GLI UOMINI NON SONO INGRATI
Commedia in tre atti
di Alessandro De Stefani
PERSONAGGI
Antonia Gabor
Giorgina Huszti, sua nipote
Margit Huszti, madre di Giorgina
Aladar Toth
Ferencz Korvat
Avv. Tomay Laszlo
Palos
Elena Balogh
Janka, cameriera di Antonia
Tiburzio, usciere di Laszlo
L' azione ha luogo a Budapest, oggi: il primo e terzo atto in casa di Antonia Gabor;
il secondo nello studio dell' avvocato Tomay.
ATTO PRIMO
Una stanza che serve insieme da salotto e da comune in casa di Antonia Gabor. In fondo una porta che conduce in anticamera. A destra una scala aerea, leggera, conduce a un ballatoio sul quale danno due porte. A sinistra due grandi finestroni. L' ambiente, che concilia la grazia un po' romantica di molti ninnoli, ricordi, mobili, con lo stile modernissimo dell'architettura e di altri particolari,
dà un po' la sensazione eteroclita d'uno studio da pittore, ma di un pittore anzianotto rimasto a vecchie predilezioni e che abbia dovuto subire la contaminazione d'un figlio rivoluzionario e novecentista. Un pianoforte, molte poltrone, un divano. Lampade a luce indiretta.
(Quando l'azione ha inizio, zia Antonia, padrona di casa, donna vivacissima, piena di energia di circa sessant' anni, è in cima alla scala, come venendo da una delle due stanze del piano superiore: la cameriera, Janka, è accanto alla porta del fondo e accennando a qualcuno che è di là, in anticamera, parla a zia Antonia — che tutti chiameranno «la signorina» — a bassa voce perché di là non odano).
Janka Non se ne vuole andare. Dice che piuttosto aspetta !
Antonia (scendendo la scala) Si vede che ha tempo da perdere. Fallo passare, faremo quattro chiacchiere.
Janka (esitante e stupita) Ma...
Antonia Cosa ?
Janka Avevo detto che la signorina non era in casa.
Antonia Immagini che ci abbia creduto? Sa che ci sono: fallo passare.
(Antonia è venuta a sedere su una comoda poltrona; ha preso una rivista per darsi un contegno. Janka, uscita un istante in anticamera, introduce Palos, uomo grasso, vestito di scuro, con una busta di pelle sotto il braccio. Antonia lo guarda con l'occhialino, mentre Palos fa un inchino).
Palos Ho l'onore di parlare con...?
Antonia Antonia Gabor. Prego, accomodatevi.
Palos Grazie. Sono Palos. Palos, incaricato d'affari della ditta Czornak...
Antonia Accomodatevi lo stesso.
Palos Grazie. Sono spiacente di dovervi disturbare, signorina. Di disturbare una gloria del nostro teatro lirico...
Antonia Fu.
Palos Oh, troppa modestia.
Antonia Gradite un bicchierino?
Palos Non vi disturbate. Non voglio abusare del vostro tempo prezioso...
Antonia Non ho niente da fare. Alla mia età, purtroppo, non si ha più niente da fare.
Palos (aprendo una busta di pelle) Ecco qua... Non per formulare appunti, ma finora non avevo avuto fortuna. Son già venuto tre volte e... La signorina esce spesso, vero ?
Antonia Mai.
Palos Mi è stato detto... Ecco qua le fatturine. (porge delle carte ad Antonia, la quale parla mentre le scorre).
Antonia L' equivoco è che in questa casa abitano due signorine. Voi avrete chiesto della signorina. Avranno creduto si trattasse di Giorgina, mia nipote. Quella, vedete, è sempre fuori, invece. Ha diciotto anni. E' un' altra cosa. Benissimo. Un vestito verde-nilo...? Mai comperato. Ci deve essere un errore!
Palos Sarebbe imperdonabile ! Noi non facciamo mai errori. Permettete ?
Antonia Che sciocca ! Sì: è il vestito che Giorgina aveva al ballo del Reggente. Verde-nilo, sicuro. Già, già. E voi sareste venuto per...?
Palos Per il saldo, signorina. La ricevuta con la marca da bollo è già firmata. Eccola, signorina.
Antonia E' tutta roba di mia nipote, sapete.
Palos Ma vostra nipote ha detto d'intestare le fatture al vostro illustre nome; e noi...
Antonia (osservando Palos) Avete perduto qualcuno? (gesto stupito di Palos) Credevo, dato il vostro vestito...
Palos (sorridendo) Ah... No : è per dovere professionale. Capirete che non si può andare ad esigere dei crediti vestiti in fantasia. Ci vuole un po' di forma. D'interpretazione psicologica del momento.
Antonia Caro Palos, per venir qui, potevate vestirvi anche di bianco...
Palos Non afferro...
Antonia Oh, vi spiego subito. Potrei dirvi di ripassare, che devo andare in banca a ritirare dei fondi, che aspetto... Del resto, è inutile; voi sapete queste cose meglio di me...
Palos Me le sento ripetere dalla mattina alla sera.
Antonia Appunto. E voi, dal viso sereno, beato, malgrado tutto ciò, mi avete 1'aria d' una persona intelligente.
Palos Troppo buona.
Antonia Con le persone intelligenti è sempre meglio dire la verità. Le bugie, le finzioni vanno bene con le altre. Dunque, inutile. Per il momento, qui, niente da fare.
Palos Ma...
Antonia Sentite: per togliervi ogni illusione, vi dico subito che noi qui, io, mia sorella e mia nipote stiamo da più di un mese vivendo a credito. Col macellaio, il fornaio, il salumiere... Tutti. Se non possiamo pagare questi primi, indispensabili elementi dell' esistenza, capirete che sarà ancor più difficile accontentare un sarto...
Palos Ma allora, scusate...
Antonia Tra poco tutto sarà pagato.
Palos Ma come?
Antonia Giorgina sposa. Sì. (dal fondo è entrato, con familiarità, come di casa, l'avvocato Tomay Laszlo) Siedi, (presentando alla spiccia) Il nostro avvocato... Un creditore... (a Laszlo) Gli stavo spiegando.
Laszlo Ho udito: ma mi sembra inutile...
Antonia E invece è indispensabile.
Laszlo Sono cose private, di famiglia.
Antonia I fornitori perché ci fanno ancora credito? Perché sanno. E' bene che anche il signor Palos sappia. Se no, la sua ditta sarebbe capace di non dare a Giorgina il vestito da sposa: e invece è indispensabile.
Palos Veramente, signorina...
Antonia Voi siete un uomo d' affari. C'è un credito da recuperare; non volete recuperarlo? Per recuperarlo non c'è che questo mezzo. Agevolare questo matrimonio. Si tratta d' un signorone. Di quelli terrieri. Del resto lo conoscerete di nome. Inutile far misteri. E' Aladar Toth.
Palos Aladar Toth?
Antonia Aladar Toth! Mi pare che sia inutile aggiunger altro!
Palos E la signorina e Aladar Toth?
Antonia Fidanzati. Dillo tu, che sei avvocato: forse ti crederà di più.
Laszlo Fidanzati!
Palos Ah, quand' è così... Tutto cambia.
Antonia Appunto.
Palos La signorina mi voglia scusare... (si è alzato) Mi permetterò di prendere qualche informazione...
Antonia Si capisce. Informatevi. Informatevi fin che volete.
Palos E comunicherò alla ditta... Comunicherò di voler favorire ancora la signorina, dato che il signor Aladar Toth... Intanto i miei omaggi. E i miei auguri. Signorina... Avvocato... (esce dal fondo).
Laszlo Sono tornate?
Antonia No. Le sto aspettando. Dove sei stato ieri sera?
Laszlo Sono stato a teatro. Avevo avuto due poltrone al Belvaros...
Antonia E nell'altra poltrona chi ci hai messo?
Laszlo Mia sorella.
Antonia Crediamo.
Laszlo Senti, Antonia, questa tua persistente gelosia, alla nostra età, non ti sembra un poco grottesca?
Antonia No.
Laszlo Non eri gelosa, quand' eravamo giovani...
Antonia Si capisce. Non avrebbe servito a nulla.
Laszlo E ora a che serve?
Antonia A illuderci, Laszlo. A illuderti che puoi piacere ancora. Che forse potresti... Tu vieni a trovarmi tutti i giorni perché io ti dico delle parole di gelosia; niente altro. Sopporti le mie prepotenze, obbedisci ai miei ordini solo per questo.
Laszlo Antonia, tu hai sempre la mania dei paradossi.
Antonia Ssst. Ti conosco. Conosco gli uomini. E' tutto quel che m' è rimasto del passato splendore. Ho bisogno di duecento pengo.
Laszlo Antonia!
Antonia Non ricominciare le prediche. Lo vedi anche tu che maggiori economie di quelle che faccio è impossibile. Compro tutto a credito. Ma questi duecento pengo mi sono indispensabili.
Laszlo Io, nei limiti delle mie forze, sai che...
Antonia Devo fare un acquisto: e lì non si può far debiti. Dunque...
Laszlo (cavando il portafogli) Io non so nemmeno se li ho...
Antonia Li hai. Non sei mai venuto, in tutta la vita, a farmi visita senza almeno duecento pengo in tasca...
Laszlo Sì; guarda: infatti... Non credevo.
Antonia Da' qua. E metti in conto: tieni nota di tutto scrupolosamente. Capito?
Laszlo Ma si può sapere a che cosa devono servirti? Qual è la spesa che devi fare?
Antonia Che giorno è domani?
Laszlo Come, che giorno è domani?
Antonia Non è domani che tu compì sessantadue anni?
Laszlo Sì, sì: è domani. E con questo?
Antonia Non ho mai lasciato passare questo giorno senza farti un regalo.
Laszlo (tentando timidamente di riprendere i suoi duecento pengo) Antonia, se è solo per questo, senti, io preferisco...
Antonia No, caro. Io ci tengo. (Laszlo sospira) E non sospirare perché questo prova quanto io pensi a te.
Laszlo Non discuto. E' commovente. Ma io contavo... Gli affari non vanno molto bene in questo momento... Pochissimi divorzi...
Antonia (andando verso un mobile chiuso a chiave che essa apre) Sarai soddisfatto. Hai la mania di riconciliare la gente!
Laszlo Faccio quello che posso!
Antonia Però, intendiamoci fin d'ora, quando si tratterà del divorzio di Giorgina, niente conciliazione.
Laszlo Come, del divorzio...? Ma se non è ancora sposata!
Antonia Che vuol dire? Divorzierà lo stesso.
Laszlo Antonia, se avessi la forza d'indignarmi...
Antonia Non t'indignare. E' così. Giorgina non potrà andare d'accordo con Aladar. Lei ora non se ne rende conto: ma vedrai, dopo. E' un divorzio inevitabile. Io lo sento, lo vedo. Ora mettiamoci d'accordo: lo vuoi fare o preferisci che scelga un altro avvocato?
Laszlo Parola d' onore, sei impagabile... E ti conosco da quarant' anni, ma ogni volta sei una nuova sorpresa! Il divorzio di Giorgina! Ma se Giorgina non vede che per gli occhi di Aladar!
Antonia Si capisce. Se non fosse così, il suo sarebbe un matrimonio d'interesse. E Giorgina è troppo romantica, come me del resto, per fare un matrimonio d'interesse. Crede di amare Aladar, ma poi s' accorgerà che non era amore. Verrà a confidarsi da me. Tra sei mesi, un anno al massimo. E io la manderò da te!
Laszlo Per fortuna, non succederà nulla di tutto ciò. Giorgina ha un carattere d' oro...
Antonia E perché ha un carattere d'oro dovrebbe sopportare tutta la vita un marito, un unico marito? Sarebbe una schiavitù, incompatibile con i tempi moderni, e con 1' educazione che io, di nascosto, le ho sempre impartito.
Laszlo Tu avresti voluto che Giorgina ti somigliasse, lo so!
Antonia Non ha voce: impossibile.
Laszlo Non nella voce: nel resto.
Antonia Neanche. Vedi che sposa: mentre io... E sono stata io a non volere, perché questi... (rammostra il pacco di lettere — un grosso pacco fatto di molti pacchetti separati — che ha tolto poco prima dal mobile) Questi erano tutti candidati mariti. Non supplicavano che il mio «sì».
Laszlo Quelli? Che c'entrano ora?
Antonia Una volta tu mi hai chiesto di distruggere tutte le lettere d' amore di altri uomini... Il documento del mio passato...
Laszlo Non so. Cose che si dicono.
Antonia Ebbene, ti obbedisco. Acconsento.
Laszlo Ma io te lo devo aver chiesto trentancinque anni fa!
Antonia Che importa? Le lettere son sempre quelle. Allora ho rifiutato. Cioè no: ho rinviato. E ora mi decido.
Laszlo Ci sono anche le mie lettere d' allora, in mezzo a quella folla?
Antonia No.
Laszlo Le hai tenute separate?
Antonia Le tue le ho sempre distrutte, via via che le ricevevo.
Laszlo Ah! A questo punto ti ero indifferente...
Antonia Eppure, vedi, gli altri son tutti spariti, da tanto! Tu sei il solo rimasto accanto a me...
Laszlo Si capisce. Il cane fedele e bastonato è sempre lì: un fischio e accorre.
Antonia Non ti lamentare, va. Dopo tutto, la gente ha sempre creduto — perfino qui in casa — che noi siamo stati amanti!
Laszlo Bella soddisfazione! La gente lo crede, e io so invece che non è vero. Avanti! Oramai, puoi anche dirlo. Perché non hai voluto?
Antonia Chi lo sa? Son cose che una donna capisce male nel momento che le fa, o non le fa. Figurati quarant' anni dopo! Tu non eri un amante.
Laszlo Che cos' ero?
Antonia Qualcosa di più, di meglio forse.
Laszlo Per carità! Che c'è di meglio d'un amante?
Antonia (guardandolo con tenerezza e ironia insieme) Eche ne sai tu? (apre un pacchetto di lettere). Giorgio... E chi era Giorgio?
Laszlo Un ufficiale austriaco. Biondo, con la caramella.
Antonia Ah, sì: mi pare. Come fai a ricordare?
Laszlo Io li ricordo tutti, lì, i tuoi corrispondenti. Ognuno è stato un mio grande dolore. Uno dopo l'altro comparivano, io dovevo ceder loro il passo, se n'andavano. Credevo che finalmente... Ma che! Ne capitava un altro. E tu me li preferivi tutti...
Antonia Povero caro! Davvero hai sofferto tanto? Credevo che non ti accorgessi.
Laszlo Come, credevi...? Ma se ogni volta che c'era un bisticcio, o un raffreddamento fra te e l'altro, venivi a confidarti? A piangere, a chiedere consiglio a me!
Antonia Ah, sì? Ero crudele allora?
Laszlo Lascia stare, va...
Antonia (aprendo altre lettere) Sandor... Era il deputato.
Laszlo No: era il cavallerizzo del circo Franconi.
Antonia Ah, già! Uno guarda tutte queste firme, legge queste lettere... E può magari giudicarmi male. Invece... Ogni volta era un amore pieno di poesia, di romanticismo, fedele ed esclusivo. Non durava. Ma si capisce. Io viaggiavo, per la mia arte. E allora... Non c'eri che tu che mi seguissi. Ecco la ragione per cui non ti ho voluto. Eri il mio uomo d'affari: ti pagavo. Impossibile amare d' amore un uomo che si paga.
Laszlo Avevo uno stipendio, allora, è vero: ma non 1'ho mai preso.
