GIANNI SCHICCHI
di
Alessandro Riccio
Testo non tutelato da diritti SIAE
Autore non iscritto
Personaggi
BUOSO DONATI |
Capostipite della famiglia Donati. Morente |
SVEVA DONATI NEGLI ADIMARI |
Cugina di Buoso |
TEODORO ADIMARI |
Nipote di Buoso |
SIMONE DONATI |
Cugino di Buoso |
CIARDO DONATI |
Nipote di Buoso |
GEMMATA PINTI NE’ DONATI |
Moglie di Ciardo |
BINDO GIANNELLINI |
Cognato di Buoso |
GIANNI SCHICCHI |
Falsario di Montevarchi |
SIMONETTA SCHICCHI |
Figlia di Gianni Schicchi, lavandaia Innamorata segretamente di Teodoro |
MAESTRO BELANDINOTTO |
Dottore di Buoso |
BERTO DI ERMANNO SALVIANTI |
Notaio di Buoso |
MANNOZZO |
Maniscalco di Pontassieve Testimone alla stesura del testamento |
VINCIGUERRA |
Giovane conciatore di Signa Testimone alla stesura del testamento Figlio segreto di Buoso Donati |
PRIMO QUADRO
Anno 1296. Firenze.
Camera di Buoso Donati, all’interno della Torre dei Donati.
Un letto a baldacchino con un uomo dentro.
Alcuni parenti gli sono intorno. L’uomo nel letto si lamenta e geme.
I parenti si guardano affranti. Qualcuno piange sommessamente.
BUOSO
Oioi. Oioi. Oioi.
GEMMATA
Poraccio.
BUOSO
Oioi.
SIMONE
Non lo potria veder patir così…
GEMMATA (rivolgendosi a Sveva)
Qualcosa per lenir la dolenza?
Sveva va al suo tavolino, armeggia un po’,
poi porta un bicchiere a Buoso e prova a farlo bere.
SVEVA
E’ faggiatella, vi darà un po’ di conforto. (agli altri) E’ fiacco…
CIARDO
Dobbiamo esser forti per lui. Stiamogli appresso.
Tutti gli si avvicinano ancora di più.
Si sente il rumore di un peto clamoroso.
BUOSO (sollevato)
Oioi.
I parenti sentono il cattivo odore.
Tutti si allontanano dal letto discretamente.
BINDO (rimasto sul letto è l’ultimo a sentire il cattivo odore)
Oggesùcristomisericordioso…
SVEVA
…e santo. Preghiamo.
Tutti si mettono in preghiera.
BUOSO
Ah…!
SVEVA
Ch’accade, Buoso?
BUOSO
Ah….
SIMONE
Teodoro, fila a avvertir lo dottore!
SVEVA
Fermo. Più di quanto fece ieri non farà. Passerà pria de lo tramonto. Piuttosto; pigliami lo cesto con le erbe, da basso.
Teodoro esce.
Gemmata si avvicina al letto e prende la mano del morente.
GEMMATA
Buoso: via! Ormai manca poco… (tutti la guardano sorpresi) …l’avete da baciare la creatura che tengo in grembo. Se m’usate la gentilezza di rimettervi, io lo battezzo come voi. Anco se saria una figliola.
CIARDO
Sì: la si noma Buosa!
BINDO
Chissà contenta…
GEMMATA
Però ripigliatevi, in nome de lo Cielo. Che sennò come si tira innanzi…?
La donna ha un attimo di commozione e si allontana dal letto.
BUOSO
Oioi…
Buoso comincia a blaterare qualche parola strana.
Tutti si avvicinano per cercare di capire quello che sta dicendo.
SIMONE
Che dici, Buoso?
BUOSO
..mmfmm…
Simone non capisce. Sveva lo sposta e gli si mette vicino.
SVEVA
Dite alla Sveva.
BUOSO
…mffffmmm… oioi… niuno… ma una volta…. dove è la Bice…? Bice!!
SVEVA (voltandosi verso gli altri e scuotendo la testa)
Cerca la Bice…
CIARDO (annuendo)
Eh…
A sentire nominare “Bice” Bindo ha un singhiozzo di pianto.
BINDO (commuovendosi)
La Bice… vole la Bice… o Buoso… ma come era bella la nostra Bice…? E quanto bene ci volea a noi due…
Bindo comincia a piangere forte.
Ciardo lo allontana.
CIARDO
Via, Bindo. Tieniti. Che sennò l’ammazzi…
SVEVA (chiamando)
Teodoro!
Entra Teodoro di corsa.
Si sta rivestendo e aggiustando la camicia.
TEODORO
Non lo trovavo…
SVEVA (indicando Buoso)
Gemmata, tiramelo su…
TEODORO (con evidente doppio senso)
Sì: tiramelo su, Gemmata.
Sveva si mette ad un tavolino ad armeggiare con le erbe e il pestello.
Gemmata e Teodoro cercano di sollevare Buoso sul letto. Il vecchio si lamenta.
BUOSO
Oioi… ma che volete…? Lasciatemi…
GEMMATA
Fate lo bravo, Buoso che la Sveva vi da lo farmaco…
BUOSO
No…
TEODORO
Avanti zio, vi gioverà!
BUOSO
Non la vorria…
SIMONE
Chi l’avrebbe concepito che Buoso si sarebbe ridotto così? Ci tenea tutti in riga e ora pare un figlioluccio sanza braghe…
CIARDO
La vecchiezza non si scampa. Tocca a ognuno: oggi a lui, dimane a te…
Sveva gli si avvicina e gli porge il bicchiere.
BUOSO
Via codesta broda!!
SVEVA
Un sorso ed è fatta.
BUOSO
M’avvelenate…
SVEVA
Nientemeno… se non gradite, la berrò io.
Sveva prende il bicchiere e beve.
SVEVA (offesa)
Ecco lo veleno della Sveva…
Sveva va rimettere il bicchiere sul tavolino
vicino al bauletto delle erbe. Borbotta offesa.
BUOSO (a voce bassa)
Bindo!!
BINDO
Dite, Buoso.
BUOSO(a voce bassa)
Va’ a chiamare Minello…
BINDO
Chi?
BUOSO (a voce bassa)
Lo fornaio… vorria dargli questa lettera…
BINDO
Date a me. Ci penso io… a chi la devo portare?
BUOSO (a voce bassa, ma con dolore)
Voglio Minellino! E’ onesto, lui… oioi…
Buoso riprende a lamentarsi zeppo di dolori.
Comincia a tossire rumorosamente.
SECONDO QUADRO
Si sente bussare.
CIARDO
Lo dottore!
SIMONE
Teodoro…
SVEVA (interrompendo Simone)
…va’ ad aprire!
Teodoro corre alla porta.
BUOSO
Oioi… Vinciguerra! Vinciguerra!!!
CIARDO (molto preoccupato)
Eccoci…
GEMMATA
Perché?
CIARDO
Quando s’invoca li morti, manca poco: pria ha nomato la Bice…
Bindo a sentire la parola “Bice” ha un singhiozzo di pianto.
CIARDO
…e ora vole Vinciguerra: lo padre. Stiam preparati.
BINDO
La Bice… ma che moglie era la Bice? Non si potea trovarne una di più onesta, vero Buoso…? La mia sorellina Bice…
SVEVA (con disapprovazione)
Via…
CIARDO
Vostro padre, Simone, com’è che si chiamava…?
SIMONE
O che c’entra…?
SVEVA
Teodoro!
Il ragazzo rientra sempre sistemandosi la camicia.
TEODORO
Non è lo dottore: è la lavandara…
Entra Simonetta Schicchi.
SVEVA
T’attendevo ieri.
SIMONETTA
Erano imbrattate di parecchio, Monna Sveva. Lo poero Buoso, visto l’avete, c’avea prodotto ogni della cosa lì sopra. C’ho trovai financo un pezzettino di…
GEMMATA (schifata)
Oioi..
BUOSO (lamentandosi)
Oioi…
Sveva conta le lenzuola.
SVEVA
Simone, tre popolini.
Simone va a prendere i soldi dentro la sua cassapanca
che apre con una chiave che ha appesa al collo.
SVEVA
Queste vesti non son nostre…
SIMONETTA
Ma voi a me le li avete voi dati…
SVEVA
E chi le porta queste gabbane? Son tue, Gemmata?
GEMMATA (scuotendo la testa)
Lo bianco mi gonfia. Ora poi non v’entrerei nemmeno.
SIMONETTA (riferita alla gravidanza)
Quanto vi manca…?
CIARDO (interrompendola)
Non è roba nostra…
SVEVA
Riportale allo lavatoio.
SIMONETTA
Monna Sveva: alli cenci io ce la sto prudentissima…
Simone si avvicina con il denaro e guarda la roba.
SIMONE
Basta. Pigliamo e mandiamola via: lo miserando soffre. Metti là sopra.
SVEVA
Gemmata, piglia quelle di stamane.
GEMMATA
Oioi… le gambe…
Sveva guarda male Gemmata che resta ferma.
SVEVA (comandando la lavandaia)
Ferma.
Sveva esce. Teodoro si avvicina a Simonetta.
I due si scambiano carezze nascoste.
Simone rimette a posto le vesti che Simonetta ha riportato
guardandole con interesse.
GEMMATA (sofferente)
Ciardo… le gambe…
Ciardo la guarda. Ha dei fogli in mano. Poi guarda Bindo.
BINDO
Se abbisognate…
CIARDO
Grazie, Bindo.
BINDO
Fra parenti…
Gemmata si rimette a sedere, stanca. Bindo le fa un massaggio alle gambe.
Simonetta e Teodoro si toccano.
C’è uno scambio di gemiti sommessi fra Bindo, Gemmata, Buoso, Teodoro e Simonetta.
Ad un certo punto Buoso si risveglia.
BUOSO
Oioi…
Simonetta si avvicina al letto. Teodoro le è vicino e con la scusa
di avvicinarsi al letto dello zio,ne approfitta per toccare la ragazza.
SIMONETTA
Come ite, Messer Buoso?
BUOSO
Chi sei?
SIMONETTA
La Simonetta. La lavandavara…
BUOSO
…come sei bella, fanciullina…
TEODORO
Tanto bella…
BUOSO
Mi duole cotanto…!
SIMONETTA
State male?
BUOSO
Dentro… fa male…
SIMONETTA
Fa male dentro?
TEODORO
Solo all’inizio…
BUOSO
…fanno male li rimorsi…
Teodoro fa per morderla sul collo ma lei lo allontana.
SIMONETTA
…anco li morsi…
BUOSO
…son stato cattivo con te…
Mentre Simonetta parla con Buoso,
Teodoro le tocca il sedere di nascosto agli altri.
SIMONETTA (distratta dalle carezze del giovane)
Ma dite che! Voi siete buoso… buono, Buoso. (a Teodoro) Sta buoso! Sta’ buono!
BUOSO (a bassa voce)
Ti imploro uno favore, bambina. Portami questa lettera…
SIMONETTA
Si…
BUOSO
…allo recapito che v’è scritto…
SIMONETTA
Non so legge mica, io, Messer Buoso.
BUOSO
Fai prestino che campo poco…
SIMONETTA
Si, si…
BUOSO
Non ti fermare!
SIMONETTA (a Teodoro che la accarezza)
Non ti fermare…
BUOSO
…e mi farai uno gran bene.
SIMONETTA (con doppio senso)
Tanto bene…
BUOSO
Oioi…
SIMONETTA
Oioi… sta propo male, porello…
Rientra Sveva con delle lenzuola sporche in mano.
Puzzano molto. Tutti si scansano.
L’unica che non ha reazioni è Sveva.
SVEVA
Pronte diman mattina.
SIMONETTA
Mi subito ci metto.
SVEVA
Levati di qui, ora.
Simonetta saluta ed esce. Teodoro la segue.
I due, dietro la porta, si avvinghiano l’uno all’altra assieme alle lenzuola sudice.
Poi escono di scena. C’è silenzio.
SIMONE
S’è calmo.
GEMMATA
Invero.
CIARDO
Riposa.
BINDO
Si mette qualcosa sotto li denti?
Tutti si guardano con approvazione.
SVEVA
No. S’attende lo frate.
Silenzio.
GEMMATA (sottovoce)
Chissà di chi fussino quelle vesti…
SVEVA (sottovoce)
Quella non m’è garba. Se lo ceppo è malato, li frutti nascan marci…
GEMMATA (c.s.)
Perché?
SVEVA (c.s.)
E’ figlia di…
BINDO
Buoso?
Tutti si zittiscono.
BINDO
Buoso?
Tutti si avvicinano al letto.
GEMMATA
Buoso!
SIMONE
Cugino Buoso!
Tutti si rendono conto che Buoso è morto.
Un attimo di silenzio. Tutti si guardano ammutoliti e spaventati.
Bindo piange.
BINDO
Buoso… ora pure te…
Bindo si appoggia al letto al fianco del morto
Ciardo e Gemmata si abbracciano.
Sveva si fa il segno della croce.
Simone fa per piangere ma poi si riprende.
TERZO QUADRO
Tutti cominciano a piangere sommessamente.
Teodoro rientra rivestendosi e si rende conto di ciò che è successo.
