FRATELLI D'ITALIA
di Caso Giulio
Uomini: 4
Donne:7
(Una scena è stata, liberamente, ispirata da una trasmissione radiofonica
di Mac del 1953 e due altre dai romanzi di Jerome 1880; il monologo sul
ragù
da una improvvisazione della regista Concetta Iannone ).
Personaggi:
Adelaide - zia.
Titina (l'ucraina - neo napoletana).
1 -Portinaia moglie del 2 -portinaio e sua sostituta
Carmelina - moglie di Ciccillo.
Michele - Capo Uff. Comunale di Na., nipote di Adelaide.
Petronio - Usciere capo - carognone.
Angiolillo - Archivista, il bravo.
Pasquale - cugino di Adelaide e zio di Michele.
Ciccillo fratello di Titina (neo-napoletano - e marito di Carmelina).
Tenente Garrotti
2 Guardie (eventualmente possono omettersi)
La scena si svolge in una casa normale, con qualche moderno tocco di arredamento
inserito in un contesto tradizionale.
ATTO I - SCENA I
Michele si fa la barba, arriva la zia con una tazza fumante e una borsa.
Adelaide - Michele, ancora non sei pronto!, sbrigati che è tardi.
(Michele s'innervosisce).
Adelaide - Michele tu devi arrivare in orario al Municipio, tu devi dare
il buon esempio...sei il Capo Ufficio...
Michele (sbotta) - Il capo ufficio. Il capo ufficio! Tutti a dirmi così,
ma io non me ne sono accorto ancora. Questi neo-napoletani, poi, non li
sopporto
proprio. Gridano, fanno gesti in continuazione e cantano, sapessi come
cantano:
in ufficio, in bagno, nei corridoi,. Una volta ho sorpreso un'intera sezione
a cantare. Ah!, ma se la son vista brutta, li ho spediti tutti al corso
di
recupero "Italiani Brava Gente".
A - Ma pecché ce l'hai con i napoletani? Pecché, noi non siamo napoletani?
M - Eravamo napoletani, ma ora siamo diventati italiani perfetti e sono
loro:
questa gente, questi estranei pervenuti dall'Africa, dai paesi dell'Est
e
chi più ne ha, più ne metta, che hanno assimilato le brutte abitudini degli
antichi napoletani...questi neo-napoletani.
Adelaide - Michè, io nun te so rispondere; vuoi il latte e caffè?
M.- Eh già!, adesso torniamo alla zuppa. Zia tu mi devi preparare omelette,
succo di frutta e yoghurt la mattina.
A.Michè. tu ti dovresti trovare una fidanzata che pensi a te... io sto'
diventando
anziana, nun c''a faccio cchiù.
M.- Zia Adelaide, mi devi sopportare ancora per poco...ho fatto domanda
per
caposquadra P.T.
A.- E mò perché vuoi andare alle poste, comme, dico io, tu già staje a
capo
del Comune?.
M.- Tu non puoi capire, sono cose ancora riservate, squadra P.T. sta per
Squadre Persecuzione Terronismo. Si dice che saranno istituzionalizzate...dopo.
A.- Dopo che?
M.- Dopo, dopo! (evasivo) Adesso debbo uscire.
Entra Titina l'ucraina.
Titina- Zi zia, jammo, venite a spannere e panne, me fate cumpagnia e ve
pigliate 'nu poco e sole, po' v'arricette io tutt'e cose ccà. (S'accorge
di Michele) - Uh! Scusate, ma voi non dovevate stare già al Comune?
M.- Embè, quante confidenze, tu devi stare al tuo posto, quando andare
al
Comune lo decido solo io, (guarda la zia) - Io sono il Capo Ufficio (si
corregge)
Il manager sono. E poi quante volte ti debbo dire che in questa casa devi
parlare solo italiano?
T.- Ma io parlavo con zi zia.
M.- Zia Adelaide è esentata perché ha passato l'età, ma tu devi imparare
a parlare bene altrimenti ti rimando ai corsi di alfabetizzazione di nuovo.
Hai capito?
T.- (Rivolta alla zia) No! Ai corsi no; ci so' stata già doje vote , e
po'
ci sta 'o prufessore Francesco che me guarda cu' na' faccia strana.
A.- Quello si è innamorato di te, (verso M.) perché si na' bella guaglione,
è vero Michele?
M.- Io debbo andare zia, non ho tempo per certe osservazioni. (Va via).
T.- Ma che gli ho fatto? Sembra che mi odi, e già gli so' stata sempe antipatica
pecché nun saccio parlà bene italiano.
A.- Chillo s'è muntato nu' poco 'a capa, vo' fa' 'o caposquadra Anti Napoletani
e pensare che 'Ngiulina, 'a bonanima 'e mia sorella, 'o purtava sempe 'e
cuncert 'e Mario Merola, Maria Nazionale e Gigi D'Alessio... e cumme 'é
piacevano!...
quanno era piccerillo.
T.- Nun riesco a credere che stammo 'o tremila e succedono ancora sti cose..
S. Gennaro aiutece tu! Ccà turnammo a fa' 'a guerra.
A.- Nun ce pensa, è na' moda che passa : e nordiste, e sudiste; so' cose
e dduje secoli fa. Jammo a spanne e panne.. io aggia capito, pure oggi
nc'è
sta 'a cantata 'ncoppa a loggia.
T.- Sì! Stammatina, don Alfonso e Criscienza ci fa sentire "Feneste che
lucive",
che bella cosa! Porta pure 'o mandolino.
A.- Jammo, Jammo ampressa. (Vanno).
Atto primo - Scena II
Personaggi: Michele - Angiolillo - Petronio - Portinaio.
Entra Michele accompagnato da due impiegati.
M.- Cosicchè il Ministro ha deciso: chiusura a tempo indeterminato degli
uffici gestiti dai neo-napoletani... e va bene..., ma per gli altri, cosa
si farà?
Angiolillo- Dottore, scusate se mi permetto, ma io dissento! Siamo tutti
uguali, anzi i neo-napoletani, come li chiamate voi, sono più bisognosi
degli altri (esitando un poco), come lo eravamo noi ancora all'inizio del
XX secolo.
Petronio - Allora non vuoi capire, fa parte della legge della sopravvivenza,
così va il mondo ed io preferisco stare dalla parte dei più forti.
M.- Io non mi stupisco più di niente...(comunque bisognava fare qualcosa.
A.- Quelli che si credono forti hanno maggiori responsabilità verso i "fratelli"
più deboli diamo uno spazio anche a questa gente.
.P.- E questa gente che cosa ci fa qui? Perché non se ne tornano a casa
loro?
