I comici

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I

COMICI

Atto unico teatrale

di

Matteo Tibiletti

PERSONAGGI

ANNIE

PADRE

FATINO DEL CIRCO

MICHAEL

UOMO FORZUTO

NANO

UOMO RAGNO


BIOGRAFIA DELL’AUTORE

Matteo Tibiletti nasce a Varese il 23/10/1978. Da sempre coltiva una profonda passione per il cinema, la fotografia e per la scrittura creativa. Autore di sceneggiature, racconti, poesie e copioni teatrali si cimenta spesso come regista di brevi cortometraggi o shooting fotografici (su www.youtube.com/teotibi e www.flickr.com/teotibi  è presente tutta la sua produzione). Nel 2009 ha pubblicato tramite il sito www.lulu.com   una raccolta dei suoi migliori scritti dal titolo “LO SCONOSCIUTO”.  Ha frequentato per cinque anni la Scuola di Teatro Città di Varese. Dal 2008 è uno dei membri fondatori, attori e registi dell’Associazione culturale “Compagnia Dusedi Besozzo. Da gennaio 2012 è regolarmente iscritto alla SIAE come autore teatrale e fotografo.

DATI DELL’AUTORE

NOME E COGNOME: Matteo Tibiletti

NATO A : Varese il 23/10/1978

RESIDENTE IN: Via C. Goldoni 41/B, Varese (VA)

CELLULARE: 3462219045

INDIRIZZO MAIL:  tibilettimatteo@gmail.com

POSIZIONE SIAE: 213623


(il sipario si apre con una musica triste. E’ un pomeriggio di tardo autunno. Sul palco ci sono un paio di alberi, molte foglie a terra. Entrano un uomo anziano e una giovane donna, sono vesiti da clown. Parrucca, scarpe enormi, pantaloni a quadri e naso rosso.)

PADRE: Ma come fai a non capire?!

ANNIE: Non capisco e basta, ci deve essere per forza un motivo?!

PADRE: Certo, che c’è un motivo! Tutti ridono per una caduta, una torta in faccia o qualcuno che sbatte la testa contro un palo o contro un muro...è una regola della comicità!

ANNIE: Una regola della comicità è vedere qualcuno che soffre? Che si fa del male?

PADRE: Ma cosa stai dicendo?!

ANNIE: Non so se a te è mai capitato, ma scivolare su qualcosa e battere il sedere a terra non è per niente simpatico! Ma lo sai che, picchiando quella parte, si rischia di finire su una sedia a rotelle?!

PADRE: Ma santo cielo, qui si parla di finzione! Non ho mica detto che se uno prende un martello e se lo picchia sul dito, così nella vita di tutti i giorni, gli rido in faccia!

ANNIE: Vorrei anche ben vedere! Se lo facessi, dovresti solo pregare che quello a sua volta si sia fatto così male da non avere la forza di reagire e di venirti a dare lo stesso martello sui piedi!

PADRE: Però, vedi...l’esempio che hai fatto...trattato con colori più allegri di quelli che usi tu per dipingere la realtà, risulterebbe comico!

ANNIE: E come?

PADRE: Immagina una scena muta, in cui un tizio sta piantando un chiodo con un grosso martello...

ANNIE: Perché sta piantando un chiodo? Deve appendere un quadro?

PADRE: Non lo so.

ANNIE: Allora, perché lo sta facendo?

PADRE: Ma cosa c’entra questo?!!

ANNIE: Come sarebbe cosa c’entra? Se uno compie un azione...ci sarà pure un motivo, o no?!

PADRE: Ma io sto facendo un esempio!

ANNIE: Già, un esempio che non sta in piedi perché non ha una storia alle spalle!

PADRE: Lascia stare, e fammi finire!

ANNIE: Vai avanti.

PADRE: Grazie.

ANNIE: Prego.

PADRE: Stavo dicendo...

ANNIE: Comunque, non ha alcun senso...

PADRE: Oh, insomma!

ANNIE: No, insomma un bel niente, scusa! È come dico io, nella comicità non c’è nulla di comico, non è altro che un groviglio di drammi, sul quale la gente ride, si diverte...mentre qualcuno soffre!