Antonia Come?
Laszlo Mai. E poi, perché recriminare? Oramai non serve più a niente. E' stato così perché è stato così.
Antonia (leggendo una lettera) «Sono pazzo del tuo profumo...».
Laszlo Di che anno?
Antonia Millenovecentouno.
Laszlo Samarcanda.
Antonia Cosa?
Laszlo Nel millenovecentouno adoperavi il Samarcanda.
Antonia E l'uomo, sentiamo, ricordi chi fosse? Il pazzo del mio profumo?
Laszlo Di che stagione è la lettera? Inverno? Primavera?
Antonia Settembre.
Laszlo Settembre millenovecentouno... Tibor...
Antonia Fantastico! Sei fantastico! Allora distruggiamo tutto?
Laszlo Distruggiamo pure. Tanto, non cambia niente!
Antonia No, vedi: io lo facevo per te. Ma se poi il ricordo ti rimane egualmente, con date, nomi, preciso: a che serve?
Laszlo Ecco quel che volevi: riaprire un poco le ferite, rifarle un po' sanguinare, l'hai ottenuto; sei soddisfatta. Si può anche rimetter via 1'arma. Servirà per un' altra volta.
Antonia (sospirando, mentre lega di nuovo il pacchetto) Come mi conosci bene! Troppo, non c'è neanche più gusto...
Laszlo Ma sì: anzi! Tu mi vuoi bene, mi hai sempre voluto bene per questo: perché sapevi di potermi tormentare a colpo sicuro!
Antonia (andando a riporre le lettere nel mobiletto). E tu?
Laszlo Io, cosa?
Antonia Non hai mai avuto delle debolezze?
Laszlo Ma lascia andare! Che ti viene in mente stamattina?
Antonia Mah! Ho paura che tu ti sia fabbricato il personaggio dell' innamorato sempiterno, e poi, sotto sotto... Eh?
Laszlo Antonia, la mia vita...
Antonia E' sempre stata limpida e trasparente: lo so. Sono tanti anni che me lo ripeti. Eppure io sono sicura di una cosa...
Laszlo Di che?
Antonia Che un giorno... Ora, no. Non siamo ancora vecchi abbastanza per sentirci al di là di ogni risentimento, ma tra dieci, vent' anni forse...
Laszlo Allegri!
Antonia Quand'io ci sentirò un po' meno, e tu non ci vedrai più del tutto, allora son sicura che anche tu mi farai delle confidenze. E ne verremo a sapere delle belle. Finora la mia civetteria è stata di far sapere che piacevo, la tua di farmi credere a una fedeltà leggendaria. Più tardi, forse... Chissà... Il panorama può cambiare. (Laszlo alza le spalle). Sei un angelo! Alle volte mi commuovo pensando a te... Dunque che cosa ti piacerebbe per la tua festa?
Laszlo Me non avevi già deciso?
Antonia Sì: ma se tu hai una preferenza, un desiderio... non fare complimenti. Oramai. Tra di noi!
Laszlo No, no: mi fido di te. So che sceglierai una cosa inutile, squisita e ingombrante. Ma mi sarà ancora più cara per questo.
Antonia E' vero: inutile, squisita e ingombrante. Eccoli, son qui.
(Si sentono dei rumori in anticamera, di gente che entra. Antonia si alza e va incontro a Giorgina che compare per prima dal fondo. Dietro ad essa c'è la madre di Giorgina, Margit, e ultimo il fidanzato Aladar. Giorgina è una ragazza moderna, un po' capricciosa, ma volitiva, ottimista e spregiudicata. La madre è la vedova di un integerrimo magistrato, e le è rimasto molto dell' abito mentale del marito. Aladar è un ricco provinciale, diffidente e scrupoloso. Tutti e tre hanno l'aria imbarazzata, preoccupata, evasiva come se venissero dall'apertura d'un testamento dove non s' è trovato neanche un legato per essi).
Antonia (Abbraccia la nipote che risponde distratta a queste effusioni) Oh, Giorgina, finalmente! Ero in pensiero. Il treno era in ritardo?
Aladar Di sette minuti!
Antonia Ah! Addio, Margit... Che bella cera, signor Toth! Eh, la campagna! Si capisce... Accomodatevi...
Laszlo I miei omaggi... (saluta: le donne rispondono appena. Aladar gli stringe la mano).
Giorgina Io vado di là a togliermi... (ad Aladar) Permetti?
Aladar Figurati!
Margit Allora anch' io...
Aladar Prego! (Margit e Giorgina escono a destra dalla porta che è sotto la rampa della scala).
Antonia Prego, accomodatevi...
Aladar Oh, grazie: ma sono stato seduto anche troppo.
Antonia E come avete trovato la vostra signora mamma...?
Aladar Bene, grazie. E bene anche l'allevamento. Bene i cavalli, bene le mucche, bene i maiali.
Antonia Come?
Aladar Per abbreviare. Siccome ogni volta che torno da Temesvar la signorina ha la bontà d'informarsi di tutto ciò, così preferisco rispondere in blocco.
Antonia Ho capito. Ditemi: che è successo? Piccoli bisticci con Giorgina?
Aladar Neanche per idea.
Antonia Va bene. Bisticci, (piano a Laszlo) Si bisticciano già; allora capaci davvero di non divorziare. (ad Aladar) A che proposito? Si può sapere?
Aladar Vi assicuro che non è il caso...
Antonia Non insisto. E il soggiorno in campagna com'è andato?
Aladar Sempre bel tempo.
Antonia Ah! (pausa) E qual è l'opinione della vostra signora mamma su Giorgina?
Aladar Ottima.
Antonia Ne ero certa. L'avrà conquistata subito, appena fatta la conoscenza.
Aladar Oh, subito!
Antonia Allora sarete soddisfatto?
Aladar Come no? Soddisfattissimo. (pausa).
Laszlo La vostra signora madre allora... in merito a questo matrimonio...?
Aladar Lietissima. Mia madre, ora, non ha che una fissazione: far presto.
Laszlo Su questo punto credo che ci sia l' unanimità!
Aladar (guardando l'orologio) C'era.
Antonia Come c'era?
Aladar C'era fino a ventotto minuti fa. Dopo sono accaduti dei fatti nuovi.
Antonia Come? Quando?
Aladar Io preferisco non pronunciarmi. Sarà meglio interrogare Giorgina che è stata la protagonista della novità.
Antonia Ma insomma... Che ha fatto?
Aladar Oh, niente. E' tutto lì, il punto. Niente. Ha lasciato fare!
Antonia Ha lasciato fare cosa? (pausa) In treno? Cos'è? Il solito sconosciuto che si diverte a piantare gli occhi addosso a una ragazza,e sembra che se la voglia mangiare? (Aladar fa un lievissimo cenno,come per dire c'è ben altro) Un vicino allora? Il vicino di scompartimento che fa degli sconfinamenti pedestri? Oh, Dio, a chi non è capitato? Vero, avvocato?
Laszlo A me non è mai capitato.
Antonia Si lascia fare solo per non far nascere discussioni, complicazioni, per il quieto vivere. Sapete, in treno...
Aladar Non è stato in treno.
Antonia Ma allora...
Aladar Ecco Giorgina. Nessuno meglio di lei può saper dire... (Giorgina è ricomparsa) Giorgina, tua zia desidera sapere che cosa è successo ventotto minuti fa... Anzi trenta!
Giorgina (andando al pianoforte) Sciocchezze! (e comincia a scorrere la tastiera).
Aladar (visto che il silenzio imbarazzante si prolunga) Io non sono formalista: tutti lo sanno. Ho delle idee abbastanza larghe e moderne.
Giorgina (scattando di colpo) Cosa? Che hai tu?
Antonia Giorgina, ti prego.
Giorgina E' il colmo! Idee moderne, lui.
Aladar Insisto nell'affermare che ho delle idee larghe e moderne. Tuttavia l'episodio accaduto...
Giorgina Che colpa ho io? E' stato uno sbaglio. Lo ha riconosciuto. Ha chiesto scusa... La cosa è finita.
Aladar Io ammiro il tuo semplicismo...
Antonia Insomma, si può sapere?
Giorgina (nervosissima) Non è un mistero. C'erano presenti almeno trecento persone.
Aladar Appunto: non credo che neanche i fidanzati più spregiudicati possano danzare dalla gioia quando la fidanzata si fa baciare da un altro e davanti a trecento spettatori!
Giorgina Come hai detto? Si fa baciare? Sono stata io allora...?
Aladar Diciamo: si lascia baciare, allora!
Giorgina Che dovevo fare? Ucciderlo? Nel caso, questo era compito tuo!
Antonia Un momento. Non precipitiamo allora... Si tratta di un bacio?
Giorgina Già.
Aladar Di un bacio improvviso...
Giorgina Uno che mi ha presa per un' altra... Un equivoco.
Aladar Cose che si possono far credere ai gonzi, non a me.
Giorgina Che cosa insinui, ora? Che eravamo d'accordo?
Aladar Non so: non ho ancora avuto il tempo di concludere in merito.
Margit (entrando) Io, se fossi in voi, Aladar, di questo incidente non ne parlerei più. E' la miglior cosa da fare.
Giorgina Ah, no, mamma. Io esigo che se ne parli. Che siano chiariti i suoi sospetti. Perché il signore sospetta...
Antonia Sentiamo 1'esposizione dei fatti. Con ordine. Qui c'è un avvocato.
Aladar Non lo accetto.
Antonia Come, non lo accettate?
Aladar E' un avvocato di famiglia: vostro. Accetterei un arbitro neutro al massimo.
Giorgina Ma non si tratta di arbitrare niente. Sono io che non accetto giudizi in merito. Io so che la cosa è stata d' una innocenza...
Antonia Dunque, raccontate; che possa sapere anch'io.
Aladar E' presto detto. E' stato all'arrivo del treno, alla stazione.
Giorgina C'era folla...
Margit Una quantità di gente che si baciava. «Hai fatto buon viaggio?»... E giù baci.
Aladar Che c'entra?
Margit C'entra per dire che l'incidente non è stato affatto notato. E' passato nel quadro delle cose solite.
Aladar L'ho notato io.
Antonia Dunque il treno si ferma.
Aladar Gli sportelli si aprono.
Giorgina Io scendo per prima.
Aladar Sola. Premetto che l'educazione, almeno da noi, in campagna, vorrebbe che scendesse prima la persona di sesso femminile più anziana. Cioè la signora Margit...
Giorgina In campagna avete tempo da perdere!
Aladar Si vede che in città gli usi sono diversi.
Giorgina Si capisce; se dovevo aiutare la mamma a scendere, bisognava che fossi giù prima io. E poi queste sono idiozie! E se lo fai apposta per farmi perdere la pazienza...
Aladar Io cerco di essere obiettivo. Già prima di giungere, Giorgina si era mostrata nervosa, impaziente, un po' agitata, come inquieta...
Giorgina Cosa? Cosa? Di' che lo sapevo allora! Che immaginavo...
Aladar Non insinuo nulla. Espongo i fatti.
Margit Il sospetto è ingiurioso.
Aladar Insomma, il treno si ferma e Giorgina si precipita: è la parola. Si precipita giù dal predellino.
Giorgina (alzando le spalle) Io mi precipito sempre.
Aladar Male.
Giorgina E' il mio temperamento: impulsivo.
Aladar Molto simile allora a quello del giovanotto che stava aspettando.
Giorgina Non me.
Aladar Una sosia! Va bene...
Giorgina Io scendo...
Aladar Sola. Precisiamo. Io e la signora Margit eravamo ancora nel treno, quindi chi era giù poteva credere che non ci fossimo.
Giorgina Vedo uno sconosciuto che mi viene incontro...
Aladar Un bel giovane...
Giorgina Non ho badato.
Aladar Strano! L' ho visto io. E siccome la gelosia non mi acceca, ho visto che era un bel giovane.
Giorgina Mi viene incontro sorridendo, tendendo le mani...
Aladar Le braccia. Non le mani: le braccia.
Antonia Ma se voi eravate ancora dentro il treno come avete fatto a vedere...?
Aladar Dal finestrino.
Giorgina Mi è venuto incontro, deciso. E io, immobilizzata dallo stupore, dalla sorpresa...
Aladar Invece di ritirarsi...
Giorgina Non potevo immaginare. Mi sono sentita stringere fra le braccia,
Aladar Con bacio.
Giorgina E va bene! Che ci potevo fare? Con bacio.
Antonia Sulla guancia.
Aladar No: non sulla guancia.
Antonia Di solito, alla stazione...
Giorgina Non è stato sulla guancia. Che colpa ne ho? Mi sono dibattuta.
Aladar No.
Giorgina Come no?
Aladar E' qui il grave; nessun dibattimento. Niente. Hai lasciato fare.
Giorgina Lo stupore, ripeto.
Aladar Tanto che il bacio ha avuto l'aria di prolungarsi... Io e la signora Margit siamo accorsi... Solo allora il giovanotto s'e accorto dell' errore, perché ha visto che tu non eri sola.
Giorgina Ha chiesto scusa...
Aladar Evidentemente: non gli rimaneva altro da fare.
Antonia La cosa non mi sembra di una gravità tale da giustificare quest' atmosfera drammatica... E' stato un incidente, spiacevole, ma innocente.
Aladar Una signorina come si deve, schiaffeggia uno sconosciuto che la bacia per errore.
Giorgina Non avrei potuto, neanche volendo: ero stretta fra le sue braccia.
Aladar La mano quindi immobilizzata... La bocca chiusa dalla sua... Per cui se per caso io e la signora non fossimo sopraggiunti quel bacio durerebbe ancora!
Giorgina Siccome invece siete sopraggiunti!
Laszlo Io credo che possiamo pronunciare una deplorazione vivissima per questi giovanotti sfaccendati e irriflessivi... Portava gli occhiali?
Aladar Gli occhiali, perché?
Laszlo Perché allora avrebbe l'attenuante della miopia.
Giorgina Non portava occhiali.
Laszlo Mi spiace. Comunque credo che si possa dichiarare chiuso l'incidente. Giorgina, per te è chiuso? Ci ripensi?
Giorgina Per carità!
Laszlo (ad Aladar) Se lei non ci ripensa, mi pare assurdo che ci vogliate ripensare voi, signor Toth.
Aladar Infatti...
Antonia E allora beviamo qualcosa... Facciamo un brindisi... Datevi un bacio voi due... Margit!
Aladar E' inutile. Non vi disturbate. Non prenderei niente.
Giorgina Neanch'io
Antonia Ah! (pausa) Allora, sarà meglio che noi ci ritiriamo, (a Laszlo) Bisogna che restino soli per rifare la pace... (forte) Permesso? (e si allontana da destra con Laszlo. Dopo un istante anche Margit li segue. Aladar rimane solo con Giorgina. Lunga pausa imbarazzante).
Aladar Chi era?
Giorgina Bada che il tuo sospetto mi offende.
Aladar Guarda: io sono anche disposto a perdonare. Ma voglio sapere chi era.
Giorgina Io voglio esser creduta.
Aladar Bisognerà pur che creda anche ai miei occhi, oltre che alle tue parole. E se le tue parole dicono il contrario di quel che vedono i miei occhi...
Giorgina E' una tua fissazione.
Aladar Ti domando solo questo: chi era?
Giorgina Se la nostra vita coniugale si prospetta così, se la tua gelosia deve fin d' ora avvelenare ogni gesto, o pensiero, è divertente!
Aladar Non sono geloso!
Giorgina Ah, no? Che sei allora?
