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GRAALGAME

di G. Comis – E. Ferrara

Testi di Enzo Ferrara

Musica di Giuseppe Comis

                                                           Enzo Ferrara

                        Tel. 340 2304218

                        20025 Legnano (MI)

                        e-mail: enzo.ferrara1@alice.it

                        Giuseppe Comis

                        Tel. 331 1319905

                        95100 Catania

                        e-mail: giuseppecomis@alice.it

www.graalgame.com

Registrato S.I.A.E.

APPUNTI PER UNA MESSA IN SCENA

L’idea

A metà strada tra rappresentazione e recital, tra finzione ed esibizione, l’intento registico è quello di dare forma ad un luogo neutro, una scatola nera in cui il carico iconografico del testo si stemperi in una raffigurazione delle passioni più asciutta e diretta.

Il palcoscenico è diviso in scena e proscenio. Mentre la parte più avanzata è dedicata all’azione scenica vera e propria, la zona retrostante ospita la “macchina teatrale”, il “dietro le quinte” che fa funzionare il gioco della finzione, un cuore pulsante fatto di tecnici, musicisti, truccatori… e naturalmente il regista. Un tulle nero separa le due zone. L’uso della luce davanti o dietro il velo consentirà, volta per volta, di spostare l’attenzione del pubblico, di portare in primo piano ciò che accade sul retro: i movimenti del regista (Merlino) per dirigere gli eventi scenici, l’assolo del musicista, lo sguardo annoiato della coreografa (Morgana). Lo stesso tulle farà da schermo di proiezione per il materiale video (parte del quale sarà la ripresa in tempo reale dello stesso spettacolo).

Lo spazio dell’azione è vuoto. Nessuna scenografia od oggetto occupa la scena. Solo i corpi, i volti e i sentimenti dei personaggi sono presenti in un duetto ininterrotto tra la cruda fisicità dell’attore/ballerino e l’eterea visionarietà dell’immagine luminosa proiettata sul grande tulle che fa da fondale/divisorio.

Il gioco del doppio, che nel testo assume la dualità realtà-videogioco, nella messa in scena è riproposto nella forma realtà (della costruzione di uno spettacolo) - finzione (della vicenda rappresentata) insinuando una sottile ambiguità tra ruolo e personaggio. Così il regista dello spettacolo è anche il regista del gioco (Merlino), il personaggio di Morgana reciterà la parte della coreografa, mentre i suoi ballerini interpretando il fluido malefico del virus, armati di videocamere ruberanno le immagini per riproiettarle sul grande velo/schermo.

L’immagine

All’ingresso del pubblico in sala la “macchina” è già in movimento: a sipario aperto, tecnici, musicisti, attori e ballerini proseguono il proprio lavoro in vista della recita imminente.

Un vero e proprio cantiere fatto di impalcature, pedane, ponti, scalette e americane riempie il palcoscenico. Un tulle nero avvolto su sé stesso è steso a terra, parallelamente al boccascena.

I suoni sono quelli naturali della scena: il cigolio dell’argano che solleva lo stangone, le vibrazioni degli amplificatori collegati al mixer audio, il vociare dei macchinisti, il rimbombare dei passi svelti dei ballerini sulle tavole di legno del palco, l’arpeggiare dei musicisti che accordano gli strumenti, le battute di scherno degli attori nel tentativo di smorzare la tensione.

Sotto una luce piena si mettono a punto gli ultimi dettagli.

Tutto avviene sotto il controllo attento del regista.

Si avvicina l’ora dell’inizio della rappresentazione e quasi tutti hanno raggiunto il proprio posto (in scena) in attesa che tutto cominci. Il silenzio sul palco è lo stesso di quello che c’è in sala dove, nel frattempo, sono calate le luci.

La “macchina” è pronta.

Il regista (già Merlino), dalla sua postazione rialzata, fa un cenno e il tulle viene issato dividendo la scena dal proscenio. Dietro questo velo la “macchina ” può partire.

Musica.

SCENA 1

PROLOGO

(strumentale)

Il gruppo di balletto sarà composto da 10/12 ragazzi che canteranno e balleranno la prima canzone.

GAME, GAME, GAME

Coro                  Game, game, game

Solo 1                giochi forti, giochi accesi,

Solo 2                giochi infami, giochi strani, giochi insani.

Coro                  Play the game,

Solo 1                visioni digitali, sapori virtuali,

Solo 2                black-out esistenziali.

Coro                  Siamo noi i soldati della nuova era,

Sola 1                mente in tilt, sensi al massimo.

Coro                  Siamo in cerca di un big bang,

di un fragore dirompente,

Sola 2                sensazioni devastanti,

per trovare nuovi intenti,

Coro                  fuori tempo i sentimenti.

Sola                   Passione, passione senza amore,

che ti prende senza dare,

che ti asciuga corpo e mente.

Oltre il niente, niente, niente, niente,

niente, niente, niente.

Coro                  Game, game, game,

Solo 1                giochi forti, giochi accesi,

Solo 2                giochi infami, giochi strani, giochi insani.

Coro                  Play the game,

Solo 1                deliri digitali, amori virtuali,

Solo 2                black-out esistenziali.

Coro                  Siamo noi i farisei della nuova era,

Sola 1                ciò che conta è apparire, e poi

Coro                  fari accesi sul palco, ma coscienze al buio.

Sola 2                Emozioni sconvolgenti

per placare i nostri sensi.

Coro                  Fuori luogo i sentimenti.

Solo 1                Vogliamo un messia post-atomico

infrastellare, ipernarcotico,

che ci conduca su oscuri pascoli

su stelle pulsar di fredda luce

Solo 2                e passione senza amore

che ti prende senza dare,

che ti asciuga corpo e mente.

Oltre il niente, niente, niente, niente, niente.

SCENA 2

Entra in scena, quasi come un’apparizione, il personaggio di Merlino. Di età indefinibile ma giovanile ed agile, dotato di una voce potente e figura carismatica. Egli si muoverà fra i ragazzi guardandoli negli occhi. Anche quando sembra che scherzi, incute timore. I ragazzi si sentiranno attratti dalla sua figura e soggiogati dalla sua voce e dalle sue parole. Merlino, invita i ragazzi a partecipare ad un gioco di realtà virtuale. Il gioco ha una particolarità: è lui a scegliere i giocatori. Dal gruppo ne verranno selezionati sei.

IL GIOCO DELLA VITA

Merlino             Benvenuti pargoletti

cherubini, passerotti

questo è il nido che vi pasce,

il ventre molle che vi cresce,

la bambagia che vi avvolge

allucinazione che stravolge,

questo è il posto in cui il sogno,

il delirio, il desiderio,

diventano incanto, favola, splendore.

Voi che avete deriso la magia,

disprezzato il prodigio, la malia;

studiato, scomposto analizzato

il portento, il maleficio, la follia

nell’eterna illusione

di trovare la “ragione”…

Chiamatemi Merlino

mago cibernautico

negromante multinformatico…

Affidatemi il cervello,

mente cuore e budello

ed entrerete nei miei arcani

dove ieri incontra il domani,

dove il reale è solo virtuale

ed il vero non è poi così reale.

Vi mostrerò il digital prodigio,

iper reale sortilegio,

che cambierà il vostro futuro

se giocherete con cuore puro,

senza inganni, ne finzioni.

Chi vuol giocare si faccia avanti!

Ragazzo                      Che cos’è?

Merlino                       Questo è il gioco della vita!

Ragazzo                      Che si vince?

Merlino                       Tutto e... niente!

Tutti i ragazzi              Tutto e niente?!

Ragazzo                      Se tu sei un mago dimmi che mi accadrà?

Merlino                       Se il gioco lo vorrà!

Ragazzo                      Avrò il successo? Avrò fortuna?

Merlino                       Se il gioco lo vorrà!

Ragazza                      Avrò l’amore? Un batticuore?

Merlino                       Se il gioco lo vorrà!

Tutti i ragazzi              Chi ci assicura che non bari?

Ragazzo                      Voglio giocare!

Merlino                       Non decidi tu!

Ragazzo                      Non ci voglio stare!

Merlino                       Se ti vuole ti avrà!

Ragazza                      Ma chi decide?

Merlino                       Vi sceglierà lui!

Ragazzo                      “Lui” chi è?

Merlino                       Ma come… Il gioco!

Ragazzo                      Non ci son giochi che ti scelgono

Merlino                       Ma questo, invece, si!

Ragazzo                      Cos’ha di nuovo, di speciale?

Merlino                       Direi che è unico!

Ragazzo                      A che versione è arrivato?

Merlino                       Duemila anni e più!

