Fumo negli occhi

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FUMO NEGLI OCCHI

FUMO NEGLI OCCHI

commedia brillante in due atti di

FAELE E ROMANO

(adattamento di R. Lussignoli)

Carlo Brandolini                            bancario

Teresa Brandolini                          sua moglie

Lello Brandolini                            loro figlio

Patrizia Brandolini                        loro figlia

nonno                                            papà di Carlo

La signora De Marchi                   vicina di casa

Marietta                                        domestica di casa Brandolini

ladro

voce fuori campo di un soldato

La vicenda si volge negli anni ’60.

Fine Maggio 2002

                                                                                                                                                                                                                                            

   

ATTO PRIMO

(La scena, unica per tutti e tre gli atti, rappresenta un soggiorno. Nella parete di sinistra c'è una portafinestra che dà su un balcone. In fondo a destra la comune. Arredamento mediocre: i pezzi migliori sono sistemati stranamente nei pressi della portafinestra, come se la loro funzione fosse soprattutto quella di essere ammirati dai dirimpettai. Nella parete di destra altre porte che conducono in cucina e nelle altre stanze. Su un tavolo un telefono. All'estremità destra della scena  c'è un mobile con  un giradischi e una pila di dischi.  All'aprirsi del sipario Lello, su una scala a pioli, sostiene un quadro con una figura di cavaliere antico. La signora Teresa dirige le operazioni per attaccare il quadro al muro).

Teresa            Un poco a sinistra....

Lello               Ma no, mamma... così va bene. Stai tranquilla.

Teresa            Ma dalla casa dei De Marchi si vede?

Lello                Certo che si vede ; se io da qui vedo la finestra dei De Marchi è evidente che i De

Marchi vedono il quadro.

Teresa            Se non lo vedono sarebbe stato perfettamente inutile spendere un sacco di soldi

per comprare l'antenato.

Lello                Stai tranquilla.(comincia ad inchiodare il quadro al muro) Piuttosto mammà, come lo

battezzeremo questo antenato: Carlo, come papà?

Teresa            Macchè Carlo!... Carlo è un nome comune, insignificante. Ci vuole un nome alti-

sonante.

Lello                Potremmo chiamarlo Clodoveo. E' un nome medioevale.

Teresa            Mi piace. Clodoveo!... Clodoveo Brandolini!... Suona bene.

Lello                Chissà che bella sorpresa per papà quando saprà che gli è nato un antenato!

Teresa            Tuo padre queste cose non le può capire. E' nato piccolo borghese, e piccolo

borghese morirà!

Nonno             (durante il dialogo è entrato il  nonno, un  vecchietto un po’ rimbambito, che si ferma

incuriosito, sotto il quadro) Chi è questo, Garibaldi? (i due lo ignorano) Stanotte ho

sentito un rumore. In questa casa ci sono gli spiriti!

Teresa            (alza le spalle come se ciò fosse  una fastidiosa consuetudine. Il vecchio, vedendosi

ignorato, si avvicina al giradischi e lo fissa affascinato, poi comincia ad armeggiarlo)

Lello                (sentendo il giradischi in funzione, caccia un urlo) Nonno! (si precipita dalla scala a

pioli e corre a fermare il giradischi) Nonno, ti ho detto un milione di volte che questo giradischi non si tocca!

Nonno             Cammina da solo?                                                                                                                                                                                                                               Lello                Non sono affari che ti riguardano. Tu questo non lo devi toccare!

Nonno             (si allontana verso destra e si scontra con Patrizia che sta entrando. Indossa una

tenuta da cavallerizza, con frustino) Patrizia, in questa casa ci sono gli spiriti.

Patrizia            (con sopportazione) Va bene nonno...Ciao mamma, ciao Lello. (il nonno, non 

avendo avuto soddisfazione, esce).

Lello                (ironico) Ben tornata, bella amazzone.

Patrizia            Lello, finiscila con questi sfottò. Mamma, io sono stufa!

Teresa            E di che?...Ma se sei un amore in tenuta da cavallerizza.

Patrizia            Ma se io devo indossare questa tenuta, voglio andare veramente a cavallo, come

fanno le mie amiche, e non vestirmi per andare in piazza e tornare solo per farmi

vedere da quelli del palazzo. E' una buffonata!

Teresa            Ma che dici! Non è una buffonata. Ricordati che nella vita non è importante quello

che fai, ma quello che gli altri credono che tu faccia.

Lello                Pirandello insegna.

Teresa            (chiamando la domestica) Marietta!... (rivolgendosi alla figlia) E poi non è detto che

domani tu non possa avere un cavallo.

Lello                Campa cavallo!

Teresa            Un cavallo, sissignore... ed anche di razza!

Lello                Il cavallo di coppe!

Teresa            (chiama ancora) Marietta!... Sei diventata sorda?

Marietta          (entrando dalla destra) Comandi, sìora...(è una ragazzona veneta belloccia e

colorita)

Teresa            Ma insomma, sono due ore che ti chiamo.

Marietta          L'ho sentita solo adesso, sìora.. la mi perdoni.

Teresa            Dai una spazzatina per terra. (Marietta esce per prendere la scopa).Ti devi mettere

in testa figlia mia che chi disse che l'abito non fa il monaco, o era in mala fede o era

un cretino! L'abito fa il monaco, e come! Guarda la moglie di mio cugino, per

esempio. Nessuno l'ha mai guardata; ora, da quando ha vinto la pelliccia di visone

con il concorso del detersivo, tutti la salutano e la riveriscono.

Lello                Dice bene la mamma: noi la pelliccia non l'abbiamo ancora, ma in compenso

abbiamo l'antenato. Sorella cara, ho l'onore e il piacere di presentarti il nostro avo, il

cavaliere Clodoveo Brandolini.      

Marietta          (entra con la scopa e comincia a spazzare per terra)

Patrizia            (che è andata davanti al quadro) Bello !  Autentico ?

Teresa            Patrizia, non cercare il pelo nell'uovo! Non ha importanza che sia autentico. E'

vecchio, l'aspetto dell'antenato ce l'ha e quello che conta è che quando la signora

De Marchi lo vedrà scoppierà d'invidia!

Marietta          (che era vicino alla portafinestra) Si è affacciata, siora. La signora De Marchi sta

guardando proprio qua.

Teresa            (concitata) E tu stai scopando così? Cretina, fai come ti ho insegnato!

Marietta          (si affretta a capovolgere la scopa impugnandola dalla parte della spazzola;  avanza

facendo vibrare le braccia  come se il tutto fosse un aspirapolvere di straordinaria

potenza, imitando anche il rumore, ed in questo aiutata da Lello)

Teresa            (corre ad affacciarsi al balcone per parlare con l'invisibile dirimpettaia; esagerato

sussiego) Buona sera signora De Marchi... come dice ?  Mi scusi, ma ho l'aspira-polvere acceso e non si sente niente... fa un rumore... ultimo modello americano... sì, potentissimo ! Come ?  Come dice?  (a Marietta) Marietta, spegni l'aspirapolvere!

Marietta          (si china, fa il gesto di spegnere l’aspirapolvere ed esce dalla visuale della finestra)

Lello                (si  mette a tracolla una chitarra e prova i contorcimenti e le posizioni dei cantanti

rock)

Teresa            (sempre parlando con la signora De Marchi) Come dice?... no, neanche mio marito

è rincasato... certo, ha ragione di stare in pensiero…. Come? Avete comprato la

macchina?  Ah sì? Congratulazioni... ma non si preoccupi, si sarà trattenuto in

ufficio a fare straordinari. Vedrà che tra poco arriva...come?  No, mio marito

straordinari non ne fa: lui è capo ufficio. Grazie, signora; arrivederla...porgerò,

grazie. (si allontana dalla finestra, arrabbiatissima)  La macchina!  Hanno comprato

la macchina! Quando sento queste cose mi viene una rabbia! Come fanno? Suo

marito è un semplice impiegato mentre vostro padre è capo ufficio da dieci anni. E

cosa succede?  Che loro fanno la vita dei pascià mentre noi, superiori per grado,

non possiamo permetterci le comodità che hanno loro! Non solo, ma ci rinfacciano

continuamente i viaggi all'estero, i defilé di moda, le serate alla Scala...

Patrizia            Si vede che se lo possono permettere.

Teresa            Ma a tutto c'è un limite! Per fortuna ci sono io a salvaguardare la dignità e il decoro

della famiglia. Loro fanno cento?  Io faccio mille.

Lello                Fai credere di fare mille...

Teresa            E' la stessa cosa. L'avesse avuta vostro padre questa abilità...

Lello                (mette un disco nel giradischi e davanti allo specchio si agita, imitando i movimenti

dei cantanti rock. Entra dalla comune Carlo, con  in mano una antenna televisiva).

Carlo               Ecco il televisore! (le sue parole vengono coperte dalla musica assordante)

Silenzio!  Lo vuoi spegnere  quel giradischi? (Lello esegue) Ecco il televisore!  Ho

girato mezza città e sono tutti d'accordo; l'antenna si compra insieme al televisore! 

Sissignore.  Difatti, secondo i calcoli dell'istituto di statistica, noi siamo l'unica

famiglia italiana che possiede l’antenna senza avere il televisore. Comunque,

eccola qua. Dove la sistemiamo? Io direi in camera da letto, così prima d'addor-mentarci ci guardiamo un bel film.

Teresa            Carlo, non fare lo spiritoso. L'antenna va messa sul balcone, così tutti possono

vedere che abbiamo il televisore.

Carlo               E pure la tributaria, così ci dà una multa e ci fa pagare il canone senza mai aver

visto niente!

Teresa            Ti dico che va messa sul balcone.

Carlo               Ma siamo al primo piano...bisogna sistemarla in terrazza, altrimenti non si ricevono

bene i programmi televisivi.

Teresa            Tu non ha mai capito niente.

Carlo               Hai ragione. Se avessi capito tutto sin dall'inizio forse oggi non avrei fatto una

figuraccia. “Scusi, mi dà un’antenna senza televisore?”

Teresa            Per fortuna che in casa ci sono io. (prende l'antenna e va a sistemarla sul balcone)

Carlo               (guardando Patrizia) E tu, come ti sei combinata ? Mi sembri l'amica degli animali.

Patrizia            Non è colpa mia, papà. Avete voluto darmi una educazione di lusso.

Carlo               Alt. Rettifichiamo: tua madre ha voluto darti un'educazione di lusso.

