Homo consulentis

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HOMO CONSULENTIS

HOMO CONSULENTIS

DA UN’IDEA DI ORESTE BERTUCCI
PARODIA IN OTTO QUADRI
DI

ALDO CIRRI


PERSONAGGI:

PROFESSOR SCHIZ VON SELTZ - eminente archeologo
DOTTORESSA RUDERI - assistente del Prof. Von Seltz
DOTTOR CAVATERRA - assistente del Prof. Von Seltz
GRAN SACERDOTE - il sommo potere
FLORINDO - un assatanato
AMERIGO - un altro assatanato
IMPIEGATO - dell’Ordine
PRATICANTI - di tutte le taglie
CONSULENTI - di tutti i tipi
IL PRESIDENTE - in forma strepitosa
COMMISSIONE - integerrima
IL GOBBO - ridacchiante
CINESE - di passaggio
CENERENTOLO - ha sbagliato favola
LA FATA - anche lei ha sbagliato favola
ARTEMIUS - il custode del tempio





I periodi di svolgimento dell’azione sono specificati di volta in volta all’inizio dei quadri. Il numero degli attori dovrà essere stabilito dalla regia stabilito in base alle necessità, ai tempi e, compatibilmente, con i cambi di scena







PRIMO QUADRO
SCENA UNICA - L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Cavaterra – Ruderi


SCENA

Roma: anno 2999. La scena rappresenta la zona degli scavi di un sito archeologico. Sulla sinistra un tavolo da campo, con intorno tre sedie pieghevoli, sopra di esso dei libri e dei fogli di appunti, accanto alcuni attrezzi per lo scavo e alcuni reperti (vecchi raccoglitori da ufficio, una ventosa sturalavandini, un pezzo di cesso, qualche bottiglia vuota di birra, un cartello stradale, un pupazzo del Gabibbo ecc.). Sullo sfondo altri mucchi di terra, un muro diroccato, l’insegna “COMBIPEL” con la parte destra inclinata e semisepolta dalla terra, per cui si legge solo la parte “COMBI...” e, ancora più sullo sfondo, la parte superiore del muso disastrato e arrugginito dell’autobus dell’ATAC n. 715 (Via Teatro di Marcello – Piazza Silvio d’Amico). Sempre sulla sinistra un pezzo di palizzata alta circa un metro e mezzo e lunga due, parte dall’estremità della scena e, parallelamente al proscenio, avanza per un paio di metri, (il tutto deve dare l’idea di un piccolo cantiere di scavi) la stessa cosa si ripete a destra, ma sopra quest’ultima parte di palizzata troneggia un cartello piuttosto grande che riporta la seguente dicitura:



SIPARIO

Una musica introduce l’apertura di scena poi via, via sfuma fino a scomparire. Il professor Schiz Von Seltz è seduto ad un tavolo sulla sinistra della scena, è immerso nello studio di alcuni documenti, frutto di lunghe ricerche e di faticosi scavi, tedesco, piuttosto basso, grasso, porta i capelli cortissimi indossa una sahariana, calzoni corti e ha in testa un cappello da esploratore. La Dottoressa Ruderi, alta, avvenente e molto oca, in sahariana e minigonna, è seduta sul tavolo del professore a gambe accavallate rivolta verso il pubblico, con uno specchietto in mano si sta mettendo il rossetto sulle labbra, si tratta di una bionda vistosa e svanita indicativamente la voce dovrebbe essere da oca tipo quella di Marilyn Monroe doppiata in italiano . Il Dottor Cavaterra, dietro un mucchio di terra, in canottiera e con un fazzoletto annodato in testa, sta zappettando alla ricerca di altre testimonianze del passato, ogni tanto ne trova una e, quasi con rispettosa devozione, la raccoglie con delicatezza, la osserva e l’appoggia fuori dal mucchio di terra. Improvvisamente Von Seltz balza in piedi cacciando un urlo, ha in mano un frammento del banco della segreteria dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma con ancora incollata la sigla in legno in rilievo “CdL”. Cavaterra si ferma e fissa l’oggetto. Per un effetto più comico la Ruderi, in seguito al sobbalzo di Von Seltz, potrebbe cadere dal tavolo direttamente con il sedere per terra, sbafandosi di rossetto. Von Seltz parla con una sgangherata inflessione tedesco-maccheronica.

VON SELTZ – (eccitato) Finalmente! Qvesta essere gvande scoperta!

La Ruderi e Cavaterra si guardano stupiti.

VON SELTZ – Qvesto essere giorno atteso, tutto mondo tofere spalancare occhi dinanzi mia scoperta. Signori, dopo anni di ricerche und scavi finalmente essere fenuta in luce profa definitifa! Ora nome Professor Schiz Von Seltz potere essere scritto tra nomi di grandi archeologhi! 

La Ruderi si rimette in piedi. Von Seltz solleva in alto il cartiglio con la scritta “CdL”.

VON SELTZ – (declamando) Gvandi scoperte di civiltà di passato hanno fatto storia di archeologia und paletnologia. Come noi tutti sapere in tempi preistorici visse Homo Erectus, nostro antenato. Dopo lui fenne Homo Sapiens. Poi specie si evolesse…, si evoliesse…, hem, si rivolvasse…
CAVATERRA – (suggerendo) “Si evolse”. 
VON SELTZ - … hem… già… si… subì efoluzione (guardando indispettito Cavaterra)! In tempi più recenti comparvero Homo Democristianus und Homo Ministerialis, poi ancora fece sua apparizionen Homo Craxianus, infine Homo Disoccupatus und Homo Turisticus. (solenne) Ora qvi dafanti noi essere simbolo di ritrofamento gvande civiltà cui, gvazie qvesta scoperta, noi potere oggi confermare finalmente suo nome: (rallentando) signori qvi in qvesto luogo più di mille anni fa sorgeva antica civiltà di “HOMO CONSULENTIS”!

Cavaterra e la Ruderi scoppiano in un frenetico applauso, Von Seltz si commuove.

RUDERI – (seducente si avvicina a Von Seltz) – Professore, mi fa vedere il suo reperto?

Von Seltz guarda lubrico la Ruderi negli occhi, mentre Cavaterra esce dallo scavo e si avvicina ai due. Von Seltz si schiarisce la voce per riprendersi.

VON SELTZ – … Hem, noi dofere verificare und confrontare subito con altri reperta.
CAVATERRA – … Reperti.
VON SELTZ – (guardandolo seccato) E io cosa afere detto?
CAVATERRA – Reperta.
VON SELTZ – Appunto! Gut, ora raccogliere tutta documentazionen scritta und ricostruire usi, costumi, storia e religione di gvande civiltà! (solenne) Tutto mondo dofere strabiliare di fronte a impresa di grandi archeologo!

Pausa

VON SELTZ – Doktor Cavaterra foi raccogliere documenti und manufatti. Foi, fraulain Ruderi (la guarda ancora eccitato)… aiutare me in ricostruzionen.

Von Seltz e la Ruderi si avvicinano al tavolo continuando ad osservare il cartiglio, ma alzano spesso lo sguardo e si fissano negli occhi. Cavaterra entra nella buca e poco dopo ne riesce stracarico di vecchi raccoglitori da ufficio, cartelle sbiadite piene di fogli e una quantità di carabattole da ufficio, sopra le quali troneggia il campanello di ottone del presidente. Nel movimento di Cavaterra il campanello tintinna. Von Seltz si riscuote.

VON SELTZ – Cosa essere qvello?
CAVATERRA – È uno strumento che abbiamo ritrovato durante gli scavi.

Il Professore lo prende e lo osserva, poi lo sbatte facendolo suonare.

RUDERI – Oh, un campanello! Chissà a cosa serviva?

CAVATERRA – Forse era un segnale per riunire il popolo, oppure un richiamo per i cacciatori durante le battute.
VON SELTZ – Possibile essere utilizzato in cerimonie religiose, possibile strumento con cui re imponeva sua autorità… oppure (guardando la Ruderi con intenzione, ricambiato dalla ragazza)… essere richiamo sessuale.

Pausa durante la quale i due continuano a guardarsi a vicenda , poi Von Seltz si riprende.

VON SELTZ – Hem.. noi tofere scoprire!

Nel frattempo Cavaterra è uscito dalla buca, barcollando sotto il peso dei reperti, si avvicina a Von Seltz. 

CAVATERRA – Professore dove metto questi reperti.
VON SELTZ - … Ya, Doktor Cavaterra, mettere sopra tafolo!

Cavaterra deposita sul tavolo tutti i reperti sommergendolo completamente, poi i tre si siedono. Una volta seduti restano perplessi in quanto il mucchio di roba sul tavolo impedisce di vedersi tra loro. 

VON SELTZ – Doktor Cavaterra, fraulain Ruderi!
RUDERI – Hem… Professore…
CAVATERRA – Siamo qui…
VON SELTZ – Io non federe….

I tre continuano ad allungare il collo e a spostarsi a destra e sinistra nel tentativo di scorgersi, ma senza successo. Poi il Professore si alza di scatto indispettito.

VON SELTZ – (urlando) Signori!

Cavaterra e Ruderi sobbalzano sulle sedie e diversi reperti cadono a terra, poi i due si rialzano.

VON SELTZ – Qui non possibile fare operazione ricostruzionen, noi avere bisogno di spazio und biblioteca di storia antica, quindi noi andare in dipartimento Unifersità dofe essere mio studio.

Pausa.

VON SELTZ – Signori raccogliere reperti e seguire me!

Cavaterra e Ruderi scattano praticamente sull’attenti. La Ruderi raccoglie lo specchietto e il rossetto e si sistema la sbaffatura del rossetto provocata dalla caduta dal tavolo. Cavaterra raccoglie tutti i reperti, ma si ritrova talmente carico che riesce a malapena a vedere davanti a se. La Ruderi, finita l’operazione “rossetto”, si avvia ancheggiando verso destra per uscire.

CAVATERRA – Dottoressa… il cartiglio!

La Ruderi si volta.

CAVATERRA - … sul tavolo!

La Ruderi, sempre ancheggiando, si avvicina al tavolo, prende il cartiglio, poi si avvicina a Cavaterra, lo guarda cercando un posto sul mucchio dove mettere il cartiglio

CAVATERRA – Do… dottoressa…

Velocemente la Ruderi gli infila il cartiglio tra i denti, sorride, ed esce ancheggiando da destra. Cavaterra, perplesso, comincia a muoversi cercando di uscire di scena. Muove due passi e va a finire, con tutti i reperti, dentro la buca dello scavo (per rendere più comica la caduta è necessario che Cavaterra sparisca completamente dentro la buca un attimo dopo una nuvola di fogli voli fuori da essa). La testa di Cavaterra spunta dalla buca ancora intontito sempre con il cartiglio in bocca. Da destra rientra Von Seltz, seguito dalla Ruderi, è indispettito dal ritardo di Cavaterra.

VON SELTZ – (urlando) Cosa succedere qvi?

Cavaterra, tenendo sempre in bocca il cartiglio, raccoglie velocemente tutti i reperti esce dalla buca e, trovandosi davanti Von Seltz, farfuglia qualcosa impedito dal cartiglio

VON SELTZ – Doktor Cavaterra, qvesta essere forse antico idioma di Homo Consulentis?

Per un attimo Cavaterra rimane perplesso, poi si ricorda del cartiglio che stringe tra i denti e, sorridendo, fa capire a gesti che è stata una sbadataggine. Repentinamente il Professore glielo strappa dalla bocca, Cavaterra fa una smorfia di dolore e se la copre con entrambe le mani, facendo cadere di nuovo a terra i reperti

VON SELTZ – Doktor Cavaterra foi dofere analizzare reperti (pausa). Nein mangiare!

Il Professore esce di nuovo da destra seguito dalla Ruderi. Cavaterra si massaggia dolorante la bocca, recupera di nuovo i reperti caricandosi come un somaro.

VON SELTZ – (da fuori scena) Fogliamo andare in mio studio e cominciare nostro compito?
RUDERI – (c.s.) Si professore!
VON SELTZ – (da fuori scena) Doktor Cavaterra, foi sbrigare!

Cavaterra barcollando sotto il peso dei reperti esce da destra.

SECONDO QUADRO
SCENA SECONDARIA – L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Ruderi – Cavaterra
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE IN UN TEMPO IMMAGINARIO
Gran Sacerdote – Due praticanti

Le voci dei tre archeologi si sentono in lontananza parlare a soggetto. Nel frattempo la scena del sito archeologico comincia ad essere smontata, il tavolo, insieme alle sedie, verrà spostato all’estrema sinistra del palcoscenico e due pannelli raffiguranti due librerie stracolme di libri, posizionate ai lati del tavolo, creeranno l’illusione dello studio di Von Seltz dividendo in due ambienti il palcoscenico: il più piccolo a sinistra dove si muoveranno gli archeologi e il principale (più grande), che occuperà la restante parte del palcoscenico sarà quella dove si svolgerà lo spettacolo vero e proprio. Per distinguerle nel testo saranno indicate come: “scena secondaria” e “scena principale”. I tre archeologi rientrano in scena secondaria.

VON SELTZ – Gut, sembra che civiltà Homo Consulentis essere nata in prima metà di ventesimo secolo.
CAVATERRA - Sì, un documento, ancora in parte leggibile, parla di studi di assistenza e consulenza professionali.
VON SELTZ - Cosa essere?
CAVATERRA – Forse i primi nuclei, i primi insediamenti della civiltà…
VON SELTZ - Mmmm… qvi dire che poi essere stati raggruppati in ordini…
VON SELTZ - Cosa essere ordini?
CAVATERRA - Probabilmente i primi raggruppamenti sociali… i primi tentativi di organizzazione autonoma… forse delle specie di signorie o feudi con a capo un feudatario o un gran sacerdote 
VON SELTZ - Gut, noi partire di qvi per nostra ricostruzione… ya, noi ora dofere capire cosa essere “Ordine”.

