Ha ragione Carlo!

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RITORNO AL FUTURO

HA RAGIONE CARLO !

di Gennaro Castaldo

(posizione SIAE 98720)

Personaggi :

Carlo  - Padrone di casa. Uno che non riesce a fingere, a mentire. Molto poco

             diplomatico. A causa di questo suo atteggiamento molti amici si sono

             allontanati.

Agnese - Moglie di Carlo. Vorrebbe in tutti i modi che il marito fosse un poco più

malleabile evitando così la moria di conoscenti. Lo rimprovera

               continuamente di parlare troppo senza rendersi conto delle conseguenze.

Franco - Uno degli ospiti attesi per quella sera. Collega di Carlo, succube di Laura,

              sua moglie.

Laura - Moglie di Franco. Donna esuberante, autoritaria e aggressiva.

Luca - Altro ospite. Capo di Carlo e Franco. Pieno di sé, convinto di essere un

           simpaticone. Fa continue battute idiote.

Giusy - Moglie di Luca. Ipocondriaca. Soffre di tutti i mali del mondo.

Anna/Mimmo - E' un personaggio unico con doppia  personalità. Vicino di casa che

continuamente fa capolino per chiedere qualcosa.

Stranosincronismo è che la sua/loro comparsa, il loro suonare

                            tipico del campanello coincide sempre con la frase detta da Carlo :

La colpa è sempre mia.

Filippo: Vecchio amico di Carlo e Agnese. E' gay ma è il solo Carlo a saperlo.

Mafalda: Padrona di casa un po' invadente.

Carlo ed Agnese si sono da poco trasferiti nella nuova casa. Nuovo lavoro, nuove conoscenze da crearsi. Ancora qualche scatolone in giro. La scena si svolge nella stanza da pranzo. In primo piano, spostato verso sinistra, un tavolo con sei sedie intorno. Sullo sfondo una libreria semivuota.  A sinistra si va verso la cucina e l’interno della casa. A destra c’è il vano d’ingresso. Tra questo e la parete sullo sfondo un divano messo di tre quarti. Arredamento ancora provvisorio.

Carlo entraindossando delle cuffie e ascoltando un pezzo rock. Imita il chitarrista nell'assolo. Vede gli scatoloni e toglie le cuffie. La musica si interrompe. Comincia a sistemare alcuni libri su uno degli scaffali della libreria prelevandoli da uno degli scatoloni. Cerca di prenderne il più possibile per fare presto ma gli cascano a terra. Tra questi c’è un vecchio e logoro libro ritrovato per caso in soffitta e di cui aveva dimenticato l’esistenza.

Carlo : Mannaggia… voglio vedere quando finiremo di sistemare ‘sta roba…. (si

china e raccoglie i libri caduti. Li guarda uno ad uno). Questo non l’ho

            letto… quest’altro invece? Nemmeno... ah, ecco questo qui si, certo e questo...

pure non l'ho letto! Ah, eccolo qua! ‘Il Nome della Rosa’. QuestoL’ho

letto… si,insomma… ho detto di averlo letto tutto, anche le parti in latino…

ho mentito spudoratamente!Eh  si! C’era sempre il solito puzza-sotto-il-naso

che si vantava di aver goduto della lettura in latino… che erano le cose più

            interessanti... ma và, và!Pure tu però, Umberto Eco e metticela una

traduzioncella. Chi 'o ssape 'stu latino?! (Lo ripone sugli scaffali come tutti gli

            altri prende  poi in mano l’ultimo di quelli caduti, il più sciupato)

E questo? Uh… ma tu guarda... e che fine aveva fatto? Il libro della nonna! 

E chi se lo ricordava più... (loappoggia sul divano e continua a mettere a 

posto altri libri presi dallo scatolo)

Agnese : ( fuori campo)  Carlo...Carlo...hai finito di apparecchiare la tavola? Stanno

per arrivare...

Carlo : (distratto, fa cadere di nuovo i libri ) Si...si...come no...subito....mannaggia!

               Ho quasi finito...

Agnese : (entrando, guarda la tavola ancora non pronta) Ma come? Stai ancora a

               niente? Eh Carlo però! Proprio non cambi mai, tu! Posa quei libri!

Insomma...sei sempre il solito!  Ti avevo chiesto di aiutarmi almeno con

la tavola... io mi sono fatta in quattro per preparare la cena...del resto

dovresti essere tu l’interessato visto che vengono il tuo nuovo capo con la

moglie e i nostri nuovi e purtroppo ‘unici’ amici.... (sottolinea

sarcastica quest’ultimo aggettivo)

Carlo :(messi a posto i libri si volta) Unici...è logico che siano pochi i nostri amici.

Ci siamo trasferiti da tre mesi soltanto... cosa pretendevi che mettessi un

annuncio sul giornale tipo :

A.A.A. Cercasi amici disperatamente. Lauta mancia a chi ne procura

qualcuno ? Non abbiamo mica perso il cane. Le amicizie si fanno poco per

volta, si seminano, si coltivano, si fanno crescere...

Agnese :Si, come no... si seminano, si coltivano si fanno crescere piano piano... e tu

non vedi l’ora di arrivare all’ultima fase!

Carlo: Che dici?

Agnese: L’ultima fase: L’abbattimento!!! Si seminano, si coltivano, si fanno

crescere e si abbattono!(mentre comincia a preparare la tavola

aiutata dal marito) Come hai fatto tu sistematicamente in questi anni, per

quella tua fissazione...

Carlo : Che cosa ho fatto io ?

Agnese : Lo sai benissimo lo sai .... la TUA fissazione per la coerenza....

Carlo : E allora ? vuoi vedere che mo'  la coerenza è diventata una fissazione?E me

ne dovrei vergognare pure, no???

Agnese : Non facciamo sempre gli stessi discorsi Carlo… sai cosa voglio dire. Tu, il

termine ‘elasticità’non lo conosci proprio.... se avessi fatto il diplomatico

sarebbero scoppiate più guerre che botti a capodanno...

Carlo : Ah....ci risiamo con la storia della diplomazia...l’elasticità…ma insomma

           perché devo sopportare la falsità, la finzione, l’ipocrisia....

Agnese : E chi ti ha mai detto una cosa del genere? Ti ho solo chiesto di tollerare

qualche  piccola debolezza, qualche umana tendenza... non possiamo mica

essere tutti sempre così  ‘coerenti’ come te!! (sottolinea il ‘coerenti’ con

sopportazione, sbuffando)

Carlo : E non dire ‘coerenti’ in quel modo... la traduzione è ‘pallosi’? E’ vero? Io

sarei palloso, è così?

Agnese : E va bene Carlo! Si, sei palloso! Non puoi sempre stare a cercare il pelo

               nell’uovo, la razionalità delle cose...la logicità…Uffà! E rilassati ogni

tanto.... fai finta di non sentire.... mettiti le cuffie!! Gira la testa da un’altra

parte... statti zitto! Sorridi e basta. E…se proprio non ce la fai, alzati e

vattene. Farestisicuramente meno danni.

Carlo : E io lo so dove vuoi arrivare....lo so… sempre a quell’episodio...

Agnese :(sarcastica) Quell’episodio? Quell'episodio... cioè secondo te stiamo

parlando di una cosa isolata che magari chissà per quale arcano motivo è

capitata? Fammi pensare... non mi sovviene nulla.

Carlo: E non fare la recita scolastica! No, è che tu a quell'episodio ci sei affezionata

pare…

Agnese: Quale tra i milioni ? (poi con finto recupero della memoria) Ah...ho capito,

ti riferisci a Claudia.Certo che quella sera sei stato veramente

fantastico...

Carlo: Eh, te l’avevo detto che c’eri affezionata...

Agnese:  In un colpo solo hai fatto fuori quattro amici. E chi sei…. Clint Eastwood!

L’ispettore Callaghan e la sua 44 Magnum… (mima una pistola e spara)

Bang!

Carlo : Ma quanto sei simpatica!  Semmai potrei essere John Wayne o…

Agnese : (esasperata)  Ma chi se ne Frega di John Waine!   Lo vedi come fai sempre?

              Col dito in alto a puntualizzare...

Carlo: E voi sbagliate! Che ci posso fare io?!

Agnese:  Ma dico io cosa ti costava dire a Claudia che  dimostrava qualche anno di

meno? Eh…?Che ti costava? Aveva appena fatto un lifting...

Carlo: Uh Agnè te l’ho già spiegato un milione di volte, è lei che ha sbagliato a fare

la domanda! Lei mi chiese ‘Quanti anni ho...?’  e che dovevo

rispondere? Io già lo sapevo quanti anni aveva, 47. E 47 dissi.

Agnese: Era un modo per dire 'quanti anni mi dai', no?

Carlo: E allora doveva dire 'quanti anni dimostro?' e io le avrei risposto...

Agnese: Che ne dimostrava almeno 40 giusto?

Carlo: No, sempre 47! Per me esteticamente non aveva perso nemmeno un mese.

Agnese:  Je  t'acciresse! Abbattimento Claudia effettuato KAPUT! E le altre vittime

te le ricordi si?!

Carlo : Vittime... che parola grossa! Si...Ettore, il marito si avvicinò e mi disse che

quell’intervento era costato un sacco di soldi... e io per fare una battuta risposi

che sarebbe stato meglio se quei soldi  li avesse investiti in azioni del Monte

            dei Paschi di Siena.

Agnese: Cioè era meglio se li buttava via!!

Carlo: Ma no... quello poi interveniva il governo e qualche rimborso ci scappava...

Agnese : (mimando una pistola) Abbattimento Ettore effettuato ! Via anche Ettore.

Continua, continua...

Carlo : Ma era una battuta… non pensavo che fosse così permaloso...

Agnese : Carlo tu le battute non le sai fare! Le barzellette non le sai dire! Non sai

nemmeno ridere almomento opportuno…

Carlo : Né, Agnè…. ma stai storta stasera?

Agnese : Ma quale storta… è che mi è venuto in mente il tuo capolavoro finale…

               Due vittime con un colpo solo… due piccioni con una fava!!

Carlo : E io ho capito a chi ti riferisci…. A Giulio, eh?

Agnese : Ma che perspicacia! Come hai fatto a capirlo? Ricordare così chiaramente

               due tra le centinaia di tue vittime è fenomenale! Magari tieni un diario

               nascosto, no?

Carlo: Io non capisco… ma dovevo ridere per forza a quella sua barzelletta scema?

Agnese : No… ma almeno potevi star zitto dopo, no?

Carlo : Ma come… Giulio  è un chirurgo plastico, una persona colta, intelligente...

           disse quella  barzelletta idiota sulla signora che va a farsi la plastica e io

dovevo ridere?

Agnese : Dopo…dopo la barzelletta. Cos'hai detto davanti a tutti? Eh, te lo ricordi?

               Ricordi il capolavoro che creasti?

Carlo : E che ho detto? Era per fare una battut…(gesto eloquente di Agnese a

            tagliarsi la lingua) Ho capito, le battute non le so fare… dopotutto però si

poteva pure capire.  Dissi ‘Senti Giulio ma a tua moglie a Natale invece dei

diamanti perché non le regali il pacchetto completo?

Agnese : Continua… non è finita.

Carlo : Le rifai il naso...

Agnese : Vai avanti... avanti....

Carlo: La bocca...

Agnese : Vai avanti... avanti....

Carlo : Gli zigomi...

Agnese : Vai avanti... avanti...

Carlo: Le palpebre...

Agnese: Vai avanti, continua...

Carlo : Agnè, 'a faccia è fernuta! Chell'é!

Agnese : Ecco qua. Ciao, ciao Giulio e consorte... ciaooooo.

Carlo : Ma tu l’hai vista la moglie ? Che razza di pubblicità era per un chirurgo

plastico? Tutta tirata… quasi non riusciva a parlare per paura che le saltasse

l’impalcatura. Come se un dentista andasse in giro con la moglie

sdentata... o un dermatologo con la moglie piena  di brufoli.

Agnese : Ma che te ne frega a te? Se lui vuole andare in giro con una donna fatta in

               quel modo saranno pure fatti suoi, no? Ah, ma adesso basta! Basta !Guarda

che se stasera ne fai una delle tue io giuro che... che...

(esce esasperata per prendere qualcos’altro dalla cucina)

Carlo : Io giuro… io giuro… ma che giuri. E ti pareva… la colpa è sempre mia!

A queste parole il campanello alla porta fa un doppio squillo. Carlo si batte una mano sulla fronte come a dire che ha perfettamente capito di chi si tratta. Rientra anche Agnese che lo guarda con fare interrogativo e senza parlare gli chiede ‘cosa c’è?’ .

Carlo : (Sussurrando) Mi è scappato…

Agnese : (anche lei in un sussurro) Cosa ti è scappato?

Carlo : Mi è scappata la frase…..

Agnese : Ma che dici? Quale frase?

Carlo : La colpa è sempre mia…

Immediatamente si risente il doppio squillo.

Agnese : Ma che fai? Perché non vai ad aprire?

Carlo : (incuriosito fa cenno ad Agnese di tacere, poi col minimo fiato possibile

            sussurra rivolto spalle alla porta d’ingresso) “La colpa è sempre mia”

Doppio squillo immediato

Carlo fa cenno ad Agnese che non vuol saperne di aprire, che vada lei. Se ne va in cucina. Agnese si decide. Entrano Anna e Mimmo due vicini impiccioni che approfittano sempre per chiedere qualcosa in prestito. La scusa è palese perché continuano a guardarsi intorno cercando solo di impicciarsi dei fatti altrui. In realtà Anna e Mimmo sono una persona sola, due personalità che convivono nello stesso involucro umano.

Anna : Scusa cara….

Mimmo : Cara scusa ….

Anna : Non è che avresti un po’ di prezzemolo…?

Mimmo : Un po’ di prezzemolo non ce lo avresti…?

Anna : E magari anche dell’olio?

Mimmo : E dell’olio magari….?

Anna :  Ma guarda che bella tavola… stavate cenando? 

Mimmo: Aspettate persone?

Agnese : Ehm… si, aspettiamo degli amici per cena. Ma prego accomodati…

             accomodatevi... vado di là a vedere  se trovo prezzemolo e olio…

Rimasti soli Anna e Mimmo continuano a guardarsi intorno facendo commenti irridenti e silenziosi su tutto ciò che vedono. Per loro tutto è ridicolo. Carlo rientra non visto dal tipo che gli mostra le spalle. Lo osserva mentre sta dando uno sguardo quasi schifatoal vecchio libro della nonna.

Carlo : ( Urlando apposta per farli sobbalzare) Buonasera!

Mimmo/Anna gettano immediatamente il libro sul divano

Anna : Buonasera…scusa Carlo….

Mimmo : Carlo scusa…Buonasera…

Anna : E’….è  molto vecchio quel libro ?

Mimmo : Quel… quel libro è molto vecchio?

Carlo : Si…si. E’ un ricordo di mia nonna…di mia nonna è un ricordo. L’ho trovato

lì per caso…per casolì io l’ho trovato.(imita il loro intercalare)

I due risentono un po’ di quel suo tono sfottente. Rientra Agnese che sentita la risposta del marito gli dà una gomitata nel fianco.

Agnese : Ecco Mimmo… Anna... di prezzemolo ne ho poco ma spero che vi basti.

Anna : Ma certo cara figurati…. e scusa il disturbo. Ciao Carlo.

