Geografia in vacanza

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TESTO TEATRALE

TESTO TEATRALE

GEOGRAFIA IN VACANZA

di Francesca Pisana

(tratto dal racconto omonimo di G. Rodari)

PERSONAGGI:

Narratore, la Sicilia, la Sardegna, Roma, Torre Eiffel, una Spagnola, un torero, un toro, lo Stretto di Gibilterra, il Canale di Suez,  il Kilimangiaro, Tutankhamon, Ramses II, Poseidone, Eolo.

I ATTO

NARRATORE: Una notte, mentre sul Mediterraneo splendevano le stelle a milioni, 

                           la Sardegna si sentì chiamare.

SICILIA: Ehi! Non sei stufa di startene sempre allo stesso posto?

SARDEGNA: Cara sorella Sicilia, devi proprio farti sentire! O brontola il tuo Etna o

                         brontoli tu!

SICILIA: Che ne dici di andare insieme a fare una vacanza? Sono stanca di stare in

                mezzo al Mediterraneo! In questo mare si sta così stretti che mi sembra di

                 stare in una vasca da bagno.

SARDEGNA: Dove vorresti andare?

SICILIA: Vorrei raggiungere Paesi stranieri o gli immensi oceani.

SARDEGNA: D’accordo. In fondo non mi dispiacerebbe sgranchirmi un po’ le coste.

NARRATORE: Iniziò così l’avventura delle due isole. Ma prima di allontanarsi

                   andarono a chiedere il permesso a Sua Eccellenza la Capitale: Roma.

SICILIA:(schiarendosi la voce) Ci perdoni, Sua Eccellenza, se la disturbiamo a quest’ora

               della notte: io e mia sorella la Sardegna volevamo approfittare del riposo

               estivo per fare una vacanza in altri mari.

SARDEGNA: Le assicuriamo che faremo attenzione  e non staremo via molto tempo.

ROMA: E così, voi vorreste andare in vacanza come  gli alunni?…Uhm!…Questa

              faccenda è estremamente inconsueta. Prima d’ora, nessuna regione si era

              allontanata dall’Italia. Uhm!…Fatemi pensare…Forse… dico forse…non c’è

              niente di male a fare una vacanza, almeno per voi due che state libere nel

              mare. Ok! Vacanza accordata. Mi raccomando: fate onore alla nostra bella

              Italia!

SICILIA E SARDEGNA: Grazie Sua Eccellenza, può dormire sonni tranquilli.

              Arrivederci!

              IAUUUH! Si parte!

              (le due isole, imitando il dondolìo di una barca in mezzo al mare, si allontanano accompagnate

                   dall’Inno nazionale).

II ATTO

NARRATORE: Dopo un giorno di spensierata navigazione, La Sicilia e la Sardegna,

                raggiunsero le coste francesi.

SARDEGNA: Che meraviglia! Queste coste sono proprio belle, belle come le nostre.

TORRE EIFFEL:  (un po’ seccata) Chi è che disturba il nostro riposto estivo?

SICILIA: Ci scusi, ma noi con chi abbiamo l’onore di parlare?

TORRE EIFFEL: Ah, Ah, Ah, Ah! Questa è buona! Je suis la Tour Eiffel, la torre

                 francese più alta, che domina su tutta Parigi! Perdonate il mio stupore!

                 Non siamo abituati a ricevere visite quando le scuole sono chiuse. Ma voi,

                 chi siete? Da dove venite?

SARDEGNA:(rivolgendosi alla Sicilia) Ma è possibile che questa Torre Eiffel non ci

                 conosce e non ci capisce? Parla così “strolica”!

SICILIA: lascia fare a me!… “Sintissi, turri Eiffelli, iu sugnu a Sicilia e chista è ma

                suoru a Sardegna. Vinnumu cca ppi na vacanza, picchì erumu stanchi ri

                stari sempri o stissu puostu!”.

TORRE EIFFEL: Ah!  Io vi conosco, voi siete famose quanto me! Siate le     

                benvenute. Fermatevi a colazione, poi vi mostrerò la Francia e le sue

                bellezze.

                         (le due isole e la torre fanno un girotondo accompagnate da un canto francese).

NARRATORE: Dopo aver trascorso un po’ di tempo in Francia (le due isole mimano il

                          saluto con la torre, pronte a partire) la Sicilia e la Sardegna si diressero verso la

                 Spagna.

SICILIA: Cara sorella, che bella esperienza! Dopo tutto la Torre Eiffel non era così

                “strolica” come sembrava.

SARDEGNA: E’ proprio vero. E’ stata molto gentile e ci ha fatte divertire.

                        (fa dei gesti di divertimento).

SICILIA: Stai calma, non ti agitare troppo; piuttosto lascia cadere le tue ancore

                perché siamo già in Spagna.

        (si sente una musica spagnola, mentre in scena si assiste a una breve apparizione di una Spagnola

          che balla e  canta; poi esce di scena mentre questa viene occupata da un torero con un toro che  imitano la corrida; poi di nuovo la scena viene occupata dalla spagnola; finito il ballo, esce).

NARRATORE: La Sicilia e la Sardegna dopo un po’ ripresero il loro viaggio e,

               pian piano, sempre chiacchierando piacevolmente, si avviarono verso lo

               Stretto di Gibilterra e qui cominciarono i guai…

SICILIA: GNN – GNN! GNN – GNN! GNN – GNN! Ma come si fa a passare:    

               questo  Stretto è proprio stretto!

