FUGA IN EGITTO
( Versione Sac. Alfio Signorelli )
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レトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトソ
ウ P E R S O N A G G I ウロ
タトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトルロ
゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚゚
S. GIUSEPPE
MARIA S.S.
ANGELO
I・
ANGELO II・
ANGELO III・
ANGELO IV・
ANGELO V・
ANGELO VI・
BENIAMINO - PASTORE
GERMANO - PASTORE
FILENO - PASTORE
GERPONE - PASTORE
GUIDA Iヲ
GUIDA IIヲ
DIMMA - CAPO DEI LADRI
GISIMA
CORNETTI
MALAMBO
MALATESTA
DRAGONE
SCORDATO
MALDONATO
ATTO I・- SCENA Iヲ
(Veduta di una capanna, dove riposa Giuseppe; Maria sonnecchia col
bambino sulle ginocchia. Dopo aver lavorato, Giuseppe stanco dice:)
GIUSEPPE - Non ne posso piu'!
(Si siede e lentamente si addormenta.Durante il sonno
si avvicina il coro degli angeli)
ANGELI - C A N T O
レトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトト
ウ
ウ Godi di Tua gran sorte
ウ Gioisci o peccatore
ウ e mira il Redentore
ウ Bramoso di tuo amor.
ウ
ウ Volgi pietoso il ciglio
ウ Nel seno di Maria;
ウ E mira del Messia
ウ La fiamma d'ogni cuor.
ウ
タトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトトト
ANGELO I・ - Giuseppe! ( si sveglia )
Volgi il Tuo cammino verso l'Egitto, perche' l'empio
Erode pensa di dar morte a tutti i bambini, onde pe-
risca nella strage comune anche Gesu'.
Fuggi, salva il Bambino; cosi' comanda il Supremo Fat-
tore!
GIUSEPPE - (svegliandosi completamente)
Oh! Dio, che intesi mai?!...
ANGELO I・ - Giuseppe, ascoltasti? ( Giuseppe si alza )
E' voce del Cielo, che ti dice di incamminarti per la
via d'Egitto, giacche' Erode vuol morti tutti i bambini
del suo regno. Fuggi, come ti ho detto, cosi' comanda
l'Eterno Dio, per svanire d'Erode l'infame desio.
MARIA - (dolcemente mesta)
Giuseppe, giacche' Erode e' si fiero, obbediamo alla
voce di Dio.
Drizziamo i nostri passi verso l'Egitto.
GIUSEPPE - (acconsentendo)
Si', mia cara sposa; questo suol si abbandoni; (piange)
mai piu' di noi si tenti veder Gerusalemme.
ANGELO II・ Giuseppe, non temere!... Noi vi accompagneremo nel
tragitto.
ANGELO III・ - Su via, e' comando del Cielo....
ANGELO IV・ - Tutti insieme a Voi partiamo; non temete in nostra
compagnia....
ANGELO V・ - Nessun pericolo soffrirete. Iddio Vi assiste.....
ANGELO VI・ - Io andro' innanzi. Fede e speranza Vi assista....
ANGELO I・ - Senza tanto indugiar partiamo dunque. Io Vi saro' da guida.
( Maria sale sull'asinello, Giuseppe mette un fagotto
sulle spalle, prende il bastone con una mano e con l'al-
tra tiene le redini dell'asinello.
Gli angeli precedono)
GIUSEPPE - Or dunque andiamo. ( fatti due passi si fermano)
ANGELO I・ - Giuseppe, perche' cosi' mesto? Perche' confuso?
Prosegui il tuo cammino. Il Gran Fattore del tutto ti
assistera'..... Io ti saro' custode. Non piu' timore,
in Egitto sarai fra poche ore.
GIUSEPPE - Sommo Iddio, questo e' il Tuo Figlio....
Deh! O Signore ( piange ) assistilo in tale istante....
(si asciuga gli occhi)...ed in questo fatale periglio...
MARIA - ( mesta )
Amato sposo, sono cenni del cielo; giacche' il perfido
Erode soppresso vuole il Salvatore del mondo con suo
fatale editto; affrettiamoci a partire per l'Egitto...
ANGELO I・ - Giuseppe che pensi?.....Forse fra dubbi ancora ti
rivolgi! Non dubitare, cammina verso l'Egitto,
giacche' in questa notte, la guida sara' la tua gran
sorte.
ANGELI (cantano : "GODI DI TUA GRAN SORTE" e partono. )
ATTO I・- SCENA IIヲ
( I pastori sudati si fermano. Beniamino, Germano,
Angelo III・ Fileno e poi Gerpone. Prima stanno
seduti a terra, mangiano,suonano e poi si alzano.)
BENIAMINO - Amici, giscche' la sorte radunar ci fece, rapportare
vi voglio un breve sogno:
"Mentre giacevo a dormir con gli agnellini accanto,
parmi sentire una voce dal cielo che gridando mi
disse: Giuseppe rivolgi il tuo cammino verso l'Egitto,
giacche' l'empio Erode risolse di dar morte a tutti
i bambini del regno, onde perisca nella strage comune
anche Gesu'.
La voce cosi' mi disse: Fuggi, salva il Messia, cosi'
comanda il Supremo Fattore, perche' d'Erode deluso
resti il furore. Cio' udito, mi sento volar cola' per
far compagnia a quel dolce Gesu', vero Messia.
GERMANO - Amico, bene tu dici; ma sappi intanto che qui' sogliono
abitare empi assassini ed io non vorrei che per salvare
Gesu' i nostri danni fossero vicini.
BENIAMINO - Vieni meco e non dubitare, che il nostro scudo e' forte
e come ben sai ci difende l'angelo del cielo.
( appare l' Angelo III・)
ANGELO III・ - Dalle celesti sfere alata ninfa a voi ne vengo;
fermate i passi amici; ormai saper voglio quale
impegno vi muove questo suolo a calcar?
FILENO - Da Gerosolima appunto noi facciamo ritorno e con
impegno si prosegue il cammino.
ANGELO III・ - Per supremo voler a voi sia noto un editto fatale
del regnante, che a vivo impegno vuole e comanda
estinto ogni fanciullo. Ma il Supremo Fattore,
saggio e zelante, salvo vuole Gesu' in questo istan-
te.
GERMANO - Ah! Che infame e tragico pensier dimostra per
desiderio di regnar;io gelo.....tremo.... e la forza
mi manca in questo estremo.
FILENO - Germano, amico; bisogna tornar a Dio; il Cielo lo
comanda e bisogna eseguir tosto quanto conviene e
non rintracciar il perche'.
ANGELO III・ - A confronto di quanto l'Altissimo pretende e vuole
che noto vi sia, conviene raggiungere per istrada il
confuso Giuseppe e il Messia.
BENIAMINO - Oh! Ecco il mio sogno...Oh! Contento maggior di ogni
contento! Si segua da noi, amici, intanto l'Alto voler.
Propizia ci sia la venuta del Messia.
FILENO - E il cielo, frattanto, ha avuto cura di noi in ogni
evento. Ah! Compagni, ecco felice il nostro intento.