Mimmo :Ciao Carlo… e scusa il disturbo cara…ma certo figurati.

Escono accompagnati da Agnese che dopo un po’ rientra.

Agnese : Allora ci risiamo? Allora tutto il discorso che ti ho fatto prima non è servito

               a niente?  Tu la vuoi finire o no? Mo' vuoi farti nemici pure i vicini?

Carlo : I vicini? Parli al plurale? Ma tu l’hai visto? Parla per simmetria…anzi per

sdoppiamento. Pare che una lei cominci e un lui finisca. Sembra

schizofrenico!!

Agnese : E a te che te ne frega? Se vuole parlare così saranno pure fatti suoi, no?

Carlo : Si, ma io devo fare una prova….

Agnese : Che prova?

Carlo : Dilla tu la frase…

Agnese : Quale frase?

Carlo : Quella che li fa... lo fa comparire…

Agnese : Ma insomma la vuoi smettere di fare lo stupido? E’ solo una coincidenza…

Carlo : Si si coincidenza!!! Non è possibile. Sherlock Holmes diceva : una

coincidenza è una coincidenza, duecoincidenze sono due coincidenze ma tre

coincidenze sono una prova! Pronuncia la frase…

Agnese : (annoiata) E va bene…basta che la finiamo e prepariamo la tavola…allora,

sei pronto? Uno…due… e tre  ‘La colpa è sempre mia.’

Attendono entrambi che risuoni il campanello. Niente.

Agnese : Hai visto?

Carlo : Aspetta… mo' ti faccio vedere io ” Hai visto?” ( le fa il verso). La prova non è

finita. Ora tocca a me (si mette in posa, cerca l’ispirazione, fa una pausa e

inspira profondamente ) 

Agnese: E' arrivato Vittorio Gassmann!!

Carlo: Ci vuole l'ispirazione giusta...

Agnese: Vulisse pure 'na capa 'e morte 'mmano o Amleto?

Carlo: ‘La colpa è  sempre mia.’ (in stile shakesperiano)

Doppio squillo immediato. Gesti di Carlo che sottolinea il suo aver avuto ragione. Agnese va a aprire e rientrano Anna/Mimmo. Si posizionano tra Carlo e Agnese.

Anna : Avevamo pensato di regalarvi una marmellata che abbiamo fatto noi…

Mimmo : Una marmellata che abbiamo fatto noi avevamo pensato di regalarvi…

Carlo : Grazie tante…tante grazie.

Danno la marmellata a Carlo che la passa ad Agnese. Agnese inconsciamente la ridà a Anna/Mimmo

Anna: Allora ciao... ci vediamo dopo.

Agnese :  Anna!!!

Anna : Che c'è?

Agnese : 'A marmellata!

Mimmo : Uh, scusa c'ha stevemopurtanno n'ata vota 'a reto. E che t'aggiadicere,

chestatene 'a capa pèspartere 'e recchie! Ciao.  (esce)

Agnese e Carlo continuano a preparare la tavola in un silenzio carico di tensione.

Carlo : Si ma io devo fare una prova!

Agnese : N'ata vota? Ma stissejenno 'a scemì, Carlo!

Carlo : Non la stessa di prima... un'altra.

Agnese : E che è... t'è miso a vennere 'e mellune?

Carlo : Ma quanto sei simpatica! Ti sei accorta che quando entra... entrano Mimmo

             e Anna il campanello fa sempre un doppio squillo?

Agnese : Bah, non ci avevo fatto caso... embè?

Carlo : Come 'embè'. Il nostro campanello è mono-squillo! Vuoi vedere? Adesso esco

            e lo suono. (esce)

Agnese : Carlo... ma pensiamo a preparare la tavola. Gli ospiti stanno per arrivare.

Si sente uno squillo singolo. Carlo rientra.

Carlo : Hai visto?

Agnese : Più che altro ho sentito... e allora?

Carlo : Il suono normale è 'blin-blon' ma quando suonano Anna...Mimmo... loro due

            insomma, il campanello fa blin-blon/blin-blon (imita il campanello). Ma lo fa

           così velocemente che non è possibile che lo suonino due volte perché la

            frequenza è tale che... (viene stoppato da Agnese che gli mette una mano in

            fronte per misurare la temperatura)

Agnese: Tu mi incominci a preoccupare...tenisse 'a freva?

Carlo: La doppia personalità di Anna e Mimmo influisce pure sui campanelli delle

            porte... e se fosse infettiva?

Agnese : Uhhhh.... ma statte zitto e priparammo 'a tavola!

Dopo un po’ si risente il campanello alla porta. Squillo singolo. Muta scena tra Agnese e Carlo come a dire che lui non aveva proferito parola e quindi non potevano essere di nuovo Anna e Mimmo.

Carlo : Quanti blin-blon ha fatto?

Agnese : (pensandoci un attimo) Uno solo...

Carlo : Uhf, va bene... puoi aprire, và.

Agnese : Ma perché se faceva blin-blon/blin-blonlo lasciavamo fuori?

Carlo : No... ma ci preparavamo psicologicamente.

Agnese : Ah, sì? E allora visto che sei preparato psicologicamente vai tu ad aprire...

và. Uh, accidenti... ho dimenticato una cosa... magari sono i nostri amici...

vai ad aprire tu io corro un secondo in cucina... speriamo che ne abbiamo

ancora qualcuna... (esce)

Carlo va ad aprire.Rientra in scena a ritroso quasi temendo la nuova entrata, Mafalda, la padrona di casa.

Mafalda: (con aria sensuale) Signor Carlo... è solo? Non c'è la signora Agnese?

Carlo: NO... cioè sì... sta di là, in cucina... ma a cosa dobbiamo questa vostra visita?

Mafalda: Al mazzo...

Carlo: Eh? A cosa?

Mafalda: Al mazzo... avevo promesso di farvelo...

Carlo: Il mazzo...

Mafalda: Sì. Il mazzo... Il secondo mazzo di chiavi... in qualità di padrona di casa era

mio dovere. Ma... siete sicuro che la signora Agnese è di là? (atteggiamento

                sensuale)

Carlo: Ma certo... certo... AGNESEEEEE (urla quasi)

Agnese: (rientrando quasi allarmata) Carlo... che c'è? Ch'è succieso? Ah, signora

              Mafalda... che piacere. A che dobbiamo...?

Mafalda: (diventando improvvisamente seria) Vi ho fatto il mazzo...

Agnese: Eh? Che cosa ci avete fatto?

Carlo: Il mazzo... il mazzo di chiavi... il secondo mazzo!!

Agnese: Ah! Grazie... troppo gentile. Ma potevamo pensarci noi...perché avete

voluto scomodarvi addirittura a venire qui... potevamo venire a prenderlo noi

a casa vostra...

Mafalda: No... no, nessun disturbo... mi fa piacere venirvi a far visita. (Diventa triste)

               Da quando sono rimasta vedova non ho più molte possibilità di

frequentazioni... uh, che scema! Quasi dimenticavo... ecco qua un

pensierino. (mette un oggetto sul tavolo) Un augurio per la nuova casa e...

specialmente per uno di voi! (esce velocemente imbarazzata)

Agnese: (guardando truce il marito) Carlo... ma niente niente 'a signora Mafalda

tenesse strane intenzioni? Vulesse fa' 'a vedovella allegra? Carlo, je te

spezz' 'e cosce!! Mi hai capito?

Carlo: Agne'... ma la finisci o no? Ma secondo te a me interessano altre donne?

            Tu sei la luce dei miei occhi... l'aria che respiro... il suono che...

Agnese: 'O suono 'e ll'ossaca se spezzano!! Vabbuo'... torno di là a cercare...(esce)

Carlo: Ma se po' sape' che stajecercanno?

Agnese: (fuori campo) Niente... niente....

Carlo riprende a sistemare la tavola. Dopo un pò si sente un altro scampanellio singolo.

Carlo: Ma che è stasera... stanno rappresentando 'Il paese dei campanelli'? Aspetta,

quanti blin/blon ha fatto?(conta mentalmente poi  rinfrancato va ad aprire).

Si sente uno strillo di gioia isterico. Entra Filippo in modo molto esuberante, precedendo un allibito Carlo.

Filippo : Uè...uè... ti è piaciuta la sorpresa? Eccomi qua. Non te l'aspettavi eh?

Carlo : Filippo? E tu che ci fai qua?

Filippo : Ma che è... ti dispiace vedermi? Non è che cambiando città hai deciso di

              abbandonare pure le vecchie amicizie?

Carlo : Non parliamo di amicizia che è meglio... 'sta parola in questa casa non è molto

            gettonata. Stasera la cosa non gira bene... ma no, quando mai... mica mi

dispiace vederti... solo che non me lo aspettavo.

Filippo : Eh... e nemmeno io! Chi si immaginava di cambiare casa dopo tanti anni...

Carlo : Ma perché? Ti sei trasferito? Pure tu?

Filippo : (con un sospiro) E' più di due mesi che sto qua....

Carlo : Due mesi? E non ti sei mai fatto vedere?

Filippo: No... sono stato molto impegnato...

Carlo : Ho capito... qualche altra passioncella, eh?

Filippo : Eh, chiamala passioncella tu...

Carlo : Ma perché? E' una cosa seria?

Filippo : E che ce vuo' fa'.... quando l'amore chiama il cuore non può

               resistere... risponne! (con atteggiamento da attore navigato)

Carlo: Allora stasera ci stanno due Vittorio Gassmann qua.

Filippo: L'amore è un continuo intreccio. Come diceva Penelope? Tessere o non

tessere questo è il problema!

Carlo : Uh Filì.... stajeammiscanno Omero cu' Shakespeare... sì sempre 'o stesso!!

Filippo : (con atteggiamenti sfacciatamente femminili) Embè? Io so' sempre 'o stesso

                ma tu me pare ca' sì cagnato! Nun me vuò bene cchiù?

Carlo : 'A vuòfernì? Di là c'è Agnese... lo sai come la pensa nei confronti dei gay...

             tu te mietti a fa' o femminiello e a chella po' chi 'a sente! Cerca di essere

             meno... meno....

Filippo : Meno che?

Carlo : Meno... meno Filippo! 'E capito? (guarda continuamente verso la cucina per

timore che Agnese possa aver sentito Filippo)

Agnese : (fuori scena) Carlo... ma chi era alla porta, i nostri amici?

Carlo : Eh? Si... cioè no... cioè...si... un amico.... (poi rivolto a Filippo) Uè...

           comportati come ti sei sempre comportato a casa mia... se no io e mia moglie

            andiamo in conflitto e succede la guerra.

Filippo : (sempre con voce femminella) Ma come... stajeaccussì 'nguaiato?

              Ancora ti vergogni di dire a tua moglie che hai un amico gay?

Carlo : (Gli rivolge uno sguardo duro come a ricordargli di parlare da maschio)

Filippo : (ripete le parole di prima ma con voce baritonale) Ma come... staje

accussì 'nguaiato? Ancora ti vergogni di dire a tua moglie che hai un amico

              gay?

Agnese : (entra proprio mentre Filippo termina la frase) Carlo? Tu hai un amico gay?

              E chi sarebbe? Uh, ciao Flippo, come stai? Che piacere vederti... come mai

              da queste parti?

Filippo : (mantenendo sempre il tono da macho) Carissima.... come mai sto qua? Eh...

               la vita è strana.... ho avuto un impegno che mi ha portato proprio da queste

                parti e... mi sono detto ' perché non fare un salto a trovare Carlo e Agnese?'

Agnese : Hai fatto benissimo. Tu ormai sei l'unico amico che ci è rimasto (guarda

              Carlo di traverso)

Filippo : (per un attimo riprende il suo solito tono femminile) E ce può scummettere...

             (subito si accorge dell'errore  e riprende il tono da macho) E ce può

scummettere... ma 'o ssaje ca' sì sempre 'na bella femmena?

Agnese : (si schernisce) Uh...Filì... e finiscila... (comincia un gioco di sguardi tra i

                 due)

Carlo : Nè... e io che faccio? Mantengo 'a cannela?

Agnese : Uh... ecco quello che dovevo fare... 'e cannele! Devo scappare... (si dirige

              verso l'uscita)

Carlo : Ma dove stai andando? Tra poco vengono gli amici a cena...

Agnese : Di là candele non ce ne stanno... scendo a comprarne un paio....

Filippo : (sempre con fare da conquistatore) Allora 'e facimmomantenè a paricchie 'e

lloro 'e cannele stasera eh? Che dici?

Agnese : (sospirando) Ah... ce ne fossero uomini comm' 'a te... io scendo.

Carlo : Ma a che servono 'stìcannele, se pòsapè?

Agnese : Quanto sei poco... poco... ospitale! Le candele servono a creare

              un'atmosfera particolare... voglio che tu faccia una buona impressione al tuo

              capo...

Filippo : (rigirando il coltello nella piaga) Carlo... sei rimasto il barbaro di sempre...

lascia fare a tua moglie che sa come si accolgono le persone in casa. Ah!

                L'avesse truvata  io 'nafemmenaaccussì!

Agnese : (altro sospriro) Tu si che mi capisci.... (poi con decisione) Carlo io scendo...

               (di nuovo suadente)  Filippo, ti ritrovo qua quando torno?

Carlo : Non credo...

Filippo : Non credo... non lo so...

Agnese : Va beh, tanto ci rivediamo sicuramente... scappo! (esce)

Carlo : ( a Filippo) Ma 'a vuòfernì 'e fà 'o scemo?

Filippo : (tornato nel suo ruolo) Perché, non ti è piaciuta la parte?

Carlo : No! Non mi è piaciuta. Avanti parla. Io ti conosco... due mesi che ti sei

            trasferito e non ti fai vedere e poi all'improvviso piombi qua... parla! Che ti

serve?

Filippo : Ma come sei...materiale. Ma perché, non posso semplicemente esserti

venuto a trovare? Ma tu guarda nù poco... beh, veramente...

Carlo : Eccolo qua... forza, butta fuori.

Filippo : (implorandolo quasi) Tu m' 'e aiutà! Se non  mi dai una mano io so' capace

               'e me jettà 'a copp'abbascio! (prende un fazzoletto e si asciuga una lacrima)

Carlo : Filippo... non fare il melodrammatico. Assèttate... parlammo nù poco.

Filippo : (leggermente rinfrancato siede sul divano insieme a Carlo) Allora... è un pò

                di tempo che sto con una persona...

Carlo : E questo l'avevo capito.

Filippo : Eh, no! Non mi devi interrompere se no non riesco a andare avanti... sto 

               troppo male.

Carlo : Va bene... sarò muto come un citofono scassato!

Filippo : Ma quanto sei simpatico! Allora... sto con questa persona da un po' di

              tempo. Fino a mò ci siamo incontrati un po' qua e un po' là... e da due mesi

              ho deciso di trasferirmi così possiamo stare più tempo insieme.

Carlo : (annuisce senza parlare)

Filippo : Però c'è sempre stato un problemino... un piccolo problemino...

Carlo : E sarebbe? Oh, scusa mi sono permesso di parlare...

Filippo :  E si vede che hanno accungiato 'o citofono! Dicevo... il problemino è

                che... è che...

Carlo : (cerca di incitarlo a parlare con gesti)

Filippo : E' che...lui è... è.... è sposato!

Carlo : Alla faccia del problemino!

Filippo : Si ma lui vuole bene a me! A quella sottospecie di zoccola della moglie non

       la può vedere proprio!