PADRE: Ma non è vero! La comicità è un sollevare i drammi dalla pesantezza che li rende così dolorosi per farci sorridere...senza comicità non si potrebbero affrontare le difficoltà! Pensa alla missione che ci siamo scelti decidendo di far sorridere il prossimo!

ANNIE: E siamo vestiti così per questo?!

PADRE: Già! Vedi...siamo vestiti così e la gente ride al nostro passaggio...senza che nessuno si sia fatto male.

ANNIE: A me viene la tristezza a pensare a come siamo conciati per riuscire a mangiare un boccone....quale dignità sta in chi si veste a questo modo per campare...

PADRE: Cosa?!

ANNIE:  Io provo profonda vergogna nell’andar  in giro vestita in questo modo stupido...con questo nasone rosso, queste scarpacce...questo  è un modo cretino di vivere...mi fa schifo.

Pausa

PADRE: Bene. Dunque, ti vergogni anche di me.

ANNIE: No...io...

PADRE: Annie, io ti ho sempre voluto bene, ti ho sempre tenuta con me e protetta da quello che sta la fuori...qui con la compagnia, sei al sicuro da un mondo in cui non si ride mai...la gente viene da noi per ridere, poiché in quel mondo dal quale ti ho tenuta lontano, non si hanno motivi nemmeno per sorridere, e chi lo fa, anche solo per sbaglio, è travolto immediatamente da un’ondata di depressione. Non pensavo che questo sforzo, questo tentativo di proteggere te, la mia bambina, provocasse addirittura la tua vergogna nei miei confronti...non sarò un clown modello forse, od un comico degno di un applauso a scena aperta, ma ritengo di aver fatto quanto di meglio per farti crescere. Tua madre era orgogliosa di me...e io di lei...e di te Annie.  Forse è il momento che tu vada in quel mondo e ti renda conto di cosa ti aspetta fuori di qui.

ANNIE: Papà...

PADRE: No, Annie...anche se tu mi chiedessi scusa ora, sarebbero scusa fasulle...non sentite..e se c’è una cosa che ti ho sempre chiesto, è la sincerità...quindi, non stare a giustificarti. Tu ti vergogni di me e della vita che facciamo...bene, sei libera di cercare quello che credi sia più giusto per te, altrove...va pure...e torna quando avrai trovato quel che cerchi.  Ti prometto che se mi dimostrerai che ho avuto torto, verrò via con te e smetterò di fare questo lavoro per amor tuo...

ANNIE: Papà...

PADRE: Però...se mai dovessi scoprire d'aver avuto torto e che questo posto non è peggiore di tanti altri...farai qualcosa di speciale per me...o meglio, per noi... se dovessi ricrederti, come pegno farai uno spettacolo per la compagnia...da sola!

ANNIE: Cosa?!

PADRE: Beh...mi pare equo...io ti prometto di smettere questo lavoro, se dovessi avere ragione tu; tu, a tua volta, devi promettere di fare una cosa molto importante....una sfida che non affronteresti mai da sola...qualcosa che non avresti mai fatto, se non per una scommessa persa in cui è in ballo il tuo onore e la tua dignità... Sai che la compagnia è avvezza ad ogni genere di comicità...sono gli altri a ridere di noi, ma noi...i membri della compagnia, nonostante le loro capacità di far ridere il prossimo, come sai, non ridono MAI...da anni non sanno più cosa sia un sorriso...a giudicare dagli anni che ho passato con loro...direi che sono privi del senso stesso della risata...tu devi farmi capire che ho torto...sarai obbligata a farli ridere.

ANNIE: Papà...