Patrizia            Come ti pare.  Comunque, se volete che io continui a recitare la parte della ragazza

ricca, ho bisogno di soldi : devo comprarmi un cavallo.

Carlo               In questo momento l'unica cosa che ti puoi comprare è il manico di una scopa e ti ci

metti a cavallo, come fanno i bambini. I francesi, che di queste cose se ne

intendono, dicono che per recitare una parte ci vuole “le fisique du role". Ora figlia

mia, in casa Brandolini il nostro fisico non ci  permette di recitare nessun ruolo.  Queste sono cose che capiscono tutte le persone intelligenti ma dato che tua madre, mia moglie, non appartiene a quella categoria, qui si continua ad agire in funzione della signora De Marchi, nostra esimia dirimpettaia. Vuoi un esempio? (forte, per farsi sentire dalla moglie che è sul balcone) Teresa, Teresina che cosa

si mangia stasera a cena?

Teresa            (Forte, per farsi sentire dalla signora De Marchi) Pollo arrosto, dentice alla maione-se, salmone e macedonia di frutta !

Carlo               Questo ad uso e consumo della signora De Marchi, il che vuol dire che anche

questa sera mangeremo....

Carlo e Lello               La solita carne in scatola! (Carlo siede sul divano, col giornale)

Teresa            (rientrando in casa) Ecco fatto, l'antenna è sistemata. (si avvicina al quadro

dell’antenato e, rivolta al marito) Cip...cip...cip...

Carlo               Che c'è ?(guardando in giro) Hai comprato un canarino ? Ci mancava anche

l'uccellino in mezzo a questi altri animali domestici.

Teresa            (c.s.) No no... non è un uccellino (canticchiando) alza gli occhi al cielo...

Carlo               Fai una riverenza... ma che c'è, vuoi dirmelo? (finalmente, seguendo i gesti della

moglie si accorge del quadro)  Cos'è questa novità?

Teresa            Che te ne pare?

Carlo               Bella faccia da scimunito!

Lello                Papà, non offendere il capostipite della nostra stirpe!

Carlo               E tu non fare il cretino fuori orario!  Ma già, da un capostipite con quella faccia da

deficiente era solo questione di tempo, ma prima o poi doveva nascere un

discendente rammollito come te .

Lello                (continua a ballare e a dimenarsi come un forsennato)

Carlo               Ma vuoi stare fermo? Ti ha morso una tarantola?

Lello                Papà, io la musica la sento.

Carlo               La disgrazia è che la fai sentire anche agli altri.

Lello                Tu certe cose non le puoi capire : noi giovani affoghiamo nel ritmo la nostra

disperazione! Ormai non c'è più speranza!

Carlo               Al punto in cui sei, che speranza puoi avere tu? (si butta a sedere sul divano

alzando le mani al cielo e sospirando come per dire: sia fatta la volontà di Dio. Di

questo atteggiamento ne approfitta la moglie per mettergli attorno alle mani una matassa di lana da raggomitolare. Carlo asseconda meccanicamente, con i movimenti delle braccia, il lavoro della moglie).

Lello                (semiserio ed  enfatico, come sempre) Papà, noi siamo i figli dei tempi. In noi

germoglia il seme della violenza; viviamo nella giungla d'asfalto, papà!

Carlo               Ah.

Lello                Noi siamo la gioventù bruciata!

Teresa            (annusa l’aria, poi si gira verso la cucina). Marietta, cos'è questa puzza? Cosa sta

bruciando?

Carlo               (prontamente) La gioventù di tuo figlio!

Marietta          (dalla cucina) Roba da poco conto, siora... s'è versato un gocetto di latte sul forneo.

Carlo               E quando è successo?

Teresa            Che cosa?

Carlo               Che questa gioventù si è bruciata?

Lello                A noi ci ha bruciati la guerra (Lello intanto ha acceso il giradischi)

Carlo                           Ma che dici? Tu, quando finì la guerra avevi sei mesi e mangiavi semolino che, al massimo, ti faceva venire un po' di riscaldamento, mica una bruciatura!!... Mannaggia a quando ti ho mandato a scuola .... E spegni quel giradischi, che mi sta rompendo i timpani... un giorno o l'altro te lo distruggo quell'affare ! (Lello a malincuore lo ferma)

Teresa            Sei tornato con la luna storta? Lascia stare il bambino!

Carlo                           Si, difendilo pure!  Il "bambino" lo chiama, quel carotone di 25 anni! Ora gli diamo il biberon al bambino. (pausa) Ma tu hai ragione. Io, in questa casa, ci sono solo per fare ombra o, per meglio dire, come l'asino legato alla macina.

Teresa            Questo non lo puoi dire perché tutto quello che si fa, in fondo, lo facciamo per te.

Carlo               Per me? Perché non dici piuttosto che è tutto in funzione della signora De Marchi?

Teresa                        Sissignore ! Perché è attraverso la signora De Marchi che io salvaguardo la tua dignità!  Se non ci fossi io in questa casa, tu ti faresti calpestare dai tuoi subalterni!

Carlo               Il De Marchi.

Teresa            Proprio così. Ma già, figurati se mi potevo aspettare da te un po’ di riconoscenza!  Tutti così gli uomini! Solo perché portate a casa quattro soldi fate la voce grossa senza comprendere, ne tanto meno apprezzare, l’aiuto che vi danno le mogli. (melodrammatica) La nostra è una missione oscura, ma eroica!  La famiglia, caro mio, è come un vulcano. Il marito è il pennacchio appariscente, ma la moglie è il fuoco che non si vede, ma brucia !

Carlo               (si da una pacca sulla fronte) Ecco dove si è bruciato  il microcefalo! Comunque, ora il pennacchio appariscente chiede al fuoco nascosto di essere lasciato in pace! ( si libera dalla matassa e la butta sul tavolo)

Teresa            (sta per esplodere, ma lo squillo del telefono la trattiene).

Patrizia            (sollevando il ricevitore) Hallò... hallò... si, qui casa Brandolini... (cambiando tono)

oh, buongiorno signora... gliela chiamo subito...(copre il ricevitore con una mano, e

con voce eccitata e turbata) mamma, è la signora De Marchi!

Teresa            La signora De Marchi!?

Carlo               (sarcastico) Ha chiamato la moglie del presidente della repubblica...

Teresa            (agitata) Hai sentito? La signora De Marchi.

Carlo               Ho sentito.

Teresa            E che cosa può volere?

Carlo               (candido) Rispondi, e lo saprai.

Teresa                        (meccanicamente si liscia i capelli e si aggiusta il vestito, poi va al  telefono; nello sforzo di apparire disinvolta fa risaltare maggiormente il suo imbarazzo) Pronto...ah, è lei cara signora! Scusi se l'ho fatta aspettare...sa, ero di là a fare un po’ di manicure....dica dica...si, quando vuole...con vero piacere... va bene signora De Marchi, a più tardi allora (riaggancia; poi guardandosi attorno smarrita e con aria disfatta) Sta venendo qui! (e si lascia cadere su una poltrona)

Patrizia            Viene qui la signora De Marchi?

Teresa                        Si, dice che mi deve parlare... (resta soprappensiero qualche secondo poi scatta in piedi e con aria decisa prende in mano la situazione) Marietta! Forza, mettiamo a posto questa stanza. Bisogna abbellirla ...bisogna arricchirla ...  bisogna...

Carlo               Potenziarla!

Teresa                        Carlo fai silenzio! Non è il momento di fare dello spirito. (a Patrizia) Tu, vai a prendere il tappeto in camera da letto. Tu, Carlo...

Carlo               Ah no! Il pennacchio non collabora. Rivolgiti alla gioventù bruciata.

Teresa            (gridando) Marietta! (a Lello) vai a prendere la poltrona del nonno e portala qua.

Marietta          La me ga ciamà, siora?

Teresa            Aiuta la signorina. Va con lei.

Marietta          Si siora (sotto lo sguardo compassionevole di Carlo, Marietta e Patrizia vanno in camera da letto, mentre Lello esce da un’ altra parte)

Teresa                        (incomincia a spostare sedie e altri mobili poi si rivolge al marito che, tranquillo, sta ancora leggendo sul divano) E tu fai qualche cosa! Non stare lì impalato!

Carlo               Va bene. (si alza) Cosa devo fare?

Teresa            Non lo so.... fai qualche cosa!

Carlo                           (per tutta risposta incomincia ad agitarsi senza fare nulla, andando da un punto all'altro della stanza, prendendo un oggetto e rimettendolo, dopo un breve e veloce giro per la stanza, allo stesso posto, oppure riportando al posto di prima il mobile che aveva spostato la moglie)

Teresa            (guarda sbalordita i movimenti del marito)Ma che cosa stai facendo?

Carlo               (fermandosi) Seguo la tua teoria. Tu dici sempre che non è importante fare

qualcosa,  ma far credere di farla! (rientrano Patrizia e Marietta col tappeto, che sistemano, e Lello con una poltrona, inseguito dal nonno)

Nonno                         Quella è la mia poltrona ! C'ero seduto io e questo  incosciente me l'ha tolta da sotto il sedere! (si accorge del trambusto e, meravigliato, chiede a Marietta)  Che succede, si trasloca?

Marietta          Cosa ga dito, sior?

Nonno             Si cambia casa?

Marietta          Mi non so, sior... non so niente. (fa per allontanarsi)

Nonno             (fermandola) Senti, vieni qua.

Marietta          Comandi sior.

Nonno             Io questa notte ho sentito strani rumori...in questa casa ci sono i fantasmi!

Marietta          Mi non so sior... mi son foresta (e si allontana).

Teresa                        (guardandosi attorno, compiaciuta) Mi pare che così vada bene. (pausa) Mettetevi a posto. (al marito) Come sto? Sto bene così?

Carlo               Un bijoux.

Teresa                        Quanto sei spiritoso!  E voi altri non state così impalati.  Sediamoci, altrimenti sembra che stiamo aspettando qualcuno.

Carlo               No, quando mai ... non si nota.

Teresa            (vede il nonno sulla poltrona) Nonno, via da lì!

Nonno             Io voglio la mia poltrona altrimenti non mi siedo.

Teresa            Poltrona ce n'è una sola ed è per la signora De Marchi.

Carlo               Papà, veni qua... siediti vicino a me. (il nonno esegue)

Teresa                        (dopo che tutti si sono seduti e dopo una lunga pausa) Avanti Patrizia, cosa fanno le ragazze di buona famiglia quando non hanno nulla da fare?