Tutti i ragazzi              Ma di che gioco stai parlando?

Merlino                       Del gioco del Graal!

Ragazzo                      Conosco la storia!

Merlino                       Davvero? Ma va!

Ragazzo                      Il Graal non esiste!

Merlino                       Soltanto per te

                                   e quegli sciocchi

                                   che non sanno dare

                                   un senso alla vita

                                   e ti spiego perché!

                                   Perchè cercare il Graal è come

                                   capire tu chi sei!

                                   Da dove vieni, e dove vai

                                   cercare un  po’ sé stessi, sai!

Ragazzo                      …e che ci guadagno se “mi trovo”?

Merlino                       (glaciale) Tu…?! Niente!

SCENA 3

Merlino si presenta ai ragazzi. Si tratta di un personaggio fantastico, al di fuori del tempo e dello spazio, che conosce la storia e si mostra preoccupato per le sorti del mondo. Per questo afferma di cercare “l’uomo nuovo che salverà il mondo se sé stesso troverà” in uno di questi ragazzi, mettendoli alla prova con l’aiuto del gioco del Graalgame.

Sullo sfondo immagini prima di spazi stellari, poi di personaggi storici, quindi di città caotiche.

IO L’HO FATTO

(sugli schermi immagini di pianeti e spazi stellari)

Merlino           Avete mai provato ad emigrare su un’altro pianeta,

solcare con il corpo e con la mente l’universo,

volare sopra mondi inesplorati?

Io l’ho fatto.

Avete mai provato ad immergervi nell’oceano

degli spazi siderali alla ricerca dell’infinito

bagnarvi della grandezza di Dio?

Io l’ho fatto.

(sugli schermi immagini di personaggi storici di ieri e di oggi)

Avete mai provato ad entrare nella storia,

e guardare da vicino, i grandi e potenti demiurghi,

ascoltare i loro proclami ispirati?

Io l’ho fatto.

Vi siete mai trovati fra le quinte della storia,

e scoprire che certi grandi non sono altro che impostori?

La loro è solo sete di potere!

Io l’ho fatto.

(sugli schermi immagini di città e deserti)

(parlato)          Il futuro non ha grandi sorprese per me:

metropoli, deserti e oceani si tendono la mano

ed è già nato il bimbo che tutto scomporrà.

Figlio di una iconoclastica follia

che solo un uomo nuovo, un uomo giusto fermerà.

Io cerco l’uomo, l’uomo plasmato dal divino

forgiato da industrie celesti

che salverà se stesso, se se stesso troverà.

            E tutto questo… in un... gioco!

                        Già… Da sempre il gioco ha rivelato la vera natura di un uomo,

le sue paure, i suoi timori, le sue ansie nascoste

o il suo coraggio, la sua intelligenza, la sua determinazione.

Ma il tempo delle chiacchiere è finito.

Chi ha paura, vada via, perché il gioco comincia!

SCENA 4

I ragazzi sono emotivamente coinvolti e percepiscono il gioco come un evento importante della loro vita.

Senza che se ne accorgano si trovano già in una realtà virtuale che essi vivono come fosse vera. Sul brano strumentale si sviluppa una coreografia che prevede, per linee generali, i seguenti movimenti:

-La musica inizia e Merlino inizia a girare intorno ai ragazzi squadrandoli

-All’ingresso della batteria che esegue degli “hit”, Merlino, con dei movimenti delle mani seguendo il tempo, fa accendere le luci che lampeggiano a tempo

-Al secondo giro musicale, quasi uguale al primo, le luci che ruotano si fermano di volta in volta su uno dei sei prescelti, fissandoli nella loro posizione

-Il tempo cambia e diventa più serrato: si alza un vento che spazza via tutti gli altri lasciando sulla scena i sei dentro il proprio cono di luce

-Inizia un nuovo motivo sul ritmo serrato che si ripete per sei volte, durante ciascuna delle quali resta illuminato uno solo dei protagonisti mentre sullo schermo viene rappresentata la ricostruzione vettorializzata del suo corpo e gli/le viene assegnato il nome di gioco: Artù, Galvano, Lancillotto, Ginevra, Ilene e Parsifal. Sparisce dalla scena anche Merlino.

 NOTA: Il gioco si esprimerà con scritte e messaggi in inglese.

L’effetto dovrà essere come se il personaggio assumesse un corpo diverso dal suo identificandosi in uno dei personaggi della saga celtica.

I ragazzi prescelti dal gioco, attraverso la luce che creerà un cerchio attorno ad ognuno di essi, si sentiranno come isolati. La musica sottolineerà questo apparente solitudine. Canteranno come se parlassero fra se. Da questo momento i personaggi saranno chiamati con il nome assegnato loro dal gioco.

INTO THE BLACK HOLE

(strumentale)

SCENA 5

In questa scena, ciascuno dei protagonisti si esprimerà da solo/a dentro un cono (meglio se cilindro) di luce, mentre gli altri resteranno al buio fino alla parte finale corale. Ciascuna strofa è diversa dall’altra e questo, insieme alla scena dovrà dare l’impressione di profonda solitudine.

I RAGAZZI DEL GRAAL

Ginevra                      Ho già fatto questo sogno

tante volte da bambina

e mia madre mi diceva:

i sogni sono giochi,

sono giochi che non fai,

e per questo che al mattino

non vorresti alzarti mai.

Artù                            Ho aspettato questo giorno,

lo sapevo che arrivava,

io guardavo fra le stelle        

nelle lunghe notti calde

e vedevo il mio presagio

cavalcare una cometa,

il mio sogno, la mia meta.

Lancillotto                  Il mio destino è stato scritto già,

tanti, tanti anni fa,

oltre il limite del tempo,

il tempo che è stato

e quello che sarà.

Che il momento sia svelato,

che tu sia il benvenuto.

Galvano                      Come mai solo adesso

mi ritrovo, mi conosco,

un me stesso che ha stento

dietro un velo ho intravisto,

qualche volta di sfuggita,

fra le pieghe della vita.

Sia il gioco amico mio.

Ilene                            Che succede al cuore mio

che rimbomba di timori,

sono forse le paure,

quelle strane sensazioni,

che mi assalgono ogni notte.

Voglio uscire dal mio cerchio

che mi tiene qui legata ormai.

Parsifal                       Questo gioco non mi piace,

                        mi risveglia strane angosce,

eppure sento che mi avvince,

mi trascina oltre il limite

della mia tortuosa strada.

Chi tracciò il mio confine

Venga al gioco pure lui!

Tutti insieme               Ma perché proprio adesso

                        questi strani turbamenti

                        che ci prendono dentro

                        per un gioco come tanti.

C’è qualcosa di strano

che ci prende per la mano

ci conduce, ci trascina

verso questa folle china.

Abbiamo sempre chiesto

un’occasione, un pretesto

per rifare la partita,

una chance per la vita.

Ilene                            Sia il gioco amico mio.

SCENA 6

Il primo gioco vede il coinvolgimento di tutti i ragazzi. In un’ambiente di violenza urbana un gruppo di teppisti assale e tenta di rapinare una coppietta.

STRADE

Le prime immagini mostrano una città che lentamente si risveglia.

Ilene                            Quando nell’alba, fra barlume e oscurità

ancora annebbiata, si risveglia la città

Galvano                      c’è un momento, un attimo silente

in cui puoi sentirla come piangente

Insieme                       come una madre delusa e stanca

senza più energie né un po’ di volontà.

Galvano                      É allora che io amo la città.

Mentre il gioco mostra altre immagini, la vita della città si fa sempre più frenetica e caotica. La grande metropoli è in azione. Mentre gli altri personaggi cantano, le immagini mostrano scene notturne, dapprima gaie, poi concentrate in angoli bui e pericolosi della città.

Parsifal                       Quando le strade lavate dal chiarore

riposano ascoltando il primo rumore,

Ginevra                      riecheggia nell’aria una premonizione,

un sottile sentore, poi la netta percezione

Insieme                       di una crescente, inesorabile follia,

che aleggia intorno come alito di pazzia.

Ginevra                      É allora che io temo la città.

Immagini sempre più veloci mostrano gli aspetti negativi della città: traffico caotico, marciapiedi affollati, fretta, borseggiamenti. Il coro incalza sempre di più sui solisti che si staccano da esso di volta in volta alternandosi.

Tutti i ragazzi                         Quando la città

Artù                                                                diventa folla

Tutti i ragazzi                         quando la città

Lancillotto                                                      diventa fiume,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Artù                                                                diventa sorda,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Lancillotto                                                      diventa ingorda

Tutti i ragazzi                         quando la città

Artù                                                                si fa prigione,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Lancillotto                                                      si fa savana,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Artù                                                                si fa serpente,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Lancillotto                                                      si fa rovente,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Artù                                                                diventa scimmia,

Tutti i ragazzi                         quando la città

Lancillotto                                                      scimmia impazzita,

Artù                                                                è allora che io odio la città.

