FOULARD
Leggerezza in un atto e tante scene…
di
MARILENA MONTI
…se taci riempirò il mio cuore del tuo silenzio, e lo saprò sopportare…
……si leveranno le tue parole, e le tue melodie fioriranno in tutte le mie
foreste.
Tagore
PERSONAGGI : OLGA- la Signora
GEMMMA – La fedele “ancella”
FAUSTO – Il marito di Olga
ANTONIO – L’ufficiale, amante di Olga
LUDOVICO – Il notaio, amante di Olga
ATTILIO – Il dottore, amante di Olga
………………I FOLULARD
……………”IL” FOULARD
La scena è divisa in due ambienti: un salottino sulla destra e una camera da
letto sulla sinistra. I mobili saranno quelli di una casa borghese sfarzosa e
sobria. Nella camera da letto è indispensabile che vi sia un paravento.
Gemma- Questo coi gelsomini bianchi o quello a fiori gialli… o quello color
glicine?
Olga- …dai, dai qui, passameli e intanto vedi di trovare quell’altro che è
sparito, che hai smarrito, lo sai che è quello che preferisco… Sei
sbadatissima!
Gemma- Io non l’ho di certo smarrito! La mia signora sa che ho grande cura dei
suoi foulard e delle sciarpe e delle borse e dei cappellini…E dei vestiti, poi!
Tutti così belli ed eleganti… La mia signora sa che li amo più che se fossero
miei! Del resto miei non potrebbero mai essere, ma non me ne lagno. A cosa mi
servirebbero? Per stare dentro a un bel vestito o si è un manichino o si ha
tutto a posto!
OLGA- Cosa? Tutto a posto? Ma che vuoi dire?
GEMMA- Si…la bellezza , i soldi… il fascino…soprattutto! Io credo, signora, che
quella cosa che chiamano fascino e che non si riesce a descrivere…siano in
pochi a possederla!
OLGA – Non posso darti torto…E io, secondo te ne ho di fascino?
GEMMA- Moltissimo, signora! Del resto gli uomini impazziscono per lei...
OLGA- Impazziscono (sorride, resta qualche secondo a pensare, fra sé e sé)…Si,
mi attenzionano… Ma cosa…Sto qui a parlare con te e perdo minuti preziosi…
GEMMA- Il signore è fortunato, tutti gli invidiano la bella moglie!
OLGA- Il signore è mio marito e i mariti, si sa, sono presto e spesso
dimentichi o distratti.
GEMMA- Ma cosa dice? Ma se fino a ieri pomeriggio le ha mandato rose gialle e
non era il suo compleanno…
OLGA- Rose gialle…forse è solo un po’ geloso…
GEMMA- Del resto è naturale, ce ne sono così tanti che le ronzano intorno!
OLGA- Oh basta! Vedi, senza il mio foulard, il mio preferito, non posso… no,
non posso. Dovrò cambiarmi da cima a fondo!
(si nasconde dietro il paravento)
OLGA- Mi fai perdere un sacco di tempo, invece che aiutarmi. Vai, vai di là,
finisco da sola, faccio prima! passami anzi il foulard con le camelie rosa..
GEMMA- Eccolo. Mi scusi, signora, non parlo più… La signora esce o aspetta
visite?
OLGA- Aspetto qualcuno, si, sarà qui a momenti.
GEMMA- Posso permettermi di chiedere?
OLGA- Ti sei già permessa…E poi, tanto, lo sai già…
GEMMA- E la signora sa, dovrebbe ben sapere che sono discretissima e muta come
una tomba, lo sa che può fidarsi di me. Da sempre le ho dato prova della mia
discrezione… Io la adoro la mia padrona e gioisco con lei e sono triste se è
triste!
OLGA- Già… e mi sembri matta, certe volte. Comunque si, mi fido di te… E
allora? Chiedi!
GEMMA- Si tratta di… La signora sta aspettando quel giovane ufficiale?
OLGA- Si, proprio lui… Antonio. Lo trovi simpatico?
