Giuda Iscariota

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Maria, Maria perdonami

“Giuda Iscariota”

Atto unico

Di Maurizio Navarra

maurizionavarra1@tin.it


Personaggi

Maria, Madre di Gesù

Giovanni

Giuda

Maddalena

Marta

Sara

Rebecca

Anna

Viandante


(Sono in Scena Maria, Maddalena e Marta – Entra Sara)

Sara: Maria, Maria perdonami. Devo interrompere il tuo riposo.

Maria: Un’ansia terribile stanotte ferisce il mio cuore di madre. Dimmi quello che devi, ti prego. Non indugiare.

Sara: Perdona il mio esitare. Contro la mia volontà sono messaggera di cattive nuove.

Maria: Sei una delle seguaci di mio Figlio, non è vero?

Sara: Siamo rimasti pochi a seguirlo. Credo.

Maria: Ti prego, parla. Anche se tutto il mio essere trema. Lo sento. Quello che dirai attraverserà il mio cuore come la fredda lama di una spada. Parla, non indugiare.

(Entrano correndo Anna e Rebecca, Sara non riesce a frenare il pianto)

Sara: Tuo figlio è preso e condotto da Caifa.

Anna: Dicono sia stato tradito. Tu Rebecca rimani qui con Maria. Io corro di nuovo al Sinedrio per prendere altre notizie.

(Anna esce)

Maria: I suoi discepoli che hanno mangiato la Pasqua con lui dove sono?

Rebecca: Tutti fuggiti. Dispersi nell’oscurità di questa notte.

Maria: Voglio raggiungere mio figlio. Non voglio essere lontana da lui. Devo sapere quel che accade.

(Il gruppo delle donne si sposta lentamente, seguendo Maria)

Maddalena: Sei sicura di quello che riferisci? Il nostro Rabbi non ha mai fatto male a nessuno.

Maria: Non è questo il momento di indugiare in ragionamenti. Muoviamoci.

Marta: Forse ti confondi Rebecca… Nella notte avranno sorpreso un ladro, un malfattore di certo. Non il nostro Gesù.

Maria: Chi viene correndo? Fermatelo. Forse ci porterà notizie diverse.

(Entra correndo Giuda. Accanto a lui un viandante vestito di vesti ricche che però nasconde il suo volto sotto un grande cappuccio. Il personaggio non lascia mai Giuda, anzi, a volte sembra che gli suggerisca quel che dice)

Giuda: Maria, Maddalena, cosa fate qui?

Maddalena: Giuda. Il Cielo sia lodato sei tu. Quale premura ti fa correre per la strada a quest’ora della notte?

Maria: Tu eri con gli altri insieme a Gesù; dimmi, forse siete stati aggrediti? Attraversi l’oscurità come chi sta fuggendo.

Giuda: Non fuggo. Il buio di questa notte giova a nascondere grandi avvenimenti.

Maddalena: Dove hai lasciato il Maestro?

Maria: Dov’è Gesù?

(Entra Giovanni)

Giovanni: Gesù è oramai davanti a Caifa. E tu Giuda cos’hai da fare qui? Vuoi spingere il tuo tradimento anche verso sua madre o sei ignobile al punto di annunciare di persona l’arresto del figlio a Maria per vedere nascere nei suoi occhi il dolore?

Maria: Giovanni, le tue parole sono fuoco puro per la mia anima. Parlami con chiarezza, come ti ha insegnato il tuo Maestro.

Giovanni: Maria, da questa notte il bacio non sarà più soltanto simbolo di amore. Proprio con un bacio Giuda ha consegnato il nostro Maestro ai suoi aguzzini.

Giuda: Non hai capito. Nessuno di voi ha capito quello che succede stanotte. Perché affermi che io ho tradito? La vostra vile fuga è il vero tradimento del Maestro. Mi avete sempre disprezzato, mi avete sempre accusato di avarizia. Io non sono avaro e non ho tradito. Io do alle cose il giusto valore. Ed ho per questo capito che nessuno di voi ha potuto o saputo comprendere veramente Gesù.