Il video mostra dapprima una panoramica dall’alto di immensi grovigli di autostrade e svincoli caotici al tramonto, quando la gente torna a casa, per poi avvicinarsi fino ad entrare in quartieri malfamati di notte.

Tutti i ragazzi              Strade, strade e poi strade

che ti portano dentro,

Parsifal                       che ti girano attorno,

ti aggrovigliano il corpo,

Tutti i ragazzi              ti si stringono addosso,

non ti danno respiro,

Ilene                            ti asfissiano il cuore,

fino a farti impazzire.

Tutti i ragazzi              Culle sono le strade,

culle addormentate

Ginevra                      di ninna nanne stonate,

di lenzuola bagnate,

Artù                            per dormire eccitati,

Ilene                            e svegliarsi infiammati.

Durante l’intermezzo strumentale, dalle immagini alle loro spalle, si staccano delle figure. Si tratta di una banda di balordi che iniziano ad esibirsi in una danza tribale.

Coro dei balordi         Strade, strade e poi strade,

sono i nostri sentieri,

territori di caccia,

per i nostri safari,

nascondigli ed anfratti

per scovare la preda,

per poterla accerchiare,

per poterla ghermire.

Prepotenza, ingiustizia,

arroganza, angheria,

Capo                           son la nostra dottrina,

scellerata ragione di vita.

Coro                           Culle sono le strade,

culle addormentate

Capo                           di ninna nanne stonate,

di lenzuola bagnate.

Durante il secondo intervallo strumentale, la banda, guidata dal capo, accerchia una coppietta che passa in disparte con l’intenzione di rapinarli. Alcuni mettono le mani addosso alla ragazza, altri tengono a bada il ragazzo. I sei ragazzi si accorgono di ciò che accade e, dopo un attimo di titubanza, solo Lancillotto e Artù reagiscono affrontando la banda mentre gli altri fuggono via; solo Ilene, indecisa,  si ferma un attimo in più ma poi scappa anch’essa. La coreografia rappresenta una lotta che culminerà con la morte “virtuale” di Lancillotto e Artù. Tutto si svolge nella parte posteriore del palco (terza linea). Alla fine, la banda si porterà avanti, incitata dal capo, esibendosi ancora in una macabra danza tribale e cantando intorno alle loro vittime.

Artù e Lancillotto restano virtualmente morti, mentre, in fondo al palco, rimane la coppietta: la ragazza piange disperata sulla spalla del ragazzo che prova invano a consolarla.

Coro dei balordi         Strade, strade e poi strade,

sono i nostri sentieri,

territori di caccia,

per i nostri safari,

nascondigli ed anfratti

per scovare la preda,

per poterla stanare,

e poterla finire.

Prepotenza, ingiustizia,

arroganza, angheria,

Capo                           son la nostra dottrina,

scellerata ragione di vita.

Coro                           Culle sono le strade,

culle addormentate

Capo                           di ninna nanne stonate,

di lenzuola bagnate.

Finito di cantare, il gruppo si avvia verso l’uscita di scena, passando un’ultima volta sprezzante davanti alle vittime. Uscita la banda, il tabellone del gioco si illumina con la scritta “Game over” Indicando i ragazzi come perdenti, uno per uno.

SCENA 7

Rientra Merlino. Con movimenti delle mani fa alzare i ragazzi morti virtualmente e richiama in scene quelli che erano fuggiti. Il gioco, li avverte, si è impadronito delle loro emozioni, delle loro personalità. I sentimenti sono diventati dati, numeri, ed è su questi “dati” che verranno condotti i giochi che li vedrà protagonisti. La loro storia è inserita nel database del gioco.

SECONDA PELLE

Merlino                       Bene, bravi, pargoletti,

                                   cherubini, passerotti,

                                   posso dire apertamente

                                   che non avete sbagliato niente.

                                   È filato tutto liscio,

                                   proprio per il verso giusto

                                   si, avete eseguito

                                   ciò che il gioco ha programmato:

                                   ogni regola piccina,

                                   cominciando dalla prima…

Lancillotto                  Dicci un po’,

                        che vuol dire “eseguito”?

Artù                            Stai prendendo per il culo?

                                   Non provarci!

Ilene                            E questa prima regola qual è?

Merlino                       Di condividere.

Lancillotto                  Non condivido i fatti miei!

Merlino                       Ma con il gioco si!

Artù                            Non dirmi che conosce tutti…

Merlino                       …i tuoi segreti, si!

Tutti i ragazzi              Ma di che cosa stai parlando?

Merlino                       Del suo database!

Lancillotto                  Le tue sono balle!

Merlino                       Se lo dici tu…

Ginevra                      Non può esser vero!

Merlino                       Sa tutto di voi:

                                   la vostra storia

                                   ridotta a una stringa,

                                   le vostre emozioni,

sequenze di bit:

una seconda pelle che vi sta

avvolgendo più che mai,

che vive sottopelle e che di già

respira dentro voi

qualcosa che non percepite

né avete visto mai:

il gioco adesso vi conosce…

Artù                            Io non ho segreti!

Merlino                       Davvero? Ma va’!

Lancillotto                  Io sono pulito!

Merlino                       Dimostracelo!

Ilene                            Io non amo i giochi

di società

                                   stucchevoli giochi

della verità!

Merlino                       La verità più vera è quella che

                                   non sai nemmeno tu.

                                   È  quella che nascondi a tutti

                                   perfino a te stesso, sai

                                   e ad uno ad uno l’affronterete!

                                  

Con una risata Merlino scomparirà. E già incalza il primo gioco.

SCENA 8

Il primo gioco coinvolge Parsifal. Una voce arriva da lontano. È la voce della madre che riecheggia con la frase “L’ho fatto per te…”. La scena che viene rappresentata sullo schermo davanti a lui è quella che vede la madre insieme ad un personaggio solo di spalle. Il personaggio è quello di uno spacciatore che ricatta la madre: se lei vuole la droga per il figlio deve sottostare alle sue voglie. Parsifal in preda ad un attacco di isteria si avventa sulle figure virtuali che rappresentano la madre e l’uomo. Si accorge che non può raggiungerle e si accascia piangendo. Nella scena la donna lancia un accorato appello al figlio: un rimprovero che è anche un atto d’amore. Il panico si impadronisce del ragazzo.

LA VERGOGNA

Parsifal                       No! No! No!

non voglio più ascoltare,

no, no!

non voglio più sentire,

no, no!

non voglio ricordare.

No! No! No!

non voglio più ascoltare,

no, no!

non voglio più sentire,

no, no!

non voglio ricordare.

Era un alibi perfetto,

un castello senza entrate,

una fortezza senza varchi

costruita con la sabbia

dalle mani di un bambino:

non è forse un mio diritto

dare pace al cuore mio?

E invece no, no, no

e invece tu ritorni sempre qui

sconvolgi la mia mente e mi dai

inutili tormenti!

No! No! No!

            Invadi la mia vita, gli spazi miei,

            sei nelle mie ossessioni, i miei tabù,

            nei miei incubi notturni.

Non è giusto, non dovevi,

se è vero che mi ami;

io rispetto il tuo dolore

tu rispetta la mia vergogna

abbi un poco di pudore,

abbi un poco di decenza,

di rispetto anche per me!

(Le parole di Parsifal sono rivolte verso la madre che nel frattempo, in un piano del palcoscenico, si è materializzata insieme ad un uomo. La donna prosegue la canzone, come rispondendo a Parsifal.)

Madre                         Quando parli di decenza,

di rispetto, di pudore,

cosa intendi esattamente,

come valuti il dolore,

come pesi la vergogna,

quanto incide la decenza?

Dai, rispondimi, se puoi!

Che aspetti?

                        No! No! No!

Non hai capito niente, figlio mio

e quanta strada ancora dovrai fare

prima di dire “amore”!

No! No! No!

L’amore non è una canzonetta,

una banale rima “usa e getta”

dentro un cioccolatino!

            Questo amore non si scrive,

            è vissuto sulla pelle,

            è un amore senza stelle,

            senza luna né fortuna

            è l’amore di una madre

            e non chiede nulla in cambio,

            solo esistere per sé.

(Riprende Parsifal, come a voler tacitare la madre)

Parsifal                       No! No! No!

non voglio più ascoltare,

no, no!

non voglio più sentire,

no, no!

non voglio ricordare.