PADRE: Addio, Annie, ci rivedremo quando avrai imparato anche questa lezione. (esce)

(Le luci si abbassano, musica. Annie cammina, come se oltrepassasse una barriera, scavalcando un muro immaginario. Ma fa fatica...non riesce e ricade rovinosamente a terra. Dopo alcuni tentativi abbandona l'impresa)

ANNIE: Maledetti confini invalicabili! lo dice la parola stessa...come si fa a valicare qualcosa di invalicabile!  E poi...accidenti! Ci mancava questa adesso! Mio padre era l’unica persona che mi abbia mai dato ascolto! E ora?! Il problema è che lui non vuol proprio capire il mio punto di vista! Io non disprezzo lui che fa questo lavoro, o chi come lui trova una ragione valida di vita in...in questa vita...dico soltanto che far ridere non rientra nei miei desideri più nascosti...anzi lo volete sapere?! Io ODIO il circo (sottovoce) però devo fare attenzione a dire queste cose, se mi sente Mike,l’uomo forzuto...sapete...ho visto come piegava quelle sbarre di metallo...e io... non riuscire a reggere nemmeno una minaccia di Bob, il nano con due nasi...figuriamoci dall’uomo forzuto! E’ che in questo ambiente, in questo gruppo di fenomeni da baraccone, l’unica a non aver scelto la vita del sorriso...temo di essere sempre stata io! Però è vero...da anni non vedo nessuno di loro ridere o sorridere...se dovessi scoprire d'avere avuto torto in quel che sto facendo...non ho proprio idea di come sdebitarmi...oh...ma non pensiamoci ora!

(Annie tenta di nuovo di scavalcare la barriera. cade ancora. Quindi sconfitta, si siede a terra, imbronciata., in quella entra saltellando  il fatino del circo, con delle ali di cartapesta, una tunica bianca e una corona di alloro sulla testa. Annie lo guarda passare, ma non si scompone.)

ANNIE: (al pubblico) capite cosa intendo?! Questo ad esempio non so chi sia, vi rendete conto di come una persona si debba ridurre pur di mangiare un pezzo di pane ?! Ehi tu, sì, tu, dico a te...chi sei? Sei nuovo?

FATINO: Nuovo, vecchio, presente e passato...distinto da ogni cosa, e superiore ad ogni essenza...spirito aleggiante e nuvola... polvere tra le mille stelle che adornano il cielo che ci sovrasta.

ANNIE: (ancora molto fredda)...Interessante, vedo che al circo si è unita una nuova attrazione...dopo l’uomo forzuto, l’uomo drogato! Non credo sarà di grande esempio per i più piccoli però.

FATINO: Oh, sciocca ragazza, la mia droga è l’aria che respiro, sei tu che ancora non hai compreso i perché che ti affollano il cervello e che litigano, come fossero ad un incrocio i cui semafori lampeggianti invece di invitarti a procedere, ti fanno dondolare sul posto...e il dondolare ti porta a sognare...ma se non apri gli occhi...prima o poi uscirai da quell’incrocio alla cieca...il rischio è enorme!

ANNIE: Sicuro che non ti droghi? No perché, bambini a parte, credo tu possa avere un discreto successo...magari con una breve introduzione su ciò che provoca l’uso di determinate sostanze...

FATINO: (si avvicina ad Annie e le da uno scappellotto, facendola sussultare) Tuo padre ha proprio ragione... tutto ti umilia, ma non ti umilia l’essere umiliata da te stessa!

ANNIE: Ma si può sapere chi sei e che vuoi?! Che ne sai di quello che ci siamo detti io e mio padre?!

FATINO: Io sono colui che sa ogni cosa...sono il fatino del circo!

ANNIE: Chi?!

FATINO: Il fatino del circo!

ANNIE: NO, SCUSA COOOME?!

FATINO:...che lavoraccio il mio!....SONO IL  F-A-T-I-N-O del circo...

ANNIE: Un folletto?

FATINO: Eh, che palle!...no...ho detto che sono un fatino...se fossi stato un folletto avrei detto folletto, no? I folletti vivono nei boschi...io vivo nel circo...sono un fatino.

ANNIE: E ce ne sono tanti di...di fatini come te?

FATINO: Ogni circo ha il suo fatino...io sono un fatino relativamente giovane, sono stato mandato in missione trent’anni fa...e da allora veglio sulla vostra compagnia come fa il sole con la luna.

ANNIE:  (al pubblico)Per me rimane un drogato!...E senti fatino...come ti devo chiamare, hai un nome...o proprio ti devo chiamare Fatino.