Carlo : Ascolta Filippo... non è che non mi interessino i tuoi drammi amorosi ma...

            perché sei venuto da me? Come posso aiutarti io?

Filippo : Devo riconquistarlo. Da qualche settimana non mi pensa più come una

               volta... dice che è preoccupato del lavoro... che è arrivato un nuovo collega

               che forse può scavalcarlo...  che la moglie lo sta martellando....

Carlo : E allora?

Filippo : Tu sai che sono una soubrette, no? Anche qua ho trovato un locale dove

               esibirmi. Proprio domani ho il debutto e lui verrà a vedermi...

Carlo : E allora?

Filippo : E allora? Allora è successo che ho mandato gli abiti di scena in lavanderia e

               quegli assassini me li hanno restituiti tutti macchiati... stinti... che disastro!

Carlo : E allora?

Filippo : E allora così ridotti non posso indossarli...

Carlo: E allora?

Filippo: Azz... Carlo! Ma tu sajediceresulo 'e allora'? E allora mi serve una mano...

tua moglie fa ancora la costumista per il teatro?

Carlo: Certo. Anche se ultimamente si sta riorganizzando e...

Filippo: Esatto! Se ho capito bene i vestiti che usava in scena ve li siete portati dietro,

             è così?

Carlo: E come no... con quello che costano. Ma tu capisci che solo per la stoff...

Filippo: Ecco... mi servirebbe proprio uno  di quei vestiti. Non sai dove li ha messi?

Magari me lo presti per una sera e io lo restituisco subito, subito... Agnese

non si  accorgerà di niente. Ti prego...

Carlo: Ma come faccio? Non so neanche dove li ha buttati...

Filippo: E staranno nel guarda...uh,uh! guarda llà guarda... (si   accorge di alcuni

vestiti in uno degli scatoloni) Vuoi vedere che sta qua dentro? (comincia a

tirare fuori vestiti e annessi)

Carlo : Ma tu 'e perz' 'e cerevelle? Se torna Agnese chi la sente?

 (Nel frattempo le cose  che Filippo non ritiene adatte le passa a Carlo che senza

 volerlo le indossa in qualche modo. Ad un cero punto i due si guardano)

Filippo: Ma te la ricordi quella splendida disco music degli anni '70?

Carlo : E come no... tengo un sacco di CD... solo che adess...

Filippo: Ne hai qualcuno già nello stereo?

Carlo: Si... li ascolto sempre ma adesso non ricordo quale...

Filippo: E chi se ne 'mporta... fallo partire, dai!

Carlo aziona un telecomando e parte il brano. Filippo inizia a ballare. Carlo è dapprima riluttante a seguire i passi di danza dell'amico, poi lo asseconda. I due danzano nello stile dell'epoca. Si perdono sempre più nei ricordi.

Dopo qualche minuto rientra Agnese e li trova che si dimenano come se stessero in pista. Stop immediato dei due e della musica)

Agnese : (allibita) E questo che significa?

Carlo e Filippo : (bloccati nella posizione in cui Agnese li ha sorpresi. All'unisono

                            dicono ) Ricordavamo i bei tempi di quando andavamo in discoteca.

Agnese : A quest'ora e con i miei vestiti?

Carlo : (per risolvere l'impasse) Ma tu non dovevi prendere le candele? E dove

            stanno?

Agnese : Stanno tutti quanti chiusi... vuol dire che facciamo senza... e levatevi 'sti

              vestiti 'a cuollo che me paritedduje gay! Rimetteteli nello scatolo che li

 porto in camera da letto (fa per uscire)

Filippo : (con voce maschia) Ahahahahahah... gay a me.... ahahahahahaha. A

              proposito Agnese... bello questo vestito...

Agnese: Eh, sapessi quanto mi ci è voluto per cucirlo... e quella cretina dell'attrice

              non l'ha nemmeno apprezzato...

Filippo: Ah, ma io lo apprezzo... io lo apprezzo tantissimo... non è che... che...

Carlo: (a denti stretti) Filì... ferniscila!!

Filippo: Non è che potresti prestarmelo per una sera?

Agnese: E perché? Mica è carnevale...

Filippo: No... lo so... il fatto è che... io dovrei... il fatto che... lo sai...(chiede un aiuto

             muto a Carlo) uno in certe circostanze deve mettere un vestito che... pure se

              non ci azzecca con quello che uno è...

Agnese: Ma che stai dicendo?

Carlo: Ah, si... lo ha detto a me e adesso si vergogna un poco.... domani c'è una festa

in maschera  e lui vuole vestirsi da Drag Queen per stupire tutti.

Agnese: Tu da Drag Queen? ahahahahaahah.... n'ommocomm'a te? E' un'idea

assurda... ma fammi il piacere adesso porto lo scatolo nella stanza da letto.

(poirivolgendosi al marito)Carlo... ma ci vogliamo muovere che tra poco

arrivano gli altri? A proposito, Filippo, perché non resti pure tu a cena con

noi?

Filippo : Ma... no so... però.... ma... va bene, perché no. Mi fa piacere

                 restare con voi e conoscere i vostri nuovi amici.

Agnese : (tornando sul solito discorso) Nuovi e unici!!

Carlo : Uh Agnè.... e basta mo'!

Filippo : Solo che devo prima fare un salto a casa... ci metto cinque minuti... devo

portare fuori il cagnolino se no quello chissà che mi combina... ha gli orari

              suoi, che ci volete fare. Non ci metto niente sono solo pochi minuti di

macchina per andare e venire...(fa per uscire) e... se trovo delle candele te

le porto dolce Agnese. (le fa il baciamano)

Carlo : (spingendolo) Ma và... và... 

Rimasti soli, Carlo e Agnese si rimettono a sistemare le cose. Si guardano in silenzio con la donna ancora estasiata per il gesto di Filippo e Carlo che scuote la testa. Dopo qualche secondo si sente bussare alla porta. Nuovo scambio di sguardi tra i due. Carlo conta con le dita quanti squilli ha sentito. Fa il gesto tradizionale dell'ok col pollice. Agnese va ad aprire sempre scuotendo la testa.

 Preceduti da Agnese, entrano Franco e Laura, collega di lavoro e sua moglie.Poco dopo Luca e Giusy, il capo e sua moglie.Franco è taciturno, Laura è esuberante, Luca sembra il padrone di tutto e Giusy è chiusa in se stessa.

Agnese : Avanti...avanti... accomodatevi

Tutti salutano Carlo stringendogli la mano. Franco aggiunge un timido cenno del capo. Laura lo bacia sulle guance con molto trasporto e Giusy gli stringe la mano con la mano floscia come se fosse un appestato.

Luca : Però! Che bella casa! Complimenti. E dimmi un pò Carlo l’hai arredata o

          l’hai arre-avuta? Eh...? Bella questa, eh? Non so che farci, mi vengono  così...

(sghignazza e si accerta che gli altri ridano)

Franco abbozza un risolino. Laura sghignazza assecondandolo. Giusy appare disgustata. Agnese dà una gomitata a Carlo col chiaro intento di farlo ridere.

Agnese : Non fate caso a qualche scatola ancora in giro… stiamo finendo di

organizzarci… ma ci tenevamo ad avervi come primi ospiti a cena a casa

nostra.

Carlo: (abbozzando un sorriso sforzato) Allora che dite? Posso offrirvi un aperitivo?

Laura : Ma Agnese... che ambientino accogliente... e dimmi cara, come ti

trovi qui in questa nostra cittadina di provincia... tu che eri abituata alla

grande città, alle cene, agli amici...

Agnese : (guardando Carlo di traverso e a denti stretti) Gli amici... si...quali?Oh,

              bene...bene...ci stiamo adattando poco alla volta al nuovo ambiente... c’è

             forse un pò diumidità in più rispetto a dove  stavamo prima ma...

Giusy : Non me ne parlare, cara... ce l’ho tutta nelle ossa. E quest’anno ho avuto tre

volte labronchite.... ho dovuto fare sei cicli di antibiotici... gli

antinfiammatori poi mi hanno  distrutto lo stomaco... ho preso il

gastroprotettore ma ero allergica… ho dovuto fare il  cortisone…

            (tra la descrizione di un sintomo e l'altro una leggera pausa fa credere agli alti

             che abbia finito, ma lei subito riprende col successivo)

Luca : (Intervenendo per fermare la tiritera della moglie) Eh, certo... certo, è una cosa

vera,  non una...supposta !!! Ah...ah...ah... ma dove le piglio...

Agnese : (ridendo con gusto strattona Carlo che invece non ride e sottovoce gli dice )

E ridi...ridi un poco che ti fa bene... è il tuo capo....

Carlo : (sottovoce) Ma che ci posso fare... non mi fa ridere!

Laura : Mio marito mi ha detto che eri... che sei... una costumista teatrale... che

lavoro interessante. (detto con significato diametralmente opposto)

Agnese: Si... certo... anche se ogni lavoro ha i suoi lati faticosi, e...

Giusy: Beh, immagino che stare continuamente in teatro, dietro le quinte sia

            veramente stressante, no?

Luca: Ma voi sapete chi c'è dietro le quinte? (Tutti lo guardano in attesa della

immancabile battuta cretina) Le seste, no? Ahahahahha... ma dove le piglio!

Giusy: Mamma mia Luca... ti sei immortalato!

Franco: Questa è carina...

Laura: Ma no... ne ha dette di migliori.

Luca: Ti è piaciuta Carlo?

Carlo: (guardando Agnese che lo sta fulminando con lo sguardo) Si... bellissima.

             Anche se...

Agnese: (stoppa sul nascere le parole del marito) A volte il mio lavoro è stressante

si... altre meno...

Giusy: Eh no... no... io proprio non riuscirei a sopportare tutto quello stress... già ho

           la pressione altissima... mi viene un dolore al petto che non ti dico...

Laura: (con chiaro riferimento a Giusy) Agnese, non è che ultimamente hai creato i

           costumi per 'Il Malato Immaginario?

Giusy: Che vorresti dire?

Luca: (Intervenendo per calmare la situazione) Ma niente... niente... su... non

           facciamo come i Guelfi e i Ghibellini... anzi come i  Guelfi e i Ghi-bruttini!

Aahahahah...ma dove le prendo... dove? Sono un fiume in piena!

Carlo: (tutti ridono tranne lui che a denti stretti mormora) Io ti farei affogare nel

            fiume, altro che!

Agnese : (mimando la pistola di prima gli fa capire che stavolta lo ammazza. Si

volta.) E...dimmi Franco, come va al lavoro ? So che hai l’ufficio accanto a 

quello di Carlo e...

Franco : Si, certo, io....

Laura : Si ma non sono uguali... quello di Franco dà proprio sulla piazza e a

mezzogiorno può vedere addirittura le statuine del campanile che battono le

ore...vero caro?

Franco : Si...cara.

Giusy : A proposito...che ore sono ? Devo prendere le gocce per la mia sindrome di

Meniere.Sai soffro di vertigini...mi gira la testa...sbando....

Luca : E si vede che non hai l’ABS . Ahahah...

Laura sghignazza. Tutti abbozzano sorrisi di circostanza tranne Carlo che per evitare le occhiatacce della moglie comincia a versare del vino bianco nei bicchieri di tutti i commensali.

Carlo : (notando che guardano la scatola con i libri) Eh…devo ancora finire di

sistemare… non so se metterli in ordine alfabetico o  in ordine cronologico…

Franco: Io li metterei….

Luca : Ah…hai anche il ‘Nome della Rosa’… l’ho letto anch’io…tutto!

Carlo : (incredulo) Tutto? Anche le citazioni in latino?

Luca : Ma certo. Tutto, tutto!! (impettito)

Carlo : Io non cred…(una gomitata di Agnese lo blocca)

Agnese: Ma certo! Le ha lette certamente (a denti stretti al marito, poi per sviare il

discorso)  E dimmi Franco... scusa se insisto, ma so che avete una

segretaria molto carina... mio marito tende a sviare il discorso quando

              ne parlo, segno che è  imbarazzato…

Franco : Beh...si, certo...abbast…

Laura : Carina...? Ma quando mai...una come lei Franco non la guarda neanche... non

            per dire ma ha una moglie che ha ancora dei numeri...vero caro?

Franco : Sì...cara.

Laura : Allora  Agnese...cosa ci hai preparato di buono ?

Agnese : Ah... è una sorpresa. Vedrai che ti piacerà, è un piatto tipico delle nostre

parti. E’ fatto  con...

Giusy : Non sarà pesante, vero? Sai il mio stomaco non è più quello di una volta... ho

la digestione così lenta…  sento lo stomaco a pezzi... chissà se è quel

          maledetto reflusso... Luca mi senti l'alito per favore? (dà una fiatata

            improvvisa dritto al viso del marito che rimane immobile, come una statua)

            Allora, che mi dici? E' il reflusso, è vero? Si sente l'alito, è vero?

Luca : Per niente. Pare che hai fatto gli sciacqui con lo Chanel N° 5....

Giusy : Non ti credo. Fai sempre così. Non vuoi ammettere che sono malata. (Avendo

             Carlo accanto si rivolge a lui) Carlo, di te mi fido... dimmi la verità. (Prima

            che Carlo possa reagire subisce anche lui una fiatata mefitica.)

Carlo : (Quasi sviene. Agnese lo guarda in cagnesco. Tutti lo guardano attendendo la

             sua risposta.) La verità? Devo dirti la verità? (Agnese gli si avvicina e lo

            affianca pronta a usare anche la forza se necessario)

Agnese : Sì, Carlo... dille quello che pensi. Sul serio!

Carlo : (Capisce l'antifona) Eh? Ah... si. Il tuo alito è come... come... una brezza

             marina. (Poi allontanandosi per non farsi sentire) Chiena 'e pesce fracido!!

L'atmosfera ridiventa serena.

Luca : Si…mia moglie ha la digestione lenta. Figuratevi che una volta mangiammo le

escargot…le lumache… e a Giusy venne il ventre a tartaruga!

Risate di circostanza. Tranne che da parte di Carlo che stavolta  evita la gomitata di Agnese facendole capire che non ha capito la battuta.

Luca : Carlo…non ti è piaciuta?

Carlo : No…cioè si…solo che non ho capito cosa c’entri la tartaruga…

Giusy : Le lumache… la tartaruga…la digestione lenta! Mio marito è proprio

            spiritoso  (con sarcasmo)

Franco : (che ancora ride) Ma sì… le lumache…la tartaruga…

Luca : (neanche troppo velato) Eh… se l’ha capita Franco…

Carlo : Si, questo  si…(ostenta un sorriso che più falso non si può)

Agnese: (Lo guarda allarmata. Sa che sta per farne una delle sue)

Carlo: Ma scusa, le lumache e la tartaruga non appartengono alla stesa specie, la

tartaruga è un rettile mentre le lumache....

Agnese : (Sguardo feroce al marito, con chiari cenni di zittirsi)Lu-ma che... LU MA        

CHE parli a fare! Comunque Giusy non ti preoccupare… ho preparato tutto

con ingredienti leggeri… leggerissimi. Vedi ho usato...

Luca : Ma non dircelo, dai...lasciaci il gusto di scoprire da soli gli ingredienti...

Franco : Si, meglio così...a proposito ho una fame !

Laura : Fame ? Ma come mai ? A quest’ora non hai mai fame!

Carlo : Stai attento Franco...dovessi prendere qualche iniziativa!!

