Gente del nord

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GENTE DEL NORD

Di

Marco Masolin

Tragedia isolana in un atto . un prologo ed un epilogo.

La scena si svolge in uno squallida attico di un condominio abusivo di 18 piani alla periferia del ridente paese di Misilmeri.

PERSONAGGI –

-Donna Peppa Castacò in Calocò, la madre chiatta, baffuta e barbuta:

-Don Ciccio Calocò, chiatto e semicalvo, marito di donna Peppa -

-Gaetano Calocò detto Turuzzu: seminormale e figlio di Peppa e Ciccio; -

-Pinuccia Calocò, detta Maria, sorella di Gaetano piacente, giovane e con voglie represse: -

-Concetta Immacolata Santa Addolorata Castacò, sorella di donna di donna Peppa., signorina anche se non vorrebbe esserlo: -

-Don Glione, parroco del paese, ancora giovane e aitante, grande fustigatore di costumi e promotore della crociata per la moralítà;

-Francesco Posta, neo-postino del paese in sostituzione di Marcello di    Pace, tragicamente neo-scomparso nelle fondamenta del nuovo condominio abusivo di 32 piani alla perifería del sopracitato ridente paese. –

-Francesca, donna immoralissima del continente.

-Prologo: un uomo.

Personaggi: 9 ( 4 donne e 5 uomini prologo compreso)


ATTO PRIMO ED UNICO

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Entra un uomo, ammicca, accende una sigaretta. tossisce e dice:

UOMO:      “Mah. dove andremo a finire" e ridacchiando esce dalla stanza.

Donna Peppa sta sbracata in poltrona.  Alle 18,30 in punto

entra il figlio Gaetano.  Lei solleva gli occhi e visibilmente felice urla:

DONNA PEPPA: “Fidiu. fidiu. fidiu. tutto t'aia a vasare. fidiu. fidiu. fidiu. fidiu...” (e lo stringe selvaggiamente fino a che Gaetano non rischia un principio di asfissia.)

Riprendendosi il figlio:

GAETANO: "Madre" !

DONNA PEPPA: “Fidiu, fidiu, fidiu ...” e lo ribacia ovunque mentre Gaetano tenta disperatamente di divincolarsi.

In quel momento entra il Padre, Don Ciccio, vede il figlio, si arresta e gli dice:

DON CICCIO:"Minchia !".

Gaetano si avvicina e, inginocchiatosi, gli bacia la mano destra in segno di filiale riverenza.

DONNA PEPPA: “Fidiu, ma non dovevi arrivare alle 6 e un quarto ?”

GAETANO: “Si, ma di ieri, mamma.  Il treno ha portato un leggero ritardo.”

DONNA PEPPA: “Ma che giorno é oggi ?” “Ieri sono stata a messa, quindi era domenica, allora oggi è lunedì !”

GAETANO: “Mamma. se ben ricordo, tu vai tutti i giorni a messa e oggi in ogni caso è venerdì”.

DONNA PEPPA : “Santo ?”

GAETANO: “No. è il 10 marzo del 1995”.

DONNA PEPPA :” Gesù. come passa il tempo” e guarda don Ciccio che annuendo dice:

DON CICCIO : “Minchia !”

DONNA PEPPA: “Fiddiu. ti trovo bene ingrassato, chíatto . Adesso tieni 23 anni ed è ora che ti trovi moglie che un uomo solo non deve stare perché. se sta solo. gli vengono i cattivi pensieri e va con quelle zoccolone di fimmine lascive e si chiappa le malattíe della pelle.”

GAETANO: “Mamma. ho 43 anni.”

DONNA PEPPA: “43 anni!  Ma come fu ! Mi sembra ieri che sei partito con il treno dalla stazione.  Tutto questo tempo cí mettesti ad arrivare.? E dove ti mandarono quei fetusi a fare il milítare: a Messina.? “(E punta il braccio verso il cielo come per indicare un punto lontanissimo nello spazio) E continua: “Mi ricordo come adesso: era d'agosto, e ti avevo fatto mettere tre maglioni, e le mutande di lana, il santino di San Calogero e 8 chili d'arancie molle da dare al caporale, un prosciutto e tre pagnotte da due chili per il lungo viaggio fino lassù in quel nord tinto e pericoloso.” Sospira., e poi si accascia sulla sedia in attesa della risposta del figlio)

GAETANO: “Il viaggio fu breve, -mamma, solo 18 ore fino a

Messina, e poi 23 ore fino a Milano.” (la Madre lo guarda

sbigottita).  “Una volta arrivato mi ritrovai in quella gran-

de città tentacolare con tante strade..”

