Forte Giarabum

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                                               FORTEGIARABUM

                                                       Atto  unico

di

                                                 Antonio  Sapienza

Turi Lifu, gennaio 2018

 Personaggi:

Maggiore De Menza………………………………Comandante del forte;

Ten. Pazienza……………………………………….Subalterno;

Caporale Bonanno…………………………………Tiratore scelto:

Colonnello Smith………………………………….… Comandante nemico;

Tenente  Caroline……………………………………Segretaria del Colonnello

Nella scena viene ricostruito un frammento di spalti di un fortino in mezzo al deserto. In scena c’è il maggiore De Menza- fisico tozzo da montanaro - che scruta il deserto con suo binocolo, al suofianco il Ten. Pazienza, ventunenne, biondo slavo, fisico da tisico e nella vita studente in medicina..

De Menza- Sabbia, sabbia, sabbia è la Regina e il Regno. E il Fortino ne fa parte: Mura di sabbia, casermette di sabbia, acqua di sabbia, uomini di sabbia. Sabbia pure io: Comandante Maggiore De Menza, da montanaroa nero come un turco, doposei mesi di comando, di cui cinque assediato dai nemici. E anche lei Tenente è fatto di sabbia, o mi sbaglio?-

Pazienza- Non si sbaglia, comandante.-

De Menza- (staccando gli occhi dal binocolo) Sabbia sabbia, sabbia e solo sabbia. Tenente sabbia, cioè Pazienza, tenetelo sempre ben presente: quando il nemico attacca, attacca sempre con il sole alle spalle!-

Pazienza- Sissignore, lo terrò sempre presente.(sbirciando ad ovest col suo binocolo).-

De Menza- Bravo! (accorgendosi del moto istintivo del suo subalterno )  Questo perché siamo di pomeriggio, se fossimo di mattina, noi saremmo sulla spalto ad Est, da dove ci verrebbe, presumibilmente l’attacco. (pausa) E adesso fatemi il rapporto pomeridiano, per favore.(riprese a scrutare la sabbia.)-

Pazienza (lasciando cadere il binocolo sul petto, prende degli appunti e legge) Uomini idonei trenta; feriti lievi uno; ammalati per dissenteria trentuno più uno.(Fatto ciò, inizia a lacerare e a strappare gli appunti minutamente e incominciò a mangiarseli, mormorando) li mangio come prescrive il regolamento sulla sicurezza militare in tempo di guerra, ma è schifosamente disgustoso. ( pulendosi la bocca).

De Menza-Chi sarebbe il più uno? – .

Pazienza - Io, signor Maggiore.(tenendo gli occhi bassi)-.

De Menza- Bene, allora fate trentadue più uno: me! E speriamo che non vi vada di traverso.(celiò vedendo che il giovane aveva gli occhi rossi e quasi di fuori, mentre tentava d’ingoiare la cartaccia d’imballaggio dove aveva scritto il resoconto, poi

finalmente e con sollievo riuscì nell’impresa distruttiva- digestiva, lo guardò con aria di immensa riconoscenza quindi continuò il suo rapporto).-

Pazienza - Certo signore, grazie signore. (e con un ultimo colpo di tosse riprese il controllo di se) Dunque: Munizionamento per tre giorni di fuoco; viveri: razione ridotta a solo galletta, giorni uno; acqua: razione dimezzata della ridotta, giorni tre; morale buono.(concluse guardando tristemente l’altro pezzo di cartaccia e che diligentemente iniziò ad ingoiare).-

De Menza- Fate un cifrato e inviate i dati- che avete, disciplinarmente, testè mangiato-al Supercomando; ma concludete così: Urgono rifornimenti, dateci istruzioni. Stop.-

Pazienza- Agli ordini! (scattando sugli attenti).-

De Menza -Riposo. Andate. Ah, per il futuro, vi esento dal farmi rapporti per iscritto. Grazie. Andate pure, Tenente Pazienza.(riprendendo la sua osservazione della sabbia del deserto sempre deserta, ma non tanto).