Noi Italiani siamo già troppi.
A.- Ti poni mai la domanda: ma qual'è, oggi, la casa loro? non farti annebbiare
la mente dall'egoismo, ricorda che una volta erano gli italiani a subire
le stesse pene, e invece di capire, guarda che stiamo facendo.
M.- Il nostro dovere, archivista Angiolillo, solo il nostro dovere. Anzi,
da amico, vi dico state attento a come parlate, mi sono giunte alcune notizie
riservate su di voi...
A.- Dottoree! io ho sempre seguito la via dell'onestà culturale e della
correttezza
civica; e poi io sono nato a Napoli e pertanto sono e resterò sempre napoletano.
M.- Voi siete soprattutto Italiano! Comunque credo che non sia il momento
di parlare di questo adesso.
P.- (Infido) Anche perché sento una musica che non so definire... ma si!
(Con disapprovazione) Sembra una canzone napoletana.
M.- In casa mia!? Farò finire subito questo sconcio (al citofono) Portinaio!
Venite immediatamente! (Commenti a piacere: malevoli di Petronio, rassegnati
di Angiolillo. Arriva il portinaio).
Portinaio - Eccellenza, mi avete chiamato? Ai comandi!
M.- (Rivolto a Petronio - Tutto soddisfatto) Così va meglio. Una volta
diceva
"signò". Adesso è rientrato nei ranghi. (Al Portinaio) Fate smettere subito
questa musica! Questa canzone poi.. nel nostro stimato condominio. Non
vorrei essere costretto a fare rapporto... voi sapete a chi.
P.- Non succederà più. Ci penso io. (Va via gridando) Che succede qua?
Queste
cose non sono ammesse (la musica smette).
P - Bravo signor Capo Ufficio! Fermo e deciso come i tempi richiedono.
Ne
parlerò in sezione.
M - ...Come dicevo, ho fatto solo il mio dovere. Adesso vi faccio ascoltare
il comunicato sul canale riservato, vedete! Ho il numero di codice.
P - Ma, questo vuol dire...
M - Esatto! Hanno accettatola mia domanda: sono caposquadra dei nuclei
antinapoletani
e, domani, ci sarà un incontro a Milano per decidere la nomina del referente
capo, e chissà...
P - Prego eccellenza accomodatevi, anch'io ho fatto domanda per entrare
nei
nuclei, sarò fiero di operare ancora ai vostri ordini.
A - (Sconcertato) Congratulazioni... a tutti e due.
ATTO I - SCENA III
Personaggi: Michele - Angiolillo - Adelaide - Titina (non parla) - Petronio.
(Michele apre un cassetto e digita un numero, si accende la trasmittente.
Suono di tamburi come radio Londra, poi comunicato).
- Grande successo del movimento Italia unica.
- Ieri conferenza sulla cattiva digestione e la pizza.
- Denunziati ed arrestati due cittadini in possesso di mandolino.
- La Camera ha approvato la seguente legge proibizionista: tutto
ciò che è tipico del passato sud (ora nord Mediterraneo) è proibito.
Pertanto i neo-napoletani devono evitare di aderire nei modi e nei costumi
agli usi non più accettati dalla legge.
- Molti neo-napoletani scompaiono, si presume che si nascondano
dentro
le grotte o nelle antiche tufare sotterranee.
- Sono stati arrestati i seguenti artisti: Gennaro 'o cantante
de'
vvicoli. Nicoletta 'a pazza d'ammore. Pascalino 'o 'nding 'ndang. Vicienzo
acchiappa tè e Mammarella che chiagne sempe.
(Esultano Michele e Petronio)
P - Finalmente ci siamo, si fa sul serio.
A - (Preoccupato) Io vado a casa, chiedo scusa, ma ho tante cose da fare.
M - Andate, andate e non dimenticate l'adunata è per domani. Puntuale alle
10, mi raccomando la camicia verde.
A - Verde speranza?
M - (Accigliato) Verde e basta.
(Angiolillo va via e Michele offre un brindisi a Petronio, entra la zia
seguita
da Titina)
A - (canta sottovoce) Fenesta ca' lucive e mo' nun luce... (si accorge
di
Petronio - rivolta a Titina Lucide! Hai capito, le finestre le voglio lucide
mi raccomando. ...(A Petronio) Oh! Buongiorno, capo usciere , mi fa piacere
vedervi in casa mia.
P - Il piacere di venirvi ad ossequiare è solo mio (Cerca visibilmente
di
ingraziarsela, dopo aver saputo dell'incarico del Capo Ufficio)...Donna
Adelaide,
ha saputo le grandi novità?
A - No. Io vengo adesso dallo spandere i panni...cioè stavo stendendo la
biancheria al sole.
M - (Interrompendo la conversazione) Zia Adelaide, da domani non lo farai
più, ho deciso. Ti comprerò la nuova macchina per lavare, asciugare e stirare
"Lascisti".
P - Il Capo Ufficio, cioè l'eccellenza ha avuto grossi miglioramenti di
carriera,
donna Adelaide, dovete essere fiera di lui, ora è capo..
M - (Interrompendolo, distrattamente guarda Titina) Basta così! Chi vivrà
vedrà.
(Titina mostra di essere affranta dalle notizie che ha intuito).
A - Nipote mio, tu lo sai che ti voglio bene... Ti ringrazio, ma la macchina
che dici tu, non mi serve. A me basta vederti contento e felice (guarda
a mo' di saluto Petronio) Ora mi vado a riposare, Titina, mi accompagni?
(vanno via).
M - Titina!, cioè signorina Viaritin, dopo vi devo parlare.
P - Eccellenza, anch'io chiedo il permesso di congedarmi, i grandi eventi
impongono impeccabilità e vorrei dare una spolveratina alla divisa per
domani.
M - Va bene usciere capo.. cioè camerata, saluti!
P - (Alza i due pugni con i pollici verticali). Prima noi!!
M - (meno enfatico, ripete lo stesso gesto) Prima noi. A domani. (Petronio
va via).
ATTO I - SCENA IV
Personaggi: Titina - Michele.
Titina - (Rientrando) Eccomi qua, che mi dovevate dicere?
M - Che mi dovevate dire.
T - Che mi dovevate dicere, voi a me!
M - Che mi dovete dire, dovete dire, cioè si dice così.
T - Scusate, io nun saccio parlare bene (si corregge) cioè non sò ancora
parlare bene l'italiano... ho capito torno a scuola.
M - Non si tratta di questo, stammi a sentire, sono preoccupato per tuo
fratello
e la moglie, anche se sono in Italia da prima di te, sono sulla lista...