Questo punto dovrebbe coincidere con il termine dello smontaggio della scena dello scavo archeologico. Il Montaggio della scena degli uffici dell’Ordine Provinciale dei CdL, in scena principale, seguirà l’immaginaria ricostruzione dell’ambiente fatta dai tre archeologi in scena secondaria. Inizialmente la scena principale è vuota.

RUDERI - Dunque, secondo questo antico codice …
CAVATERRA - Quale codice?
RUDERI – Questo bel librone!
VON SELTZ – Cosa essere?
CAVATERRA – (come se proseguissero il discorso della Ruderi) … la “L” è la stessa lettera del cartiglio “CdL” e cioè l’enigma più oscuro della civiltà dell’Homo Consulentis.
RUDERI – Quale?
CAVATERRA – L’ideogramma “Lavoro”!
VON SELTZ – Ya, noi non sapere ancora cosa significare.
CAVATERRA – Dunque, sembra che l’Homo Consulentis per “Ordine” intendesse sia la comunità, cioè l’insieme degli individui, sia il luogo, l’edificio o il tempio dove si svolgevano tutte le funzioni sociali pubbliche, le riunioni del consiglio dei dodici saggi, le cerimonie religiose e le assemblee del popolo. Un po’ come il “foro” nell’antichissima Roma.
VON SELTZ – Gut, noi ora dofere stabilire come qvesto “Ordine” era fatto.
CAVATERRA – Probabilmente, essendo un luogo destinato a cerimonie e a funzioni di governo, doveva essere piuttosto grande, avere un ambiente destinato alle assemblee…
VON SELTZ – Gut.
CAVATERRA - … e alcuni ambienti dove avvenivano le riunioni di una specie di gran consiglio che amministrava la vita della comunità.
RUDERI – Con supermercato e parrucchiere… ih ih ih!
CAVATERRA - … qui c’è un documento… non molto chiaro purtroppo… che lo descrive.
VON SELTZ – Profare a decifrare.
CAVATERRA – (lentamente come se cercasse di tradurre un geroglifico) Sembra che ci fosse una specie di sala del trono da cui il… gran sacerdote… o forse il… re…teneva le udienze… qui dice che era una grande sala, un grande atrio con… un divisorio… o forse delle colonne… e anche un braciere, un’ara destinata ai sacrifici.

Due attori entrano portando in scena principale due colonne con capitelli corinzi le piazzano al centro della scena, in mezzo ad esse un’ara sacrificale, poi escono da destra.

VON SELTZ – Sacrifici?
CAVATERRA – Pare che per propiziarsi gli dèi, avessero l’usanza di immolare ragionieri vivi!
RUDERI – Oh!
VON SELTZ – Cosa essere racionieri?
CAVATERRA – Non lo sappiamo, forse troveremo la risposta più avanti.

Cavaterra torna a leggere.

RUDERI - … qui dice che ci fosse anche un grande trono… oppure una specie di scranno o… (fermandosi)… che cos’è uno scranno?
VON SELTZ – Forze ein gvande banco?
CAVATERRA – Ecco, sì… un grande banco, una specie di altare da cui il re o il gran sacerdote promulgava le leggi, amministrava la giustizia e presiedeva le cerimonie religiose

Mentre Cavaterra parla, gli stessi attori di prima entrano spingendo un grande bancone ed una specie di trono apparentemente di marmo bianco. Il bancone viene posizionato sulla sinistra della scena di 3/4 verso il pubblico e il trono dietro di esso, sulla destra del bancone viene messo un attaccapanni in legno, due festoni di stoffa bianca calano dall’alto. I due attori si piazzano a fianco di ciascuna colonna.

CAVATERRA – Probabilmente il cartiglio era posizionato vicino al trono per simboleggiare il potere dell’Ordine.

Un altro attore entra da destra con il cartiglio e lo fissa sopra il trono.

RUDERI - … per me stava sopra il colonnato per intonarsi meglio con la tappezzeria della sala del trono.

L’attore si porta vicino alle colonne, gli altri due attori cercano di aiutarlo cercando di sollevarlo all’altezza delle colonne, ma l’impresa è ardua.

CAVATERRA– No, non credo, il cartiglio sulle colonne avrebbe attirato l’attenzione dei nemici che avrebbero attaccato il tempio…

Contemporaneamente la piramide umana dei tre attori crolla rovinosamente a terra, l’unico attore che riesce a rimanere in piedi riesce anche a fermare la caduta di una delle due colonne.

CAVATERRA - … e a distruggerlo. No, io credo che il cartiglio si trovasse all’ingresso del tempio.

L’attore, dopo essersi spolverato, recupera il cartiglio e si avvia verso destra per uscire di scena.

RUDERI - … o forse… (l’attore si ferma indispettito aspettando l’ipotesi della Ruderi) … lo portava con se il Gran Sacerdote.

L’attore, sempre più seccato, con il cartiglio ancora in mano, non sa più dove andare.

CAVATERRA – È possibile che…
VON SELTZ – Ora basta! Posizionen cartiglio nicht importante…

L’attore spalanca le braccia soddisfatto e velocemente, con il solo intento di liberarsene, attacca il cartiglio a casaccio, e il primo posto che trova è proprio la parte frontale del bancone. L’attore fa per uscire velocemente da destra.

VON SELTZ - … probabilmente era attaccato in fronte grande banco… per indicare autorità di Ordinen!

L’attore si ferma stupito guardando verso il pubblico, per aver azzeccato la posizione del cartiglio, poi esce da destra.

VON SELTZ – Ora noi dofere scoprire come essere organizzato.
CAVATERRA – Qui c’è scritto che uno dei sacerdoti del tempio aveva l’incarico di amministrare la comunità.

Mentre Von Seltz parla, da destra entra il gran sacerdote accompagnato in sottofondo dalla marcia trionfale dell’Aida indossa una toga bianca ha una specie di tiara in testa, una corda in vita dalla quale pende una sacca e con la destra impugna un bastone (una specie di pastorale). Con passo solenne si avvicina al bancone si toglie la tiara l’appende all’attaccapanni e prende posto dietro il bancone sedendosi maestosamente sul trono.

CAVATERRA - … qui c’è scritto il sacerdote attendeva anche ad un’altra funzione…
VON SELTZ – Qvale funzionen?
RUDERI – Sovrintendeva al… pra… praticantato…
VON SELTZ – Cosa essere preticon… priticont…
CAVATERRA – Praticantato.

Da destra entrano due praticanti vestiti da pellegrini con i bastoni da viaggio e le bisacce. Lentamente si avvicinano al bancone e si piegano in avanti in un inchino di saluto.

CAVATERRA – Sembra che nella civiltà dell’Homo Consulentis, i giovani, prima di entrare a far parte della comunità e potersi considerare adulti, dovevano seguire un periodo di iniziazione e di apprendistato affrontando una serie di prove.
VON SELTZ – Profe?
CAVATERRA – Sì come in tutte le civiltà tribali, probabilmente si trattava di prove di forza e di abilità…
RUDERI – (di slancio) Sembra che si dovessero accoppiare anche con vergini guerriere.
CAVATERRA - … e di ingegno, forse si insegnava la matematica, l’astronomia, la filosofia… forse anche a cavalcare, cacciare e combattere. Dopo questo periodo, che durava due anni, i giovani sostenevano una prova finale davanti ad un consiglio di saggi, dopodiché, con la solenne cerimonia della consacrazione, potevano considerarsi degni di entrare a far parte della comunità.
VON SELTZ – (guardando ingrifato la Ruderi) Doktoressa Ruderi noi scoprire come funzionare qvesto preticon… priticont… (con un borbottio Von Seltz pone fine ai tentativi di pronuncia)
CAVATERRA – Sembra che i giovani si recassero in pellegrinaggio presso il tempio per essere ammessi al noviziato. È probabile che l’ammissione al periodo di iniziazione cominciasse con un’invocazione agli dèi e fosse regolata da un preciso cerimoniale dove i giovani dovevano dimostrare di essere degni di affrontarla.
VON SELTZ – Antiamo a federe in biblioteca!

I tre archeologi escono dalla scena secondaria che resta vuota (le luci in scena secondaria potrebbero essere abbassate fino al rientro dei tre). È necessario che durante quest’ultima battuta gli attori che impersonano i praticanti compiano azioni a soggetto tipo offrire dei doni o compiere gesti di devozione.

TERZO QUADRO
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE IN UN TEMPO IMMAGINARIO
Gran Sacerdote – Due praticanti

I due praticanti alzano le braccia verso il sacerdote (uno dei due praticanti è una ragazza).

PRIMO PRATICANTE – (con veemenza ad alta voce) Oh gran maestro di retribuzioni e contribuzioni!
SECONDO PRATICANTE – (c.s) … eccelso custode dei segreti contrattuali!
PRIMO PRATICANTE – (c.s.) … sommo dispensatore di conciliazioni individuali!
SECONDO PRATICANTE – (c.s.) …saggio guardiano dei 740, 760, 770!
PRIMO PRATICANTE – (c.s.) … figlio del divino INAIL , protettore dall’avversa sorte!
SECONDO PRATICANTE – (c.s.) … e della divina INPS, protettrice della vecchiaia! Noi ti invochiamo perché ci sia concesso di essere ammessi a sostenere la grande prova finale!
PRIMO PRATICANTE – (c.s.) … e ad ottenere l’investitura dell’ “Ordo Consulentis”
GRAN SACERDOTE – (alzandosi) Siete voi consapevoli di quali prove vi attendono?
PRATICANTI (all’unisono) Sì, o gran sacerdote!
GRAN SACERDOTE – Siete voi consapevoli che la sacra iniziazione prevede due anni di studio, meditazione, digiuno e preghiera?
PRATICANTI – (c.s.) Sì, o gran sacerdote!
GRAN SACERDOTE – Siete voi consapevoli che durante il lungo tirocinio vi sarà assegnato un maestro a cui dovrete obbedienza e devozione?
PRATICANTI – (c.s.) Sì, o gran sacerdote!
GRAN SACERDOTE – Ora mostratemi le credenziali che vi autorizzano ad accedere al periodo di preparazione.

I due praticanti, rapidamente e confusamente, tirano fuori, ognuno dalla propria bisaccia, un fascio di carte. Molti fogli cadono per terra mentre i due praticanti cercano di mettere ordine nel mucchio di fogli.

GRAN SACERDOTE – Mostrate la prova di attestazione dei vostri natali!

I due rovistano freneticamente tra le carte poi, contemporaneamente, tirano fuori un foglio ciascuno.

PRATICANTI – (c.s.) Ecco, o gran sacerdote!
GRAN SACERDOTE – Ora mostrate la prova di appartenenza alla vostra tribù

Si ripete la scena di prima.

PRATICANTI – (c.s.) Ecco, o gran sacerdote!
GRAN SACERDOTE – Mostrate l’accoglienza del vostro maestro come apprendisti e la confessione dei vostri peccati avvallata dal gran tribunale!

Si ripete la scena di prima.

PRATICANTI – (c.s.) Ecco, o gran sacerdote!

Il sacerdote allunga il collo scrutando i documenti

GRAN SACERDOTE – Avvicinatevi.

I due si avvicinano.

GRAN SACERDOTE – Su queste pergamene mancano i sigilli del sommo giudice!
PRIMO PRATICANTE - Il sommo giudice ci ha concesso l’indulgenza plenaria.
SECONDO PRATICANTE - … secondo il codice “Bassaninus” noi ci dichiariamo pentiti…
PRIMO PRATICANTE - … e quest’atto di contrizione ci assolve da altri obblighi.
GRAN SACERDOTE – Per completare la vostra ammissione all’iniziazione sono necessarie due vostre immagini… !
PRATICANTI – (all’unisono) Sì, o gran sacerdote… ecco

I due praticanti tirano fuori due pelli di animale su cui sono disegnati con il gesso, in maniera rudimentale, due figure: magari due uomini stilizzati nell’atto di scagliare una lancia come nei graffiti preistorici le mostrano al sacerdote che annuisce approvando, poi le appoggiano sul bancone mostrandole al sacerdote che annuisce. 

GRAN SACERDOTE - … e un’offerta sacrificale agli dèi da immolare sull’ara del tempio! (il Gran Sacerdote indica l’ara)

I due praticanti si guardano imbarazzati.

PRIMO PRATICANTE – Un… sa… sacrificio?
GRAN SACERDOTE – Sì!
SECONDO SACRIFICIO – Qua… quale sacrificio?
GRAN SACERDOTE – Un sacrificio simbolico: un agnello da immolare per ottenere il favore degli dèi!
PRIMO PRATICANTE – (all’altro a parte) Un agnello? … Ma costa quarantamila lire al kg.!
SECONDO PRATICANTE – (c.s.) Porc… e ora?
GRAN SACERDOTE – Dunque?
PRIMO PRATICANTE – (rovistando nella sacca) Hem… non abbiamo un… agnello…
GRAN SACERDOTE – Che cosa avete?
PRIMO PRATICANTE – Andrebbero bene… quattro salsicce!

Il primo praticante tira fuori dalla sacca le salsicce

GRAN SACERDOTE – Hem… sono di maiale?
SECONDO PRATICANTE – No, divino, di cinghiale!
GRAN SACERDOTE – Bene! Mettetele sull’ara sacrificale

Il primo praticante esegue, poi si rimette in ginocchio

GRAN SACERDOTE – Inginocchiatevi!

I due praticanti abbassano la testa. Il sacerdote si alza, tira fuori da sotto il banco una specie di scettro a forma di timbro.

GRAN SACERDOTE – (solenne ad alta voce) In nome del divino INAIL, della divina INPS, in nome di ASL dea della salute, e di ENPACL dio della previdenza, per intercessione del Gran Consiglio dell’Ordine, secondo la sacra legge 12/79 e il sacro decreto 2/12/97, io concedo a voi l’onore e il privilegio di essere ammessi alla sacra iniziazione, che svolgerete sotto la guida di un maestro, e che si concluderà con la gran prova finale in cui dovrete dimostrare d’essere degni di accedere, quali membri di diritto, nella sacra casta dell’ « Ordo Consulentis »!