Madre                         No! No! No!

L’amore non è una canzonetta,

una banale rima “usa e getta”

dentro un cioccolatino!

Continuano insieme sovrapponendosi.

Alla fine del cantato, Parsifal crolla, vinto, e lo schermo mostra la grafica del gioco che dichiara “Game Over – I win, You lose!”

SCENA 9

Artù e Ginevra entrano in scena. Ginevra per consolare Parsifal, Artù per protestare con Merlino. Ma il gioco continua, con messaggio “Now, you, king Arthur!” proponendo sugli schermi il viso di una ragazza che turba Artù. Egli riconosce il volto della ragazza che ha lasciato e che ha sofferto per il dolore. Il gioco lo porta ad ammettere la sua incapacità di amare davvero, di non saper ricambiare l’amore della sua compagna: “io prendo, uso e poi getto!”

SIAMO FATTI D’AMORE

Ragazza                                  Siamo fatti d’amore,

mi dicevi sempre, io e te.

Energie roventi

cuori senza mai tregua, io e te.

Come il sole per il giorno

e le stelle per la notte.

Adesso dimmi, amore mio

Come stai senza di me?

Come vivi senza me?

Cosa respiri senza me?

Siamo fatti d’amore,

siamo fatti d’amore,

siamo fatti d’amore, io e te.

Siamo fatti d’amore,

siamo fatti d’amore,

siamo fatti d’amore, io e te.

Cambia improvvisamente l’atmosfera ed il tempo della musica. Artù si rivolge a Merlino che comunque, non è in scena perché si sente colpito dalla scena a cui lo ha sottoposto il gioco. Poi, non vedendolo, si rivolge verso l’immagine della ragazza, confessando la propria debolezza ed incapacità di amare profondamente.

Artù                                        È così?

                                               Dimmi cosa vuoi,

cosa vuoi da me, mago?

                                               Ebbene, si,

                                               ora tu lo sai

                                               e anche tutti voi: è vero!

(Rivolto alla ragazza)             Eccomi,

                                               sono proprio io,

                                               io, l’amore tuo, quello

                                               che tu sai,

                                               che credevi che

                                               fosse solo tuo e invece

                                               proprio io,

                                               sono andato via

                                               dalle braccia tue: scemo!

                                               E così

questo cuore tuo

triste e solo io spezzo!

Colpa mia,

solo colpa mia:

debolezza che pago!

che non c’è

amore vero in me:

prendo, uso e poi getto! Getto! Getto!

Perché l’amore fa così:

passa una sola volta o mai

se non lo afferri sfugge via

con te ho sbagliato io perché

           

Insieme:                                  siamo fatti d’amore,

                                   siamo fatti d’amore

                                   siamo fatti d’amore

                                   io e te.

                                   Siamo fatti d’amore,

ci cerchiamo per non morire

                                   come note s’inseguono

                                   per legarsi in canzone.

                                   Un’armonica illusione

                                   un concerto che non ha parole

                                   ma soltanto stupore

                                   meraviglia di sé

                       

                                   che si sente ogni istante

                                   nel tuo sguardo che incontra il mio

                                   nel respiro che manca

                                   e che si fa magia.

Artù (solo)                              Ma ci manca la voce

                                   quando il canto si perde e va

                                   non lo regge più il vento

                                               e precipita giù…

Insieme                                               Siamo fatti d’amore

                                   di rimpianti e dolore

                                   ma comunque d’amore

                                   fino a che non si muore.

La visione della ragazza si allontana e scompare lasciando Artù nella disperazione.

SCENA 10

Galvano è chiamato a giocare. Da lontano di sente una musica che si avvicina, una musica conosciuta, cioè già nota al pubblico. Essa rappresenta una specie di codice di riconoscimento fra i due.

L’amico tradito non canterà pezzi di musica originale ma muovendosi in modo coreografico, accennerà a motivi conosciuti da tutti che si inseriranno fra una strofa e l’altra della canzone cantata da Galvano. Sarà quindi l’azione scenica che racconterà la storia. L’amico tradito durante il canto di Galvano, si spoglierà e si truccherà in scena fino ad essere la rappresentazione di un malato, che non sarà un malato dolente e triste, ma un malato con una sua dignità d un suo orgoglio, quasi grottesco nella sua malattia.

L’AMICO DEL CUORE

Amico                         I get by with a little help from my friends,
Ummm I get high with a little help from my friends,
Oh I'm Going to try with a little help from my friends,

                                    I get by with a little help from my friends…

Galvano                      Non ci voleva molto a capire

dove saremmo andati a finire

scavando tra le pieghe nascoste

delle domande senza risposte:

l’onore, poi l’amore

già fanno tanto male,

ma se mi vuoi ferire

sai chi cercare, lui:

l’amico del cuore!

Un classico romanzo d’autore:

c’era una volta l’amico del cuore.

Faccenda che fa molto rumore:

non si abbandona l’amico del cuore!

Noi due, inseparabili,

due entità inscindibili,

i più alti, irraggiungibili,

ma il rimorso ora

mi scoppia nel cuore!

Amico                         Do you need anybody? I need somebody to love!

Insieme                       Please, find me somebody to love, find me somebody to love…

Galvano                      Non ci voleva molto a capire

che ci saremmo andati a cascare!

Non si sa mai che può capitare

quando si sfiora la linea del cuore!

Che fai, uomo geniale,

artista mai banale,

istrionico, mai uguale,

adesso ti diverti

a farmi star male?

Amico                         Why he had to go, I don't know he wouldn't say.

Insieme                       I said something wrong, now I long for yesterday.

Galvano                      Non ci voleva molto a capire,

ma io adesso non so cosa dire…

La freccia punta dritto al mio cuore:

non si abbandona un amico al dolore!

Un male insopportabile,

mancanza imperdonabile,

che sembra inconcepibile,

ma cosa ci vuoi fare:

non so se ho un cuore!

Qualcosa interferisce col gioco. Un disturbo sugli schermi e una interruzione della storia.Poi…

SCENA 11

…una risata femminile invade la scena; una folata di vento gelido disperde i ragazzi. Merlino entra in scena mentre la risata si dissolve ed entra in scena Morgana. Morgana si avvicina a Merlino. Le prime battute sono recitate, ma ad un certo punto inizierà già l’introduzione musicale. In scena si radunano lentamente due gruppi: alle spalle di Merlino i sei ragazzi coinvolti nel gioco, alle spalle di Morgana altri sei che hanno recitato le scene insieme ai protagonisti; faranno da coro di supporto ai due solisti che litigheranno. Dapprima Morgana prenderà in giro Merlino, alla fine chiuderà la prima parte minacciando di inasprire oltremodo il gioco, già di per sé stesso duro.

Merlino           Sentivo la tua presenza malefica. Non riesci a frenare il tuo impulso distruttivo, vero Morgana?

Morgana         Merlino! Ancora questi aggettivi antiquati. Aggiorna il tuo linguaggio siamo nel 2000.

Merlino           Come vorresti che ti chiamassi: Virus, agente patogeno?

Morgana         Morgana è un bel nome per un virus. Giro sotto tutti i Sistemi Operativi! (con un inchino sarcastico si rivolge al pubblico)

Merlino           E dimmi signora interferenza a cosa debbo l’onore?

Morgana         Mi diverte veder soffrire gli uomini. Amore, amicizia, onore, verità. I cavalieri sono scomparsi, ma loro continuano a credere a queste sciocchezze.

Merlino           Quelle che tu chiami sciocchezze hanno sorretto il mondo per millenni. Senza di essi sarebbe il caos.

UN BATTITO D’ALI

Morgana                     Davvero ci credi

                                   a quello che dici?

                                   Sei proprio un ingenuo,

                                   comunque mi piaci…si… davvero…

Merlino                       Lo so, ti conosco,

                                   tu non ti commuovi,

                                   fai finta ma dentro

                                   sei senza pietà!

Morgana                     i buoni, i cattivi

                                   son sempre esistiti,

                                   il male, il bene

                                   tu non li hai inventati, no…

Merlino                       Non cerco domande,

                                   ho già le risposte,

                                   io cerco soltanto

                                   il cuore più grande e…

                                   un battito d’ali

che cambia la storia

un colpo di schiena

che cambia la scena,

quel battito d’ali

che cambia la vita

la mia speranza

non è mai finita!

Coro di Merlino          Un battito d’ali

e senza respiro

saliamo più in alto,

più in alto del cielo;

quel battito d’ali

che dura un istante

ma che fa volare

lontano, distante.

Morgana                     Che storie obsolete

di dame e cavalli

antiche e datate

e da pappemolli!…Si…Ascolta…

C’è un mondo là fuori

che cambia valori

tu giochi ma tieni

le carte coi piedi!

