Ho sposato sette donne

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HO SPOSATO SETTE DONNE

HO SPOSATO

SETTE DONNE

Commedia brillantissima in due atti

di

DORY CEI

PERSONAGGI E INTERPRETI

Torquato Satolli

Marco Iacometti

Rumilda Barsatti Scottti

Angela Azzurrini

Violina

Chiara Veloci

Corifea

Eleonora Lupi

Ottina

Francesca Pucci

Clarinetta

Virginia Puccianti

Vittorina

Luigina Ciabini

Donna Elvira

Elvira Cangi

Rag. Semplicio

Francesco Falsettini

Ing. Galletti

Andrea Cecchi

Aralda Farese

Franca Marcheselli

Aroldo Farese

Manuele Manuelli

Gennaro

Luciano Arnetoli

Alice

Cinzia Berti

Il Dottore

Martignoni Alessandro

Ottaviano Rigillo

Piero Peruzzi


PRIMO ATTO

Sono le ore dieci del mattino; la cameriera entra depo­sitando un grosso vassoio con ricco servito per il caffé che ognuna si servirà dalla bollente caffettiera; le ra­gazze sono in camicia da notte, di colore diverso l’una dall’altra, con sopra una spumeggiante trasparente ve­staglia anch’essa di colore diverso l’una dall’altra e in perfetta armonia di colore con la camicia da notte.

Vittorina

(cantando un ‘aria della Traviata entra) Beviamo bevia­mo il caffé...  (Forte, verso la camera di Violina) Signo­ra sono le dieci!

Violina 

(d.d.) Vengo subito Vittorina.

Corifea  

(entrando dal corridoio delle camere delle ragazze) è pronto anche per me?

Vittorina

Sì, signorina Corifea.

Violina  

(entrando) Buongiorno.

Corifea  

Buongiorno Violina. Come sei bella oggi.

Violina  

Anche tu… Bacetto! (si baciano)

Vittorina

(Forte, verso la camera delle ragazze) Signorine il caffé!

Ottina    

(d.d.) Quante volte ti devo dire di non urlare così?

Violina  

Vittorina piano, dolcemente, altrimenti Ottina resta nervosa per tutta la giornata.

Vittorina

(cantando) Bambina addormentata mi scusi l’ho sveglia­ta, la colazione ho preparata, se vuoi mangiarla tu!!!

Ottina     

(entrando) Vittorina, non voglio che tu mi prenda in gi­ro, non sono più una bambina, sai bene che i miei nervi sono allo spasimo. Vado a letto e non dormo; se dormo sogno male, certi incubi! Stanotte ho sognato che mi violentavano!

Vittorina 

Si sogna sempre ciò che si desidera.

Violina    

(Ironoca) Vittorina come ti permetti? La signorina è casta!

Vittorina

Si, … come me … precisa!!!

Corifea    

Ottina voleva farsi suora.

Ottina  

Lo sa benissimo, è con noi da tanti anni.

Vittorina

Con vostra madre, da ventisei anni. La grande Rumil­da Barsanti Scotti

Violina  

Il cognome di papà, del mio povero papà: Scotti.

Ottina

Il cognome di mio padre non lo ha mai voluto

Violina 

Era troppo lungo cara: Bagnolstiraldi; poi se mammà doveva portare il   cognome di tutti i suoi mariti, non le sarebbe bastato un manifesto.

Vittorina

Povera signora, con lei sono stati tanto cattivi …. dopo due anni zac …morivano!

Violina  

Meno quello di Consolina

Corifea  

Per forza, lei è la figlia dell’amore!

Vittorina

Può dirlo. Suo padre, l’ha amato più di tutti la signora.

Ottina    

Il mio invece...

Vittorina

Ah, quel professore di ottoni, era crudele! Batteva in continuazione.

Violina  

Mammà?

Vittorina

Nooo! I piatti! I cembali! Ha fatto bene a morire! Non se ne poteva più!

Ottina    

Ecco perché non posso sentire rumori … è colpa di papà!

Clarinet 

(entrando) Del mio o del tuo? Di quale papà parlate?

Ottina    

Del mio, del mio.

Violina  

Non ti amareggiare, ora sei qui con la tua sorellina; non stai bene con la tua sorellina?

Ottina    

Sì ma preferisco il silenzio poetico del chiostro; non ca­pite che sento il richiamo?

Vittorina 

Si …  della foresta... e di  un bel  tarzan tutto muscoli ...

Ottina     

Vuoi smetterla Vittorina? Mi farò suora di clausura pre­stissimo.

Corifea    

Lo dice sempre ma nel chiostro non ci va mai.

Clarinet

Io ce la manderei volentieri, così ci lascerebbe un po’ in pace con i suoi continui lamenti! Sei noiosa, lo sai?

Ottina       

Mai quanto te.

Clarinet     

Siete noiose tutte e due 

Corifea     

Per me tutte e tre.

Vittorina   

(cantando) Questa o quella per me pari sono... (Forte, verso la camera di Rumilda) Signora Ru­milda l’ora è fuggita, si alzi disperata... signora Rumil­da??? Sono le dieci!!!

Rumilda 

(entra cantando l’aria della Boheme) Grazie, ma chia­mami Mimì... perché, non so! Sola fo colazione da me stessa, non vado sempre a messa ma prego assai il Signore...

Tutte

Buongiorno mammà!

Rumilda  

Buongiorno care! (cantando) Belle figlie dell’amore, gra­ta son dei vezzi vostri...

Vittorina  

(cantando) Il caffé è pronto!!! (esce)

Rumilda   

(cantando) Grazie Vittorina!!!

Violina      

Scusa mammà, porto il caffé a Torquato.

Clarinet      

Perché, non è andato in fabbrica?

Violina     

No, è da ieri che non sta proprio bene; stanotte, poi, ha avuto un febbrone, una colica!

Rumilda     

Di bile! Senti Violina tuo marito è insopportabile.

 Violina        

Perché mammà?

Rumilda     

Ci umilia sempre, ci rinfaccia ogni momento la sua ospi­talità...

Violina    

Ma che dici? Torquato è contentissimo di ospitare tut­ta la mia famiglia.

Corifea 

Non è vero; anche ieri mi ha domandato: «quando ti tro­vi un marito e ti levi di torno? »

Ottina   

    

E a me ha detto: «tu un marito l’hai già trovato, non lo fa­re aspettare troppo il Signore, potrebbe pentirsene!

Violina

Ma scherzava.

Clarinet

     

I suoi scherzi sono troppo frequenti!

Vittorina     

(entrando con vassoio e li­monata) Ecco la limonata per il signore..

Violina 

      

Ma perché la limonata?

Vittorina      

Il signore è stato male ieri… disturbi di stomaco...

Rumilda      

E di bile!

Vittorina    

Quindi una bella limonata con bicarbonato lo rimette al mondo; e poi una limonata fa sempre bene

Violina  

Vittorina tu sei prodigiosa! Allora cosa gli do il caffè o la limonata?

Rumilda

Tutti e due: il caffè lo eccita e la limonata col bicarbo­nato lo ristringe e lo calma!

Violina

Se lo dici tu! (prendendo il vassoio con il caffè e la limonata e dirigendosi verso la camera) Torquato, Torquatino mio, dolce come lo zucchero, c’è la limonatina!

Clarinet 

Avremo il piacere di averlo tutto il giorno in casa, il ca­ro cognatino

Corifea   

Che gioia!

Ottina     

Prepariamoci alle prediche!

Rumilda 

Io non voglio nemmeno salutano. Vittorina, che ore sono?

Vittorina 

Le dieci e trenta signora.

Rumilda

(melodrammatica) Dio mio, come farò ad arrivare al­l’ora di pranzo! Cosa si mangia, oggi?

Vittorina  

Non ho ancora parlato con la cuoca.

Rumilda   

Per carità! Parlaci subito, subito Vittorina.

Vittorina

  

Certo signora, subito. (via)

Rumilda    

Ah, come mi manca il mio teatro, i miei alberghi, le mie opere, il mio camerino pieno di rose rosse! Ogni mari­to, alle prime, mi mandava sempre, tredici rose rosse. Tuo padre me le mandò alla prima della Tosca, a Pa­lermo, e dopo due giorni, pensa, morì.

Corifea  

(di scatto per interrompere la madre) Mammà vado a fare il bagno.

Ottina    

(isterica) Ora mi verrà il mal di testa a sentire il rumore del­l’acqua.

Clarinet

Per non farti venire il mal di testa non dovremmo nem­meno lavarci?

Ottina  

Non dico questo, ma almeno mettete un asciugamano sulla cannella...

Corifea    

Che c’entra. Sei proprio.., sei noiosa, hai capito? (esce)

Ottina       

Sei tu noiosa!

Rumilda    

Aahh, come sono stanca!

Clarinet    

Ti faccio notare che ti sei alzata ora, mammà!

Rumilda  

E con questo? Sono stanca ugualmente; perché, non Sipuò essere stanchi?

Clarinet

Ma non si può dire niente, ti arrabbi subito mammà!

Rumilda

Mi arrabbio, sì mi arrabbio; perché siete tutti controdi me... «ti sei alzata ora»... io sono una donna d’arte, capisci? Una grande cantante. Il lavoro mi ha distrut­ta. I viaggi per il mondo mi hanno tartassata, polveriz­zata. I mariti poi, hanno preso il meglio di me... quattro mariti, quattro... il quinto non ho voluto sposarlo per non farlo morire; sono, ormai, una donna provata! Sì, sono stanca, stanca di vivere questa vita monotona, vor­rei la libertà! (cantando) Sempre libera degg’io, svolaz­zar di gioia in gioia, voglio far...

Clarinet

Attenta alla rima, mammà!

Rumilda

(cantando) Che dici... che dici... ohimé che dici!!!

Vittorina 

(entra cantando) Che c’è, che c’è, che c’è!!!???

Rumilda  

(cantando) Voglio partir, partir, partir!!!!

Vittorina

(cantando) Si partiam, partiam... al teatro andiam, par­tiam partiam!!! (suona il campanello) Scusi suonano, torno subito! (esce)

Violina  

(entrando) Ma perché vi mettete a cantare mentre Tor­quatino sta male? Ha trent’otto di febbre!

Rumilda 

Non importa, che muoia lo Scarpia! Mi ha già stufato tuo marito con la sua tirchierìa! Cosa ci faccio, io, con ventimila lire al mese? Ti sembra un appannaggio per una donna come me? Non posso andare nemmeno al circolo a giocare!

Violina    

Mammà, ci mantiene tutte!

Rumilda  

E’ suo dovere! Sono tua madre e quelle di là le mie figlie, le tue sorelle! Voleva forse, lasciarci in mezzo alla stra­da? Purtroppo la mia piccola, l’ultimo frutto del mio ultimo amore, ha voluto, a forza, lasciarla in colle­gio!

Violina     

Deve dare gli esami di maturità, mamma.

Rumilda   

Chissà come soffre! Ma il caro... Torquatino... si è im­posto: «fino a che non ha dato gli esami, in questa ca­sa, non entra! »

Clarinet

           

Anche noi ci hai tenute, sempre, in collegio, mammà.

Rumilda   

Per forza, viaggiavo! Ma l’estate vi tenevo...

Clarinet    

Con le istitutrici! Ora, tocca a lei, alla tua prediletta.

Rumilda   

Non è vero, vi ho amate tutte, ho spezzettato il mio cuo­re... ma troppe, troppi: cinque figlie, cinque mariti!

Clarinet    

Potevi arrivare a sei, così facevi mezza dozzina di mariti!

Rumilda    

Non offendere tua madre! Non è colpa mia se sono mor­ti tutti, meno uno!

Violina     

Ti prego mammà, calmati.

Vittorina  

(entrando) Signora Violina c’è il ragionier Semplicio.

Violina    

Fallo passare, avverto subito Torquato. Clarinetta, vie­ni a dare il buongiorno a Torquatino.

Clarinet   

Per carità, preferisco un bagno freddo. (salutando) A più tardi, mammà!

Rumilda  

Non voglio salutarti!

Clarinet   

Non importa! Addio!!! Vado a fare il bagno. (via)

Violina    

Io vado ad avvertire Torquatino (dirigendosi in came­ra) Amore mio, dolce come lo zucchero, Torquatino.. sai chi c’è? C’è il ragionier Semplicio...

Rumilda 

Vittorina, ma come avrò fatto a fare una figlia così stu­pida? Hai visto? Hai sentito? (imitandola) Torquatino... dolce come lo zucchero...

Vittorina 

Era stupido anche suo padre; bravissimo come primo violino della Scala, ma stupido!

Rumilda 

Non si accorgeva nemmeno che mi piaceva il professo­re d’ottoni!

Vittorina 

Era semplice e buono.

Rumilda   

E' vero e per questo scrissi sulla sua tomba: «fu sem­plice e buono e superò anche tre volte la bontà»

Vittorina 

Magnifico epitaffio! Allora, faccio passare il ragionier Semplicio?

Rumilda 

A proposito di stupidi, sì.

Vittorina

(esce e rientra subito seguita da Semplicio) Prego, si ac­comodi ragioniere.

Semplic 

(entrando) Permesso... buongiorno... oh, i miei rispetti Donna Rumilda.

Rumilda 

Si accomodi ragioniere (indica la sedia di destra, però ci si siede lei stessa)

Semplic 

(rimanendo in piedi impacciato) Grazie.

Rumilda

 Prego, ma perché non si siede?

Vittorina

(indicando la sedia sinistra) Prego, si accomodi.

Rumilda

(alzandosi e andando a sedere sulla sedia di sinistra) Sen­ti Vittorina, portami un pompelmo... spremuto, natu­ralmente... (a Semplicio sempre più imbarazzato) ma perché non si siede, prego! (indica la sedia di destra)

Semplic 

Sì grazie, ma dove? Lei dice lì, Vittorina dice là... io non so...

Vittorina 

Ma qua ragioniere, qua! (indicando la sedia di destra)

Rumilda

 

(cantando sottovoce) O qui o là... per me pari sono... Co­me vuole!

Semplic 

(prendendo un’altra sedia) Forse è meglio qui. (si siede)

Rumilda 

Sta bene in salute? (alzandosi e andandogli vicino)

Semplic

Per ora.  

Rumilda 

E’ molto pallido, sudato, ha gli occhi cerchiati... non lo vedo bene...

Vittorina 

No, no … non lo vedo bene nemmeno io... mah! (via)

Rumilda

 

Quanti anni ha, ragioniere?

Semplic  

Trentaquattro. Sono nato il ventuno aprile.

Rumilda 

(con veemenza) Un toro!

Semplic

 (alzandosi di scatto) Dov’è?

Rumilda

Chi?

Semplic 

Il toro!

Rumilda

No, dicevo che lei è un toro... non si direbbe... il suo se­gno zodiacale! Anche il mio primo marito era nato sot­to il segno del toro; invece.., si direbbe che uno fosse... mi capisce?... invece.., strano, no? Almeno a me è capi­tato così: buono, poetico, economo, ma non passionale; il dovere e basta. La donna, invece, passionalissima e senza farsene accorgere è gelosissima. Non lo sapeva?

Semplic 

No.

Rumilda 

E fidanzato?

Semplic 

No.

Rumilda 

(ridendo) E’ un collezionista di no??

Semplic 

Vorrei fidanzarmi... lo vorrei.., ma, non sono intra­prendente!

Rumilda 

Si vede, si vede! Eh sì, l’uomo toro non è frivolo, è fe­dele; quando incontra una donna, la sposa e... sempre quella, capisce? Anche perché con due non ce la fareb­be; poi, vuole risparmiare; il toro, non vuole spendere; il toro, muore sempre con i soldi in banca... magari in campagna, all’aria aperta

Semplic 

Com’è brava donna Rumilda; è vero, mi piace molto la campagna.

Rumilda

 

Mi sono sempre dilettata nello studio dei segni zodia­cali; vede, prima di prendere un nuovo marito, studia­vo sempre se il mio segno... sa io sono vergine...

Semplic 

Eh?

Rumilda 

Il segno, ragioniere, solo il segno… segno, vergine. Studiavo, se era in armo­nia col il loro segno, se andava d’accordo.

Semplic

E andava d’accordo?

Rumilda

  

Quelli con i quali andava d’accordo... morivano prima! Poveri cari, subito! I primi due, i padri di Violina e Ot­tina, deliziosi, deliziosi ma due tori.., eh si, la vergine distrugge il toro! Stia attento lei a non sposare una ver­gine... piuttosto che una vergine è meglio un cancro!

Semplic

 

(facendosi il segno della croce) Per carità, Dio mi salvi!

Rumilda  

Ma che fa? Segno, segno zodiacale! Sta male, sta male, è fuori di sé, non segue, non si concentra... su caro, su!

Vittorina 

(entrando con il bicchiere di pompelmo su un vassoio) Ecco signora Rumilda il pompelmo.

Rumilda 

(prendendolo) Grazie Vittorina.

Vittorina 

Prego signora, non solo è un dovere, ma un piacere  (via)

(le ragazze via via che rientrano avranno un accappa­toio bellissimo e ognuna di colore diverso)

Clarinet

 

(entrando in accappatoio e pantofole) Mammà, hai vi­sto il mio bagno alla banana?

Rumilda

 

Sciocchina, che domande! Cosa vuoi che sappia io del tuo bagno?

Clarinet  

(chiamando ad alta voce) Ottina!!!!

Ottina     

(entrando in accappatoio e pantofole) Non urlare, che vuoi? (vedendo Semplicio, con civetteria) Oh, ra­gioniere...

Clarinet  

(con interesse) C’è il ragioniere?

Ottina     

Oltretutto sei anche cieca? Non lo vedi? Non è mica un soprammobile!

Clarinet   

(a Semplicio con graziosa civetteria) Oh, buongiorno ra­gioniere.

Semplic    

(imbarazzatissimo, tutto rosso) Buongiorno signorine.

Tutte le battute ricomprese dentro le parentesi vengono dette  guardando il ragioniere come se parlassero con lui - provocanti e canzonatorie


Clarinet

Allora, l’hai preso tu il mio bagno alla banana?

Ottina   

 

   Sì. Non è tuo, è mio. Mio, capisci? Mio!

Clarinet  

  Per la verità l’ho comprato io.

Ottina      

 Uffa! Ora lo adopero io e poi te lo do!

Clarinet   

No, compratelo. Se è mio come fai a dire che è tuo, eh????

Corifea

(entrando in accappatoio e pantofole) Si può sapere per­ché urlate? (vedendo Semplicio e, come le altre, con ci­vetteria) Oh, ragioniere …

Clarinet 

Non vuol darmi il bagno alla banana; l’ho comprato io, con i miei soldi.

Corifea     

Te lo do io, è uguale al tuo.

Rumilda    

(a Semplicio che tutto confuso volta la testa dall’altra parte; le ragazze mostrano un po’ di nudità) Ragionier Semplicio si volti, non lo mangiano mica!

