Ho tanta vergogna

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La chat di Mario

Ho tanta vergogna

Atto unico

di

Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 904628A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

Personaggi:            Beata, atleta miope                  D

Viola                                                D

Sansone                                                        U

Filippo                                                            U

Camillo                                                           U

Scena:           Soggiorno moderno con mobili vari, appendiabiti, tavolo e sedie; le sedie sono truccate con dei contenitori d’acqua a forma di busta o di tubo, che non dovranno impedire di sedersi; ognuno è fissato sotto la seduta del coprisedia oppure occultato nella stessa ed è dotato di un piccolo rubinetto; necessitano attrezzature, tra le quali un secchio, una bacinella, una pelle di daino grande, piumini, stracci e tre spazzoloni per il lavaggio pavimenti, di cui uno avrà il manico parzialmente segato.

                       


Scena prima: Sansone, Beata, Viola


Beata                                    (entra da sinistra, con fazzoletto legato sui capelli, grembiule, guanti di gomma, piumino e spazzolone con strofinaccio) Forza, adesso attacchiamo qui! Tu occupati del tavolo e delle sedie!

Viola                                      (anche lei in tenuta da lavoro come Beata, porta invece una bagnarola con dei coprisedia sotto un braccio) Sei una schiavista! Io mi debbo preparare, non posso uscire con i capelli sporchi, senza trucco… mi dovrò fare la doccia, sono tutta sudata!

Beata                                    Avanti, allenati! Anche questo è come andare in palestra! Quando ti sposerai, il primo piano della nuova casa sarà tutto da pulire e sistemare! (spolvera le zone alte dei mobili)

Viola                                      (posa la bagnarola a terra e spolvera rapidamente tavolo e sedie) Io non mi sposerò mai! E’ troppo faticoso! Oppure, anche se mi sposassi… prenderei un servizio di pulizia! Ora ti faccio questa roba… poi me ne vado! Non posso farmi vedere così da Filippo!

Beata                                    Ancora solo il corridoio e basta, però domani ti farai tutta la tua camera… e ti stirerai anche i panni!

Viola                                      (prende una ciotola ornamentale dalla bagnarola e la sistema al centro del tavolo, poi passa una pelle di daino e comincia a mettere i coprisedie alle sedie) La mia camera è sacra, non si deve toccare niente! E i panni… si stireranno addosso!

Beata                                    Fermati! Quei coprisedie non sono stirati!

Viola                                      (continuando nell’operazione, lascia la pelle di daino sotto una seduta dei coprisedie) Mamma, ho preso quelli plastificati… hanno solo qualche rughetta, ma non ti preoccupare! Aspetta solo un minuto, e vedrai!

Beata                                    Fammi verificare… non trovo mai gli occhiali… (si fruga in una tasca del grembiule, li inforca e va a guardare da vicino) Ma che dici? Si stireranno da soli? No, no… non va bene!

Viola                                      Tu passi troppo tempo fuori di casa! Aspetta solo un minuto, ti faccio vedere!

Sansone                               (entra scalzo con un paio di scarpe in mano) In questa casa, stamattina, non c’è pace! Devo pur sedermi da qualche parte, per mettere le scarpe! (si siede e manifesta fastidio per il portafogli che gli preme nella tasca posteriore) Mi dà fastidio, questo… ecco, meglio se lo metto qui!(mette il portafogli nella ciotola e si siede)

Viola                                      Hai visto, mamma?

Beata                                    (si toglie gli occhiali) Ma… non va mica bene! Non ci riuscirà!

Sansone                               (infilandosi le scarpe) Ci riesco, ci riesco… almeno qui è libero… il letto è coperto di panni… il bagno è… bagnato a terra…

Beata                                    (usando lo spazzolone prima più lontano e poi intorno a Sansone) Anche qui adesso è bagnato per terra! Alza i piedi!

Sansone                               Che cosa? Che dovrei fare?

Viola                                      Papà, non fare il difficile! Abbiamo fretta… alzati! (va vicino alla sua sedia, ribalta la seduta del coprisedia, fa sedere nuovamente Sansone, gli prende le caviglie e gli mette i piedi sulla seduta, facendolo stare rannicchiato) Ecco qua, come sei bello! Mamma, via libera!

Beata                                    (passa lo spazzolone intorno e sotto la sedia di Sansone) Ecco, bravo! Adesso stai così cinque minuti!

Sansone                               Come sarebbe? Non mi puoi tenere bloccato qui come un… gufo! Abbiamo la riunione da fare! Ci aspettano i soci! E mi fanno pure male le gambe!

Beata                                    Io lavoro, caro mio! Quando esce il tempo per pulire, allora devo agire! E non rovinare quel che ho fatto! Prima di muoverti aspetta che si asciughi! Viola, tu hai finito? Andiamo avanti!

Viola                                      Sì… però non trovo la pelle di daino… l’avevo con me…

Beata                                    La troveremo, andiamo in corridoio!

Sansone                               Qui… (sbircia sul pavimento, poi, non visto da Beata, appoggia leggermente un piede sul pavimento, come per saggiare se si scivola) è un disastro, non si asciuga niente! Apri almeno le finestre, fai ventilare!

Beata                                    (vicino all’uscita di sinistra) Ma che dici? Se aprissi, entrerebbero insettacci e polvere sporca! Aspetta e zitto!

Viola                                      Mamma, solo il corridoio, poi vado a prepararmi! (esce a sinistra)

Sansone                               Hei! Voi… avete camminato sul bagnato! Perché io devo aspettare?

Beata                                    Le nostre sono scarpe pulite, gentili e… leggere! Tu hai quei carrarmati sporchi che fanno impronte… (mette gli occhiali per qualche istante, guarda in giro e poi indica per terra, vicino alla sedia di Sansone) eccone una! Hai cercato di scendere! Io… tu… sei una persona impossibile!

Sansone                               (fingendo meraviglia) Io… quando mai? Si vede che quando hai passato lo straccio… non hai pulito bene! E poi… non ce la faccio più… ho un piccolo problema… forse è la posizione… dovrei andare in bagno!

Beata                                    Ah! Non ci potevi pensare prima?

Sansone                               Io prima… non avevo motivi per pensarci… ma adesso… qualcosa… non va! Sta pure diventando urgente!