Aladar Non voglio esser preso in giro. Chi è quel giovanotto?
Giorgina Non lo so.
Aladar Bada che io invece so chi è.
Giorgina Lo conosci?
Aladar Ti dico che so chi è.
Giorgina Perché non l'hai detto subito? Allora toccava a te reagire... Chiedergli spiegazioni...
Aladar In quel momento non sapevo ancora. L'ho saputo dopo.
Giorgina Dopo, quando? Come? Se sei sempre stato con me!
Aladar L'ho saputo egualmente: da te.
Giorgina Non fare il misterioso, andiamo!
Aladar Che ha detto quel signorino quando s'è accorto dell' errore?
Giorgina Ha detto: «Scusatemi... E' stato un equivoco... Sono a vostra disposizione...». Quello che direbbe qualunque gentiluomo.
Aladar Ha cavato di tasca il portafogli e ti ha dato il suo biglietto da visita...
Giorgina Si capisce. E con questo?
Aladar Dov'è quel biglietto da visita?
Giorgina Dov'è? Nella borsetta, credo. L'avrò messo nella borsetta, (fa per andare a cercare la borsetta).
Aladar E' inutile che tu la cerchi: non c'è.
Giorgina Perché non c'è? Nell'agitazione di quel momento l'avrò messo dentro il guanto...
Aladar L'hai gettato via.
Giorgina L'ho gettato via?
Aladar Sì: deliberatamente. Per evitare che noi venissimo a sapere il nome dell'aggressore che volevi tener celato!
Giorgina Ti proibisco di pensare una cosa simile! Io non so chi fosse quel tizio e lo ignoro tuttora perché non ho nemmeno guardato il biglietto da visita.
Aladar E allora. Guarda. Leggilo, (cava di tasca un biglietto da visita che porge a Giorgina).
Giorgina Che è?
Aladar E' il biglietto che tu hai gettato via e che io ho raccolto.
Giorgina Ah?!
Aladar Ecco come ho fatto a sapere il nome del tuo aggressore: Korvat Ferencz.
Giorgina Mai sentito nominare!
Aladar Mai?
Giorgina Mai!
Aladar Mi dispiace non poterti credere...
Giorgina Hai una bella fiducia nella tua fidanzata!
Aladar Non sono un babbeo! C'è bacio e bacio. Quello non era il bacio d' uno sconosciuto.
Giorgina Come sono i baci degli sconosciuti?
Aladar Non saprei: timidi, esitanti, un po' incerti, di collocamento vago... E invece quello, quello era un bacio come credo di non avertene mai dato neanch' io.
Giorgina Questo è vero.
Aladar E allora, vedi?
Giorgina Ma se mi aveva presa per un' altra, io non ero più sconosciuta per lui!
Aladar Senti, questa storia dell'altra, io non la bevo. Non si vede che nelle commedie. E in quelle vecchie, anche. Oggi non attacca più.
Giorgina Come vuoi. Se credi, bene. Se non vuoi credere, pazienza!
Aladar Ah, no. Io ho bisogno di avere stima di colei che sarà mia moglie. Una stima totale, completa.
Giorgina Se questa è la stima che hai per me...
Aladar Korvat Ferencz. Da quanto tempo lo conosci?
Giorgina Insomma, smettila!
Aladar Bel giovane, non c'è che dire! Ed elegante! E cittadino. Mentre io non sono che un provinciale! Vero?
Giorgina Ora mi arrabbio sul serio! Lì c'è l'indirizzo. Perché non ti rivolgi a lui? Non lo interroghi?
Aladar Negherebbe. E' evidente. Sosterrebbe la versione dell' equivoco. Indagherò in altro modo. Non mi mancheranno i mezzi.
Giorgina Ti sbagli.
Aladar Credi di potermela fare senza che io m'accorga?
Giorgina Non voglio spie per i piedi.
Aladar Spie?
Giorgina Sì, spie, spie. Che indaghi? A chi telefono, dove vado quando esco, chi mi scrive. Se immagini che io possa tollerare una cosa simile... Non l'ho mai permesso a mia madre! Figurati se lo permetto a te.
Aladar Eppure io esigo...
Giorgina Cosa esigi? Niente. Non voglio essere schiava di nessuno. Prigioniera di nessuno. Non mi credi? E allora, caro, quella è la porta. Inutile insistere.
Aladar Bada a quello che dici!
Giorgina Credi possibile un matrimonio in queste condizioni? Oggi si tratta d'un bacio accidentale, domani sarà una visita alla sarta che ti sembrerà sospetta, e poi un' occhiata, un sorriso. No, no. Non sarebbe una vita tollerabile.
Aladar Giorgina, quello che dici è spaventoso! Tu vorresti il matrimonio e anche l'indipendenza!
Giorgina Non voglio niente: niente. Scegliti una pupattola che ti sposi per i tuoi milioni. E chiudila sotto chiave. Tanto ti tradirà lo stesso: te lo dico io!
Aladar Giorgina, ora hai detto delle cose irreparabili. Avrei potuto perdonare le altre tue leggerezze, ma questa profezia, no. Racchiude un programma e un' intenzione.
Giorgina Smettila, mi hai seccato. Sei insopportabile.
Aladar Quand'è così... Credo che non ci sia altro da aggiungere. Mi spiace andarmene senza porgere i miei omaggi alla tua signora mamma. Ma lo farò per iscritto. Signorina, quando avrete un altro fidanzato, i baci di contrabbando dategli in privato, non in pubblico. E' un consiglio che vi do.
Giorgina Se non te ne vai, ti tiro in testa qualcosa!
Aladar Obbedisco, e mi ritiro... (si alza, saluta. Giorgina fa per alzarsi a sua volta) Non vi disturbate. Conosco la strada. (esce dal fondo. Giorgina è prossima a una crisi di nervi. Passeggia, rovescia una seggiola. Ricompare zia Antonia).
Antonia Dov'è?
Giorgina Non c'è più. (entra anche Margit).
Antonia Fatta la pace?
Giorgina Completa.
Margit Meno male.
Giorgina Il fidanzamento è rotto.
Antonia Cosa?
Margit Giorgina!
Giorgina Se n'è andato, per sempre. Vi manderà per iscritto i suoi omaggi!
Antonia Ma che è successo?
Margit E' inverosimile!
Antonia (vedendo la sedia rovesciata) Ti ha picchiata?
Giorgina Peggio. Non mi ha creduta. (Entra anche Laszlo).
Margit E tu hai lasciato andare a monte un matrimonio che era oramai la nostra sola risorsa?
Giorgina Che ci potevo fare? Tenerlo con la forza?
Antonia Ma insomma non si esaspera un giovane come quello...
Giorgina E' lui che ha esasperato me! Con la sua storia del bacio alla stazione.
Antonia In fondo, tutti i torti non aveva. Avresti potuto dargli appuntamento altrove al tuo bel giovane!
Giorgina Anche tu?! Ma se non lo conosco! Se è stato davvero un incidente! Quante volte ve lo devo ripetere?
Antonia Io ho ricevuto molti baci d' uomini nella mia vita...
Margit Antonia!
Antonia Ma nessuno che non fosse stato direttamente o indirettamente provocato da me.
Giorgina Ebbene, si vede che ai tuoi tempi non c'erano i treni e le stazioni.
Laszlo Giorgina, tua zia non è così vecchia!
Margit Bisogna provvedere subito... Riaccomodare... Telefonare.
Giorgina No.
Margit Si fa presto a dir no. Ma è necessario.
Giorgina Vi dico di no. Non voglio più vedere quell' uomo neanche da lontano.
Margit Ma se lo amavi...
Giorgina Lo amavo? Questo lo dicevate voi! Mi sacrificavo per la famiglia.
Antonia (a Laszlo) Hai visto?
Giorgina Ma ora che il crollo è avvenuto, basta. Non si può rimettere in piedi niente. Sposarlo ancora, passi. Ma fargli anche delle scuse, mai.
Antonia Eppure una soluzione bisogna trovarla...
Giorgina Di che? Che soluzione vuoi che ci sia?
Margit Ma noi, da mesi, viviamo sul credito di questo matrimonio...
Giorgina Sapete che cosa voleva fare? Aprire un'istruttoria... Farmi sorvegliare... Spiare...
Antonia Nauseante. Giorgina, hai fatto bene.
Margit Quando uno non ha niente da nascondere non teme nessuna istruttoria!
Antonia Una donna ha sempre qualcosa da nascondere...
Margit (ad Antonia) Questi sono i risultati della tua educazione!
Antonia La madre sei tu!
Margit Sono io, ma purtroppo Giorgina ha subito il contagio della tua vicinanza. Le tue teorie libere... Ah, se non fosse morto il povero Stefano!
Giorgina Mamma, ora lascia stare papà che proprio non vedo...
Laszlo (dopo una pausa generale) Certo la situazione...
Giorgina (con uno scatto di nervi) Smettetela anche voi!
Laszlo Veramente non avevo ancora aperto bocca...
Giorgina E allora continuate a tacere.
Margit Impertinente! Irriflessiva! Testarda! Tutta sua zia!
Antonia (con tono dolce) Giorgina, credi veramente che la rottura sia definitiva?
Giorgina Definitiva.
Antonia E tu non lo amavi?
Giorgina No.
Antonia E allora, cara, meglio così.
Margit (insorgendo) Meglio cosi?! Sei fenomenale! Un pazzo aggredisce mia figlia alla stazione. Mia figlia perde tre milioni per quest'aggressione, e tu dici «meglio così».
Antonia La felicità vale più di tre milioni.
Margit Vorrei sapere almeno chi è quel delinquente che...
Giorgina Puoi levarti la curiosità. Ecco il nome e indirizzo... (Margit prende il biglietto da visita che Giorgina ha indicato, e lo esamina).
Margit A quest'individuo vado a dire io il fatto suo.
Giorgina Bella soddisfazione, vero?
Laszlo Un momento! (si avvicina; prende il biglietto, lo legge) Qui si profila la responsabilità dell' aggressore...
Antonia E che vorresti?
Laszlo E' questo signore che con il suo gesto pregiudizievole, quindi per sua negligenza, ha provocato il danno dei terzi, danno nel caso emergente valutabile a tre milioni, (le tre donne alzano il capo, dapprima sbalordite, poi interessate).
Antonia E' vero. Hai ragione.
Laszlo Giuridicamente è lampante. Scusate, se quel signore fosse andato alla stazione per uccidere la propria amante infedele...
Margit Come?
Laszlo E' un'ipotesi. E vede scendere Giorgina dal treno. Come si è sbagliato nel baciarla, avrebbe potuto sbagliarsi nell'ucciderla.
Margit E' vero.
Antonia Sarebbe stato condannato.
Laszlo Già, ma noi, cioè la famiglia di Giorgina avrebbe avuto diritto al risarcimento dei danni. Eguale diritto ha nel caso in parola, poiché Giorgina non ha perso la vita, ma ha perso il fidanzato.
Antonia Con tre milioni.
Giorgina E quanto si potrebbe ottenere d'indennità?
Laszlo Non so. Dipenderà dal tribunale, dalle condizioni finanziarie del soccombente.
Antonia Come? Soccombente?
Laszlo Sì, insomma... Dell' autore dell' accidente.
Giorgina Logicamente, dovrebbe versar lui i tre milioni.
Antonia Bisognerebbe che li avesse!
Giorgina Li ha, zia, li ha. Aveva un vestito elegantissimo. Un anello con uno smeraldo. Una spilla con una perla...
Antonia Ah, mi pareva che non lo avessi neanche guardato!
Giorgina Così, un' occhiata di sfuggita. (a Laszlo) E quando si potrebbe avere quest'indennità? Presto, vero?
Laszlo Oh, Dio, presto... Se si addiviene ad una transazione, sì, ma se bisogna proprio fare una causa...
Giorgina Facciamo una transazione. Mi accontento della metà: un milione e mezzo, pur di averlo subito.
Margit Anche meno, anche meno, purché sia in contanti...
Giorgina Allora come si fa? Avanti, muovetevi. Agite. Non state lì a non far niente!
Laszlo Bisogna intanto scrivere...
Giorgina Perché scrivere? Si perde tempo. Si perde un giorno. Non avete visto? Ha il telefono. Cominciate intanto col telefonare: così si profila la nostra offensiva.
Laszlo Non saprei che...
Antonia Se la meta è la conciliazione, un abboccamento mi sembra indispensabile.
Laszlo (osservando il biglietto da visita) Va bene. Telefonerò.
Giorgina Perché ...rò? Subito. Qua. Fate vedere, (guarda il biglietto da visita e poi forma un numero: passa quindi il ricevitore a Laszlo).
Lakzlo Ma no... (al telefono) Pronto... Il signor Korvat Ferencz, per favore! Ah, personalmente? Benissimo. Voi parlate con l'avvocato Tomay. Tomay Laszlo. Avrei bisogno di vedervi per un incidente spiacevole. Voi eravate alla stazione stamattina, vero? Come? Non eravate alla stazione?
Antonia Ti ha dato il biglietto da visita di un altro.
Giorgina (a Laszlo) Date a me. (prende il ricevitore) Pronti. Sono io. Non ha importanza. Sì: insomma la vittima. Non siete stato voi... (ascolta, poi abbandonando il ricevitore) E' lui!
Antonia Ha confessato?
Giorgina Ha detto che il mio rossetto non gli piace. Non può sopportare il mughetto. E il mio sa proprio di mughetto. Il colmo!
Laszlo (riafferrando il ricevitore) Scusate, signor Korvat... Un abboccamento è indispensabile. Io vi attendo nel mio studio oggi...
Giorgina In simili contingenze cosa si fa? Che devo fare?
Antonia Io, se fossi in te, cambierei rossetto. Non si sa mai.
FINE DELL'ATTO PRIMO
ATTO SECONDO
La scena rappresenta lo studio dell' avvocato Tomay Laszlo. E' uno studio un po' all'antica, disordinato, sovraccarico di mobili e ingombro di carte. Una grande scrivania dietro la quale è seduto l'avvocato. Davanti due poltrone. A destra la porta che dà in anticamera. A sinistra quella che dà nell'appartamento dell'avvocato. In fondo due finestre. In una delle due poltrone, davanti alla scrivania, è seduta una giovane ed elegante signora, Elena Balogh. L' avvocato le sta parlando con dolcezza tentando di persuaderla.
Laszlo Pensateci, signora. Riflettete. Un divorzio è sempre un salto nel buio: si sa quel che si lascia ma non si sa quel che si trova. Voi siete giovane, graziosa, d'accordo: ma la vita è difficile per tutti, anche per le donne giovani e graziose.
Elena Ma voi, scusate, non siete un avvocato specialista in divorzi?
Laszlo Certamente.
Elena E allora perché volete farmi cambiare idea? Io sono qui perché voi mi otteniate il divorzio.
Laszlo Mio dovere, prima, è di tentare la riconciliazione.
Elena Dopo tutto ho anche l'umiliazione morale: le mie amiche tradiscono i loro mariti...
Laszlo Malissimo.
Elena Io ho un marito che ha vent'anni più di me, e avrei quindi in un certo senso delle attenuanti; ebbene, niente. E' lui che tradisce me. Lui con i suoi vent' anni di più.
Laszlo Un po' di pazienza, signora: un po' di sopportazione. Data questa differenza d'età tra non molto vostro marito metterà la testa a posto. Quanti anni avete, signora, scusate?
Elena Ventiquattro.
Laszlo Quindi vostro marito...
