I maneggi per maritare una figlia

Stampa questo copione

I manezzi pe maia ‘na figgia

               La Compagnia di Prosa ”IL GABBIANO”

                                                               PRESENTA

“IMPICCIATI E CONFUSI”

Video Commedia in 3 atti liberamente tratta da

“I MANEZZI  PE’ MAIA’ ‘NA FIGGIA”

                                (I MANEGGI PER MARITARE UNA FIGLIA)

                                      di Nicolò Bacigalupo

                       Adattamento dal genovese al romanesco di MAURIZIO POLITI

                           PERSONAGGI E INTERPRETI:

Romolo, il marito:                          

Cesira, la moglie:                            

Elvira, la figlia:                               

Colomba, (Comba) la domestica:     

Carlotta, amica di Elvira:               

Cesarino, fratello di Carlotta:          

Filippo, dettoPippo, un amico:       

Riccardo Del Bello:                        

 Marchesa Nasali Rocca:                  

 

La commedia è ambientata in una cittadina intorno Roma, negli anni cinquanta, in casa del signor Romolo, uomo dalle qualità mediocri ma onesto lavoratore, individuo tranquillo e pieno di senso pratico. Al suo carattere mite e permissivo, si oppone quello forte e deciso della moglie, la signora Cesira, la cui unica preoccupazione nella vita è di trovare un ricco marito alla figlia Elvira, mettendola in mostra e attribuendole anche doti che non ha.

                                       

                                      ATTO PRIMO

E’ il giorno in cui la famiglia deve partire per qualche giorno in campagna, dove hanno una villetta. E’ ora di pranzo e Romolo torna a casa dove si aspetta di trovare la moglie e la tavola apparecchiata; viene però accolto dall’energica domestica, Colomba, che gli comunica non solo che le signore sono ancora fuori a fare spese, ma anche che in casa non c’è niente da mangiare. Finalmente tornano la signora Cesira e la figlia Elvira, stanche e cariche di pacchi. Il signor Romolo tenta di esprimere alla moglie il proprio disappunto per la poca cura che in famiglia hanno di lui e per gli abiti sciatti che è costretto a portare e qui si svolge uno dei dialoghi più vivaci e coloriti di tutta la commedia. Alle timide rimostranze di Romolo, Cesira risponde attaccando e tenta, con non comune abilità, di scusarsi delle inefficienze dell’organizzazione familiare, gettando la colpa sul marito. Questi, scoraggiato e affamato, decide di andare a pranzo in trattoria. Intanto a casa arrivano visite; prima Carlotta, graziosa amica di Elvira, poi due amici: Filippo, allegro sfaccendato, e Riccardo, ricco e brillante giovanotto che, essendo figlio di un senatore, ha attirato le mire della signora Cesira e della figlia Elvira. Il primo atto si conclude con gli affannosi preparativi della partenza per la casa di campagna.

                                      ATTO SECONDO

Siamo in “villa”: è domenica pomeriggio e sulla terrazza è in corso una festa da ballo. Tra gli invitati, oltre a Filippo, Riccardo e altri giovani, c’è anche Cesarino, che è sinceramente innamorato di Elvira. Purtroppo non è molto ricco e quindi è stato scartato sia dalla madre che dalla figlia. Questa ha interpretato alcuni complimenti, che il signor Riccardo le ha fatto, come corteggiamento e tratta male Cesarino, lo offende e respinge la sua proposta di matrimonio. Quando Romolo viene a sapere tutto ciò ne è costernato, perché egli approva questo matrimonio, cui aveva anche acconsentito il suo amico Michele, padre di Cesarino. Però nel momento in cui Cesira gli prospetta la possibilità di far sposare alla figlia un giovanotto “bello, ricco e mezzo nobile”, Romolo, anche se dispiaciuto di deludere il giovane Cesarino, comincia a prendere in considerazione questa possibile soluzione. Durante il corso della festa l’equivoco continua, anche a causa di una signora, la nobile Marchesa Federica Maria Anna Nasali Rocca, mandata dal padre di Riccardo a prendere informazioni sulla ragazza che suo figlio vuole sposare.

                                    ATTO TERZO

Romolo, parlando con la marchesa, ha scoperto l’equivoco e cioè che Riccardo a Elvira non ha mai pensato. Tenta di spiegarlo a sua moglie, che invece si ostina nelle proprie illusioni e finisce per dire a Cesarino che Elvira sta per sposare un giovanotto molto ricco. Cesarino, offeso e amareggiato, va a cercare sua sorella Carlotta per tornare a casa con lei. Nel frattempo anche Elvira ha scoperto l’amara verità. Cesira allora pretende una spiegazione dalla signora Marchesa e quando questa conferma che Riccardo non è innamorato di sua figlia, ma dell’amica Carlotta, va su tutte le furie e, comportandosi come una “lavannara”, incolpa la signora Marchesa di averli illusi. Elvira è in lacrime e tutti sono costernati. Cesira non si perde di coraggio e decide immediatamente di tornare al vecchio progetto: quello di far sposare la figlia al povero Cesarino. Questi, che è sempre innamorato di Elvira, è pronto a perdonare e così la commedia offre il lieto fine di due matrimoni: quello di Riccardo con Carlotta e quello di Cesarino con Elvira.

                                      ATTO PRIMO

                                        
                                     SCENA PRIMA

                                (COLOMBA E ROMOLO)

  (All’alzata del sipario si sentono due scampanellate)

COLOMBA  - (Uscendo dalla sinistra) - E vengo, vengo..... Oh, e se ho

                     detto che vengo, vengo!! Che cavolo!... Chi è ?

ROMOLO - Amici.

COLOMBA - Chi é?

ROMOLO - So io.

COLOMBA - Io chi?

ROMOLO - Eh, io.... (entrando e portandosi al centro della sala) –

                  Pare impossibile....tutte le volte che vengo a casa è

                   sempre la stessa storia....

COLOMBA  - Ma lei mi ha detto....

ROMOLO - Ma che t’avrò mai detto? T’ho detto de domandà sempre

                 chi è... de non aprì con troppa facilità perché non se sa

                  mai chi è... ma quando senti la voce mia, so il padrone di

                  casa... e dunque... LA VOCE DEL PADRONE... (guardando

                  l’orologio) - è tardi e c’ho fame, è pronto?

COLOMBA - Che?

ROMOLO - Ho detto che è tardi e c’ho fame... e se è pronto.

COLOMBA - Ma pronto che?

ROMOLO - Pé uno che c’ha fame, che deve esse pronto... il tranvai?

COLOMBA - …Ma le signore non so ancora ritornate.

ROMOLO - Figuramise!  Non sò ancora tornate?... E poi me dicono de  

                 fa presto, che non le devo fa aspettà, perché c’hanno da

                  andare alla villa in campagna... ma dimmi un pò, a che

                  ora so uscite?

COLOMBA - Non erano ancora le nove...

ROMOLO - (Guardando l’orologio) - Ammazza! Quasi cinque ore

                 fuori... Vabbé, te vai in cucina e butta la pasta...butta la

                  pasta!!!

COLOMBA  - Ma le signore?

ROMOLO - T’ho detto de buttà la pasta. Non te l’ho detto che

                  ora è?...

COLOMBA  - Cosa vuole che sappia, prima mi dicono di mettere in

                    ordine la casa, fare i letti, portare la biancheria a lavare,

                     preparare la colazione, poi subito a comprare.

                     Torno,...taffete, la signora mi manda dalla sarta,

                     accendo il fuoco per mettere su la pentola, la signorina

                     mi chiama perché vada a pettinarla, non ho ancora

                     finito... che devo mettere la roba nelle ceste per andare

                     in villa... Io questa vita non la posso più fare, se lei

                     vuole che me ne vada, io me ne vado, che non mi pare

                     nemmeno vero.

ROMOLO - E vabbé, allora butta la pasta e poi vattene pure…..

COLOMBA - Senta, mi sta traboccando l’acqua sul fuoco... e poi dirà

                   che la minestra sa di bruciato. (Va in cucina).

ROMOLO - E va bene vai... vai a buttà la pasta. (Sedendosi nella poltrona di sinistra e aprendo il giornale).  Me viene una rabbia... poi dai retta alle donne!... Questa mattina Cesira, mia moglie, m’ha svegliato che non erano manco le cinque, e m’ha detto: Romolo, Romolo, me raccomando, vieni a casa presto, perché dobbiamo andare in villa. Villa!!!... Devi vedè che roba....Ragni, mosche, zanzare....Quello che ce sta  de zanzare! ...io non lo so, dicono che è l’acqua...è l’acqua che fa venì le zanzare…l’anno passato siamo rimasti un mese senz’acqua. La portavano co l’autobotte, l’acqua non c’era...ma le zanzare c’erano, eccome!!!… stavano tutte lì, le zanzare.. sì....stavano lì che aspettavano l’acqua....

               Io mi affanno, corro, sudo e ho saltato la colazione.....torno a casa e le signore non so ancora tornate e io sto qui che….

                                       SCENA SECONDA

                                      

                                     (COLOMBA E ROMOLO)

COLOMBA - (Entrando si avvicina a Romolo) - Signor padrone..!

ROMOLO - Mbè?

COLOMBA - L’ha portato?

ROMOLO - Se l’ho portato?

COLOMBA - Eh sì....?

ROMOLO - Ma che?

COLOMBA - Il pesce...

ROMOLO -Pesce?!!...E che pesce?

COLOMBA - Quello che doveva portare...la signora mi ha detto che il

                   pesce lo portava lei…

ROMOLO - IO dovevo portare un pesce?  E io me devo sognà de portà

                 un pesce?

COLOMBA - Ma la signora non glielo ha detto?

ROMOLO - A me non m’ha detto un accidenti.

COLOMBA - E adesso ve la dico bella, io non ho comprato niente!! 

                    In casa non c’è niente!

ROMOLO - In casa non c’è niente? E annate un po’ a favve benedì voi

                 tutte donne di questo mondo!... (campanello) - Sentite ?

                  Saranno loro...dovevo sognamme de portà un pesce... 

                  (Uscendo verso la camera).

                                      SCENA TERZA

                              (CESIRA, ELVIRA E COLOMBA)

CESIRA - Me sa che è tardi, eh?

COLOMBA - E’ già venuto il padrone.

CESIRA - Ah sì?  Eh, non ho potuto fa più presto...Andiamo su, Elvì, vatte a preparà…

ELVIRA - Oh, mammetta cara...... (posando dei pacchetti sul tavolino e sedendosi sulla poltrona alla destra del tavolino) - lasciame riposà n’attimo, perché sò proprio stanca.

CESIRA - Per dire la verità, so stanca pure io... (consegna un pacchetto a Comba poi si siede). Figurati Comba, che siamo andate dalla zia, e non c’era...

ELVIRA - A me non m’è parso nemmeno vero!

CESIRA - Poi siamo andate dalla sarta...

ELVIRA - Ah! Giusto la sarta... io vorrei un po’ sapé

                                     SCENA QUARTA

                        (ROMOLO, CESIRA, ELVIRA E COLOMBA)

ROMOLO - (Entrando e passando dietro le poltroncine) - IO vorrei un pò sapere...  Fino a che punto arriva la vostra faccia tosta.....

ELVIRA - Oh, ciao papalino....

ROMOLO - Eh sì, ciao papalino....c’ho fame, altro che ciao papalino....

CESIRA - E… come mai, Romolo… e come mai sei già a casa?

ROMOLO - Me domanda come mai sto già a casa. Eh sì, Cesì sto già a casa....Non sapevo dove andare e ho detto: annamo un po’ a casa!

ELVIRA -Io non lo so, ma litigano sempre ‘sti due! (Esce e va verso la camera).

CESIRA -Ma scusami, Romoletto caro...

ROMOLO -Ah sì, scusami....ma ce lo sai che ora è, tu che mi dici  scusami? Questa mattina m’hai svegliato alle cinque, sai Cesì, per dirmi de venì a casa presto, perché dovevamo andà in villa... e non basta…

CESIRA - (Indica a Comba)

ROMOLO - (Romolo, a Comba) - In cucina , in cucina…

COLOMBA - (Comba si avvia lentamente in cucina).

ROMOLO -  …e non basta, m’hai accompagnato fino alla porta: “Romolo, me raccomando, vieni presto”… e non basta ancora, m’hai mandato dietro per le scale a ripetelo sto…. straccio de serva.

COLOMBA - (Si ferma di scatto) - Oh, oh, come sarebbe a dì.. straccio de serva? (Avvicinandosi a Romolo).

ROMOLO - Ah, hai sentito?

COLOMBA - E me pare... stavo lì.

ROMOLO - Ma non t’avevo detto d’andattene in cucina?... E me

                  manda dietro    sto... sto.. straccio de serva... -se cambio,

                  dico serva de ‘no straccio... è pure  peggio...- per dimme di

                  non scordarmi...  Cammino, sudo, lavoro sodo, ho saltato

                  la colazione, vengo a casa pieno de fame,… e le signore

                  sono uscite e se ne stanno fuori casa quasi cinque ore, e

                  poi quando ritornano, se sdraiano in poltrona e…

                  aspettano la manna dal cielo... (a Comba) - E te, che fai lì

                  impalata come n’ allocco?  Se mangia o non se mangia

                  oggi?

COLOMBA -E va bene... andrò a mette a tavola...

ROMOLO -Ah, ancora da apparecchià ?!... Ah, che se non ce fossi

                  abituato, me fareste sbatte la testa contro il muro... e và

                   a preparà sta tavola!

COLOMBA - E va bene, vado...Ah giusto, signora, non l’ha mica

                   portato, eh?

CESIRA - Che?

ROMOLO - Ah sì, giusto, questa sì che è bella...

 

CESIRA - Ma che è che non ha portato?

 

COLOMBA - Il pesce!!... Non ha detto che il pesce lo portava il

                   padrone?

CESIRA - E come mai, Romolé...non l’hai portato?

ROMOLO - Il pesce? Io dovevo portà il pesce?

CESIRA - E sì...

ROMOLO - Io? E tu, Cesì, l’hai portate le banane?

CESIRA - Io? Io dovevo portà a casa le banane?

ROMOLO - E io dovevo portà il pesce? Perché, perché..

CESIRA - Ma perché io del pesce te l’ho detto stamattina!

 

ROMOLO - E io delle banane te l’ho detto stanotte... Non m’hai detto niente, Cesì….

CESIRA - Non te lo ho detto?

ROMOLO - Non m’hai detto niente, niente!!!

CESIRA - Embé, me sarò scordata...già nella confusione....

ROMOLO - E tutto pé fa le cose con la testa nel sacco! E poi chi ce va  de mezzo so io... Andatevene a fà benedì tutte...

CESIRA - Romolo!......

ROMOLO - Ah sì, Romolo……

CESIRA - E te Comba, movite, vai a mette a tavola...che ce fai lì incantata…

COLOMBA -E va bene io la tavola l’apparecchio, ma poi sulla tavola che ce metto?