TEODORO
Zio Buoso…?
Bindo che è vicino a lui sente una strana puzza addosso al giovane.
SIMONE
E’ ito.
GEMMATA
Meglio così … penava cotanto.
Sveva comincia subito a rifare il letto.
SVEVA
Gemmata, li ceri…
GEMMATA (guardando altrove)
Povero Buoso…
BINDO
Dove stanno?
SVEVA
Di là, di fianco allo cassettone della Bice…
BINDO
Bice…
Bindo ricomincia a piangere.
BINDO
Ora lassù la ritrovate la Bice, eh? Diteglielo voi che lo suo fratello la rammenta sempre…
Sveva guarda male Bindo che s’attarda ed esce di scena.
CIARDO
Basta, su. Contegno.
TEODORO
Vo ad avvertire frate Belandino?
SIMONE
Va’, Teodoro, va’.
Teodoro fa per uscire quando si trova di fronte Sveva con i candelabri e con i ceri.
SVEVA
Stai fermino. Sennò ci principia l’andirivieni. Sistemiamo e diamoci una calmata. Oggi è morto Buoso Donati. Mica uno pizzicagnolo qualunque…
CIARDO (approvando)
Tutta Fiorenza c’ha da ossequiar. Li Donati sono li Donati. Mica de li pizzicagnoli qualunque. Porterò in Consiglio la cattiva novella pria possibile.
TEODORO
Allora vo a chiamare lo becchino.
SVEVA
Stai qui. E datti una lavata…
TEODORO
Si, nonna.
Il ragazzo si mette in un angolo e comincia a lavarsi.
SIMONE
Ordunque, io credo che…
CIARDO (interrompendolo)
Lo primo gesto da fare saria adoperarsi per le esequie.
SVEVA
Avante c’saria da annunciarlo alla città. Occorre rivolgersi allo messo.
TEODORO
Vo a chiamarlo?
SVEVA
Stai bono.
SIMONE
Dopo di cosa, secondo me…
CIARDO (interrompendolo)
…saria da avvertire lo reverendo...
SVEVA
Pria c’saria da stabilire dove lo si interra…
BINDO
Lasciate che sia io, vi supplico. Buoso è sempre stato di sentimento con me. Mi ci penso tutto io. Uno mausoleo di lato alla Bice… E’ lo minimo che potria fare…
CIARDO
Così sia…
SIMONE
Ugualmente per me…
SVEVA (interrompendolo)
Va bene. Ma chi paga?
Silenzio.
GEMMATA
…lo familiare più stretto…
Tutti guardano Simone.
SIMONE
Certe spese competono a tutti li congiunti…
CIARDO
Io son certo che Buoso c’ha bell’e ragionato. Nel testamento ci sarà anco questo.
GEMMATA
Chi è lo notaro?
SIMONE
E chi lo sa? A me non m’ha mai detto nulla di nulla. Sulle faccende di fiorini poi…
GEMMATA
Niuno sa niente?
BINDO
C’è chi dice che s’era rivolto ad uno notaro di Pisa. Non volea far curare gli affari in Fiorenza…
CIARDO
Chi te l’ho disse…?
BINDO
Alla taverna… parlavano…
SVEVA
Ecco: spira uno signore e li cenciosi si riempian la bocca…
SIMONE
Io ho udito che avesse finito li quattrini…
GEMMATA
Questo non è vero, Simone! Me lo disse a me, l’altra notte che lo vegliavo: “se potria mutar tutti li fiorini, le case, le bestie per uno giorno di vita. E sì che di roba v’è n’ho tanta. Ma la Morte non si compra…”. Così favellò.
TEODORO
Frate Leonardo, quando mi confessò, mi disse che devo smettere di… perder tempo e di trovarmi uno mestiere che quando Buoso saria crepato ce n’avrei avute di magagne...
SVEVA
Che intendea?
TEODORO
Non lo so…
CIARDO
Troviam lo testamento.
BINDO
Giusto. Almeno si risolve per lo poero Buoso…
I Donati cominciano a cercare per la stanza.
SVEVA
Poero Buoso….
GEMMATA
Poraccio…
SIMONE
Poero cugino…
TEODORO
Poero zio…
CIARDO
O Buoso, Buoso…
BINDO
O cognato…
La ricerca si fa sempre più frenetica.
Gemmata prova ad aprire la cassapanca di Simone.
SIMONE
Codesta è roba mia.
GEMMATA
Lo so, Simone. C’avete guardato,?
SIMONE
Ci guardai sì.
GEMMATA
Io ci ridarei un occhio.
SIMONE
Se nell'interno vi fosse lo testamento non esiterei a tirarlo fuori.
TEODORO
…mai esitare a tirarlo fuor…
Sveva da una pacchina al nipote.
SIMONE
La chiave la porto sempre meco. Buoso non potria metterci alcun che.
GEMMATA
Meglio così!
Tutti continuano a cercare.
Bindo trova una collana e se la mette in tasca di nascosto agli altri.
CIARDO
Trovasti qualcosa?
BINDO
Nulla.
Tutti continuano a cercare.
GEMMATA
Ordunque?
SIMONE
Niente… (tra i denti) egoista…
BINDO (tra i denti)
Carogna…
CIARDO (c.s.)
Schifoso…
SVEVA (c.s.)
Furfante…
GEMMATA (c.s.)
Lercio…
Tutti continuano a cercare.
CIARDO
Avete guardato nel letto?
TEODORO
Lo zio ci facea ogni cosa…
Tutti si tappano il naso e si avvicinano al letto.
Lo si apre, si cerca ovunque. Si sposta il corpo di Buoso senza ritengo.
Alla fine si trova.
SIMONE
Eccolo! E’ molle…
Tutti si schifano e Sveva lo prende in mano.
QUARTO QUADRO
Sveva ha il testamento in mano.
Tutti le si fanno intorno.
Leggono avidamente parti separate del testamento.
TESTAMENTO
“Firenze. Anno domini 1296. Testamento di Buoso di Vinciguerra Donati redatto dal notaio Berto di Ermanno Salvianti in presenza di Duccio Bagnatesi e Corrado Alabardi. Io sottoscritto Buoso Donati oggi 19 ottobre 1296 decreto la completa devoluzione de lo mio patrimonio comprendente: la Torre Donati di via del Corso, la Loggetta di Borgo Albizi, l’orto accostato a porta Faenza, lo mulino mastro di Signa e quello minore di Porto a Signa, lo frutteto di mele e pere di Quintole, la fattoria di Dicomano con tutte le bestie annesse, la bottega di Via della Ninna, li possedimenti terrieri di Ficulle, Gattaia e Montefiridolfi, lo magazzino di granaglie di Montecuccoli comprese gli eventuali cereali presenti all’interno di esso nel lo momento della mia morte, lo diritto di passaggio sul ponte di Carraia in Montespertoli, l’ammontare intero de lo denaro presso lo banco di cambio di Messer Agnellozzo, li gioielli di mia moglie Bice, li suoi abiti e accessori, li tredici anelli con lo stemma de li Donati, lo ritratto della Madonna e quello di San Gervasio esposti allo monastero de li frati minori e li centosettantamila fiorini d’oro alla confraternita de li Frati di San Miniato nella persona di Frate Antonino dell’ordine de li Mansueti. Che niente vada a quelle dannate bugiarde serpi arruffone malefiche de li componenti della mia famiglia de li quali serberò eterno ricordo di inganno e falsità.”
I Donati sono immobili ed increduli.
Si guardano l’un l’altro senza dirsi una parola.
Si aggirano per la stanza, attoniti.
Tutti cominciano a bofonchiare contemporaneamente fra sé e sé le loro ragioni,
la rabbia e il rancore per la situazione passata e per l’offesa di Buoso.
SVEVA
Ecco l’ultima. Come se n’avessi passate poche. Mi son spaccata il groppone a star dietro a lui e alla famiglia. Mi sono dedica ogni santissimo di che venia buttato in sulla terra da quel Cristo di un Dio a quel figliolo, allo suo babbo e a mio marito. Uno giorno di libertà mai che me l’abbiano concesso: la donna sarà pure la dannazione in terra ma non si puote vivere così. E quest’altro si dimentica di tutto, ora te se’ schiantato e ci rimango io a brigare, con quelli due fiorini che mi restano da parte per campar di nulla. Ma io non l’accetto. No, per Dio, non l’accetto neanco morta!
CIARDO
E bravo zio. Proprio bravo. Merda in vita e merda in morte. Ma c’era da aspettarselo. Fin da piccino v’hanno sempre detto di si, sempre concesso ogni capriccio. E tutti attorno avean a subire. Se ci fussi stato io allo posto di mio padre, altro che calci nel culo che vi avrei dato: in Arno al primo affronto. Ora a Fiorenza chi ci considera più? Questa è la ruina de li Donati. Solo voi vi sentivate degno d’essere un Donati, noialtri, tutta merda, alli vostri occhi. Merda. Ecco quello che s’era per voi!!
GEMMATA
Oggesubbambinoincroce. E ora chi me lo tira su questo figliolo, ora? Che sanza un po’ di denaro qua siamo messi male. Con quel balordo di marito che m’hanno dato, cotanto caruccio e bravo ma testa vota. E ora? Son ruinata. Io non la voglio fare la vita grama che hanno fatto fare alla Sveva, brutta da far paura, s’è invecchiata che non è più buona neanco a farci lo brodo. Io son giovine, io ci voglio le domestiche che me le comando come voglio… io non la voglio questa cosa. Gesummaria che m’avete fatto?
SIMONE
Son morto. Datemi una bara subito. Seppellitemi. Che se mi devo vivere lo resto de li miei giorni con quelle due monete che mi restano son bell’e morto. Mi toglie la casa, lo cugino. Mi toglie lo negozio. Come se l’avesse tirato su lui. Io che fo, ora? Offeso, oltraggiato, umiliato. Me la vedo la gente a guardarmi: “quello saria Simone Donati. Non ha mai contato alcunché da giovane figuratevi da vecchio.” M’hai dato lo colpo di grazia, cugino Buoso! Ma quanto ti garbava comandar tutti? Quanto di garbava?
BINDO
Brutta carogna impestata di merda guasta e infarcita di vermi. Da quando la Bice ti fu data, che Dio stramaledica quel giorno schifoso, io lo sapea che eri la disgrazia personificata, brutto infame ciuco morto di vaiolo nero! Quella poretta della mia sorella t’è stata accanto sempre, giorno e notte – e chissà lo schifo che s’è sopportata – e te la ripaghi in questo modo? Mandando lo suo fratello alla ruina? Io ci contavo su qualche soldo. Mica un gran lascito. Ma neanco uno calcio in culo. Ma ti pare lo modo?
TEODORO
E ora che fo? Ecco che intendea frate Leonardo… mica lo saria fare uno lavoro. Non lo vorria fare. E con quali soldi me lo comincio uno lavoro? A casa con la nonna Sveva non ci vorria più stare. Io volea sposarmi. E ve l’aveo anco detto, zio Buoso, che mi ci volea accasare, qua nella Torre. Mi ci bastava lo piano terreno e un po’ di quattrini, ne aveate talmente tanti da farci campare per cent’anni. Ed invece mi fate questo: o che v’ho fatto, zio Buoso? O che v’ho fatto?
Tutti si ritrovano vicino al letto ad infamare il morto.
Attimo di silenzio.
SIMONE
Siam gabbati.
GEMMATA
Ruinati.
SVEVA
Carogna.
CIARDO
Ce l’ha messo in tasca.
BINDO
Diciamo pure in…
TEODORO
No! S’ha da far qualcosa.
CIARDO
Ve lo immaginate cosa non avverrà in Fiorenza ora? Lo mio nome deriso in Consiglio! Non s’aspettava altro per buttarmi giù dalla sedia! E già di calunnie me ne aggirano attorno…
SVEVA (al corpo)
Io non ti sotterro. Ti ci fo marcire su codesto letto.
BINDO
Infame. Carogna. Bestia.
TEODORO
Non si deve accettar una sventura del genere. Noi siam Donati.
CIARDO
Mica de li pizzicagnoli qualunque.
TEODORO
C’ha da essere una maniera per mutar la sorte!
BINDO
Facciamo sparir lo testamento.
GEMMATA
Bruciamolo.
Fanno per prenderlo e buttarlo nel fuoco.
SIMONE
E’ una copia. Non lo vedete che v’è lo sigillo de lo notaro? Quello suggello prova che fu stilato in fronte al Salvianti. E che egli ne possiede un duplicato.
BINDO
Corrompiamo lo notaro. Gli s’offre una bella sostanza.
SIMONE
Non tutti son marci come te, Bindo. C’è gente che ce l’ha, una coscienza.
CIARDO
Tutti si potriano comprare.
SIMONE
Voi non lo conoscete, lo notaro Salvianti…
BINDO
Ordunque ammazziamolo e bruciamogli la casa!
SIMONE
E’ protetto dal Gonfaloniere.
TEODORO
Si deve rischiare!
SVEVA
Stai zittino, deficiente.
BINDO
Io lo trovo chi me l’ammazza.