Semplic      

Per carità, cosa direbbe il principale se mi sorprendes­se a guardare le signorine?

Rumilda

     

Direbbe che è diventato.., un toro (ridendo) da non con­fondere con il segno.., avanti, non arrossisca e si volti, … si volti! … Belle, eh?

Semplic     

(balbettando) Bellissime!

Rumilda   

 Tutte, anche la moglie di quel bestione di là! E lei non ha visto la quinta.., bella, bella anche lei! Tutte belle e tutte... zitelle!

Semplic      

Meno una: la moglie del principale!

Rumilda     

Appunto. Tutta colpa del signor Torquato. Gliel’ho detto tante volte di invitare i suoi collaboratori.., così, pote­va collocarle bene, no? E se le rifiutavano, licenziamen­to in tronco. Invece, niente! Non invita nessuno. In questa villa così sperduta chi le vede? Nessuno! I for­nitori e basta. Ah, se potevo cantare ancora quanti Ca­varadossi, quanti Pinkerton avrei trovato!

Clarinet

     

 Mammà, offri qualcosa al ragioniere.

Ottina           

Glielo preparo io

Corifea        

No, glielo preparo io.

Clarinet       

Prepariamoglielo tutte e tre... un buon drink, esplosivo! (le tre ragazze versano il drink nei bicchieri )

Rumilda      

Preparalo anche per me.

Semplic      

Grazie no, sono astemio.

Rumilda

      

Un drink fa sempre bene, da forza.

Corifea        

Da coraggio.

Ottina 

         

Rende intraprendenti... (dà il bicchiere a Rumilda)

Semplic

     

Crede? Non ho mai bevuto

Rumilda      

Basta provare

Clarinet      

(dando il bicchiere a Semplicio) Prenda ra­gioniere, prenda.

Rumilda

     

Avete tutte il bicchiere? Bene, allora: cin cin!

Semplic      

Cin, cin!

Tutte     

Cin cin! (bevono e a Semplicio, naturalmente, va di tra­verso e tossisce)

Rumilda     

Guardi l’uccellino ragioniere... guardi!

Clarinet      

Io vado a vestirmi!

Corifea       

Anch’io. Con permesso ragioniere. (via)

Ottina         

Anch’io vado a vestirmi. (guarda languidamente Sem­plicio)

Clarinet      

Fammi capire... ma a te, non piaceva il Signore?

Ottina   

     

Lui è in cielo… ma questo è in terra, eh! Con permesso. (via)

Clarinet    

Mammà, ma come hai fatto a fare delle figlie così scioc­che, eh? Vado anch’io! (aprendosi apposta l’accappatoio) Uh, mi si è aperto l’accappatoio. Mi scusi, ragioniere, con permesso. (via)

Rumilda   

(a Semplicio con marcata intenzione) A Clarinetta si è aperto l’accappatoio!

Semplic     

Ah sì? Non l’ho visto!

Rumilda     

Non poteva essere diversamente.., sveglia ra­gioniere... sveglia.

Violina      

(entrando) Ragioniere, mio marito lo sta aspettando, vada, vada pure.

Semplic     

(con emozione) Corro, corro... Oddio, dov’è la mia bor­sa? Cielo, dove ho messo la mia borsa? (si muove agita­tissimo)

Rumilda     

Quando è entrato non l’aveva.

Semplic      

Madonnina santissima, sono rovinato... sono rovinato... Ohi, ohi, ohi, che fitta al cuore... mio Dio...

Violina       

Stia calmo, si calmi ragioniere, l’avrà lasciata di là.

Semplic      

Dove? Dove l’avrò lasciata? Guardi, guardi come sudo.

Violina       

Non si agiti.

Rumilda     

Vittorina, Vittorina!!! (la chiamerà ad alta voce e Sem­plicio prende paura) Ma è di vetro lei, ragioniere! Si tempri, si tempri!

Vittorina    

(entrando) Comandi.

Violina       

Hai visto la borsa del ragioniere?

Vittorina    

Sì signora, è in veranda.

Semplic       

È una grazia! Grazie, lei mi ha salvato la vita, grazie! Corro a prenderla. Grazie! (esce di corsa)

Rumilda

Povero ragazzo, tuo marito l’ha rimbecillito!

Semplic     

(entrando con la borsa) L’ho trovata, meno male. Come sto? Sono presentabile? Posso andare?

Violina       

Sta benissimo, prego si accomodi.

Semplic      

È calmo il principale?

Rumilda     

Come un leone affamato.

Violina       

Mammàaa! (via)

Semplic      

Entro?

Rumilda     

Entri.

Semplic     

A più tardi.

Rumilda    

Speriamo!

Semplic

Come?

Rumilda     

Se il leone non l’avrà mangiato!

Semplic

Allora vado... con permesso. (s ‘inchina - va verso la ca­mera di Torquato)

(le ragazze rientrano vestite per uscire; i loro vestiti so­no molto belli, eleganti, di vivaci colori, diversi l’uno dal­l’altro)

Ottina           

(entrando) Mammà che ti ha detto? Avrò fatto una brut­ta figura a presentarmi in accappatoio?

Rumilda   

Anzi.

Ottina        

È un bel ragazzo, vero?

Rumilda    

Non direi, è opaco.

Ottina        

È tanto religioso sai, va tutte le domeniche alla messa. Il marito  ideale per me, penso che sia questo.

Corifea     

(entrando) Ah, ora vuoi questo? Il ragioniere piace an­che a me, tu hai il Signore. Al ragioniere non ti permet­to di puntargli gli occhi addosso... è da tanto che cerco di fargli capire che mi piace.

Ottina

Se lui non lo capisce è segno che non gli interessi.

Corifea     

Se non gli interesso io, figuriamoci se gli puoi interes­sare tu... sei stucca, noiosa, sempre con cento mali e con quella mania religiosa...

Rumilda

Per questo anche tu, non brilli d’allegria!

Ottina      

Insomma, mi piace.

Corifea    

Vedremo chi lo conquisterà prima.

Rumilda  

Quello ho paura che se non lo prendete con la forza, se non lo scaraventate sul letto, non lo conquista nessuna!

Ottina      

Lo conquisterò, vedrete se lo conquisterò! Abbiamo tut­ti e due le nostre anime pure... il Signore ci aiuterà! (via)

Corifea   

Credi che ci riesca?

Rumilda  

Né te, né lei! Ci vuoi altro per quello! Ci vorrebbe una donna come me. Ah, avessi la vostra età! Ma perché non avete preso nulla da me? Per dire la verità tu non asso­migli nemmeno a tuo padre perché lui era molto sim­patico... invece tu, guarda che faccia... assomigli.., e non capisco perché...

Corifea   

Al tuo primo marito.

Rumilda   

No, dal primo non ebbi figli.

Corifea  

Come? E Violina?

Rumilda 

Ah, sì? Uh, che smemorata! Ah, che uomo: piccolino, una testa pelata, lucida, lucidissima, ci si specchiava... che intuito musicale... se fosse vissuto lui, quell’ange­lo, tu non c’eri, né tu né Ottina.

Corifea

           

Ottina è nata dopo Violina mammà, io sono la pe­nultima!

Rumilda

Ah sì? Vedi, mi confondo. Dunque, riepilogando...

Corifea  

Mammà, vai in camera a fare l’inventario

Rumilda 

L’inventario? Non offendere tua madre... se i miei quat­tro mariti sono morti e uno, per mio volere, disperso...

Corifea   

Potevi aspettare, così sarebbe morto anche quello!

Rumilda

L’ho disperso per paura che mi morisse. E poi, questi, sono affari miei. Caso mai dovrebbe rimproverarmi tua sorella Consolina, è suo padre, il Console... ma che c’en­tri tu? Dunque dicevo, i vostri padri sono morti per lo­ro decisione... non li ho mica ammazzati io!

Corifea

Sei stata proprio disgraziata!

Rumilda 

Sì, disgraziata... quattro funerali.., quattro cimiteri di­versi: uno è morto a Torino, uno in Sicilia, uno in Sviz­zera, uno... non me lo ricordo più... dov’è morto?... ah sì, sui lago di Garda! Quattro tombe sparpagliate.., sol­tanto la fatica per andare a trovarli... io, ogni anno, fac­cio la mia brava tournée cimiteniale!

Corifea

Dal padre di Consolina, però, non ci sei mai andata!

Rumilda  

Ah se l’avessi sposato, sono sicura che sarei andata an­che da lui! Non lo volli sposare Ottaviano, l’amavo trop­po, non volevo che morisse. Vivemmo insieme tre anni... nacque Consolina, era Console allora; poi, lo fecero Am­basciatore, venne trasferito in Brasile...

Corifea   

E tu, invece di seguirlo, tagliasti la corda!

Rumilda 

Se l’avessi seguito in Brasile, in quanto Ambasciatore, avrei dovuto sposarlo e... dopo poco sarebbe morto an­che lui! Mi sarebbero sorti dei problemi gravi.., e come potevo fare ad andare nel cimitero in Brasile per tro­vare il mio Ottaviano? E ora che ti ho date tutte queste spiegazioni , spari­sci, altrimenti ti tiro questo bicchiere in testa!

Violina   

(entrando elegantissima ma con un evidente tocco d’in­fantilismo) Vi litigate ancora? Ma che succede stamani?

Rumilda 

Succede che tua sorella m’insulta!

Violina    

Insultare mammà? Perché, cara?

Rumilda  

Indaga sul mio passato... mi paragona alla Traviata... e pensare che vi ho dato tutto... vi ho istruite nel primo collegio di Firenze... vi ho mantenute come delle prin­cipesse per ventisei anni e i miei mariti hanno contri­buito tutti al vostro mantenimento, anche se ognuno di essi non era il padre di tutte!

Violina    

Ma ora mammà, siamo mantenute da...

Rumilda   

Da tuo marito! Era logico che una di voi si sacrificasse per ripagarmi dei miei sacrifici. E meno male che que­sto dura e se muore ci lascia una bella eredità. Pensate, mi vedo già Presidente della fabbrica! E fra tanta gen­te, quattro Cavaradossi li trovo! Vado a vestirmi, da sola, senza cameriera e dimentico questo triste diverbio mattutino! (cantando) Vissi d’ar­te, vissi d’amore, non feci mai male ad anima viva... (via)

Corifea    

Non la posso più sopportare!

Violina     

La mamma si sopporta sempre. Non si vedono i difetti della mamma.

Corifea    

Io li vedo, oh se li vedo! (esce piangendo)

Violina     

Corifea non andartene, ascolta la tua sorellina... (le corre dietro; via)

Torquato  

(entrando con Semplicio - è in vestaglia, febbricitante e visibilmente raffreddato) Ragioniere allora siamo d’ac­cordo, è tutto chiaro?

Semplic   

Chiarissimo commendatore

Torquato  

Riepiloghi

Semplic

  

Cosa?

Torquato

 

Ho detto riepiloghi… il tutto!

Semplic

  

Il tutto?

Torquato

 

Quello che deve fare. Andiamo, si sbottoni il cervello. Lo ha abbottonato o sbottonato, eh?

Semplic

   

Cosa?

Torquato

 

Il  cer - vel - llo!

Semplic

  

Ah, sì signor Commendatone.

Torquato

  

Allora?

Semplic 

 

Andare alla Cassa di Risparmio di Firenze, prelevare cinquantamila lire in assegni...

Torquato

  

Cinquantamila lire? Ma che sta dicendo? Ra­gioniere si svegli!

Semplic

  

Oh si! … Si signor Commendatore! Cinquanta mi­lioni in assegni circolari non trasferibili, prendere la macchina, correre a Montecatini consegnare gli asse­gni al Commendator  Baroncelli...

Torquato

  

Farsi dare la fattura regolarmente quietanzata e fan par­tire tutto per Chiasso. Continui... etcì... etcì...

Semplic

   

Tornare a Firenze di corsa, assistere con l’ing. Galletti alla bollatura dei vagoni che devono partire per l’Olanda …

Torquato

  

Riferirmi tutto telefonicamente, indi...

Semplic

   

Correre in tipografia, ritirare le bozze del catalogo, por­tarle in fabbrica, sottoporle all’ing. Galletti...

Torquato

   

Indi... etcì etcì etcì...

Semplic

    

Mandarle di corsa a casa del signor Commendatore...

Torquato

   

Per Gennaro il portiere.

Semplic

    

Il portiere è stato messo al centralino Commendatore.

Torquato

   

Gennaro al centralino? Ma siete impazziti tutti? E la telefonista?

Semplic

    

È assente

Torquato

   

Perché ? Dov’è ?

Semplic

    

E’ malata. Ci sono molti assenti: trentacinque tra  ope­rai e impiegati... alcuni sono in vacanza altri sono in permesso per problemi vari.

Torquato

 

Ma questo è assenteismo! Fanno tante storie e rovinano l’azienda. Guardi me! Ho trentanove di febbre e sono in piedi. Bisogna essere forti!

Semplic 

  

Io sono forte commendatore... etcì etcì etcì!

Torquato

  

Salute. Ma non avevate nessun altro da mettere a quel posto? Proprio quello? Prima di tutto è cretino, poi par­la ostrogoto, sa fare a mala pena il portiere...

Semplic 

 

Ce l’ha messo l’ing. Galletti d’accordo col capo del per­sonale.

Torquato

   

Eh, quest’idea non poteva averla che l’ing. Galletti. Ci pensi lei a portarmi il catalogo, tanto la fabbrica è qui a due passi.

Semplic 

 

Volentieri commendatore... etcì etcì etcì!

Torquato

  

Salute

Semplic

   

Grazie commendatore; le porterò il catalogo.

Torquato

Lei farà strada, giovanotto. A proposito, la mia segreta­ria sta bene?

Semplic

   

Aspetta i suoi ordini commendatore.

Torquato

   

Le dica di venire nel pomeriggio, qua da me... con lei. Vi terrò a cena e lavoreremo fino a mezzanotte. Forse è meglio che le telefoni io, può aspettare un momento?

Semplic.

 

Sempre ai suoi ordini, commendatore.

Torquato

  

(al telefono compone il numero della fabbrica) Pronto? Pronto? Non risponde nessuno.

Semplic

 

Eppure Gennaro deve esserci.

Torquato

Sì, ha staccato ma non risponde. Bestia, quello è una bestia! Pronto, pronto??????

(dall’altro capo del telefono parla Gennaro e a turno gli altri la cui voce si sente attraverso l’altoparlante. Gennaro parlerà in napoletano. Per semplicità le sue bat­tute sono scritte, di seguito, in italiano)

Gennaro

 

Sissignore sono pronto mica dormo, state calmo, è tanto che sono pronto. Ma se voi non dite che pronto, io che devo dire? Pronto, eh, pronto; signore, dite dite.

 

Torquato

 

 Roba da pazzi! Gennaro senti...

 

Gennaro

  

Sento bene mica sono sordo. Mi ha detto l’ingegnere Galletto dovete dire il vostro nome. Chi parla con la vo­ce? Chi inter... inter...

 

Torquato

   

E Juventus!

 

Gennaro

    

Porca miseria come devo dire? Non mi viene... ìnter... inter... ecco ora mi ricordo ... chi interlocosce!

 

Torquato

 

In…ter… lo… quisce! Senti Gennaro...

 

Gennaro 

 Ah mi conoscete signore?

 

Torquato

  

Purtroppo! Stammi a sentire Gennaro.

 

Gennaro   

Gennaro sono io. E chi siete lei? Chi inter... inter... ac­cidenti!

 

Torquato 

Sono il principale!

 

Gennaro

   

No.

 

Torquato

  

Sì.

 

Gennaro

   

Non ci posso credere, sangue di San Gennaro! O Ma­donna! O Santa Lucia! Sto parlando col principale! Dalla faccia non vi ho riconosciuto. Come state, state sempre malato?

 

Torquato

  

Sempre. Ho trentanove di febbre ... etcì etcì etcì ... Senti Gennaro...

 

Gennaro

   

Vi sento, vi sento bene ... agli ordini Commendatore.

 

Torquato

   

Ascolta Gennaro, quando telefonano, non dire pronto.

 

Gennaro

    

Allora come devo dire?

 

Torquato

  

Devi dire il nome della fabbrica. Ecco, io chiamo...

 

Gennaro

    

Chiamate me? Quale onore commendatore... io sono pronto commendatore, io sono sempre pronto per il commendatore mio.

 

Torquato

    

(alzando la voce) Stai attento Gennaro per Dio!

 

Gennaro

  

Attento io sono commendatore.

 

Torquato

  

Che fatica! Io dico: con chi parlo? E tu devi dire: "Socie­tà Saito" o "Fabbrica Saito" - poi lasci parlare e quindi smi­sti nelle varie stanze. Hai capito?

 

Gennaro   

Nemmeno una parola. Commendatore mi dovete scu­sare, qui ci sono  un sacco di bottoni, un sacco di tasti... io, commendatore, ho scritto tutto, ve lo dico: Galletto 18, capo personale 9... principale 2213… No, no scusate que­sto è la polizia … principale e segretaria bò­na 13... tutto ho scritto io... non posso sbagliare… ma il mio capo da i numeri all’otto, madonna!

 

Torquato

 

Hai ragione la colpa non è tua è di chi ti ci ha messo. Chiamami Alice.

 

Gennaro

  

La segretaria bòna? La chiamo subito. Madonna, San Gennaro ho perso il tredici... no, no commendatore ho ritrovato il tredici sapete?

 

Torquato

  

(infuriato) Avanti passami Alice!!!

 

Gennaro

    

Eccolo qua il tredici... pigio commendatore, pigio Alice?

 

Torquato

  

Si pigia, pigia! Ma anche Galletti mettere al centralino il più deficiente della fabbrica!!

 

Alice

Pronto, Alice Favretti, segretaria del Commendator Torquato Satolli…. Dica.

 

Torquato

 

Signorina Alice sono io.

 

Alice      

Ah tesoro mio, come stai? Sapessi quanto mi manchi!

 

Torquato

 

Anche a me. Sì, sì … non c’è male signorina, grazie, ma ho sempre la febbre e non posso venire in ufficio.

 

Alice      

 

Nemmeno oggi? Amore mio, se non ti vedo soffro trop­po, mi ammalo anch’io.

 

Gennaro

  

Anch’io soffro troppo commendatore se non venite m’ammalo anch’io.

 

Torquato

 

Ma chi è?

 

Gennaro

 

Sono io principale, Gennaro vostro.

 

Torquato

 

Non s’interferisca, abbassi il tasto e non mi interrompa, si isoli, si isoli!

 

Gennaro  

E va bene me ne vado via! Se lo volete voi commen­datore!

 

Torquato

  

No, resti lì ma si isoli... pigi il tasto 13!

 

Gennaro

 

Subito commendatore io sono come Garibaldo, ubbidi­sco. Allora pigio il 13, non ve ne pentirete poi?

 

Torquato

 

Pigia!!!

 

Gennaro

   

E io pigio.

 

Torquato

 

Pronto Alice, pronto?

