Ho incontrato un folletto

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ciao

HO INCONTRATO UN FOLLETTO!

Personaggi

Dario

Erica

Lella

Silvia

Marco

Mauro

Troppo

Principessa

Saggio

Altri folletti n. 4

Maria

Altri partecipanti

INIZIO PRIMA PARTE VOCE FUORI CAMPO

In una giornata di sole, in mezzo al verde alla periferia della citt, un gruppo di ragazzi riunito per preparare gli annuali giochi del quartiere. Quello che non possono immaginare che la loro tranquilla riunione, cominciata allegramente, li ponga dopo un imprevisto quanto fantastico incontro di fronte ad un grosso problema da risolvere. Avviciniamoci in silenzio e vediamo cosa succede

PRIMA PARTE

In uno spiazzo in mezzo al verde alla periferia della citt, un gruppo di ragazzi riunito. Hanno

con loro numerosi fogli che riguardano i giochi annuali che si svolgono nel quartiere, gara cui

partecipano tutti gli abitanti, dai bambini ai meno giovani.

Dario - (respirando forte, sorridendo) Non stata una buona idea riunirci allaperto, anzich nella solita stanza? Sentite il profumo nellaria gli uccelli (a Dario arriva dallalto un regalo inaspettato che tronca la sua enfasi strappandogli unimprecazione mentre gli altri ridono)

Dario - (toccando linaspettato regalo) Porco dannato pennuto non potevi farla da unaltra parte.

Lella - (cercando di frenare la risata) Non prendertela, ti ha solo fertilizzato un po il cervello, e poi fa tutto parte delle meraviglie della natura, no?

Dario tira fuori un fazzoletto e si pulisce.

Erica - (con ironia) Come hai appena toccato con mano, anche stare allaria aperta ha i suoi inconvenienti.

Dario replica on un gesto e si guarda intorno cercando un cestino.

Erica - A parte questo, lesserci riuniti qui ha il grosso vantaggio di non aver dovuto chiedere nessun permesso. Muoviti lumaca, che dobbiamo lavorare!

Mentre Dario getta nel cestino il fazzoletto, arriva Marco e i due vanno verso il gruppo insieme.

Marco - (con una smorfia maliziosa) Ben detto; io ho un appuntamento, quindi, prima cominciamo, prima finiamo.

Dario - (sempre sorridendo) Bionda o mora (alza le mani in segno di resa)

Okay! Okay! (tira fuori dei fogli dalla sua cartella e li distribuisce) Dunque questi sono gli elenchi dei giochi, leggeteli e poi ne discutiamo, anche se spetta al comitato decidere in merito porco giuda ho dimenticato delle copie sulla scrivania

Silvia - (scuote la testa) Che razza di organizzatore! Dai vado a prenderli io.

Dario - (porgendole le chiavi, le d un bacio sulla guancia) Grazie bellezza, sei un angelo!

Mauro - Vengo con te (le mette una mano sulla spalla ed escono)

Marco - (alza le braccia con comica disperazione) Addio appuntamento! (a Dario) Tarato! Intanto che aspettiamo, che facciamo, giochiamo a nascondino? (gli altri ridono)

Dario - (a Marco, ironico) Non fare lo stupido, se una cosa seria va a cercare un telefono e spiegale oppure una delle tante?

Marco - (un po categorico) Non sono fattacci tuoi!!

Lella - (interrompe Marco, sorridendo) Finitela. Parliamo di cose serie, chiss se quei bacchettoni dellistituto privato permetteranno a qualche loro ragazzo di partecipare ai giochi.

Marco - (con una smorfia) Scordatelo! Quelli sono degli snob, figli di snob!! Chi dirige il posto poi, uno pieno di pregiudizi.

Dario - (ridendo) Smettila, esagerato. Ti stai comportando come loro. Li abbiamo invitati lanno scorso, quindi sanno che se vogliono possono unirsi a noi.

Erica - I vostri discorsi non mi vanno troppo. Non sarete razzisti per caso???

Lella - Marco sei sempre il solito, adesso ti metti anche a fare lo snob?

Marco - Lascia perdere!! (a Dario) Ammesso e non concesso che questa volta decidono di aggregarsi, te la senti di assumere la responsabilit di mettere insieme le squadre composte dai ragazzi del quartiere e i figli di pap??

Dario - Non lo so. E tu, come li accoglieresti? Comunque, ripeto che la decisione di certe cose, spetta al comitato.

Erica - Non capisco. Volete spiegarmi che cavolo centrano questi discorsi?? Tutto questo a me pare una forma di razzismo.

Lella - Te lo spiego io, Erica. In effetti potrebbe si, essere una forma di razzismo, ma noi con questa parola, intendiamo ben altro. (che fino a quel momento era rimasta in silenzio facendo qualche breve accenno di assenso, infila un braccio sotto quello di Erica.) Dato che poco che ti sei unita al gruppo, non so come vedi le cose. Quando parlavano in quel modo, non facevano sul serio. Dico questo perch conosco il loro modo di pensare. Vedi, per noi il razzismo non sono solo le idee che dividono nord e sud ma anche la differenza fra drogato e borghese, fra portatore di handicap e disinteresse Insomma un discorso molto pi ampio. Problemi reali con i quali viviamo fianco a fianco tutti i giorni, problemi a cui non sempre si pensa con la dovuta seriet e sensibilit.

Erica - (fa un cenno pensieroso con la testa) Capisco Vi riferite a tutte le differenze sociali.

Dario - Infatti Alle differenze e a tutti gli emarginati del mondo. un argomento di cui alcuni di noi si occupano anche attivamente, entro i propri limiti. (sorridendo) Non organizziamo solo giochi e non siamo solo dei burloni, anche se a volte scherziamo un po pesantemente. Insomma anche noi abbiamo i nostri difetti.

Marco - (vedendo Erica pensierosa, scherzando) qual il problema, bionda?? Non sei daccordo con quanto hanno detto Dario e Lella?

Erica - (insofferente) Smettila di chiamarmi cos, non rompere!!