GEMMATA
Non s’ammazza niuno. Troviamo uno prete che perori la nostra causa innanzi allo notaro…
SIMONE
Irò a parlare con lo Gonfaloniere in persona.
CIARDO
E quello vi butta giù dalle scale. Caratteraccio!
BINDO
E noi s’ammazza anco lo gonfaloniere.
SVEVA
Ma sta’ zitto, stolto!
GEMMATA
Sciocco!
BINDO
Vecchia!
CIARDO
Scemo!
SVEVA
Stupido!
BINDO
Lurida!
CIARDO
Ebete!
SIMONE
Sordidi!
GEMMATA
Deficiente!
CIARDO
Imbecille!
SVEVA
Idiota!
BINDO
Mentecatto!
TUTTI
Sudicio! Fetido! Tonto! Inetto! Fesso! Monco! Gran fetente!
TEODORO (gridando per interromperli)
Facciamo qualcosa!!
Bussano alla porta.
QUINTO QUADRO
Tutti si zittiscono. Bussano ancora.
Teodoro esce. Sempre silenzio. Rientra Teodoro.
SIMONE
Chi v’è?
TEODORO
La lavandara.
SVEVA
Che?
TEODORO
E’ con suo padre. Ha una lettera per lo zio Buoso.
CIARDO
Che non entri!
Teodoro fa per tornare indietro ma appare lo Schicchi.
GIANNI SCHICCHI
Si puote?
Gianni Schicchi entra senza essere stato invitato.
Teodoro si nasconde con la Simonetta dietro un angolo
e cominciano a baciarsi e a toccarsi
Sveva si pianta davanti a Schicchi
SVEVA
Niuno v’ha dato la permissione d’entrare.
GIANNI SCHICCHI
Ho da veder Messer Buoso.
SVEVA
Non si puote.
GIANNI SCHICCHI
E’ una faccenda grossa.
SVEVA
Non si puote.
SIMONE
Di che si tratta?
GIANNI SCHICCHI
Riguarda messer Buoso.
SVEVA
O parlate con me o ve ne ite.
GIANNI SCHICCHI
Con voi no davvero. Casomai con questo. Da’ retta… (indica Simone).
CIARDO (intromettendosi)
Parla con me.
GIANNI SCHICCHI
Messer Ciardo, m’aggioia rivedervi. E’ un po’ che non ci si bazzica, eh? Da quando siete ito in Consiglio non vi si vede più…
CIARDO
Parla.
GIANNI SCHICCHI
Vostro zio fece avere una missiva a mia figlia Simonetta.
Schicchi cerca Simonetta che non v’è.
GIANNI SCHICCHI
Simonetta?
La ragazza appare sorridente e timida.
Dietro di lei appare Teodoro che si rimette a posto la camicia e la calzamaglia.
GIANNI SCHICCHI
L’ha dette a lei. E io ci devo favellare immantinente.
CIARDO
E che v’è scritto in codesta lettera?
GIANNI SCHICCHI
Non ci si intende neanco con voi. Ho da favellar con lui. (alzando la voce) Oppure se n’avrà a rammaricare.
SVEVA
Come osi levar la voce, balordo?
GIANNI SCHICCHI
Io la fo da padrone qua, che se voglio, vi mando tutti alle galere…
SIMONETTA
Andiamo, padre.
GIANNI SCHICCHI
Te chetati e attendi di là.
Simonetta e Teodoro si allontanano e si appartano dietro il letto di Buoso.
SIMONE
Non vogliam brigare con razza come la tua. Sorti di qui.
GIANNI SCHICCHI
Io invece mi seggo e attendo che Messer Buoso riceva. Ce l’avete un po’ di vino?
SIMONE
T’ho bell’e detto di sortire.
GIANNI SCHICCHI
Se c’è anco qualcosina da mettere sotto li denti: son digiuno da stamane.
SIMONE
T’ho detto…
SVEVA (interrompendolo)
Schicchi! Sorti di qua o ti prendo a calci su per lo culo infino in Porta Romana. E se non ti basta continuo giunto in Montevarchi così ti ritorni da dove sei venuto.
GEMMATA
QQQuelli come te in Fiorenza non li vogliamo. Pezzenti, ignoranti, ladri.
GIANNI SCHICCHI
Felice sera Bindo! Si parla di ladri... Mi sa che Monna Sveva di calci su per lo culo dovrà ammollarne diversi stasera…
BINDO
Non sei benaccetto, Gianni. Buoso è morto. Siamo in lutto.
GIANNI SCHICCHI
Ito?
CIARDO
S’è spento dopo uno lungo patire.
GIANNI SCHICCHI
Amen.
SVEVA
Sorti.
GIANNI SCHICCHI
Per questo c’avete lo muso lungo: v’ha lasciato a bocca asciutta!
SIMONE
Chi te l’ha detto?
GIANNI SCHICCHI
Lo sapean tutti. Buoso non ne facea segreto con niuno. Una volta lo sentii dire: “piuttosto che lasciare uno fiorino a quelle sudice carogne butto ogni cosa in Arno…”
GEMMATA
Io non ci sto a farmi ingiuriar da un ignorate disonesto come voi. Ite via!
GIANNI SCHICCHI
Ordunque è vero!
Gianni Schicchi comincia a ridere sguaiato.
I Donati sono imbarazzati e offesi.
SVEVA
Se non sorti ti spezzo la schiena!
BINDO
Basta, Gianni!
CIARDO
Schicchi, sorti!
SIMONE
Insomma, basta!
Lui si ferma. Li guarda divertito.
GIANNI SCHICCHI
Fessi. Scemi. Tonti. Mammalucchi. Babbei. Stolti. Sciocchi. Allocchi. Balordi. Polli. Citrulli. Scimuniti. Cretini. Dementi. Deficienti. Mentecatti. Beoti. Idioti. Ebeti.
I Donati si infuriano e lo cacciano via gridando come dei forsennati.
SESTO QUADRO
Dopo che Schicchi è stato cacciato tutti sono infuriati.
CIARDO
Derisi financo da’ miserabili! Come de li pizzicagnoli qualunque! Uno Consigliere de la Repubblica!
BINDO
Altro che voci…
SIMONE (femminilmente tragico)
Ruina! Sfacelo! Lo crollo de li Donati!
SVEVA
Non me la fo ruinare la vita da Buoso. M’ha bell’e reso la gioventù uno inferno.
BINDO
Falsifichiamolo.
CIARDO
Si puote?
BINDO
L’ho visto fare. Pigliate lo foglio.
Simone prende il foglio e tutti si avvicinano a lui.
Tocca la carta.
BINDO
Carta pergamena raddoppiata. Questa si ricupera in Signa. Dal mastro cartaio.
SIMONE
Si va a pigliarla.
CIARDO
Ci vo io.
BINDO
Evitiamo li sospetti: ci si manda alcuno…
GEMMATA
Bravo!
CIARDO
In Pisa v’è un anziano notaro di cui ho sentito favellare sovente. E’ un buon uomo ma non ci sta più con la testa. Non saria difficile entrar nello suo studio, distrarlo, e di nascosto apporre lo sigillo sia alla copia de lo testamento sia a quella che lasceremo nel lo suo studio. E’ così rimbambito che non si rammenterà certo di Buoso. Ma lo documento nei suoi archivi saria la prova.
Tutti sono sollevati e contenti.
SVEVA
Scriviamo allora.
BINDO
Scrivete voi, Simone: tenete una bella grafia.
CIARDO
Scrivo io.
Tutti guardano Buoso.
GEMMATA
Credevi d’averci gabbato, Donati.
SVEVA
Ah!
Tutti sono pronti a scrivere.
BINDO
“Pisa. Anno domini 1296…”
SVEVA
“Testamento di Buoso di Vinciguerra Donati”
CIARDO
“Iscritto dal notaro Bandino Bandinelli in presenza di…”
GEMMATA
Li testimoni?
BINDO
Con due fiorini si trovano: ci penso io.
GEMMATA
Bravo.
CIARDO
Uhmmm e uhmmm… qui ci poniamo li nomi de li testi…
SVEVA
Uno momento: non è che saria l’ultimo testamento a esser valido?
BINDO
Certo.
SVEVA
Ah! Siam del gatto.
GEMMATA
Perché?
SVEVA
Lo testamento è datato 19 ottobre. Buoso era allettato da uno mese. Come potria essere ito in Pisa?
CIARDO (ammiccando agli altri)
Ce l’abbiamo porto noi. Non vi rappellate?
GEMMATA
Noi gli si disse di no, ma lui cocciuto…
SIMONE
Se Buoso volea fare una cosa la facea.
BINDO
Andiamo innanzi.
SVEVA
No. Lo frate.
CIARDO
Come?
Sveva prende il foglio con il falso testamento e lo strappa.
SVEVA
Frate Belandino è venuto ogni dì da quando Buoso s’è allettato.
BINDO
Ma si potria dire…
CIARDO
Lascia perdere, Bindo.
BINDO
Proviamo a fare…
SIMONE
Non si deride la legge; per chi falsifica documenti v’è la gogna, lo taglio della mano, la confisca de li beni e l’esilio.
SVEVA
E non si tratta di piccioli…
BINDO
Quanti quattrini…
CIARDO
Non v’è scampo.
Tutti sono nuovamente affranti.
BINDO
Io non mollo.
GEMMATA
Manco io. Farsi irridere da ‘sto vegliardo.
CIARDO
In fin de li conti lo mondo è zeppo d’imbrogli.
SIMONE (alzando le spalle)
Uno in più…
SVEVA
Va fatto a modo, allora. Ci vole uno che d’imbrogli ne comprenda…
In quel momento, da fuori si sente Gianni Schicchi che chiama la figlia.
GIANNI SCHICCHI (fuori scena)
Simonetta! Simonetta!
Tutti si bloccano e di guardano fra di loro.
SIMONE
Lo Schicchi.
CIARDO
Lui ne capisce d’inganni.
BINDO
Lui è lo maestro de li raggiri.
GEMMATA
…si fa traviare con due fiorini.
CIARDO
Gli s’offre una generosa ricompensa.
SIMONE
Vedrete come corre…
TUTTI (tranne Sveva)
Si!
Bindo fa per andare a chiamarlo ma la Sveva si mette nel mezzo.
SVEVA
A questo siam ridotti? A chieder l’aiuto a uno ladraccio di Montevarchi? Uno che possiede solo la carcassa c’ha indosso? Io son nata Donati. Mi sono sposata Adimari. Non me lo fo imbrattare lo stemma dal sudiciume dello Schicchi...
CIARDO
Levati d’innanzi, Sveva, o ti butto giù dalla Torre. Stavolta non mi faria frenar da niuno.
Sveva si sposta. Bindo esce. Tutti restano in silenzio.
Il letto fa un cigolio ritmato. Tutti si voltano a guardarlo.
Il cigolio si ferma. Entra Bindo.
SETTIMO QUADRO
Schicchi rientra. Li guarda. All’inizio è guardingo.
Tutti lo guardano seri, poi cominciano a sorridergli.
Si fanno piano piano più gentili.
Bindo gli fa segno di entrare. Simone gli stringe la mano.
Ciardo lo fa sedere, Gemmata gli porge da bere.
Gianni beve con gusto.
GIANNI SCHICCHI
Bono. Uno altro.
Gemmata serve ancora, sorridente.
Gianni beve con gusto.
GIANNI SCHICCHI
Uno altro. Bono. Uno altro.
Gemmata serve ancora, sorridente.
Gianni beve con gusto.
GIANNI SCHICCHI
Siete nella merda, eh…
Tutti hanno un brivido.
GIANNI SCHICCHI
E quando s’è nella merda, o ci s’affoga o ci si sazia. Ci si fa mosche. E se si puzza si troverà chi il lezzo non l’avverte… che non s’abbia a intender che siamo tafani e non farfalle…
CIARDO
Gianni, noi si volea…
GIANNI SCHICCHI
Come si fila. Buoso è crepato. Tempo ci se n’ha. Ho fame.
CIARDO
Sveva, porta un po’ di minestra…
GIANNI SCHICCHI
No, la minestruccia la lascio a voi. M’andrebbe un po’ di carne.
Sveva lo guarda dura. Non si muove.
GIANNI SCHICCHI
E fagioli. O anco ceci. Che li fagioli…
Sveva è ferma.
GIANNI SCHICCHI
Pane. Fresco.
Sveva è immobile.
GIANNI SCHICCHI
Più state ferma più aggiungo pietanze. Fate voi.
Tutti la guardano male.
Sveva, con grande fatica si muove verso la cucina.
CIARDO
Bene. Ora che siam qui, si volea saper…
GIANNI SCHICCHI
Come vanno le cose nel Consiglio, Ciardo?
CIARDO
Eh?
GIANNI SCHICCHI
Non s’usa conversare nelle famiglie dabbene? Che se s’ha da dire una cosa non saria che la si dice subito ma si fa un po’ di preambolo.
CIARDO
Lo fatto è che…
GIANNI SCHICCHI
Ch’abbisognate dello Schicchi. E con lo Schicchi si puote anco parlar schietto. Gli si puote dire: “fai questo” e “fai quello”. E poi mandarlo via con due fiorini in mano…
GEMMATA
Se s’è invitato voi è ché siete lo migliore.