Il sacerdote abbassa sulle teste e sulle spalle dei due praticanti il grande timbro, decretando solennemente l’avvenuta consacrazione a praticanti, poi lo sbatte su fogli. I due si alzano.

PRIMO PRATICANTE – O gran sacerdote! Noi ti rendiamo grazie per l’onore, che indegnamente ci è stato concesso, di accostarci ai misteri della sacra missione che oggi noi andiamo ad intraprendere. 
SECONDO PRATICANTE – Giuriamo solennemente che saremo degni di questa missione.

Si inchinano ancora una volta. Il Sacerdote, con lo scettro-timbro, batte due colpi sulla testa dei due praticanti che si massaggiano la testa doloranti

GRAN SACERDOTE - (c.s.) Andate, che gli dèi vi siano propizi!

I due praticanti escono da destra. 

QUARTO QUADRO
SCENA SECONDARIA – LA SCENA SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Ruderi – Cavaterra
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE AI GIORNI NOSTRI
Florindo- Amerigo – Tre ragazze – Un impiegato

Il sacerdote, sempre con atteggiamento solenne, lentamente si alza dal trono si avvicina all’ara sacrificale, recupera le salsicce, le annusa, se le mette nella sacca, sospira compiaciuto ed esce da sinistra. Contemporaneamente inizia lo smontaggio della scena e il montaggio della successiva. I tre archeologi rientrano in scena secondaria.

VON SELTZ – Foi sicuri che usanze essere qveste?
CAVATERRA – (imbarazzato) Be’….
RUDERI – Forse sacrificavano il salame!
VON SELTZ – Io credo che Ordine mantenere segreto su riti iniziazionen di nuofi adepti! (alzando la voce) Qvindi ricostruzionen storia Homo Consulentis non giusta! Signori qvesta essere confusionen non archeologia,!
CAVATERRA – (c.s.) Effettivamente…
VON SELTZ – Si noi operare in qvesto modo rischiare di arrifare a cose assurde!
RUDERI – Cosa vuol dire professore?
VON SELTZ – Che tutta vicenda di preticon… priticont… hem…
CAVATERRA – Praticantato.
VON SELTZ – Potere essere tutta sbagliata, potrebbe essere andata difersamente e che foi rischiare prendere fischi per fiaschi!
CAVATERRA – (pensieroso) Già… potrebbe essere andata in un’altra maniera…

I tre archeologi, parlando a soggetto, escono dalla scena secondaria. A questo punto dovrebbe terminare il montaggio della nuova scena. Sul fondo una parete di vetro smerigliato su cui è impresso (da rovescio) il sigillo dei CdL sulla sinistra la parete termina con una porta sempre a vetri che si aprirà verso la destra della scena, davanti alla parete di vetro cinque sedie, un tavolo basso da salotto, sulla sinistra un attaccapanni e sulla destra una pianta. Il tutto deve rappresentare, in maniera sommaria, la saletta di aspetto degli uffici dell’Ordine. Quando Cavaterra termina di parlare sulle sedie sono già sedute tre ragazze giovani e graziose tutte in abito leggero a minigonna con spacco e tacchi alti, si capisce che fa caldo, tutte e tre si fanno vento con un fascio di fogli (sono i documenti per l’iscrizione). Sono in attesa del proprio turno per iscriversi all’Albo dei praticanti. Dalla destra della scena si affaccia l’impiegato dell’Ordine. Attenzione: a questo punto il cartiglio “C.d.L.” sparisce dalla scena per essere riutilizzato nei quadri finali.

IMPIEGATO – Avanti!

Una delle ragazze si alza si avvicina alla destra della scena, chiede permesso ed esce da destra. Dopo qualche secondo va via la luce e la stanza resta in penombra, con una luce che traspare dalla parete a vetri dell’ingresso.

PRIMA RAGAZZA – Oh!
SECONDA RAGAZZA – Ci mancava anche questa!
PRIMA RAGAZZA – Speriamo che rimanga accesa almeno l’aria condizionata.

Oltre la porta a vetri appaiono le silhouette di Florindo e Amerigo. Dai gesti si capisce che sono imbarazzati ad entrare. Dalla porta a vetri spunta Florindo spinto da Amerigo. Florindo è riluttante ad entrare, ma Amerigo lo spinge ancora.

FLORINDO – … ma cosa spingi!
AMERIGO – Vai avanti!
FLORINDO – Porco mondo non vedo niente! Mi fai battere una boccata sul pavimento!

I due si fermano all’ingresso, sulla soglia della porta a vetri.

FLORINDO – (guardandosi intorno) Sei sicuro che sia qui?
AMERIGO – (circospetto) Mi hanno detto al terzo piano.
FLORINDO – Sì bravo, l’ascensore si è bloccata siamo dovuti uscire arrampicandoci, come fai a sapere che siamo al terzo piano?
AMERIGO – (guardandosi intorno) Lasciami fare.
FLORINDO – (cercando di scrutare nel buio) A me sembra un ufficio.
AMERIGO – (a mezza voce) Sono tutti così, da fuori sembrano uffici, studi, abitazioni, ma dentro…. vai, entra…
FLORINDO – E non spingere! 
AMERIGO – (sussurrando) …questi sono posti particolari bisogna…
FLORINDO – Io me la sto facendo sotto…
AMERIGO – (dandosi un’aria da bullo) Tu lascia fare a me, che di queste cose sono pratico!
FLORINDO – L’ultima volta che ti ho lasciato fare… ci siamo ritrovati nello sgabuzzino della sacrestia di San Venanzio.
AMERIGO – Vado avanti io, guarda e impara!

Amerigo, con aria sicura entra nella saletta d’aspetto, mentre Florindo resta sulla soglia, in quel momento torna la luce. Amerigo colto di sorpresa, vede le due ragazze, spalanca gli occhi, viene preso dal panico e fugge via travolgendo e spintonando Florindo che, alla fine, incespicando, si ritrova nel mezzo della scena con la porta a vetri chiusa dalla fuga di Amerigo. Le due ragazze seguono stupefatte la scena.

FLORINDO – (scattando verso la porta a vetri e cercando disperatamente di aprirla) Amerigo! Non lasciarmi solo! Torna qui… Amerigo…

Improvvisamente si apre la porta dell’ufficio e si affaccia l’impiegato.

IMPIEGATO – (seccato) Vogliamo smettere di far cagnara! Si sieda e aspetti il suo turno!

L’Impiegato richiude sbattendo la porta. Mentre le ragazze continuano a guardare Florindo che, imbarazzatissimo, non sa più che fare. Per un po’ si guarda intorno sudando come un colabrodo, si contorce le mani, si gratta la testa mentre le due ragazze continuano a guardarlo scambiandosi ogni tanto qualche parola nell’orecchio. Florindo si fa un po’ di coraggio e si avvicina alle due ragazze.

FLORINDO – (impacciato) Hem… scu… scusate s… siete qui per…
PRIMA RAGAZZA – Sì, sì!
FLORINDO – (facendosi coraggio) E… fate parte… 
SECONDA RAGAZZA – Sì?
FLORINDO - … si… insomma… della casa…?
SECONDA RAGAZZA – No, non ancora.
FLORINDO – (stupito) Siete nuove?
PRIMA RAGAZZA – Sì.
FLORINDO – (eccitandosi) E cominciate subito?
PRIMA RAGAZZA – No, prima dobbiamo studiare e prepararci.
FLORINDO – (stupito) Dovete studiare? (poi a parte) Ma come, si studia anche per… (fa il gesto del rapporto sessuale con la mano).

Da questo momento comincia l’equivoco: Florindo crede di essere capitato in una casa di appuntamenti.

FLORINDO – (con gli occhi che brillano) Ma non si potrebbe mettere subito in pratica il mestiere?
SECONDA RAGAZZA – Ma che è matto?

Florindo sobbalza stupito.

PRIMA RAGAZZA – Sarebbe esercizio abusivo della professione!
FLORINDO – (stupito) Abusivo?
PRIMA RAGAZZA – Certo! Non è possibile esercitare senza una preparazione adeguata ed uno studio approfondito…
FLORINDO – (sempre più stupito verso il pubblico) Porco mondo, come sono cambiati i tempi!
SECONDA RAGAZZA - … e senza aver frequentato i corsi di addestramento e approfondimento.
FLORINDO – Corsi?
PRIMA RAGAZZA – Certo, con esercitazioni orali e pratiche.
FLORINDO – Orali! Mortacc… (fregandosi le mani) e chi fa le lezioni?
SECONDA RAGAZZA – Esperti in materia.

Florindo stupito ci pensa un attimo

FLORINDO – E quanto durano queste esercitazioni?
SECONDA RAGAZZA – Due volte a settimana per tre ore a volta.
FLORINDO – (esterrefatto) Tre ore! …Sarete sfinite? E quante siete?
PRIMA RAGAZZA – Circa duecento.
FORINDO – (c.s.) Duecento! (poi ripensandoci) Ho capito! Fate un po’ per uno.

Le due ragazze si guardano.

PRIMA RAGAZZA – No, lo facciamo tutti insieme.
FLORINDO – (guardando il pubblico) … ammazza che ammucchiata! (poi alle ragazze) ma… non rischiate di fare confusione?
SECONDA RAGAZZA – Be’, se qualcuno non ha capito può chiedere di farselo rispiegare.
FLORINDO – Aaaaah, ecco… fa il bis! (ridacchia tra se)
SECONDA RAGAZZA – E poi, oltre a quelle pratiche, ci sono anche le esercitazioni scritte.
FLORINDO – Pure!
SECONDA RAGAZZA – Certo, i docenti vogliono sempre accertarsi che le materie vengano comprese a fondo…
FLORINDO – (ridacchiando e facendo il solito gesto esplicito) A fondo eh? Perché se non si va a fondo…
PRIMA RAGAZZA - … per cui dobbiamo mettere nero su bianco quello che impariamo.
FLORINDO – Porco mondo… e quanto dura questo corso?
PRIMA RAGAZZA – Un anno.
FLORINDO – Un ann… (poi verso il pubblico) un anno per imparare a… (fa il solito gesto) Ma è sempre stato così?
SECONDA RAGAZZA – No, prima era diverso, chi sceglieva questa professione, la imparava sul campo.
FLORINDO – Aaaaah, vedi!
SECONDA RAGAZZA – Oggi, se non hai l’abilitazione, non puoi esercitare.
FLORINDO – E già, oggi senza un pezzo di carta… (poi si ferma stupito dalla notizia) … l’abilitazione!
PRIMA RAGAZZA – Certo, è per questo che sul mercato c’è gente professionalmente poco preparata.
SECONDA RAGAZZA – Nella nostra professione è importante conoscere la parte pratica, la parte tecnica…
PRIMA RAGAZZA - … e, al giorno d’oggi, essere esperte anche nell’uso di una lingua.
FLORINDO – (sghignazzando) E certo, perché se uno sa usare bene la lingua…
PRIMA RAGAZZA – I due anni vanno fatti sotto la guida di un professionista esperto.
FLORINDO – (perplesso) Perché non si può imparare da soli?
PRIMA RAGAZZA – Ma che è matto? Sono talmente tante le materie in cui un praticante deve essere preparato che certe volte è necessario imparare anche i trucchi del mestiere per riuscire bene nella professione.
FLORINDO – Praticante?
SECONDA RAGAZZA – Certo, perché è praticandola una professione che si impara.
FLORINDO – Porcaccio mondo!
SECONDA RAGAZZA – Ed alla fine si sostiene un esame.
FLORINDO – Un esame?
SECONDA RAGAZZA – Sì, di fronte ad una commissione.
FLORINDO – Una co… commissione? E quanti sono?
PRIMA RAGAZZA – Di solito sette.
FLORINDO – E non si vergogna nessuno?
PRIMA RAGAZZA – Vergogna.. e perché? Ah, forse intende… sì, può succedere che qualcuno non si senta preparato e, al momento di sostenere la prova, si mette in agitazione e se ne va.
FLORINDO – Ah, ecco! Dicevo io!
PRIMA RAGAZZA – Ma vuoi mettere la soddisfazione di dimostrare la tua preparazione di fronte a degli esperti!
FLORINDO – Esperti?
SECONDA RAGAZZA – Sì, esperti docenti e consulenti nelle materie.
FLORINDO – (sempre più stupito) e… vi esaminano tutti insieme?
SECONDA RAGAZZA – No, uno per volta.
FLORINDO – Aaaaah… e alla fine sarete stanche?
SECONDA RAGAZZA – Be’, l’esame non è uno scherzo, a qualcuno capita di stare perfino quindici minuti a membro!
FLORINDO – (sobbalzando) Quindici! (facendo il conto) ma sono due ore! Ma i membri della commissione sono grossi?

Le due ragazze si alzano stupite.

SECONDA RAGAZZA – Be’… qualcuno si…
FLORINDO – (verso il pubblico) Hai capito che preparazione accurata queste praticanti! 
SECONDA RAGAZZA – (a parte fra loro) Ma i membri della commissione sono grossi?
PRIMA RAGAZZA – (c.s.) Be’ in effetti il presidente ultimamente è un po’ ingrassato.
SECONDA RAGAZZA – (c.s.) Sì, sì, hai ragione, anche il dottor… (il nome si perde in un bisbiglio, la ragazza fa un gesto indicando che il tizio in questione è ingrassato)
FLORINDO – (interrompendola) E che cosa bisogna fare per fare pratica?
PRIMA RAGAZZA – Bisogna iscriversi al praticantato.
FLORINDO – Iscriversi?
PRIMA RAGAZZA – Certo, bisogna presentare la domanda di ammissione, una serie di documenti, certificati, fotografie, trovare uno studio dove fare pratica…
FLORINDO – E la possono fare tutti?
PRIMA RAGAZZA – Be’ si può accedere solo con determinati titoli di studio.
FLORINDO – (stupito) Come… per… (solito gesto) occorre il diploma?
PRIMA RAGAZZA - … fra un po’ occorrerà la minilaurea se non la laurea.
FLORINDO – (c.s.) Pure!