Marco - (sorpreso, le tocca la guancia amichevolmente) Ehi, lo sai che scherzo! Non ti sei mai offesa, sai che ti chiamo cos perch

Lella e Dario sorridono.

Erica - (raddolcita, ma sempre seria e un po confusa) Si, si, daccordo, tu hai sempre voglia di scherzare, in questo momento per sono un po confusa. Non che non sia daccordo con quanto hanno detto Lella e Dario. E che non avevo mai pensato in questi termini, quindi devo riordinare le idee, riflettere. Il fatto che non avevo mai avuto lopportunit di un confronto con quelli della mia et.

Silvia e Mauro rientrano con i fogli, mentre Lella sorridendo, mette un braccio sulle spalle di

Erica.

Lella - Guarda Erica che non ci devi nessuna spiegazione: questo un gruppo aperto,

Silvia - (sventolando i fogli a Dario) Ecco i fogli che avevi dimenticato, arruffone!

Dario - (ridendo) Mille grazie, signorina! Arrivo subito. Visto che lei perfetta, vuole cominciare a metterli in ordine come una brava segretaria?

Mentre gli altri si avvicinano alla panchina, Dario sorride ad Erica.

Dario - Facciamo cos, Erica: se vuoi possiamo parlarne in un altro momento. Come ha detto Lella, questo un gruppo aperto. Ora per, sar meglio tornare allargomento di questa riunione.

Raggiungono gli altri.

Lella - (saltando sulla panchina) DICHIARAZIONE! Dichiaro aperta la riunione per i giochi annuali del quartiere: O.d.G. Formazione delle squadre

Mauro - Bene! Finalmente abbiamo tutto il materiale! Penso si possa iniziare la discussione.

Marco - (comicamente) Discutere? Amico mio beddu, non hai capito nulla noi possiamo solo dare suggerimenti e dire se la nostra squadra ha i numeri per partecipare ai giochi. (A Dario burlescamente) Dico bene, presidente??

Dario - (ridendo) Ma va a fa un bagnovPer smettila di fare il buffone. (sorridendo) Quello che ha detto Marco giusto. Intendiamoci, non c niente di imperativo nel bando, anzi, nel prepararlo abbiamo cercato di tener conto delle difficolt che le squadre avrebbero potuto incontrare, daltro canto, per, come sapete dividendo gli abitanti del nostro quartiere in quattro gruppi, ognuno di questi pu avere problemi diversi. Per questo siamo qui, per conciliare le cose nel modo migliore per tutti

Entra Troppo invisibile.

Mauro - Il primo suggerimento quello di modificare la richiesta della poesia in dialetto.

Lella - (corrugando le sopracciglia) Come modificare?

Mauro - Perch deve essere in milanese? Perch non in un altro dialetto?

Silvia - (vivace) Ne abbiamo parlato e non ha del tutto torto. In fondo il nostro quartiere abitato da gente che viene da tutte le parti dItalia.

Marco - (sbuffando, ironico) Dai Mauro, non cominciare a polemizzare. (Ammiccando) Possibile che voi meridionali troviate sempre da ridire??

Dario - (tra il serio e il faceto) Piantatela! Qui non questione di nord e sud, ma di cose da chiarire per la buona riuscita dei giochi. (Rivolto a Mauro e Silvia) Alla vostra domanda facile rispondere: la poesia deve essere in milanese perch siamo a Milano; pensate alla difficolt di chi deve giudicare vari dialetti: La nostra non una giuria di giornalisti o genti di cultura, ma composta da abitanti del quartiere. Considerando poi che le squadre sono miste, non dovrebbero esserci eccessive difficolt nel trovare persone che sappiano scrivere in dialetto.

Mauro - (sbuffando) Lo dici tu! Credi davvero che tutti sappiano scrivere poesie e per giunta in milanese?

Lella - (rivolta a Dario) Anchio dico che non facile.

Al folletto Troppo scappa una risata.

I ragazzi vedono lo strano personaggio, sinterrompono e Marco lo apostrofa scherzosamente.

Marco - E tu chi sei? Cosa fai conciato cos guarda che carnevale finito da un pezzo.

Erica - (scocciata malgrado la sorpresa) Gira al largo ragazzino, questa una riunione privata.

Dario - (al folletto, sorridendo) I miei amici hanno ragione, scommetto che volevi fare uno scherzo come ti chiami? Con quel costume sembri un folletto appena uscito da un libro di leggende nordiche.

Folletto - (sorridendo con un inchino esagerato) Infatti. Sono proprio un folletto e se volete posso aiutarvi a risolvere la vostra piccola disputa.

Lella - (sorridendo) Ma i folletti non appaiono solo di notte?

Folletto - (ironico sfacciato) Ci sono folletti e folletti, e se voi non volete credere alla nostra esistenza, siete anche ignoranti.

Erica - (arrabbiata, va verso il folletto con intenzioni bellicose e Mauro la ferma) Ignoranti?? Piccola peste, sar meglio che tu sparisca, senn.

Dario - (serio) Si, hai scocciato fin troppo, ti conviene piantarla. Va a giocare con quelli della tua et e lasciaci lavorare in pace.

Folletto - (ironico) Sei proprio certo che i folletti siano una leggenda?

I ragazzi irritati per quello che sembra linsistenza di un ragazzino dispettoso, gli ribadiscono di

andarsene.

Silvia - E togliti dai piedi!! Ci prendi per degli imbranati?? Noi non crediamo a queste cose.

Marco - (facendo un gesto con la mano) Dai rompiscatole, smamma!!!

Folletto - (arrabbiato, quasi maligno) Sono uno scocciatore e devo togliermi dai piedi?... Ora vi aggiusto io!! Vi far vedere io se esistiamo

Il folletto fa un gesto con la mano dalla quale parte un piccolo getto di polvere argentata;

immediatamente fra i ragazzi la discussione degenera in un aspro litigio. Il folletto li guarda e

ride.

Erica - (rabbiosa) Tutta colpa vostra! Stiamo perdendo un sacco di tempo scommetto che quel rompiscatole terrone come voi.

Silvia - (stesso tono) E chi mi dice invece che non sia un polentone come voi? Noi non abbiamo bisogno di trucchi perch vinceremo. La nostra squadra forte.