Patrizia            Si annoiano, mamma.

Teresa            Benissimo, annoiati, ma fallo con disinvoltura.  Lello, tu suona i dischi americani.

Carlo               No! Lello i dischi americani non li suona. Fino a quando io sono in casa, quella

fabbrica di rumori deve stare zitta!

Lello                            Lo vedi mamma? Per noi non c'è più speranza! Se non possiamo affogare nel rit-mo, dove dobbiamo affogare?

Carlo               Nel lavandino.

Lello                (indispettito, si siede per terra; le gambe accovacciate e le mani sulla testa)

Carlo               (a Patrizia) Patrizia, che sta facendo tuo fratello?

Patrizia            Yoga, papà...yoga.

Carlo               Gioca ? Così gioca quel deficiente?

Patrizia            Ma no, papà... yoga, la ginnastica indiana.

Teresa            Ma vuoi stai zitto?  E voi altri, che nessuno si muova!

Nonno             (dopo una lunga pausa, dove tutti sono rimasti immobili) E che, ci hanno messo in posa per farci un ritratto? (nessuno gli dà retta)          

Teresa            (al marito) E tu, che fai ?

Carlo               Se vuoi vado sul balcone e sparo quattro mortaretti in onore della signora de

Marchi!

Teresa            Innanzi tutto mi farai il favore, dato che agli occhi della gente rappresenti il capofa-

miglia, di ricordarti che sei il diretto superiore del marito della signora De Marchi. (pausa) Anzi, con un discorso accademico, non sarebbe male che glielo facessi notare.

Carlo               Magari attaccandomi due gradi sulla manica della giacca.

Teresa            Non c'è bisogno. Te lo dico io cosa puoi fare: per esempio, durante la conver-

sazione, per colpirla.....

Carlo               Le dò una martellata in testa.

Teresa            Butti una frase così : "domani alle undici ho un appuntamento con il sindaco, che è

un carissimo amico mio."

Carlo               Non è possibile.

Teresa            E perché ?

Carlo               Perché il sindaco di solito non si alza prima di mezzogiorno.

Teresa            Come sei sofisticato! C'è bisogno di scendere nei dettagli ? Tu, domani alle undici

hai un appuntamento col sindaco e basta!

Patrizia            Piuttosto, mamma, cosa potrà volere la signora De Marchi?

Teresa            Ma, è proprio quello che vorrei sapere. (pausa) Carlo ci sono! Non si avvicina il

periodo delle promozioni?

Carlo               Sì, e allora?

Teresa            (trionfante) Ed allora la signora De Marchi sta brigando per la promozione del

marito, e viene da te che sei il suo diretto superiore. Carlo, sono a cavallo!

Carlo               Povero cavallo!

Teresa                        Carlo mi raccomando. Non dire subito di sì ; datti arie, fai vedere che sei impor- tante, fatti pregare.

Carlo               Teresa, lo sai che ti dico? Forse è meglio che me ne vada a prendere un po’ d 'aria

ai giardini.

Teresa            Carlo, no. Ti prego... me la devi dare questa soddisfazione. Una volta che possiamo

far vedere la nostra superiorità! (squilla il campanello) Pronti! Tutti ai vostri posti!

Carlo               Signorsì, signor capitano!

Teresa            Marietta, vai ad aprire. (Marietta le passa davanti e lei, come presa da un’idea

folgorante, la ferma al volo, prende dal tavolino un centrino di merletto e glielo mette

sulla testa, a mo' di crestina) Vai ora. (con una spinta la manda verso l'ingresso.

Marietta apre ed introduce la signora de Marchi : una bella donna, molto elegante,

che con passo sicuro precede la cameriera dirigendosi, con un sorriso, verso

Teresa.)

De Marchi       Cara signora Teresa, come sta ?  Cavaliere egregio !

Carlo               (galante, sta per baciarle la mano ma la moglie gli sposta il braccio)        

Teresa            Signora, lei conosce i miei figlioli?  Questi sono i miei gioielli!

Carlo               (tra sé) Ha parlato Cornelia Gracchi ... altro che gioielli, questa bigiotteria!

Teresa            Questa è Patrizia.

De Marchi       Come è carina, e com'è elegante...

Teresa            Sa, è stata al maneggio. Come si dice… si è data all'ippica.

De Marchi       Ma brava!

Teresa            E questo è Lello.

De Marchi       Il minore?

Carlo               (tra sé) Diciamo il minorato !

Teresa            (dando una gomitata al marito) No, il maggiore. La minore è Patrizia.

De Marchi       Bel ragazzo, complimenti ; somiglia tutto al papà.

Carlo               (è visibilmente lusingato, si aggiusta la cravatta; contemporaneamente: )

Lello                (si aggiusta i capelli)

Teresa            (è indispettita per il complimento fatto indirettamente al marito) E quello è il nonno, il

padre di mio marito. (il nonno già sonnecchia)

Carlo               E quello è il capostipite. Vede?

Teresa            Già, il cavaliere Clodoveo Brandolini

De Marchi       Bello! Cinquecento vero?

Carlo               (che ha frainteso) Ma che dice signora. Di più... molto di più.

Teresa            (con una gomitata e con un sorriso) La signora ha detto proprio bene. Il nostro

antenato è vissuto nel cinquecento! Ma si accomodi signora, prego. (tutti siedono.

Un certo imbarazzo ènei Brandolini, mentre la signora De Marchi sorride tranquilla-mente, ricambiata dai sorrisi goffi di Carlo e Teresa)

Carlo               (rompendo il silenzio) Che bella giornata questa serata!

De Marchi       Già. (di nuovo un silenzio imbarazzante)

Carlo               (c.s.) E suo marito signora?  Il mio caro collega? (gomitata di Teresa)

De Marchi       Non so, è in giro. Aveva un appuntamento con non so chi; personalità .

                         Oggigiorno bisogna coltivare le amicizie importanti, bisogna frequentare.

Lello                (nel frattempo, con indifferenza, si porta alle spalle della De Marchi)

Teresa            (prontamente) Ah, certo. Anche mio marito la pensa così. Domani, per esempio,

andrà...(al marito) con chi hai detto di avere appuntamento?

Lello                (vede la faccia meravigliata del padre ed accenna più volte un gesto con il braccio,

lungo la diagonale del torace)

Carlo               Ma ... col barbiere!

Teresa                        Ma no...(Lello fa segnali frenetici al padre, ripetendo il gesto di prima e aggiungen-done un altro, mano lungo la cintura; vuole fargli capire che si tratta di una fascia, del genere che indossano i sindaci).                     

Carlo               (guarda il figlio senza capire) Non... (Lello insiste) Ah, si! Ora ricordo!(gesto plateale

di sollievo di Lello) Devo comprarmi una cintura! (espressioni disperate di tutti, Lello

in particolare)

Teresa            Ma no ! L'appuntamento che hai per pranzo!

Patrizia            Papà, non ti ricordi più ? Ora ti porto l'agenda, l'agenda che abbiamo (accentuan-                                                do il tono) in comune! Sa, signora, lui ha tanti appuntamenti!

Teresa            (masticando amara) Ma poco fa l'hai detto ... col sindaco! (alla de Marchi) Domani è

a pranzo in casa del sindaco.

De Marchi       A casa di Gabriele ? Me lo saluti tanto!   E' un carissimo amico nostro.

Teresa            (tra i denti) Ah, si?  Com'è piccolo il mondo!  Va a finire che a poco a poco ci si

conosce tutti. (pausa) Signora, prende qualcosa? Un caffè ?

De Marchi       No, grazie. Se prendo il caffè adesso, resto sveglia tutta la notte. Io sono molto                                                     nervosa... è uno dei miei difetti.

Carlo               Beh, del resto, una giovane e bella donna come lei può permettersi anche di essere

                        nervosa. (gomitata della moglie)

De Marchi       Cavaliere, com'è galante!

Teresa            Allora, un liquorino?

De Marchi       No, grazie signora, non si disturbi. Anche perché, purtroppo, non posso godere a

lungo della loro ospitalità. Devo scappare. Perciò vengo subito motivo della mia

visita. (Teresa guarda il marito e gli altri con aria di trionfo, pregustando la rivincita)

Teresa            Ma sì, dica signora. Se possiamo essere utili in qualche cosa? Vero, Carlo ?! Di che

si tratta?

De Marchi       Beh, ecco... non so da dove incominciare. Si tratta di una sciocchezzuola.

                        Insomma, io e mio marito avremmo bisogno che ci usaste una piccola cortesia.

Teresa            (compiaciuta) Credo di aver capito, signora. Eh, noi donne che cosa non faremmo

per i nostri mariti... Lei vorrebbe che mio marito mettesse una buona parola per la

promozione del suo.

De Marchi       Oh, no! Ma che cosa le salta in mente? Si tratta del gatto! (e scoppia in una fragoro-sa risata) Mio marito alla sua promozione non ci tiene affatto!  Si può dire che lui in

banca ci va così, per passatempo ....

Carlo               (rivolto alla moglie) Lo vedi? Te lo dicevo io che quel gattaccio nero avrebbe

combinato qualche guaio, prima o poi.

De Marchi       Sto parlando del mio gatto, non del suo.

Teresa            Del suo gatto?

De Marchi       Sì. Noi andiamo a passare il week-end sulla costa azzurra e così avevo pensato di

affidare a loro la bestiola per questi due giorni.  Sa, siccome noi andiamo in aereo e

lui soffre tanto il  mal d’aria, poverino...  se a loro non dispiace, naturalmente.

Carlo               Sarà un vero piacere per noi!.

Teresa            (intervenendo subito) Ed invece ci dispiace moltissimo signora, perché anche noi

                        andiamo a passare il week-end fuori.

Carlo               (sbalordito) A sì ? E dove ?

Teresa            Non te l'avevo ancora detto, caro, perché volevo farti una sorpresa ; ho prenotato

per Capri!

De Marchi       (con disinvoltura) Deliziosa Capri. (alzandosi) Bene signora, quand'è così non ne

parliamo più; lo lascerò al portiere. Vedo che anche loro sono del nostro stesso

parere. Gli americani insegnano! Il fine settimana bisogna trascorrerlo in campagna,

per rilassare i nervi.  In città non si vive più : aria malsana, confusione, rumori ....

troppi rumori!

Nonno             (a quest'ultima parola si sveglia) Rumori ?  Lo dicevo io che in questa casa ci sono i

fantasmi!