Beata                                    Tu lo fai apposta per farmi dispetto! (toglie lo strofinaccio dallo spazzolone e lo dispone davanti alla sedia di Sansone) Lo vedi questo? Ecco, scendi qui… e cammina strofinando i piedi! Mi raccomando, pulisci anche l’impronta che hai fatto!

Sansone                               Guarda che si deve fare per non litigare… (mettendo cautamente i piedi sullo strofinaccio) non lo faccio per farti dispetto… (si alza in piedi e comincia a camminare lentamente e a scatti, strofinando i piedi a terra, dirigendosi a sinistra e camminando a braccia tese per tenere l’equilibrio) ma è pericoloso davvero… si scivola…


Scena seconda: Sansone, Beata, Filippo

(bussano)

Beata                                    (toglie velocemente fazzoletto, guanti e grembiule, si guarda in giro per vedere dove metterli e li butta su un braccio di Sansone, sistemandogli la fascia in testa; poi gli affida anche il secchio e lo spazzolone agganciandoli alle mani tese) Portami questi in bagno! (si sistema un po’ i capelli e va ad aprire a destra)

Sansone                               Ehi, ma che fai?

Beata                                    Mica posso aprire con grembiule e guanti, ti sembra?

Sansone                               Ma adesso sembro una cameriera! Aspetta che me ne vada, prima di aprire!

Beata                                    (incurante, apre la porta) Non ti preoccupare, vedo solo chi è!

Filippo                                   (rimanendo sul limitare della porta) Signora, buongiorno! Vostro marito e Viola sono ancora in casa, vero?

Sansone                               (accelerando l’andatura, fa segno di no a Beata)

Beata                                    Buongiorno… ah… (squadrandolo da molto vicino) tu sei Filippo! Scusa, sono senza occhiali! Mio marito è in casa… quasi disponibile… quasi pronto… (si gira verso Sansone e gli fa cenno di sbrigarsi) prego, accomodati! Viola si sta preparando, anche lei ha quasi finito…

Sansone                               (prende lo strofinaccio da terra ed esce correndo a sinistra)

Filippo                                   Signora, grazie… ma vostro marito… sta facendo qualcosa d’impegnativo?

(si sente un tonfo fuori scena e un urlo; il secchio, rotolando, esce da solo sul palco, fermandosi molto vicino al tavolo)

Beata                                    No, non sta facendo niente d’impegnativo… sta solo distruggendo il mio lavoro! Vediamo che ha combinato! Scusa un momento e accomodati! (esce)

Filippo                                   Certamente signora, grazie… se posso essere utile, chiamatemi pure! (si siede su una sedia e, non visto, apre il rubinetto della busta; l’acqua comincerà a cadere, come se la pelle di daino fosse strizzata, bagnando la parte inferiore del pantalone di Filippo, che mostra perplessità, poi realizza cosa accade e si alza di scatto, scuotendo il pantalone) Mamma mia! Ma che c’era, qui… (alza la seduta del coprisedia, prende la pelle per un angolo, la solleva ispezionandola e si guarda intorno per vedere dove metterla) che schifezza… è tutta bagnata! Dove la posso mettere? (infila la pelle sotto la seduta della sedia a fianco; ritorna a sedersi, esaminando il pantalone e studiando la migliore posizione per nascondere la parte bagnata)

Beata                                    (rientra) Eccomi qui, scusa se ti ho lasciato un momento solo, Sansone viene subito, si sta lavando le mani e poi si cambia un momentino… (ridacchiando) sai… è scivolato dove c’era un poco d’acqua a terra… non si è fatto male, ma si è bagnato il pantalone!

Filippo                                   (d’impulso) Pure lui?

Beata                                    Perché? Chi altri si è bagnato il pantalone?

Filippo                                   (imbarazzato) Ah, no… perché… nessuno! Così… pensavo!

Beata                                    (inciampando sul secchio) Oh, scusa… Ho dimenticato qua il secchio, un istante, lo porto via! (esce a sinistra)

Filippo                                   (si alza e s’ispeziona, scuotendo la gamba)

Beata                                    (rientra, alle sue spalle e lo guarda, incuriosita) Ecco fatto… ma che stai facendo?

Filippo                                   (sorpreso) Eh? Ah… signora… mi sono… ricordato un passo di danza, e lo stavo provando… scusate… (si rannicchia su se stesso e ritorna verso la sedia)

Beata                                    Ma che bella cosa! Viola ti ha detto che io sono anche esperta di ballo? Sono curiosa… non ho visto bene… vuoi ripetere, per favore? Mi sembrava un fox trot… o è un quick step?

Filippo                                   Certo che me lo ha detto, signora… in effetti io… non saprei rifarlo… l’ho solo visto, non sono un professionista… e neppure so ballare… mi vergogno!

Beata                                    Questo è davvero un peccato, dovresti imparare! A Viola piace ballare, lo sai? Ballare è anche il mio sogno! Purtroppo l’ufficio mi lascia poco tempo libero… solo la sera posso coltivare le mie passioncine… se mi riuscisse una certa cosa… nella casa che abbiamo ereditato…


Scena terza: Sansone, Beata, Filippo, Camillo

Sansone                               (entra) Ciao, Filippo… come stai?

Filippo                                   (rimanendo seduto) Buon giorno, signor Sansone… siamo venuti a prendervi per la riunione!  Camillo è rimasto in macchina, non c’è parcheggio e aspetta in doppia fila!

Sansone                               Oh… ci dobbiamo sbrigare, allora! Andiamo… tu permetti, cara?

Beata                                    Certamente! Però Viola si sta ancora preparando!

Sansone                               Tranquilla, ci raggiungerà dopo, con la sua macchina! Tanto alla fine della riunione lei e Filippo andranno in giro! E mentre iniziamo noi, avrà il tempo… Filippo…?

Filippo                                   (si alza di scatto e abbraccia Sansone, cercando di nascondere la parte bagnata) Signor Sansone, io non so come manifestare il mio affetto per voi! Da quanto tempo non ci vedevamo!

Sansone                               (interdetto) Ma… come sei gentile… eppure ci siamo visti ieri… hai sentito la mia mancanza?

Filippo                                   Sì, sì… io… vi voglio tanto bene!

Beata                                    (fa dei cenni a Sansone, per commentare il comportamento equivoco di Filippo) Sai, Sansone… forse a Filippo interesserebbe venire alla scuola di ballo… anche per ripassare quel che ricorda… potrebbero fare coppia lui e Viola!