Giovanni: Che dici? Aver tradito il Maestro ti ha forse fatto impazzire?

Giuda: Dico che le cose, i fatti sono andati così perché così doveva accadere. Apri la tua mente alla verità!

Giovanni: Cos’è che non avremmo capito? Di quale verità può parlare uno come te?

Giuda: La verità è che questa notte il Maestro finalmente si manifesterà come Re del nostro popolo. Questo è quanto non riuscite a comprendere.

Giovanni: Menti. Come puoi affermare che vuoi Gesù re? Non sei stato tu di persona a guidare da lui i romani insieme ai servi del Sinedrio? Non sei stato tu a consegnarlo indicandolo con un bacio?

Giuda: Ma è lo stesso Maestro che me lo ha ordinato!

Maddalena: Gesù ha chiesto di essere tradito?

Giuda: Nessuna di voi donne era alla cena; non potete sapere. Ma tu Giovanni eri lì. Il più vicino a Lui. Non ricordi le sue parole? Ha detto: “uno di voi mi tradirà”.

Maria: Lo sapeva. Ne ero certa.

Giovanni: E’ vero. Visto che eravamo turbati e che sospettavamo uno dell’altro disse ancora:…“E’ colui per il quale intingerò un boccone e glie lo darò”.

Giuda: A chi ha dato il boccone?

Giovanni: A te.

Giuda: Dopo aver mangiato il boccone che Gesù mi offriva ho capito. Una chiara luce mi ha da quel momento guidato a comprendere le parole del Maestro. Lui mi conosceva bene, per questo mi ha scelto tra tutti ed ha stabilito che fossi io a trattare con il Sinedrio.

Maddalena: Tu non hai mai capito veramente Gesù. Questo è un fatto. A casa di Simone, in Betania, tu hai disapprovato la donna che aveva unto e profumato il Maestro.

Giuda: Non solo io, tutti disapprovammo quello spreco. Il denaro deve essere impiegato in modo migliore.

Maddalena: Ecco. Ecco il senso della tua avarizia. Non hai capito il Maestro, anche dopo la sua spiegazione che ha reso chiaro a tutti il significato del gesto compiuto dalla donna.

Giovanni: A tutti tranne che a te. Ti stavi sempre più allontanando dai suoi insegnamenti.

Giuda: La mia fiducia nel Maestro, lo riconosco, era molto affievolita; non ne ho fatto mistero, ne avevo parlato a tutti. I suoi miracoli erano straordinari per il nostro popolo, ma quello che diceva non avrebbe mai portato Israele alla ribellione contro i romani.

Maria: Lo hai tradito per questo motivo?

Giuda: Non ho mai nascosto a nessuno la mia appartenenza agli zeloti. Ho sempre pensato che Gesù mi avesse prescelto come seguace proprio per questo, oltre che per darmi la responsabilità di amministrare ed organizzare il nostro gruppo.

Marta: Il tuo comportamento ti avvicina ai sicari più che agli zeloti.

Sara:    Il Maestro non ha mai predicato la violenza e la guerra.

Giuda: Perché voi non siete mai stati in grado di capirlo a fondo. Neppure tu, Giovanni, che pretendi di essere il suo discepolo preferito. Ricorda che lo stesso Maestro ti ha umiliato pubblicamente quando hai cercato di ottenere un posto privilegiato accanto a lui con tuo fratello Giacomo.

Giovanni: Anche la gelosia verso di me ti ha mosso a fare questo atto odioso? Era meglio per te che avessi indirizzato contro di me il tuo pugnale.

Giuda: Il mio pugnale non si macchia del sangue dei miei fratelli.

Maria: Misero te Giuda, vedo la macchia di un enorme peccato incombere sulla tua testa.

Giuda: Non sai di cosa parli, donna, non puoi sapere!