Merlino                       Io cerco un cuore

                                   il più generoso

                                   che sappia affrontare

                                   la gran mutazione!

Morgana                     Zitto, zitto, non fare rumore

                                   non serve a niente la tua rivoluzione

                                   non sei capace di cambiare un bel niente,

                                   no!

                                   Un battito d’ali

                                   non cambia la storia

                                   è insignificante,

                                   non resta in memoria,

                                   un battito d’ali

                                   non cambia le cose,

                                   che saranno, invece

                                   ancor più dolorose!

Coro di Morgana       Un battito d’ali

                                   è un fatto banale,

                                   non aiuta il bene

                                   non scalfisce il male!

                                   Un battito d’ali

                                   non è sufficiente

                                   può crederci solo

                                   chi è deficiente!

Coro di Merlino          Un battito d’ali…

Merlino                       …io ci credo, e voi?

Coro di Morgana       non cambierà niente

Morgana                     tu prova e vedrai!

Il tempo accelera ed il brano si trasforma in rock, indurendosi perché i due iniziano litigare faccia a faccia.

Merlino                       Tu stammi alla larga!

Morgana                     Tu cerchi la gloria!

Merlino                       Non interferire

                                   in questa mia storia!

Morgana                     Non mi provocare!

Merlino                       Che fai, giochi duro?

Morgana                     Un sacco di guai:

                                   è questo che vuoi?

Morgana si altera oltremodo e lancia una folata di vento che spazza via tutti, rimanendo sola sul palco. La musica cambia improvvisamente diventando ancora più aggressiva.

Morgana                     Ah, è così?

                                   Bene, da ora in poi,

                                   stai attento a te, Mago!

                                   Resto qui,

                                   io non vado via,

                                   non mi butterai fuori!

                                   Renderò

                                   questo gioco tuo

                                   più violento ma vero,

                                   e così,

                                   quei marmocchi tuoi

                                   nel marasma io

                                   getto! getto! getto!

(recitato sulla musica che resta in sottofondo, fra effetti di vento e fumo)

Morgana (parlato)      C’è un solo modo per liberarti di me: (ironica) perché non risetti il gioco, non formatti il disco? (gelida) Così ci libereremo anche di loro! (chiude con una risata raggelante).

                       

FINE DELLA PRIMA PARTE –

SECONDA PARTE

SCENA 1

Ilene, che ha capito il comportamento del gioco e vorrebbe smettere, chiama Merlino e con maniere brusche e arroganti gli chiede di fermare tutto. Al rifiuto di Merlino, lei disperata ma non vinta, vuole fuggire ma non si può sottrarre; alla fine si deve confrontare con il gioco. Rivive la violenza subita da ragazzina che l’ha fatta diventare dura e cattiva. Viene chiamato al gioco anche Lancillotto colpevole di aver partecipato ad una seconda violenza di gruppo, anche se pentito della propria azione. Nella canzone Ilene lancia l’accusa a Lancillotto che, anche se non colpevole della violenza a lei, é comunque colpevole. Ilene accoltella Lancillotto.

SONO VIVA

Ilene                            Merlino, Merlino, mago! Ferma subito questo imbroglio non è questo quel che si era detto. Non mi interessano le tue terapie di dottori e assistenti ne ho piene le scatole. Spegni subito questo maledetto gioco: non so gli altri ma io voglio uscirne.

Merlino           Di cosa hai paura?

Ilene                Paura? Io? Tu non mi conosci mago, ma io non ho paura di niente.

(inizia la musica)

Merlino           Allora rimani. Non posso lasciarti andare. Anche perché ormai è troppo tardi.

Ilene                            Ti prego mio Dio,

fa’ che non si avveri,

che non si ripeta

ciò che mille volte

nei miei sogni ho visto già.

Quante volte devo morire,

la vergogna sopportare

perché tu mi faccia scordare?

Sono stanca mio Dio,

non riesco ad accettare,

fare finta che sia finita

anche quando ricomincia

nella mente, la mia storia.

Il branco dopo averla ascoltata schernendola si avvicina a lei che si mette sulla difensiva. Estrae un coltello.

Ilene                            Cani, bastardi cani, state lontani da me!

Non mi avrete mai, mai e poi mai!

Cani, bastardi cani, giù quelle mani da me!

Mi difenderò, attenti a voi, perché

io sono viva,

sono viva, sono viva, sono viva, sono viva!

sono viva, sono viva, sono viva, sono viva!

Viene presa alle spalle, disarmata, alzata e portata a forza in una parte del palcoscenico. verrà simulata nel balletto la violenza.

Il gruppo si disperde. Fra loro, anche se non si era visto prima, vi è Lancillotto che rimane solo con il coltello in mano. Ilene è riversa a terra.

Le parole di Lancillotto sono uguali a quelle cantate da Ilene: la vittima e il carnefice, le facce della stessa medaglia.

 

Lancillotto                  Ti prego mio Dio,

fa’ che non si avveri,

che non si ripeta

ciò che mille volte

nei miei sogni ho visto già.

Quante volte devo morire,

la vergogna sopportare

perché tu mi faccia scordare?

Sono stanco mio Dio,

non riesco ad accettare,

fare finta che sia finita

anche quando ricomincia

nella mente la mia storia.

Ilene si sveglia dallo stordimento, vede Lancillotto che alla fine del canto getta il coltello per terra. Lei barcollante ma decisa si avvicina al coltello lo raccatta e impugna. I due si guardano. Lancillotto vorrebbe spiegare, ma non trova le parole.

Ilene                C’eri anche tu, eri in mezzo a loro!

Lancillotto                                                      Io non volevo, non…

Ilene                Si che eri tu! Ti ho riconosciuto!

Lancillotto                                                      No! Ti spiego tutto, ascolta!

Ilene                Sei un bastardo pure tu!

Lancillotto       No, ascolta, no, io non lo so…

Ilene                                                               Non cercare scuse!

Lancillotto       …sai, è stato tanto tempo fa…

Ilene                                                               Che hai, sei pentito?

Lancillotto       Mi hanno detto che non c’era niente…

Ilene                                                               …di male, vero?

Lancillotto       …che lei era d’accordo…

Insieme           …e invece poi?!

Lancillotto       Poi si è messa a piangere e a gridare…

Ilene                                                                           …e tu eri là!

Lancillotto       …supplicava di aver pietà…

Ilene                                                                           (tra sé) …nessuna pietà!

Lancillotto       …ma se per loro era divertente…

Ilene                                                                           Non dire di più!

Lancillotto       …io da allora non riesco più… a dormire

… a dormire… a dormire… a dormire!

Ilene                Tu devi morire! Si, morire!

Si lancia su di lui e lo colpisce più volte con il coltello. Butta via il coltello e fugge.

SCENA 2

Il gioco chiama in causa Ginevra, ricordandole la sua storia. Un legame con un ragazzo parecchio disimpegnato ed improntato al puro godimento della vita, e che viene meno nel momento in cui la ragazza resta in attesa di un figlio che il suo partner considera d’ostacolo per il proprio stile di vita. Messa alle corde, al momento della scelta, la ragazza preferisce perdere il bambino piuttosto che il suo uomo ed i divertimenti della vita; ma il gioco punisce la sua leggerezza e la sua incapacità di decidere mettendola drammaticamente a confronto con il suo alter ego e riducendola alla disperazione. Un coro di amici impersona un’allegra comitiva di vitelloni. Ginevra ne entra a far parte e conosce un ragazzo con il quale inizia un periodo di vita spensierata e totale disimpegno.

SOFFIA IL VENTO

Coro                           Soffia il vento, soffia il vento

vieni insieme a noi

cogli l’attimo, il momento,

coglilo, se puoi!

Non lasciare niente al mondo,

pensa solo a te,

soffia il vento, è il tuo momento, dai

vieni con noi!

Segui il vento, segui il vento,

vola insieme a noi,

non andare contro vento,

o ti pentirai!

Segui il mondo, senza impegno,

è facile così,

non pensare a cosa ti accadrà, dai…

vieni con noi!

Ragazzo                      Ehi, sei interessante, sai!

Ci divertiamo insieme?

Lasciati andare dai,

che fai scintille, dai!

Ginevra                      Dai, portami insieme a te,

seguiamo la corrente,

buttiamo via i perché,

prendi la vita col

ritmo giusto e goditi ogni attimo

prima che si rompa l’incantesimo!

Ragazzo                      Lo sentivo che tu pensi come me!

                                   Quanta vita che mi aspetta insieme a te!

Coro                            Ehi, venite insieme a noi,

                                   più si è, più è divertente!