GEMMA- Oh, è molto bello ,signora, è proprio bello! Uno splendore di uomo! E’
più giovane della signora…
OLGA- Che importa! Non devo certo sposarlo… E poi più giovani sono e più
credono di essere innamorati e siccome ci credono finiscono per convincere
anche te… E’ una persona molto gradevole e tenera; un buon conversatore. Ha
girato mezzo mondo; se non viaggia si annoia…Siamo diventati buoni amici in
pochissimo tempo…
GEMMA- La signora è molto presa….
OLGA- E tu che ne sai?
GEMMA- Lo vedo dai suoi foulard… quando lei non trova il foulard giusto…
OLGA- (ride) Non posso nasconderti nulla… Sei intrigante e indiscreta… Dio mio,
suonano! E’ lui, apri, vai…
GEMMA- E il foulard?
OLGA- Non lo so, vai, corri, fallo accomodare, digli che arrivo subito…
BUIO
ANTONIO E OLGA – BALLANO UN LENTISSIMO TANGO- PARLOTTANO A FIOR DI LABBRA-
SORRIDONO COMPLICI- SI BACIANO)
(IN CAMERA DA LETTO)
OLGA- Non puoi sapere quanto sia incantevole…
GEMMA- Lo immagino, si vede dall’aspetto, dallo sguardo… Si fermerà a lungo qui
in città?…
OLGA- Non so, non glielo chiedo; se partisse all’improvviso mi annoierei molto…
Preferisco non sapere!
GEMMA- Non partirà, ne sono certa signora, metterà qui ancora per stare accanto
a lei…
OLGA- Dici?
GEMMA- Ma naturalmente, sembra così innamorato!
OLGA- Trovi?
GEMMA- Si, quando sale lo scalone è come se volasse, un angelo, signora, mi par
di vedere le sue ali… E poi si illumina! E’ proprio un bel ragazzo.
OLGA- E poi ride, sa farmi ridere! E’ così raro che qualcuno ci riesca! Mio
marito è geloso.. Ieri sera, a teatro, mentre Antonio mi fissava
incessantemente dal palco difronte, dava segni di insofferenza, fissava me
piuttosto che gli attori sulla scena che erano pure bravi! Mi irritava molto…
GEMMA- Il signore è solo molto innamorato!
OLGA- Anch’io di lui. Io amo mio marito e gli sono fedele.
GEMMA- ….
OLGA- Non fare quella faccia, ti prego: Tu non puoi capire, nessuno può capire!
GEMMA- Forse, signora, non posso capire…
OLGA- No che non puoi…La fedeltà è una sorta di appartenenza dell’anima… Non è
chiudendosi che si dimostra la propria fedeltà. Aprendosi, piuttosto! La
fedeltà è un poco come i miei foulard. Io ne compro dozzine, e coloro che mi
amano, conoscendo questa mia passione, me ne regalano belli, sempre i più belli
e preziosi, di colori sfumati, e fantasie di fiori le più fantasiose,
azzardate, persino…è una sorta di gara! Pero, alla fine, e tu lo sai bene, chi
meglio di te? Quando voglio essere me stessa, quando il mio cuore finalmente
trema, quando devo spalancare la mia verità…allora io sono fedele al “mio
foulard”… e solo a quello: e lo tradisco con tutti gli altri, per essere infine
fedele solo ad esso…
GEMMA- Non capisco, mi perdoni signora, temo di non capire
OLGA- Insomma! Io sono una donna fedele: inquieta e fedele. Io gli uomini devo
conquistarli, mi piace averli, averne tanti… ma solo per misurare la loro
capacità di farmi restare assolutamente fedele!
GEMMA- Fedele a suo marito, signora?
OLGA- Fedele e basta. Io lo sono.
GEMMA- Certo, signora, lei lo sa… chi può saperlo meglio di lei?
OLGA- (ride) Mi fa impazzire questa tua straordinaria, remissiva
condiscendenza. Tu, tu ecco, tu sei fedele a me, assolutamente fedele alla mia
incongruenza…
BUIO
(NEL SALOTTINO)
OLGA- Lo sai Antonio che non è possibile, mio marito indagherebbe subito,
sospettoso com’è… Due giorni in campagna, da sola! Vorrebbe accompagnarmi…
ANTONIO- Potresti dire che è stato il dottore a consigliartelo…
OLGA- Lo credi così ingenuo? Talvolta finge di esserlo, ma lui ,in verità,
esiste per cogliermi in fallo, esiste nell’attesa del mio tradimento che
prevede certo!