Pazienza – (uscendo) Comandi signor maggiore!-

De Menza- Si, si, certo, certo (imbarazzato dalla eccessiva subordinazione del tenente) vada, vada …(il tenente esce) Ah! Eccoli la! Puntualmente! Eccoli tra la sabbia, nella sabbia, con la sabbia, ma col mio occhio esperto scorgo le camionette nemiche: sono a quasi due miglia…(e intanto borbottò rassegnato)  E tra poco, quando il sole sarà all’orizzonte, attaccheranno.  Maledette camionette. Apriranno il fuoco con le loro stramaledette mitraglie da 12  millimetri a tiro lungo, e noi faremo finta di non accorgercene… tantocon le nostre 7  millimetri e con moschetti 91, quindi non ci rimane altro che aspettare… aspettare che facciano  qualche passo falso, anzi, qualche passo in più, per averli anche noi a tiro.-

Rientra il Tenente e si pone alle spalle del Maggiore, e udendo il bofonchiare di rammarico del suo Comandante, e vedendo a occhi nudi le camionette nemiche.

Pazienza -(come parlando a se stesso) Certo, se avessimo le nostre mitragliatrici modificate come il moschetto del Caporale Bonanno, gliela faremmo smettere di giocare con noi al gatto col topo.-

De Menza -Già, se avessimo…- ( riprendendo l’osservazione. Ma poi ci ripensa, lascia cadere il binocolo sul petto e guarda il subalterno inquisitoriamente) Tenente, rinfrescatemi la memoria, com’è il moschetto del caporale come si chiama?-

Pazienza -Bonanno, Salvatore Bonanno, Comandante.-

De Menza - Bonanno, certo, certo. E mi dica, com’è questo moschetto?-

Pazienza -E’ un moschetto  modello 91, ma lui, il caporale Bonanno, che da borghese faceva il meccanico, l’ha modificato.-

De Menza - Ne ha fatto un’arma fuori ordinanza?-

Tenente - Beh, non proprio. Fuori fuori, no. E’ come il solito, almeno all’apparenza. Ma… (pensando d’aver tradito il caporale)… ma non l’ha fatto apposta, non l’ha fatto per male, Comandante, me l’ha confidato tempo fa, in un momento di sconforto per le angherie del nemico… vi prego non punitelo. -

De Menza- Ma che punire d’Egitto. Non dite sciocchezze. Qui siamo al fronte e il suo caporale Bonanno chissà dove sarà a quest’ora… Anzi, sai cosa vi dico? Che sarei contento se lo avessi con me, qui, ai miei ordini, in questo momento.(concluse Demenza riprendendo ad osservare la sabbia)-

Pazienza - E lo avete,  Comandante. Anzi è qui( indicando un caporale che passava sotto lo spalto in quel momento)-.

De Menza- Caporale!( lo chiamò marzialmente il Maggiore dall’alto dello spalto e della sua autorità) Vieni su e porta quel tuo moschetto.-

Il caporale Salvatore Bonanno, trentenne, bruno, tarchiato; sudato, impolverato, occhi arrossati dalla lunga guardia sullo spalto accanto, col fucile a spall’arm, dando un’occhiataccia al Tenente, agilmente salì e scattò sugli attenti. 

Bonanno - Comandi, comandante.-

De Menza- Riposo, caporale. Fammi vedere quel moschetto.-

Bonanno - Eccolo, signore. (imbracciando l’arma di scatto e lanciandola, come si usa fare tra gente d’azione, rude, efficiente e rotta a tutti pericoli della guerra).-

De Menza - Bravo soldato!(e afferra l’arma con disinvoltura, evitando per un nulla  che la predetta gli scivolasse sul basso ventre; quindi la esaminò, la caricò, la scaricò, ne controllò il puntamento, ne accarezzò il calcio e, nello stesso modo, la restituì al soldato) Ebbene, Caporale, cosa hai fatto a quest’arma?-

Bonanno - Chi, io?-

De Menza - Si tu! E parla, non fammi perdere tempo, so tutto!-

Bonanno - Tutto, tutto?-

De Menza -Tutto! E, per tua informazione, disciplinarmente non m’importa un fico secco. Avanti, su!-

