I diversi fatati
Teatro
Per ragazzi
Di
Anna Mauro
Personaggi
Sonia, Giuseppe, Daniele – tre bambini di età compresa fra i nove e gli undici anni.
Fosco, il mostro
Jago, il drago
Vanessa, l’orchessa
Dreda, la strega
Spasmi, i due fantasmi
Sebastiano, il marziano
Parco giochi condominiale sul proscenio. Giuseppe e Daniele sono seduti in un aiuola. Sonia entra in scena.
Sonia
Ciao.
Giuseppe e Daniele
Ciao
Sonia
Come mai siamo così pochi oggi pomeriggio?
Giuseppe
Gli altri hanno iniziato le lezioni di catechismo.
Sonia
E allora che si fa? Come giochiamo?
Daniele
Facciamo....uno, due, tre, stella?
Sonia
No, non mi va di fare sempre lo stesso gioco.
Giuseppe
E allora che facciamo?
Daniele
Non guardare me. I miei non vogliono che utilizzi il computer, quindi è inutile salire a casa mia.
Giuseppe
Peccato! Quel giochino horror che hai è talmente bello!
Sonia
Eppure...mi sta venendo un'idea. Ho saputo che alle spalle del nostro palazzo c'è una casa disabitata. Dicono che sia stregata. Perchè non andiamo a fare una perlustrazione?
Daniele
Non potrebbe essere pericoloso?
Sonia
No, ma che pericoloso e pericoloso! Andiamo, dai!
Daniele
Io veramente ho una paura da matti.
Giuseppe
Ma paura di che...Siamo insieme? Uno di noi si terrà indietro, così, se dovessimo avere bisogno, potrà andare a chiedere aiuto.
Giuseppe
Ok, accetto.
Daniele
(di malavoglia) Dai, magari vengo anch’io.
Sonia
Andiamo, allora.
Giuseppe
Sì, andiamo.
Sipario
Giuseppe
(dalla quinta) Ssh! Fate piano…
Daniele
Brrr…Ho paura, voglio andar via.
Sonia
Sei un bambino, ecco cosa sei. Non dovevamo portarti con noi.
Daniele
Voglio tornare a casa.
Sonia
A casa? Bene, tornaci da solo.
Daniele
Ma si sta facendo buio.
Sonia
Non pretenderai mica di essere accompagnato? Due sono le cose: o rimani con noi o vai via da solo.
Daniele
No, no. Sto con voi.
Il sipario si apre su una stanza polverosa. I bambini entrano in scena guardandosi attorno. Nell’aria un suono di campanellini, un suono celestiale.
Sonia
Ssh! Che cosa strana! I campanellini scacciaspiriti.
Giuseppe
E a che servono se la casa è disabitata?
Sonia
Forse i proprietari non vogliono che venga infestata e allora hanno voluto prendere le loro precauzioni. Permesso? C’è nessuno in casa?
Giuseppe
Permesso…
Daniele
Voglio tornare indietro.
Giuseppe
La prossima volta non venire con noi, ti prego!
Daniele
Ma io ho paura!
Giuseppe
Tienitela o mettitela in salamoia la tua paura.
(Sottovoce) A me la mia basta e avanza.
Sonia
Ehi! Possiamo entrare? Non siamo spiriti, siamo bambini in carne e ossa.
Jago
(dalle quinte, preoccupato) Fosco! Fosco! Vai a vedere chi c’è…E’ entrato qualcuno.
Fosco, il mostro
Ok Jago, però non sputare, altrimenti allaghi la casa (entra in scena). Sa…salve! Chi siete?
Sonia
Ciao, non vedi ? Siamo tre ragazzi.
Fosco, il mostro
Ciao, pia…piacere.
Sonia
Che stupidi! Siete normalissimi ragazzi anche voi e invece noi eravamo convinti di visitare una casa stregata. Abitualmente giochi qui dentro? Come ti chiami?
Fosco, il mostro
…Fosco. Guardami! Guardami bene. Io mi chiamo Fosco.
Sonia
Piacere. E io Sonia (gli stringe la mano).
Giuseppe
Ciao Fosco, io sono Giuseppe.
Daniele
E io Daniele. Piacere. Pfui! Che sollievo. Avevo paura di incontrare esseri mostruosi.
Fosco, il mostro
Ma io sono Fosco, il mostro!
Daniele
Ma dai! I mostri sono creature orrende e invece tu sei bellissimo. Sembri un angelo.
Giuseppe
Hai una voce talmente fresca! Argentina, squillante, gaia.
Fosco, il mostro
Infatti sono triste per questo. Io sono un diverso. Sapete bene che il mostro è una persona che si fa notare per la sua crudeltà, per la sua perfidia. Io, invece, sono un pezzo di pane, non potrei fare male neanche a una mosca.
Daniele
Vivi da solo?
Fosco, il mostro
No, vivo con altri disgraziati come me.
Daniele
Disgraziati in che senso, scusa?
