Gli Atacuco

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GLI ATACUCO

Commedia in due tempi

di ALDO NICOLAJ

                                   

PERSONAGGI

Renzo (più vicino ai 50 che ai 40, ancora un bell’uomo) Guido (sui 40 anni, molto sensibile al fascino femminile)

Andrea (figlio di Renzo, sui 13 anni, ha l’aria di chi ha superato tutti i problemi della vita)

Nicoletta (porta con disinvoltura i suoi quasi 50 anni, sempre alla ricerca di occasioni di scaricare le sue esigenze affettive)

Marta (bella donna sulla quarantina, sicura di sé. Veste con un’eleganza ai limiti della stravaganza)

Clara (molto graziosa, elegante e femminile. Non deve avere più di 35 anni)

Ottavio (uno sportivo collerico e violento sui 35 anni)

Marilde (sui 65 anni, molto abbronzata, sempre vestita sportiva)

Amanda (è una scimmia, che può essere anche di plastica o di gomma)

Commedia formattata da

La scena: Un ampio soggiorno in una casa moderna. Ci sono tre porte: una in fondo, dà sulle scale; una a destra che immette nella zona letto e l’altra a sinistra che comunica con la cucina. C’è anche una grande finestra che si affaccia sul cortile. L’ambiente è ordinato: da un lato un tavolo con sedie, dove si mangia, dall’altro un mobile con delle mensole, sulle quali sono appoggiati anche dei giochi per ragazzi, un divano ad angolo, un tavolo basso, delle poltrone, un televisore, un impianto stereo con casse. Il telefono è vicino all’ingresso.Ai giorni nostri, in una grande città.

PRIMO TEMPO

Il sipario si alza su di un fracasso infernale, musica a tutto volume e urla di ragazzini. Il divano è ingombro di giornalini a fumetti. Su di una poltrona la giacca da camera di Renzo. Dopo qualche attimo.

Renzo                            - (entra in scena con mani e faccia sporchi di farina e un soffietto per dolci in una mano, spegne televisore e stereo, quindi urla verso il reparto letto) Siete impazziti? Basta! (gli rispondono tre voci di ragazzi che, parlando tutti insieme, diventano incomprensibili) Smettetela. E tutto questo, mentre io, cretino, perdo il tempo per farvi un dolce. Questo è l'ultimo.

Andrea                          - (entra dalla zona letto in pigiama) Non essere così nervoso. Quando urli, non ottieni niente.

Renzo                            - (tornando in cucina) Vai a letto. E mettiti l'apparecchio.

Andrea                          - T'incazzi troppo, papi. Non ti fa bene.

Renzo                            - (rientra portando su di un vassoio una torta) Guarda che capolavoro.

Andrea                          - Da premio Oscar. (gli dà la giacca da camera e lo aiuta ad infilarla) Ti stanchi e poi urli. Fatti controllare la pressione. (con un fazzoletto gli toglie la farina dalla faccia) Relax, adesso. (lo fa sedere) Dovresti fare yoga. Così ti astrai e, se facciamo casino, neanche ci senti. (grida dei ragazzi nell'altra stanza)

Renzo                            - Li senti? Altro che dormire.

Andrea                          - Lasciali urlare, poi cadono addormentati.

Renzo                            - Devono dormire. Anch'io ho bisogno di pace. (gridando) Vi ho detto basta. Siete insopportabili.

Voci bambini                - Non incazzarti, papi. Noi ti vogliamo tanto bene.

Renzo                            - Dormite, allora.

Andrea                          - E, ora, divertiti un poco anche tu. (col telecomando accende il televisore e passa da un canale all'altro) Ti metto il canale. C'è un programma che non dovrebbe essere male: “Sadismo e focolare”. Un'inchiesta sulla perversione domestica.

Renzo                            - Voi mi fate diventare masochista.

Andrea                          - (coccolandolo) Povero papi, i sacrifici che fai per noi.

Renzo                            - T'avevo detto di metterti l'apparecchio. Lo sai quanto mi costa.

Andrea                          - Soldi sprecati. I denti storti danno più personalità. (voci dei ragazzini)

Renzo                            - Con la tua personalità, fai mettere a cuccia i tuoi fratelli.

Andrea                          - Ci riesco meglio di te. (esce)

Renzo                            - Vedremo. (si sistema meglio in poltrona e cerca il canale che lo interessa. Appena lo ha trovato suona il telefono)

Voci bambini                - Il telefono! Papi, rispondi tu.

Renzo                            - (si alza lentamente e andando a rispondere) Vado.

Andrea                          - (entrando a razzo lo precede) Non può essere che la tua dolce, cara, insopportabile Nicoletta. (alza il ricevitore) Pronto?. Che bella sorpresa. Nicoletta. Come sta?. Sì, sono Andrea. Vuole papà? Sì, glielo do subito. (passa il microfono al padre)

Voci bambini                - Chi è? Chi è? È per noi?

Andrea                          - (ai ragazzi) Chi volete che sia? Nicoletta, no?

Renzo                            - (al telefono). no, non disturbi, figurati. (fa cenno ad Andrea di fare stare zitti i ragazzi che urlano)

Voci bambini                - Cosa vuole Nicoletta?

Andrea                          - . sapere se papi ha bisogno di lei.

Renzo                            - (al telefono) Grazie non ho proprio bisogno di niente. Sì, la spesa l'ho già fatta Comprato tutto. Non mi serve niente. Vuoi invitare i ragazzi sabato?

Andrea                          - (sulla porta ai fratelli) Vi va sabato da Nicoletta?

Voci bambini                - (urlando) No!!!!!

Renzo                            - (facendo segno ad Andrea di farli stare zitti). hanno già un impegno, mi spiace. Magari il prossimo weekend.

Andrea                          - (al padre) Figurati se ci freghiamo il week-end.

Renzo                            - . da te vengono volentieri. Simpatia? Altro che simpatia. (mimica di Andrea) Sanno che tu vuoi loro bene, è naturale. (suonano alla porta)

Voci bambini                - Hanno suonato! La porta!

Renzo                            - (al telefono) Scusa, suonano alla porta. A presto, buonanotte. (riaggancia. Ad Andrea) Chi può essere?

Andrea                          - Mi sa che è il nostro vicino. (suonano ancora. Va ad aprire. A Guido) Buonasera, si accomodi.

Guido                            - (entrando) Ciao. Papà?

Andrea                          - . Papi, è per te.

Guido                            - (venendo avanti) Se non disturbo, posso parlarle un momento?

Voci bambini                - Chi è? Chi è? Veniamo anche noi?

Andrea                          - (verso la camera da letto) A cuccia. È il vicino.

Voci bambini                - Ci ha portato un regalo?

Renzo                            - (grida ai ragazzi) Chiudete il becco. (ad Andrea) Falli stare zitti tu.

Andrea                          - (esce)

Guido                            - (imbarazzato) Disturbo? Lei guardava la televisione. (mentre Renzo si affretta a spegnere il televisore si guarda attorno. Non sa come cominciare. Nervoso fa scrocchiare le ossa delle dita della mano. Lo farà ogni tanto durante la scena e ogni volta che sarà nervoso. Lunga pausa) Non so da che parte cominciare. Piombare a quest'ora da lei. ci conosciamo appena. Non vorrei disturbare la sua intimità. (siede)

Renzo                            - Da me non ci sono segreti. (siede di fronte a lui)

Guido                            - Tutti sanno che la sua è una vita esemplare.

Renzo                            - Tre figli comportano grandi responsabilità.

Guido                            - E tutto. senza una donna?!?

Renzo                            - Cerco di farcela. Mi scusi. (si alza e va in cucina tornando con dei bicchieri, poi una bottiglia e servendo) Un po' di vino aiuta a sciogliere la lingua.

Guido                            - Grazie, molto gentile.

Renzo                            - E se lo gradisce. un po' di questo dolce che ho fatto io. (prende un piatto da una scansia e gli taglia una fetta di dolce)

Guido                            - L'ha fatto. lei? Sa anche cucinare? (mangiando il dolce) Buono. Delizioso. Complimenti. (pausa)

Renzo                            - Lieto che le piaccia. (lunga pausa) Lei voleva.

Guido                            - . parlarle. (si scrocchia disperatamente le dita) Strano non si sia fatto una nuova compagna. Lei è giovane.

Renzo                            - Diciamo che non sono ancora vecchio.

Guido                            - Lei è nello splendore della sua maturità. E, poi, è un bell'uomo, simpatico, intelligente. Ed è moderno, per niente borghese.

Renzo                            - (imbarazzato) Sembra che mi stia facendo la corte. (ride)

Guido                            - Ho sempre provato grande simpatia per lei. È un tipo al quale non si resiste.

Renzo                            - (lo guarda e si alza) Non esageriamo.

Guido                            - Glielo giuro. Ispira fiducia ed ha fascino. È diverso dagli altri.

Renzo                            - (sempre più a disagio) Non sono diverso. Sono normale. In tutti i sensi. (cammina per la stanza)

Guido                            - (si alza e si avvicina) Ho bisogno della sua comprensione. della sua amicizia. Non me la rifiuti. Per me è essenziale.

Renzo                            - (lo guarda preoccupato) Dice?

Guido                            - Non mi respinga, lei è la mia sola speranza. Se non accetta di starmi vicino, dovrò sbattere la testa contro il muro.

Renzo                            - (perplesso) Non la respingo, ma.

Guido                            - Ho bisogno di comprensione, di aiuto. È essenziale per me riuscire ad avere un rapporto, con uno come lei.

Renzo                            - (seccato) Si guardi attorno, troverà chi va bene per lei.

Guido                            - Non mi dica di no, non sa quanto mi costa umiliarmi così.

Renzo                            - Io sono esterrefatto, oltretutto lei ha una bella moglie.

Guido                            - Anche lei aveva moglie, una volta.

Renzo                            - Ma le donne continuano a piacermi.

Guido                            - Sto attraversando il peggior momento della mia vita. mi sento solo, abbandonato, come se. il mondo mi fosse crollato addosso. (scoppia a piangere posando la testa sulla spalla di Renzo)

Renzo                            - Cosa fa? Si mette a piangere? Non sulla mia spalla, per favore.

Andrea                          - (appare con un vistoso apparecchio a manubrio per i denti) È a causa di sua moglie. Ha tagliato il cordame. È qui in cerca di aiuto. Tu, papi, che hai superato la stessa esperienza, gli puoi dare una mano.

Renzo                            - (realizzando finalmente) Ecco. capisco.

Andrea                          - (a Guido) Non se la prenda, il mondo è pieno di donne. Secondo una statistica pare ce ne siano sette per ogni maschio. (si taglia una fetta di dolce e lo mangia con avidità)

Renzo                            - (ad Andrea) Com'è che tu sei al corrente. ?

Andrea                          - Sono rientrato nel preciso momento in cui lei stava decollando. Le ho dato anche una mano a caricare i bagagli sull'ascensore. dev'essersi portata via la casa.

Guido                            - Tu hai visto?. A che ora è successo?

Andrea                          - Tra le tre e dieci e le tre e un quarto.

Renzo                            - A quell'ora non eri a scuola?

Andrea                          - Mancava la prof di mate. C'è un assenteismo tale nel corpo insegnante.

Guido                            - E forse ti è capitato di vedere qualcuno, giù al portone.

Andrea                          - C'era il solito, quello coi baffi, quello cioè che ha sostituito il biondino della Porsche.

Renzo                            - Ma tu cosa ne sai?!?

Andrea                          - Io non so niente, solo che nel giro di un paio di mesi sua moglie ne ha cambiati tre: prima uno tipo bagnino con l'utilitaria, poi il biondino con la Porsche e infine il baffuto con la cabriolet grigia. Non posso darle altri particolari. I fatti degli altri non mi interessano.

Renzo                            - A letto, ora. Hai usato il diserbante, lasciando il deserto.

Andrea                          - (a Guido) Conti pure su di noi. Se non c'è solidarietà tra uomini in casi come questi. Buonanotte. (esce con dignità)

Guido                            - (distrutto) Ultimamente era cambiata, ma non credevo fino a questo punto. E dire che su Giulietta avrei messo la mano sul fuoco. Era sempre stata una madre esemplare, una moglie perfetta, un'ottima padrona di casa.

Renzo                            - Doveva stare in guardia. Quando una donna si sente sacrificata, per i primi tempi, fa come se niente fosse. cucina, stira, porta il caffè a letto al marito.

Guido                            - Ancora stamattina.

Renzo                            - Poi, la ribellione esplode e, allora, pianta tutto e se ne va alla ricerca della sua personalità perduta. Sparisce per sempre. Si guardi attorno e non vedrà che mogli che salpano e mariti che restano. Il bisogno di emancipazione femminile è così forte!.

Guido                            - Prima di andarsene ha lasciato una lettera sul comò. «Non mi cercare, me ne vado per sempre».

Renzo                            - Per lei sarà stato un colpo!

Andrea                          - . mi pareva di svenire. la testa che mi girava. non sapevo cosa dire ai bambini che mi guardavano.

Renzo                            - (gli mette una mano sulla spalla) Bisogna averla fatta, questa esperienza, per capire.

Guido                            - . la casa in uno stato. letti da rifare. piatti e pentole sporche nel lavandino. nulla in cucina. I bambini avevano fame, li ho portati al ristorante. Loro hanno mangiato.

Renzo                            - (eseguendo) Un'altra fetta di torta. Deve nutrirsi. Ha bisogno di tutte le sue energie.

Voci bambini                - Papà, ho sete. Papi, un bicchier d'acqua.

Renzo                            - Mica hanno sete. Chiedono acqua per far sentire la loro presenza e controllare la mia. Forse i suoi faranno lo stesso.

Guido                            - (alzandosi) M'ero dimenticato i bambini. Vado a controllare se dormono. Torno subito. (esce)

Voci bambini                - Papi, ci porti l'acqua?

Renzo                            - Basta, dormite e non rompete!

Andrea                          - (entrando) Scusa, papi. Se non vuoi scomodarti, metti loro una caraffa e un bicchiere sul comodino.