(Anna,che è rientrata in tempo per sentire queste ultime frasi, si rivolge duramente a Giuda)

Anna: Del tuo tradimento, ecco di cosa parla. Tutto il Sinedrio, tutta Gerusalemme è al corrente del tuo mercato. Siete in pericolo, soprattutto tu Maria. Restatevene al sicuro qui, potreste correre grave rischio se riconosciuti dalla folla. Andrò nuovamente io in città a cercare altre notizie.

(Le donne si stringono intorno a Maria, come per proteggerla.

Anna esce dopo aver parlato in disparte a Giovanni)

Giuda: I sacerdoti volevano parlare a Gesù. Non sapevano come avvicinarlo riservatamente ... Perché mi costringete a questa conversazione in presenza di sua madre?

Maria: Dunque tu l’hai tradito. Uno dei suoi.

Maddalena: Uno di noi, un suo discepolo gli ha conficcato nella schiena il coltello del tradimento.

Rebecca: Un tradimento che ha avuto un prezzo.

Marta: Gesù, quindi è stato venduto.

Giovanni: Il prezzo dell’inganno, me lo ha confermato Anna, si dice sia stato trenta denari d’argento. Una bella somma per comperare la possibilità di un incontro con chi ha sempre parlato pubblicamente.

Maddalena: Senza mai nascondere se stesso e i propri pensieri.

Giuda: Erano disposti a pagare per l’incontro. Perché non avrei dovuto profittare? Io non getterò via quel denaro, lo farò fruttare.

Giovanni: Il denaro che ti ha offerto Caifa è origine del tuo tradimento?

Giuda: Non è così. Lo ripeto: ad un certo punto della cena sono uscito dalla confusione. E’ stato dopo aver mangiato il boccone che Lui mi aveva offerto, in quel momento dentro di me è entrata la luce. Tutto mi è apparso chiaro. Era arrivato il momento per Gesù di rivelarsi come Re dei giudei e quindi sollevare il popolo contro i romani. L’inizio della rivolta.

Giovanni: Giuda, le tue parole sono dissennate. Il demonio si è messo al tuo fianco.

Giuda: Follia è la vostra. Rammenta che Gesù, dopo avermi indicato pubblicamente come traditore, mi ha perfino pregato di sollecitare la mia azione. Ricordo bene le sue parole e sono convinto che le hai udite anche tu: “Quello che devi fare fallo al più presto”.

Marta: Il Maestro ti avrebbe spinto a tradire se stesso?

Giuda: Taci. Ho seguito Gesù fin dall’inizio con la speranza di vivere questi momenti. Tutti gli zeloti sono pronti all’insurrezione ed anche Roma dovrà chinare la testa davanti ai segni del Messia, del discendente di Davide.

Maria: Giuda, Giuda, il mio peggior nemico ti ha accecato e si è messo al tuo fianco. Il Demonio è con te. I miei occhi lo possono scorgere chiaramente.

Giuda: Cosa dici Maria? Comprendo la tua preoccupazione di madre, ma Gesù sicuramente ora domina il Sinedrio con i suoi prodigi. Si porrà alla testa del suo popolo, ci riscatterà tutti, restituirà ad Israele il suo regno.

Maddalena: Il demonio lo acceca e lo possiede. Quanto asserisce lo dimostra.

Giovanni: Nella tua mente è rimasto impresso soltanto quel che ti conviene? Non hai sentito cosa ha detto il Maestro?. Quanta tristezza, quanta forza nelle sue parole: “Guai a quell’uomo per mezzo del quale il Figlio dell’uomo è consegnato! Era meglio per lui che non fosse nato quell’uomo!”

Giuda: Il disprezzo che nutrite nei miei confronti vi acceca. Il Maestro nascondeva con quelle parole il suo pensiero a voi, con una delle sue solite parabole che solo io ho potuto interpretare in quanto era diretta solo a me.

Giovanni: La tua malvagità e la tua cupidigia non sono una parabola. Sono i frutti del tuo odio e del tuo egoismo.