CESIRA -E pensiamoci n’attimo ... non c’é niente... nella dispensa ce stanno due uova, lo sai pure te.... con un po’ de salsa...

COLOMBA - Due uova ce stanno si, in cucina …

CESIRA - E vabbé, mica ce ne mangeremo ventiquattro….

COLOMBA - Ma è già un po’ de tempo che ce stanno…. (Esce verso la cucina)

ROMOLO - E sì, saranno stagionate...vero?....col loro ber pulcino... basta che poi tu non me dici che me so mangiato due polli...Cesì c’ho fame, due uova con la salsa sarebbe come dà uno zuccherino a un cavallo...

CESIRA -Hai finito??!!.. E tu lo sai che è che voglio?...Che davanti
               alle persone di servizio ste scenate tu non me le fai!!!!.
               Quando che c’hai qualche cosa da dimme, dimmela quando
               stiamo soli, a quattr’occhi… e allora strilla, arrabbiate,
               urla, che a me non me ne po’ fregà di meno!!! Ma dimme un
               po’?!!! Ma che te credi, che dentro na casa non ce sta niente
               da fa? Tu non te lo immagini nemmeno!... Tutto il peso
               della casa è sulle spalle mie, devo fà tutto io, co quello
               straccio de serva che non è capace a fa niente, e tu, tu vuoi
               tutto a puntino, e poverino che fa, poverino che lavora.
               E già, lui la mattina esce, va a fa un giro dai grossisti, se fa
               tre o quattro chiacchiere e gli pare d’avè girato il sole co le
               dita... E non sa che in casa ce stanno  un mucchio de cose
               da fa, se devono pulì le stanze, stirà i camiciotti, fa tutte le
               mattine la riga sui pantaloni, perché se non c’ha la riga nei
               pantaloni chissà che succede e tocca pure guardà de fa
               bastà i soldi... e chi fa tutto è la moglie, e guai se chiede un
               altro aiuto, un’altra persona di servizio: voglia de fà niente,
               ambizione de fà i ricchi, voglia de buttà via denaro! Me l’hai
               detto o non me l’hai detto?

ROMOLO - Si, si vabbé l’ho detto; ma cucì, stirà, fà da mangià... dice che me fa la riga sui pantaloni, ma se non me la faccio da solo co la matita...Cesì, l’ultima volta che m’hai fatto la riga sui pantaloni, e me lo ricordo bene, è stato il giorno che Elvira ha fatto la comunione....è na vergogna, me sembro il figlio de nessuno, sembro uno de quelli che vanno a cercà la minestra dai frati e dormono nei vagoni della ferrovia.....Quando vado pé strada e me specchio in  una vetrina dico: ma chi è quel disgraziato… e poi me vedo che so io!!...Cesì, guarda come so sti polsini, perdono il filo, dagli due punti.... guarda sti lacci, so tutti nodi...ogni mattina mezz’ora pé allacciamme na scarpa; tanti di quei nodi che se potrebbe dì il rosario... (si mette le mani in tasca) - e poi, giusto, tutte le tasche rotte... metto un soldo e paffete, va per terra...

CESIRA - Per forza, ce metti di tutto... Fazzoletti, matite, chiavi...

ROMOLO - Ce metto quello che ce va messo... e mica devo uscì da casa con un cabaret... e non so mica storie... L’altro giorno uno me mette la mano sulla spalla e me fa: “Guardi, bell’omo”…

CESIRA - Che t’ha detto, “bell’omo” … a TE?!!

ROMOLO - E sì... bell’omo… era uno che me stava dietro e non me vedeva... me dice: “guardi, bell’omo, che a pezzetto a pezzetto se sta a perde la camicia”. Cesì, era il fazzoletto che me usciva dal fondo dei pantaloni...è na vergogna, tutti i giorni me ne succede una.

E l’altro giorno vado da un amico... A metà scala la portinaia me chiama “pssss...pssss... indietro, che in questo caseggiato è vietata l’elemosina ”... Te l’ho mai raccontata quella dei raggi?... (si siede nella poltrona di sinistra). Era una mattina che non c’era niente da fa e siccome m’hanno detto che ci stanno dei raggi ultraviolacci... che fanno tanto bene,... me sò seduto e me sò levato il cappello, e mentre stavo lì che me prendevo due o tre raggi, se ferma uno, me guarda…. io penso: se vede che me  conosce, e gli ho sorriso... Cesì! M’ha messo 100 lire nel cappello e se n’è andato...

E poi...te dico questa poi non te dico altro: vedi sta giacca?

CESIRA - E’ una giacca marrone…

ROMOLO - Lascia perde il colore, è ‘na giacca che OGNI tanto c’ha

                  del marrone….da sta parte ci stanno tre asole, una, due

                  e tre…. guarda da st’altra ….manco un bottone...prima

                  erano tre, poi due, era rimasto pé ultimo quello de mezzo,

                  l’ho fatto durà più che ho potuto... è una vergogna….. ma

                  che ce devo mette, una corda pé chiude la giacca?  Io

                  capisco che dentro una casa ci stanno tante cose da fa,

                  ma perché non te fai dà una mano da tua figlia, che sta

                  sempre lì sul sofà a legge romanzi, o alla finestra...Io tutte

                  le volte che vengo a casa, alzo l’occhi e lei sta lì, come un

                vaso sul davanzale; quella non è una ragazza, è diventata

                un vaso...

CESIRA - Cosa vorresti che facesse tua figlia, la serva?...

ROMOLO - Ma io vedo che se una vuole, c’è tempo per tutto... le

                 signorine che sò ben educate, fanno prima quello che c’è

                 da fa in casa, lavano, stirano, strofinano per terra se

                 occorre, dopo trovano il tempo pé stà nel salotto a legge,

                 a fà un po’ di conversazione… quella è la vera educazione,

                 quello è il vero modo de educà na ragazza, per fanne na

                 brava madre de famiglia. E invece quello de andà a

                 passeggià pé mettese in mostra, pè dì: guardate, stamo

                 qui...Qui c’è la figlia e qui c’è la madre, qui c’è la figlia,

                 vedemo chi se la piglia...

CESIRA - E va bene, vorrà dì che non usciremo più, quando c’avremo da comprà qualche cosa...

ROMOLO - Ma se capisce che pe comprà se deve uscì, ma una cosa è pé bisogno e un’altra cosa è stà fuori quattro o cinque ore!  La questione è che voi donne pé un rocchetto de filo ve ne state fuori quattro o cinque ore, per un rocchetto de filo!!! E allora una che deve comprà un vestito bisogna che stia fuori due o tre mesi? C’avete l’ambizione de vedè e de favve vedè, ecco com’è... è una vergogna!

CESIRA - Ma guarda che furbo! Eh, se fosse per te la povera Elvira si sposerebbe il giorno del giudizio... Anzi sì, vado spesso in giro, e co questo? A me me  pare che dovresti ringraziamme. Che te credi, di fare il bene de tua figlia a tenerla a casa sotto chiave? Ma chi vuoi che la sposi, se nessuno la vede?

ROMOLO - E vabbé, allora affitteremo un negozio e la metteremo in vetrina, così tutti quelli che passano la vedono...

CESIRA - Ah, bene! Già che per te è lo stesso che se sposi o che non se sposi... così non c’avrai nemmeno da tirà fuori la dote! Annamo bene! E come vuoi avè ragione?...Già, voialtri uomini, ricordatelo bene, non capite niente!.. niente!..niente!  

ROMOLO - Niente, brava, noi uomini non capimo niente, è vero... infatti è per questo motivo che prendemo moglie...

CESIRA - Bravo, va a lavorà, ma della casa non te impiccià... La donna è la regina della casa e questo è il mio regno...e nel mio regno impero io…

ROMOLO - Oh... la “regina della casa”... il regno...

                                          SCENA QUINTA

                            (COLOMBA, ROMOLO E CESIRA)

COLOMBA - (Entrando dalla cucina) - Signora....

 

ROMOLO - Signora? Come te permetti??!! Giù, giù, è la regina.... 

                  (Fanno ambedue l’inchino)

CESIRA -Cosa c’è?

COLOMBA - Le posate dove sono...? Io non le trovo!

CESIRA - Oh povera me! E mo dove l’ho messe?

ROMOLO - Alè..! Non ce stanno le posate! Il regno è rimasto senza posate... la regina della casa... la regina de coppe...

CESIRA - Se non me sbaglio, stanno nella cesta...

COLOMBA - In quale, che le vado a prende...?

CESIRA - E sì, a prende, stanno in fondo a tutto...

ROMOLO - E allora Cesì, come facciamo? Andiamo a mangià in fondo alla cesta?

CESIRA - E vabbé, s’aggiusteremo, s’arrangeremo...

ROMOLO - E ci credo... Io m’arrangio de sicuro... me ne vado in trattoria!!...

CESIRA - Dove vai, Romolo?

ROMOLO - Dove vado? C’hai pure il coraggio de chiede n’do vado, ma tu lo sai Cesì che è da stamattina alle cinque che sto in piedi, co un goccio de caffè e basta... C’ho na fame... deliro dalla fame... e me  dici ancora n’do vado? Vado a fa dù passi, vado a prende un pò d’aria per famme venì appetito, me capisci? (esce dalla parte centrale)

CESIRA   - (Alzandosi e inseguendo Romolo mentre esce) - Romolo! Romolo! Vieni qua... (A Comba) - e a te come t’è saltato in mente de mette le posate in fondo alla cesta...?

COLOMBA - Io signora?... Ma si ce l’ha messe lei!!...

CESIRA - Io? Ce l’ho messe io? Ma fammi il piacere, sei te che fai le cose co la testa per aria!! E daje che lo so che sei innamorata: t’ho visto passeggià con na guardia de finanza...

COLOMBA - No, ma quello è mio cugino...

CESIRA - Si, e come no!!?... che stamattina era vestito da pompiere...

COLOMBA - Ah, quello è mi fratello...

CESIRA - Vai, vai a  mette a tavola che è meglio...

 

                                       SCENA SESTA

                                    

                            (ELVIRA, COLOMBA E CESIRA)

ELVIRA -Colomba! (Chiamando dalla camera)

COLOMBA - Vengo...

ELVIRA - Comba!...

COLOMBA - Vengo!

CESIRA - E vai, non senti che te chiama?

COLOMBA  - Ma dove devo andare? Di qua o di là?

ELVIRA - (Uscendo) - Comba, ma stai a diventà sorda? Mamma, già che la signorina non si degna... fammi il piacere, vieni un pò tu di là...

COLOMBA - La signorina non si degna? Ma io in due non me posso divide, o faccio la serva, o faccio la cameriera...

CESIRA - Vabbé, basta, non fa tante ciarle e vai a prende le posate.

ELVIRA - Le posate? Dove stanno?

CESIRA - E stanno nella cesta... in quella grande...

ELVIRA - Nella cesta grande, dove sta tutta la biancheria mia? Comba, per l’amor di Dio, non toccà quella roba....

COLOMBA - E bisogna che tocchi, se stanno in fondo a tutto...

ELVIRA - In fondo a tutto? E poi che bisogno c’è de ste posate, tanto io l’appetito non ce l’ho...

CESIRA - Per dire la verità l’appetito non ce l’ho nemmeno io, quelle paste che abbiamo mangiato me le sento tutte qui...

                                        

ELVIRA - E ci credo, mammina, dodici ce ne siamo mangiate!

COLOMBA - …. Dodici paste, e non sò nemmeno scoppiate!!!

                   Allora, che faccio? Le prendo o non le prendo?

ELVIRA - Ma no, non prende niente... mangeremo lassù in campagna...

CESIRA - Ma sì, mangeremo in villa...

COLOMBA - Se non vogliono mangià loro, mangio io... cucchiai di legno in cucina ce ne stanno.. (Andando in cucina)

 

CESIRA - Ma guarda un po’ come sei in disordine, pò venì qualcuno... (Suona il campanello).

ELVIRA   E chi sarà?

CESIRA   Ma... Comba... suonano... (a Elvira) - e tu vai un pò di là…..chi sarà?... Comba... Colomba?...

ELVIRA -(Esce verso la camera)

                              

                                  SCENA SETTIMA

                          (CESIRA, COLOMBA E CARLOTTA)

COLOMBA - Signora?

CESIRA - Sei sorda? Hanno suonato...

COLOMBA -Che cosa?

CESIRA - Eh...le chitarre... alla porta hanno suonato, no? Colomba, un momento… non ce stiamo pé nessuno... semo uscite, non ce stiamo pé nessuno... (Va verso la cucina)

COLOMBA - Va bene, non ci siamo per nessuno... (va ad aprire la porta) - Oh, serva sua, signorina...

CARLOTTA -(Parlando dalla porta) - Dunque ci siamo intesi eh,

                   Cesarì... passi poi a prendermi... (entrando) - Addio.

                  -Comba... ci sono?

COLOMBA - E no, non ci sono , non ci sono per nessuno... Uscite...

CARLOTTA - Uscite? A quest’ora?

COLOMBA - E sì, guardi un po’ che combinazione... Erano tanto affaccendate per andare in villa che hanno mangiato de corsa e poi so subito andate...

CARLOTTA - Oh, povera me...

                                                            

                                                     

                                 SCENA  OTTAVA

                          (ELVIRA,CARLOTTA E COLOMBA)

ELVIRA - Chi c’è? Ah, Carlotta, sei te? (Entrando)

CARLOTTA - Ah! Ma come mai? Colomba mi aveva detto che eravate già andate...

ELVIRA - Ma Comba!

COLOMBA - E sì, Comba... a me l’aveva detto sua mamma di dire così...

ELVIRA - Avrai capito male.

COLOMBA – Ah no, ho capito benissimo...

ELVIRA - Vabbé, basta, vai in cucina, te ripeto che avrai capito male.

COMBA - Oh, non ho capito male, già, ….so sempre gli stracci che vanno pe l’aria, ma la prossima volta me saprò regolà... (andando in cucina).

ELVIRA - Figurate un po’ se  mamma... Cara la mia Carlotta...

               (si seggono sulle poltroncine)

CARLOTTA - Dunque ho sentito che andate un po’ in campagna, senza dì niente...

ELVIRA - Che vuoi, veramente io e mamma non ce pensavamo nemmeno, tanto più che in campagna tutta sta bella gente non ce sta ancora... e io non me ce posso vedé... Ma sai come è papà: e annamo, e annamo, insomma ha insistito tanto che... avemo dovuto... Ah, Carlò, se intende che verrai per due o tre giorni pure te da noi... La domenica poi vengono tanti de quei giovanotti... vedrai che se divertiremo...

                                     SCENA NONA

                          (CESIRA,CARLOTTA E ELVIRA)

CESIRA - Uh, guarda chi c’è…. Carlotta? - (entrando)

 

CARLOTTA - E già, buon giorno, signora Cesira …

CESIRA - Come mai, Elvì, non m’hai avvisato che c’era Carlotta?... Ma siediti cara.