DONNA PEPPA: “Col pavimento?”

GAETANO: “Si mamma. asfaltate.”

DONNA PEPPA (con aria interrogativa): “Ah ! (poi rivolge lo sguardo a Don Ciccio che , con aria solenne, dice):

DON CICCIO : “Minchia !”

GAETANO: “Insomma, mamma arrivai in caserma e dopo 12 mesi, guando mi dovevano rimandare a casa  si  accorsero che si erano persi la mia pratica (la madre lo guarda con l'aria di chi non capisce nulla di quello che dice) e, nell'attesa che dal Ministero arrivassero le mie carte, mi dissero che potevo farmi qualche altro gìorno di militare "che mi avrebbe fatto solo che bene" come diceva il mio sergente”. “E così sono rimasto altri 20 anni in caserma, mamma.”

DON CICCIO: “Mìnchia !”

DONNA PEPPA:         “Fidiu, sono cose che capitano lassù, in con-

Tinente, ma ora non ci pensare.  Sei tornato, sei nella tua

bella casa, c'è il tuo letto.” (e indica un pagliericcio

buttato per- terra dove dorme una capra) . “Scusa per i 'animale,

ma sai, coi tempi che corrono  abbiamo dovuto comprare

qualche pollo, due conigli, la capra per il latte fresco da dare

a tua sorella e poi, tuo padre (e indica Don Ciccio) è in

cassa -integrazione da 25 anni ed ancora non trova lavoro.

Che deve fare, pover’uomo ? Si alza, mangia, beve, gioca a carte

e, la domenica, passeggia con me sul corso, vero Ciccio !

DON CICCIO: “Minchia !”

DONNA PEPPA: “Ora fiddiu, la prima cosa che devi fare è una bella mangiata leggera di salsicce e fagioli con il nostro peproncino che fa risuscitare  anche i cani morti (ridacchia) e poi una bella dormita nel tuo bel letto.. Domani ci metttiamo in giro per cercarti una brava donna, illibata, di chiesa, di buona famiglia, che sia capace di fare molti figli” (ridacchia di nuovo).

GAETANO: “Mamma, ti devo dire …”

In quel momento entra Pinuccia, vestita di nero, gonna lunga fino ai piedi e occhi bassi.

DONNA PEPPA: “Maria, guarda chi c’è, tuo fratello Gaetano !”

Lei solleva gli occhi, lo guarda, poi dice:

PINUCCIA: “Gaetano !”

GAETANO: “Pinuccia !”

Pinuccia lo abbraccia castamente poi, con fare rispettoso, gli dice:

PINUCCIA: “Tornasti finalmente dal continente. Lungo fu il militare, povero fratelluzzu mio !”

Donna Peppa piange e li abbraccia tutti e due mentre Don Cicio annuisce gravemente. In quel momento si apre la porta ed entra Francesca, bella giovane e minigonnata.

FRANCESCA: “Posso ?”

Attimo di stupore. Donna Peppa si irrigidisce. Pinuccia la squadra dalla testa ai piedi. Gaetano mostra imbarazzo e Don Ciccio tira fuori un fazzoletto, si asciuga il sudore ed accenna alla sua solita esclamazione ma riesce solo a tossire rumorosamente -Fino a che Donna Peppa lo zittisce.

DONNA PEPPA: “E questa cu è ?”

GAETANO: “Vedi mamma , volevo ...”

DONNA PEPPA: “E questa cu ie ?(con voce ferma, decisa e incazzata)

GAETANO: “Siediti, mamma ... lo. vedi ...”      (la madre accenna a

ripetere la domanda ma Gaetano la zittisce). “Mamma, sono stato venti anni a Milano per colpa di quel maledetto ministero e della mia pratica ed ho capito tante cose, a almeno credo.  Ho conosciuto Francesca una sera in discoteca... “

La madre inorridita dice.-

DONNA PEPPA : “A u casìnu ?”