Laura: (Sguardo acido a Carlo.) Cosa vuoi dire?

Agnese : (per stemperare la tensione) Ma niente… niente… quello mio marito

scherza sempre…(acida) Carlo… (a denti stretti)  intrattieni i nostri

ospiti…mi raccomando.  Io vado a prendere gli antipasti, eh?

Giusy : Vengo anch’io...così ne scelgo qualcuno leggero...

Laura : Ti accompagno cara... mi fa sempre piacere stare con TE! (sottolineato

guardando Carlo)

I tre uomini restano soli. Una leggera aria di imbarazzo. Seggono al tavolo. Non sanno cosa dirsi.

Carlo : (Rompendo il ghiaccio) Allora Luca...ho visto che la tua azienda va a gonfie

vele...ho letto iprospetti per l’anno prossimo e sono molto ottimistici. A

proposito...avrei qualche idea permigliorare le performances.....

Franco : (All’improvviso dà un pugno sul tavolo) Non ce la faccio più.....

Carlo e Luca sussultano. Carlo lo guarda incuriosito mentre Luca assume l’aria di chi ha già assistito a questa scena.

Carlo :  Come...scusa...?

Franco: Non ce la faccio più!

Luca fa chiaramente capire che sa già dove Franco vuole andare a parare. Fa dei gesti di reiterazione con le mani.

Franco : Non ce la faccio più... è convinta di dover pianificare tutto...deve mettere

bocca in ogni aspetto della vita sua e degli altri... all’inizio pensavo che

fosse un suo modo di mostrare affetto... di preoccuparsi per me...ma poi è

andata sempre peggio... io avevo altri progetti...potevo fare dei master in

America... aspirare a lavorare in aziende importanti... senzaoffesa Luca. E

invece non mi sono mosso da qui. Anche il posto nell’azienda di Luca me

              l’ha trovato lei.... era una tua  vecchia amica vero, Luca...?

Luca : Ma non ricominciare con la stessa storia... Laura è mia amica ma il posto te lo

seiguadagnato…  la tua è stata una scelta di vita. Hai preferito la tranquillità

e la famiglia al trambusto di una vita da manager d’assalto...  in giro per il

mondo…

Franco : Si, è stata una scelta di vita...solo che non l’ho scelta io, l’ha scelta lei... una

             scelta per la 'sua' vita. Eadesso è… è… diventato impossibile cambiare le

cose...la  sopraffazione di Laura si è istituzionalizzata... è diventata stato di

fatto...

Luca : Ma non parlare così...sembra che tu sia internato in un carcere. Non hai

           problemi economici, hai dei bei figli...una bella moglie... ma diglielo anche tu

Carlo...

Carlo : (imbarazzato echiaramente in conflitto) Beh... certo... moglie… figli… senza

problemi economici… in ogni situazione bisogna valutare i pro e i contro...

anche se...

Luca : (cercando di sviare il discorso) Anche se i pro sono molto più a favore dei

contro,no? Era questo che intendevi, vero, Carlo?

Carlo : Beh...si, si… certo....anche se....

Luca : Oh...vedi? Anche Carlo è d’accordo... e lui non ti conosce come ti conosco

io.

Franco : E fallo parlare... fammi sentire cosa ne pensa chi non mi conosce. Fammi

sentire qualche voce non di circostanza....magari un  pò più di coerenza....

Alla parola ‘coerenza’ il conflitto interiore di Carlo diventa più evidente. Cerca di svicolare, si volta in modo da non essere visto dagli altri due. Si tocca il viso cercando di resistere alla tentazione di dire quello che pensa.

Carlo : Coerenza… eh già… la coerenza… Ma, cosa posso dirti che non ti abbiano

già detto i tuoi amici... io veramente penso che la vita di coppia debba essere

un dare-avere...ci deve essere rispetto dell’altro in quanto persona... ma anche

di se stessi… si condivide un mondo ma ognuno ha bisogno dei propri spazi

per riconoscersi, per capire se stesso.... avere la sua dimensione…

Luca: Esatto. la tua dimensione è proprio...

Franco : (illuminatosi) Ha ragione Carlo ! E come se ha ragione !! (rivolto a Luca) 

Ma perché  nessuno mi ha mai parlato così? Eh? Perché? Carlo sì che sa

come parlare! Adesso basta.Glielo devo dire a Laura!!! ( si alza e va verso

dove sono uscite le donne)

Luca : Ma fermati...dove vai ? Aspetta! (rivolto a Carlo) Ma non potevi stare

zitto... sapessi quello che ci è voluto in questi anni per non distruggere quella

coppia. Tu  non sai  che  ègrazie a Laura che Franco lavora  per me...Laura è

una vecchia amica e non ho potuto dirle di no. Lui da solo non ha mai

realizzato niente. I suoi sono solo sogni...si lascia facilmente

condizionare e quando si sveglierà dopo questo colpo di testa non ti sarà per

           niente grato... e figurati la moglie ! (esce per seguire Franco).

Carlo: (resta solo in scena) Mannaggia a me… mi piglierei a schiaffi… la colpa è sempre mia!

Non fa in tempo a rammaricarsi di aver ripetuto la frase (mettendo una mano davanti alla bocca) che si sente il solito doppio scampanellio. Mente nell’altra stanza si avverte un trambusto crescente lui va ad aprire e rientrano Anna e Mimmo.

Anna : Non è che per caso avreste anche un po’ di sale?

Mimmo : Un po’ di sale non avreste per caso?

Carlo : Senti... cioè sentite…scusate ma c’è un problema (si sentono le voci degli

altri nell’altra stanza) potete  tornare più tardi?

Anna / Mimmo : (Incuriositi dalla situazione cercano di impicciarsi) Ma

certo…certo…quando possiamo tornare?

Carlo : Non vi preoccupate…ci penso io…dico la frase particolare e voi comparite,

come al solito, eh?

Anna e Mimmo : La frase particolare…ma quale frase?

Carlo : Eh?  Frase? Ho detto frase?  Volevo dire fase.  E' una fase particolare.

             Scusate…è che sono preoccupato…a dopo…a dopo...

             (quasi li spinge fuori) ci vediamo dopo. (li accompagna alla porta)

Proprio mentre Anna/Mimmo stanno per uscire entra Filippo.

Filippo: Carlo... c'era la porta aperta e sono entrato, guarda ho trovato pure le

cande..... (si blocca e guarda intensamente Mimmo/Anna) Ah.... e come mai..?

Anna: (imbarazzata nel vedere Filippo) Ahem... noi stavamo andando via... e vieni

Mimmo, vieni....

Mimmo : Ah. Guarda un po'!

Anna: Mimmo... andiamo che è meglio!

Mimmo: Si... e aspetta! Sto venenno... io a chesta qualche vota 'e chesta 'a faccio ca'

nun  se cunoscecchiù! (escono)

Carlo: (Guarda Mimmo-Anna andar via e poi fissa Filippo) Filì... ma niente niente tu

             conosci a Mimmo... cioè a Anna...  cioè...

Filippo: (in evidente disagio) Eh? Chi? Quello che è appena uscito? Noooo...

Nel frattempo si sentono ancora voci concitate provenire dalla cucina

Filippo: Carlo... ma che sta succedendo di là?

Carlo: Eh! Ho fatto un guaio...

Filippo: Non dirmi che sei scivolato un'altra volta sulla coerenza?

Carlo: Scivolato... hai detto bene.

Filippo: E mo' io che faccio? Me ne vado? Mi sento imbarazzato a stare qua così...

Carlo: No...no... fai una cosa... vai di là in camera da letto... io cerco di calmare le

            acque e così quando ti presenti, l'ambiente sarà più... sarà meno...

Franco: (fuori scena grida)Basta... Ha ragione Carlo. Ho bisogno di una mia

dimensione!

Carlo: VàFilì...và! (Filippo esce. Si sente un altro scampanellio.) Ma che è stasera...

           (va ad aprire. Rientra con Mafalda.)

Mafalda: (con aria sensuale) Signor Carlo... è solo? Non c'è la signora Agnese?

Carlo: C'è...c'è... e ci sono pure altre persone di là... scusate signora Mafalda ma è un

  momento un po' particolare...

Mafalda: Oh, chiedo scusa... vi avevo solo portato un po' di nocillo che faccio io con

                le mie mani... spero sia di vostro gradimento...

Carlo: Ma certo, grazie... non dovevate disturbarvi...

Mafalda: (con aria teatrale) Nessun disturbo... è specialmente per uno di voi!! (esce

               come prima, quasi scappando)

Carlo: Uh, Maronna mia! Meno male che Agnese non l'ha vista... se no chi 'a senteva!

(poi con aria da macho) Ma che ci faccio io alle donne, ah che ci faccio?

Dopo un secondo e preceduto da urla e strepiti Franco rientra in scena seguito dalla moglie

Franco: Devo trovare una mia dimensione!

Laura : Dimensione? Ma quale dimensione? Ne hai già una, non ti basta?

Rientrano anche gli altri

Franco : Sì…quella che tu mi hai appiccicato addosso!

Luca e Giusy cercano di calmarlo con frasi di circostanza.Agnese è imbarazzatissima e ammutolita. Rimane immobile sulla sinistra della scena.

(Tutti cercano di calmarli. ‘Ma dai… smettetela’ ; ‘Non fate così…’ ; ‘Forza su…siamo in casa di amici….’)

Luca : Ma dai Franco… non ripetiamo sempre la stessa storia…siamo a casa di Carlo

eAgnese…

Giusy : Per favore non urlate così…la mia povera testa…già avevo la cefalea…

Franco…Laura…

Franco: Carlo è stato l’unico ad avere il coraggio di parlare chiaro…

Laura : (quasi urla)Ah...è così? E allora stattene con Carlo...io me ne vado!

Attraversa la stanza e esce come una furia verso la destra del palcoscenico senza minimamente degnare Carlo di uno sguardo. Una porta sbatte. Dopo un secondo poi…

Franco : No...sono io che me ne vado!

Anche lui attraversa la stanza come un fulmine sempre senza considerare nè Carlo né Agnese assolutamente allibiti e immobili. Porta che sbatte di nuovo.

Luca : Agnese scusaci  ma se non li raggiungiamo subito questi due faranno qualcosa

di stupido…

Giusy: Scusa cara… Dio che mal di testa….

Entrambi attraversano la stanza. Guardano Carlo. Luca con dei gesti fa chiaramente capire che non può far altro che inseguire Franco e Laura. Giusy saluta nervosamente con la mano, con l’altra si tiene la fronte in chiaro segno di mal di testa e insegue il marito. Agnese li segue per accompagnarli.

Altri passi. Rumore di porta che si chiude. Silenzio.Carlo guarda con apprensione verso la porta. Attende Agnese. Tensione. Agnese rientra con un'aria feroce. Porta le mani ai fianchi. Carlo conta silenziosamente e con le dita fino a tre. Al tre  Agnese esplode.

Agnese : (il marito cerca inutilmente di fare l’indifferente) Stavolta hai battuto tutti i

record di velocità !! Vado a telefonare al Guinness dei primati,che dici?  Io

non so più che fare.... che dire...(Carlo accenna ad una risposta, ma Agnese

lo blocca subito ad ogni tentativo)  Ma che gli hai detto ? No... non parlare !!

Non tirarmi fuori la solita storia... Tu sei un distruttore di famiglie... Un

Terminator…Non ce la faccio più.... Devi stare zitto….zitto! Hai capito?

Ah! Se potessi tornare indietro nel tempo....(esce)

Carlo : Eh...magari! Mannaggia a questa boccaccia mia!! Ma che mi costava dire che

           c’erano più pro che contro... che dopo tutto si trovava in un tranquillo

equilibrio... che era stata una scelta di vita...(mima queste frasi come una

           cantilena) Veramente vorrei tornare indietro nel tempo… farei per bene

           l’imbecille e si salverebbe la tranquillità familiare…

Filippo: (fa capolino da dietro la quinta) Carlo... Carlo... posso entrare adesso? La

               situazione si è calmata?

Carlo: Eh...? Chi? Oh, Filippo... m'ero scurdato 'e te... scusa ma le cose so'

            precipitate. Se ne sono andati via tutti e...

Agnese: (rientrando sempre furiosa) Tu ti dovevi sposare a una che si chiama

              Costanza, hai capito? Perché tieni la costanza di distruggere tutto quello che

              tocchi.Filì, hai capito? Ne ha fatta un'altra delle sue, ne ha fatta... il

              signorino un'altra volta ha aperto la bocca e ha sputato sentenze!

Filippo: (imbarazzato) Beh... scusate ma non voglio disturbare oltre... ah, ecco

Agnese avevo trovato pure le candele... se vuoi puoi tenerle.

Agnese: Ah, grazie... solo che adesso non servono più, eh Carlo? Anzi no... me le

              conservo per accenderle davanti alla tomba dei prossimi amici che

             inviteremo a cena. Oppure davanti alla tomba di qualcuno morto per

             indigestione di coerenza!! Ah se potessi tornare indietro nel tempo... (esce)

Guardando silenziosamente Carlo anche Filippo va via. Lo saluta con un cenno della mano. Prima di uscire poi...

Filippo: Carlo... e come facciamo col vestito? A me mi serve per domani...

Carlo: Ma tu lo vedi in che condizioni sta Agnese? Ti pare che sia il caso di parlare di

un vestito?

Agnese: (fuori campo) Ah, se potessi tornare indietro nel tempo!!

Carlo: Indietro nel tempo ci tornerei io, altroché!Accussìchella vota ca ce simmo

canusciutiavessacagnato strada!!

Filippo esce mesto. Carlo lo ignora e si butta sulla poltrona. S’accorge di essersi seduto sul libro che vi aveva gettato prima.

Carlo :(infastidito) Ma che c ‘è qua ? Ah, il libro della nonna...(comincia a

             sfogliarlo) Eh, povera nonna...tutti ti credevano pazza...e non avevano tutti i

torti...senti questa, senti “Come far ricrescere i capelli solo per una

settimana” Beh...potrebbe essere utile per un appuntamento galante…

saltuario. Uno è pelato e si fa ricrescere i capelli temporaneamente poi molla la

     ragazza e pure i capelli.E questa ?  No...non ci posso  credere : “Tecniche

oculari di condizionamento dellavolontà”... basta ammiccare in un certo

modo e condizioni le menti altrui? Povera nonna...non doveva più starci tanto

con la testa... vediamo un pò... pozioni d’amore...e questo è un   classico.

Poi...fatture....e anche questo è tipico.Ma no ! Questo è il colmo! Non ci

posso credere...da sbellicarsi dal ridere....“Come tornare indietro nel tempo”

Ahahahahha (la risata scema progressivamente) Senti… senti...guarda…

guarda… vedi… vedi…Gesù… Gesù… (dal sorriso incredulo passa al

commento serio)

Agnese : (rientra non vista da Carlo al ‘vedi vedi’ perché sente il marito farneticare in

              quel modo)  Carlo! (quasi urla) Ma che fai? ma ti senti bene? Adesso parli

pure da solo?

Carlo : (sussultando per lo spavento)

             Mi hai fatto venire un infarto!! Ma che parlo da solo…no… sto leggendo ad

alta voce (chiude il libro e lo nasconde per paura che la moglie possa vederlo)

Agnese : Leggi pure ad alta voce? Ma tu devi allenarti al silenzio non al parlare! E

non lo vuoi proprio capire, eh? Niente… non c’è niente da fare…deve

parlare…(mentre esce) deve parlare…se non parla muore…ah! E quello

parla, parla…  prende aria e butta fuori aria... ma non la usa per respirare,

               no... meglio che sto zitta!