ANTONIO- Sembra così sicuro di sé, del tuo amore…
OLGA- Accontentiamoci di queste ore deliziose qui, nel salottino della mia
casa… In campagna no, non è proponibile.
ANTONIO- Sono geloso di lui che può averti sempre.
OLGA- Se tu restassi qui in città rinunciando per sempre alle tue fughe in
mare…allora si che lui avrebbe di che essere geloso…
ANTONIO- Lo lasceresti per me?
OLGA- Non so, forse, chissà…
ANTONIO- E saresti mia per sempre, Olga?
OLGA- Tua. Ti sarei fedele, perché so esserlo, perché lo sono…
BUIO
(NELLA CAMERA DA LETTO)
GEMMA- La signora non esce questa mattina?
OLGA- No, Gemma, non sono di buon’umore…
GEMMA- Posso chiederle come mai, signora?
OLGA- Nessun motivo in particolare, lo sai come sono…
GEMMA- Inquieta signora!
OLGA- Forse mi sto innamorando…
GEMMA- Dell’ufficiale, signora?
OLGA- Chi Antonio, no…lui è carino, è molto tenero, ma il suo cuore è
perennemente in viaggio anche se non lo dice.
GEMMMA- E non era proprio questo ad affascinarla di lui?
OLGA- Si certo, ma potrei forse amarlo solo se lui rinunciasse per me alle
vele, alle onde, al ricordo del mare…
GEMMA- Persino al ricordo del mare…
OLGA- Ti sembra pretendere troppo?
GEMMA- Oh no, signora… ma quella sarebbe vera e propria devozione!
OLGA- Devozione. Ne parli come se la conoscessi.
GEMMA- La conosco bene, infatti, signora..
OLGA- Hai forse un nuovo fidanzato di cui non so nulla? A chi sei devota?
GEMMA- Nessun nuovo fidanzato, purtroppo! Del resto dove potrei trovarlo? Vedo
così poca gente!
OLGA- E allora, la devozione di cui parli?
GEMMA- Quella, signora, è un po’ come…una cosa…non saprei come dirle…
OLGA- Come la fede?
GEMMA- No. Non è come quella degli altri, quella di tutti intendo. Uno è devoto
a Dio, alla famiglia, al suo paese…alle cose grandi, insomma. Certo. Lo sono
anch’io, ma non mi riferisco a quella devozione.
OLGA- Mi sembri sempre più complicata e strana… Sei proprio strana. Passami
quei foulard, quelli, si… e cerca di spiegarti un po’ meglio.
GEMMA- Certo signora. Ecco, non è semplice. Io sono devota a uno scorcio che
vedo dalla finestra, a un rampicante sul muro di un cortile della casa di
quand’ero bambina, a una canzone che ho sentito una mattina in cui ero allegra,
a un’ora del giorno in cui mi pare che il cuore mi si dischiuda per fare entrare
qualcosa di molto dolce e caldo; a un gesto, a un proverbio, a una spazzola… Io
non scelgo, mi scopro devota a qualcosa dopo che è già accaduto…. La mia è
libera devozione, signora… Non so, forse non riesco a dire…
OLGA- Oh si, invece; ci riesci benissimo! Sei devota, ecco, perfettamente lo
sei. Forse, potremmo dire, come io lo sono ai miei foulard…
GEMMA- Può darsi, signora; lei, credo d’aver capito, lei ne ha tanti proprio
per poter sentirsi libera di essere “devota” ad uno solo di essi…
OLGA- Già, proprio quello che adoro e che ho smarrito. Comunque brava Gemma,
vedo che hai capito… Hai proprio capito; la mia forse più che libertà è una
“libera devozione”
GEMMA- E forse anche con gli uomini…
OLGA- Oh si, con gli uomini soprattutto! C’è qualcosa, una traccia, un
dettaglio, in ciascuno di loro, capace di muovermi a totale devozione: in uno
il disegno della fronte, nell’altro l’ironia, in questo i polsi, in quello la
calma apparente… Ma ogni volta è un frammento, è solo un dettaglio, è la
conferma di una incompiutezza…
GEMMA- Ma…la signora mi stava dicendo che forse si sta innamorando…
OLGA- Si Gemma, forse mi sono innamorata…Un uomo di un tale fascino. Un notaio
bello, bruno! Interessante…come non se ne vedono mai!