                                   Tutto d’un fiato, dai!

                                   Dai, adesso tocca a voi,

                                   che coppia prorompente!

                                   Senza respiro, vai!

Al cambio dell’atmosfera i due restano da soli in un momento di intimità, poi al riprendere del ritmo la scena torna a riempirsi di giovani spensierati.

SCENA 3

Improvvisamente, la scena torna drammatica e si svuota ancora. I due ragazzi restano soli a consultare un test di gravidanza positivo. Dapprima l’imbarazzo, poi il gelo scende fra i due.

LA SCELTA

Ginevra                      Scusa, non credevo che…

Ragazzo                      Zitta, non parlare più!

Ginevra                      Dimmi, ora che si fa?

Ragazzo                      Che ne so? Sono affari tuoi!

                                   Volevo divertirmi insieme a te

                                   ma questo cambia tutto, ormai!

Ginevra                      Volevo divertirmi anch’io con te

                                   ma cosa cambia fra di noi?

Ragazzo                      Perdi la tua libertà…

Ginevra                      Non perdi nulla insieme a lui, o a lei…

Ragazzo                      …niente amici in allegria…

Ginevra                      …avremo un’altra compagnia…

Ragazzo                      …chiusi in casa e la TV…

Ginevra                      …c’è un mondo da mostrare a lui o a lei…

Ragazzo                      …notti insonni appresso a lui…

Ginevra                      Io voglio te insieme a lui!

Ragazzo                      E invece, mi dispiace, non mi va,

                                   io voglio solo te, lo sai!

Ginevra                      Ma adesso che è successo, che si fa,

Insieme                       devi decidere, lo sai!

Ragazzo                      Non m’importa più!

Ginevra                      Ma tu volevi me…

Ragazzo                      Si, ma senza lui!

Ginevra                      Ma che male c’è?

Ragazzo                      C’è che se mi vuoi,

                                   scegli me o lui!

Ginevra                      Cosa dici mai?

                                   Non capisco che ti è preso, adesso!

Il ragazzo resta in disparte e Ginevra si trova al centro di una coreografia in cui i due cori rappresentano due “venti”, le due possibilità di scelta che si contendono la ragazza. Alla fine, prenderà la sua decisione.

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               Non mollare, dai

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               Tienilo con te

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               la tua vita gli appartiene

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               Non mollare, dai!

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               Tienilo con te

Coro 1                         Segui il vento!

Coro 2                                               la sua vita ti appartiene!

Durante la parte strumentale, la ragazza mostra tutto il proprio dramma e la propria indecisione, poi il piccolo cuore rallenta il proprio battito fino a fermarsi. La ninna nanna interrotta ed il silenzio nel buio totale lasciano immaginare quale sia stata la sua scelta.

Cambio di ambientazione. Ancora il gruppo di amici e Ginevra che ritorna dal suo ragazzo. Dapprima si mostra insicura, poi, ai primi sorrisi prende coraggio e si unisce al gruppo.

Ragazzo                      Ehi, non ti aspettavo più,

Coro                                                              Guarda qui un po’ chi c’è!

Ragazzo                      così, sei ritornata!

Ginevra                      Si, sono di nuovo qui!

Coro                                                              Ancora in mezzo a noi!

Ginevra                       Tuffiamoci nella corrente!

Ragazzo                      Dai, lasciati andare, dai

Coro                                                              Senza respiro dai!

Ragazzo                      che fai scintille!

Ginevra                      Si, sono di nuovo tua!

Coro                                                              Non ci pensare più!

SCENA 4

IL RIMORSO

Tutto scompare. Dallo schermo il gioco prende vita ed inizia a schernire la ragazza, fin quando non le mostra in un velato primo piano un’altra sé stessa, il proprio alter ego che le si rivolge contro.

Alter ego                     Tu non ti accetti

                                   ma non ti rinneghi,

                                   resti sospesa al dolore.

                                   Tutto è finito,

                                   ma non puoi scordare,

                                   non sai dar pace al tuo cuore.

                                   Ti chiedi ancora

                                   che cos’hai fatto,

                                   perché hai deciso così.

                                   Se gira il vento,

                                   in un momento

                                   ti porta via con sé.

La ragazza resta attonita ed inizia la sua drammatica riflessione.

Ginevra                      Forse era un gioco,

                                   una pura fantasia,

                                   una strada che

                                   ho scelto ma non era mia.

                                   E soffiava il vento

                                   e mi trascinava via

                                   ma mi nutriva la

sua compagnia…

e stavo bene così,

e stavo bene così,

e stavo bene così,

si, stavo bene così…

Si, sembrava che

il mondo girasse intorno a noi,

una giostra che non

si ferma mai e

poi tutto è crollato,

in un attimo, così

e anche se cambiasse il vento

non ritornerebbe mai

l’amore che rifiutai

l’amore che rinnegai

l’amore che non capii

l’amore che abbandonai…

Coro                           Soffia il vento, soffia il vento,

                                   Soffia il vento, soffia il vento.

Ginevra                      Ora è troppo tardi,

è banale, ma è così…

e anche quando soffia il vento

io non volo più…

…io resto a terra, quaggiù…

 

Mentre Ginevra resta attonita, il gioco improvvisamente esplode in una barbara manifestazione di vittoria.

SCENA 5

Finite le due scene drammatiche, i ragazzi si ritrovano sulla scena e discutono dell’eventualità di abbandonare il gioco. Stanno per chiamare Merlino quando si presenta loro Morgana che inizia a prenderli in giro.

LA RIVOLTA

Artù                            Non ci sto!

Ma che “Gioco della vita”!

Non è un gioco ma un massacro!

Un massacro!

Tutti                            Si, un massacro!

Galvano                      E quel bastardo mago, ma dov’è?

Lo vorrei qui con me!

Lo prenderei con  queste mani e poi,

poi lo strangolerei!

Ginevra                      Ci sta prendendo tutti in giro,

Lancillotto                  e adesso più che mai

Parsifal e Ginevra      il gioco è diventato duro!

Lancillotto                  Io ne voglio uscire!

Ginevra                      Neanch’io ci sto più!

Ilene                            Andiamo a cercarlo!

Galvano                      Ma dove sarà?

Parsifal                       Non è lontano… dev’essere qui…

                                   Nascosto perché ora ha paura di noi!

                       

Artù                             Dobbiamo dirgli che così non va,

Ginevra                      che non si fa così,

Ilene                            che non si gioca impunemente

Lancillotto                  coi sentimenti, non si può!

Galvano                      Ha messo a nudo tutto ciò che non

avremmo detto mai!

Ilene e

Lancillotto                  Adesso ha oltrepassato il segno!

Improvvisamente entra in scena Morgana che inizia a prendere ironicamente in giro i ragazzi.

Morgana                     Ecco qui le verginelle

           pure e candide animelle

           e questi furbi commedianti

           che fan finta di subire!

Siete solo dilettanti

Ma che cosa vi aspettate?     

           Vale ancora la regoletta:

           chi subisce fa la scelta…

           di esser vittima in offerta,

           una pura anima eletta.

La musica ritorna rock

Ilene                            Senti un po’,

                                   maga, strega o indovina,

                                   te la prendi con chi muore,

                                   prova un po’ con me!

Morgana                     Sto già tremando di paura!

Artù                             Ma tu chi cazzo sei?

Galvano                      Sei un altro degli scherzi che ci fa?

                                   Dicci la verità!

Morgana                     L’hai detto tu, sono una strega,

                                   cattiva più che mai!

                                   Adesso io conduco il gioco!

Il tempo cambia e si trasforma in un duro rock di cui Morgana è protagonista.

SCENA 6

UN NUOVO VECCHIO MONDO

Morgana                    Qualcuno disse: sia la luce

                                   e luce fu.

                                   Qualcuno disse: sia la vita

                                   e vita fu.

                                   Qualcuno disse: sia l’amore

                                   e amore fu.

                                   Ma poi…

la luce fu spenta

                                   la vita annientata

                                   l’amore scacciato... senza pietà!

                                   Un nuovo vuoto creato

                                   fu creato dal vuoto

                                   trasmuta e si rinnova

                                   come un ciclo celeste,

                                   fra corsi e ricorsi,

                                   una sequenza impazzita

                                   un nuovo vecchio mondo

                                   rinasce e poi muore

                                   fra buio e dolore nessuna pietà!

Cambia il tempo. Morgana si rivolge, sprezzante ai ragazzi additandoli uno per uno per metterli in soggezione.

                                   Chi ha ucciso la speranza?

                                   Chi ha violato l’innocenza?

                                   Chi ha offeso la giustizia?