CARLOTTA - Ho sentito che andate in villa...

ELVIRA - A mà, stavo proprio a dicendo a Carlotta di venire un po’ lassù co noi...

CESIRA - E certo, cara, vieni, vieni che ce farai tanto piacere... (Campanello) - Oh, suonano, chi sarà?... Comba... Colomba...

CARLOTTA - Me rincresce de sta a disturbà... ma ho detto a Cesarino de passare a prendermi qui...

CESIRA - Colomba?...

                                    SCENA DECIMA

                       (COLOMBA, CESIRA, CARLOTTA E ELVIRA)

COLOMBA - Signora...

CESIRA - Hanno sonato... vai ad aprire!

COLOMBA - Ancora!!... che mattinata...

CESIRA - Ah... Colomba... prima de aprì, guarda un po’ dal buco della serratura e vié a dimme chi è...

CARLOTTA - So proprio mortificata de davve tanto fastidio... se posso aiutavve a fà qualche cosa...?

CESIRA - Grazie, cara, grazie... Ce ne sarebbero tante de cose da fà, ma...

COLOMBA - Signora...

CESIRA - Embè?

COLOMBA - Ci sono due signori...

CESIRA - Ah si?...E hai visto pure chi so?

COLOMBA - No, non ho potuto vedé bene perché erano troppo vicini alla porta, si vedono solo da qui a qui....(indica con le mani davanti, dallo sterno all’inguine)

CESIRA - Beh, vai e apri, e falli accomodà nel salotto Luigi XV...

COLOMBA - Nel salotto...che?

CESIRA - Luigi Quindici...

COLOMBA - Sì... quello che... non ce n’è altro!

CESIRA - Non ce n’è altro, ma è un Luigi Quindici!

COLOMBA -E vabbé ... vado...

CESIRA - Elvira, t’avevo detto o no de aggiustatte un pò... de mettite un grembiule, qualcosa...

ELVIRA - Eh, a mà, più de così...!!!!

                            SCENA UNDICESIMA

        (COLOMBA, CESIRA,CARLOTTA, ELVIRA, FILIPPO E RICCARDO)

COLOMBA - Signora...

CESIRA - Chi so?...

COLOMBA - C’è il signor Filippo e il signor Riccardo, e li ho fatti accomodà, come m’ha detto.. nel salotto de….. San Luigi...

CESIRA - Luigi XV! Si, vabbè... Carlotta, fammi il piacere, vai di là... sul mio letto troverai un pizzo, un merletto...

CARLOTTA - Si... e lo porto di qua?...

CESIRA - No, no, resta di là che poi vengo io... così me darai un consiglio... vai... vai...

CARLOTTA Vado... vado... Ma che c’è...

CESIRA   Colomba, qua, dammi il grembiule... ”c’è il signor Riccardo”

COLOMBA Il mio grembiule... ma...

CESIRA   E mica te lo mangio... e adesso... di là, e portame il bastone pé lavà per terra... co no straccio, qualche cosa, vai...

COLOMBA  Il bastone pè lavà per terra?... Uno straccio?... E qui divento scema!!....

CESIRA   Qui, qui Elvira

ELVIRA   Ma mamma!...

CESIRA   Lasciame fa, damme retta…..

COLOMBA Ecco il bastone… e lo straccio pé lavà per terra....

CESIRA  Vabbé, e adesso te, via... via... pappamolla...

COLOMBA - Ma che combinano non lo so!!! (andando in cucina)

CESIRA -Tu, mettiti a lavà,... lo so che non l’hai mai fatto... ma l’hai visto tante volte come se fa... io vado di là... hai capito?...

ELVIRA - Ah, si, mamma... ma...

CESIRA - Lava, lava, scemetta...

ELVIRA - E va bene... ma se lasciassero fa a me,... pure senza lavà

                per terra...

COLOMBA - Oh, signorina, ma che cosa fa?

ELVIRA -  Niente... aspetto gente...

COLOMBA -Aspetta gente e lava per terra, e senza acqua? Qui, qui, che piuttosto ci penso io...

ELVIRA -Eh no, vai via che rovini tutto...

COLOMBA  - Io rovino tutto? Ma io sono l’unica in questa casa che lo sa fare...

ELVIRA -E dai che non puoi capì... non puoi capì... insomma vai in cucina, vai...

COLOMBA  - E va bene... non si arrabbi... io vado in cucina, ma qui

                    qualcheduno va in manicomio!...

ELVIRA  -Sto qui, sto qui...

CESIRA   (da dietro le quinte) Ma no, li prego, non faccino complimenti...

FILIPPO  Ma sora Cesira...

RICCARDO  La prego...

CESIRA   Allora, così alla buona, prego... (entrano) Ah!... (vedendo Elvira che lava per terra)

FILIPPO  Brava, brava, sta ragazza!...

CESIRA   A Elvì, ma che stai a fà? Stai sempre a lavà?... Ma che vuoi che pensino sti ragazzi? Accomodatevi là... so proprio mortificata...

RICCARDO  Ma no, signora, me dispiace de avè sorpreso ‘na bella ragazza... diciamo pure… in negligé!!! Ma so ben contento de avè potuto così conosce la sua buona educazione...

CESIRA   Oh, hai sentito quello che ha detto il signor Riccardo? Ringrazia Elvira, come si dice? Grazie signore!...

ELVIRA   Grazie, Riccardo...

FILIPPO  E tutto questo fa onore alla mamma...

CESIRA   Troppo buoni... Elvira, te l’ho già detto tante de quelle volte, prima di tutto certe cose bisogna falle la mattina, e poi, lavori così materiali se lasciano fa alle donne de servizio. E sennò, se famo tutto noi!...

ELVIRA   Eh lo so, mammina, c’hai ragione, ma se sa, nelle famiglie ce stanno tante cose da fa,... e se non famo tutto noi... le donne di servizio so na vera disperazione...

FILIPPO  Eh... lo dite a me, che ce n’ho tre... ai giardinetti pubblici...

ELVIRA   Be’... se permettete...

FILIPPO  Che il bastone lo vuoi dà a me?...

CESIRA     Sto Filippo, che paravento!!!...

                Sì, sì, vai cara, va di là a cambiatte, mettite un po’ in ordine...

                Ma accomodatevi, prego... (sedendosi nella poltroncina di destra, Riccardo in quella di sinistra e Pippo nel divanetto ) so proprio mortificata de avevve ricevuto così male, ma se lo sapete che vuol dire famiglia, me dovete compatì... poi proprio sto pomeriggio che stamo pé annà in villa e c’è sempre da ricordasse qualche cosa, sempre tutto qui addosso a me...

RICCARDO  Che dice mai, signora...

FILIPPO  Io anzi ve dirò che questa è la famiglia esemplare, c’è poi Elvira, che non c’ha paragoni...

CESIRA   Troppo buono... oh Dio,…non faccio pé dì perché è mia figlia, ma veramente bisogna che lo dica a onore de Elvira, è na bambina che, credetemi, dove mette le mani...

FILIPPO  Sentito? Dove mette le mani lei...

RICCARDO  Sento, sento...

CESIRA   Dico…lorohanno visto, proprio mò stava lì a lavà per terra?...

FILIPPO  E senz’acqua, poi, a secco!!! Trovamene n’altra così!...

CESIRA   Embè? Lei sa fà de tutto! Lei spazza, cuce, leva la polvere, tiene i conti de casa e poi c’ha pure tempo de sonà il piano, de pitturà…e vedessero come dipinge bene, de studià le lingue... bisogna sentì come parla già bene il francese... de fà insomma mille e mille cose... e poi chi la sente:.. ah, io non so fà niente, io non so bona a niente...

FILIPPO  Tutta modestia... te l’ho detto?... Ragazze come queste ce ne stanno poche...

CESIRA   Oh! Eccola che viene qui... non le dite niente, perché è timida, timida...

                                          SCENA DODICESIMA

                          (ELVIRA, FILIPPO, RICCARDO E CESIRA)

ELVIRA   (mentre va verso il centro tutti si alzano) Comodi, ve prego... e scusate tanto se m’avete trovata in quello stato...

FILIPPO  Ma Elvira, nessun problema!...

RICCARDO  Anzi, abbiamo avuto il modo de vedè che mentre nei salotti c’hai tanto spirito da tenè viva na conversazione, non te manca però quello che più importa in una signorina bene educata e cioé le virtù per diventà un giorno, che spero vicino, una brava madre de famiglia...

FILIPPO  Se fa coraggio, l’amico...

CESIRA   Elvira, hai sentito che ha detto Riccardo?... e non se dice niente?...Se dice…

ELVIRA   Grazie, grazie...

CESIRA   Prego, prego... uh!!.... Scusate, è stato, come se dice...un... lapislingua!... E allora se me permettete, dato che dovemo annà in villa, vado un momento di là a controllà se tutto è a posto, lascio qui la mia bambina per fare gli onori di casa. Elviruccia, già che tu sei qua...(rivolgendosi a Elvira sottovoce) me raccomando, io vado de là pé vedé che combina Carlotta, ….(verso Filippo e Riccardo) e allora  se me permettete, vado un momento de là perché si non ce fossi io di là...

RICCARDO  Si accomodi... Ma si immagini, sora Cesira

FILIPPO  Prego, vada pure signora Cesira..se lei permette, le faccio da cavaliere...(porgendole il braccio)

CESIRA   Sto Filippo, sempre un perfetto cavaliere...

FILIPPO  Bontà sua, sora Cesira... Ah...(tornando al centro sala e vedendo che Elvira e Riccardo parlavano molto vicini) …(tossisce)

ELVIRA   Prego, accomodati...

RICCARDO  Grazie!...

ELVIRA   Mah!...

RICCARDO  E già... Eh sì...

FILIPPO  Eh sì...

ELVIRA   E... dicevi?

RICCARDO  Io?... Niente, Elvira.

ELVIRA   No... dicevo... che cosa dicevate qui co mamma...

RICCARDO   Ah!... Dicevo che se c’avessi poco poco l’idea de accasamme,  vorrei fa la mia scelta fra signorine come te... de casa...

ELVIRA   Ah, ecco, se c’avessi idea, perché vorrebbe dì che per adesso...

RICCARDO  Per adesso, se non cambio...

FILIPPO  Che scemo...

ELVIRA        Già, voialtri giovanotti dite tutti così e poi...

FILIPPO  Brava, Elvira... diglielo...

RICCARDO  Non capisco...

ELVIRA   Sì, insomma, per i giovanotti, in generale, non c’è cosa peggiore che sposasse, e poi... appena vedono na signorina... eh...?!!

FILIPPO  Ecco, ce sbavano appresso... brava, Elvira... dici bene... non gli devi credere, eh, a questo qui, è un mascalzone che gliela la dà a intende a tutte e poi... Elvì.. me devi stà a sentì a me...a me solo...

ELVIRA   Oh, per l’amor di Dio, ha parlato il peggiore de tutti…..!!!

RICCARDO  Te conosce bene, eh?...

ELVIRA   Piuttosto, ce venite in villa a trovacce?

FILIPPO  Ma se stamo qui apposta, pe sapé che se fa, che se combina... io ho già organizzato un reggimento de giovanotti pieni de bona volontà, ma mancherebbe la cosa più indispensabile...

ELVIRA   Le signorine... a quelle ce penso io... e Riccardo ci onorerà?

RICCARDO  Con molto piacere... sarò ben fortunato!

FILIPPO  Ma inviti pure a lui?

ELVIRA   Sì, perché?

FILIPPO  Se viene lui lassù, addio, se le becca tutte.

ELVIRA   Ma davvero? E così terribile?

FILIPPO  Terribilissimo; te dico che è proprio un tipaccio... 

ELVIRA   I miei complimenti...

 RICCARDO  Ma no... Pippo è un mattacchione che c’ha sempre voglia de scherzà... io a Roma e dintorni de signorine posso dire che conosco solo a te!!!....

                                          SCENA TREDICESIMA

                         (CARLOTTA, FILIPPO, RICCARDO E ELVIRA)

CARLOTTA  E  allora grazie, sora Cesira

FILIPPO  Chi c’é?

RICCARDO  Ma!? (sorpreso)

CARLOTTA  Ho visto Cesare dalla finestra, gli vado incontro...

FILIPPO  Oh! Carlotta, sempre bella... qui, qui, che capiti proprio a tempo...

ELVIRA   Carlotta... Ti presento Riccardo Del Bello...la mia amica Carlotta...

CARLOTTA  Ma Elvira, io avevo già avuto il piacere...

RICCARDO  E io avevo già avuto l’onore...

ELVIRA   Non me avevi detto che a Roma e dintorni non conoscevi che una signorina?...

RICCARDO   Allora... diciamo pure… due, va.. ecco.

CARLOTTA  Permesso?... Filippo...

FILIPPO  Carlotta...

ELVIRA   Ciao... Carlotta... Verrai allora a trovacce in campagna, vero? Ciao! Un bacio...

FILIPPO  Oh, se ce potevo sta io là in mezzo...

                                         

                                 

                                 

                                  SCENA QUATTORDICESIMA

                           

                             (CESIRA, FILIPPO, RICCARDO E ELVIRA)

CESIRA   Mi scusino tanto se ho dovuto... Elvira, c’è papà...

FILIPPO  Uh, il padre... E’ meglio che noialtri se ne annamo...

RICCARDO  Signora, allora noi togliamo l’incomodo...

CESIRA   Ma cosa dite mai... anzi ve aspettamo in villa... vero, Filippo?

FILIPPO  E come se fa a dì de no alla sora Cesira?...

ELVIRA   E anche Riccardo, s’intende.

RICCARDO  Grazie, non mancherò...

FILIPPO  E allora buon viaggio e arrivederci lassù...

CESIRA   Colomba?...

RICCARDO  Nuovamente...

FILIPPO  E tanti saluti al signor Romolo...

CESIRA   Grazie... Colomba, accompagna i signori...(dietro le quinte) Di nuovo! Ma potevate rimanere ancora un po’...(rientrando) …Ufffh, Non vedevo l’ora che se n’andassero...

ELVIRA   Che giovanotto distinto!

CESIRA   Te piace?...

ELVIRA   E me lo domandi!

CESIRA   Me piace pure a me... via ,via, che c’è papà...

                                

                                       SCENA QUINDICESIMA

                         (RICCARDO, FILIPPO, ROMOLO E CESIRA)

FILIPPO  Oh servo vostro, sor Romolo, semo venuti. un po’ qui…..

RICCARDO  Abbiamo… abusato...

ROMOLO Hanno fatto bene…

RICCARDO  Arrivederci!

ROMOLO Arrivederci... Arrivederci ma de rado... (entrando)  Ma io non lo so, c’è sempre la casa piena de giovanotti, che dà l’impressione de sta in un caffè, mica in una abitazione... pure pei vicini de casa... uno entra... due giovanotti... non è bello, quando vié Cesira glielo dico...