Giuda: Il Maestro ha detto “guai a quell’uomo”. Quell’uomo ero io, e se non avessi fatto quel che ho fatto sarebbero stati guai per me. Io sono il servo fedele che ha eseguito gli ordini del suo Re. Tutto il potere sarà presto suo ed io sarò il primo dei suoi generali per avergli obbedito.

Maddalena: Volesse il Signore che queste parole non avessero valore. Pazzo, se ciò che dici è vero, il Cristo, l’Agnello di Dio sta per essere sacrificato.

Giuda: Una voce, la sua voce ha parlato chiaramente dentro di me.Ho fatto quel che mi veniva chiesto. Pensavo che tutti avessero capito; altrimenti perché nessuno mi ha fermato dopo le parole del Maestro? Se ho tradito, allora anche tu, Giovanni, hai tradito. La tua inerzia ti condanna.

Giovanni: (turbato) No.Noi tutti eravamo confusi. Non comprendevamo. Ciascuno  considerava impossibile che Gesù potesse essere tradito. Ti abbiamo lasciato andare, è vero. Abbiamo ritenuto che il Maestro ti avesse incaricato di comperare qualcosa per la cena.

Maria: Giuda, non hai ascoltato la sua voce. Tu sei stato abbagliato dalla voce del tuo orgoglio.

Giuda: Orgoglio per essere finalmente stato messo al di sopra di tutti. Gesù ultimamente era cambiato, i suoi segni erano finalmente divenuti più palesi. Tutto il popolo ne ha parlato e lo ha accolto a Gerusalemme come un Re. Quando ho visto la resurrezione di Lazzaro ho capito che il Maestro stava mandando a tutti un messaggio importante: il popolo di Israele è immortale. Può vincere anche la morte. Quale esercito si potrà contrapporre alla nostra nazione? Un grande segno, compiuto sotto gli occhi di tutti.

Rebecca: Un miracolo di amore, non di odio e di guerra.

Giuda: Non è il tempo dell’amore questo, ma della guerra. Al momento dell’arresto di Gesù, Pietro, il prescelto, ha estratto la spada. Tutti hanno visto che il suo colpo ha ferito uno dei servi del Sinedrio.

Giovanni: E tutti hanno visto che Gesù lo ha subito risanato.

Maddalena: Un altro miracolo di amore.

Giuda: Storie. Legioni di angeli scenderanno a difenderlo. Ci sarà bottino da spartire ed io sarò alla testa degli zeloti. La notte scolora e nasce il giorno. Un giorno di gloria per Israele. Vado da Caifa a vedere cosa succede.

(Giuda esce di scena seguito dal Viandante – Rientra Anna)

Anna: Hanno consegnato Gesù al governatore dei romani. Il Sinedrio vuole la sua condanna a morte.

Maria: Come può essere messo a morte un giusto?

Sara: Come può permettere il Signore che suo figlio venga immolato?

Rebecca: Forse Giuda ha ragione.La mano del Signore fermerà il carnefice, così come ha fermato la mano di Abramo.

Anna: No, Rebecca, Giuda è accecato dal peccato.Il Maestro ci verrà tolto per sempre!

Maddalena: Quale lamento funebre sarà sufficiente per piangere il Cristo, l’unto del Signore? Come potrò sopportare tutto questo?

Maria: Il mio sangue di madre è già versato. Nel mio cuore si è aperta una ferita che non sarà rimarginata.

Giovanni: Lo aveva detto a tutti noi più volte. L’ultima prima di entrare in Gerusalemme. Noi ascoltavamo le sue parole ma non potevamo crederci. Lui. Proprio Lui il Figlio dell’Uomo consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, flagellato, ucciso.

Maria: Non ci dobbiamo abbandonare alla disperazione. Giovanni, Maddalena, Marta, siatemi vicini. Siate sostegno per il mio dolore.