Filippo                                   Chi… io? Ah, sì, certamente… sapete, signor Sansone… mi sono ricordato di un passo che ho visto in un film…

Beata                                    E non vuole farmelo vedere!

Sansone                               (cercando inutilmente di sciogliersi dall’abbraccio) Dai, fai contenta mia moglie, falle vedere questo passo! Lei ti potrà anche guidare… è una brava insegnante, lo sai?

Filippo                                   No! Ho tanta vergogna! (si stringe più strettamente a Sansone) E vi voglio un mondo di bene!

Beata                                    Forse Filippo predilige l’aiuto maschile… e vuole che gli insegni tu…

Sansone                               Filippo… ma quest’affetto… non ti sembra che stai esagerando?

Beata                                    Soprattutto, non avevate un impegno?

Sansone                               E’ vero, mi stava passando di mente! Dobbiamo andare! Filippo, sei pronto?

(bussano)

Beata                                    Strano, non aspettavamo nessuno! Accidenti, gli occhiali sono sempre nel grembiule… (va ad aprire) Chi è?

Camillo                                 (dalla porta) Signora, buongiorno, sono Camillo … cercavo… ah, eccoli! Scusate signora! (entra) Amici, si fa tardi! Perché non siete scesi?

Filippo                                   Certamente! Veniamo subito! (corre ad abbracciare Camillo) Amico mio! Da quanto tempo non ti vedevo!

Camillo                                 Filippo… ti senti bene? Ci siamo lasciati cinque minuti fa!

Sansone                               Camillo, forse hai ragione di dire che qualcosa non va! Filippo… come ti senti? Come va la salute? Hai mal di testa… non hai mica la febbre?

Filippo                                   No, no, sto bene… Camillo, andiamo, presto! (lo trascina fuori, sempre tenendolo abbracciato)

Camillo                                 (dal limitare della porta) Scusate, arrivederci!

Beata                                    Ma che è successo a Filippo? Non ho visto bene, ma non mi ha salutata, neppure ha chiesto di Viola!

Sansone                               Si è comportato davvero in modo strano, eppure non è così, di solito… è cordiale, gentile, premuroso…

Beata                                    Non è che all’improvviso… ha saltato la sponda e ora predilige gli uomini, eh? Dovrò dire a Viola di stare attenta! Mi ha fatto una brutta impressione! Stai attento adesso che vai con lui! Non avere scrupoli e pondera bene le sue proposte!

Sansone                               Non ti preoccupare, tesoro…

Beata                                    Allora… quando te ne vai? Io devo ripassare lo straccio, qui mi avete segnato tutto il pavimento, per non ti dico cos’hai fatto nel bagno!

Sansone                               Ecco… vado subito! Ciao! (esce)


Atto primo, scena terza: Beata, Viola, Filippo, Camillo

Viola                                      (entrando, senza fascia in testa e senza grembiule) Ti ho sentita! Niente da fare, ora il bagno serve a me!

Beata                                    Insomma voi due… volete stare in una casa sporca?

Viola                                      Quale sporco? Tu sei una fanatica! Pretendi di lucidare anche le mosche e i granelli di polvere che entrano dal buco della serratura!

Beata                                    Se non ci fossi io, in questa casa… ti sei rifatta il letto? E hai stirato i tuoi panni?

Viola                                      E a che serve? Tanto domani pure si smuove! E, per i panni… sai che faccio? Li metto uno per volta sotto i cuscini delle sedie… hai visto che ha funzionato? Guarda questa foderina… più stirata di così!

Beata                                    (guardando molto da vicino il coprisedie) Vero… dove si è seduto Sansone, è davvero liscia, senza grinze… ma le altre sedie?

Viola                                      Basta farlo sedere ogni volta su una sedia diversa, spostandola al suo posto preferito… (cambia la sedia di quel posto con un’altra) Così, quando ritorna, ci stira anche questa! E così via! Ci pensi, mamma? Si risparmia elettricità, tempo…

Beata                                    Le studi tutte, pur di non lavorare!

Viola                                      Intanto adesso vado a sistemarmi, è un lavoro anche questo! Sono già partiti, per la riunione?

Beata                                    Sì, sono andati… Filippo si è affacciato solo un istante… l’ho visto strano… forse non si sente bene… verifica un po’… non si sa mai!

Viola                                      Tranquilla… prima delle riunioni è sempre nervoso, poi gli passa! (esce a sinistra)

Beata                                    (rimasta sola, verso l’uscita) Ehi non stare al telefono mentre ti sistemi i capelli! (riprende lo spazzolone) Dovrei rimettermi il grembiule… e prendermi anche gli occhiali…

(bussano)

                                                Ma lo fanno apposta! Appena comincio… quasi quasi non apro… ma sì, faccio finta che non sono in casa!

(fuori quinta si sentono parlottii; Beata si riscuote e si mette in ascolto, poi va a origliare vicino alla porta)

Camillo                                 (fuori scena) Niente da fare… mi sembra che non gira!

Filippo                                   (fuori scena) Prova quest’altra!

Camillo                                 Se c’era lui, avrebbe fatto in un attimo…

Filippo                                   Seee! Mò andiamo alla Polizia e gli diciamo che ce lo prestano un momento! Avanti… prova quest’altra chiave!

Camillo                                 Con calma… non dobbiamo lasciare tracce!

Beata                                    (ritorna al centro scena, toglie lo strofinaccio dallo spazzolone, si rimbocca le maniche e si sputa sulle mani, fregandole, poi si avvicina alla porta impugnando lo spazzolone come se fosse una mazza, prendendo la mira e provando la direzione dei colpi)

Filippo                                   Finalmente!

Camillo                                 Sì, sta andando… faccio piano, non voglio forzare… e non lascerò neppure un graffietto sulla porta! Sono bravo, eh?

Filippo                                   Sì… perciò ti cedo il turno… entri prima tu!

Camillo                                 Va bene, non mi sembra il caso d’insistere… grazie per l’onore! (apre la porta dall’esterno ed entra, guardingo)

Beata                                    (aspetta che Camillo sia quasi entrato e lo colpisce con lo spazzolone) Via, maledetto ladro!