Elena Quarantatré. Se aspetto che siano gli anni a farlo rinsavire, aspetto altri vent' anni! E poi, bella consolazione, averlo per me quando sarà un uomo finito! No, no! Divorzio...
Laszlo Obbedisco. (scrivendo) Balogh Elena nata a Budapest... Sposata?
Elena Fabian. Vittorio Fabian.
Laszlo Vent' anni di più, e vi tradisce! Dev'essere un uomo, vostro marito, come dire?... energico, espansivo...
Elena Troppo. Piace. Che ci posso fare?
Laszlo Vedete? In fondo la colpa non è sua. Voi ammettete che vostro marito piace. Quando un uomo piace come fa a resistere? Ad essere scortese? E' trascinato, fatalmente...
Elena Bravo! Difendete mio marito, ora!
Laszlo Non è per questo: ma è quel che ripeto a tutte le clienti. Se volete un uomo tutto per voi, esclusivamente per voi, prendetene uno che non piaccia. E' l'unico modo per esser sicure.
Elena Grazie mille! Non piacerebbe neanche a me allora!
Laszlo E allora è fatale... Dicevamo: domiciliata?
Elena Attila-ut ottantaquattro.
Laszlo E con chi il vostro consorte avrebbe dimenticato i doveri coniugali...?
Elena Con un'amica mia, si capisce.
Laszlo Che voi magari invitavate di continuo a casa... Gli mettevate sempre sotto il naso... E come volevate che non accadesse? E sciupa il patrimonio familiare con questa donna?
Elena Ma no. No credo. No, no.
Laszlo E allora, date retta a me: voi tenete più al marito o alla vostra libertà?
Elena Vorrei un marito tutto per me.
Laszlo Vostro marito sa che voi sapete?
Elena No. Non ancora.
Laszlo Non dite niente. E sapete che dovete fare? Fate innamorare questa vostra amica d'un altro. E' facilissimo. Cominciate a dirle che c'è un tizio, giovane, affascinante, spiritoso — in specie insistite su questo, perché le donne ci tengono molto allo spirito — che vi fa la corte. Fateglielo conoscere. Ci sarà un candidato possibile, no? L'amica ve lo porterà via, e vi lascerà il marito.
Elena Credete? Ci sarebbe Michele...
Laszlo Ecco; benissimo: Michele.
Elena In fondo mi fa la corte davvero. E' spiritoso. E' giovane.
Laszlo Ecco.
Elena Potrebbe essere un' idea! Ma, e se l'amica si tiene Michele e anche mio marito?
Laszlo Assurdo. Voi signora, trovate modo, abilmente, di far sapere al vostro signor marito che Michele e l'amica... E allora lui, indignato, torna all'ovile.
Elena Oh Dio, in fondo, mi rincresce che Michele... Non che io ci tenga molto, ma averlo lì, sempre premuroso, affezionato, devoto, è sempre una soddisfazione... Ma seguirò il vostro consiglio. E se i risultati non saranno buoni...
Laszlo (alzandosi) A divorziare c'è sempre tempo. Intanto adoperate Michele: già che l'avete sottomano.
Elena Avvocato, io vi ringrazio.
Laszlo Prego, signora. Auguri. (l'accompagna fino alla porta; s'inchina. Elena esce. L'avvocato torna alla scrivania, siede. Quasi subito squilla il telefono) Pronto... Sono io... Dite pure. Sì, sì. Prendo nota. (da destra, entra Antonia. L' avvocato le fa cenno di sedere e di lasciargli finire la telefonata) Ci sono testimoni? Il referto medico... Dipende, signora. Non sempre... Non so: se per esempio vostro marito potesse provare che tra voi e il vostro medico intercorrono dei rapporti, voi mi capite... il suo referto non avrebbe più valore. Ecco. Volete un consiglio? Fatevi bastonare un' altra volta e poi andate da una guardia medica. E' più sicuro. Non è facile? Va bene. Ecco. I miei omaggi, (depone il ricevitore).
Antonia Ti pare bello?
Laszlo Cosa, cara?
Antonia Bastonare una donna!
Laszlo Non sono io che le bastono...
Antonia Fa lo stesso, quando sei tu che le consigli di farsi bastonare. Beh, lasciamo andare. Hai preso le informazioni che ti avevo detto?
Laszlo Le ho prese.
Antonia Sentiamo.
Laszlo Ma non sono esaurienti.
Antonia Di' quello che sai.
Laszlo Questo Korvat Ferencz... Aspetta. Dove ho ficcato gli appunti?
Antonia Sempre così: disordine e smemoratezza.
Laszlo Ma no: erano qui, poco fa. (cerca tra le sue carte) E di Toth più nessuna notizia?
Antonia Niente. Silenzio.
Laszlo E Giorgina?
Antonia Siamo uscite insieme, oggi. Ho dovuto inventare una storia complicatissima per potermi separare da lei e venir qui, senza che essa mi accompagnasse. E queste carte?
Laszlo Un momento. Devono esser qui. E l'umore? L' umore?
Antonia Che umore?
Laszlo L'umore di Giorgina...?
Antonia Ottimo: ha trovato un codice a casa. E si è messa a studiarlo. L'idea di questo risarcimento di danni l'appassiona.
Laszlo Che codice è?
Antonia Faceva parte dei libri di suo padre.
Laszlo E' abolito. Ora ce n' è un altro. Ah, ecco qua. Sta' attenta.
Antonia Avanti.
Laszlo Korvat Ferencz, abitante in Kossuth-ter quattordici...
Antonia Posto centrale...
Laszlo All'ultimo piano.
Antonia Bella vista.
Laszlo Vive solo.
Antonia Come solo? Senza domestici?
Laszlo Una cameriera fa i servizi. Mangia sempre fuori casa.
Antonia E' un buon segno.
Laszlo Ha ventotto anni. E' nato a Debrecen.
Antonia Che professione fa?
Laszlo Nessuna.
Antonia Allora è ricco?
Laszlo E' questo il punto: non si sa come viva, di che viva.
Antonia Ma insomma ha o non ha l'automobile?
Laszlo Come? Non so... Non c'è qui.
Antonia Quanto paga di tasse?
Laszlo Ecco: non risulta...
Antonia Come? Prendi delle informazioni su un individuo e non t'informi se paga le tasse, e quanto... né se ha un' automobile?
Laszlo Calmati: un momento. Sul registro delle tasse non figura. Ma questo non vorrebbe dire. Ci sono tanti che non figurano. Nell' elenco dei proprietari di automobile non c'è. Vedi che mi sono informato. Ma anche questo non vorrebbe dire. C è invece un altro elemento, e questo mi sembra il più grave.
Antonia Fa' presto.
Laszlo Da cinque mesi non paga l'affitto di casa.
Antonia Da cinque mesi...?
Laszlo Sì: ho telefonato al padrone dello stabile in Kossuth-ter. Lo conosco. E ho avuto questa informazione...
Antonia L'hai avuta direttamente dal proprietario?
Laszlo No: dall'amministratore.
Antonia E perché non paga?
Laszlo Oh Dio, di solito...
Antonia E allora perché non l'hanno sfrattato?
Laszlo E' appunto quel che l'amministratore stesso non sa spiegarsi. Tutto ciò mi consiglia una certa cautela prima di intraprendere azioni giudiziarie che sarebbero assurde se il convenuto non è in grado...
Antonia E direttamente il convenuto si è fatto vivo?
Laszlo No: lo aspetto. Non è ancora l'ora.
Antonia Già. Ebbene, Laszlo, io lo voglio conoscere.
Laszlo Ma tu, che c'entri?
Antonia Ho bisogno di vedere con i miei occhi. Niente paura: prima gli parli tu: e, dopo, con un pretesto...
Giorgina (comparendo a destra) E' permesso? Sapevo che la zia sarebbe stata qui.
Antonia Giorgina!
Giorgina Buon giorno! Ma sì: quando dici che vai a trovare il tuo amico Babit allo Zoo, sappiamo benissimo che vieni qui.
Laszlo Babit?
Giorgina E' un orso bruno: simpaticissimo del resto. Facciamo finta di credere e la lasciamo andare...
Laszlo Giorgina, questi sospetti...
Giorgina Ma andiamo, noi non sospettiamo niente. Oramai! Dunque il mio aggressore...?
Antonia Non paga l'affitto, non paga le tasse e non ha automobile!
Giorgina Possiede una Mercedes, ha una villa sul Balaton... Può darsi che non paghi tasse, ma questo dimostrerebbe solo che è più furbo degli accertatori.
Antonia Che cos'hai detto...? Come hai fatto?
Laszlo Le mio informazioni...
Giorgina Posso fumare? (accende una sigaretta). Ho preso anch'io le mie.
Laszlo Da chi?
Antonia Hai fatto bene. Una Mercedes?
Giorgina Tipo sport. Due posti. Carrozzata rosso-nera.
Laszlo Fantastiche le donne! Sul ruolo delle automobili non c'è nessuna macchina iscritta al suo nome...
Antonia Che idee! Si capisce... Per non pagare le tasse. (a Giorgina) E la villa sul Balaton?
Giorgina Piccola. Ma a Siofok. Con un garage. Un piccolo bosco.
Antonia Giorgina, sei sicura di non viaggiare con la fantasia?
Giorgina Ecco il conto.
Antonia Che cosa?
Giorgina Il conto spese per queste informazioni, Duecento pengo. Pagate, perché io non li ho.
Antonia Come? Spiegati.
Laszlo Ti sei rivolta a un' agenzia...?
Giorgina Stamani stesso. Per telefono. E ho detto: sono informazioni che mi occorrono per oggi stesso, prima delle quattro. Prezzo concordato: duecento pengo.
Laszlo Ma anch'io mi sono rivolto a un' agenzia. E mi ha riferito tutto l'opposto.
Antonia Si vede che non era la stessa agenzia.
Laszlo Ma queste contraddizioni così assolute... Una Mercedes, una villa...
Giorgina A Siofok.
Laszlo L'età almeno concorda? Ha ventott'anni anche per la tua agenzia?
Giorgina Non l'ho chiesto. Non m'interessa: per uno che deve pagare, abbia vent'anni, o cinquanta, per me fa lo stesso.
Antonia Hai ragione. Ma questa storia dell'affitto che non paga?
Giorgina Si vede che è distratto. Del resto l'episodio della stazione lo conferma. Comunque io sono qui perché desidero vederlo con i miei occhi...
Laszlo Anche tu...?
Antonia Ma non l'hai già visto stamane...?
Giorgina Vagamente. Ho bisogno di conoscerlo. Di rendermi conto. Degli altri non mi fido. Allora, quel conticino...? Non volevano neanche rilasciarmi i dati se non pagavo in contanti. Poi, ho sorriso. Ho detto che ero la nipote della nostra grande Antonia Gabor.
Antonia Ho capito. Pagherò io...
Laszlo No, scusa... Questo fa parte delle spese processuali.
Antonia Come vuoi, (bussano alla porta).
Laszlo Avanti, (compare Tiburzio, usciere).
Tiburzio C'è questo signore, (dà un biglietto da visita che Laszlo osserva).
Laszlo (alle due donne) E' lui. (indica la porta di sinistra) Passate di là.
Giorgina Mi raccomando, pugno di ferro, Babit! (ed esce da sinistra: è seguita da Antonia).
(Laszlo fa un cenno a Tiburzio che introduce da destra Korvat Ferencz. E' un giovane disinvolto, allegro, molto elegante, molto lieto di vivere. Tiburzio si ritira).
Laszlo Io sono l'avvocato Tomay.
Ferencz Piacere.
Laszlo Prego, accomodatevi.
Ferencz (sedendo) Grazie,
Laszlo Voi sapete già perché vi ho pregato di venire qui...
Feeencz Infatti... come vi ho detto al telefono...
Laszlo Ma probabilmente voi non immaginate la gravita della cosa.
Ferencz No, no, immagino benissimo. Mi rendo conto.
Laszlo Meglio così, perché io in proposito...
Ferencz Permettete che vi interrompa?
Laszlo Io ho avuto delle istruzioni precise e...
Ferencz Dopo direte quello che volete. Permettete che prima vi chieda qualcosa io?
Laszlo Sentiamo.
Ferencz Posso sapere il nome della persona che io stamane alla stazione...?
Laszlo Certamente. E' la signorina Giorgina Huszti.
Ferencz (scrivendo su un pezzo di carta) Giorgina Huszti. Indirizzo?
Laszlo Non capisco a che titolo...
Ferencz Se volete essere così gentile...
Laszlo Vaida-ut quarantasei.
Ferencz (dopo scritto, alzandosi) Mi scusate un momento?
Laszlo Che cosa volete fare?
Ferencz Nulla. Permettete. (esce un istante da destra e ricompare subito dopo). Fatto.
Laszlo Che cosa?
Ferencz Avevo di là il garzone della fiorista con un mazzo di tuberose che volevo mandare appunto alla signorina. Ora sono a vostra disposizione. Dite pure.
Laszlo Se voi credete riparare a quel che avete fatto con un mazzo di tuberose... Ma vi rendete conto dell'accaduto? Delle sue conseguenze? La signorina era fidanzata.
Ferencz Con quell'individuo che l'accompagnava. L'ho capito dal contegno vigilante e perentorio di prossimo proprietario che aveva.
Laszlo E il matrimonio, per colpa vostra, è andato a monte.
Ferencz La signorina con quel tipo là sarebbe stata infelice: quindi spero di avere diritto alla sua riconoscenza.
Laszlo La vostra sfacciataggine è inaudita! Capisco. che sul terreno della cortesia non sarà possibile intenderci. E allora procederemo senz' altro per via legale...
Ferencz Come credete. Io non mi sottraggo a nessuna responsabilità.
Laszlo Questa è la sola cosa che vi faccia onore. Ma, insomma, non potreste guardare un po' meglio in faccia le persone prima di baciarle?
Ferencz Se l'avessi guardata meglio l'avrei baciata di più.
Laszlo Come?
Ferencz Credo che la signorina Giorgina mi piaccia. Anzi, posso affermare senz' altro che mi piace.
Laszlo Va bene. Quel bacio, giovanotto, vi costerà caro.
Ferencz Qualunque sia il prezzo, ne compero un secondo alle stesse condizioni.
Laszlo Tre milioni.
Ferencz Va bene.
Laszlo Come, va bene?
Ferencz Consulterò il mio legale. Comunque... li preferite in contanti o posso fare un'assegno?
Laszlo Voi siete sotto tutela?
Ferencz No.
Laszlo Non avete subito sentenza d'interdizione?
Ferencz No.
Laszlo Meglio cosi. Meglio così. In ogni modo, credo che la vostra idea sia la preferibile. Incaricate un legale.
Ferencz Volentieri. Ma allora perché...?
Laszlo Vi ho fatto venire? Primo, perché volevo la conferma, da parte vostra, dell' accaduto. Secondo, perché volevo tentare, se possibile, una via conciliativa. Ma m' accorgo che era una speranza assurda.
Ferencz Non ho dimostrato affatto di essere avverso...
Laszlo Voi non resistete. E con una parte avversa che non resiste, che sfugge, che sorride, che manda tuberose, che offre tre milioni per ricominciare, io non tratto. E' al disopra delle mie forze e della mia pratica.
Ferencz (alzandosi) Come preferite....
Laszlo No, prima di andarvene, aspettate un momento. Vorrei fare un confronto.
Ferencz Con chi?
Laszlo Con la mia cliente. La signorina Huszti.
Ferencz E' qui?