GEMMA- La signora ha ragione, i notai sono quasi sempre noiosi e cupi… La
signora ricorda quell’altro notaio che lei e il signore frequentarono per un
periodo? Era così barboso! Ma la signora diceva di essersi un po’ innamorata
anche di quello…
OLGA- Si…(ride)…è vero, non me ne ricordavo. Sei la memoria storica delle mie
piccole trasgressioni. Oh ma questo, se tu lo vedessi!… E’ proprio bello…
GEMMA- Più bello dell’ufficiale?
OLGA- NO. Ma ha più fascino, è più maturo e così intrigante…con quel suo
sguardo scuro, vellutato… Mi accarezza guardandomi… Ma è così scandalosamente
sposato!
GEMMA- Mi perdoni…ma anche la signora lo è!
OLGA- Naturalmente, ma è diverso.
GEMMA- . . . .
OLGA- Non puoi capire…. Non puoi capire tutto!
GEMMA- Certo che no, signora, mi scusi…
OLGA- Ho cambiato idea! Mi vesto, esco, andrò a trovarlo…
Gli dirò che intendo acquistare una proprietà vicino al mare…
GEMMA- Un’altra, signora?
OLGA- Si… ma che importa, posso rivenderla fra un mese e quindi avere ancora
bisogno del notaio… Su scegli tra i foulard quelli che si possano adattare al
mio vestito blu da mattina…
GEMMA- Quello…l’ultimo che ha comprato, signora?
OLGA- Naturalmente…
GEMMA- Ecco signora, mi pare che tra questi sia la scelta, sono tutti così
belli…
OLGA- Si, ma quello non c’è… Quello lo hai perduto o l’ho perduto. E ogni volta
è come se non potessi vestirmi.
Come se non potessi più essere io…
BUIO
(NEL SALOTTINO)
LUDOVICO- Olga, io ti amo. Da quando abbiamo fatto l’amore sono impazzito…
OLGA- Ma non è vero!
LUDOVICO- Si che è vero! Non dormo, non riesco a lavorare, non posso più…
OLGA- Fare l’amore con tua moglie?
LUDOVICO- Per favore, lascia stare…Io non ti chiedo di tuo marito, non oso
pensarci, impazzirei…
OLGA- Fammi ballare…
( BALLANO IL TANGO- SI BACIANO)
BUIO
OLGA SEDUTA ALLO SCRITTOIO SCRIVE E LEGGE AD ALTA VOCE LA LETTERA CHE VA
SCRIVENDO)
OLGA: Ti Scrivo, Antonio, per dirti che in te respiro il mare, quella fragranza
salina ch’è già colore prima che gli occhi stessi lo scorgano…Con te ho danzato
bene, gradevole è la sensazione della tua guancia ben rasata, contro la mia: oh
Antonio, quel brivido che dal collo mi percorre come un lampo. Come la luce di
un faro lontano colta, in un istante, da una nave smarrita… Ti dico che però…
che…
( STRAPPA IL FOGLIO E RICOMINCIA A SCRIVERE SEMPRE LEGGENDO AD ALTA VOCE)
OLGA: Oh Fausto, mio sposo…com’è quieta e dolce la percezione dell’amore che
per me ti anima! Mi adori come se io fossi per te un paio d’ali! Tu uccello
senza guida, tu che mi vivi casa…Ti scrivo per dirti che molto mi conforta la
percezione di te nella stanza accanto. Ed è per questo che ti amo! Sfogliando
un libro aspetti certamente che un mio sorriso t’accenda di fervore, e intanto
ti domandi quanto resisterai alla mutevolezza dei miei venti…
(STRAPPA IL FOGLIO)
BUIO
( NEL SALOTTINO)
FAUSTO- Sei assurda, sei la più assurda delle donne e delle mogli!