In quel momento la terza ragazza rientra da destra ricomponendosi il vestito e ravviandosi i capelli.

TERZA RAGAZZA – (rivolta verso destra fuori scena) Allora, tutto bene?
IMPIEGATO – (facendo capolino da destra come se si affacciasse da una porta) Sì, certo, si ricordi che il suo periodo di praticantato inizia da oggi e che fra un anno dovrà presentare una relazione di tutta l’attività svolta.
TERZA RAGAZZA – Va bene, grazie, arrivederci.
IMPIEGATO – Arrivederci.

La terza ragazza esce dalla porta a vetri e l’impiegato da destra.

FLORINDO – (alle ragazze) Porco mondo, deve raccontare tutto quello che ha fatto in un anno?
PRIMA RAGAZZA – Certo.
FLORINDO – Proprio tutto?
SECONDA RAGAZZA – Per iscritto.
FLORINDO – Per iscritto! E chi lo legge?
SECONDA RAGAZZA – Il consiglio.
FLORINDO – C’è un consiglio?
PRIMA RAGAZZA – Certo, che approva e stabilisce se il periodo di apprendistato è stato svolto con diligenza e costanza.
FLORINDO – E io che l’ho sempre fatto al chiuso e al buio!
IMPIEGATO – (da fuori scena) Avanti un altro!

La seconda ragazza si alza, si sistema il vestito e si ravvia i capelli poi, sculettando esce da destra. Florindo segue l’uscita della ragazza con occhi avidi.

PRIMA RAGAZZA – Dopo tocca a me.

La prima ragazza si alza e, dando le spalle a Florindo, anche lei si sistema il vestito e si rassetta i capelli con gesti sensuali. Florindo la osserva sempre più eccitato finché, preso il coraggio, le si avvicina da dietro insinuante senza toccarla.

FLORINDO – (con intenzione) Perché non fai pratica con me?
PRIMA RAGAZZA – (voltando appena la testa) Lei è un consulente? 

Attenzione il gesto della ragazza dovrà essere provocatorio quanto basta per eccitare Florindo, ma deve comunque sembrare involontario.

FLORINDO – (esplodendo e mettendole le mani sul sedere o, in alternativa sui fianchi) Sììì, sono un consulente, un esperto… vieni che facciamo pratica…

La prima ragazza caccia un urlo, si volta e molla uno schiaffo a Florindo che rimane come un baccalà massaggiandosi la guancia. Da destra esce l’impiegato seguito dalla seconda ragazza.

IMPIEGATO – (urlando) Che cosa succede qui!
PRIMA RAGAZZA – (scandalizzata) Mi… mi ha toccata!
FLORINDO – Ma… io volevo fare pratica…
IMPIEGATO – Come si permette! Questo è l’ordine dei consulenti del lavoro!

Florindo sbianca.

FLORINDO – La… lavoro? Ma… ma io cre… credevo che qui….

Florindo fa il solito gesto esplicito. Le due ragazze cacciano un urletto portandosi le mani alla bocca.

IMPIEGATO – (prima piano) Fuori! (poi più forte) Fuori!
FLORINDO – Ma Amerigo mi aveva detto…
IMPIEGATO – Fuoriiii!!!

Florindo sobbalza, poi scatta ed esce di corsa dalla porta a vetri.

IMPIEGATO – Ma guarda tu che razza di cafoni che circolano!

L’impiegato fa accomodare le due ragazze nell’ufficio. I tre escono da destra.

QUINTO QUADRO
SCENA SECONDARIA – L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Ruderi – Cavaterra
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE IN UN TEMPO IMMAGINARIO
Cinese – Consulenti – Cenerentolo - Fata

Inizia lo smontaggio della scena, rientrano in scena secondaria i tre archeologi che riprende la conversazione.

VON SELTZ – Gut, ora noi dofere ricostruire iniziazionen
CAVATERRA – Sì… dai dati in nostro possesso sembra che la vita del novizio non fosse facile.
VON SELTZ – Cosa folere dire?
CAVATERRA – Sembra che il periodo di iniziazione fosse molto duro e che i praticanti dovessero sottostare completamente al maestro a cui erano affidati…

Nel frattempo lo smontaggio della scena precedente viene completato e sul palcoscenico viene riportato il grande bancone del secondo quadro e riposizionato a destra della scena di 3/4 verso il pubblico comprese le colonne ed il trono. Dall’alto calano di nuovo i due festoni di stoffa bianca

CAVATERRA – Un po’ come la disciplina a cui erano sottoposti gli antichi monaci cinesi…
VON SELTZ – Monaci?
CAVATERRA – Sì, quelli che inventarono il Kung-fu!
RUDERI – Che carini!

Improvvisamente da destra un attore, vestito da cinese, con un balzo entra in scena urlando e facendo alcune mosse con le mani e i piedi. Gli attori, che nel frattempo stano finendo di montare la scena, sobbalzano spaventati e per un attimo continuano ad osservare allibiti il cinese che urlando continua la sua esibizione di calci e pugni. Dopo alcune mosse ed un grido più forte degli altri, il cinese si ferma minacciosamente in posizione di guardia rivolto verso gli attori come per sfidarli. 

CINESE – Io essere glande maestlo di Kung-fu: “MIFÒ NAKAGATA”!

Gli attori si guardano tra loro perplessi poi, contemporaneamente, urlando tutti insieme, balzano verso il cinese che spaventato scappa a gambe levate uscendo da destra. Gli attori si fermano al centro del palcoscenico osservando divertiti la fuga, poi ritornano a sistemare la scena.

VON SELTZ – Nicht Kung-fu, praticanti nein monaci!
CAVATERRA – Sì, ma la disciplina pare fosse la stessa.
RUDERI – Sì professore… guardi qui…

La Ruderi mostra a Von Seltz un volume. Von Seltz allunga il collo per vedere meglio

VON SELTZ – Fetere! … mmmm… gut!
RUDERI – Ma professore non sulla mia scollatura!

I tre archeologi escono dalla scena secondaria. Nel frattempo gli attori terminano la sistemazione della scena principale, escono da sinistra e dalla stessa parte entrano due attrici, che impersonano due consulenti, vestite con due toghe nere hanno in mano due cartelle porta-documenti, prendono posto dietro il bancone e si mettono a scrivere parlottando ogni tanto tra loro. Da sinistra entra un attore, è vestito dimessamente e porta con se una scopa di saggina (una di quelle da netturbini) si mette a spazzare il pavimento. Le due consulenti guardano il “Cenerentolo” con sufficienza e disprezzo.

PRIMA CONSULENTE - (arricciando il naso) Cenerentolo!
CENERENTOLO – (fermandosi) Sì?
PRIMA CONSULENTE – Questa scrivania è polverosa!
CENERENTOLO – Ma l’ho appena pulita.
PRIMA CONSULENTE – Silenzio! Se dico che sopra questa scrivania c’è polvere, vuol dire che c’è polvere!

Cenerentolo abbassa la testa e riprende a spazzare.

SECONDA CONSULENTE – Cenerentolo!
CENERENTOLO – (fermandosi di nuovo) Si?
SECONDA CONSULENTE – Quando hai finito, c’è da lavare il pavimento dello studio, da archiviare i documenti, da attaccare i francobolli e da sturare il water… a proposito hai preparato i nostri vestiti per il gran ballo dell’Ordine?
CENERENTOLO - S… sì, sono di là.
PRIMA CONSULENTE - (alzandosi rivolta all’altra) Bene, andiamo a prepararci
SECONDA CONSULENTE – (vanitosa) Sì, sì andiamo, questa sera voglio essere splendida. Al gran ballo ci saranno i più belli ed i più giovani professionisti della provincia!
SECONDA CONSULENTE – (sorridendo) Sì… ed i più scapoli, pensa che a corte…

Le due consulenti si alzano e si avviano verso sinistra spettegolando a soggetto sul ballo e sulla festa. Cenerentolo si ferma per un attimo osservandole con tristezza mentre escono da sinistra. Cenerentolo si rimette a scopare il pavimento mentre da fuori scena si sentono le due consulenti ridere e parlare. Dopo qualche minuto una delle due consulenti lancia un urlo e rientra furiosamente in scena da sinistra in sottoveste e ciabatte con un vestito da sera in mano.

PRIMA CONSULENTE – Cenerentolo!
CENERENTOLO – (timidamente) S… sì?
PRIMA CONSULENTE – (inviperita) Se non sbaglio ti avevo detto di stirarmi il vestito per il gran ballo!
CENERENTOLO – (c.s.) L’ho fa… fatto.
PRIMA CONSULENTE – (c.s.) E questo lo chiamo un vestito stirato? Guarda che cosa hai combinato!
CENERENTOLO – Se vuole … glielo stiro di nuovo.
PRIMA CONSULENTE – (c.s.) Che cosa? Per carità, combineresti un altro disastro! Ora per colpa tua mi toccherà arrivare in ritardo al ballo!

La prima consulente fa per uscire da sinistra, poi si ferma un attimo e si rivolge a Cenerentolo.

PRIMA CONSULENTE – (sprezzante) Si vede che sei abituato a maneggiare solo gli stracci!

Esce furente da sinistra. Cenerentolo abbassa la testa appoggiandosi timidamente alla scopa resta così per qualche secondo, poi risolleva lentamente la testa sorridendo ad occhi chiusi come se sognasse.

CENERENTOLO – (sospirando) Come vorrei poter andare al ballo!

Chiude gli occhi e la musica de “I sogni son desideri” si spande per la scena, le luci si abbassano e uno spot illumina dall’alto Cenerentolo che lentamente comincia a ballare con la scopa. La scena si dipana per un po’, il volume della musica aumenta e Cenerentolo si perde nel ritmo lento del valzer. Improvvisamente da sinistra compare la seconda consulente con indosso un elegante abito da sera.

SECONDA CONSULENTE – (urlando) Cenerentolo!

La musica si interrompe di colpo, si spegne lo spot e le luci tornano quelle di prima. Cenerentolo, nel finire il giro di valzer, inciampa nella scopa e cade per terra.


SECONDA CONSULENTE – (brusca) Cenerentolo, noi andiamo al ballo, al nostro ritorno lo studio deve essere uno specchio, ricordati di pulire il giardino, di accendere il fuoco e di farci trovare l’acqua calda per il bagno…
PRIMA CONSULENTE – Ne avremo sicuramente bisogno per ritemprarci dalle follie della festa…
SECONDA CONSULENTE – (maliziosa) … e di toglierci l’odore dello champagne che qualcuno ci avrà versato addosso!

Le due consulenti ridono.

PRIMA CONSULENTE – (a Cenerentolo riprendendo il tono brusco) Ci siamo dunque capiti?
CENERENTOLO – (timidamente) S… sì…
PRIMA CONSULENTE – (entrando da sinistra anche lei con un elegante abito da sera) Non voglio scuse, siamo intesi? E ricordati che domani dovranno essere pronte le buste paga per le guardie di palazzo!

La seconda consulente si avvicina a Cenerentolo.

SECONDA CONSULENTE – (velenosa) Ti piacerebbe venire con noi a corte al gran ballo?
CENERENTOLO – (speranzoso) Oh sì!
SECONDA CONSULENTE – Bene, te lo diremo noi quando sarà il momento, per ora allenati con la scopa!

Le due consulenti scoppiano a ridere ed escono da sinistra. Cenerentolo resta solo e per reazione getta la scopa con rabbia verso sinistra.

CENERENTOLO – (stizzito) Brutte cattive! Vi scoppiasse una ruota della carrozza… no, anzi… vi mettessero due taglie nella bacheca dell’Ispettorato del lavoro… vi… vi radiassero da corte…

Cenerentolo si ferma abbassando tristemente la testa.

CENERENTOLO – Già, ma io intento resto qui e il mio sogno di entrare un giorno a corte non avverrà mai… oh come sono infelice!

Cenerentolo corre al bancone e vi si appoggia scoppiando a piangere. Dopo qualche secondo sulla sinistra della scena si accende uno spot, si abbassano le altre luci e una cascata di coriandoli luccicanti cade dall’alto nel cerchio di luce, nel quale, un secondo dopo, appare la fata vestita con cappello a cono e bacchetta magica, si tratta di un personaggio bassetto e tarchiato (per rendere più comico l’effetto, la fata potrebbe essere interpretata da un attore maschio). Per assumere un tono dolce con la voce la fata farà alcune prove ripetendo la stessa frase più volte: in falsetto, normale, profonda ecc.

FATA – Chi è che… (si schiarisce la voce) … chi è che piange… (a parte) … no, aspetta… chi è che piange ed è così triste?

Cenerentolo si volta di scatto smettendo di piangere.