 

Galletti

 

Pronto? Ingegner Galletti, Pierangelo Maria Sebastiano Gallet­ti Dir. Tecnico, Dir. Commerciale, Dir. Acquisti, Dir. Contabilità, Dir. Amministrativo, Dir. Pubbliche Relazioni della ditta Saito,  parli pure.

 

Torquato

 

Ma chi glieli ha dati tutti questi incarichi?

 

Semplic

 

Non lo so Commendatore, forse lei.

 

Torquato

 

Ma neanche per sogno!

 

Galletti 

  

Pronto? Pronto... avanti non s’intimidisca, parli, parli pure!

 

Gennaro

  

Commendatore ho trovato il tasto, l’avevo perso, ma io l’ho trovato;  commendatore pigio Alice?

 

Torquato

  

Pigi, pigi!!!

 

Alice     

  

Pronto … pronto amore, dimmi … dimmi…

 

Torquato

  

Senta signorina la pregherei di venire a casa mia con il ragionier Semplicio; verrà a prenderla lui.

 

Alice 

Sono qui in ufficio e non mi muovo; non vedo l’ora di rivederti tesoro.

 

Gennaro

 

Che faccio principale, vengo anch’io con la signorina Alice?

 

Torquato

 

Ma perché ascolti? Chiudi, chiudi!!!

 

Gennaro

  

E io chiudo tutte le cose e buona giornata!

 

Torquato

  

Pronto? Pronto? Ha tolto la comunicazione! Che bestia, che bestia e lei che fa lì ragioniere? Corra, corra!!!

 

Semplic

Mi aveva detto di aspettare.

 

Torquato

  

Oggi siete tutti pazzi. Galletti si inventa nuovi incari­chi, lei dice che le ho detto di aspettare, quell’idiota m’interrompe con Alice...

 

Violina

   

(entrando) Torquatino, dolce come lo zucchero del cuo­ricino mio, non ti arrabbiare, ti aumenterà la febbre!

 

Torquato

           

Mi aumenterà altro che febbre! Ma come si fa a vivere con questa massa di inetti, eh? Vada, corra! (a Violina) Fammi preparare nello studio per le cinque un plaid e dei cuscini sul divano perché viene la mia segretaria.

 

Violina

Viene Alice? Oh, la vedo tanto volentieri, è così carina. Ed ora torniamo a letto, appoggiati al mio braccio, dolce come lo zucchero, orsacchiotto mio...

 

Torquato

(a Semplicio) Ma è ancora qui? Ma non le ho detto di correre? Dio mio Dio mio, come farò con questa gente, come farò... (via con Violina)

 

Semplic  

(inchinandosi) Ai suoi ordini commendatore, ai suoi ordini.

 

Ottina  

 

(entrando) Aspetti un momento.

 

Semplic

 

Devo andare signorina, devo correre signorina.

 

Ottina  

  

Dove?

 

Semplic

  

In banca. Poi, a Montecatini.

 

Ottina

           

Oh, Montecatini! Celebre per le rinomate fonti che si trovano nella ridentissima val di Nievole. La tempera­tura è tiepida in primavera e ventilata in estate.

 

Semplic  

Con permesso signorina.

 

Ottina

           

Scusi ragioniere, potrebbe accompagnarmi fino in piaz­za Duomo? Vado a messa!

 

Semplic

Io ci sono stato stamattina alle sette, prendo sempre la prima.., per il mio lavoro.

 

Clarinet

  

(entrando) Chi è che va in piazza del Duomo?

 

Ottina

           

Io…. E il ragioniere mi accompagna.

 

Clarinet 

  

Se permette, vengo anch’io.

 

Semplic

Volentieri ma facciamo presto per carità, perché la ban­ca chiude.

 

Corifea 

  

(entrando) Ve ne andate?

 

Clarinet

  

Andiamo in centro.

 

Corifea

 

Mi può accompagnare fino alla stazione ragioniere?

 

Semplic

  

Sì ma facciamo presto per carità.

 

Torquato

           

(entrando con Violina) Ma come ragioniere, sempre qui? Le ho ordinato di correre!

 

Semplic

   

Ha ragione, corro, corro!

 

Clarinet

    

E noi corriamo con lui.

 

Semplic

  

I miei rispetti commendatore! (via seguito dalle tre ragazze)

 

Torquato

 

Hai visto le tue care sorelline? Impediscono ai miei col­laboratori di eseguire i miei ordini.

 

Violina

   

Probabilmente volevano andare in centro, non hanno la macchina

 

Torquato

 

C’è il tranvai! (squilla il telefono) Rispondi tu. No, for­se è meglio che risponda Vittorina. (squilla ancora il te­lefono) Ma questa cameriera che fa? Anche questa me l’ha appiccicata mia suocera... (irritato dal telefono che continua a squillare) Ma insomma????

 

Violina 

   

Rispondo io.

 

Torquato

  

No, qualcosa, questa cameriera, deve pur fare, no?

 

Vittorina

  

(entrando) Sta squillando il telefono.

 

Torquato

  

Se ti vuoi degnare di rispondere, non squillerà più!

 

Vittorina  

Eravate in due, uno poteva rispondere, no?

 

Torquato

  

Ma chi è la cameriera qui, io forse?

 

Vittorina

  

Io sono la cameriera personale di sua suocera e delle signorine e non la telefonista!

 

Torquato

 

Ora assumerò una cameriera per rispondere al telefo­no e aprire la porta. (arrabbiatissimo) Non fare tante storie, forza, rispondi!

 

Vittorina

  

Uh che modi! (al telefono) Pronto, pronto casa Satolli.

 

Gennaro  

Io sto zitto, lei deve dire con chi parlo e io glielo dico.

 

Vittorina

  

Eh? Scusi ma con chi parlo?

 

Gennaro

  

Fabbrica Saito, fabbrica Saito e voi chi siete?

 

Vittorina

  

C’è uno che dice fabbrica Saito e vuie chi site?

 

Torquato

  

È quell’imbecille; domandagli che vuole.

 

Vittorina

  

Pronto? Che cosa vuole?

 

Gennaro   

Personalmente nulla, ma il cavaliere Fasullo vuole un appuntamento con il principale.

 

Vittorina

   

Il cavalier Fasullo vuole un appuntamento.

 

Torquato

   

Non ci sono per nessuno, sono malato, malatissimo.

 

Vittorina

   

Il commendatore sta male, molto male, è gravissimo.

 

Gennaro

   

O Madonna, o san Gennaro, quanto mi dispiace, pove­ro commendatore, tante angurie.

 

Vittorina

 

Grazie. (riattacca il ricevitore) Ha detto tante angu­rie! Posso andare?

 

Torquato

   

Ah come sto male!

 

Vittorina

   

Ho domandato se posso andare!

 

Torquato

   

Levati di torno, vipera come mia suocera! (via Vittorina)

 

Violina 

   

Dolce come lo zucchero non ti arrabbiare, ti aumente­rà la pressione.

 

Rumilda

   

(che stava per entrare durante la telefonata ma si è na­scosta in veranda)

Al mio secondo marito gli aumentò tanto che... schiantò!

 

Torquato

   

Oh mia amata suocera! Era qui anche lei?

 

Rumilda

    

Sì, ero là che mi dondolavo!

 

Torquato   

Si dondolava di mattina?

 

Rumilda

   

Perché è proibito dondolarsi di mattina?

 

Torquato

   

No, ma di solito ci si dondola nel pomeriggio… oggi, nel pomeriggio, che farà?

 

Rumilda

   

Io ho molta fantasia e qualcosa da fare lo trovo sempre

 

Violina  

  

Mammà ti prego non essere così acida, cionciolino mio è ammalato!

 

Torquato

   

Ma cosa vuoi che importi alla Callas di serie B se io sto male o bene, sono due anni che mi manda accidenti.

 

Rumilda  

Per questo cinque! Incominciai a mandarteli da fidan­zato, industriale di serie C!

 

Torquato

 

(a Violina) Ma come si fa a voler bene a un così dolce ser­pente? Ad una così amabile vipera?

 

Violina  

  

(arrabbiata) Cionciolino non chiamare vipera mamma.

 

Torquato

   

Per te sarà la mamma, ma per me è una vipera … una cor­nacchia!

 

Rumilda

    

Vipera mi può andar bene, ma cornacchia no! Per una artista lirica questa è un’offesa grave!

 

Torquato  

Macché artista! Lei ha fatto la cantante perché è sta­ta... una raccomandata di ferro!

 

Rumilda

    

Violina hai sentito? Io sono stata una grande cantante!

 

Torquato

   

Ma chi lo dice?

 

Rumilda

    

I critici! Non avevo molta voce ma...

 

Torquato

   

Faccia tosta sì … molta!!!

 

Rumilda

   

Maligno! Avevo molta scena. Quando cantavo "IO" nella Traviata, il tea­tro veniva giù!

 

Torquato

   

Lo credo cascavano i cornicioni!

 

Violina 

   

Torquatino, dolce come lo zucchero ora mi fai piange­re... ora piango... ecco vedi, piango! (piange)

 

Rumilda   

Hai visto seviziatore, l’hai fatta piangere! Rurale!

 

Torquato

  

Senta, vada in camera sua... arpìa, strega! Ecco perché tutti i suoi mariti hanno preferito la morte! Poveretti... come potevano fare a vivere con una donna simile? Se lei non fosse la mamma di questa tenera creatura, l’a­vrei cacciata da casa mia già da tempo!

 

Violina

     

Cacciare mammà? Vuoi farmi morire?

 

Torquato   

Non la sopporto più. Siamo troppo diversi.

 

Rumilda

    

Infatti. Io sono una Signora, non sono una contadina rifatta.

 

Torquato

  

Ora l’ammazzo!

 

Rumilda   

Non toccarmi Scarpia! Me ne vado. Addio Violina! (can­tando) Ebbene me ne andrò lontana come va l’eco della tua campana...

 

Violina     

Mammà no, io senza la mia famiglia non ci sto, questi erano i patti e te lo dissi ben chiaro...

 

Rumilda

I patti erano questi: o tutte o nessuna!

 

Torquato  

Sì questi erano i patti ma avevamo anche stabilito che dovevate stare tutte al piano superiore… questo, ave­vamo stabilito!

 

Rumilda

   

Il piano superiore è angusto, tetro, poi non c’è il giardi­no, non c’è il bagno in ogni camera e "noi", siamo abitua­te a lavarsi!

 

Violina

     

Ha ragione mammà, dolce come lo zucchero... è bello stare tutti insieme!

 

Torquato

Sarà bello per te ma per me no, nooo! Io non ho sposa­to una donna ma sette, capisci? Sette donne, perché mi avete imposta anche la cameriera, la canora Vittorina capisci? Sette, sette; c’è da impazzire!

 

Rumilda

   

E con la segretaria Alice, otto... o sbaglio? Anche quel­la è persona di famiglia... o sbaglio? (squilla il telefono)

 

Torquato

  

Rispondete, rispondete... Vittorina, Vittorina... ma do­ve s'è cacciata?

 

Vittorina

  

(entra cantando) Son qua, son qua, son qua...

 

Torquato

 

Quando suona il telefono, devi scattare capito? Scat­tare! Rispondi!!!

 

Vittorina

  

Certo, … e io scatto! (fa la mossa - il telefono continua a suonare)

 

Rumilda   

(guardando Torquato) Che pena, che pena!

 

Torquato

  

Come ha detto? Alice persona di famiglia?

 

Rumilda

   

Certo, le vuole tanto bene alla sua Alice... o sbaglio?

 

Torquato

  

Allora, si risponde a quel telefono, sì o no???

 

Vittorina

  

Pronto?

 

Torquato

  

Cosa vuole insinuare?

 

Vittorina

  

(cantando) Prontooo!

 

Gennaro

  

Perché cantate voi?

 

Vittorina

  

(cantando) Favelli, favelliii!

 

Gennaro

  

O Madonna! Favelli? E chi è que­sto Favelli? San Gennaro mio ma chi è questo Favelli? Dammi un lume San Gennaro mio!

 

(Torquato e Rumilda continuano a litigare e si sposta­no fra la sala e la veranda)

 

Vittorina

   

Allora favelli!

 

Gennaro

   

Qua non ci sta nessun Favelli... che devo fare?

 

Torquato

    

La signorina Alice è una persona per bene!

 

Rumilda

    

Per bene, che ti vuole bene... o mi sbaglio?

 

Torquato

    

Si sbaglia, si sbaglia! Carogna, vipera, cornacchia... coc­codrilla!

 

Rumilda

    

No comment!

 

Gennaro

   

Dove sta questo Favelli!

 

Vittorina

    

Insomma si può sapere che cosa vuole? Perché ha tele­fonato?

 

Violina

           

Dai a me. (prende il telefono) Pronto, sono la signora Sa­tolli, chi desidera?

 

Gennaro

           

La signora? O Madonna! Bacio le mani e i piedi! Qua c’è tanta gente che vuole il commendatore, dice che ur­ge la presenza di persona di lui.

 

Violina 

    

(a Torquato) Dice Gennaro che urge la tua presenza. Torquato Ma non c’è l’ingegner Galletti? Che vadano da lui... co­sa li pago a fare questi capi? Avanti, non state lì impa­late a guardarmi te e quella mummia di Vittorina!

 

Vittorina

           

Mummia a me? Mummia a me? Signora mi ha dato di mummia! Me ne vado me ne vado! (via)

 

Rumilda

    

Mummia a Vittorina? Lo senti, vuol provocare questo sfruttatore del popolo!

 

Torquato

  

(fa per slanciarsi contro Rumilda) Ora l’ammazzo!

 

Rumilda

   

Non toccarmi satana! Non toccarmi!

 

Violina

   

(gridando spaventatissima) Fermo! Fermo! Non mi spa­ventate! Gennaro, il signor commendatore non c’è... è  andato... (a Torquato) dove sei andato?

 

Torquato

 

Sono morto!

 

Violina 

 

(al telefono) E morto!

 

Gennaro

 

No! Madonna del Carmine che disgrazia! Gesù Giusep­pe Sant’Anna e Maria! Oddio che colpo! Madonna mia!

 

Torquato

 

(prendendo il telefono) Si sono morto sono morto, sto volando in cielo, lasciatemi volare in pace.

 

Gennaro

  

Buon viaggio commendatore e condoglianze a voi.

 

Torquato

 

(riattaccando il ricevitore) Cretino!

 

Violina 

 

(piangendo) Mammà, mammà, non ne posso più!

 

Rumilda

  

Vieni a piangere qui sul petto della mamma!

 

Torquato

  

Basta … basta! Guarda Violina, ora basta, tu devi sceglie­re fra me e loro!

 

Violina  

 

No, non posso. Non potrei stare senza di te e non po­trei stare senza di loro.

 

Rumilda

 

Risposta giusta. Brava! Sei il timoniere della nostra nave...

 

Torquato

  

Ed io sono il porto dove lei può riparare tutte le sue falle e quelle dei suoi rimorchiatori!

 

Rumilda

 

No caro, … No!! Nave sì, ma senza falle! I miei erano mari­ti importanti e non industriali da strapazzo! Pri­mo violino della Scala, professore di timpani, primo clarinetto, direttore del coro...

 

Torquato

 

Ha spedito mezza orchestra della Scala in paradiso! Gli ha fatti morire tutti!

 

Rumilda

  

Ha sbagliato, caro,  perché l’ambasciatore è vivo!

 

Torquato

 

Infatti quelli lassù stanno cantando... "aspettiamo l’am­basciatore taruntino taruntello... "

 

Rumilda

 

Basta… basta! Rispetti almeno i morti!

 

Violina 

 

Cionciolino,  mammà ha ragione, lascia in pace i nostri padri.

 

Rumilda

 

E si vergogni di rinfacciarci sempre tutto!

 

Torquato

 

E' meglio che vada a letto sennò la infilo nella vasca da bagno e l’affogo! (esce)

 

Violina 

           

Ma perché ti arrabbi dolce come lo zucchero? (fa per seguirlo; si ferma perché sente suonare il campanello del­la porta)

 

Rumilda

           

Povera figlia mia, hai sposato un bruto... pieno di quat­trini ma bruto (cantando) ebbene me ne andrò lontana come l’eco... (esce)

 

Vittorina

 

(entrando) Signora c’è l’ingegner Galletti.

 

Violina  

 

Fallo passare, forse con lui Torquatino si calmerà.

 

Vittorina

 

(esce e rientra subito) Prego ingegnere si accomodi. (via)

 

Galletti 

           

Mia cara signora, coraggio, coraggio! Ma quando …  ma come è successo?

 

Violina

              

Stanotte gli è venuto un febbrone, poi alle quattro una colica, poi stamattina ancora un febbrone a trentanove !

 

Galletti

  

Ma come, ma perché?!?!

 

Violina 

 

Io non lo so. Ieri stava così bene!

 

Galletti 

 

Il cuore, il cuore... aveva mai fatto dei controlli al cuore ?

 

Violina 

 

No.

 

Galletti 

           

Non so che dirle, sono frastornato, in fabbrica siamo tutti sotto sopra. Però stia tranquilla che io mi occupe­rò di tutto.

 

Violina

La ringrazio

 

Galletti

           

E lei mi raccomando signora, si faccia coraggio e si ri­cordi che ha in me un amico; un amico che le ha sempre voluto bene, un amico che sarà felice di rendersi utile.

 

Violina 

 

Grazie.

 

Galletti 

           

Farò di tutto, la fabbrica non sentirà la sua mancanza, si fidi di me. Mi promette che si farà coraggio? (suona ti campanello) Ha preso qualche cosa? Del caffé, della coramina? (le prende le mani) Oddio come sono fredde le sue belle mani. (gliele bacia)

 

Vittorina

 

(entrando) C’è la signorina Alice.

 

Violina  

 

Oh meno male, falla entrare. Lei si accomodi Ingegnere .

 

Vittorina

           

(esce e rientra subito) Prego si accomodi signorina Alice. (esce)

 

Alice    

(entrando) Oh cara, povera signora.., come va, come va?

 

Violina 

 

Abbastanza bene ma Torquato...

 

Alice    

 

L’ho saputo. (piange) Oh caro ingegnere... mi sento male...

 

Galletti 

 

Prego, si sieda.

 

Alice 

Ma com’è successo? Mi ha telefonato un’ora fa. Stavo preparando la posta come lui mi aveva detto quando è entrato Gennaro a darmi la tremenda notizia... non so ancora rendermene conto. Mi scusi signora se pian­go ma non posso farne a meno. Oh povero, povero com­mendatore!

 

Violina

   

Coraggio Alice … coraggio!

 

Alice   

   

Lei è più forte di me.

 

Violina   

Oh sì io sono forte altrimenti con quello che mi è acca­duto oggi... tutti urlavano...

 

Galletti

Lo credo. Quando capita una cosa così... è tremendo!! Invece quando c’è una malattia lunga, sa com'è … tutti sono preparati … ma così d’im­provviso!

 

Alice     

 

Ed ora come faremo?