SIMONE
E’ uno affare di fiducia. Un accordo fra Donati e Schicchi. Gente di buonsenso.
Entra la Sveva con la bistecca.
GIANNI SCHICCHI
Che bel piatto. Dopo di voi.
CIARDO
Troppo gentile.
Ciardo fa per prendere da mangiare poi si ferma.
Guarda Sveva. Sveva è immobile, imperscrutabile.
Ciardo si gingilla con la carne. Fa per mangiare la carne ma non si fida.
Si ferma. Non osa. Ha paura che il cibo sia avvelenato.
Sveva si avvicina al piatto, prende un pezzo di carne e se lo mette in bocca.
Mastica guardando Schicchi.
GIANNI SCHICCHI
Buon appetito.
Schicchi comincia a mangiare.
GIANNI SCHICCHI
Le meglio idee ve l’ho quando lavoro di mascelle, perciò favellate ora o mai più.
SIMONE
Carissimo Gianni…
CIARDO (interrompendolo)
Si dovrebbe scovare lo modo…
BINDO (interrompendolo)
Buoso non c’ha lasciato alcunché. Quella carogna impestata ha ceduto tutto alli frati di San Miniato. S’ha da mutare lo testamento.
CIARDO
Mutarlo e non essere scoperti.
SIMONE
In Fiorenza è la gogna, taglio della mano, confisca de li beni e l’esilio. L’esilio, Gianni!
BINDO
Te queste manovre le sai combinare. Buoso di roba n’avea tanta da camparci tutti. Si divide con te. Ci dici quanto vuoi e noi ti si dà. O che s’ha a lasciare alli frati? Che di roba n’hanno anco più di Buoso…
GEMMATA
Noi s’ha da campare famiglia…
SIMONE
C’è lo negozio di stoffe…
CIARDO
C’è lo nome de li Donati!
Gianni li guarda.
GIANNI SCHICCHI
Vino.
Gemmata gli riempie il bicchiere. Simone gli mostra il testamento
CIARDO
Siam certi che se lo studi a modo lo trovi lo modo di girarlo…
SIMONE
…cambiarlo…
GEMMATA
…addolcirlo…
Gianni ha finito di mangiare, prende il testamento in mano.
Si alza e comincia a leggerlo. Si aggira per la stanza.
Si volta verso i Donati che sono tesi e preoccupatissimi.
Apre la bocca per parlare. Tutti pendono dalle sue labbra. Lui rutta.
Poi riprende a leggere. Di nuovo si ferma. Apre la bocca per parlare.
Tutti pendono dalle sue labbra. Lui sbadiglia.
Poi riprende a leggere. Di nuovo si ferma. Apre la bocca per parlare.
SVEVA
La si finisce, o no? Se accetti ve n’è per tutti, sennò fuora di qui.
GIANNI SCHICCHI
C’è lo sigillo del Salvianti. Questo documento è redatto in copia.
CIARDO
Nell’archivio de lo notaro…
GIANNI SCHICCHI
Ma dall’anno scorso vige la norma di farne tre copie: una per lo testatore, la seconda allo notaro e la terza per lo archivio della Repubblica. Per evitare che si possa corrompere notai e giudici. Che oggi è di molto in uso in Fiorenza…
SIMONE
Ordunque?
GIANNI SCHICCHI
Non si puote falsificare.
BINDO
Ma non puote essere!
GIANNI SCHICCHI
La legge saria legge. Elogi alla cuoca.
Gianni fa per uscire.
OTTAVO QUADRO
Bussano alla porta.
GEMMATA
Chi sarà?
SVEVA
Frate Belandino…
SIMONE
Che… che si fa?
Sveva fa per andare ad aprire.
CIARDO (fermando con un gesto la vecchia)
Se lo vede morto non s’ha più speme di mutar la sorte.
BINDO
S’ha da far qualcosa!
GEMMATA
Non apriamo!
Bussano ancora.
SVEVA
Ci si farà ridere dietro da tutti.
Sveva fa per andare ad aprire.
GEMMATA
Non apriamo!
SIMONE (tragico)
L’esilio…
Tutti cominciano a discutere.
GIANNI SCHICCHI
Donati! Fate ciò che vi comando e saria che una soluzione ve la scovo.
Bussano ancora alla porta.
CIARDO
Ordunque?
GIANNI SCHICCHI
C’ho da pensarci. Mandate via lo frate. Ditegli che Buoso dorme. Che torni poi.
SVEVA
Non si puote. Quello ha da vederlo tutti li dì. Glielo chiese Buoso.
GIANNI SCHICCHI
Allora serrate le tende. Via i ceri. Rassettate il letto. Inventatevi di tutto ma non fategli veder lo morto. Sennò addio…
Tutti si mettono ad eseguire gli ordini di Schicchi molto velocemente.
Schicchi, non visto dagli altri si nasconde nel letto
Accanto al corpo di Buoso. Il dottore continua a bussare alla porta.
La stanza ora è in ordine. Tutti si mettono tranquilli e fanno finta di niente.
Sveva va ad aprire. Il frate entra.
FRATE BELANDINO (sorridente e giocondo)
Buondì a tutti quanti, ai demoni e ai santi.
SVEVA (parlando sottovoce)
Frate Belandino. Dorme.
FRATE BELANDINO
Ordunque pian pianino a visitar lo malatino. Vi vedo bella sorridente, sorella Sveva!
Sveva lo guarda serissima con un ghigno duro.
FRATE BELANDINO
Che pace…
GEMMATA
Lo silenzio della stanza c’ha assopiti…
FRATE BELANDINO
“Quel che dorme infino al giorno avrà spesso danno e scorno”. Come sta il nostro Buoso?
SVEVA
Sì, sì. Meglio.
SIMONE
Molto meglio.
GEMMATA
Mangiò tutto.
CIARDO
Parea un altro.
FRATE BELANDINO
Beato lui: son tre dì che son costipato. Mi s’è guasto lo stomaco (peta). Stanotte non ho chiuso occhio. Ordunque sta meglio?
SVEVA
Quasi uno miracolo.
FRATE BELANDINO
E l’intestino?
GEMMATA
S’è riavuto.
FRATE BELANDINO
Beato lui… (peta)
FRATE BELANDINO
Lo respiro…?
SVEVA
Quieto. Niente catarro.
FRATE BELANDINO (ascoltando)
Difatti respira a modo… merito della tisana di finocchio. Ne basta pochina e si rimonta la china (peta). Stasera sarà lo caso di farmene un po’...
Il frate fa per avvicinarsi al letto. Sveva lo ferma.
SVEVA
Belandino, non me lo destate. Stanotte affaticò. Ora riposa...
FRATE BELANDINO
Ho da sentirgli la temperatura…
Sveva fa per respingerlo toccandogli la pancia.
Ma il frate si fa indietro.
FRATE BELANDINO
Non mi toccate la pancia…
Il frate peta.
FRATE BELANDINO
Troppo tardi.
SVEVA
Non cambiai le lenzuola…
FRATE BELANDINO
Se mi spaventassero li bisogni…
SVEVA
Ma Belandino…
FRATE BELANDINO
Se volete respirare Belandin fate passare!
Tutti si guardano preoccupatissimi.
Gemmata comincia a gridare.
GEMMATA
Ah!
Il frate si precipita sulla donna.
FRATE BELANDINO
Che è?
GEMMATA
Una fitta, qua!
Il frate comincia a visitare la donna. Piegandosi sulla pancia della donna
GEMMATA
Ah!
FRATE BELANDINO
La creatura si sposta. Dentro la pancia v’è gran movimento.
Emette un peto.
GEMMATA (sentendo il cattivo odore)
Oddio…
FRATE BELANDINO
Lo cuoricino è regolare: niente di grave.
Il frate fa per allontanarsi.
Gemmata grida di nuovo.
GEMMATA
Ah. Di nuovo!
Il dottore si china nuovamente sulla donna e la visita.
FRATE BELANDINO
E’ strano… è proprio strano! E’ strano che Buoso non si sia destato a queste grida…
Tutti sono preoccupati.
FRATE BELANDINO
Un sonno così profondo… Messer Buoso?
Tutti sono preoccupati.
FRATE BELANDINO
Messer Buoso?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Chi è?
Tutti i Donati si spaventano.
FRATE BELANDINO
Perdonate, Messer Buoso. Son Belandinotto…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Oioi…
FRATE BELANDINO
Come la va?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Meglio, frate mio. Meglio. Cessarono le fitte alle gambe…
FRATE BELANDINO (stupito)
E da quando le tenevate?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Non ce l’ho più…
FRATE BELANDINO
Non riposaste a modo, stanotte?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Pensieri… ma ora sto bene. Mi vorria assopire. Tornate dimani.
FRATE BELANDINO
Fatemi sentir lo polso…
Il dottore si avvicina al letto.
Spunta un braccio. E’ il braccio di Buoso.
FRATE BELANDINO
Non lo sento… Siete ghiacciato… (rivolto ai parenti) appiccate lo foco!
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Mi facea caldo. Sudavo che pareo uno torrente.
Gianni cambia il braccio sotto le coperte e mette il suo.
Il dottore prende il polso e lo sente.
FRATE BELANDINO
Ora siete caldo…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Siete voi, mio buon Belandino: “all’opera si conosce lo Maestro”…
FRATE BELANDINO (sorridente)
L’occhio de lo padrone ingrassa lo cavallo…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Cuor contento non sente stento!
FRATE BELANDINO (rimproverandolo benevolmente)
Chi si loda s’imbroda…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO (lusingandolo)
Dove manca natura, arte procura.
FRATE BELANDINO
L’assai basta e lo troppo guasta!
Il frate peta ancora.
FRATE BELANDINO
Troppo buono, messer Buoso… aprite la bocca…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Ma ho sonno…
FRATE BELANDINO
Question d’un attimo. Voi mi ripeteste: “Venite ogni dì. Oppur niente limosina.”. Ubbidisco.
Gianni fa segno agli altri di aiutarlo a tirare su il morto.
Sveva e Bindo si avvicinano al letto e tirano il busto di Buoso a sedere
Gianni Schicchi, mettendosi dietro di lui, gli muove le braccia.
Gli apre la bocca. Il dottore guarda. Piegandosi su Buoso gli scappa un altro peto.
FRATE BELANDINO (annusando l’alito)
Un po’ pesante… decotto di melissa e camomilla. Vi spurga.
Il corpo viene rimesso giù, ma Gianni viene schiacciato dal corpo.
FRATE BELANDINO
Nel complesso vi vedo meglio, Buoso.
Il frate scuote la testa ai parenti.
FRATE BELANDINO
Ripasserò pria di sera. Se siete desto si da una controllatina…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Come volete, Belandino… ora ite che non ne potria più…
Il frate si allontana dal letto.Tutti gli sono vicini.
FRATE BELANDINO
Manca poco, poero Buoso. Si direbbe bell’e morto. Nondimeno tiene ancor lo vigore di parlare. Che tempra. Da qui a poco le dolenze torneranno più acute. Dategli valeriana e ispagula per quietargli gli spasmi. (a Sveva) Che gli avete dato, stamane? Avea un colorito così spento…
SVEVA
Lo solito: radice di rabarbaro e cardo mariano.
FRATE BELANDINO
Aggiungeteci dell’agrimonia. Due volte allo dì.
SVEVA
Non sono riuscita a trovarla…
FRATE BELANDINO
Mandatemi Teodoro a pigliarla alla badia. Ve ne dò uno vasetto: fa miracoli. Va pestato con forza nel pestello.
Il frate fa per farle vedere.
La donna è un po’ nervosa. Il frate annusa le erbe e assaggia i preparati.
SVEVA (tagliando corto)
Non v’impensierite oltre, Belandino.
FRATE BELANDINO
Parmi che vi ci sia del centinodio.
SVEVA
L’ho preparato proprio ora.
FRATE BELANDINO
Siate buona: datemene uno sorso che mi gorgoglian le budella.
SVEVA
Ve ne preparo una nova.
FRATE BELANDINO
Questa andrà bene…
SVEVA
E’ poca.
FRATE BELANDINO
Giusto un sorsetto.
Il frate sgancia un altro peto e Sveva si distrae.
Il frate beve. Poi peta. Sveva lo guarda male.
FRATE BELANDINO (scusandosi)
“Porgi sempre l’altra guancia a chi non tiene l’aria in pancia!”.
SVEVA
Ora ite, che Buoso abbisogna di silenzio…
BINDO
E noi d’aria…
FRATE BELANDINO (con dolori al ventre crescenti)
Posso sortir da via di santa Margherita che fo pria…?
GEMMATA (indicandogli un’altra uscita)
Di qua.
FRATE BELANDINO (con dolori al ventre crescenti)
Ci vediamo pria de lo tramonto. Ah. Mandatemi Teodoro, ah, mi raccomando.
GEMMATA
Grazie, frate.
Il frate esce petando e scusandosi.
Tutti tirano un sospiro di sollievo.
NONO QUADRO
Appena uscito tutti si allontanano e si sventolano.
Gianni Schicchi esce dal letto prendendo aria.
SVEVA
Se Buoso era ancora vivo ci pensava lo frate a mandarlo all’altro mondo…
BINDO
S’è sfangata!