OLGA- Forse per questo mi hai sposata…
FAUSTO- Io so che tu saresti capace di tradirmi…
OLGA- Sciocco. Se c’è una donna del tutto incapace di tradire, quella sono io…
Balliamo, vuoi?
BUIO
OLGA- Vedi, Gemma, i foulard sono come petali di papaveri solitari che il vento
porta via… Guarda, io soffio e tutti i colori in essi contenuti, prendono il
volo. Il foulard è l’effimera, fugace rappresentazione di certi luoghi di
dentro, o forse l’illusione di poter tirare fuori e mettersi addosso certi
sognati e segreti prati dell’anima… Una sorta di linguaggio in codice che non
tutti decifrano.
GEMMA- Non ci avevo pensato, signora, forse è così.
OLGA- …e allora un giorno hai glicini di malinconia, un altro rose di passione
vermiglia e di superbia e di volubilità, la sera tulipani di carnalità, e il
mattino dopo margherite bianche d’innocenza, peonie di semplicità apparente…
GEMMA- Continui, signora, la prego…è così bello sentirla raccontare i suoi
foulard. Ecco veda, io me ne prendo cura, li conosco, li ripiego, li sistemo in
ordine nei cassetti… Ma lei…lei li fa parlare… Continui signora, la prego!
OLGA- E poi la frivolezza dei ranuncoli, l’arroganza delle orchidee, la
tenerezza del mughetto, la compostezza seriosa delle ortensie, la sensualità
delle tuberose, la speranza delle camelie… Ma poi ci sono quegli altri: i
foulard senza fiori, di un unico colore, come pagine non scritte, tele non
dipinte, appunti smarriti. Come cieli su cui non volano né aquile, né rondoni o
gabbiani. Come paesi disabitati.
GEMMA- Sono più tristi quelli, signora?
OLGA- Oh si! Quelli, muti all’apparenza, sono drammatici, talvolta.
Foulard….queste così lievi bandiere del cuore!
GEMMA- A volte penso, signora, e forse sto dicendo una sciocchezza, che le
parole siano solo un modo per non dire e che forse molte più cose si dicano in
silenzio.
OLGA- (ride)…. E coi foulard…. Su, mia saggia e liberamente devota ancella!
Antonio sarà qui fra mezz’ora e io, come al solito non sarò pronta… Passami il
foulard coi tulipani e… dopo esci pure, rimani fuori se vuoi questa sera. Non
avrò bisogno di te.
BUIO
(NEL SALOTTINO)
LUDOVICO- Ho capito che voglio solo te…
OLGA- Ho rivisto Attilio, qualche giorno fa. Lo amai tanto tempo prima di
sposare Fausto.
LUDOVICO- Ti ha emozionata vederlo?
OLGA- Era un bellissimo ragazzo, adesso è un uomo splendido…
LUDOVICO- Vuoi farmi ingelosire, sono terribilmente geloso, lo sai… Vuoi
tradirmi anche con lui, oltre che con tuo marito?
OLGA- Io non potrei tradirti, mai! Né con lui né con nessun’altro!…
BUIO
(NEL SALOTTINO- OLGA E ATTILIO BALLANO)
ATTILIO- Mai, non avrei mai dovuto consentirti di andar via… Non ho mai smesso
di pensare a te, di cercarti in ogni donna che ho avuto accanto, senza trovarti
mai! (SI SVINCOLA E SI INGINOCCHIA DAVANTI A LEI) Ed eccomi infine ancora ai
tuoi piedi a chiedere, a supplicarti di essere l’unico per te!
OLGA- Sei l’unico, per me… (LUI SI ALZA. SI BACIANO)
BUIO
(NELLA CAMERA DA LETTO)
GEMMA- Com’è, signora, il dottor Attilio? E’ stato bello ritrovarlo?
OLGA- Oh si,Gemma. Lui è quasi identico ad allora, un grande romantico. E poi è
forte e capace di piccoli voli della mente…
GEMMA- E’ fortunata lei, signora, che ha potuto e può amare uomini ogni volta
così vicini ai suoi ideali, desideri… Ma quale di essi somiglia di più al suo
sogno?
OLGA- Che domande mi fai, Gemma…piccola Gemma! Tu che forse ancora vai sognando
del principe azzurro!