E' iniziato il repulisti.
T - Repulisti, e pe' mio fratello, mamma mia! E mo' cumme se fa.
Come si fa, come si fa! Ci vorrebbe un posto sicuro...
T - Fermo! dottore, Capo Ufficio, eccellenza! Non dovete essere voi a darci
certi consigli, voi state dall'altra parte.
M - Che c'entra, il fatto è che mi sono affezionato a te (ci ripensa),
la
zia si è affezionata a te, ora sei di casa e a me seccherebbero certi impicci,
certe implicazioni... (con complicità) senti ti faccio una proposta..
T - (Fraintentendo) Accetto!
M - Ma come?, accetti senza sapere di che si tratta.. Io voglio salvare
la
tua famiglia.
T - (Delusa) Aah!
M - Ascolta bene, io debbo partire presto per Milano, sono disposto a
farli
rifugiare qua, a patto che parlino solo italiano e cambino nome. Mi raccomando!
Nessun legame con gli altri neo-napoletani.
T - La situazione è grave assai?
M - (Intenerito) Gravissima (Si ripiglia in tempo) Epocale!.. Falli venire
e.. ricorda i patti
T - Mo' vi preparo la valigia. Adelaide non si deve stancare, la preparo
co' 'e mane mie (Michele scuote la testa e va via - Titina prepara e si
dispera).
ATTO I - SCENA V
Personaggi. Titina - Adelaide - Pasquale
Titina prepara la valigia - Entra Adelaide.
A - Titì, non riesco a dormire, me sto girando e rigirando e nun trovo
ricietto,
so' preoccupata pe' Michele, è nu' bravo giovane intendiamoci, ma se sta
facenn trascinà 'a tutte sti fesserie.
T - Fesserie? Ve rendite conto... è incominciato il repulisti e forse io
pure sto in pericolo.
a - Voglio vedé chi te tocca int'a casa mia.
T - Intanto tengo mio fratello e mia cognata vicino Napoli, chilli l'acchiappano
subito.
A - E falli venì ccà, sulo ca po...cu Michele cumm''a mettimmo.
T - Io chesto ve vulevo sentì decere... Michele è d'accordo.
A - Possibile? Ma, allora, nun me sbaglio...
T - E ché?
A - Niente, niente, (si accorge della valigia) ma che staje facenno?
T - O signurino parte dimane pe' Milano, io nun ve vulevo fa stancà, e,
po'
'o sapite, io 'o faccio cu piacere.
A - Comme! Parte accussì all'improvviso... e po' Comune cumme fa?
T - Penso proprio che Michele ha avuto n'incarico superiore.
A - Superiore a Capo Ufficio? Allora ispettore.. ah no! chille l'hanno
levate
a miezze - nun servevano a niente - allora Segretario Comunale eh già!
Chille
pure nun c'e stanno cchiù..
T - Signò, nun ve sfurzate, si tratta di robba politica.
A - E io m'ho pensavo, 'a 'nu poco e tiempo nun 'o riconosco cchiù, 'e
davano
fastidio tutt'e cose che io 'e ricurdavo 'e quanno era guaglione. E po'
vò
che parlammo sulo italiano. Io me sforzo, ma nun ci riesco, ma se è per
il
suo avvenire, lo faccio e lo farò.
T - Allora signora vaco a telefonà a mio fratello?
A - Vabbè fallo venì subito (si siede).
ATTO PRIMO - SCENA V
Personaggi: Adelaide - Pasquale - Titina - Portinaio.
(Bussano alla porta - Adelaide apre con apprensione - è Pasquale: suo cugino).
A - Pascà, tu nun stive a Milano? Cumme te truove ccà? e po'..cumbinate
'e
chesta manera!
P - Cugina mia, tu 'o saje che pe' me si cumm'a 'na sora, tu m'e'aiutà...
io so' scappato do' campo 'e rieducazine - ca po' sarebbe 'o campo 'e cuncentremento
padano.
A - Assittete.
P - (Siede) Damme 'nu bicchiere d'acqua, tengo na' sete (adelaide gli porta
l'acqua e lui beve) - Io so vivo pe' miracolo! m'hanno perfino sparato
abbascio
'a stazione.
A - Io nun capisco cchiù niente, ma che sta succedenne Pascà?
P - A guerra, (alza la voce) A guerra Adelà!
A - Zitto che se sceta Micheluccio.
P - Eh già! Micheluccio, 'o Capo Ufficio... chillu fetente.
a - Uè Pascà, io nun te cunsente 'e parlà accussì do nipote nuosto pò.
P - Do' nemico nuosto vuò decere, abbiamo cresciuto una serpe nella nostra
famiglia.
A - Pascà, tu mo' staje stanco e te lascio parlà,... però mo' addo' te
vaie
a ricoverà?
P - Addo' aggia i', io aggia paura pure 'e ascì acca dint.
A - Ti ha visto nisciuno quanno si' trasuto?
P - Nisciuno, nisciuno.. ?O purtinaio, cumm'o soloito durmeva.
A - e io mo' addo' te metto?
(Rientra Titina)
T - Int'a 'a stanza mia!
A - Ma che si' asciuta pazza.
T - Signò se permettete, io po' m'arrangio 'ncoppo 'o divano da stanza
vosta.
A - Ah! Accussì va buono (rivolta a Pasquale) E va bene Pascà, vatte a
ripusà,
te sceto io po' cu nu' poco 'e cafè.
P - (Affranto) Quando me sceto.
A - Certamente... nun fa rumore, me raccumanno. (Pasquale va via).
(Bussano alla porta - Titina apre, è il portinaio).
P - Attenzione che fra poco dovete chiudere la luce, c'è l'oscurantismo.
T - Occhè?
P - Sono le nuove regole, da stasera è in vigore il coprifuoco e la prima
regola è che si chiudono le luci e pure le persiane.
(Si avvicina Adelaide).
A - Ma faciteme 'o piacere! E chè 'nce stanno 'e bumbardamenti?
P - Signò... signora, questi sono gli ordini, buonasera. (Si rigira) Signora,
scusate, ve lo dico per la stima che vi porto, state attenta che loro vogliono
che parliamo tutti italiano e poi voi siete la zia di una persona importante
e certe cose le sapete meglio di me. (Va via).
(esce Pasquale circospetto)
P - Che vuleva 'o purtinaio?
A - Ha ditto che da stasera avimme chiudere 'e scude e pure 'a luce, c'è
l'oscurantismo!
P - Se ne fosse accorto 'e me ca so trasuto?