Bonanno - Ah, se è così (sollevato e guardando amorevolmente il suo fucile) Vedete, signore, io ho solo modificato il mio moschetto a scopo di legittima difesa.-

De Menza - Legittima difesa? Non capisco caporale.-

Bonanno - Signore, al mio paese dicono che il coltello più lungo arriva prima alla pancia. Cosicchè, ho pensato: se io, putacaso, sparo per primo e colpisco più lontano, ho più possibilità di portare la pelle a casa…(e facendo una pausa significativa, accarezzò la sua arma, poi riprese a parlare con calma) Signor comandante ho ideato una modifica meccanica che permette al mio moschetto di colpire più lontano…(- e dopo un’altra pausa e una ulteriore carezza al moschetto, concluse) tutto qui, signore.-

De Menza - Lontano... Quanto?(chiese  sempre più interessato).-

Bonanno - Lontano anche un miglio.(rispose sospirando il caporale).-

De Menza - Sono balle? (Chiese il superiore guardandolo severamente).-

Bonanno - E’ la verità.-

De Menza- L’hai collaudato?-

Bonanno - Si, ma mai sul nemico.-

De Menza -Un miglio, hai detto…(e intanto si lisciava il mento significativamente).-

Bonanno - Sissignore.-

De Menza - Sei tiratore scelto? – (con tono amichevole).-

Bonanno - Non ufficialmente, ma colpisco una “nichela” a cento passi.-

De Menza-Saresti disposto a darmene una dimostrazione?-

Bonanno - Quando volete.-

De Menza -Tra poco allora, e non tirerai ad una monetina. Resta qui con me ragazzo e lasciami pensare.(qualche secondo dopo disse di scatto) Hai le munizioni?-

Bonanno - Quelli d’ordinanza, oppure…-

De Menza- Oppure.-

Bonanno -Ho cinque cartucce.-

De Menza- Bene, fra poco sapremo se sei un genio o un impostore. Intanto parlami di queste modifiche, può darsi che interessino Supercomando.-

Bonanno - Signor Comandante, col dovuto rispetto per la vostra persona e con tutta la subordinazione per il vostro grado, non posso parlarvene. E’ un mio segreto professionale che mi porterò con me nella tomba...-

De Menza- … e ci andrai presto, insieme a tutti noi, se quel tuo coso non funziona col nemico. Ed eccolo lì.( e con un gesto rassegnato e triste, indica la sabbia ad ovest) Tromba, suona l’allarme! Tu, Bonanno, sapresti valutare la distanza di un obiettivo nel deserto? Sapresti dirmi, con sicurezza, quando l’avresti a tiro e quindi fare fuoco a colpo sicuro?-

Bonanno - Signorsì.(gridò che, non essendo stupido, aveva capito cosa pretendesse da lui il suo Comandante).-

De Menza- Bene, caporale, allora prendi questo binocolo e guarda verso il sole. Vedi quelle due camionette?-

Bonanno - Le vedo signor Maggiore.-

De Menza- Riesci a vedere gli autisti?-

Bonanno - Sissignore, li vedo tutti e due.-

De Menza - Benissimo. Allora caporale, quando riconosci d’averli a tiro, fai fuoco su uno dei due.-

Bonanno - Signorsì! ( quasi gridò, prendendo da una tasca una cartuccia e infilandola nell’otturatore e caricando l’arma, quindi con dolcezza disse) Pronto comandante.-

De Menza - Tenente!(Grida) fate preparare tre uomini armati di moschetto 91 con la pallottola in canna.-

Pazienza – Subito Comandante.(poi rivolgendosi ai presunti fanti che aspettavano ordini  nello spiazzale)  voi tre  salite sugli spalti con l’arma carica. (come se i tre avessero eseguito l’ordine, poi al maggiore ) Comandante, Comandante la squadra è in posizione. Aspetto ordini!(e rimase a guardarlo perplesso).-