Lella - (come sopra) Sarete forti, ma come tutti quelli della vostra razza, non capite niente!!!

Dario - (rabbioso, spazientito con tutti) Oh, basta!! Mi avete rotto tutti, siete una manica di stupidi!!! Io discendo da una famiglia del sud e ne sono orgoglioso. Ficcatevi in quelle testacce che.

Marco - (interrompe Dario dandogli una manata) Eh no!!... Tu non puoi parlarci cos, chi accidenti credi di essere?? CRETINO!!

Dario - (a Marco, tono come sopra) Chi cavolo credo di essere?? Uno qualunque, forse proprio il cretino che dici tu. Un cretino che per si sforza di capire.

Marco - Lodevole intenzione, peccato che arrivi comunque troppo tardi.

Dario - Guarda che sbagliare non significa essere tardo di comprendonio

Marco - (stesso tono) Comunque sia, il tuo fare superiore semplifico, da saputello, comincia a scocciare.

Dario - (non grida, la rabbia si sente solo dal tono) Non era mia intenzione dare lezione a chicchessia, ho cercato solo, come rappresentante del comitato, di far s che le cose fossero chiare e che non si cominciasse a litigare prima del tempo. Se il mio modo di fare ti ha rotto le scatole, mi spiace, ognuno quello che . Mai detto di non avere difetti.

Marco - Va bene, va bene, cerca per di non strafare, senn va tutto a ramengo. Non prendo lezioni da nessuno, IO.

Erica - (cerca di por fine al litigio) Parla per te. Dario pu aver anche sbagliato, non per questo si deve rovinare il programma.

Marco - Lo difende perch ha un debole per lui, eh

Lella - Adesso piantala. Le questioni personali, vere o non, devono rimanere al di fuori dei giochi.

(Le battute degli altri possono essere semplificate con mezze frasi:

1-Ha sbagliato Dario

2-Forse, ma non meritava il cretino

3-Ci ha dato degli stupidi

4-Abbiamo cominciato noi

5-Ma sono sempre stati amici

6-Non pensavo si arrabbiasse cos

7-La reazione di Marco comprensibile

8-Non ha detto di essere il nostro capo

9-Non maspettavo esplodesse cos

10-Marco per stato pesante)

Troppo dopo essere andato al palchetto guarda dietro le quinte, si gira verso i ragazzi, schiocca le dita e la litigata cessa.

Dario - Ragazzi stavamo litigando come idioti Vi rendete conto che siamo quasi venuti alle mani??

Lella - (costernata) Ma com potuto accadere? Non siamo mai arrivati a questi eccessi!

(I ragazzi si guardano in giro costernati mentre entra in scena la principessa ed il suo seguito)

Silvia - (indicando con la mano, sbigottita) Guardatece ne sono altri!

Dario - Che diavolo succede?

Marco - (con finta disperazione) NO! Adesso sono troppi!

Mauro - (comicamente) Ragazzi sto maleho bevuto troppa aranciata!

Lella - (scuotendo la testa esasperata) un brutto sognoma cosa volete da noi???

Principessa - (seria) Non vogliamo niente se non spiegarvi come potuta accadere una cosa cos spiacevole. Quanto successo in parte colpa del folletto Troppo, che seccato dalla vostra accoglienza, con la sua magia ha inasprito la vostra disputa. Lui per, ha potuto far questo, perch nel profondo di voi stessi, esiste questa forma di razzismo. Infatti anche Dario, che il pi tranquillo di voi, si lasciato coinvolgere.

Marco - (si passa una mano sulla faccia come chi vuole essere sicuro di qualcosa) Un folletto che si chiama Troppo la magia questa piccola signora che parla di razzismo ragazzi, ma siamo sicuri di essere sulla nostra caotica amata Terra?

Dario - (che ha riacquistato la calma, sorride alla battuta dellamico) Sta calmo, siamo esattamente dove eravamo prima. (Serio) vero. Io e i miei amici pensavamo di essere immuni dal problema razziale, e invece (scuote la testa) Ma voi perch siete qui? Perch Troppo ci ha giocato quel brutto tiro??

Principessa - (seria) Avrei gi spiegato tutto se non fossi stata interrotta. (Dario fa un gesto di scusa facendo cenno di continuare, la Principessa gli sorride) Pare che tu abbia accettato lidea che noi esistiamo veramente. E vero, Troppo non doveva interferire, ma noi lo abbiamo chiamato cos proprio perch troppo Troppo esuberante, troppo curioso, e via dicendo. Per quanto ha fatto verr punito, anche perch, con il suo comportamento ha costretto noi a scoprirci: di solito non ci facciamo vedere, salvo casi particolari.

Il saggio - (rivolto alla principessa) Tisha, si sta facendo tardi, conosci le nostre regole.

Principessa - (sorride al vecchio, poi rivolta ai ragazzi) Abbiamo ancora un po di tempo, penso che dobbiamo a questi ragazzi qualcosa per ripagarli dello scherzo combinato da Troppo anche se quanto successo dovrebbe farli riflettere.

Dario - (scuote la testa sorridendo) Lascia perdere. Non ci dovete nulla. In quanto alla morale sullaccaduto, cercheremo di trarne il giusto insegnamento.

Lella - (a Marco, sorridendo insinuante) Chiss se con i loro poteri magici ma no, cosa vado a pensare.

Silvia - Stavi per dirne una delle tue?

Lella - Mahpensavo solo a un salone tutto nostro dove poter fare tante cose.

Principessa - (interessata) Un salone per voi tutti?

Lella - (esitante) Beh si. Mica litighiamo sempre.

Tisha sussurra qualcosa al saggio mentre i giovani parlano tra loro, tranne Dario che, a testa

china fa qualche passo in disparte.

Mauro - Ragazzi pensate se fosse possibile!...

Erica - (Scuote la testa) Ma va, non sognare. Comunque come faremmo a spiegare una cosa del genere?