GERPONE - ( Da lungi con bisaccia, bastone, curvo e barcollante;
getta a terra la bisaccia, si asciuga il sudore e
comincia.)
Grazie al Ciel alfin respiro, debole di forze e di sudor
grondante, e dopo lungo disastroso cammino vengo
pastori.
( prende la bisaccia e si avvia verso i pastori )
Vi sia propizio il Cielo!....Amici, sono degno di
perdono se mi introduco in vostra compagnia?
GERMANO - Servitevi, amico; ma voi perche' turbato v'introducete
in nostra compagnia?
FILENO - Via, parlate senza alcun timore! Mentre pastori noi
siam e a non altri intenti che a pascolar gli agnelli;
siate sicuro dunque coi vostri fratelli.
GERPONE - Amici, giacche' tanto i vostri affetti penetrarono il
mio cuore, sapete chi sono io?... Quel Gerpone, che la
fama mi dipinge empio, inumano, nemico di un Regno,
e forse non risparmiavo la vita di alcuno, e spesso
lottavo contro la fede di Dio stesso.
Sappiate pero', io vi dico: mentre un giorno pensoso
io stavo, ascoltai una voce del cielo che mi rapi' il
cuore: " Gerpone, mi disse, che fai? Che pensi?
Non vedi che il precipizio e' a te vicino? Cangia,
pazzo che sei, cangia destino! "
A tale voce tutto comprsi ed attratto resto' il mio
cuore per essere la mia mente chiamata da un Dio
vivente.
BENIAMINO - Oh! Stupore!...Giacche' tanto udisti, bisogna, amico
che tu offra parole.
GERPONE - Ma ascolta ancora: Tosto ritornai in seno alla mia
famiglia e vidi che l'unico mio figlio, il mio caro Dimma,
seguito mi avea; anzi mi informarono essere atroce,
barbaro, inumano; onde pensai condurlo al primiero sen-
tiero, per lodare poi entrambi Iddio. Ecco il vero.
GERMANO - Ebbene, or verrai con noi con lieto ciglio e poi
cercherai tuo figlio.
GERPONE - Ma dove seguirvi io devo?
GERMANO - Oh! Amor di un Dio, quanto sei grande che chiami un
peccator di tanti affanni!.....
FILENO - (a Gerpone)
Con cieca ubbidienza il sangue spargesti, giacche' il
Verbo Eterno ti disse: torna ai compagni, non temere
se mai sono audaci, abbi prudenza, non paventar e taci.
PASTORI ( assieme) Partiamo con bel'armonia. (partono)
ATTO I・- SCENA IIIヲ
CONTRASTO DEI LADRI
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( I ladri scendendo da cavallo, salgono sul
palco e disposti a semicerchio dicono: )
LADRI - Ecco siamo giunti all'amene contrade d'Egitto!...
DIMMA - (passeggiando)
Amici,compagni a quel che vedo,la fortuna non corrisponde!
E perche' mai? Donde tanta avversita'?
Piu' non si mira un passeggero
che possa saziar le nostre brame;(consenso di tutti)
Non arride fortuna, o cari amici,
alle nostre fatiche e al nostro valor.
Oh! Questo e' un gran cordoglio,
che piu' si accresce in me, quando rimiro voi,
miei compagni afflitti.
E come, potro' soffrire, sorte ingrata
le angosce, le pene, i sudori e persino la fame?
Giuro sul capo mio stragi e rovine oprar
contro chiunque vedranno gli occhi miei;
sfogar sapro' mio sdegno senza pieta'.
Allora contro di Pluto io stesso sapro' le armi
adoprar, e l'ira mia per quanto or scevro di
colpa non potra' raffrenar tutto l'Inferno!.....
GISIMA - Che cruda sorte e' questa! Stare sempre nei boschi
in solitari luoghi, aspettando la preda e sempre invano.
giacche' la fortuna non permette
ancora di vedere alcuno che i passi drizzi verso di noi.
Mentre questo e' il tempo in cui d'Egitto passano
dei mercadanti che portano le loro merci
in Palestina...Eppure non si vede uomo che cammini...
Io disperato, maledir vorrei il fato ,la fortuna,
e i giorni miei!............
MALDONATO - Amico, hai ben ragione di maledir la sorte,
giacche' contro di noi cruda e sorda si dimostra;
ond'io del par la maledico ancor.
Se vedro' qualcuno in questo giorno,
senz'ombra di pieta' vittima la faro del mio furore
conoscerete compagni, mentre lo giuro al Cielo,
al mondo, agli dei tutti che strage accadra' nei
giorni miei!........
BOTTAIO - Io sono con voi d'accordo, giacche' la sorte e' per
noi troppo crudele in questi boschi.
E di giorno e di notte passiamo il tempo miseri
ed infelici.
Eppur non veggo verso di noi venire uomo che saziar
possa le nostre brame.
Amici, a dire il vero la rabbia mi divora!
E a tanto patir non ho flemma.
Io maledir vorrei il crudel destino,
che privo d' ogni bene cosi'
mi lascia afflitto in tante pene.
MALAMBO - Stelle crudeli!... Perche' si barbare tutte
congiuraste al nascer mio. Nacqui infelice, ed or,
abbandonata la patria natia, vivendo fra questi soli-
tari abituri, credevo ritrovar la mia pace.... Frattan-
to perfido destino, son costretto a perire di pura fame.
e questi miei compagni che potranno far vedere quanto
valgono, anche in qualche sol incontro felice, non
possono....poiche' l'iniqua sorte un passeger non
offre...Dunque staremo qui' neghittosi? Ah!Che io fremo
di sdegno, avvampo d'ira, tremo di orrore e giuro in
faccia a tutti i numi che se qualche infelice sventurato
nelle mie mani cadra', allora lo svenero' da disperato.
DRAGONE - Sempre la rea fortuna non comparte i suoi doni a
chi li deve.....
Amici, il coraggio, il valor che ci distingue,
meriterebbe invero la ricompensa.
Eppur tra queste selve
si soffrono piu' disagi, la fame ci divora
e non si acquista preda.Ma se camba la sorte e ci offre
in questi boschi il gradito piacer di assalir qualcuno,
allora il mio furore d'ogni vostro pensar
sara' maggiore.
SCORDATO - Il desio di acquistare ci trattiene in questo boschi,
(prende la tabacchiera e da un giro di tabacco,
mentre dice:)
forse il fato, reso per noi benigno,
secondar vorra' le nostre brame.... (torna a posto).
Bisogna intanto sperare, perche'questo e' il tempo
in cui si fa tragitto da molti mercadanti verso l'Egitto...
Bisogna sperare, addunque ed aver sofferenza
finche' l'amica sorte alle nostre mani
qualche favore apporti.
MALATESTA - Non so frenare lo sdegno nel vedendoci confinati
in questi solitari boschi, famelici, con
ansia di acquistar preda;
mentre l'avversa sorte non si e' benignata
finora ad apportarci vitto per disfamarci.
Ma vi diversamente me credete ed osservate
che se fortuna cambiera' d'aspetto e ci offrira'
qualcuno in questo bosco, me vedrete il primo
contro costui a svenarlo.