GEMMA- Oh si, signora…io si! La signora forse no perché l’ha già trovato?
OLGA- La signora….La signora l’ha sognato con tutte le sue forze e non era mai
eguale a se stesso. Quando lo sognai a sedici anni era bello, alto, biondo con
gli occhi azzurri e bastava solo che sorridesse. A venti lo immaginai con in
più un cuore da poeta, mani da musicista e un corpo da guerriero e bastava solo
che esistesse. A venticinque aveva in più un cavallo bianco sul quale mi rapiva
per portarmi ai balli a palazzo, o con sé per i boschi e bastava che fosse
forte. A trenta lo sognai che fosse disposto a combattere, per me, con se
stesso, e col mondo e con tutto ciò che si frapponesse fra lui e me… e bastava
che sapesse vincermi!
GEMMA- E oggi…com’è il principe che sogna? O forse l’ha già trovato?
OLGA- Oggi. Il principe che sogno…
GEMMA- Me ne parli, signora… se lei ancora lo sogna!
OLGA- I sogni e i principi azzurri si “perfezionano” nel tempo…
GEMMA- Si perfezionano?
OLGA- Si, come ci perfezioniamo noi, nella definizione del nostro stesso
essere. Quanto più somigliamo a noi stesse tanto più i sogni e i principi si
“perfezionano”…
GEMMA- Ma allora… Se fosse davvero così, come lei dice, signora, lei sta già
sognando l’impossibile…come e forse ancor di più di quando aveva sedici anni…
OLGA- L’impossibile.
GEMMA- Ma allora a cosa servirebbe andare avanti negli anni e nei sogni se essi
sono destinati poveramente a perfezionarsi…
OLGA- Che bella domanda, piccola Gemma…
GEMMA- Forse, nella mia infinita ignoranza, sono io più prudente, signora mi
perdoni, io con le mie piccole devozioni libere e col mio piccolo sogno che non
muta!
OLGA- Oh, ma in queste faccende non è dato scegliere… Raccontami il tuo sogno
d’amore, Gemma, su da brava. Regalami la fresca leggerezza di un sogno che non
cresce a dismisura fino a toglierti il fiato, fino a rischiare di ucciderti,
per diventare realtà, per vivere, per essere… Poiché un sogno può anche
cambiare la tua vita, ma non cambia mai la tua fedeltà ad esso e alla sua
evoluzione. E non sai mai fino a qual punto possa crescere smisurato…Raccontami
del tuo principe azzurro…
BUIO
(NEL SALOTTINO)
FAUSTO- Ti ho amata sempre. Sono imperfetto e semplice.
OLGA- Baciami…
BUIO
(IN CAMERA DA LETTO)
(ANCORA ALLO SCRITTOIO COME IN PRECEDENZA)
OLGA: OH Ludovico, mia passione, mio fervido, zelante e timido, quanto mi
manchi, in questa sera fredda! Ho il cuore in fiamme, solitario e fedele. Ti
penso unico signore del mio castello! Verrai a rubarmi, Ludovico? Ladro di me
ti voglio, portami via da me, trafugami a me stessa, alla mia smania…
(STRAPPA LA LETTERA, POI RICOMINCIA A SCRIVERE)
OLGA: Attilio, ti ricordo….mi ricordi… Tu fosti l’unico che amai e nuovi amori
non sbiadiscono la fede che conservo a quel legame acerbo e dolce. Oh Attilio,
mio ragazzo eterno, pellegrino della mia mente, della mia pelle… Ti muovi nel
mio sangue come allora. Per me raccogli pesche e ciliegie che mi offri,
saporite alle labbra. Io voglio rivedere il tuo bel volto, mio primo amore. Pur
se mutato ,in esso, sempre, il segno acuto della mia fedeltà…
BUIO
IN CAMERA DA LETTO
OLGA- Raccontami del tuo principe azzurro…
GEMMA- E’…. Io sogno sempre che egli sia capace di prendermi tutta tra le sue
braccia, compresi le paure, i difetti, le cose che non capisco, gli errori, le
stupidaggini della mia testa. Lui ha molti più anni di me. Sogno che giunga da
molto lontano, da una guerra lontana, terribile e lontana. Che sia ferito nel
cuore ma non nel corpo, e che con la sua grande ferita possa essere capace di
guardare dentro i miei occhi e di trovarci il mondo… E’ uno strano sogno forse
stupido che non so dire bene…
OLGA- Stupido, bellissimo sogno… Continua.