GAETANO: “Ma che casino mamma. è un locale dove si balla. Ci siamo conosciuti, ci siamo voluti bene. Mamma, io amo Francesca (lei lo guarda serena e felice) e… ci siamo-sposati.!

La madre sprofonda nella sedia.

DONNA PEPPA: “Madre mia !”

DON CICCIO:     “Minchia !”

DONNA PEPPA: “Fidiu, tutto questa facisti senza dirci nienle.  ?“

E perché ? Chissà che bella cerimonia in chiesa coi fiori, la musica di Milano… !

GAETANO: “Mamma. ci siamo sposati al Comune.”

DONNA PEPPA nerissima: “E perché, la "signora" non è religiosa, è una senza Dío, senza i nove sacramenti ':'

GAETANO: “A parte che sono solo sette, Francesca è divorziata.”


DONNA PEPPA: “Disonore su di noi.”

DON CICCIO : “Minchia !”

DONNA PEPPA: “Fiddiu peccatore: che farai ora ? Ed i fidiuzzi tuoi che

 saranno: dei senza dio da due genitori che non sono sposati davanti a

 iddu ?”

GAETANO: “Mamma, abbiamo due figli”.

DONNA PEPPA: “E niente ci dicisti ? Niente du u matrimonio, niente dei

figli: scellerato, tinto e cosa fetusa sei !”

GAETANO: “Mamma: sono suoi, di lei e del primo marito ma ora che

 siamo sposati vivranno con noi. Sono così simpatici e belli che li sento

 come figli miei.”

Donna Peppa, saltando sulla sedia in un rinnovato sprazzo di vita.

DONNA PEPPA: “Cornuto !”

DON CICCIO: “Cornuto a chi ?”

GAETANO : “Immaginavo, mamma , che non avresti capito.”

DONNA PEPPA: “E che c’è da capire. Le corna sono corna, fidju, come le

 metti metti sempre corna sono. Tuo nonno diceva: “Cu prende la moglie

 dell’altro e cento volte chiù cornuto di un cesto di lumache calde” (antico

 provebbio siciliano).

DON CICCIO: (annuendo) “E giusto, minchia !”

Francesca, cercando di assumere un’aria disinvolta, si dirige verso la madre , ma nel camminare gli cade un pacchettino in terra. Si piega per raccoglierlo inchinandosi , con

le note conseguenze (sedere in bellavista).  Don ciccio, che le sta di spalle guarda estasiato e, dopo essersi asciugato il sudore dice, con voce stentorea:

DON CICCIO: “Minchia!”     

DONNA PEPPA : (rivolta a Francesca) “Che mi mi devi dire ?”e fulmina Don Ciccio con lo sguardo.

FRANCESCA: “Le ho portato un piccola regalo.  Spero non si sia rotto.

Donna Peppa guarda distrattamente il pacco e la mette da parte.

PINUCCIA: “Mamma. sono 20 anni che mi imponi gonne lunghe e occhi bassi. e guarda lei come gira, porca miseria... e… (non finisce la frase perché in quel momento entra Don Glione il parroco del paese)

DON GLIONE : Pace a voi. fratelli. (tutti si precipitano a bacìare la mano di Don Glione) E chi è questa bella, signora ? (rivolto a Francesca).

GAETANO : Mia Moglie. Padre

DON GLIONE : E lei ?-(Rivolto a Gaetano)

DONNA PEPPA : E’ mio figlio padre, uora uora tornato dopo 20 annì di militare dal continente co' u ferry boat.  Venne e si portò anche la moglie, dìvorziata e con due figli. Sposata pure in comune (inorridendo)

DON GLIONE tossendo : “Come due figli ? Come in comune ... Ma figlioli. gueta cose non si fanno ah !”

GAETANO : Padre, forse lei non sa che c'è qualcosa che si chiama amore e che non guarda divorzi, figli o matrimoni, ma guarda verso quel cielo che ci ha dettato una sola regola, mi pare, ed è quell’amore

di cui lei, forse, dovrebbe parlatre più spesso, credo.