Ma se la destra audace non lo trafiggera'
allora di furie armato, mi daro' in potere di
Pluto io stesso, per andare a pagare la pena con quei
che sotto il suo comando tiene.
MALAMBO - (allegro)
Amico, non piu'; gia' mi predice il cuore buone nuove
per noi. Questa notte, mentre dormivo, vidi nel sogno
ricca gente appressarsi. Ognuno allora farsi cuore
sperava e con voci e minacce assalimmo quelle timida
ciurma. Uno: Ferma! le disse, e l'altro: Muore chi con
armi si appressa e assalisce. Quindi ancor si formo'
corona per rapire quella preda desiderata. Intanto
come lupi tutti assieme ci appressammo per fare quel
bel bottino, e mi rammento che rubammo oro ed argento.
GISIMA - Non dubitate, amici, rinasce in me quest'oggi la speme
di far preda.
Ma noi non lasceremo intanto d'oprar quanto conviene.
Stiamo a guardar con comune vigilanza tutte le vie del
bosco e senza perder tempo stia ognuno al suo posto.
Bisogna essere arditi, mentre al nostro valore prestera'
la fortuna il suo favore.
GUIDA Iヲ In questa collina, dove si fa la spia, mi fermero' per
vedere da lontano il passeggiero e con fischio a voi ne
daro' l'avviso.
Si, date a me questa cura, che qualche buon evento vi
assicura.
DIMMA - Si, or vanne, mio caro! I sentimenti, che spieghi tu,
son degni di te e fanno rinascere nel nostro animo
quell'animosita', quel coraggio.
GUIDA Iヲ - A quel che vedo, la fortuna non corrisponde; io sono
un uomo disperato, disprezzato; all'acqua, a neve,
al freddo, al vento ....Il primo che incontra nelle
mie mani, oh! Io faro' provare guai, pene e tormenti.
Guai al primo, guai al secondo e con questo cordoglio
mio non perdonero' neppure allo stesso Dio!
(getta il berretto a terra)
DIMMA - E voi, miei cari compagni, che date la veste a si degno
condottiero, sappiate che anch'io fui alla testa di
alquanti bravi compagni in parti piu' remote del mondo.
Essi formavano la felicita' della compagnia.
Nel giro di due lustri si scorsero quei campi con la
piu' terribile franchezza, con la quale guadagnammo
ricchezze.
Non vi fu regola particolare; nessuno osava ritornare
ai compagni senza armi, rimprovero mai della loro abi-
lita'. Insomma fui sempre felice accanto ad essi.
Il caso acerbo me li tolse dal mio lato e la tragica
scena recise il filo della loro vita. Voglia il Cielo,
che potessi con la compagnia vendicare il sangue dei
medesimi; ve ne resterei obbligato, se ricevessi questa
soddisfazione; e da questo istante mandatemi liberamente,
poiche' nel mio cuore si accresce l'ira, lo sdegno, il
furore.
CORNETTI - Io non temo di nulla, anzi voglio aspettare a piede
fermo la favorevole fortuna d'incontrar qualcuno, ed
allor vedrete il mio furore e la strage che faro' di
costui.
Ma se deluso io resto, di furia armato maledir vorrei
la sorte ed il fato.
MALATESTA - Questo giorno felice e si bramato; alfine rinasce nel
mio cuore l'ira e la speme. Ah! tu non sai come mi
freme il sangue nelle vene e come di sdegno avvampo!...
Vi prometto di sacrificare chiunque vedranno gli occhi
miei....
Ah! La vendetta (getta con furia a terra il berretto),
il furore, la rabbia ed il veleno mi trafiggono a gara
pensando le stragi che dovro' fare, mi sento scorrere
per le vene e le ossa il raccapriccio...
(prende il berretto)
Io fremo!...Ma or sappi che, per disgrazia, lo stesso
Giove nelle mie mani incappasse, ti giuro e ti dono la
destra in pegno, che sfogar e vendicar sapro' il mio
sdegno.
DRAGONE - Il mio coraggio ed il mio cuore gia' tante volte lo
vedeste per prova.
Ma se per disgrazia nostra oggi tramonta il sole ed un
passeggero non vedono gli occhi miei, ah! Maledir
vorrei tutti gli dei.
DIMMA - Il maledir non scema i nostri danni; uniformiamoci al
tempo; la sola virtu' puo' giovarci....Verra' forse
quell'ora in cui fortuna mutera' d'aspetto: verra'
forse quel punto in cui ricchi di preda ritornar potre-
mo a casa nostra. State quieti pertanto; non date piu'
al mio cuore pene maggiori, cari compagni, e spero che
non avremo il cielo sempre severo.
MALATESTA - Evviva, amici. Speri ognuno di noi di rammentar le
provvidenze antiche; ed in questi grevi e grandi cimen-
ti ci troviamo sempre bene in tutto sempre con l'aiuto
dei numi. Alfine vinceremo, amici, l'avverso fato!
Dio provvede ancora agli insetti e tutti siamo figli
suoi. Ma se succede che il giusto gioisca e l'empio
pera, questo e' un caso e non un dono. Ognuno goda
dell'arbitrio suo. Ma se succedera' qualche intoppo
felice; lo giuro e il mio giuramento non erra che
tremar faro' tutta la terra.
DIMMA - Amici, son scorsi piu' giorni che non si e' fatta preda.
Bisogna andar in altra strada ove ritroveremo qualcuno
che portera' denaro e togliendogli questo, saremo sempre
allegri; diversamente moriremo di fame e non potremo
adempire le nostre brame.
MALDONATO - Ma l'ultima preda fatta da noi resto' denaro che doveva
ripartirsi. Perche' sin'oggi non si e' diviso?
Cosi' le nostre leggi sono in avverso.
GISIMA - No, amico, col denaro rimasto si comprano le armi ne-
cessarie a ciascuno di noi. Ora che siamo provvisti
tutti a dovere, possiamo contrastare con mille fiere.
DRAGONE - Partiremo dunque per Antiochia, che essendo quella
gran citta' di negozi ricca, troveremo spesso dei
viaggiatori con denaro e merce, e potremo ben provvederci.
SCORDATO E - Partiamo, su via; su via dunque partiamo.....
MALAMBO
CORNETTI - Fratelli, consolatevi; vorrei che prima di partire pren-
dessimo un po' di cibo per giungere con piu' lena in
Egitto.
GUIDA IIヲ - (dalla tavola da pranzo) Ola'!....
DIMMA - Compagni aspettate un momento, giacche' da lungi si
sente una voce......
GUIDA IIヲ - (si avvicina ai compagni)
Ola' compagni! Che attendete? Accorrete, e'
pronto il cibo, gia' la tavola e' pronta, raddunatevi
insieme e ristorate le gia' cadute forze. Vi e' carne,
vino, cacio, e se tarderete forse si perde qualche sano
intoppo; non perdete tempo, su venite, mangiate e bevete.
Fra breve faremo preda migliore, me lopredice il cuore
e mangeremo cibi migliori, piu' buoni, prosciutti, carne
stufata e maccheroni. Venite e non tardate che voi siete
diventati tanti poltroni.