Principessa - (batte le mani per attirare lattenzione) Ascoltate, potrete avere il vostro salone ma, come dice il vecchio saggio, dovrete guadagnarvelo. (rivolta ad Erica) E tu non preoccuparti della reazione degli altri, per il momento nessuno deve sapere del nostro incontro.

Il saggio - (con fermezza) Prestatemi bene attenzione. Voi stavate preparando i giochi annuali. Ecco il nostro suggerimento: dividete le vostre squadre in due soli gruppi. Una per il sud ed una per il nord. (I ragazzi si guardano, qualcuno fa un gesto come dire, ma che st dicendo? Il saggio mette i pollici nella cintura) Lidea della nostra principessa. Io stabilisco le regole. Ho detto nord e sud per rimanere in tema con quanto successo prima. chiaro fin qui?

Silvia - (risponde per tutti) Chiaro, vai avanti.

Il saggio - (sorridendo furbescamente) Il tema da svolgere dalle due squadre semplice. Deve essere qualcosa che al di sopra dei confini regionali accontenti tutti. Qualcosa che accomuni la gente. Voglio darvi un indizio: vi dicono nulla queste parole? Ci ritroviamo qui fra due giorni. La giuria assegner inoltre alla squadra vincente un premio simbolico. (Stropicciandosi le mani) Sono proprio curioso di vedere se riuscirete ad avere il vostro salone.

Lella - (preoccupata) Solo due giorni?... Come faremo? Non sappiamo neanche da che parte cominciare.

Principessa - (sorridendo) Questo affar vostro. Non siete furbi ed intelligenti? Chiedete aiuto ai vostri vecchi. Chiss che con la loro esperienza non possano darvi una mano. Arrivederci.

I folletti escono di scena. Abbassare le luci tranne il faro che illumina i ragazzi e un secondo che

segue luscita dei folletti spegnendosi gradatamente. I ragazzi li seguono con lo sguardo, poi

Marco si rivolge agli altri depresso.

Marco - Che giornata! (a Dario) Bella idea la tua! Se ci riunivamo altrove (scuote la testa e lascia la frase a met)

Erica - (mette la mano sulla spalla di Marco) Sentite, siamo tutti in tilt. Andiamo a casa e riflettiamo su quanto ci hanno detto. Stasera poi ci ritroveremo e ognuno dir la sua.

Mauro - (che alzandosi guarda verso sinistra come per accertarsi se i folletti ci sono ancora, vede invece il signor Mario e da lallarme) Attenti! Arriva il signor Mario!!

Intanto gli alti guardano dalla parte indicata e commentano non troppo benevolmente.

Lella - (interrogativa) Quale signor Mario?

Mauro - Il custode dellistituto privato.

Dario - (sbuffa come per trattenersi) Uffa, ci mancava anche questa!

Marco - (sottovoce) Uffa, doveva passare proprio adesso?

Erica - (veloce) Facciamo finta di nulla e soprattutto acqua in bocca, anche se sempre stato cordiale con noi.

Allentrata di Mario i ragazzi sorridono pi o meno a denti stretti, qualcuno sbuffa prima di

girarsi. Mario incuriosito dallaria un po strana dei ragazzi, si ferma a parlare con loro.

Possibilmente il saluto dovrebbe essere in milanese.

Mario - (curioso ma cordialmente) Ehi ragazzi, cosa fate qui una semplice merenda o festeggiate qualcosa? (la cadenza sempre in milanese, possibilmente) Un momento, per sembrate scombussolati, strani (ridendo) cos successo, avete forse visto un U.F.O.??

Silvia - (nervosa) Emm no successo che.

Marco - (linterrompe con una gomitata cercando di essere naturale) successo che abbiamo avuto una discussione un po vivace. Come sa, stiamo preparando i giochi e non siamo tutti daccordo sul da farsi.

Mario - (paterno) Se la discussione stata costruttiva tutto a posto, limportante che non litighiate anche se largomento coinvolge tutto il quartiere. Non ne vale la pena, puerile e voi non siete pi dei ragazzini.

Dario - Ha ragione. Lei si che in gamba non tratta noi ragazzi come una manica di incoscienti o peggio (come se gli facesse una confidenza) Senta: noi avremmo deciso di dividere le quattro squadre in due gruppi e di trovarci qui dopodomani per fare una gara un po particolare, perch non viene a vedere? Magari ci far ascoltare una delle tante poesie che sa.

Mario - (perplesso) Cos, una gara di prova? Vengo a vedervi volentieri. Per c qualcosa che non mi convince. siete sicuri che sia tutto a posto?

Marco - Glielo assicuro io tutto a posto

Lella - (sorridendo a Mario) Buona lidea di Dario cos mentre noi faremo chiss quali pagliacciate, lei potr apportare un po di cultura ai nostri giochi.

Mario - (sorridendo) Va bene, per fuori gara. Non voglio schierarmi n con gli uni n con gli altri. La prova tutta vostra.

Erica - (caricando la parte) Giusto. Saremo noi a scendere a singolar tenzone. Io posso recitare una poesia, o meglio posso cantare. Vediamo (pensa un attimo e schiocca le dita) un pezzo di Prvert (e attacca)

Son tutte al suol le foglie morte,

lautunno ahim linarid

al nostro cuor la stessa sorte

il nostro amor pass cos

foglie morte sono,

le illusioni

Marco, dopo la prima strofa, comincia a girare intorno ad Erica, facendo il verso della gallina

tutte le volte che vuole; Erica lo rincorre.

Dario - (gigioneggiando comicamente) Io sono un tipo eclettico, posso recitare tutte le parti. (parte comica Banfi-parte a soggetto-pezzo serio: IL COZZO E LA MORTE di G.Lorca)

ALLE CINQUE DELLA SERA

Eran le cinque in punto della sera.

Un bambino port un lenzuolo bianco

Alle cinque della sera.

Mentre Dario dice i suoi sproloqui, Lella con passi felpati gli va alle spalle e lo imbavaglia col

foulard, mentre gli altri ridono.