 (Rientra Giuda. E’ sempre seguito dal viandante)

Giuda: I trenta denari glie li ho resi. Non li volevano indietro ed allora li ho gettati sul pavimento del tempio. Sono stato tradito. Io sono stato tradito. La condanna a morte di Gesù non era nei patti. Non era mia volontà.

Maria: Guarda dentro te stesso. Riconosci il male che hai fatto. L’orgoglio e la cupidigia ti hanno accecato.

Giuda: Ho consegnato al Sinedrio tuo figlio. Ho consegnato un innocente che verrà messo a morte senza avere colpa. Un sognatore verrà giustiziato, non un malvagio.

Giovanni: Ora non sei più sicuro di avere interpretato correttamente le sue parole.

Giuda: Sbagli. Ho creduto, credo ancora possibile che egli possa modificare in ogni momento il corso degli eventi.

Maddalena: Il rimorso, però, possiede ora la tua anima.

Giuda: Se si lascerà uccidere, il rimorso per avere provocato un’ingiusta condanna non mi lascerà mai. Ho creduto che Gesù, il Nazareno, fosse il Messia, il Santo. L’unto del Signore che avrebbe ridato ad Israele la grandezza e la libertà. Poco fa l’ho visto in mano ai romani; quasi irriconoscibile.

Maria: Ne hai avuto dunque pietà, sei cosciente del tuo peccato.

Giuda: Ho sperato fino all’ultimo che con uno dei suoi segni distruggesse tutti i suoi nemici e che la corona di spine e gli stracci che gli avevano messo indosso si tramutassero in una corona splendente ed in un mantello regale. Non è accaduto nulla.

Maria: Lo scherno dei malvagi non potrà mai prevalere sulla sua vera regalità.

Giuda: Non un Re.Ho visto un uomo, vi dico. Ho visto un figlio di madre, Gesù il Nazareno. Non il Messia. L’ho pregato di fare il miracolo della sua liberazione; altre volte si era sottratto all’odio dei farisei. L’ho insultato, ho bestemmiato il suo nome, l’ho deriso, ho urlato contro di lui con tutta la mia voce.

Maddalena: Quanto eri, quanto sei sempre stato lontano da Lui!.

Giuda: Lui però mi ha visto. Per un attimo, un attimo immenso, i nostri sguardi si sono incrociati. Mi ha riconosciuto, ha riconosciuto la mia voce che imprecava a lui più di quella di chiunque altro. I suoi occhi. Ho tremato di terrore perché nel suo sguardo c’era l’innocenza, la pace, anche il perdono per quello che avevo fatto.

Maria: Se il pentimento ha toccato il tuo cuore, avrai da me lo stesso perdono che hai visto in mio Figlio.

Marta: Anche il nostro.

Giovanni: Abbandonati al perdono del Signore e il tuo peccato sarà rimesso.

Giuda: Io non chiedo perdono. Nessun perdono potrà mai cancellare quel che ho fatto. Lui sapeva. Sapeva quello che stavo per fare eppure mi ha fatto uscire dalla cena lasciando a me la libertà di scegliere. Se muore il Nazareno morirà un uomo giusto. Io ne sarò per sempre responsabile.

Giovanni: Giuda, il tuo orgoglio ancora ti acceca.

Giuda: No. Io lo odio il Nazareno, con tutto me stesso. Il peso della libertà che mi è stata concessa ora mi schiaccia non lo capite?

Anna: Ti sei liberato del prezzo del tuo tradimento.

Maria: Ma non ti sei liberato da quanto lo aveva determinato.

Maddalena: Il tuo odio non ti abbandona. Vattene al tuo destino, dunque.

Giuda: I suoi occhi. Il suo sguardo.

Giovanni: Cosa vuoi dire ancora? Anche un traditore come te dovrebbe avere pietà davanti al dolore di una madre.