( vanno a mangiare, mentre mangiano la GUIDA Iヲ sta' di
vedetta sugli alberi e di tanto in tanto viene a pren-
dere qualche boccone.
Si sente da lontano un dolce canto; sono gli angeli in
compagnia della Sacra Famiglia che s'appressano; la guida
corre ad avvertire)
ATTO I・- SCENA VIヲ
L' ASSALTO
____________
........Godi di tua gran sorte.....
GUIDA Iヲ - Compagni che faremo?...Gente a noi si appressa...Vedo...
oppur mi inganno?.....Ecco da lungi una donna viene...
Si'....e' vero ed al suo lato un sol uomo!....Ah!
Pietoso cielo, questo e' il punto d'acquistare una buona
preda...Torniamo ai compagni...Non piu' timore (fischio)
Compagni venite!...A noi si appressa una vaga donzella ed
un nobile vecchietto.
DIMMA - Compagni, ecco la preda!...Io da parte mia impedisco il
cammino, amici, compagni a noi!... Fate coraggio,
aprite il seno, strappate il cuore, mostrate alfin il
vostro valore....
(contrasto interno...turbato dice:)
Sommo Iddio...perche' pavento?...Donde nasce il mio
timore?...Perche' povero mio cuore...ti sento palpitare?
GIUSEPPE - (piangente confuso)
Deh! O Signore assistici!....
DIMMA - Fermati vecchio! Non fare un passo innanzi, se vuoi
aver cara la vita. Te ne vai cantando in questi
boschi!...Troppo contento sei!...
GIUSEPPE - Ma che volete da noi?...(con pieta')
Nulla abbiamo....lasciateci proseguire.
DIMMA - (tra se) Perche' viene meno il coraggio?....donde
tanto tremore?....
(risoluto) Ah! No!.....(a Giuseppe) Su via...tutto
consegnar mi devi, senza tanto indugiar....
GIUSEPPE - Pieta', signor, per quel bambino e per la mamma
sua....( piangendo )
DIMMA - Che pieta'!...(contristato) Cuore mio, perche' forte mi
batti in petto?...Senti pieta' per costoro?...donde tanta
vilta'...
GIUSEPPE - Siam povereelli in fuga...lasciateci andare...
(commosso, tremante),,
DIMMA - (tra se)
Di questo vecchio i detti, l'aspetto, il portamento
mi commuovono. Ah! Che fare?...e i miei compagni?.....
(risoluto) No!....Morte e rovina fu il nostro patto....
Tremi o vecchio?....Ben ti vedro' tremar fra poco ai
colpi del ferro mio!.....
GIUSEPPE - Io non tremo....(risoluto) ne pavento il tuo ferro!...
Confido in Dio che e' piu' forte di te e di tutti i
tuoi compagni insieme......
DIMMA - Vecchio ancor non cedi?...Ancor sei pertinace?....Empio
tremar tu devi del mio furore ed ad un tempo perfido
morirai senza palpitar.
( si scaglia contro Giuseppe )
GIUSEPPE - Gran Dio pieta'!
MARIA - Signore aiutaci!.....(piange)
ANGELO I・ - Dimma....fermati Dimma, fiero ladro crudele, in questo
bosco vanne indietro!
DIMMA - (tra se') Come conosce il mio nome?....
ANGELO I・ - Voglio che tu sappia che questo pargoletto nelle fasce
avvolto e' il Supremo Fattore del tutto; questa e' Maria,
la Regina del cielo, quel buon vecchio e' Giuseppe suo
sposo....Su via, lasciateli proseguire nel loro cam-
mino.
DIMMA - E che pretendi, vago?...Vattene; col tuo nudo ferro
cerchi indurmi a vilta'?....T'inganni!...Il mio coraggio
e quello dei miei compagni non e' si vile come tu lo
figuri; vattene, che il mio sdegno proverai fra poco.
ANGELO I・ - Vanne indietro! BArbaro disumano!....Il fiero capo in-
china a terra....Chiedigli perdono e se contrito ti rendi
in questo ostante, sarai del Sommo Iddio servo ed
amante....
DIMMA - Io chinar il mio capo a terra!...Io...Cosi' mi offendi?
.....Anche contro di te il ferro mio adoprar sapro'....
ANGELO I・ - Non ardir Dimma, lottar contro l'angelo di Dio, posto
a custodia dell Sacra Famiglia....Non piu' resistere
alla chiamata di Dio...
MARAIA - Signore, o Eterno Padre, dacci aiuto in questo periglio;
sai che meco porto il Tuo Gran Figlio.....(piange)
DIMMA - ( confuso ed umiliato )
Si...Eterno mio Dio...dammi aiuto di resistere con
questi miei compagni, che troppo ingrati si mostrano
con Te; e questo vecchietto col suo volto afflitto, e
questa nobil donna col suo amato Figlio muove a pieta'
il crudo cuore di tutti noi.....
GIUSEPPE - (piu' contento)
Amico, il ciel ti salvi...Vedi, pellegrini noi siamo,
poverelli in fuga verso l'Egitto...
DIMMA - Oh! Di questo vecchio i detti mi commuovono....E quel
tenero Bambino colla vezzosa mano par mi dica:
" Dimma, deh! Caro Dimma, pieta'" Ah!Non ho cuore di
svenarli....(risoluto)
Vecchio non ti turbare! Alla fine di umanita' noi non
siamo privi... Accostati ai compagni...non piu' timore,
amico io ti saro' e difensore....
GIUSEPPE - Amico, il cielo ti dia grazia e valore, mentre coi voti
miei stanchero' il cielo a darti santo lume e pieta'.
ANGELO IV・ - O giorno felice, o perpetuo tripudio che e' questo per
te, o Dimma....giacche' l'Onnipotente ti ha con la sua
misericordia assistito...e qual grazia si neghera' a
tanto intercessore. Senza indugio ai tuoi compagni ri-
torna e la rabbia loro cambiando in calma, dal cielo
otterrai la palma. (Dimma torna confuso ai compagni)
SCENA IIヲ
MALATESTA - Compagni, il nostro caporale a noi ritorna senza nulla
apportare. Il mio pensiero non erra: cerca a coloro
dal liberta'....Giusto io dico: cerca a coloro dar
liberta'. Ma non lo soffriro' giammai; giuro sul sangue
mio che voglio vendicarmi, perche' sol di sangue si pasce
il cor mio.
SCORDATO - Amici, voi sappiate che fra gli antichi Ebrei vi era la
piu' grande felicita' del mondo, ed or frattanto,nel
rimirare il nostro Dimma, vedo bene che per la preda e'
troppo molle; a coloro cerca dar la liberta', ed allor
vedrete, sul capo mio, l'empieta' che dovro' fare.
Sappiate, miei cari compagni che nei tempi di mia
famiglia vi erano continui e disastrosi flagelli ed io
fui sempre vittorioso .
Badate bene, miei cari, alle leggi dei nostri vecchi
antenati Ebrei, che sempre stavano costanti come lo
stesso Oloferne, il quale andava vittorioso negli
attacchi di Faraone.
Sappiate che, se di questa preda noi non acquisteremo,
si perde la felicita' nostra; per cui dovremo essere
costanti. Quel vecchio dobbiamo ucciderlo e tagliarlo a
pezzi...cosi' saremo sempre felici....