                                   Chi ha macchiato la purezza?

Entra in scena Merlino

Merlino                       C’è un futuro da giocare,

                                   una carta su cui puntare,

                                   una partita da rifare:

                                   devi sempre riprovare…

Morgana                     Guarda in faccia i tuoi marmocchi,

                                   sono come tutti gli altri:

                                   facce opposte di medaglie

                                   traditori e canaglie

                                   che hanno ucciso l’innocenza

                                   con reciproca violenza.

                                   Non c’è posto in quel futuro

per chi ha un cuore puro!

SCENA 7

I ragazzi interrompono la discussione aggredendo e rimproverando Merlino per la sua assenza e per la durezza eccessiva del gioco.

LA SVOLTA

Ilene                            Ma dov’eri finito, sei scomparso così!

Artù                            E questa odiosa strega che ci offende chi è?

Galvano                      Il tuo fottuto gioco ci massacra, lo sai?

Ginevra                      Ci toglie il respiro!

Lancillotto                  Colpisce più duro!

Parsifal                       Non erano questi

                                   i patti tra noi!

Artù                            Adesso spegni tutto e andiamo via!

Merlino                       No, adesso non si può!

Ginevra                      Ma io non voglio più giocare

Galvano                      Neanch’io, basta così!

Ilene                            Tu ci nascondi qualche cosa!

Parsifal                       Perché ora non si può?

Merlino                       Adesso vi racconto tutto…

Merlino                       Il gioco è impazzito, si è fatto violento

                                   e si è impossessato di ognuno di voi:

                                   la vostra storia, ridotta a una stringa,

                                   le vostre emozioni, sequenze di bit…

                                   Ma se ne uscite adesso tratterrà

                                   con sé parte di voi

                                   e lascerà dei vuoti

che non si riempiranno mai!

Avrete delle mutazioni

imprevedibili

Tutti i ragazzi              Com’è accaduto tutto questo?

Cambia il tempo. Merlino si rivolge a Morgana che si era nel frattempo trovata un po’ fuori dall’azione scenica.

Merlino                       Colpa sua, tutta colpa sua:

                                   ha distrutto il mio

gioco!

Chi lo sa, quali danni fa

quel dannato suo

virus!

Stupida pazza,

hai rotto l’incanto,

la tua vanagloria

non conosce pietà!

Tu hai ucciso la speranza,

tu hai violato l’innocenza,

tu hai offeso la giustizia,

tu hai macchiato la purezza!

Morgana                     Non mi fare la morale

                                   Non ho precetti da rispettare

                                   Non so dove comincia il bene

                                   Né dove finisce il male.

I ragazzi si appartano nel lato destro del palcoscenico. Merlino e  Morgana si posizionano a sinistra della scena. Luci prevalentemente sul gruppo di ragazzi che discutono animatatamente. Il tempo torna concitato.

Lancillotto                  Un’idea, ci vuole un’idea

                                   per fermare quel

Gioco!

Galvano                      Un’idea, si ma quale idea?

                                   Non mi viene un bel

                                   niente…

Ginevra                      Che si fa? Chi ci aiuterà

                                   a fermare quel

                                   mostro!

Ilene                            Lui lo sa, forse lui lo sa

                                   forza, mago, dai

                                   parla!

Merlino                       Non lo so, proprio non lo so

                                   cosa si potrà

                                   fare…

                                   Sembra che la malvagità

                                   ora guidi lui…

                                   guarda! (indica lo schermo)

           

Sullo schermo rappresentazioni di scene di inaudita violenza. I ragazzi restano sgomenti a guardare dando le spalle al pubblico. La musica diventa sempre più dura e drammatica.

Ilene si distacca dal gruppo e seguita dai ragazzi si avvicina a Merlino e Morgana (parlato)

           

Ilene                            Merlino, che succede?

                                   Ti sei fatto battere da una fattucchiera?

                                    Il grande mago è diventato un buffone?

Merlino                       (rivolto alla ragazza) Sai, ragazza, la stupidità e la malvagità si tengono per mano, sempre! (poi rivolto verso Morgana) Tu ne sai qualcosa…

Morgana                     Attento Merlino! So essere ancora più cattiva...

Merlino                       Lo so! Gli imbecilli si superano spesso!

Morgana esce furiosa lanciando scariche elettriche e folate di vento. Ilene, passato il momento di paura chiama a sé i ragazzi e lo stesso Merlino al centro del palco.

Ilene                            Forse c’è una soluzione…

                                   Mago, dimmi se ho ragione.

                                   State bene ad ascoltare,

                                   ecco cosa intendo fare:

                                   la sua logica è deviata,

                                   solo al male è orientata

                                   ma con l’astuzia e con il cuore

                                   lo possiamo ingannare.

Si rivolge a Lancillotto che era stato suo compagno di gioco in precedenza

                                   Ripercorreremo ancora

                                   i momenti giocati insieme

                                   sarà dura da affrontare

                                   la partita da rifare.

Lancillotto                  Ma che cosa intendi fare?

                                   Non se ne deve parlare!

Non vivrò più quella scena,

troppo forte è la mia pena!

Ilene                            Dentro noi c’è il cuore puro

                                   che perdona anche il più duro

                                   degli errori e delle pene:

                                   cambieremo il male in bene!

Ilene si rivolge a Merlino, parlato sul sottofondo della musica che continua

Ilene                            Noi siamo pronti. Tu sai certamente come fare per farci rifare la partita.

Merlino annuisce pensoso, poi, Ilene prende per mano Lancillotto e lo porta in seconda linea con le spalle al pubblico e rivolti verso lo schermo del gioco. Il gruppo dei ragazzi si allarga e si disperde. Merlino con ampi gesti si rivolge al gioco e sullo schermo come un DVD che torna indietro velocemente (a scatti), su una musica incalzante, scorrono confuse le immagini della scena in cui Ilene subisce la violenza ed alla fine uccide Lancillotto. Raggiuntone l’inizio, Merlino sparisce, la musica si acquieta e ricomincia l’introduzione della scena “Sono viva”. Ilene si trova da una parte del palco e Lancillotto, spettatore, dall’altra.

SCENA 8

SONO VIVA (RIPRESA)

Lo schermo mostra delle immagini che velocemente retrocedono fino a fermarsi all’inizio della scena di apertura del secondo tempo: la violenza subita da Ilene. La scena si ripete quasi uguale fino al punto in cui Ilene si rialza da terra dopo aver subito la violenza. Adesso si ritrova davanti Lancillotto e dovrà lottare contro la logica distorta del gioco che vorrebbe che lei lo uccidesse.

Ilene                            Ti prego mio Dio,

fa’ che non si avveri,

che non si ripeta

ciò che mille volte

nei miei sogni ho visto già.

Quante volte devo morire,

la vergogna sopportare

perché tu mi faccia scordare?

Sono stanca mio Dio,

non riesco ad accettare,

fare finta che sia finita

anche quando ricomincia

nella mente, la mia storia.

Il branco dopo averla ascoltata schernendola si avvicina a lei che si mette sulla difensiva. Estrae un coltello.

Ilene                            Cani, bastardi cani, state lontani da me!

Non mi avrete mai, mai e poi mai!

Cani, bastardi cani, giù quelle mani da me!

Mi difenderò, attenti a voi, perché

io sono viva,

sono viva, sono viva, sono viva, sono viva!

sono viva, sono viva, sono viva, sono viva!

Viene presa alle spalle, disarmata, alzata e portata a forza in una parte del palcoscenico. verrà simulata nella coreografia la violenza, identica a quella della scena originale.

Ilene si sveglia dallo stordimento, vede Lancillotto che alla fine del canto getta il coltello per terra. Lei barcollante ma decisa si avvicina al coltello lo raccatta e lo impugna. Lancillotto la incita a resistere alla tentazione di cadere nella trappola di reagire.

Ilene                            Eccoci qui… una contro l’altro…

Lancillotto                  Stai attenta, non cascarci…

Ilene                            Io non vorrei, ma è troppo forte…

Lancillotto                  Getta quel coltello, adesso!

L’atmosfera si fa più drammatica. Ilene cerca, tremante di trattenersi, Lancillotto ha paura ma non vuole indietreggiare per non scoraggiare la compagna e prova a tenderle la mano.

Ilene                            Come si può ora perdonarti?

Lancillotto                  Non ti fare influenzare…

Ilene                            Ci riuscirò? E sinceramente?

Lancillotto                  Tu sei l’ultima speranza…

Ilene (verso il gioco)   No, per Dio, non lo farò!