Silvia - (seriamente) Adesso zitti perch devo ballare (comincia a ballare bene, gli altri la guardano dubbiosi, poi, dopo cenni dintesa, cominciano a cantare)

Tutti - (in coro) Guarda come dondola guarda come dondola. Adesso cade

Silvia dopo lultima frase finisce con il fondo schiena a terra seduta con aria imbambolata, mentre

gli altri fanno un gesto come per dire che vi avevamo detto?. Tutto quello che i ragazzi fanno,

non sono numeri della II parte.

Mario - (ridendo) Daccordo, daccordo continuate con il programma (scuote la testa) Tanto anche se sono convinto che c qualcosa di strano, voi non lo direte mai un vostro diritto avere segreti, ed io lo rispetto vi saluto ragazzi.

Si allontana mentre Lella con fare ispirato comincia a declamare alcuni versi dallAquilone di

G.Pascoli, girandosi ogni tanto a guardare verso il punto da cui Mario uscito.

Lella - C qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi dantico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole.

Erica, che era andata silenziosamente dietro a Mario, appena questi si allontanato un po, torna

dagli amici.

Erica - (con un grosso sospiro, sorridendo) Pericolo scongiurato, puoi piantarla, non pi a portata di voce.

Dario - (sbuffando comicamente) Meno male non sapevo pi che cosa dire! (a Erica) Brava! Quella dimprovvisare stata una buona idea.

Mauro che per tutto il tempo rimasto appartato, va a prendersi un bicchiere dacqua alla

fontanella e si rivolge agli amici scusandosi un po.

Mauro - (si asciuga la fronte, scuote la testa) Uffa, che sollievo! Scusate, non sono certo stato daiuto, ma la visione del signor Mario dopo quella dei folletti, mi ha fuso completamente.

Lella - (lo accusa scherzosamente) Eh gi; daltra parte non potevamo certo dirgli la verit. (con una smorfia) Vi immaginate la faccia che avrebbe fatto!?

Dario - (serio ad Erica) Come vedi Erica, il momento di riprendere il discorso interrotto quando quei due sono tornati, arrivato prima di quanto pensassi.

Mauro - (con cipiglio caricato) Quale discorso? Cosa avete combinato alle nostre spalle?

Dario - (sorridendo) Semplice: abbiamo parlato di contrasti fra la gente, di razzismo.

Silvia - (seria, pensierosa) E pensare che per me il problema fino a qualche tempo fa non esisteva, perch non me lero mai posto posto posto (effetto eco).

INCISO REGISTRATO

Razzismo sinonimo di pregiudizio e mentalit ristretta.

Hanno imparato a vivere in silenzio, per paura.

Tutto questo razzismo o differenze sociali?

Razzismo non aiutare il drogato malato.

Per me forse pi importante il problema dellemarginato.

Vengono a Nord per lavoro

E il numero degli emarginati aumenta.

Per colpa della societ?

Mentalit diverse creano differenze

Razzista colui che pu aiutare e se ne frega.

Questo pu diventare vittimismo?

Mi chiedo il perch di queste differenze.

Non dimentichiamo una realt storico-culturale diversa.

Imporsi a chi culturalmente inferiore una forma di razzismo?

Potenzialmente siamo tutti razzisti.

Che cosa significa oggi terrone?

Sono perplesso, non so cosa fare.

Dario - Accidenti, mi si accesa una lampadina!... Credo daver capito cosa vogliono da noi.

Lella - (sorridendo) Ma va! Che cosa credi daver capito?

Marco - Se hai capito, perch non illumini anche noi?

Dario - (sorridendo mette un braccio sulla spalla di Marco o a quella pi vicino) Sii serio e facciamo tutti insieme il punto di questa giornata. (I ragazzi sono tutti vicino senza coprirsi n fare file. Qualcuno se vicino alla panchina pu anche sedersi, pur prestando la massima attenzione) Ricordate le parole del vecchio saggio quando ci ha spiegato quello che dovevamo fare?

Silvia - (calcando sulle ultime parole) Che era una cosa semplice invece

Dario - (sorridendo un po eccitato) No, non allinizio. Mi riferisco allindizio che ci ha dato.

Lella - (pensierosa) Aspetta, ha detto comunicare liberamente

Mauro - (linterrompe) Con sincerit.

Dario - (come sopra) Bravi! Questo non vi fa venire in mente nulla? NO?? Collegate le parole del vecchio saggio con quanto abbiamo fatto mentre cera Mario. Forza, vediamo chi ci arriva prima.

Marco - (un po scocciato) Dai, non farla tanto lunga, d la tua idea.

Lella - (esultante) Ci sono! Le improvvisazioni, quindi il vecchio saggio si riferiva allarte!

Erica - (Titubante) Arte? Ma noi abbiamo solo.

Dario - (ridendo) Perch no? Magari larte con la A minuscola, almeno, questa la mia idea.

Marco - (sorridendo) Mi si accesa la lampadina Credo daver indovinato

Mauro - (sorridendo, ma dubbioso) Sono daccordo, per penso anche che se stiamo sbagliando, siamo inguaiati.

Silvia - Allora che facciamo?

Dario - Io direi di preparare le squadre per una gara con numeri vari. Il tema potrebbe essere Che so Larte nel nostro quartiere. Se invece non abbiamo indovinato pazienza amen

Marco - Come amen?? E la gara?? E il salone??

Erica - Oh insomma, mi pare che non ci siano alternative: o larte o siamo fuori strada. Andiamo a parlarne con gli altri del comitato.

Lella - (ridendo) Si, ma comunque sia, ai miei vecchi cosa dicoche ho incontrato un folletto???

LAQUILONE

C qualcosa di nuovo oggi nel sole,

anzi dantico: io vivo altrove, e sento

che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento

dei cappuccini, tra le morte foglie

che al ceppo delle querce agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie

le dure zolle, e visita le chiese

di campagna, cherbose hanno le soglie;

unaria daltro luogo e daltro mese

e daltra vita: unaria celestina

che regge molte bianche ali sospese.

s, gli aquiloni! questa mattina

che non c scuola. Siamo usciti a schiera

tra le siepi di rovo e dalbaspina.

Le siepi erano brulle, irte; ma cera

dautunno ancora qualche mazzo rosso

di bacche, e qualche fior di primavera

bianco; e sui rami nudi il pettirosso

saltava, e la lucertola il capino

mostrava tra le foglie aspre del fosso.

Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino

ventoso: ognuno manda da una balza,

la sua cometa per il ciel turchino.

Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,

risale, prende il vento; ecco pian piano

tra un lungo dei fanciulli urlo sinnalza.

IL TEMPO

Sottofondo musicale iniziale, apertura sipario. I folletti sono gi in scena (invisibili) su un palchetto

a destra, luce blu sui folletti, luce piena al centro. I ragazzi entrano discutendo tra loro. Quelli che

non li hanno visti non credono che i folletti esistono. Poi passano a parlare di come svolgere la ten-

zone e come dividere le squadre. Quando, con effetto magia, i folletti appaiono, i ragazzi dicono

(hanno indovinato il tema9 che i membri preparati perdono, in quanto fatti allaperto senza effetti

luce ecc. Chiedono, se con la magia, possibile avere a disposizione qualcosa.

MARCO (eccitato) Forza, sbrighiamoci. Non sappiamo a che ora i folletti arrivano e noi dobbiamo sistemare ancora alcune cose.

A. MARIA Ancora! Ma quali folletti? Piantatela di prendermi in giro!

MARCO Appunto (ride) Figurarsi, i folletti!....Ma come diavolo fate a credere a una cosa simile.

DARIO(o altro) Semplice, li abbiamo visti, abbiamo parlato con loro.

LELLA Per me avete preso un colpo di sole.

ERICA (decisa) Va bene, fate pure gli increduli, tanto fra poco cambierete idea. Intanto che ne direste di darci da fare?

LELLA Ha ragione, dobbiamo ancora decidere come si svolger la gara, chi far parte di una squadra, chi dellaltra.

SILVIA Sarebbe tutto pi semplice se scegliessimo due capisquadra.

LELLA Per me, andrebbero bene Dario per la squadra del nord e Marco per quella del Sud. Siete daccordo?

(I ragazzi sono daccordo sulla proposta. Il consenso deve essere verbale: - S, no con allegria.

Poi continuano scegliendo da che parte stare)

MARCO Noi suoniamo per il Sud.

LEO Ed io, con il mio amico, cantiamo per il Nord

DARIO Ok! Sistematevi dove sarete pi comodi.

(Gli altri che hanno sentito battono le mani dicendo: Bravi! Bene!)

MARCO Senti Dario, facciamo mettere a sinistra quelli del Nord e dallaltro lato quelli del Sud, cos potremo controllare meglio il programma. La mia squadra sistemata.

DARIO Anche la mia. A proposito ragazzi, ricordate bene la sequenza dei numeri.

(Dario e i ragazzi cominciano a prendere posto secondo le disposizioni delle squadre cui apparten-

gono , sempre allegramente. Effetto magia e, i folletti diventano visibili, stupore da parte degli in-

creduli, risatine nervose, qualcuno si stropiccia gli occhi)

SILVIA Ehi, capisquadra, quale gruppo comincia prima?

(Effetto magia i folletti diventano visibili)

VECCHIO SAGGIO Buon Giorno, ragazzi!

MARCO Ci sono veramente! Non posso credercidicevano il vero.

V.SAGGIO (sorridendo. I ragazzi rispondono al saluto) Per vostra informazione, sar io a stabilire quale gruppo inizier la gara.

DARIO (sorridendo alla principessa) Salve. Crediamo di aver capito quello che intendevate e abbiamo preparato qualcosa. Naturalmente, visto il poco tempo, il materiale non molto. (Porge il foglietto) Comunque tutto scritto qui.

PRINCIPESSA (dopo aver guardato il foglio, sorridendo fa un cenno con la testa al vecchio saggio) Hanno superato le nostre aspettative.

(I due capisquadra confabulano tra loro, Marco fa cenno allaltro di parlare. Dario un po impaccia-

to, prende la parola prima del vecchio saggio, per chiedere, se possibile, con laiuto della magia,

avere certi effetti per valorizzare i giochi.)

DARIO (si schiarisce la gola) Scusatevolevamo dirvi che i numeri fatti cos allaperto non che rendano moltoinsommanon che con la vostra magia si possa ottenere qualche effetto teatrale?

V. SAGGIO (dopo uno scambio di sguardi con la principessa, con un tono un po ironico) Vi andrebbe bene qualcosa come il Teatro Nazionale?

DARIO (sorridendo) Oh, no! Ci basterebbe il minimo di un palcoscenico qualsiasi.

V. SAGGIO (sorridendo) Vedremo. (Guarda il foglio. Sorridendo a sua volta) Vedo dal programma, che avete preparato in cos breve tempo, che ce lavete messa tuta per assicurarvi il vostro premio. I componenti delle due squadre si alterneranno nellesecuzione dei pezzi: inizier il gruppo il cui rappresentante indoviner in quale mano di Thisha nascosta la pietra portafortuna. (Il saggio si gira verso la principessa, la quale tende le mani chiuse a pugno verso i ragazzi)

DARIO (pensa un attimo) La mano sinistra

MARCO (contemporaneamente) Destra.

V. SAGGIO Ha indovinato Marco, quindi inizier la squadra con i colori del Sud. Alla fine la giuria, dopo breve consultazione voter. Infatti come gi detto, quella vincitrice avr anche un premio simbolico. Ed ora ognuno al proprio posto, stringetevi la mano e in bocca al lupo. A proposito Dario, pu essere sufficiente questa sorta di palcoscenico in mezzo al verde? (Vecchio saggio schiocca le dita, effetti luce che rendono lidea).

PAUSA

DARIO (contento) AltrochGrazie!! Possiamo cominciare con il primo numero? (v. saggio fa cenno di s e si siede).

MAURO MIRIAM MARCO A voi lonore di cominciare la gara.

LELLA Quei due suonano davvero, credevo scherzassero, complimenti.

I numero: Canzone Romana Alla fine. Votazione

MARCO (ironico) La canzone non male ma un pobizzosa.

DARIO S per la canzone bella, ma aspetta di vedere cosa sappiamo fare noi! (Votazione)

MARIA Forza Erica, fatti valere! Fa vedere come siamo bravi.