Renzo                            - È quello che ho fatto.

Andrea                          - Se non glielo spieghi come fanno a saperlo? (verso le stanze) Papi vi ha messo caraffa e bicchiere sul comodino. Bevete poco altrimenti fate pipì a letto. (al padre) Vedi com'è facile? Tu manchi sul piano pedagogico e ti incavoli anche.

Renzo                            - Alla sera sono stanco, vuoi capirlo?

Andrea                          - Anche la mamma era stanca, ma l'acqua ce la portava sempre. Sai perché sei stanco tu? Perché fai le cose in modo non razionale.

Renzo                            - Per esempio?

Andrea                          - Per esempio, quando metti l'acqua sul fuoco, stai in piedi a guardarla finché bolle.

Renzo                            - Secondo te cosa dovrei fare?

Andrea                          - Ti leggi il giornale. Quando torni in cucina l'acqua bolle. Del vicino, cosa ne hai fatto?

Renzo                            - È andato a controllare se i ragazzini dormono. Possono essere sotto choc perché la madre li ha mollati.

Andrea                          - Noi non abbiamo avuto nessuno choc perché avevamo te. (sguardo di intesa affettuosa col padre) Come ha risolto la loro serata?

Renzo                            - Li ha portati al ristorante.

Andrea                          - Anche tu lo facevi, i primi tempi. Poi, purtroppo, hai imparato a cucinare. (bussano alla porta, va ad aprire e torna nella sua stanza)

Renzo                            - (a Guido che è tornato) Tutto bene?

Guido                            - Dormono. A che punto ero?

Renzo                            - . al ristorante.

Guido                            - Ah, sì. Tornato a casa, ho telefonato a mia sorella. Mi ha risposto che non contassi su di lei perché ne ha fin sopra i capelli della famiglia. E che stava partendo per un congresso in Costa d'Avorio.

Renzo                            - Le donne solidarizzano. sempre.

Guido                            - Mi aiuti, non so da dove cominciare.

Renzo                            - Si organizzerà anche lei, come ho fatto io. Duri i primi tempi ma, superato l'impatto, ci si tranquillizza. Considerato il crescente esodo delle mogli, un mio compagno d'università ha creato una scuola serale per mariti abbandonati. Un successo incredibile, non sa più dove sistemare i suoi alunni. La scuola si chiama ISUA, Istituto Specializzato Uomini Abbandonati. Si insegna da come mandare avanti la casa a come si prepara il souffIé, da come si tengono i bambini a come si lucida il pavimento. Corsi serali. Ma tu non hai bisogno di corsi. Ti aiuterò io. Diamoci del tu, compagno di sventura. Io mi chiamo Renzo. Tu?

Guido                            - Guido. (lo abbraccia) Grazie.

Renzo                            - Quanti figli?

Guido                            - Due.

Renzo                            - Io tre. Non pensi a un collegio?

Guido                            - Troppo traumatico.

Renzo                            - Una bambinaia-governante? Già, o piace a te o piace ai bambini. Devi tirarti su le maniche. Purtroppo il numero delle donne che diserta il focolare è in progressivo aumento, una specie di epidemia che procede a macchia d'olio. Ma fammi capire: tu e tua moglie eravate in crisi?

Guido                            - Sentivo Giulietta sempre più distante. staccata.

Renzo                            - . a letto?

Guido                            - Specialmente.

Renzo                            - Emicrania? Rifiuto alle espansioni?

Guido                            - Le pretendeva. (un tempo) Ma non partecipava.

Renzo                            - Voleva quello che le dovevi, ma non ti dava il dovuto.

Andrea                          - (entra di corsa e dice qualcosa all'orecchio di Renzo, che subito si precipita in camera dei ragazzi. Guarda Guido che continua a farsi scrocchiare le ossa delle dita) Colpo basso, eh?

Guido                            - (annuisce)

Andrea                          - 11   marito è sempre l'ultimo a sapere.

Guido                            - Già.

Andrea                          - Vedendo tutto quel movimento di maschi intorno a sua moglie, mi era venuto anche il dubbio che lei come uomo. (fa un segno come per dire che qualcosa non funziona)

Guido                            - (reagisce) Io e mia moglie abbiamo avuto un rapporto ottimo, soprattutto sessuale, ma. (si accorge che sta dando spiegazioni a un ragazzino e reagisce con collera) Ma tu in che cosa ti intrometti? Che cavolo ne sai, alla tua età.

Andrea                          - Lei rifiuta il dialogo. Ecco perché sua moglie ha preso il volo. (a Renzo, che rientra nella stanza) Vomitato?

Renzo                            - Aveva inghiottito un bottone del pigiama. L'ha risputato.

Andrea                          - Aveva ragione Marylin Monroe a dormire nuda. (esce)

Guido                            - Tuo figlio parla come se della vita conoscesse ogni segreto.

Renzo                            - E non è meglio? (gli versa da bere)

Guido                            - Quando sono arrivato, mi illudevo che la crisi di Giulietta fosse passeggera. Invece.

Renzo                            - Quando una canarina lascia la sua gabbia, non ritorna più.

Guido                            - Nella gabbia però è rimasto il nido.

Renzo                            - Gli uccellini nel nido crescono.

Guido                            - E al compagno in gabbia non pensa più?

Renzo                            - Il cielo è pieno di volatili, potrà fare altre scelte. E tu devi rassegnarti a diventare padre e madre. Abbiamo per fortuna anche noi ormoni femminili. Li potenzieremo. Coraggio, sempre meglio di un infarto.

Guido                            - Da un infarto si può guarire. Se penso che stanotte troverò il letto vuoto. Della donna ho bisogno.

Renzo                            - Ogni notte?

Guido                            - Altrimenti non dormo.

Renzo                            - Anche un buon sonnifero è efficace.

Guido                            - Tu come risolvi?

Renzo                            - Mai sofferto d'insonnia.

Guido                            - E, poi, ero abituato a Giulietta. È sempre stata sensibile, gentile, premurosa. (con un urlo) Maledetta! Si è portata via la macchina. Non lo avevo ancora realizzato. L'usavo sempre io, ma l'avevo intestata a lei.

Renzo                            - (cinico) Ti ha veramente lasciato a piedi.

Guido                            - E, ora, come diavolo faccio?

Renzo                            - Senza macchina e senza moglie!

Guido                            - Se non si fosse presa la macchina, come l'avrebbe caricata tutta la roba che si è portata via? Non ha lasciato niente.

Andrea                          - (comparendo) Mammina ha lasciato solo delle ciabatte vecchie e un pacco di assorbenti. Papino girava per casa con gli assorbenti in mano come se le mestruazioni stessero per venire a lui. (va in cucina)

Renzo                            - Io mi sarei preso solo lo spazzolino da denti.

Guido                            - . Giulietta si è portata via due pellicce, una di visone grandi laghi, l'altra di marmotta canadese. Dovrò ancora pagare le cambiali per un anno.

Andrea                          - (tornando dalla cucina) Perché due pellicce? E di animali la cui specie si va estinguendo? A letto le piaceva nuda, no? (prende il televisore ed esce)

Renzo                            - (a Guido che è rimasto di stucco) Andrea bisogna accettarlo com'è. Un fenomeno della natura. (suona il citofono) Mi pareva di non aspettare visite.

Guido                            - Non sarà un altro marito in difficoltà?

Andrea                          - (riappare per rispondere al citofono) Chi è? Apro. (spinge il bottone per aprire il portone) Samaritana in arrivo! (esce)

Renzo                            - (suonano alla porta e va ad aprire) Tu, Nicoletta?

Guido                            - (alzandosi) Io taglio la corda.

Nicoletta                       - (viene avanti carica di pacchi) Mi fermo un attimo solo.

Renzo                            - (presentando) Guido. Il mio vicino di pianerottolo.

Nicoletta                       - E io sono Nicoletta.

Guido                            - Sono venuto in cerca di aiuto. Dopo quello che mi è successo.

Nicoletta                       - Cosa le è successo?                

Renzo                            - (facendo segno a Guido di stare zitto) Un problema di lavoro molto delicato.

Guido                            - (stupito) Di lavoro?!?

Renzo                            - Nicoletta è meglio lasciarla fuori.

Nicoletta                       - Bel dolce. Lo hai fatto tu?. Io vi ho portato un budino per la colazione. (tira fuori una teglia da una busta di plastica) Deve solo finire la cottura. Lo metto nel forno e tra dieci minuti è pronto. Permetti? (va in cucina)

Guido                            - Una fortuna avere un'amica come questa.

Renzo                            - (piano) Per carità, è pericolosissima. Ci sono donne che dopo essersi fatte una famiglia la mollano e quelle che, non essendoci riuscite, non sognano che di appropriarsi di una.

Nicoletta                       - (rientrando) Appena suona il campanellino del forno, Nicoletta vola via. I bambini?

Renzo                            - Dormono.

Nicoletta                       - Non era Andrea al citofono?

Renzo                            - No, io. Abbiamo la stessa voce, ormai.

Nicoletta                       - Speravo di trovarli svegli per far loro vedere queste sciarpine arcobaleno. (tira fuori da un pacco delle sciarpe) Come ti sembrano, Renzo?

Renzo                            - (con ironia) C'è dentro tutta la tua fantasia.

Nicoletta                       - Mi sono informata per il dentista. Ce n'è uno ottimo, specializzato. Se vuoi posso prendere un appuntamento e accompagnarceli io.

Renzo                            - Grazie, già provveduto.

Nicoletta                       - Un padre esemplare. Lei è sposato?

Guido                            - Proprio oggi.

Nicoletta                       - Davvero? Complimenti! E dove ha nascosto la sposina?

Guido                            - (prima che Renzo riesca ad intromettersi) Mi ha lasciato.

Nicoletta                       - Non è possibile! Il giorno stesso delle nozze?

Guido                            - No, eravamo sposati da anni. E proprio oggi.

Nicoletta                       - (capisce la gaffe) Capisco, mi scusi. Figli?

Guido                            - Due.

Nicoletta                       - Come può una donna mancare ai suoi doveri di sposa e di madre?!? Se avessi figli dovrebbero uccidermi prima di farmeli lasciare. Sarei come una leonessa.

Renzo                            - Nicoletta, ho sentito questo discorso 365 volte.

Nicoletta                       - (a Guido) E, ora, i bambini.

Guido                            - Dormono.

Nicoletta                       - Chi c'è con loro? Una zia? Una nonna?

Guido                            - Sono soli. Siamo soli.

Nicoletta                       - Ma possono svegliarsi all'improvviso. Se chiamano e nessuno risponde sarà un altro choc.

Renzo                            - Calma, Nicoletta. Guido sta facendo il pendolare tra la sua casa e la mia.

Nicoletta                       - Me li fa vedere?

Renzo                            - Che idea! Li svegli.

Nicoletta                       - Farò pianissimo. un passo di velluto come una gattina. La tenerezza che mi fanno quelle creature innocenti. (a Renzo) Se suona l'orologio, spegni il forno, poi vengo io. (spingendo dolcemente Guido verso la porta d'ingresso) Mi dica, allora: maschietti o femminucce? Quanti anni? Come si chiamano? Vorranno bene alloro papà. E con ragione perché. (esce con Guido)

Andrea                          - (comparendo) Cambio della guardia, eh? Sei finito sul binario morto.

Renzo                            - Vi ha fatto delle sciarpine.

Andrea                          - (andando a curiosare sul tavolo) Lecca-lecca di lana. Ci ha preso per bambole?

Renzo                            - Ha portato anche un budino. È in forno.

Andrea                          - I dolci servono a conquistare i vecchi, non i ragazzi. Se vuoi la tele, te la riporto. Programmi per matusa. È la televisione della terza età. (sentendo Guido e Nicoletta rientrare sparisce nella sua stanza)

Nicoletta                       - Che tesori. Il piccolo, poi, con quei riccioloni biondi mi fa una tenerezza. E quelle manine, dio, cosa sono quelle manine. E il grande ha un visetto. Povere creature quando svegliandosi non troveranno la madre vicino a loro. Potrei farmi trovare qui, quando si svegliano per la colazione e.

Renzo                            - Peggio se si trovano davanti una donna mai vista. (fa dei segni a Guido perché rifiuti)

Guido                            - Mi pare Renzo abbia ragione. (suona il campanello del forno e Nicoletta corre in cucina)

Renzo                            - (piano a Guido) Cerca tutti i pretesti per intrufolarsi! E, dopo, chi te la butta in strada? Apri gli occhi.

Nicoletta                       - (rientrando) Il budino è una meraviglia. Ne darai una metà a Guido per la colazione dei suoi tesori. (tira fuori un biglietto da visita dalla borsa) Ecco il mio telefono. Mi chiami a qualsiasi ora del giorno.

Renzo                            - . e della notte.

Nicoletta                       - Posso cucinare. fare la spesa. stare coi bambini. portarli a fare una passeggiata. Mi chiami, in cinque minuti sarò da lei.

Guido                            - Non so come ringraziarla.

Renzo                            - Vai, ora, Nicoletta, mi dà pensiero saperti fuori da sola, di notte.

Nicoletta                       - . Guido, aspetto una sua telefonata.

Guido                            - Grazie, approfitterò.

Renzo                            - (aprendole la porta) Ciao, Nicoletta. Buonanotte.

Nicoletta                       - (tornando indietro) Domani il tempo peggiora. Lo ha detto la televisione. Freddo in aumento. Coprite bene i bambini. Tu, Renzo, metti loro al collo le mie sciarpette. Le farò uguali anche per i suoi, Guido. Buonanotte. (esce)

Andrea                          - (entra facendo un giro di corsa lanciando il tipico grido di guerra indiano) Ahjùùùùùù! Ora dormo tranquillo. (esce)

Renzo                            - Hai visto che donna?

Guido                            - Straordinaria. Di un altruismo, di una generosità.

Renzo                            - E tenace come l'attaccatutto.

Guido                            - (facendo i suoi calcoli) Ama i bambini. sa cucinare. disponibile com'è mi può fare comodo. Posso rivolgermi a lei quando esco la sera. Lei rimane coi bambini.