Fosco, il mostro
Nel senso di esseri fuori dai canoni, schedati in un modo e di aspetto e comportamento assolutamente diversi da ciò che ci si immagina.
Sonia
Presentaceli dai, falli uscire!
Esseri in coro
(dalle quinte) No…no…
Fosco, il mostro
Visto? Si vergognano troppo.
Daniele
Dai, ti prego. Insisti. Falli uscire.
Giuseppe
Su, venite fuori. Vogliamo conoscervi.
Sonia
Ci piacerebbe avervi come compagni di gioco.
Fosco, il mostro
Dai, ragazzi, mettetevi in fila e presentatevi.
(il suono di campanellini che ha dato il benvenuto ai bambini si avvicina via via)
Spasmi, i fantasmi
Noi siamo Spasmi, i fantasmi.
Sonia
Ma siete incantevoli. Lenzuola colorate e solari. Bravi! Mettete allegria.
Spasmi, i fantasmi
Noi non vogliamo mettere allegria, noi vogliamo terrorizzare chiunque.
Sonia
Sentite me, con questi colori splendidi non terrorizzerete nessuno.
Spasmi, i fantasmi
Ma noi non siamo creature fatte per divertire o rallegrare, noi siamo gli spettri, siamo apparizioni paurose, esseri incorporei che scioccano chi s’imbatte sulla loro strada. Diversi, anche noi siamo diversi. Quando camminiamo non facciamo rumore di catene, ma di campanellini. Questo suono ci martella le tempie. Pensiamo di essere spiriti e ci fa scappare a gambe levate. Avanti e indietro, avanti e indietro. E rimaniamo sempre nello stesso posto.
Fosco, il mostro
Avanti il prossimo!
Dreda, la strega
Io sono Dreda, la strega (si inchina)
Sonia
Tu assomigli a tutto fuorché ad una strega. Sembri una fatina dei boschi, tanto sei bella!
Dreda, la strega
Lo so, è la mia grande sventura. Vorrei avere i capelli ispidi, invece ho i boccoli biondi, vorrei avere il naso bitorzoluto e invece ho il nasino alla francese, vorrei non possedere i denti e invece…guardate un po’ qui! (mostra la bocca)…che dentatura bianca e splendente. Ma come si può vivere così…
Sonia
Ma scherzi? Ragazzi, vi confesso che io non vi capisco proprio.
Dreda, la strega
Ma come fai a non capire? La strega dovrebbe essere una donna brutta, che pratica la stregoneria, una donna alla quale sono attribuite doti soprannaturali e malefiche, una donna capace di compiere incantesimi, sortilegi, malie. Io dovrei essere in grado di preparare filtri magici, pozioni malefiche. Non mi riescono né gli uni, né le altre. Sapete qual è la cosa che mi riesce meglio?
I tre ragazzi in coro
No.
Dreda, la strega
Le tisane medicinali. (si dispera) Avanti il prossimo.
Jago, il drago
Buon pomeriggio. Piacere di conoscervi. Io sono Jago, il drago.
I tre ragazzi in coro
Un drago?
Daniele
Ma io sapevo che il drago era un mostro favoloso che la fantasia popolare, nel Medioevo, rappresentava sotto forma di grosso e pericoloso serpente con zampe ed ali e che vomitava fuoco (Jago starnutisce).
Dreda, la strega
Jago, anziché fuoco, sputa acqua, per cui pulisce e purifica qualunque cosa.
Jago, il drago
Anzi, per specificare meglio…Io sputo quando starnutisco perché soffro di un’allergia pazzesca alla polvere. Che mi sento ridicolo! Che mi sento ridicolo! Sputo saliva al posto del fuoco.
Sonia
Su, non fare così…
Jago, il drago
Et…ciù! Et…ciù! Chi viene adesso?
Sebastiano, il marziano
Io, Sebastiano, il marziano.
Giuseppe
Ho sempre immaginato voi marziani come essere assai diversi dagli uomini. Tu, Sebastiano, somigli agli umani in tutto e per tutto.
Sebastiano, il marziano
E’ proprio questo il mio cruccio. Io non sembro un marziano, sono tale e quale a voi umani. Sono verde?
Daniele
No.
Giuseppe
Ho gli occhi fosforescenti?
Daniele
No.
Sebastiano, il marziano
Cosa posso farci se sono venuto fuori così...
Sonia
Ma tuo padre era terrestre?
Sebastiano, il marziano
Che io sappia no, però forse mia madre venne in gita prima di nascere io e...che ne so io perchè son venuto fuori così...(piange a dirotto).
Sonia
Su, non fare il bambino…Adesso chi ci presenti?
Sebastiano, il marziano
Niro, il vampiro.
Daniele
Oddio, un vampiro!
Sonia
E datti na calmata! Non vedi che sono diversi? Non vedi che sono buoni? (i mostri piangono sconsolati)
Niro, il vampiro
(entra dalle quinte cantando)
Mi chiamo Niro
Sono un vampiro
Non succhio sangue
Ma inchiostro dalle biro…
Vi prego, non sghignazzate anche voi. Vorrei che tutti urlassero dalla paura alla mia vista e invece, porca miseria, parlo pure in rima. Vorrei vedere scappare tutti a gambe levate e invece ridono, ridono, ridono a crepapelle.
Pupo, il lupo
Mai come quando incontrano me. Piacere, io sono Pupo, il lupo.
Sonia
Ma che razza di nome!
Pupo, il lupo
Infatti!
Vanessa, l'orchessa
Io invece sono Vanessa,
l’orchessa. L’orchessa dovrebbe essere un mostro pauroso che mangia gli uomini
ma soprattutto i bambini. Invece…Quale beffa per me! Sono nata vegetariana. Io!
Io che dovrei essere una grande carnivora. Io che dovrei mangiare uomini…io che
avrei voluto mangiare
soprattutto i bambini…
Fosco, il mostro
Adesso ci avete conosciuti tutti. Proviamo una vergogna indescrivibile e tutti ridono di noi.
Voce dalle quinte
Bambini, dove siete?
Fosco, il mostro
Sssh! Non fateci scoprire.
Sonia
Ma è mia madre. Ci sta cercando. Mamma, vieni, entra, siamo qui (entra una signora non molto giovane).
Fosco, il mostro
Tua madre?
Dreda, la strega
Così vecchia?
Jago, il marziano
Ma sembra tua nonna!
Sonia
Me lo fanno notare tutti, ma a me sta bene così. Io adoro la mia mamma perché è diversa da tutte le altre. Anzi, ti dirò di più. Mi sembra di avere una mamma e una nonna in un’unica persona.
Mamma
Chi sono loro? I vostri nuovi amici?
Sonia
Sì, però ci dispiace che siano così infelici.
Mamma
Infelici per cosa?
Sonia
Perché sono diversi. Dovrebbero essere mostri e invece sono esseri fatati e si vergognano di uscire allo scoperto.
Mamma
Ma non è detto che essere diversi sia un sinonimo di peggiorativo!
Fosco, il mostro
Rispetto alla specie, sì. Su questo non ho alcun dubbio.
Mamma
Spesse volte è al contrario.
Tante volte si tende ad essere legati a dei modelli o attaccati alle origini,
ma non è detto che siano i presupposti migliori. Di ogni diverso dev’essere
preso il bello, il buono perchè ci sono entrambi. Ci sono i diversi teneri e
fragili, eppure derisi, denigrati.
Eppoi non è detto che nelle case stregate debbano starci solo mostri, così
come nei castelli solo fate. Anch’io sono diversa. Ma la nostra diversità ha
senz’altro dei lati positivi. Vedi? Io non essendo più tanto giovane, ho più
tempo da dedicare a mia figlia.
Fosco, il mostro
E noi?
Mamma
Voi siete diversi nel senso che dovete essere valutati in maniera positiva rispetto a quello che la società produce. Diverso è un ragazzo educato che si contrappone al bullo.
Daniele
Va a finire che i buoni si autoimprigionano e i mostri sono liberi per le vie
Mamma
Diversa è una ragazza che non ha smanie di protagonismo e vuole fare volontariato, aiutare gli altri.
Fosco, il mostro
Noi invece ci siamo rinchiusi tutti qui dentro in modo che, quando accade qualcosa che ci può dare la possibilità di uscire fuori, possiamo farlo tutti insieme senza essere notati.
Sonia
Se vi scopriranno vi faranno del male.
Mamma
Ma lo sapete che una minoranza che riesce a organizzarsi è molto più forte di una maggioranza allo sbando? Tutti pensano che nelle case stregate, così come nelle carceri, nei manicomi, debbano starci solo mostri, che non ci sia posto per altra gente. Ma non sempre è così. E allora non vi vergognate e non rimanete rinchiusi. Dovete avere il coraggio di uscire fuori. I buoni non possono ritenersi diversi perché non si assuefanno ai modelli che vuole la società. Devono capire, devono sapere che dalla loro forza dipende un miglioramento di tutti.
Dovete insistere e non vergognarvi di quello che siete. Purtroppo non possono vergognarsi i buoni e pensare di essere gli sciocchi di turno. Tutt’al più è al contrario. Ma finchè chi si considera diverso in positivo si rinchiuderà, il mondo farà leva soltanto sui cattivi che potranno agire indisturbati. Essere normali significa seguire quelle mode che non ci consentono di pensare, di riflettere. Essere normali e quindi uguali agli altri ci consente di non prendere posizioni precise, di rimanere nel coro. Capisco che è più facile fare la pecora e seguire il gregge piuttosto che rispettare i propri pensieri che guidano. Ma è così bella una voce solista! Facciamola sentire a tutti. Coraggio.
(ognuno canta allegramente per i fatti suoi)
Sipario