Camillo                                 (urla, stretto tra Filippo che vuole entrare e Beata che continua a colpirlo, e a colpire il fondale; il manico dello spazzolone si dovrà rompere al secondo o terzo colpo)

Beata                                    (dopo la rottura del manico, prenderà il pezzo più lungo e continuerà ad assestare colpi) Tieni, maledetto! Toh! Toh! E ce n’è anche per il tuo complice!

Filippo                                   Signora… ahia!

Camillo                                 Pietà, signora! Non sono un ladro! Sono il vostro amico!

Beata                                    Dicono tutti così! Via, mascalzone!

Camillo                                 Signora… siamo amici di Sansone! Lui è Filippo, io sono Camillo! Fermatevi un istante! Guardateci in faccia!

Beata                                    (col fiatone) Se mi fermo è solo per riprendere fiato! Delinquenti… avete cercato di entrare con le chiavi false!

Filippo                                   Signora Beata… sono io, Filippo… mi vedete bene? (porgendo le chiavi) Ecco le chiavi, sono quelle di suo marito, ci ha mandato a prendere il suo portafogli con i documenti… l’ha lasciato al centro del tavolo, ci ha detto…

Camillo                                 Sì… lui è impegnato… con la Polizia, hanno portato via la macchina con il carro attrezzi, lui sta facendo la pratica!

Beata                                    (scruta Filippo) Tu sembri proprio Filippo… le chiavi… (le esamina) sono le sue! Se è così… perché non ha telefonato?Quali documenti gli servono?

Filippo                                   Patente e libretto! Cioè…

Camillo                                 Filippo, tu oggi non stai bene! Signora, serve la Carta d’Identità e la patente! Sansone ha telefonato, ma il telefono principale era occupato e i cellulari sono spenti!

Beata                                    Bene… (prende a tentoni il portafogli dalla ciotola) vi faccio la copia! Io l’originale non lo do a nessuno! Se ne ha bisogno la Polizia, mostrerà quelli, e se deve mostrare l’originale, ripasserà da loro!

Filippo                                   Spero che vada bene, Signora…

Beata                                    Andrà bene! Accomodatevi, vado prima a trovare i miei occhiali e poi a fare la copia al computer! (esce)

Scena quarta: Beata, Filippo, Camillo

Camillo                                 Sediamoci… riprendiamoci un poco… la prossima volta ti faccio passare per primo! (si siede, rilassandosi) Mi ha massacrato… si vede proprio che è un’atleta… anzi, si sente! A te ha fatto molto male?

Filippo                                   Sono tutti dolori… meno male che ne ho prese poche, ma sono state potenti! Avrei bisogno proprio di sedermi… rilassarmi…

Camillo                                 E allora perché non lo fai?

Filippo                                   (esitando) Sto cercando di ricordare quale sedia era… cioè quale mi è più… simpatica!

Camillo                                 Ma che dici? Sono tutte uguali!

Filippo                                   Sembra… qualcuna… o per meglio dire, una di esse… mi ha fatto una sorpresina al pantalone!

Camillo                                 Ti ha tirato un filo del tessuto? (esamina la sua al tatto) No… il bordo è liscio… tutto a posto!

Filippo                                   Beh… allora… tanto vale… (guarda la sedia al posto dove si era seduto prima) No, questa proprio no! (sceglie quella a fianco e si siede con cautela, poi si rilassa) Questa è quella giusta… che dolore, mamma mia!

Beata                                    (si affaccia da sinistra) Chi di voi s’intende di computer? Quel maledetto non vuole stampare!

Camillo                                 Posso dare una mano io, signora…

Beata                                    Allora vieni… scattare, svelto!

Camillo                                 (alzandosi con difficoltà) Svelto… è una parola… certo che la signora è dinamica… ha i muscoli di un lottatore… (esce zoppicando) devo fare le mie congratulazioni a Sansone, visto che è ancora vivo!

Filippo                                   (non visto, apre il rubinetto della busta sotto la sedia; l’acqua comincerà a cadere, bagnando anche in questo caso la parte inferiore del pantalone di Filippo, che mostra perplessità, poi realizza cosa accade e si alza di scatto, scuotendo il pantalone) Mamma mia! Non è possibile! (alza la seduta del coprisedia,trova la pelle e la solleva per un angolo) Ancora tu? Ma ce l’hai con me? E quanta acqua hai dentro la pancia? (scostandosi il pantalone dalla gamba, infila la spugna sotto la seduta di un’altra sedia a fianco; ritorna a sedersi, studiando la migliore posizione per nascondere la parte bagnata) Io qui non ci vengo più! Mi ritiro dalla società, rompo il fidanzamento… mi faccio prete!

Camillo                                 (rientra, con due fogli in mano) Ce l’ho fatta! Possiamo andare!

Filippo                                   Amico mio… come sono felice di rivederti! (scatta e si aggrappa al suo collo)

Camillo                                 Eh, no! Basta! Tu sei malato!

Beata                                    (entra, con gli occhiali) Certo che tu sei… veramente affettuoso! (sistema i documenti nel portafogli)

Filippo                                   Signora… io non resisto… gli amici mi piacciono tanto! (a Camillo) Presto, salutiamo e andiamo, il signor Sansone ci aspetta!

Camillo                                 (cercando inutilmente di sciogliersi dall’abbraccio) E basta… senti, prima portiamo queste copie a Sansone, poi andiamo direttamente in ospedale!

Filippo                                   Dove vuoi tu, carissimo! Con te andrei in capo al mondo! Quando partiamo? Andiamo adesso! (trascina Camillo verso la porta)

Camillo                                 (parlando con difficoltà) Mi strozzi… mi fa male tutto! Lasciami! Signora… aiuto!

Filippo                                   Signora… arrivederci! (raggiunge la porta, lascia libero Camillo ed esce precipitosamente)

Camillo                                 (massaggiandosi il collo) Santo cielo, io non so che gli prenda… scusatelo, signora… permettete, vado a portare queste carte…

Beata                                    Sì… dopo fagli fare un controllo in ospedale… si comporta in modo veramente insolito!

Camillo                                 Grazie, signora, arrivederci! E… per cortesia… se mi vedete un’altra volta… guardatemi bene prima… ricordatevi che non sono un ladro! (uscendo) Che dolore, che dolore!