Renzo                            - E tu?

Guido                            - Dovrò pure vedere qualche volta una donna.

Renzo                            - Se lasci lei coi bambini, poi te la ritrovi nel letto. Capisci che non sogna altro?

Guido                            - (sbalordito) Dici?

Renzo                            - Vedrai quante altre ne spunteranno. Verrai preso d'assalto. Alla tua porta ci sarà la coda di tante donne «disponibili» ed insinuanti che vorranno prendersi cura di te e dei tuoi figli. Più sono vecchie e più sono feroci. Stai attento, altrimenti ti troverai nel letto una di queste befane di mezza età, con la quale sarai costretto a copulare solo perché ti ha portato i bambini al cinema. A proposito hanno già avuto le varie malattie infettive?

Guido                            - Non so, non mi pare.

Renzo                            - Un giorno ho portato i miei a trovare tutti i loro amici con scarlattina, morbillo, orecchioni, ecc. Dopo una settimana erano a letto tutti e tre. Un mese d'inferno, ma, per lo meno, sono riuscito a liberarmi di tutte le malattie infettive. Tolto il dente, tolto il dolore.

Guido                            - (inseguendo i suoi pensieri) Se penso che Giulietta.

Renzo                            - Chiuso. Non pensare più a lei. Dimenticala. È entrata anche lei a far parte di quella fiumana di donne che vagano nel nostro spazio terrestre alla ricerca della propria personalità e della propria realizzazione.

Guido                            - E si è portata via anche la macchina.

Renzo                            - Posso portarli io a scuola, i tuoi figli.

Guido                            - No, il più grande ha il pulmino, l'altra la scuola materna quasi all'angolo.

Renzo                            - Domani, dopo averli svegliati, li mandi in bagno, poi li vesti.

Guido                            - Come?

Renzo                            - . con quello che avevano oggi. Tutt'al più se una camicina o un golfetto è sporco, ne prendi un altro dal cassetto.                

Guido                            - Quale cassetto?

Renzo                            - Ci sarà un cassetto dei golfini.

Guido                            - Le mutandine, devo cambiarle?

Renzo                            - Un giorno sì e uno no, come i calzini. Prepari per la colazione stasera, prima di andare a letto.

Guido                            - Anche Giulietta lo faceva. Io a letto ad aspettare e lei che non arrivava mai per preparare la colazione.

Renzo                            - Si fa tutti in cinque minuti. Era una scusa per evitare o ritardare l'amplesso. Si capisce sempre dopo. Dunque per la colazione sei a posto. Ti do anche un po' di budino di Nicoletta.

Guido                            - E il caffè. chi me lo fa?

Renzo                            - Come facevi quando tua moglie non c'era?

Guido                            - Lo prendevo al bar.

Renzo                            - Devi imparare a fartelo, è la cosa più stupida del mondo. (va in cucina e torna con una macchinetta per il caffè) Ne avrai una come questa?

Guido                            - A te. riesce sempre?

Renzo                            - Fare il caffè non è mica come fare un solitario. Guarda, sviti la macchinetta. in questa parte metti l'acqua. nel filtro il caffè. Avviti il pezzo inferiore al superiore e metti al fuoco. Quando il caffè viene fuori, spegni. Elementare, no?

Guido                            - Il fatto di potermi fare il caffè da solo mi tranquillizza. Qualcosa mi risolve.

Renzo                            - Risolve il problema del mattino, ma non quello del letto vuoto la sera.

Guido                            - A due cose tenevo nella vita: fare l'amore la sera e uscire in spider al mattino. Pazienza!. Fammi ripetere. Qui si mette l'acqua. qui il caffè in polvere. si avvita. si mette sul fuoco. Buio. È domenica mattina. In scena c'è solo

Guido                            - (che sta infilando l'ago per attaccare un bottone alla sua giacca ma non ci riesce)

Voce di Renzo              - Fatto?

Guido                            - Quasi.

Voce di Renzo              - Fai un nodo in fondo al filo. Altrimenti scappa.

Guido                            - Chi?

Renzo                            - Il filo, no?

Guido                            - (fa un nodo al filo, comincia ad attaccare il bottone, ma si punge) Ahi! (si mette il dito in bocca)

Renzo                            - (entrando) Cos'è? Un ritorno all'infanzia?

Guido                            - Mi sono punto.

Renzo                            - È un semplice ago, non il fuso d'oro stregato dalla maga cattiva. Come sono tranquilli stamattina i ragazzi. Da un'ora giocano in cortile e non si sentono. Invece Andrea, non riesco a buttarlo giù dal letto. (suona il telefono) Sarà ancora Nicoletta che cerca di incastrarmi. (prende il telefono) Pronto? (fa segno a Guido che è lei) Vuoi venirmi a trovare?. No, sto troppo male e quando sto male sono insopportabile. Non sono mai insopportabile?.. Dire a Guido che venga da te coi ragazzi, i miei e i suoi?

Guido                            - (fa disperatamente segno di no)

Renzo                            - Non so dove sia. Fare un salto io a portare i ragazzi? No, grazie, preferisco riguardarmi. Vieni a prenderli tu? Hai fatto anche un dolce? Non possono mangiare dolci. Per i denti. Il dentista glielo ha proibito. (ormai non ne può più) Ma no, ti giuro che non ho di meglio da fare. Figurati, Nicoletta.

Guido                            - (si mette il primo straccio che trova sulla testa e con voce da donna) Renzino. stai con me, non con il telefono.

Renzo                            - (cercando di non ridere) Come chi parla? La radio.

Guido                            - (divertendosi a fare la donna come un bambino) Con chi parli? Sono gelosa? I tuoi bacini li voglio solo io.

Renzo                            - (scoppia a ridere e per giustificarsi). no, è la colica. la colica.

Guido                            - Non farmi il solletico. non il solletico.

Renzo                            - Scusa, Nicoletta. Non sono solo. Buona domenica anche a te. (posa il ricevitore e i       due scoppiano a ridere come matti) Ora telefonerà a te.

Guido                            - (dopo un silenzio) La tua casa è molto più in ordine della mia. Penso che la mia donna batta la fiacca.

Renzo                            - Buttala fuori e te ne trovi un'altra. Io con Rafael mi trovo benissimo.

Guido                            - Un uomo che fa le faccende di casa mi sembra ridicolo.

Renzo                            - E noi, allora?

Guido                            - Noi. è un'altra cosa.

Renzo                            - Vuoi che domandi a Rafael se ha un collega disposto a venir da te?

Guido                            - No, grazie. La donna che ho ha i suoi difetti, ma parla come una donna, traffica come una donna, si muove come una donna. Insomma, è una donna. Mi fa piacere tornando trovare nel bagnetto le sue ciabatte, il suo grembiule. sentire nell'aria quel profumo da quattro soldi che usa. In casa ci vuole una donna.

Renzo                            - Nemmeno se te la portassi a letto.

Andrea                          - (entra con apparecchio per i denti e in pigiama) Papi, è urgente. Il mio compagno Morelli Claudio si è rotto le ossa cadendo dal motorino. Un mese di clinica. Perciò gli ho proposto di prelevare noi il suo merlo e la scimmia e tenerceli fino a quando ritorna a casa.

Renzo                            - Cosa dici?

Andrea                          - Gli teniamo il merlo e la scimmia. Pensa come saranno felici i fratelli.

Renzo                            - Sei matto? Vuoi trasformare la casa in uno zoo?

Andrea                          - Che fastidio vuoi che diano?

Renzo                            - Toglitelo dalla testa. Mi bastano tre figli.

Andrea                          - Calma, papi, calma. Ragiona, non urlare. Ho dato la mia parola. Non posso tirarmi indietro. Se nessuno se ne occupa, quelle povere bestie muoiono.

Renzo                            - Se entrano in casa, esco io.

Andrea                          - Così ti becchi una denuncia per abbandono di tetto familiare. (esce)

Guido                            - (molto divertito) Andrea si diverte a farti incazzare. A proposito, il pigiama che               aveva addosso è uno di quelli comprati ieri?

Renzo                            - Hai visto? Gli sta perfetto.

Guido                            - Ci annega un po' dentro.

Renzo                            - Bisogna prenderli ampi! I ragazzini crescono.

Guido                            - Anche quelli che ho preso io sono perfetti.

Andrea                          - (ora vestito, entra) Guido, ho dimenticato il vocabolario a casa tua, quando ho aiutato Pietro a fare i compiti.

Guido                            - (gli dà le chiavi di casa) Attento, troverai montagne alte così di roba sporca.

Andrea                          - (prende le chiavi ed uscendo) Sono un buon alpinista.

Renzo                            - Hai visto in che negozio ti ho portato?

Guido                            - Non capisco perché andare a fare le spese a casa del diavolo.

Renzo                            - . si fa un risparmio del 30 per cento.

Guido                            - Quello che si risparmia, lo si spende in benzina.

Andrea                          - (entra lasciando la porta spalancata e consegnando le chiavi a Guido, un poco misterioso) C'è gente.

Guido                            - Per me?

Andrea                          - Ora lo saprai. (va in cucina mentre)

Ottavio                          - (appare sulla porta)

Renzo                            - (andandogli incontro) Prego.

Ottavio                          - (affrontando Renzo ed ignorando Guido) Credo sia arrivato il momento di parlarci da uomo a uomo.

Renzo                            - (stupito) In che senso?

Ottavio                          - Io sono Ottavio. Il mio nome deve dirle qualcosa.

Renzo                            - No. (a Guido) E a te?           

Guido                            - (alza le spalle)

Ottavio                          - (vede una bottiglia di whisky e dei bicchieri sul tavolo e si serve da bere) Le ho telefonato tutto il giorno.

Renzo                            - Ero fuori.

Ottavio                          - Avrei voluto evitare questa visita. Che è sgradevole.

Renzo                            - D'accordo.

Ottavio                          - Mi dica dov'è e me ne vado.

Renzo                            - Dov'è. chi?

Ottavio                          - Sa a chi alludo. Si ricordi: l'unico ad avere il diritto di essere seccato in questa storia sono io.

Renzo                            - Mi trovo in un treno senza locomotore. Dove siamo diretti?

Ottavio                          - Mi spieghi dove la topolina è andata a farsi un altro nido.

Renzo                            - Che topolina?

Ottavio                          - Mi dica dov'è sua moglie.

Renzo                            - Mia moglie?!? (a Guido) Mi domanda dov'è mia moglie.

Ottavio                          - Non l'ho minacciata con la pistola per farla scappare con me. È stata lei a pregarmi in ginocchio. Era pazza di me, completamente pazza. E io ho lasciato per lei la vedova di un cotoniere che, per la disperazione, credo, si sia suicidata.

Renzo                            - Sono anni che non vedo mia moglie, che sia scappata con lei o con un altro pugile.

Ottavio                          - Non sono pugile. Non sono un tipo comodo. Non mi faccio mettere nel sacco da un ometto come lei.

Andrea                          - (attraversa la stanza per andare dalla cucina nella sua stanza, attira l'attenzione di Guido toccandosi il labbro superiore per alludere ai baffi, cercando di far capire che Ottavio è quello che è scappato con sua moglie)

Guido                            - (guarda prima Andrea, poi Ottavio) Lui?!?

Andrea                          - (fa cenno di sì ed entra nella sua stanza)

Ottavio                          - Dov’è Giulietta?

Guido                            - (convinto, ora, si intromette) Giulietta non è sua moglie, ma la mia.

Ottavio                          - (scansa Renzo e si scaraventa su Guido) Su, parli.

Guido                            - Non ne so niente.

Ottavio                          - Un marito ha il dovere di sapere dov'è sua moglie.

Guido                            - (alterandosi) Senta bene, Giulietta non è più mia moglie e io non sono più suo marito, chiaro? Dov'è non mi riguarda. Perciò. (gli fa cenno d'andarsene)

Ottavio                          - È mio diritto sapere dov'è, visto che se n'è andata senza spiegazioni, portandosi via tutto.

Guido                            - Lo fa per abitudine.

Ottavio                          - Dobbiamo ritrovarla e persuaderla a ritornare.

Guido                            - Da me o da lei?

Ottavio                          - Da me, se le sta a cuore la felicità di Giulietta e il mio onore.

Guido                            - Ho gusto che Giulietta l'abbia mollata.

Ottavio                          - Non dimentichi che, prima di me, ha mollato lei.

Guido                            - Con una differenza: me dopo dieci anni; lei dopo dieci giorni.

Ottavio                          - Mi illudevo che esistesse un po' di solidarietà tra noi. Mi accorgo di aver preso un granchio.

Guido                            - Se mia moglie si è sbarazzata di lei così presto significa che lei come uomo. (fa lo stesso gesto che aveva fatto a lui Andrea)

Ottavio                          - (buttandosi su di lui) Di lei faccio polpette.

Renzo                            - (intromettendosi con decisione) Guido non sa niente di Giulietta. Non perda tempo, vada a cercarla altrove, batta piste differenti.

Ottavio                          - Pensavo che fosse così sensibile da capire la mia situazione.         

Guido                            - Lei lo è stato nei miei riguardi, quando si è portato via Giulietta?

Ottavio                          - Lei non ha mai avuto per Giulietta la millesima parte della passione che avevo io.

Guido                            - (fa per scagliarsi contro di lui) Le rompo il muso.

Ottavio                          - (esce sbattendo la porta)

Renzo                            - (a Guido, che fa per corrergli dietro) Lascialo perdere. (gli versa da bere) Beviti un whisky.

Guido                            - (beve d'un fiato) Hai sentito il tono? E ha il coraggio di venirla a cercare da me? Voleva anche della solidarietà. Forse pretendeva che gli buttassi le braccia al collo e mi precipitassi per aiutarlo a trovare Giulietta. Ma ti rendi conto della pretesa?

Renzo                            - Una stacanovista dell'amore, tua moglie. Brucia un uomo in 10 giorni.

Guido                            - E ne aveva già bruciati altri due prima, secondo Andrea.