ERICA Questa una storia vera. Lho scelta perch se larte sincerit, allora bisogna avere il coraggio di dire anche queste cose.

IN METRO

Ho visto un ragazzo poliomielitico

stasera

in metr.

Chiedeva carit alla gente

che passava di fretta.

Un cagnolino al suo fianco

con occhi dolcissimi

come i suoi.

Chi ridar loro

la libert

di vivere?

2 numero: Poesia In metr! Votazione

DANIELA (ironica) Non potevi scegliere una poesia pi allegra? Questo un pugno nello stomaco!

ERICA Lho scelta di proposito, spero sia un pugno che faccia riflettere qualcuno.

LEO Ora tocca a voi, cosa presentate?

MAURO Un balletto.

MARCO Forza ragazzi, mostrate a quelli di cosa siamo capaci.

LELLA Di cosa siete incapaci.

3 numero: Balletto Campi di cotone Votazione

MARCO (beffardo) EhVisto che grinta?

DARIO Niente male

MARCO Solo niente malehai segatura nel cervello.

DANIELA Chiss cosa hanno nel loro sacco come prossimo numero

MARIA Ve lo mostriamo subito. Una ricetta

4 numero: Ricetta Pollo alla diavola Votazione

MARCO Certo che con dei cuochi come voi

MAURO Passa la voglia di mangiare.

MARIA Pu darsi, per voi certe cose non le sapete fare.

SILVIA Ma sappiamo farne tante altre.

5 numero: Poesia Vincenzo De pretore di Eduardo De Filippo

De Pretore Vincenzo sarrangiava.

Campava a bona e Dio, comme se dice.

Figlio di padre ignoto, senzamice,

faceva o mariuolo pe campa.

A piazza municipio, na mattina,

sfilann o portafoglio a nu signore,

Cristo, cchiu lesto, ferma De Pretore

E o ncatasta cu tantabilit,

Nfacca nu campione; e nun cuntento

Daverle sbutecato na mascella,

o lassa, mette man a rivoltella,

e tira , senza scrupolo e piet.

De Pretore cadette. E muorto!...E muorto!

Gnern, suspirrancora! Liajzajeno

a terra, e lestu lestu s o purtajeno

Dinta na carrozzella p o salv.

Miezo stunatoa man e ninfermiere

nu fieto e medicina laffucava,

Depretore gi steva in al di l.

Cue pied a fora, e cu nu cammesone

e musullina, pallido e scaruso,

era, gnors, nu poco curiuso;

ma llaneme se vesteno accuss.

Allero e zampettiamo se fermaje

For o palazzo e Dio nnanz o purtone.

Spustaje cu fforza maniglia attone,

sbattennola doie vote pe chiamm.

Nu spurtiello quadrato sarapette,

e comma guardaporta saffacciaje

na cap e pruvulone, ca spiaje:

nomme, cugmomme, patria e qualit.

E a chi volete? Voglio a San Giuseppe

Ma siete atteso?siete conosciuto?

Ma sono addirittura benvoluto,

San Giuseppe mha fatto sagl cca!

Allora ci tenete appuntamento?

Cos credo. Voi dite: De Pretore,

chillo ca ve scigliette protettore,

vo sap, mo ch morto, cadda fa?

Doppo aspettato cos na mezora,

sentette co o purtone sarapeva;

e tanto d o remmore ca faceva,

Vicienzo se sentette scunucchi.

Po quando sarapette tutto quanto,

vedette a San Giuseppe ca scenneva

nu scalone sdurato, e ca diceva:

Ma chisto De Pretore, chi sarr?

E De Pretore, cu na faccia tosta,

o jettincontro, cu na mana tesa:

so De Pretore, o figlio d a Turresa!

Mhanno sparato na mezora fa.

1 FOLLETTO (pensoso) Questo il pezzo che preferisco, anche se un po irriverente gli do il massimo punteggio.

2 FOLLETTO (pedante) Uffa, sei sempre il solito. Daccordo Eduardo sempre Eduardo ma dargli il volto pi alto esagerato. In fondo tu, non sei certo un intellettuale!

1 FOLLETTO (arrabbiato salta in piedi, e con un dito quasi sotto il naso dellaltro) Ti ho forse dettoiocosa devi votare? Certo che no! Io penso agli affaracci miei, ti consiglio di fare altrettanto se non vuoi un pugno sul nasonon sei altro che ua testa di raperonzoli!

V.SAGGIO (severo) Basta! Che non succedano pi incidenti del genere!

ERICA Per i piccolettianche senza magialitigano

LELLA Forza ragazzi tocca a noi far sentire qual la musica con la M maiuscola.

6 numero: Balletto scuola di danza. Votazione (Mario si affaccia alle quinte)

MARCO (vede Mario e lo saluta allegramente) Salve Prof, le piaciuta la canzone? Visto che venuto a vedere la gara, che ne dice di farci sentire un po di cultura?

MARIO S! Molto! Purtroppo non ho molto per posso dedicare a tutti voi una poesia, una poesia di Prevert.

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte

Il primo per vederti tutto il viso

Il secondo per vederti gli occhi

Lultimo per vedere la tua bocca

E tutto il buio per ricordarmi queste cose

mentre ti stringo fra le mie braccia.

(Finita la poesia Mario esce fra gli applausi dei ragazzi)

ERICA Per, in gamba il nostro profandiamo avanti con la gara?

MARCO (Sorridendo) Certamente (la squadra del Sud fa il tifo per il numero che segue)

SILVIA Dai Mauro da fa sentire cosa intendiamo noi per poesia.

LELLA Silenzio ragazzi! E alla ribalta il fine dicitore dei nostri amici.

MARCO Senti questa come parla bene. Al suo posto.

DANIELA Va Mauro che lunico modo per farli star zitti.

7 numero Poesia Favole

Pe conto mio la favola pi corta

quella che e chiama Giovent:

perchcera una vorta

e adesso nun c pi.