Carlo : (Guardando la moglie che esce)

Prendo aria... la butto fuori... io ho il diritto di parlare…hai capito? E’ un

             diritto costituzionale… La  parola distingue gli uomini dalle bestie!

Agnese : (da fuori scena)

              Sì…ma il silenzio opportuno distingue gli uomini di buon senso dai cretini!!

Carlo:  Cretini… uomini di buon senso… ma quanto sei simpatica! Veramente

tornerei indietronel tempo altro che… ti farei vedere quanto sono saggio.

Tornare indietro nel tempo... e se funzionasse davvero? Ma che dico?

Deve esserci qualche gene di pazzia della nonna anche in me... indietro nel

tempo…no…no… devo proprio essere impazzito! Mae se...? Ah nonna,

nonna... dimostrami che non eri pazza.Fammi vedere... dunque... cosa c'è

           scritto qua?Sì, allora... dieci minuti dovrebbero  bastare... ecco qui. (legge)

‘Far toccare il dito medio della mano destra con l’indice della sinistra  e

l’indice della destracol medio della sinistra dalla parte dei polpastrelli....’Ma

come diavolo si fa...non bastava far schioccare le dita? (pasticcia con le dita)

Allora...ecco dovrebbe essere così. Epoi? Ah, ecco…‘Pronunciare la

seguente  formula indicando i minuti di cui si ha bisogno e scandire

chiaramente le parole(prima le sussurra leggendole, poi le pronuncia):

“ Che si separi del tempo la sabbia

che il mondo si fermi e il cielo mi aiuti

che possa uscire da questa mia gabbia

e andare indietro di dieci minuti.”

In principio non accade nulla. Attesa.Carlo rilegge passo passo quanto descritto nel libro e si accorge di aver sbagliato ad unire le dita.

Carlo: Ah, ecco... le dita devono andare così!

Ripete ad alta voce la formula e stavolta qualcosa succede. Buio improvviso.

Effetti speciali. Luci. Suoni e rumori. Un caleidoscopio investe la scena. Ricompaiono come per magia Franco e Luca. Carlo li guarda a bocca aperta. L'incantesimo della nonna ha funzionato.  

Si chiude il sipario. Fine Primo atto.

(OPPURE TUTTO IN ATTO UNICO)

Secondo atto

Franco : E fallo parlare... fammi sentire cosa ne pensa chi non mi conosce. Fammi

sentire qualche voce non di circostanza... magari un  pò più di coerenza!

Carlo : (si guarda intorno stupito e stralunato, sbalordito dalla riuscita

             dell’incantesimo) Ma che...? Non è possibile!!

Franco : Cosa non è possibile ? Dai, continua con quello che stavi dicendo...

Carlo :  Dicendo... ? Eh... ? Che stavo dicendo? Io stavo dicendo qualcosa? Uh,

            mamma mia, ha funzionato.... possibile?

Luca : Ha funzionato cosa? Dai Carlo parla….

Franco : Sì, Carlo parla!

Carlo : (ancora incredulo) Ma è tutto vero o è un sogno?

Luca : Ma ti senti bene? Quale sogno? Dì a Franco quello che pensi... senza peli

sulla lingua.

Franco : Sì Carlo... butta fuori pure i peli. Parla...

Carlo : (parlando più a se stesso che agli altri) Ha funzionato! Ah nonna…nonna…ha

funzionato!

Franco : Ma ha funzionato cosa ? Vuoi dirmi cosa ne pensi di quello che ho dettoo

anche tu fai come i miei ‘vecchi’ amici…

Carlo : No, quali vecchi amici…ci mancherebbe! Cosa mi hai chiesto? Ah, sì...cosa

posso dirti che non ti abbiano già detto gli altri...si…secondo me  un rapporto

di coppia è una questione di pro e contro…a un certo punto si instaura un

equilibrio... e se accade questo vuol dire che i pro sono maggiori dei contro...è

una scelta di vita.... una scelta che hai fatto tu.

Luca : (prende subito la palla al balzo)

Ah...lo  vedi? Anche Carlo che ti conosce da poco è d’accordo con me.

Rientrano Agnese, Laura e Giusy, ognuna con due piatti in mano. C’è allegria e si comincia a cenare. Risate. Battute. Etc… tutti seduti a tavola. Da sinistra a destra ci sono Agnese, Franco, Laura, Luca, Giusy e Carlo. Luca e Laura fanno di tutto per sedersi vicini.

Agnese: Uh... e Filippo? Non dovevamo aspettarlo per cenare?

Carlo: Ma non ti preoccupare...Filippo è un amico... non si formalizza per certe cose.

            Magari porta fuori il cane e si scorda di venire... (poi tra sè) se' figurati si se

            scorda d'o vestito!

Franco : Buoni...di cosa sono fatt...

Laura : Accidenti, Agnese, ma lo sai che sono proprio buoni...

Luca : Non dire niente...vediamo se indovino gli ingredienti. O dovrei dire gli ingre-

denti? Ah...ah...

Giusy : Per favore Luca...stiamo mangiando...basta con le battute....mi danno acidità

di stomaco...

I vicini di sedia parlottano tra loro. Agnese con Franco, Giusy con Carlo. Al centro Laura e Luca non parlano,si scambiano sguardi lascivi. Carlo, lo nota e ha conferma della tresca tra i due. Fa roteare il tovagliolo e guarda i due che non si accorgono di essere stati scoperti.

Luca : Eh...ormai mia moglie non ride più alle mie battute...una volta invece....ma

qualcuno ride ancora...eccome se ride!Ride….(chiaro riferimento a Laura)

Allora  dimmi Carlo, prima stavi accennando a nuove idee per migliorare le

performances dell’azienda...

Giusy : Ah! No eh ? Niente lavoro... siamo a tavola e non voglio sentir parlare di

lavoro, (rivolta ad Agnese ) Vero cara?

Agnese : Hai ragione. Parliamo d’altro...dimmi Laura, so che tu e Franco avete tre

figli, che età  hanno?

Laura : Ah...dunque, il primo, Ezio, ha vent’anni, studia ingegneria, è uno studente

brillante...il secondo, Martino, ne ha sedici e frequenta il liceo scientifico, è il

primo della classe...e la terza (guarda di sottecchi Luca che le sta accanto),

la terza è Francesca, ne ha sei e fa la prima  elementare, è una bambina molto,

moltoparticolare...

Giusy : E’ vero...ha i capelli ricci erossi. A differenza degli altri due che li hanno

castano chiaro(guardando con  astio suo marito) proprio come  eranoquelli di

Luca da giovane, pensa un pò!  

A queste parole cala un gelo tra gli astanti. Agnese guarda Carlo all'altro capo del tavolo e gli fa una muta richiesta di comprensione. Carlo risponde ammiccando e scuotendo la testa come a dire 'poi ti spiego'.

Agnese : Ma pensa che stranezza... però a volte succede, no? Mica è detto che due

persone con capelli biondi e scuri  non possano avere bambini con capelli

rossi, no...?(cerca l’approvazione degli altri)

Luca : Ma certo...non è mica la prima volta....io conosco degli amici che…

Franco : Io credo che...

Laura: (Acida) Cosa credi?  Lui crede! Ma certo che due persone con i capelli biondi

e scuri possono avere figli con capelli rossi... è successo a noi, no? Del resto

la trasmissione genetica è casuale.... 

Carlo : (con aria dotta e inconsapevole) Beh... questo non è corretto. Veramente è

stato dimostrato che i geni che codificano il colore della pelle e quindi anche

            dei capelli hanno una dominanza maggiore ad esempio nelle persone scure.

            Non a caso i figli nati dall’unione di individui di colore con altri di razza

bianca sono quasi sempre scuri. Nei soggetti con capelli rossi poi...

Giusy : Ecco ! Lo sapevo... Ha ragione Carlo!! (Sbatte le mani sul tavolo e si alza)

Chissà di chi è figlia Francesca, eh? Di chi sono quei capelli rossi, eh? Io non

            resterò un minuto di più in una casa dove mio marito fa il cretino con la sua

TROIA !!! (se ne va)

Tutti restano allibiti. Dopo qualche secondo.

Agnese : Ma Giusy....aspetta...

Franco : Cara... ma che significa questo...?

Laura : Che significa questo? Significa che quella signora mi ha offeso e tu non hai

fatto niente per difendermi...( rivolta poi a Carlo ) significa che certa gente

dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa... a stare zitta!  Andiamo via!!

(Esce. Accorgendosi che il marito non la segue torna indietro e con dei gesti

imperiosi lo induce ad uscire con lei. Franco la segue timidamente.)

Agnese : Ma Laura... Franco...aspettate...

Luca : (in imbarazzo dopo avere inutilmente tentato di inseguire la moglie)

Scusatemi...ma purtroppo la cosa ha preso una brutta piega...

Carlo : Ma io... cosa ho detto... non pensavo…

Luca : No...non scusarti Carlo...non potevi sapere...è una vecchia storia.... vecchi

           pettegolezzi.Comunque adesso devo lasciarvi per cercare di tamponare la

faccenda...ci vediamo domani in ufficio .

Agnese : (uscendo per accompagnarlo) Un momento...aspettate...non fate così....la

cena…

Rumore di porta che sbatte. Silenzio. Carlo attende il rientro della moglie come una condanna a morte.

Agnese : (rientra nera di rabbia) Io devo telefonare al Guinness dei primati! Hai una

capacità malefica. Sei un distruttore di famiglie. Dimmi almeno che lo

fai apposta così me ne faccio una ragione...c’è chi colleziona francobolli,

chi gioca a pallone e CHI SIDIVERTE A DISTRUGGERE FAMIGLIE !! 

Dimmi che è così...è vero?

Carlo : Ma quando mai...io ho solo detto che i geni delle persone di colore sono....

Agnese : E CHI SE NE FREGA !! Non basta dire le cose...bisogna anche sapere ‘Se

e  ‘Quando’ dirle !Io non ce la faccio più... non ce la faccio più...Ah, se

potessi tornare indietro... se potessi tornare indietro nel tempo... (esce)

Suonano alla porta. Carlo stancamente va ad aprire. Entra Filippo.

Filippo: Eccomi qua! Sono ancora in tempo? E guarda... ho trovato pure le candele.

    Così tutto sarà perfetto... (smorza l'entusiasmo) ma che è 'sto mortorio?

             Carlo?Nun ce sta ancora nisciuno?

Agnese: (rientrando) Filippo... ti sei perso l'ultimo capolavoro del tuo amico. Carlo il

               Terminator.

Filippo: C'è ricascato eh?

Agnese: Esatto! Ha fatto un'altra ecatombe!

Filippo: A proposito di ecatombe... io avevo trovato pure le candele...

Agnese: (strappandogliele quasi di mano) E dammele... dammele che possono sempre

              servire... se non per una cena le utilizzerò per un funerale (esce)

Filippo: Carlo... e mo'?

Carlo: Scusami Filippo... purtroppo la cena è saltata.

Filippo: E il vestito per domani? Il costume di tua moglie...

Carlo: Ma tu l'hai vista Agnese? Ti pare in condizioni da prestare dei vestiti?

Filippo: E va beh... me ne vado allora... e con me se ne andrà anche il mio amore.

              Non potrò più riconquistarlo domani...

Carlo: E nunfàaccussì! Non voglio un'altra separazione sulla mia coscienza...

           Poi pure tu ti metterai a dire che la colpa è sempre mia...

Solito doppio squillo. Carlo con fare disperato va ad aprire. Entrano Mimmo-Anna

Mimmo: Carlo ma che cos'era tutto quel trambusto?

Anna: Ma tutto quel trambusto che cos'era Carlo?

I due si bloccano vedendo Filippo.

Mimmo: Ah! E come mai...

Anna: Come mai...? Ah!

Carlo: Ma allora vi conoscete?

Filippo: NO... cioè si... ma è stato un incontro fortuito...

Mimmo: Eh già! Proprio fortuito... pe' scagno...

Anna: Pe' scagno... fortuito proprio... eh già!

Carlo: E potrei sapere come... dove vi siete conosciuti?

Filippo: Ahemmm... ma niente... un'occasione come un'altra... cose solite...

Mimmo: Eh già! Cose solite... e segrete...

Anna: Cose segrete e solite... eh già!

Carlo: Io proprio non vi capisco... ma perché non volete parlarne?

Agnese: (Appena rientrata) Ah, ci sono gli ultimi rimasti di una antica schiera di

            conoscenti... Filippo... Mimmo...Anna... speriamo di non dover perdere pure

            voi...

Filippo: (approfittando del momento) Allora io andrei... ciao Carlo, ciao Agnese...

              Ehm... arrivederci signor Mimmo...Anna... statevebbuono! (va via)

Mimmo: Scusa Agnese ma in che senso dovresti perderci?

Anna: Perderci? In che senso scusa Agnese?

Agnese: No... niente... non farci... fateci... caso. E' solo uno sfogo.

Mimmo: Ah, va bene... allora noi togliamo il disturbo...

Anna: Noi togliamo il disturbo allora... va bene... (escono)

Agnese: Li hai guardati bene quei due... quei tre... che sono appena andati via?

              Stampali in mente perché sono le ultimeconoscenze che hai.  Perché non sei

              capace di mantenere le amicizie.(esce)

Carlo : Ah, è così? Embè...quant’è vero Iddio questa volta faccio la conversazione

più idiota e convenzionale che esiste...non dirò una sola parola fuori dal

coro... sparerò cretinate tipo   ‘Non ci sono più le quattro stagioni’ o ‘I

giovani di oggi sono tutti maleducati’...e poi… e poi….ah, ecco : ‘Sean

Connery è più affascinante da vecchio che da giovane!’

E tenetevi pure le vostre beghe personali, i vostri intrallazzi.... ma chi se ne

frega...non diròuna sola parola fuoridalle convenzioni!

            Allora, com’era la cosa? (Riprende il libro)mi servono sempre dieci

  minuti. Dunque, ah,si...le dita si mettevano così e poi  la formula...eccola

qua:

“ Che si separi del tempo la sabbia

che il mondo si fermi e il cielo mi aiuti

che possa uscire da questa mia gabbia

e andare indietro di dieci minuti.”

Di nuovo effetti, luci e rumori e poi il buio e il silenzio. Ricompaiono tutti. Carlo stavolta è perfettamente a suo agio. Sa cosa è accaduto.

Giusy : Ah! No eh ? Niente lavoro... siamo a tavola e non voglio sentir parlare di

lavoro, (rivolta ad Agnese ) Vero cara?

Agnese : Hai ragione. Parliamo d’altro...dimmi Laura, so che tu e Franco avete....

Carlo : (s’intromette immediatamente) TRE FIGLI. Tre ragazzi stupendi... eh? E

l’ultima si chiama Francesca.Certamente non sono uguali a tanti giovani

d’oggi...tutti scostumati...non cedono il posto ad un anziano in autobus...

specialmente da quando non ci sono più le quattro stagioni poi...e….e Sean

Connery è diventato più affascinante da vecchio che da giovane...

Tutti lo guardano interdetti.

Agnese : Carlo...ma cosa stai dicendo ? Ti senti bene ?

Luca :(batte la mano sul tavolo) Ha ragione Carlo !( a queste parole Carlo è

terrorizzato) Non ci  sono più le quattro stagioni...è rimasta solo la capricciosa !!

Ah...ah...

Tutti ridono per superare il momento di impasse. Anche Carlo lo fa forzatamente pensando al rischio corso. La cena riprende.

Giusy : Agnese... tu e Carlo non avete figli ?

Agnese : No...veramente avevamo pensato di averne solo quando Carlo si sarebbe

sistemato definitivamente  col lavoro...sai, fin ora abbiamo cambiato tre

volte città e con dei bambini sarebbe stato più difficile...

Franco : Effettivamente anche noi con tre figl....

Laura : Quanto hai ragione cara....con tre figli poi non ti dico!

Luca : Beh...direi che ormai le cose stiano andando proprio in quel verso... Carlo può

           considerarsi parte integrante della mia azienda e conoscendone le capacità

sono sicuro che resterà con noi per un bel pò di tempo.... a proposito cos’erano

quelle idee sul miglioramento delle performances...?

Carlo : Ma....non vorrei urtare la suscettibilità di nessuno parlando di lavoro...

In verità  farei una rivoluzione della vecchia idea di azienda, Luca.

Luca : Che intendi dire?

Carlo :  Allora.... seguimi un attimo.Se acquisti  nuovi softwares più potenti, puoi

spostare una parte del personale dalla scrivania alla strada.

Luca : E quindi?

Carlo : Quanto spendi oggi in promozione e pubblicità dei prodotti?   Quanto è

importante invece il contatto umano per convincere le persone ad acquistare?

(allusivo) Ecco! Allora…. basterà spostare un certo numero di impiegati alla

vendita porta a porta e far fare il loro lavorod’ufficio aicomputer.

Luca : E dove sarebbe il guadagno, scusa ?

Carlo : Ma è semplice... gli impiegati li paghi allo stesso modo e risparmi sulla

pubblicità . Laspesa dei softwares la ammortizzi in neanche un anno e

potresti anche usare una struttura meno imponente, con meno stanze,

pagando così un affitto più basso...ti pare, no?

Franco : Secondo me....

Laura : Però...che idea brillante ! E chiaramente non proveniente da un semplice

impiegato....

Carlo : Ma io non sono un semplice impiegato...so che Franco ha più anzianità di me,

ma io sono il consulente….

Luca :(interrompendolo) Ha ragione Carlo! Ebbene... avrei voluto dirlo in altra sede,

ma visto che l’argomento è saltato fuori... Ho chiesto a Carlo di affiancarmi

più strettamente nella gestione dell’azienda.

Laura :(comincia ad arrabbiarsi) Cosa vorresti dire, che quel discorso di promozione

            per Franco è saltato?

Franco : Come ? Saltato... cosa è saltato?

Laura : Tu lo sai che Franco non è molto…. pratico con i computer. Dove lo

utilizzerai allora? Lo manderai in giro a convincere clienti? Dopo tutti i miei

sforzi....(allusiva)          

Giusy : Sforzi ? E quali sforzi, scusa....?

Carlo : Si ma l’interesse dell’azienda ha la priorità…

Luca : (risoluto) Ha ragione Carlo ! Devo pensare all’azienda...

Laura : Ah, sì? Adesso devi pensare all’azienda... e fino a qualche giorno fa a cosa

pensavi, eh? A chi... pensavi ?

Giusy : E io lo sapevo... prima o poi dovevate venire allo scoperto voi due !!

Agnese : Ma cosa succede...Carlo...

Carlo : Niente Agnese... non ti preoccupare... è il fatto dei capelli rossi della figlia

Francesca...

Giusy : (a Luca) Addirittura!! Il signor Carlo ti è così vicino  da confidargli che

hai una figlia illegittima....

Franco : Luca...hai una figlia illegittima ?

Laura : Ma quando mai.. sono le allucinazioni di una moglie gelosa...

Giusy : Allucinazioni? Ma piuttosto pensa a quell’allucinato di tuo marito... povero

diavolo !

Agnese : Carlo...ma che...?

Carlo : Niente, Agnese... è il fatto della scelta di vita di Franco che invece ha fatto la

moglie...

Laura : (a Franco) E bravo ! Subito ti sei sfogato col primo venuto... ma sapete che vi

dico? La vostra compagnia mi disgusta...me ne vado !! (si alza ma viene

preceduta da Giusy)

Giusy : Eh, no.... qui se c’è qualcuna che è disgustata quella sono io ! Sono io che me

ne vado(esce)

Anche Laura va via infuriata. Si scontrano nell'uscire. Ingaggiano una battaglia con

     gli occhi

Franco : Laura...Laura... ma che succede… dove vai? (resta impietrito)

              (Laura rientra e con gli stessi gesti di prima costringe il marito a seguirla)

Luca :  (ad una Agnese imbambolata) Scusatemi ma non era mia intenzione scatenare

questo putiferio... avrei dovuto scegliere un momento migliore…non pensavo

           che la cosa degenerasse così. Comunque devo lasciarvi... devo cercare di

rimediare se ci riesco... arrivederci. (esce)

Agnese : (come risvegliatasi) Ma...dove andate ? Un momento...la cena... aspettate...

(esce seguendoli)

Carlo resta solo per l’ennesima volta. Con fare rassegnato attende il rientro in scena della moglie. Comincia a contare e al tre Agnese ricompare.

Agnese : Io devo telefonare al...

Carlo :(precedendola) Guinness dei Primati....

Agnese : (guardandolo interdetta) Tu sei un...

Carlo : Distruttore di famiglie... le colleziono!!

Agnese : Sei un...

Carlo : Terminator....

Agnese : (sempre più interdetta ) Ah se potessi....

Carlo : Tornare indietro nel  tempo...

Agnese : Ahhhhh!!!! (urla disperata ed esce)

Si sente il campanello. Squillo singolo. Carlo fa un sospiro di sollievo pensando che non possano essere Mimmo/Anna. Entra Mafalda.

Carlo: Signora Mafalda... ma lei ci sta onorando così spesso...

Mafalda: La signora Agnese non c'è?

Carlo: (come una tiritera) Si, c'è... sta di là. Ve la chiamo?

Mafalda: No... no... ecco, vi ho portato delle melenzane sott'olio che faccio con le mie

               mani. Però sono per... uno di voi in particolare. (subito schizza fuori)

Agnese: (fuori scena mentre Carlo guarda il contenitore) Chi era? (rientra e vede il

                marito col barattolo) E quello cos'è?

Carlo: (mostrandoglielo) Un quadro di Van Gogh! Nunn' 'o vide che de'? Un

buccaccio di molegnane.

Agnese: E chi te l'ha dato?

Carlo: La signora Mafalda... ha detto che lo ha fatto con le sue mani.

Agnese: Carlo... io con le mie mani 'e mulignane v'è faccio a te e a essa! 'E capito?

              (gli strappa il barattolo dalle mani)

Suonano ancora alla porta. Squillo singolo.

Agnese: Chesta è 'n 'ata vota essa! Mo' ce' faccio magnà 'e mulignane... (va ad aprire,

              rientra preceduta da Filippo)

Filippo: Eccomi qua... e ho pure le candele, eh! Che perfezione... allora? Dove stanno

             tutti gli altri?

Agnese: Scomparsi dalla faccia della terra! Filippo... il tuo amico ce l'ha fatta di

nuovo!

Filippo: E' scivolato di nuovo sulla coerenza... è così?

Carlo: 'A prossima vota me metto gli anfibi!!

Agnese: Gli anfibi? 'E scarpe 'e ginnastica t'e mettere... perchè te 'mparo 'e correre

              (esce)

Carlo: (seguendola) A chi 'mpari 'e correre?

Mentre si sentono loro due discutere fuori scena, Filippo resta bloccato con le candele in mano. Poi gli viene un'idea...con aria furtiva si avvia verso la camera da letto.

Si risente il campanello singolo. Nessuno apre. Ancora uno squillo. Poi entra Franco.

Franco: Carlo... Agnese...? La porta era aperta e mi sono permesso di entrare...

              Carlo... Agnese... non c'è nessuno? Mia moglie ha dimenticato il foulard...

              lo prendo e me ne vado....(comincia a cercare la cosa. Gli squilla il cellulare)

              Si cara... sono appena salito... no, non l'ho trovata ancora cara... si cara...

           No... Carlo e Agnese non ci sono. E come faccio a chiederglielo se non ci

         sono? Dove stanno? E io che ne so? Staranno nell'altra stanza...

Come sarebbe a dire 'vai a vedere'? Mica posso girare per casa degli altri

così. Si cara... hai ragione cara... adesso li cerco... (interrompe la telefonata e

invece di mettersi a cercare Carlo e Agnese si impunta in mezzo alla stanza)

Nun c'ha faccio cchiù!!! Pure a telefono mi deve dare gli ordini. Eh già! Mo'

             mi mettevo a scavare in casa di altri... adesso faccio una cosa, aspetto un paio

     di minuti e poi scendo... dico che il foulard non l'ho trovato e buonanotte al

secchio.

Nel frattempo, ricompare in scena Filippo riemerso dalla camera da letto. Vede Franco di spalle per, un momento rimane di sasso poi si avvicina mettendogli le mani sugli occhi.

Filippo: Cucù... indovina chi è?

Franco: (liberandosi con un certo fastidio) Ma che razza di scherzo è quest....

I due si guardano Franco resta impietrito.

Filippo: E tu che ci fai qua?

Franco: (guardandosi timorosamente intorno) No... tu che ci fai qua!

Filippo: Carlo e Agnese sono due miei vecchi amici... sono passato a trovarli... e tu?

Franco: Eravamo stati invitati a cena... Carlo è un mio nuovo collega e...

Mentre parlano si fanno gli occhi dolci. Si avvicinano con fare suadente. Cominciano a venire in contatto. In quel momento entra Carlo sbraitando ancora contro Agnese.

Carlo: Mo' ti faccio vedere io, ti faccio... Terminator... Distruttore... mo' ti (si blocca

            vedendo i due in chiara intimità) Uè? Embè?

Filippo: (con un certo imbarazzo) Carlo... oh, accidenti... Carlo lui è... è...

Carlo: Ho capito... nun c'è bisogno 'a zengara...

Franco: (ancora più imbarazzato) Carlo... ti prego di essere discreto. Io... è la prima

             volta che mi capita una cosa del genere... con Filippo ho trovato quello che

 con mia moglie non c'è mai stato e...

Carlo: Non ti preoccupare Franco... Filippo è un amico e io non ho nulla contro i gay.

            Però Agnese non è dello stesso parere... perciò adesso sparite se no non so che

             può succedere.

I due felici escono mano nella mano. Contemporaneamente rientra Mafalda.

Mafalda: Signor Carlo...

Carlo: (ripetendo la solita tiritera) ...è solo? Non c'è la signora Agnese?

Mafalda: Sì, cioè no... ma chi erano quelli che sono appena usciti?

Carlo: Ah, non ci faccia caso... due vecchi amici buontemponi... si divertono a

            tenersi mano nella mano... scherzano... ma a cosa devo questa vostra

ennesima e piacevolissima venuta?

Mafalda: Io avrei portato un... (non riesce a terminare la frase perché rientra Agnese

furibonda)

Agnese: (rientrando) E poi io di tutta questa storia mi sono scocciata, hai capito?

              E nun se ne po' cchiù! E... oh, signora Mafalda... scusate, era uno sfogo

              personale.... prego accomodatevi...

Mafalda: No... no... vi lascio alle vostre questioni... ho portato solo un pensierino...

                specialmente per uno di voi! (esce fuggendo come le altre volte)

Agnese: Carlo... io spacco 'a capa a te e a chella, 'e capito? 'A prossima vota che vene

              e dice 'specialmente per uno di voi' 'a manno 'o 'spitale!!!

Carlo: Ma la vuoi finire di fare il dramma della gelosia... ma chi 'a pensa 'a chella...

Agnese: Se... se... tu si'comm' 'a tutti l'uommene. Basta ca una ve fa' l'uocchiedoce

               e voi vi squagliate comme nu gelato 'a staggione.

Carlo: Ma tu si' strana assaje 'o ssaje! Essa vene, essa fa, essa se ne va e je ce vaco pe'

           sotto? 'A colpa è sempe 'a mia?

Doppio campanello alla porta. Scena di disperazione tra i due coniugi. Agnese impone a Carlo di andare ad aprire. Rientra con Mimmo/Anna

Mimmo: Scusa Carlo, scusa Agnese... ma io 'a chestanunn' a supporto cchiù! E'

               voluta per forza venire per dirvi una cosa sulla signora Mafalda.

Anna: Una cosa a proposito della signora Mafalda dovevo dirvi. Io a chistonunn'o

          supporto cchiù. Scusa Agnese... scusa Carlo...

Agnese: (interessata, guarda Carlo di sottecchi) Ah! E dimmi... dite... parlate. Di che

               si tratta?

Mimmo: (rivolto a Anna) Ma ti pare il caso 'e te mettere 'a fa 'nciuci? 'A vuòfernì 'e

                fa 'a capera o no?

Anna: Nun so' 'nciuci. So' cose vere. Carlo e Agnese hannasapè che a Mafalda ce

piace 'e...

Mimmo: E no! Basta. Statte zitta.

Agnese: Mimmo... e falla parlare. Mi interessa...

Carlo: Anna... statte zitta che è meglio.

Anna: Je aggiaparlà! Pecchènun se po' distruggere 'na famiglia pe'...

Mimmo: Mo' te ne' ascì 'a cca' dinto! Fora! Jesce fora! (rivolto poi a Carlo e Agnese)

               Io a chestaprimma 'o poi 'a lasso e me ne trovo 'a 'n 'ata!

Anna: No! So' io che lasso a te! Sai quanti ce ne stanno che me venenoappriesso!

Mimmo: (uscendo) Ma cammina... cammina... tene 'a prucessioneappriesso.

Carlo: Come vedi cara moglie, ci sono ben altri problemi.

Agnese: Eh già! Appunto...

Carlo: Era meglio ca me stevo zitto!

Agnese: Devi stare zitto! Zitto! Ogni volta che parli le persone intorno a noi

             soccombono! Te l'ho detto e ripetuto migliaia di volte ma tu tiene 'a

            capa tosta.... ah se potessi tornare indietro nel tempo!!(esce)

Carlo : Non preoccuparti sarai servita. E che ci vuole... già, e che ci vuole ?

           Piuttosto dovrei dire ‘Ma a che serve?’ tanto va a finire sempre allo stesso

modo... se non peggio!! Si vede che sono destinato a non avere una vita

sociale.... sono come l’alta tensione ‘Chi mi tocca muore!’ o, meglio, come

l’AIDS ‘Se mi conosci mi eviti!’ No, peggio...peggio... ‘ Chi frequenta Carlo

avvelena anche te. Digli di smettere !!? (si risiede sulla poltrona e gesticola

           col libro in mano. Lo riapre) Eccola qua la formula magica...bella roba! Metti

il dito così... quell’altro colì... ma a che serve? Tutto ritorna come prima… e

per forza la testa è sempre quella…le persone sono sempre quelle…come vuoi

           che cambi qualcosa? (riprendendo a guardare il libro)

           Recita la poesia di Natale... e non farlo più di tre volte...come tre volte?