Beata                                    Dov’ero rimasta? (va a prendere i resti dello spazzolone) Che roba! Una volta questi cosi erano più resistenti… beh, fine del lavoro per adesso, ne dovrò comprare un altro… anzi, visto che ho un po’ di tempo, ci vado proprio ora… (toglie il grembiule e la fascia e sistema i rifiuti nel secchio) e già che ci sono vado anche a smaltire questo nei rifiuti… Viola! Io esco! (attende inutilmente una risposta) E quando mai?


Scena quinta: Beata, Viola

Viola                                      (entra con un cordless all’orecchio, pronta per uscire) Sì, va bene… allora ci vediamo direttamente… esatto, è inutile che mi muova… e dalli! E’ normale che fosse occupato, stavo parlando con un’amica… sì, per stasera… dopo la cena, ci vorrà sicuramente lì… niente scuse, ti esibirai anche tu! No, da solo! Sarebbe troppo facile… dopo vedremo! Ok, però… ti dico io quando procedere… aspetta, aspettate tutti! Ciao… amore mio! (finisce la telefonata e si guarda intorno) Mamma? Ah… si vede che hai finito, non c’è più nulla in giro! Io sono pronta… ma…

Beata                                    Non mi dire che non hai sentito niente! Sei stata al telefono tutto questo tempo?

Viola                                      Cinque minuti! Non di più… ma perché, che è successo?

Beata                                    Lascia perdere… devo andare a comprare un nuovo spazzolone, quello che avevamo è… inservibile! Non li fanno più come una volta, questi si rompono subito! Anzi, per prudenza, meglio se ne compro due!

Viola                                      Ah! E poi… ritorni?

Beata                                    Certo che ritorno!

Viola                                      Senti… io dovevo uscire, adesso… non ne ho più bisogno, mi compreresti tu qualcosina?

Beata                                    Come il solito! Beh, cosa ti serve?

Viola                                      (apre la borsetta ed estrae un foglio chilometrico) Ecco la mia noticina… ma non è roba costosa!

Beata                                    Salute! (scorrendo la nota) Cosmetici, saponi… lo shampoo ce lo abbiamo!

Viola                                      Ma non è il Megavitaminico Antitutto! Io uso solo quello!

Beata                                    Ho capito… dovrò passare prima dal bancomat…

Viola                                      Ecco, brava… e se non funzionasse… fatti pure la coda allo sportello… fai con calma… molta calma!

Beata                                    Sembra quasi che vuoi rimanere sola, senza di me… cos’altro devi combinare?

Viola                                      Ma niente, non mi muovo di casa… e non vengono le mie amiche! Lo giuro!

Beata                                    Va bene… vado… (le porge fascia e grembiule poi toglie gli occhiali, mette il soprabito e prende il secchio con i rifiuti) sistema questa roba in corridoio e poi approfitta per rifarti la camera… dopo controllerò io! (esce)

Viola                                      (aspetta che Beata sia andata; poi, con fare felino, si avvicina alla porta, la apre e sbircia fuori; soddisfatta, rientra, chiude e prende il telefono, componendo un numero) Amore? Via libera, potete venire tutti! Sbrigatevi! Ciao, a presto! (va a un mobile, nasconde fascia e grembiule in un cassetto, prende quattro fascicoli e li dispone sul tavolo; mentre compie l’operazione, nota il portafogli nella ciotola) Oh, se lo è dimenticato! Chissà che ci tiene? (prende il portafogli e guarda dentro) Io devo verificare! E’ dovere di ogni brava figlia controllare i propri genitori! Allora… ci sono i soldini… le ricevute della farmacia… le carte… la patente… ma non c’è niente di interessante! (rimette a posto il portafogli) Che delusione! Che vita piatta… povero papà… adesso gli faccio una sorpresa… gli metto un bigliettino con una bella dedica … così quando lo trova, si farà una bella risata che lo farà stare meglio! Vediamo… (si siede e scrive) All’uomo a cui voglio bene, che è stato mia guida e compagno per tutti questi anni e che spero lo sia per sempre! Ecco… e per firma ci metto… un fiorellino! E poi… qualche altro fiorellino intorno… così è più giovanile… ecco… sì… mi piace! (prende il portafogli e introduce il biglietto, dopo di che lo risistema nella ciotola)


Scena sesta: Sansone, Filippo, Viola, Camillo

Sansone                               (entra da destra con Filippo e Camillo) Eccoci, Viola… abbiamo sistemato la faccenda della macchina… la mamma?

Viola                                      E’ andata a fare spese, prima che ritorni abbiamo un poco di tempo! Ma che è successo? Perché non ci siamo visti da Aldo?

Filippo                                   Ciao, Viola… come stai?

Camillo                                 Buongiorno, signorina Viola! La macchina… ce la stavano portando via col carro attrezzi… per fortuna siamo riusciti ad evitare che la portassero al centro rimozioni! Nel frattempo Aldo è dovuto uscire urgentemente e allora siamo tornati qui!

Viola                                      Ciao, Filippo, i miei saluti, signor Camillo… accomodatevi!

Filippo                                   Grazie (guardando le sedie) ma io… preferirei rimanere in piedi!

Sansone                               Ma dai, siediti! Che diamine… Viola, tu ti siedi qui… e tu qui, Filippo… (Viola si siederà tra Filippo e Sansone) però non approfittate del fatto che siete fidanzati per allearvi contro di me, capito? (si siede) Forza, accomodatevi!

(Camillo e Viola si siedono; Filippo, dopo alcune esitazioni, siede anche lui, poi si rialza, ispeziona il cuscino e infine si siede in punta di sedia)

Viola                                      Filippo, c’è qualcosa che non va?

Filippo                                   No… mi sembrava che… non so, tutto a posto… ma a voi… non capita niente, quando vi sedete su queste sedie?

Camillo                                 Ma se sono così comode!

Sansone                               Allora, ci dobbiamo sbrigare… prima che torni mia moglie! Facciamo un punto della situazione… e, se viene Beata, siamo qui per…

Camillo                                 Una partita a carte?

Filippo                                   Ma no… perché non dire la verità? Lei sa già che stiamo studiando come utilizzare la nuova casa!

Viola                                      L’investimento perfetto! E se chiedesse dettagli?

Sansone                               Diciamo che è per una… sala da gioco! Il piano terra si presta bene anche a quello… Filippo, cos’hai fatto per le attrezzature e il mobilio?