 

Galletti 

 

Per la fabbrica ci sono io assumerò oltre alla Direzione Generale  anche la Presidenza della società

 

Torquato

 

(entrando) Anche!

 

Galletti

  

Oddio!!! … Commendatore … Ma allora … che ha detto Gennaro?

 

Torquato

 

Quello che doveva dire, la colpa è sua ingegnere che ha messo al centralino un imbecille simile!

 

Alice

Santo cielo … Che spavento!! … Commendatore … che spavento … Che dolore! Alla fabbri­ca tutti credono che sia morto.

 

Galletti

           

E ora come si fa? Che diciamo alla gente? Che figura facciamo? La ditta Saito è rinomata per serietà! Si per­de di credibilità!

 

Torquato

 

Allora mi ammazzi Galletti!

 

Alice   

  

No per carità! (suona il campanello)

 

Torquato

 

(a Violina) Hai visto che pasticcio hai combinato?

 

Violina

  

Me lo hai detto tu di dirgli che eri morto.

 

Vittorina

 

(entrando) Signora che disgrazia... che disgrazia...

 

Torquato

 

Che c’è ancora?

 

Vittorina

  

Il ragioniere...

 

Torquato

 

Cos’è accaduto?

(entrano Ottina, Clarinetta e Corifea portando a braccia il Rag.  Semplicio)

 

Galletti

  

Mettetelo qua. (lo stendono sul divano)

 

Torquato

 

Parlate, cosa gli è accaduto? Ma volete rispondere sì o no?

 

Ottina  

Avevo pregato il ragioniere di accompagnarmi fino in piazza del Duomo... poi, si sono  aggregate anche Clarinetta e Corifea...

 

Clarinet

 

Siamo andate in banca con lui, abbiamo prelevato i cinquanta milioni ma a Montecatini...

 

Torquato

 

 L’hanno rapinato e picchiato?

 

Corifea 

 

No è successo che Clarinetta... ha voluto guidare la macchina.

 

Torquato

 

Ma non potevi, non si può guidare senza patente.

 

Clarinet

 

Avevo il foglio provvisorio , da oltre un mese prendo lezioni a tua insaputa. Volevo chiederti come regalo per il mio compleanno, un’automobile.

 

Torquato

 

Anche!

 

Violina 

 

E’ giusto, scusa, le tue cognatine si sentono in gabbia, non hanno modo di andare in città … una bella macchinuccia ci vuole,  biscottino…

 

Torquato

 

Allora?

 

Corifea 

 

Clarinetta si è messa al posto di guida per uscire dal parcheggio a marcia indietro… il ragioniere, da dietro la macchina, le faceva i segni: che poteva indietreggia­re e di stop... invece lei ha continuato a indietreggiare più forte e l’ha spiaccicato contro il muro.

 

Clarinet 

Ho commesso un piccolissimo errore: ho pigiato l’ac­celeratore invece del freno... poi però  ho frenato!

 

Corifea 

 

Già! Contro il muro … ma lì c’era il ragioniere … spiaccicato!

 

Torquato

 

E lo chiami un piccolissimo errore?! Ora vai in galera... omicidio colposo... senza patente!!!

 

Clarinet

  

Ma ero con lui...

 

Torquato

 

Ma se l’hai spiaccicato!

 

Clarinet

  

Ma non lo sapevo mica che l’avrei spiaccicato!

 

Torquato

 

Che intelligenza! E ora che si fa?

 

Ottina 

    

Stai tranquillo nessuno se n’è accorto.

 

Corifea 

  

L’abbiamo infilato in macchina e l’abbiamo portato qui.

 

Clarinet

 

Ho guidato io … e senza fare più nessun errore!

 

Corifea

È vero non ha sbagliato più.

 

Torquato

 

Ma se vi fermavano?

 

Ottina 

    

Ma non ci ha fermato nessuno!

 

Galletti

   

(che cerca di far rinvenire Semplicio) Commendatore, questo non rinviene!

 

Violina

   

Non sarà morto, sarà svenuto per la paura

 

 Alice  

   

(dandogli degli schiaffetti) Ragioniere, ragioniere, su su...

 

Galletti 

   

Ragioniere andiamo non è successo nulla!

 

Violina 
 
Ragioniere stia tranquillo … lei sta benissimo … si alzi!

 

Vittorina

 

Chiamo subito la misericordia!

 

Torquato

 

Per carità. Il mio nome non può essere coinvolto, la mac­china è intestata alla ditta.

 

Galletti

  

Possiamo occultare il cadavere, commen­datore!

 

Torquato

 

Ingegner Galletti oltre agli incarichi che si è affidati, non è per caso anche autore di fumetti?

 

Galletti  

 

Volevo dire...

 

Torquato

 

È meglio che non dica! Eppoi, perché dovrebbe essere morto?

 

Galletti

 

Perché... non si muove … ma non lo vede … sembra un pollo al mattone!!

 

Rumilda 

(entrando) Ho detto tante volte che il pollo al mattone non mi piace. Piacerà al caro commendator Torquato Satolli ma non a me!

 

Torquato

 

Ancora lei? Vada via, vada via, si ritiri nella sua came­ra! Vede? Questi sono tutti i suoi accidenti! Lei, mi vuol vedere morto!

 

Rumilda

  

Magari… ma che c’è caro ingegnere... eh?... È morto il ragioniere?... Anche assassino!

 

Torquato

 

Non io, le sue figlie! Guardi come lo hanno ridotto

 

Rumilda

  

Lo avete preso con la forza? Almeno ha fatto una buo­na figura prima di ridursi così ? (SUONA IL CAMPANELLO)

 

Torquato

Incosciente, arida, spregiudicata! Vittorina … il campanello.

 

Vittorina

 

(dandogli uno sguardo feroce) Vado... mummia... a me...mummia! (via)

 

Alice   

  

Si calmi commendatore, pensi che ha la febbre.

 

Galletti 

 

Commendatore guardi il ragioniere respira, piano ma respira.

 

Semplic

(alzandosi di scatto) Do­ve mi trovo? Ditemi… dove mi trovo?

 

Galletti 

 

Si sta riprendendo... ragioniere... ragioniere...

 

Semplic 

 

Dove mi trovo?

 

Galletti 

 

In casa del Commendatore, si alzi... su... cerchi di cam­minare.., su...

 

Semplic

  

Non posso... dove mi trovo?

 

Torquato

 

In casa mia!

 

Galletti  

 

Si alzi!

 

Semplic

 

Non ce la faccio... mi tremano le gambe...

 

Torquato

  

Le ordino di alzarsi!

 

Galletti 
  
Noi, i suoi superiori, le ordiniamo di alzarsi!

 

Semplic 

 

(si alza e comincia a muoversi come un robot) Si mi al­zo ingegnere, si mi alzo commendatore, si mi alzo ingegnere, si mi alzo commendatore, agli ordini ingegnere agli ordini commendatore, agli ordini ingegnere... (con passo e movimenti da robot, si dirige verso la comune e tutti lo seguono spaventati, ma incuriositi di vedere cosa combina - in scena rimangono, sbalorditi, Violina e l’Ing. Galletti) -

 

Vittorina

(annuncia con fare solenne) C’è Donna Elvira Dalla Fonte Satolli. (viene spostata da Elvira che entra - poi esce subito)

 

Donna Elvira Dalla Fonte Satolli (madre di Torquato) è una “dama d’altri tempi” un po’ svanita di cervello - vistosamente elegante - porta un cappello (non grande) con veletta, ornato con tulle e piume in tinta con l’abito e i guanti di pizzo o di raso. Anelli preziosi sopra i guanti e gioielli vari.

Violina

(accenna di farla passare ma non fa in tempo-Elvira è già entrata con l’aria della padrona di casa) Buon giorno Donna Elvira… che cosa………

 

Elvira

(distaccata - affatto addolorata) Che cosa avete fatto al mio Torquato?!! Ho telefonato in Azienda per fargli un saluto e mi hanno detto che è morto. Sembravano tutti impazziti! L’Azienda è in lutto e per telefono si sentiva un baccano da mercato. Siete state voi ad ucciderlo, vero?!! Sette donne contro un povero ragazzo indifeso.

 

Violina

Ma … Donna Elvira ….....

 

Elvira

Sette contro uno….. sette belve! Io lo sapevo, glielo avevo detto….

l’avevo avvertito. Ah…..povera me! Quel ragazzo è sempre stato un debole. Non un briciolo di orgoglio, di dignità …. di carattere ….. Suo padre, invece …. che uomo! Che temperamento! Torquato non ha preso proprio niente da suo padre…… il mio adorato Gustavo Rodolfo. Beh pazienza. Allora, come l’avete ucciso eh?….rispondi …. col veleno per topi?? …… con la stricnina??

 

Galletti 

Santo cielo, Donna Elvira, come Vi viene in mente una cosa del genere…….

 

Violina

Già da ieri Torquato non stava bene e stanotte gli è venuto un febbrone…… aveva 39 di febbre e allora ……. 

 

Elvira

Ti ho fatto una domanda. Avanti rispondi, sono sua madre, avrò pure il diritto di sapere come avete ucciso mio figlio no?! Non vorrai farmi credere, spero, che il mio ragazzo si è bevuto il veleno per topi al posto dello sciroppo per la tosse, vero?…….

 

Violina

(annichilita) Appena ho capito che peggiorava, abbiamo chiamato subito il dottore, ma ancora non è venuto.

 

Elvira

O forse vorresti raccontarmi che nella fretta di andare in Azienda, ha inciampato nel tappeto dello studio, è caduto e ha sbattuto la testa nel tavolino da fumo,…. è rimasto disteso a testa in su con la bocca spalancata e la boccetta della stricnina, che stava sulla scrivania, gli si è rovesciata direttamente in bocca, proprio mentre tucercavi di soccorrerlo …. eh??? Avanti rispondimi!

 

Violina

No Donna Elvira …… C’è stato un malinteso ……..

 

Elvira

Tu sei un malinteso!! Non vuoi rispondermi?….. Non importa!! Ora                    ci sono qua io! ….Sistemerò tutto io!!

 

Violina

No Donna Elvira …. la prego di credermi …. c’è stato un tremendo    malinteso…… Torquatino non è morto.

 

Elvira

Non ha importanza!! Adesso ci sono qua io, penserò io a tutto,                       come sempre del resto

 

Violina

   Perché non vuole ascoltarmi …….. Torquatino è di là …  in camera sua.

 

Elvira

Il nome dei Dalla Fonte Satolli non sarà infangato da una decadente e sconosciuta cantantucola sciupamariti da quattro soldi, né tantomeno dalle sue cinque figlie di padri scomparsi nelle tenebre. I Dalla Fonte Satolli vengono da una stirpe nobile e integerrima. Il mio ragazzo era un debole, è stato circuito…. Raggirato…… Ha messo da parte me, sua madre, per sposare una donnucola figlia di una ballerina di can-can e alla fine ne ha sposate sette... tutte ballerine ...

 

Violina

 Donna Elvira lei si sbaglia, mia madre è una grande cantante lirica e noi non siamo ballerine.

 

Elvira

Ah no?? ... Non ha importanza!! .... Sthh ... ballerine !‘  Ma ora che lui se n’è andato, vi insegno io a “ballare”, riprenderò le redini di tutto quanto .... di questa casa, tanto per incominciare, e poi anche dell’Azienda. Manderò avanti tutto io!! Vi rimetterò tutti in riga!! Vi faccio vedere io come si “balla” in casa Satolli!!

 

Mentre Violina e Galletti la guardano sbalorditi si chiude il sipario.

FINE DEL PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

(ALL’APERTUTA DEL SIPARIO - STESSA SCENA - STESSE POSIZIONI)

Elvira  

 

(a Violina) Portami da mio Figlio…. voglio vederlo …. L’avete già fatto vestire?? Gli hai fatto mettere l’abito da cerimonia, vero? Sai bene, no, che il mio Torquato voleva essere sistemato in abito da cerimonia!…. Avete già chiamato l’impresa funebre, vero?? Deve essere una cerimonia grandiosa!! Un Dalla Fonte Satolli non se ne va così … come uno qualsiasi … senza lasciare l’indimenticabile ricordo di se!!!

Violina 

  

(vorrebbe spiegare l’equivoco ma si rende conto che non servirebbe a niente) Donna Elvira, Torquatino non è ….aspetti un momento, vado a vedere in camera sua. Ingegnere, la prego, vuole tenere compagnia a mia suocera ……

Galletti

E’ un onore .... (ossequioso e premuroso) Donna Elvira…. Vi sentite bene? Siete pallida…. Volete bere qualcosa?… Vi faccio preparare una camomilla……un thè.... qualcosa di caldo? 

Elvira  

 

Si, grazie. (si siede) ... servimi una Wodka con ghiaccio.

Galletti

Una Wodka??….. Ma …. il vostro cuore… Donna Elvira….

Elvira    

 Il mio cuore sta benissimo! Preoccupati del tuo! (lo guarda) …hai le guance cianotiche, non te lo ha detto nessuno? (Galletti versa la Wodka e la porge a Elvira) Non lo sai che Thè, caffè e camomilla fanno malissimo al cuore?? (beve) Piuttosto, chi sei tu, che stai qui in casa mia ad offrire drink … il nuovo maggiordomo della ballerina di can-can?? (beve ancora)

Galletti

 

(si impettisce) Nossignora … Sono l’Ingegner Galletti … Pierangelo                     Maria Sebastiano Galletti. Direttore Tecnico, Direttore Commerciale, Direttore Acquisti, Direttore Contabilità, Direttore Amministrativo, Direttore Pubbliche Relazioni della Ditta Saito.

Elvira  

(lo guarda con sufficienza - beve un altro sorso) Da oggi non più. Da questo momento tutti questi Direttori sarò io. Tu sarai .... il Direttore del personale delle pulizie!

Galletti

Cooosa!! Donna Elvira .... ma vostro figlio ....

Elvira  

Mio figlio si era bevuto il cervello, ma non era poi così stupido, (lo guarda di nuovo da capo a piedi)….. tu non puoi essere tutti quei direttori!!

Torquato

(entrando seguito da Violina) Mia madre ha perfettamente ragione. L’idea di promuoverla Direttore delle Pulizie mi stuzzica … ci penserò su. Vada di là a vedere come sta il ragioniere!

Galletti

Ma Commendatore ... non vorrà veramente ....

Torquato

 

Vada, le ho detto!!


Elvira    

 

(sorpresa ma enfatica - appoggia il bicchiere sul tavolino) Ma allora ……Torquato …. non sei.

Violina

  

(a Elvira) Ho cercato di dirle che c’era stato un terribile malinteso, Donna Elvira, ma lei non mi ha ascoltata…. non mi ha lasciato spiegare …….

Torquato

 

(premuroso) Mammà, cara mammà …. va tutto bene, non preoccupatevi, io sto benissimo.

Elvira

Ragazzo mio, cosa mi combini, così non va mica bene eh! Andare in giro dicendo che sei … trapassato …. non si può!! Poi certe prese di posizione vanno mantenute sai!… E adesso come si fa,… è stato proclamato il lutto cittadino … non si può mica telefonare al Sindaco e dire che è stato rimandato… e poi, rimandato a quando?…. (nostalgica) Ahh … il lutto cittadino … non succedeva da quando ci lasciò tuo padre … ricordi?? Il mio caro … dolce …grande … energico Gustavo Rodolfo Satolli … ti ricordi? Ah! …. che cerimonia … che funerale…..

Torquato

(con tenerezza - porgendole il braccio e parlandole come si parla ad una bambina) Mammà… Io sono qui …. il vostro Torquato è vivo e vegeto … Non si può fare il lutto cittadino, né tantomeno il funerale ….. Non è morto nessuno, ......... Venite con me, andiamo nel mio studio a parlare un po’ da soli, devo raccontarVi delle cose ……

Arrivano alla porta e Elvira si ferma - un attimo e si volta.

Elvira

Ah ... la mia Wodka! (torna indietro, prende il bicchiere dal tavolino, ritorna dal figlio, lo prende sotto braccio e escono insieme dalla comune. Violina li guarda con tenerezza mentre entrano le altre).

Vittorina

Povero ragioniere, non si riprende, è fuori di senno … che pena!

Violina

 Vado di là a vedere se posso fare qualcosa.

Corifea

Sta molto male?

Vittorina

Malissimo, continua a muoversi a marionetta, balla, canta, ride.

Semplic 

(d.d.) Ah ah ah ah! (ridendo)

Vittorina

 

Per me gli avete schiacciato il cervello.

Clarinet

  

Ma se l’ho appena toccato!

Corifea 

Senti, è inutile che tu mentisca; noi eravamo a terra ed abbiamo visto bene: quando hai fatto marcia indietro, ti abbiamo fatto cenno più volte di fermare eppoi di ve­nire avanti...

Ciarinet

   

Ed io ho fermato...

Corifea

Sì, ma invece di venire avanti sei tornata indietro più forte e lo hai schiacciato contro il muro... con forza Cla­rinetta, credi a me.

Clarinet 

  

Ci sono troppe cose da ricordarsi… prima di pigiare l’ac­celeratore dovevo cambiare marcia capisci? E quan­do me ne sono accorta dovevo pigiare il freno invece ho pigiato più forte, l’acceleratore... Dio mio, sono sbagli che succedono...

Rumilda

   

(entrando dalla comune) Certo tesoro, ora ti daranno anche una benemerenza! (si siede sulla poltrona al centro – avrà uno specchio da toilette che userà continuamente)

Clarinet

     

Mammà non cominciare! … Ma cosa c’entra la testa? Al più avrei potuto rompergli le costole o il bacino, ma non la testa.

Corifea           

Ti giuro che ho visto che ha battuto per tre volte la te­sta nel muro.

Clarinet

           

L’avrà battuta per conto suo, è un uomo così strano! La parte posteriore della macchina alla testa non ci ar­riva, quindi se l’ha battuta la colpa è sua e non mia.

Violina

     

(entrando) Vittorina … Vittorina, prepara la borsa del ghiaccio, il ragioniere, non ragiona più!

Vittorina

   

Subito signora … che pena … che pietà! (esce svelta)

Rumilda

  

(IRONICA) Che cosa orribile! Un ragioniere che non ragiona!

 Violina    

Mammà, ma che cosa fa questo dottore che non viene?

Rumilda

  

I dottori non hanno mai fretta, tanto, loro, stanno bene!

Clarinet 

  

Violina, è grave?

Violina

   

Credo di sì.

Clarinet 

  

Allora sarò processata? Oh che guaio! … Però sarò fotogra­fata … come una diva … ci saranno i giornalisti, la radio... uh, che bello!

Violina

E’ stata una disgrazia … una disgrazia può succedere, vero mammà? E anche Torquatino dovrà capire che Clarinetta non l’ha fatto mica apposta, eh?

Ottina

  

(entrando) Sì, invece,  lo ha fatto apposta. Sapeva che il ragio­niere mi piaceva e allora lei, per dispetto... lo ha schiacciato!