Renzo                            - Non puoi giudicarla. Non è la sola a comportarsi così. Il fenomeno sta dilagando in modo impressionante. Guardati attorno: Giuliana Ambrosoli, madre e moglie esemplare, è scappata con un teen-ager. la moglie del mio usciere ha lasciato sette bambini e vuole fare la disk-jockey. la moglie del fornaio è scappata ieri con un domatore di leoni. Mi sai spiegare questo fenomeno?

Guido                            - Ci sarà qualcosa nell'aria. Come per gli uccelli, quando viene il momento della migrazione.

Renzo                            - Gli uccelli migrano in coppia, non lasciano i figli ai maschi. Bel padre sei!

Guido                            - Cosa posso farci se sono un padre che non è portato a fare la madre?

Renzo                            - Che c'è poi di così diverso? L'unica cosa che un padre non può fare è partorire. Lascia il tempo al tempo e si troverà il modo di farlo. Come Atacuco.

Guido                            - Chi?

Renzo                            - . un dio della mitologia peruviana che generò un figlio deponendo un uovo. In fondo anche noi possediamo ormoni femminili.

Guido                            - Si vede che mia moglie lo sapeva e ci contava. Della tua non hai più notizie?

Renzo                            - Non mi sento di condannarla. Tre gravidanze non sono uno scherzo. E l'allattamento. .

Guido                            - Meglio allattare che fare cucina.

Andrea                          - (rientrato sulla battuta, vestito per uscire) A me solo l'idea di farmi succhiare il capezzolo da un neonato dà la pelle d'oca.

Renzo                            - (seccato) Ma tu stai sempre ad origliare? E se facessi lo stesso anch'io?

Andrea                          - Io non ho segreti.

Guido                            - Mica parliamo di donne.

Andrea                          - Ma se non sapete parlare d'altro, specie tu, Guido! (esce col telefono)

Renzo                            - Se n'è accorto anche lui!

Guido                            - Non ho mica fatto voto di castità. come te.

Renzo                            - Non ho mai rinunciato alle mie esigenze sessuali.

Guido                            - Però non ne parli mai.

Renzo                            - Non metto i manifesti, come fai tu. Ma questa vita non mi ha condizionato.

Guido                            - Tu fai tutto con tanta naturalezza. Io, invece, per la casa sono negato. Sono un maschio all'antica, un maschio di prima del femminismo. Credi, per esempio, che, ieri, mi sia divertito a scegliere mutandine, calzini e pigiamini? Mi sono rotto e come!

Renzo                            - Mi pareva che ti fossi distratto con quella commessa così carina.

Guido                            - Hai visto che delizia? Con quei seni e quel culetto.

Renzo                            - Infatti: qualche volta me la porto a letto.

Guido                            - Te la porti a letto?!? Tu?!?

Renzo                            - Se non fosse per lei, perché mai comprare in quel negozio, che sta a casa del diavolo.

Guido                            - Non mi dicevi che si risparmia il 30 per cento? Complimenti! Con le marmellate credevo avessi rinunciato all'amore.

Renzo                            - Sono rimasto un maschio attivo.

Guido                            - Certo i nostri figli non capiranno mai i sacrifici che facciamo per loro. Ma è contro natura perché il padreterno ha detto alla donna che ai figli doveva pensare lei. Avrebbe dovuto chiarire meglio. Ma quando la vedi, la tua commessa dal momento che ti trovo sempre qui?

Renzo                            - Non ti riguarda. Allora, oggi, si va al circo?

Guido                            - Non potresti andarci tu coi ragazzi? Io avrei un impegno.

Renzo                            - . con una delle tue solite sgallettate?'

Guido                            - Chiedo un pomeriggio libero ogni morte di papa. Dalle tre alle otto, come la libera uscita.

Renzo                            - Cinque ore?

Guido                            - Per una volta tanto non voglio fare tutto di furia, come un militare in permesso. Quando rientrate, suoni alla porta, io faccio uscire la ragazza e vi raggiungo.

Renzo                            - In casa no! Io ti tengo i figli, solo se tu rispetti la casa.

Guido                            - Per una volta tanto vorrei essere comodo, con biancheria pulita e un bagno confortevole.

Renzo                            - Ci sono i mote1s.

Guido                            - Portarla nel letto dove stavo con mia moglie mi eccita. Spiegami come fai tu ad incontrarti con una donna.

Renzo                            - Risolvo secondo le circostanze.

Guido                            - Un tuo posto, ce l'avrai. Dove?

Renzo                            - Oltre a lezioni di economia domestica, dovrei anche spiegarti dove si portano le donne.

Guido                            - Hai una garçonnière? Potremmo usarla in due.

Renzo                            - Ti do tutti gli aiuti che vuoi, ma cederti anche il letto. no!

Guido                            - Tu che sei cosi efficiente in tutto, chissà che soluzione fantastica hai trovato per l'amore. In nome della nostra vecchia amicizia, ti prego, ti scongiuro.

Andrea                          - (entra riportando il telefono) Ho parlato con la mamma di Morelli. Andrò a prendere la scimmia e il merlo domani dopo scuola.       

Renzo                            - Non voglio altre bestie in casa oltre voi.

Andrea                          - C'è una soluzione, papi. Quando noi non ci siamo, la scimmia la chiudiamo in cantina.

Renzo                            - (con un boato) No! In cantina. mai!

Andrea                          - (imperturbabile) E va bene, la terremo in camera mia. (esce)

Guido                            - Sei saltato come un grillo. Cosa c'è di male a tenere la scimmia in cantina?!?

Renzo                            - (di getto) La cantina me la sono sistemata per le mie avventure.

Guido                            - La cantina? Geniale!

Renzo                            - È il mio rifugio ideale, la mia ultima spiaggia, dovrei lasciarla a una scimmia?

Guido                            - (lo abbraccia) Sei fenomenale! Prestamela per oggi.

Renzo                            - In via eccezionale. Ma porti la biancheria e la lasci in ordine perché stasera serve a me. Ti porto a vederla, c'è anche un minibar.

Guido                            - Lei non beve alcolici.

Renzo                            - C'è un fornellino, le fai un tè. .

Guido                            - Lei adora i dolci, un tè coi pasticcini.

Renzo                            - Perché non farle una torta? Ti insegno, è di una semplicità estrema. Tre uova. un etto di burro. due di zucchero. tre etti di farina. (escono insieme)

FINE DEL PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

La stessa scena, qualche tempo più tardi, un pomeriggio.

Renzo                            - (si aggira per la stanza alla ricerca della scimmia) Amanda? Si può sapere dove diavolo ti sei cacciata, Amanda? Vieni. ecco le noccioline. (scattando) Solo un criminale poteva portarmi in casa una scimmia. (suonano alla porta) Amanda? Amanda. vieni, per favore. (suonano per la seconda volta).

Voce uccello                 - Suonato! Campanello.

Renzo                            - (che nel frattempo ha afferrato la scimmia , che per comodità può anche essere finta, verso l'interno) Sei tu che fai il campanello? (suonano per la terza volta e si decide ad aprire)

Marta                            - (entrando, sui 40 vestita in modo casual) Salve!

Renzo                            - (molto sorpreso) Marta?!?

Marta                            - Cosa fai con quel «coso» in braccio?

Renzo                            - Dal momento che non posso più tenere in braccio te, ho preso una scimmia. Me ne libero subito. (uscendo) La casa la conosci, credo.

Marta                            - (si guarda attorno, posa un libro che ha in mano su di un mobile e grida dietro Renzo) Dovevi parlarmi? Tra una tavola rotonda e un dibattito televisivo ho pensato di salire da te.

Renzo                            - (rientra senza scimmia) Ti sono grato per questo onore. Salutiamoci come due persone civili. (le dà la mano)

Marta                            - (ritirandola subito) Puzzi di scimmia. I tuoi figli?

Renzo                            - . Sono cresciuti, sai?

Marta                            - Lo so, li vedo quasi sempre al giovedì.

Renzo                            - Accomodati. Che impressione ti fa rivedere quella che era la tua casa?

Marta                            - L'effetto che può fare a un ex-galeotto rivedere la sua cella.

Renzo                            - M'illudevo che qui avessi passato giorni felici.

Marta                            - . felice come in una cella. Quel quadro non c'era.

Renzo                            - Ti piace?

Marta                            - (risponde con una smorfia) Il colore della tenda fa a pugni con quello della stanza. E le poltrone hanno bisogno del tappezziere. E quel cuscino è spaventoso!

Renzo                            - (con ironia) Non sei cambiata.

Marta                            - Tu, invece, sei invecchiato. Terribilmente.

Renzo                            - Non sono più un giovanotto.            

Marta                            - A nessuno può venire in mente che lo sia ancora. Ingrassato non so di quanti chili. Ti sei inquartato, gonfio. Fatti vedere, mettiti dritto. Ti sono spuntate le tette.

Renzo                            - Cosa?!?

Marta                            - (gli tocca il petto sottolineando le mammelle) Non te le senti? E sono grosse, direi.

Renzo                            - Spuntate a me e sparite a te. Siediti. Io, invece, ti trovo in gran forma. Vuoi bere qualcosa?

Marta                            - (sedendo) No.

Renzo                            - Stai benissimo.

Marta                            - Logico, non sono più condizionata dalla famiglia che mi divorava. Se penso a tutti gli anni che sono stata sepolta qui, mi vengono i brividi. Non potevo stare in pace nemmeno la notte, perché mi saltavi addosso tu.

Renzo                            - Non mi hai mai fatto capire che ti dispiacesse.

Marta                            - Non perdiamo tempo, cos'hai da dirmi di così importante?

Renzo                            - . pregarti di concedermi il divorzio.

Marta                            - Per risposarti?

Renzo                            - L'ultima cosa che penso è di prendermi un'altra donna.

Voce uccello                 - Amore? Amorino bello?

Marta                            - Una volta eri bugiardo, ora sei anche spudorato.

Renzo                            - Ma no, cosa credi? Si tratta.

Voce uccello                 - Renzo? Renzino?

Marta                            - Coraggio, presentamela, questa Amanda che, quando ho suonato, stavi chiamando appassionatamente.

Renzo                            - Amanda è la scimmia.

Marta                            - Ma ha una bella voce.

Renzo                            - Non è la scimmia che parla, ma il merlo indiano. Sono di un amico di Andrea.

Voce uccello                 - Stronzo!

Marta                            - Nemmeno lui ti considera molto.

Renzo                            - Scusa, copro la gabbia così staremo in pace. (suona il telefono, risponde) Pronto? (ma si accorge che non c'è nessuno. Si sente il merlo ridere. Esce infuriato)

Marta                            - (si alza ed osserva la stanza, passa un dito sui mobili per controllare la polvere, poi si rimette seduta)

Renzo                            - Eccomi tutto per te.

Marta                            - È infantile riempirsi la casa di animali. Se ti senti solo, prenditi una compagna.

Renzo                            - Io non mi intrometto nella tua vita privata, tu non intrometterti nella mia, o.k.?

Marta                            - Era un consiglio quasi affettuoso.

Renzo                            - Grazie, non ho bisogno che mi faccia da mamma. (suonano) Sarà Guido, il mio vicino di pianerottolo. (va ad aprire ed entra)

Guido                            - (vede Marta) Disturbo?

Renzo                            - Ricordi la mia ex?

Guido                            - Non è una donna che si può dimenticare. (le dà la mano. A Renzo) La scimmia è sul balcone del piano di sopra.

Renzo                            - Di nuovo scappata. Altro che lo jogging. (esce)

Marta                            - Mi ha riconosciuta?

Guido                            - Anche se è diventata più bella, più giovane e più sexy.

Marta                            - La libertà mi giova. E sua moglie? La incontravo con una pancia così, poverina, un bambino in braccio, il passeggino in mano, carica di borse della spesa. Mi faceva una pena.

Guido                            - Mia moglie. (fa il gesto di dire che non c'è più)

Marta                            - Mi spiace. Del resto con la vita che le faceva fare, non poteva andare avanti per molto.            

Guido                            - Sta benissimo. Ma non vive più con me.

Marta                            - Che notizia meravigliosa. Quando la vedrà, le faccia i miei rallegramenti.

Guido                            - Si rallegri anche con me che, ora, sono libero. E disponibile.

Marta                            - Lo è sempre stato. Sua moglie non se ne accorgeva, io sì.

Guido                            - Mi controllava? Ne sono lusingato. L'ho sempre trovata molto piacente. E ora più che mai.

Marta                            - Cambi tecnica, non sono più una donna-oggetto.

Guido                            - Io, per lei, lo diventerei volentieri.

Marta                            - Usa, e getta.

Guido                            - (prende la mano di Marta e gliela bacia) D'accordo, ma prima mi usi.

Renzo                            - (rientrando con la scimmia e vedendoli in quell'atteggiamento rimane interdetto)

Guido                            - (alla scimmia) Sei tornata, Amanda? Scappi sempre.

Marta                            - Questa casa va stretta anche a lei.

Renzo                            - Vuole la sua libertà. (fissando Marta) Come tutte le scimmie. (esce)

Marta                            - Ha sentito?

Guido                            - Lo capisco, perdere una donna cosÌ.

Marta                            - Era carina anche quella che ha perduto lei.

Guido                            - Ma l'erba del vicino è sempre più verde. (ridono)

Renzo                            - (tornando a Marta) Vogliamo concludere il discorso?

Guido                            - Se sono di troppo.

Renzo                            - Vai a tenere compagnia alla scimmia, visto che le scimmie hanno simpatia per te.

Guido                            - . forse perché so come trattarle. (esce)

Renzo                            - Allora. questo divorzio?

Marta                            - A cosa ti serve, se non ti risposi.

Renzo                            - A non sentirmi più legato, a un estranea.

Marta                            - Un'estranea che ti ha dato tre figli.

Renzo                            - . dei quali ti sei dimenticata.

Marta                            - Li ho partoriti, allattati, svezzati, che vuoi di più?

Renzo                            - . il divorzio.

Marta                            - Non te lo concedo.

Renzo                            - (urlando) Combatti per la libertà e condizioni la mia?