De Menza - Bene Tenente, questi sono gli ordini: Non appena i nemici si saranno avvicinati a circa un miglio, il caporale Bonanno sparerà, e i tre fanti, contemporaneamente, dico contemporaneamente, dovranno anch’essi sparare in direzione del nemico. Tu Bonanno, se puoi, avvertili prima di premere il grilletto, desidero che gli spariavvengano all’unisono. Avete capito?-

Bonanno -Signorsi.(con un filo di voce, mentre s’aggiustava l’arma per la mira).-

Pazienza – ( poi ai fanti)  Voi, avete capito? Allora pronti a far fuoco.-

De Menza-(Guardando il nemico, e, come se parlasse a se stesso) Ecco, è la prima volta che reagiremo alle soperchierie nemiche. Eccole che si divertono a zigzagare tra le dune, per appostarsi nel modo migliore, eper fare il fuoco di disturbo giornaliero sul fortino e per far godere agli equipaggi l’immancabile spettacolo pirotecnico.Il nemico sa che dal forte non risponderemo al fuoco; come sa che con quella sparatoria crepuscolare vuole solo dimostrare - a noiqui dentro- che esso sta lì fuori, da assediante, e che può colpirci come e quando vuole. E, bontà sua, se non lo fa, perché, in fin dei conti, non reputa necessario rischiare la vita dei propri soldati – magari per una pallottola vagane- per prendere un Fortino così insignificante tatticamente, figuriamoci, poi, strategicamente. Sa aspettare, lui, tanto lo prenderà, prima o poi. E i comandanti delle camionette – quegli stronzi - eseguono i relativi ordini con qualche variante beffarda, per umiliare i miei soldati. Eccoli, i mitraglieri stanno iniziando gingillarsi con le loro calibro 12. Bonanno, sono tutti tuoi!- ( poco dopo si sente una scarica di armi da fuoco inusitata) Centro! (fa un gesto euforico) l’autista della camionetta numero uno si accascia sul volante…il mezzo sbanda e rimbalza su un masso… si corica  pesantemente sulla sabbia, di fianco… le ruote ancora giravano… dalla vettura uscirono due soldati, uno dei quali ferito alla gamba, presumibilmente rotta… Il comandante dell’altra camionetta, prudentemente la mette al riparo di una duna… aspettagli eventi…. Tenente, fate cessare il fuoco… non sparatesui soldati colpiti e fuggitivi,permettete  alla camionetta superstite di raccogliere i due uomini e fuggire – anzi di tornare alla Base...a riferire dello smacco! E che venderemo cara la pelle! (poi ai suoi sottoposti) Bravi soldati!la nostra dignità dei combattenti è riscattata; e il nemico, per il momento, si ritirava con le pive nel sacco.

Pazienza- Complimenti Comandante, li abbiamo fottuti! Oh, scusi…cioè…(concluse in confondendosi)

DeMenza- Fate una sortita Tenente.(tuona con voce sicura, ma venata di una sottile emozione) e portatemi quella camionetta con quella magnifica mitragliatrice. Perddio!- (poi rivolto al caporale) Bonanno, ti encomio solennemente!-

Bonanno- Grazie Comandante, dovere!-

Buio, poi nell’altro lato della scena riprende la luce, con l’occhio di bue. Siamo nel quartier generale nemico.

Colonnello Smith- Come colpiti? E da chi, da che cosa? (chiede incredulo al Tenente caroline, sua segretaria).-

Segretaria–Si, signor Colonnello:Hanno detto colpiti da… non sanno cosa, Sir. Una camionetta è ribaltata e il suo autista è rimasto ferito e …e l’altra li ha soccorso e poi si è ritirata, Sir.-

Colonnello –E’ scappata, vorrebbe dirmi? –

Tenente- Ritirata strategica, sir.-

Colonnello – Lasciamo perdere. E ditemi,Caroline, hanno controllato? Hanno accertato di che proiettile si trattava? Di che arma?-

Segretaria - No, Sir, si sono messi subito in salvo. La camionetta gregaria li ha presi a bordo e sono tornati subito alla base. E questa èla seconda volta… senza indagare…-

Colonnello –Male, assai male…Già… già….(riflettendo)-

Segretaria–C’è dell’altro Sir…--

Colonnello –Dica.-

Sergente - Il nemico, Sir, ha consentito loro di metterci in salvo…-

Colonnello - Il nemico?(domandò con aria disgustata).-

Segretaria- Si, Sir. Non ha tirato addosso agli uomini che hanno soccorso il compagnogravemente ferito alla gamba. Questo dovevo dire, Sir.-

Colonnello – E ciò cosa vuol dire, Caroline?-

Segretaria–Vuol dire che hanno un’arma nuova e ce lo voglio far sapere.- Comandante.- Senza alcun dubbio.Ma non sono sicuro (fumando la pipa nervosamente) Ma, accidenti, sono circondati, come l’avrebbero avuta? Non sono sicuro… poi, quella generosità mi puzza. Va bene, quelli sono un po’ pazzoidi… per loro natura.-

Segretaria -Ma chissà se forse il caldo… Poi sarà stato un caso… un colpo vagante.Ma di cosa? Dal rumore non hanno capito di cosa si trattasse…-

Colonnello –Caroline,di qualsiasi cosa si tratti, dobbiamo dagli una lezione. Non debbono passarla liscia. Che? stanno alzando la cresta? Penso che domani faremo uscire di pattuglia una camionetta munita di cannoncino al comando di un Ufficiale, perchè desidero che mi fornisca un dettagliato rapporto sull’operazione, e sulla nuova arma, quindi costui deve tenere gli occhi bene aperti.-

Segretaria – Signore, dalle intercettazione di un loro radiomessaggio cifrato evince che sono allo stremo delle loro forze e risorse. Perché rischiare ancora con una camionetta? Un nostro colpo ben assestato potrebbe determinare l’immediata caduta del Forte. Ed è più onorevole conquistare un obiettivo con le armi, che aspettare la resa del nemico per fame.  E con qualche autoblindo risolverebbe definitivamente il problema… -

Colonnello - Le autoblindo servono per altre operazione al fronte, e comunque  una piccola lezioncina se la meritano e noi gliela daremo. Anzi, sa cosa facciamo? Senza più rischiare faremo intervenire l’aviazione.-

Buio a destra, luci a sinistra

De Menza-(parlando a se stesso e guardando l’orologio) E’ stata la prima vera vittoria del Fortino 91, soprannominato “Giarabub”. Questo a Supercomando deve interessare.(vedendo arrivare Pazienza) E allora?-

Pazienza- (con un dispaccio in mano, nero in viso) E’ arrivato -proprio due minuti fa questo dispaccio da Supercomando, comandante. (porge un foglio) Guardi, legga, legga…- 

De Menza-(Guardando la sabbia, sconsolato) Legga lei io non ho gli occhiali.-Pazienza- (fremendo) “Impossibile rifornimenti. Resistenza a discrezione.” E con quali mezzi, aggiungo io?-

De Menza- (impassibile) Inventiamoceli! –

Si ode il rumore di un aeroplano.

Pazienza- Ci attaccano! Diamo l’allarme?-

De Menza - Si dia l’allarme, è sicuramente un ricognitore. Faccia mitragliare quel velivolo…pro forma- pochi colpi - tanto con la nostra scassata sette e settantacinque gli facciamo solamente il solletico.-

Il rumore dell’aereo si fa più forte e si ode una piccola scarica di mitragliatrice, poi . il velivolo, mantenendosi fuor tiro, dopo pochi minuti, si allontana.

De Menza – Ecco fatto! Ha fatto la sua brava ricognizione e se ne torna alla base, in tempo per prendersi il the. Tenente, mi aspetto, a breve scadenza, un attacco aereo, quindi formate tre squadre di fucilieri e domani, prima del tramonto, fateli appostare in questo modo: una squadra a cinquecento metri a Ovest del Forte; un’altra sugli spalti, sempre ad Ovest; l’altra a cinquecento metri dal Forte, però ad Est…-

Pazienza- Signor Maggiore, facciamo una sortita?-

DeMenza- Ma no, si và, si spara e si ritorna. DunqueIl velivolo nemico - e presumo che sia uno soltanto e che non sarà un grosso bombardiere – volerà, quindi, certamente basso per fare un attacco a volo radente, allora con le nostre armi abbiamo buone possibilità di colpirlo. Sappiamo di sicuro da dove proverrà l’attacco, che sarà col sole alle spalle dell’aereo, quindi ogni squadra di fucilieri-ad iniziare da quella appostata a Ovest, fuori dal Forte- sparerà quando l’aereo sarà di prua, quindi ricaricherà velocemente e sparerà la seconda scarica quando l’aereo mostrerà la  poppa.