Carlo               (mettendolo a tacere) Buono papà, dormi.

De Marchi       Io purtroppo devo andare, signora.  Ho un cocktail party di beneficenza a cui non

posso mancare. Sono già in ritardo. Allora, cara signora Teresa ci telefoneremo la

prossima settimana e ci racconteremo i nostri week-end.

Teresa            (avviandosi con lei verso l'ingresso, seguita dal marito) Certo, signora... prego, le

faccio strada. (saluti e convenevoli a soggetto ; la signora De Marchi esce seguita

da Teresa e dal marito. Contemporaneamente Lello, compiaciuto, va a pavoneg-giarsi allo specchio, si dimena,  poi mette un disco e balla con Patrizia).

Nonno             (si  avvicina al giradischi e rivolto a Lello) Cammina da solo?

Lello                Si, nonno... si.

Nonno             E questi che cantano chi sono, abissini?  (Lello non gli dà retta) Patrizia,questi che

cantano chi sono?

Patrizia            Negri, nonno.

Nonno             (trionfante) Lo dicevo che erano abissini!

Carlo               (rientrando insieme alla moglie) Lo volete spegnere questo ordigno !? E tu, papà,

siediti.

Lello                (insofferente esegue, mentre Teresa, ancora contratta dall'ira previene il nonno che

sta per sedersi, lo  scosta e si siede lei in poltrona)

Carlo               Dunque moglie, mi vuoi spiegare in poche parole che cosa significa questa storia

del week-end?

Teresa            Significa che se la signora De Marchi se ne va sulla Costa Azzurra, noi non saremo

da meno.

Carlo               E dove vorresti andare?

Teresa            A Capri.

Carlo               A Capri ?!?

Teresa            Ma non ti rendi conto che quella donna è venuta qui per insultarci ? Sei un uomo di

pezza, e fai anche il cascamorto!! (si alza e passeggia agitata) Il gatto!  Si viene dai

Brandolini per lasciare il gatto! A noi questo affronto! A noi!

Carlo               Senti, smettila di fare la tragica... fermati e spiegami come faremo ad andare a

Capri.

Teresa            Tu pensa ai fatti tuoi, che a questo ci penso io. Questa soddisfazione non gliela

voglio dare, a costo di qualunque sacrificio.

Patrizia            Benissimo mamma ; quando partiamo?

Carlo               E con quali soldi andiamo a Capri ? Avanti, parla.

Teresa            A costo di fare debiti, noi andremo a Capri ! Ho detto !! (esce, sbattendo la  porta)

Carlo               Augh !  Toro Seduto ha parlato. (chiamandola) Teresa, vieni qua! Ragioniamo!

Teresa            (da fuori) Tu farai quello che dico io e basta!

Carlo               Patrizia, l'hai sentita? A questo punto siamo arrivati!

Patrizia            Papà, la mamma non ha torto. Lei lo fa per la dignità della famiglia.

Carlo               Ma quale dignità? Quella è pazza ed io la farò rinchiudere!  A Capri....

                        ma non ti sembra un'idea balzana?

Patrizia            Scusami papà, io vado a cambiarmi d'abito (esce)

Carlo               (a Lello) E tu ? che ne dici?

Lello                Io devo andare a studiare. (ed esce)

Carlo               A studiare ?  Ma se non hai mai aperto un libro in vita tua! (lunga pausa)

                         Eccomi qui, solo. Ora io dico, un pover uomo con chi si può sfogare?

Nonno             (lo guarda con attenzione)

Carlo               (guardandolo a sua volta e scuotendo il capo)  E già, l'unico che rimane sei tu, mio

padre. Ma tu sei un po' rimbambito.... cosa mai posso pretendere da te? Il tuo

cervello non funziona più, un po' per l'età ed un po' perché vivi in questa casa, che

sembra un manicomio.  (da questo momento lo sfogo di Carlo, apparentemente

diretto al padre ma in realtà rivolto a se stesso, crescerà man mano in un monologo

pieno di intensità, fino a credere di trovare nel padre un attento interlocutore per  una forza di autosuggestione)

                        Con tanto entusiasmo si crea una famiglia, ci si sacrifica, si sgobba tutta una vita

per una miseria di stipendio e con quale  risultato? Dei figli che mal ti sopportano, e

che appena possono ti danno torto. E la moglie? La compagna della tua vita, che

fa?  Invece di impegnarsi nel creare armonia, tranquillità, serenità, si preoccupa

solo di gettare fumo negli occhi della gente!  E non si accorge che, così facendo, 

per me è una continua umiliazione! (pausa) E quello sguardo? Lei crede che non

me ne accorgo, ma io glielo leggo negli occhi quando pensa: "Carlo, sei un fallito.

Non sei stato capace di comprare l'aspirapolvere, il televisore, l'automobile!“

(pausa) Papà, a Teresa le ha preso questa mania... è più forte di lei... invece di acquistare cose utili compra il costume da cavallerizza per la signorina, il giradischi ultimo modello per il microcefalo, l'antenna e l'antenato per la signora De Marchi!  Papà, non ne posso più ; io qua dentro non ci resisto più!!

Nonno             (esitante, sembra commosso) Carlo, figlio mio.. io ti vorrei dire una cosa...

Carlo               (commosso) Papà, allora mi hai capito ?!  Finalmente c'è qualcuno che mi capisce !  

Parla papà, parla... cosa mi vuoi dire?

Nonno             Carlo...  in questa casa ci sono i fantasmi.

Carlo               (ha un gesto di disperazione, mentre si chiude il sipario)

FINE DEL PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

(E’ domenica pomeriggio. Attraverso la finestra filtra un raggio di sole. Sfruttando questa unica fonte di luce si vedono : Lello che legge un libro; Patrizia che si depila le sopracciglia e Teresa, che lavora a maglia. Carlo, in vestaglia, è sdraiato sul divano. Marietta è seduta in un angolo con una lettera in mano. Si odono quattro colpi dell'orologio a pendolo. Il nonno, seduto su una seggiola, dorme)

Carlo               (sbadiglia) Sono già le quattro...ancora sei ore di reclusione muta!(altro sbadiglio)

Teresa            (a bassa voce) Carlo!

Carlo               Si?

Teresa            Ti stai addormentando?

Carlo               Perché, ci vuole il permesso del prefetto?

Teresa            Se tu ti addormenti cominci a russare e tu russi così forte che ti sente tutto il

palazzo. Domani i De Marchi sapranno che abbiamo passato il week-end chiusi in

casa.

Carlo               Quando mai ho russato ?!

Teresa            Sempre.

Lello                Il tuo, papà, non è russare. E' un bombardamento aereo.

Carlo               Ha sparato la sua sentenza. Io non russo.

Patrizia            Russi, papà.

Carlo               Non russo!

Patrizia            Sì papà; sembri una segheria.

Marietta          (la sua voce sgorga dall'ombra) Sì che russa, sior. L'ho sentia anca mi.

Carlo               Mi ha sentito anche Mimì... l'accordo è completo! Va bene, russo. Allora se non si

può dormire accendo la luce e leggo.

Teresa            (terrorizzata) No!  Da fuori si vede.

Carlo               Da dentro, invece, non si vede niente ed io voglio vedere.

Teresa            E va bene. Aspetta almeno che chiuda bene la finestra. (va a chiudere la finestra; il

raggio di luce scompare e la  scena resta completamente al buio) Ora puoi

accendere.

Carlo               (si ode un colpo sordo e una imprecazione)

Teresa            Carlo, parla sottovoce!...

Carlo               Mi stavo rompendo l'osso del collo.

Teresa            La prossima volta rompitelo in silenzio ! Ed ora stai zitto!.

Carlo               Quando uno si rompe il collo, se lo rompe e basta.

Teresa            Ma parli ancora ?!

Carlo               E insegnamelo tu come si fa a rompersi il collo sottovoce!

Teresa            Mettendosi la lingua in mezzo ai denti.

Carlo               Mettitela tu la lingua fra i denti, e per sempre! (Carlo accende la luce. Tutti si alzano

e vanno a sistemarsi su sedie e poltrone, mentre Marietta resta accovacciata in un

angolo intenta a leggere una lettera) Marietta, ma che stavi facendo? Leggevi al

buio?

Marietta          Mi non so leggere, sior... la so a memoria.

Carlo               (fa’ un gesto di sconforto e va a sedersi per leggere il giornale; squilla il telefono. Il

nonno si sveglia, si alza e se ne va. Tutti guardano come ipnotizzati il telefono, che

continua a squillare).

Teresa            Chi sarà?

Lello                (canticchiando)Che sarà, che sarà...che sarà?

Teresa            (come affascinata, fa circolo insieme agli altri attorno al telefono) Peccato non poter

rispondere, potrebbe essere mia madre che vuole venire a trovarci.

Carlo               (soddisfatto, si frega le mani) Noi siamo a Capri... ci stiamo godendo il week-end !

Lello                Poteva essere Jerry, che ha rimediato le ragazze per andare a ballare.

Carlo               Questa sera ballo casalingo!

Patrizia            Poteva essere il mio boy.

Carlo               Il tuo bue stasera se ne va a pascolare da solo.

Teresa            Sono sicura che era mia madre.

Carlo               Questa è l'unica consolazione: che era tua madre e non hai potuto risponderle.

Teresa            Poteva passare la serata con noi.

Carlo               Non è possibile. Noi siamo a Capri a goderci il sole. Piuttosto Patrizia, cospargiti le

spalle di crema solare prima di prenderti una scottatura. E tu, Lello, ammira quella

bella svedese in due pezzi.  Teresa, lo sai che questo posto è veramente bello ?!

Senti il rumore della risacca, il profumo del mare! (pausa) Quando hai fatto le prenotazioni non ci volevo credere ma ora che siamo qui, mi piace davvero. Dobbiamo venirci anche l’anno prossimo.

Teresa            Quanto sei spiritoso!

Lello                (si avvicina al giradischi e fa per azionarlo)

Teresa            Mi spiace caro Lello, ma tu oggi quel coso non lo suoni.

Lello                Ma lo tengo al minimo mamma.

Teresa            (categorica) Oggi non si suona.