Marta                            - Non voglio che tu faccia infelice un'altra donna.

Renzo                            - Pensa a non fare tu l'infelicità di un altro uomo. Sei sempre stata possessiva, gelosa, caparbia, prepotente, egoista. Con te non resistevano nemmeno le serve.

Marta                            - . le licenziavo, perché te le portavi a letto.

Renzo                            - Le sceglievi sopra i settanta.

Marta                            - Non tutte. Hai dimenticato la baby-sitter di Andrea?

Renzo                            - Era svenuta e l'avevo adagiata sul letto.

Marta                            - Ti ho sorpreso quando stavi adagiandoti vicino a lei. Mi hai costretta a una vita spaventosa. Ho dovuto rinunciare a vedere le mie amiche perché saltavi loro addosso.

Renzo                            - Ti ha rovinata il fanatismo. Prima quello della gelosia, poi quello del femminismo.

Marta                            - Il femminismo mi ha aperto gli occhi. (guarda l'orologio e si alza) Dio, com'è tardi. Mi hai sempre fatto perdere tempo, tu.

Renzo                            - Telefonerò al mio avvocato affinché si metta d'accordo col tuo per le pratiche del divorzio.

Marta                            - Sei peggiorato come carattere.

Renzo                            - Se credi di essere migliorata tu.

Marta                            - Sai cosa ti dico? Anche se fossi stato più bello, più intelligente, più magro e più giovane ti avrei lasciato lo stesso. La mia vita è un paradiso. Sono sola. padrona della mia esistenza. non cucino. non lavo. niente lavatrice. niente arrosto. niente problemi coi ragazzi. Libera e con una missione meravigliosa. donne di tutto il mondo unitevi e liberatevi dalla schiavitù dell'uomo. (verso la stanza interna) Guido? Me ne vado.

Renzo                            - Sei diventata un mostro.

Guido                            - (rientrando) Di già?

Renzo                            - È rimasta anche troppo.

Guido                            - La rivedrò?

Renzo                            - Qui no di certo.

Marta                            - Può vedermi domani alle 21 sul canale due nel programma «Donna è donna».

Guido                            - Poi le dirò quanto è fotogenica.

Marta                            - Lei ci sa fare. (a Renzo) E fai sparire quell'orrore di cuscino. (esce)

Renzo                            - (respirando di sollievo) Buttata fuori.

Guido                            - Incantevole!

Renzo                            - Mica sei normale tu.

Guido                            - Perché?

Renzo                            - Qualsiasi donna vedi, le sbavi dietro, la mangi con gli occhi. Vi ho lasciati un minuto e già le eri addosso.

Guido                            - . Scherzavamo.

Renzo                            - Di lei non me ne importa un fico. Ma è ancora mia moglie e siamo in casa mia.

Guido                            - Ti giuro che io.

Renzo                            - La prossima volta, controllati. La nostra amicizia non può guastarsi per una donna. Sai perché è venuta da me? Voglio il divorzio.

Guido                            - Ti vuoi risposare?.

Renzo                            - Ci si divorzia per chiarire una situazione, non per complicarla.

Guido                            - Còs'hai provato rivedendola?

Renzo                            - I ricordi piacevoli che avevo di lei si sono dissolti. Tutti.

Guido                            - Io, rivedendo Giulietta in tribunale, ho provato solo rabbia.

Renzo                            - Vive coll'uomo numero cinque.

Guido                            - Come lo sai?

Renzo                            - Da tuo figlio Pietro, che l'ha detto ad Andrea. Mi ha subito messo al corrente per farmi notare che sua madre si comporta meglio.

Guido                            - Con me i ragazzi sono delle tombe.

Renzo                            - Capisco perché, quando la vedono, tornano così nervosi. Me li mangerei vivi. Un rapporto rimasto irrisolto. Anche nella mitologia. Saturno, i suoi figli, se li è divorati. (passeggia nervoso)

Guido                            - Ce l'hai con me per via di. Marta?

Renzo                            - Mi trovi ingrassato?

Guido                            - Un po'.

Renzo                            - Dove?

Guido                            - Hai fatto un po' di stomaco. poi. in vita.

Renzo                            - E il petto?

Guido                            - Normale.

Renzo                            - Marta mi ha detto che mi sono spuntate le tette.

Guido                            - (lo guarda) Beh, effettivamente.

Renzo                            - . anche a te! (gli fa notare le mammelle) Non sarà che facendo la vita che fanno le donne. (prende da un cesto una montagna di golfini di lana e comincia a piegarli uno ad uno mettendoli in buste di plastica)

Guido                            - Con l'età ingrassiamo. bisognerebbe fare qualche dieta. Un mio collega con quella a punti si trova benissimo.

Renzo                            - Anche la dissociata è buona. Ma la migliore è quella della tigre. Niente grassi, niente zuccheri, niente farinacei. Solo uova sode e pompelmo.

Guido                            - (fa una smorfia) Le diete evidenziano le rughe. E non fanno ricuperare ai tessuti la loro elasticità. Ci vorrebbero dei massaggi. Pare che con la crema alle alghe si facciano dei miracoli. Ma meglio di tutto sarebbe andare in palestra.

Renzo                            - E dove lo troviamo il tempo? Con quello che abbiamo da fare in casa.

Guido                            - (aiutando Renzo coi golfini) Potremmo andare in palestra quando i grandi vanno a nuoto. E mandare i piccoli a quel corso di educazione manuale di cui si dice un gran bene.

Renzo                            - Chi ne dice un gran bene?

Guido                            - . un gruppo di mamme che incontro, quando vado a prendere Mario all'asilo. Pare sia molto formativo. La manualità è essenziale.

Renzo                            - Corsi inutili. Più che ai bambini, servono a lasciare libere le mamme. Non esagerare con la naftalina, basta una pallina per sacchetto.

Guido                            - Io mi sono un po' appesantito, ma non ingrassato.

Renzo                            - Io, invece. (si tocca il corpo). qui e qui.

Guido                            - Io, ieri sera, mi guardavo allo specchio le cosce. fai vedere le tue. (gli tocca le cosce) Questa è tutta cellulite.

Renzo                            - Ti rendi conto che parliamo come due.

Guido                            - . donne?

Renzo                            - Peggio. Come checche. (suonano alla porta) Giornata di visite. (va ad aprire ed introduce)

Marilde                         - Mi scusi, ha notizie della famiglia dirimpetto? Non rispondono al telefono. nessuno apre.

Guido                            - (andandole incontro) Che sorpresa! (l'abbraccia) Renzo, ti presento la mamma di. Giulietta. (saluti a soggetto)

Renzo                            - Prego, si accomodi.

Marilde                         - I    bambini?

Guido                            - Sono a una festa di compleanno.

Marilde                         - Rieccomi dopo quattro mesi d'Egitto. Ma sono ancora nell'Alto Nilo.

Renzo                            - . abbronzatissima. Un viaggio interessante?

Marilde                         - Sensazionale. Tre tipi di lumachine completamente sconosciute. Una, poi, costituisce una vera scoperta nella famiglia delle lumache. Fa una bava rossa. Sorprendente, no? Se non ne avessi portato qualche esemplare, nessuno mi avrebbe creduta. Quando le hanno viste sono rimasti a bocca aperta i signori del mio istituto.

Guido                            - Mia suocera è una ricercatrice.

Marilde                         - (a Renzo) A lei piacciono le lumache?

Renzo                            - Al madera.

Marilde                         - II  mondo delle lumache è affascinante. Ora pare che andrò in Amazzonia per continuare le ricerche. Sarà straordinario, ma dopo l'emozione egiziana della lumaca a bava rossa, cosa posso aspettarmi di più? Non vedo l'ora di annunciare a Giulietta la mia scoperta. Quando ritorna?

Guido                            - (a Renzo, che sta per uscire) No, resta. (a Marilde) Non ritorna.

Marilde                         - Dorme fuori?!?

Guido                            - Da circa tre mesi. Se n'è andata.

Marilde                         - Se l'avessi saputo.

Guido                            - Cosa avresti fatto?

Marilde                         - Le avrei scritto di raggiungermi in Egitto, chissà come si sarebbe divertita. (suona il telefono)

Renzo                            - (va a rispondere) Pronto? Un momento. Guardo subito. Te lo rimando da Andrea? No? Va bene, se è urgente passa a prenderlo. (posa il telefono e a Guido)                  La rivedrai.

Guido                            - Chi?

Renzo                            - Chi vuoi che sia? Marta. Mi ha annunciato il suo ritorno.

Guido                            - Definitivo?

Renzo                            - (ride) Mi vuoi così male?

Guido                            - (a Marilde) Ora conoscerai sua moglie.

Marilde                         - Dev'essere una padrona di casa perfetta, voglio congratularmi con lei per come tiene la casa.

Guido                            - Merito di Renzo. La moglie ha tolto le tende da anni.

Marilde                         - Allora faccio i complimenti a lei. (vedendoli che continuano a mettere a posto i golfini) Vi vedo molto attivi. (pausa) Dove posso vedere Giulietta?

Guido                            - Te lo diranno i ragazzi.

Marilde                         - (controlla l'ora) Purtroppo ho un appuntamento importante; una pubblicazione sulle lumachine dalla bava rossa. Lumache in best seller, non è meraviglioso? (a Guido) I ragazzi vivono con Giulietta?

Guido                            - Con me. Lei è troppo occupata.

Marilde                         - In che senso?

Renzo                            - (precedendo Guido) A ritrovare se stessa.

Marilde                         - Non è una ricerca da niente. Tu, Guido, ne soffri?

Guido                            - Non ne ho il tempo.

Marilde                         - È fortunata la lumaca a non avere di questi problemi.

Guido                            - Perché si porta dietro la sua casa?

Marilde                         - No, perché è ermafrodita.

Guido                            - Così non ha problemi.

Marilde                         - Se posso esprimere un mio parere nella storia dell'evoluzione, la separazione dei sessi è stata un imperdonabile errore. La nostra vita sarebbe così facile con l'ermafroditismo. Cercherò di vedere Giulietta ma non sperare che intervenga. Prima di tutto perché sarebbe completamente inutile e poi ha diritto anche lei di rompersi le corna come vuole. (suonano alla porta)

Renzo                            - (a Guido) Vai, vai ad aprire.

Guido                            - No, il padrone di casa sei tu.

Renzo                            - (va ad aprire) Entra, entra, Marta, Guido è sempre qui.

Marta                            - (andando verso Guido) Vive in concubinaggio con Renzo?.

Guido                            - Qualcosa in contrario?

Renzo                            - È un amore platonico.

Marilde                         - Questo non me lo avevate detto.

Marta                            - La signora è tua amica, Renzo? (le dà la mano) Non mi dica che è stata lei a regalargli quel «meraviglioso» cuscino.

Renzo                            - No, la signora si occupa solo di lumache.

Marta                            - Buone, ne vado matta.

Marilde                         - Io le studio, mica le mangio.

Guido                            - Marilde è mia suocera. La madre di Giulietta.

Marilde                         - Di ritorno dall'Egitto, volevo salutare mia figlia ma ha cambiato tetto.

Guido                            - . e letto. (piano a Marta) In continuazione, pare.

Marta                            - Non trova che sia giusto, signora, che anche noi donne possiamo avere il diritto di decidere della nostra vita?

Marilde                         - S'immagini se posso essere contraria. Io ho lasciato per sette volte lo stesso uomo. Mea culpa, mea maxima culpa. Quando si lascia un uomo, meglio non rivederlo più.

Marta                            - (guardando Renzo) Come ha ragione.

Marilde                         - (ai due uomini) Così, per rifarvi, vi siete messi insieme. Ecco perché vi vedo tanto casalinghi. (allude ai golfini)

Renzo E Guido             - (insieme) Noi due?!?

Marilde                         - Ho capito male?

Guido                            - Giulietta ha tolto l'ancora perché le donne, mi piacevano troppo. (strizza l'occhio a Marta)

Marta                            - Guarda me? Non posso dire niente. Non ancora.

Marilde                         - Se non è così, meglio. Ho imparato a non stupirmi più di niente. In un villaggio dell’Alto Nilo c'era un indigeno che conviveva maritalmente con una scimmia.

Guido                            - Se è per questo anche Renzo ne ha una.

Marta                            - (ridendo) E lei, Guido?

Guido                            - (allusivo). continuo ad andar matto per le donne.

Renzo                            - (perdendo la pazienza) Ecco il tuo libro di appunti, Marta. Si dice che si dimentica qualcosa per avere la scusa di ritornare.

Marta                            - Per rivedere una persona è più semplice telefonare.

Guido                            - Ma quando non si ha il numero che si vorrebbe?

Renzo                            - (scattando) Il numero di Marta, te lo do io.

Marilde                         - Anche in Amazzonia pare ci sia l'abitudine di scambiarsi le mogli. Al mio ritorno potrò confermarvelo.

Marta                            - Va in Amazzonia? Un bel viaggio.

Marilde                         - Le lumache vanno molto piano, ma arrivano lontano.

Marta                            - Lei ci va per le lumache?

Marilde                         - Certo. (quasi trasportata dai suoi ricordi) L'Heligogona Faustina è forse il più affascinante esemplare di gasteropode. Me la vedo ancora strisciare silenziosa e regale sulle rocce cretacee e sugli spiazzi pietrosi del Caucaso. E cosa dire dell'Isogonomostoma Personatum col suo bel guscio coperto di peluzzi iridescenti. di deliziose piccole corna vellutate. E chissà che incontri favolosi farò nelle foreste dell’Amazzonia.                

Marta                            - Potessi venire con lei in Amazzonia. Ci sono molte tribù ancora selvagge. Se le civilizzano gli uomini sarà un guaio. Se potessimo andarci noi donne.

Renzo                            - Un'occasione unica per te, Marta. Vai anche tu in Amazzonia.

Marilde                         - E perché no? Potremmo parlarne.

Marta                            - Non ora perché sono in ritardo.

Marilde                         - Anch'io. Ha la macchina? Da che parte va?

Marta                            - In centro.