( si accorge solo ora di una postilla e la legge)

Non ripetere mai più di tre volte la formula. Alla quarta lettura la situazione

che si è voluto rivivere si ripeterà all’infinito.All'infinito? O porca miseria!E

chi lo corre questo rischio.... mica sono scemo?Aspetta...quante...

quante volte l’ho fatto? Ah, grazie al cielo solo due. No...no...basta...basta...

(Allontana il libro da sé. Lo guarda impaurito. Poi fa chiaramente capire che ci

sta ripensando) Però...se trovassi il sistema  di appianare le cose... chissà... E

poi qua dice non più di tre volte...me ne resta ancora una. Va bene! Voglio

correre il rischio! Le dita vanno messe così…ormai sono un esperto…:

             “ Che si separi del tempo la sabbia

                                     che il mondo si fermi e il cielo mi aiuti

                                     che possa uscire da questa mia gabbia

                                     e andare indietro di venti minuti.”

Ripete il rito magico per la terza volta. E per la terza volta dopo il buio ricompaiono tutti

Giusy: Sì... sì... sono abbastanza leggeri. Non dovrò prendere il farmaco per

            abbassare il colesterolo, meno male... sai ho dei problemi a gestire il

           colesterolo buono e quello cattivo...

Laura: Solo con quelli hai problemi, cara?

Franco: Hai provato con...

Laura: Ma certo che ci ha provato. Ha provato con tutti i farmaci esistenti. Vero cara?

Giusy: No... mi mancano gli antiparassitari!!

Luca:(cercando di stemperare l'atmosfera) A proposito Carlo, cos’erano

quelle idee sul miglioramento  delle performances...?

Carlo : (Prontamente) No,No…niente…ne parliamo domani in ufficio…non

parliamo di lavoro a tavola… anzi è meglio che sto proprio zitto .

Giusy : Dicevamo? Ah, si, si  Ha ragione Carlo! Pensiamo a mangiare. Uh… che ore

sono ? Devo prendere la pillola per la tiroide…

Laura : (fintamente comprensiva) Povera cara….sempre con questi tuoi malanni…

quand’è che devi farti visitare da quello specialista a Milano?

Giusy : E tu come fai a saperlo?

Luca: Laura….ma non riesci a tenere la bocca chiusa…

Giusy : (al marito) Allora sei stato tu a dirglielo…

Franco : A dire cosa ? Quale specialista ?

Laura : Statti zitto tu…

Franco : E no…adesso basta ! Mi sono scocciato. Vuoi sempre avere tu l’ultima

parola. Io non ce la faccio più…mi hai tarpato le ali! Mi opprimi… io…

Luca : Franco…siamo in casa di Carlo e Agnese…per favore…

Laura : No…no…fallo parlare…vediamo dove vola questa farfalla senza ali…. Che

           se non era per me…

Giusy : Se non era per te…? E finisci di parlare….che tanto in città oramai solo Carlo

e Agnese non lo sanno! Fai sapere anche a loro che tu e mio marito siete

            amanti… eh! Cosa ne dici Carlo…ti sorprende  la cosa? Parla….

Carlo resta muto per paura di peggiorare le cose.

Franco : Allora è vero! Dimmi Carlo tu che faresti se scoprissi che tua moglie ti

tradisce, eh?Che faresti? Parla!

Carlo rimane sempre zitto. La situazione degenera.

Agnese : Ma amici…scusate…non mi sembra il caso… Carlo e dì qualcosa….

Intervieni… Parla!

Carlo tace. Quasi mettendosi le mani davanti alla bocca.

Laura : Su Carlo, avanti…tu che sei il nuovo consigliere di Luca…sei appena arrivato

e hai già scavalcato mio marito…. Perché io queste cose le so! Dimmi, cosa

si prova a fare carriera così in fretta?Parla!

Carlo non muove un muscolo.

Comincia una bagarre di accuse e urla tra tutti e quattro gli ospiti mentre Carlo e Agnese rimangono allibiti in silenzio.

Luca : Ma vi sembra questo il posto e il luogo per ricominciare con la solita

storia….Carlo diglielo anche tu…Parla!

          (Carlo zitto.)

Franco: La solita storia? Perché…già è venuta fuori altre volte? Carlo ne sai

qualcosa? Parla!

              (Carlo zitto)

Giusy: E figurati se tu ti accorgevi di qualcosa… secondo me ne sa più Carlo che tu,

            è vero Carlo? Parla! (Carlo zitto)

Laura: Ma di cosa? Cosa? Cosa dovrebbe sapere Carlo… di cosa dovrebbe

parlare…eh?  E parla… dai vediamo... parla...

            (Carlo zitto)

Luca: Basta…. Finitela!

Laura: Tu ‘Finitela’ lo dici a quella cretina di tua moglie…hai capito?

Giusy: Cretina a chi?

Franco: Laura…basta ti prego…

Laura : Tu non ti intromettere….

Franco : Io sono stanco di questo tuo modo…

Laura: Ma cosa ti stanchi tu…stai zitto!

Franco: Io non sto più zitto…voglio parlare. Faccio bene o no Carlo? Eh…parla!

             (Carlo zitto)

Luca: Che vergogna…Che vergogna…! (esce senza salutare nessuno)

Giusy: E no caro mio…troppo comodo così…. (lo segue)

Laura con sdegno va via anche lei. Franco rimane fermo. Dopo un secondo Laura rientra e lancia uno sguardo di fuoco al marito.  Franco cerca di resistere. Laura insiste con gesti minacciosi. Franco non regge e va via, scusandosi a gesti.

 Alla fine, uno dietro l’altro se ne vanno tutti, seguiti dalla povera Agnese affranta. Carlo resta solo riprende il libro della nonna e per l’ennesima volta attende il rientro di Agnese. Quando questa ricompare in scena, luifa chiari cenni che stavolta non c’entra niente, che è stato zitto. Stavolta non ha nessuna colpa, è riuscito a non dire niente.

Agnese : (dopo uno sguardo torvo) Eperò !!  Potevi dire qualcosa !

Carlo guarda sconsolato la moglie guarda sconsolato il pubblico e getta il libro per aria. S’accascia sul divano.

Carlo : E ti pareva… quella….  La colpa è sempre mia!

Solito doppio squillo alla porta. Carlo si dispera. Mette le mani nei capelli. Non vuole aprire. Il doppio squillo si ripete.

Agnese : (fuori campo) E la vuoi aprire quell'accidente di porta?

Carlo : Sissignore... mò vado. Chissà chi sarà, eh?

Agnese : Qualcuno che ancora non hai fatto fuori!

Carlo : (scimmiottandola) Qualcuno che ancora non hai fatto fuori... e per forza, la

            colpa è sempre mia... (immediato il doppio squillo. Carlo si dispera ma va

            comunque ad aprire la porta. Entrano Mimmo/Anna)

Mimmo : Carlo, scusa... avevamo sentito un pò di confusione.... tutto bene?

Anna : Tutto bene Carlo? Un pò di confusione avevamo sentito....

Carlo : Sì... sì... tutto bene... grazie per la tua... vostra preoccupazione ma non è

          successo   niente... semplici discussioni tra amici....

Agnese : (rientrando) Oh, ciao Mimmo... scusa... scusate... se c'è stato un pò di

               baccano...  prego accomodate… ti…vi... Entrino… entrino… posso offrire

qualcosa?

Mimmo : No... grazie Agnese... abbiamo già cenato....

Anna : Abbiamo già cenato... grazie...no...Agnese.

Carlo : Potrei offrirvi un digestivo... un digestivo potrei offrirvi...

Agnese : (lo guarda in cagnesco)

Qua stasera qualcuno finisce all'ospedale!

Carlo : (prova a fare conversazione) E allora … oltre a non ricordare di comprare

             sale, olio, prezzemolo… cosa fai… fate… che interessi hai… avete..

Mimmo : Mi sto guardando intorno…. Una volta avevo un lavoro e una

fidanzata… adesso m’è rimasta solo la fidanzata….

Anna: Sì... solo io sono rimasta.

Carlo : Bravo... bravi... fate tutto insieme, eh?

Mimmo : Lavoravamo nella stessa azienda... sai, da cosa nasce cosa....

Anna : Già... e ci hanno licenziati insieme in tronco.

Carlo : Come insieme in tronco?

Mimmo : Eh, lasciamo perdere... avevamo scoperto cose che non dovevamo scoprire

                e il titolare non ha creduto alle nostre promesse di discrezione...

Anna : Già... come se a noi poi fregasse dei suoi intrallazzi...

Carlo : Questioni di segreti aziendali? Spionaggio industriale?

Mimmo: Diciamo così... questioni di relazioni pericolose.

Anna: Molto pericolose!

Agnese inconsapevolmente si siede accanto a Mimmo.

Mimmo/Anna : AAAAAHHHHHH:... che dolore!! Che dolore....

Agnese : (Si rialza di scatto) Che c'è... cosa ho fatto ?

Carlo : (chiudendo la bocca a Mimmo/Anna che ancora urla) Te sì assettata 'ncuollo a

            Anna.

Anna : (calmandosi) Marò... e che dolore. Proprio sul pancino... s'è menata a pesce!

Carlo : E chellatene n'acquario....

Agnese : Comunque... vi vedo molto uniti, è vero? Scommetto che ancora non c'è

stata nessuna crisi tra voi, giusto?

(guarda Carlo con chiara allusione)

Anna : Ebbene sì... questo perché abbiamo un segreto.

Mimmo : Perché abbiamo un segreto... ebbene sì.

Carlo : (incuriosito) Ah.... e quale sarebbe? Sempre che si possa sapere...

Agnese : Carlo! Non t'impicciare... non penso che loro vogliano

               condividere le loro cose con noi...

Mimmo e Anna : Ma no... ma no... anzi... se volete ve lo diciamo.

Carlo e Agnese si predispongono per ascoltare. Mimmo e Anna si scambiano sguardi furtivi e sorrisetti complici. Poi finalmente si decidono a parlare.

Anna : Comincia tu...

Mimmo : No... no... prima tu....

Anna : No... tu, tu, tu....

Mimmo : No... tu, tu, tu.....

Carlo : Cosa c'è...  il telefono è occupato?

Agnese : Ma quale telefono.... su, decidetevi...

Anna : Va bene... comincio io. Allora... quando c'è una questione da affrontare, una

       decisione da prendere...uno di noi dice chiaramente quello che pensa e l'altro

           invece cerca di trovare degli escamotage. Asseconda... prova a trovare una

           soluzione di comodo... dice quello che l'altro vuol sentirsi dire.

Carlo : Scusa ma non ho capito.... come funziona la cosa?

Mimmo : Te lo spiego io... anzi ti faccio un esempio concreto. L'altro ieri è venuta a

                cena mia madre....

Anna : Già... sua madre....

Agnese : Povera cristiana…

Mimmo : Ecco, appunto... come al solito Anna non era molto contenta ed ha

               cominciato con le solite lamentele. E tua madre critica tutto... non le va

               bene niente... posso preparare pure una cena per il Re e avrebbe da

 ridire  comunque.

Anna : Il che è tutto vero.....

Mimmo : Infatti... io in questi casi che faccio?

Agnese : E che fai?

Mimmo : Dico quello che Anna vuol sentirsi dire... che ha ragione lei... mia madre è

               insopportabile... che come cucina lei a mia madre non se la vede proprio...

anzi dovrebbe essere Anna a criticare mia madre per come cucina...

Carlo : Ma tu ci credi a quello che dici?

Mimmo : E che importanza ha?

Anna : Esatto, cosa vuoi che importi? Quello che conta è trovare un compromesso e

           tirare avanti...

Agnese : (rivolgendosi a Carlo) Hai capito? Un compromesso... uno ogni tanto non

                guasterebbe....

Carlo : E ti pareva... sempre là andiamo a finire... ti ho detto che io sono fatto così...

            non posso fare i miracoli che... (si ferma all'improvviso come colto da

            un'idea. Poi a bassa voce, parlando in pratica a se stesso) Vuoi vedere che è

            per questo che le cose tornano sempre le stesse, che non cambiano mai?

          Probabilmente la magia della nonna dipende anche da chi pronuncia le parole...

           Se le pronunciasse qualcuno che è diverso, forse... (poi risoluto)

Agnè... ti dispiacerebbe andare un attimo in cucina... devo dire una cosa in

privato a Mimmo e… e… a Mimmo!

Agnese pur non convinta si allontana. Non appena Agnese scompare Carlo attacca.

Carlo : Ascoltami… temi…sentite  un poco....  tu... voi avete risolto il problema della

           convivenza... siete il compromesso istituzionalizzato... il compromesso

          cosmico! Posso chiedervi un favore?

Mimmo: Beh... certo. Sentiamo di che si tratta.

Anna: Di che si tratta? Sentiamo... certo!

Carlo : Vi sembrerà un po' strano... ma non dovete preoccuparvi né meravigliarvi.

            Allora... si tratta di leggere una specie di... di... poesia, ecco. Voi dovete solo

            mettere le dita in un certo modo, che poi vi faccio leggere delle frasi... che voi

           dovete pronunciare ad alta voce... ci state?

Mimmo : Non è che ho capito molto… e…  Vabbè, Se proprio ci tieni....

Anna : Se proprio ci tieni... vabbè... non è che ho capito molto...

Carlo : (prendendo il libro della nonna) Ma certo che ci tengo.... ecco qua... queste

            sono le parole... allora, mettete... metti  le dita così.... (gli mostra come fare

prendendoglile mani. Fa incrociare le dita della destra e della sinistra)

           Così...esatto... e legget… leggi… queste frasi. E' chiaro? (tiene il libro in

           modo che Mimmopossa leggere)

Mimmo: (dubbioso) Sì... questo è tutto?

Carlo : Certo... sì... su... cominciate.... (Tende al massimo il braccio per potersi

allontanare leggermente dai due come precauzione)

Mimmo e Anna :         'Che si separi del tempo la...

Carlo : (interrompendoli) Uh, fermo.. fermi.... accidenti... un momento... mo'

           dimenticavo la cosa più importante... quando alla fine dovete dire'e andare

indietro di...' ecco  proprio qua, vedete? (lo mostra sul libro) dite 'dieci minuti'.

           Va bene? (si riallontana)

Mimmo e Anna : (sempre più dubbiosi) Va bene....

“ Che si separi del tempo la sabbia

                                     che il mondo si fermi e il cielo mi aiuti

                                     che possa uscire da questa mia gabbia

       e andare indietro di dieci minuti.”

Solito caos di suoni e colori. Solito buio. Al ritorno della luce ricompaiono tutti gli invitati alla cena.Non c'è più Mimmo/Anna.

Franco : A dire cosa? Quale specialista ?

Laura : Statti zitto tu…

Franco : E no…adesso basta ! Mi sono scocciato. Vuoi sempre avere tu l’ultima

parola. Io non ce la faccio più…mi hai tarpato le ali…. Mi opprimi… io…

Luca : Franco…siamo in casa di Carlo e Agnese…per favore…

Laura : No…no…fallo parlare…vediamo dove vola questa farfalla senza ali…. Che

           se non era per me…

Giusy : Se non era per te…? E finisci di parlare….che tanto in città oramai solo Carlo

e Agnese non lo sanno…. Fai sapere anche a loro che tu e mio marito siete

            amanti… eh! Cosa ne dici Carlo…ti sorprende  la cosa? Parla….

Carlo resta muto.

Franco : Allora è vero! Dimmi Carlo tu che faresti se scoprissi che tua moglie ti

tradisce, eh? Che faresti?  Parla!