MALDONATO - Ben dice il nostro Scordato. Frattanto che siamo qui'
riuniti, tutti con lo stesso scopo, egli solo ha trovato
la ragione profonda, per cui non dobbiamo mai venir meno
ai nostri patti. Il suo dire ascoltiamo con attenzione
e se per caso ancor il nostro Dimma persistesse nella sua
vilta', Scordato sia il nostro capo. Seguita dunque
caro compagno, nei tuoi detti ad eccitare in noi il furore
e ristabilire l'unione perfetta anche senza Dimma.
SCORDATO - Questo non basta, miei cari compagni. Il mio furore, la
nostra grandezza i tuoi pianti niente a noi recano.
Per te tutto mi reca a niente la serie delle tue pene,
della tua colpa e dell'altrui. La mia rabbia e'
intollerabile. Oh! Sorte! Oh! Colpa Oh! Sangue!
Oh! Rimembranze! Oh! Morte!
MELAMBO - Dimma, e che pretendi? Per un fanciullo, per una donna,
per un vecchio ardito cerchi avvilir tutti noi?
No, amico, poiche' noi siamo infuriati.
Dobbiamo loro togliere tutto quello che portano ed,
a tenor del nostro petto, soggiacer debbono e darsi
alla morte, giacche' qui' li ha condotti oggi la sorte.
DIMMA - Compagni, avete mirato con chi ho ragionato?....
Un vago Bambinello quella donna porta nel suo seno e
quel nobil vecchieto e' il suo diletto sposo. Ah! Alla
vista di quel Bambino tenero, vezzoso e caro restai
trafitto nella mente e nel cor!....
GISIMA - E che pretendi alla fine? Pieta' usar tu vuoi? E quando
mai fra noi regno pieta'? Strage, empieta' e rovina fu
il nostro patto e questo sara' per sempre.
CORNETTI - Se alla vista di una vaga donzella pietoso ti dimostri,
faro' con questo ferro scorrerti fiumi di sangue.
Pensaci, trema, risolvi, altrimenti col mio furore faro'
strage e rovina.
DRAGONE - Cosi' la nostra legge si eseguisce?... Cosi' i nostri
riti si annullano. Dov'e' andato, Dimma, l'antico tuo
furore?...Ti lasci intimorire alla vista di una donna,
per quanto belle essa sia, e ti fai pietoso!....
Metti senno; lungi da te ogni vilta' e pieta'...
Ordina la strage di questi infelici, che la sorte ha
portato oggi alle nostre mani!....Compagni senza indugio
alla vendetta, alle armi!....
DIMMA - Ma se vedessi la grazia, la belta!.....
TUTTI - Che grazia, che belta'!.....
GISIMA - Quando mai fra noi regno pieta'!...Ricordar tu devi,
quando di star uniti noi tutti concordammo e giurar ti
vidi, sopra l'armi nostre, di assassinar chiunque
capitasse nelle nostre mani. E quelli, or tu perche'
non li sbrani?.....
MALDONATO - Raffrenar non posso, o Dimma, lo sdegno mio!...Per una
vil donzella tu molle ti fai; per un vecchio erdito tu
ci chiedi pieta'; per un Bambino vuoi tutti noi avvilir
cosi?...Dov'e',o Dimma, il cor feroce? Andranno gli empi
cinti di gloria se, per una ingannatrice donzella vuoi
far abbassare l'ardire a tutti noi!...Ma no...Io saro'
il piu' forte e non vi e' chi possa colmare il mio furore.
Ho forte il petto e di macigno il cuore....
DIMMA - Ma lasciateci, amici, che io possa palesare tutto il mio
cuore.....
GISIMA - Deh! Ti sovvenga o Dimma, che piu' di la' del bosco, ove
l'antro di Plutone col fiumicello confina, in mezzo a
quegli alberi frondosi, nascosta pur io trovai una vaga
e gentil donzella, di cui ridir non posso la grazia, la
belta', il portamento, il brio; fiero io mi mostrai per
ottenere i primi frutti dell'amor suo e a tante preci e
minacce la semplice cedette al mio furore.
A te la presentai per ottener la grazia di salvarla, e tu
rammentando le nostre leggi, volesti che fosse esposta
al furor delle nostre armi....e l'infelice cadde a terra
da piu' colpi trafitta. Dov'e', o Dimma quello zelo?
E voi compagni perche' si lenti? Presto alle armi, e
senza dimora contro quelli avventiamoci!
( Dimma piange)
MALDONATO - Dimma, perche' mai mi nascondi il tuo volto?....Se degno
desolator non sei tu, degno desolator saro' io per te!...
Rientra in te stesso e pensa che il tuo cedere e' vano...
E' inutile il tuo pensar....Come! Tu piangi per quei
miseri?...Che ti mossero forse a pieta'?...Questo non
basta a tormentar tutti noi. Giunsero dalle colonie
egiziane degli Ebrei....furono i loro pianti ai nostri
piedi...eppur di tanta felicita' nell'udito accesso,
trovi la via di tormentar te stesso.
DIMMA - Amico, tu ben sai, quante volte e quante si son seduti
ai miei piedi avvinti, oppressi i piu' robusti e
coraggiosi eroi, con lacrime e pianti domandarmi pieta',
ed io costante nelle preci loro.
Or non so quale forza ignota mi opprime il cuore.....
Avvicinandomi a quel Bambino tero e vezzoso e pieno
d'amore mi attrae il corpo, l'anima e il cuore.
E quando mai nel mio cuore regno' pieta'?.....
Venite meco e mirate voi, se l'animo vi basta di dar
morte a colui col quale mi contrasta....
CORNETTI - O giorno fatale, o terribile affanno!...Non posso
resistere....Vorrei svenarmi io stesso...Ma no,Dimma,
te lo giuro e ti prometto di vendicare il sangue
medesimo. A tal punto tu dovrai recidere il fil della
loro vita....Per cui miei cari amici, badate bene che
il nostro Dimma cerca dar loro liberta'.
Ma tutti noi col nostro coraggio e il nostro furore,
potremo strappare loro la vita e il cuore.
SCORDATO - Compagni non vedete che il nostro Dimma cerca indurci
a pieta'.....
TUTTI - MAI!!!
SCORDATO - Abbiamo dimenticato la fame sofferta in questi boschi,
mentre la favorevole fortuna ci offre propizia
l'occasione di far preda. E ce la faremo sfuggire di
mano per la vilta' del nostro capo?...No compagni!...
Se cosi' facessimo, pregiudicata rimarrebbe la nostra
fama, rotta per sempre la nostra unione. Pensaci, Dimma,
se vuoi aver ancor teco questa valorosa compagnia, metti
da parte la bonta', la pieta'.
Altrimenti solo ne andrai, abbandonato da tutti noi.
MALAMBO - No, amico. Alla vista di una donna mutar non devi,
giacche' gli uomini e le donne egualmente da noi
restano uccisi. E tu che sei stato il piu' feroce
e il piu' crudo, or come cambi di pensiero?... Ma
questo non lo soffriro' giammai...Le nostre leggi
devono restare col loro vigore, io non posso raffrenar
il mio furore!