SIMONE
E’ andata a modo…?
GIANNI SCHICCHI (ride sardonico)
D’ora innanzi financo la Morte s’inchina allo Schicchi! Lo mondo intero trema in fronte alla Nera Signora. Ma Essa sbianca se io le faccio: “bu”!
Tutti si spaventano.
GEMMATA
Ma che dite?
GIANNI SCHICCHI
Ma non c’avete chiappato nulla? Qua si tratta di Qua si tratta di forgiar la sorte. Di frodare li vivi, li morti e lo Padre Eterno.
CIARDO
Ma di che favelli, Gianni?
GIANNI SCHICCHI
Mi fo Gesù Cristo: “Buoso: alzati e cammina!”
TUTTI
Oh!
GIANNI SCHICCHI
Si serra le tende, m’abbiglio da Buoso, m’infilo nel letto e s’appella lo notaro. E lì principia lo spettacolo. Si ridetta lo testamento dalle labbra stesse di Buoso. Allo quale niuna legge potrà appellarsi; l’ha detto Buoso! Parmi strano nondimeno… l’ha detto Buoso! O non dicea che tutto andava alli frati? E invece no, poiché…
TUTTI (esultanti)
…l’ha detto Buoso!
GIANNI SCHICCHI
Saria possibile?
TUTTI
L’ha detto Buoso!
BINDO
Li Donati son ricchi?
TUTTI
L’ha detto Buoso!
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
E allora “Chiedete e vi sarà dato!”
Tutti esultano di gioia. Si abbracciano. Saltano e gridano felici.
Poi si placano sorridenti e soddisfatti.
Grida da dietro le tende continuano. Poi si placano anche quelle.
CIARDO
Grazie, Gianni.
GIANNI SCHICCHI
Trecentocinquantamila fiorini.
CIARDO
Come?
GIANNI SCHICCHI
Trecentocinquantamila fiorini. Me li ponete in mano e io vi combino l’affare.
SIMONE
Ma è un capitale!
BINDO
Facciamo centomila…
SVEVA
Facciamo diecimila.
GIANNI SCHICCHI
Facciamo che vo’ a casa…
SIMONE
E’ un ricatto!
GIANNI SCHICCHI
La volete la roba di Buoso? Mi ci infilo io nel letto, sfido lo Cielo, rischio questo capo! E allora voglio trecentocinquantamila fiorini.
Fanno per rispondere ma Schicchi li blocca.
GIANNI SCHICCHI
E a ogni protesta n’aggiungo diecimila!
SIMONE
Ma…
GIANNI SCHICCHI
Trecentosessatantamila fiorini.
GEMMATA
Maledetto.
GIANNI SCHICCHI
Trecentosettantamila.
CIARDO
Via!
GIANNI SCHICCHI
Trecentoottantamila…
Sveva, mentre gli altri continuano a rispondere ed a fare salire il prezzo,
prende un bastone e si avvicina a Schicchi senza che lui se ne accorga.
BINDO
Non fare così, Gianni…
GIANNI SCHICCHI
Trecentonovantamila…
CIARDO
State cheti!
GIANNI SCHICCHI
Quattrocentomila!
Ciardo da una botta a Bindo.
BINDO
Ohi!
GIANNI SCHICCHI
Quattrocentodieci…
GEMMATA (cercando di zittirlo)
Shh!!
GIANNI SCHICCHI
Quattrocentoventi…
Sveva sferra un colpo sulla testa di Gianni con il bastone.
SVEVA
Vien qua, Gesù Cristo che ti rimetto in sulla croce!
Gianni scappa, Sveva lo rincorre. Ad ogni colpo lui aumenta i soldi.
Gli altri gli sono dietro, corrono, si agitano.
Gianni usa il corpo di Buoso come scudo.
Ad un certo punto Gianni si appoggia al letto e fa cadere la cortina posteriore del letto.
e si scoprono Simonetta e Teodoro che amoreggiano mezzi nudi.
Tutti si bloccano.
SVEVA
Teodoro?
TEODORO
Vo’ dal frate a pigliar l’erba limoncina?
GIANNI SCHICCHI
Te lo do io la limoncina!
Nuovamente si scatena la bagarre, stavolta per picchiare i due ragazzi.
Teodoro è il centro delle botte di Sveva e Gianni Schicchi.
Bindo ride e molla qualche calcio anche lui, tanto per non essere da meno.
Simone lancia dei gridolini. Teodoro, ad un certo punto cade a terra, Gianni gli è vicino
E fa per colpirlo. Simonetta gli si para davante e lo ferma.
SIMONETTA
Babbo, fermatevi! In nome dell'Altissimo! Io questo amo lo uomo! Se voi me lo uccide io non lo potria vive sanza. Meglio me picchia!
Gianni fa una piccola pausa e poi prende a bastonare la figlia con maggiore violenza ancora.
Nuovamente si scatena la bagarre.
SIMONE
Che vergogna! Che vergogna!
GIANNI SCHICCHI
Voi vergogna? E io che c’ho una figlia zoccola?
TEODORO
Non lo dite!
GIANNI SCHICCHI
Osi parlare, scoreggia d’uomo? Io te le strappo a morsi quelle palme che l’hanno tastata…
BINDO
Palle?
CIARDO
Palme!
TEODORO
Intendo sposarla!
SVEVA
Eh?
TEODORO
La voglio sposare! Se non c’unite in matrimonio noi si muore, tutt’e due.
SIMONETTA
Ci si butta dall’Arno. Nel Ponte Vecchio.
GEMMATA
Maritare?
SIMONE
Un Donati sposare la figlia d’un villano?
SVEVA
La figlia di Gianni Schicchi?
GEMMATA
Senza dote!
TEODORO
Io son deciso, anco dimane, anco ora! Imo in chiesa e fatemi appellar marito. La Simonetta la fo diventar Donati e campar da gentildonna come merita lo mio amore!
SIMONETTA
Come bene gli voglio!
I due si baciano. Tutti gridano.
SIMONETTA
Acconsentitecelo!
Silenzio.
GIANNI SCHICCHI
Stocci.
SIMONETTA (felicissima)
Babbino!
GEMMATA
Non ha patrimonio…
TEODORO
Ce l’ho io!
SIMONE
Non ha nome!
TEODORO
Ce l’ho io!
CIARDO
Non ha dote…
GIANNI SCHICCHI
Ce l’ho io…
SVEVA
Quale dote, pitocco?
GIANNI SCHICCHI
S’era giunti a quattrocentoottantamila fiorini. Sono una bella dote. Ma ci s’accorda: io vi do mano nella faccenda di Buoso e si fa pari.
Silenzio. I Donati si guardano.
SIMONE
Va b…
CIARDO (interrompendolo)
S’accetta.
Gianni tira un sospiro di sollievo. Teodoro e Simonetta si abbracciano.
Teodoro comincia a baciarla, lo Schicchi gli da una botta.
GIANNI SCHICCHI
Simonetta!
SIMONETTA
Si, babbino caro?
GIANNI SCHICCHI (perentorio)
Corri ad appellar lo notaro Berto Salvianti, in canto della Verla.
SIMONETTA
…la Verla a canto…
GIANNI SCHICCHI
Digli che Buoso Donati in persona ti manda.
SIMONETTA
Manda la persona di digli…
GIANNI SCHICCHI
Ch’è urgente: lo vecchio sta per tirar lo fiato…
SIMONETTA
…lo fiato vecchio sta tirato. Ma, babbino, messer Buoso è da un po’ ch’è morto.
GIANNI SCHICCHI
E se non ti sbrighi ritorna in qua, vai!
SIMONETTA
Vo, babbino…
La ragazza fa per andare.
GIANNI SCHICCHI
Simonetta?
SIMONETTA
Si, babbino?
GIANNI SCHICCHI
Pria rivestiti.
La ragazza si risistema le vesti ed esce di corsa.
DECIMO QUADRO
Tutti sono silenziosi.
Riflettono su cosa sta per accadere.
BINDO
Quindi anderà ogni cosa a posto. Stasera saremo ricchi…?
CIARDO
Ricchi e contenti. E avremo anco gabbato lo Buoso…
SIMONE
Che credea di farcela…
SVEVA
Diamoci una smossa. (guardando Gemmata) Rassettiamo la stanza.
GEMMATA (con fatica)
Le gambe…
CIARDO
Sì, Sveva, rimetti in ordine. Cambia lo letto di Buoso.
GIANNI SCHICCHI
Se si vole lo notaro lontano dal letto, lasciatelo così com’è. Anzi.
Gianni prende il vaso da notte e lo versa nel letto.
Tutti sono schifati.
GEMMATA
Non vi ribrezza?
GIANNI SCHICCHI
E’ anche calduccia…
TEODORO
E lo corpo dello zio Buoso?
SVEVA
Di là! Dentro lo cassone grande.
Gli uomini sono fermi.
SVEVA
Teodoro.
TEODORO
Sì, nonna.
I due, con fatica spostano il cadavere di Buoso nell’altra stanza,
facendolo anche cadere più volte.
GIANNI SCHICCHI
Riportatemi lo camicione. Che lo tanfo sia lo stesso…
Gianni si mette in un angolo e comincia a muovere le mani.
Cerca di imitare i gesti di Buoso.
SIMONE
Ciardo!
Simone prende da un lato Ciardo.
SIMONE (indicando Schicchi)
C’è da fidarsi?
CIARDO
E’ un farabutto, ma da questa faccenda ha da guadagnarci quanto noi. E se ci scoprono anco a lui mozzan la mano…
SIMONE (femminilmente)
Oddio…
Bindo, che aveva osservato Buoso, lo riprende.
BINDO
A Buoso gli tremavan le mane.
Gianni esegue.
GIANNI SCHICCHI
Così?
BINDO (imitando il tremolio di Buoso)
No. Più così.
GEMMATA (imitando il tremolio di Buoso)
No, era più così.
SIMONE
Scempiaggini! Buoso le dita non le stendea più. Ecco: facea così…
Anche Simone imita il tremolio di Buoso. Lo imita malissimo.
GIANNI SCHICCHI
Terrò le mani sotto.
CIARDO
C’avea lo catarro.
Gianni prova a scatarrare.
BINDO
Più così…
Bindo gli fa sentire. Simone si schifa.
CIARDO
Più profondo.
Ciardo gli fa sentire. Gianni prova ad eseguire.
Simone si sente male.
GEMMATA
Più lungo…
GIANNI SCHICCHI (esasperato)
Signori: è catarro è catarro!
Simone sviene.
Torna Sveva con la camicia da notte che puzza da morire.
Tutti sentono il cattivo odore tranne lei.
SVEVA
Eccola.
Tutti si scansano.
Gianni prende la camicia da notte e comincia a spogliarsi.
Tutti sono lontani. Lui comincia a togliersi i vestiti.
La Sveva lo guarda con tensione.
SVEVA (piano per non farsi sentire dagli altri)
Guardiamoci negli occhi, io e te. Posso ancora oppormi allo matrimonio. Ma tu intestami tutti gli averi di Buoso e mi sto cheta e bona. Mi basta una parola e te lo scordi lo matrimonio; e la Simonetta, compromessa com’è, non te la marita niuno più…
GIANNI SCHICCHI
Son buoni argomenti, vecchia: lo accordo è fatto.
Gemmata si avvicina.
GEMMATA
Abbisognate?
GIANNI SCHICCHI (gli porge la giubba)
Appoggiatemela di là.
Gemmata prende la giubba e la mette in mano al Sveva.
GEMMATA
Le gambe…
Sveva si allontana, lasciando la donna sola con lo Schicchi.
Gemmata gli si fa più vicino.
GEMMATA
Gianni. Io v’ammiro, come s’ammira lo valoroso paladino. Voi mi sanate dalla ruina. Me, (toccandosi la pancia) ‘sta creatura e lo fesso di Ciardo. Io vi priego di farla ammodo, questa “spartizione”: lasciate ogni cosa a me. Non a Ciardo. Tutto a me. Io poi gliela mollo un po’ di roba a lui ma così m’assicuro di campare da signora. E con tutto lo tempo libero che mi resta, s’attroverà lo modo di bazzicarsi più di sovente…
GIANNI SCHICCHI
Dire no a una femina come voi saria come spiumare uno pavone… stocci.
GEMMATA (maliziosa)
Lo mio paladino!
Il gruppetto degli uomini sta ancora discutendo sul modo
In cui Buoso si muoveva e parlava.
BINDO
No! La bocca non l’apria più. S’era ritorta…
Bindo si mette con la bocca torta.
BINDO (parlando con la bocca storta)
Quando prendea l’acqua s’avea da ingegnarsi che non se la buttasse indosso…
TEODORO (ridendo)
E’ vero, è vero!
CIARDO
Ma non così! Ce n’avea pochina: era lo labbro pendulo che gli impedia di bere e mangiare.
Ciardo imita il labbro pendulo di Buoso.Rientra Sveva.
TEODORO (ridendo)
E’ vero, è vero!
SIMONE
Io codesti versi non gliel’ho mai visti fare.