Carlo               A pensarci bene, questa prigionia domestica ha i suoi lati piacevoli: una visita di

suocera scongiurata, una vitellina che resta senza il suo bue e un microcefalo

abbrustolito che non può affogare nel ritmo! (Teresa, imitata dai figli, per la rabbia

batte il piede per terra) Siete impazziti? Vi sentono da fuori ! (Teresa e i  figli smettono subito)

Patrizia            (si avvicina alla porta d'ingresso, ma si ferma volgendosi di scatto) Ssss!  Zitti,

qualcuno sta salendo le scale. Si è fermato sul pianerottolo! (tutti si immobilizzano.

Si sente suonare il campanello)

Teresa            Tutti zitti! Non aprite!

Lello                (che si era avvicinato alla porta) Era il rumore di un passo maschile.

Teresa            Silenzio ho detto!  (Il campanello risuona)

Carlo               Sembra uno impaziente.

Patrizia            Sarà il mio boy. Vado ad aprire.

Carlo               Dove vai? (fermandola) Qui dentro oggi non entra nessuno.

Teresa            Ma volete stare zitti?  (si sente ancora il campanello)

Carlo               Quanto è insistente! Apriamo?

Teresa            Carlo, vuoi scherzare? Noi non siamo in casa, quindi non apriamo a nessuno. (ora

si sente bussare)

Patrizia            Ma mamma, se fosse veramente il mio boy?

Voce               Marietta, apri!

Carlo               (rivolgendosi a Patrizia) Vedi che non cercano te?

Voce               Marietta, apri! Sono io, il tuo bell'Antonio!

Carlo               Meno male che non è Paolo il Caldo, altrimenti ci volevano i pompieri... (a Marietta)

Chi è questo bell'Antonio che ti cerca?

Marietta          Mi non so sior, mi son foresta.

Carlo               Tu non sai mai niente. Mi non so sior, mi son foresta...Tu sei una foresta...vergine!

(si avvicina allo spioncino, guarda, poi si rivolge agli altri con voce soffocata) Un

soldato! La foresta... non è più vergine! (a Marietta) Non ti vergogni? Noi andiamo a

Capri e tu ricevi i militari in casa mia?

Marietta          Mi non so sior!

Carlò               Vuoi vedere che il militare viene per me?

Voce               Apri tesoro! Non ne posso più.

Carlo               Poverino, non ne può più. Apriamogli.

Teresa            Vuoi scherzare? Così ci scopriranno. Bisogna mandarlo via. (nessuno si muove)

Lello                (guarda i genitori fermi, poi) Ci penso io, coppia di matusa! Rimirate l'esibizione del

vostro primogenito! (si avvicina alla porta e, imitando la voce di una donna) Chi sei?

Che vuoi? Perché non te ne vai?

Voce               Aprimi Marietta, lo sai che muoio d'amore per te!

Lello                (con la sua voce) Questo qui ci muore dietro la porta.

                        (in falsetto)  Marietta non c'è più.

Voce               Ma allora tu chi sei, se non sei Marietta?

Lello                (con la sua voce, ai familiari) Già, chi sono?

Teresa            La nuova domestica.

Lello                Si, va bene, ma come mi chiamo? Presto, ditemi un nome da cameriera.

Teresa            Graziella.

Lello                No, Graziella è troppo antiquato.

Carlo               Ermenegilda.

Lello                Ma papà, che lampo di genio!

Voce               Mi vuoi dire chi sei?

Patrizia            Tosca.

Lello                Si, Traviata.

Patrizia            In un romanzo ho letto che c'era una cameriera che si chiamava Tosca. (si sente

bussare ancora)

Teresa            Digliene uno qualunque, altrimenti ci butta giù la porta.

Marietta          Sior, se la mi permette...mi go un'amica che la fa la cameriera e la se ciama

Giselda.

Lello                Va bene, vada per Giselda (in falsetto) Mi son Giselda, la nuova cameriera. Marietta

è stata licenziata.

Voce               Ci voleva tanto a rispondere? Perché è stata licenziata?

Lello                (guardando Marietta, con intenzione) Perché riceveva i soldati in casa quando i

padroni erano fuori.

Voce               Adesso i padroni ci sono?

Lello                No, sono a Capri.

Voce               E allora aprimi.

Lello                Non ti conosco.

Voce               Faremo conoscenza, vedrai.

Marietta          (con  un gesto di stizza) Vigliacco, traditor! Come se fa a piantar così una brava

putea?

Carlo               (a bassa voce) Allora lo conosci!

Marietta          No, sior. Dicevo che l 'è un traditor.

Voce               Con chi stai parlando?

Lello                Con l'altra domestica. Adesso i Brandolini hanno due domestiche.

Voce               Chi ??  Quei morti di fame?

Teresa            (inghiottendo amaro) Mandalo via, altrimenti grido!

Lello                Vattene ora!

Voce               Va bene, me ne vado. Ma tornerò! Ciao.

Lello                Visto come si fa? Semplice no?

Carlo                           (dopo una lunga pausa, rivolto alla moglie) Ti rendi conto qual' è la nostra reputa-zione presso le forze armate? Morti di fame ci ha chiamato.

Teresa            (a Marietta) Vergognati! Bella pubblicità ci hai fatto!

Carlo               Morti di fame; però, volendo considerare, quel militare non aveva tutti i torti.

Teresa            Carlo, come sarebbe a dire!?

Carlo               Sarebbe a dire che con lo spreco che si fa, in questa casa ci sono più uscite che

entrate.

Teresa            Io devo salvaguardare il decoro di questa casa perché, se dipendesse da te, noi

saremmo considerati delle nullità in società!!

Carlo               E per te decoro significa avere una cameriera a sessanta mila lire al mese, invece

di educare tua figlia, che non sa cucinare nemmeno un uovo sodo!

Teresa            Mia figlia è nata signora, e queste cose non le deve fare.

Carlo               E già, è nata cavallerizza, senza cavallo e senza maneggio.

Teresa            Per ora ha il costume; in seguito avrà il cavallo.

Carlo               Ma dico io, invece di spendere inutilmente tanti soldi per il costume da cavallerizza,

per il salario della cameriera, per il ritratto dell'antenato e per altre cose inutili, a

Capri non ci saremmo potuti andare veramente? E inoltre non avremmo avuto in

casa una serva che ci considera morti di fame!

Teresa            Basta ora! Se non sei capace di mantenere il decoro in casa almeno stai zitto. Caro

mio, ci sono mariti capaci di guadagnare anche un milione al mese, e tu non sei

certamente uno di quelli.

Carlo               Con quello che guadagno io tutti noi potremmo vivere da signori, se tu non fossi

così ambiziosa! Ma lasciamo perdere, che forse è meglio. (pausa) Però, pensando

a quanto ci sta accadendo mi vien da ridere. Il week-end a Capri!  Mi viene in mente

quella vecchia canzone...te la ricordi ? (canticchia) La famiglia Brambilla in vacanza,

con la vecchia balilla s'avanza... il papà, la mammà...

Teresa            Quanto sei spiritoso.

Carlo               Questo week-end comincia a divertirmi. Si sta facendo movimentato ed avvincente.                 (continua a canticchiare) La famiglia Brambilla in vacanza, con la vecchia balilla

s'avanza...

Teresa            (sottovoce) Ti venisse un dolore di panza ! (si odono dei rumori provenire dalla                           porta, come se qualcuno stesse forzando la serratura. Tutti ammutoliscono e si

volgono verso l'ingresso; la porta si scuote leggermente; tutti si guardano

spaventati)

Patrizia            (con un grido represso) I ladri!

Lello                I ladri di domenica?

Carlo               Ma che credi, che i ladri osservino l'orario festivo?

Patrizia            Ho paura. Telefoniamo alla polizia.

Teresa                        Mai ! Mi farò portar via da sotto gli occhi anche i chiodi dai muri, ma questa soddi-sfazione ai De Marchi non gliela dò. (ancora rumori; tutti guardano la porta)

Lello                Mamma, i ladri stanno entrando in casa... bisogna fare qualcosa.

Teresa            Per il decoro e la dignità della famiglia, dobbiamo farci derubare senza intervenire.

(pausa) Dobbiamo nasconderci, ma dove ?

Lello                In cucina. I ladri in cucina non ci vanno.

Carlo               Ma siete impazziti? Quelli svaligiano tutta la casa.

Teresa            Arrangiati. Presto, tutti in cucina!

Carlo               Io non mi nascondo, li affronto. (tutti entrano in cucina. Carlo, in punta di piedi, va in

camera da letto e dopo qualche attimo torna con la giacca, un berretto e un fazzo-letto che gli nasconde il viso; ha in mano una torcia elettrica. Spegne la luce e si

nasconde nei pressi della porta che, finalmente, si apre. Una sagoma scura entra e chiude la porta dietro di sé; il ladro accende una torcia e avanza cautamente facen-do luce per terra. Ogni tanto la spegne e contemporaneamente si accende la torcia di Carlo, creando un po’ di sorpresa; finalmente i due accendono contemporanea-

mente e dirigono le luci sui loro volti, abbagliandosi a vicenda).

Ladro               Chi è là ?

Carlo               Amici. (si sforza di sembrare disinvolto) Mi dispiace, ma sono arrivato prima di te.

Ladro              Porca miseria ladra, questa non ci voleva! Ci stiamo facendo in troppi.

Carlo               (accende la luce)

Ladro               (si accorge dell'abbigliamento di Carlo) Ma come ti sei conciato? Mi sembri un ladro.

Carlo               Sono un ladro.

Ladro              Ma che ladro sei se sembri un ladro ?! Aggiornati amico, oggi un vero ladro non si

deve distinguere da un vero signore. (apre la borsa che ha con sé ed estrae la   pianta della casa)

Carlo               Già, effettivamente è sempre più difficile poter distinguere.

Ladro              E poi, bisogna essere organizzati. (indicando la pianta) Vedi? Questa è la pianta

dell'appartamento (la svolge e la orienta) e quella è la camera da letto. (indica la

cucina)

Carlo               Ti sbagli, è la cucina.

Ladro              E' la camera da letto.

Carlo               E' la cucina.

Ladro              Non può essere. Nella pianta risulta che è la camera da letto.

Carlo               Lo vuoi sapere meglio di me? E' la cucina, ti dico.

Ladro              E allora, caro collega, sai che ti dico? Prima di mettermi a lavorare vado a fare uno

spuntino. (si avvia verso la cucina)

Carlo               (allarmato, lo blocca) E' inutile che tu ci vada; ci sono già stato io.

Ladro              Ci vado anch'io allora! Qualcosa ci sarà rimasto!

Carlo               Non c'è neanche il sale per la saliera.  Ti ho detto che ho già guardato io prima che

tu arrivassi, ma non ho trovato proprio niente...l'unica cosa che c'è da portar via in

questa casa è quel giradischi con i dischi.

Ladro              Quello te lo prendi tu; sei arrivato prima di me.

Carlo               Si, ma tu mi sei simpatico; lo faccio portar via da te.

Ladro              Quella schifezza non la voglio. Non voglio farmi insultare da mio figlio.

Carlo               Hai un figlio?

Ladro              Si, un maschio, e tre femmine.

Carlo               Un maschio e tre femmine?! Però! (gli batte una mano sulla spalla, in un gesto di

comprensione) Hai proprio ragione a fare questo mestiere.

Ladro              Caro collega, devo sgobbare da mattina a sera (ad uno sguardo di Carlo si correg-ge) volevo dire dalla sera alla mattina, per studiare le varie tecniche del furto: furto

semplice, furto con scasso... e se mi fermo un giorno, cioè una notte, è finita.

Carlo               A chi lo dici! Ci tocca faticare tutto l'anno per dar da mangiare alla famiglia.

(sospira) Bisognerebbe mettersi a rubare.

Ladro              Perché, scusa, adesso cosa stiamo facendo?

Carlo               (riprendendosi) Volevo dire rubare all'ingrosso, in grande stile.

Ladro              Già. A noi tocca lavorare sempre : notte e giorno; Natale e Pasqua; carnevale e                         capodanno... Siamo la categoria più disgraziata. Mai una soddisfazione, mai un

giorno di ferie, una vacanza od un giorno di festa!

Carlo               Mentre gli altri se la spassano a Taormina, sulla Costa Azzurra, (con intenzione,

guardando la cucina) a Capri. Noi invece sempre chiusi in casa, a lavorare. (pausa)  

Perché non ti riposi un po’?  Ti prendi qualche giorno di ferie...

Ladro              E la mia famiglia cosa mangia? Allora non hai capito che la nostra è la categoria più

lavoratrice che ci sia ? Se non fosse per quelle ferie obbligate in galera, ogni tanto,

noi altri  lavoreremmo 365 giorni all'anno.

Carlo               Sacrosanto. (pausa) Tu ci sei mai stato in galera?

Ladro              Certo! Anche il mio organismo deve riposarsi, ogni tanto. La mia vita è sempre stata                  casa e...

Carlo               Chiesa?

Ladro              Chiesa...ma che mi fai dire! Casa e galera; non conosco altro.

Carlo               Un ladro modello.

Ladro              Un martire, devi dire. In galera le guardie carcerarie ed in casa...

Carlo               La moglie, che a volte è peggio.

Ladro              Eh, abbiamo scelto un mestieraccio.

Carlo               Certe volte mi chiedo se ne vale la pena. Potessimo cambiare mestiere...

Ladro              Ma un giorno o l'altro...

Carlo               (cogliendo la palla al balzo) Subito, ora.  Perché non cominciamo adesso?

Lasciamoli perdere questi disgraziati dei Brandolini...

Ladro              Non fare il sentimentale adesso; mettiamoci al lavoro piuttosto. Abbiamo perso fin

troppo tempo. Di quel che c'è faremo a metà. (comincia ad aprire sportelli e

cassetti, senza trovare nulla) Niente; e niente neanche qui.  Che morti di fame!

Carlo               Eh, perfino i militari lo sanno!

Ladro              (va in camera da letto e ritorna con due valigie; le depone aperte per terra) Ecco

qua due valigie! Una per me e una per te! (e comincia a riempire la sua con le cose

di maggior valore che trova. Carlo le prende le trasferisce nella sua valigia mettendo

in quella del ladro delle  cianfrusaglie).

Carlo               (indicando il quadro dell'antenato) Ehi, collega, portiamoci via anche questo quadro.

E' antico, deve essere di valore.

Ladro               Quella faccia da iettatore?  No no.

Carlo               Ma almeno prendiamoci il giradischi con i dischi !

Ladro              Ancora?!  Senti, il quadro ed il giradischi prendili tu! (si sente suonare il campanello,

poi dei colpi alla porta. Carlo ed il ladro si guardano, preoccupati)

Voce               Cuore dell'anima mia, aprimi!

Ladro              (sottovoce) Chi sarà mai?!

Carlo               (sottovoce) L'esercito. Siamo assediati.

Ladro              Ma che dici?

Voce               Testona, adesso devi aprirmi.

Ladro              Ma che vuole? Con chi ce l'ha?

Carlo               Con la famiglia Brandolini (si avvicina alla porta e con voce femminile) Vattene

subito! Non ho bisogno di un soldataccio come te! Sono già fidanzata con un

corazziere! (si sente bussare ancora più violentemente) Vattene ho detto, altrimenti

chiamo la polizia!

Ladro              Ehi, non scherziamo con le cose serie!

Carlo               (piano al ladro) Ma no, non preoccuparti. E' per lui... (nuovamente in falsetto)

Vattene, che stanno per tornare i miei padroni.

Voce               E va bene, me ne vado.

Ladro              (dopo una pausa) Se ne andato?

Carlo               (guardando dallo spioncino) Si.

Ladro              Andiamocene anche noi, che si è fatto tardi (tenta di chiudere la valigia ma non ci

riesce) ci vorrebbe un pezzo di spago ; dove lo trovo?

Carlo               (distrattamente) In cucina. (si accorge della gaffe troppo tardi; il ladro ha già aperto

la porta della cucina e resta di stucco. Indietreggia; guarda Carlo che si stringe nelle

spalle, allargando le braccia con aria sconsolata. Lentamente, dalla cucina escono        tutti, in fila indiana)

Ladro              E questi, chi sono?

Carlo               Mia moglie, i miei figli, mio padre e Marietta, la domestica, nonchè la fidanzata del                     reggimento.

Ladro              E tu quando vai a rubare, ti porti dietro tutta la famiglia, domestica compresa?

Carlo               (come liberatosi da un peso) Amico mio, io non sono qua per rubare. Io sono il                           padrone di casa, (guardando la moglie) quasi.

Ladro              (con grande stupore) Il padrone di casa?

Carlo               Proprio così. Nascosto in casa e costretto a farsi passare per ladro per non essere                     scoperto.

Ladro              Sei ricercato anche tu?

Carlo               Magari ! Mi prenderei le ferie obbligate, come te!

Ladro              Ma allora perché tutta questa messa in scena?

Carlo               Eh !! Tu non puoi capire. Per certa gente il decoro, la reputazione, l'onore della                           famiglia sono legati ad un week-end fuori città !

Ladro              A che cosa?

Patrizia            Ad un fine settimana.

Lello                Ad una gita di fine settimana.

Ladro              (esplodendo indignato) E vi pare giusto ?!

Teresa            Questi sono affari nostri

Ladro              Un accidente! Questi sono affari miei! Quando uno dice a tutti che va a Capri, deve

andare a Capri! E che sono queste buffonate ?!  Io ho preso le mie informazioni:

"I signori Brandolini sono andati a Capri ". Ma come, io rischio e voi altri fate i

buffoni restando a casa ? Signori miei, di questo passo dove andremo a finire !?             Ognuno faccia onestamente il suo dovere! Io ho perso una giornata di lavoro per le

vostre meschine ipocrisie!

Lello                Ha ragione !

Patrizia            Mille volte ragione.

Teresa            Ma chi poteva immaginarlo!

Ladro              Signora, io ho perso un affare, senza contare la figura che sto facendo!

Carlo               Ma se è per questo non ti devi preoccupare. Nessuno saprà mai che oggi hai fatto

cilecca.

Ladro              E a mia moglie che le racconto? Se non parlate voi, certo parlerà lei.

Carlo               Potremmo fare così: tu ti prendi il giradischi e il quadro, e a tua moglie dici che qui                     non c'era nient'altro di valore.

Teresa            Carlo, il ritratto dell'antenato ?!

Lello                Papà, il mio giradischi ?!

Carlo               Vengono sacrificati al decoro della famiglia.

Ladro              E il mio decoro? La mia reputazione? Mi dispiace, ma è contro i miei principi rubare

oggetti che non sono di mio gusto. Io ho un'etica professionale!

Carlo               E allora come si fa?

Ladro              Mi dispiace; non contate su di me. Sarò costretto a svelare tutto.

Teresa            No, per carità, questo mai ! Piuttosto la morte che una simile vergogna. Signor

ladro, non svelate il nostro segreto, vi prego; piuttosto..uccideteci !

Ladro                          Signora, come si permette! Io non sono un assassino ... sono un galantuomo... sono un ladro, ha capito?! La gente, per farsi derubare da me fa la fila!

                         (ed esce; a soggetto fino all’uscita di tutto il gruppo)....

Buio.

Luce.  (la stessa scena. L'azione è immediatamente successiva. Il ladro è seduto in poltrona e gli altri gli stanno tutti attorno)

Patrizia            Sia buono, la prego. Si convinca.

Lello                Lo faccia per quella povera donna di mia madre.

Ladro              A si? E a me chi mi ripaga questa giornata persa?

Teresa            Noi. Dica quanto e mio marito ripagherà; purché non si venga a sapere che noi

eravamo in casa.

Carlo               Posso firmarle una cambiale.

Ladro              Mi dispiace, ma non accetto cambiali.

Teresa            Senta signor ladro, noi siamo gente onesta, come lei, e la pagheremo, non si

preoccupi. (pausa) Io ho sempre sostenuto che i veri ladri non sono quelli in        prigione.

Carlo               (alla moglie) Ma che dici! (al ladro) Mia moglie voleva dire che i veri ladri non vanno

mai in prigione. Deve scusarla.

Teresa            Lui mi ha capita. E' un uomo intelligente, lui. Signor ladro, accetta un caffè?

Carlo               Un caffè? No no ; lui ha bisogno di sostanza (al ladro) vero? Non hai detto che

avevi fame?

Ladro              Veramente si.

Teresa            Ed allora resti a cena con noi.

Ladro              Ma no, signora...

Patrizia            Sì, resti, la prego.

Lello                Non può rifiutare.

Teresa            Se non resta lei, la faremo arrestare noi. (tutti la guardano; lei non capisce la gaffe)

Patrizia            Su, resti, così racconta qualche episodio della sua vita avventurosa.

Ladro              Non vorrei disturbare.

Teresa            Non lo dica nemmeno per scherzo. (rivolgendosi a Marietta) Mi raccomando,

prepara qualcosa di eccezionale.

Marietta          Si, siora (e va in cucina)

Teresa            Carlo, offri intanto un aperitivo al signor ladro. (e si dirige assieme al marito verso il                    mobile bar, mentre Lello e Patrizia conversano con il ladro)

Carlo               Sei contenta? Oggi grande avvenimento mondano in casa nostra.

Teresa            Peccato non poterlo raccontare alle mie amiche.

Carlo               Perché no?

Teresa            Perché verrebbero a sapere che non siamo andati a Capri.

Carlo               E tu sacrifichi questo eccezionale avvenimento ad una gita a Capri? Cara mia, non

capita tutti i giorni di avere a cena  un signor ladro (così dicendo apre il mobile bar e

prende una bottiglia, vuota) Chi si è scolato la bottiglia? (il nonno, con indifferenza,

si allontana verso la cucina; guardando il nonno) Chi ha bevuto l'aperitivo che ho

comprato l'altro giorno? In questa casa agli spiriti piace l'aperitivo!

Teresa            (alla domestica, in cucina) Marietta, invece di preparare per sette, prepara per sei.

(al marito) Così impara a farci fare brutte figure.

Carlo               Vuoi farlo morire di fame, per quanto se lo meriti? (alla domestica) Marietta,prepara

per sette.

Ladro              (continuando con Lello e Patrizia un discorso già iniziato) Vedete, la nostra è la                           categoria più dimenticata dallo stato; non abbiamo uno stipendio fisso, né la mutua

e nemmeno la pensione!

Patrizia            Non è giusto!

Lello                Devono finire queste ingiustizie sociali.

Ladro              Ora, se mettessimo un nostro rappresentante al governo...

Carlo               C'è, c'è.

Marietta          (entrando) Siora, non ghe s'è più nanca un gossetto de vin.

Teresa            (avvicinandosi) Scusate se interrompo, ma la domestica mi sta dicendo che siamo

rimasti senza vino. Lei è astemio ?

Ladro              Signora, io posso restare anche a digiuno, ma quando mangio un bicchiere di vino                     me lo devo proprio bere, se no mi rimane tutto sullo stomaco.

Teresa            E come si può fare? Lei capisce che nessuno di noi può uscire.

Ladro              Giustissimo! Anzi, se permette, vorrei avere il piacere di offrirlo io. Siete stati

veramente gentili.

Teresa            Grazie, ma non possiamo permetterlo.

Patrizia            Ma oggi è tutto chiuso. Ha dimenticato che è domenica?

Ladro              E tu hai dimenticato il mestiere che faccio io? Per me non c'è porta o finestra che

può restare chiusa!!

Lello                Già, è vero.

Ladro              Cinque minuti, anzi, per non far rumore lascio la porta socchiusa. Con permesso.                       (inchinandosi cerimoniosamente, il ladro esce lasciando la porta socchiusa; tutti,

con un sospiro di sollievo, si guardano)

Teresa            E grazie a Dio anche questa e fatta. Nella vita basta un po' di savoir faire!

Carlo               Quello che a te non manca mai. (si ode un leggero bussare alla porta d'ingresso)

Chi è?

De Marchi       (da fuori) Sono io. La signora De Marchi. E' permesso? (tutti restano impietriti,

guardando verso la porta)

Teresa                        (terrorizzata, a bassa voce) La signora De Marchi? (immediatamente organizza la             ritirata. Velocemente se li trascina tutti in cucina. Anche Carlo vorrebbe nascon-dersi, ma viene spinto fuori)

De Marchi       (facendo capolino dalla porta d'ingresso) C'è qualcuno in casa?

Carlo               No, cioè, sì... ci sono io. Ma lei, come mai...?

De Marchi       Ho sentito dei rumori , delle voci...

Carlo               La televisione, di là...

De Marchi       E siccome sapevo che eravate tutti fuori, son venuta a dare un'occhiata. Di questi

tempi non si sa mai....

Carlo               Infatti, noi eravamo tutti fuori.

De Marchi       Capri?

Carlo               Già, Capri... Ma io sono tornato prima perché... perché...(non gli viene un perché ;

poi, guardando il telefono) Ecco, aspettavo una telefonata urgente. Affari, sa?  Ma

lei ...non doveva essere in riviera?

De Marchi       Non sono più andata. Ho lasciato partire mio marito e sono rimasta...  Sa, anch'io

aspetto una telefonata urgente che ancora non è arrivata. Piuttosto, se arriva

mentre sono qua?  Ma tanto di qua si sente...

Carlo               No, non si sente.

De Marchi       Si sente, si sente... io sento il vostro telefono... (con intenzione) Non mi fa accomo-dare?

Carlo               No... cioè sì ... si accomodi.

De Marchi       Grazie.(siede sul divano; Carlo le si siede lontano) Segga vicino a me.

Carlo               (avvicinandosi un poco) Qua?

De Marchi       No, qua.(lo vuole più vicino)

Carlo               Qua, qua?

De Marchi       Sì, qua... Capisco la sua situazione ed il suo imbarazzo. Io e lei soli...lei pensa                             all'occhio del mondo.

Carlo               (guardando verso la cucina) Già, diciamo all'occhio del mondo.

De Marchi       E non ha tutti i torti. Si figuri cosa non direbbero se sapessero che io, sola, mi trovo

in casa di un uomo, solo...

Carlo               (sempre più imbarazzato) Già...

De Marchi       In fondo non avrebbero tutti i torti. Anch'io penserei male. E lei?

Carlo               (cercando di essere indifferente) Io? No!

De Marchi       Via, andiamo... Una donna giovane, non del tutto disprezzabile, ed un uomo inte-ressante soli nella stessa casa.  Il marito di lei lontano, la moglie di lui lontana...

Carlo               (guardando verso la cucina) Mica tanto...

De Marchi       Lei, sapendo che una donna e un uomo si trovano in queste condizioni ideali, che

cosa penserebbe?

Carlo               Niente. Che cosa dovrei pensare? Assolutamente niente (si asciuga il sudore dalla

fronte)

De Marchi       Ma che cosa ha?  Mi sembra così strano.

Carlo               No, sono normalissimo. Che cosa vuole che abbia?

De Marchi       Non mi pare. E pensare che l'altro giorno è stato così gentile... così galante... non

ricorda più?  "Una bella donna può permettersi anche di essere nervosa".  Ricorda?  

Me l'ha detto lei !

Carlo               (continuando a sudare) Ricorda ancora quella frase? Lo sa che lei ha una bella

memoria?

De Marchi       Come dice?

Carlo               Dicevo, ricorda ancora quella frase? Sono frasi che si dicono per cortesia. E'

naturale che i nervi di una bella donna siano più sopportabili di quelli di una donna

brutta... E' come una bella giornata di sole, che è preferibile ad un'uggiosa giornata

di pioggia...oppure come una mattina di primavera, che è preferibile a... ma che

belle scoperte sto facendo!

De Marchi       Anche se in parte si è rimangiato quello che stava dicendo, la ringrazio.

Carlo               (sorpreso) Di che?

De Marchi       Di un'altra cortesia, come le chiama lei.  Mi ha paragonata ad una giornata di sole.

Carlo               (allarmato, guarda la cucina e a voce alta per farsi sentire dalla moglie)

                        Veramente non volevo dire questo.

De Marchi       Suvvia, perché continua ad essere riservato? Siamo soli, nessuno può sentirci.

Carlo               Questo lo dice lei.

De Marchi       I complimenti, le cortesie, fanno piacere alle donne...

Carlo               (per cambiare discorso) Posso offrirle qualcosa?

De Marchi       No grazie, Carlo... Oh, l'ho chiamata per nome; spero che non le spiaccia!

Carlo               No, no.

De Marchi       E lei mi chiami Laura.

Carlo               Va bene, signora.

De Marchi       Laura, solo Laura... Le viene così difficile? (si sente un rumore di piatti rotti) Che è

stato?

Carlo               (annaspando) Il cane! No, non ce l'abbiamo il cane.. il gatto! No, il gatto è a Capri....

un topo !  Sarà stato un topo.

De Marchi       (lancia un urlo e salta sul divano) Io ho paura dei topi!

Carlo               Non si spaventi, forse non è stato un topo... Il vento; si, è stato il vento che ha fatto

sbattere le imposte.  (e continua ad asciugarsi il sudore)

De Marchi       (che ha capito l'imbarazzo di Carlo) Carlo, cos'ha? E' la mia presenza che la mette

a disagio? (abbassando gli occhi) Anch'io sono turbata, cosa crede?

Carlo               Lei è...

De Marchi       Si, Carlo. Le sembrerà assurdo quello che sto per dirle, ma in questo momento mi

trovo ad una svolta decisiva della mia vita. (pausa) Carlo, io non ho mai tradito mio

marito...

Carlo               Come mai?  Cioè, volevo dire... non ne dubito.

De Marchi       Perché ho sempre pensato che il dovere di una moglie è quello di stare vicino al

proprio marito, nella buona e nella cattiva sorte. Lei mi dirà che mi è stato facile,

che mio marito non mi ha mai fatto mancare niente anzi... bei vestiti, bei gioielli,

bella gente, viaggi... però, Carlo ... una donna come me ha bisogno (appassionata)

dell'amore travolgente. (gli mette dolcemente una mano sulla bocca) Non dica

niente... non finga... io so che anche lei è infelice e so anche cosa le manca.

Carlo               Il pavimento sotto i piedi.

De Marchi       (con voce sempre più appassionata) Io posso darle quello che le manca.

Carlo                           ( guardando la cucina) Un'altra volta, un altro giorno...sa, sto aspettando una tele-fonata....

De Marchi       Carlo, ora o mai più! (e gli butta le braccia al collo, stringendolo a sé; si sente squil-lare un telefono esterno. La De Marchi sta in ascolto, poi)  E' lui .

Carlo               (spaventato) Lui chi? Suo marito?

De Marchi       No, il mio telefono. Anch'io aspetto una telefonata, non ricordi? Corro a rispondere

(si avvia, veloce; sulla porta si gira) Ma tornerò subito Carlo. Aspettami. (esce)

Carlo               (resta immobile, mentre il suo sguardo vaga dalla porta di ingresso a quella della

cucina.  Questa finalmente si apre ed entra la domestica)

Marietta          E' andata via la siora?

Carlo               (quasi senza voce) Sì.