Laszlo Precisamente. Permettete?
Ferencz Figuratevi. Prego. (Laszlo va ad aprire una porta e chiama),
Laszlo Giorgina!
Ferencz Un istante... Perché, scusate, la chiamate famigliarmente per nome?
Laszlo Sono un amico di famiglia.
Ferencz Benissimo. (Giorgina entra).
Laszlo Il signor Korvat Ferencz... La signorina Huszti. Giorgina Huszti.
Ferencz (inchinandosi) Ho già avuto l'onore... E il piacere. Il piacere e l'onore.
Giorgina La vostra macchina è Mercedes, vero?
Ferencz Otto cilindri.
Giorgina (a Laszlo) Vorrei parlare un momento da solo a solo col signore. (a Ferencz) Avete nulla in contrario?
Ferencz Per carità!
Laszlo Permesso? (si ritira).
Ferencz Sono ai vostri ordini.
Giorgina Perché non pagate l'affitto di casa?
Ferencz Come lo sapete?
Giorgina Me l'hanno detto.
Ferencz E' una bugia. Una calunnia.
Giorgina Va bene. Che cosa facevate stamane alla stazione?
Ferencz Non credete che questo esorbiti dal campo...?
Giorgina Se volete, rispondete. Se non volete, non rispondete.
Ferencz Volete la verità?
Giorgina Preferirei, se possibile.
Ferencz Ero andato ad impostare una lettera.
Giorgina A chi?
Ferencz Come?
Giorgina A chi?
Ferencz A... A... Aspettate un momento.
Giorgina Basta. Non era vero.
Ferencz Ero andato ad accompagnare qualcuno che partiva...
Giorgina Una donna. Va bene.
Ferencz Come lo sapete?
Giorgina Avevate ancora indosso un resto di profumo femminile, stamane. Lo conosco: Le Pirate. Non vorrete dirmi che era il vostro profumo.
Ferencz No. Non era il mio.
Giorgina Benissimo. E allora perché, dopo aver baciato con disperazione — perché immagino che avrete simulato la disperazione — una donna che partiva, avete creduto baciare anche una donna che arrivava?
Ferencz Ma! E' quello che mi domando... E' stato un errore...
Giorgina Gli errori si pagano.
Ferencz Voi volete far pagare il bacio che io vi ho dato stamane? Fatevi vedere. Eppure non avete il tipo della donna avara e speculatrice.
Giorgina Voi mi avete prodotto un danno.
Ferencz Bisognerà provarlo.
Giorgina E' evidente: ero fidanzata, non lo sono più. Per colpa vostra.
Ferencz E' questo il danno? Insignificante. Anzi...
Giorgina Come?
Ferencz O voi avete le qualità per piacere e allora trovate subito un altro fidanzato. O non avete queste qualità: e allora anche l'altro vi avrebbe piantata. Forse meditava già di farlo. Ha afferrato a volo il pretesto di stamattina.
Giorgina La vostra sfacciataggine, sentite, passa i limiti.
Ferencz La sfacciataggine non ha limiti. Permettete che vi osservi? Accomodatevi. Vedete: la mia è naturale curiosità. Voglio vedere perché mai stamattina abbiate avuto quell'impeto brusco e ingiustificato... Ora che siamo soli, ve lo posso confessare: non è che vi abbia scambiata per un' altra. No, no.
Giorgina Era inutile che lo diceste: l'avevo già capito.
Ferencz Brava! Dunque... Strano.
Giorgina Che cosa? Che altra impertinenza volete dire? Che io non valevo la pena...?
Ferencz No: non è questo. E' curioso. Voi avrete pensato, magari lo pensate ancora, che io abbia l'abitudine di accogliere cosi le sconosciute...
Giorgina Infatti: non credo che questo onore sia toccato proprio soltanto a me.
Ferencz Quasi. E non capisco il perché. No, perdonate. Lasciatemi dire. V'indignerete dopo, alla fine. Dunque: se uno rimane seduto accanto a una fanciulla, ne sente il profumo, l'ammira, finisce con l'esser tentato da due labbra umide, rosse, che magari sono più vicine di quel che la prudenza consiglierebbe. Insomma l'attrazione in questi casi è per lo meno spiegata. Invece alla stazione! Io non vi avevo mai vista. Non c'era il tempo. Non capisco. O voi avete una potenza di calamità misteriosa, o io ero completamente impazzito. Perché siete carina, non dico di no. Ma di qui a provocare delle aggressioni di tal genere... Ma sapete che se la cosa si risapesse voi non sapreste più come salvarvi dagli ammiratori? L'uomo è affetto da mimetismo collettivo: c'è il mio precedente. Scoprirebbero chissà quali fascini in voi: e allora tutti pazzi!
Giorgina Per fortuna nessuno saprà niente.
Ferencz Perché non c'è stato scandalo. Era proprio questo che volevo concludere. Quindi la vostra reputazione è rimasta intatta. Subirebbe invece delle — come dire? — delle avarie, se voi porterete la storiella in tribunale.
Giorgina Non la porteremo perché voi pagherete prima.
Ferencz I danni? Sono qui per questo. Voglio solo precisare appunto i danni.
Giorgina Il fidanzato...
Ferencz Ecco: parliamo del fidanzato. Voi dite che per colpa mia il fidanzamento è andato in frantumi.
Giorgina Precisamente.
Ferencz Signorina, quel vostro fidanzato non vi amava.
Giorgina Che ne sapete voi?
Ferencz Non vi avrebbe piantata per una sciocchezza del genere.
Giorgina Non gli piaceva che la mia bocca fosse di pubblico dominio.
Ferencz E' un' opinione: rispettabilissima. Ma se uno ama, se ama davvero, non cerca le ragioni per accusare di colpe inesistenti la persona amata; cerca sempre le ragioni per scusarla anche delle colpe esistenti.
Giorgina Aladar ha un brutto carattere.
Ferencz Vedete. Quindi sareste stata infelice con lui. Il mio intervento invece di un danno vi ha recato un utile. A quanto lo valutiamo?
Giorgina Finitela di scherzare. E sappiate che Aladar possiede tre milioni.
Ferencz E voi lo sposavate per questo? Orrore. Permettete signorina, che vi esprima tutto il mio disgusto.
Giorgina Insomma tutto questo non c'entra. Voi avete commesso il guaio. Riparate. Immaginatevi che Aladar, e tutta la mia famiglia — il che prova che la cosa non è poi così assurda — ha creduto, e forse crede ancora, che io vi conoscessi precedentemente. E che stamane alla stazione, voi abbiate fatto quella prodezza, non essendovi accorto che non ero sola! Capite, che roba!
Ferencz Capisco... (pausa) Quindi, per tutta questa gente, non sarebbe la prima volta che io...?
Giorgina Già.
Ferencz E se avessero ragione?
Giorgina Cosa?
Ferencz Se fosse così? Se io e voi, anche prima d'oggi...?
Giorgina Voi siete pazzo davvero!
Ferencz In questo caso il mio gesto sarebbe stato normale: al massimo dovrei pagare una multa di ventidue e cinquanta. Che dovreste pagare anche voi. Per bacio in luogo pubblico. Ma l'autorità chiude un occhio di solito.
Giorgina Signor...
Ferencz Korvat! Ferencz per gli amici.
Giorgina Io dubito molto delle vostre facoltà mentali.
Ferencz Anch' io. Ne ho sempre dubitato. E ci vuole molta indulgenza per i poveri irresponsabili!
Giorgina Sarebbe comodo! Insomma, volete transigere o no?
Ferencz Signorina, volete essere sincera con me? Dopo tutto, se dobbiamo metterci d' accordo, è meglio dirci la verità. Qui non c'è nessuno che ci ascolta. Avanti: francamente. L'incidente di stamane — a parte le conseguenze familiari, economiche, nuziali — vi è proprio dispiaciuto?
Giorgina Come? Mi meraviglio...
Ferencz La verità. Siate sincera. Guardatemi negli occhi. Che cosa avete provato...? Disgusto? Indignazione?
Giorgina Non mi guardate a quel modo, intanto.
Ferencz Rispondete. Badate, che io lo so già.
Giorgina Che cosa sapete? Che cosa?
Ferencz In questi casi, vedete, si può darla ad intendere a tutti, anche ai presenti, meno a una persona sola: a colui che è li, bocca a bocca. Quello capisce. Per forza.
Giorgina Insomma finitela. Voi vorreste farmi credere... Che io... Uno sconosciuto... Se non ho potuto reagire meglio, è stato perché voi siete robusto... E le vostre braccia...
Ferencz Naturalmente. Questo fa parte della messinscena. Della parte esteriore del bacio. Uno si divincola, respinge, magari picchia...
Giorgina Non potevo.
Ferencz Lo so. Ma non è questo quel che m'interessa. Son cose che si fanno per gli altri, per chi guarda. Se non c'è nessuno non si fa più cosi. Dunque confessate? Disgusto, indignazione?
Giorgina Voi avete il dono di esasperarmi. Badate che finisce che vi schiaffeggio!
Ferencz Perché? Perché sapete che io so. Ed è questo che v' inferocisce!
Giorgina Sapete? Che cosa sapete?
Ferencz In principio la vostra bocca protestava, per me, non per gli astanti, era di carattere avversativo, e dopo...
Giorgina Finitela.
Ferencz Dunque vedete che non è stato proprio un dolore, una cosa spiacevole.
Giorgina Non solo volete che vi odi, ma volete anche che odi me stessa.
Ferencz Ma perdio?
Giorgina Perché voi siete un mascalzone. Un... Avreste dovuto insistere almeno con la storiella della sosia. Era più dignitoso, per tutti e due.
Ferencz Va bene: davanti ai terzi, insisterò. Per farvi piacere.
Giorgina E per vostra norma, sappiate che un bacio, a me, può fare piacere se chi me lo dà è qualcuno che conosco, qualcuno col quale abbia conversato a lungo, che mi sia stato vicino... Insomma quando la cosa sia preparata, normale...
Ferencz (guarda l’orologio) Mezz' ora... Mezz' ora che conversiamo... (la bacia; essa si dibatte, lo respinge).
Giorgina Villano!
Ferencz Se devo pagare, almeno...
Giorgina Se potevo in qualche modo perdonarvi, ora avete distrutto questa possibilità... (si alza e far per avviarsi).
Ferencz Rimettetevi il rossetto; se no penseranno male, di là.
Giorgina Indegno... (si mette il rossetto).
Ferencz Come sono illogiche le donne! Avete affermato che avreste preferito il bacio d' un uomo conosciuto: e invece le vostre reazioni, ora, sono state più ostili di stamane. Mistero!
Giorgina Perché ora c'è stata la premeditazione, senza scuse! ;
Ferencz Escludo. Non ho fatto mai nulla, nella vita, con premeditazione.
Giorgina Ripulitevi la bocca. Se no, gli altri...
Ferencz Grazie.
Giorgina Chi era che adoperava Le Pirate?
Ferencz Una biondina, non troppo alta, ma...
Giorgina Non m'interessa. Come siete rimasto d'accordo con l'avvocato?
Ferencz Non lo so. Non ho capito bene.
Giorgina Che cosa fate di mestiere?
Ferencz. Io? Che domanda! Perché?
Giorgina Non lo volete dire? Vi vergognate?
Ferencz No; ma a pensarci bene, non sono proprio sicuro del mestiere che...
Giorgina Quanti schiaffi avete preso nella vostra carriera?
Ferencz Io?
Giorgina Sì: voi, voi. Avrete trovato anche chi vi ha schiaffeggiato, no?
Ferencz Non si usa più molto.
Giorgina Lo dite per me? Non v'illudete. Stamane non potevo. Ma ora...
Ferencz Lo so: non era più la prima volta. Alla prima lo schiaffo è di già raro. Alla seconda poi, assurdo.
Antonia (entrando) Si può?
Giorgina Figurati! Non avevamo proprio più niente da dire, (presentando) Mia zia. Antonia Gabor.
Ferencz Sono felice. E onoratissimo.
Antonia Aveva ragione Aladar. Non c'è che dire. Un gran bel figliolo.
Ferencz Troppo buona.
Antonia Allora?... (guarda i due) Io non so quali siano stati i vostri moventi. Comunque, troppa pubblicità! E avete combinato un pasticcio. Perché diavolo scegliere la stazione? Ci sono tanti parchi... L'isola Margherita. I musei. Io sceglievo i musei d' arte moderna. Sono sempre deserti. I custodi dormono.
Giorgina Zia!
Antonia Si fa così per dire...
Giorgina Se credi che il signore abbia bisogno delle tue istruzioni!
Antonia Perché? Sono affollati ora i musei d'arte moderna? Mi stupirebbe.
Ferencz No. Ma non c'è da sedere. Allora io preferisco i teatri: di giorno, durante le prove. Penombra discreta. Vado in un palco. Piccola mancia al custode. Tranquillità. E insieme spettacolo.
Antonia Bravo! E' un' ottima idea. Credevo che non potesse venire in mente a chi è fuori del nostro mondo. Giorgina, sei mai stata a nessuna prova, tu?
Giorgina Zia!
Antonia (a Ferencz) Non ci badate. Io non faccio che scandalizzare mia nipote. Scandalizzo mia sorella, il mio avvocato. Tutti. Ma oramai lo faccio da, tanto tempo che ci sono abituati, (a Giorgina) Sai che mi piace il tuo aggressore! Peccato non avere dieci anni di meno. Sarei venuta anch' io alla stazione... Dieci, son pochi! Facciamo venti. Trenta... Già, ma voi... Siete nato un po' tardi.
Ferencz E con una zia così simpatica, voi chiedete un' indennità? Quando si hanno tesori in casa...
Antonia Niente adulazioni.
Giorgina Qui, tra poco, si fa un pranzo in famiglia!
Ferencz E' un'idea. Vi invito tutt' e due!
Antonia Perché no?
Giorgina Zia! Finirò col metterti sotto tutela!
Antonia C'è l'avvocato. Troverebbe forse la cosa...
Ferencz Invitiamo anche lui.
Giorgina Smettetela. Lasciate stare gli inviti. Fate la persona seria. Pagate il vostro affitto di casa, invece. E pagate i danni.
Ferencz Per un bacio! Dite voi, signora! Per un bacio... Che cos' è un bacio?
Giorgina Non fate il Cirano!
Ferencz Volevo dire: pensate ai baci che si danno in un giorno al mondo. Facciamo un calcolo approssimativo. Su ogni dieci persone una almeno dà o riceve un bacio al giorno.
Antonia Solo il dieci per cento? E' poco.
Ferencz E' poco, lo so.
Antonia Non è questo: ma quelli che si baciano, non si accontentano di uno al giorno.
Ferencz Verissimo! Almeno due!
Giorgina Se volete continuare da soli...
Ferencz No: vi prego, signorina. Giustissimo, almeno due!
Antonia Senza contare quelli che fanno l'inflazione. Centinaia al giorno.
Ferencz Per cui, tutto sommato, si può dire che al mondo si scambiano in un giorno tanti baci quanti sono gli individui. Cento per cento. Se ogni bacio costasse tre milioni, pensate alla circolazione monetaria! Ci sarebbe da far impazzire i cassieri di banca. Gli stampatori di carte-monete. Da far venire il mal di testa agli astronomi che pure sono abituati a calcolare a trilioni. Un bacio... In fondo che cos' è? Un po' di poesia, di tenerezza. Un' espansione che trabocca. Un interruttore di luce elettrica.
Antonia Come?