Marilde                         - Allora mi darà un passaggio. Arrivederci.

Guido                            - Il mio numero è facilissimo. Tre 8 e quattro 2: 8882222. (incontrando lo sguardo di Renzo) Marilde chiamami, così ti faccio dare dai ragazzi l'indirizzo di Giulietta.

Marta                            - (a tutti e due) Addio, addio.

Marilde                         - Passerò per vedere i ragazzi. Mi fa piacere che tu Guido non abbia fatto una tragedia della tua catastrofe matrimoniale. (a Renzo) E lei scusi l'intrusione.

Guido                            - (sempre a Marilde per dirlo a Marta) Mi trovi sempre in casa dopo le otto. (Marilde e Marta escono) ,

Renzo                            - (appena soli, esplode) La stanza da letto è di là. Visto che c'eri potevi anche approfittarne.

Guido                            - Non so cosa vuoi dire.

Renzo                            - Se vuoi portartela a letto, fallo, visto che pare che anche a lei faccia piacere. Ma comportarti come un cretino davanti a me, non mi pare di buon gusto.

Guido                            - Cos'ho fatto? Il numero di telefono l'ho dato a mia suocera che con tutte quelle lumache per la testa, non lo ricorda.

Renzo                            - Sai cosa non sopporto? Che mi prenda per scemo.

Guido                            - Non ti prendo per scemo. Il fatto è che quando vedo una donna. non resisto, non ce la faccio a controllarmi. è più forte di me. Sono un farfallone amoroso, ma non è che combini poi molto. Vedo una donna parto a razzo, ma, poi, ne vedo un'altra e ho già dimenticato quella di prima. Sei in collera? Non mi dirai che sei ancora innamorato di Marta?!?

Renzo                            - Può fare quello che le pare. Ma non sotto i miei occhi.

Guido                            - Ma l'ho fatto anche per far capire a mia suocera che non è che mi strappi i capelli per Giulietta.

Renzo                            - A lei importano soltanto le sue lumache ermafrodite. Se rivedi Marta, vacci pure a letto, ma non dirmelo.

Guido                            - Finiamo di sistemare i golfini.

Renzo                            - No, ci penserà Rafael. (prende con rabbia tutto e lo ficca nella cesta che poi porta via) E poi basta con questa vita. Non ne posso più di questi nostri discorsi assurdi da donne in menopausa: stiamo comportandoci come borghesucce da quattro soldi che non sanno parlare che di cucina, di ragazzini, di cellulite, cercando di convincerci che la nostra è una vita meravigliosa, mentre invece è una vita di merda!

Guido                            - (affrontandolo) E così parla l'uomo ideale, il nuovo Atacuco, il re del focolare?

Renzo                            - Ma ti pare che valga la pena ridurci così solo perché quelle puttane ci hanno buttato in mare aperto e se ne sono andate a vele spiegate?! ?

Guido                            - Ma se fino a ieri hai sempre giustificato il loro bisogno d'indipendenza!.

Renzo                            - Io non ce la faccio più! Non ce la faccio più! (ripete le parole di Marta) Cucinare. lavare. stirare. arrosto che brucia. problemi coi ragazzi. Ma perché rinunciare a una donna? Perché non lasciarli a lei questi problemi? E, in più, la sera ti scalderà il letto e non sentirai più freddo.

Guido                            - E ai ragazzi non pensi?

Renzo                            - Sono trentanove mesi che ci penso e mi pare che basti. Io sono un veterano, mentre tu, in tre mesi, non hai ancora avuto il tempo di distruggerti la vita come ho fatto io. Inutile fare i missionari ed occuparsi sempre e solo degli altri. Ora voglio che qualcuno si occupi di me. Continuando così, non solo mi verranno fuori i seni, ma anche quell'altra cosa che mi è sempre piaciuta in una persona dell'altro sesso, ma che non vorrei avere io. Non sono un Atacuco e non ho nessunissima intenzione di diventarlo.

Guido                            - Ho capito. Hai chiesto il divorzio perché vuoi risposarti.

Renzo                            - (con sfida) E se così fosse?

Guido                            - Se hai trovato la donna giusta, fai benissimo. Ma se lo fai soltanto per far rabbia a tua moglie, per rimediare la tua donna-oggetto.

Renzo                            - Te ne hanno insegnato di cose le femministe.

Guido                            - Ripeto le tue parole quando volevo che Patrizia venisse a vivere con me e i bambini. Mi hai convinto che era più che sufficiente incontrarla nelle catacombe. Ed avevi ragione perché non c'era niente che mi legasse a lei.

Renzo                            - Ma ti rendi conto che facciamo una vita contro natura? Se dio ha creato Eva, lo ha fatto perché Adamo da solo si rompeva. E io sento il bisogno di una donna vicino. di sentirne il profumo. il calore. di dormirci insieme.

Guido                            - E credi che io non senta lo stesso bisogno?

Renzo                            - Tua moglie se ne è andata da tre mesi, la mia da più di tre anni. E il tempo passa, io invecchio, mi appesantisco, tra poco arriverà anche lo sfacelo dell'età. Voglio viverli, questi anni che mi restano, avere dei ricordi, non solamente dei rimpianti.

Guido                            - È una reazione alla visita di Marta.

Renzo                            - Marta non c'entra, sono io che voglio una vita normale. Una donna in una casa è qualcosa di reale e di vero, che ti fa sentire vivo e che. (suona il telefono. Va a rispondere) Pronto?. Grazie, Nicoletta, non ho bisogno di niente. Ho tutto, proprio tutto. Io sto bene, i ragazzi stanno bene, la scimmia e il merlo stanno bene, la spesa è fatta, la cena è pronta e ho persino messo i golfini in naftalina. Grazie. Buonanotte! (mette giù il ricevitore sollevato per la sua sparata) Basta anche con queste vecchie befane che vogliono intrufolarsi nella nostra vita!

Guido                            - Non mi hai detto chi è la candidata.

Renzo                            - Ne ho più d'una.

Guido                            - Tutte di provenienza catacombale?

Renzo                            - Tra le donne che vengono a letto con me ce ne sono di primissimo ordine. Clara, per esempio. È deliziosa, buona, intelligente. È libera perché sta per divorziare.

Guido                            - Ne sei innamorato?

Renzo                            - Alla mia età pensi sia necessario?

Guido                            - Io ci penserei bene, prima di mettermi in casa una Clara qualsiasi, solo per potertela trovare nel letto la notte.

Andrea                          - (entra in casa) Salve!

Renzo                            - Già di ritorno?          

Andrea                          - Mi rompevo e me la sono squagliata. A una festa di bambini si divertono solo le mamme. La scimmia? Il merlo?

Renzo                            - La scimmia l'ho ripresa al piano di sopra e l'ho chiusa in camera tua. Al merlo ho coperto la gabbia perché scocciava.

Andrea                          - Povero merlo, crederà di essere al polo nord dove la notte dura sei mesi (corre in camera sua e comincia a sentirsi la sua voce e quella del merlo)

Guido                            - Domani. giornata faticosa. Il pediatra per la solita visita di controllo. poi porto i ragazzi dal barbiere. poi in giro per le scarpe.

Renzo                            - Stai diventando un gran bravo padre.

Guido                            - Ho avuto un buon maestro.

Renzo                            - Lo puoi dire forte.

Andrea                          - (rientrando) Propinano a una festa dei cartoni animati che vediamo a tutte le ore del giorno in TV! Poi, gli indovinelli e, come premio, l'aranciata, i panini e la torta. La gente non ha fantasia.

Renzo                            - E tu per una festa di bambini cosa proporresti? La droga?

Andrea                          - E tutte quelle madri vestite per bene e pettinatissime che ti sbaciucchiano in attesa che comincino i cartoni animati! Organizzano le feste solo per poterlo rinfacciare ai figli: io ti ho fatto la festa e tu non sei carino con me.

Renzo                            - Io, di feste, mai.

Andrea                          - E nessuno ti ha mai chiesto di farle.

Voce uccello                 - Amore? Amorino? Facciamo l'amore?

Andrea                          - Vorrei sapere che diavolo fate voi due in casa quando noi non ci siamo. In casa di Morelli Claudio, frasi sconvenienti il merlo non le diceva. Non vorrei che ci dicessero che glielo abbiamo traviato. (risate del merlo) Di cosa parlavate?

Renzo                            - . della nostra vita di uomini soli. Non ti sembra strana una casa senza donne?

Andrea                          - Fuori il rospo. Vuoi riprendere moglie?

Renzo                            - Chissà che non sia la soluzione migliore per me e per voi.

Andrea                          - Per te d'accordo, anche se ho le mie riserve. Ma se, dopo il vostro rapporto entra            in crisi, mi dici cosa succede? Abbiamo fatto una fatica boia io e i miei fratelli a ritirarti su dopo l'esodo di mamma.

Guido                            - Ma si è ripreso.

Andrea                          - Tu non parlare, mi ha raccontato Pietro che ti mettevi un figlio nel letto tanto ti sentivi solo. Siete strani, voi due. Vi fate sbranare dalle donne. (corre via urlando) Forza, Amanda, all'attacco! Stanno arrivando gli uomini della settima Galassia! Aiuto dal pianeta giallo. (esce e si sentono le voci del merlo e della scimmia unite alla sua, ma subito si riaffaccia) Padre, prepara il pasto alle belve. Ho una fame da lupo.

Renzo                            - Non hai mangiato abbastanza alla festa?

Guido                            - (alzandosi) Vado a prendere i piccoli e li porto a casa.

Renzo                            - . Non ho nulla per cena.

Guido                            - Fai un piatto facile e svelto, il riso alla serba.

Renzo                            - Come si fa?

Guido                            - Ora te lo dico. Leggo sempre qualche ricetta prima di addormentarmi.

Renzo                            - Una volta, prima di addormentarti, le impiegavi meglio le tue energie.

Guido                            - Lo so, non me lo ricordare.

Renzo                            - È semplice da farsi questo riso alla serba?

Guido                            - Semplicissimo: metti in una teglia una scodella di riso, una e mezza di brodo, sopra fette di peperoni e di pomodori, un po' d'olio. Buio. Qualche giorno dopo. Renzo, con un grembiule alla vita, passa l'aspirapolvere nella stanza.

Renzo                            - (fatto un ultimo giro, fischiettando allegro, spegne l'aspirapolvere e lo porta in cucina. Ritorna con guanti da lavoro, straccio e spray. Guarda compiaciuto la pulizia fatta e sta per infilarsi i guanti)

Guido                            - (entra e si guarda attorno) Perbacco, ottimo lavoro. Ti posso dare una mano ancora?

Renzo                            - Se vuoi passare lo spray sui mobili. così sistemo i fiori. (gli passa guanti, straccio e spray e va in cucina)

Guido                            - I tuoi figli e i miei stanno giocando. Ora li porto fuori. Quanto li devo tenere? Mezz'ora? (comincia a pulire i mobili)

Renzo                            - (rientrando con un enorme vaso di fiori) Sì, il tempo per concludere.

Guido                            - Buono questo spray, meglio di quello che uso io.

Renzo                            - Lo trovi al supermercato. Costa poco.

Guido                            - Cerca di essere dolce e delicato con lei. falle capire che non vuoi schiavizzarla. (parla come una mamma alla figlia fidanzata) Glielo hai detto che in casa sai fare di tutto?

Renzo                            - Sì.

Guido                            - Trova il modo di dirle anche che sai fare la spesa, cucinare, pulire, stirare. Deve sapere che sai anche fare delle straordinarie marmellate e mettere la frutta sotto sciroppo.

Renzo                            - Credi che sia il caso?

Guido                            - Una donna riflette molto prima di mettersi con un uomo. Ha tanti di quei dubbi. in fondo, è in giuoco il suo avvenire. Portala anche in camera tua e in quella dei ragazzi.

Renzo                            - Devo farle fare la visita guidata?

Guido                            - Bisogna che veda coi suoi occhi come tieni tutto in ordine. Apri gli armadi. falle vedere la roba di lana nelle buste in naftalina. che le lenzuola e gli asciugamani sono belli morbidi con i sacchetti di lavanda. Sono dettagli, ma non vanno trascurati perché fanno buona impressione a una donna. Deve sentirsi rassicurata quando sta per decidersi. Oggi da un uomo pretende delle garanzie. E se, per esempio, non fosse portata ad occuparsi della casa?

Renzo                            - È già stata sposata una volta.

Guido                            - Questo non vuol dire. Fatti vedere, docile, remissivo, di buon carattere. Deve pensare che sei disposto a fare quello che vuole lei.

Renzo                            - Dovrà darmi una mano anche lei, altrimenti perché me lo prendo in casa?

Guido                            - Certo che sarebbe più facile se fossi solo, ma coi figli.

Renzo                            - Glieli ho fatti conoscere. Li trova carini.

Guido                            - Conoscerli in pasticceria è un conto, vivere con loro un altro. Andrea, per esempio, è simpatico, ma non ha un carattere comodo. lei deve capire che dei figli sarai tu a continuare ad occuparti. (si toglie i guanti e li restituisce a Renzo con lo straccio e lo spray).

Renzo                            - (portando tutto in cucina) Però non deve nemmeno pensare che la voglio solo per scaldarmi il letto.

Guido                            - Giusto! Allora non capisco perché.

Renzo                            - Clara mi piace e penso sia la donna per me.

Guido                            - Speriamo tutto vada bene, ma qualche dubbio. ce l'ho!

Renzo                            - Non vedo che difficoltà ci possano essere. (sprimaccia i cuscini per farli gonfiare meglio) È un esperimento. Se va bene. ci sposiamo.

Guido                            - Visto che giuochi in campo, speriamo vinca la partita.

Renzo                            - Con una donna in casa la nostra amicizia non sarà più la stessa.

Guido                            - Vedendo te felice con Clara potrei anche io seguire il tuo esempio. Ma bisogna che il tuo esperimento riesca.

Renzo                            - E perché non dovrebbe riuscire? (gli è capitato tra le mani il famoso cuscino odiato da Marta) Lo trovi così orribile?