DON GLIONE: “Vero. È, però non possiamo fare come ci pare anche se è per amore. Prendi la castità, figlio… ( a quella parola Donna peppa invita Pinuccia ad uscire ma don Glione la ferma) Dicevo certe cose , ma solo certe e non tutte, si possono fare soltanto nel matrimonio ed anche li con moderazione, senno dove si va a finire ? Mi dicono di certi spettacoli, di certi giornali scandalosi dove donne (si copre il volto) nude…

DONNA PEPPA: “Don Glione, la bambina !”( e indica Pinuccia di 23 anni).

DON GLIONE: “Perdoni le parole ardite Donna Peppa. “

Entra Concetta Immacolata, vestita di nero, gonna lunga.

CONCETTA: “Buongiorno a tutti”. (Si dirige verso Don Glione e gli bacia la mano stringendola più del dovuto).

FRANCESCA: “Signora, forse lei non ha capito: Gaetano ed io ci amiamo al di la del fatto che abbiamo messo una firma in comune.”

DON GLIONE: “Benedetti ragazzi che non sapete resistere alla terntazione. Ma prendete esempio da me, che, pur giovane, resisto benissimo a quelle immonde e squallide tentazioni della carne…!

DONNA PEPPA: Pinuccia: vai fuori .

PINUCCIA: ( A quella parole la giovane) “E no, mamma, mi sono rotta: la non ci puoi andare. li non puoi stare, di qua te ne devi andare, ancora devi aspettare, te lo trovo io il marito. Basta, porco giuda !” (Don Glione trasale mentre la madre si accartoccia sulla sedia). “Anni e anni di questa storia: non c'è la faccio più ad andare in spiaggia con i mutandoni. Ho due belle gambe, credo… (e si alza la gonna fino alla coscia urlando).”Sono una donna anch'io !!!”

DONNA PEPPA: “Copritì, svergognata: così lasciva davanti a tutti.” (I presenti sono visibilmente confusi.”

DON CICCIO : “Minchia !”

Francesca accorrendo da Pinuccia la consola mentre lei piange disperatamente.

CONCETTA IMMACOLATA : “Svergognatissima nipote, come hai il coraggio di fare quel gesto così immorale che nemmeno di fronte ad un marito potresti ardire non di dico di fare ma anche solo di pensare (intanto si tocca da tutti le parti). Vergognati spudorata: che non lo potrei fare anch'io (e si alza la gonna fino al ginocchio poi fa per alzarla ancora rìabbassandola di colpo), ma non lo faccio… io !”

DONNA PEPPA: “Don Glione: cosa sta succedendo ?L'immoralità è entrata in questa onorata casa?”

In quel momento entra il neo-postíno Francesco:Posta

POSTINO::”Buon giorno: è casa Calocò ?”

Tutti si voltano.

DONNA PEPPA :”Si!”

POSTINO: “Sono appena arrivato e vorrei conoscere chi vive in questo quartiere per potergli consegnare meglio la posta.  Ci tengo al mio lavoro.”

DON GLIONE : (interrompendolo) “Vedo che anche lei è giovane ed allora il discorso che ho appena fatto è rivolto anche a lei. (il postino si toglie il cappello in segno di defrenza). Vedete dove porta la concupiscenza. “

DONNA PEPPA: “Si anch’io la ebbi tre anni fa, ma poi sono guarita.”

DON GLIONE:    “No, donna Peppa, cuncupiscenza vuol dire carne, desideri impuri, sesso nelle sue forme più animali. Una onorata ragazza che si scopre le gambe, una signorina dell’azione cattolica che fa lo stesso: ma dove andremo a finire, che mondo è questo, che schifo, o Sodoma, o Gomorra e (gesticola orriblmente). Le fiamme dell’inferno vi divoreranno: anatema , anatema su di voi …!!!”

DON CICCIO: (toccandosi) “Minchia !”

Tutti rimangono muti e silenziosi guardando a terra. Pinuccia cerca di allungarsi la gonna mentre Concetta Immacolata rompe il silenzio.

CONCETTA IMMACOLATA: (con voce tremante) “Don Glione: a che ora c’è il rosario…?”