SVEVA
Vi foste avvicinato una volta allo letto…
SIMONE
Buoso avea contegno. Anco con la bocca torta ci tenea in riga…
Simone si allontana dal gruppo e si avvicina a Gianni.
SIMONE
Gianni, sei pronto? Le nostre vite son nelle tue mani, inclusa la mia. Quindi fa’ attenzione. E attenzione anco a chi lasci tutto. Ti potria chiedere uno favore?
GIANNI SCHICCHI
Dite…
SIMONE
Lasciami gli abiti della Bice. C’ero cotanto affezionato. Era una brava femmina. E quegli abiti li fece confezionare da un sarto di Venezia con delle stoffe deliziose. Il broccato rilucea da solo. C’è quello vermiglio poi che è uno splendore…
GIANNI SCHICCHI
Saria fatto…
SIMONE
Ma se puoi far di più io te ne saria grato. Fai dire a Buoso che sol’ io son lo degno successore de’ Donati e lasciami tutto. Ma tutto. E io t’assicuro che ti confeziono uno vestito novello allo mese. E anco alla Simonetta per lo matrimonio. Le si fa uno abito con lo strascico allungato e le maniche a sboffo che ora son tanto di moda. Lei sposata a un Donati, e te agghindato come un signore… che vuoi di più, Gianni? Eh?
GIANNI SCHICCHI
Mi garba. Stocci.
SIMONE
Zitto, però…
Ciardo si avvicina e guarda con sospetto Simone.
SIMONE (cercando di riprendersi)
Zitto. Ché Buoso stava sovente zitto. Quando gli si chiedea le cose, ti mettea in un imbarazzo… vero?
CIARDO
A me non mi facea ne caldo ne freddo.
GIANNI SCHICCHI
Lasciate fare a me. Parlate poco. Piangete. Meglio di no che si capisce che fate finta. In Fiorenza lo sapean tutti che Buoso non vi potea soffrire…
GEMMATA
Invero?
BINDO
Ma se ci lascia la roba, si potria sospettar qualcosa…
GIANNI SCHICCHI
Per far crede a questo ravvedimento potrei dire: (imitando Buoso) “poerini, mi voglian bene. Io son sempre stato insensibile. E mai l’ho valutati per l’affetto che mi portavano. Ho da fare ammenda e perciò si sappia che siamo una grande famiglia. Li Donati sono sempre li Donati”
CIARDO
Mica de li pizzicagnoli qualunque…
Tutti applaudono felici e ammirati per l’imitazione di Buoso.
GIANNI SCHICCHI
Fatemi la lista di come divider la roba che allo resto penso io. Rammentatevi la gogna…
Il gruppo si mette da una parte e comincia a discutere sulla divisione.
Ciardo si avvicina a Gianni.
CIARDO
E così, noi due, ci si ritrova a far burle…
GIANNI SCHICCHI
Diciamo pure truffe.
CIARDO
Esagerato…
GIANNI SCHICCHI
Imbrogli, vi suona meglio?
CIARDO
Gianni caro. L’altra volta mi lavorasti alla perfezione. E tutt’e due s’intascò a modo. Ma stavolta si può azzardar di più. Lasciami tutto e io non ti pago.
Gianni lo guarda con aria stupita.
CIARDO (gli parla subito)
Io t’assumo: il Consigliere Ciardo Donati ha un avvenire innanzi. Miro in alto! Abbisogno di un segretario. Uno cervello fine, che s’intenda d’ogni cosa. E in Fiorenza ti si guarderà con lo rispetto dovuto. Gianni Schicchi, segretario di Ciardo Donati, Gonfaloniere.
GIANNI SCHICCHI
Segretario…? Mi garba. Stocci.
CIARDO (entusiasta)
Io e te si fa strada…
Il gruppo sta discutendo animatamente.
GEMMATA (polemica)
Lo podere di Quintole a voi?
SIMONE
Me n’accollai sette stagioni. C’ho interrato li ciliegi…
SVEVA
Ordunque se della Torre me n’occupo io, va lasciata a me!
BINDO
Ora… tutta la Torre parmi un po’ tanto…
TEODORO
Ci saria anco io, nonna. Sennò io e la Simonetta dove si campa?
CIARDO
Ite allo podere di Gattaia.
TEODORO
Ma si vole restare in Fiorenza!
SIMONE
Non nella Torre. Vi pigliate una casina in Santa Croce.
TEODORO
Mi lasciate li fiorini per comprarla…
CIARDO
A proposito di fiorini…
Il gruppo continua a discutere e becchettarsi.
Bindo si allontana dal gruppo e si avvicina a Gianni.
BINDO
Gianni! Gianni! Te sei uno genio. Io e te se ne potria combinare anco di più grosse. T’ho proposto io, alli Donati! Non ti voleano. Ma gli ho detto: “lo Schicchi è in gamba, lui ci intende”. Te fai così: lascia tutto a me. Io te ne trovo mille di garbugli. Tutta Fiorenza ha da tremare se passa lo Schicchi. Te non sei uno truffatore, te sei uno genio. Ci stai?
GIANNI SCHICCHI (annuendo)
Stocci.
I due si stringono la mano. Bindo si allontana da Gianni.
Il gruppo continua a litigare. E ad alzare la voce.
Discutendo dei beni di Buoso. La situazione si fa sempre più calda.
Gianni li guarda distaccato. Ad un certo punto nasconde
la mano destra nella manica e lancia un grido. Tutti si voltano verso di lui spaventati.
GIANNI SCHICCHI
La mano! Lo boia m’ha mozzato la mano!
Tutti sono stupiti e confusi.
GIANNI SCHICCHI
Fate ancora codesta cagnara e questo sarà... (mostra il moncherino) Datemi lo foglio, l’ho da mettere a mente. E cheti che se lo notaro sente puzza d’ imbroglio siam tutti iti. Che la puzza di merda si sente assai, ma quella di truffa si sente di più…
Tutti si zittiscono e si sistemano.
Sveva chiude le tende. Gianni va nel letto. Ciardo gli porge il foglio.
Lui comincia a leggerlo.
Nella stanza si crea un silenzio pesantissimo.
UNDICESIMO QUADRO
Bussano alla porta.
Simone ha uno scatto di paura e comincia a lanciare degli urletti.
Tutti lo guardano con stupore. Simone si calma.
CIARDO (indicando la porta)
Teodoro…
Il ragazzo va ad aprire. Tutti si guardano con tensione.
Entra il notaio Salvianti.
TEODORO (con grande deferenza)
Da questa parte…
Il notaio è un uomo molto imponente.
Si guarda attorno con sufficienza. Saluta con un gesto della testa.
Dietro di lui due ometti dall’aria un po’ persa lo seguono con molto timore.
Sveva gli è vicino e lui le porge la mantella.
NOTAIO
Lasciammo una trattativa d’importanza. Quanto gli manca?
SIMONE
Noi si pensa…
CIARDO (interrompendolo)
Frate Belandino ci disse che saria question di poco…
NOTAIO
Auspichiamo non patisca.
CIARDO
Prese un calmante…
SIMONE
L’ha sedato…
NOTAIO
Sedato? Se non è lucido non si potria attestare alcunché…
GEMMATA (cercando di riparare)
M’ha appena narrato, con una sequela di dettagli da stupire, di quande conobbe la Bice…
Alla parola “Bice” Bindo si mette a piangere.
BINDO
Bice… poera Bice…
NOTAIO
Vediamo…
Il notaio fa per avvicinarsi.
SVEVA
Non così accosto, eccellenza. Lo frate disse che potria essere “Malanno della Nera”.
NOTAIO
Saria?
SVEVA
Febbre contagiosa…
NOTAIO (indietreggiando con nonchalance)
Ah.
MANNOZZO (facendo per uscire)
Contagiosa? Io la peste non la vorria!
NOTAIO
Qua, Mannozzo! Che lo prio dovere d’uno civico saria servire la legge. Lo prio d’uno cristiano aiutare lo fratello.
MANNOZZO (facendo per uscire)
Io son figlio unico.
NOTAIO
Cheto!
Il notaio si avvicina con discrezione a Buoso.
Gianni/Buoso comincia a tossire. Il notaio si allontana.
NOTAIO
Messer Buoso. Siam giunti.
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Notaro, siete voi?
NOTAIO
Ci comandaste e siam qua. Di che abbisognate?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
L’appressarsi della morte mi faria mutar d’avviso. Discerno gli affari de lo mondo con altr’occhio, mio caro Salvianti. Son stato ingiusto. Non vorria esser rimembrato come uomo sanza cuore. Voglio mutar testamento. Puoto?
NOTAIO
Di certo, Messer Buoso. Portammo due testi per assistere alla novella stesura. L’abbiam scelti fra lo volgo poiché non vi siano strani tornaconti nell’equilibrio della fragile Repubblica di Fiorenza. Non son di qua, disgraziati ignoranti. Ma che faranno alla bisogna.
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Mi son noti?
NOTAIO
Se così fosse saremmo forzati a cambiarli. Presentati.
MANNOZZO
Ossequi messere. Io son di Pontassieve. Son maniscalco. Oggidi v’è la fiera de li cavalli in Porta Faenza. Ordunque son giunto giù che di lavoro ce n’è, che se ce ne fosse sempre di questo lavoro, si sarebbe ricchi come voi.
NOTAIO
Lo nome.
MANNOZZO
La fiera s’appella fiera. Non lo sapria mica se ha lo nome.
NOTAIO
Lo tuo nome, Mannozzo!
MANNOZZO
Mannozzo. Ma se lo sapete, perché me lo richiedeste?
NOTAIO
Presentati allo Donati, bestia…
MANNOZZO (riferito a Buoso)
Parmi che ci intenda poco…
NOTAIO
Ora lo vedi così: ma uno tempo facea tremar le mura di Fiorenza! La Morte ci piega come fili d’erba… (rivolto a Buoso) Lo conoscete, Buoso?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Mai veduto.
Il notaio fa un cenno all’altro testimone.
VINCIGUERRA
Io son Vinciguerra, conciatore in Signa. Oggi son in Fiorenza per consegne. Mi dispaccio della vostra malsalute, eccellenza.
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Vinciguerra?
VINCIGUERRA
Si, eccellenza. Conciatore.
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
E stai allo borgo di Signa?
VINCIGUERRA
Ci si conosce?
NOTAIO
Se lo conoscete lo debbo allontanare: allo testatore è proibito l’apporto…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
No. Saria che lo nome è lo medesimo de lo mio amato babbo. Vinciguerra Donati. Uno nome che ti darà buona sorte, figliolo.
VINCIGUERRA
Per ora me n’ha porta poca. Sono uno gran disgraziato…
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Perché?
CIARDO
Buoso, non vi sfinite. Dite allo notaro ciò che avete a dire….
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Cheto! Voglio sentire! Vinciguerra: perché, poerino, dici d’esser disgraziato?
VINCIGUERRA
Son nato da ignoti. E bell’e questo basterebbe. M’hanno porto dai frati che, appena buono di combinare uno mestiere, m’hanno cacciato via… mi son messo a far lo conciatore ma è uno lavoro che t’ammazza: lercio come lo peccato da mane a sera. E se mi va a modo mi porto in casa due fiorini lo mese. Due fiorini. Mi spiegate che ci si fa con due fiorini lo mese? Nulla, ci si fa; neanco la fame. Ma non v’angosciate di me ora. Ch’avete a fare…
NOTAIO
Principiamo, Messer Buoso?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Principiamo.
NOTAIO
Fuori li congiunti.
SIMONE
Come?
NOTAIO
Fuori li congiunti.
GEMMATA
Ma se Buoso abbisognasse qualche cosa?
NOTAIO
Ite.
I parenti escono di malumore. Si mettono ad ascoltare da dietro la porta.
Il notaio comincia a scrivere con sicurezza e importanza.
I due testimoni lo guardano ammirati.
NOTAIO
Principiamo. Anno Domini, 1297. Repubblica di Fiorenza. In presenza de li due testi Mannozzo di Biagio Della Bartola e Vinciguerra degli Innocenti, lo sottoscritto notaro Berto di Ermanno Salvianti, iscritto all’Arte de li Giudici e Notai…
Una musica copre la scrittura e dettatura del testamento.
Buoso parla, il notaio scrive. I due testimoni si guardano attorno,
ammirati da tanta ricchezza. I parenti, fuori della porta cercano
di sentire ciò che viene detto. Alla fine il notaio guarda Buoso.
NOTAIO
E con questo s’ultimò. Ne siete convinto, Messer Buoso?
Gianni come Buoso annuisce.
Il notaio appone il sigillo. Fa firmare i due testimoni.
I due ragazzi sono allegri e pimpanti.
NOTAIO
Firma.
MANNOZZO (dopo una lunga pausa)
Sarebbe?
NOTAIO
Scrivi lo tuo nome.
MANNOZZO
A saperlo fare…
NOTAIO
Ponici una croce.
MANNOZZO (frugandosi addosso)
Non la tengo…
NOTAIO
Ponci una croce con la penna!
Mannozzo segna con una croce il testamento
Il Notaio scrive sotto.
NOTAIO
In comprova della firma de lo teste Mannozzo di Biagio Della Bartola. (rivolgendosi a Vinciguerra). Una croce.