Guido                            - Starebbe meglio sul lettone della cantina.

Renzo                            - La cantina si smonta. Ormai non serve più. Ah, le ho fatto la torta di mandorle salate e un cocktail. Vieni, te lo faccio assaggiare. (va in cucina con Guido mentre)

Andrea                          - (entra dalla sua stanza, controlla l'ora, poi butta un giaccone su di una poltrona, la borsa del nuoto su di un 'altra e si allunga sul divano)

Renzo                            - (sentendo dei rumori rientra dalla cucina) Cosa diavolo fai? Sono ore che pulisco. Ti rendi conto del casino che hai fatto? Mi schiacci i cuscini.

Andrea                          - Capirai che danno!

Guido                            - (rientrando anche lui. Ad Andrea) Non eri a nuoto?

Renzo                            - (toglie borsa e giaccone, sprimaccia di nuovo i cuscini) Guarda. guarda cosa ha combinato.

Andrea                          - (in piedi, alludendo ai fiori) E dove lo metti il morto?

Renzo                            - Sai che è mia ambizione, quando viene qualcuno, fargli trovare la casa in ordine.

Andrea                          - Non quando vengono i miei amici, però. Ad ogni modo, papino, questa volta non farti mettere sotto. Mi sono arrivati spezzoni dei consigli che ti dava Guido. Sembrava una madre ansiosa per l'incontro della figlia brutta e zitella col suo pretendente. Voi con le donne non ci sapete fare. Docili, remissivi, vi fate subito condizionare. Non vi siete ancora resi conto di che strano mammifero sia la donna. Gentilezza e sensibilità ci vogliono, ma deve sentire che la forza del maschio non è inferiore alla sua. Prendi esempio dalla storia, papino, se Paride avesse avuto più polso con Elena, io non sarei obbligato a studiarmi la guerra di Troia. (prende le sue cose) In bocca al lupo! (esce ed aprendo la porta si sentono le urla degli altri ragazzi)

Guido                            - Hanno già tirato fuori le bici. Esco prima che si scatenino. Quando torno, me la fai conoscere, eh? (esce)

Renzo                            - (rimasto solo controlla l'ordine della stanza, sistema meglio i fiori, raccoglie una fogliolina caduta, mette una musica di sottofondo, va in cucina, ritorna con la torta salata che mette sul tavolo, poi va a prendere due bicchieri e li sistema su di un vassoietto, va in cucina e ritorna colla caraffa del cocktail e una bomboletta di spray che spruzza nella stanza beandosi del profumo. Ripone la bomboletta, controlla la sua pettinatura allo specchio, appeso vicino all'ingresso. Suonano alla porta, fa per andare ad aprire ma si accorge che ha ancora il grembiule alla vita, se lo toglie e lo butta in cucina. Suona il telefono. Va a rispondere) Pronto? Qui non c'è anima viva. (riaggancia. Suonano ancora e si precipita ad aprire col suo più radioso sorriso, che subito gli si gela sul viso. Appare)

Marilde                         - (carica di pacchi) Da mio genero non c'è nessuno. Non posso venire di sera. Mi scusi.

Renzo                            - È uscito saranno cinque minuti coi suoi figli e i miei.

Marilde                         - (posa i pacchi su di un mobile e comincia a scartarli davanti a Renzo sconvolto) I regalini che ho promesso ai nipotini. Qui ci sono datteri freschi. Un bel grappolo, no? (qualche dattero cade e Renzo cerca di raccoglierli) Lasci, lasci, non importa. (scarta un altro pacco) E queste sono palline colorate con le quali giocano i bambini nell’Alto Nilo. (alcune palline si spargono per la stanza. Scarta un altro pacco) E questi degli oggettini fatti coi gusci delle noci di cocco. (sistema questi ultimi da ogni parte) Carini, no? Pieni di fantasia. Posso avere un bicchier d'acqua? Ho una sete.

Renzo                            - Subito. (va in cucina)

Marilde                         - Dica ai miei nipotini che la nonna telefonerà presto. (cerca di mettere ordine peggiorando la situazione) Faccia con comodo. (suonano) Apro io, non si preoccupi. (apre ed appare)

Clara                             - Buongiorno. (teme di aver sbagliato) Ma non è qui che.

Renzo                            - Clara. (entra di corsa col bicchier d'acqua sul vassoio)

Clara                             - Come hai indovinato che avevo sete, tesoro? (prende l'acqua e la beve)

Renzo                            - Era per lei. (indica Marilde) Prendo un altro bicchiere. (esce)

Marilde                         - Si accomodi, signora. Io sono Marilde, la nonna di.

Clara                             - Ha dei nipotini incantevoli.

Marilde                         - Li conosce?

Clara                             - Certo. Sono Clara, un'amica.

Marilde                         - Un'amica o l'amica?

Renzo                            - (entrando sussulta e fa cadere a terra il bicchiere che si rompe)

Marilde                         - Uh, che disastro. Quando un uomo fa qualcosa, combina sempre un guaio. Togliamo subito i vetri, altrimenti i bambini si possono far male. (ma lascia che lo faccia Renzo. Spegne la musica ed invita Clara a sedere) Nell’Alto Nilo, dove si soffre la siccità, versare l'acqua dicono che porti male.

Renzo                            - Ahi! (si è tagliato prendendo i vetri rotti)

Marilde                         - Vede? Subito a disinfettarsi. Svelto. (Renzo esce)

Clara                             - Sa che non conosco ancora l'Egitto? Una mia imperdonabile lacuna.

Marilde                         - (sedendo anche lei) Fantastico, stupendo l'Egitto. Ci sono appena tornata. (vedendo caraffa e bicchieri) C'è di meglio dell'acqua! (versa nei due bicchieri e a Renzo che rientra) Cos'è?

Renzo                            - Cocktail all'avocado.

Marilde                         - (bevendo) Ottimo. (a Renzo) Attento a dove mette i piedi. Meglio asciugare. E non pesti i datteri. Le palline colorate, diventano chewing-gum. (rifiuta l'acqua) Grazie, la riporti in cucina. Meglio il cocktail. (Renzo torna in cucina furibondo) I frutti tropicali sono straordinari. In Egitto non mangiavo altro.                 

Clara                             - Ha fatto un viaggio turistico?

Marilde                         - No, sono andata a cercare lumache.

Clara                             - Così lontano?

Marilde                         - Sono ricercatrice e ho fatto delle vere scoperte. (Renzo è rientrato e con uno straccio pulisce per terra) Se l'interessa, ogni sera faccio delle conferenze sui gasteropodi. (tira fuori dalla borsa un cartoncino) Ecco l'indirizzo. Sala settima, al primo piano. Stasera parlo dei problemi sessuali dei gasteropodi. Si può sempre imparare molto dalla vita degli ermafroditi.

Clara                             - Davvero? Non lo avrei mai immaginato. (a Renzo) E tu?

Renzo                            - Gli ermafroditi a me non possono insegnare niente. (torna in cucina)

Marilde                         - Venga sola, lui lo lasci a casa. Gli uomini sono così insensibili, a volte. (a Renzo che è tornato) Se va a prendersi un bicchiere, facciamo assaggiare anche a lei questo delizioso cocktaiL.. (Renzo torna in cucina per prendersi un bicchiere) Conosce mia figlia?

Clara                             - No, solo i bambini.

Marilde                         - Lei se n'è andata. Non è che l'approvi, ma bisogna anche capirla. Lui l'aveva ridotta a una schiava. voleva essere servito come un pascià. E, poi, un tale donnaiolo.

Clara                             - Davvero? (guarda Renzo che rientra con riprovazione)

Marilde                         - Nella vita si può fare quello che si vuole, ma non bisogna esagerare. Meglio separarsi. Ci sono i bambini, lo so, ma non servono come colla per riattaccare insieme i cocci di un amore finito. Gli animali come fanno? Passato il periodo dell'amore, ognuno per conto suo. (a Renzo) Venga qui col bicchiere, un goccino anche a lei. È ottimo.

Renzo                            - (seccato) Lo so, l'ho preparato io.

Marilde                         - (alzandosi) Le lascio il mio posto. Scusi la mia invadenza e mi baci i bambini. (a Clara) Alle nove. Forse verrà anche l'altra signora che ho incontrato qui. (saluti a soggetto, esce)

Renzo                            - Scusami, una visita fuori programma. Avevo messo tutto in ordine, è arrivata lei, guarda che disastro.

Clara                             - Adoro il disordine. Quello che conta è stare con te. Simpatica tua suocera.

Renzo                            - Non è mia suocera.

Clara                             - Mi ha detto che era la nonna.

Renzo                            - . dei bambini di Guido, il mio vicino, non dei miei. Non ci siamo nemmeno salutati. (l'abbraccia) Sei uno splendore!

Andrea                          - (entra dall'ingresso) Salve!

Renzo                            - (sorpreso) Ma. non eri a nuoto?

Andrea                          - (scaraventando borsa e giaccone sulle poltrone) Sciopero degli istruttori. A noi fanno pagare salato e agli istruttori danno una miseria. Uno sfruttamento. Sono solidale coi maestri di nuoto. Questa è la tua famosa amica? Ci conosciamo? Con tutte le donne di papi ci vuole la bussola per orientarsi.

Clara                             - Ti ho visto in pasticceria, ricordi? Sei cresciuto.

Andrea                          - Se non si cresce a quest'età, si resta tappi. (con un urlo) La torta di mandorle? Traditore, me l'avevi tenuta nascosta. (se ne taglia una fettona che subito addenta)

Renzo                            - Che modi sono? Prima le signore. (taglia una fetta per Clara)

Andrea                          - La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Qualche minuto in più in forno e sarebbe stata perfetta. Ad ogni modo non è male.

Clara                             - L'hai fatta tu, Renzo? Complimenti. Siedi, Andrea, come va la scuola?

Andrea                          - È un guaio con queste prof sempre incinte. Ora tocca a quella di mat.

Clara                             - Sei bravo a scuola?

Andrea                          - È nella vita che bisogna essere bravi.

Clara                             - Tuo padre dice che a scuola vai bene.

Andrea                          - Papi è di quelli che si accontentano di poco. (vedendo i regali di Marilde) Datteri? E tutta questa altra roba. (a Clara) Portata da lei?

Renzo                            - La nonna di Piero e Mario. per i suoi nipoti.

Andrea                          - (divora datteri e gioca con le palline) Non sono doni dell’aspirante mogie.

Clara                             - Non ho di queste ambizioni. È tuo padre che è un aspirante marito.

Andrea                          - Gli pesa la solitudine.

Renzo                            - Certo, da quando mi hai portato via merlo e scimmia.

Andrea                          - È di nuovo a pezzi. Ha bisogno di una concubina.

Renzo                            - Non fare discorsi cretini.

Andrea                          - Non vuole scoprirsi, ma lo conosciamo. Vado in cortile. (andandosene) Vinca il migliore! (esce)

Clara                             - Deve avere un quoziente intellettivo altissimo. E ha certi occhi.

Renzo                            - Quelli di sua madre. (suona il telefono e corre a rispondere) Pronto. Scusami, Nicoletta, ma non in questo momento. Sì, richiamami. (posa il ricevitore)

Clara                             - Così drammatica la tua solitudine?.

Renzo                            - Alludi alla telefonata? Una zitella che rompe le scatole al suo prossimo. (suonano alla porta) Scusa.

Clara                             - Come puoi sentire la solitudine in una casa così movimentata?

Renzo                            - (apre ed appare Guido, che subito spinge fuori) Troppo presto! (richiude) Eccomi e speriamo che ci lascino in pace, ora. Ti piace la casa?

Clara                             - Stavo appunto pensando a come sistemerei i mobili se ci vivessi.

Renzo                            - Non stanno bene come sono?

Clara                             - Benissimo, ma io li sposterei lo stesso. Come fai a tenere la casa così bene? Dovresti vedere quella del mio ex marito, una sporcizia che dà i brividi, persino a una donna poco ordinata come me. Io non mi occupo molto della casa. Lo considero un inutile perditempo. Con le tante cose divertenti ed interessanti che si possono fare, perché passare le ore a lucidare l’argenteria o a far cucina? Mi pare assurdo.

Renzo                            - (molto colpito) Non ami la casa? Non ti fai nemmeno da mangiare?

Clara                             - O vado a uno snack o mi scaldo i precotti. Preferisco rannicchiarmi in una poltrona a leggere. Leggo tutto, divoro. E tu?

Renzo                            - . un po' la sera, prima di dormire.  

Clara                             - E che cosa?

Renzo                            - Ricette di cucina. Rilassano i nervi. (silenzio imbarazzante) Ti guardo e ogni volta mi sembri più carina.

Clara                             - Ti piace il mio vestito?

Renzo                            - Sei di uno chic.

Clara                             - Purtroppo amo spendere. Specie per vestire. Ma, ora, parliamo di noi.

Renzo                            - Hai riflettuto sulla mia proposta?

Clara                             - Certo, qualsiasi donna ne sarebbe lusingata. Uomini come te. non ce ne sono molti. Ma una donna che ha assaporato la libertà, ci pensa molto prima di perderla di nuovo. Ti dispiace se sono sincera?

Renzo                            - Non sarà che non mi vuoi bene abbastanza?

Clara                             - Io ti voglio bene. Quanto me ne vuoi tu.

Renzo                            - (baciandole la mano) Tantissimo, allora.

Clara                             - Noi due stiamo bene insieme. C'è armonia. accordo fisico. simpatia. Ma non è amore.

Renzo                            - Lo è, te lo giuro.

Clara                             - Guardami negli occhi: te lo ricordi cos'è l'amore? Te lo ricordi ancora? Pensaci bene.

Renzo                            - Se ti dico che ti amo.

Clara                             - Non parliamo d'amore. Tu mi hai fatto una proposta e io non ti dico di no. (entusiasmo di Renzo) Ma nemmeno di sì.

Renzo                            - (scombussolato) Ma l'altra volta mi eri sembrata d'accordo.