Ferencz Sì. Una presa di contatto. Un tentativo per vedere se la corrente passa, se la luce s' accende.
Giorgina Non s'è accesa, (ed esce senza salutare verso l'interno).
Ferencz Come mai l'avete educata così male?
Antonia Non me ne parlate! Ma, che volete? Queste ragazze moderne sono la nostra disperazione. Senza più sentimento, languore. Io non so che cosa abbiano nelle vene.
Ferencz Fingono.
Antonia Come?
Ferencz Vi garantisco che fingono. Sotto, qualcosa c'è.
Antonia Credete?
Ferencz Guardate Giorgina, per esempio. Sembra insensibile, inflessibile, rigida. Ebbene stamattina alla stazione...
Antonia Che cosa? Ditemi, ditemi.
Ferencz C'era qualcosa che vibrava in lei. Il subcosciente forse.
Antonia Davvero? Ne siete sicuro?
Ferencz Eh, sì.
Antonia Ne sono felice. Sapeste che consolazione mi date. Io, che volete? Sono convinta che essere di marmo sarà una bella cosa per la morale, per il dovere, per i terzi, ma per sé è il più grande guaio che possa capitare.
Ferencz Parole d' oro!
Antonia Dunque il subcosciente consentiva! Bravo! Del resto, si capisce, voi siete il tipo. Sembrate fatto apposta... Lasciate stare l'indennità, tutte le storie dei risarcimenti...
Ferencz Oh, ma perché? Io invece...
Antonia Non vi eravate ancora accorto che non sono una stupida?
Ferencz Oh, ma... L' avvocato...
Antonia Lasciate perdere. Lo conosco. Voi dunque non avete un soldo.
Ferencz Come?
Antonia Sì, la villa sul Balaton, la Mercedes qui... Tutti passivi. Di attivo cos'avete?
Ferencz Io sono confuso d' ammirazione!
Antonia Per questo siete cosi ben disposto a pagare. Era evidente! Non avevate niente da perdere. Non importa. Sono convinta che l'incidente della stazione non sia stato nocivo lo stesso. Voi che cosa sapete fare?
Ferencz Non so.
Antonia Va bene: di tutto. Per questo non avete fatto niente. Sempre così. Chi ha più disposizioni è il più imbarazzato. Giovanotto, mi piacete! Credo di avervelo già detto; ma son cose che fa sempre piacere sentirsele ripetere. Giorgina ha il subcosciente che dice di si quando lei dice di no. E allora bisogna che Antonia Gabor intervenga. Dopo tutto il nome, le conoscenze, le vecchie amicizie devono pur servire a qualcosa: no? Questo è tutto il mio capitale. Lasciate fare a me. E nell'attesa, se potete, non baciate nessun'altra.
Ferencz Neanche la mano a voi?
Antonia Non c'è che dire. Siete simpatico. Valete più di tre milioni! (sulla porta verso V interno) Giorgina! Andiamo... (Giorgina ricompare). Signor Korvat!
Ferencz Vengo anch' io...
Laszlo (che è ricomparso dietro Giorgina) No, scusate... Ancora un momento per favore...
Antonia (a Giorgina) Saluta.
Giorgina Inutile. Non lo rivedrò mai più.
Antonia Sempre esagerazioni.
Giorgina Arrivederci, Laszlo... (a Ferencz) Signore!
Ferencz Signorina!
(Antonia fa una smorfia come per dire «lasciate fare a me!» e si allontana dalla comune con Giorgina, Ferencz rimane a guardare verso dove sono uscite le due donne).
Laszlo Ebbene?
Ferencz Simpaticissima!
Laszlo Non mi pare che sia un'opinione condivisa!
Ferencz Non parlavo della nipote. Quella, si capisce, è giovane acerba, pungente. No, la zia. E' irresistibile.
Laszlo Giovanotto, lasciamo stare...
Ferencz Quella, ai suoi tempi, dev'essere stata un accidente. Proprio come piacciono a me le donne!
Laszlo Dunque, i vostri colloqui...
Ferencz La zia mi ha promesso un intervento risolutivo. Dice che ha molte conoscenze, vecchie amicizie... Eh? Deve essere stata molto ammirata, no?
Laszlo Che c'entra con la nostra faccenda?
Ferencz C'entra. I suoi ammiratori oggi devono essere o ministri o al cimitero. Una grande artista! Bella! Era bella da giovane?
Laszlo Non so.
Ferencz Non l'avete conosciuta? Avrete visto il suo ritratto sui giornali.
Laszlo Sì. Era bella.
Ferencz Ne ero certo. E magari allegrotta, eh?
Laszlo Vi proibisco...
Ferencz Non c'è niente di male, mi pare. Vecchie amicizie, l'ha detto lei. Devono essere...
Laszlo Insomma, che cosa avete deciso?
Ferencz Non so. Io sono nelle mani di zia Antonia. Mi ispira fiducia. Mi rimetto a lei. Parlatene un po' con lei.
Laszlo No.
Ferencz Perché?
Laszlo No. Inutile informarvi. Con lei non tratto. Voglio il vostro legale. Ditemi il nome d' un legale. Incaricate qualcuno. E non sorridete cosi! Mi esasperate!
Ferencz Era bionda da giovane, la zia?
Laszlo Il diavolo vi porti!
Ferencz Avvocato, questo non è bello e non è decoroso...
Laszlo Scusate... La colpa non è vostra; e neanche mia. Ci sono certi antefatti. Lasciamo andare. Dunque il vostro legale?
Ferencz Me lo sceglierà Antonia...
Laszlo Dite la signora Antonia Gabor, vi prego.
Ferencz Giusto. Ma non so per qual motivo mi sento in confidenza. Da giovane, non so perché, dev'esser stata un tipo al quale veniva spontaneo dare del tu. Mi sbaglierò ma...
Laszlo A una signora non si dà del tu.
Ferencz Oh, quando si è soli, insieme... (alzandosi) Allora, per tutto il resto io mi rimetto ad Antonia. Pardon, la signora Antonia Gabor. O devo dire la signorina?
Laszlo Capisco l'odio di Giorgina per voi. Anche poco fa mi diceva...
Ferencz Che cosa?
Laszlo Che siete insopportabile!
Ferencz Così giovane, e sa già mentire così bene! Complimenti! (entra Tiburzio che porge a Laszlo un biglietto da visita).
Laszlo (leggendo) Ah! Dite che aspetti un istante... (a Ferencz) Il fidanzato... Già, Aladar Toth...
Ferencz Tre milioni...
Laszlo Appunto...
Ferencz Che vuole?
Laszlo Non saprei.
Ferencz Fatemelo conoscere. E' utile. Anzi, necessario. Potrò accomodare il mal fatto. (all'usciere) Fatelo passare...
Laszlo Ma...
Ferencz (a Laszlo) Nessuna paura. Sarò come si deve. (all'usciere) Fatelo passare. (l'usciere esce) E, se non sono indiscreto, di che natura erano gli antefatti?
Laszlo Signore! Pensate ai vostri antefatti!
Ferencz Ssst! Oramai... (Tiburzio introduce Aladar Toth che si dirige verso l'avvocato, e poi si ferma scorgendo Ferencz il cui viso non gli è nuovo).
Laszlo Buongiorno, signor Toth.
Aladar I miei rispetti.
Laszlo A che cosa devo...? Prego, accomodatevi.
Aladar (accennando a Ferencz) Veramente...
Laszlo Scusate. Il signor Korvat... Korvat Ferencz...
Aladar Ah, mi pareva infatti... Il signore si trovava alla stazione stamattina, se non sbaglio.
Ferencz Esatto.
Aladar Ah! Non capisco però... Avevo chiesto di parlare con l'avvocato...
Ferencz Scusate. Sono stato io a pregare... Sono io che volevo parlare con voi.
Aladar Non capisco che cosa abbiamo da dirci. Non vorrete, credo, che mi batta per una fidanzata che non è più la mia fidanzata!
Ferencz Sarebbe assurdo. Ma intanto, accomodatevi, prego.
Laszlo E a che cosa devo il piacere...?
Ferencz Io lo so. E se permettete... Siccome sapete che l'avvocato è un amico di famiglia... Desideravate, come si usa ancora in provincia, chiedere le lettere e doni di...
Aladar Signore, v' ingannate. E non capisco... E non vi permetto...
Ferencz Allora, vogliate scusare. Badate che le mie parole avevano un contenuto di rimpianto e di ammirazione per le sane tradizioni della provincia...
Aladar Va bene. Accetto le vostre scuse. Io sono venuto invece...
Ferencz Non abbiate scrupoli. Oramai io sono immischiato fino al collo in questo pasticcio. Immaginatevi che vogliono farmi pagare tre milioni d'indennità per l'equivoco di stamane. Non sembra anche a voi un'esagerazione?
Aladar Tre milioni?
Ferencz Non che questo sia l'ammontare della vostra sostanza, signor Toth. La signorina mia avversaria dice che per lei Aladar Toth era l'ideale, povero o ricco che fosse. E l'ideale per una signorina d' oggi, tradotto in cifre, vale tre milioni. Io le ho distrutto la felicità: devo pagare.
Aladar La signorina, vostra avversaria...?
Ferencz Sono qui per questo. Mi vogliono citare.
Aladar Avvocato, è vero quello che afferma questo signore?
Laszlo Esatto. La giustizia non può negare che...
Aladar Un momento. Questo modifica molte cose!
Ferencz Lo credo io! Tre milioni! Voi, anzi il vostro amore, vale tre milioni! C'è di che essere fieri!.. Bravo! Complimenti!
Aladar Avvocato, io ero venuto a trovarvi perché... (sospettoso a Ferencz) Ma allora, come mai, alla stazione?... La verità!
Ferencz Volete proprio la verità?
Aladar Sentiamo.
Ferencz Una scommessa! Già: una scommessa che avrei baciato la prima persona che scendeva dal treno, dell'altro sesso s'intende, giovane o vecchia che fosse. Una scommessa idiota, lo riconosco. Che volete? L' ho vinta.
Aladar Va bene. La cosa è plausibile. Voglio credere. (a Laszlo) Dunque, ero venuto qui, da voi, perché avevo avuto degli scrupoli. Non ero certo d'aver avuto ragione. La fanciulla aveva reagito in modo eccessivo alle mie osservazioni, ma forse le mie osservazioni erano state ingiuste. E io aborro l'ingiustizia. La presenza e le spiegazioni del signore mi confermano che forse c'è stata dell'esagerazione da parte mia. (a Ferencz) D'altronde tre mesi di fidanzamento non si cancellano così, con uno sforzo di volontà.
Ferencz Giustissimo. Il signore è pieno di buon senso...
Laszlo Permettete, signor Toth, che mi compiaccia di questo vostro passo. La riconciliazione è sempre stata...
Aladar Un momento. Non precipitiamo. Per ora io voglio solo riconoscere d' aver esagerato. Non altro. Dopo sta a Giorgina a decidere se...
Ferencz Giorgina? Ma...
Aladar Prego, la signorina Giorgina Huszti, per voi.
Ferencz Appunto. Si butterà. Aveste visto: aveva gli occhi gonfi, rossi, che faceva perni. Lacrime. Non ha fatto che piangere.
Aladar L'avete rivista?
Ferencz Qui, poco fa. Davanti testimoni.
Aladar Insomma, vedremo. (si alza) Una scommessa! E di quanto era questa scommessa?
Ferencz Era... Era di mille pengo. Ma non è finita. No. Avrei dovuto compiere entro una settimana tre cose: Baciare alla stazione: ...fatto. Baciare sul naso la tigre Patna dello Zoo. E interrompere la seduta al Parlamento gridando: «Denunciate il Trattato del Trianon». Solo allora avrei guadagnato i mille pengo.
Aladar Sono sciocchezze infantili. Si vede che avete tempo da perdere.
Ferencz Molto. Non faccio niente.
Laszlo Allora, signor Toth...?
Aladar Comunicate pure alla signorina...
Laszlo Non credete che una visita vostra...
Ferencz Sarebbe certo gradita...
Aladar No. Non posso fare di più. Voi avvocato, riferite. E dopo, secondo quel che la signorina risponderà, si potrebbe per esempio combinare un incontro casuale, in terreno neutro. No so...
Ferencz Al Giardino Zoologico.
Aladar Ecco. Badate, giovanotto, di non sbagliare... La tigre: voi dovete baciare solo la tigre al Giardino.
Ferencz Non dubitate.
Aladar Avvocato... Signor Korvat... (saluta dignitosamente col capo e si ritira).
Ferencz (mettendosi a ballare) Tutto aggiustato! Avete visto? Che bellezza! E' un gran brav'uomo! Un marito perfetto... Se fossi donna lo sposerei io! Dite, avvocato, volete che vada io ad annunciare la buona notizia a Giorgina? Ho sotto la macchina. Mi precipito. Poveretta! Mi sarà riconoscente. Mi perdonerà tutto. Mi inviterà a pranzo.
Laszlo State fermo. E non vi fate più vedere. Mai più.
Ferencz (di botto, serio) Avete ragione. Tanto più che ora mi viene un dubbio: vorrà ancora Giorgina sposarlo?
Laszlo Cosa?
Ferencz Niente: una mia idea. Vi faccio una confidenza. Ma, mi raccomando, segreto professionale. Ha cambiato il rossetto per le labbra. Rosa. Invece di mughetto. Molto meglio.
Laszlo E voi come fate a saperlo?
Ferencz Io? Ah! Intuito! Allora, avvocato, complimenti... Per gli antefatti!
FINE DELL'ATTO SECONDO
ATTO TERZO
La stessa scena del primo atto. Saranno le tre del pomeriggio. Evidentemente si è andati a colazione tardi, perché solo da poco la colazione è finita, e i cinque commensali — Antonia, Margit, Giorgina, Aladar e Laszlo — sono or ora venuti dalla stanza da pranzo in scena. Giorgina fuma una sigaretta. Janka porta il caffè e serve. Nella conversazione che seguirà, nel tono, nei gesti si deve sentire un certo impaccio, come se l'accordo, il benessere che di solito si diffonde in chi ha mangiato bene, mancassero completamente.
Margit e Laszlo sembrano i più zelanti affinchè l'animazione riprenda, ma i loro sforzi non hanno risultati molto brillanti.
Margit E voi, signor Toht, non fumate? Neanche una sigaretta?
Aladar Grazie. Mai sigarette.
Antonia Liquore?
Aladar Grazie. Mai liquori.
Antonia Caffè?
Aladar Grazie. Mai caffè.
Antonia Io mi domando sempre: quale sarà il vostro vizio?
Aladar Come?
Antonia Persone senza vizi non esistono: è provato. Palesi o nascosti ne abbiamo tutti, qualcuno. Voi, palesi, non ne avete. Allora saranno nascosti. Quali saranno, mi domando?
Margit Antonia!
Aladar Lasciatela dire: è cosi divertente.
Laszlo Scherza! Le piace stuzzicare la gente...
Margit Giorgina, perché non ci fai un po' di musica?
Giorgina Io?
Margit Perché?
Giorgina C'è la radio.
Laszlo Ma non si può sentire quel che si vuole. Bisogna subire i programmi altrui.
Giorgina Ci sono i dischi. E' la più grande conquista dei nostri tempi: l'aver ridotto al silenzio le virtù pianistiche delle signorine.
Margit (con un sospiro) E tuo padre ha fatto tanti sacrifici perché tu studiassi!
Laszlo (dopo una pausa) E a voi, signor Toth, piace la musica?
Aladar Certamente, se è bella.