Filippo                                   Sono pronto a mandare l’ordine al fornitore; l’offerta la conoscete tutti, ho fatto la trattativa finale!

Camillo                                 (sfogliando il suo fascicolo) Non mi ricordo i termini di pagamento e le fasi…

Filippo                                   Pagamenti dilazionati, partono da trenta giorni dalla consegna, la spedizione è in un’unica soluzione, montaggio a loro cura, dobbiamo solo aprire il locale quando vengono! La consegna è prevista in quindici giorni dall’ordine, e in questo periodo potremmo fare i nuovi contratti per telefono, luce, acqua e gas!

Sansone                               Viola, come vanno le iscrizioni?

Viola                                      Ho raccolto quindici iscrizioni e c’è la disponibilità di altre venticinque persone!

Sansone                               Bene, siamo al di sopra del previsto!

Camillo                                 Quando inizierebbero a pagare?

Viola                                      Ho previsto dei contratti individuali; alla prima lezione pagheranno l’abbonamento e poi un “contributo attrezzature” ogni volta che verranno nella palestra, secondo il calendario prefissato! (alza il fascicolo) Qui c’è il riepilogo e la bozza del contratto, vedete se si deve cambiare qualcosa…

Camillo                                 Bene, allora potrò aggiornare il piano finanziario! Però… bisognerebbe prevedere una clausola particolare: una sessione con allenatore prenotata e non fruita, va pagata in ogni caso!

Filippo                                   E’ giusto… ma forse per incentivare i clienti, si potrebbe far decorrere da quando avremo un minimo di clienti affezionati!

Viola                                      Ci avevo pensato anche io, ma mi sembrava un po’ troppo severa, all’inizio! Perciò per il momento non l’ho inserita!

Filippo                                   Ah… dobbiamo solo predisporre i contenitori per la raccolta dei rifiuti… e il primo del mese prossimo vado a dichiarare la nuova utenza per lo smaltimento!

Sansone                               Direi che siamo in condizione di rispettare la data… ho pensato una cosa… il primo giorno non apriremo al pubblico… faremo una festa noi soli per mia moglie, e le presenteremo il suo regalo di compleanno!

Viola                                      Mi piace… metteremo festoni, fiori e lo stereo! Posso invitare qualche mia amica?

Camillo                                 Bella idea, Sansone!

Filippo                                   Naturalmente io sono d’accordo, alla signora piacerà molto… e se le tue amiche sono sole, potrei invitare anche qualche mio amico… più saremo e meglio riuscirà la festa!

Sansone                               Allora… siamo tutti d’accordo a procedere?

Filippo                                   Io, naturalmente sì!

Viola                                      Vorrei vedere… dopo tutto sei uno sportivo anche tu!

Filippo                                   Ehhh… il livello di tua mamma è irraggiungibile! Ah, se sapessi…

Viola                                      E ballerai!

Filippo                                   Chi, io? No… ho vergogna! (si alza in piedi)

Sansone                               Che ti succede, Filippo?

Filippo                                   Ho… avuto una brutta impressione… mi sono ricordato di una cosa spiacevole che mi è successa… ma non si è ripetuta, per fortuna…

Camillo                                 In ogni caso anche io ci sto! Tanto non dovrò stare lì tutto il giorno! Dovremo però sentire anche Aldo!

Sansone                               Per Aldo garantisco io che sarà d’accordo! Allora domani si parte! Filippo… siediti, ti prego, è così brutto vederti in piedi…

Filippo                                   (si siede, con molte precauzioni; quando l’attenzione del pubblico si sposta su Viola, apre il rubinetto della busta sotto la sedia e lascia che si bagni il pantalone)

Viola                                      Prendo qualcosa per brindare! Mi daresti una mano, Filippo?

Filippo                                   Volentieri… che si deve fare?

Viola                                      Io prendo i bicchieri e tu le bottiglie! (durante la battuta, si alza e prende un vassoio con dei bicchieri e una brocca d’acqua da un mobile vicino e lo porta sul tavolo)

Filippo                                   Ma certo, vengo subito! (mentre si alza, si blocca a metà; si tasta cautamente il pantalone con la mano sotto il tavolo e si siede di nuovo)

Sansone                               Filippo… ti senti bene?

Viola                                      Filippo… che ti è successo? Vieni, su…

Filippo                                   Io… mi vergogno!

Camillo                                 Ancora questa cosa?

Sansone                               Qui ci vuole un medico… psicologo o psichiatra… (si alza e si avvicina a Filippo)


Scena settima: Sansone, Beata, Camillo, Filippo, Viola

Beata                                    (entra da destra portando buste varie e due spazzoloni nuovi) Oh, voi siete qui! (posa tutto in un angolo, rimette gli occhiali e si toglie il soprabito)

Sansone                               Sì… stiamo facendo qui la riunione… ma c’è qualcosina che…

Filippo                                   Caro Sansone… (si alza e cerca di abbracciare Sansone, ma perde l’equilibrio e cade addosso a Viola, abbracciandola; lei non riesce a reggerne il peso e lo fa scivolare a terra, dove si è formata una piccola pozza d’acqua)

Beata                                    Ehi, Filippo… come ti permetti!

Sansone                               Filippo… che fai?

Viola                                      Filippo, non ce la faccio a tenerti… stai male? Papà, chiama un medico!

Camillo                                 Altro che medico… qui ci vuole l’ospedale!

Filippo                                   (disteso sotto il tavolo) No! Sto bene… l’ospedale no, per favore! Lasciatemi qui per… mezz’ora e si asciu… passerà!

Viola                                      Ma tu sei scemo? Mezz’ora a terra… che devi fare? Uh… mamma… c’è dell’acqua per terra, non si è asciugato il pavimento!

Filippo                                   Ah… l’acqua… era a terra?

Beata                                    Com’è possibile che sia ancora bagnato?

Sansone                               Povero Filippo… ti si è anche bagnato il pantalone…

Camillo                                 Ma quanta acqua usate, per lavare? (sposta le sedie dal tavolo) Guarda che c’è qui…

Filippo                                   Uh… vero… c’è acqua per terra! (si alza e balla sul palco) C’è acqua per terra, c’è tanta acqua per terra… che bello!

