco. Già mi viene l'acquolina in bocca solo a pensare ai manicaretti che ci aspettano nella sua reggia.

Baldassarre:      E i suoi letti? Morbidi. Con quelle lenzuola di seta e in quelle camere così bene adornate e riscaldate. Una sosta in quella reggia non ci starebbe male.

Angelo:      Voi non dovete più passare da lui perchè sfrutterebbe le vostre informazioni per uccidere Gesù, che crede suo rivale.

Melchiorre:         Allora, signori, diamo un addio volentieri alle comodità della reggia di Erode.

Baldassarre:      Non ci passeremo, a costo di fare un giro molto più lungo.

Angelo:      Bravi! Ed ora andate, fate presto. (I Magi Escono) Anche questa è fatta.... (Si avvicina a Giuseppe) Giuseppe, svegliati...

Giuseppe: Cosa c'è ancora? Possibile che non si possa mai riposare. E vai da Elisabetta, e corri a Betlemme. Cos'altro c'è?

Angelo:      Giuseppe devi partire subito.

Giuseppe: Ma tu sei pazzo! Io sono stanco. Facciamo una cosa... Vedo che è ancora notte, allora io me ne torno a dormire e tu te ne vai. Torni domani mattina, così ne potremo parlare a mente fresca.

Angelo:      Non c'è tempo da perdere, devi partire subito.

Giuseppe: Ma per dove poi?

Angelo:      Devi andare in Egitto.

Giuseppe: In Egitto? Come se l'Egitto stesse dietro l'angolo. E' un viaggio lungo. C'è il deserto in mezzo. Come ci vado con un bambino così piccolo?

Angelo:      E' proprio per Lui che ci devi andare. Erode sa che è nato e lo vuole uccidere, per questo devi portarlo al sicuro.

Giuseppe: Dici la verità?

Angelo:      La verità.

Giuseppe: Allora non c'è tempo da perdere. Maria, presto svegliati, dobbiamo partire.

Madonna: (Si sveglia) Ora? Ma è notte!

Giuseppe: E' importante. Poi ti racconto per la strada, presto.

Giuseppe e Maria escono portando via il Bambino.

Angelo:      Ecco fatto. Il mio lavoro adesso è completo, posso anche andare a riposare un poco.

L'angelo esce e di nuovo gli effetti speciali ci riportano alla realtà, con un fascio di luce sulla mamma e la bambina. La mamma adesso si risente.

Mamma:    E così Gesù fu salvato dalla strage. Ma ora si è fatto veramente tardi e devi dormire.

Maria:        Va bene, mamma. Ma come era bello. Sicuramente sognerò tutto di nuovo.

Mamma:    Buonanotte, Maria. (E le rimbocca le coperte)

La mamma da un bacio a Maria e va verso la porta. Ad un tratto si blocca, si rigira con esitazione e guarda Maria che si è addormentata. Allora tira un sospiro di sollievo.

Mamma:    Mi era sembrato di aver sentito di nuovo la sua benedetta voce che diceva "mamma". Ma per fortuna già dorme. Benedetta figlia, anche stasera mi ha fatto fare tardi. (A tutti) Beh! Buona notte anche a voi! (Saluta ed esce).

FINE

In caso di messa in scena si prega informare l’autore per semplice conoscenza, inviando eventuali foto, filmati o articoli a:

Diodati Giuseppe

Via Brecciame 30 81024 Maddaloni (CE)

Tel. 0823 408456 mail: diodatigiuseppe@alice.it.