Giorgina Si capisce. (pausa).
Laszlo (dopo aver cercato con fatica un argomento di conversazione) Allora, per il viaggio di nozze...?
Giorgina Non abbiamo ancora deciso.
Aladar Lascio a Giorgina il compito di scegliere.
Giorgina (un po' nervosa) Ho già detto di no. Di' tu. Io poi protesterò. Proporrò un altro posto. Ci metteremo d' accordo per un terzo luogo. Se no, come si fa a discutere?
Aladar Scegliamo addirittura il terzo luogo.
Giorgina Parigi.
Aladar Va bene: Parigi.
Giorgina Lo vedi? E' il primo. Subito, accettato. Ho detto Parigi perché volevo che fosse scartato...
Laszlo (accomodante) Sentite: andate alla stazione, avvicinatevi a un treno...
(Tutti lanciano un' occhiata di biasimo all'avvocato che s'interrompe. L' atteggiamento dei presenti dimostra chiaramente che la frase pronunciata non poteva essere più infelice. Pausa).
Margit Voi, avvocato, non andate al vostro studio, a quest'ora? Non fate complimenti.
Antonia (perentoria) Oggi, Laszlo non ha niente da fare allo studio.
Laszlo Ecco: infatti. (ritornando alla primitiva idea, tanto per rimediare) Potreste allora salire in automobile.
Giorgina Aladar non usa l'automobile.
Aladar No: il mio povero padre è morto in un incidente automobilistico. E la mamma mi ha fatto promettere... Ora, finché la mamma c'è, non voglio darle questo dispiacere...
Laszlo Giustissimo.
Antonia Ma allora se. auto e treno vi risvegliano ricordi funesti, che cosa adoperate per viaggiare? L' aeroplano?
Aladar Che ne direste d' un piroscafo?
Giorgina Sul Danubio! Bel viaggio... Grazie mille!
Aladar Ma no: non ho nessun pregiudizio contro i treni. Allora, Parigi?
Giorgina Per me!
Aladar Parigi. Sono contento che tu abbia accettato davanti a testimoni, così al caso non potrai smentire...
Giorgina Cosa? Di' che ho l'abitudine di contraddirmi, ora! Su, dillo!
Margit Giorgina, il tuo carattere sta diventando insopportabile.
Laszlo Prendi esempio da lui. Hai visto? Non ha ribattuto verbo.
Giorgina Zitto! Non autorizzo intrusioni. Lui tace, naturalmente, perché è superiore. Ma non credere che, dopo sposati, te la caverai col silenzio. Io voglio che mi si dia torto magari, ma che si discuta, che una soddisfazione mi sia concessa. Figurati se ammetto di vivere accanto a un essere superiore!
Aladar Non ho mai detto un' assurdità simile!
Giorgina E allora perché taci?
Aladar Per il piacere di ascoltare te.
Giorgina Zia, lo senti? Dillo tu; non è esasperante?
Antonia Certo, Aladar, un po' più di tatto...
Margit Antonia! Io trovo che Aladar è l'ideale, semplicemente: ideale. Le dà ragione in tutto.
Giorgina Come si fa con una stupida che non merita conto di confutare.
Antonia Troppa passività in un uomo non è consigliabile.
Laszlo In questo ha ragione: non la consiglio neanch'io.
Aladar Ma non è passività: è studio. Io voglio conoscere a fondo la mia futura moglie. Per conoscerla credo che non ci sia altro mezzo: stuzzicarla, far sì che si mostri intera qual è, nel suo intimo. E per stuzzicarla non c'è che darle sempre ragione.
Margit (piano a Giorgina) Lo vedi? Ti studia. Sorvegliati.
Giorgina Che cosa? Il mio carattere è quello che è: così, aperto, istintivo, leale.
Aladar Lo so, cara. Allora Parigi, vero?
Giorgina Come vuoi, caro. Parigi! (piano ad Antonia) Finisce che lo strozzo.
Antonia Troppo presto. Aspetta almeno di essere sua moglie.
Giorgina Secondo te, Aladar, quando un marito è tradito, la colpa di chi è?
Aladar Come, di chi è?
Giorgina Ti chiedo questo perché io sono convinta che quasi tutti i tradimenti sono originati dalla persona tradita. Ci sono dei mariti ai quali è impossibile non fare dei corni. Sono nati così. Li vogliono. Li esigono.
Aladar L'argomento mi sembra un po' intempestivo e anacrostico.
Margit Quello che dico anch' io.
Laszlo Assolutamente.
Giorgina Va bene. Tanto, di questo avremo da parlare dopo.
Aladar Dopo, quando, cara?
Giorgina Perché mi dici sempre «cara?».
Aladar E' stata tua mamma che mi ha pregato di essere tenero con te.
Giorgina Ah, sei stata tu?
Antonia (come tra sé) Mia sorella non ha mai capito gli uomini! E neanche le donne del resto!
Margit Io penso alla felicità di mia figlia. Al suo avvenire!
Giorgina E credi che la mia felicità dipenda dal sentirmi chiamare «cara» ogni momento?
Margit E' il principio. Quando un marito è gentile, affettuoso, premuroso, il resto vien da sé.
Giorgina Io non sono di questo parere.
Aladar E quale sarebbe il tuo parere, cara?
Giorgina Mi sei piaciuto di più quando mi hai piantata.
Margit Giorgina!!!
Giorgina Almeno quel giorno sei stato un uomo. Perché ti sei pentito?
Aladar Perché ho ragionato. E perché ti amavo.
Giorgina Troppo tardi! Non si dice: perché ho ragionato. Si dice subito: perché non potevo stare senza di te. Anche se avessi avuti tutti i torti, sarei tornato egualmente!
Aladar No: ora esageri. Se veramente quel Korvat...
Giorgina Ebbene, che cosa?
Margit Non s'era detto di non parlarne più?
Laszlo Infatti.
Giorgina Perché? Cosa c'è? Una vergogna forse? Dunque, se quel Korvat e io fossimo stati d' accordo, alla stazione, tu non avresti perdonato?
Aladar Non credo: la mia dignità.
Giorgina Dove c'è dignità non c'è amore; e viceversa.
Antonia Brava!
Margit Antonia, questi tuoi principi...
Antonia Sono frutto dell'esperienza. Hai ragione, Giorgina. Quando darai uno schiaffo a un uomo e sarà quell'uomo a chiedere scusa a te d'averlo preso, allora, vedi, queir uomo è innamorato davvero.
Margit Antonia, io non vorrei in presenza di estranei farti delle osservazioni...
Aladar Qui non ci sono estranei, spero.
Margit Appunto. Ma questo tuo linguaggio, questi continui ricordi di un passato che sarebbe più decoroso dimenticare, non sono fatti per edificare un giovane che deve entrare nella nostra famiglia.
Aladar Scusate, c'è un piccolo errore. E' la giovane che entra nella mia famiglia.
Antonia Con questo vorreste dire forse che io...?
Aladar Oh Dio, per necessità di cose, dopo, noi vivendo altrove, certamente i contatti saranno meno frequenti...
Antonia Ho capito. Ebbene Giorgina, vedete, è un angelo.
Aladar Lo so.
Antonia Capace magari di filare con dieci giovanotti...
Aladar Cosa?
Antonia Sicuro. Di innamorarli tutti di sé. E' un angelo ma anche un diavolo! Un diavoletto. Piena di fuoco, di brio, di energia, di allegria. Ma sapete di chi è il merito, che sia così? Mio, tutto mio! Sono io che...
Margit Non statela ad ascoltare. Potreste credere...
Giorgina Se cambiassimo discorso?
Laszlo (dopo una pausa) E' penoso questo dover cambiare discorso ogni due minuti. Si finisce col non saper più che cosa dire.
Antonia Non te ne preoccupare. (ad Aladar con intenzione aggressiva) Voi ballate?
Aladar No. Mi dispiace, ma...
Antonia E avete intenzione di lasciar ballare vostra moglie, o no?
Margit Antonia, di questo si è già discusso ieri...
Antonia Volevo sapere se aveva cambiato opinione...
Aladar Io, per principio, non cambio mai opinione.
Antonia Che bellezza! Dunque, voi lascerete che vostra moglie balli, ma preferireste che non ballasse. Bel sistema!
Giorgina Io ballerò moltissimo. Lo premetto fin d'ora...
Laszlo Certo, ai giorni nostri, una signora giovane...
Margit Nessuno ha chiesto il vostro parere.
Laszlo Infatti. E poi io non me ne intendo... Non ho mai ballato.
Antonia No. Lui stava sempre a guardare...
Margit (alzandosi) Signor Toth, volete passare di là...?
Aladar (alzandosi) Come preferite, signora ..
Margit (con un' occhiata ad Antonia) Forse saremo meno disturbati...
Antonia La bestia nera sono io.
Aladar Che dite mai? Per carità.
Margit Giorgina, vieni...?
Aladar (ad Antonia) Se permettete... (Aladar e Margit escono).
Antonia Su, Giorgina... Raggiungi l'amato bene!
Giorgina Zia, zia... (sta per dire qualcosa, ma s'interrompe).
Antonia Che cosa c'è?
Giorgina Niente. (breve pausa) Tu, ai tuoi tempi...
Antonia Ssst. Io ero un' artista: è un' altra cosa...
Laszlo E poi non sono esempi da seguire...
Giorgina Io sono sicura che tu, zia, non ti sei mai pentita.
Antonia Mai.
Giorgina E' questo il grande segreto.
Margit (di là) Giorgina?
Giorgina Vengo.
Antonia Dopo tutto, Aladar è così un bravo giovane... (Giorgina dà un' occhiata, una sola occhiata, alla zia, ma piena di disperazione: e poi esce).
Laszlo (appena Giorgina è scomparsa) No, no e no.
Antonia Che ti prende?
Laszlo Ho taciuto sempre, anche quando commettevi delle sciocchezze inaudite, anche quando mi tormentavi, sempre: ma ora no. Quello che fai nei riguardi di tua nipote è intollerabile.
Antonia Che cosa faccio?
Laszlo Andiamo, via! Quella finisce che non può più sopportare quell'angelo d'uomo che è Aladar: tutto merito tuo. Una parola, una smorfia, un sospiro, glielo demolisci! Bel risultato! Tanto lo deve sposare lo stesso, per forza, e così la rendi infelice in anticipo. E' incredibile come neanche gli anni ti abbiano rinsavita.
Antonia Ti ricordi il Belvedere di San Giovanni?
Laszlo Che c'entra?
Antonia Ci sono tornata, dopo tanti anni.
Laszlo M'avevi promesso che almeno questo ricordo l'avresti rispettato. Che non ci saresti mai più ritornata senza di me.
Antonia Lo so. Per questo te ne parlo: per chiederti perdono. Non ho potuto fare a meno.
Laszlo Se me l'avessi detto ti avrei accompagnata io.
Antonia Non ci sono andata sola.
Laszlo Con chi ci sei andata?
Antonia Laszlo, andiamo! Non vorrai essere geloso, credo!
Laszlo Non hai nessun rispetto dei ricordi... Il solo momento della vita nel quale ho creduto di essere felice, è stato su quella panchina. Spero che almeno non ti sarai seduta su di essa!
Antonia Non è più la stessa, Laszlo. L'hanno cambiata. Ora è in pietra.
Laszlo Con chi sei andata lassù?
Antonia Con un conoscente. Non lo vedevo da tanto tempo. M' ha detto: «Perché non andiamo a rivedere San Giovanni...». Non ho potuto dirgli di no.
Laszlo A rivedere? Allora c'eri stata altre volte insieme, laggiù?
Antonia Tanti, tanti anni fa. Quando la panchina era di legno. E' stato lui a farmi notare appunto che l'avevano cambiata.
Laszlo Ah! Quindi, neanche quella panchina, allora avevi rispettato. Niente. Ci venivi con me e con altri.
Antonia Il luogo è così suggestivo. Però ora sai che vi fa più freddo di allora...? Parecchio. Istvan ha dovuto prestarmi il plaid dell'automobile.
Laszlo Istvan...? Quale Istvan, il grasso o il magro?
Antonia E' ingrassato anche lui.
Laszlo Allora quello che una volta era magro. Istvan Vayda.
Antonia Ricordi? S' è tagliato i favoriti.
Laszlo Lo so: ho visto la sua fotografia sui giornali quando l'hanno nominato direttore generale del Teatro di Stato.
Antonia Sta molto meglio così.
Laszlo Se allora dicevi che di lui ti piacevano proprio i suoi favoriti...
Antonia Allora erano di moda: c'era Francesco Giuseppe.
Laszlo Beh, si può sapere perché mai t'è venuto in mente di ripescare Vayda?
Antonia Così. Volevo vedere se si ricordava di me. Si ricordava. Ha ancora la mia fotografia nel suo studio. Sono cose che fanno piacere.
Laszlo Quindi sei andata a trovarlo?
Antonia A teatro. Ha lo studio a teatro.
Laszlo Era parecchio più vecchio di te a quel tempo!
Antonia Incredibile: ora è più giovane. Parecchio. Lo vedessi! Elegante...
Laszlo Non m'interessa!
Antonia E poi si dice che gli uomini sono ingrati e smemorati. Non è mica vero. Istvan è stato pieno di premura. E ricordava tutto. Quasi come te.
Laszlo Che cosa volevi da lui? Perché l'hai resuscitato?
Janka (entrando) Signorina, c'è il signor Korvat...
Laszlo Come? Chi?
Antonia (a Janka) Fallo passare. (Janka esce).
Laszlo Senti, è di un'indelicatezza, mentre di là...
Antonia Qui siamo in casa mia. E Ferencz è amico mio. (durante questa battuta Ferencz entra, ode le ultime parole).
Ferencz (baciando la mano ad Antonia) Grazie! (poi saluta Laszlo che risponde freddamente) Disturbo?
Laszlo Sì. Se Antonia non ve lo dice, ve lo dico io. E voi avreste dovuto avere il buon senso di capirlo da solo. Di là c'è una signorina che con grande fatica ha potuto rincollare i frantumi del suo fidanzamento...
Ferencz Merito mio.
Laszlo E ora la vostra presenza minaccia di sollevare nuovi pasticci. Mi pare evidente. E stupisco che voi...
Ferencz La signorina m' ha pregato di passare da lei. E sebbene sia ora d'ufficio non ho creduto di poter...
Laszlo D'ufficio?... Avete un ufficio, ora, voi?
Ferencz Sissignore. Ecco il mio nuovo biglietto da visita. Se vi serve qualcosa... Un palco per la prima di Molnar...? (porge un biglietto da visita a Laszlo).
Laszlo (scorrendolo) Segretario generale del Teatro di Stato.
Ferencz Da nove giorni, per servirvi.
Antonia A proposito, il direttore è molto contento di voi.
Ferencz Anch'io sono contento di lui: è simpaticissimo! (intanto Laszlo ha guardato prima Antonia e poi Ferencz e viceversa, cominciando a capire).
Antonia Perché non vi accomodate?
Ferencz (sedendo) Grazie. Io ero fatto per la vita di teatro. Me n' accorgo ora. Prima credevo d'esser fatto per le poltrone. Ora invece ho capito... Farò presto il regista. Ho visto come si fa. Non ci vuol niente. Molta voce, e basta. Bisogna saper gridare. Se no, non si ha autorità. Io so gridare benissimo.
Laszlo Qui però è inutile: non siamo su un palcoscenico.
Ferencz E la signorina Giorgina come va?
Antonia Benissimo. E' un po' nervosa.