Clara                             - Perché era una giornata particolare. c'era nebbia. faceva freddo. avevo letto un romanzo tristissimo. tu mi abbracciavi con tanta dolcezza. Da una parte sarebbe una soluzione, certo, ma dall'altra. no. Abbiamo caratteri e gusti diversi. ci conosciamo poco. Ci sono i figli.

Renzo                            - . non sono un problema.

Clara                             - Non saprei nemmeno come comportarmi con loro. Sono così contenta che il mio ex marito ed io abbiamo deciso di non metterne al mondo.

Renzo                            - Non ti piacciono i bambini?!?

Clara                             - Sì, ma ora sarebbero sballottati tra padre e madre.

Renzo                            - I miei stanno bene con me, i tuoi starebbero bene con te.

Clara                             - Forse sarei stata una buona madre per i miei figli, ma per i tuoi?

Renzo                            - Vivendo con me i miei diventerebbero tuoi.

Clara                             - No, perché hanno una madre. Il nostro rapporto, perciò, non sarebbe così semplice. Se fossimo soli io e te.

Renzo                            - Questo non è possibile e lo sai.

Clara                             - Lo so, non hai bisogno di spiegarmi. Vivendo in famiglia, sarei obbligata ad orari precisi, abitudini non mie, obblighi domestici. Dovrei dire addio alla mia meravigliosa indipendenza. Nella nostra vita un errore, lo abbiamo già commesso, commetterne un secondo sarebbe grave. Non essere in collera.

Renzo                            - Al contrario, apprezzo la tua franchezza.

Clara                             - Quando un uomo resta solo, la sua vita diventa più complicata, ma la sua libertà resta quella di sempre. Per una donna è diverso. Quando si scioglie dal suo legame capisce finalmente cosa significa fare quello che vuole, disporre come meglio crede della sua vita. Tanto per fare un esempio, se vivessimo insieme dovrei rinunciare a un'avventura piacevole come quella che ho con te.

Renzo                            - E io farei altrettanto.

Clara                             - Tu sei un uomo e non rinunceresti. Ma se lo facessi anch'io, la prenderesti male.

Renzo                            - (che ha perso molto del suo entusiasmo) Malissimo.

Clara                             - Perciò legarci conviene?

Renzo                            - Stai giocando come il gatto col topo. Dimmi però se.

Clara                             - Ti ripeto che non ti dico no, Renzo, ma nemmeno sì. A 18 anni mi sono distrutta la vita sposando un uomo per il quale sentivo solo attrazione fisica, la stessa che sento per te.

Renzo                            - Io non sono più un ragazzino. Ho parecchi annetti più di te.

Clara                             - . diciotto.

Renzo                            - Pensi siano troppi?

Clara                             - E tu?

Renzo                            - La mia pensione è reversibile.

Clara                             - (abbracciandolo) Figurati se voglio restare vedova. Il nero, mi sta malissimo. Dammi ancora un po' di cocktail.. E di questa squisita torta salata. L'hai fatta proprio tu? Io non so fare niente. Se vivessi con te, ti farei lavorare come un negro. Mi faresti tanti buoni piattini ogni giorno se io decidessi di trasferirmi con te? E mi porteresti in giro a vedere le mostre, a sentire i concerti, a vedere spettacoli impegnati e no? Mi piace essere aggiornata con la vita culturale. Hai letto Schopenauer? E ti piace Racine? Io per Racine. (suonano alla porta)

Renzo                            - (quasi sollevato) Questo è Guido, che ha così voglia di conoscerti. (va ad aprire ed introduce)

Guido                            - (precipitandosi verso Clara) Renzo mi ha parlato tanto di lei.

Renzo                            - Non precipitarti su di lei a razzo, bestione.

Clara                             - Lietissima di conoscerla. (si danno la mano)

Renzo                            - È venuta tua suocera. Ha portato un sacco di roba per i tuoi ragazzi.

Clara                             - Lasciagli prendere fiato, offrigli il cocktaiL.. E la torta. Se mi dai un bicchiere e un piattino faccio io.

Renzo                            - (va in cucina per prendere bicchiere e un piattino)

Guido                            - Renzo sa quello che dice: lei è deliziosa.

Clara                             - Lo è anche la torta. L'ha fatta proprio Renzo?

Guido                            - In cucina è un mago. (a Renzo che ritorna con bicchiere e piattino) Stavo facendo i tuoi elogi. Perché è un uomo di casa eccezionale. Vedesse come stira. come sa lucidare lui. E le marmellate che fa, le gelatine, gli sciroppi.

Clara                             - Un marito ideale (serve Guido)

Guido                            - Ed è così pignolo. Per l'ordine ha una passione maniacale.             

Renzo                            - Non esagerare.

Clara                             - Ma cosa fate del vostro tempo libero? Non riesco ad immaginare la vita di due uomini soli.

Renzo                            - Siamo molto casalinghi.

Clara                             - Cosa fate la sera? Io se non esco mi sento impazzire.

Guido                            - Noi la sera, sempre qui, inchiodati al televisore.

Clara                             - Sempre. sempre. ?

Guido                            - Saltiamo da un programma all'altro. vediamo tutto.

Clara                             - Ma bisogna reagire ai tentativi di massificazione che impediscono all'uomo di ragionare con la sua testa.

Renzo                            - Per quello che serve, ormai, l'intelligenza.

Clara                             - 10  in televisione vedo solo i programmi culturali. Anche lo spirito va nutrito. Tu sei un uomo intelligente come puoi ridurti a una vita da massaia? E, poi, per la tua cultura ci vuole.

Renzo                            - Che diavolo vuoi che serva la cultura alla mia età?!?

Guido                            - (con intenzione) Lui lavora sodo. In ufficio e a casa. La sera ha bisogno di rilassarsi, di non pensare a niente. L'unica concessione è lo sport. Alla partita, per esempio, non rinuncia mai. A lei piace il calcio?

Clara                             - Lo detesto.

Guido                            - Noi, invece, riusciamo a parlare ore ed ore di una partita. Sappiamo tutto dei giocatori e.

Clara                             - (delusa a Renzo) Non avrei mai immaginato che fossimo così diversi.

Guido                            - 11   calcio è la sola diversione che si concede Renzo perché, poi, in fondo lui è felice qui, in casa, coi figli, il telecomando, i giornali sportivi. le marmellate. le gelatine.

Clara                             - Ma, allora, qui cosa ci farei io?

Guido                            - Una compagna che divida la vita di un uomo è importante.

Clara                             - Ma una donna come me qui asfissierebbe.

Renzo                            - Ma non capisci che io affettivamente.

Clara                             - . hai tre figli, Renzo, affettivamente non ti manca nulla. (si alza) Sono felicissima di aver passato un po' di tempo con te, di aver ammirato la tua casa e il tuo ordine, di aver conosciuto il tuo migliore amico.

Renzo                            - Vuoi già andartene?

Clara                             - Sei stato delizioso, come sempre. Mi chiami un taxi?

Renzo                            - (va al telefono e compone ripetutamente il numero dei taxi che risulta sempre occupato)

Guido                            - Lei supera le descrizioni di Renzo. È di un fascino.

Clara                             - Mi fa piacere sentirmelo dire. Adoro i complimenti.

Guido                            - Non soltanto è bella, ma dolce. morbida. femminile. E con un profumo che fa perdere la testa.

Renzo                            - (li raggiunge nervoso) Il numero dei taxi è sempre occupato.

Guido                            - Ma la accompagno io, ho la macchina davanti casa.

Renzo                            - (realizzando) Ma i ragazzi? Dove hai lasciato i ragazzi?

Guido                            - Stanno giocando in cortile con Andrea. Se ti affacci li vedi. (a Clara) Allora mi permette di accompagnarla? Dove vuole, in capo al mondo.

Clara                             - (abbraccia Renzo) Mi telefoni? Voglio vederti presto, prestissimo. Non questa settimana e nemmeno la prossima perché sono fuori con amici. Ti chiamo appena torno. Ciao, tesoro.

Renzo                            - Però. restiamo amici.

Clara                             - Certo, amici come prima. (esce con Guido)

Guido                            - (si guarda attorno malinconico, poi meccanicamente comincia a far ordine, porta in cucina piatti e bicchieri, raccoglie da terra palline e datteri. Suona il telefono e va a rispondere) Pronto?. (con gratitudine) Sei tu, Nicoletta?. Scusami per poco fa, trafficavo attorno ai fornelli. Niente di speciale, avevo la crema sul fuoco. Stavo proprio pensando a te, te lo giuro. Ti avrei richiamata io. Certo che ti vedo volentieri. Mi sei così utile. E, poi, mi piace parlare con te di cucina. Certo che  ci vediamo. Con Guido, anche. E i ragazzi, naturalmente. (suonano alla porta) Hai sentito? Suonano. Non ho fortuna con te. È vero, sempre qualcuno che disturba. Ciao, a presto. (riattacca e va ad aprire)

Guido                            - (con tenerezza) Niente confetti, allora. Non mi pare abbia quagliato.

Renzo                            - Non l'hai riaccompagnata?

Guido                            - Ha preso un taxi al volo.

Renzo                            - Ti sei buttato a pesce con una sfacciataggine.

Guido                            - Ma era per fare una cortesia a te.

Renzo                            - Carina, eh?

Guido                            - Una bambola.

Renzo                            - Esatto. Una bambola che non sa fare niente in casa, non sa cucinare, detesta l'ordine, non ama i bambini, passa fuori le ore del giorno e della notte, fa indigestione di concerti e di conferenze e posa da intellettuale.

Guido                            - Possibile che non te ne fossi accorto?

Renzo                            - Con lei ho avuto sempre il tempo limitato.

Guido                            - Ma ti sei tirato indietro tu o lei?

Renzo                            - Nessuno dei due. La cosa è morta lì.

Guido                            - Del resto non è che tu ne sia innamorato.

Renzo                            - Dici di no?

Guido                            - Ti piace, come darti torto? Piace anche a me. Ma non è una moglie. Devi restare celibe. Come me. Questo è il nostro destino.

Renzo                            - E, poi, per una vita a due ci vuole l’amore. E per me, ormai, la stagione dell’amore. (fa un gesto con la mano) Tu, invece, sei più giovane.

Guido                            - . e più magro. Ma se continuo questa vita, ingrasso. Perciò la prossima settimana ci infiliamo anche noi quelle orribili mutandine e via. a fare jogging per la città.

Renzo                            - Io credo nell’amore e ci penso sempre. Lo cerco, ma vedi cosa succede. Finisce               che mi capita di dare corpo a un’illusione, come con Clara. Purtroppo nella nostra vita c’è un vuoto.

Guido                            - Abbiamo i figli.

Renzo                            - E quando ci lasceranno? Andremo a giocare a bocce?

Guido                            - Niente pessimismo. La vita comincia sempre domani, domani è sempre un altro giorno e la vita è una cosa meravigliosa. Chissà cosa è ancora capace di riservarci. (abbraccia Renzo)

Renzo                            - (si lascia abbracciare, poi con collera improvvisa) Ma si può essere cretino come me? Ho pulito per ore la casa. sono impazzito in cucina. ho riempito la casa di fiori. e per che cosa?

Voce dei figli                - (dal cortile) Papi? Papi? Papi?

Guido                            - (affacciandosi) Quale dei due?

Renzo                            - (affacciandosi) Cosa c’è?

Voce dei figli                - Abbiamo fame! Quando si mangia?

Guido                            - (verso il cortile) Tra un po’ vi chiamiamo e andiamo al ristorante. (urla di entusiasmo dei figli. Si ritira dalla finestra)

Renzo                            - (avvicinandosi a Guido) Si va a mangiare fuori?

Guido                            - Offro io, per festeggiare il nostro sodalizio. Che avrà lunga vita.

Renzo                            - Che aria dolce c'è fuori. È già esplosa la primavera. C'è un'aria profumata. piena di pollini.

Guido                            - È la stagione dei nidi. E dell'amore.

Andrea                          - (entrando ed alludendo a Clara) Già fatta fuori?

Renzo                            - Chi?

Andrea                          - Quella che volevi regalarci come mamma.

Guido                            - Lo conosci, tuo padre. Le sue fantasie. durano poco, per fortuna.

Andrea                          - Che bisogno hai di sposarti, papi? Non ho mai visto Guido così bene come da quando è tornato scapolo. In fondo, cosa vi manca? Avete tutto. Persino una            cantina per bere, ogni tanto, una coppa di champagne.

Renzo                            - (passa con dolcezza una mano tra i capelli di Andrea e scambia con lui uno sguardo d'intesa come con un grande)

Andrea                          - Sai la mia vecchia bici, papi? Ho fatto quindici scambi e alla fine sono riuscito a rimediare un motorino vecchio per portarmi dietro al sellino Gabriella, quando torniamo da scuola. Fantastico! (prende il telefono ed uscendo) Glielo telefono subito.

Guido                            - E così Andrea ha incontrato il primo amore.

Renzo                            - La vita continua.

Guido                            - Una volta quando arrivava la primavera mi veniva una frenesia. sentivo un ardore. certi pazzi desideri. Ora, invece, mi sento solo un peso qui. (si tocca tra stomaco e ventre). un gonfiore.

Renzo                            - Succede la stessa cosa a me. Mi stavo proprio domandando cosa possa essere.

Guido                            - Una sensazione strana. mai provata prima. (prende qualche briciola di torta dal piatto e le mangia) Come la fai, questa torta? È così friabile. così saporita.

Renzo                            - (da qualche battuta sia lui che Guido hanno assunto un atteggiamento quasi ieratico, piegando sempre più le gambe divaricate e flettendo leggermente le ginocchia) Semplice, di una semplicità estrema. Farina. burro. formaggio e mandorle salate.

Guido                            - E. uova? Niente uova?

Renzo                            - Uova? Due! (con uno sforzo depone un uovo che cade sul pavimento con suono metallico. Sollevato, dà uno sguardo di incoraggiamento a)

Guido                            - (che con più sforzo depone anche lui un uovo più piccolo, che rimbalza anche questo sul pavimento con suono metallico. Sul loro sguardo d'intesa cala il sipario)

FINE