MALATESTA - Amico, nel considerare il tuo linguaggio vedo che non
corrisponde a quello che hai usato fin da principio.
Hai voluto forse ingannarci? Paura e coraggio si
alternano nel tuo cuore in modo molto facile e con
disinvoltura biasimevole. Insomma, a dirti il vero,
vedo bene la distanza che passa dal tuo parlare al tuo
operare. Supporre io dovrei che nasca in te un principio
di pentimento.....
La tua modestia, il tuo cambiamento sembrano piuttosto
d'aver altra ragione di quella che esterni: un vecchietto
una donna ed un bambino e vorrei che ti avesse colto la
belta' ingannatrice.
DIMMA - No, mio caro, ti sbagli di grosso!...
MALATESTA - Su, rientra una volta in te stesso e sappi che il tuo
cedere e' vano. Osservo un fermento nell'animo dei
compagni e mi accorgo che inutili sono le tue preghiere..
E voi miei cari compagni, che la pensate al par di me,
non temete perche' non manchera' un'altro condottiero,
un altro duce...Non vi scoraggiate...al posto di Dimma
sapro' io stesso governare. La fortuna cambiera', me
vedrete il primo ad ucciderlo.
Quel Bambino si tagliera' ora pezzi a pezzi, quel
vecchietto si brucera' e la donzella, quella cosi'modesta
e bella, pensero' io di renderla vittima di tutti noi.
Da questo istante mi prendero' la liberta' di finir la
loro vita nelle nostre mani.
Ma or tu perche' non li sbrani?..
( Partono le guide verso i pastori che si avvicinano )
DRAGONE - O barbaro, o crudele destino!...Sembrami, miei cari
compagni, che questo Dimma troppo molle si mostro', e
che questo Gisima, Maldonato, Cornetti, e Scordato
siano tutt'altri da quel che erano. E voi tutti
vergognatevi di comparire sulla faccia della terra, mentre
io solo non mi chiamero' il perfido Dragone, se non basto
ad uccidere questo infelice e spezzargli il cuore.
SCORDATO - Sterminata umilta', vilta'si chiama. Ohime'!...Resistere
piu' non posso; vorrei sbranami io stesso, uccidermi
vorrei. Ah! Pieno di rabbia avvampo di ira, tremo di
terrore. Giuro in faccia a tutti voi compagni che voglio
farvi vedere il cor di Abramo...Fermati, cedi a me
vecchio insensato.
GIUSEPPE - O Dio, ammolisci quei duri petti!!!
GUIDA Iヲ - Compagni che faremo? Gente a noi si appressa.....
e
GUIDA IIヲ
DIMMA - Compagni, che faremo a quella gente? Credo che porteranno
denaro...Voi state in guardia, io da parte mia impedisco
il cammino. Di questo furto io voglio procacciarmi...
Tutti state attenti... alle armi...
GISIMA - Fermati ,amico, non rischiar cosi' i giorni tuoi...
prima prosegue la guida e dopo noi....
DIMMA - Partite dunque e mirate occulto, al ritorno rapportate
tutto....
ANGELO IV・ - Quale affanno e quale perpetuo pianto si prepara per
Pluto nel cupo inferno; fra poco avvinta si vedra' la
morte in sempiterno coi trofei suoi. L'uomo in cielo
occupera' la sede degli spiriti ribelli, merce' il
perdono che domanda a Dio, Re Divino del cielo,
Liberatore del mondo.
(I ladri si mettono in attesa, pronti - Silenzio perfetto)
SCENA IIIヲ
ARRIVANO I PASTORI
( Le guide li scorgono e vanno loro incontro, a principio del palco
mentre i ladri con a capo Dimma stanno pronti per l'assalto )
GUIDA Iヲ - Il Cielo vi salvi....Ditemi, e' questa forse la dritte
strada che conduce in Egitto?
GUIDA IIヲ - Via rispondete, non mirate con bieco ciglio...Che fate
voi in questi boschi erranti. Su dite la verita' o non
passate avanti...
GERPONE - Ebbene, che vuoi tu?...parti e taci.....
BENIAMINO - Amici, domandato avete s emai e' quetsa la dritta via
per l'Egitto...Noi siamo pastori addetti solo a
pascolar agnelli....Noi non sappiamo se questa e'
la dritta via oppure no...
GUIDA IIヲ - Ebbene io so che voi siete tanti spioni....
GUIDA Iヲ - Zitto, che dici? Sono pastori e non potranno
ingannarci adesso.
GERMANO - Amici, mal ci conoscete! Vi assicuro in fede
mia, che siamo pastori di Gesu' Giuseppe e Maria.
GERPONE - Amico, lasciateci in pace, poiche' pastori noi siamo
e non sappiamo qual sia la dritta via per l'Egitto.
FILENO - Amico, lasciateci in pace; hai sentito quanto il mio
compagno ti ha detto o no vuoi sentire...Bada che fra
poco ti faro' pentire.....
GUIDA IIヲ - Fermatevi finche' noi avvertiremo i nostri compagni...
Su compagno, presto partiamo, che questi pastori il tutto
non diranno, ed io faro loro provare un terribile
affanno.
GUIDA Iヲ - Si facciamo ritorno ai compagni nostri e rapportiamo
quanto abbiamo visto ed udito.
BENIAMINO - E' gia' adempito il nostro voto; or si adempia il
comando di Dio.....
(Gli angeli cantano: Godi di Tua gran sorte - pianiossimo -
i pastori spaventati si inginocchiano.)
GERMANO - Ascoltate, amici, che bella rmonia.....senza dubbio e'
qua' il vero Messia!
( I ladri spaventati abbassano gli occhi ed ascoltano )
DIMMA - Compagni, ancor persistete!....Sentite che dolce e divina
melodia! E vi basta il cuore di svenare questa celeste
compagnia?
Per questo caso solo grazia e bonta' vi chiedo.......
TUTTI - Che grazia!....Che bonta'!....
(poco persuasi ma senza rabbia )
GUIDA IIヲ - Signor, quelli con cui parlato abbiamo ( li indica)
sono quattro pastori. Uno di loro (indica Gerpone)
fu troppo audace e mi disse : parti e taci.
DIMMA - Compagni che faremo?......
SCORDATO - Attendiamo, o Dimma....Io non vorrei che questi quattro
e miseri pastori ci lascino sfuggire di mano la nostra
preda, e questo diversivo giovi ai fini suoi reconditi.
Evita ogni altro eccesso, prima che finisca il primo
processo.
ANGELO IIIヲ - Iddio di tutti e' custode, anche di voi miseri peccatori.
(a Gerpone) Va indietro barbaro traditore; il fiero
capo inchina a terra e chiedigli perdono (indica Gesu')
Se contrito ti rendi in questo istante, sarai del Sommo
Iddio servo ed amante.
GERPONE - E che pretendi da me? (arrabbiato)
Non sai ch sono io?
GERMANO - Raffrena i detti tuoi o gran Gerpone...Tu ben sai che la
prudenza e' madre della virtu'; taci intanto e non parlare
piu'....