Carlo rimane sempre zitto. La situazione degenera.

Agnese : Ma amici…scusate…non mi sembra il caso… Carlo e dì qualcosa….

Intervieni… Parla! Anzi, no... meglio di no!!

Carlo li guarda come se stesse al cinema. Segue con  finta attenzione ogni commento.

Gli altri continuano a inveire tra loro urlando sempre di più. Lanciandosi sempre più veementi accuse. Ad un certo punto Carlo sovrasta le voci di tutti.

Carlo : BASTA!!!

Silenzio immediato. Tutti guardano Carlo. Attimi di silenzio sospeso.

Carlo : Io so tutto... tutto di voi.

Luca : (impaurito quasi) Ma che dici? Se ci conosciamo appena...da neanche qualche

mese?

Carlo : (imbarazzato, non sa come replicare) Eh...già. Giustamente come è

 possibile? Ma io... io... ah, ecco! Io prima di venire nella tua azienda ho preso

           informazioni. Su di te, su Franco e sulle rispettive consorti.

I quattro sembrano colpiti dalle affermazioni di Carlo. Anche impauriti. Restano in silenzio.

Franco : (quasi balbettando) E... cosa...cosa... hai scoperto?

Carlo : (non risponde subito, comincia a gironzolare per la stanza lanciando loro

             sguardi di complicità come se conoscesse ogni loro segreto)

             Tu, Franco... (Franco impallidisce e quasi si piega su se stesso) Tu... sei un

             collaboratore importante per Luca. Hai scelto di rimanere nella sua azienda

             pur potendo aspirare a incarichi più prestigiosi. Saresti potuto andare

            all'estero, fare master, ma hai scelto la famiglia e questo ti fa onore.

Tu, Laura... sei una moglie... fedele e sei sempre stata accanto a tuo marito

aiutandolo nei momenti peggiori. Sei una vecchia amica di Luca ma non ti sei

             mai approfittata di questo vostro rapporto.

Tu, Giusy... pur avendo molti seri problemi di salute...li hai affrontati con

forza, sei sempre riuscita a portare avanti una famiglia e sostenere Luca nella

sua attività.

E infine tu, Luca... hai creato un'azienda dal nulla, sei sempre stato fedele a

tua moglie e credi veramente nell'amicizia. Ecco perché ho scelto di

trasferirmi qua con mia moglie e lavorare con voi.

Sospiro rumoroso di sollievo di tutti e quattro gli ospiti.

Carlo : Allora... visto tutto questo, penso che qualche vostro piccolo contrasto si

            possa risolvere tranquillamente davanti a un bel piatto di pasta e un bicchiere

            di vino, eh... che ne dite?

Luca, Franco, Laura e Giusy : (all'unisono) Ha ragione Carlo!

Tutti sorridono, tornano a parlare tra loro come se nulla fosse accaduto. Agnese prende da parte il marito e sottovoce gli fa dei complimenti.

Agnese : Ma lo sai che sei stato proprio bravo! Da te non me lo sarei mai aspettato...

               per una volta non hai distrutto delle amicizie ma le hai rafforzate. Cosa ti è

              successo?

Carlo : (ostentando superiorità) Beh... cosa vuoi che ti dica... l'esperienza... il tempo.

       Specialmente il tempo!

Suonano alla porta. Agnese va ad aprire.

Agnese: (rientrando) Voglio presentare a tutti voi un nostro vecchio amico. Filippo...

Carlo impallidisce. Entra Filippo. Carlo Cerca di impedirne l'entrata.

Agnese: Carlo... ma ti stai rincretinendo? E' Filippo, non lo vedi?

Carlo: Appunto! Proprio perché è Filippo... è meglio che non entra! Se no va tutto a

           carte quarantotto n'ata vota.

Agnese: Ma fammi 'o piacere... (lo spinge da parte)

Carlo: (Corre verso Franco e cerca di fare da paravento per non fargli vedere Filippo Per qualche secondo Filippo non vede Franco che invece s'è subito accorto e si rannicchia come a volersi nascondere.

Agnese: Luca... ti presento Filippo. Luca è il boss di Carlo... lei è Giusy, la moglie...

             e poi ci cono Laura... e Franco....

Filippo: (dopo aver stretto la mano a tutti con piacere si blocca stringendo quella di

                Franco) Ah...! Piacere....

Nel frattempo Carlo non riesce a trattenere gesti di disperazione. Chiama Agnese con dei gesti.

Carlo: Ma perché l'hai fatto entrare?

Agnese: A chi?

Carlo: A Filippo.

Agnese: Carlo ma tu te fusse rimbambito? Come perché l'ho fatto entrare... è Filippo,

              no?

Carlo: Si... ma non è Filippo!

Agnese: Carlo... tu nunstaje buono!

Carlo: (ogni tanto sbircia gli altri che stanno dialogando) Agnè... qua può scoppiare la

           terza guerra mondiale!

Agnese: E perché scusa?

Carlo: Perché Filippo ha una relazione con...(fa un cenno con la testa rivolto verso

          Franco e Laura)

Agnese: (dopo essersi rigirata) Tu che dici? Filippo se la fa con Laura?

Carlo: No... no... nunn' 'e capito! Non se la fa con Laura...

Agnese: Allora con Giusy...

Carlo: No... uh, Maronna mia... con Franco!

Agnese: (totalmente allibita) Ma che stai dicendo? Filippo? Franco? Ma non è

              possibile! Filippo è un pezzo d'uomo che...

Carlo: Fidati... è come dico io... guarda come evitano di guardarsi...

Agnese: Filippo è gay?

Carlo: (annuisce senza parlare)

Agnese: E tu da quanto tempo lo sai che Filippo è gay?

Carlo: (mima con la mano) Aheje... hai voglia!

Agnese: E non me l'hai mai detto? Mi hai portato in casa un gay... così?

Carlo: Ma scusa... che cosa cambia? Filippo è sempre Filippo... cos'è, prima ti era

          simpatico se faceva la parte del conquistatore e mo' non più? Certo che sei

         strana...

Agnese: Basta! Torniamo dagli ospiti e facciamo finire questa serata in tranquillità.

              Per  puro miracolo non hai fatto sconquassi.... non fare o dire niente che

               possa creare danni. Hai capito? Probabilmente né Filippo né Franco faranno

             qualcosa di compromettente... quasi certamente 'sta storia non viene fuori

              stasera... hai capito che devi stare zitto, sì?

Carlo: E quello sempre là andiamo a finire.... Filippo se la fa con Franco e la colpa è

            sempre mia!

Doppio squillo immediato alla porta. Carlo e Agnese mostrano chiari segni di disperazione. Indugiano ad aprire. I cinque ospiti li guardano incuriositi. Carlo si decide e va ad aprire. Entra precedendo Mimmo/Anna.

Mimmo : Carlo, scusa... avevamo sentito un pò di confusione.... tutto bene?

Anna : Tutto bene Carlo? Un pò di confusione avevamo sentito...

All'improvviso Mimmo/Anna s'accorgono della presenza degli altri ospiti. Li guardano tra il sorpreso e l'arrabbiato. Poi....

Anna : Ah! State tutti quanti qua. E che bell'accozzaglia di gentaglia... ma con chi

             te la fai Carlo, eh?

Mimmo : Avete ragione che non sono a casa mia se no....

Luca : Se no che? Che faresti? Hai ancora il dente avvelenato perché ti ho licenziato?

Laura : E hai fatto bene! Parassita... praticamente rubavi lo stipendio!

Anna : Noi rubavamo lo stipendio? No, cara... eri tu a rubare il marito a Giusy e

quando vi abbiamo sorpresi  in atteggiamenti osceni non vi siete fidati della

nostra promessa di discrezione... ci avete licenziati.

Franco :Ma come ti permetti? Mia moglie non farebbe mai una cosa del...

Laura : Zitto tu che so difendermi da sola.

Mimmo: (rivolto a Franco) Zitto tu... che se no parlo pure 'e te, hai capito?

Franco: (balbettando quasi) E che... che... avresti da dire?

Mimmo: Che ho visto te e quel signorino là... quello che si nasconde... in

              atteggiamenti poco... poco... chiari!!

Laura: Ma questo che dice? Franco, prendilo a schiaffi... sta insinuando che tu...

Filippo: (esplode) E basta mo' ! Nun c'ha faccio cchiù. E ditela la verità... incomincio

              io. Ebbene sì, io e Franco ci amiamo.

Laura: Franco... ma che... ma cosa....?

Franco: (tace a capo chino)

Mimmo: E tu, grande boss? Non la dici la verità,  no? Non dici come ti 'mbruscinavi

               con la moglie del tuo impiegato e amico?

Giusy : Luca... ma lo senti quello che dice? Allora è vero... lo sanno tutti tranne me.

Luca : Ma che dici... è solo arrabbiato per il licenziamento e cerca di

           vendicarsi... 

Ricomincia la bagarre. Tutti e sei continuano a scambiarsi accuse. Dopo un pò...

Mimmo e Anna : Noi ce ne andiamo. Carlo...Agnese... ci dispiace per voi ma se

                             frequentate certe persone allora siete simili a loro. Non ci vedrete

                             più. (Escono)

Luca : NO! Siamo noi ad andar via. E... Carlo, se vengo a sapere che frequenti

          ancora quel tipo puoi ritenerti licenziato. (Va via seguito dalla moglie)

Laura : Giusto! Certa gente dovrebbe saper scegliere meglio le proprie amicizie!

             Andiamo Franco. A casa facciamo i conti.

Franco : (semi-imbambolato rivolgendosi sconsolato a Filippo)  Si, cara.... (rimane

                 per un attimo immobile)

Laura : FRANCO!! (il marito la segue come un agnellino)

Filippo: (fa per uscire anche lui. Prova a salutare Agnese che gli volta le spalle. Fa un

               cenno a Carlo e va via)

Sulla scena restano solo Carlo e Agnese. Si guardano in silenzio. Agnese fa per parlare, vorrebbe accusarlo anche stavolta...

Carlo : (parlando con se stesso) Hai capito la nonna! E dicevano che eri pazza… tu

questo volevi dire… come dicevi sempre tu? Che se le cose non le fai in

prima persona… e quanno t’è ‘mpare? E mò ho capito, non serviva a niente il

libro, anzi serviva a far capire che i trucchi non servono a niente. E brava ‘a

nonna! (poi voltandosi verso Agnese con nuova consapevolezza)  Hai capito

adesso?

Agnese: Che cosa Carlo? Che avrei dovuto capire scusa?

Carlo: Che se parli o non parli nun ce sta niente a fa, sempre là si va a finire.

Agnese. Ma stavolta non è stata colpa tua, non volevo dirti niente Carlo

Carlo: Agnese ma mi stai sentendo si?

Agnese: Si certo, solo che non c’ho capito niente

Carlo: Allora, prima dicevo sempre le cose come stavano e tu dicevi che ero un

distruttore va bene?Eh sì, questo può  pure essere, ok?Ora però che non ho

          detto niente, ho fatto come dicevi tu, lo stesso è andata a carte e quarantotto.

Agnese : Si ma tu stavolta non c’entri caro sono stati gli altri che…

Carlo: E' questo il punto.

Agnese: Cioè?

Carlo: Agnè tu puoi essere come vuoi tu, puoi far  finta di essere quello che vogliono

gli altri, insomma puoi fare come ti pare ma il risultato non cambia!

Agnese: Ah!

Carlo: Tutti fingevano. Luca fingeva di essere fedele alla moglie, Laura al marito,

           Franco di non avere relazioni omosessuali...

Agnese: L'unica sincera era Giusy, allora? Cu tutte chellimmalatie....

Carlo: Ma quando mai... anche lei finge di essere malata. E' l'unico sistema per

            ricevere attenzioni dal marito. Almeno così crede...

Agnese: Tu che dici?

Carlo: Del resto pure con Filippo hai visto com'è finita, no? Lui fingeva di essere

quello che non era per non urtare la tua suscettibilità... e tu lo hai accettato solo

           fino a quando lo hai creduto un etero...  quando il telo è calato, Filippo non era

           più Filippo per te.

Agnese: Ma io.... (non termina perché suonano alla porta) E chesta è essa!! So'

             sicura!! Donna Mafalda... ma mo' me faccio sentì!!

Carlo: Agnese... non fare stupidaggini... probabilmente è l'unica che ha mostrato un

pò di sincerità in tutta la questione. La poverina è sola e... dopo tutto è una

          donna che ha dimostrato  buon gusto, no?

Agnese: Perché fa 'a scema cu ttè? Ma fammi 'o piacere... anzi, fa' 'na cosa...

annascunneteaddrett' 'o divano... voglio proprio vede' che dice... (va ad aprire

             mentre Carlo si rannicchi sul divano)

Mafalda: Buonasera signora Agnese... il signor Carlo non c'è?

Agnese: Eh no... è uscito... potete dire a me?

Mafalda: A voi? E... che dovrei dire a voi?

Agnese: Quello che dovevate dire a Carlo, no? O anche stavolta avete un pensierino

               specialmente e solamente per uno di noi due?

Mafalda: Veramente... sì. Ecco qua (le porge un bigliettino e scappa via)

Agnese: (allibita) Ma tu vide nù poco a chesta!! Pure il bigliettino... e lo da a me?

Carlo: (riemergendo dal divano) Se n'è andata? Che ha lasciato stavolta?

Agnese: (sedendosi accanto al marito) Questo bigliettino per te... ma che faccia

              tosta!! A me da' il bigliettino per mio marito... so' cose 'e pazzi!!

Carlo: (cerca di prendere il biglietto) Visto che è per me...

Agnese: (lo fulmina con uno sguardo) Nun te permettere!! Lo apro io...

Carlo: Ma scusa... e la privacy?

Agnese: La privacy si trova al pronto soccorso del Cardarelli... vuoi andare a

              trovarla? (lentamente apre il biglietto. Resta di sasso)

Carlo: Allora? Che c'è scritto? Se po' sapè?

Agnese:(glielo porge muta)

Carlo: (leggendo) 'Carissima Agnese da quando  ti ho visto sono rimasta sconvolta.

            Ti amo.'

Agnese: Pure lei fingeva... ma ce ne sta qualcuno che non tiene una maschera?

Carlo: E questo completa il quadro, hai capito Agnese?

Agnese: Si... e come no.

Carlo: Nun fa 'a scema che non hai capito niente….La verità sai qual è?

Agnese: Quale?

Carlo: Che quando la verità deve uscire… esce! E' più forte di tutto! La verità,

quando è pronta,esce!

Agnese: Eh… se va a fa 'na camminata.

Carlo: Esatto! E tu credi che quella sconvolge? Invece… sai che fa?

Agnese: Che fa?

Carlo: Mette tutto a posto!

Agnese: Niente di meno?

Carlo : Come diceva Oscar Wilde - Mentire con garbo è un'arte....

Agnese : ... dire la verità è agire secondo natura.

Carlo:  Brava... esatto. La verità ristabilisce gli ordini che non abbiamo il coraggio di

vedere

Agnese: Ce fa nu piacere….

Carlo: Eh! Emò me lo vuoi fare tu un piacere a me?

Agnese: Si

Carlo: Vai... forza... esprimiti cara.

A questo punto accompagnati dal jingle del passaggio temporale rientrano tutti i protagonisti e si mettono alle spalle del divano dove sono seduti Carlo e Agnese. Tutti all'unisono poi dicono : HA RAGIONE CARLO!

FINE