CESIRA   Bravo! Potevi stà n’artro po’... a momenti arriva  l’autobus...

ROMOLO ...uno entra, trova due giovanotti... uno lungo...

CESIRA   ....c’è ancora tutto da fà, bisogna assicurà le porte, le finestre, guardà che non     manchi niente...

ROMOLO ...uno entra, trova due giovanotti... uno lungo...

CESIRA   ...e il signore invece se ne va in trattoria, mentre quelli de casa non c’hanno avuto nemmeno er tempo de magnà…!!!!

ROMOLO ...uno entra, trova due giovanotti... uno lungo...

CESIRA   ...tutto pé fà presto, e poi se manca qualche cosa, so io che faccio, so io che sbrigo...

ROMOLO ...uno entra, trova due giovanotti... uno lungo... non me piace, anche per i vicini, non me piace...

                                         SCENA SEDICESIMA

                               (COLOMBA, CESIRA E ROMOLO)

COLOMBA Signora, c’è l’autobus...(entrando dal centro)

CESIRA   Ecco, te l’ho detto che c’è l’autobus, e te sei sempre lì che...

ROMOLO ...uno entra, trova due giovanotti... uno lungo...

CESIRA   ...presto Elvira che c’è l’autobus, e a me me tocca fà sempre tutto, riceve le visite, fà la serva, la padrona, stà in cucina, e tu nel salotto, e lui che dovrebbe fà tutto, sta lì!!... tu invece, prendi sta cesta, portala a quello dell’autobus, e gli dici che la metta nel bagagliaio, e pure questa... c’è della roba fragile... tienila sulle ginocchia... questa nel bagagliaio...

                                                  

                                                

                                           ULTIMA SCENA

                       (ELVIRA, COLOMBA, ROMOLO E CESIRA)

ELVIRA   Oh, bravo papalino, pure questa... so le scarpe mie...

ROMOLO Ah giusto, pure te... non è bello... due giovanotti... uno lungo...

ELVIRA   Ah... hai visto quello alto, che bello?

COLOMBA  Ah!... signor padrone... bene... bene, qui... qui...(consegnando un pacco)

CESIRA   Pronti, possiamo andare?... ah! Romolo, le chiavi, te le metto in tasca...

ROMOLO No, che è rotta... ah, il cappello mio... e no, questo è il tuo...

CESIRA   Le porte, le finestre, tutto chiuso, possiamo andare... andiamo su, coso mollo. Preso tutto?...

ROMOLO Sì, preso tutto!

COLOMBA Signor padrone...

ROMOLO Cosa c’è?...

COLOMBA Si è dimenticato...l’uccello!...

ROMOLO E ce mancava l’uccello... che ce dovemo fà?

                                       FINE DEL PRIMO ATTO

                                 

                                      
                                         
                                            ATTO SECONDO
                                                  SCENA PRIMA
                                        (CESIRA E COLOMBA)
 CESIRA  (entrando da sinistra) Comba... Colomba... ma dove è andata a finire?... Colomba?....

COLOMBA  (entrando dal centro e alle spalle di Cesira) Sono qui... va bene così signora?

CESIRA   Ma vedi un po’... ma che te sei, rotta la testa?

COLOMBA  Eh... io non sono tanto pratica, è la cresta!...

CESIRA   Qua che ce penso io... (aggiustandola)

                  Tutto pronto per le limonate?...Vassoi, bicchieri e tutto il resto?

COLOMBA Sì, signora...

CESIRA   E allora, marciare... svelta...di là

COLOMBA (uscendo si ferma e torna in dietro)

                   Ah, signora, lo zucchero... lo zucchero per le limonate...

CESIRA   Va bé... per quello vengo poi di là io...

COLOMBA  Va bene... (uscendo si ferma e torna indietro)

                     Ah, signora, i limoni...

CESIRA   Eh, ma santo cielo!!!…ma allora che c’è de preparato pé ste limonate?...

COLOMBA  Eh,l’acqua...

CESIRA   Ho capito, vai, vai che vengo io...ah, un momento, io sarò pronta, ma caso mai venissero degli invitati e io non fossi ancora pronta , li fai accomodà subito nel salone…

COLOMBA Dove??

CESIRA   Nel salone…

COLOMBA Nella sala …

CESIRA   Nella sal…salone, e mi vieni immantinenti ad avvisare, capito!! Immantinenti

COLOMBA Immantinenti (esce)

                                              SCENA SECONDA

                                   (CESIRA, COLOMBA E ELVIRA)

ELVIRA   Mamma... mamma...màààà!!!!??? (da dentro la camera)

CESIRA   Embè, che voi?...

ELVIRA   Sei sola?

CESIRA   Ma sì..., so sola...

ELVIRA   (entrando) Vedi un po’ se te sembra che vado bene così vestita?...

CESIRA   Ancora quel vestito lì ? E’ fuori tempo!...

ELVIRA   Embé, l’altra sera ero vestita così... e...

CESIRA   E allora?...

ELVIRA   Riccardo m’ha detto: Elvì, come stai bene...

CESIRA   Te l’avrà detto pé complimento?

ELVIRA   E altro... me lo so fatto dì due volte... m’ha detto: Elvira, vestite sempre così che stai proprio bene...

CESIRA   Eh... c’ha del gusto quel Riccardo... e...

ELVIRA   E poi da quello che m’ha detto...

CESIRA   (si siede) Eh... ma che t’ha detto... dimmi, dimmi...!?

ELVIRA   (si inginocchia vicino) Eh, detto... detto proprio detto, non m’ha detto niente...

CESIRA   Eh, ma allora!...

ELVIRA   Ma ce vole poco a capirlo... e poi un’altra sera... a Filippo, così discorrendo, gli è scappato di bocca che vuole prende moglie...

CESIRA   Ah sì, Filippo vò prende moglie?... Bene, bene,... perché se non se combina co Riccardo, se attaccamo a Filippo...

ELVIRA   Ma no! E’ Riccardo che vò prende moglie... e ha pure detto che aveva scritto a suo papà a Roma per domandaje il consenso...

CESIRA   Ma davero?...ma dimme un po’, te l’ha detto chi fosse sta signorina fortunata?

ELVIRA   No, no…

CESIRA   Eh, ma allora…

ELVIRA   lui non l’ha detto... ma io l’ho capito, perché l’altra sera, intanto che ballava con me, era un po’ nervoso e allora gli ho domandato che c’avesse...

CESIRA   E lui che t’ha risposto?

ELVIRA   Oh, m’ha risposto che era un po’ preoccupato... perché aspettava una risposta da su padre, e che questa risposta non arriva mai; e mammina, intanto che mi diceva tutte quelle cose, è diventato pallido, e poi sai, me guardava con due occhi... con due occhi...

CESIRA   Ma me dici sul serio, te guardava co due occhi?... E allora?

ELVIRA   Mamma, io dico che è...

CESIRA   E’ cotto, è chiaro che è cotto...

ELVIRA   Mammina, ne saresti contenta?
CESIRA   E me lo domandi!... Ma dimme un pò…e come la mettemo co Cesarino?
ELVIRA          (si alza infastidita)...A mà, ma che vòi mette...

CESIRA   E, un momento, un momento bambina, sai... non vorrei che poi tu restassi co le mani vote...

ELVIRA   Oh, no... me pare già d’esse la signora Del Bello...

                                           
                                           SCENA TERZA

                       (CARLOTTA, CESARE, CESIRA E ELVIRA)

CARLOTTA  Sora Cesira c’è qui Cesarino...

CESIRA   Oh, ciao Cesarì, come va ?...

CESARE  Molto bene, servo vostro... ciao Elvira, come stai..? Oh, che eleganza... e damme un po’ la mano!... E’ così cara sora Cesira, le devo fare tanti complimenti da parte de papà...

CESIRA   Grazie, come sta?...

CESARE  Non c’è male... grazie.

CESIRA   Allora, già che sei in compagnia qui de tu sorella, vado di là, perché se arriva qualcheduno... Annamo Elvì, vai a finì de mettite in ordine, cosi sei pronta... con permesso, Cesarino...(esce)

CESARE  Servo vostro signora….

CARLOTTA  E come mai, Cesarino, hai fatto così tardi? E questa sera ritorni a Roma, vero?

CESARE  Naturalmente...

CARLOTTA  Ah, a proposito, prima che me scordo, devo datte un biglietto pé papà... perché me deve dà…..
CESARE  Sì, sì ... poi me lo darai.

CARLOTTA  No, no che poi me scordo, vado a prepararlo subito (esce).

ELVIRA   E bravo, il signorino Cesare, (si siedono )… vengo su per l’ora di pranzo, vengo su per l’ora di pranzo, e poi...

CESARE  Sì, ma vedi è stato che mi padre…..

ELVIRA   Sì, sì... vabbé…..

CESARE  Credime Elvì, non è proprio dipeso da me... ma ce lo sai com’è papà...

ELVIRA   Eh, sì, quando te fa comodo, c’è sempre la scusa de papà...

CESARE  No, Elvira, quello che t’ho detto, lo ripeto... E poi, perché dovrei mancà alle mie promesse quando non vedo l’ora e il momento de poterle mantené?... Anzi, senti, volevo fatte una improvvisata, ma tant’è non riesco a tacé.. Elvì, ho già parlato a papà, gli ho detto com’è la cosa... lui è contento e m’ha promesso che parlerà co tuo padre ...

ELVIRA   Che hai fatto? Hai parlato a tuo padre?

CESARE  E sì, l’altro ieri ...

ELVIRA   E che gl’hai detto?

CESARE  Che se volemo bene, e che le nostre intenzioni... so serie...

ELVIRA   (si alza arrabbiata) Oh, poraccia a me... io non lo so, già,… te fai sempre le cose a modo tuo, e poi chi ce va de mezzo so io...(gira intorno al tavolo)

CESARE  (si alza) Ma come! ...

ELVIRA   Ma sì... pé due o tre cose che t’ho detto l’anno scorso qui in campagna, cose dette magari così pé scherzà...

CESARE  Come, pé scherzà?...

ELVIRA   Sì, pé scherzo... già, ma chi fa de testa, paga de tasca, perché io non t’ho detto niente, e non t’ho detto niente...niente…(esce)

     

                                             SCENA QUARTA

                               (CARLOTTA, ELVIRA E CESARE)

CARLOTTA  Ma che c’è, che succede?...

ELVIRA   ( rientra al centro) Che c’è? Lo so io che c’è... lui va e parla col padre, ma chi glielo ha detto de parlà al padre?... e già, quando se sta con gli scemi, va sempre a finì così...

CARLOTTA  Oh ma Cesare, che è successo?...

CESARE  Ma me sto a domandà si dormo ancora: j’ho detto che l’ho fatta domandà in sposa al padre e lei... l’hai sentita, m’ha ancora dato dello scemo...

CARLOTTA  Ma è la prima volta che ti parla così?

CESARE  Sì, è la prima volta...

CARLOTTA  Allora, forse, capisco io qualche cosa...

CESARE  E cioè? Parla Carlotta, te prego o qui io divento scemo davero!!!.

                                       SCENA QUINTA

                 (ROMOLO, CESIRA, CESARE E CARLOTTA)

ROMOLO Ma lasciame un po’ tranquillo...

CESARE  Carlotta, parla !...

CARLOTTA  Zitto, che c’è Romolo…

CESIRA   (entrando dietro Romolo) A momenti arriverà gente e tu sei lì che te perdi li pantaloni!...

ROMOLO Stavo a famme na  pennichella, sto qui pé riposamme ... oh Cesarino, ciao ...

CESARE  Buonasera, sor Romolo...

CESIRA   Su Carlotta... famme il piacere, vai un po’ di là che c’è gente... e stamo tutti qui...

CARLOTTA  Vado subito, signora Cesira...(esce)

CESARE  Che c’ha il signor Romolo? Me sembra un po’...

CESIRA   Macché me sembra, me sembra… E’ nervoso... dorme tutto il pomeriggio e poi si sveglia nervoso...

ROMOLO Vedi Cesì, quando dormo è l’unico momento che posso stà un po’ tranquillo... perché non te vedo... anzi alla sera quando che vado a dormì, prego sempre: Signore, famme sognà chi volete, ma non me fà sognà mi moglie... scusa Cesarino...

CESIRA   Senti Romolé, adesso vestite, non te vestì, dormi, non dormì, fai tutto quello che te pare, tanto io non dirò più niente...(giurando) vorrei morì se parlo...(si siede nella sedia di sinistra)

ROMOLO Accontentatela, accontentatela!... scusa sa Cesarì, si te faccio assiste a ste scene familiari...

CESARE  Ma ve pare, sor Romolo...

ROMOLO E poi tutto serve, tutto serve... a proposito de scene familiari... Cesarino... ieri ho visto tu padre..., l’amico mio Michele... (sedendosi insieme a Cesarino) lo sai benissimo che tu padre rimane  mio amico carissimo...

CESARE  Eh... ebbene?

ROMOLO Ebbene che... m’ha detto...

CESIRA   Cesarino, me fate un piacere?... Andate un po’ di là...

CESARE  Certo signora, vado subito...

ROMOLO Sì, sì adesso va; dunque ieri ho visto tuo padre, il migliore amico mio Michele, e m’ha detto...

CESIRA   No, no tu bisogna che vai di là a mettite in ordine... e te Cesarino, famme il piacere di andare di là...

ROMOLO Ma dimme un po’ Cesì, c’hai bisogno de Cesarino proprio adesso che ne ho bisogno io?...

CESIRA   Ma perché, capisci, qualcheduno di là bisogna pure che ce sia... Cesarino, famme il piacere...

CESARE  Adesso vado...

ROMOLO Questa è bella, io te devo dì na cosa e...

CESARE  E allora...

ROMOLO (alzandosi) E allora... Te manderò na cartolina...

CESIRA   E tu vai un po’ a vestirti...

ROMOLO Vado... vado... mi vié na rabbia... ma finirà... finirà, come finirà non lo so, ma finirà... Allora Cesarino facciamo na cosa... io vado a... e poi ci vediamo... così te dico che ieri ho visto tu padre, Michele, l’amico mio...

CESIRA   (alzandosi) Vai subito di là ...

ROMOLO E vado... cinque minuti e ritorno qui... così te dico... dico di ieri che ho visto... (va in camera inseguito dalla moglie)

CESIRA   Sì, d’accordo, d’accordo... e te vai Cesarino... (Quando nessuno è in stanza si avvicina alla porta della camera)... Romolé... dimme un pò, che c’avevi da dì a Cesarino?

ROMOLO Si, poi te lo dirò... Cesì, i miei pantaloni?

CESIRA   E lo dovrei sapé io dove hai messo i pantaloni?... Guarda Romolé, guarda Romolo che io non vorrei che tra voialtri vecchi combinate qualche cosa, e che poi io sarò l’ultima a sapello... eh?