A - So sicura 'e no pecché nun se manco guardato attuorno, insomma staje
tranquillo, però.. io mo cumme faccio, s'è rotta 'a cerniera , e mo' cumme
'o chiudo stu scudo?
P - E io che c'e stongo a ffa, lascia sta, m'o beco io, inta 'a nu minuto
'o metto a posto.
A - Me raccumanno chianu, chianu, nun 'o fa scetà 'a Micheluccio.
(Pasquale studia la situazione - a Titina).
P - Portame dduie chiuove...
(Titina scappa via - Pasquale che stava girato..)
P - E..., (rivolto ad Adele) e va bbuò, Adè puortame pure 'o martiello,
'a tenaglia, 'o metro, 'o tenisse nu' filo a piombo?
A - Nu filo a piombo? E che è? Ma te serve proprio?
P - Comme no! Anzi me serve, mo serve na' pinza, na squadra, 'a livella,
'e giravite, nu' lapse e...(si guarda intorno e piglia uno sgabello) -
giusto,
nu' sgabello (si siede).
A - Pascà, ma si sicuro che te serve tutta sta robba?
P - So sicuro? Certo! ca so sicuro, 'ncoppa aggia faticato duie anne pe'
na ditta 'e costruzione.
A - Pascà, ma avessemo fa a casa da capo?
P - Ma no! T'aggia ditto che è nu' lavoretto 'e niente.
(Adelaide, perplessa, va via - Rientra Titina)
T- Don Pascale, eccovi 'e chiuove.
P - (Si alza) Ah! Brava, damme ccà... , ma comme duie chiuove sulamente,
e po', chiste nun so' manco puntine, chiste so' semenzelle!
T - Io n'aggia purtata duie, cumme avite ditto vuie.
P - Ma io dicevo così per dire:<< Puorte nu poche 'e chiuove assortiti,
chilli
chiù gruosse, chilli cchiù piccirilli; accussì, a seconda 'e cumme servono
io li uso. Va! Va dinto e portanne 'e tutt'e' misure.
T - Mo ve' porto, anzi, vaco a dà' na mano a zi zia e vi porto tutto 'o
scatolo.
Va e Pasquale si risiede a ponderare la situazione; dopo poco rientrano
T.
e A. con un enorme scatola pieno di attrezzi).
T . Piano zia, nun ve stancate ca ' 'o pozzo purtà sul'io.
(Pasquale, cercando di aiutare, dirige le operazioni di atterraggio della
scatola restando seduto).
P - Brave, accussì va buono, puggiate cchiù lla. (Si alza, prende un attrezzo
e si avvicina alla finestra, sembra aver preso in pugno la situazione e
si
rivolge ad Adele).
P - Adè, assettate ca subito ma' sbrigo.. anzi te sì stancata, và dint,
ccà
è cosa 'e niente (Adelaide va, non convinta, Pasquale sale sullo sgabello)
- Titì, pruvamme quanno l'imposta è diritta; mantiene lloco, no! Cchiù
avete,
accissì è troppo, cchiù bbascio. Aspetta mo' te faccio vedè io (scende
e
mette in pendenza lo scudo) Che te ne pare?
T - Eh! Già, accussì l'attaccammo 'nterra.
P - Haie ragione, ccà 'nc'e vo aiuto, Adelà, Adelà, ma addò è ghiuta?
A - (Rientra) Hai bisogno di me?
P - Si! Famme 'o piacere d'aiutà Titina a mantenè 'o scudo, aggia verificà
'a pennenza. (Si mette di lato col dito verticale) - Penne a ccà, no!
cchiù
e lato... (scoraggiato) Penne sempe.
A - Pascà, avessemo adderezzà 'a Torre 'e Pisa? Aspetta, mantiene nu' poco
tu, mo vech'io (lascia l'imposta a Pasquale che senza impegno non l'afferra
bene e la fa sbattere.
Tutti - Zitti, zitti! (Per un poco fanno silenzio)
T - Meno male nun s'è scetato. Zio Pasquale, ma 'o sapite fa chistu lavoro?
P - Comme no!? Io a parte 'e coppa aggia lavorato duie anne pe' (assieme
a Titina) 'na ditta e costruzione.
T - Chesto l'avimme capito, ma precisamente che lavoro faciveve?
P - Lavoro? Io faticavo da matina a sera? Io è mantenevo scetate a tutte
quanti. tecnici, operai..
T - Faciveve 'o capocantiere?
P - No! Io purtavo ...'o cafè.
A - Pascà, forse è meglio che lascia stà, mo' 'a cummoglio ca tenda e arrangiammo
fino a dimane.
P - (Volenteroso, nel frattempo è salito sullo sgabello) Datemi 'o martiello
ca me rimetto all'opera. (Titina gli porge il martello e lui girandosi
...)
Ecco come si fa..(Girandosi quasi si impicca nella corda , tutti urlano
-
Esce Michele).
ATTO I - SCENA VII
Personaggi: Michele - Pasquale - Adelaide - Carmela - Ciccillo.
M- Ma si può sapere che succede? (Vede Pasquale soccorso da Titina). Voi?
E come vi trovate qua? In casa mia? Mi volete rovinare? Lo sapete chi sono
ora?
P - No! Ma, me l'immagino: uno ca nun riconosce manco cchiù 'o zio! (Ad
Adelaide)
Adè ho capito, mo me ne vaco.
A - Non è possibile1 C'è l'oscurantismo.
M - Il coprifuoco vuoi dire.
A - Si Michè! chello che ghiè ghiè! A me nun me piace. Intanto se Pascale
jesce 'o sparano... e mo che buò fa?
M- Tu mi comprometti zia, nella mia posizione... la mia dignità...
T - Aggiustateve 'a cammisa ca penne a fore!
M - Zitta tu (s'aggiusta con discrezione e dispetto) e voi Pasquale dovete
andare...(Bussano alla porta, Adele apre ed entrano Ciccillo e Carmelina
- abbracci e saluti con disperazione di Michele.
C - Titì immo fatto attiempe attiempe, è scattato stu cacchio 'e coprifuoco.
iccillo - (Ad Adelaide) Io ve ringrazio. (A Michele ( E pure a vuie.
M - (rendendosi conto di essere in una posizione difficile) Non è possibile,
in un attimo di debolezza rischio di distruggere la mia posizione. Ah!
Ma
io me ne vado adesso, subito, ho il passi, io ho il passi. Titì dammi la
valigia (Piglia anche la giacca e va via; (Vicino alla porta) Chiagnitevella
vuie.
Tutti gli corrono dietro implorandolo.
ATTO II -- SCENA I
Personaggi: Ciccillo - Carmela - Adelaide - Pasquale.