CENERENTOLO – E tu chi sei?
FATA – (dolcemente) La fata madrina.
CENERENTOLO – Ma come, l’antifurto non è scattato!
FATA – Quale antifurto?
CENERENTOLO – Quello che le due befane hanno installato nello studio.
FATA – (compiacendosi) Figurati se una fata come me può preoccuparsi di un allarme.
CENERENTOLO – Sono proprio per quelle come te che è stato messo l’allarme.
FATA – Che vuoi dire?
CENERENTOLO – Che da quando la fata turchina ha deciso la riduzione del personale del bosco, per venti giorni ci siamo ritrovati asserragliati dentro lo studio assediati da cinquanta fra gnomi, folletti e spiritelli decisi a darci fuoco insieme alla lettera di licenziamento!
FATA – (riprendendo il tono dolce) Ma la fata madrina è qui perché ha sentito piangere grandi lacrime di tristezza.
CENERENTOLO – (perplesso) Piangere?
FATA – (cambiando tono stile “coatto” romanesco) A Cenere’, voi anna’ ar ballo o a fa’ la colf ai sette nani ? 
CENERENTOLO – (riprendendosi) No… no…
FATA – E ‘annamo!
CENERENTOLO – (riprendendo il tono da favola) Oh fata madrina, se tu potessi fare in modo di realizzare il mio desiderio.
FATA – Dimmi qual è questo tuo desiderio?
CENERENTOLO – (a parte) Come se non lo sapesse, (poi alla fata) oh fata madrina, come vorrei partecipare al gran ballo di corte!
FATA – Ma ci sono qui io, le tue dolci lacrime mi hanno commosso e voglio realizzare il tuo desiderio.
CENERENTOLO – Davvero?
FATA – Certo!
CENERENTOLO – (triste) Ma io non ho neanche un abitino firmato.
FATA – Ti andrebbe bene un “Dolce & Gabbana” da pomeriggio?
CENERENTOLO – Non avresti un “Valentino” da sera?
FATA – (ci pensa un attimo) Facciamo un “Armani” da cocktail e non parliamone più!
CENERENTOLO – (riprendendo il tono da favola) Ma come ci arrivo a palazzo, non posso prendere il 715?
FATA – (dolcemente) Non ti rattristare, ti farò avere la più bella carrozza che tu possa sognare!
CENERENTOLO – Davvero?
FATA – Certo! Portami una bella zucca!

Cenerentolo esce rapidamente da sinistra.

CENERENTOLO – (da fuori scena) Fa lo stesso una banana?
FATA – Vuoi andare al ballo in gondola?

Breve pausa.

CENERENTOLO – (c.s.) Un cocomero?
FATA – Ci vuoi andare con un TIR!
CENERENTOLO – (c.s.) No, aspetta… l’ho trovata!

Cenerentolo rientra con una zucca su cui sono stati intagliati bocca, occhi e naso. La fata lo guarda con commiserazione.

FATA – Con questa al massimo ti posso tirar fuori una panda!
CENERENTOLO – Non ho altro.
FATA – Hmmm, vediamo… portami due topolini bianchi.
CENERENTOLO – Per fare cosa?
FATA – Li vuoi due superbi cavalli bianchi o preferisci spingerti la carrozza da solo?

Cenerentolo esce da sinistra.

FATA – (alzando la voce) E vedi che siano due topolini bianchi, non portarmi lucertole o rane se non vuoi arrivare al ballo con la carrozza tirata da due tapiri!
CENERENTOLO – (da fuori scena) Questa volta ce li ho.
FATA – Ma va?

Cenerentolo rientra in scena tenendo in mano a penzoloni una trappola per topi con attaccati due topolini bianchi presi per la coda. Cenerentolo solleva la trappola mostra il tutto alla fata che allarga le braccia sconsolata.

FATA – (sospirando) Va bene, dammi qua!

Cenerentolo si avvicina alla fata e le consegna la zucca. La fata prende la zucca con la sinistra, mentre con la destra impugna la bacchetta magica. La trappola con i topolini restano in mano a Cenerentolo.

FATA – (toccando la zucca con la bacchetta magica) Biddidiboddidibù, una gran carrozza sarai tu! 

Si sente un suono di campanelli, la fata posa in terra la zucca.

FATA – Ed ora i cavalli!

Cenerentolo porge alla fata la trappola con i due topolini. La fata fa per prenderli, poi schifata ci ripensa.

FATA – Mettili accanto alla zucca.

Cenerentolo esegue.

FATA – (toccando i topolini con la bacchetta magica) Biddidiboddidibù, due bianchi cavalli avrai tu! (ancora il suono dei campanelli)… Ed ora Cenerentolo una cosa importante…
CENERENTOLO – Lo so, l’incantesimo durerà fino a mezzanotte e dopo tutto ritornerà come prima, cavalli, carrozza e vestito.
FATA – No, perché dopo mezzanotte il ballo si sposterà dai saloni alla discoteca del palazzo, a quel punto nessuno si accorgerà di quello che avrai in dosso, no… il fatto è che…
CENERENTOLO – …devo stare attento a perdere la scarpina per poi farmi ritrovare dalla principessa.
FATA - No, questa volta andrai al ballo con due camperos così è sicuro che non ti sfileranno dai piedi,… quello che volevo dirti è…
CENERENTOLO – (guardandosi intorno circospetto come per riferire un pettegolezzo)… che alla principessa puzzano i piedi…?
FATA – (spazientita) Nooo, È che l’incantesimo si realizza solo dopo alcune condizioni!
CENERENTOLO – Cioè?

La fata fa il segno dei soldi con l’indice e il medio della mano destra.

CENERENTOLO – Ma io sono povero!
FATA – Sie…, dite tutti così, e stai tranquillo, mica sono il fisco!… Comunque facciamo il nostro bel contrattino, tu ti impegni a tenermi la contabilità gratis per i prossimi quattro anni ed io mi impegno a farti sposare la principessa con annessi e connessi.
CENERENTOLO – Come?
FATA – Certo, tu fai il tuo bel matrimonio di interesse ed io risolvo il problema dell’amministrazione.
CENERENTOLO – Ma io non posso tenerti la contabilità.
FATA – (stupita) E perché?
CENERENTOLO – Perché io sono solo un praticante!
FATA – (esterrefatta) Un praticante? E tu mi hai fatto fare tutta questa manfrina… e alla fine non sei nemmeno abilitato?
CENERENTOLO - … Ma… io…

La fata senza rispondere raccoglie zucca e topi e si dirige stizzita verso sinistra.

CENERENTOLO – Ma… il gran ballo a palazzo?
FATA – (avviandosi verso sinistra senza voltarsi) Vai al “Gilda” che ti diverti di più.
CENERENTOLO – E la principessa?
FATA – (c.s) Gli puzzano i piedi!
CENERENTOLO – E la carrozza… i cavalli?
FATA – Prendi il 64! Ciao!

Con quest’ultima battuta la fata esce da sinistra e Cenerentolo resta con le braccia rivolte a sinistra, mentre parte la musica di “I sogni son desideri”. Dopo qualche secondo le luci si abbassano e la musica sfuma fino a scomparire. La scena resta in penombra. In scena secondaria rientrano i tre archeologi.

VON SELTZ – (rientrando) Nein! Nein! Qvi mischiaren storia mit leggenda!
CAVATERRA – Ma professore, queste cronache sono riportate sui documenti dell’epoca che abbiamo ritrovato negli scavi, non possono essere leggende! Questi sono documenti ufficiali!
RUDERI – Fate, principesse, carrozze, incantesimi, che bello!
VON SELTZ - Foi fare a me piacere di stare zitti! 


SIPARIO



INTERVALLO

Il sipario rimarrà chiuso ed illuminato. Le voci, che da questo momento si sentiranno, saranno esclusivamente femminili e parleranno in amplificazione. La sequenza delle battute sarà distribuita su due attrici e l’alternanza delle battute stesse, può essere decisa al momento.

PRIMA ATTRICE - Attenzione. Si avverte il proprietario della Fiat Punto targata Roma G92489W che l’auto è parcheggiata benissimo e che può tranquillamente lasciarla dove si trova.

Pausa.

PRIMA ATTRICE - Avvisiamo il gentile pubblico che lo spettacolo riprenderà dopo un intervallo di sei ore e un quarto. Durante la pausa i signori spettatori sono invitati a rimanere seduti ed immobili. Per poter accedere alle toilette i signori consulenti potranno prenotarsi presso un nostro incaricato mostrando il tesserino di iscrizione all’ordine. Per tutti gli altri sarà sufficiente un’autocertificazione. 
SECONDA ATTRICE - Nell’attesa, ai signori spettatori, saranno serviti: cocktail, spumante, tramezzini, panini, bibite, mignon, porchetta, polenta, fagioli, salsicce, coperte, sacchi a pelo, sigarette, generi di conforto, flebo, supposte e libri di preghiere. Per le signore è prevista anche la distribuzione di foto raffiguranti il presidente da un lato e Richard Gere dall’altro.
PRIMA ATTRICE - I signori consulenti che domani volessero far ritorno ai propri studi dovranno lasciare, presso la biglietteria una cauzione in contanti proporzionata all’anzianità d’iscrizione, al proprio peso e all’indice di colesterolo.
SECONDA ATTRICE – Per i signori praticanti sarà sufficiente mostrare il sigillo del professionista di appartenenza impresso a fuoco sulla natica destra.
PRIMA ATTRICE – Per tutti gli altri è prevista solo la libertà condizionata.

Dopo qualche attimo di pausa, inizia una musica che farà da sfondo a tutta la pubblicità.

PRIMA ATTRICE – Ed ora alcuni minuti di pubblicità!

1° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

PRIMA ATTRICE – Se non vuoi che l’alito fresco ti pianti in asso: “SCASSADENT”, il cewingum del nuovo millennio! 
SECONDA ATTRICE - Per una bocca sempre al massimo: “SCASSADENT” il cewingum anti-fiatata!
PRIMA ATTRICE - “SCASSADENT” il cewingum che non si attacca ai denti…
SECONDA ATTRICE - … ma sono i denti che rimangono attaccati al cewingum!

2° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – (suadente) Vuoi che il rapporto con la tua “lei” sia intrigante e seducente? 
PRIMA ATTRICE – (c.s.) Vuoi che il rapporto con il tuo “lui” sia vibrante e maschio? 
SECONDA ATTRICE - “PROFITEROL” il profilattico con una marcia in più! 
PRIMA ATTRICE - Disponibile nei modelli: “FELPATO”, “CON BATTISTRADA” e “A PIOGGIA”! 
SECONDA ATTRICE - (con voce suadente) “PROFITEROL” per mettere dolcezza nell’amore!

3° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – Vuoi eliminare dalla tua cucina mosche, zanzare e insetti molesti? 
PRIMA ATTRICE - Fai la cacca in salotto! Vedrai scomparire all’istante i nemici della tua igiene!

4° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

PRIMA ATTRICE – Sonnolenza? Stomaco in disordine? 
SECONDA ATTRICE - Intestino Pigro? Digestione difficile? Fegato in sciopero!
PRIMA ATTRICE - Arrangiatevi! Dovevate pensarci prima, invece di abbuffarvi come maiali!

5° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

PRIMA ATTRICE – Vuoi risolvere problemi di affari, salute, lavoro e amore?
SECONDA ATTRICE – Affida il tuo futuro al “MAGO TUFELLO” il veggente del nuovo millennio! Esperto in chiromanzia, cartomanzia, astrologia, malocchio, fatture e ritenute di acconto!
PRIMA ATTRICE – Il “MAGO TUFELLO” legge nel futuro, nel passato, nel presente, nei tarocchi, nei fondi di caffè e nella Gazzetta dello sport!
SECONDA ATTRICE - “MAGO TUFELLO” il “Jucas Casella” dell’Agro Pontino! 

6° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

PRIMA ATTRICE – Macchie di caffè, di inchiostro, di sugo e (insinuante)… di altra natura su camicie, pantaloni, mutande e altri capi di abbigliamento?
SECONDA ATTRICE – “TOGLIMACCHIA LEWINSKY”!
PRIMA ATTRICE - Con “ TOGLIMACCHIA LEWINSKY”, potrai cancellare qualsiasi traccia di macchie sui tuoi indumenti!
SECONDA ATTRICE – “ TOGLIMACCHIA LEWINSKY”, specializzato in giacche e cravatte!
PRIMA ATTRICE – “ TOGLIMACCHIA LEWINSKY” lo smacchiatutto dei presidenti!

7° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – La caduta di capelli ti perseguita?
PRIMA ATTRICE – La mattina il tuo cuscino sembra il pavimento della bottega di un barbiere?
SECONDA ATTRICE – “PIDOCCHIO-LIGHT” la lozione che rallenta la caduta dei capelli!
PRIMA ATTRICE – Basterà infatti solo un giorno di “PIDOCCHIO-LIGHT” e vi accorgerete che i vostri capelli, invece dei soliti quattro secondi, impiegheranno due ore e venti a raggiungere il pavimento! 

8° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – Le rughe ti opprimono?
PRIMA ATTRICE – I segnali dell’età ti inseguono come un ispettore delle tasse?
SECONDA ATTRICE - La cellulite ti ha portato sull’orlo del suicidio?
PRIMA ATTRICE – “STIRA E STUPISCI” l’appretto spray per distendere rughe, cellulite e pelle a buccia d’arancia!
SECONDA ATTRICE – Applica “STIRA E STUPISCI” con un ferro da stiro caldo sulla parte da trattare e vedrai sparire all’istante qualsiasi ombra di vecchiaia!
PRIMA ATTRICE - “STIRA E STUPISCI” il lifting del nuovo millennio!

9° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – “SMERT” la “city car” dei giovani e di chi si sente giovane!
PRIMA ATTRICE – Tua in 48 mesi senza anticipo!
SECONDA ATTRICE – Infatti, ordinando una “SMERT”: il primo mese ti saranno consegnate le gomme, il secondo i sedili, il terzo il radiatore, il quarto gli sportelli e così via!
PRIMA ATTRICE – “SMERT” per gli appassionati del briccolage su strada!

10° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

SECONDA ATTRICE – (sommessa) In quei giorni ti senti insicura ed i moderni assorbenti non ti danno fiducia?
PRIMA ATTRICE – (c.s.) Hai paura di sentirti in imbarazzo e vorresti sentirti asciutta e pulita?
SECONDA ATTRICE – Materassi “PROSCIUGAX”, per la tua intimità.
PRIMA ATTRICE – Un materasso “PROSCIUGAX ” e ti dimenticherai dei tuoi “giorni”!
SECONDA ATTRICE – Materassi “PROSCIUGAX ” neanche il crollo di una diga potrà più darti problemi!

11° INTERMEZZO PUBBLICITARIO

PRIMA ATTRICE – Non volete fare la pipì in casa?
SECONDA ATTRICE – Compratela già fatta! Eviterete così un’inutile stress e uno spreco di energie

Di nuovo la musichetta ad indicare la fine degli intermezzi pubblicitari.