Giuda: Ha distrutto la mia anima insieme ad ogni mia certezza. I suoi occhi mi hanno detto che, soltanto l’avesse voluto avrebbe potuto distruggere non solo chi lo stava torturando, ma tutta Israele, tutta la potenza di Roma, tutto il mondo stesso. Non faceva questo per amore. Soltanto per amore nei confronti dell’uomo. Amore anche verso chi, come me, lo aveva tradito, amore anche verso chi lo stava torturando e che lo stava per uccidere.

Maria: Cedi ad un pentimento sincero Giuda, allontana da te il demonio.

Giuda: E’ tardi. E’ tardi per tutto. Il Messia nel quale credo è un Messia di potenza, un Messia terribile con tutti i nemici del suo popolo eletto. Io, Giuda Iscariota, io lo zelota, pur credendo che Gesù fosse questo Messia, mi sono messo con i suoi nemici ed ho accettato il prezzo del tradimento. Il mio gesto non ha perdono, non posso essere perdonato.

Maria: Rinnega il tuo peccato. Affidati alla clemenza del Signore.

Giuda: No. Vendere il sangue di un innocente è azione che non ha clemenza. Sarò maledetto da tutti, per sempre.

Maria: La grandezza di Gesù non è nei suoi miracoli, ma nel perdono dei peccati.

Giuda: Eppure la sua grandezza ha permesso che il male entrasse dentro di me fino al punto di farmi odiare un innocente e farmelo consegnare ai suoi aguzzini. Ha permesso che io riscuotessi il prezzo del mio tradimento. Poteva salvarsi e salvarmi, fare un miracolo. Mi ha invece lasciato solo, abbandonato a me stesso nel farmi arbitro del mio destino. Che senso avrebbe chiedere ora il suo perdono?

Maria: Il maligno ha inciso a fondo la tua anima e ti impedisce di indirizzarti al pentimento. Non hai saputo leggere nel suo sguardo. Tutto quello che succede oggi io l’ho letto nei suoi occhi sin dal momento che li ha aperti per la prima volta sul mondo. Io …sapevo. Il mio cuore di madre sapeva tutto ed i suoi occhi mi hanno sempre detto di tacere, di accettare con umiltà questo destino fino in fondo. Sono la madre di Gesù. Vieni insieme a me sotto la sua croce, affida nelle sue mani il tuo pentimento.

(Giuda esita, ma il viandante si frappone tra lui e Maria. Lascia intravedere il suo volto)

Viandante: Donna. Non ti comprendo. Non riesco a leggere nel tuo cuore. Il tuo dolore è immenso, eppure non cede alla disperazione. Tu sola ti accorgi della mia presenza. Non posso nulla contro di te, sei dunque una mia nemica. Ti odio per questa mia impotenza e, con te, odio tutti voi esseri umani. Non comprendo perché solo a voi, sciocche e fragili creature, sia stata data la facoltà di pentirvi. Quest’uomo è mio. Sono entrato in lui attraverso la sua avidità. L’ho portato a scegliere l’odio, non il perdono, a scegliere la via della disperazione, non quella della speranza. La sua anima è mia e la sua colpa è la prova del fallimento di tutta l’umanità.

Maria: Non dimenticare che io sono la Madre di Gesù. Intercederò sempre presso mio figlio per chiunque chiederà il mio aiuto togliendo l’odio dal suo cuore. L’angelo del Signore me lo ha detto. Il figlio che ho partorito salverà gli uomini dal peccato e dal male.

(trascinato via dal viandante Giuda sembra cerchi la sua protezione)

Giuda: Cosa ho fatto? Ho coscienza del mio peccato, lo avverto in me. E’ un macigno, un peso insopportabile che grava sulla mia anima. Nessun sollievo sarà mai possibile per questo. Con tutte le mie forze rimango attaccato all’odio per chi mi ha abbandonato a questo destino. Il sangue. Il sangue di un innocente arrossa le mie mani e mi rende impuro per sempre. Voglio fuggire dalla mia colpa, fuggire dalla mia stessa vita…. 

Il viandante si toglie la cintura che si rivela essere una corda.

Giuda si avvolge la corda al collo e con questa  viene trascinato via.