ROMOLO Anzi, vedi Cesì, io te ne volevo parlà fino da stamattina, ma eri tanto presa dietro a sta benedetta festa da ballo che... Alè, alè, lo sapevo...!

CESIRA   Che c’è?

ROMOLO M’è saltato via un bottone...

CESIRA   Se capisce, sei tanto gentile mentre te vesti...

ROMOLO Cesì... il mio gilet?

CESIRA   Il gilet ?  L’ho visto sul letto...

ROMOLO Non c’è...

CESIRA   Allora cercalo... quando me spoglio, io lo so dove metto la roba...

ROMOLO Che sarà finito sotto il letto?

CESIRA   Eh sì, il gilet sotto il letto? Ma finiscila...

ROMOLO Non se sa mai... mò ce guardo... Ah... accidenti!

CESIRA   Che c’é?...

ROMOLO Ho dato na testata nel letto... Ah!... EUKERA ... l’ho trovato... EUKERA ...

CESIRA   Ma sei ignorante forte: eukera! … EUREKA!... scemo... e dov’era?

                           (Scena a soggetto della puzza del gilet)

CESIRA   Ma dove stava?!!!…

ROMOLO Era... nel comodino ... (annusa e fa una smorfia di disgusto)

CESIRA   Nel comodino?... E... chi ce l’ha messo?

ROMOLO Io ce l’ho levato... stamo in villa…..

CESIRA   Mettiti un po’ de profumo….

ROMOLO Fammi un po’ il nodo...

CESIRA   Il nodo?...

ROMOLO Che parlo arabo? Un nodo!...Tu come lo chiami, mostacciolo...? Se é un nodo...

CESIRA   Ma che nodo...

ROMOLO E vabbé, si, un nodo... che io non sò pratico...

CESIRA   Alè... adesso, dico, la camicia va bene, ce voleva troppo a cambiarla, ma il colletto, te lo potevi  pure cambià!!!... Che ce voleva a cambiasse il colletto?

ROMOLO Un altro colletto... và a vedé in tutti i cassetti del comò... Li ho controllati tutti da cima a fondo... non c’è altro che un polsino e una calzetta... Ah no, in fondo c’era anche un cavatappi... rotto...

CESIRA   Ma sì, vabbé .. (scena del nodo) e poi se parla...

ROMOLO Ehi piano, tu me vòi strangolà...

CESIRA   E’ scivolata la cravatta (rifà il nodo)

ROMOLO Eh... vorresti rimané vedova, eh?

CESIRA   Magari...

ROMOLO E io, no...?

CESIRA   Ecco fatto. E non la toccà... (seduta) dunque, me lo dici che t’ha detto l’amico tuo Michele?

ROMOLO Sì... Michele m’ha detto che a Cesarino ...

CESIRA   A Cesarino...? Lo so, lo so, lo so...(Romolo fa per uscire) dove  vai?...

ROMOLO Vado a vestimme ...

CESIRA   Prima dimme che t’ha detto Michele...

ROMOLO Dici che lo sai... lo sai... e allora...

CESIRA   Sì, lo so, ma voglio sentillo da te...

ROMOLO Ma, me fai venì na rabbia... (scena abbottonatura gilet). Dunque ieri ho visto l’amico  mio Michele e m’ha detto... Alè... ce risiamo

CESIRA   Dove ...?

ROMOLO Al solito…manca un bottone...

CESIRA   Eh, poveretto, te manca un po’ de cervello... altro che bottone... eccolo qua il bottone...

ROMOLO Me l’ha attaccato qui il bottone... e l’asola è qui. Cesì, l’asola è qui e il bottone è là... va a finì che un giorno o l’altro, va a finì che il bottone me lo attaccherà qui... e che ce faccio co sto bottone... o dunque devo fà così...

CESIRA   Vié qui che non sei nemmeno capace a vestitte... vedi un po’ se te manca un bottone...

ROMOLO Niente da fà... il bottone va attaccato di fronte all’asola: asola e bottone, asola e bottone...no l’asola qua e il bottone là ...

CESIRA   (si alza e abbottona il gilet) Asola e bottone... a te te manca un po’ de cervello...

ROMOLO Ah! ho capito... e tutta questione d’imprincipio...

CESIRA   Bé, allora, dimme che t’ha detto Michele...

ROMOLO Allora, ieri ho visto Michele...

CESIRA   E che ti ha detto?...

ROMOLO M’ha detto che a Cesarino piace Elvira... e che si vogliono bene,  e che ….

CESIRA   Ho capito, e tu che hai risposto?

ROMOLO Dunque ieri ho visto Michele...

CESIRA   NO, no, no…

ROMOLO Ma dimme un po’ Cesì, che avresti risposto tu?...

CESIRA   Quello che avrei risposto io, lo so io, voglio sentì tu che coraggio hai avuto de risponde te!!!...

ROMOLO Il coraggio... io c’ho avuto la faccia de... io gli ho detto che anzi...

CESIRA   Anzi... anzi cosa?

ROMOLO Anzi... io gli ho detto, anzi... ma poi Cesì... sentimo, che c’avresti in contrario? Cesarino è un bravo ragazzo, attivo, pieno de bona volontà, c’ha un buon impiego, e poi se vonno bene... 

CESIRA   Ecco dove te sbagli, Elvira a Cesarino non c’ha mai pensato... e poi, sì è vero, Cesarino è un bravo giovane, ma non basta mica... non basta mica...

ROMOLO A me me pare che sia tutto... quando due se vonno bene!!!...

CESIRA   (si siedono) Davero? E quando avrai sposato tua figlia a sta cima de galantomo che non c’avrà niente in casa e sarai obbligato tu a pensacce...

ROMOLO E vabbé, ma a poco a poco…

CESIRA   A poco a poco…. tu a queste cose non ce pensi, tu, tu vai sempre co la testa nel pallone... brutto scemo... mentre io so che c’è chi se la sposerebbe, io so, e pure pé certo, che c’è un giovanotto bravo, educato, ricco e mezzo nobile...

ROMOLO Mezzo nobile... e l’altro e mezzo? Non se sa che pesce è?

CESIRA   Mentre io lo so che Elvira se n’è già innamorata. E adesso se io per caso, per combinazione, non te domandavo che c’avevi da dì a Cesarino, ecco che la cosa era fatta... e un partito che faceva la fortuna de nostra figlia ce scappava per sempre...

ROMOLO Sarà, ma dimme un po’ Cesì, perché a me non me dici mai niente... tu manovri, tu fabbrichi le tue cose di nascosto e io che sò il padre...

CESIRA   No, no, no...

ROMOLO  Io che sò il padre...

CESIRA   No, no, no...

ROMOLO A Cesì!... questo non me l’avevi mai detto! Io non sò il padre?

CESIRA   Ma che dici? Sei diventato scemo?

ROMOLO Ahò, dico che sò il padre... e tu... no, no, no...

CESIRA   Ma no, è che non capisci niente, parlavo da sola...

ROMOLO E so gli scemi che parlano da soli! Dunque, io non devo sapé niente perché...?

CESIRA   Non t’avevo ancora detto niente, perché ero sicura che ne avresti combinata una delle tue... e perché poi volevo fatte vedé a te..., te che dici che con l’educazione che do a mia figlia allontano i buoni partiti..., te faccio vedé che io ne trovo e meglio dei tuoi..

ROMOLO ( si alzano ) Sarà, ma dimme un po’ Cesì, tanto per damme na regolata, chi è sta cima, sto riccone, sto bel giovanotto... sto mezzo nobile e mezzo ignobile?

CESIRA   Eh... aspetta un po’... (va a spiare se arriva qualcuno)... è Riccardo...

ROMOLO Euh!... aspetta ‘n po’,... (va a spiare se arriva qualcuno)... Tu sei scema, te lo garantisco, te lo giuro, te porto dei testimoni che sei scema...

CESIRA   E se te dicessi allora che l’ha confidato a un suo amico, e se te dicessi che l’ha scritto a suo padre, ha già scritto al padre per domandargli il consenso?...

ROMOLO Sarà... senti Cesì, può darsi pure che il giovanotto... ma il padre... lo saprà che combina il figlio? ... Perché quello è un signore sul serio, è SENATORE... e tu vuoi che permetta che suo figlio sposi la figlia de un poveraccio come me ?

CESIRA   E sì, perché, se mai sposerebbe la figlia de un uomo qualunque!!

ROMOLO Dimme un po’, sto padre che ha risposto?

CESIRA   Finora pare che non abbia risposto... ma...

ROMOLO Lo vedi Cesì, non c’è niente da fà...

CESIRA   Vié qui... vuoi che dica de sì, così su due piedi? Il padre sta a Roma!... Non ci conosce, avrà scritto a qualcuno pé prende informazioni sulla famiglia... e poi, vorrà anche sapé quanto daremo de dote...

ROMOLO Questo si che sarebbe meglio se non lo sapesse...

CESIRA   E perché ?...

ROMOLO E quanto vuoi che je potrò dà?... Quando j’avrò dato due o tremila lire...

CESIRA   Due o tremila lire, cò tutti i soldi che guadagni?

ROMOLO E sì, guadagno... e cò tutti quelli che spendi, annamo pari,... oh sarà un destino, ma io guadagno sempre precisi quelli che te spendi...

CESIRA   A ogni modo... come se dice: è figlia ereditiera...

ROMOLO Ereditiera de che? De pentole e casseruole?...

CESIRA   Si dice... sono cose che fanno tutti...

                                              SCENA SESTA

                                  (ELVIRA, ROMOLO E CESIRA)

ELVIRA   (entrando) Mammina, vié un po’ di là, è già  pieno de gente...

ROMOLO Oh! L’ereditiera ?!...

ELVIRA   Come papà ?!...

CESIRA   Ma niente, vai, vai... e (rivolta a Romolo) caro mio, ricordate che a Cesarino non ce devi manco pensà, guarda... io c’ho un sesto senso, lo sento, lo sento, noi semo una famiglia destinata a salire... noi annamo su... su, su...

ROMOLO E sì... annamo su... poi scoppiamo … e rivenimo giù...

CESIRA   Dunque Romolé, io vado di là, ma ricordate bene di quello che t’ho detto riguardo a Cesarino, non ce pensà nemmeno, perché anche se tu dirai de sì, io dirò sempre di no... e no...(esce)

ROMOLO Pensamoce, Cesì, pensamoce ... ahò … questa sì che è proprio bella... vorrei sapé come me l’aggiusto cò l’amico mio Michele, gli avevo già dato una mezza parola, e Cesarino poveretto... certo che se fosse vero?... Se questo Riccardo c’avesse delle buone intenzioni... sarebbe una vera fortuna per la famiglia... SENATORE!!! Mio suocero senatore

...

                                        

                                             SCENA SETTIMA

                                         (CESARE E ROMOLO)

CESARE  (entrando) Signor Romolo, eccomi qua...

ROMOLO ...e già... eccote qua... e bravo... e bravo Cesarino che se ne è  venuto un po’ in campagna, eh?

CESARE  Eh... la domenica...

                                        

ROMOLO E già... la domenica... e bravo e bravo Cesarino che è venuto un po’ in campagna... e… bravo Cesarino che è venuto un po’ in campagna...

CESARE  Allora, sor Romolo, ieri ha visto  mi padre?                                         

ROMOLO E sì, ieri ho visto a tuo padre...l’amico mio Michele... a proposito?  Come sta? Sta bene...?

CESARE  Eh... se l’ha visto ieri... e dunque...

ROMOLO E dunque... bravo Cesarino che è venuto in campagna...

CESARE  Eh!...

ROMOLO Ci sediamo?! Mah!... che belli... che bei pantaloni... bella tinta...

                    (si siedono alla sinistra)

CESARE  Sì, sì... ma è dall’anno scorso che ce li ho...

ROMOLO Ah sì ? E bravo Cesarino... è venuto un po’ in campagna... con i pantaloni dell’anno passato... eh... vabbè, ciao...

CESARE  Ma sor Romolo! Non c’aveva da dimme qualche cosa?...

ROMOLO E già... c’ho sì da ditte qualche cosa... ”ma me venga un colpo”

CESARE  Ma perché, c’è qualcosa che non va ?...

ROMOLO No, ma... ma me capisci, quando uno deve dì na cosa... è inutile giracce intorno... tanto la deve dì..!!!.

CESARE  E se capisce.

ROMOLO Perché così almeno quando uno ha detto quello che deve dire... dopo...

CESARE  Eh, dopo... non c’è più niente da dire...

ROMOLO Ecco...bravo, non c’è più niente da dire... ciao... (si alza)

CESARE  Ma se non m’ha ancora detto niente...

ROMOLO Ah!... e poi dicono che uno è capo famiglia... uno straccio, altro che capo famiglia...!!

CESARE  Non capisco...!!??

ROMOLO E figurate io!... Cesarì, se fanno certe belle figure... che devo dì: (mettendogli una mano sulla spalla) Cesarino, fatte coraggio...

CESARE  Ma perché? Che è successo?

ROMOLO Niente, niente... mah!... quando uno s’è fatto coraggio... dopo pure se succede... pò dì: bé io me sò fatto coraggio… Ecco... delle volte, me capisci… in una famiglia... c’è il padre, la madre e la figlia, in questo caso il padre sò io… capita uno, magari come se fossi te, e perché no, è un bravo ragazzo, perché no... me capisci... e dopo magari, nella stessa famiglia, (guardando Cesarino) e qui io non centro più niente, e da capo di casa diventa uno straccio... in quella famiglia lì, ne capita un altro... e lì... sai come è... mezzo nobile... forse è meglio... hai capito?

CESARE  Meno de prima!...

ROMOLO Non hai capito!.. Oh... Cesarì, permetti? Sto ancora qui senza giacca... magari capita qualcuno e dice: oh pover’omo è senza giacca... mentre invece di là giacche ce n’ho... magari senza bottoni... ma le giacche ce l’ho... allora facciamo così,  io vado di là a... poi ritorno, così intanto te ce pensi bene, così quando io ritorno te dico francamente le cose come stanno... Va bene?...

CESARE  Sì, sì... mah...

                                       
                                             SCENA OTTAVA
                                          (FILIPPO E CESARE)

FILIPPO  (entra  e si asciuga il sudore) Ahò, Cesarì... come mai? (si siede) Di là fervono le danze e tu qui tutto solo?... Che fai, l’Amleto?...

CESARE  Ma no, sto qui che aspetto al... signor Romolo….

FILIPPO  Io sò scappato un po’ di qua, come difesa e come riposo...

CESARE  Ah si?...

FILIPPO  Ho fatto un ballo con la figlia della Marchesa, e sò mezzo morto... poveraccia, lei non c’ha colpa, ma c’ha una gamba ingessata  e ballando con lei me sembra di sta sull’altalena...

CESARE  E co Elvira non c’hai ballato?

FILIPPO  Oh sì! Elvira…. Oramai sta attaccata a Riccardo come na rampatella...