SESTO QUADRO
SCENA SECONDARIA – L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Ruderi – Cavaterra
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE IN UN TEMPO IMMAGINARIO
Praticanti – Commissione – Il custode del tempio

SCENA PRINCIPALE

Parete di fondo: una decina di sedie, un tavolino basso da salotto, alcune piante, dei quadri appesi. Parete di destra: una parete a vetri con una porta che si aprirà verso l’interno su un’immaginaria stanza adiacente, sulla porta ci sarà un cartello con su scritto “COMMISSIONE D’ESAME” l’ingresso in scena sarà dalle quinte di sinistra. Il tutto deve dare l’impressione della saletta di aspetto degli uffici dell’Ordine, per questa scena è possibile utilizzare le scenografie del quarto quadro. 

SIPARIO

All’apertura del sipario la scena principale sarà vuota ed in penombra. Una musica accompagnerà l’apertura del sipario, poi lentamente sfumerà per lasciare posto alle battute dei tre archeologi che rientrano in scena secondaria allestita come nel primo tempo.

CAVATERRA – Ecco questi sono i reperti che riguardano la fine del periodo di noviziato e di apprendistato, qui si parla della prova finale, una specie di saggio di… esibizione, di… dimostrazione dell’abilità, dell’astuzia e del coraggio acquisiti durante l’iniziazione.
VON SELTZ – Noi tofere capire cosa essere qvesta profa finale!
CAVATERRA - … Qui non si riesce a leggere bene… forse si trattava di dimostrare di saper cavalcare, cacciare e combattere. 
VON STELTZ - … Forse riguardare scienze antiche:… matematica, astronomia, filosofia… ricamo…
CAVATERRA - … No… aspettate… forse sono riuscito a decifrare… qui c’è scritto….”dritto del lavoro”…
VON SELTZ – Ancora la parola “laforo”, cosa folere dire?
RUDERI – Se poi c’era un “dritto” ci sarà stato anche un “rovescio”? Ih ih ih!
VON SELTZ – Cosa dire ancora reperto?
CAVATERRA – “Legislazione sociale” 
VON SELTZ – Cosa essere mai?
CAVATERRA – Mah!
VON SELTZ – Cosa essere qvesta scritta in cima di reperto?
CAVATERRA - “Gazzetta… uff… ufficiale”
VON SELTZ – Mmmm… forse essere piccola uccello per profa di caccia?
RUDERI – Un uccello?
CAVATERRA – Vediamo (legge) la prova iniziava la mattina presto, forse all’alba, tutti i novizi si ritrovavano nel tempio dopo una notte di veglia, digiuno e preghiera…

Le luci in scena principale aumentano di intensità, da fuori scena si sentono dei rumori e delle voci che, piano piano, aumentano di volume. Improvvisamente da sinistra entra in scena, come se venisse spintonato, Artemius il custode del tempio. Un volta in scena Artemius corre verso le sedie, ne afferra una e si precipita di nuovo sulla sinistra della scena puntando le zampe della sedia verso l’uscita come per respingere qualcuno che vuole entrare. Artemius comincia a cedere terreno e dalla sinistra spuntano tre praticanti che urlando spingono la sedia contro Artemius.

ARTEMIUS – (urlando) Via, via! È presto non potete entrare!
PRATICANTI – (tutti insieme a soggetto) Artemius! Facci entrare!

I praticanti continuano a spingere urlando e cercando di entrare, Artemius tenta di arginare l’invasione, ma perde terreno sotto la spinta dei praticanti. Poi, con uno sforzo supremo, molla la sedia, tira fuori un mazzo di agli e li sbandiera davanti ai praticanti come se fossero vampiri.

ARTEMIUS – (urlando) Vade retro praticantis!

I praticanti si fermano e, minacciati dall’aglio e arretrano impauriti. Artemius li spinge fuori scena uscendo per un attimo anche lui.

ARTEMIUS – (da fuori scena) Via!

Si sente lo sbattere di una porta.

ARTEMIUS – (con soddisfazione) Ooooo!

Artemius rientra in scena infilandosi un camice, sulle spalle ha una scritta: “CUSTODE DEL TEMPIO”, va a sistemare la sedia al suo posto, poi ritorna vicino all’uscita, afferra una scopa che si trovava fuori scena (appoggiata alla quinta di sinistra), si avvicina alla porta a vetri di destra, l’apre ed entra. Dopo un secondo si sente il rumore della scopa e Artemius che canticchia mentre lavora. In scena secondaria riprende la conversazione.

CAVATERRA – A questo punto è necessario prendere in considerazione un personaggio importante per gli usi, i costumi e la storia dell’Homo Consulentis: il cosiddetto “Presidente”
VON SELTZ – Cosa essere qvesto “Presidente”?
CAVATERRA – … non si riesce a capire bene se si trattava di una figura leggendaria o di un personaggio realmente esistito, forse identificabile con il Gran Sacerdote.

Artemius, continuando a spazzare, rientra in scena e prosegue il suo lavoro nella sala di aspetto.

VON SELTZ – Documenti cosa dire?
CAVATERRA - Che sovrintendeva tutte le cerimonie, amministrava la giustizia, presiedeva il consiglio dei saggi, aveva potere sui venti, sulle maree, sulla pioggia e sugli impiegati.
RUDERI – Chi erano questi “impiegati”?
CAVATERRA – Non lo sappiamo, forse entità minori e, probabilmente, il presidente era una specie di nume… di spirito protettore di quella cosa chiamata “LAVORO”, forse un demone in forma di fantasma o un essere in forma eterea…
RUDERI – Qui sembra che apparisse sempre in “FORMA STREPITOSA”! 
VON SELTZ - Cosa folere dire?
CAVATERRA – Non lo sappiamo, secondo le leggende e la mitologia, pare che sopra di lui ci fosse una sola suprema divinità chiamata “S.S.LAZIO”.
RUDERI – La leggenda dice inoltre che fosse originario di una misteriosa isola incantata. CAVATERRA – Sembra che lanciasse fiamme dagli occhi e delibere dalla bocca!
RUDERI - … e che le sue immagini trasudassero circolari!
VON SELTZ – Lasciare perdere leggende, noi tofere continuare ricostruzionen di profa finale di praticanti!
CAVATERRA – Sì, allora dicevamo… all’alba, tutti i novizi si ritrovavano nel tempio dopo una notte di veglia, digiuno e preghiera… si presentavano al tempio in atteggiamento penitente e sottomesso in attesa della chiamata al giudizio supremo.

Si sente il rumore di una porta che sbatte, da sinistra un gruppo di praticanti entra in scena a valanga. (Attenzione: il numero dei personaggi che entrerà in scena deve essere calcolato in modo da lasciare un numero sufficienti di attori per interpretare la commissione che transitando in scena entra nella stanza di esame). Artemius, con il manico della scopa, comincia a menare bastonate al gruppo che retrocede sotto i colpi. Poi punta il manico sul primo praticante del gruppo. I tre archeologi escono dalla scena secondaria.

ARTEMIUS – Fermi! In fondo alla stanza.

Artemius tira fuori di nuovo l’aglio e lo mette in cima al manico della scopa minacciando e spingendo i praticanti dalla parte delle sedie.

ARTEMIUS – Seduti!

I praticanti si siedono tutti insieme contemporaneamente. Artemius continuando a squadrarli si avvicina alla sinistra della scena.

PRATICANTE – (alza timidamente la mano) Mi scusi…
ARTEMIUS – (brusco) Silenzio!
PRATICANTE – (c.s. si capisce che al praticante scappa la pipì) Ma… io…
ARTEMIUS – Silenzio!

Sempre puntando il manico della scopa verso i praticanti, Artemius sbircia verso sinistra, poi si rivolge di nuovo ai praticanti.

ARTEMIUS – A minuti arriva la commissione.

Artemius sbircia di nuovo verso sinistra, ha un moto di sorpresa e si rivolge di nuovo ai praticanti.

ARTEMIUS – Eccoli… presto, presto, tutti in piedi e silenzio

Artemius si mette sulla sinistra dritto sull’attenti tenendo la scopa come se fosse un fucile o una lancia. Sbircia ancora verso sinistra, si rimette sull’attenti e annuncia l’arrivo della commissione.

ARTEMIUS – Tutti in piedi! Entra la commissione!

I praticanti che si erano seduti si alzano di scatto, si mettono sul’attenti e rimangono immobili eccetto quello a cui scappa la pipì che smania e saltella. Una musica solenne e un po’ lugubre si diffonde per la scena. Alcune luci si abbassano e da sinistra cominciano a sfilare sette individui. I primi sei indossano un lungo mantello bianco e hanno in testa un cappuccio, il settimo è vestito di nero, ha anche lui un cappuccio è gobbo e porta con se alcune catene e ferri da tortura. Salmodiando solennemente i commissari entrano lentamente nella stanza destinata agli esami. Dopo che i primi sei sono entrati, il gobbo si volta verso i praticanti solleva le catene ed i ferri da tortura, li scuote facendoli tintinnare e lancia una risata satanica alla volta dei praticanti. I praticanti si raccolgono gli uni agli altri tremando di paura. Quando tutta la commissione è entrata la porta si chiude. 

ARTEMIUS – (brusco) Restate tutti qui, sarete chiamati per nome per essere interrogati!
PRATICANTE – (timidamente) S… scusi…
ARTEMIUS – (c.s.) Che c’è?
PRATICANTE – Po… potrei sapere dov’è il bagno?
ARTEMIUS – (c.s.) Il bagno è guasto! Anzi, non c’è!
PRATICANTE – (continuando a saltellare) Ma… io…
ARTEMIUS – (avviandosi verso sinistra) Niente “ma”… via, via, circolare! Legarselo in cima!

Artemius fa per uscire da sinistra, poi si volta verso i praticanti e lancia un ghigno. Appena Artemius scompare da sinistra, i praticanti scattano tutti insieme e cominciano a tirar fuori libri, fogli, codici, calcolatrici, computer, mettendosi a studiare e a scrivere. Un praticante starnutisce e dalla giacca vola fuori una nuvola di foglietti e appunti nascosti. Un altro apre la giacca piena di corni e amuleti e comincia a fare scongiuri e riti propiziatori. Un altro tira fuori una frusta, si inginocchia e comincia a darsela sulla schiena in segno di penitenza. Un altro ancora stende un tappeto e comincia a pregare alla mussulmana. Un altro apre un libro nero e comincia a recitare formule e riti magici. Quello a cui scappava la pipì continua a saltellare disperato. La scena dura per un po’, poi si apre la porta della sala degli esami, spunta il gobbo con un foglio in mano. Tutti si fermano, il gobbo li guarda e sghignazza. (Nota: uno dei praticanti dovrà indossare una sciarpa rossa e gialla)

IL GOBBO – Abbacchietti Epifanio!
PRATICANTE – (timoroso) Pre… presente!

Il gobbo sghignazza di nuovo e gli fa cenno di entrare. Con lo sguardo lo segue fino a che il praticante è entrato, poi si frega le mani, ridacchia ed entra anche lui. I praticanti rimasti nella sala di aspetto si guardano fra loro poi, lentamente e timidamente si avvicinano alla porta della sala d’esame che è rimasta socchiusa e dalla quale provengono delle voci in base alle quali si capisce che l’interrogazione è cominciata. Appena il gruppo è arrivato ad un metro dalla porta, dalla sala esce un urlo agghiacciante. Tutto il gruppo dei praticanti sobbalza e ritorna di corsa in fondo alla scena vicino alle sedie. Dalla porta della sala degli esami rispunta di nuovo il gobbo.

IL GOBBO – Bocconcini Tamarindo!
UN PRATICANTE – So… sono qui.
IL GOBBO – (sempre sghignazzando) Vieni, vieni.
PRATICANTE – Mi scu… mi scusi, ma l’altro ca… ca… candidato?

Il gobbo sghignazza e si passa la mano a taglio sulla gola. Dal gruppetto dei praticanti si leva un mormorio di timore. Il praticante entra nella sala seguito dal gobbo. Dopo qualche minuto si sente parlare qualcuno a voce alta, il tono delle voci sale di volume e si comincia a sentire rumore di spade impegnate in un duello. Per un attimo il praticante spunta dalla porta mentre combatte con la spada contro qualcuno che non si vede e che sta oltre la porta. Poi il praticante, continuando a duellare, rientra nella sala. Dopo qualche altro colpo di spada, si sente rumore di stoffa strappata (come se fosse Zorro che lascia il segno). Dalla sala esce il praticante soddisfatto, con la spada fa il saluto al gruppo dei praticanti ed esce trionfante da sinistra. Dalla sala degli esami esce il gobbo piuttosto arrabbiato, sulla schiena il mantello ha uno strappo a forma di “P”. Il gobbo indica un altro praticante e gli fa cenno di entrare. Il gobbo entra nella sala d’esame seguito dal praticante. I praticanti rimasti in scena si guardano tra loro. Uno si allontana timidamente dal gruppo, sbircia nella sala, poi si rivolge agli altri sollevando un braccio.

PRATICANTE – Popolo dei praticanti! Alla riscosaaaa!

Il gruppo dei praticanti urlando si avventa per entrare dentro la sala degli esami. Mentre stanno per varcare la soglia una luce fortissima, proveniente dall’alto dall’interno della sala degli esami, li investe contemporaneamente si sente un tuono. I praticanti si bloccano riparandosi gli occhi. Poi tutti si fermano come se ascoltassero una voce. L’unico che continua ad agitarsi è quello a cui scappa la pipì. Il gruppo ogni tanto annuisce con la testa, poi, ad un certo punto si fermano e si guardano fra loro. Il primo a parlare è quello più vicino alla porta. (con “Primo Praticante” sarà indicato quello vicino alla porta, con “Praticante” uno degli altri da scegliere al momento di montare la scena)

PRIMO PRATICANTE – (rivolto alla luce) Noi?… No… si scherzava (agli altri) vero?
TUTTI GLI ALTRI – (c.s.) Sì, sì!
PRATICANTE – (c.s.) No… ma che dice?
PRATICANTE – (c.s.) Noi bestemmiare? E quando mai!
PRATICANTE - (c.s.) No… si sbaglia!
PRIMO PRATICANTE -(c.s.) Nessuno a mai detto “ABBASSO LA LAZIO”!
TUTTI - (c.s.) No, no!