C - (Legge un giornale) Brutte notizie, ccè 'a situazione precipita.
Ca - Ciccì, stamme già 'nfunno 'o puzzo, che buò precipità cchiù, e statte
zitto, nun 'o vide che faje preoccupà 'a signora Adelaide?
A - Sto pensanno a quanno ... a quanno nun ce sarò cchiù, vuie che facite?
Addò jate?
Ca - Uè signora cara, e so' cosa a dicere chesta: nun ce sarò cchiù, ma
vuie
avite campà cientanni.
Ci - Nuje , nuje venimme a vu purtà 'e sciure tutte e juornr (scherzoso),
signò che dicite, io mi associo a Carmelina: vuie campate cientanni.
A - Mo che se ne juto Michele, tengo intenzione e fa testamento, voglio
pensà
a vuie.
Ca - Signò nuje nun vulimmo niente, ce basta che ce tinite ccà 'o sicuro,
fino a che fernisce sta pazzia.
A - carmè, tu 'o saje, 'o piacere mio era chillo e fa spusà Michele cu'
Titina;
me li so cresciuti comm'è duie figli, e po' 'o saccio ca se vonno bene,
ma
Michele ormai se mmise contro a tutt'è ricorde 'e Napuli , s'è miso a fa
'a pulitica, nun 'o capisco cchiù, perciò aggia deciso: 'a casa a Nucera
'a voglio lascià a Titina.
Ci - (Contento ed un poco ipocrita) Eccome, chella Titina ve vo bene cumma
a na mamma, ma... 'nge jammo pure nuie, voglio dire chesta casa è abbastanza
grossa?
A - E' quasi 'nu palazzo e po' tene 'o giardino e, sotto 'o giardino..
Ci - (Esaltato) 'Nc'è sta 'nu tesoro nascosto.
A - (Suo malgrado, rinfrancata) No. Chillo nun c'é sta... (abbassa la voce)
sotto 'o giardino'nc'é sta 'a salvezza vosta, se overamente 'a situazione
precipita ve putite rifugià llà: 'nc'é sta 'o ricovero.
Ca - 'O ricovero?
A- (Narrando) Durante la guerra, 'o secolo passato, pe' scansà 'e bumbardamento,
'a gente se annascunneva int''e ricoveri e uno 'e chist' stava proprio
sotto
'o giardino mio, mo sta nu poco appilato (scherzosa), ma a chesto 'nce
pensa
Pascale ovè?
P - (Prendendo per buona la cosa Certamente, Adelà, io saccio fa nu poco
'e tutto.
A - (Continuando) Quanno po' 'nce simmo trasferiti a Napoli, nun avimmo
mai
voluto affittà 'a casa, perciò e libera ancora...(Disperandosi) Ma chi
so'
pensava 'e fernì accussì: nun putimmo cantà cchiù, nun putimmo parlà napulitano,
nun putimmo manco fa 'o ragù ca subito 'nci portano 'o campo , addò mangiano
sulo pulenta... e che sarà!
Ci - E nun è possibile, nuie nun 'nce simmo ancora abituati a vivere e
nun
'nce rassignammo a murì, signò, 'o sapite ca nuie ve vulimmo bene e perciò
a Nucera jammo tutt'assieme, o nun jammo nisciuno, vuie pe' primma.
A - Io aspetto a Michele. Io rimango ccà (va via quasi piangendo, accompagnata
da Carmela).
ATTO SECONDO SCENA II
Personaggi: Pasquale - Ciccillo - Titina - Carmela.
p - Ciccì, ccà avimma truvà 'o curaggio e fa coccosa, s'adda piglià ...na
decisione, s'addà piglià. Avimma caccià na decisione, 'n'opinione.
Ci - Pecchè tu 'a tiene 'n'opinione? E addò sta?
P - Nun pazzià, io 'a tengo cumm''a tiene tu, ma nun aggia ancora pututo
manifestà, caccià fora(si siede in attesa di qualcosa, ma Ciccillo non
si
muove) Eh... 'o fiasco?
Ci - Chest'era tutto! (Si alza e prende un fiasco dalla credenza). Oiccanno,
e intanto se ne va nu fiasco 'e vino ogni sera (versando, ipocrita anche
a se stesso)Io mi domando quando fernisce sta storia.
P - 'O saje che 'nce stammo organizzando, e po' 'nce sta pure chi 'nce
mette
e denari.
Ci - Po' 'o vino?
P - Macché vino! E denare servono per l'organizzazione, 'o movimento 'e
riscossione.
Ci - E 'o vino chi 'o paga, chillo sta pe' fernì.
P - Mo' tenimmo ati cose 'a pensà. Siente, tu 'o saje che faccio parte
do'
movimento e stasera tenimmo 'na riunione 'nda grotta e io aggia fa a proposta
pa' bandiera.
Ci - Zitto, chiurimmo prima 'a fenesta.
P - Chella c'aggio accungiata io?
Ci - Tu,? tu 'a ferniste a scassà, si nun 'nce pensavo io stava ancora
appesa.
P - Tutta colpa da maestranza, nun aggia avuto 'na buona collaborazione,
'n'attrezzatura aggiornata..
Ci - Pascà , lascia sta, cumme vide se mantena pure senza mezzi sofisticati,
allora che stavamo dicendo?
P - Pe stasera avimma truvà un'idea per la bandiera do' movimento, questo
è un incarico importante sai.
( Entra Titina con un pacco della spesa).
T - mamma mia! 'A milizia ha arrestato tutt'e capi do' movimento "Speranza
'e libbertà". Hanno sbarrato 'a via, aggia fatto 'nu giro tuorno tuorno
'a
curtina e so turnata a casa.
p -Titì cumme vire mo tocca a nuie, proprie 'e chesto stavamo parlando,
cca
c'avimma movere tutt'uquanti, assittete ca pure tu 'nce può da 'nu cunsiglio.
Nuje avimma fa 'a bamdiera.
T - N'ata vota co' 'o pallone? Ma ve pare chisto 'o mumento 'e v'interessà
da squadra 'e pallone?
P - None, chesta è na cosa seria, 'a bandiera serve proprio po' movimento
'e riscossione (Enfatico). Speranza 'e libbertà.
T - E io che saccio...loro so' verde, o' russo è passato 'e moda, 'a vulessemo
fa bianca? Justo justo tengo nu lenzulo viecchio, va bene?
Ci - Noo! Cà 'nce vo coccosa 'e nuovo.
T - E già, facimmela 'a fantasia, che saccio .. a quadretti, ch''e fiori.
P - Ma si! I fiori sono nu' bello simbolo... 'A libertà che fiorisce, fioriscono
le idee.
Ci - allora chesta mi pare la soluzione migliore,(Entra Carmela) Carmela
tene 'na camicatta a fiori. Carmè, Pascale vò vede 'a camicetta toia, valla
a piglià.
C - (Stupita) E da quanno Pascale s'interessa e sti cose? (Guarda storto
Pasquale).
ci - Pascà, lliè scusa, chella è femmena e nun capisce niente 'e pulitica.
(Rivilto alla moglie) Valla a piglià 'nzieme a Titina ca essa te spiega
tutte
cose, nuie avimma mettere a punto 'a situazione, va va. Titì accumpagnala.
(Escono, Titina cerca di spiegare, ma Carmela borbotta).
P - Ma cumme (Beve), nuie stammo facenno 'o bene comune e chelle te fanno
tante difficoltà... pe nu piezze 'e stoffa po'.
Ci - (Beve) Nun capiscono niente, ma almeno nun mettessero 'o bastone 'nde
rote do' carro.
P - (Beve) Ciccì, ma qua carro? Nuie nun tenimmo manco 'a bicicletta.
(Rientrano Carmela e Titina, Carmela consegna a malincuore la camicia a
Pasquale).
C - Ecco qua.
P - Bella mi piace, muglierete tene proprio belli gusti (se la drappeggia
sul corpo) proprio adatta, ccà facimmo restà 'e stucco a tutt'uquanti.
C - (Acida) Ccà facite jucà nata vota 'e numeri al bancolotto, ma ve site
scimunito?
P - (Irritato, incompreso) Ma che avite capito, Titina nun v''a spiegato?
Nuie avimma fa 'a bandiera do'movimento e tu devi essere orgogliosa 'e
contribuì
'a causa.
C - C'a' camicetta mia?
P - (Epico) 'A camicetta, 'a camicetta , strappa le maniche, ecco qua,
mo'
è na' bandiera!
(Lazzi a piacere)
ATTO II - SCENA III
Personaggi:Carmela - Titina - Pasquale - Adelaide - Ciccillo.
(Titina consola Carmela).
Carmela - E io ne tenevo assaie 'e camicette.
T - Te ne dò una de' 'mmie ancora cchiù bella, nun te piglià collera, nuie
stammo tutti quante int''a casa 'na jurnata sana senza vedè 'nu poco 'e
sole,
e a capa po' sfrennesià.
C - Sai e vote che vulesse fa, vulesse fa pur'io 'a rivoluzione... (con
aria
ispirata da Giovanna D'Arco) me mettesse a ffa' 'o ragù. (sospira e va
via).
T - (fra se, con disapprovazione ipocrita) Allora pure tu staje sfrennesianno.
E po .. (a sua volta coinvolta) si 'nce stà una che adda fa 'o ragù...
chella
so io.
'E voglio fa 'na bella sorpresa dimane... a tutti quante. (Si abbassano
le
luci e si sentono vari rumori di cucina).
(Si riaccendono le luci).
P - (Entra e chiama sottovoce) Titì. Titì, 'nce stesse 'nu poco e cafè?
Titìmo'
puort 'nu poco 'e cafè... , ma che bella ddore... me pare...(Compare Titina
tutta ammaccata e Psquale in estasi non se ne accorge subito).. chisto
è
ragù!?
T - Si! E' ragù.
P - Ragù...,(si accorge dei danni al volto di Titina), neh! ma che t'è
succieso?
Staje cumbinata 'e chesta manera?
T - Aggia fatto 'o ragù
P - A me, me pare che tu he' fatto 'a mazzate.
(Entra Carmela e scorge Titina).
C -Gesù! e che ti 'é fatto? Uh Maronna mia!
(Entrano anche Ciccillo e Adelaide - Tutti attorniano Titina).
A - titì, staie bona, ma spiegate che t'è succieso?
T - Tutta colpa do' ragù, ve vulevo fa na' surpresa.
C - E 'nce l'hai fatta a surpresa, te l'assicuro, ma cumm'è stato, spegati.
T - Aiere ssera, Carmela m''a dette l'idea.
C - E tu l'he misa im pratica (indicando il viso di Titna).
T - Carmè, scusami! 'A rivoluzione l'aggia fatta io 'o posto tuoio... stanotte
aggia miso 'nd''a tiella nu poco 'e carne 'e manzo e ddoie tracchiulelle...
. 'A carne l'aggia lardiata buono buono e pe' poco nun me lardiavo 'o dito
(mostra il dito fasciato) , po' aggia pigliato 'o spago pa' arravuglià
e...
m'aggia arravugliato pur 'o dito dinta 'a carne, neh! Sempe 'o stesso dito.
Uh! E che dolore, nun 'o pozzo manco aisà, guardate è diventato nu cadavere
'mbalsamato.
Quanno finalmente so' riuscita a sciogliere 'o rito 'a dint a carne, aggia
pigliata 'na caccavella e cvi ho messo nu' rito (per riflesso alza sempre
lo stesso dito, ma subito lo abbassa) 'e 'nzogna, a cipolla tagliata a
fettine...
m'aggia fatto 'nu chiante, ma nu chiante...aggia chiagnuto tutt'e muorte
miei, s'hanno abbuffate l'uocchie accussì. Po' aggia suffritto 'a carne
e
alla fine...(lazzi a piacere e suspense di attesa, mista a preoccupazione
degli astanti) c'iaggia miso 'nu cucchiaro 'e cunserva.
Quanno po' c'aggia miso 'o vino 'e gragnano... (Pasquale e Ciccilo sono
vivamente
preoccupati)..
P - Quale vino.. chello do' fiasco nuosto?
c - Chillo serviva pa' ... riscossione.
T - Sulo nu' quarto 'e vino, e nun ve dico che scuppettìo, me pareva 'a
festa
a mare 'e Piedigrotta, nu' schizzo m''a cugliuto 'o naso che nun pozzo
riciatà.
E stamatina, cumme m'aggia sussuta, in nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo amen... l'aggia miso a cocere lentamente. Tre ore ho girato,
ma pippiava che era nu' piacere, na' meraviglia. Embè, ment'isso pippiava
e io giravo, nun parte n'ato schizzo e me va a cogliere 'nda ll'uocchio
(rivolta
ai dominatori) - Ca pozzano passà nu' guaio! Però so' cuntenta d'avè fatto
' a rivoluzione (si alza contenta e orgogliosa e poi fa una smorfia di
dolore).
(Bussano alla porta)
Adelaide - Avanti.
(Si affaccia la portinaia)
Portinaia - 'A rivoluzione!
ATTO SECONDO SCENA IV
Personaggi: Portinaia - Adelaide - Titina - Portinaio - Pasquale - Ciccillo
- Carmela.
Tutti - E' scoppiata 'a rivoluzione?
P - Si! 'ndo' palazzo, ne parlano tutti quanti, stanno cumm''e cane 'a
addurà
pe' scoprì addò vene sta 'ddore 'e ragù. Io ll'aggia capito subbito ca'
veniva
'a ccà, nun aggia ditto niente a nisciuno, però sapite, 'nce sta sempe
coccheruno
ca' nun se fa e fatte suoie e porta 'a spia. (Ad Adelaide) Signò chilli
veneno
tra poco, ne so' sicura, vedite c'avita fa.
A - Titì, va a piglià 'o ragù e jettallo (a Pasquale e Ciccillo) arapite
'a finesta e facite passà l'aria (Pasquale e Ciccilo litigano impacciati
per aprire la finestra che si rompe di nuovo).
P - (Avida, a Titina che è ricomparsa col ragù) - Datemi qua lo faccio
scomparire
io il corpo del reato (Titina tentenna, Adelaide fa cenno di si).
P - Grazie signora, accussì metto a zittì pure 'a vocca 'e mio marito,
quello
lo fa scomparire in un lampo (fa segni espliciti dell' ingozzarsi - Arriva
il portinaio, alla moglie)
Portinaio - E tu che fai ancora qua? Chille..quelli venenofra poco per
la
perquisizione(Ad Adelaide) e qua se vi scoprono, il primo ad andarci per
sotto sono io (la moglie gli mette il ragù sotto il naso).
Portinaia - La signora ti chiede il favore 'e fa sparì il corpo del reato.
Portinaio - grazie... io non dovrei accettare, ma come si fa a resistere,
adesso scendo in portineria, mi chiudo dentro e.. provvedo immediatamente,
fa per scappare, poi ritorna indietro (ad Adelaide) Signò, si salvi chi
può,
(alla moglie) vieni a darmi 'na mano (fuggono).
P - e chillo ave ragione, ccà bisogna andare via e subito (guarda gli
altri
interrogativamente).
Quasi tutti - Si, fujmmo, fujmmo.
A - Andate tutti a Nocera, io.. resto ccà.. pe' Michele.
C - Eh! No , cara signora, st'avota ne va del mio onore, dopo tutto chello
ch'avite fatto pe' nuie, resto ccà io e ve giuro ca' v''o porto io a Michele,
quanno vene.
(Tutti a convincere Adelaide che alla fine acconsente).
Tutti - Si, dice buono, jammo signora, mettiteve in salvo, facitele pe'
rivedè
'a Micheluccio vuosto. (Lazzi, frettolosi preparativi, partono. Carmela
resta
indietro, tutti vanno via e poi si riaffaccia Titina)
T - Carmè e tu nun viene?
C - Il mio posto è vicino a mariteme (Titina l'abbraccia ) Va, nun te preoccupà,
t'ho purtammo nuie 'a Micheluccio tuoio, mo 'e ' pensà 'a signora Adelaide.
(Titina va).
C - (Le poggia delicatamente la mano sulla spalla e la guarda negli occhi
- commosso) Io nun t''o dico 'e te ne 'ì.
ATTO SECONDO - SCENA V
Personaggi: ciccillo - Carmela - Portinaio - Tenente - Petronio.
Ci - (Lunga pausa, poi si ripigliano) Però adesso parliamo solo italiano,
altrimenti quelli ci riconoscono e ci mandano in un campo di concentramento,
nella nebbia.
Ca - Ma mo..., ma adesso nun c'è... non ci sta nessuno che ci sente.
Ci - Va bene, ma abituiamoci pure quando stiamo soli, ci può sfuggire qualche
parola quando verranno (gesticola, si blocca) e non gesticoliamo, a noi
ci
tradiscono i gesti.
Ca - Dammi una mano a mettere a posto.
Ci - (riferendosi al fatto che ha parlato italiano) brava! (l'aiuta) Carmela
sono tempi veramente difficili, pensa che pure Luciano De Crescenzo pennoleia..
pennola... tentenna, è stato visto in un ristorante che ordinava risotto
alla milanese.
Ca - Perchè Lina Sastri non recita in Veneziano e Pierino Tiramisù sta
a
Torino e si fa chiamare Perin.. Perin seh!
Ci - sai che ti dico, le nostre ultime speranze sono fondate su Lello arena
che è al comando del Movimento Clandestino napoletano. Adesso sta nascosto
in un convento, ma presto entrerà in azione. Proprio ieri ha fatto distribuire
migliaia di volantini con la fotografia di Massimo Troisi.
(Rumori di passi esterni, suonano il campanello).
Ca - Chi è?
Portinaio - Sono io, il portinaio.(S'affaccia) C'è la milizia.
Carmela - Madonna mia!
Portinaio - I miliziani hanno circondato il palazzo, vanno in ogni casa,
buona fortuna (va via).
(Suonano ancora, dopo un po', Carmela apre, s'affaccia un tenente miliziano).
Tenente - Posso entrare?
Ca - Trasì...(s'interrompe).
Ci - ...tra Siena e Firenze, l'avrei giurato lei è di quelle parti.
Tenente (Un poco interdetto, ma ligio al protocollo) Io sono il tenente
Garrotti
delle S.N.. Ci è stato segnalato un comportamento illegale da queste parti
da parte di neo-napoletani. Voi siete di...
Ci - Di Cuneo, vicino al ponte, abitavamo dalle parti opposte, ci siamo
incontrati
per la prima volta proprio sul ponte.. (Alla moglie che lo guarda stupita,
sussurra) 'nce so' stato a fa 'o servizio militare.
Tenente - Il vostro cognome prego.
Ca - Esposito.
Tenente - Neo-napoletani?
Ci - Macché, e no! e no! ha detto .. e.. sposi.. to , come a dire che siamo
freschi sposi
Tenente - Eppure io sento un odore, oggi mangiate spaghetti?
Ca - (compresa nel ruolo finalmente) Gli spaghetti, ma quelli li usiamo
per
legare i pacchi, noi mangiamo polenta e osei, io come li prendo li metto
in frigo e quando sono abbastanza... li mangiamo.
Tenente - Vuol dire che i neo-napoletani abitano un altro appartamento
(rivolto
ad una figura fuori scena che arriva) - Signor caposquadra, qui non ci
abita
nessun napoletano.
(Compare Petronio).
Petronio - Un momento Tenente, debbo fare ancora qualche domanda. (Ai due).
Signora sapete cantare ?O Sole mio?
Ca- Io ammiro il bianco sole delle mie montagne, e poi , a Napoli piove
sempre..
Petronio - (Stizzito - A Ciccillo) E voi tifate per il Napoli? Che squadra
incapace, che schiappe, vi ricordate Maradona poi che personaggio (fa un
gesto disturbato).
Ciccillo (sbotta) - Eh, no! Maradona m''a lascia sta , chillo era 'o meglio
campione do' munno.
Petronio - (trionfante) - Neo-napoletani (al tenente) arrestateli!
(Carmela si dispera)
Ciccillo (si libera dall'oppressione) - Viva Maradona, Viva Napoli
Tenente - Vi dichiaro in arresto.
ATTO SECONDO - SCENA VI
(Compare Michele)
Michele - Un momento tenente, come si permette di fare arresti in casa
mia!
Tenente - eseguo solo degli ordini. (Guarda Petronio).
Petronio - La casa è stata circondata e ci sono solo loro neo-napoletani
e nessun altro.
Michele - E mia zia?
carmela - Noce.. (Si corregge) non c'è.
Michele - E Titina?
Ciccillo - (Cercando anche lui di non farsi capire da Petronio) Anche lei
"no..n c'è".
Michele - (Forse ha compreso, rivolto a Petronio) - Comunque, caro Petronio,
vi chiedo di soprassedere all'arresto, in attesa di ulteriori approfondimenti.
Petronio - Impossibile! ex Capo Ufficio (calca la voce sul ex, poi sibillino),
ho saputo che ha rinunciato all'incarico di capo manipolo provinciale e
vi
dico che non solo procederò all'arresto, ma che questa casa rimarrà sotto
sequestro, (autoritario)è vero signor tenente?
Tenente - (Quasi a giustificarsi, verso Michele) Io debbo procedere con
l'arresto,
non ho l'autorità per fare altrimenti.
(A sorpresa entra Angiolillo in divisa da generale).
Angiolillo - C'è l'ho io l'autorità.
Petronio - Tu, generale della milizia, e da quando?
Angiolillo - Da tanto tempo che nemmeno te l'immagini, caro Petronio, ero
in incognito ed ho una sorpresa per te.
Petronio - Per me?
angiolillo - (Caccia un foglio con bolli ecc.) Si! Ho un mandato di cattura
per furto, caro Petronio.
Petronio - Come è possibile, ma io...
Angiolillo - Tu sei stato sotto controllo, ogni volta che arrestano qualcuno,
fai mettere sotto sequestro l'abitazione e poi ritorni con le chiavi e
arraffi
tutto il possibile. Tenente, esegua l'arresto del detto Petronio, è fiirmato
dal comandante in capo in persona. Qui rimango io per ulteriori accertamenti.
Petronio - Sono innocente, caro collega Angiolillo aiutami, Dottore anche
voi aiutatemi! (Angiolillo fa segno di no).
Tenente - Andiamo via.
Angiolillo - Mi raccomando si presenti, scortato dalla milizia, al posto
di polizia di S. Giorgio A Cremano.
Tenente - Sarà fatto, signori...(Saluta).
Carmela e Ciccillo - Grazie Angiolillo, cioè generale.
Angiolillo - (Buttando a terre il cappello) Ma quale generale, mi sono
mascherato
e anche il mandato è falso, l'ho fatto per quel carognone.
Michele - Ma allora, fra poco, torneranno?
angiolillo - Non credo, S. Giorgio A cremano è nelle nostre mani, saranno
fermati tutti. Comunque è sempre meglio fuggire con il mio lasciapassare
falso. Venite ho la macchina giù.
Michele - Ma dove andiamo?
Ciccillo - A Nocera, ma non avete capito? Adelina e Titina stanno a Nocera.
Carmela - Si 'nd''o rifugio, venite, vi spiegammo pa' via.
Angiolillo - Si! Via, via per la libertà. (Vanno).
Si chiude il sipario.
ATTO FINALE
Le luci si accendono formando una penombra sul proscenio, dopo un poco
compaiono
tutti in processione, con luci soffuse varie; si piazzano negli angoli
e
si sistemano per la notte nella "Tufara".
Lazzi a piacere. Vicino al "fuoco" rimangono svegli solo Ciccillo e Pasquale.
Pasquale - E così siete riusciti a fuggire, quasi un miracolo.
Ciccillo - Un miracolo e la strategia di Angiolillo, si 'o verive.. 'nu
generale
perfetto ci ha intimorito, nun pareva isso.
Pasquale - 'O miracolo è stato ca' Micheluccio s'è rinsavito, ha capito
a
tiempo a via justa. Isso è mio nipote e 'o sangue nun è acqua.
Ciccillo - E Titina chella brava figlia l'ha aspettato pure 'nde' mumenti
difficili e mo' cumme stanno belli assieme.
Pasquale - Si è pe' chesto Adelaide è ancora cchiù cuntenta, ma io penso
- pecchè mmiezzo a tutta chesta cuntentezza, ca po' ascì a chistu munno,
c'hanna sta sempe 'e fetiente? Pecchè avimma fa sta guerra senza senso?
Nuie
nun simme organizzate pe' sti cose. Gesù ma che ti si fatto pure tu furastiere?
Ciccillo - Pascà, nun ghiastemmà, tu nun 'e a perdere 'e speranze, si nuje
stammo int''a a chistu fuosso, 'a colpa è a nosta.
Pasquale - Cumme se vede che 'a sapienza toia ha pigliato l'acite de' caraffelle
'e vino che te vaie a sculà. Ma comme? Mo' a colpa è a nosta?
Ciccillo - Siente pascà, mettiamo che s'appiccecano dduie frate, 'e genitori
che fanno?
Pasquale - Appunto, devono mettere pace, chesto Isso (guarda al cielo)
nun
'o ffa.
Ciccillo - Chi sta 'ncoppa a noi aspetta che nuie capimme da sul' qual'è
a via justa. Siente Pascà a vote nu' gesto po' cagnà 'o munno, cantammo
va:
" 'O sole mio....(prima sottovoce e poi in leggero crescendo seguito da
tutti
man mano che si svegliano).
(A un certo punto Pasquale zittisce tutti).
Pasquale - Zitti, zitti, ci sono! ci sono! Chesta è 'a via. Accuminciammo
da capo: (canta ispirato) Fratelli d'Italia. (Gli altri lo seguono e si
dispongono
quasi per andare a conquistare la pace, a convincere gli altri che siamo
tutti uguali. Anche fra il pubblico, alcuni attori complici, se ce ne fosse
bisogno, iniziano a trascinare tutti a cantare.).
Fine