VINCIGUERRA
Io saria scrivere. Li frati mi insegnonno.
Vinciguerra scrive.
NOTAIO (a Mannozzo)
Rientrino li congiunti.
Mannozzo va a chiamare i parenti che rientrano.
Gemmata va verso il letto.
GEMMATA
Abbisognate qualcosa, Buoso? (a bassa voce) Che combinaste?
NOTAIO
Vi stendiamo la seconda copia in uno istante, Messer Buoso.
Il notaio si mette a copiare il testamento.
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Potria anco far con calma, non v’è premura…
NOTAIO
Partiamo dimane da Fiorenza per qualche tempo; certe quistioni saria meglio regolarle subito.
Bindo prova a sbirciare il notaio mentre scrive.
Il notaio lo tiene sott’occhio. Ciardo si avvicina al letto.
CIARDO (a bassa voce)
E’ ito tutto a modo?
SVEVA (c.s.)
Ci cascò?
GIANNI SCHICCHI
Cheti che ancor non è ita!
Il notaio continua a scrivere.
Bindo cerca in ogni modo di guardare.
NOTAIO
Scostatevi.
I parenti si aggirano attorno al letto di Buoso,
cercando di carpire informazioni a Gianni.
Il notaio finisce di scrivere e pone il secondo sigillo.
Chiude il testamento e lo porge a Buoso.
NOTAIO
La vostra copia, Buoso. La terza la depositiamo dimane, pria d’ire.
Gianni la prende e la nasconde sotto le coperte.
I parenti gli si fanno vicini. Il notaio li rimprovera.
NOTAIO
Lasciatelo riposare: è esausto. (a Buoso) Auspichiamo una pronta guarigione. E se abbisognaste d’altro non esitate a mandarci ad appellare.
MANNOZZO
Arrivedervi!
VINCIGUERRA
Siate forte! E grazie ancora…
I ragazzi fanno per uscire.
BINDO
Grazie di che?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Aspettate! Sveva! Date 10 fiorini a testa alli due giovini!
SVEVA
Come?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Poi ve li rendo… E cento al buon notaio.
I due ragazzi sono increduli e contenti.
MANNOZZO
Grazie, Messer Donati! Che Dio vi benedica! (felicissimo) Dieci fiorini!?!
VINCIGUERRA
Non v’ incomodate ancora per noi.
BINDO (insospettito)
“Ancora”?
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Se sui quattrini non v’è posto lo nome ci saria uno perché…
MANNOZZO
Perché son di tutti!
GIANNI SCHICCHI come BUOSO
Bravo!
NOTAIO
Ora via! Ite! Ossequi!
Il notaio e i due ragazzi esultanti escono.
DODICESIMO QUADRO
La stanza piomba nel silenzio. Tutti guardano Gianni.
CIARDO
E’ ito tutto a modo?
GIANNI SCHICCHI
Meglio di così…
SVEVA
Facci guatar lo testamento.
GIANNI SCHICCHI
Che fretta v’è? Tutto è stato combinato come mi comandaste.
SIMONE
Che Dio ti benedica, Gianni!
BINDO
Si beva alla salute dello Schicchi!
GEMMATA
Penso che saria meglio riporre lo corpo di Buoso e appellare frate Belandino. Che se s’accorge che è trapassato da stamane poi son guai…
TEODORO
Vo a appellar lo frate?
SVEVA
Stai fermino, te. Facci guatar lo testamento.
GIANNI SCHICCHI
Portatemi la giubba.
SVEVA
Facci guatar lo testamento.
GIANNI SCHICCHI
Ite a pigliarlo…
Tutti si avvicinano a lui minacciosi. Gianni si sventola con la camicia da notte.
Tutti si fanno indietro, schifati dalla puzza. L’unica che continua la sua avanzata
è Sveva, immune dalla puzza.
BINDO
Se tutto è ito come s’era deciso, ché non vuoi farci guatar lo testamento, Gianni?
SIMONE
Non saria che facesti…?
GEMMATA
Non c’avrai gabbati?
CIARDO
Se lo facesti t’attende la gogna, lo sai?
GIANNI SCHICCHI
Fidatevi, Donati…
SVEVA
Non sorti finché non ci fai guatar lo testamento.
GIANNI SCHICCHI
Appena riposto Buoso allo letto e dal frate dichiarato morto …
TEODORO
Vo ad appellare lo frate?
TUTTI
Stai fermino!
CIARDO
Avante…
BINDO
Gianni…
GEMMATA
Non farti implorare…
I parenti scattano e cercano di prendere Gianni.
Lui scappa a gambe levate per la stanza, portandosi con se il testamento.
Tutti gli sono dietro. Lancio di oggetti e di cuscini.
Alla fine placcano Gianni e gli strappano il testamento di mano.
Mentre Sveva, Ciardo, Bindo e Teodoro sono sopra Gianni,
Gemmata e Simone aprono il testamento.
SIMONE (leggendo velocemente e saltando le parole)
“Anno Domini, 1297. Repubblica di Fiorenza. In presenza de li due testi Mannozzo di Biagio Della Bartola e Vinciguerra degli Innocenti…”
Gemmata lancia un grido straziante.
GEMMATA
Ah!
Tutti si bloccano.
Lei si volta verso di lui e lo fulmina con lo sguardo.
GEMMATA
Malidetto impestato!
SIMONE (continuando a leggere velocemente per capire cosa è scritto)
“…la Torre Donati di via del Corso, la Loggetta di Borgo Albizi, l’orto accostato a porta Faenza..”
CIARDO
Che v’è?
GEMMATA
S’è preso ogni cosa!
SVEVA
Che?
GEMMATA
Tutto s’è intestato, questa merda secca di ciuco morto di vaiolo nero!
SIMONE (leggendo dal testamento)
“…a Messer Gianni Schicchi di Montevarchi… ”
BINDO
Tutta la roba!?!
GEMMATA
Ogni casa e terreno e mobile e diritto. Te non ci sorti vivo da questa casa!
Tutti gli sono addosso.
Lo picchiano, lo legano e lo issano sopra il letto, appeso come un quarto di bue.
Cominciano a lanciargli la roba ad ingiuriarlo con grande violenza.
SIMONE (lancia un grido)
E lo negozio mio l’ha lasciato a quel disgraziato del testimone.(leggendo) Vinciguerra di Signa! (infuriato) Sveva: dove son le coltelle?
SVEVA
In cucina!
Sveva si avvia verso la cucina.
TREDICESIMO QUADRO
Gianni la ferma con la voce.
GIANNI SCHICCHI
Non far un passo o te n’avrai a pentire!
BINDO
Ma che minacci appeso come un quarto di bue?
CIARDO
Ripugnante verme della terra. Ti sei infilato dentro lo candido stemma de li Donati per mangiare a sbafo. Ti s’è affidata la nostra sorte e si sperò nel tuo soccorso. C’hai imbrattato e riempito di schifo che adesso si fete come te…
GIANNI SCHICCHI
Di pulito voi c’avete solo lo stemma. Che di gente merdosa come voi n’ho vista proprio poca!
GEMMATA
Te la taglio, codesta lingua!
GIANNI SCHICCHI
Sta tutto scritto! Sta scritto, Ciardo! In uno libello serbato a casa mia della tua truffa al Dattoli! Te la rammenti? Proprio per non dimenticar alcunché me le segno. Sta tutto scritto. Ammazzatemi e si scopre ogni cosa!
SIMONE
Ma di che parla, Ciardo…?
CIARDO
Tappiamogli quella bocca…
GEMMATA
Di che parli?
GIANNI SCHICCHI
Della frode alle vacche del Dattoli. Su mio suggerimento, vostro marito, acquisì sessantatre vacche malate di brucellosi. Poi, sempre su mio consiglio, si trovò un coglione al quale smerciarle. Lo fattore Dattoli di Capraia. Fu un affare di nulla: 190 mila fiorini sonanti. Ma quando le vacche principiarono a crepare lo Dattoli si rivolse alli giudici. Non tutti sono integerrimi come lo notaro Salvianti: vostro marito comprò la sentenza (per 56 fiorini) e la fece franca. Con quelli soldi s’è fatto un nome in Fiorenza: è diventato Consigliere! Ammazzatemi e lo nome dei Donati saria svergognato…
CIARDO (vinto)
Sei lo demonio, Gianni!
GEMMATA (a Gianni)
Ci voi ruinare! E ruini anco la creatura incolpevole che mi porto dentro! Non ti rimorde l’animo di lordar la sua purezza?
GIANNI SCHICCHI
Per nulla: è già figlio di zoccola…
CIARDO
Eh?
GIANNI SCHICCHI
Mia sorella Marianna lavora all’osteria di Baccio. Allo piano primo, dove ci stan le camere. E la roba che sente, la meschina, mi fa lo favore di riportarmele. Lei m’ha detto che tua moglie s’è fatta ingravidare da un altro!
GEMMATA
Mentitore!
GIANNI SCHICCHI
Zoccola!
GEMMATA
Lo padre è qui!
GIANNI SCHICCHI
Vero! Lo padre saria in questa stanza. Cliente fisso dell’osteria di Baccio…
Tutti guardano Teodoro.
TEODORO
Io non c’entro…
Tutti si voltano verso Bindo che li guarda intimorito.
CIARDO
Ch’hai combinato con la mi’ Gemmata?
BINDO
Quello che te non eri buono a fare. Maritati da sei anni e neanco uno figliolo! Una donna come questa va fatta sentire femina!
Bindo le tocca il sedere e lei gli molla uno schiaffo.
CIARDO
Non t’ho fatto sentir femina?
GEMMATA
Mai.
SIMONE (emotivamente coinvolto)
Mai…
GEMMATA
M’hai fatta ricca. M’hai fatta importanta! Ma in Fiorenza son additata come l’infeconda! Per te valgo meno delle riunioni di Consiglio. Meno de li conteggi da ultimare all’imbrunire. Si mettea in letto e mi faceo cuscino. Si scosta. Si lavava e mi faceo canovaccio. S’asciugava allo sole. Mi faceo porta. M’aprirà! Passava dalla finestra! Non c’aveva manco la chiave!
GIANNI SCHICCHI (canticchiando a scherno)
Metti la chiave
nel mio chiavistello
Vedrai quanto è bello
Vedrai quanto è bello…
GIANNI SCHICCHI e TEODORO (canticchiando a scherno)
Prendi la chiave
Che sia quella giusta
Sennò non mi gusta
Sennò non mi gusta…
SIMONE
Dove è la mia chiave?
Gianni estrae una chiave.
Simone la guarda e la riconosce.
SIMONE
La mia chiave!
GIANNI SCHICCHI
Mi rodo di saper che ci tieni, Simone!
SIMONE
Come facesti a pigliarla? Ridammela!
GIANNI SCHICCHI
In cambio della tua gabbana!
Silenzio.
GIANNI SCHICCHI
Chi vuol saper che roba c’è dentro?
TUTTI (ognuno con frasi diverse)
Io! Lancia! Dammi! Butta qua!
SIMONE
Fermo!
GIANNI SCHICCHI
Via la gabbana e n’avrai la chiave!
GEMMATA (insospettendosi)
Ch’avete a celare là sotto?
SVEVA
Buttala qua, Gianni.
SIMONE
No!
GIANNI SCHICCHI
Ordunque?
SIMONE
Così sia. Per anni ho celato nell’oscurità d’un tabarro, sotto una cortina d’opprimenti panni, lo mio recondito giardino d’una natura tersa e intatta: la mia vera natura.
Simone si toglie l’abito e si scopre sotto un vestito da donna.
La visione è agghiacciante.
SIMONE
Ecco l’innocente fanciulla che sono, la dolce docile giovinetta che da sempre vive reclusa alla mercé d’un mostro crudele. Sì, Buoso sapea. E mi sforzava ad approvare ogni sua decisione col ricatto di render noto lo mio segreto. Nessun altro s’era mai accorto di alcunché…
Tutti si guardano con intesa.
BINDO
Oddio…
GIANNI SCHICCHI
E visto che s’è belle capito…
Gianni molla la chiave. I parenti la prendono lottando.
Riescono ad aprire il cassettone.
Simone, oppone una fragile e vana resistenza.
SIMONE
No! Come lo piede de lo pingue mezzadro schiaccia le dolci primule, la mia anima vergine vien percossa dalla volgare…
Tutti estraggono abiti e parrucche e oggetti femminili dal cassettone.
Hanno delle reazioni di schifo e di disapprovazione.
Bindo si mette in testa qualche cappello da donna e scimmiotta Simone.
Ciardo tira fuori in vestito. Bindo lo riconosce.
BINDO
Codesto era della Bice! Ma ti sei messo la roba della mi’ sorella?
SIMONE
Le stava così male, a lei…
BINDO
Ma io t’ammazzo, vecchio maniaco! Vien qua! Profanar la Bice!
Bindo prima ricorre il vecchio Simone che scappa urlante
Poi piange e si inginocchia, distrutto.
BINDO (scuotendo la testa)
Bice! Bice!
GIANNI SCHICCHI
Per quell’inetto la Bice, s’è davvero spezzata lo groppone. Ogni soldo ch’avea gnene dava. Ogne sacrificio per lui…
BINDO
Chetati, Gianni!