Tutti i praticanti scuotono la testa.

PRIMO PRATICANTE – (c.s.) Chi?

Tutti contemporaneamente voltano lentamente la testa verso il praticante con la sciarpa giallo-rossa. Il praticante si guarda attorno, poi si rivolge alla luce.

PRATICANTE – I… io? Hem… no… no.. ma cosa dici (si toglie la sciarpa imbarazzato) è solo per ripararmi allo sta…sta… (si guarda attorno timoroso, non sa cosa dire al posto di “stadio”) allo stazione…
PRATICANTE – “Allo stazione”?
PRATICANTE – (imbarazzato) S… sì, dove passa “lo treno” 
PRATICANTE – “Lo treno”?

Di nuovo un tuono.

PRIMO PRATICANTE – Sì… sì, non ti arrabbiare… come? La tribù dei commercialisti? No, ma che dici, non ci sono spie! (agli altri) È vero?
TUTTI – Sì, sì, è vero!

Una ventata improvvisa, proveniente dalla stanza degli esami, investe i praticanti, subito dopo una nuvola di fumo esce dalla stessa stanza, un secondo dopo un’altra folata di vento disperde la nuvola di fumo e appare il presidente. Indossa una lunga toga bianca, in testa ha una corona di alloro e con il braccio sinistro regge un grosso codice del lavoro (dovrebbe apparire più alto del normale, utilizzando magari due zeppe da mettere sotto le scarpe). Il presidente, una volta entrato, solleva il braccio destro con la mano aperta, intimando il silenzio e la calma. I praticanti si piegano in un inchino, quello con la sciarpa giallo-rossa cerca di restare nascosto in fondo alla fila. Dietro il presidente appare il gobbo.

PRESIDENTE – (solenne come un profeta biblico) Figli miei!

I praticanti si guardano tra loro timorosi.

PRESIDENTE – (c.s.) Siete finalmente arrivati al termine del vostro lungo periodo di praticantato, avete appreso la sottile arte della consulenza, siete stati iniziati ai segreti delle retribuzioni e ai misteri delle contribuzioni. La strada è ancora lunga e irta di difficoltà (pausa, subito dopo inizia una musica di sottofondo e il discorso si fa più intenso). D’ora in avanti dovrete combattere con il vostro nemico più infido: la sfiducia in voi stessi e con quello più pericoloso: la presunzione. Dovrete credere nelle vostre capacità perché solo così diverrete dei bravi professionisti ma, soprattutto, degli uomini e delle donne migliori. Dovrete combattere per tutto ciò in cui credete, per voi stessi, per i vostri ideali, per il vostro lavoro, per coloro che amate e il vostro ordine risorgerà più bello e più superbo che pria! (la musica di sottofondo tace di colpo)

PRATICANTE – Bravo!
PRESIDENTE – Grazie!

Per qualche battuta si ricrea la scena del “Nerone” di Ettore Petrolini.

PRESIDENTE – (al gobbo) I praticanti quando sentono il loro presidente si affezionano, ora glielo ridico (ai praticanti) … e l’ordine sorgerà più bello e più superbo che pria!
PRATICANTE – Bravo!
PRESIDENTE – Grazie! … Più bello e più superbo che pria!
PRATICANTE – Bravo!
PRESIDENTE – Grazie! … Più bello e più superbo che pria!
PRATICANTE – Bravo!
PRESIDENTE – Grazie! …

La scena prosegue per un po’ con le battute del “Nerone”, poi il gobbo tira un lembo della lunga toga del presidente richiamando la sua attenzione

PRESIDENTE – Eh?

Il gobbo scuote le catene ricordando al presidente gli esami.

PRESIDENTE – Ah già! (poi rivolgendosi al gruppo dei praticanti con tono quasi minaccioso) … e comunque che si sappia…!

Il presidente resta per un attimo con il dito alzato guardando con occhi di fuoco il gruppetto.

PRESIDENTE - … che nel tempio certe parole non devono essere pronunciate e neanche “certi colori” dovranno entrare in questo luogo sacro!

Il praticante che indossa la sciarpa giallo-rossa si affretta a farla sparire.

PRESIDENTE – (di nuovo solenne) Che una buona e lunga fortuna guidi i vostri passi!

Con passo solenne il presidente, seguito dal gobbo, esce lentamente di scena rientrando nella sala degli esami. Appena il presidente sparisce di scena, il praticante che saltella per la pressione della vescica, alza la mano.

PRATICANTE – Scusi, presidente, io avrei…
TUTTI – (facendogli il gesto del silenzio) Shhhhh!

Il praticante diventa di tutti i colori, si mette la mano all’inguine, fa due o tre giri allarmato per la stanza mordendosi le labbra, poi fugge entrando nella sala degli esami.

TUTTI – (rivolti allarmati verso la sala degli esami) Noooo!

Improvvisamente da destra si sente il rumore di un forte getto d’acqua, successivamente un forte sfrigolio, infine la luce che ammicca ed infine si spegne. Tutti i praticanti guardano dentro la stanza degli esami con apprensione.

PRATICANTE – C… che è successo?
PRIMO PRATICANTE – (timoroso) Hem… un allagamento nella stanza degli esami!
PRATICANTE – (c.s.) Fo… forse sarebbe il caso di chiamare Artemius?
PRATICANTE – (c.s.) Vado io.
TUTTI – (continuando a guardare dentro la sala esami) Sì… si…

Il praticante che si era offerto di chiamare Artemius esce da sinistra. Lentamente, dalla sala degli esami, un brontolio di tuono cresce di volume fino a diventare quasi assordante, mentre la luce di prima si riaccende sui praticanti che sobbalzano spaventati e fuggono chiamando a gran voce Artemius.

TUTTI – Artemiuuuuuuuussss…. Aiutoooooooo…. !
I praticanti escono fuggendo da sinistra.

SETTIMO QUADRO
SCENA SECONDARIA – L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Ruderi – Cavaterra
SCENA PRINCIPALE - L’AZIONE SI SVOLGE AI GIORNI NOSTRI
Praticanti – Consulenti

Le luci si abbassano lasciando la scena in penombra, mentre gli archeologi rientrano in scena secondaria e cominciano a discutere. Gli attori monteranno la scena della conferenza. La scena potrebbe essere la stessa di quella degli esami, ma con qualche pianta e qualche arredo in più, dovrà rappresentare la sala di attesa del salone delle conferenze dell’Hotel Sheraton di Roma. Sulla porta di destra al posto del cartello “commissione d’esame” ce ne sarà un altro con su scritto “SALONE CONFERENZE” sullo sfondo al centro della scena un grande cartello, su di un piedistallo, che annuncia la conferenza, sarà montato dagli attori coperto da un telo, sarà poi scoperto nel momento in cui inizierà il quadro e si illuminerà la scena. La maggioranza degli attori sarà in scena e, dopo aver finito il montaggio si vestiranno in maniera elegante. Il cartellone riporterà la seguente dicitura:


VON SELTZ – Nein! Nein! Signori stare forze scherzando?
CAVATERRA – Ma professore, qui stiamo cercando di ricostruire gli usi e costumi di una civiltà con pochissimi elementi!
VON SELTZ – Ya, ma Foi inventare tutto! Prima di arrifare a conclusionen dofere analizzare tutti ritrofamenti e comparare!
CAVATERRA – Va bene, questi sono gli ultimi reperti rinvenuti, vediamo che dicono…
RUDERI – Qui si dice che la civiltà dell’Homo Consulentis si riuniva in grandi raduni chiamati “Conferenze”… forse riti sessuali?
VON SELTZ – Mmm… fraulain Ruderi foi mostrare me qvesti riti! 
CAVATERRA – Forse dichiaravano guerra alle tribù confinanti.
VON SELTZ – Tribù?
CAVATERRA – Sì: quelle del “PITECANTROPUS COMMERCIALIS” e del “PITECANTROPUS RAGIONIERIS”, o forse si radunavano per scambiarsi idee, per discutere sul raccolto o per interrogare gli oracoli!
VON SELTZ – Afanti, fediamo cosa essere qveste “conferenze”

I tre archeologi escono dalla scena secondaria La luce ritorna in scena principale. Tutti gli attori (eccetto uno che scoprirà il cartellone con il programma della conferenza e poi raggiungerà gli altri) si accalcano sulla destra della scena come per cercare di entrare nella sala delle conferenze ed una folla straripante impedisse loro di farlo. Gli ultimi saranno le ragazze che, vestite con abiti attillati che esaltano le forme, saranno costrette ad alzarsi sulle punte dei piedi per vedere all’interno del salone. 

PRIMO ORATORE – (dall’interno della sala) Allora! Siamo alla nostra 4356° conferenza e come sempre abbiamo con noi i nostri esperti che, anche quest’oggi, come sempre, ci condurranno a chiarire le nuove normative fiscali e tributarie, ma prima di tutto vorrei lanciare un monitor a questa assemblea: Signori, pare impossibile, ma nella nostra società c’è chi vive ancora allo stato bradipo, in questi giorni noi consulenti siamo alle prese con gli oneri irriducibili, spero che scuserete la mia scarsa addomestichezza con l’argomento, ma finora abbiamo speso cifre gastronomiche per metterci in regola, noi ci stiamo sbarcamenando tra leggi e regolamenti e questa è la goccia che fa traboccare il naso! Qui lo dico e qui lo annego: siamo soppressati dalle tasse, i signori del fisco si ricordino che è difficile obbligare la gente ad essere costretta, per cui non siamo quelli che fanno lo scaricabadile, non siamo quelli che prendono chiocciole per lanterne, noi siamo quelli che ancora una volta troveranno un nuovo collant per le proprie idee e reagiranno di conseguenza. La maggioranza di voi è qui, abbiamo una lista di palpabili e troveremo chi presenterà la nostra Cartamagna ai nostri governanti!… 

Applausi. Poi il discorso del primo oratore prosegue in sottofondo. Da sinistra entra Florindo camminando all’indietro verso destra, si guarda intorno circospetto cercando di capire in quale posto è capitato.

FLORINDO – (ad alta voce) Amerigo!

Si guarda attorno, non si accorge ancora del gruppo dei praticanti accalcati alla porta del salone delle conferenze. 

FLORINDO – (c.s.) Amerigo! Ma tu guarda che deficiente… chissà dov’è finito. (di nuovo) Amerigo! (si guarda di nuovo intorno) Chissà dove mi ha trascinato questa volta.

Florindo finalmente si volta, vede il gruppo dei praticanti, scorge subito i sederi delle ragazze che si agitano nel tentativo di alzarsi sulle punte dei piedi per scorgere l’oratore di turno della conferenza. Florindo sorride, si frega le mani e si infila nella calca del gruppo dei praticanti sparendo dentro di esso. Subito dopo l’oratore si sente la voce di una ragazza provenire dal gruppo.

PRIMO ORATORE - (dall’interno della sala)...Ma ora passiamo al momento clown della giornata, passo la parola al nostro esperto fiscale…
PRATICANTE – (seccata) Ragazzi, non facciamo gli spiritosi, le mani a posto per favore!
SECONDO ORATORE - (dall’interno della sala) …..Il presidente ha avuto battute perfettamente centralizzate, ma attenzione, signori non travasiamo, c’è un qui quo qua, questa degli oneri irriducibili è un’autentica checca normativa da esaminare con attenzione che potrebbe essere come il calcio sui maccheroni per la nostra professione. Ma attenzione, la questione è ostrica, il problema potrebbe tornarci indietro come un bungalow, sappiamo che il fisco ha erogato una prima e una seconda trancia, ufficialmente abbiamo fatto un frac ufficiale su carta infestata del consiglio chiedendo chiarimenti. L’ufficio ci ha risposto immediatamente dopo alcuni mesi concedendoci una dilatazione sul pagamento della prima e una prologa sul pagamento della seconda trans. Signori! Per noi questa sanatoria è un piallativo, i rendiconti delle nostre aziende presentano adiacenze per milioni e le soluzioni al problema sono lagunose, per noi è giunto il momento di andare al di là dell’orto e di guardare il campo! I tassi si sono svegliati e oggi noi parliamo in euro!…

Il discorso dell’oratore prosegue in sottofondo. Dal gruppo dei praticanti esce la ragazza che si era lamentata con la battuta precedente. È arrabbiata e si massaggia il sedere.

PRATICANTE – (inviperita) Insomma si può sapere chi è stato! È mai possibile che non si riesca a stare fermi con le mani! Se scopro chi è stato gli strappo i denti!

La ragazza si calma e rientra di nuovo nel gruppo.

PRIMO ORATORE - (dall’interno della sala)… diamo la parola alla nostra presidentessa… signora presidentessa, stasera tutti i membri di questa assemblea sono nelle sue mani.

TERZO ORATORE - (dall’interno della sala)… scusate il mio ritardato, ho avuto un attimo di dependance e vorrei raccapezzolarmi sul problema. L’esperto che mi ha preceduto ha certamente una mente più profilattica della mia e nel suo intervento a dimostrato tutta la sua eruzione. Abbiamo visto con mano tutte le indecenze delle nostre carenze sui conti fiscali e so che con il mio intervento mi tirerò la palla sul piede, ma io parlo perché ho la bocca e dico: non abbiamo nessuna intenzione di essere bisfrattati, ribadisco la nostra disponibilità a 190 gradi e riconosciamo che il momento è intercolluttorio, ma io dico che siamo e resteremo sempre sulla crosta dell’onda!…

Applausi, poi il discorso del terzo oratore prosegue in sottofondo. Improvvisamente dal gruppo dei praticanti si sente un rumore di un forte schiaffo, subito dopo dal gruppo viene spintonato fuori Florindo che barcolla e si tiene una guancia.