FATINO: Dunque...diciamo che normalmente...professionalmente parlando, preferisco che mi si dia del lei...quindi fatino va bene...per gli amici invece sono Gabriel

ANNIE: Gabriel...certo... un arcangelo...mancava questa!

FATINO: NOOOO! HO DETTO FATINO..SONO UN FATINO, NON SONO UN FOLLETTO, UNA FATA, UN ARCANGELO, UNO GNOMO, MA UN FATINO....ORA MI STAI FACENDO INC...

ANNIE: Ok, ok, fermo...sei un fatino...sei un fatino...non dico più nulla...ammetterai però che non è che tu ti presenti e tutti possono dire così all’improvviso...Wooow un fatino!

FATINO: Ah no?

ANNIE: Beh guardati...a me sembri un poveraccio a cui hanno rubato il portafogli!... avrei detto, anche con qualche problema di identità.

FATINO: Senti, principessina, ti sei mai vista? No, dico...guarda come sei conciata pure tu...

ANNIE: Uff...è vero...su questo hai ragione, chi sono io per giudicare te...sono vestita in questo modo e non riesco a far ridere nessuno...

FATINO: Sì, infatti, mi fai un po’ tristezza...

ANNIE: Mio padre dice di volermi bene ma secondo me pensa che sono un fallimento...ed in effetti non mi sento a mio agio in questi vestiti...quando cado io il pubblico non ride...si è mai visto un clown che lascia la gente imperturbabile...? Senza nemmeno l’ombra di un sorriso sul volto?!

FATINO: Oh sì...ne ho visti tanti...e alcuni sono passati da questo circo prima di te...quando tu eri ancora molto piccola...non facevano ridere nessuno...

ANNIE: E quindi? Mio padre li ha cacciati via?

FATINO: No, assolutamente, anzi dava loro tanta fiducia...forse perché era consapevole che, venendo dal mondo reale, era difficile per loro trovare un motivo per ridere...o per far ridere..

ANNIE: E com’è finita?

FATINO: E’ finita che quando sono riusciti a trovare dentro se stessi i veri motivi per sorridere alla vita...hanno salutato tutti e se ne sono andati...hanno messo su un circo proprio...

ANNIE: Se ne sono andati?!

FATINO: Eh già...

ANNIE: E papà?

FATINO: Tuo padre ci ha sofferto molto...ma è un uomo molto saggio...e sa la cosa più importante...che tutti i comici dovrebbero sapere.

ANNIE: E sarebbe a dire?

FATINO: Che finchè ci sarà gente al mondo capace di far sorridere il prossimo...questo mondo sarà il migliore tra i mondi possibili...

ANNIE: WooW!

FATINO: Bella frase, vero?

ANNIE: No, stavo guardando quel ragazzo che si sta avvicinando.

FATINO: Vuol dire che non mi hai ascoltato?!

ANNIE: Ma si che ti ho ascoltato! Sì, sì...va bene...

FATINO: Pffffff

ANNIE: Sei permalosetto, Fatino eh...

FATINO: E’ che uno si prepara...fa delle prove...anche allo specchio

ANNIE:  (guardando un giovanotto ben vestito che sta entrando in quell’istante) sì sì...

FATINO: ...cerca di essere credibile, sai io sono molto meticoloso...bevo tutti i giorni un succo d’arancia per...

ANNIE: sì sì...

FATINO: ...riuscire ad avere la giusta dose di energia, poi frullo 8 uova e le bevo con un goccio di vodka per...

ANNIE: sì sì...

FATINO:...essere sobrio ma non troppo così sono pronto a cominciare una giornata che parte ogni volta con la perlustr...ma...(vede che Annie si è allontanata )....ma che mi fa fare? Sto qui parlo da solo?! Puah! (esce)

(Annie sta seguendo da vicino il giovanotto ben vestito, e lo guarda, come se non avesse mai visto un uomo)

MICHAEL: Che vuoi?

(Annie continua a fissare con insistenza il giovanotto negli occhi)

MICHAEL: Senti, clown...l’ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento è ridere, quindi levati dai piedi!

(Annie è come in trance)

MICHAEL:  Senti un po’...sto perdendo la pazienza...te lo chiedo per favore e per l’ultima volta...ho avuto una giornata da dimenticare...tu vivi in quel costume e non sai cosa vuol dire stare nel mondo reale! Sai cosa vuol dire lavorare?

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente)

MICHAEL: E sai cosa vuol dire fare fatica?

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente)

MICHAEL: Beh...beato te!..Sai cosa vuol dire non averlo più un lavoro?

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente)

MICHAEL: E non avere più un tetto sulla testa?

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente)

MICHAEL: Allora, lo vedi che avevo ragione...non sai niente della vita!

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente)

MICHAEL: Bene, ora che sai perché ti ho chiesto di toglierti di mezzo...togliti di mezzo, grazie!

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente. E non si sposta)

MICHAEL: Non lo ripeterò ancora....VATTENE!

(Annie fa cenno di no con la testa, ma sempre sorridente. Non si sposta.)

MICHAEL: Mi hai sentito razza di scemo?! VATTENE VIA!

(Annie continua a seguirlo. Il giovanotto si blocca di scatto.)

MICHAEL:  Ora mi hai stufato! Levati di mezzo

(il giovanotto da uno spintone a Annie, che cade a terra sempre sorridendo. Picchiando per terra, il sedere di Annie produce un suono di tromba. Rapidamente poi si rialza e si avvicina. Annie sembra trasformata. I movimenti ora sono proprio quelli di un clown. Michael e Annie ora si inseguono producendosi in una tipica gag da circo, al termine della quale Michael cade per terra rovinosamente. Annie gli si avvicina preoccupatissima. Dopo una breve pausa Michael scoppia in una fragorosa risata.)

MICHAEL: Va bene, va bene...ho capito!...

ANNIE: Che cosa?

MICHAEL: hai vinto, contento?

ANNIE: Contento di che?

MICHAEL: Sto ridendo...non volevo ridere e sto ridendo...

ANNIE: Cosa?!

MICHAEL: Ma mi ascolti?! O meglio hai sentito quello che ti ho detto prima?!

ANNIE: Tu hai parlato? E quando?

MICHAEL: Poco fa..ti ho detto che ho passato una giornataccia, non mi hai sentito?!

ANNIE: oh mi dispiace...cosa ti è successo?

MICHAEL : Non è possibile...davvero non mi hai ascoltato?

ANNIE: No...ho sentito solo la tua risata, poco fa....

MICHAEL: Davvero?

ANNIE: Io ti ho visto entrare e poi cadere per terra...e ridere...mi stavo infatti chiedendo come ci fossi finito per terra...

MICHAEL: Ma sei tu che...

ANNIE: Io che?...

MICHAEL: Aspetta un momento...

(Michael si avvicina e tocca la parrucca di Annie...la guarda da vicino....)

MICHAEL: Ma tu sei...

ANNIE: un clown...mmm...temo di si...

MICHAEL: Una donna...

ANNIE: Eh?

MICHAEL: Con questo trucco, questa parrucca non avevo capito...pensavo fossi un ragazzo...tu sei una donna...

(Annie scoppia a ridere)

ANNIE: Una donna?! Questa è la migliore barzelletta che io abbia mai sentito?! Una donna?! E che sarebbe una donna?! FATINOOOO...vieni qui che questo usa roba che è meglio della tua!

(FATINO entra in scena trafelato.)

FATINO: Mi cercavate?

(Michael vedendolo fa un salto all’indietro e cade per terra)

ANNIE: (ridendo ancora più fragorosamente) E due! Ti ho appena conosciuto e sei caduto già due volte (si leva la parrucca e gliela offre) senti, se vuoi un lavoro ti cedo il posto volentieri...nessuno mi ha mai fatto ridere tanto (ridendo si volta verso  Fatino, lo guarda bene in faccia, si fa seria per un istante, e poi scoppia a ridere di nuovo)...no beh, dai siete in due!!! Però prima questo mi preoccupava solo un po’ per le sue condizioni fisiche...ora mi fa ridere..vieni qui (prende fatino e lo stringe forte tra le braccia quasi soffocandolo)

FATINO: Ehm....aiuto!...aiuto!!! (tossisce)

(Annie lascia fatino e corre da Michael che è ancora incantanto dal sorriso di Annie)

ANNIE: dammi la mano che ti aiuto ad alzarti.

(gli offre la mano, Michael la prende, e Annie, con una tipica gag da circo, fa una capriola e cade per  terra. Ora anche Michael ride. Fatino li guarda esterrefatto)

FATINO: Lo dico sempre io...io fatico a comprendere l’umano agire...ma non è che l’umano agire mi dia una mano a comprenderlo meglio! Se l’umano agire ad esempio stilasse tutta una serie di interessanti postille per postillare un comportamento adeguato che determini il mio agire nei confronti per l’appunto dell’umano agire, avremmo maggior comprensione dell’agire universale...senza aggirare (perdonate il meraviglioso gioco di parole) l’ostacolo che nelle difficoltà ci rende solitamente codardi e poco orgogogliosi di essere Fatini...ovvio, nel mio caso...se si trattasse infatti di Facchini, direi facchini...se si trattasse di tacchini, direi Tacchini se si trattasse di....

( si accorge che i due hanno smesso di ridere e lo stanno fissando)

FATINO:...ehm...argomentavo sull’umano agire...ma proseguite nel vostro innamoramento, allorquando vi sarete dichiarate fatemi sapere... così che io possa protrarre la mia attività di fatino dell’amore...da non confondere con il fantino dell’amore, cioè colui che cavalca l’onda amorosa che travolge l’umano agire (si accorge di nuovo di essere osservato)...di cui appunto ho parlato poc’anzi...

Pausa

FATINO: Arrivederci... (esce)

(Annie e Michael rimangono da soli in scena)

ANNIE E MICHAEL: innamoramento?

(Pausa. I due si guardano.)

ANNIE: Sei la prima persona che mi vede come una donna...e non come...un pagliaccio.

MICHAEL: Sotto ogni maschera, c’è sempre qualcosa di più reale, non credi?

ANNIE: Non saprei...E lo pensi anche di me?

MICHAEL: Certo. Non ti conosco forse...ma poche persone mi colpiscono come hai fatto tu.

ANNIE: Oh scusa, quando ti ho colpito...non me ne sono accorta...non volevo farti male!

MICHAEL: No...non mi hai colpito, nel senso fisico del termine...mi hai colpito nel tuo essere quello che sei...non ridevo così...da troppo tempo...e se mi volto indietro non mi riesce di non pensare a quante preoccupazioni avevo fino a poco prima di finire a terra insieme a te. Credo di aver battuto tutti i record della sfortuna in una giornata sola...ho perso il lavoro, la casa...

ANNIE: La moglie?

MICHAEL: No, non sono sposato...anche se un tempo l’ho desiderato..

ANNIE: E...?

MICHAEL: Bisogna desiderale in due certe cose

ANNIE: Ah...mi spiace

MICHAEL: A me non molto...

ANNIE: E come mai?

MICHAEL: Se avessi fatto quel passo, forse ora non sarei qui.

ANNIE: E questo cosa vuol dire?

MICHAEL: Non saprei...non mi era mai capitato prima di sentirmi così...bene!

(Michael comincia a ridere. Annie lo segue a ruota.Entra il padre di Annie assieme al nano con due nasi, l’uomo forzuto e l’uomo ragno (vestito come il personaggio dei fumetti).

PADRE: Cosa sono tutte queste risate!? Non sentivo ridere così da quando abbiamo fatto abbiamo portato il nostro spettacolo al palazzo presidenziale!

UOMO FORZUTO: E quando avremmo fatto questa cosa?

UOMO RAGNO: Boh!

NANO: Siamo stati al palazzo presidenziale!? E quando?

UOMO RAGNO: Boh!

PADRE: Non ci siamo stati?

UOMO RAGNO: Boh!

ANNIE: (guardando l’uomo ragno) Papà, ma quello chi è?

PADRE: Ah già..non ho fatto le presentazioni...Annie, ti presento l’uomo ragno.

UOMO RAGNO: Sguissh Sguishhh shuissssh!! (mima il movimento con cui l’uomo ragno getta le ragnatele dai polsi, fa un paio di capriole, si guarda attorno furtivo e poi fa un inchino. Silenzio. L’uomo ragno capisce d’aver riscosso poco successo e abbassa la testa.)

PADRE: Uomo ragno è in prova qui da noi...è un bravo ragazzo...e ho deciso di dargli un’opportunità...(guardando Michael)..e questo ragazzo chi è?

ANNIE: A dire il vero non ci siamo presentati

UOMO FORZUTO: Però siete per terra tutti e due...

NANO: E vi abbiamo sentito ridere

PADRE: Già...ridere!

ANNIE: Beh...papà...io ...io davvero non ho idea di come sia potuto accadere, però...però è vero...non avevo mai riso così tanto in vita mia

MICHAEL: E pensare che abbiamo rischiato di farci un male terrificante...siamo caduti, ci siamo rincorsi...

PADRE: Cosa, cosa, cosa?!

MICHAEL: ah, mi perdoni...mi chiamo Michael...e questa mattina ho avuto una giornata orribile!

UOMO FORZUTO: Piacere di conoscerti “Michael e questa mattina ho avuto una giornata orribile”

NANO: Idiota...il nome è solo Michael!

UOMO RAGNO: Boh!

ANNIE: (a Michael) Questo non lo sapevo! Non sapevo avessi avuto una brutta giornata.

MICHAEL (sorridendo): Nient’affatto, lo sapevi eccome! Solo che non mi stavi ascoltando in realtà...ti ho detto tutto...ma tu continuavi a fissarmi....

ANNIE: Davvero?!

MICHAEL: Eccome!

UOMO FORZUTO: E come?

NANO: no, intendevo dire Eccome...nel senso di Accidenti!

UOMO FORZUTO: E chi ha mal di denti?

MICHAEL: E chi ha parlato di denti?!

ANNIE:  Ma di che state parlando?

PADRE: Sempre a fare confusione!!

UOMO RAGNO: sguisssh sguishh!

(Silenzio. Uomo ragno abbassa la testa. Dopo una breve pausa scoppiano tutti a ridere di gusto.)

PADRE: Bene...bene, bene! Ce l’hai fatta Annie...sei riuscita a non deludermi! E non te ne sei neanche dovuta andare via di qui!

UOMO FORZUTO: in che senso?

UOMO RAGNO: boh!

NANO: Che intendi dire?

UOMO RAGNO: boh!

ANNIE: Intende dire che mio padre mi ha offerto una grande lezione di vita...e che senza bisogno di andare troppo lontano...la soluzione è arrivata da sé...mi è proprio venuta incontro

UOMO FORZUTO: Continuo a non capire

NANO: Forse faresti meglio a piegarti sulla testa qualche sbarra di metallo in meno!

UOMO FORZUTO: Ah, perché tu vorresti dire che hai capito qualcosa!?

NANO: Eccome! Io ho fiuto! Che credi! (indicando i due nasi)

PADRE: Questa ragazza ha imparato a ridere...e a rendere felici gli altri con i proprio sorriso...credo che per me sia il più bel regalo...

MICHAEL: Credo che la lezione riguardi molto di più del sorriso...quel tizio poco fa...parlava di innamoramento..e noi subito ci siamo zittiti....

ANNIE: Già...

PADRE: Quale tizio?

UOMO RAGNO: boh!

UOMO FORZUTO: Di chi stanno parlando?

UOMO RAGNO: boh!

NANO: Non saprei, ma a chi vi riferite?

UOMO RAGNO: boh!

ANNIE: Al Fatino del circo!

PADRE, UOMO FORZUTO, NANO, MICHAEL: Il fatino del circo?!

(entra fatino)

FATINO: ECCOMI QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!

(fanno tutti un balzo indietro cadendo rovinosamente per terra)

FATINO: Ordunque giunto fu innamoramento, come poc’anzi annunziai a questi due virgulti...Nell’immenso mare dell’amore, il cuore diventa fiume in piena, e si riversa nei nostri occhi per poi inondare il mondo di lapilli cocenti di gocce lacrimanti...ahhh l’amore, l’amore! Quella stilla bionda tra le ciocche d’un respiro...

PADRE, UOMO FORZUTO, NANO, MICHAEL, ANNIE: Eh?!