Ilene getta lontano il coltello e corre verso Lancillotto che le corre a sua volta incontro. Al centro del palco i due si stringono. Ilene piange, vinta dalla tensione, Lancillotto la consola carezzandole la testa. Sul drammatico sottofondo musicale, lo schermo con cui il gioco comunica inizia a mostrare messaggi di errore, finché, tutto non si blocca in un silenzio totale. I due alzano lentamente la testa verso lo schermo, quando con un immane ed improvviso fragore lo schermo mostra una violenta eruzione vulcanica che spazza via tutto, compresi i due ragazzi. Ceneri sul pubblico.

SCENA 9

ISOLE

Alla fine del marasma provocato dalla distruzione del gioco, l’atmosfera cambia. Compare sulla scena Ginevra che inizia a cantare la stessa strofa che aveva cantato all’inizio  della scena 5 del primo tempo (“I ragazzi del Graal”)

Ginevra                      Ho già fatto questo sogno

tante volte da bambina

e mia madre mi diceva:

“I sogni sono giochi,

sono i giochi che non fai,

e per questo che al mattino

non vorresti alzarti mai”.

Sullo schermo appare l’immagine di un immenso oceano primordiale calmo e sereno e la musica accompagna l’atmosfera di una pace surreale. Dall’oceano emergono lentamente due isole sulle quali nasce e cresce un unico grande fiore il cui stelo si piega verso l’altro fiore mentre dalla corolla che sboccia nasce un essere umano da ciascun fiore. Le due figure entreranno in scena e danzeranno una coreografia sulla musica. Le isole simboleggiano l’uomo che nasce solitario ma che cerca l’altro perché ne ha bisogno. Poi, le due figure andranno a fermarsi a fianco di Ginevra, sul lato sinistro della scena in penombra, mentre entra Artù che canta da solo e poi in duetto con Ginevra. Questa è la prima storia che si ricongiunge: il rapporto fra i due che si ricuce.

Artù                            Forse è questo il nuovo giorno,

la canzone del mattino

che risveglia la speranza

e cancella ogni paura

la tua mano nella mia:

se qualcosa sta cambiando

che sia presto, che sia adesso.

Ginevra e Artù            Questo destino è ancora da sfidare

una stella da esplorare

oltre il limite del tempo…

La musica si acquieta e ritornano le scene precedenti e la coreografia continua. Altre due figure nascono dai fiori che sbocciano e anche quando il tema musicale cambia, continueranno le loro coreografie. Entra prima in scena Galvano che canterà la sua strofa, poi si inserirà Parsifal con la sua, quindi la terza sarà un duetto che porterà all’ingresso di Lancillotto.

Galvano                      Io sento intorno a me

che c’è qualcosa che sta cambiando,

che io lo voglia o no,

già sta cambiando si, sta cambiando,

come una attesa che si fa promessa:

il domani.

Parsifal                       Il vento che trascina già sta cambiando

già sta cambiando,

il respiro della sera, già sta cambiando

già sta cambiando,

come una attesa che si fa promessa

c’è il domani.

Galvano                      I sogni, le passioni

Parsifal                       stanno tornando, stanno tornando,

Galvano                      l’amore e il desiderio

Insieme                       stanno tornando, stanno tornando,

Parsifal                       una promessa che è ormai certezza:

Galvano                      il domani

Parsifal                       il domani

Entra in scena Lancillotto e duetta con i quattro amici già in scena mentre continua a svilupparsi una coreografia sul palco che si riempie lentamente dei vari personaggi

Lancillotto                  il domani

                                   col nuovo sole cambierà

Coro in 4                                                       come un prodigio, una magia

Lancillotto                  e già si accende il cuore mio

Coro in 4                                                       un’emozione che non sai

Lancillotto                  che si rinnova dentro noi

Coro in 4                                                       dentro la storia che vivrai

Lancillotto                  e solo luce resterà…

                                  

                                   siamo fatti d’amore

                                   siamo luce e calore

                                   che discioglie il dolore

                                   che c’è.

Entra in scena anche Ilene che duetta con Lancillotto per poi continuare da sola duettando con il coro formato dai cinque rimasti. La coreografia continua.

Ilene e Lancillotto       Siamo fatti d’amore

                                   di una forza che non può finire

                                   si rinnova a ogni istante

                                   se rimani con me.

Coro in 5                    siamo fatti d’amore

Ilene                                                                           Io lo so

Coro in 5                    siamo luce e calore

Ilene                                                                           che da sola

Coro in 5                    che discioglie il dolore

Ilene                                                                           non so stare.

Coro in 5                    che c’è.

Coro in 5                    Siamo fatti d’amore

Ilene                                                                           Senza voi

Coro in 5                    di una forza che non può finire

Ilene                                                                           non saprei

                                   si rinnova a ogni istante

Ilene                                                                           ricominciare.

Coro in 5                    se rimani con me.

Coro                           Isole in un mare di memorie

                                   vivono senza gioia né dolore;

                                   uomini chiusi ognuno in una storia,

Galvano                                                                     che sembra non cambiare mai

Coro                           storia che sembra non voler cambiare.

Ginevra                                                                      da solo non ci riuscirai.

Coro                           Ma c’è in noi voglia di collaborare

Parsifal                                                                      gettare ponti fra di noi

Coro                           per far sì che ogni storia sia migliore;

Ilene                                                                           la storia che vivrai con me

Coro                           vive in noi questa eterna convinzione

Lancillotto                                                                  la storia che vivrò con te

Coro                           che ci da forza per ricominciare.

Galvano                      E ci trema la voce

Ginevra                      quando il canto s’innalza e va

Parsifal                       e trasportato dal vento

                                    sale sempre più su.

Artù                            Siamo fatti d’amore,

Lancillotto                  siamo luce e calore,

Ilene                            muto e umile amore

Ilene e Lancillotto       fino a che non si muore.

SCENA 10

Buio. Le figure sul palco restano immobili e si sente il brusio della vita di tutti i giorni poi, pian piano, inizia la musica. Riprende la vita ed i personaggi uno per uno, ma liberati dai ruoli imposti loro dal gioco, iniziano a cantare, finché tutti sul palco non si sono risvegliati. Alla fine il tema si fonde con quello di “Soffia il vento” in un incalzante messaggio finale.

UN BATTITO D’ALI (RIPRESA)

Sola                            Finito il gioco

rimane ben poco

                                   ma torna la vita

                                   che sembrava finita…

si… ascolta…

Solo                            Fra suoni e rumori,

                                   fra luci e colori

                                   il mondo pian piano

                                   ritorna a girare.                                  

Sola                             Che grande emozione,

                                   che lunga canzone,

                                   la nostra partita,

                                   che storia infinita!

Solo                            Fra mille domande

                                   e ancor più risposte

                                   ha vinto soltanto

                                   il cuore più grande!

Sola                            Un battito d’ali

che cambia la storia

Solo                            un colpo di schiena

che cambia la scena,

Insieme                       quel battito d’ali

che cambia la vita

la nostra speranza

non è mai finita!

Coro                           Un battito d’ali

e senza respiro

saliamo più in alto,

più in alto del cielo;

quel battito d’ali

che dura un istante

ma che fa volare

lontano, distante.

Solo                             Cerca cerca

Sola                                                                metafore nuove

Solo                            puoi sognare

Sola                                                                e star fuori dal sogno

Solo                            tieni il tempo

Sola                                                                con le unghie e coi denti

Solo                            e senti senti

Sola                                                                la musica va…

Coro                           Senti senti

Solo                                                                il vento che si alza

Coro                           Senti senti

Solo                                                                la pioggia che scende

Coro                           Senti senti

Solo                                                                che si porta via

Coro                           Senti senti

Solo                                                                le storie di ieri.

Solo                            Non la puoi sprecare

Coro                                                              è unica

Solo                            la grande occasione che hai

Coro                                                              non tornerà

Solo                            ti meriti ancora una volta

Coro                                                              solo per noi

Solo                             la chance, la migliore che c’è!

Sola                            Ci serve soltanto

Coro                                                              e basterà

Sola                             una dose di cuore in più

Coro                                                              ci porterà

Sola                             e il battito che fa volare

Insieme                       su, su, su, su, sempre più su!

Solo                            Un battito d’ali

Coro                                                   Zitto, zitto

Sola                            la pioggia che scende…

Coro                                                   Senti, senti

Solo                            il vento che si alza…

Coro                                                   Non fare rumore…

Sola                             che ti fa volare…

Coro                           Soffia il vento, soffia il vento

vola insieme a noi

cogli l’attimo, il momento,

coglilo, se puoi!

Segui il battito delle ali

tutto intorno a te,

soffia il vento, è il tuo momento, dai

vieni con noi!

FINE