CESARE  A Riccardo?... Ma perché forse che...

                                            

FILIPPO  Eh, è già un po’ che quei due...lì

CESARE  Ma no... non è possibile!

FILIPPO  Non è possibile? Vai a dà n’occhiata... Bisogna vedè come fa la gattina... (uscendo) Oh eccoli qui... (nascondendosi dietro dei vasi) Di qua, così non ci vedono...

                                          

                                           SCENA NONA

                                          

                     (RICCARDO, ELVIRA, FILIPPO E CESARE)

                       

ELVIRA   E adesso, me lo devi proprio dì...

RICCARDO  Ma che è che te dovrei dì?...

ELVIRA   (sedendosi)Perché l’altra sera eri così nervoso?...

RICCARDO  E quando mai sò stato nervoso?...

ELVIRA   L’altra sera... sì... quando aspettavi non so, una lettera....

RICCARDO  Ah già!... Oh che memoria… Come fai a ricordatte ...??

ELVIRA   E’ poi arrivata quella lettera?...

RICCARDO  No, non ho più ricevuto niente….
ELVIRA   Che pagherei perché arrivasse sta lettera...

RICCARDO  E perché?...

ELVIRA        Per non vedette più de cattivo umore...

RICCARDO  Eh, grazie...

ELVIRA   Deve trattasse de na cosa  importante... no?

RICCARDO  Eh, forse sì...

ELVIRA   E credo pure de sapé perché quella lettera te interessa tanto...

RICCARDO  Ah, beh, questo poi no....

ELVIRA   E se indovino?...

RICCARDO   Bé…. allora sentimo...

ELVIRA   ...Ma non te arrabbi se lo dico?...

RICCARDO   No... non me arrabbio...

ELVIRA   Beh, allora quella lettera dovrebbe trattà ...

RICCARDO  Di che ?... Su coraggio!

ELVIRA   D’un matrimonio!... C’ho indovinato?...

RICCARDO  Eh...

FILIPPO  (Uscendo di sorpresa insieme a Cesarino)... Cucù... cucù... (ride scherzosamente)...

ELVIRA   Arieccoli!

RICCARDO  Che c’è?...

FILIPPO  Oh niente... semo noi che ridevamo un po’...

CESARE  Già, noi che ridevamo un po’...

ELVIRA   E che ce sarebbe da ride, poi?...

CESARE  Perché certe scemate fanno proprio ride.

RICCARDO  Mah, non capisco, scusate... (risentito)

ELVIRA   Ma non me pare il caso, Riccardo...

                                            SCENA DECIMA

                 (CESIRA, CESARE, FILIPPO, ELVIRA E RICCARDO)

CESIRA   (entrando) Ma come, di là ci stanno delle belle signorine e qui dei giovanotti che non fanno niente? Animo, andate a ballare...!!!

CESARE  Grazie, sora Cesì, ma io non ballo...

FILIPPO  Ma se non balla lui, ballo io...

CESIRA   Bravo, Pippo, allora fammi una cortesia, c’è di là la figlia della Marchesa...

FILIPPO  Oh, poveraccio a me... n’artro giro sull’altalena...

CESIRA   E cioè?...

FILIPPO  C’ha venticinque anni pé gamba, anzi una ce n’ha ventisette...

CESIRA   Non te dico mica di sposarla...

FILIPPO  E ce mancherebbe...!! Alla signora Cesira non je se pò dì de no; me raccomanderò a quelli dell’orchestra che finiscano presto... (esce)

CESIRA   (guardando con ammirazione)E voialtri non ballate...?

ELVIRA   Ah sì, eravamo stanchi, ma adesso possiamo andare...

CESARE  Mi permette un giro con la signorina?...

ELVIRA   Digli di no!...

RICCARDO  Eh!...Vuol dire che l’altro ballo sarà ancora per me...

ELVIRA   Ma un giro solo, eh... perché io con te non voglio più ballà...

CESARE  Te faccio ballà fino a domani mattina... (prendendo per mano Elvira e uscendo)

CESIRA   Signor Riccardo... abbia pazienza, sono amici da tanto tempo...

                                      SCENA UNDICESIMA

               (ROMOLO, RICCARDO, MARCHESA E CESIRA)

ROMOLO Sì, sì, anzi si accomodi, signora Marchesa, che così ne parliamo un po’ con Cesira.

RICCARDO Signora Marchesa...
MARCHESA Signorino Riccardo, ben trovato... qui eh?... Eh... capisco, capisco... bene, bene... ho visto di là certe persone, ho ricevuto una lettera da papà..
RICCARDO  Ah sì?... anzi era già un po’ che aspettavo e stavo anche un poco in pena...
MARCHESA  Riceverà, riceverà... allegro... allegro...
RICCARDO   Grazie! Se permette vado a fare ballo... (Riccardo esce)

ROMOLO Ascolta Cesì, c’era qui la signora Marchesa che anzi lei mi dava una buona notizia...

CESIRA   Davvero?...

MARCHESA  Eh sì, sì...ma fino adesso non c’è niente, fino adesso la cosa è ancora, come si suole  dire, in stato... d’embrione... ecco!

CESIRA   Ma di che si tratta?

ROMOLO Ma... Pare che si tratti di un matrimonio...

MARCHESA Ma sono stata una sciocca a lasciarmi scappare la prima parola... sono cose delicate...

CESIRA   Eh sì... ma con noialtri non è il caso...non può avere problemi di sicuro..

ROMOLO E lei mi diceva anche che questo matrimonio ci riguarderebbe da vicino... insomma è di persone che stanno in questa casa, oggi!

MARCHESA Ho detto questo?...

ROMOLO Sì, con me l’ha detto...

MARCHESA  Ebbene, forse, ma non dirò più niente, no... no... di più non posso dire.

CESIRA   Cosa teme?... Non andremo certo a raccontarlo in giro... noi...

MARCHESA    (sedendosi insieme a Cesira) Insomma, sono stata incaricata dal padre del giovanotto di fornire delle informazioni, di sapergli dire..., ma adesso basta... adesso proprio basta...

ROMOLO Me pare che già ha cominciato... ancora una parolina non guasterebbe...

MARCHESA Vi prego, vi prego... mi permettano, ho già detto troppo...

ROMOLO Ancora una parolina... mi pare che...

CESIRA   No, no, ha ragione, Romolo; la signora Marchesa ha ragione...

MARCHESA  (porgendo la tabacchiera) Signor Romolo...

ROMOLO No, no, non sò abituato e...

CESIRA   Romolo, si accetta... ti scarica un po’ il cervello... su, su... (scena starnuto)

MARCHESA  Anzi, se mai loro sentissero... perché già l’amore non si può nascondere, se mai  vedeste qualcosa... così... si sa bene... il giovanotto pare cotto... la ragazza pare sia già a mezza cottura, mi capiscano... e può darsi che diano un po’ nell’occhio, si sa bene, è roba di gioventù... sono come fiammiferi vicino al fuoco... (continua la scena starnuto)

CESIRA   Sì, sì... ma quando si sa di che si tratta... quando si sa che è questione di giorni... signora Marchesa, prende qualcosa?...

                   (colpo di starnuto di Romolo sulla spalla della Marchesa)

MARCHESA La ringrazio, ma fuori pasto...

CESIRA   Girate di là,... girate di là... Signora Marchesa, in casa nostra non deve fare complimenti... vado di là, mando qui Colomba con un bel bicchiere di limonata...

ROMOLO Ma, eh Cesì... ma la signora Marchesa non è donna da limonata!!... Venga di là con me signora Marchesa, che prendiamo un ditino di rosolio...

MARCHESA Eh, allora magari dirò di sì!...

CESIRA   Mi raccomando!... La cosa è chiara...

ROMOLO E’ chiara... Ma di chi intendeva parlare?...

CESIRA   Ma che scemo... Ci siamo, finalmente, ci siamo...Signore mio, ti lodo e ti ringrazio, la cosa è combinata…

                                          SCENA DODICESIMA
                                           (CESIRA e ELVIRA)

                                        

ELVIRA   Ouff,  mammina, che caldo... che caldo...

CESIRA   Ma Elvira, e Riccardo?

ELVIRA   E’ di là con Carlotta, che fa un ballo...

CESIRA   Perché lo hai lasciato di là cò Carlotta?... Lo sai che non si deve... che deficiente...!

ELVIRA   Ma mamma!... sei sempre con la paura. Piuttosto, sai che gli ho domandato della lettera…

CESIRA   Te ne sei fatta accorgere…

ELVIRA        No…ho indovinato, si tratta di matrimonio.

CESIRA   E lo sai che io so di più... la signora Marchesa è qui per chiedere informazioni della famiglia...

ELVIRA   E chi te l’ha detto?

CESIRA   La signora Federica Maria Anna Nasali Rocca, Marchesa Di Cornigliano...

ELVIRA   Oh, ma davvero?...Oh, che gioia …

                                     SCENA TREDICESIMA

                                  

                                (FILIPPO, CESIRA E ELVIRA)

                                        

FILIPPO  (entrando) Oh, eccola qui la signorina, di là vorrebbero un po’ sentirla.

ELVIRA   Sentirmi?...

FILIPPO  Sì, cantare. Tutti dicono che canta così bene e...

ELVIRA   Io canto?...Ma se non ho mai cantato...chi glielo ha detto?

FILIPPO  Il signor Riccardo... dice che glielo ha detto sua mamma...

ELVIRA   Io canto....!

CESIRA   E sì…cosa c’è caschi dalle nuvole? tu canti, e se mai!...Forse oggi non ti senti, non sei disposta, ma che tu non canti non lo puoi dire...

                               SCENA QUATTORDICESIMA

            (CARLOTTA, RICCARDO, FILIPPO, ELVIRA E CESIRA)

CARLOTTA  Elvira? Cosa sento, canti?

FILIPPO  Sto qui che la prego, ma non c’è santo...

ELVIRA   Ma io non so...

CARLOTTA Io non l’ho mai sentita cantare.

CESIRA   Non l’hai mai sentita ma lei  sì che canta, è che oggi non si sente, non ha mai cantato in pubblico, ecco, e poi il maestro non vuole, perché sforza le corde vocali, ci si potrebbe guastare... l’impostazione...

RICCARDO Appena un accenno, se mai...
CARLOTTA Elvira, tanto per...

                                 SCENA QUINDICESIMA

(ROMOLO, CESIRA, FILIPPO, ELVIRA, CARLOTTA E RICCARDO)

ROMOLO (entra ridendo) Ah...quanto ridere... questa è bella...

CESIRA   Ebbene, cosa c’è tanto da ridere...?

ROMOLO Di là... il signor Zamponi, quello di Modena, mi dice: ma davvero? Complimenti, complimenti... ho sentito che sua figlia canta... non è vero, non è vero…

CESIRA   Taci, taci…

ROMOLO Mi dice che lei canta….

CESIRA   Perché tu non sai mai niente, sì, canta... Il bello è che paga il maestro tutti i mesi, e non sa che sua figlia canta... paghi il maestro?...dì di sì...

ROMOLO Si.. si.. lo pago a rate e allora non mi accorgo ….

CESIRA   Piuttosto che oggi... proprio non è il caso...non ci sono le condizioni ecco… mi facciano il piacere, vadano a ballare...andate a ballare

ELVIRA   Sì, sì preferisco andare a ballare...

FILIPPO  ( uscendo) Allora si riaprono le danze... questo ballo è per me... (Elvira accetta mal volentieri)

ROMOLO Non mi piacciono queste cose... se uno canta... canta... altrimenti....

CESIRA   Lascia perdere. Piuttosto, Romolo, lì c’è Riccardo... chiamalo, fai quattro chiacchiere con lui... insomma digli qualche cosa, e poi invitalo a colazione... per domani.

ROMOLO         A mangiare con noi?

CESIRA   Sì, l’inviti a mangiare con noi.

ROMOLO Cesira, lo sai che non mi va di avere gente a tavola, bisogna stare lì a fare conversazione anche se non vuoi, e poi mi resta il mangiare sullo stomaco... e poi andiamo a fare delle brutte figure... abbiamo sei bicchieri, di sette qualità... Sta a sentire, Cesì, gli regalo qualcosa e che vada a mangiare da una altra parte...

CESIRA   Lo chiami, fai quattro chicchere e lo inviti per domani... chiaro?

ROMOLO Facciamo dopodomani... così ci pensa un po’...

CESIRA   No domani... ho detto domani...

ROMOLO E va bene, domani, mi fai venire una rabbia... Ah, Cesì, tanto per sapermi regolare, canti mica pure tu?...

CESIRA   E finiscila scemo. E poi, sì, canto anche io...!

ROMOLO Ah sì?... Domani mi compro una chitarra...

CESIRA   Anzi, sapessi di farti un dispetto, canterei dalla mattina alla sera... vorrei essere un usignolo, per assordarti...

ROMOLO E io vorrei essere un fucile...

CESIRA   Ahimè... Riccardo, scusi, ma mio marito vorrebbe proprio dirle due parole... Carlotta e cosa fai qui? Vieni un attimo con me... Scusate...

CARLOTTA  Subito, signora Cesira...
RICCARDO  Dica, dica pure signor Romolo...

ROMOLO No, no... dica lei... e bravo, bravo il signor Riccardo... che se n’è venuto un po’ in campagna con i pantaloni dell’anno passato... opss... vede quando io l’ho visto la prima volta, ho detto: quello lì sì, quello lì è proprio un giovanotto come si deve...!

RICCARDO  Oh... signor Romolo... troppo buono...

ROMOLO Ah... se n’è accorto anche lei?

RICCARDO  Intendo, troppo gentile...

ROMOLO Ah, ma vedi, io sono di Tivoli... e quelli de Tivoli non hanno peli sulla lingua... il TIVOLESE... parla molto... e ride di rado... il… TIVOLANO... è un uomo che quando deve dire una cosa... magari ne dice un’altra... Ma...e bravo Riccardo... ma dimmi un po’, tanto per fare quattro chiacchiere... tuo papà... il tuo genitore... quello che ha sposato tua mamma... come si dice...?

RICCARDO  Mio padre....

               

ROMOLO Ecco... anche noi diciamo mio padre... E di quel padre lì abbiamo notizie?

RICCARDO  No, manco...

ROMOLO Manco io? Sì, nemmeno io... però è sempre là... sempre là... è là a coso... a...

RICCARDO  A Roma!...

ROMOLO A Roma... Roma, bella cittadina... suo papà, si capisce, è laggiù perché ci ha i suoi affari... perché lui lavora in... è impiegato... papà è nelle cose... nei...

RICCARDO  Mio papà è al Ministero... alla Camera...

ROMOLO La camera... la mia è quella là... e suo papà ce l’avrà anche lui, non dormirà sul pianerottolo... che burlone, ma che burlone... Vede quando io l’ho visto quel suo papà... cresciuto così bene... ma sa che suo papà è già alto... alto...