FATINO: Ehm...mi riferivo ad esperienze personali...ho riciclato un verso scritto per un amore di gioventù...perdonatemi...

PADRE, UOMO FORZUTO, NANO, MICHAEL, ANNIE: Ahhh!

FATINO: Ma scorriamo oltre, come fa l’aria che si espande in noi, attraverso respiri via via più profondi...l’amore mette radici, brucia e cresce...così come il nostro mortale corpo, che invecchia, deperisce e poi muore...come le stelle che alla fine del proprio percorso....

UOMO RAGNO: sguisshh sguisshh sguisshhhh!

FATINO: E questo chi sarebbe?!

PADRE: Ehm...è l’uomo ragno, signor folletto....

FATINO: io sono un FATINO DEL CIRCO... NON SONO UN FOLLETTO, UNA FATA, UN ARCANGELO, UNO GNOMO, MA UN FATINO!! Che diavolo ma qui avete tutti dei problemi di comprendonio?!

PADRE: Oh no, ci perdoni...è che in tanti anni...non avevo mai visto un fatino del circo...

UOMO FORZUTO: Oh, nemmeno io se è per questo

NANO: Io invece..ne avevo sentore (indica il doppio naso)

PADRE, UOMO FORZUTO, NANO: Ma vaaaa!

NANO: PUAH!

FATINO: Eppure son stato con voi...sin da quello spettacolo al palazzo presidenziale...

PADRE, UOMO FORZUTO, NANO, ANNIE: Cosa?!

NANO: Ma allora?

UOMO FORZUTO: Perché non ricordo?!

PADRE: Già..incredibile...io ne ho vaga memoria ma credevo fosse solo un sogno!

FATINO: Lo avete dimenticato perché voi stessi avete dimenticato come si ride...da allora non ridete più non godete più delle risa del pubblico...eppure fu un successo...ricordo il pubblico in piedi ad applaudire, con le lacrime di gioia che sgorgavano dai lucidi occhi...e voi lì...che in un’attimo di sconforto forse, avete perso lo spirito vero dello spettacolo....

PADRE: E sarebbe a dire?

FATINO: La voglia di divertirsi prima di divertire il prossimo...e anche voi (al PADRE) che pure avete mantenuto quella gioia intatta...è come se l’aveste seppellita nella tristezza...nella solitudine...dopo la morte di vostra moglie..

PADRE: E’ vero...è dura divertirsi, quando il cuore è divenuto nero...

UOMO FORZUTO: Già...

NANO: Da allora...sin da allora abbiamo perso la voglia di divertire noi stessi...ora ricordo...

FATINO: Sì sì va bene...ma fatemi finire...sennò qui la tiriamo per le lunghe e comincio ad aver  sonno!...L’amore è recidivo...non muore o se lo fa...torna...si ripete...guardate questi due! Che sulle prime mi han giudicato come un essere spregevole, sgradevole, un poveraccio...

ANNIE: Beh...non è che...

FATINO: silenzio!

ANNIE: Scusi

FATINO:  Dicevo...ora che hanno capito che l’amore porta il sorriso, il sorriso, la risata e la risata l’amore...ora e solo ora possiamo calare il sipario su quell’ombra che la tristezza aveva calato sui nostri volti, e riaprirne un altro...su un giorno nuovo... questo giorno!...Il pubblico è qui....date inizio a quel che sapete fare meglio nella vostra vita...c’è chi allo spettacolo può solo assistere...voi avete il talento di creare l’immaginazione in chi ne sente il bisogno...che abbia inizio lo spettacolo dunque...

MICHAEL: Ma io...che posso fare?

ANNIE: Ridi. E’ il regalo migliore che tu mi abbia fatto...regalalo anche a loro (indica il pubblico)...non potranno non ricambiarlo!

PADRE: Dunque siamo pronti

UOMO FORZUTO: Si (estraendo una sbarra di metallo )

NANO: Certo che sì!

UOMO  RAGNO: Sguisshhh Sghuissshh! Sgusishhhhh!

FATINO: Bene, signori...a voi...IL CIRCO!

Musica

Buio

FINE