DIMMA - Che intendo?....Gerpone si disse; mi trema il cuore....
forse e' mio padre?...
GISIMA - Dimma, perche' si turbato?.... Lo riconosci tu?.....
GERPONE - Dimma, ascoltai....Mi gela il sangue....alzo il ciglio...
Forse e' mio figlio!
DIMMA - Padre mio....perdono!
GERPONE - Figlio mio....( si abbracciano e piangono e cosi stanno
un poco)
FILENO - Oh! bella! Han calmato entrambi il furore!....
BENIAMINO - ( A Dimma)
Sorgi e mira di Gesu' l'amore e fervoroso vieni in
nostra compagnia ai piedi di Gesu', Giuseppe e Maria.
( I ladri restano in disparte spaventati e confusi, ma pieni di rabbia)
MARIA -
Voi, caro Giuseppe pregate meco l'Eterno Padre,
l'increato Spirito ed il Figliolo, che prese carne, ad
illuminare la mente di questi miseri peccatori, onde
mutando vita ottengano da Dio la gloria infinita:
ANGELO IV・ - Non temere, o Maria, gli empi attentati del superbo
satana. Io sono il tuo scudo...Per prova si sa qual
forza ha questo braccio, quando dal cielo lo precipitai
negli abissi, e il solo aspetto sostener non puo'...
Invaso dal terrore l'empio cede dal suo errore.
CORNETTI - Compagni il nostro caso e' difficile, insopportabile...
Risolverlo dobbiamo...Il nostro Dimma inerme ha ceduto
alle preci, alle lagrime di quel vecchio, al bel viso di
quella donna...e in compagnia di suo padre che la fortuna
gli ha qui' condotto, si e' allontanato da noi.
Persistiamo nel nostro furore?... O sbandati ne andremo
ognuno alla propria famiglia.
Che vilta' a causa di un vecchio!...Decidiamo il da
farsi. O tutti a morte secondo il nostro patto; o tutti
salvi, e noi per sempre affamati, avviliti, disorientati,
disonorati....
GIUSEPPE - Amici, eccomi inerme il petto;svenatemi, ma vi sovvenga
che poveri noi siamo. Alla fine nulla da noi acquistar
potrete. Altro far non posso io, che pregar per voi
l'Eterno Dio.
MALAMBO - Che Dio!....Che grazia!...Che bonta'!....Quando mai fra
noi vi fu' pieta'. Noi giurammo di non esserci bonta'!...
Vecchio te lo prometto e te lo giuro; e il giuramento
fatto a tutti noi lo eseguiro' in questo caso estremo...
Ti faro' recidere la testa e fra le mie mani la
prendero'...
Per cui pensaci, risolvi quale morte scegli tu, o donna,
o vecchio, perche' fra poco vi sbranero' e finira' cosi'
il nostro processo.
SCORDATO - Si, mio caro; i sentimenti, che spieghi tu, son degni di
te...Ma che pretende mai questa donna, questo vecchio e
quel fanciullo, che avvolto nel seno cerca avvilir tutti
noi...Ah! No vecchio, a te lo giuro che se mai ciascuno
di noi cerchi di avvilir cosi', se io non posso svenarti
con le mie proprie mani, mi daro' la morte io stesso,
e finiro' la mia vita in tale eccesso.
GISIMA - Cedi, vecchio insensato, al mio furore...
( l'Angelo I・para il colpo )
MALDONATO - Ai tuoi preghi s'indura il mio cuore.
GIUSEPPE - Pieta' di noi miseri viaggiatori!.....(piangendo)
Che volete da noi?....
TUTTI - Distruggerevi vogliamo!...
ANGELO I・ - Distruggere!...Chi volete distruggere?....Sapete chi
son questi?....
ANGELO III・ - Questo e' Dio, Gesu', il Messia...che nelle fascie
avvolto e' venuto al mondo a cancellare i peccati con
disagi e fatiche, alfin morira' sulla croce per redimere
ancor le anime di voi peccatori, avvolti in tanti errori.
MARIA - Soccorretemi mio Dio in questo estremo passo...
Illuminate la mente di questi peccatori ed adoprate la
vostra clemenza, o mio Signore....
SCORDATO - Poco dicesti o Dimma, di quel che io miro....
GISIMA - Maldonato, che pensi?....
MALDONATO - Alla fine, Gisima che risolvi?...
GISIMA - Ah! In seno il cor mi balza....... (commosso)
mi sento ripieno di giubilo il cuore all' improvviso....
e spero da quel Bambino il Paradiso.....
MALDONATO - Cuor mio...Che fai?...Maldonato che pensi?...
Che risolvi?... Devo adorare quei numi sotto spoglia
mortale, oppure avventarmi feroce contro di loro e col
crudo ferro traforar quei petti e lacerare quei cuori.
Ma no...Anch'io avvilito mi sento e non mi regge
l'intiero senso!....
MALAMBO - Dimma disse assai bene....Invece dello sdegno e del
furore sento per questi un grande amore.
CORNETTI - Compagni, non piu'...Che strazio al mio cuore...
Che tormento.....
MALATESTA - Una forza occulta mi trattiene....Pieta' anch'io sento
per loro!...
DRAGONE - Godi, buon vecchio...Con la tua modestia, col tuo dolce
parlare hai vinto sul cuore di tutti noi.
Libero ne andrai dal nostro furore.
SCENA VIヲ
DIMMA - Compagni, perche' si mesti?....Perche' si lenti?
Dov'e' il vostro cuore feroce?...Le stragi...le vendette
le rovine e il rio furore?...
Su via, passate il Bambino, se ne avete cuore!
GISIMA - Donna, come ti chiami?
MALDONATO - Via dite il vostro nome!....
GIUSEPPE - Il mio nome e' Giuseppe, quello della sposa e' Maria,
quello del Bambino Gesu' vero Messia!....
DIMMA - Compagni!...Deh! Non piu'! L'armi cedete; ancor
conservate in petto il cuor feroce?...Cedete, amici;
basta, non piu'...
ANGELO III・ - Oh qual piacere, o Giuseppe nel rimirare l'ostinata
rabbia confusa e vinta dalla sapienza del Tuo Santo
Figlio; con trofei in cielo occupera' la sede dell'Eterno
Dio.
ANGELO I・ - Maria umiliar vedrai i veri affetti.
ANGELO II・ - Giuseppe, non dubitar raffrena il tuo dolor....
ANGELO III・ - Dimma, pensa che tu sei l'uomo giusto....
ANGELO IV・ - Signore, di quel peccatore, che dinanzi vedi, come
nebbia al vento sparira' la sua vendetta in un momento.
ANGELO V・ - Giuseppe prosegui contento il tuo cammino.
ANGELO I・ - Inchinate or voi la fronte a Maria e Giuseppe, ed umili
contriti adorate l'amato Signore, che eletti sarete del
Paradiso e la' troverete la vera felicita' tanto bramata
da tutti voi. Su via raffrenate il vostro furore,
abborrite i peccati, cambiate vita; partecipi sarete
della gioia infinita.
MARIA - Liberate, Signore, me e lo sposo da questa angustia.