RICCARDO Ecco, alto alto non si può nemmeno dire...

ROMOLO Alto no, veramente io l’ho visto seduto... Ma ho pensato: se si alza... e poi quando l’ho visto alzato, l’ho visto alticcio...

RICCARDO  Alticcio, ma no... Mio babbo è astemio...

ROMOLO Eh ?!...

RICCARDO  E’ astemio....

ROMOLO Oh bella, io me credevo che fosse genovese... Dica un po’, domani lei è libero?...

RICCARDO  Io sì, libero...

ROMOLO E’ sicuro?

RICCARDO  Sicurissimo...

ROMOLO E dopodomani, sarebbe stato libero?

RICCARDO No, dopodomani avrei un impegno...

ROMOLO Ecco, io lo sapevo, ma Elvira... Oh, dunque per domani dovrebbe farmi un piacere...

RICCARDO Uno?!... ma anche mille se posso...

ROMOLO No, era per domani, per domani... e basta... per domani... siamo anche d’accordo con Cesira.. che venisse in casa nostra per fare penitenza... penitenza per modo di dire... per fare un pranzetto, ma alla buona, alla sanfason, come dicono gli spagnoli... Ma fatto bene... proprio una cosa alla casereccia...

RICCARDO  Oh, mi spiace che si disturbino...

ROMOLO Eh, lo so... Ma Elvira...

RICCARDO Ma accetto senz’altro...

               

ROMOLO Accetta!!…eh, pazienza, ma se ci vuole ancora pensare...

RICCARDO  No, no, sarebbe scortesia da parte mia...

ROMOLO Ecco...e allora tanti ringraziamenti... da parte di tutta la famiglia... e... esequie ... ossequio ... ossequi ... ringraziamenti ...

RICCARDO  No, sono io che ...

CARLOTTA  (entra dalla cucina)

ROMOLO E lo so ... noi invitiamo, e lei ...

RICCARDO Permette ?...(prendendo Carlotta per mano)

ROMOLO Sì, sì ... quella è Carlotta, è mia... sì, sarebbe la figlia del mio carissimo amico Michele, ... mia ...figlia è di là…ecco sì ... di nuovo ... e domani quando viene da noi per ... mangiare ... non si disturbi ... non è il caso.

RICCARDO Non capisco ...

ROMOLO Non si disturbi ... Sì, è vero, di solito quando uno è invitato ... magari arriva col ... (fa il segno di un pacchetto)...  ma non è il caso ... di nuovo... (esce dalla stanza)

                                   
                               FINE DEL SECONDO ATTO

                                   

                                     ATTO TERZO

                                                 SCENA PRIMA

                                          

                                             (CESIRA E ROMOLO)

                                                

CESIRA   Che la finisci !...(entrando dal centro)

ROMOLO Ti dico che l’ho sentito io, chiaro e netto, c’era Filippo, che parlava e diceva che Riccardo a nostra figlia non ha mai pensato e che noialtri immaginiamo tutto quello che non è ... Ho preso uno spavento perché stavo lì a giocà a carte, e invece di dire: passo ho detto: gioco, e ho perduto duecento lire ...

CESIRA   Dici che hai sentito e giocavi a carte ? Non hai capito niente, non hai capito niente, non hai capito niente ...(si siede nella poltroncina di sinistra)

ROMOLO Così fosse ... ti dico che non mi sono sbagliato ... Senti Cesì, è come una polenta tutta grumi ... finirà, io non lo so, ma in fin dei conti la signora Marchesa non si è troppo spiegata, e Riccardo tanto meno ... ma in fondo non so proprio su cosa tu ti basi ...

CESIRA   Come sarebbe adire, che la signora Marchesa non si è spiegata?... ha detto che si trattava d’un matrimonio nella nostra casa ... sfido io a spiegarsi meglio ...

ROMOLO Eh no, Cesì, non ha detto nella nostra casa, non l’ha detto ...

CESIRA   E come, non l’ha detto ?... Era lì ... lì ... lì ...

ROMOLO Era lì, lì, ma non l’ha detto ...te lo dico io cosa ha detto… ha detto che si trattava di un matrimonio che ci riguarderebbe da vicino.

CESIRA   E’ lo stesso .... è lo stesso, e più vicino di nostra figlia chi c’è ?...

ROMOLO Eh, vicino c’è anche lo stagnino che è vicino, Cesì ... Una cosa è vicino e una cosa è nella famiglia...

CESIRA   Ebbene, vicino o nella è la stessa cosa.

ROMOLO Non è lo stesso vicino o nella ...Ecco vedi ...qui c’è una mela ...

                  (mostrandole un vaso) se è qui, è vicino ... se invece è qua ... è dentro ... nella ... Così è vicino ... e così è nella ....c’è una bella differenza!!!

CESIRA   Ma è la stessa cosa ...

ROMOLO Ma possibile che tu non capisci? Cesì, vicino è vicino, e dentro è nella ... Facciamo così: se uno ti dice, io sto di casa vicino alle carceri, e l’altro ti dice, io ci sto dentro ... è la stessa cosa ?

CESIRA   Ma smettila ! Parliamo un po’ più seriamente, e poi vuoi che Riccardo venga a domandare tua figlia senza prima sentire il parere del babbo ? Cosa diresti se facesse così ?... Aspetta che la  signora Marchesa scriva a suo papà, che il papà risponda al figlio e poi vedrai ... se hai ragione tu o io ...

ROMOLO Senti Cesì, io ti dico una cosa sola, sento nell’aria un odore di sberle ...

CESIRA   Ma finiscila, lascia che ci pensi io, che so quello che faccio ... Qui piuttosto bisogna agire!!! Bisogna chiamare Cesarino, dirgli le cose come stanno e che non venga più per casa ...

ROMOLO Ehi, ma stai scherzando, è figlio del mio caro amico Michele ...

CESIRA   E tua figlia chi è ?... L’hai forse trovata in mezzo a una strada ?...

                                             SCENA SECONDA

                                 (COLOMBA, CESIRA E ROMOLO)

COLOMBA (entrando) Signora ...

CESIRA   Cosa c’è ?

COLOMBA C’è di là il signor Cesare e il signor Filippo.

CESIRA   Benissimo, è qui, lo chiamiamo e mettiamo subito tutto a posto ... andate a chiamare Elvira e ditegli che venga quà...

COLOMBA E’ di là con la signorina Carlotta, che è tutta la mattina che piange, che pare una fontanella ...

CESIRA   La mia Elvira piange ?

COLOMBA E no, è la signorina Carlotta.

CESIRA   E vabbe’, se piange diventerà più bella ... Vai da Elvira e dille che vada a tenere compagnia al signor Filippo, e poi mandami di qua Cesarino .…digli che  c’è Romolo che gli deve parlare ...immantinenti

COLOMBA Va bene ...

ROMOLO No ... no ... Colomba, digli a Cesarino che non occorre più che venga qui, che domattina, quando vede il postino, gli domandi: c’è niente per me, perché io gli scrivo ...

CESIRA   (alzandosi) No, Romolo no, non rompere, bravo, vai, Comba ... Vergognati, ma dimmi un pò? Sei il capo di casa, sì o no ?

ROMOLO No, no, no.

CESIRA   Non capisco: un uomo che a sentirlo parlare sembrerebbe non so cosa, invece poi nemmeno è capace di abbottonarsi i pantaloni ...

ROMOLO Gli mancheranno i bottoni ...

CESIRA   Vergognati ! Vedi Romolo, se io fossi al posto tuo avrei vergogna di mia moglie ...

ROMOLO Sì, quello sì, mi succede ...

CESIRA   Ma finiscila, Romolè...

ROMOLO Che mi venga un accidente ... ma finirà, finirà, come finirà non lo so, ma finirà ...

                                                SCENA TERZA

                               (CESARE, CESIRA E ROMOLO)

                                        

CESARE  Permesso ?

CESIRA   Oh, è qui ... Avanti ... avanti Cesarino ...

CESARE  Colomba m’ha detto ...

CESIRA   Sì, Cesarino, accomodatevi che c’è qui Romolo che vorrebbe parlarvi ... Romolé, c’è qui Cesarino ... parla ...(parlando sottovoce) e guarda quando parli a non far credere che sia io ...

ROMOLO Io gli scrivo ...

CESIRA   Fallo sedere.

CESARE  (si siede alla destra)

ROMOLO Gli scrivo.

CESIRA   Fallo sedere ...

ROMOLO (si siede alla sinistra) Siediti, Cesarino ... E’ già seduto ...

CESIRA   (si siede a sinistra di Romolo) Adesso siediti anche tu e parla ! ...

ROMOLO Io non so proprio ...

CESIRA   Non ti preoccupare ripeti quello che ti dirò io: Dunque, come dicevamo ..

ROMOLO Dunque, Cesarino, come dicevamo ...

CESIRA   Mi ... pare, se non mi sbaglio ...

ROMOLO Mi pare se non mi sbaglio ...

CESIRA   Che tuo papà mi abbia detto ...

ROMOLO Che tuo papà mi abbia detto ...

CESIRA   (Spazientita) Che stupido !...

ROMOLO Che stupido ...

CESIRA   Ma no !... Insomma, Cesarino, che voi avreste qualche idea sulla nostra Elvira ...

ROMOLO Ecco, sì, che tu avresti qualche idea su Elvira...

CESARE  Signor Romolo, se non le rincresce, lasci parlare la signora. Vedo che lei ne esce meglio..

ROMOLO (spostandosi in dietro con la sedia ) Oh…attenzione é… perché quello lì non è tuo marito ...eh…!!?

CESIRA   Bisogna che parli io ... se tu non sei capace ... non è capace….Io non capisco!.. In questa casa chi fa tutto è lui ... in questa casa non si muove foglia senza che lo sappia lui...

ROMOLO Foglia !... Ma se a quella foglia c’è attaccata tanta rametta così, allora ci vuole un altro permesso ...(indica la moglie)

CESIRA   Dunque, ecco qui Cesarino ...la cosa è cosi…tanto io, vero, quanto mio marito, siamo tanto contenti che tu, per cercarti una compagna, abbia pensato a nostra figlia ... Ma d’altra parte, tanto io, quanto mio marito, ci dispiace tanto ... ma ... dobbiamo dirti ... di no. Non è perché che tu non sei un bravo giovane, figurarsi ... anzi ... anzi ... E che tu non formeresti la felicità della nostra Elvira ... Anzi ... anzi ... Ma cosa vuoi ... prima di tutto è figlia sola ... (a Romolo) No...?

ROMOLO Ah sì, sola ... quando poi si sposa non sarà più sola ...

CESIRA   Sola per dire unica, non è figlia unica ?

ROMOLO Ah, sì ... per ora ... poi vedremo ...

CESIRA   Ha cinquecentomila lire di dote ...

ROMOLO Che cos’ha ?

CESIRA   CINQUECENTOMILA LIRE di dote...

ROMOLO Chi glieli dà ?

CESIRA   Tu ...gliele dai

ROMOLO E a me chi me li dà ?

CESIRA   Poi, un giorno o l’altro, le resterà tutto quel poco che abbiamo ...

ROMOLO Se non brucia.

CESIRA   E per dire proprio la verità, tanto io quanto mio marito, abbiamo pensato di collocarla diversamente.

CESARE  (alzandosi) Sì, sì, capisco benissimo. Io non sono uomo degno... la famiglia aspira a..

CESIRA E ROMOLO (insieme) Ma no, no, no

CESARE  Ma sì ... sì ...

CESIRA   E parla ... dì qualcosa anche tu ...

ROMOLO Ma capisci, Cesarino, tanto io quanto ... mio marito ...ehm, mia moglie, cioè, siamo costretti ... ma non te ne avere a male, non è il caso ... vuol dire che semmai per un’altra volta ...

CESARE  Ma poi del resto perché avermela a male, anzi, auguri ... vuol dire che presto sentiremo chi è questo fortunato ... perché già mi immagino che non mi avrebbe detto tutto questo se non ci fosse già un altro aspirante ...

ROMOLO No ... no ...

CESIRA   E come no !? e come no !? ... C’è ... c’è ... c’è ...

ROMOLO C’è ... non lo sapevo !

CESIRA   Finiscila !... C’è, c’è ed anzi è per questo che ti preghiamo, fino a che il matrimonio non sia fatto ... è proprio questione di giorni vero, ...    ti preghiamo insomma di rallentare le tue visite, perché sai bene, tutti parlano e se queste chiacchiere arrivano alle orecchie dello sposo ...potrebbe succedere qualche cosa…

CESARE  Sta bene ... Ho capito ... Anzi dirò, che se sono qui è unicamente per prendere mia sorella e riportarla a casa ...

CESIRA   Eh sì, e forse fai bene, perché è da ieri che piange ... Che cos’ha?

CESARE  Eh, poverina, è un po’ come nel mio caso ... a me si nega quella che avrebbe dovuto farmi felice, e a lei si levano tutte le sue speranze. Bisogna compatirla.

CESIRA   Ahhh...perché lei si credeva…forse che Carlotta credeva (cercando di nascondere una risatina)...

ROMOLO Cesì, se vede che ridi; se vede dalla bocca che ridi...

CESIRA   E lasciame ride, non posso farne a meno...avevo sempre creduto …che Carlotta c’avesse un carattere romantico, sentimentale, sì ...ma scema a questo punto no...

CESARE  Signora, la prego!..

CESIRA   Ma andiamo...ma se non ha nemmeno un centesimo di dote...(ridendo)...

CESARE  E se mai è cosa da ridere, vero? Ah ma...non ci penso...e mia sorella...spero che dimenticherà e possa presto anche lei trovare un buon partito anche se non ha le CINQUECENTOMILA LIRE di dote da sbattere in faccia agli scemi...Comodi, conosco la strada...

CESIRA       (si alza arrabbiata)

ROMOLO Ah, ah, ah, Come glielo ha detto bene...come l’ha detto bene...(serio quando la moglie gli batte sulla spalla)

CESIRA   E tu non sei stato capace di dire niente?

ROMOLO Se parlo, io gli do ragione...

CESIRA   Gli dai ragione bravo…(rivolgendosi verso la porta) brutto maleducato, insolente, morto di fame.

                  (Al marito) Non voglio che stia un minuto di più in casa mia...CINQUECENTO MILA LIRE da dare sulla faccia agli scemi!!!.. come se mia figlia non le avesse...

ROMOLO E non ce l’ha... mettitelo bene in testa!... Non ce l’ha... perché tu a forza di dirlo, poi ti convinci... e un bel giorno mi verrai a dire: e quelle cinquecento mila lire?

                                         SCENA QUARTA

                              (ELVIRA, CESIRA E ROMOLO)

ELVIRA   (Entra piangendo)...ih, ih, ih, mammina, mammina....

CESIRA   uuhh!... che c’è, Elvira?...

ELVIRA   Ah, mamma non l’avrei mai più pensato...Filippo m’ha detto che...

ROMOLO Alè... ci siamo, ci siamo...

CESIRA   Finiscila, ma cosa ti ha detto?

ELVIRA   Che Riccardo a me, non ha mai pensato...(Piange)

ROMOLO Cesì...ci siamo ci siamo...

CESIRA   Ma che vuoi che sappia Filippo... Pippo è un ciarlone, cosa vuoi che sappia lui...Chi sa tutto è la signora Marchesa...

                                             SCENA QUINTA

                        (ROMOLO, MARCHESA, CESIRA E ELVIRA)

ROMOLO Eccola, la signora Marchesa...

CESIRA   Signora Marchesa, lei capita proprio a tempo...

MARCHESA Ma perché? Cosa c’è signora Cesira?...

CESIRA   Non è più tempo di misteri...bisogna parlare chiaro, qui c’è mia figlia che piange e si dispera, qui c’è mio marito che sbotta, salta e grida...e ci fa diventare matte….

ROMOLO Oh...ho già fatto due salti mortali ma...

CESIRA   Avanti signora marchesa lei deve dire come stanno le cose, li  tranquillizzi, li levi dalle spine...

MARCHESA Ma signora Cesira, mi spieghi, perché io non capisco cosa ho da fare né cosa dovrei dire!...

CESIRA   Mi dica un po’, questo benedetto matrimonio si fa o non si fa?...

MARCHESA Ah, ho capito...Eh!...si fa...perbacco si fa...

CESIRA   Ah, vedete...

ROMOLO Va bene, un momento, si fa un matrimonio...e si sa chi sono i matrimoniandi, matrimoniali....in somma chi si sposa?...

MARCHESA Oh bella, e non lo sanno?...

CESIRA   Ma sì che lo sappiamo!...

ROMOLO E no che non lo sappiamo!... 

ELVIRA   Non lo sappiamo...signora Marchesa, questo matrimonio è con Carlotta?...(si siede nella poltrona di sinistra e piange)

MARCHESA E sì, con la signorina Carlotta, la figlia del signor Michele...

ELVIRA   Hi hi, hi (piange)

ROMOLO Alè Cesì...(prende il vaso e ripete la scena di vicino e nella)...

CESIRA   Ma la finisci...?! E’ la figlia di Michele…

MARCHESA Ma perché loro cosa credevano?

CESIRA   Cosa credevamo?...E lei mi domanda cosa noi credevamo...dopo che lei ci ha fatto credere quello che non era...

MARCHESA Io?...

CESIRA   Ma per cosa ci è venuta a dire che si trattava di un matrimonio nella nostra famiglia?

MACHESA   Io?...

ROMOLO Da vicino...

CESIRA   Nella...

ROMOLO Da vicino...

CESIRA   Ma cosa poteva interessare a noi che fosse più quella che questa, quando non era nostra figlia?

MARCHESA Ma signora Cesira, io le chiedo scusa, ma...

CESIRA   Ah sì, adesso domanda scusa, dopo che ci ha compromesso con tutte le sue ciarle da nobile, senza fondamento...

MARCHESA Io?...

CESIRA   Doveva parlare chiaro, non illuderci, non farci sperare...

MARCHESA Io?...

CESIRA   Sa cosa le devo dire: o lei è una scema o una intrigante o una poco di buono...

MARCHESA Signora Cesira, la prego di moderare i termini, se no le insegno io come si trattano le persone per bene, le insegno io l’educazione...

ROMOLO Ah no, signora Marchesa, questo non lo deve dire...e sì ...lei viene qui e insegna l’educazione...si sente di insegnare l’educazione? E vediamo un po’ se lei ci riesce, che io sono più di venti anni che ci provo...insomma lei ci deve rispettare, perché qui c’è tutta una famiglia...

MARCHESA Ma cosa mi dice , anche lei...io rispetto chi mi rispetta...E gli dirò che con tutte le loro...limonate, mi hanno allimonata... abbastanza...e se ho da dire qualche cosa dirò allora che lei, caro signore, è un marito di legno...e lei cara signora è vestita da signora ma...è una lavandaia, lei è una stracciona...E buona sera!..

ROMOLO No, no, sua sorella è lavandaia e la stracciona è Comba!...

CESIRA   Oh!!!...Oh....ma tu senti che insultano tua moglie, e tu non dici niente, niente?

ROMOLO Se parlo...dico che c’ha ragione e..

ELVIRA   Ci mancava anche questa. Già è inutile, gli uomini sono tutti bugiardi, ti illudono, ti corteggiano e poi...sono tutti cattivi...

CESIRA   Tutti, tutti...(si siede nella poltrona di destra)

ROMOLO Gli uomini? E le donne?...le donne so tutte senza senno, senza cervello, basta che imbroglino, e maneggino, e poi quando hanno fatto il pasticcio, allora si siedono e cominciano a piangere...lo sapete che vi dico, io me ne lavo le mani...e quell’altra nobile, poi; cinque bicchieri di rosolio, mi è costata...mica uno...

ELVIRA   Va bene, ma chi ce va di mezzo sono io...

CESIRA   Ma come, viene qui e ci fa intendere una cosa pé un’altra e poi ci insulta pure…!!

                                 

                                              SCENA SESTA

                  (CARLOTTA, CESIRA, ELVIRA, FILIPPO E CESARE)

CARLOTTA Signora Cesira, prima di andarcene...

CESIRA   Ah, sei qui eh?...a ridere, a godere del tuo trionfo...(alzandosi) vattene te, e questi signori, perché di questi affronti in casa mia non ne voglio e non ne ricevo... (uscendo)

CARLOTTA Ma...Elvira, che cos’ha?...

ELVIRA   (si alza) E me lo domanda ancora, dopo tutto quello che m’ha fatto? E poi piange e se dispera...Falsa come Giuda...ecco

FILIPPO  Cosa sento?...

CARLOTTA Ma Cesare, Filippo, che è successo???….

CESARE  Lo so io quello che è successo...E il bello è che hanno ragione loro...Andiamo, andiamo Carlotta, ti spiego poi a casa....

                                        

                                       SCENA SETTIMA

                  (RICCARDO, CESARE, FILIPPO E CARLOTTA)

RICCARDO  (entrando) Ah Cesare, e pure te, signorina, di partenza?

CESARE  Sì, di partenza...e una partenza che non ammette né saluti, né arrivederci...

FILIPPO  Ahimé!...

RICCARDO Cioè? Non capisco!...

CESARE  Oh, hai capito pure troppo...scusa;  lasciace passà...

RICCARDO Ah no...senza che prima mi date il tempo di capire, e se mai poi di scolparmi...

CESARE  Te dirò, allora, che nei riguardi di mia sorella hai agito da mascalzone...

RICCARDO Credo, allora di cominciare a capire...Adesso vorrei soltanto sapere chi è che si è divertito a fare certe ciarle, a creà malintesi...simili...Tu forse?...(prendendo Pippo per il bavero)

FILIPPO  Io?...

CESARE  Non fà scenate inutili e lascia perde chi non c’entra...

RICCARDO Eh no! Voglio invece capì bene tutta la faccenda...voglio che tu me dica...(scuote Pippo)...

FILIPPO  Ma lasciami respirare...mi scuote, mi scuote, non sò mica un albero di ciliegie...cosa tiri, cosa tiri...

RICCARDO E allora parla!...

FILIPPO  Se devo proprio parlare, dirò allora che Elvira m’ha confessato che tu la corteggiavi, e m’ha anche detto che tu hai scritto a tuo papà per domandargli il consenso...

RICCARDO Io la corteggiavo?....

CESARE  Soddisfatto?...

FILIPPO  Ma, un momento...bisogna però che dica anche, che ieri, quando gli ho accennato la cosa, lui l’ha negata recisamente non solo, ma voleva delle spiegazioni dalla signora Cesira...

RICCARDO Hanno sentito che cosa ho risposto appena ho saputo di questo intrigo. Ed ora, qua c’è qualcosa di più, ecco una lettera di mio padre, arrivata appunto stamani, leggano, e poi, se mai, mi condannino!...

FILIPPO  Senti Riccardo, qui se c’è uno che ne ha colpa, è la signora Cesira, che si è messa in testa di farti sposare sua figlia. Ieri sera non faceva che parlarne co tutti, mezze parole, allusioni e che vuoi, anch’io l’ho un po’ creduta. Sono tempi che i mariti passano un po’ alti, e le mamme, come la signora Cesira, gli sparano anche se sono fuori tiro...

RICCARDO Ma intanto la brutta figura l’ho fatta io....

CESARE  Che stai a dì? Suo papà acconsente che ti sposi mia sorella?...Ma io so confuso, mortificato...perché non l’hai detto subito...(afferrando Pippo)...E tu perché quando hai visto...oh, ma adesso vado di là, e voglio che me sentano...

CARLOTTA No, Cesare...

RICCARDO  Se mai spetta a me domandare delle spiegazioni...

FILIPPO  E la signora Cesira, è lei che....

RICCARDO No...fermati!...pretendo che in faccia a tutti mi si faccia   giustizia....

CARLOTTA  Ma no, Riccardo, è una donna affranta...

FILIPPO      E’ una signora....

CESARE     Tanto meglio...le levo il vizio....

                                       SCENA OTTAVA

      (CESIRA, ROMOLO, RICCARDO, FILIPPO, CESARE E CARLOTTA)

CESIRA   (entrando in maniera penitente) Oh, Riccardo...qui?...Non mi dica niente …

RICCARDO Si, signora, sono appunto qui per sapere...(intanto entra e rimane nascosto nel fondo Romolo)

CESIRA   Ah! Stia zitto per carità...sono qui che non ho nemmeno il coraggio di parlare...dopo tutto quello che ho sentito...Ha ragione...Ha mille ragioni...tanto più che io glielo avevo detto, mi sono sfiatata: guarda quello che fai, guarda che ce ne pentiamo...ma  quello è un benedetto uomo che quando si mette in testa una cosa è inutile...galantuomo eh!...onesto come lui non ce n’è altro...ma cosa vuole, si spaventa di niente...e annega in un bicchiere d’acqua...

RICCARDO Ma signora!!!....

CESIRA   Io non so come si era messo in testa che qui Riccardo facesse la corte alla mia Elviruccia, io gli dico e lui non sente, io grido e lui grida ancora più forte, e combina tanto da mandare via il povero Cesarino...Scontenta e fa piangere mia figlia Elvira... che...innamorata sa,...innamorata di Cesarino...non vuole sentire parlare di altri ragazzi sa...(Elvira piange)

ROMOLO (Entrando al centro della scena) Lingua de ciavatta!...

CESIRA   (Rivolgendosi a Romolo sotto voce) Taci, taci... lascia fare a me...

FILIPPO e RICCARDO Il signor Romolo!!...

CESARE e CARLOTTA Il signor Romolo!!!..

CESIRA   Ah! sei qui?...Bravo...capiti a tempo...vieni a vedere...vieni a vedere cos’hai fatto? Con tutti i tuoi maneggi...

ROMOLO Senti Cesì...(interrotto da Cesira)

CESIRA   Qui c’è il signor Riccardo, che con ragione ti domanda soddisfazione di tutte le ciarle  che si sono fatte su di lui...                                                                                  

ROMOLO Senti Cesì...(interrotto da Cesira)

CESIRA   Qui c’è poi Carlotta, una ragazza che è una perla io, te l’ho sempre detto, e a momenti perde un buon partito per i tuoi discorsi...

ROMOLO Senti Cesì...(interrotto da Cesira)

CESIRA   Qui c’è Cesare, povero Cesare, un giovanotto che è un’altra perla...che io ti ho sempre detto, dagliela tua figlia,…. guardalo, poveretto, da ieri com’è andato giù...(entra Elvira)...e Elvira,

                  poveretta, tua figlia, non vedi come piange per lui (piano a Elvira)...e piangi, piangi...

                                             SCENA NONA

(ELVIRA, CARLOTTA, CESIRA, ROMOLO, RICCARDO, FILIPPO E     CESARE)

ROMOLO Io mi tocco per vedere se sono io...o mio fratello Nando...(si siede)

CARLOTTA  Cesare!...(esortandolo a perdonare Elvira)...Elvira, mentre io   sono tanto contenta, non vorrei vederti piangere...

CESIRA   E piangi scemetta...

CARLOTTA Cesare!...

CESARE  E’ un po’ troppo tardi....

FILIPPO  Io sto a vedere come finirà...

RICCARDO Andiamo, Cesare...

CESIRA   Ma ha ragione...Cesarino ha ragione...E tutto per quell’uomo lì...tutto per te...

ELVIRA   Tutto per te!...

CESIRA   E tu Elvira, vieni di là con me...e no di qua, scemetta...

ROMOLO Oh, ma che faccia tosta che c’ha Cesira...che faccia!...Cesì io non ti conoscevo ancora...hai una faccia tosta che se dai una facciata per terra il marmo sanguina, una faccia che non sente nemmeno la carta vetrata...

ELVIRA     Cesare....

CARLOTTA  Cesare...dai che non vedi l’ora....

RICCARDO Andiamo...su coraggio...

FILIPPO    E buttate, salame....

CESARE    Elvì, se potessi crede che sei veramente pentita....

 

FILIPPO    E prendila in prova...

CESARE    E finiscila, tu...Non dovrei...Ma ti voglio troppo bene...(bacia   Elvira)

CESIRA   Ti ha sempre voluto tanto di quel bene, sei un gran bravo giovanotto, l’ho sempre detto io ...Cesarì, ti consegno una perla...

FILIPPO  Ah sì ….. se assomiglia alla mamma...dunque: evviva gli sposi, la commedia è finita...

RICCARDO  Ci vuole la morale...

                                          SCENA ULTIMA

         (ROMOLO, ELVIRA, RICCARDO, FILIPPO, CESARE, CESIRA E    CARLOTTA)

ROMOLO Un momento, la morale la faccio io, statemi un po’ a sentire...voialtri... (prendendo per mano Elvira e Cesare)...voialtri due, quando avrete dei bambini...

CESIRA   Ma...non si dice...dei bambini eh…

ROMOLO Quando avrete delle bambine...

ELVIRA   Ma papà...

CESIRA   Né bambini né bambine...?

ROMOLO Ma che volete avere, allora, dei paracarri...?

CESIRA ed ELVIRA  Dei figli! Oh, oh...

ROMOLO E allora …. e allora statemi a sentire: quando avrete dei paracarri… ehm...quando avrete dei figli, guardate bene quello che fate e abbiate una regola sacrosanta... che un buon marito o una buona moglie non se trova con intrighi e maneggi, ma col saper dirigere il cuore dei propri figli con la ragione e con l’esperienza, tutto qui!

FILIPPO, CESARE, RICCARDO, CARLOTTA, ELVIRA (INSIEME)

               

                  Bravo il signor Romolo, ha proprio ragione!

                                                FINE

                                     (CALA IL SIPARIO)