Viola                                      Amore, ti sei bagnato tutto il pantalone…

Filippo                                   Evviva! Mi sono bagnato il pantalone! Che bello! Mi sono bagnato! (continua a ballare e saltare mentre Sansone, Beata e Camillo si scambiano degli sguardi preoccupati; continuando a girare, prende la brocca e rovescia un altro po’ d’acqua sui pantaloni) Evviva, evviva! Tanta acqua, evviva!

Viola                                      (disperata) Papà… che facciamo? Dove lo portiamo?

Camillo                                 Al Manicomio!

Beata                                    Povero ragazzo!

Filippo                                   Io sono felice! Finalmente posso guardare tutti a testa alta! Che liberazione! (posa la brocca, prende Camillo per le braccia e balla con lui)

Camillo                                 Aiuto! Questo è diventato matto!

Sansone                               (va da Filippo e lo prende da parte) Vieni con me, Filippo… ti presto uno dei miei pantaloni, tanto per cominciare… questo lo asciughiamo e stiriamo…

Filippo                                   Sì, grazie… che sollievo! (escono a braccetto)

Camillo                                 (ancora ansante) Sentite… mi rendo conto che in questo momento la mia presenza è di troppo… salutatemi voi Sansone e… quel povero, sfortunato ragazzo! (mentre esce tira fuori un fazzoletto e piange) Povero ragazzo… così giovane… che destino… (si gira verso Viola e Beata) se ne vanno sempre i migliori! (esce)

Viola                                      (fa gli scongiuri) Tiè, uccellaccio del malaugurio!


Scena ottava: Sansone, Beata, Filippo, Viola

Beata                                    Vado a portare questa roba in cucina…

Viola                                      Aspetta, mamma… dammi uno di questi, do un colpo qui a terra, così si asciuga prima… ma come dobbiamo fare per Filippo?

Beata                                    Papà gli starà sicuramente parlando, e questo lo aiuterà! Se riesce a pensare a freddo al suo comportamento… ehi, prima di passare lo spazzolone, rovescia le sedie sul tavolo, altrimenti l’acqua rimane sotto i piedini! 

Viola                                      Quindi pensi che si possa fare qualcosa? (rovescia le sedie sul tavolo, trova la pelle di daino e la mette meccanicamente sullo spazzolone) Ah, ecco dove avevo lasciato la pelle! Eppure lui è sempre stato così distinto, corretto… (prende lo spazzolone e lo passa velocemente sotto il tavolo) cosa pensi che possiamo fare per lui?

Beata                                    Ci deve essere una spiegazione, è sempre stato equilibrato, razionale… è solo da stamattina che si comporta in quel modo strano!

Viola                                      Comunque qui è finito! (sistema le sedie al loro posto, raccoglie una parte delle buste ed esce a sinistra lasciando in un angolo lo spazzolone)

Beata                                    Vengo anche io, bisogna sistemare questa roba!

(entrano da sinistra Sansone e Filippo, che si è cambiato il pantalone)

                                                Oh, Filippo… come stai?

Filippo                                   Mi sento benissimo, grazie signora!

Sansone                               Beata, secondo me il pantalone di Filippo lo puoi asciugare col ferro da stiro, l’acqua è poca, si è bagnato solo in superficie!

Beata                                    Allora fammi un piacere… portalo tu da Viola e porta anche questa roba di là! Viola non ce l’ha fatta a prenderle tutte! (indica le buste a Sansone) E mi devi dare venti euro per il conguaglio condominiale! Ho incontrato l’Amministratore ed ho approfittato per saldare!

Sansone                               Hai fatto bene… il mio portafogli è lì sul tavolo, prendili direttamente! (esce portando via le buste) Però lo spazzolone lo lascio, ho le mani impegnate….

Beata                                    Filippo, sono stanca, sediamoci un momento… (sistema meglio le sedie intorno al tavolo)

Filippo                                   Grazie, signora… ma io… preferirei stare in piedi… è uno strano caso, ma quando mi siedo… non mi sento bene!

Beata                                    (sedendosi e sistemandosi meglio gli occhiali) Mi dispiace, però almeno si comincia a capire che c’è qualcosa che ti dà fastidio… ah ecco il portafogli di Sansone, devo prendere i miei venti euro… (prende il portafogli dalla ciotola e lo apre)

Filippo                                   Ma a voi… non capita mai niente, quando vi sedete su queste sedie?

Beata                                    (tira fuori e legge il bigliettino di Viola; dopo si abbandona sullo schienale) Mamma mia… mi sento male!

Filippo                                   (accorrendo) Anche voi? Santo cielo… lo sapevo, io che sarebbe capitato di gocciolare anche a qualche altro! (si china, guardando sotto la sedia) ma qui non c’è niente!

Beata                                    Ma che fai…? Come ti permetti? (si alza di scatto) Non mi guardare le gambe! Sono circondata da maniaci di ogni genere! Mio marito ha l’amante… e questo è un mandrillo! Dov’è?

Filippo                                   E’ dentro, con Viola, credo…

Beata                                    Zitto, depravato che non sei altro! Io voglio il mio spazzolone! (va a prendere quello senza pelle di daino e lo brandisce contro Filippo) Adesso ti faccio guarire io, vieni qua… ti do tanta di quella medicina che ti passerà la voglia, brutto satiro vizioso! Poi farò i conti con quell’altro pedofilo! (rincorre Filippo)

Filippo                                   (corre intorno al tavolo per evitare di essere colpito) Ma io… non ho fatto niente! Aiuto!

Viola                                      (entra) Mamma! Sei impazzita? Quello è Filippo…

Beata                                    Quello è uno sporcaccione! Ha approfittato di un mio momento di scoramento… per guardarmi le gambe… e non solo quelle! E non ti dico che mi ha detto! Maiale! (cerca di colpirlo con lo spazzolone)

Viola                                      Che cosa? Filippo… cos’hai fatto?

Filippo                                   Calma, fermatevi, posso spiegare, è un malinteso!

Viola                                      Sarà bene se sarai convincente! (va anche lei a prendere lo spazzolone e si avvicina a Filippo)

Filippo                                   Ecco io… guardavo solo sotto la sedia per vedere se c’era quel panno spugna fantasma che mi perseguita… se aveva fatto di nuovo… insomma. Quello che mi ha bagnato il pantalone e… sembrava che avessi perso… la pipì!