Marietta          (verso la cucina) Siora, la siora De Marchi la xe andata via. (ed esce)

Teresa            (entra con passo marziale e con aria sostenuta si dirige verso la camera da letto

passando davanti al marito, senza guardarlo in faccia) Porco! (ed esce)

Patrizia            (come la madre) Mi meraviglio di te, papà! (ed esce)

Lello                (entra a passo di danza, canticchiando) L'amante tua sarò, se tu lo vuoi...(esce)

Nonno             (come gli altri) Chiuso in cucina io non ci voglio restare! (e si siede)

Patrizia            (da fuori) Nonno!  (il nonno esce)

Teresa            (dopo una pausa esce dalla camera da letto con un cuscino ed una coperta in mano

e si avvia verso la cucina, senza guardare il marito) Sporcaccione! (ed esce)

Patrizia            (come la madre) Non ti vergogni? Alla tua età (ed esce)

Lello                (canticchiando e ballando, anche lui con cuscino e coperta in mano)

                        Ba... ba... baciami piccina sulla bo...bo...bocca piccolina...

Carlo               (si alza e lo insegue) Quando ti prendo ti faccio cantare io!

Nonno             (anche lui con il cuscino) Questo cuscino a chi lo devo dare?

Carlo               A mia sorella.

Nonno             (fermandosi) Cosa centra la mortadella?

Teresa            (dalla porta della cucina) Silenzio! Nonno, via !! (il nonno esce)

Carlo               Ma dico, si può sapere cos'è questo via vai?

Teresa            Ci prepariamo per la notte ( molto ironicamente) nel caso che la signora de Marchi

decidesse di trattenersi a lungo in dolce conversazione!

Carlo               Vuoi vedere che adesso è colpa mia!?

Teresa            E allora di chi è? Mia? Ho sentito tutto di là (imitando grottescamente la De Marchi)

Permette che la chiami Carlo?  Lei mi chiami Laura... una donna come me, per

essere felice, ha bisogno dell'amore travolgente! Carlo, ora o mai più !!  (e gli dà

uno schiaffone)

Carlo               Ahi !  Ma tu, invece di fare la gelosa, perché non sei venuta fuori?

Teresa            Perché volevo vedere fino a che punto arrivava la tua spudoratezza !

Carlo               Oh, insomma! Se credi che mi sia divertito ti sbagli! Anzi, lo sai cosa faccio?

Quando arriva la signora De Marchi mi chiudo in cucina con voi!

Teresa            Nient'affatto! Quella è capace di andare a cercarti in tutta la casa.

Carlo               Ma poi, scusa...fino ad oggi in questa casa non si è fatto altro che parlare della

                        signora De Marchi. Era considerata una specie di idolo. Dovresti essere orgogliosa

che l'idolo si è degnato di posare gli occhi su questo misero mortale, che in fondo è

tuo marito.

Teresa            Non essere ridicolo! E' perfettamente inutile che ti ricordi che tutto quello che faccio,

lo faccio per te. In quanto alla De Marchi, non farti troppe illusioni. Chi ti dice che 

non sia venuta qui solo per controllare se noi siamo o non siamo andati a Capri?

Chi ti dice che tutte quelle moine non fossero una manovra ben congegnata per

farmi uscire dalla cucina?

Carlo               E allora perché fai la gelosa? Se sei convinta che è venuta qui per controllare se

eravamo in casa, con tutto il rumore che hai fatto le hai tolto ogni dubbio.

Teresa            Io il rumore  l'ho fatto perché conosco i miei polli !  Ti pare che io abbia dimenticato

la studentessa del 27?

Carlo               Ma che dici!?  Io nel '27 avevo due anni !

Teresa            Interno 27, pensione Miramare ! Non fare il cretino! (si sente suonare il campanello

della porta) La signora De Marchi! (e corre in cucina)

Carlo               Senti, ricevila tu, così ti passano le fantasie.

Teresa            Ah no! Io mi sacrifico, ma la signora De Marchi deve continuare a credere che noi

siamo a Capri ! ( e sparisce. Carlo va ad aprire ed entra la De Marchi, affranta ed avvilita. I suoi occhi sono lucidi di pianto.  Accosta la porta poi, con voce tremante)

De Marchi       Signor Brandolini....

Carlo               Non mi chiama più Carlo?

De Marchi       Se vuole.   Signor Carlo, soltanto lei può aiutarmi.

Carlo               Mi dica, cosa posso fare per lei?

De Marchi       Ho parlato con mio marito al telefono...

Carlo               In Costa Azzurra?

De Marchi       Ma che Costa Azzurra! Mio marito è dall'avvocato. Hanno parlato, hanno discusso,

hanno rivoltato la faccenda da tutte le parti... (la porta si apre; entra il ladro con due

fiaschi di vino. Vedendo che Carlo non è più solo si mette all'ascolto, senza essere

visto;disperata) Mio Dio, sono disperata! Non c'è più niente da fare, lo arresteranno!

Carlo               A me?

De Marchi       No, mio marito!

Carlo               Suo marito? E che cosa ha fatto?

De Marchi       Pare che in banca, nei prossimi giorni, ci sarà un controllo...scopriranno ogni cosa!

Carlo               Cosa c'è da scoprire?

De Marchi       Pasticci vari, firme false, ammanchi... A mio marito piace la vita facile, il lusso... e

anche a me, del resto. Sa, in queste cose basta cominciare e...

Carlo               Ah ! E dura da molto tempo quest'andazzo in banca?

De Marchi       Da circa un anno.

Carlo               Sicché lei sarebbe venuta da me per...

De Marchi       (prontamente) Per essere aiutata..

Carlo               (riflettendo) Quindi anche prima lei è venuta da me per...ecco quello che cercava,

che le mancava... e che soltanto io le potevo dare... e già...cos'altro avrei potuto

darle io?  L'amore?  Alla mia età?

De Marchi       Signor Carlo !

Carlo               Mi chiami Brandolini ! Signor Brandolini ! Ormai non c'è più bisogno di moine. Con i

cognomi si ristabiliscono le distanze e ognuno conserva la sua posizione. Io sono

Carlo Brandolini, capo ufficio, e suo marito Gaetano De Marchi, è cassiere e mio

dipendente. Prima però mi tolga una curiosità. Perché fino a dieci minuti fa lei ha

recitato la commedia anzi, la farsa?

De Marchi       Perché lei è l'unica persona che ci può aiutare. Io non me ne intendo di queste

cose, ma so che lei... se prima di martedì facesse sparire certi documenti ... se

riconoscesse per sue certe firme...

Carlo               Cosa ?? Ma come si permette ?! Lei può anche farmi credere che io ho suscitato

                        passione in una giovane e bella donna come lei, ma non mi può chiedere di aiutare

un truffatore e un delinquente!

De Marchi       Ma Carlo...

Carlo               Basta! Se ne vada! (la De Marchi si avvia) Anzi no, aspetti!  (la De Marchi si arresta;

Carlo va verso la porta della cucina, la apre e) Potete uscire tutti! (dalla cucina esce

tutta la famiglia al completo, con l'aria imbambolata di chi non ha capito cosa sta

succedendo) Signori miei, la commedia è terminata!  Signora De Marchi, ho il

piacere di comunicarle che per una onorevolissima e decorosissima mancanza di

soldi, la famiglia Brandolini ha trascorso il fine settimana tappata in casa! E a voi,

componenti della famiglia Brandolini, comunico che i week-end, l'automobile fuori

serie e tutti i lussi della famiglia De Marchi, da voi tutti ammirata ed invidiata, sono

dovuti ad una serie di truffe continuate. (la De Marchi scoppia a piangere e si avvia

all'uscita ma si imbatte nel ladro che, uscito dall'ombra, avanza verso la stanza)

Ladro              Scusate se sono di troppo.

Carlo                           No, non sei di troppo, anzi potrai essere d'aiuto a qualcuno. (alla De Marchi, indi-cando il ladro) Signora, questo è l'uomo che potrà aiutarla. Di queste cose se ne intende,

Ladro              Già.  Arrivati a questo punto, non mi sembra più il caso che io rimanga. Qui c'è il

vino, arrivederci e grazie di tutto. (a Teresa) Signora, mi spiace non poter accettare

il suo invito a cena, ma altrove c'è bisogno di me... sarà per un'altra volta.  (alla De

Marchi) Signora, non si preoccupi per suo marito; vedrà che se sarà ospitato nel

secondo o nel terzo braccio, si troverà benissimo. Là ho molti amici e gli farò avere

una raccomandazione Vogliamo andare?  (esce assieme alla De Marchi)

Teresa            (dopo che i due sono usciti) Però, potevi fare a meno di dirle che non siamo andati

a Capri.

Carlo               (esplodendo) Basta !!  In questa casa abbiamo vissuto per troppo tempo secondo le

tue fisime e le tue fantasticherie. D'ora in poi si cambia! Tu mi hai sempre rimprove-rato di essere un piccolo borghese; si, è vero, lo sono, e me ne vanto! E da oggi in questa casa si vivrà da piccoli borghesi e tutti dovranno saperlo. Anzi, cominciamo subito! (va ad aprire la finestra) Ah, aria ! I fine settimana lasciamoli fare a chi se li può permettere! (va al balcone, prende l'antenna e la butta) La televisione lascia-mola a chi se la può comprare ! (va in camera da letto e ritorna con l'abbigliamento da cavallerizza, che butta dal balcone) I cavalli lasciamoli ai cavalieri ! (Afferra il quadro dell'antenato) E in quanto a questo, la mia famiglia deve essere orgogliosa

di non aver mai avuto antenati ! (e lo butta) Ed ora tutti a letto; la notte porta consi-glio, e da domani vita nuova! (senza fiatare tutti si ritirano nelle proprie stanze

                        seguiti da Carlo, soddisfatto)

Nonno             (rimasto solo, si avvicina con aria felice al giradischi e lo armeggia sino a quando

non riesce a metterlo in moto. Le note di una musica moderna esplodono fortissime.

Egli, battendo le mani, comincia a ballare) Quanto è bello!  Cammina da solo!

Carlo                           (entra con fare minaccioso e, non visto dal nonno, prende il giradischi e lo scara-venta dal balcone.  Poi esce  soddisfatto).

Nonno             (sorpreso dall'interruzione della musica, si volta e non vede più il giradischi; scuote

la testa e) E' inutile, l'ho sempre detto io; in questa casa ci sono i fantasmi.

FINE