DON GLIONE: (risentito) Alla solita ora, cara la mia pecorella (Concetta continua a guardarlo con occhi rapiti poi va in un angolo della stanza)

DONNA PEPPA: (Rivolta al marito) “E tu, scimunito, invece di stare li, di qualcosa: sei o non sei l’uomo di casa ?”

DON CICCIO: .”Basta. porco Giuda !”

DON CICCIO: (rivolto al figlio): “Io sono sempre stato per la morale, sempre ? Mai ho ceduto alla tentazione ! Al compimento dei 21 anni. come volle mio padre, che Dio l'abbia in gloria, mi sposai con tua madre e due fìqli abbiamo avuto in maniera casta ed al buio, che io mai nuda la vidi, ah !.Mai e poi mai ho ceduto alla tentazione e per me. ed anche per la mia famiglia (con voce forte e sicura), la morale deve essere-la prima cosa, capito.!”

Tutti tacciono .

DONNA PEPPA : “Così parla un vero uomo !”

POSTINO: “Signori, scusate, ma ora me ne devo andare. E' stato un piacere conoscervi.”

(Si dirige verso la porta, poi si ferma di colpo, come se si ricordasse di qualcosa e si ferma. Giratosi verso i presenti dice:

POSTINO: “Ah, a proposito,  ho qui una rivista per Il Signor Ciccio Calocò.”(Don Ciccio sbianca e crolla sulla sedia facendo gesti inconsulti).

DONNA PEPPA-: (con aria sospettosa) “Rivista. che rivista ? Ma se tu a malapena sai leggere” e strappa di mano il pacchetto al postino, lo apre febbrilmente e urla nel lasciare cadere "Le Ore", nota rivista hard per terra compreso l'inserto gratuito., poi girandosi verso il marito come una bestia

DONNA PEPPA : “Porco sei !”

DON CICCIO:   “Minchia !”

DONNA PEPPA : “Adesso capisco perché tu e quel fetente del

postino che adesso sta dentro il palazzo (tutti annuiscono come di cosa risaputa) andavate sempre insieme !  Porci siete. Porci !”

DON CICCIO: (oramai alla stremo) “Ma...(e poi quasi senza fiato pronuncia ancora una volta)  Minchia !

DON GLIONE : “Ah, la castità tradita, umiliata e offesa ecco dove porta: all'inferno !!!” (e fa per uscire quando il postino...)

POSTINO :”Don Glione ! Lei si chiama Glione.  Qui c'è un pacco per lei, o almeno credo che sia per ìei, da recapitare presso, presso : ah, ma questo è il nome del mio collega buonanima.  Comunque lo dò a lei, dato che è presente. Mi scusi se i] pacchetto si é rotto ma le poste. certe volte combinano guai.  Una firma , per favore.”  (Concetta Immacolata balza in avanti e, afferrando il pacco urla):

CONCETTA IMMACOLATA : “Anche tu ! E quando mi confessavo e ti dicevo di certi miei pensieri mi davi. come penitenza. dieci giorni di digiuno stretto castringendomi a non mangiare i dolci che mi piacciono tanto. specie la cassata.  (Ed aprendo il pacco, su cui già si intravedeva la foto di una donna nuda, lascia cadere iper terra la “raccolta mese” di "Porno notti erotiche a Calcutta" con annessi indirizzi e 144 compreso.

DON GLIONE distrutto: “La carne è debole ...”

POSTINO (confuso): “Scusate, sono nuovo di qua.  La prossima volta andrà meglio e non farò di questi errorí.” (Strizza l'occhio a Don Glione e nel capire di avere fatto una cavolata orrenda esce rapidamente dalla stanza. Francesco abbraccia Francesca ed escono insieme seguiti da Pinuccia e dalla zia Concetta Immacolata che, nel varcare la soglia, accenna ad un passo di danza e ad una mossa col sedere all’insù..

Restano Donna Peppa, Don Ciccio e Don Glione.  Don Ciccio fa per raccogliere la rivista ma Donna Peppa lo fulmina con lo sguardo. Rimangono tutti immobili.

EPILOGO

Ritorna l'uomo del prologo, entra e accendendosi una sigaretta raccoglie le riviste e dice:

UOMO:: "Ecco signori la castità"., poi comincia a sfogliare

le riviste e sempre più interressato esce dicendo: “minchia che fimmine !.-

                                                          F I N E