Beata                                    Che cosa? (abbassa lo spazzolone)

Viola                                      Amore… stai farneticando! Non ci sono spugne malefiche che ti perseguitano!

Beata                                    Basta! Io chiamo la guardia medica!

Filippo                                   Ma insomma, per favore, credetemi! Vedrete che non ho motivi per raccontare bugie! Guardate! Quella spugna maledetta sembra che sia dotata della possibilità di seguirmi! Adesso è qui! (alza la seduta della sedia prima usata da lui, con aria trionfante; non trovandola, ispeziona la sedia da tutti i lati, vede che non c’è nulla e passa a controllare tutte le altre sedie, mentre Beata e Viola si avvicinano a lui; alla fine esprime delusione) Non c’è… non c’è niente…

Viola                                      Ho visto… povero tesoro mio! (lascia lo spazzolone, lo abbraccia e piange)

Beata                                    (depone lo spazzolone) Adesso non posso… mi fa pena… (si siede)


Scena nona: Sansone, Beata, Filippo, Viola

Sansone                               (entra, portando un pantalone uguale a quello che portava precedentemente Filippo, teso tra le mani in modo da nascondergli il viso; questo pantalone dovrà essere fortemente indebolito nelle cuciture) Guardate che capolavoro! L’ho stirato una seconda volta anche io!

Beata                                    (si alza, sbraccia le maniche, si sputa sulle mani e prende lo spazzolone che prima ha usato Viola) Ma che bravo… tienilo così per un momento, fammelo vedere bene… chi ti ha insegnato a stirare così accuratamente? Forse la tua compagna di tutti questi anni? (alza lo spazzolone, fin dietro la testa, in modo da sfiorare la testa di Filippo)

Filippo                                   (si scansa e poi indica la pelle) Eccola! Fermi tutti! Signora Beata, Viola, eccola quella spugna maledetta… adesso è andata a rintanarsi sullo spazzolone! La vedete?

Sansone                               Quale spugna?

Viola                                      Ma quella è una pelle di daino! E ce l’ho messa io, sullo spazzolone!

Beata                                    (esamina la pelle) E’ la pelle che usiamo per asciugare!

Filippo                                   E’ lei, comunque si chiami! Era sotto la mia sedia… mi ci sono seduto… e si è strizzata, bagnandomi il pantalone… sembrava che avessi… beh, mi capite!

Viola                                      (abbraccia Filippo) Ho capito… perciò avevi vergogna!

Beata                                    (guardando Sansone) Adesso capisco, Filippo… e invece tu che hai da dire, della tua corrispondenza equivoca?

Sansone                               (sempre col pantalone tra le mani) Equivoca? Ma che stai dicendo?

Beata                                    Nel tuo portafogli c’è il messaggio di una donna!  Quella dice sei stato il suo compagno per anni! (maneggiando lo spazzolone) Chi è? Brutto traditore, da quanti anni la frequenti?

Viola                                      Mamma… aspetta! Ci sono dei fiorellini, su quel messaggio?

Beata                                    Lo hai visto anche tu? (a Sansone) Hai visto che bell’esempio dai a tua figlia, uomo degenere? Io… ti faccio passare la voglia! (alza lo spazzolone, Sansone si allontana e tende il pantalone come per schermarsi, ma Beata riesce a colpire il pantalone, lacerandolo e facendolo cadere a terra)

Filippo                                   No! Il mio pantalone! (raccogliendolo, con cautela)

Viola                                      Fermati, mamma! Quel biglietto l’ho scritto io!

Sansone                               (scansandosi e facendosi scudo di una sedia) Calmati, Beata!

Viola                                      Mamma, davvero, volevo che papà avesse un momento di serenità… dicendogli che gli voglio bene!

Filippo                                   (raccogliendo il pantalone) Povero pantalone mio… eri così bello!

Beata                                    Allora sei stata tu?

Viola                                      Sì, mamma, calmati e posa questo coso! (le toglie lo spazzolone di mano e lo depone di lato)

Sansone                               (deponendo la sedia) Tesoro… tu sei sicura, adesso ti è passato?

Beata                                    Sì, adesso è chiaro… ho avuto una brutta impressione!

Filippo                                   (armeggiando intorno al pantalone) Chissà se si può ricucire… mi piaceva tanto…

Viola                                      Fammi vedere… forse posso farlo io!

Beata                                    (si avvicina anche lei) I pantaloni… gli spazzoloni… non fanno più niente come una volta!

Sansone                               (si avvicina agli altri) Scusate… volevo vedere quel messaggio che mi ha scritto Viola… (prende il portafogli ed estrae il biglietto) che bello… grazie, Viola! Lo metterò in una cornice e lo terrò sulla scrivania del nuovo ufficio!

Beata                                    Quale nuovo ufficio?

Viola                                      Papà… ma che dici?

Sansone                               Ah… ecco, sì… avevamo pensato di utilizzare il piano terra della nuova casa per farci… una palestra…

Beata                                    Bene! Bravi! Tutto senza dirmi niente? Beh, toglietevelo dalla testa! Quel locale serve a me!

Viola                                      Mamma… ma quello era… anche per te!

Filippo                                   Davvero, Signora! Voi avrete un posto d’onore nella palestra!

Beata                                    Davvero? E voi avete fatto tutte quelle riunioni, tutte quelle storie… per una volgare palestra? Ebbene sappiate che io ho altre ambizioni!

Sansone                               Ma che cosa vorresti farci?

Beata                                    Sono stufa di palestre! Io sono romantica in spirito! Voglio licenziarmi dall’ufficio e mettere su una scuola di ballo!

Viola                                      Mamma… questa è una cosa bellissima!

Filippo                                   Questa idea è migliore della nostra!

Sansone                               Tesoro… mi fa veramente piacere! Ma quest’attività non ti farà perdere la forma fisica?

Beata                                    Stai tranquillo… ho tutte le intenzioni di conservarla! Il ballo, anche se può essere romantico, è movimento!

Viola                                      Hai ragione mamma… conta su di me e su Filippo, balleremo tutte le sere!

Filippo                                   Veramente io… posso dire una parola?

Beata                                    (sarcastica) Cos’è, non ti piace fare coppia con Viola? Preferisci forse… qualcun altro?

Filippo                                   No, no! E’ solo che io… ho tanta vergogna!

Fine