Ferencz Oh, poverina. Come mai?
Antonia Il telefono...
Ferencz Il telefono? Che ha? E' guasto? Provvedo io.
Antonia No. Riceve sempre delle chiamate misteriose. Qualcuno che le mormora a voce spenta: «Penso a voi», e poi riappende. Voi non sapete chi sia?
Ferencz Io? Che volete che sappia?
Antonia Niente. Così... Credevo... Oh, del resto felicissima.
Laszlo Non vede l'ora di sposarsi. Ha deciso d'andare a Parigi in viaggio di nozze.
Ferencz Bell'idea! Forse ci sarò anch' io... Credo che il direttore...
Antonia E' cosa fatta.
Ferencz Come?
Antonia Vi ho pregato di venir qui per questo. Il direttore incarica voi di andare a Parigi a vedere la la messinscena di «Elisabeth sans-hommes» e poi di allestire lo spettacolo qui.
Ferencz Signorina, io non so... (le ribacia la mano).
Laszlo Ah, allora... (e guarda Antonia) Ti dai alla beneficenza, ora?! Sarà meglio in questo caso che Giorgina vada a Istanbul in viaggio di nozze! Più prudente!
Ferencz E come mai...? Io non osavo...
Laszlo E' stata tutta virtù di San Giovanni.
Antonia Gli uomini non sono ingrati, come si crede.
Laszlo Beh, ora avete avuto la buona notizia; fate le valigie, andate a Parigi, mi pare inutile che insistiate nel trattenervi qui...
Antonia Tu, Laszlo, hai il dono — che hanno molti avvocati del resto — di non capire mai niente. (a Ferencz) Avrei pensato, a Parigi, l'Hotel Napoleon Premier. E' un buon albergo. E poi io vi farò una lettera per il proprietario: è un mio buon amico. Vi farà degli ottimi prezzi.
Laszlo E perché non gli metti nella valigia il termos con il caffè, le compresse d'aspirina e le reticelle per i capelli...?
Antonia (a Laszlo) Sai chi è il proprietario del Napoleon Premier? Malvy. Albert Malvy.
Laszlo (prendendo il cappello) Io me ne vado. Me ne vado, se no...
Ferencz Ma perché?
Laszlo (a Ferencz, indicando Antonia) Ed è così da quand' è nata! (la porta del salotto si apre e compare Giorgina). Patatrac! Lo sapevo...
Giorgina (vedendo Ferencz) Ah?!
Ferencz Signorina...
Antonia E' venuto ad annunciarmi il suo fidanzamento...
Laszlo (protestando) Ma come...?
Antonia Sì. Figurati, Giorgina, che si è fidanzato con Lilì Appony. (a Laszlo) Vengo. Ti accompagno. (a Ferencz) Permettete? (a Laszlo) Andiamo...
Laszlo Incredibile... Non ho sentito che parlasse di nessun fidanzamento.
Antonia Ssst. (Antonia e Laszlo scompaiono verso l'anticamera).
Giorgina (con l'aria di chi cerca qualcosa) Scusate, se non posso tenervi compagnia, ma ho di là, anch' io, il mio fidanzato, e allora...
Ferencz Lo so.
Giorgina Ah sì?
Ferencz Che cosa state cercando, scusate? Se posso aiutarvi...
Giorgina Eppure son sicura d'averlo lasciato qui... Ma come mai avete sentito il bisogno di venire ad annunciare proprio a zia Antonia il vostro brillantissimo fidanzamento?
Ferencz Per simpatia. Voi sapete quanta simpatia abbia per zia Antonia. E' stato un colpo di fulmine. E poi ho una speranza così vaga... che i nostri due matrimoni possano avvenire lo stesso giorno, magari nella stessa chiesa...
Giorgina Voi siete pazzo.
Ferencz Per esempio a San Venceslao. Avete delle prevenzioni contro San Venceslao? No? Benissimo. E poi, magari, lo stesso itinerario nel viaggio di nozze. Perché, vedete, anch' io sposo una donna enormemente ricca, come voi. Anch' io sono povero, come voi.
Giorgina E la villa sul Balaton?
Ferencz Non trovo nessuno che me la comperi. E' un peso: tasse, riparazioni. Non me ne parlate. Dunque, in queste condizioni... Ma si può sapere che cosa cercate?
Giorgina Non ve ne preoccupate.
Ferencz Infatti, non cercate più niente. Dunque, dicevo, in queste condizioni può capitare che il viaggio di nozze non sia proprio di verte ntissimo. Parlo per me, s'intende. Allora un po' di compagnia non farebbe male. Io andrei a Parigi. Che ne dite?
Giorgina Mi par di sognare.
Ferencz Benissimo. E' già un buon segno.
Giorgina Non fraintendete. Mi par di sognare un brutto sogno.
Ferencz Ah, peccato!
Giorgina Voi siete qui, disinvolto, sfacciato, paradossale... e... e...
Ferencz E fidanzato. Quindi siamo colleghi.
Giorgina In casa mia!
Ferencz Della vostra signorina zia, prego.
Giorgina E io vi sto ad ascoltare anche.
Ferencz Per educazione, per pura e semplice educazione.
Giorgina E' sempre troppo. Me ne vado.
Ferencz Fate benissimo. Tanto più che il vostro buon Aladar di là potrebbe magari impazientirsi non vedendovi ritornare...
Giorgina Non ve ne preoccupate.
Ferencz So che il buon Aladar è molto remissivo.
Giorgina Smettetela di chiamarlo buono.
Ferencz Perché? Non lo è?
Giorgina E' una cosa che riguarda solo me!
Ferencz Che brutto carattere. Ah già, capisco: il telefono!
Giorgina Che telefono?
Ferencz Niente, niente. Non svelerò i vostri segreti.
Giorgina Ma si può sapere...?
Ferencz Possibile però che non abbiate riconosciuto la voce?
Giorgina Insomma...
Ferencz (con un soffio di voce) Penso a voi!
Giorgina Signore!
Ferencz Ero io.
Giorgina Chi?
Ferencz L'uomo che vi ha telefonato.
Giorgina Ma nessuno mi ha telefonato.
Kerencz Come? Non avete avuto molte telefonate misteriose di qualcuno che con voce soffocata diceva: «Penso a voi», e poi posava il microfono?
Giorgina Io no. Mai.
Ferencz Allora Antonia ha mentito.
Giorgina E' una sua abitudine.
Ferencz Non importa. Ha mentito nella forma: nella sostanza era vero. Penso a voi.
Giorgina Ah sì? Perdete il vostro tempo.
Ferencz Ci sono dei baci...
Giorgina Ancora? Smettetela...
Ferencz Permettete: faccio delle considerazioni di ordine generale. Dunque: ci sono dei baci convenzionali, distratti, qualunque. Baci di rito, quelli tra fratello e sorella, tra marito e moglie, tra nonno e nipote, tra due amici — di sesso maschile — che si ritrovano dopo tanto tempo... Baci che somigliano alla stretta di mano, alla cartolina illustrata, alla levata di cappello.
Giorgina Non so perché questo discorso. Il nostro non era...
Ferencz Grazie. Era appunto questo. Ma non speravo che voi... Sapete che cos' avete detto? Che cos' avete ammesso?
Giorgina Io?
Ferencz Voi, sì, sì. Avete detto «il nostro». Plurale. Noi. Cioè io e voi. Io e tu. Quello che io ho dato a te e tu a me. Nostro!!!
Giorgina Signore...
Ferencz Perdonatemi. Eppure, è così. Ci sono altri baci — i nostri — che sono un' altra cosa, un suggello, un'impronta, un contatto, un contagio. Non si dimenticano. Va bene, il telefono non squillava. Ma io pensavo a voi lo stesso e voi... Non preciso. Tutto per quella faccenda. E' terribile alle volte come basti un niente, un bacio... Non si cancella più.
Giorgina Non è vero. Non è vero. Non è vero.
Ferencz Quanti anni avete, voi?
Giorgina Perché?
Ferencz Ditemelo, andiamo!
Giorgina Sono minorenne.
Ferencz E' una seccatura.
Giorgina Voi mi spaventate... Che cosa meditate?
Ferencz Siete proprio sicura di essere minorenne? Alle volte le donne, per la mania di ringiovanirsi...
Giorgina No, no, sono minorenne.
Ferencz Eppure alla stazione non sembrava.
Giorgina Bisogna che sposi Aladar. Lo devo sposare. Lo sposerò.
Ferencz (meditando) San Venceslao.
Giorgina Io sono povera, voi siete povero...
Ferencz (quasi tra sé) Il direttore del Napoleon Premier ci farà degli sconti...
Giorgina Voi non avete professione, impiego...
Ferencz Errore! Errore madornale. Sono segretario del direttore del Teatro di Stato. E tra poco regista.
Giorgina Come avete fatto?
Ferencz Non so. Non so bene neanch'io. Da quella mattina alla stazione, sapete, forse ricordate, vero?, mi son capitate tutte le fortune. Si vede che ho incontrato qualche mascotte. Chi può essere stato?
Giorgina Forse Lilì Appony.
Ferencz Già. Forse.
Giorgina Com'è? Carina?
Ferencz Come Aladar: tal e quale.
Giorgina Come sarebbe a dire?
Ferencz Ecco qua: state bene attenta. Lilì Appony è una persona molto a modo, ordinata, precisa, piena di buon senso, un po' diffidente, remissiva, ragionevole, che mi dà sempre ragione, che è pronta a soddisfare i miei capricci, che non ha opinioni personali, che è sempre del parere della maggioranza, che desidera passare inosservata, che non ride mai...
Giorgina No.
Ferencz Io non l'ho mai vista ridere. Preferisce i vestiti scuri a quelli chiari.
Giorgina (con un sospiro) Avete ragione. Tal e quale.
Ferencz Ora io da quella mattina, sapete, quando sono andato alla stazione, e... Insomma mi è capitato quell'incidente ferroviario, ho avuto delle complicazioni curiosissime. Intanto distrazioni continue. Sì, sì. Impossibilità di continuare a pensare a una cosa diversa. Il medico dice che si chiama ossessione. Poi, quando mi trovo con la fidanzata, manìa di confronti inopportuni. E' un senso di insopportabilità della fidanzata. Un' irritazione continua. Una specie di fissazione critica contro ogni sua parola, ogni suo gesto: un' avversione perfino per i suoi vestiti. Un impeto di contraddirla in tutto e su tutto. Una voglia di pigliare a schiaffi qualcuno. E poi crisi di malinconia. E sete di qualcuno che rida. Il dubbio atroce che, se la sposo, finisco che la uccido.
Giorgina E' spaventoso.
Ferencz Ma forse non la ucciderò.
Giorgina Non è questo. Lo spaventoso è l'identità dei sintomi... Dopo tutto, com'è possibile? Perché? Voi non avete nessun... come dire?... attaccamento per me...
Ferencz Nessuno.
Giorgina Io, per voi, meno ancora. Eppure...
Ferencz Eppure...
Giorgina E' un bel fenomeno.
Ferencz Non è nuovo.
Giorgina Come?
Ferencz Tristano e Isotta. Sì. Sulla nave. Il filtro. Un bacio. E poi patatrac. Impossibile salvarsi. Come vedete, ci sono dei precedenti classici.
Giorgina Ma lì c'era un filtro. No; no; è inverosimile.
Ferencz Ma... (pausa) Giorgina... (a poco a poco entrambi si mettono a sorridere, poi a ridere) No: io non sono fatto per una moglie seria.
Giorgina Volete piantare la vostra Lilì?
Ferencz Ssst. Non c'è.
Giorgina L'avete inventata?
Ferencz Io no. La zia Antonia. Io non potevo contraddirla.
Giorgina Non conoscete nessuna Lilì Appony?
Ferencz Io, no.
Giorgina Ma allora...?
Ferencz Cinquanta per cento di semplificazione.
Giorgina Come?
Ferencz Basta romperne uno, di fidanzamenti.
Giorgina No: io devo sposare Aladar. (Antonia è rientrata pian piano, senza che i due se ne siano accorti).
Ferencz Giorgina, ci sono due strade: o voi sposate Aladar e diventate subito dopo la mia amante, il che non è bello, specialmente quand'è una cosa premeditata. O voi non sposate Aladar, e allora non c'è bisogno di tradire nessuno...
Giorgina Ma...
Ferencz No: una terza soluzione non c'è.
Giorgina Ma io sono minorenne: la mamma non permetterebbe mai...
Ferencz Già, questo è un ostacolo. Come si fa?
Antonia (che si è seduta e si è messa a lavorare) In fin dei conti, voi due vi siete conosciuti alla stazione... All'arrivo un di treno. Ma ci sono anche dei treni che partono, alla stazione!
Giorgina Zia!
Antonia Bisogna sapere una cosa: siete pentiti o no, di quell'incidente?
Giorgina Ecco...
Antonia Tu sta' zitta.
Ferencz Io, pentito? La mia felicità — e la mia fortuna — sono cominciate proprio lì.
Antonia E allora... per gratitudine... O siete un ingrato?
Ferencz Io, ingrato? Se divento nobile, sullo stemma metterò un treno. Ha ragione la zia. Ce n'andiamo. Scappiamo. A Parigi. Il viaggio di nozze lo facciamo prima. Al ritorno la mamma non potrà più dire di no. Ma certo.
Giorgina Zia, davvero tu consigli...?
Antonia Io consiglio...? Per carità. Me ne guarderei bene. Ho detto di andare alla stazione, così, senza nessun piano.
Ferencz E già che ci si va, andiamoci con una valigia per uno.
Giorgina No, no.
Antonia Non insistete, Ferencz. Giorgina non può. E' fidanzata. Con tre magnifici milioni. Volete che li butti via? Ho guardato l'orario di là. Il treno per Parigi parte alle diciassette e venti. Vi consiglierei di non lasciarvelo sfuggire.
Ferencz Avete ragione, zia.
Giorgina Alle diciassette e venti...
Antonia Già. A quell'ora, come al solito, Giorgina giocherà a domino con Aladar. E' un gioco dei miei tempi. Ora quasi più nessuno lo gioca. Ma Aladar invece... (Giorgina sale di corsa le scale e scompare).
Ferencz Antonia, io non so come...
Antonia Ssst. I fondi ci sono?
Ferencz Sì. Abbastanza. Ma col direttore...
Antonia Niente. Ci penso io. M'incarico io. Ma le spese sono doppie: attento.
Ferencz Ho venduto la Mercedes. E la mamma...?
Antonia Si sfogherà con me.
Giorgina (ricomparendo in alto) Farà freddo a Parigi?
Antonia Ma no; a Parigi non fa mai freddo... (Giorgina è scesa).
Giorgina Zia...
Antonia Niente: non voglio saper niente.
Margit (di là) Giorgina!
Giorgina O Dio...
Ferencz Bisogna scegliere: o il dovere o la felicità.
Giorgina Andiamo, (sparisce dal fondo con Ferencz).
Antonia Tutta il mio temperamento.
Margit (di là) Giorgina! (poi Margit compare) Giorgina dov'è?
Antonia Io non l'ho vista... Ah, sì. E' uscita un momento. M' ha detto di scusarla con Aladar. Oh, non può tardare.
Aladar (entrando) E la nostra partita a domino?
Antonia Beh, per una volta, vi farò compagnia io. Così passerà il tempo... Almeno fino alle diciassette e venti. Coraggio. Pur che siano felici!
Margit Ione sono certa: saranno felici!
Antonia Per una volta andiamo d'accordo: saranno certo molto felici.