GEMMA- Il mio soldato è affranto eppure ancora capace di allegria. Sorride
mentre mi tiene tra le braccia, sul molo, difronte al mare, proteggendomi dal
vento… Così lo immagino, da sempre, da quand’ero bambina. E’ sempre lui.
OLGA- Sono stanca, molto stanca…ho voglia di dormire…
GEMMA- Ma è quasi mezzogiorno, signora…Forse la mia stupida fantasia l’ha
stancata o forse non ha riposato la scorsa notte?
OLGA- E’ quasi mezzogiorno… Fra poco verrà Antonio, digli che sono stanca, che
dormo, che ho tanto bisogno di dormire….
BUIO
( IN CAMERA DA LETTO)
GEMMA-( entra in scena trafelata ) Signora, signora… il suo foulard, l’ho
trovato… Sarà contenta, adesso… l’ho ritrovato non so come… Non ci speravo
quasi più, lo cerco oh da quanto tempo lo cerco… il suo preferito, eccolo,
finalmente!
GEMMA GLIELO PORGE FACENDO IN MODO CHE IL PUBLICO NON POSSA VEDERLO.OLGA
SORRIDE, SE LO NASCONDE NELLA TASCA DELLA VESTAGLIA E POI COMINCIA A STRAPPARE
CON METICOLOSA CURA I SUOI FOULARD IN NUMEROSE STRISCE SOTTILI, CON MOLTA,
PIACEVOLE ACCURATEZZA. GEMMA RIMANE FERMA A GUARDARLA , TACENDO.
BUIO
(NEL SALOTTINO)
LUDOVICO- Io e mia moglie saremmo ben lieti di avervi ospiti in estate, nella
nostra villa sul lago.
FAUSTO- Siete molto gentili, Olga ne sarebbe entusiasta, lei ama molto il lago…
ANTONIO- Ma la signora Olga, se non sbaglio, ama anche il mare, moltissimo…m’è
parso di capire… Mi ha chiesto più di una volta di raccontarle di quelle che
lei graziosamente definisce le mie “avventure di mare”…
FAUSTO- Si, ama molto anche il mare…
ATTILIO- Bé, io che la conosco da bambina, posso affermare che la sua passione
sia la montagna. Facemmo una vacanza con le nostre rispettive famiglie,
impazziva per le scorribande fra i boschi…
FAUSTO- Anche la montagna la affascina… Ma io credo che alla fine prediliga le
vacanze in campagna. Lei così perdutamente innamorata dei fiori, la campagna la
illanguidisce, la riposa….
(CONTEMPORANEAMENTE SI ACCENDE UN FASCIO DI LUCE IN CAMERA DA LETTO. LE VOCI
DEL SALOTTINO CONTINUANO A SENTIRSI SOMMESSAMENTE, UN PARLOTTIO QUIETO DEL
QUALE SI DISTINGUA IN MANIERA NETTA SOLO IL NOME DI OLGA)
OLGA ESCE DA DIETRO IL PARAVENTO IN ABITI E ACCONCIATURA MASCHILI.NON INDOSSA
ANCORA LA GIACCA. VOLGE LE SPALLE AL SALOTTINO. SI INSERISCE AL CENTRO DEL
FASCIO DI LUCE.
GEMMA- …Il suo foulard, signora…
OLGA PRENDE IL FOULARD NERO E SE LO SISTEMA SUL COLLO DELLA CAMICIA, A Mò DI
CRAVATTA. QUINDI INDOSSA LA GIACCA CHE GEMMA LE PORGE ASSIEME A UNA GARDENIA
CHE SISTEMERA’
ALL’OCCHIELLO.
(Sulle note del concerto in Re minore opera 47- secondo movimento- di
SYBELIUS.)
FINE
-SIPARIO-
Domenica 16 aprile 2000
Giovedì 27 aprile 2000