GIANNI SCHICCHI
Ma lui l’ha saputa ricambiare.
BINDO
Ho detto chetati!
GIANNI SCHICCHI
Dovreste guatare la tomba! Come è imponente!
BINDO
Chetati!
GIANNI SCHICCHI
Ci siete mai stati a trovarla, la Bice?
SVEVA
Non la poteo veder da viva, figuriamoci da morta.
TEODORO (alzando le spalle)
Non so manco dov’è…
CIARDO
Non ce l’hai mai detto…
BINDO
Non meritate neanco di piangerla, la Bice. Niuno si merita di piangerla in sulla sua tomba.
GIANNI SCHICCHI
Ecco perché la tomba non v’è!
SIMONE
Non v’è?
GIANNI SCHICCHI
La Bice è stata lanciata, appresso a quella disgraziata della mia sposa, nella fossa comune. Moriron lo medesimo giorno. Non mi spiegavo come la moglie di Buoso Donati fosse trattata in quella maniera. Lo beccamorto mi disse che anco Buoso era lì, lì. “Ma li parenti?” “Se n’è occupato Bindo, lo fratello”.
CIARDO
Quanto ti dette Buoso per l’esequie?
SIMONE
E per la tomba?
GEMMATA
E per li fiori?
TEODORO
E per le Messe?
TUTTI (tranne Schicchi)
Quanto?
BINDO
Un monte di quattrini. La Morte frutta di molto bene, vero, Gianni? Ma a te non ti insegno alcunché. Ti sei preso una fortuna con la morte di Buoso e io me la son fatta con quella della Bice. Tanto loro stanno in Paradiso. A patire qua, in terra, ci si resta noi.
Tutti sono in silenzio.
Gemmata ha dei dolori alla pancia.
GEMMATA
Ah!
Nessuno la aiuta.
Ciardo la guarda immobile.
GEMMATA (con dolore)
Oddio!
I lamenti diventano più forti.
Piano piano gli altri si avvicinano.
SIMONE (ormai tramutato in donna)
Che è?
GEMMATA
Me l’avvelenate questo figliolo…
TEODORO
Nonna, datele qualcosa!
GEMMATA
Ora mi passa!
SVEVA
Un po’ di biancospino per quietare li nervi! Ce ne vorrebbe un po’ per tutti…
SIMONE
Se ce n’è uno goccio lo prendo di buon grado… son tutta sconquassata.
Sveva fa porge il bicchiere a Simone.
Lui lo prende poi vede che nessun altro lo ha preso e ha un dubbio.
SVEVA
Non vi va più?
Simone la guarda senza muoversi.
SVEVA
Se non lo volete lo berrò io!
GIANNI SCHICCHI
Fatelo, però. Che se resta a giro e qualcuno lo butta giù per sbaglio …
Sveva lo guarda.
GIANNI SCHICCHI
Non bevete?
TEODORO
Nonna?
GIANNI SCHICCHI
Datelo a vostro nipote, così si calma…
Sveva prende il contenuto del bicchiere e lo butta a terra.
CIARDO
Hai avvelenato Buoso?
GIANNI SCHICCHI
Ci mettea l’Euforbia nelle medicine di Buoso. L’Euforbia si riconosce: quando m’ha porto lo bicchiere ho sentito dentro che v’era l’olezzo della morte!
GEMMATA
Mi volei dar quella roba? Malefica… Ah! (di nuovo dolori al ventre) Fatemi sortire! Aria!
La donna esce a fatica.
SIMONE
Frate Belandino l’ha bevuta!
SVEVA
Uno frate in meno a romper li coglioni.
Gemmata grida e rientra veloce.
GEMMATA
S’è incastrato!
TEODORO
Lo bambino vuol sortire?
GEMMATA
No, lo frate nella porta.
Tutti escono di corsa.
SVEVA
Mi son sempre chiesta come facea Buoso a resistere a tutto lo veleno che gli davo. Uno sorso ha fatto fuori lo frate. E lui anco respirava. La volevo, la mia vendetta! Sempre da serva m’ha tratta! Neanco la soddisfazione di farlo schiantare m’ha dato. Son proprio nata torta, io.
Rientrano portando il frate.
SIMONE
Poero fraticello…
Il cadavere del frate peta.
GIANNI SCHICCHI
Fatemi scendere e preparatevi a lasciar Torre Donati. Anzi Torre Schicchi. Che da diman smuro lo stemma e mi fo aprire una finestra in sulla via. Che abbisogno d’aria.
I Donati si avvicinano alla corda e cominciano a slegarla.
GIANNI SCHICCHI
Un’ultima richiesta. Alla cerimonia della Simonetta e Teodoro vi voglio tutti. Agghindati, lieti e sorridenti.
Tutti lo guardano male.
GIANNI SCHICCHI
Una parola e finite al Bargello.
BINDO
Si, ma anco te.
GIANNI SCHICCHI
Sì, ma anco voi. Che ci conviene?
TEODORO
Ma si che verranno! Vero? E tutto va a modo. Vero?
Tutti annuiscono a malincuore.
GEMMATA
Sì…
CIARDO
Si…
BINDO
Sì, sì…
SIMONE
Si…
SVEVA
Si.
SIMONETTA (fuori scena)
No.
Appare Simonetta. La ragazza è in lacrime.
QUATTORDICESIMO QUADRO
Simonetta è sconvolta. Avanza piano.
Teodoro le è subito vicino ma lei lo scosta.
SIMONETTA
No. Io non ci gioco a codesto gioco. Come puote veni su di buono qualco da’ maneggii? Se un dì Teodoro mi di: te m’hai pigliato per trappola! Con che core l’ho da nega io la verità del trappola?
GIANNI SCHICCHI
Simonettina…
Simonetta si getta sulla corda e
ritira su Gianni che rimane appeso ancora una volta…
SIMONETTA
Io lo vogli, Teodoro, che figlioli non ci sta com’esso neanco in lo cielo. Ma la maniera di pigliarlo non la piglio. Come fo a mirarlo e a serena sorride? Ora che lui saria chiaro mi vole. M’ha da vole’ per vincolo! Sennò inno in gattabuia! Sta malandrinata, babbo mio, la peggiora cosa saria combinare che mi poteate. Che malefatte brutte, babbo. Brutte, brutte.
Simonetta piange.
QUINDICESIMO QUADRO
Gianni è ancora appeso.
D’un tratto Gemmata riprende a gridare.
GEMMATA
Oddio che dolenza! Ciardo!
CIARDO
Gemmata!
SVEVA
Nasce!
CIARDO (a Gemmata, confuso)
O non eri di sei mesi?
BINDO
Ancor non c’ha inteso nulla, questo…
GEMMATA (a Ciardo)
C’ho tant’angoscia…
CIARDO
Son qua io. Te fai la brava che Ciardo tuo dimentica ogni cosa. Falla venire al mondo questa creatura… E’ sempre un Donati. Mica uno pizzicagnolo qualunque…
GEMMATA
Te sei proprio un buon uomo…
Bindo si avvicina a Gemmata e lei gli stinge la mano di nascosto a Ciardo.
GEMMATA (grida con dolore)
Oddio…
CIARDO
Mettiamola in sul letto…
GEMMATA
Dove è morto Buoso no!
SIMONE
Nella mia camera!
La donna viene portata fuori fra le grida.
Gianni e Simonetta restano soli nella stanza.
Simonetta piange sommessa. Schicchi la guarda.
GIANNI SCHICCHI
Uno figliolo non chiede di venir allo mondo. Ma quando giugne fa un gran strepitio. Perché lo sente che saria meglio rimaner dentro. Che la vita è un rivale contro lo quale non s’ha tregua nanco un secondo. Se m’intendesse glielo direi: torna addietro, bischeraccio. Che là dentro non ve l’avrai gl’insulti, le beghe, li rimorsi.
Gemmata grida più forte.
GIANNI SCHICCHI
Li figli non chiedono di venire allo mondo. Come non l’ha chiese quel Vinciguerra. Mica nacque da ignoti: è figliolo del vecchio Buoso.
SIMONETTA
Lo Conciatore? E come sapetelo?
GIANNI SCHICCHI
Te la rappelli la lettera che ti dette Buoso? Per chi era?
SIMONETTA
…quel Vinciguerra?
GIANNI SCHICCHI
Vinciguerra di Signa. Conciatore. Proprio quello che lo notaro ha porto qua. Guata che a volte lo caso è buffo. Mica lo sa quel disgraziatuccio d’essere figliol di Buoso… Nella lettera gli confessaa d’essergli babbo. Gl’era nato di segreto con una contadina. Lui che di figlioli non n’avea, perché era sterile, la Bice. Ecco che n’ebbi un’arma infallibile: se non volea uno scandalo m’avea a pagar bene. Ma quando si giunse era bell’e crepato. Forse gli volea chieder perdono. Ché uno genitore può solo chieder perdono per lo patire che causa ai figlioli. E sperare che sien migliori. Ma loro fan presto a giudicare; a non capire che se si compiccia qualcosa lo si fa perché gli si vuol bene, perché si possa dire, almeno una volta nella vita, qualcosa di buono s’è combinato.
Gianni si avvicina a Simonetta.
Prova a toccarle la spalla ma lei si scosta.
SIMONETTA
Non lo vorria lo matrimonio.
GIANNI SCHICCHI
Ora lo puoi aver Teodoro. Ti lascio tutto. Magari tutto tutto…
SIMONETTA
Io non lo vorria lo matrimonio.
GIANNI SCHICCHI
Va bene: tutto!
SIMONETTA
Voi non m’intendete, babbo! Io delle male vostre fatte son stracca! Io vorria una vita ripulita!
GIANNI SCHICCHI
E così stai a lavar lo sudicio degli altri…
SIMONETTA
Io no vorria esse disonesta: lo sudicio in sulle preferia mani che l’animo!
GIANNI SCHICCHI
Volevi Teodoro: chi ce l’avea la dote per farti sposar un Donati? Ci viensi perbene da Buoso a spiegargli la faccenda. Manco poco mi bastona. Mi chiese una dote di trecentocinquantamila fiorini. Hai voglia a spiegarli che non n’avrei avuti neanco in quindici vite. Fermo, con quel grugno. Brutto.
SIMONETTA
Ma io non la sento me. Sempre gli occhi indosso mi sentirei di quelli che pensebbero che me li saria rubati, li quattrini.
GIANNI SCHICCHI
Ma l’ho rubati io!
SIMONETTA
La medesima è!
GIANNI SCHICCHI
E allora si potria saper che voi?
SIMONETTA
Che diventidiate onesto!
Gianni Schicchi resta sorpreso.
GIANNI SCHICCHI
Onesto? Con tutti ‘sti quattrini?
SIMONETTA
Io non li bramo e non li bramò mai. E orsù decide: o faria ammenda e lo vero dite oppure io me n’irò allo convento.
GIANNI SCHICCHI
E Teodoro?
SIMONETTA
Io non lo merito lo Teodoro.
GIANNI SCHICCHI
Ci cacceranno da Fiorenza!
SIMONETTA (alzando le spalle)
Si torna in Montevarchi…
GIANNI SCHICCHI
La confisca de li beni…
SIMONETTA
Ci s’ha sì poco che differenza tanta non faria …
GIANNI SCHICCHI
Ma lo taglio della mano…
SIMONETTA
Vi riman quell’altra.
GIANNI SCHICCHI (scuotendo la testa)
S’ha da scovar un’altra maniera…
SIMONETTA
Più lo chiederovvi: o ammenda fate o vo allo convento.
Lunga pausa.
Si sente Gemmata che grida fuori scena.
GIANNI SCHICCHI
Telo prometto: allo primo cristiano che mi si para innanzi, gli vo raccontare ogni cosa. Se questo vorria che faccia, io te lo fo. E poi succeda quel che ha da succede.
Simonetta si avvicina al padre e lo abbraccia.
SIMONETTA
Grazie, babbino mio. Son si fiera. Ora son ripulita. Ora lo Teodoro sposo, se mi vorrà ancora.
GIANNI SCHICCHI
Se non ti vole gli taglio li…
Gemmata grida ancora, poi si sente un vagito fuori scena.
SIMONETTA
Naquo!
GIANNI SCHICCHI
E’ stato un parto davvero…
Entra Teodoro con in mano il bambino avvolto in fasce.
TEODORO
Simonetta! E’ maschio. Guata com’è bello.
Simonetta gli si avvicina. E lo guarda.
SIMONETTA
Oddio bello, bello… bello! Come lo nomorno?
TEODORO
Michele. Come l’Arcangelo. Se n’ha a fare una dozzina anco noi?
SIMONETTA
Anco subito!
I due fanno per baciarsi.
GIANNI SCHICCHI (rimproverandoli)
Fermi là. Pria vien la promessa!
Gianni si avvicina al bambino e lo prende in braccio.
GIANNI SCHICCHI
Mio caro Michele, ho da farti una confessione che ho promesso alla mia figliola. Siccome io son sempre stato uno truffatore oggi mi son travestito da Buoso e ho fatto finta di essere lui….
Mente lo Schicchi parla al bambino,
le luci si abbassano e cala il sipario.