La mitraglia cal12 recuperata, se riusciremo nel frattempo a farla funzionare, e la nostra mitraglietta, spareranno dal piazzale del Forte, quando l’aereo sarà sopra di noi.

La squadra a est, sparerà al nemico prima a prua, poi a poppa.

Farete fuoco finchè il velivolo resterà a tiro e comunque fino all’esaurimento delle munizioni. Questo è tutto!-

Breve buio De Menza è sugli spaltie controlla l’operazione di difesa. Intanto il sole sta per tramontare.

De Menza- (guardando con il binocolo) Tutti all’erta… anzi pronti per l’azione, sta per arrivare il nostro caro amico a volo radente e, viene da Ovest.-

Pazienza – (Dalle quinte) Pronti comandante.-

Si sentono i colpi delle armi della squadre di fucilieri appostate al comando del Tenente Pazienza, fare ripetutamente fuoco; e quando il velivolo arrivò sul Forte, (dal rumore del motore più forte) la seconda  squadra fece fuoco all’unisono. Poi il crepitare della mitraglietta.Il velivolo, quindi, si dirigead Est per virare e ripetere l’attacco. Ma la squadra appostata in quella zona, al comando del Caporale Bonanno, fa fuoco mirando alla prua, quindi ricaricò velocemente e sparò alla coda: Si udì un lieve scoppio, poi una fiammata, quindifumo in lontananza.   

De Menza – Bravi!!L’avete colpito! Tenente, fate subito rapporto dell’attacco che abbiamo subìto a Supercomando. Trasmettete, oltre ai dati dell’abbattimento, anche una rinnovata richiesta d’aiuto e di rifornimenti. Mandate in chiaro la situazione munizioni e viveri.Con questa mossa mi gioco la mia ultima carta: o i rifornimenti o la capitolazione. Supercomando scegliesse quale.-

Pazienza- (euforico) Vado immediatamente.-

De Menza – Caporale Bonanno, vieni qui.-

Bonanno- Comandi signor Maggiore.-

DeMenza- Bravi, avete fatto unottimo lavoro, ti proporrò, insieme ai tuoi compagni per una medaglia al valore.-

Bonanno- (bofonchiando) Non sarebbe meglio una razione di carne e di gallette? (poi vedendo che De Menza si scuriva in volto) Scherzavo comandante, sa l’euforia della vittoria…(mettendo rispettosamente da parte).-

De Menza- Capisco, stai tranquillo. -

Bonanno – Agli ordini.-

Rientra Pazienza.

Pazienza- (sventolando il messaggio) La risposta di Supercomando, stranamente, non si è fatta attendere, questo è il testo: “ Parte prima: Nota di biasimo per il Maggiore De Menzaa causa del messaggio inviato in chiaro. Parte seconda:rifornimenti impossibili. Parte terza: dopo le vittorie riportate da codesto Forte - se resa ci dovrà essere - che avvenga con l’onore delle armi. Stop”

DeMenza- Tenente, faccia l’adunata e schieri la truppa sul piazzale, voglio leggere a tutti il messaggio pervenuto da Supercomando. –

Pazienza – Provvedo subito. (esce)-

Bonanno- Mi perdoni signor Maggiore, ma che cos’è sto’ onore delle armi?-

De Menza- Vuol dire che se ci arrendiamo e consegniamo le nostre armi, il nemico ci dovrà presentare le armi.-

Bonanno- Anche il mio moschetto dovrei consegnare?-

De Menza- Mi dispiace, il tuo con gli altri.-

Bonanno - Ah! Allora vuol dire che io personalmente non mi arrendo.-

De Menza- Non puoi, mio caro amico –

Bonanno - Non posso perché lo dite voi, mio comandante, o perché non mi è permesso?-