E la pi lunga? quella de la Vita:

la sento raccont da che sto ar monno,

e un giorno, forse, cascher dar sonno

prima che sia finita

LELLA E questa la chiamate una poesia attuale questo un revival

SILVIA Non capisci nientela poesia non ha et!

DARIO Prima di giudicare, perch non ascoltiamo il pezzo che segue?

Mentre si decanta la poesia IoUmanit da emtrambi i lati del palco, i ragazzi si alzano e si

Muovono in alto lentamente camminando, sincrociano, al momento stabilito sulla battuta, Io,

il mio ego ognuno dovrebbe essere in prossimit del proprio posto. Qualora questo non fosse pos-

sibile, perch distanti, fermarsi dove siete e sedersi, lasciando per sempre libera la parte centrale

del palco. Questo movimento deve essere molto dolce, deve dare lidea dellumanit in movimento,

che fa da contorno alla poesia prima del plastico interpretato da Annarita.

8 numero Poesia Ioumanit

Uno, centomila, nessuno

chi sono io?

Me stesso.

Il quadro, la gabbia ove la societ

mi pone, rifiuto.

La maschera che altri mi impongono

non voglio accettare

voglio essere me stesso

anche se lessere se stesso, nulla.

Lessere se stessi, tutto e tutti.

Io sono la cattiveria, la bont

Sono la dolcezza, lasprezza

Io sono lintelligenza, lignoranza della vita.

Della vita sono la soavit e la malvagit

La tenerezza e la durezza

La ricchezza e la povert

Sono laltruismo, legoismo, e la carit

Sono la gioia e il dolore

La sofferenza tuta dellumanit intera.

Esser me stesso

Il ladro damore ed altro

Il filosofo, il poeta, il drammaturgo

Sono lo scienziato, il medico, il professore

colui che a tutti d il suo sapere

sono il sole o la pioggia

la tempesta o la solitudine

il bene ed il male

son me stesso, ma son tutti.

Sono il mio ego, son tutti e nessuno

La terra, con i suoi fiumi ed i suoi laghi

i suoi monti e i suoi mari

Luniverso, le sue stelle

ed i suoi sconosciuti mondi

Padrone sono della natura, dellinfinito

Padrone a ne c solo Dio

Sono me stesso, sono tutto e niente

Io, sono io, e lumanit intera

Io, con tutto questo, non sono altro che lamore

Cui gravita intorno luniverso e linfinito intero.

Lavagna, 4/9/78

DARIO (sorridendo ai folletti) La gara finitacome siamo andati?

(Il vecchio saggio si alza, il folletto scrivano gli consegna il foglio con i punteggi delle squadre)

V. SAGGIO (sorridendo) Bene ragazzi, mi siete piaciuti. Ho trovato molto interessante il vostro modo di comunicarecomunque il risultato pari.

(I ragazzi si guardano contenti e soddisfatti, entra in scena Troppo con in mano due fiori

dargento. Thisa prende sorridendo dalla mano del vecchio saggio un sacchetto dorato)

PRINCIPESSA (sempre sorridendo ai ragazzi) Siete stati molto bravi. Con il contenuto di questo sacchetto potrete avere il vostro salone. I fiori dargento sono il premio simbolico della giuria. Troppo, che per castigo non ha assistito alla gara ve li consegner in segno di amicizia. Mi auguro ricorderete amichevolmente questo incontro con la leggenda!

(Dopo lultima battuta della principessa effetto magia. Abbassare le luci, illuminare alberi. I folletti

Raggiungono il palchetto, luce su questultimo da dove, dopo aver salutato, i folletti spariscono.

Contemporaneamente anche i ragazzi, tranne i protagonisti, escono di scena. Luce piena su Dario e

C. ancora eccitati non si accorgono dellaccaduto.)

DARIO Che gara ragazzi, fra musica, cose serie e perch no anche qualche risata, abbiamo voluto dire la nostra. Che faticaper ci siamo divertiti. (Mentre parla si gira verso i folletti che nel frattempo sono spariti) Che ne dite..hei, ma dove sono andati?

LELLA Da dove sono venuti: nella leggenda, nella fantasia.

ERICA (interrogativa, alza il sacchetto e il fiore) Fantasia? E questi allora da dove vengono?

SILVIA (sorridendo) E stato solo un sogno, un sogno luminosoanzi illuminante!

MAURO (sorridendo, facendo un cenno con la testa) S. Ci hanno dato veramente una bella lezione.

LELLA (ridendo) Ma ho davvero incontrato un folletto?

DARIO (stesso tono) Noabbiamo incontrato i folletti, che non solo ci hanno dato una lezione di vita, ma anche questo (alza il sacchetto) con il quale realizzare, un nostro sogno

MARCO (sorridendo prende dalle mani di Lella il foglio del programma e comincia a disegnare un ipotetico progetto) Pensate che robaho gi in mente come dovrebbe essere il nostro salone.

DARIO (sbuffando) Che cavolata! Dovremmo calcolare anche lo spazio per ospitare altri gruppi, quindi cos che andrebbe costruito(cos dicendo strappa il foglio dalle mani di Marco e comincia a tracciare delle linee)

ERICA (interrompe ironica) Hei, pensate di avere solo voi maschietti il diritto di decidere come deve essere il nostro salone?

LELLA (con un mezzo sorriso, quasi pensoso) Anche perch non sappiamo cosa contiene il sacchetto.

MARCO (sorpreso) Che vuoi dire

LELLA (quasi maliziosa) Semplice. Abbiamo davvero visto i folletti? Se in quel sacchetto ci fossero solo sassolini? Se tutto questo non fosse che unallucinazione, un sogno collettivo? O una presa per i fondelli ben organizzata?...

DARIO (prima spazientito, poi perplesso) Ma non dire fesserienon penserai davvero che

MARCO Lunica cosa da fare controllare subito.

(Sullultima battuta di Dario parte un pezzo musicale poi gli attori, mimando, cominciano ad aprire

Il sacchetto. Quindi, lentamente, assumono posizione plastica, calano le luci, sul palchetto riappaio-

no i folletti sorridenti che, invisibili ai ragazzi, salutano. Chiusura sipario su toni alti del pezzo musi

cale.)

FINE

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