FLORINDO – (lamentandosi) Haaaaa!

Florindo guarda frastornato il gruppo dei praticanti, si lamenta di nuovo, poi dal gruppo si leva un applauso rivolto all’oratore.

FLORINDO – (risentito) Si bravi, applaudite! … Se mi ammazzava cosa facevate la “HOLA”? (poi rivolto al pubblico massaggiandosi la guancia) Porco mondo il praticantaggio è finito, questi sono schiaffi da professionista! 

Florindo guarda di nuovo il gruppo, poi si avvia verso sinistra. Prima di uscire chiama a gran voce Amerigo.

FLORINDO – Amerigo! Dove sei! Testa di legno abbiamo sbagliato posto un’altra volta!

Florindo esce da sinistra. Subito dopo nel salone delle conferenze scoppia un applauso. I praticanti del gruppo sono tutti eccitati, si capisce che il presidente ha lasciato il palco e si appresta ad uscire dal salone.

PRATICANTI – Eccolo, eccolo!

Il gruppo dei praticanti si distende verso il lato sinistro della scena come per fare da ala agli oratori che escono dalla sala conferenze. Il presidente esce dal salone è coperto dal gruppo dei praticanti e se ne distingue appena i capelli bianchi che spuntano tra le teste dei ragazzi. Il gruppo continua a far festa attorno al presidente spostandosi lentamente verso la sinistra del palcoscenico. Una delle ragazze si ferma al centro del palcoscenico e, stupita, guarda per terra. Il gruppo, continua a circondare e a festeggiare il presidente, esce da sinistra. Contemporaneamente le luci di scena si abbassano fino quasi a scomparire e uno spot bianco illumina dall’alto la ragazza che lentamente si china e raccoglie il cartiglio di legno con la sigla C.d.L., lo guarda sollevandolo in alto, mentre una musica si spande per la scena. Poi delicatamente lo ripone a terra, guarda verso sinistra ed esce come per raggiungere il gruppo. Si tratta di una scena simbolica e deve essere rappresentata con una certa atmosfera.

OTTAVO QUADRO
SCENA UNICA - L’AZIONE SI SVOLGE NEL 2999
Von Seltz – Cavaterra – Ruderi

La scena è la stessa del primo quadro ridiventando unica il tavolo e le sedie saranno riportati al loro posto. Al fine di permettere un più agevole cambio di scena, sarà possibile alleggerirla di qualche particolare da verificare al momento della realizzazione dell’impianto scenico del quadro. Da sinistra entra il professor Von Seltz, tutto preso da una disquisizione, a qualche passo di distanza segue la Ruderi ancheggiando mentre, con lo specchietto in mano, si sta rifacendo il trucco. Subito dietro Cavaterra stracarico degli stessi reperti con cui era uscito nel primo quadro, entra in scena senza vedere niente e cammina con circospezione, tastando il terreno con i piedi per paura di inciampare.

VON SELTZ – (camminando con le mani dietro la schiena e reggendo una bacchetta di legno) Tunque, noi ora afere qvadro completo di usi und costumi di “Homo Consulentis”, essere qvadro astratto, ma noi essere inizio di ricostruzionen… (si ferma al centro della scena rivolto verso sinistra)… noi afere trofato reperti di significato oscuro und misterioso… mmm… probabilmente molte essere leggende…

Nel frattempo la Ruderi e Cavaterra sono quasi arrivati alle spalle di Von Seltz.

VON SELTZ – (c.s.) … io essere sicuro che si noi trofare risposta ultimo interrogatifo, noi scoprire motifo di esistenza di Homo Consulentis…

Von Seltz si volta di scatto.

VON SELTZ – Signori!

Cavaterra sobbalza e lascia cadere i reperti, qualcosa di pesante gli cade sopra i piedi, con una smorfia di dolore, comincia a zoppicare, mentre Von Seltz, girandosi di scatto, si trova praticamente a sbattere la faccia contro le tette della Ruderi.

VON SELTZ – (guardando il seno della Ruderi) Ehm… Qvale essere qvesto interrogatifo?
CAVATERRA – (perplesso) …Ma… forse…

Von Seltz si riprende e dà una bacchettata in testa a Cavaterra.

CAVATERRA – Hai!
RUDERI – Hi hi hi!
VON SELTZ – Signori, cosa essere scritto su simbolo di civiltà?

Cavaterra guarda perplesso Von Seltz, poi realizza e comincia a guardare per terra alla ricerca del cartiglio con la sigla C.d.L. mentre Von Seltz e la Ruderi parlottano tra loro guardandosi negli occhi. Ad un certo momento Cavaterra, nella sua ricerca, va a sbattere il sedere contro quello di Von Seltz, il quale fa a finire di nuovo con la faccia tra le tette della Ruderi poi, riprendendosi, si volta e pesta una bacchettata sul sedere di Cavaterra.

CAVATERRA – Hai!
RUDERI – Hi hi hi!
VON SELTZ – Doktor Cavaterra qvardi ai suoi piedi!

Cavaterra abbassa lo sguardo e vede il cartiglio lasciato dalla praticante nel quadro precedente. Lo raccoglie e lo mostra a Von Seltz.

VON SELTZ – Doktor Cavaterra, cosa essere scritto su simbolo?
CAVATERRA – C. d. L.
VON SELTZ – E che cosa fuol dire?
CAVATERRA – “C” probabilmente “Consulentis”, “D” non lo sappiamo, “L” probabilmente significa “Lavoro”.
VON SELTZ – Ecco chiafe di mistero, noi tofere scoprire significato di parola “Laforo”! Doktor Ruderi afere noi qvalche riferimento?
RUDERI – Hem… no professore, sui nostri manuali di criptografia non abbiamo nessuna traccia del significato di questa parola, ma fra i reperti abbiamo trovato un antico codice, contenente le leggi che regolavano la vita della civiltà… compresi i riti sessuali (guardando Von Seltz con intenzione).
VON SELZT – Hem… Ya?
CAVATERRA - … forse lì è possibile trovare il riferimento che cerchiamo.
VON SELTZ – Fetere qvesto codice.

La Ruderi si china sul mucchio dei reperti, piegandosi con il sedere dalla parte di Von Seltz, e tira fuori un antico codice del lavoro.

RUDERI – (ancora chinata sui reperti) Ecco…
VON SELTZ – (guardando il sedere della Ruderi) Che bello codice!
RUDERI – Le piace professore? (poi apre il codice e legge) …”Il lavoro è qualsiasi attività fisiopsichica che comporta la spendita di energia e che è idonea a soddisfare un bisogno mediante la produzione di beni e servizi”

I tre si guardano perplessi, senza dire una parola.

VON SELTZ – Fraulain Ruderi traduca!
RUDERI – Ma professore, ho già tradotto.
VON SELTZ – Cosa folere dire?
RUDERI – Non lo so, hi hi hi.
CAVATERRA – (che sbircia il codice alle spalle di Ruderi, ma più che altro le guarda la scollatura) …. Qui c’è un’altra definizione… (indica il rigo) “Si dice lavoro quando un soggetto presta le proprie energie lavorative a favore di un altro, in cambio di corrispettivo economico”…

I tre si guardano ancora perplessi.

VON SELTZ – (a Ruderi) Essere già tradotto?
RUDERI – Sì professore.
VON SELTZ – Ich non capire.
CAVATERRA – Professore, qui sembrerebbe che nella civiltà dell’Homo Consulentis uno faceva una cosa per un altro e quello lo pagava.
VON SELTZ – Come? 
CAVATERRA – Sì, probabilmente il “Lavoro” consisteva in questo.
VON SELTZ – Non possibile! Si uno dafa pugno su gengive ad altro qvello lo pagafa?
CAVATERRA – No… non in questi termini… qui si parla di “prestazione di energia idonea a soddisfare un bisogno mediante la produzione…
VON SELTZ – Afere ragionen infece! Perché si io dare pugno a lei in gengive a me dare grossa soddisfazionen!
RUDERI – Professore!
VON SELTZ – (rimuginando) Gut! Si foi laforare per me… poi io dare foi palata in testa und io essere soddisfatto.
CAVATERRA – No professore, è il contrario.
VON SELTZ – (perplesso) Come, foi dare palata su fostra testa! E mia soddisfazionen tofe essere?
CAVATERRA – (guardandolo esasperato) Professore, secondo la definizione del codice, noi dovremmo scavare e lei ci dovrebbe pagare… o meglio dovrebbe soddisfare i nostri bisogni.
VON SELTZ – Come? Io tofere sottisfare fostri bisogni? Hum… io dofere fornire foi di carta igienica?
CAVATERRA - Non solo di… carta igienica…
VON SELTZ – E cosa altro?
CAVATERRA – Be’, cibo, vestiario, bevande, medicine….
VON SELTZ – Hum… medicine, per fare cosa?
RUDERI – Per curarsi!
VON SELTZ – Foi curare?
CAVATERRA – (perplesso) Sì, raffreddore, influenza, bronchite, mal di testa…
VON SELTZ – Alt! Si foi afere mal di testa cosa fare?

Cavaterra e Ruderi si guardano perplessi. 

RUDERI – Ma… per far passare il mal di testa…
VON SELTZ – (risoluto) Ih dare foi palata in testa! Io essere sottisfatto und a foi passare mal di testa! (compiaciuto) Io afere sempre ragione!
CAVATERRA – E noi facciamo sciopero!
VON SELTZ – (perplesso) Cosa esser “sciopero”
CAVATERRA – (leggendo su codice) “Per sciopero s’intende una astensione concertata del lavoro per la tutela di un interesse professionale collettivo”
VON SELTZ – Hum… è…
CAVATERRA/RUDERI – (all’unisono) … già tradotto
VON SELTZ – (cupo) Io non pagare foi!
CAVATERRA – Professore lei non paga mai!
VON SELTZ – (comincia ad alterarsi) Foi lavorare per scienza!
CAVATERRA – (alterato) La scienza non ci riempie la pancia!

Comincia un alterco a soggetto tra Von Seltz e Cavaterra. Mentre Ruderi sfoglia il codice in cerca di una soluzione poi, non trovandola, tenta di dividere i due litiganti.

RUDERI – Signori! Per favore, un po’ di contegno, siete scienziati!

I due litiganti si danno le spalle imbronciati, Von Seltz rivolto verso sinistra e Cavaterra verso destra, con le braccia incrociate.

RUDERI – (camminando ancheggiando per la scena) Signori, dobbiamo ammettere che è impossibile, dopo mille anni, tentare di scoprire tutti i segreti di questa disciplina chiamata “lavoro”! Si tratta di una scienza nata in una civiltà troppo lontana da noi, con usi costumi e vita completamente diversi da quella attuale, il ricordo è andato perduto e sarebbe troppo difficile ricostruirne tutti i principi. Per fare una cosa simile, come minimo, occorrerebbe avere qui un “Homo Consulentis”! 

Cavaterra e Von Seltz guardano stupiti la Ruderi che, per la prima volta in tutta la commedia, ha fatto un discorso intelligente.

RUDERI - (a parte a Von Seltz con intenzione) Professore bisognerebbe sapere quali sono questi bisogni!

Von Seltz annuisce con gli occhi che brillano. La Ruderi si allontana seguita dallo sguardo lubrico di Von Seltz. Cavaterra, rivolto verso il pubblico, spalanca gli occhi, come se un’idea gli fosse balenata in testa, poi si gira verso gli altri due. 

CAVATERRA – Un momento! Ma noi possiamo avere qui un “Homo Consulentis”

Von Seltz sobbalza.

RUDERI – Davvero?
VON SELTZ – Come essere possibile?
CAVATERRA – Possiamo clonarlo!
VON SELTZ – (illuminandosi) Ya noi potere fare clonazionen di… ma come fare, noi afere trofato solo reperti?
RUDERI – Già, qui non ci sono né sarcofagi, né catacombe… 
CAVATERRA – Signori, noi abbiamo un reperto organico di “Homo Consulentis”! 
RUDERI – Davvero?
VON SELTZ – Doktor Cavaterra, foi spiegare!

Cavaterra tira fuori dalla tasca un flacone di vetro trasparente con dentro un ciuffo di peli. Von Seltz e Ruderi si avvicinano e lo guardano incuriositi.

VON SELTZ – Cosa essere qvesto?
CAVATERRA – L’ho trovato tra i resti della sala del gran consiglio dell’ordine. (pausa, poi solenne) Questo, signori, è l’unico reperto biologico della grande civiltà dell’Homo Consulentis!
RUDERI – Ma… è… un ciuffo di peli… (a Von Seltz a Parte), ma Professore non saranno… ?

La Ruderi indica se stessa, Von Seltz la rassicura con un gesto.

CAVATERRA – No, signori, questi sono i baffi del segretario dell’ordine!
VON SELTZ – Paffi di secretario? Chi essere secretario?
CAVATERRA – Sembra che fosse una specie di angelo custode del presidente.
RUDERI – Una guardia del corpo?
VON SELTZ – Tofefa essere cigante!
CAVATERRA – Sì, sembra che fosse alto più di due metri, avesse dei lunghi capelli biondi che gli arrivavano sulle spalle e che affrontasse i nemici con una lunga spada! Faceva paura solo a guardarlo! 
VON SELTZ- (strappa dalle mani di Cavaterra il flacone) Signori, nostra ricerca è finita, noi ora dofere clonare segretario di ordine und fare raccontare da lui storia fera di Homo Consulentis! Cosi noi sapere finalmente come funzionare qvesto “Laforo”

Von Seltz guarda il flacone soddisfatto, poi dà il braccio alla Ruderi che gli si affianca e insieme escono da sinistra discutendo e guardandosi spesso negli occhi. Cavaterra li guarda mentre escono.

CAVATERRA – Sì, sì, cloniamo questo segretario, così finalmente sapremo chi deve scavare e chi deve prendere le palate in testa!

Cavaterra esce anche lui da destra. La musica del quadro di apertura accompagna la chiusura del sipario.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA