Forza venite gente

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Sceneggiatura di "Forza Venite Gente"

FORZA

VENITE

GENTE

Commedia musicale in due tempi di

M. Castellacci - R. Biagioli

Musiche di

M. Paulicelli - G. De Matteis - G. Belardinelli - A. Oliva

C. Giancamilli - A. Tamborrelli


Primo Tempo


Scena prima

Il palco rappresenta la piazza principale di Assisi, in penombra. La scena molto poco particolareggiata: un porticato appena accennato pu bastare. Si comincia a sentire un preludio musicale. Dal pubblico si alzano alcuni personaggi in costume che si radunano sul palco come per assistere ad un grande evento: sono abitanti di Assisi. Fra di loro c anche la cenciosa, un personaggio curioso: un po' matta, sognatrice, ingenua. Cantano.

Coro Forza venite gente che in piazza si va

un grande spettacolo c':

Francesco al padre la roba rid!

Padre Rendimi tutti i soldi che hai!

Francesco Eccoli, i tuoi soldi, tieni, padre, sono tuoi

eccoti la giubba di velluto se la vuoi

non mi serve nulla con un saio me ne andr

eccoti le scarpe, solo i piedi mi terr.

Butto via il passato, il nome che mi hai dato tu,

nudo come un verme, non ti devo niente pi

Chiara Non avr pi casa, pi famiglia non avr

Francesco Ora avr soltanto un Padre che si chiama Dio!

Coro Forza venite gente che in piazza si va

un grande spettacolo c':

Francesco al padre la roba rid!

Padre Figlio degenerato che sei!

Chiara Non avrai pi casa, pi famiglia non avrai;

non sai pi chi eri, ma sai quello che sarai.

Francesco Figlio della strada, vagabondo sono io

col destino in tasca ora il mondo tutto mio

Ora sono un uomo perch libero sar

ora sono ricco perch niente pi vorr

Chiara Nella sua bisaccia pane e fame e poesia

Francesco Fiori di speranza segneranno la mia via.

Coro Forza venite gente che in piazza si va

un grande spettacolo c':

Chiara Francesco ha scelto la sua libert

Padre Figlio degenerato che sei!

Coro Figlio degenerato che sei!

Chiara Ora sar diverso da noi...


Restano in scena Pietro di Bernardone, padre di Francesco, e la cenciosa. Lui agitatissimo, non riesce a capacitarsi di quello che appena successo. Forse anche per questo il suo discorso portato avanti a salti, con continui cambi di tono e di argomento.

Il padre raccatta la roba che Francesco ha gettato ai suoi piedi; la cenciosa cerca di arraffare qualcosa anche lei, ma il padre le strappa di mano quello che ha preso

Padre Lascia stare, ladra! Ladra anche tu, come lui!! (Agguanta anche la veste che la cenciosa indossa e cerca di strappargliela) E questa? Anche questa qui roba mia!

Cenciosa (Divincolandosi) Oooh! Ma che, mi volete far rimanere tutta ignuda? Questa me lha regalata il vostro figliolo. E ladro ci sarete voi e strozzinaccio!!

Padre Ma vai via, matta cenciosa!

Cenciosa Vado, vado ma io non sono n matta n ubriaca. Sputo!! (Fa il gesto e scappa)

Padre Eccola l, la mia roba, che fine fa: le perle ai porci anzi, (accennando alla direzione verso la quale si allontanata la cenciosa) alle porche!!

La cenciosa rientra di corsa in scena e mima un altro sputo alle spalle del padre. Poi scappa.

Padre (In preda all'ira, maneggiando i vestiti che ha raccolto) Ma che ne sanno, loro, di quanto sudore c qui dentro che ne sanno!! Questo velluto, andai in Francia a comprarlo. E questa seta? Ho litigato un giorno intero sul prezzo: e tira e molla e tira e molla alla fine tirai pi forte io E di questa seta quel ladrone del figlio mio - si, perch un ladro - me ne ha rubata una pezza intera, sissignore, una pezza intera, per regalarla... (Rivolgendosi al pubblico) indovinate un po' a chi? (Con astio) Ai lebbrosi l'ha regalata - questa bella seta sulle pustole dei lebbrosi... - e mica gliel'ha mandata, no, gliel'ha portata lui - questo spavaldo - , gliel'ha tagliata addosso lui... Perch io posso arrivare a capire di fare del bene, che c'entra, anche io non ho fatto del bene? Mi sono stufato di farlo, manco lo faccio pi; anche io ho mandato roba vecchia, scampoli, stracci, robaccia, tanta robaccia al lebbrosario di Foligno, ma andarci di persona! Dove siamo arrivati, dove siamo arrivati, dove andremo a finire di questo passo...Oh! I lebbrosi...i lebbrosi puzzano! Puzzano tanto! Invece lui, niente; dopo che li ha vestiti per bene, questi lebbrosi di Foligno, ne ha scelto uno - si, ne ha scelto uno - e sapete cosa gli ha fatto? (Quasi scandalizzato) L'ha baciato, si, l'ha baciato! Questo per me esibizionismo! Perch baciare proprio un lebbroso? Con tutti i malati gravi che ci sono, tante specie... Ci stanno i diabetici, no? Non ci stanno? Ci stanno gli infartati, i diabetici... Perch, dico io, non baci uno con l'ernia strozzata, che dopo tutto pi pulito? No! Lui, indignato, andato a baciare un lebbroso, perch - lo conoscer questo spavaldo, falso, ipocrita - perch, (Al pubblico) come dite voialtri oggi, il lebbroso fa notizia! Vedi un po' se un bel giorno verr un pittore e metter il fatto sui muri: eccolo l Francesco che bacia il lebbroso... Certo, Francesco che bacia un malato di ernia non farebbe lo stesso effetto, un domani... Dice "Che cosa fa Francesco in questo momento?" "Bacia l'ernia a quello!": e sai che sforzo! Adesso (Al pubblico) ditemi voialtri: che pu fare un padre cos con un figliolo come questo? Che pu fare? Cosa deve fare? Che cosa pu fare? (Ad uno spettatore in particolare) Ci si metta lei, signore, nei panni miei -
(Spiegando a chi si sta rivolgendo) lei... non quello, quell'altro... quello che si accostato quando si allontanato quello che gli si avvicinato... quello con la faccia da padre... - (Riprendendo il discorso) ci si metta lei - (Come se lo spettatore avesse cominciato a spogliarsi) Non in QUESTI panni (Toccandosi i vestiti), che ci stiamo a cambiare i panni?... Sei tanto ridicolo col secolo tuo addosso... Anche se in questo cambio di panni, mi perdoni la franchezza, potrei pretendere qualcosa di pi illustre: lei a occhio e croce ha l'aria, senza offendersi, l'aria di non essere nessuno, mentre io qui ad Assisi sono (Con enfasi) il pi potente... Non lo dico per vanteria, no... Per farlo sapere! Diamoci del tu, tanto io parlo tu stai zitto! - (Dopo un attimo di pausa ritorna al discorso del suo essere padre) Ci si metta lei nei panni di un padre. Una vita, da principio quasi a non mangiare, poi a farmi furbo, a lucrare, a negare lelemosina per mettere da parte per lui, per il mio figliolo, come forse lei ha fatto per il suo! Perch fosse ricco e diventasse cavaliere, e non gli mancassero le donne, le avventure, lelmo piumato Volevo che nascesse e crescesse in un mondo di velluto e di seta. Anche una madre francese, gli presi, insieme alle stoffe, perch venisse su gentile, educato, e da giovanotto potesse cantare in provenzale sotto le finestre delle pi belle baldracche dAssisi!! E per un po c stato, al gioco, perch falso sembrava che la pappa buona gli piacesse poi, tutto ad un tratto, eccola, la ricompensa: ti sbatte in faccia che adesso ha un altro Padre! Un giorno torni a casa e trovi un figlio pazzo! Dico, carne tua, sangue tuo... Ho fatto di tutto per farci pace; che che non ho fatto? Ultimamente per farci pace, come padre, che gli ho fatto? (Cercando di ricordare) Gli ho... (Ricordandosi) Ah, gli ho menato, gli ho spaccato la faccia a forza di cazzotti, lo massacravo, lo facevo coricare e gli davo altri cazzotti; lui niente, si metteva a ridere, a pregare, anzi, pi gli menavo e pi si metteva a pregare, pi pregava e pi mi faceva intendere che ha un altro Padre! (Assumendo un tono sempre pi autoritario) A casa mia non vince la preghiera, perch comando io! Non ci sono altri padri! Lui mio figlio e ne faccio quello che voglio io! Per lui, per come lo voglio io, ho fatto tutto questo... Io voglio il suo bene, ed il suo bene ci che voglio io. (Allo spettatore, avviandosi sempre pi risoluto verso luscita) Sa cosa le dico? Lo denuncio. Lo denuncio come ladro e come ribelle! Tanto che importa? La vergogna c gi!! (Esce).

Mentre il padre esce, entra in scena un povero, un mendicante vestito di stracci, che si accuccia intirizzito nel lato destro della scena. Inizia la musica.

Francesco Io Francesco coi miei compagni

Fra' Masseo e Frate Maggio

piedi scalzi sempre in viaggio

sulla strada polverosa.

Coro Poco pane

Povero (Parlato) Poco pane!

Coro Per mangiare...

tanta terra

Povero (Parlato) Tanta terra!

Coro Per dormire


Francesco Rondinelle del Signore

uno zingaro il vostro cuore.

Coro E sulla strada

Francesco (Parlato) la strada stretta

Coro polverosa

Francesco (Parlato) che porta in cielo

Coro d'ogni cosa

saremmo senza...

Provvidenza ...se Sorella Provvidenza

non venisse incontro a voi.

Perch siete di quelli che non hanno paura,

perch siete di quelli che non vogliono niente, niente, niente...

E non comprate, e non vendete,

e non prestate e non riavete

perch voi soli siete certi ch'io ci sia

e seminate la speranza per la via:

un grappolo d'uva e una fonte chiara non mancher...

Alberi Vai Francesco coi tuoi compagni

centomila piedi scalzi

tasche vuote e cuore in festa...

Provvidenza ...dal tuo seme una foresta...

Mentre la Provvidenza esce di scena, arrivano due amici di Francesco ed alcuni avventori di una ipotetica osteria. Insieme a loro ci sono anche due ragazze, due cameriere. I due amici trasportano un tavolaccio grezzo, che sistemano a un lato della scena. Si sente in sottofondo l'introduzione musicale del canto.

Amico I Stanotte ragazzi che malinconia!

Un vecchio compagno se n' andato via.

Qualcosa luccica negli occhi tuoi

da quando Francesco non pi con noi.

Amico II Il vino stanotte non ha pi sapore.

L'amore stanotte non pi l'amore.

Noi siamo stanchi come stanchi eroi

da quando Francesco non pi con noi.

Amico I E' vuota la citt,

morta l'allegria,

la vita senza fantasia

e non c' pi felicit...

E' vuota la citt...

Ragazze ... morta l'allegria,

la vita senza fantasia

e non c' pi felicit!


Amico II Stanotte ci manca quel suo viso strano,

quegli occhi che guardavano lontano,

quel suo sorriso pieno di bont...

per questo ragazzi vuota la citt.

Amico I E' vuota la citt,

morta l'allegria,

la vita senza fantasia

e non c' pi felicit...

E' vuota la citt.....

Amico I+II Stanotte il vino non ha pi sapore

L'amore stanotte non pi l'amore

un vecchio amico se n' andato via

e qui rimane la malinconia...

Amico I (Grida) Addio, frate!

Tutti, meno la cenciosa, si allontanano. La cenciosa conclude il balletto con una caduta comica.

Cenciosa Lho inteso io. La Chiara dOffreduccio si fa monaca. E no! Chiara, quella che lui ci pendeva. Non c mai stato niente, ma, oddio, la mano sul fuoco, come si dice Insomma, come ha saputo che lui s fatto frate, lho inteso io, si fa monaca! Ma no monaca come quellaltre, no s inventata un convento per conto suo. Lo diceva loste del Gallo, che glielaveva detto la serva del convento, che glielaveva detto insomma, uno. Dice la gente che son tutti matti. Lei cos bella e ricca che io al posto suo avrei sposato un imperatore. Tutta colpa di Francesco, dice la gente. Dice che la mattia contagiosa: meno male che io matta ci son gi! Che se non ero matta mi facevo monaca anchio. Cos lui mi vedeva e mi diceva: Poverina, s fatta monaca per me. E lui piageva, e io piangevo Ma io che merito avrei a farmi monaca? Per aiutare i poveri aiuto me. La notte mi copro e la mattina mi dico: Buongiorno cenciosa! e mi voglio bene. Insomma si fa monaca. Lo vado a dire a tutti. A tutti!! (Esce di corsa).

Chiara I miei capelli taglier

lascer le vesti e gli ori

e i miei pensieri...

I miei pensieri lascer

la mia cara giovent

le speranze mie di ieri...

E me ne andr

via da tutto e via da me

per la strada dove lui

scalzo e povero gi va...

Qui le lunghe sere

tra i muri bianchi

le mie preghiere,

pensieri puri tra i bianchi muri

di veste bianca mi vestir...

Monache I tuoi pensieri lascerai

la tua cara giovent

le speranze tue di ieri.


Chiara E me ne andr

via da tutto e via da me

per la strada dove lui

scalzo e povero gi va...

Qui le lunghe sere

tra i muri bianchi

le mie preghiere...

Monache (Aiutano Chiara ad indossare l'abito monacale)

Pensieri puri tra i bianchi muri

di veste bianca ti vestirai...

Pensieri puri tra i bianchi muri

Chiara Di veste bianca mi vestir.


Scena seconda

Nella piazza, in pieno giorno. In scena c' una figura in vesti candide che ricorda molto da vicino il Papa.

Frati (Con gioia, letizia & spensieratezza)

Andiamo, andiamo,

ventiquattro piedi siamo.

Andiamo, andiamo,

con un cuore solo andiamo.

Andiamo, andiamo,

da Messer lo Papa andiamo.

Chiediamo la mano

di Madonna Povert.

Regola uno: ti chiediamo il permesso

di possedere mai nessun possesso;

regola due: ti chiediamo licenza

di far l'amore con Sora Pazienza;

regola tre: consideriamo fratelli

i fiori, i lupi, gli usignoli e gli agnelli;

per nostro tetto noi vogliamo le stalle,

per nostro pane strade e libert...

Andiamo, andiamo,

figli della strada siamo.

Andiamo, andiamo,

come cani sciolti andiamo.

Andiamo, andiamo,

con le scarpe degli indiani.

Chiediamo la mano

di Madonna Povert.

Regola uno: ti chiediamo il permesso

di possedere mai nessun possesso;

regola due: ti chiediamo licenza

di far l'amore con Sora Pazienza;

regola tre: portare un cuore giocondo

fino ai confini dei confini del mondo;

acqua sorgente per i nostri pensieri,

per nostro pane strade e libert...

Andiamo, andiamo,

ventiquattro piedi siamo.

Andiamo, andiamo,

per la nostra strada andiamo.

Resta in scena solo il Papa, che si porta verso il bordo del palco elargendo benedizioni a destra e a manca con mosse esageratissime e sarcastiche. Poi si toglie le vesti bianche: il padre di Francesco!

Padre (Ironico, finendo di spogliarsi) Messer lo Papa... Ve lo do io il vostro Messer lo Papa... Questi hanno inventato le regole del niente! (Ironizzando sulla canzone) "Andiamo, andiamo"... Andate a sbattere la faccia pi lontano che si pu, tanto la botta si sente fino a qui, altroch! (Rivolgendosi al solito spettatore) Amico mio - (Lo cerca per un attimo con lo sguardo) dove stai? - (Lo trova) ti voglio dire una cosa: il Papa
alla fine gli ha aperto, gli ha spalancato le braccia, al gran matto di Assisi... Io, suo padre, mai un abbraccetto, mai una spalancatella di niente con questo figliolo, io, rigido, tutto attaccato... E ti hanno inventato le regole del niente: non si sente niente, non vogliamo niente, non cerchiamo niente, non abbiamo paura di niente, con questi piedi scalzi, zozzi... Cos si va in giro? Come, paura di niente? Tutti abbiamo paura! (Al pubblico) Tu, tu, quello l, quello che si nasconde: quello che non si nasconde ti pare che non ha paura? Ne ha pi dell'altro! (Riferendosi a Francesco) Ma se fino a prima di nascere era l dentro di sua madre che si nascondeva! Questi hanno inventato le regole del niente, niente che niente! Hanno preso un po' di niente, l'hanno impastato con un po' di niente... Che si aspettano dal niente, questi stupidi? Vanno dicendo "tutti fratelli!"... Fratelli di che? Di chi? In che senso fratello, eh? Oh! E che vuol dire fratello? Eh? Caino non era un fratello? E dopo Caino tu ti fidi ancora? Ahh, ammazza che furbo che sei! Eccolo il punto, eccolo il punto: fidarsi della vita, fidarsi del prossimo; e io qua, un mercante come me, con la mia furbizia, io dovrei credere, dovrei fidarmi? Eh nooo Io non ce lho scritto sulla porta della bottega, ce lho scritto qui sulla fronte: Non si fa credito! Non mi fa pi pena niente, non mi sta a cuore niente. (Improvvisamente si ricorda di qualcosaltro) Ahh! Il cuore, l'amore... Eccone un'altra, di frottola! L'amore, dice... (Cercando le parole) Com' che dice? (Ricordando improvvisamente) Ah...dice: ama il prossimo tuo come te stesso. Ma chi l'ha detto, ma di chi? In che senso? Ma se io non amo me stesso? Metti caso che mi faccio schifo, e non poco, e allora? Come la scavalchiamo, 'sta montagnola? Ma che pretendi, che io a me stesso mi faccia schifo e gli altri li ami? Comodo! Sai che ti dico? (Sentenzia, drastico) Quando avranno fame torneranno a casa!

Il padre esce di scena furente. Sull'attacco della canzone, entrano in scena i personaggi e alcuni uccelli.

Coro E il sole usc color cinese

e il suo ventaglio al cielo apr;

e in quel fantastico paese

Francesco dentro un quadro naf.

Francesco E tutto il cielo sceso in terra

e uccelli a frotte ai piedi miei;

buongiorno piccoli fratelli

felicit della trib di Dio.

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Noi siamo l'allegria!

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Leggero il cuore sia!

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Chi ha piume voler!

Animali Nan naneu nan nan...

Nan naneu nan nan...

Alberi E come a tanti fraticelli

a gufi e passeri parl:


Francesco Attraversate monti e valli

e dite al mondo quello che dir.

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Noi siamo l'allegria!

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Leggero il cuore sia!

Coro E volare volare, volare volare!

Francesco Chi ha piume voler!

Nan naneu nan nan...

Nan naneu nan nan...

Coro E volare volare, volare volare!

E volare volare, volare volare!

E volare volare, volare volare!

Franc.+Coro Chi ha piume voler!

Mentre tutti gli altri personaggi escono, sulla scena rimangono solo gli uccelli, immobili. Entra il padre, che li guarda quasi senza poter credere ai suoi occhi. Sta sgranocchiando un cosciotto di pollo.

Padre Beh? Che cosa fate? Guarda un po' questi uccellacci, sempre a sporcare davanti alla bottega mia... (Urla e gesticola per cacciare via gli uccelli, che escono disordinatamente) Oh, andate via, via, via, ciuciuciu! Sci! E' da un paio di giorni che piena Assisi di uccelli... Che ci sar da svolazzare, stupidi... Se ne acchiappo uno me lo mangio vivo, vedrai!

Nel frattempo entra la cenciosa, che si incanta a guardare la scena.

Padre Dunque, poco fa ho incontrato quella stracciona che mi stava dicendo... (Non ricorda) Che cosa mi stava dicendo? Ah, eccola, eccola qua - (Fa per indietreggiare) mamma, che zozzeria... (Facendosi animo) beh, coraggio! - (Rivolgendosi alla cenciosa) Che mi stavi dicendo, tu? (La cenciosa non d segni di "vita": incantata ad ammirare il cosciotto di pollo!) Stracciona, prima che mi stavi dicendo? Sulla salita di San coso, di San... (Cerca di ricordare, indica un punto fuori scena) Tutti santi sono in questo paese, mo' vatti a ricordare... (Tagliando corto) Sulla salita che poi va in discesa avevi iniziato un discorso... Mi avevi detto "andiamo a vedere davanti alla bottega tua"... (Gesticolando insistentemente col cosciotto davanti al naso della cenciosa, che ancora non risponde) Tu hai detto a me, non ad un altro, "andiamo a vedere, che tuo figlio sta parlando con gli uccelli", mi hai detto a me, tu, sulla salita di San coso, di San E' inutile, non mi viene... (Spazientito) Senti: con calma, una volta o l'altra io figliola a te, con calma, ti do un cazzotto dentro l'occhio che ti faccio vedere buio per sei mesi! Tu a me mi avevi detto "ti interrompo il discorso che te lo continuo davanti alla bottega"...


Il padre attende una risposta per un lungo istante, ma la cenciosa, sempre incantata, non risponde.

Padre (Ironico) Basta cos, che mi insordi le orecchie, basta cos! (Riprendendo il tono di prima) Cosa dicevi? Aiutami, aiutami, mi stavi dicendo che lui, lui - quando un padre dice "lui" al figliolo la famiglia ha un punto di cottura che puoi buttare via tutto - mi stavi dicendo che lui con gli uccelli ci parla?

Cenciosa (Finalmente risponde) Si!

Padre Oh, ti sei sbloccata: non ti impressionare!

Cenciosa L'ho sentito io: merli, fringuelli, tordi... le galline no!

Padre (Ironico) Quanto mi dispiace per le galline! Come schizzinoso... Con le galline non ci parla, schizzinoso, cosa vuoi farci?

Cenciosa Lui parla ma come se cinguettasse!

Padre Ah, si? Che stupido.

Cenciosa Loro invece cinguettano ma come se parlassero, l'ho sentito io, e io non sono n matta n ubriaca!

Padre Mi sta bene: lui ci parla e io li mangio.

Cenciosa Egli dice fratelli.

Padre E io li mangio. Io mangio i miei fratelli, guarda un po'. Sono un cannibale, la sapevi questa? (Sghignazzando) Stai attenta, te, che una volta o l'altra ti do una sgranocchiata... (Porgendo il cosciotto alla cenciosa) To', vuoi una coscia di fratello?

Cenciosa No, perch ci avete sputato sopra. Mi fate schifo.

Padre Sentila un po' chi che sta a parlare di schifo: lo zozzo in persona! (Sgarbato) Allontanati che puzzi, stracciona!

Cenciosa (Si allontana dal padre)

Padre Senti un po' - (Facendo cenno alla cenciosa, che si stava per avvicinare, di restare dov') da l, da l, che se vieni qua mi asfissi - secondo te il Papa li mangia, i tordi?

Cenciosa (Sdegnata, punta un indice al cielo in segno di monito) No, il Papa no!!

Padre Guarda che bestia scema che dovevo incontrare all'ora di pranzo! (Facendo il verso alla cenciosa, anche col gesto) No, il Papa no! (Riferendosi al gesto) Ti possa partire un braccio ogni volta che lo dici! Il Papa mangia tordi a colazione, a pranzo e anche a cena! Il Papa un cannibale come me!

Cenciosa E voi che ne sapete? Chi ve l'ha detto a voi?

Padre Senti, saputella di Assisi e dintorni, pensa un po' chi me l'ha potuto dire... Me l'ha detto la logica! La conosci tu, per caso, (Sillaba gesticolando davanti al naso della cenciosa) la lo-gi-ca?


Cenciosa E no: io sono matta!

Padre (Riferendosi alla sua mano, che davanti alla punta del naso della cenciosa) Ecco, vedi, questa la logica, e io (Fa per dare un buffetto sul naso alla cenciosa, ma senza colpirla) te la sbatto in faccia... (La cenciosa rimane interdetta per non aver sentito alcun colpo) Non si sente? E' logico che non si sente... (Saltando di palo in frasca) Perch, io dico, se quel matto del figliolo mi va in giro a dire che tordi, fringuelli, pernici, (Mimando un gran battito d'ali e caricando la voce) cornacchioni sono fratelli - non va dicendo dappertutto cos? - e il Papa, che il Papa, li mangia, allora quel matto del figliolo mio d del cannibale al Papa, pari pari, dunque un ribelle, un eretico... E che aspetta la gente che comanda qua ad Assisi ad incatenarlo? Ad arrestarlo? Eh? Quanti danni deve fare, prima? Poi si lamentano O se ha ragione lui, se per caso ha ragione mio figlio, perch questi tordi non si ribellano? Perch queste pernici non vanno a Roma in corteo? (Caricando sempre pi il tono della voce) Perch tutti questi cornacchioni non invadono San Pietro e non buttano gi dal trono questo grande mangiatore di fratelli?... (Moderandosi e preoccupandosi) Ma no no che sto dicendo... Sto perdendo la testa... No, no, che io... E' che io non capisco pi niente...

Cenciosa (Smarrita) Neanche io...

Padre (Seccamente) Sai che razza di novit, la tua, che ... E questo figliolo mio che non torna a casa non c' verso di farlo rinsavire, non si fa trovare... Tutti fratelli, va dicendo: ma si pu essere pi... Tutti fratelli, tutti meno io... Io e quella povera donna di sua madre, di l, che piange in francese!

Cenciosa Le volete bene, a vostra moglie?

Padre Eh, il bene io per volerle bene le voglio bene ma lui dice che il bene unaltra cosa.

Cenciosa Ma allora il bene cos?

Padre (Riflessivo) Non lo so pi. E unaltra cosa. (Esce).

Cenciosa (Esce anche lei, facendo una smorfia alle spalle del padre).

Da parti opposte entrano Chiara in abiti da monaca e Francesco.

Chiara Posso dire amore a tutti

posso dire amore a Dio

ma non posso pi

dire "amore mio" a te...

Perch mio non pi niente

e un amore mio non c'

e non posso pi

dirti "amore mio"...perch? Perch?

Francesco Chiara, Chiara, no,

se ti avessi sarei ricco pi di un re

e tu lo sai,

la ricchezza non fatta pi per me!


Chiara Con le mani accarezzare

di un lebbroso posso il viso

ma non posso pi

carezzare il tuo...perch?

La tua sposa, la Rinuncia,

forse bella pi di me:

tu dai tutto a lei,

a me nulla dai...perch? Perch?

Francesco Chiara, Chiara, no,

se ti avessi sarei ricco pi di un re

e tu lo sai,

la ricchezza non fatta pi per me!

Franc.+Ch. Quell'amore non pi per noi...

Chiara e Francesco escono, ancora da parti opposte; il palco resta buio per qualche secondo.


Scena terza

Ci troviamo in un bosco. Rientra la cenciosa.

Cenciosa (Recita una cantilena, quasi una ricetta magica)

Per tenere lontano un lupo,

metti l'olio in un piatto cupo,

metti l'aglio, la cetrosella

e quattro caccole di pecorella,

mettici le unghie di montone,

sette foglie di crescione,

guscio di noce, buccia di mela

e lo stoppino di una candela,

e dopo fatto questo unguento

sputa di notte controvento

dalla parte che il lupo viene,

legati forte con le catene,

metti dell'olio e farina bianca,

larga la tavola stretta la panca

e una volta finita la pappa

se viene il lupo tu piglia e scappa!

La cenciosa scappa via spaventatissima dall'arrivo del lupo, che salta in scena sull'attacco della canzone.

Lupo Il lupo a Gubbio sono solo io; agnelli e vacche, tutto quanto mio

se la foresta cibo non mi d io mangio carne d'uomo di citt.

Io mi travesto come meglio posso per ingannare Cappuccetto Rosso;

al mondo tutti sanno che non c' un figlio di puttana come me...come, come me!

Francesco Ed eccolo qua, l'agnellino di Dio!

Lupo Agnellino a me? Beeeeh!?!

Francesco Il lupo cattivo che mangia la gente

e che rimorso non sente mai

per tutto il male che fa

ma che da adesso in poi

pi mansueto di un agnello sar...

Coro Dai, Francesco, dai, fai vedere chi sei,

diglielo anche tu: "Non uccidere pi"!

La la la la la, la la la la la,

dai, Francesco, dai, fai vedere chi sei!

Lupo Certo colpa non ho se sono al mondo anch'io;

dimmi: cosa mangio se qui niente mio?

Francesco Se tu la pace fai con la citt

vedrai che da mangiare ci sar.


Lupo Si, per, per, per

per per via di questa brutta faccia

la gente sempre mi dar la caccia.

Francesco Ma se nel mondo pi fiducia avrai

perfino bello tu diventerai.

Coro E a braccetto

Francesco (Parlato) Frate lupo...

Coro zampa e mano

Lupo (Parlato) ...Frate frate!

Coro frate e lupo piano piano

han lasciato la foresta verso Gubbio tutta in festa...

La scena cambia di nuovo, e ci troviamo in un generico scorcio cittadino.

Coro Se suor campana suona den din dan din don dan!

Il lupo si perdona den din don dan!

Se suor campana canta den din dan din don dan!

Il lupo non spaventa den din don dan!

Se suor campana chiama den din dan din don dan!

La gente il lupo sfama den din don dan!

Se suor campana squilla den din dan din don dan!

In cielo il sole brilla den din don dan!

Tutti escono, stanchi per la felice ma faticosa giornata appena trascorsa a Gubbio. Francesco d loro la buonanotte, poi si ritira in disparte a riposare.

Entra il padre.

Padre (Arrabbiatissimo) Ma no, no!!!! Ma questo pazzo pazzo, sto figlio mio! Ma ti pare che mo si mette pure a tratta coi lupi, adesso? E dove mai s visto, un lupo pentito? Prova un po a chiamarlo: Lupo pentito! vedi un po che coro di pecore sbranate che ti risponde! (Facendo il verso alla canzone appena terminata) Se suor campana chiama il lupo se la sbrana, ecco che fa!

Ma insomma! Se io, che sono il padre, vengo a dire in piazza che mio figlio pazzo, mi si deve credere! Io non lo so come impazzito, sto figlio: sto impazzendo pure io, a furia di cercare di capirlo sono notti che non dormo, a domandarmi: com che impazzito, sto figlio mio? Eh? Com?

(Gli viene unidea illuminante) Aahh guarda un po che m venuto in testa: lo drogarono! Lo drogarono, sto figlio mio, ecco che fu lo drogarono quando rimase prigioniero di guerra a Perugia, quando aveva quel bel cavallo, il pi bello di tutti (Mentre si sta per perdere nei ricordi, gli viene unaltra idea, ancora pi geniale) No! Anzi!! Non lo drogarono gli fecero una fattura! Si, la fattura: che anche perggio della drogatura! (Urlando verso le case di Assisi in modo da farsi sentire chiaramente) Tutti sti invidiosi dei mercanti di Assisi, ecco chi stato, loro e quelle vecchie sdentate delle loro mogli! Una fattura, gli hanno fatto! E come si spiega, altrimenti?

A casa mia, di notte, prima che se ne andasse via per gli affaracci suoi, sto figlio, di notte parlava parlava, parlava di giorno zitto, falso, ipocrita, a pregare; ma di
notte gi a parlare, non la finiva pi, certe chiacchierate! Oh: non sono mai riuscito a sapere con chi accidentaccio parlasse! Io e quella santa donna di sua madre, tutta la notte dietro luscio di camera sua: lui faceva delle domande, ma grosse, eh e le risposte dovevano essere altrettanto grosse, da quanto erano grosse le domande ma noi si sentiva la domanda poi un silenzio, non arrivava la risposta e poi unaltra domanda. E noi, TAC!, ad attaccare lorecchio alla porta: domanda, silenzio, altra domanda; TAC!, lorecchio alla porta le abbiamo fatto una conchetta, a sta porta, per cercare di sentire, ma niente! (Cerca un paragone) Era come (lo trova) giusto per farvi capire: era come se ai tempi miei ci fosse gi stato il telefono: vedi uno che parla ma la risposta non si sente. Ecco: tale e quale. (Urlando e disperandosi perch non capisce) Ma siccome ai tempi miei, grazie a Dio, sto telefono non cera, e allora? Con chi parlava? La mattina la porta sapriva e usciva solo lui solo lui, usciva!!

E allora pazzo, no? E pazzo!! E chi mi aiuta, adesso, con sto figlio pazzo? Chi?? Chi mi aiuta?? (Esce, in preda alla disperazione).

Francesco addormentato vicino da un lato; inizia una musica. Entra in scena un Angelo. Durante la canzone Francesco si sveglia e duetta con langelo.

Angelo L'angelo biondo che ha lui nella mente

la voce che sente parlargli di Dio

sono io...

L'angelo d'oro che canta nel sonno

che splende nel buio, che tutto fa chiaro

per lui sono io...

Io fatto d'aria e di luce celeste

Io so, non esisto, non sono di queste contrade

ma so che c' un posto nel cuore di un uomo

e che vivo nel sogno per lui...

Angelo

Io fatto d'aria

e di luce e di niente

la voce che sente

parlargli di Dio

sono io...

Solo mi vede,

lui solo mi crede

per lui sono sceso

tra queste contrade

soltanto per lui

Favola d'oro,

bisogno di cielo

mi vesto di velo

mi copro di piume

gli faccio da lume

nel buio profondo

io l'angelo biondo

che parla

con lui...

Francesco

Tu fatto d'aria

e di luce e di niente

la voce che sento

parlarmi di Dio

sei tu...

Solo ti vedo,

io solo ti credo,

per me tu sei sceso

tra queste contrade

soltanto per me... (Ascolta)

(A due) con me...

Mentre l'Angelo esce, Francesco si riaddormenta. Uscir di scena quando la sua zona sar completamente buia.


Scena quarta

Cenciosa (Entra in scena di corsa, urlando come una matta) Dio lo vuole! Dio lo vuole!!! (Allimprovviso si ferma a riflettere) Ma che vorr Dio? Ah, io non lo so Per lo gridano tutti, eh! Tutti con gli spadoni, i mantelloni (Grida) Dio lo vuoleee!!!

Io ho provato a chiedergli: ma cos che vuole, Dio? E loro sapete cosa mi hanno risposto? Mi hanno detto: Zitta, brutta scema!. (Capisce una cosa) Aaahh ma allora una scema perch vuole sapere cosa vuole Dio!

E poi, chi glielha detto, a loro, che lo vuole Dio? Se Francesco dice che una cosa la vuole Dio, tutti dicono che matto; se invece si mettono in mille a dire che Dio lo vuole, tutti gli vanno dietro e diventano un milione!

Ma allora per non essere matti bisogna essere in tanti! (Riflettendo) Difatti, io che sono sola sono una povera scema (Quasi risvegliandosi, ricomincia a urlare) Dio lo vuole! Venite, che Dio lo vuoleeee!!!! (E scappa via).

Inizia una marcetta pseudo militare ed entra un gruppo di crociati scalcinatissimi, armati di bastoni improvvisati e protetti da ridicole corazze fatte con cestini di vimini e stracci.

Crociati (Cantano)

Venite cavalieri, saltimbanchi e vagabondi,

Venite zoppi e dritti, miserabili e giocondi!

La fiamma della fede purifica ogni pecca:

cacciamo linfedele, rimandiamolo alla Mecca!

Venite cani e gatti, schiavi, nobili e mercanti,

venite con somari, con ronzini e ronzinanti:

vogliamo la gloria sui campi di battaglia

evviva la crociata che fa santa la canaglia!

Capo crociato Prenotiamoci con zelo un biglietto per il cielo,

prenotiamoci con zelo un biglietto per il cielo!

Crociati Venite sognatori, venturieri e farabutti:

laggi c pane e morte, gloria e femmine per tutti!

Il giorno del riscatto gi bussa ai nostri cuori:

ingrossa come un fiume la crociata contro i Mori!

Gerusalemme chiama, noi dobbiamo farla nostra:

avanti, lancia in resta, per la bella santa giostra!

A morte linfedele, rompiamogli le corna!

Siccome Dio lo vuole, tutto quadra e il conto torna.

Capo crociato Prenotiamoci con zelo un biglietto per il cielo,

prenotiamoci con zelo un biglietto per il cielo!

Alla fine della marcia, entra dal lato opposto un Sultano accompagnato da suo seguito: un altro arabo, una o due odalische stentano a credere ai loro occhi. Larabo canta.

Arabo Dice che coi pezzenti suoi per la crociata si imbarc,

con quei poveri diavoli in Terrasanta arriv.

E cos quellilluso l Ierusalemme conquist

e di gloria lui si copr solo perch nemici non ne trov

solo perch nemici non ne trov!


Capo crociato Tu, Francesco, in Terrasanta scalzo te ne vai

Tu, Francesco, la tua guerra come vincerai?

Senza spada n corazza: ma che crociato sei?

Con un saio e un crocifisso come finirai? Mah!

In Terrasanta te ne vai

Arabo Dice che non fu il primo, lui, che dal Sultano si ferm,

ma dei Cristiani fu il primo che la testa a casa riport.

E cos quellingenuo l anche limpossibile sfid

e col cordone del saio suo quel gran Sultano accalappi

quel gran Sultano accalappi!

Capo crociato Tu, Francesco, in Terrasanta scalzo te ne vai

Tu, Francesco, la tua guerra come vincerai?

Senza spada n corazza: ma che crociato sei?

Con un saio e un crocifisso come finirai? Mah!

In Terrasanta te ne vai

Tutti escono. Rientra il padre, sempre pi incredulo e sconsolato.

Padre Aaah, ma me le fa una dietro laltra me le fa per dispetto, me le fa!

Ma si pu, adesso, partire per le crociate con sto bastoncello di legno storto? Con questi quattro scalcagnati rattoppati farabutti ma si pu? Roba da schiatta di rabbia, per un padre, vedere una cosa cos!

Ma lo sapete voialtri cosa vuol dire mandare un figliolo alla crociata? Alla guerra? Ma andare alla crociata vuol dire avviarlo alla gloria. A farsi nobile, a farsi un nome, questione di prestigio e io gli avevo gi procurato un sacco di roba: cavalli, corazze, scudi, le spade pi dure (Improvvisamente, ricordandosi) trombe: cho casa piena di trombe, ogni tanto arrivavo con una pi grossa, non so pi dove metterle e poi gli araldi: gli avevo rimediato sette otto araldi pezzi duomini con i polmoni che gli uscivano dalle orecchie, gli uscivano e che potessero gridare pi forte che si pu: (Con enfasi) Fate largo! Fate largo! Arriva Francesco di Bernardone, gran cavaliere di Assisi! Avrebbe combattuto, ammazzato la sua razione di Mori, vinto, e fatto fortuna.

E questo invece ci va con un bastone di legno ma che vuol fare? Ma quelli sono Arabi, mica si scherza! Adesso si dice che abbiano una nuova arma segreta: (come se confidasse un segreto) la catapulta! Non si sa cos, segreta, no? Un amico mi ha detto che fa cos (mima il movimento di una catapulta) Dice che una cata che prima cata e poi pulta, no? Dice che fa certe catapultate da non credere! Dice che capace di lanciare un milione di sassi infuocati sui nemici

Eh, queste s che sono guerre, questi sono massacri E lui che fa? Ci va col bastoncino, con quei quattro scalcagnati e ci fa pure pace, con gli Arabi, ci parla insieme Ma che vergogna! (Scappando via) Che vergogna, per un padre, che vergogna!!

Francesco Luna luna l

che solitaria in cielo stai

e tutto vedi e nulla sai...

Capo arabo Luna luna l

che sui confini nostri vai

e fronti e limiti non hai

e tutti noi uguali fai...


In scena hanno cominciato a radunarsi tutti i personaggi del primo tempo.

Francesco Tu che risplendi

sui nostri visi bianchi e neri

tu che ispiri e diffondi

uguali brividi e pensieri

fra tutti noi quaggi...

Capo arabo Luna luna l

mantello bianco di piet

presenza muta di ogni Dio,

del suo, del mio, del Dio che sa...

Francesco Tu che fai luce

all'uomo errante in ogni via

dacci pace, la tua pace,

la bianca pace, e cos sia

per questa umanit...

Coro Oh, oh, bianca luna, bianca luna...


Secondo Tempo


Scena prima

La scena ambientata inizialmente in una non meglio identificata cittadina. Sul palco si trova una capanna al cui interno sono una mangiatoia coperta da un telo, l'asino e il bue. Inizia una musica, ed entra in scena Francesco che sistema alcuni particolari. Alcuni frati e Chiara osservano la scena in un angolo, incuriositi.

Francesco Ecco la stalla di Greccio con l'asino e il bove

e i pastori di coccio che accorrono gi.

Monti di sughero, prati di muschio

col gesso per neve, lo specchio per fosso,

la stella che va...

Ecco la greppia, Giuseppe e Maria,

lass c' gi l'angelo di cartapesta

che insegna la via, che annuncia la festa,

che il mondo lo sappia e che canti cos:

Coro E' Natale, Natale,

Natale anche qui...

Ecco la stalla di Greccio con l'asino e il bove

e i pastori di coccio che accorrono gi.

Monti di sughero, prati di muschio

col gesso per neve, lo specchio per fosso,

la stella che va...

Francesco Carta da zucchero, fiocchi di lana,

le stelle e la luna stagnola d'argento

la vecchia che fila, l'agnello che bruca

la gente che dica e che canti cos:

Coro E' Natale, Natale,

Natale anche qui...

Francesco Ecco il Presepio giocondo che va per il mondo

per sempre portando la buona novella

seguendo la stella che splende nel cielo

e che annuncia cos:

Coro E' Natale, Natale,

Natale anche qui...

E Natale, Natale,

Natale anche qui...

Entra il padre, che fa in tempo a vedere il presepio.

Padre Natale, Natale! Ma si pu andare aventi cos, con sto figliolo mio? Ma insomma: stringi stringi Natale che ? LAngelo, Maria e San Giuseppe! Ecco, Giuseppe: un altro padre! E anche a Giuseppe il figliolo gli ha fatto uno scherzetto mica da poco, eh! Si, per Giuseppe lo sapeva, aveva avuto (Indicando verso lalto) delle garanzie Ma a casa mia di angeli manco lombra manco una piuma! Alla mia sposa chi glielha portato mai uno straccetto di annuncio? Eh? E
allora! Dove la prendiamo tanta fede da immaginarci tutto da soli? Ti pare facile? Al massimo ci pu venire il dubbio!

Chi che non ha dubbi? Ma non i piccoli dubbietti, la roba di tutti i giorni tipo (Cerca esempi) ecco: io sto in commercio, no? Il commesso che ho in bottega mi ruba o no? Eh? Oppure: mia moglie mi mette le corna o no? Che me frega? E robetta, si o no non cambia niente

Io parlo dei dubbi, quelli grossi E se per caso avesi sbagliato tutto? Pu essere, sai? Io ce lho questo dubbio, questo tormento!

Entra in sottofondo la musica di La sposa di Ges. Si illumina una cella di convento in cui Chiara in preda alle incertezze.

Padre (Continuando il discorso) Il dubbio: questa lucertolina verde che tappare tutto dun tratto l, sul muro bianco del chiostro, con la sua codina arricciata come in un punto interrogativo verde, vivo, che palpita!

(Rivolgendosi al solito spettatore) Sono lunghe, le sere in convento, amico mio profondo il silenzio e allora, ogni tanto, la fede impercettibilmente scricchiola si, scricchiola! Crack Che stato? Niente... un fantasma... il fantasma del dubbio! Eh, sono lunghe. le sere in convento! (Un attimo di pausa, la musica sfuma. Tornando in se e avviandosi) Eh gi, perch le mie notti scherzano: sono eterne, sono!

Cenciosa (Ha sentito lultima affermazione) E com che non dormite?

Padre E com che non ti fai gli affari tuoi? Ti pare che vado a dormire con i pensieri che ho dentro la testa?

Cenciosa E certo: con quel bel letto che avete! Con quelle belle coperte, quelle belle lenzuola, quei bei cusci

Padre (Interrompendo lelenco) Senti, lhai finita, o no? Eh? Ti sei scordata il materasso!

Cenciosa (Fa per riprendere lelenco) Quel bel mater

Padre (La interrompe di nuovo) Ma sta zitta, scema! Lo so benissimo che ho il letto pi bello di Assisi e nel letto, tanto di moglie che piange, ed uno strazio sentirla! E io a rotolarmi su sto letto come uno che ha mangiato troppo e invece manco una mollichella, ho mangiato

Cenciosa Ma che peccato!

Padre Peccato in che senso?

Cenciosa Beh nel letto non ci dormite, il mangiare non lo mangiate!

Padre Emb? Emb?? Capita anche a uno importante come me di stare tutta la notte con gli occhi sbarrati, spalancati, a leggere i pensieri sul soffitto! Ci hai mai letto tu, cenciosa, sul soffitto?

Cenciosa Eh no: il soffitto non lho mai avuto!

Padre Gi mi scordo sempre che questa legge le stelle Astrolica!!

Cenciosa Lo sapete che certe volte mi fate proprio proprio pena?


Padre (Punto nellorgoglio) Ah si? Ah, io faccio pena a te? Ma senti un po, senti! E sapessi quanta me ne faccio io a me stesso, di pena; manco te lo puoi immaginare! Io che passo le notti a pensare a sto figliolo mio, a vedermelo, a sognarlo

Senti un po, senti: io lo so che tu lo vedi dimmi: com, eh? Com, sto figlio mio? E smagrito? E stanco? Com?

Cenciosa (Riflette, poi esclama) E bello!

Padre (Rimane interdetto) Senti, cenciosa io a volte proprio non ti capisco! Ma che vuoi dire? Eh? Che sto figliolo mio pi bello ora di quando stava a lavorare in bottega con me?

Cenciosa (Sicura) Si! Perch triste, ma contento piange, ma ride come quando piove e c il sole, che tutte le vecchie fanno lamore!! (Sghignazza fra s e s).

Padre (Sempre pi confuso) Ma che sciocchezze vai dicendo Senti, senti, cenciosa, facciamo cos: (scandisce bene per far capire alla cenciosa) se tu ogni giorno mi vieni a dire quello che fa mio figlio io (gli costa una fatica enorme pronunciare le prossime due parole) ti pago. Dimmi quanto vuoi, che io (altra faticata) ti pago!

Cenciosa No! I vostri soldi io proprio non li voglio! (E fa per andar via).

Padre (Spazientito) Mmmmhh. vabb, allora vieni qua, dove vai, aspetta allora ti regalo un bel vestito di quelli belli, grossi che quando te lo metti impresioni Assisi, dintorni e oltre!

Cenciosa Bello!! Cos sapete che faccio?

Padre Che fai, sentiamo

Cenciosa Io prendo il vestito

Padre (Seguendo il ragionamento) Lo prendi

Cenciosa Lo porto a lui

Padre Lo porti a lui

Cenciosa Lui lo rivende

Padre Lo rivende

Cenciosa E coi soldi ci compra i sassi!!

Padre (Sconcertatissimo) Ecco quando sta sul meglio perde la strada e non la si riesce a seguire pi I sassi?? ma quali sassi?

Cenciosa Per la chiesa rotta, no?

Padre (Indifferente e irriverente) Ah, si rotta la chiesa? Tsk Guarda un po Emb? (Interrompendo la cenciosa che accenna a parlare) Zitta, te lo dico io quello che stavi per dire, ti rifaccio tutto il discorso: (Fa due parti contemporaneamente) Si rotta la chiesa? Tsk Guarda un po Emb? Oooh! Gli servono dei sassi grossi, e tanti! io sti sassi uno di questi giorni li piglio e li spacco sulla testa di chi so io


Cenciosa O senn dateli a me, i sassi, che glieli porto io!

Padre (Urla) Ma che dici che dici?? Fila via! Via! Non lo voglio pi vedere, questo figlio mio: certe volte meglio non averli, i figli. Manco lombra, voglio pi vedere! (La cenciosa si mette in un angolo).

(Allo spettatore) Hai visto, amico mio? Sempre peggio! Adesso s meso a fare larchitetto: rif la chiesa! Ma la rif cos brutta, cos vecchia e cos povera che un Cardinale, se ci entrasse, si farebbe il segno della croce alla rovescia!

E lui gioca: gioca a rifare le chiese, ed contento, e gioca Tu non dormi le notti, su questa cosa, e lui gioca, ed contento!! (Si avvia fuori)

Cenciosa Che, te ne vai?

Padre Si!

Cenciosa Dove?

Padre A dormire.

Cenciosa Eh?

Padre Sui sassi!

Entrano Francesco e Frate Leone, il quale porta in scena una panca con carta e penna. Poi si dispone ad ascoltare Francesco.

Francesco Frate Leone, agnello del Signore,

per quanto possa un frate

sull'acqua camminare,

sanare gli ammalati,

o vincere ogni male,

o far vedere i ciechi

e i morti camminare...

Frate Leone, pecorella del Signore,

per quanto possa un santo frate

parlare ai pesci e agli animali

e possa ammansire i lupi

e farli amici come i cani;

per quanto possa lui svelare

che cosa ci dar il domani...

Tu scrivi che questa non ...

Coro Perfetta letizia, perfetta letizia, perfetta letizia...

Francesco Frate Leone, agnello del Signore,

per quanto possa un frate

parlare tanto bene

da far capire i sordi

e convertire i ladri

per quanto anche all'inferno

lui possa far cristiani...

Tu scrivi che questa non ...

Coro Perfetta letizia, perfetta letizia, perfetta letizia...


Francesco Se in mezzo a frate inverno

tra neve freddo e vento

stasera arriveremo a casa

e busseremo gi al portone

bagnati, stanchi ed affamati

ci scambieranno per due ladri,

ci scacceranno come cani,

ci prenderanno a bastonate,

e al freddo toccher aspettare

con Sora Notte e Sora Fame

e se sapremo pazientare

bagnati, stanchi e bastonati

pensando che cos Dio vuole

e il Male trasformarlo in Bene...

Tu scrivi che questa ...

CoroPerfetta letizia, perfetta letizia, perfetta letizia...

La scena si oscura per qualche momento.


Scena seconda

La piazza di Assisi. In scena, seduti o sdraiati per terra, diversi poveri, alla maniera di quelli che noi chiamiamo "barboni". Entra in scena il padre, che porta in mano un piccolo sacchetto di pelle pieno di monete tintinnanti.

Padre (A uno dei mendicanti) To', pigliati questa bella moneta, pigliati... (Tira fuori dal sacchetto un monetone d'oro)No, troppo grossa, questa... (Urlando, mentre il povero sta per gettarsi sulla moneta)Un momentino, ingordo, faccia da ingordo, ti si vede dall'occhio... (Cercando dentro il sacchetto)Ci doveva essere una moneta pi piccola... (Non riesce pi a tirar fuori la mano dal sacchetto)Ecco, mo' sono rimasto incastrato... Vai a fare del bene - che ti prendesse un coso, posso andare in giro con questa mozzarella marrone, con quello che ho da fare... - (Rivolto al povero)Un momentino, eccola, eccola, l'ho acchiappata, questa moneta - stupida pure questa -, si era andata a nascondere su... Ecco! (Tira fuori dal sacchetto una monetucola pi piccola di un'unghia) Pi piccola di questa che c'? L'aria! (Rivolto al povero, che smania)To', prendi! Questa te la do, te la do, smanioso, to', per i semi di zucca... Vai via...! (Fa cenno al povero di allontanarsi). Perch i modi per avere i soldi sono tre: o lavorare, o chiedere lelemosina, o rubare. Chiedere frutta pochissimo. Lavorare frutta qualcosa. Rubare il massimo! Peggio di tutti stanno i poveri che lavorano! Oh, poi i poveri sono degli spendaccioni tremendi, eh: lupini, castagne secche, semi di zucca addirittura le frittelle, quando c fiera! Io semi di zucca non ne ho mai comprati. Per questo sono ricco. Ricco non chi guadagna tanto; chi non spende nulla. Avarizia? No: risparmio! Usura, strozzinaggio? No: affari. Eehhh La povert, signori miei, quella lontana parente che tu fai di tutto per dimenticare, che la sfuggi se la incontri al mercato, perch sai che tanto ti tira la stoccata: Mi dai? Mi presti?. Troppo comodo, chiedere. Ah, io proprio questa cosa me la vorrei far spiegare da quelli che hanno studiato: io non riesco a capire che gusto ci sia a essere poveri? E a insistere ad essere poveri, questi stupidi! (Esce).

La povert si alza dal gruppo dei poveri sulle prime note della musica, poi canta.

Povert Quando quel giorno Francesco verr

io voglio dirgli cos:

dimmi se sono la tua Povert

io che son povera qui.

A Francesco quel giorno dir:

tu lo sai che ricchezza non ho.

Pane e cielo io mangio con te

ma il mio cuore leggero non .

E lui, Francesco mandato da Dio,

sul cuore mio pianger.

Che povert - gli dir - sono io?

E lui, Francesco, dir:

Povert, Povert non Dio

se sar come qui schiavit.

Pane e cielo sapore non ha

se il tuo pane non libert.

Quando quel giorno Francesco verr

ali di rondine avr

e su nel libero cielo con lui

io, Povert, voler...


Alla fine del canto i poveri escono, mentre la cenciosa si sdraia da una parte. Entra in scena il padre (con una grossa pagnotta in mano), ed interpella alcuni dei poveri:

Padre Hai visto la stracciona? Eh? (Uno dei poveri fa cenno: "Io no!")Tu no... Ma che diventata, questa quando la cerchi ti fa girare mezza Assisi... (Vede la cenciosa e la indica) Ah, eccola la: ad una certa ora si va a sedere su quella salitella - i gusti sono gusti: questa li ha in salita, che gli vuoi fare ai gusti - (Mostra il pane alla cenciosa, chiamandola) guarda guarda un po' che ho, figliola, guarda un po' che ho, guardalo un po'... (La cenciosa si avvicinata e guarda il pane con desiderio)Guarda che fame che hai, ti si vede dagli occhi... Guardala! (Ridacchiando, muove il pane davanti al naso della cenciosa, che lo segue con gli occhi girando la testa, come ipnotizzata) To', to', per te! Mangia! (Le d il pane).

Cenciosa Il pane!

Padre (Simulando stupore)Eh! L'hai riconosciuto: quello il pane! Stai migliorando! Dimmi un po', stracciona: ti piace il pane?

Cenciosa (Sognante, osserva la pagnotta che il padre le ha dato) Eh, mi piace si...

Padre Sono contento; tu non puoi immaginare quanto sono contento. E che altro ti piace oltre il pane? Contiamole, le cose che ti piacciono... D, d.

Cenciosa E poi mi piace... mi piace... il pane!

Padre Cozza, che razza di campo di scelta, che hai: cominci dalla crosta, finisci alla mollica, riattacchi con la crosta, tutto fra mollica e crosta! (Ride) Povera scema!

Cenciosa Perch le sceme sono sceme?

Padre Ma che domande sceme che stai a fare. A parlare con una scema in piena notte c' il caso che diventi intelligente, vedi un po' - (Quasi fra s e s) perch sono sicuro che la scemenza sta attaccata all'intelligenza, sono sicuro, ma vai un po' a sfondarla, la scemenza: quante testate devi darle... Se arrivi scemo all'intelligenza tanto vale rimani scemo - (Alla cenciosa, che si stava gi allontanando col pane)Vieni, vieni qua, vieni qua, dopo vai a mangiare questo pane dove ti pare, un momentaccio per me... Dimmi un po': (Indagatore)a te capita, ti capita, di vederlo mangiare, qualche volta, questo figliolo mio? Ti capita?

Cenciosa (Fa cenno di si con la testa).

Padre Ah, ti capita... E che mangia, di solito? Non so pi niente, almeno sapere che mangia, questo figliolo mio...

Cenciosa (Riflettendo)Pi di tutto di tutto... (Si illumina) il pane!

Padre (Sorpresissimo) Mio figlio? Pi di tutto di tutto mangia... (Lascia in sospeso la frase) Ma tu guarda! E io me lo ricordo ragazzo che mangiava le faraone farcite, i pasticci parigini... Che razza di cambiamenti fanno i figli da un momento all'altro! Tu che sei padre, manco li conosci... (Gli viene una curiosit, un dubbio)Oh, stracciona, guardami un po' un momentino, guardami da cima a fondo, mi stai guardando?

Cenciosa (Lo osserva e fa cenno di si).


Padre Tu a me, dopo morto, dove mi manderesti: in paradiso o all'inf...

Cenciosa (Interrompe gridando)All'inf...

Padre (A sua volta interrompe, seccato) Aspetta prima di rispondere, precipitosa! Che razza di fuga che ti prende, che precipitosa! E prendi respiro prima di rispondere, fra la domanda e la risposta prenditi un attimo di sosta... Perch in fondo sono un buon cristiano, no? Ti ho dato o non ti ho dato il pane? Eh? Te l'ho dato o non te l'ho dato il pane?

Cenciosa (Fa una smorfia n di assenso n di dissenso).

Padre Allora, rispondi - fai venire la muffa sulle orecchie a chi aspetta una risposta - dove mi manderesti?

Cenciosa (Con tutto il cuore) All'inferno!!

Padre E perch?

Cenciosa Perch con tutte le monete che vi portate appresso, pesate troppo.

Padre (Ride, ironico) E che vuol dire, scema, che vuol dire?

Cenciosa E se, metti caso, andate in paradiso e cascate subito gi? Tanto vale allora andarci subito, gi!

Padre Hai capito, la matta, mi fa risparmiare un viaggio... Io mi devo sbrigare, ad andare all'inferno, invece tu vai in paradiso...

Cenciosa Noo, io non vado da nessuna parte!

Padre Beh, sono contento.

Cenciosa (Con autoironia, per prendere in giro il padre)Sto tanto bene cos...

Padre (Adirato)Sta' attenta a te, sta' attenta a te, che una volta o l'altra, come ti incontro per Assisi, ti do una scarica di cazzotti che il suono si deve sentire fino a coso, l, fino... (Si interrompe perch la cenciosa sta avvolgendo la pagnotta in un panno) Che stai facendo? Oh? Che stai facendo? Perch lo arrotoli, questo pane? Cos' questa arrotolata che gli fai? Non lo mangi?

Cenciosa No.

Padre Perch?

Cenciosa Perch lo porto a lui.

Padre (Stentando a crederle)Cosa stai inventando? Che stai a dire? Questo pezzo di pane secco lo stai a portare a mio figlio? Che mi vuoi far credere, (Afferrandola violentemente) che a mio figlio gli manca il pane? (Si dispera) E no, e no, questa non la volevo sapere... Questa non la reggo... E perch si deve arrivare a questo punto? Tra padri e figli...! Oh, figliolo mio... gli manca il pane, a mio figlio! Come sar ridotto? E no, Dio mio... Senti, stracciona: fagli sapere subito... vacci di corsa, vai a dire di corsa a questo figliolo mio che se ha bisogno di pane io gliene posso mandare quanto ne vuole! A casa mia, lui lo sa, si sempre sprecato, il pane... Quanto, quanto se ne sprecato, di pane, a casa mia!


Cenciosa No! E' pi buono il mio!

Padre (Colpito duro nell'orgoglio, si rivolge al solito spettatore) Hai sentito, amico mio? E' pi buono quello che gli porta lei: il pane di casa stanca, il pane di casa... Eh, dargli il pane, bisognava: dargli il pane e basta, bisognava abituarlo cos fin da piccolo! Troppe svogliature, troppa roba: questo stato lo sbaglio grosso dentro casa mia, come in tante altre case, dove si spreca troppa roba sotto gli occhi di questi figlioli... Troppa abbondanza in certe case, questa la verit... Questo che vuol dire? Lo vedi, che vuol dire? - Ti fa impazzire...! - Che le faraone farcite sono pugni, che i pasticci parigini sono schiaffi, sberle di padre, che le premure e le accortezze che si fanno a questi figlioli sono schiaffi, catene... Si sentono incatenati, dentro casa... E valli a capire, questi figli nostri, valli a capire... (Uscendo, sempre pi sconsolato)Valli a capire, questi figlioli nostri!

Inizia una musica, ed entrano in scena, fra gli altri, Francesco, Chiara, i frati e le monache.

Monache Semplicit, sorella mia, un pane tondo, un morso e via,

Semplicit - a - , Semplici - Semplicit.

Mon.+Franc. Semplicit, sorella mia, un canestrello di fantasia,

Semplicit - a - , Semplici - Semplicit.

Chiara Pensieri leggeri, piccini,

Francesco Un cuore di grandi bambini

Chiara e cieli turchini negli occhi tuoi

pieni di Semplicit,

Francesco Semplicit...

Franc. + Ch. Sorella mia, Semplicit!

Mon.+Franc. Semplicit...

Monache che nulla vuoi, che nulla prendi e tutto dai,

Mon.+Franc. Semplici - Semplici - Semplicit... Semplicit!

Diavolo Belle stoffe, ricche gemme, oro argento e zaffiri

fratello Diavolo vi d.

regalo tutto quanto: basta darmi l'anima

avrete la felicit!

Monache Nessuno nessuno ti sente, noi siamo felici di niente

perch semplicissimamente cantiamo la Semplicit...

Francesco ...sorella mia, Semplicit.

Diavolo Il potere con me, l'abbondanza con me,

volutt dolcissime con me!

Mon. + Frati Semplicit... un pane tondo, un morso e via,

Semplicit - a - , Semplici - Semplicit.


Francesco Semplicit...

Monache Semplicit!

Francesco che nulla chiede e tutto d,

Mon. + Frati Semplici - Semplici - Semplicit. Semplicit!

Semplicit, Semplici - Semplici - Semplicit! (Urlano) Oh!

Tutti escono molto in fretta, mentre subito inizia la canzone successiva. Rientra spettacolarmente in scena il Diavolo. Durante la canzone rientreranno anche i frati e le monache.

Diavolo Un povero diavolo cornuto come me

che cosa mai pu fare per tentare te

ti sento inafferrabile, illogico, diverso,

cercare di tentarti tutto tempo perso;

cos Coro cos

cos Coro cos

dovrei pregare ma non so come si fa

cos Coro cos

cos Coro cos

dovrei saper pregare per pregarti di aver piet...

Frati Ma Lucifero dannato e pregare non sa pi...

Povero vecchio diavolo, povero Belzeb!

Povero vecchio diavolo, povero Belzeb!

Diavolo I diavoli mi sfottono e ridono di me

Coro Ah ah ah!!

Diavolo Perch con te mi scorno, rispondimi, perch?

Le mie pi porche femmine con te diventan sante

dell'oro e del potere a te non frega niente...

cos Coro cos

cos Coro cos

dovrei pregare ma non so come si fa

cos Coro cos

cos Coro cos

dovrei saper pregare per pregarti di aver piet...

Monache Ma l'Arcangelo Lucifero pregare non sa pi...

Povero vecchio diavolo, povero Belzeb!

Povero vecchio diavolo, povero Belzeb!

Povero vecchio diavolo, povero Belzeb!

Povero vecchio diavolo,

povero, povero, povero...

Diavolo (Urla a Francesco) Povero tu!


Scena terza

Cenciosa (Recita unaltra delle sue cantilene ma questa volta largomento molto pi serio!)

Tra le pmpine dellorto

cera la zucca di un uomo morto

e ho pensato: o belli, o brutti,

alla fine si muore tutti

E ho pensato: un giorno sei viva

e il giorno dopo la morte arriva!

Io son scema, e non conto niente

Ma chiss che ne pensa la gente?

(Si avvia fuori) Mah io non lo so!

Mentre inizia l'introduzione del canto, esce la cenciosa ed entrano in scena alcune donne in abito nero da vedove. Entra anche la Morte, che inizia un balletto, passando spesso attorno a Francesco.

Donne Arriva la Morte che taglia le teste,

arriva la notte per l'uomo che muore,

arriva la pena per l'uomo che resta,

arriva la mano che sparge dolore,

arriva la falce che lacera i gridi,

arriva la Morte che suscita i pianti,

arriva la mano che strazia le madri,

arriva la morte che tutti livella,

arriva la falce che mai si riposa,

arriva la mano che spazza e flagella,

arriva la Morte, la finta pietosa.

Eppure Francesco la immagina bella,

eppure Francesco la chiama sua sposa,

eppure Francesco la chiama sorella...

Francesco Sorella Morte, dolorosa e bellissima,

Sorella Morte, che dal male ci liberi,

Donne Sorella Morte, che ci bagni di lacrime,

Francesco Sorella Morte, che di cielo ci illumini,

Donne Sorella Morte, che ci vesti da vedove,

Francesco Sorella Morte, che ci porti fra gli angeli,

Donne Sorella Morte, che deponi le lapidi,

Francesco Sorella Morte, che spalanchi l'eternit...

Sorella Morte, che prepari le semine,

che uccidi i giorni per far vivere i secoli,

Donne Sorella Morte, che ci bagni di lacrime,

Francesco Che uccidi l'uomo per far vivere gli uomini,


Donne Sorella Morte, che ci vesti da vedove,

Francesco Sorella Morte, che rinnovi l'umanit,

Donne Sorella Morte, che deponi le lapidi,

Francesco Sorella Morte, che spalanchi l'eternit...

Sulla conclusione della musica, Francesco porta via dal palco la Morte in braccio. Poco dopo inizia una musica ed entra disperata la cenciosa, che grida, richiamando la gente:

Cenciosa E' Morto! E' morto! E' morto Francesco! E' morto! (Sempre correndo, esce).

Oltre ad alcuni abitanti di Assisi, entrano l'Angelo, Chiara, i frati, le monache. Durante la canzone entra anche la cenciosa.

Angelo Frate Francesco vivo tra noi

e c' nel cielo pi luce che mai

tra i Cherubini gelosi di lui,

dell'Angelo bellissimo.

Alberi E tra le foglie un vento pass

al suo respiro che andava lass;

e la sua terra, la terra rest

deserta senza lui.

Monache E piansero bianche nel chiostro

le monache date a Ges:

Giovanni, chiamato Francesco, non c'era pi...

Frati Non c'era pi...

Mon. + Frati Non era pi con noi.

Chiara Solo amore, amore, amore,

tutto amore, amore, amore fu.

Infinito amore, amore, fosti solo amore tu...

Mon. + Frati E piansero i lupi nel bosco,

le rondini, i cigni e le gru...

Monache Giovanni, chiamato Francesco, non c'era pi...

Frati Non c'era pi...

Mon. + Frati Non era pi con noi.

Intanto sono entrati il Diavolo e la Morte; il Diavolo se la prende con la Morte:


Diavolo Tu, bastarda, che m'hai fatto?

M'hai rubato un'anima, la pi gagliarda che incontrai!

Con chi lotto, chi combatto,

se non c' quel santo frate maledetto,

il pi perfetto fra i nemici miei?

Chiara (Rivolgendosi alla Morte)

Sorella dagli occhi di teschio,

quell'attimo hai pianto anche tu...

Mon. + Ch. Un gelido bacio e Francesco non c'era pi...

Frati Non c'era pi...

Mon. + Frati Non era pi con noi.

Tutti escono, tranne la cenciosa. Entra in scena il padre, facendosi un segno di Croce. Potrebbe essere appena uscito dalla camera mortuaria.

Cenciosa (Rivolgendosi al padre) Ma, quando lui mor...

Padre Eh?

Cenciosa Voi non eravate gi morto?

Padre (Sconsolato per cos tanta ingenuit) Fai cascare le braccia, tu... ma si pu essere pi scemi di te? Dico, mi vedi o non mi vedi? E allora perch dici... (Cercando di spiegare) Vieni qua, cerca di capire subito - perch non c' tanto tempo per spiegare le cose - cerca di capirmi subito, guarda, non dire che non te l'ho detto, dopo, eh... (Indica il pubblico) Guarda in quanti posti sto contemporaneamente io, sono sempre io: (Indica alcuni punti della platea) sto l, sto l, l, lass, arrampicato l, guarda in quanti posti sto, sto al posto di quel signore laggi, per esempio... (Chiamando uno spettatore) Ehi, signore... eh, un momentino... ce l'hai i figlioli, tu? No, no, non voglio sapere quanti; ce li hai i figlioli? (Riceve risposta affermativa) Ecco, mi basta cos: sei un padre, basta. Hai visto, stracciona? Noialtri padri non siamo morti, siamo sempre qui, presenti, a ragionare... perch un padre, che ti pare faccia un padre? Un padre ragiona, e capisce solo le ragioni, non la poesia... la poesia che ?

Cenciosa Io non lo so... per bella!

Padre Ehh, la poesia... come ti posso dire, come... vai a trovare le parole... come una di quelle nuvolette leggere leggere (Indica il cielo e guarda in alto, imitato dalla cenciosa), che vanno come matte su nel cielo, ma lontane dalle nuvole serie, quelle che ti danno la pioggia, che fanno tanto del bene alla campagna... La poesia come una di quelle nuvolette, che si colorano di rosa e cambiano forma ogni momento, ma di acqua mai una goccia, mai una, mai, ami, inutili... e se ti distrai un momentino e giri la testa e ci riguardi subito dopo, ma subito dopo, sono sparite, queste nuvolette rosa... ma stavano l... o no?

Cenciosa Si, ma sono le pi belle!

Padre Ma che stai a dire? Le pi belle di che? Di chi? In che senso? Ma che ragione possono avere se non contano niente? (Urlando contro il cielo) Non contate
niente, nuvolette rosa! (Alla cenciosa) Chi ha ragione, stracciona, lo devi dimostrare con i conti alla mano, come due pi due fa cinque!

Cenciosa Oh, ma non fanno quattro?

Padre No, cinque! Se no non un affare... (Fra se, e al pubblico) Sta ancora a quattro, questa scema... E' scema, per forza!

Cenciosa Ma se l'hanno fatto santo!

Padre Dopo, l'hanno fatto santo questo figliolo mio, dopo! Eccolo, il punto, dopo: ma vallo un po' a capire prima, con la povera testa di un padre, che un figliolo matto che hai un domani te lo faranno santo... vai un po' a intuirla, una cosa cos grossa! Cosa fa di speciale un figlio santo dentro casa? Da che ti accorgi che hai un figliolo santo? Che fa? Questo stato lo strazio mio! (Alla cenciosa) Diglielo, a quel signore laggi (Indica lo spettatore), che il figliolo suo, - matto pure quello, che magari scappato di casa e chiss quante gliene ha fatto, quante gliene sta a fare, quante gliene far -, vaglielo a dire "domani lo faranno santo": che ti pare che fa quell'uomo l? Quello un padre di famiglia come me, e fa la stessa parte che ho fatto io, uguale identica spiccicata: gli dice "no", al figliolo, "vai a lavorare, vai in bottega, compra, vendi, guadagna, senza soldi non si campa, o trovati un impiego"... Perch che gli vuoi dire a questi figlioli, di questi tempi? Eh? Che altro ti vuoi inventare? A chi deve dare retta un figlio, oggi? (Sentenzia) Frega il prossimo tuo come lui frega te, mo' l'ho detta e non me la rimangio, ecco! Eh... che altro gli puoi dire a questi poveri figli, di questi tempi qua!

Cenciosa Ma se l'hanno fatto santo, e mo' lo sai, non sei contento?

Padre (Con tono afflitto, cercando conforto) No, non sono contento, non ce la faccio, stracciona... Eh, sei contento... Ti pare che non ho provato? Bello, un padre che fa finta di essere contento di un figlio, quando dentro... Dammi un punto di partenza: ecco, dimmi: "Da qui in poi, come padre, devi essere contento"; da dove parto, come padre contento? No, non ce la faccio, perch io sto qui inchiodato a ragionare come un padre, e lui che fa? Che fa, questo figliolo mio? Canta, ecco quello che fa questo figliolo mio!

Inizia la musica dell'ultimo canto.

Padre (Concludendo il discorso, e alzando le braccia al cielo) Io ho un figlio che canta! (Esce).

Sulla scena vuota compare Francesco, che canta.

Francesco Laudato sii, mi' Signore

con tutte le Tue creature,

specialmente Frate Sole

che d la luce al giorno

e che ci illumina per Tua volont,

raggiante e bello, con grande splendore,

di Te l'immagine, altissimo,

altissimo Signore...


Laudato sii, mi' Signore

per Sora Luna e le Stelle,

luminose e belle...

Il palco si affolla di tutti i protagonisti e di tutte le comparse, che si sistemano a semicerchi attorno a Francesco. Manca solo il padre di Francesco.

Coro Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia, alleluia!

Francesco Laudato sii, mi' Signore

per Sora Luna e le Stelle,

luminose e belle;

laudato sii, mi' Signore,

per Sora acqua, tanto umile e preziosa;

laudato sii, mi' Signore,

per Frate Foco che ci illumina la notte,

ed esso bello, robusto e forte;

laudato sii, laudato sii, mi' Signore,

per Frate Vento e per Sora Aria,

per le nuvole e il sereno,

per la pioggia e per il cielo,

per Sora nostra Madre Terra

che ci nutre e ci governa,

o altissimo Signore!

Coro Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia, alleluia!

Francesco Laudato sii, mi' Signore,

anche per Sora nostra Morte corporale;

laudato sii, mi' Signore,

per quelli che perdonano per il Tuo amore;

per Sora nostra Madre Terra

che ci nutre e ci governa,

o altissimo Signore!

Coro Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia, alleluia!

Durante l'ultima parte cantata dal coro, il padre, attraversando tutta la platea, sale frontalmente sul palco, si avvicina a Francesco e gli consegna un pane; poi si inginocchia chiedendo perdono a Francesco, il quale lo invita subito ad alzarsi e lo abbraccia.

Fine

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