                                  (si sente lo Stretto di Gibilterra ridere)

SARDEGNA: Cara sorella, sei tu grassa, fatti da parte che passo io che sono più

                snella! GNN – GNN! GNN – GNN! GNN – GNN!

                Questo Stretto è troppo stretto, rischio di strozzarmi.

                                  ( lo Stretto di Gibilterra continua a ridere)

SICILIA: Ah, sarei io quella grassa? Ma, chi è che se la ride come matti?

STRETTO DI GIBILTERRA: Sono colui che volete attraversare. Rido perché avete

                due pance grosse come un magazzino di botti. Scommetto che non ce la

                fate a passare.

SICILIA:(reclamando con stizza) E tu allargati un pochino.

SARDEGNA: Lascia andare. Se non ci passiamo andiamocene, proviamo a passare

                 per il Canale di Suez.

III ATTO

NARRATORE: La Sicilia e la Sardegna tornarono sui loro passi e arrivarono ben  

                  presto al Canale di Suez. Anche il Canale però è troppo stretto.

SARDEGNA: GNN – GNN! GNN – GNN! GNN – GNN!

SICILIA: GNN – GNN! GNN – GNN! Allargati! GNN – GNN! GNN – GNN!

CANALE DI SUEZ: Io per me mi allargherei, ma poi gli egiziani protestano. Dicono

                 che sono già anche troppo largo.

SARDEGNA: Come facciamo adesso?

SICILIA: Bisognerebbe pregare l’Africa di spostarsi un poco più a sud, allora tanto il

                Canale di Suez che lo Stretto di Gibilterra potrebbero diventare più larghi e

                noi ci passeremmo liberamente.

                Se proponessimo all’Africa di andare  in vacanza anche lei?

SICILIA E SARDEGNA: Africa! Africa! Africa! Africa! Africa!

SARDEGNA: Forse dorme in mezzo alla foresta vergine o nel deserto del Sahara.

SICILIA: Forse è salita sulla cima del suo monte più alto, il Kilimangiaro, per trovare

                un po’ di ghiaccio e farsi una granita di caffè.

NARRATORE: Ad un tratto la terra e il mare cominciarono a tremare e il 

                Kilimangiaro si fece sentire con la sua grossa voce.

KILIMANGIARO: Chi ha chiamato il mio nome? Chi fa battute spiritose sulla mia

                 Africa?

SARDEGNA: Non si arrabbi, signor Kilimangiaro, volevamo giocare un pochino, ma

                 ce ne stiamo già andando, continui pure il suo riposino.

SICILIA: Meglio darsela a vela!… Che paura! Sembrava che volesse mangiarci a kili

                 interi!

SARDEGNA: Meglio allontanarsi, questa parte dell’Africa è molto misteriosa, qui

               dormono,  nelle antiche piramidi, i faraoni d’un tempo, come Tutankhamon

               e Ramses II.

TUTANKHAMON: Chi ha chiamato il mio nome? Chi ha svegliato il grande

               Tutankhamon?

RAMSES: Chi ha osato disturbare il sonno di Ramses II?

SICILIA E SARDEGNA: Oooohhh!!! Timone tutto a dritta!

NARRATORE: Impaurite le due isole presero velocemente il largo e, dopo qualche

                ora di navigazione…

SARDEGNA: Che corsa! Direi che sono proprio stanca. Potremmo fare sosta qui in

                Grecia, la culla dell’antica civiltà. Che storie interessanti quelle dei suoi 

                Eroi e degli Dei.

SICILIA: Come saprai, cara sorella, io in passato sono stata colonizzata dai Greci e

                risento ancora dell’influenza della cultura greca. Mi piacerebbe rivivere,

                per un momento, il tempo passato.

POSEIDONE: E sarai subito accontentata! Ah! Ah! Ah!

                         (Poseidone ride e si sente il rumore del mare in tempesta)

EOLO: Ricordi la forza dei miei venti, capaci di spingere ogni cosa?

                    (comincia a soffiare un forte vento che spinge le isole ora di qua ora di là)

SICILIA E SARDEGNA: Oooohhh!!! Oooohhh!!!… Oooohhh!!! Oooohhh!!!

SARDEGNA: Mi spieghi che cosa sta succedendo?

SICILIA: Poseidone, il dio del mare ed Eolo, il dio dei venti hanno voglia di giocare.

SICILIA E SARDEGNA: Oooohhh!!! Oooohhh!!!… Oooohhh!!! Oooohhh!!!

SICILIA: Per tutti gli dei dell’Olimpo! Che Giove mandi un fulmine!

NARRATORE: E proprio in quel momento Giove, il padre degli dei, calmò le

                 bricconate dei due birbanti.

SICILIA: Non ce ne va bene una.

SARDEGNA:  Rassegniamoci, sarà meglio ritornare al nostro posto, vicino allo

                 stivale italiano. Consolati, un bel viaggetto lo abbiamo fatto lo stesso.

NARRATORE: Le due isole si rallegrarono di essere tornate a casa senza danni. SICILIA: Finalmente a casa!

SARDEGNA:  Ora è tempo di riposare. Buonanotte sorella!

SICILIA: Buonanotte!

NARRATORE: Poi tacquero. Un’altra notte stava per finire. Le stelle impallidivano e

                una striscia rosa saliva da Oriente. Nessuno si era accorto della breve

                vacanza delle due isole, perché d’estate nessuno guarda le carte  

                geografiche: le scuole sono chiuse e loro se ne stanno tranquille, appese ai

                muri. Vi siete  chiesti cosa mai possano pensare?

FINE