De Menza - Perché te lo dico io. Però, se prima di prendere una decisione, tu dovessi distruggere il tuo moschetto, questo non sarebbe un reato militare.-

Bonanno -Ma che guerra è questa? Noi vinciamo e ci dobbiamo arrendere? Maperchè ci dobbiamo arrendere? –

Pazienza- (rientrando e udendo lo ammonì dolcemente) Buono Caporale, aspetta e vedrai perchè… Comandante, la truppa è schierata sul piazzale.-

De Menza – (guardando lontano sa se, verso un presunto schieramento) Ragazzi, combattenti, eroi, amici miei, il forte è assediato e privo di ogni possibilità di soccorso. Le armi sono quasi senza munizioni, i viveri sono finiti da due giorni e l’acqua manca già da ieri. Con questa situazione io vi faccio tre proposte, ognuno sarà libero di aderire ad una di esse.

Prima proposta: Organizzare una sortita con le due camionette del nemico recuperate e tentare di raggiungere le nostre linee, ma, per onestà, vi debbo dire che la distanza da coprire è di duecento chilometri e non saprei se la benzina delle camionette ci basterà per arrivare a destinazione;

seconda proposta: Se concessa, resa con l’onore delle armi;

terza proposta: resistenza all’ultimo sangue...ma non ci sarà nessun combattimento corpo a corpo col nemico che, sicuramente, assediati come siamo, ci farà morire di fame e di sete.

E’ tutto! Ulteriori dettagli ve li darà il Tenente Pazienza. Riposo.-

Bonanno – Comandante,ma è questo il modo di fare la guerra? (poi, incurante del  Tenente che gli faceva disperati cenni di tacere, e calmarsi, continuò)  Noi stiamo vincendo, glieli stiamo suonando di santa ragione, o no?, e perché dobbiamo essere noi ad arrenderci e non loro? -

De Menza- ( con dolcezza) Figliolo  siamo allo stremo e rifornimenti “nisba” , e io debbo pensare alla vostra vita e al vostro onore di soldati. Tu cosa mi suggerisci?-

Bonanno – Io?... io li scannerei tutti! – (senza specificare chi scannerebbe, e,allontanandosi per non farsi vedere che piangeva, mentre il Maggiore De Menza, da parte sua, si asciuga il copioso… sudore, mentre si accascia su una cassa di munizioni vuota. Le luci. Intanto lentamente calano).-

Pazienza-Che facciamo ragazzi? Fare una sortita con poca benzina e con duecento chilometri da percorrere sarebbe la morte sicuraper sete, laggiù, nel deserto; la resa con l’onore delle armi non ci è garantita, e se ci fosse negata, coi tempi che corrono, per noi sarebbe la Corte Marziale; la resistenza ad oltranza  è quasi impossibile, perché dovremmo combattere, soprattutto, all’arma bianca - e con la scarsa energia rimastaci, dopo tre giorni di digiuno, non oso immaginare come finirebbe…Accidenti! Soldati? avremo noi la forza per l’olocausto? (E dopo una dolorosa pausa, continuò)Purtroppo siamo in trappola ragazzi! e voi, solamente voi, dovrete decidere il vostro destino. Noi ufficiali, da uomini d’onore, dobbiamo suicidarci. (le luci calano ancora)

Che facciamo Comandante? (Silenzio) Signor Maggiore?  (Silenzio ancora)Maggiore De Menza? (Silenzio profondo e buio) Ragioniere De Menza!!! (Ronfo improvviso).

Nel buio si ode la voce di De Menza.

De Menza- Che facciamo?(ronfo, biascicando con la bocca impastata di sonno)Che facciamo?(un altro ronfo) Ah, voi non lo so; ma io, per il momento, mi sveglio.(Accende la abatjour  e lo si vede coricato nel letto, in pigiama, poi grida)  Agatina, portami un sorso d’acqua, per favore.-

Le luci affievoliscono fino al buio e Fine