Rumilda

    

 Già : “ o mio … o di nessun’altra”

Clarinet

    

Sei una bugiarda! Il ragioniere faceva la corte a me... infatti, quando siamo entrati nella banca, mi ha presa per mano per salire gli scalini.

Ottina 

      

(alla madre) Per forza, ha fatto finta di cadere; allora, lui...

Rumilda

    

L’ha sostenuta! Un vero cavaliere !

Corifea    

Se è per questo, sapete che vi dico? Mentre guidava, ha scambiato la mia gamba per il cambio, più volte!

Rumilda

    

(Alzandosi e andando verso le figlie) AAhhh … il timidone, voleva ingranare!

Corifea

   

Mammààà!! …. Non sarà proprio un Casanova... forse è un pò sbiadito... forse non avrà dello sprint virile … però gli trovo molte virtù!!

Ottina

   

Ah beh! Se ha delle virtù nascoste...

Rumilda

    

Ora avrà delle virtù schiacciate... se Clarinetta gli ha rotto il bacino!

Vittorina 

 

(entrando con la borsa del ghiaccio) Ecco la borsa del ghiaccio signora.

(suona il campanello)

Violina  

Vittorina dai a me la borsa e corri ad aprire; speriamo che sia il dottore.

Vittorina

   

Corro signora, corro! (via)

Violina 

   

Vado a portare la borsa... uuuh, com’è ghiaccia! A propo­sito mammà, dove gliela metto sulla testa o sul bacino?

Rumilda

    

Meglio sul bacino… se è rotto, meglio ibernarlo … per i posteri!

Clarinet.

 

Violina posso venire anch’io a consolare questo esem­plare di maschietto?

Ottina   

    

Non prenderlo in giro, è bello, roseo, poetico e ben co­struito!

Clarinet.

   

M’incuriosisce, voglio vederlo, voglio vederlo... per bene (Violina esce)

Ottina   

    

Vedere cosa?

Clarinet.

    

Il... bacino, no? Ma poi, che t’importa, … non devi farti suora?

Ottina 

    

Non c’è mica fretta … il Signore mi aspetta ... questo, no! (esce con Clarinetta)

Vittorina

   

(entrando di corsa spaventata) Signora,  signora...

Rumilda    

Che succede?

Vittorina

    

Mio Dio che paura!

Rumilda

    

Paura, perché, hanno tamponato anche il dottore?

Vittorina

  

Ma no, legga qui, legga qui. (mostra un biglietto da visi­ta che Corifea le prende di mano e che leggerà ad alta voce)

Corifea

      

Happy dead house, per una morte felice. Società per azioni.

Rumilda

    

 E con questo, perché ti fa tanta paura?

Vittorina

    

Sono di là!

Rumilda

    

Chi, dei morti felici?


Vittorina

   

Ma che dice signora? Un signore e una signora e vogliono parlare con la vedova.

Rumilda

 

Ah, la vedova… allora sono io! Quattro funerali… non posso essere che io... Vittorina, fai passare.

Corifea 

   

Verranno per i nostri padri.., ma è tanto che sono morti...

Vittorina

  

Allora li faccio passare?

Rumilda

   

Ma si, Vittorina... (si mette in posa sulla poltrona)

Vittorina  

Subito signora. (esce e rientra immediatamente) Prego si accomodino. (via)

Aralda     

 

(entra seguita da Aroldo) Permesso? Vieni pure avan­ti Aroldo. Chi è la vedova?

Rumilda

  

Io. Vedova a ripetizione. Con l’ultimo... tre anni di feli­cità sublime e dopo... per evitare una nuova tomba... non l’ho sposato.

Aralda 

    

Ma ora...

Rumilda

   

Non so, potrebb’essere anche morto...

Aralda    

 

Non ha importanza! Ha letto il nostro biglietto da visi­ta? La nostra ditta è modernissima, abbiamo filiali in tutto il mondo: New York - Buenos Aires - Toronto - Pa­rigi - Bruxelles – Zurigo -

Aroldo 

   

Amsterdam - Barcellona - Bonn...

Aralda 

   

Taci Aroldo, sembri un vivandiere delle ferrovie! Tokio - Hong Kong e, naturalmente, la Sede a Londra - 12 Down Street. Capirà, un’idea così originale, non poteva veni­re che agli inglesi. Io sono Aralda, la direttrice della fi­liale italiana. Abbiamo scelto Firenze per introdurre la nostra società sul territorio italiano perché Firenze è arguta...

Aroldo   

Fiorentin spirito bizzarro...

Rumilda

   

Scusi se la interrompo ma da noi, signorina Aralda, che desidera?

Aralda 

    

La prego, non mi chiami signorina... mi chiami pure Aralda.

Aroldo

     

Mi chiami pure Aroldo

Aralda  

   

Shhhhh ….. Posso farlo sedere?

Rumilda

   

Prego, prego.

Aralda  

   

Se sta in piedi parla, seduto no. Siedi Aroldo, parla Aralda. Signora le donne ormai stanno per entrare dappertutto … politica, magistratura, sport, medicina, servizi pubblici. La donna ha dimostrato di pos­sedere le capacità intellettive e fisiche per affrontare e dirigere la moderna società. L’unico posto dove la don­na non era ancora entrata, era il servizio funebre; ora, questa carenza, è stata colmata grazie alla HAPPY DEAD HOUSE...

Aroldo

     

(si alza di scatto e si mette sugli attenti)

Aralda  

 

Comodo, comodo Aroldo. (Aroldo si rimette a sedere) Nella nostra società, lavorano solo donne.

Aroldo

  

 (alzandosi) Aralda, io...

Aralda

           

Shhh. A parte lui, che è il mio collaboratore diretto … (Aroldo si siede ancora)

Rumilda

  

Molto interessante, ma non capisco che cosa c’entria­mo noi.

Aralda

           

I nostri informatori, ci hanno segnalato qui, la presen­za di un morto. Allora, signora e signore, noi ci siamo precipitate...

Aroldo 

   

(si alza di nuovo con espressione di dissenso) Aralda!!!

Aralda           

Aroldo shhh…  e siedi! (Aroldo siede)... Dicevo ci siamo precipitati per giungere prima dell’al­tra concorrente che, poverina, non si è aggiornata. Oh, credetemi, porta tristezza.., troppo seria, troppo greve, veramente funebre! Certo i fiorentini sono restii a cam­biare abitudini ma, piano, piano, ce la faremo...

Aroldo 

  

(si alza e parla, poi si rimette a sedere) Speriamo per­ché fin’ora mi hanno detto tante parolacce...

Aralda           

Lei ha avuto l’opuscolo?

Rumilda

   

No, ho avuto il biglietto da visita.

Aralda           

Aroldo provvedi, distribuisci, distribuisci, distribuisci... (Aroldo esegue)

Rumilda

   

(prende l’opuscolo che passa a Corifea ché lo leggerà) La ringrazio ma è stata informata male; per ora, qui, non abbiamo nessun morto. Abbiamo solo uno... compres­so ed uno con la febbre a trentanove e aspettiamo il dottore, appunto per sapere se moriranno!

Aralda

           

Ah, benissimo! Perché, vede, a noi non interessa il morto subito, preferiamo le prenotazioni... a morire c è sem­pre tempo! Ecco la novità! "A morire c’è sempre tempo!" Quale è signora lo scopo di ognuno di noi? Quello di vivere più a lungo possibile! La concorrenza non si è po­sta il problema. La concorrenza vive sui morti... noi, viviamo sui vivi! Ecco la straordinaria innovazione, capisce?

Rumilda

    

No scusi non capisco, come sarebbe?

Aralda

      

Aroldo, avanti, puoi parlare. Ora parla Aroldo e sentirà, sen­tirà signora! Posso sedere?

Rumilda

Prego, segga!

Aroldo 

(si alza e si mette in posa come di chi fa una conferenza) Dunque, la nostra concorrente rimette il conto per il funerale… invece la nostra società la Happy Dead Hou­se London, no! Fa tutto gratis!

Rumilda

    

Interessante, veramente interessante!

Aralda 

  

(Si alza e fa sedere Aroldo)Naturalmente la persona, sana o ammalata, che preno­terà l’ultimo viaggio, avrà dalla nostra ditta tante a­gevolazioni. Per esempio abbiamo importato  bel­lissime ragazze inglesi, che parlano benissimo l’italia­no, che sanno fare di tutto: dottoresse specializzate, alta specializzazione. Le mandiamo nelle case, prendono in cura il malato, lo distraggono, lo curano con affettuo­sità, fanno di tutto per fargli riamare la vita. E' una du­ra battaglia che combattono queste ragazze contro la morte, ma le assicuro, che all’estero, abbiamo avuto guarigioni anche del quaranta per cento. Mi creda, è la paura di morire che uccide mezza umanità! Ecco la no­vità... mi segua... tolta la paura, sorge la vita! Capi­sce?

Aroldo  

  

(alzandosi) Posso parlare, Aralda?

Aralda

     

Sì, parla. (a Rumilda) Posso sedere?

Rumilda 

 

Prego, segga!

Aroldo

La Happy dead house, segue il cliente a domicilio in­viando due dottoresse bellissime, nel giorno e all’ora preferita, per le analisi. Il cliente viene analizzato dal­la testa ai piedi rigorosamente. Viene penalizzato ove riscontrino abuso di alcool, tabacco e... venere; è come se avesse dietro le spalle un angelo custode della sua vita. In presenza di stress verrà prelevato dal luogo di lavoro e affidato ad una dottoressa specializzata. Verrà por­tato nella nostra clinica e non verrà restituito né alla famiglia né all’eventuale lavoro, se non perfettamente rigenerato. Con questo metodo, creda, è impossibile morire! Con la Happy Dead   House, per morire ci vuole o un inciden­te oppure il suicidio!

Rumilda

  

Bello! E tutto questo gratis?

Aralda   

Bene Aroldo siedi. (Aroldo si siede e Aralda si alza) Sa­rebbe pretendere troppo signora. Un’adeguata rata mensile, detraibile anche dalle tasse, per vivere più a lungo. Ecco la novità! Rata mensi­le fino al... trapasso! Molti uomini politici hanno aderito, per conservare a lungo la loro poltrona!

Rumilda

  

Mi piace, mi piace come idea … Geniale!

Aralda   

 

Aroldo prendi il taccuino e scrivi. (Aroldo esegue) Quanti siete in famiglia?

Rumilda

    

Molti, forse troppi per mio genero.

Aralda    

 

Il  capofamiglia sarebbe…

Rumilda

   

Mio genero, appunto. Ah, senza di lui, qui, non si muo­ve foglia!

Aralda 

    

Vuol chiamarlo per favore?

Rumilda 

 

Con piacere. Sono sicura che questa proposta gli piace­rà moltissimo!

Corifea  

  

Mammà per amor del cielo è già abbastanza agitato... non credo che sia il caso di parlare di...

Aralda 

    

Scusate, è lui che ha la febbre a trentanove?

Rumilda

  

Appunto..

Aralda  

  

Quindi il momento è opportuno... possono prenderlo in cura subito, le nostre dottoresse inglesi!

Rumilda

  

Ne sarà felicissimo! (chiamando) Torquato… Torquati­no... dolce come lo zucchero,  vuoi venire un momento di qua???

Torquato

 

(d.d.) Vada all’inferno!

Corifea

    

Hai sentito mammà?

Violina  

  

(entrando) Che vuoi da Torquato, mammà?

Rumilda

   

Questa signora deve proporre a Torquato un affare, un’offerta straordinaria.., credo unica al mondo!

Aralda    

 

Ha detto bene: UNICA! La signora è la moglie?

Violina

    

Sì.

Aroldo   

 

(si alza) E’ bella!

Aralda   

 

Taci Aroldo, shhh…. e siedi. Mi chiamo Aralda, questo è il mio biglietto da visita. (glielo dà)

Aroldo

     

Questi sono gli opuscoli (glieli dà)

Violina  

   

Non capisco.

Rumilda

   

Chiama Torquato, lui capirà subito!

Corifea      

Non lo chiamare Violina.

Rumilda

   

Ma perché no? Hanno un’offerta meravigliosa per lui! Non indugiare, chiamalo!

Violina 

    

Torquato, scusa, puoi venire un momento di qua?

Corifea

Io non voglio sentire!! (esce in cucina)

Torquato

 

(entrando con Donna Elvira ) Ma insomma mi lasciate in pace, sì o no? Sen­ti Violina devi capire che io non voglio parlare né con le tue sorelle né tantomeno con tua madre!


Rumilda

   

Non devi parlare con me, ma con questa signora! Ha da offrirti una cosa meravigliosa!

Torquato

  

Qui in casa? Roba da pazzi! Ve lo ha detto l’ingegner Galletti di venire qui?

Aralda

     

Chi è l’ingegner Galletti, l’uomo compresso?

Torquato

   

Non è lui; quello è il ragioniere!

Aralda 

    

E chi sono questi signori?

Violina   

 

Dipendenti della sua ditta.

Aralda

    

Ah, lei ha una ditta? Allora verremo anche là per fare le prenotazioni. Quanti dipendenti ha? Aroldo, scrivi.

Aroldo

      

Ci dica: quanti operai, quanti impiegati, quanti dirigenti, quanti...

Elvira

  

Torquato, chi sono queste persone così invadenti…. tuoi dipendenti o fornitori?

Torquato

Fornitori, mammà ... fornitori. Fermi tutti ... scusate. Devo accompagnare mia madre alla macchina. Venite mammà, il Vostro autista Vi sta aspettando.

(le porge il braccio e si avviano verso l’uscita principale. Sulla porta Donna Elvira si ferma, si gira con il solito atteggiamento da gran dama, guarda gli ospiti e torna verso il centro)

Elvira 

Allora mi raccomando … vi aspetto tutti alla grande veglia funebre Sarà una magnifica cerimonia… Un funerale grandioso. 12 cavalli bianchi condurranno, in mezzo alla folla in lacrime, la grande carrozza funebre che trasporta il feretro dell’ultimo dei grandi industriali fiorentini, Torquato Satolli Dalla Fonte … mio figlio. E dopo la cerimonia ci sarà, qui … in villa, un magnifico ricevimento cocktail-drink, in onore di mio figlio, per le condoglianze di amici e parenti. Non mancate…vi aspetto, a domani. (prende sotto il braccio il figlio ed esce)

        

         

Rimangono tutti allibiti e nessuno osa commentare. Rompe l’attimo di    silenzio Violina.

Violina

(imbarazzata) ehm, ehm……posso offrire qualcosa da bere? Un thè … un caffè …. Magari con dei biscottini …. che giornata ….scusate, mio marito tornerà subito eh! Se volete accomodarvi.

Torquato

(rientrando) Ahh …. Povera mammà …. (si versa da bere e siede sul divano) Ogni tanto perde la memoria ... Ci vuole pazienza!

Aroldo  

 E lei, invece, ha buona memoria, vero? Ci dica, ci dica: allora .... Quanti operai quanti impiegati, quanti dirigenti, quanti …..

Torquato 

Ma questi, chi sono?

Aralda  

    

Mi presento. Aralda Farese e questa è mia sorella... mio fratello Aroldo, mi perdoni l’errore, ma la nostra è un’azienda tutta al femminile. Lui è l’unica eccezione. Mi può concedere un quarto d’ora per esporre la nostra offerta? Però, prima mi dica …  come si sente?

Torquato

  

Un momento fa stavo benissimo ma ora sento che mi sta per ritornare la febbre!

Aralda 

    

Nessuno, signore, può dire «sto benissimo»! Quante per­sone escono di casa e appena scese le scale...

Aroldo 

   

Tac! Infarto!

Aralda  

   

Uno cammina tranquillo sulle strisce e...

Aroldo

     

Tac! Viene falciato da una macchina!

Aralda     

Uno si reca in banca per depositare i risparmi del su­dato lavoro e...

Aroldo  

  

Tac! Fermi tutti questa è una rapina e muore con una pallottola nello stomaco!

Aralda  

   

Uno va piano in automobile, un pazzo gli piomba ad­dosso e...

Aroldo  

   

Tac! Lo trasforma in carne in scatola!

Aralda

           

Viviamo in un mondo dove sembra che la vita non con­ti più nulla, signore. Dunque sarebbe meglio dire: ora sto bene, fra poco non so!

Rumilda

   

Sono spassosissimi, vero Torquatino?

Torquato

   

Ma chi sono?

Aralda

           

Signore lei ha di fronte Aralda Farese direttrice della Happy Dead House London, una grossissima ditta che ha filiali in tutto il mondo.

Aroldo 

    

Amsterdam - Barcellona - Bonn...

Aralda           

Aroldo.. shhh…! Da tre mesi abbiamo aperto la filiale ita­liana a Firenze ed abbiamo già stipulato venticinque contratti. Solo noi possiamo assicurarle un posto distin­to, in un luogo delizioso, che la nostra ditta ha apposita­mente comprato sulle colline fiorentine. Lei non dovrà più vagare o aspettare il posto al cimitero … no. Al mo­mento giusto tutto è lì, pronto!

Violina

Questi sono gli opuscoli, guarda Torquatino che belle tombine!

Aroldo

           

Se poi, signore, lei preferisse il lancio delle ceneri nel cielo, la Happy Funeral Service, ha già aperto il re­gistro delle prenotazioni. Un servizio rivoluzionario che offre agli appassionati del volo quattro diversi luoghi e altitudini di spargimento delle proprie ceneri: in volo 6.000 metri sopra il monte Bianco, a 5.000 metri sopra l’Abetone, a 2.000 metri sopra l’Adriatico oppure a 3.000 metri sopra il Tirreno! Oppure ancora più rivoluzionario signore, Self Service Funeral, fai tutto da te! Così lei può comprare, a suo piacimento, un terreno dove vuole, costruirsi una piramide e poi, al momento opportuno, tac! Tutto è lì pronto, come un faraone.

Torquato

           

(alzandosi di scatto incredulo) Ma questo è uno scherzo! Chi vi ha permes­so di entrare in casa mia? Fuori … fuori!!!

Aroldo

      

Non mi dica parolacce, sa?

Torquato

           

(a Violina) Li ha chiamati lei, quella carogna di tua madre...

Violina     

Topolino mio, calmati!

Alice 

(entrando con Galletti) Commendatore, che succede?

Torquato

  

Succede che mi vogliono morto! (si siede sul divano)

Galletti

    

Chi?

Torquato

  

Tutti.

Alice 

Commendatore si calmi!

Galletti 

   

Le ritornerà la febbre.

Aralda

           

La febbre? (presentandosi a Galletti) Permette: Aralda Farese e quella è la mia gemella... hem! Mio fratello gemello(indica Aroldo poi prende il polso a Torquato) Infatti brucia, ma lei ha la febbre alta!

Violina
     
Che brutta cera, vero?

Aralda           

Non si dicono queste cose al malato. Dia retta a me, re­spiri forte e ripeta:... «voglio star calmo, voglio star calmo »

Galletti 

   

Commendatore per carità, pensi alla ditta.

Aralda  

   

Su, su, ripeta... «voglio star calmo...voglio star calmo

Torquato
 
La prego di non toccarmi... si levi di torno, eh????

Aralda

     

Dia retta a me, il momento è pericoloso. Io la farò vive­re... a noi interessa l’uomo vivo, non morto. Dunque, con­ti... «uno, due, tre... » si rilassi, si rilassi. (suona il campanello)

Aralda           

Il suo cuore in questo momento ha bisogno di riposo e di distrazione perché le sue pulsazioni tornino nor­mali; Ne ha 120 mentre devono tornare a 72.

Vittorina

  

(entrando con Corifea) Commendatore, c’è il portiere della ditta.

Torquato

  

(alzandosi di scatto inviperito) Gennaro?! … Ora l’ammaz­zo!

Aralda

Per carità, si ricordi del suo cuore, non lo sottoponga alla collera! Si rilassi. Aroldo massaggialo dal collo al­l’orecchio... creda, è un rimedio infallibile.

Vittorina

  

Che faccio, lo rimando via?

Torquato  

No … strappagli la lingua e portamela su un vassoio d'argento!!

Corifea

    

Vieni Vittorina, ci penso io a mandarlo via. (esce segui­ta da Vitto rina)

Galletti

           

Calma signor commendatore, calma, si faccia massag­giare è per il suo bene; Gennaro lo liquido io in due mi­nuti. (esce)

Alice

       

Prego commendatore si sdrai qui, sul divano (esegue Torquato con rassegnazione)

Aroldo

           

Lei chiuda gli occhi e lasci fare a me. (comincia a mas­saggiano) Bene, bravo, così va bene...

Gennaro

(d.d.) Signore, voglio vederlo, il mio principale.

Corifea

    

(d.d.) Le dico che non si può.

Gennaro 

 

(d.d.) Madonna dei sette dolori! Voglio vedere il mio padrone.

Galletti

    

(d.d.) Le ordino di andarsene!

Gennaro

   

(entrando)E io non vi do retta, voglio vederlo il mio pa­drone. Dov’è, dov’è, dov’è?! Oh che colpo, dov’è?

Aralda  

   

(a Torquato) Lei non si muova, tenga gli occhi chiusi e si rilassi.

Gennaro

   

(a Violina) Signora che dolore che dolore. Non mi so ca­pacitare. Ma come è stato? Stava parlando proprio be­ne poco prima. Oh signora bella che cordoglio, povero padrone, così presto se n’è andato. Bello mio! (indican­dolo sul divano) Ecco lì, sangue di San Gennaro, come rimasto bene, non fa paura... da vivo sì che la faceva!

Galletti

    

(che sarà rientrato da dietro a Gennaro) Gennaro, siete un imbecille! Ma perché avete detto che era morto il commendatore?

Gennaro

  

Me l’ha detto la principala e lui medesimo, e voi mi avete detto: «suona la cam­panella e spargi la voce».., e io ho suonato la campa­nella e ho sparto la voce! Ora sono tutti sul cancello. Dicono  che bisogna chiudere per lutto. Sono tutti pronti per il trasporto. Il trasporto quando lo fate, domani?

Torquato

(alzandosi inferocito) Domani farò il tuo trasporto, cretino!

Gennaro 
AAAHHH!!! Santa Lucia con gli occhi in mano, il morto è resu­scitato! (cade sulla sedia svenuto)

Aralda  

 

Aroldo, massaggiagli il cuore al partenopeo!

Corifea  

Corro a prendere i sali. (esce)

Violina 

 

Oddio Torquato che gli sarà successo?

Torquato

 

Niente! Poi, più cretini muoiono e meglio è!

Rumilda

 

Ora avrà sulla coscienza anche lui.., l’ho sempre detto che è un massacratore di operai!

Violina   

Calmati pantofolina mia!

Torquato

 

Non chiamarmi pantofolina!

Rumilda

 

Chiamalo zoccolo!

Torquato

 

(pieno di collera) Si levi di torno, mi faccia il favore, se ne vada in camera sua!!!

Rumilda 

 

Con piacere... pantofolina! (via)

Violina 

 

Ti prego, dolce come lo zucchero, non trattare male mammà!

Galletti

  

Si calmi!

Torquato

 

Anche lei mettere al centralino...

Galletti
   
Non potevo certo andarci io!

Torquato

 

Già che in azienda fa tutto lei, poteva prendersi anche quell’incarico!

Galletti  

 

Commendatore io sono un ingegnere!

Aralda

    

Su, su signor Gennaro non è successo niente, il suo pa­drone è vivo!

Galletti 

  

Avanti Gennaro, su … si sbrighi a rinvenirsi!

Alice     

Gennaro il padrone non è morto.

Aralda 

  

Bisogna distenderlo sopra un letto

Aroldo  

 

Venga, venga, … si tenga  a me, … si attacchi al mio collo!

 Aralda 

 

(a Torquato) Ha visto? E voleva mandarci via...

Gennaro

 

(attaccato a Aroldo tutto rimbecillito) Dove mi porta­te, all’ospedale?

Aralda   

 

No, no … stia tranquillo!

Aroldo 

  

Non abbia paura ci siamo qui noi .

Torquato

 

(escono Gennaro, Aroldo e Aralda) Tra poco metteremo fuori un cartello «tutto esaurito»... Che giornata! Il ragioniere, spiaccicato; quello, è diven­tato più imbecille di quel che era...

Galletti

           

Vedrà che tutto si accomoderà, lasci fare a me commen­datore!

Torquato

           

Anche lei ne ha combinati di pasticci... ma scusi, far suo­nare la campanella... far dire a tutti che ero morto...

Galletti

           

Ma cosa vuole, quel cretino mi ha detto... «Il padrone è morto in questo momento»... io sapevo che stava ma­le, che aveva la febbre...

Torquato

  

Galletti... Galletti...

Galletti 

   

Si commendatore!

Torquato

           

(trattenendosi dalla voglia di sbatterlo nel muro) Galletti, ma non si verifica, prima, una circostanza simile? Ma dove ha lasciato il cervello? Eh???

Violina

           

No, Torquatino, la colpa è mia... mi hai detto... «non ci sono per nessuno, di’ che sono morto»… e io l’ho detto!

Alice 

      

Sapesse commendatore che colpo ho preso... tremo ancora!

Torquato

   

E ora cosa si fa? Che cosa si dice? Ha sentito Galletti, sono tutti sul cancello!

Galletti

    

Lasci fare a me, ci penso io. Però... chissà che delusio­ne proveranno!

Torquato 

Cosa? Delusione?

Galletti

    

Oh mi scusi commendatore, volevo dire gioia …  che gioia proveranno !

Alice   

    

(cercando di rimediare)  Si! Voleva dire... «la gioia»... la gioia di sapere che non è morto... è così amato da tutti!

Torquato
  
Vada … vada Galletti … e cerchi di rimediare, capito?

Galletti

    

Sì commendatore, andrò, lo farò, non dubiti, rimedie­rò rimedierò!

Clarinet.  

(entrando con Clarinetta) E’ arrivato questo dottore?

Violina   

 

Ancora no

Clarinet 

  

Bisogna trovarlo (a Torquato) Meno male che è un tuo amico!

Galletti

    

Come sta ora? Come sta?!

Clarinet 

  

Al solito. Però… che spavento, non è più lui! Pen­sate, non fa che scrivere a macchina... Ma la macchina non ce l’ha!

Torquato

   

Lo hai lasciato solo?

Clarinet.

  

No, c’è Ottina

Torquato

   

Se potessi, vi prenderei a schiaffi!

Clarinet 

   

Senti, vuole anche picchiarci!

Torquato

  

Ma perché, vuoi essere premiata? Eh??? Avanti dim­melo!

Violina   

  

Torquatino...biscottino... fettina di pane... ti prego, non torturare le mie sorelle!

Torquato

 

Sono loro che mi stanno torturando da cinque anni! Ma quale uomo resisterebbe al mio posto? Eh? Sette don­ne! Capito? Sette donne! Ma vedrete come andrà a finire!

Violina 

   

Come tesoruccio, dolcetto alla panna, bene, vero?

Torquato

  

Le strozzo tutte, tua madre compresa! Alice, venga, ven­ga con me lavoriamo! Se arriva il dottore sono di là, nello studio, chiaro? Venga Alice, si sbrighi.

Violina

    

Lo calmi Alice, per carità, lo calmi.. confido in lei. (Alice segue Torquato)

Alice    

   

Stia tranquilla signora ci penso io... so come prendere il commendatore! Eccomi commendatore! (esce di corsa)

Galletti 

   

Alice sa come prenderlo! Alice, per il commendatore, è una camomilla con valeriana!

Ottina  

    

(entrando) Vi prego correte. correte il ragioniere..

Clarinet  

 

Che fa?

Ottina   

   

Vuole uscire!

Violina 

   

Allora sta meglio.

Ottina           

Macché meglio, sta peggio... vuole andare a Montecati­ni, non si ricorda che c’è già stato.., gli è preso la con­fusione mentale.., pensate, ogni tanto crede di essere Torquato; poi, a un tratto, ritorna se stesso...

Clarinet           

Violina fai venire questo dottore, avanti, ritelefona... noi andiamo di la dal ragioniere. (esce con Ottina)

Violina

           

Ma non finirà più questa giornata? Ingegnere, la prego, mi aiuti, faccia il numero … 2788015!

Galletti   

 

Con piacere signora Violina ma non si agiti, tutto si ac­comoderà, con me non deve aver paura di niente! Si sie­da e mi dia le sue belle mani. (la fa sedere in una poltrona e le si inginocchia di fronte) Oh, come sono fredde queste manine! Le riscalderò io con tanti piccoli bacetti (esegue). Oh, come sono belli questi ditini... oh, come so­no belli questi piedini...

Violina 

   

Porto il quarantadue e mezzo … pianta larga!

Galletti

    

Non importa, sono belli ugualmente!

Violina 

  

Telefoni la prego, non ha sentito è urgente!

Galletti    

Certo che telefono; prima però, vorrei vedere questo musetto rasserenato. Si rassereni la prego, si rassereni!

Violina

           

Sarà tornato a casa il dottore? Avrà trovato il mes­saggio

Galletti           

Perché, non c’era?

Violina

           

No, ho lasciato detto alla segretaria che doveva venire qui immediatamente , ma non si è ne visto ne sentito . Provi ancora, la prego.

Galletti 

 

Volentieri, che numero?

Violina 

 

 27.880.15

Galletti 

 

(non smuovendosi e con gesti da conquistatore) Occhi assassini! No,

non li abbassi! Signora Violina i suoi occhi sono due stelle lucenti...

ma che dico.., due stellone... grandi, grandi... come i suoi piedini!

Violina

Oh, ingegner Galletti... la prego, la prego... formi il nu­mero

Galletti

Subito, subito mia dolce signora. (si alza e va al telefono) Che  numero?

Violina

Ma ingegner Galletti gliel’ho detto tante volte... 2788015!

Galletti

I suoi occhi sono come una gomma... lo cancellano nella mia memoria! Dunque (facendo il numero) 27...

Violina

880...

Galletti

15... ecco fatto!…Signora Violina non risponde nessuno .

Violina

    

E da stamattina che non risponde... come si fa?

Galletti  

  

Signora Violina non si preoccupi, ci sono qua io.

Violina 

   

Ma devo preoccuparmi, abbiamo tre malati!

Galletti   

 

E con me quattro! Signora Violina io muoio di passione per lei. Signora Violina io l’amo

Violina

     

Ingegnere mi sorprende!

Galletti

    

Non mi respinga la prego. Da tanto tempo volevo dirle che questo grande amore, che arde nel mio cuore, mi conturba. Non capisco più niente. Quando ho appreso della morte di suo marito, il mio cuore ha sussultato di gioia... purtroppo, ahimé, resiste ancora... Ma se do­mani, dovesse andarsene, si ricordi che io sono dispo­sto ad accettare il peso della sua numerosa famiglia e il notevole peso della fabbrica, per amor suo questo ed altro. Lei erediterà la fabbrica ed io avrò il potere nelle mani… il potere… ogni filo dell’azienda sarà nelle mie mani! Ho già le direzioni: tecnica, commerciale, acquisti, amministrativa, e … con il nostro matrimonio… anche il pacchetto azionario... il potere assoluto! Il genio è in me! Io sono...

(Il ragioniere quando assume la personalità di Torquato, cercherà di imitarne non solo il modo di fare e di di­re ma anche la voce; quando sarà Torquato si indica «Semplicio/T» quando invece è lui stesso si indica Sem­plicio)

Sempli/T

 

 (entrando seguito da Clarinetta e Ottina) Uno dei tanti imbecilli che crede di essere quello che non è. Violina che cosa fai qui in ufficio? Perché ascolti le stupidaggini di quest’asino?

 

Violina   

 

Ma io...

 

Ottina    

 

Ti prego non dire niente, è ancora in stato confusionale.

 

Clarinet 

 

Ora vedi, crede di essere Torquato.

 

Ottina

 

Ma il dottore?

 

Violina

   

Non è ancora rientrato a casa.

 

Sempli/T

 

Perché parlate sottovoce? State tramando alle mie spal­le? Chi è che trama?

 

Ottina

 

Nessuno trama, stia calmo

 

Sempli/T

  

Come posso stare calmo se tramate contro di me?

 

Ottina       

Non si trama, si trema!

 

Clarinet  

 

Calmo, calmo!

 

Sempli/T

   

No, voglio agitarmi!

 

Clarinet.

 

Allora si agiti!

 

Sempli/T

  

No, non voglio più agitarmi!

 

Clarinet 

  

Allora, che vuol fare?

 

Semplic

   

La borsa, dove ho messo la borsa... (piangendo) nulla, nulla, voglio riposarmi, ho lavorato tanto... mi hanno maltrattato tanto... no, no, via, via … tutti geni... tutti sa­pienti... io solo un povero Travet!

 

Clarinet 
  
Ragionier Semplicio, ragioniere su … su, non pianga!

 

Ottina 

 

Si faccia coraggio, non è successo niente!

 

Sempli/T

  

(a Galletti) Lei, cosa fa lì? Come si permette di entrare nella mia stanza senza bussare? Esca e bussi e aspetti che io di­ca avanti, chiaro?

 

Clarinetta e Ottina escono spaventate.

 

Galletti 

   

Ragionier Semplicio, lei, come si permette di alzare la voce davanti ad un suo superiore?

 

Sempli/T

 

Chi è il superiore? Lei? Ma non mi faccia ridere! Ma lo sa che di fronte a me, caro signor galletto amburghese, tremava tutta Roma? Si metta sugli attenti e tremi … tremi come tremavano i romani.

 

Violina 

  

 Ma qui siamo a Firenze!

 

Sempli/T

 

Ah si? Allora tremi come tremavano i fiorentini! Allora trema o non trema? Aaah … ho capito … lei trama, non trema!

 

Torquato

  

(entrando seguito da Alice) Ma non avete nessun rispet­to per me? Fate silenzio!

 

Sempli/I

 

(andando incontro a Torquato e abbracciandolo) Caro ragioniere venga, venga pure avanti. Prego si sieda... avanti, non s’intimidisca. Lei è l’unica persona onesta di questa fabbrica, laboriosa, intelligente.., permetta che la baci (esegue). Lei è un impiegato esemplare... la­vora con me da tanti anni con scrupolosa intelligenza... lei, è un lavoratore indefesso ed anche, oso dire, mi per­metta, un po’ fesso!

 

Torquato

Ma...

 

Galletti

    

E’ meglio assecondarlo commendatore, crede di essere lei!

 

Sempli/T

 

Dato che è uno dei rari lavoratori che esistono oggi, me­rita una promozione. Chi ha detto raro? Unico! Lei non si è mai ammalato, lei non è un assenteista, lei non è mai stato alla toilette a leggere il giornale, lei non è mai an­dato... dove l’ho mandato tante volte io. Lei è l’unico sgobbone che esiste in Italia. Lei ha sempre pagato tutte le tasse… io no, lei lo sa bene, vero ragioniere? Poche, po­che, bisogna pagarne … bisogna difendersi... voi, poveri dipendenti, non avete difesa e le pagate tutte le tasse (ridendo) anche per me... Sì è vero, lei ragioniere è una perla rara, per­ciò dev’essere premiato. Lo farò capo di tutto. Toglieremo quattro direzioni a quel cretino di Galletti! Quanto guadagna Galletti? Le do il doppio, è contento, le ba­sta? Vuole diventare socio? Quante azioni vuole? Dica, avanti non sia timido, dica, dica, mi dica, su coraggio!

 

Galletti 

   

(a Torquato) Commendatore non risponda per carità!

 

Sempli/T

  

Lei stia zitto e si inchini. Si inchini! (Galletti esegue) Fer­mo così in quella posizione. Lo sa Ragioniere che fa la corte a mia moglie? Sì, sì, sì! Li ho trovati poco fa, qui in ufficio, abbracciati!

 

Torquato

 

Cosa?

 

Violina 

   

Sì, sì, voleva baciare i miei piedini!

 

Galletti  

   

E’ fuori di senno.

 

Sempli/T

   

E voi signorine, che fate? Andate nei vostri uffici e la­vorate ... lavorate. Lei, Alice, rimanga qui. E tu Violina che cosa fai ancora qui? Prendi la borsa, mettiti il pal­tò e vai a casa.

 

Galletti

    

Io accompagno la signora.

 

Sempli/T  

No! Lei stia qui in piedi, anzi no, piegato... s’inchini, si pieghi! (Galletti esegue) E voi signorine, via, nei vostri uffici e lavorare, lavorare, chiaro? (tutte le ragazze esco­no sbalordite)

 

Violina  

  

(impressionata) Allora io... vado a casa...

 

Sempli/T

   

Vai cara, vai.., tornerò presto.

 

Torquato

   

(piano a Violina) Ritelefona al dottore...

 

Sempli/T

   

Il telefono è lì ragioniere oppure di là... lo usi lo usi se vuole...

 

Violina

    

Allora vado.., addio!

 

Sempli/T

  

Non mi dai il bacio? Il solito bacio? Fragolina…

 

Violina  

   

Il bacio? Che bacio? Che faccio? … Posso?

 

Galletti

      

Signora, no!

 

Sempli/T

  

(a Galletti) Come si permette di parlare in mia presen­za? Piegato! Ho detto piegato! (Galletti riassume la po­sizione d’inchino)

 

Violina 

   

(guardando Torquato) Lo bacio? … Proprio un bacio?

 

Torquato

   

(piano a Violina) Per forza... coraggio!

 

Sempli/T  

Quanto devo aspettare questo bacio?

 

Violina

    

Eccomi...

 

Sempli/T

  

(l’afferra e la bacia sulla bocca a lungo … molto a lungo)

 

Violina

           

Non credevo che baciasse così bene. Preme le labbra calde con un impercettibile tremito e sulle labbra ri­mane la sua impronta... non credevo proprio che bacias­se così bene... bene sai Torquato... proprio bene... vado a casa... bene proprio bene... (esce)

 

Galletti

    

Io non le permetto di baciare la signora!

 

Sempli/T

  

Cosa non permette? Si metta piegato! Piegato!!

 

Galletti 

  

(a Torquato) Faccia qualcosa!

 

Torquato

 

Cosa devo fare! Speriamo che arrivi il dottore!

 

Sempli/T

 

Quanto vuole allora? Alice prepari il contratto. Scriva. Centomila al mese... per quanto ha lavorato sono an­che pochi... è contento? E il 10% del pacchetto aziona­rio … è contento? Bravo, se lo merita lei non è come quell’asino di Galletti. Ma insomma è pronto o non è pronto questo contratto Alice?

 

Alice   

     

 (prendendo un foglio qualunque) Eccolo commendato­re, firmi.

 

Sempli/T

 

(firma su quel foglio col dito) Ecco firmato... tenga, ra­gioniere (porge il foglio a Torquato che lo prende) è tut­to scritto e firmato... è meglio mettere nero su bianco perché le parole volano.., verbo volant... metta, metta in tasca... no, no, non mi ringrazi, perché sono sempre io che devo ringraziare lei, chiaro? Ma parli, parli... dica qualcosa.

 

Torquato

 

Grazie, grazie troppo buono.

 

Sempli/T

 

Ed ora parliamo fra uomini... Galletti esca!

 

Galletti

  

Io sono un uomo...

 

Sempli/T

 

Ah sì? Ambiguo però! … Lo sa ragioniere, che faceva la corte anche alla mia se­gretaria?

 

Torquato

Ah sìì?

 

Alice     

Ma io ho resistito!

 

Galletti  

 

Non è vero, non mi sono mai sognato...

 

Sempli/T

 

Silenzio... in piedi e inclinato, chiaro? (Galletti riesegue) Alice dammi la bocca, ho voglia del tuo alito fresco... presto, svelta!

 

Alice   

  

Ma io...

 

Sempl/T

 

(ad alta voce) Ma insomma, Alice sei o non sei la mia donna?

 

Torquato

Ma che dice? Non gridi così forte!

 

Alice      

Che devo fare?

 

Sempli/T

 

A chi domandi cosa devi fare? Non sono io il tuo uo­mo? Il tuo vero, unico amore? Vuoi che ti ripeta tutto quello che mi dici quando siamo soli nell’intimità?

 

Alice 

     

No per carità… ecco la bocca!

 

Sempli/T

 

(l’afferra con veemenza, la piega, la bacia a lungo, mol­to a lungo sulla bocca)

 

Galletti

  

Ma questo è troppo! Io sono un dirigente!

 

Torquato

(piano) Galletti non si arrabbi, sta baciando la mia se­gretaria!

 

Galletti

  

(piano) Ma poco fa ha baciato sua moglie!

 

Torquato

 

Appunto, è tutta roba mia! Perché s’arrabbia lei!

 

Alice 

 

Come bacia bene! Che bacio eccitante... stimolante... in­delebile... indescrivibile... ma com’è possibile?

 

Sempli/T

 

Galletti che fa qui? Ah, fa il guardone! Ma avrà qualco­sa da fare, o no? Mi porti la pratica Leopardi... (bacian­do sul collo Alice) sempre caro mi fu quest’ermo collo! Dammi ancora la tua bocca Alice, dammi le tue gambe, le tue ginocchia, dammi tutto Alice! Mi scusi ragionie­re ma tanto con lei, ho confidenza!

 

Torquato

 

Prego, prego, faccia pure!

 

Galletti  

Ma non permetto io... commendatore, la mia dignità...

 

Sempli/T

 

Ma quale dignità? Lei, pur di avere un titolo in più, pas­serebbe anche sul corpo di sua madre! E dice di avere dignità? Lei finirà come Riccardo III... perderà il pote­re e il cavallo, asino! (a Torquato) Quest’uomo, invece, avrà un’intera scuderia ed il potere! Meno male che esi­stono ancora di questi esemplari! Ma quando saranno estinti, che faremo noi industriali? Ma il governo non ci pensa? Fanno e facciamo di tutto per far finire que­sta razza laboriosa, tenace, onesta, intelligente...

 

Torquato

Che dovremo  fare perché non si estingua?

 

Sempl/T

 

Ormai più niente! Uomini come lei sono destinati a spa­rire! L’uomo sapiens si è accorto di essere un fesso... ed ora la lascio al lavoro … e mediti. Mediti e se vuole ri­manere uomo fesso, non faccia complimenti! I miei be­nevoli saluti. (a Galletti) Fattorino, venga qua.

 

Galletti

  

Io?

 

Sempl/T

 

Vede altri fattorini…no! Allora mi porti un caffé e non faccia tante storie.., scattare, scattare... si sbottoni il cervello.., avanti... ubbidisca al­trimenti la licenzio oppure la mando a pulire le latrine, chiaro?

 

Galletti 

 

Commendatore...

 

Torquato

 

(piano) Vada di là e chiami il dottore.

 

Sempl/T

 

Allora fattorino???

 

Galletti   

 

Scatto commendatore... (via di corsa)

 

Sempl/T 

 

Alice, mi faccia vedere la posta.

 

Alice   

   

Non è arrivata commendatore.

 

Aralda 

   

(entrando con Aroldo) Commendatore ho il piacere di comunicarle che il suo portiere è guarito.

 

Torquato

 

(piano a Aralda) Questo, invece, è peggiorato... crede di essere me!

 

Aralda           

Che pasticcio. Ma non si preoccupi, ci siamo qua noi. (a Aroldo) Fai entrare  intanto il recuperato Gennaro.

 

Aroldo  

   

(alla porta) Venga, venga pure avanti.

 

Gennaro

  

(entra seguito da Corifea) Posso entrare?

 

Aroldo  

   

Le ho detto di sì.

 

Gennaro

Commendatore mi creda, non è colpa mia. Io non ci vo­levo andare al centralino, ma l’ingegner Galletto...

 

Galletti

    

(entrando con Vittorina) Ha il coraggio di presentarsi davanti a me? È lei che ha combinato tutto questo im­broglio. Commendatore questo uomo va licenziato!

 

Aralda 

    

Non le permetto di impaurire il recuperato!

 

Sempli/T

  

Chi è che urla? Fattorino, perché non mi ha portato il caffé?

 

Torquato

   

Vittorina, vai a farlo!

 

Vittorina

  

Subito … povero ragioniere! (esce)

 

(Rumilda, Violina e le sue sorelle fanno capolino dalla veranda,   senza farsi vedere dal ragioniere)

Sempl/T

  

(a Galletti) Scattare, scattare.., ha il cervello abbot­tonato?

 

Torquato

   

(a Galletti) Vada, vada!

 

Galletti

      

Scatto commendatore! (via nella veranda)

 

Sempl/T

   

(rivolto a Aralda Aroldo Gennaro) Alice ma quelli chi so­no, i sindacati? Li faccia accomodare… i sindacati van­no sempre ascoltati! Sedete, sede­te.. Fattorino, fattorino… dove mi hanno messo i cam­panelli... fattorino...

 

Galletti

    

(entrando) Comandi commendatore... il caffé viene subito...

 

Sempl/T

  

Non voglio il caffé, voglio i campanelli, dove sono… spa­riti! Ho capito, me li ha presi il Galletti... lo so, i suoi venticinque non gli bastavano, mi ha preso anche i miei! Asino! Lo sapete, il Galletti è un asino! Vada di là, pren­da i campanelli del Galletti e me li porti. Scattare!

 

Galletti

    

 (guardando Torquato con disperazione) Vado, vado... (via)

 

Sempl/T

 

Dite, dite... vi avverto subito che soldi non ce ne sono... la fabbrica è in crisi… perché io sono e sono sem­pre stato un imbecille, vero?

 

Torquato

   

Se lo dice lei!

 

Gennaro

 

Io non gliel’ho detto. Allora com­mendatore io volevo dire...

 

Torquato

   

No, no. Non dica a me... dica pure a lui...

 

Gennaro  

Posso dire a lui?

 

Torquato

   

(indicando ancora Semplicio) A lui a lui!

 

Sempl/T

   

Seduto, seduto! Mi spieghi le sue ragioni.., questo cari sindacati, non è un uomo sapiens, ma occorrono anche questi per voi e per me! Ma purtroppo, anche questa razza, è in via d’estinzione! Lei è nativo di Pozzuoli? Pu­teoli, un puteolano, eh?

 

Gennaro    

Io non l’ho mai saputo. Ah, sono puteolano? Madonna!

 

Sempl/T

   

Fattorino... (urlando) Fattorino!!!

 

Galletti

           

(entra seguito da Vitto rima che porta un caffé) Ecco il caffé!

 

Sempl/T

    

I campanelli, voglio i campanelli...

 

Galletti 

    

L’ingegner Galletti ha chiuso la porta a chiave.

 

Sempl/T

   

(gridando) Io lo licenzio l’ingegner Galletti... voglio i miei campan...

 

Semplic  

 

(si mette a piangere spossato) O Dio, Dio mio, quanta con­fusione ho nella testa... mi fischiano gli orecchi... mi sen­to male.., dove sono, dove sono.., la borsa, dov’è la borsa... ci sono i soldi... Dio, Dio mio...

 

Aralda

           

(fingendosi ancora come sindacati) Se il commendato­re vuole riposarsi, noi possiamo ritornare.., il sindacato può attendere!

 

Alice 

(a Semplicio benevolmente) Andiamo in sala riunioni a riposarsi eh commendatore, venga, c’è un bel di­vanetto...

 

Aralda

           

È giusto, andiamo nella sala riunioni... (a Torquato) Stia tranquillo ci sono io, ci penso io... dov’è questa sala?

 

Galletti

Io divento pazzo...

 

Torquato

           

Galletti, adesso non ci si metta anche lei! Alice, li ac­compagni nel mio studio.., metta dei cuscini sulla pol­trona.., aiuti insomma!

 

Alice  

      

Venga, venga!

 

Aralda

      

Aroldo, andiamo.., vieni con me!

 

Aroldo

           

(prendendo il ragioniere sotto le ascelle) Venga, venga con me... andiamo piano, piano...

 

Gennaro 

(a Aralda) Che ha fatto il ragioniere?

 

Aralda

           

Niente. Lei si sieda là e non si allarmi per nessun moti­vo, è ancora sotto cura.., e voi non lo disturbate!

 

Semplic

           

Ohi, ohioi, ohiohiohi... la mia testa... la borsa.., la mia bor­sa... (escono: Semplicio, Aroldo, Aralda, Alice)

 

(entrano in scena Rumilda e Vittorina)

 

Torquato

 

Ma questo dottore? Incosciente!

 

Galletti   

 

Ma perché non ne chiamate subito un altro?

 

Torquato

  

Non dica stupidaggini Galletti! (si mette esausto sul divano - suona il campanello) Vittorina corri ad aprire, speriamo che sia il dottore!

 

Vittorina   

Subito. (esce)

 

Rumilda

   

(a Torquato che, sul divano, ha un attacco di tosse) Sei ancora vivo? Guarda che se muori subito, fai un affa­re: ti fanno il funerale gratis!

 

Torquato

  

Violina... prendi tua madre o la strozzo! (tossisce)

 

Vittorina

   

(entrando) C’è il dottore

 

Tutti    

    

(un gran sospiro di sollievo) Oh! !!!

 

Dottore  

  

(entrando) Buongiorno a tutti!

 

Torquato

 

Guido, è tutto il giorno che ti aspettiamo, ma dove ti eri cacciato? Per te si potrebbe morire!

 

Dottore

   

Hai ragione ma ho cento tagliandi del lotto da con­trollare, allora faccio prendere tutte le telefonate dalla mia segretaria per non essere disturbato. Ma non ti sarai mica allarmato per un po’ d’influenza? Oh, cara donna Rumilda, come sta? (le bacia la mano)

 

Rumilda

 

Molto bene, grazie. Lui … invece … ha preso la rabbia!!!

 

Dottore

  

Mia bella signora Violina (le bacia la mano)

 

Galletti  

 

Permette? Ingegner Galletti, direttore Commerciale, di­rettore...

 

Torquato

 

Glielo dirà dopo... Mi vuoi dare ascolto, si o no?

 

Dottore 

  

Parla, parla, quanta febbre hai?

 

Torquato

  

Non si tratta di me... quella cretina di Clarinetta ha messo nei guai un mio dipendente.

 

Galletti

    

Lo ha letteralmente messo K.O.

 

Torquato

  

Guido, solo tu puoi salvarmi… quella cretina ha guidato la macchina della Ditta senza patente.

 

Rumilda

    

E ha messo sotto, il ragioniere ... lo ha spiaccicato!

 

Dottore 

  

Addirittura!

 

Torquato

           

Però non è ferito e non sente nessun dolore.., solo che lo choc... deve avergli fatto perdere la memoria... e ­poi, crede di essere un’altra persona... e solo ogni tan­to ritorna se stesso.

 

Dottore

   

Succede. I traumatizzati da una grande paura, cambia­no spesso luoghi e persone, come se fossero gravemen­te affetti da altero-sclerosi; però, potrebbe essere un trauma momentaneo... vado a visitarlo... dov’è?

 

Torquato

 

Nel mio studio.

 

Aralda   

  

(entrando di corsa) Commendatore, commendatore...

 

Torquato

 

Cosa c’è ancora?

 

Aralda

     

Il recuperato

 

Galletti 

   

Sta meglio?

 

Aralda

           

No, sta peggiorando... per farlo ritornare in sé... gli ab­biamo fatto una bella doccia fredda...

 

Dottore

    

Benissimo, brava!

 

Aralda  

   

Infatti, sembrava che stesse meglio... Aroldo gli ha mes­so l’accappatoio... lo abbiamo asciugato... massaggia­to... ma quando è rientrato in camera per vestirsi...

 

Entrano Ottina, Clarinetta e Corifea

 

Torquato

   

Avanti, che ha fatto?

 

Aralda 

     

Ha cominciato a profumarsi tutto...

 

Dottore 

   

Ebbene?

 

Aralda  

   

Ora crede di essere...

 

Tutti 

       

Chi?

 

Aralda 

    

Sua moglie, commendatore... la signora Violina. Ha voluto mettersi l'accappatoio della signora!

 

Tutti      

  

Nooo!

 

Aralda  

   

Ha il cervello ballerino.., vado a sorvegliare... fidatevi di me... (a Torquato) e lei pensi al contratto! (via)

 

Torquato

  

Ma questa chi è, ma che vuole in casa mia?

 

(Semplicio entrerà con addosso la camicia da notte di Violina. Come lei parlerà, sia come tono, come infles­sione, come tipo di voce ed assumerà le stesse movenze)

 

Sempl/T

            

                 

 

(entra, si ferma sulla porta, squadra tutti, poi parla ad ognuno) (a Gennaro) Vittorina, tesoruccio mio, vieni a vestirmi, su! (a Torquato) Pantofolina adorata, vengo subito a far co­lazione. (a Galletti) Oh caro Galletti, anche lei qui? La vedo proprio volentieri! (alle ragazze) Buongiorno sorelline mie, buongiorno (a Rumilda) Un bacetto mammà! (le va vicino e la bacia) (a Gennaro) Andiamo Vittorina! (lo prende per la mano e se lo porta via, dietro lo stupore di tutti e lo sgomento del povero Gennaro) Con permesso, torno subito!

 

Dottore 

   

Il caso èpiù grave di quello che credevo.

 

Torquato  

Bella scoperta!

 

Galletti 

   

Dottore lei deve fare qualcosa.

 

Dottore  

  

Potrei... ma le conseguenze? Devo denunciare il fatto!

 

Ottina  

    

Dottore la scongiuro, salvi il ragioniere.

 

Dottore

   

Ma come faccio a salvarlo? Ci vuole tempo, molto tempo!

 

Ottina   

  

Aspetterò. Sono pronta a riparare il male che gli ha fatto Clarinetta; lo sposo, e col mio amore lo salverò!

 

Clarinet 

  

No, non voglio sacrifici. Siccome la colpa è mia, faccio io la penitenza: lo sposo io!

 

Gennaro 

 

(d.d.) Nooo... nooo!!! (urla)

 

Corifea 

    

E perché non io?

 

Galletti

     

Zitti, sento Gennaro che urla! Lo starà picchiando... per forza, lo crede Vittorina!

 

Violina 

     

Io non ho mai picchiato Vittorina, vero Vittorina?

 

Vittorina

    

Ma che dice mai signora?

 

Galletti

       

Devo andare di là, il dovere di uomo mi chiama!

 

Torquato

    

Galletti.. scenda!

 

Dottore

      

No per carità... concertiamo, invece, il da farsi.

 

Torquato

     

Qualunque cosa purché tu me lo levi di torno!

 

Aralda 

       

(entrando di corsa) Commendatore, commendatore...

 

Torquato

    

Questa mi farà venire un infarto! Che c’è? Non può es­sere più calma?

 

Aralda  

      

Sta venendo di qua. Vuoi fare colazione... state atten­ti... (ritorna dentro)

 

Dottore 

     

Ritiratevi. -. tu Vittorina vai a preparargli la colazione.

 

Vittorina

    

Subito dottore. (via)

 

Rumilda

           

Venite ragazze... ma com’è divertente tutto questo! (ride) (tutti si ritirano in veranda e, facendo capolino in sce­na, seguono l’azione senza essere visti da Semplicio e pronti a entrare in qualunque momento)

 

Torquato

    

Incosciente! Guarda come ride! (urlando) Il riso, abbon­da sulla bocca degli sciocchi!

 

Dottore

           

Calmati, calmati.., ingegnere senta, lei l’ha sempre ri­conosciuto?

 

Galletti   

Sì, meno una volta che mi ha scambiato per il fattorino.

 

Dottore 

   

E come ha reagito?

 

Galletti 

   

Un odio feroce!

 

Dottore

           

Però, nelle veste di Violina l’ha trattato con dolcezza! Strano, molto strano! Voglio ritentare la prova.., biso­gnerebbe provocargli un nuovo choc... si metta qui die­tro la veranda, vicino.., e tu (a Torquato) vai via anche tu ed anche lei signora Violina... andate, lasciatemi so­lo. (si ritirano in veranda)

 

(Il ragionier Semplicio quando non rappresenta se stes­so, viene indicato con Semplicio/T come precedentemen­te; entra seguito da Gennaro costernatissimo; Aralda Aroldo Alice in punta di piedi usciranno dietro di loro e andranno in veranda insieme agli altri)

 

Sempli/T

  

No, no, eppoi no! Vittorina senza grembiulino non mi pia­ci, vai subito a metterti il grembiulino e la crestina... su, su, non fare tante storie.., avanti, dove l’hai messo, eh?

 

Gennaro

 

(sbalordito) Io non lo so... io non so nulla.., madonna!

 

Sempli/T

 

Lo devi sapere; non farmi arrabbiare.., ti do cinque mi­nuti di tempo per metterti il grembiulino... uh, vergo­gna... che fai con i pantaloni, eh? Ma stai diventando pazza oggi? Mettiti subito la sottana... Oh!!! Se ti ve­desse "dolce come lo zucchero" ti sgriderebbe, sai? Que­ste cose devi capirle anche da te, non sta bene una cameriera in pantaloni!

 

Gennaro

 

(al dottore) Che faccio dottore? Questo vuole che mi tol­ga i pantaloni.., che devo fare... San Gennaro benedet­to ma che succede?

 

Dottore

  

Stia calmo, ora vediamo. (a Semplici o) Oh, cara signo­ra Violina come sta?

 

Sempli/T

 

(non riconoscendolo) Bene grazie. Vittorina, colazione per due... thé.,. e levati quei pantaloni, inteso? Non farmi inquietare! Vai vai!

 

(Gennaro va in veranda e cerca di scappare. Sarà tratte­nuto da Torquato che lo convincerà a mettersi il grem­biule e la crestina. Torquato è il regista della situazione e tiene a bada tut­ti onde evitare che Semplicio si accorga della loro pre­senza e per assecondare il Dottore nella sua opera)

Dottore

   

Ci vuole pazienza con le cameriere!

 

Sempli/T

  

Sì ma con Vittorina ce ne vuole troppa di pazienza... sta­mani si è voluta mettere i pantaloni.., ma è proprio stra­vagante! E lei, scusi, chi è? Cosa fa qui nel mio salotto?

 

Dottore   

 

Come chi sono? Guido, l’amico di Torquato, il dottore di famiglia!

 

SemplilT

 

Ah, sì... sì, sì … che sciocca!

 

Semplic 

  

La borsa... dove ho messo la borsa... il commendatore... la borsa … Oddio!

 

Sempli!T

Torquatino è a letto con la febbre, pensi: trentanove! Ho dovuto chiamare il ragionier Semplicio... ma dov’è andato il ragioniere?

 

Dottore   

Sarà con Torquato.

 

Semplic

  

Oddio... Dio mio che mal di testa... Dio mio...

 

Sempli/T

 

Poi è venuto anche l’ingegnere... le confesso che l’inge­gner Galletti è un damaret... mi fa una corte spietata... se Torquatino se ne accorge, lo licenzia subito!

 

Gennaro

   

(entrando con grembiulino e cresta e con in braccio un grande vassoio con colazione per due) Ecco il thé signor rag... (dalla veranda gli faranno cenno di non dire ra­gionie re) ecco il thé... per voi.., così va bene?

 

Sempli/T

 

Oh gioia! Hai visto, ti sei messa il grembiulino e la cre­stina, hai visto come sei carina?... Uh, birichina, non ti sei tolta i pantaloni però... (al dottore) quanto zucchero?

 

Dottore

    

Due grazie!

 

Sempli/T

  

Non siate troppo economo... facciamo tre! (mette lo zuc­chero nelle tazze del thé)

 

Dottore

    

(a Gennaro) Annunciate l’ingegnere.

 

Gennaro

  

Che dite?

 

Dottore

    

Uscite e entrate dicendo... «l’ingegner Galletti»!

 

Gennaro

 

(non capisce niente) Che devo dire?

 

Dottore   

C’è l’ingegner Galletti!

 

Gennaro

   

Sì, è là, dietro il vetro!

 

Dottore

   

(spazientito ma sempre sotto voce) Ditelo forte!

 

Gennaro

 

Ah forte? E io lo dico forte! (a alta voce) "dietro il vetro c’è  l’ingegner Galletti!

 

Galletti 

  

(entrando, tronfio come se stesse compiendo un’azione eroica) Oh, mia cara signora, ho saputo che il prin­cipale...

 

Sempli/T

   

(con noncuranza) Trentanove di febbre!

 

Galletti  

  

Mi dispiace!

 

Dottore

  

Se permette signora, vado a visitare Torquato. (a Gen­naro che è rimasto lì inebetito a vedere tutta quella sce­na che non capisce) Andate via. Andatevene! (via in veranda)

 

Gennaro

 

Dietro il vetro c’è l’ingegner Galletti!

 

Galletti  

 

Ora non ci sono più, non lo vede che sono qui?

 

Gennaro

 

E ora che devo dire? Che devo fare?

 

Galletti    

Andatevene.

 

Sempli/T

 

Vittorina, non hai capito? Vai vai e togliti i pantaloni, hai capito? Oggi Vittorina non capisce... ora m’in­quieto!!!

 

Gennaro

 

Madonna... prima i bottoni del centralino... poi il mor­to... ora mi devo togliere anche i pantaloni.., ma che vo­gliono da me... io me ne torno al mio paese... Madonna, non mi piace la civiltà.., non mi piace! (rispondendo ai segni di Torquato e degli altri) Vengo, vengo... (via in veranda))

 

Sempli/T

 

Si accomodi ingegner Galletti, prego. (Galletti siede) Og­gi non mi dice nulla? Sta zitto, zitto? Come mai? Non mi fa una delle sue belle dichiarazioni d’amore?

 

Galletti

 

(sulle spine e con la coda dell’occhio guardando in ve­randa) Signora Violina, io non mi sono mai permesso...

 

Sempli/T

 

(facendogli una carezza) Oh sì, sì, sì... maschietto intra­prendente, si che si è permesso... anche troppo... avan­ti, si butti siamo soli!

 

Galletti 

  

Ma io... (incontra lo sguardo truce di Torquato e si spaventa)

 

Sempli/T

 

Non le piacciono più le mie belle mani? I miei piedini?

 

Galletti  

  

Ma io...

 

Sempli/T

  

Non ricorda che me li ha presi fra le mani e me li ha baciati, i miei piedini? Non lo ricorda più? Oh Galletti .. lei è un Galletto!

 

Galletti

           

(sudando) Ma signora... io l’ammiro, l’ammiro molto, ma non mi sono mai permesso di pensare... di fare...

 

Sempli/T

  

(carezzandolo) Oh smemoratello mio!!! Io, però, ho buo­na memoria, sai? eh, eh, eh... lei vorrebbe prendere il posto di Torquato vero? Per ora dolcetto alla panna non e morto, ma se muore mi ricorderò di lei! Aspetti fidu­cioso: meglio avere un marito di scorta che essere co­me le mie sorelline, poverine, non ne hanno nemmeno uno, le pare? Ora vado a vestirmi. (chiamando) Vittori­na, Vittorina...

 

Gennaro

   

(entrerà spinto dal dottore) Dite a me?

 

Sempli/T

  

Non ti chiami Vittorina? E allora, vieni con me. Con per­messo. (con gesto malizioso) Eh, Galletto, Galletto!!! An­diamo Vittorina! (esce)

 

Gennaro

   

E io che faccio? Madonna mia, che faccio.

 

Galletti

    

Entra in camera!

 

Gennaro

  

Ma questo mi leva i pantaloni...

 

Galletti  

Vai... resterai in mutande, vai! Non farmi arrabbiare!

 

Gennaro

  

Madonna, ma io torno al mio paese... San Gennaro mio aiutatemi! (entra in camera)

 

Dottore

   

 (entrando) Benissimo!

 

Torquato

  

(entrando con gli altri) Come benissimo? Con lei Gallet­ti ci rivedremo dopo!

 

Galletti

           

Non crederà a quello che ha detto? Ho sempre avuto per la signora,                   il massimo rispetto.

 

Violina

   

Sì, sì, mi ha baciato solamente i piedini!

 

Rumilda

  

La mia Violina è una persona onesta... noi siamo desti­nate... vedove, ma oneste!

 

Torquato  

(guardandola) Lasciamo andare! Guido, allora, che ne pensi?

 

Dottore 

    

Ho capito tutto!

 

Galletti

     

Meno male!

 

Dottore 

    

Mi dispiace ma non ci posso far niente!

 

Clarinet

    

Cosa????

 

Ottina  

     

Lo sapevo io!

 

Aralda 

     

(a Torquato) Lo lasci nelle nostre mani, lo guariremo! e lo possiamo mettere per scritto... intanto firmi i con­tratti.

 

Aroldo 

      

Firmi, firmi...

 

Torquato

   

Basta!! Levatevi di torno, altrimenti perdo la te­sta anch’io! (a Rumilda) E lei se ne vada nei suoi appar­tamenti con i suoi.., gioielli!

 

Rumilda

     

Non tocchi i miei pulcini, sa!

 

Torquato

    

Pulcini? Sono oche, oche.., tutte oche!!!!

 

Rumilda

      

Lei è un farabutto!

 

Torquato

   

Sentitela! Mi sequestrano un impiegato, me lo riporta­no senza il cervello, mi si bacia la segretaria...

 

Rumilda

     

Questo è stato un grosso guaio, o sbaglio?

 

Torquato

      

Mi si bacia la moglie!

 

Rumilda

    

Guaio meno grosso!

 

Torquato   

Il mio portiere viene scambiato per Vittorina, scopro che l’ingegner Galletti fa la corte a mia moglie, mi si mette sotto-sopra la casa.., e ha anche il coraggio di dar­mi del farabutto???!!!

 

Dottore

      

Per carità, Torquato calmati... ti fa male, calmati!

 

Violina

       

Dolce come lo zucchero...

 

Torquato

     

Sono amaro, amaro.., lo capisci che sono amaro???

 

Rumilda

    

Chiamalo veleno!

 

Torquato

  

Violina porta via tua madre, rinchiudila in camera sua, altrimenti non rispondo più di me!

 

Rumilda

    

Non si agiti, vado a fare le valige e me ne andrò da que­sta casa. Ragazze dite a Vittorina che venga ad aiutar­mi; si ricordi però, che lei è un Landru! (via)

 

Violina 

     

Oggi volete proprio che mi ammazzi!

 

Aralda

        

Signora, nel contratto non è contemplato il suicidio!

 

Galletti

     

(baciando le mani a Violina) Stia tranquilla, il commen­datore ci ripenserà!

 

Torquato

    

Vuole smetterla, lei, di baciare le mani a mia moglie, sì o no?

 

Dottore

  

Torquato, ora stai esagerando... che c’entrano l’ingegne­re e tua suocera se il ragioniere ha avuto un incidente!

 

Torquato

    

Senti, tu non parlare.., ti chiamo d’urgenza, arrivi do­po otto ore per giocare al lotto, perciò dubito della tua intelligenza.., ora, con quell’aria candida, dici che non puoi farci niente... (suona il campanello della porta)

 

Vittorina

    

Sì, commendatore, vado subito! (esce di corsa)

 

Dottore

      

Ma come posso, in mezz’ora, risolvere un caso come questo? Ci vuole tempo. Può darsi che da un momento all’altro riacquisti la memoria.., come faccio a sapere quando, eh?

 

Vittorina

   

(entrando) Commendatore c’è un signore che chiede di lei.

 

Torquato

   

A quest’ora?

 

Ottavian

  

(entrando) E’ permesso? Scusatemi l’ora importuna, ma sono appena  arrivato a Firenze.., il signor Satolli?

 

Torquato

    

Sono io.

 

Ottavian

  

(saltandogli al collo e baciandolo) Caro, caro.., caro il mio Torquato! Ecco, il mio Torquato Sa­tolli!

 

Torquato

   

Grazie ma...

 

Ottavian

   

Da quando ho messo piede in Italia, il mio primo pen­siero è stato per lei!

 

Torquato   

La ringrazio, ma cosa vuole da me?

 

Ottavian 

   

Il suo perdono! Da tanto tempo ambivo incontrarla per discutere di una vecchia avventura sentimentale; ave­vo però paura della sua accoglienza della sua reazione. Ora che ho preso informazioni e so quale cuore palpita nel suo petto, mi sono deciso a tornare. Torquato, ec­comi qua! Qua, di fronte a lei, per farmi dire quello che mi vorrà dire. Spero che sia già informato che la colpa non fu solo mia. Ed ora parli. Sono qui, chino di fronte a lei. Parli. Parli, l’ascolto!

 

Torquato

 

E questo chi è? Che devo dire?

 

Ottavian

   

Anche parole spregevoli, le merito!

 

Galletti 

   

Ma chi è?

 

Torquato

  

E chi lo sa!

 

Ottavian 

 

Sappia che sono pentito. Ho mancato e ora voglio, riparare.

 

Galletti 

   

Vuol spiegarci meglio che cosa vuole riparare?

 

Ottavian

   

Tempo fa ebbi una figlia, bionda e bella ma la ma­dre non volle sposarmi e se ne andò portando con sé la figlia.

 

Torquato
   
Ma che c’entro io!

 

Galletti 

    

Ma che c’entra il commendatore, eh?

 

Ottavian 

  

C’entra, c’entra.., allora non c’entrava, ma adesso c’entra!

 

Dottore 

   

Scusi, si spieghi meglio!

 

Ottavian

   

Non voglio dare spiegazioni.., io sono qui per riparare! Voglio riparare perché se non riparo la mia vecchia co­scienza non è tranquilla.., la prego, mi faccia riparare!

 

Violina

     

Non abbiamo niente di rotto.

 

Ottavian

  

Sì, il cuore infranto di mia figlia!

 

Galletti 

   

Almeno, vuol dirci il suo nome?

 

Ottavian

  

Ottaviano Rigillo, ambasciatore!

 

Torquato

   

No!!! Finalmente!

 

Clarinet  

 

Ragazze, questo è «l’ultimo papà! »

 

Ottavian

  

(a Clarinetta) Tu sei mia figlia? (abbracciandola) Ah Si­gnore ti ringrazio. Figlia, figlia mia!

 

Ottina

No, tua figlia è Consolina.

 

Corifea

Consolina è in collegio per gli esami di maturità.

 

Clarinett.

Tornerà a casa sabato prossimo.

 

Ottavian

    

Ah .. bene, … molto bene. Figlie, figlie mie, con me, qua, non vi lascerò mai più! (le abbraccia)

 

Torquato

   

(con gioia intravedendo la liberazione) Oh finalmente, bravo, bravo!

 

Ottavian

    

E la mamma, la mamma dov’è? Dov’è la mia dolce Ru­milda? Chiamatemela, non vedo l’ora di stringerla al petto.

 

Sempli/T

  

(d.d.) Torquatino, Torquatino mio... (entrando sempre con gli abiti di Violina) dolce come lo zucchero, sgrida Vittorina perché non si vuoi togliere i pantaloni...

 

Gennaro

  

(che sarà entrato dietro di lui)Commendatore io esco pazzo da questa casa se non ci mettete rimedio... vi scon­giuro commendatore per tutti i santi del paradiso!

 

Sempli/T

  

Vittorina, Vittorina, vieni … su!!! (esce)

 

Gennaro

  

Che devo fare Commendatore?

 

Dottore 

   

Vada, vada, e stia attento!

 

Gennaro

 

Vado; Madonna del Carmine proteggetemi voi.., al mio paese torno... (esce)

 

Ottavian

  

Ma quella chi è?

 

Galletti

   

Ambasciatore guardi, "quella" è il Ragionier Semplicio

 

Ottavian

  

Ah!! … E Rumilda dov’è?

 

Rumilda

entrando vestita per uscire) Sono pronta. Vittorina vai a prendere le mie valige. (vedendo Ottaviano) No, non è possibile! Chi vedo? Ottaviano, tu qui? Oddio che col­po! Come sei   brutto e come sei invecchiato!

 

Ottavian

  

Rumilda! Rumilda, sei proprio tu?

 

Rumilda

 

Certo che sono io! (si abbracciano) Caro, caro, come mai sei qui? (alle ragazze) Ragazze, sapete chi è questo signore?

 

Consolin

   

Il nostro ultimo papà!!!

 

Ottavian 

  

Le mie bambine, … le altre mie figlie … ora non ci lasceremo più!!

 

Rumilda

    

Sì tutti insieme via da questo negriero... finalmente li­bere! (con sfida a Torquato)

 

Torquato

    

Con gioia!

 

Ottavian 

   

Caro Torquato grazie di avermele conservate così bene

 

Torquato

     

Ho fatto il possibile. Ho aspettato tanto questo momen­to! Lei me le ha date ed io, ora, gliele rendo!

 

Ottavian

    

Ti ringrazio ma sono troppo vecchio per accollarmi il peso di una così grossa famiglia. Ormai sono in pensio­ne, gradirei riposarmi e non vedo, mio caro Torqua­to, miglior riposo che qui, insieme a voi, voi siete la mia famiglia !

 

Torquato

   

(cadendo semisvenuto sulla poltrona) Noooo! Non è pos­sibile, non è possibile!

 

Semplic

   

(entrando come se stesso ma sempre con i vestiti di Vio­lina) E' tardi, è tardi... Dio mio ho fatto tardi... Oh, scu­si commendatore, sono stato in banca, poi a Montecatini e... già, il catalogo, mi scusi, corro a prendere il catalo­go e glielo porto subito... con permesso, buongiorno a tut­ti, buongiorno ingegner Galletti i miei ossequi... torno subito... (via di corsa con la sua consueta agitazione)

 

Torquato

   

Ragioniere, ma come, va in fabbrica vestito a quel mo­do? Fermatelo! Galletti ma che fa? Non stia lì impala­to! Corra.

 

Galletti

           

(uscendo di corsa dietro al ragioniere) Ragioniere mi aspetti, senta.., ascolti me ragionier Semplicio... (via)

 

Aralda  

   

Ora ci pensiamo noi.., siamo specializzati nei recupe­ri.., vieni Aroldo...  faremo un altro contratto... (chia­mando) Ragioniere... ragioniere... (via di corsa seguita da Aroldo)

 

Torquato

  

(tossendo e facendo degli starnuti) Se non muoio oggi non muoio più!

 

Rumilda

   

Non è detto! Ora dovrai fare i conti con l’Ambasciato­re, finalmente avrò qualcuno che mi difenderà… commendatore dei miei stivali!

 

Torquato

    

Dio, voglio morire, voglio morire!!!

 

Alice

         

Si calmi commendatore, si calmi... Vittorina una camo­milla ... subito!

 

Vittorina

    

Immediatamente! (via di corsa)

 

Torquato

     

Meglio morire mia cara Alice! … Questa non è vita … è un inferno!!!

 

Gennaro       

(uscendo di corsa dalla camera e scappando via) Non contate su di me commendatore... io me ne torno al mio paese... non andrò mai più a vedere morti in vita mia... se morite mi dispiace tanto... io vado a casa mia e che San Genna­ro sia con voi ... (via di corsa)

 

nel frattempo le ragazze Violina compresa, hanno fat­to cerchio intorno a Ottaviano e, lasciandolo al centro, gli ballano intorno il giro tondo cantando la canzoncina nota «è arrivato l’ambasciatore taruntino taruntello... » Il dottore meravigliato e divertito osserverà la scena. Rumilda con aria vittoriosa guarderà Torquato. Alice guarderà l’affranto disperato Torquato con aria confortevole come dire: «non aver paura ci sono qua io» mentre cala lentamente la tela.

FINE