(ai ladri)
Vedete, altro darvi non poss'io che l'amor di questo
Dio!...
( Gli Angeli cantano " Godi di tua gran sorte " )
SCENA Vヲ
( Ladri e pastori domandano perdono)
DIMMA - (inginocchiato dinnanzi a Maria)
Nobilissma donna, ai tuoi piedi mi prostro, il tuo
Figlio diletto stringer voglio in questo petto.
E tu bella Maria, madre d'amor, perdona il cuore di Dimma
peccatore: e tu caro Giuseppe, il mio fallir condona e
tutto umiliato mi perdona.....
MALATESTA - Anch'io ricorro a voi Maria e Giuseppe per impetrare
da Dio grazia e favore e potermi condonare i gravi
errori....
MALDONATO - L'infame Maldonato ai tuoi piedi si inchina; o gran
Signore; deh! per pieta' condoni il mio fallir, e se
offenderti dovrei, fammi piuttosto morir.
GISIMA - Alma Signora, ecco Gisima l'ingrato; infame masnadiero a
te ricorre, gran Madre pietosa. Per me prega tu il
Figlio, eccomi umile.
CORNETTI - Il crudo cuore di Cornetti ai piedi vostri, mio dolce
Bambino, a domandarvi il perdono dei miei misfatti e
della vita passata in compagnia dei miei amici, eccomi
prostrato. E voi caro Giuseppe, e voi bella Maria Madre
d'amore, perdonatemi che sono stato un malfattore.
ANGELO II・ - Godete, or voi godete, o peccatori contriti. Goda con
voi il mondo tutto!
Rallegratevi ancor voi anime giuste, poiche' gia'
racchiuso l'infernal serpe dall'onnipotente mano, gia'
nota al mondo.
Levate la fierezza, godete or voi in allegrezza!
MARIA - Dimma, il Figlio mio ricevi. Stringilo al cuore, tenero
vezzoso e tutto amore!
(Gli consegna Gesu' mentre gli angeli cantano:"Volgi pietoso il ciglio")
SCENA VIヲ
ANGELO I・ - Santa speme, tu sei ministra all'anima nostra;
per divino fiore l'amore accendi,la fede accresci;
ogni timore si sciolga. Tu ci segui nei dubbi passi della
vita, tu ci sei celeste sita!
DIMMA - Dolcissimo Signor mio, tanto vi abbassaste con un uomo
indegno!....
Non sapete chi son io? Il perfido Dimma...Questa tiranna
mano e questo sciolto piede tanto ardiron contro di voi,
o mio Signor!...Ah! Pianger vorrei infine che ho cuore!...
GISIMA - Signore, che troppo umile per l'uomo esser voleste, che
per amor vi abbassaste in questa terra, perdonate, vi
prego, il perfido Gisima. Ah!Troppo ingrato fui contro
di voi, mio Signore, mio Bene, mio Redentore.
Tu cara Madre prega il Tuo Divin Figlio per questo
ingrato masnadiero;
Io pure a voi ricorro, amato Patriarca, pregate il
Bambinello per Gisima ingrato e fate che sia perdonato
il suo peccato.
MALATESTA - Non sdegnare, Signore, di accogliere i voti di
Malatesta....Confesso i miei delitti, imploro la vostra
clemenza, perdono vi chiedo dell'atroce furore!
Ah! Ora io comprendo gli orrendi miei misfatti commessi!
E di tutti i miei falli, invero una tempesta, perdonate,
Signore, a Malatesta.
DRAGONE - Permettete, Signore, permettete che venga ai piedi vostri
questo indegno malfattore. Io dei miei compagni sono
stato il piu' feroce, il piu scellerato.
Ah! Mio Signore, e' alla vostra presenza il piu' accanito
ladrone. Deh! Perdonate, perdonate a Dragone!
MALAMBO - Deh! Signore io sono il perfido Malambo, prostrato ai
piedi vostri per domandar grazia delle mie iniquita' e
dei miei misfatti, che sono stati tanto grandi da
offuscar la luce ed accendere della collera il lampo.
Oh! Si Signore, perdonate a Malambo!
MALDONATO - Nume Eterno, o Signore, se ti muove a pieta',se il
Figlio tuo vittima rendi, il mio fallir in piena grazia
si cambi. Eccomi ai tuoi piedi prostrato, umile e delle
mie colpe pentito. Ti chiedo, o mio dolce Bambino, che
calchi di Maldonato il fiero cuore e non piu' di
Maldonato il malfattore.
CORNETTI - Fiero, superbo, e vero, son io, Signore, per domandarvi
il perdono, giacche' sono stato di tutti noi il piu'
feroce. Ma or comprendo il mio fallo commesso, il mio
error! Perdonate questo indegno ladro, che e' stato
disturbatore di questi compagni. Voi mio dolce Bambino,
perdonate a questi peccatori i piu' grandi i piu' grandi
dell'universo e perdonate a questo ladro errante fra
boschi e boschetti, Signore, deh! Perdonate a Cornetti...
SCORDATO - La grazia ed il perdono vi domando, dolce Bambino, dei
miei falli e della mia iniquita'. E voi Giuseppe, Padre
di Provvidenza e di Grazia, merce' la protezione,
infiammate dell'amore di vostro Figlio Gesu' e della
Vergine Maria, acciocche' impetri il perdono del mio
peccato. Ah! Perdonate, o Signore, a Scordato!...
SCENA VIIヲ
GERPONE - Eccomi ai piedi tuoi, sospirato Signore; riverente ti
adoro Unico Salvatore; rispettoso m'inchino, Re del
Cielo, Liberatore Divino!...
GERMANO - Umile, genuflesso son io a lodarvi e con sommo zelo ad
acompagnarvi!...
BENIAMINO - Prestiamo omaggio a Dio, fedeli; ringraziamo il Signore,
che io adoro con grande amore.
FILENO - Con vero cuore domando perdono; grazia io avro' dal
Verbo Eterno e libero restero' dal nemico dell'inferno.
GUIDA Iヲ - Signore, io sono la guida di questi infami masnadieri...
Mi pento di tutti i miei misfatti, detesto la vita
passata, confesso i miei delitti.
Prostrato, vi prego Signore, di perdonare il mio peccato.
GUIDA IIヲ - Ancor io vengo a voi, o Gesu', o Maria, o Giuseppe.
Troppo sono stato ingrato; perdonate, Signore, il mio
peccato!
MARIA - Dimma, porgetemi mio Figlio, che io da parte mia vi
ottengo il perdono.
ANGELO III・ - E voi cui tocco' la sorte di vedere la sapienza del
secolo confuso dal Fanciullo Gesu', state genuflessi
dinanzi Gesu', Giuseppe, Maria.
( Tutti, pastori e ladri si genuflettono)
MARIA - Sposo mio presto partiamo!
GIUSEPPE - Maria, grazie rendo io al Cielo di averci assistito,
piu' grazie per aver convertito questi miseri peccatori...
Beati, beati i poveri....
DIMMA - Giuseppe, io ti guidero' per via; compagni in Egitto
si va in compagnia di Gesu', di Giuseppe e di Maria.
(Canto: Godi di tua gran sorte)
F I N E