I miserabili sono due

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I M ISERABILI SONO DUE

Commedia in un atto

Di MINO DOLETTI

PERSONAGGI

APOLLO

LEONE

GIULIA

LAURA

SEGRETARIA

CLARA

Una veranda con sedie e poltroncine di vimini in casa di Leone, in campagna.


Massimo                        - Giulia

Giulia                            - Massimo?

Massimo                        - Eh?

Giulia                            - Dormite?

Massimo                        - Tutt'altro. Medito.

Giulia                            - Scomettiamo che indovino? (ridendo) Me­ditate su quella vostra famosa teoria dell'Epifanio...

Massimo                        - (correggendo) Iperuranio... Iperuranio.. Possibile che non riusciate a ricordare una parola così semplice? I - pe - ru - ra - nio...

Giulia                            - Bè: sentiamo che cosa avete scoperto di nuovo...

Massimo                        - Lasciatemi parlare, almeno: se no, perdo il filo e la teoria va a farsi benedire. Dunque, gli uomini non c'erano, e nemmeno le donne, ed esi-Stevano solo degli esseri primitivi: gli antenati dei nostri antenati, evidentemente. Quando Giove, in seguito alle sue tendenze espansionistiche, volle colonizzare anche questo pianeta, aprì le porte all'emigrazione transplanetaria; anzi, per aumentare la popolazione, preso un coltellaccio, tagliò in due parti eguali gli esseri, diremo così, iperuranici, mescolò insieme tutte queste varie metà e a cia­scuna affidò il compito di ritrovare sulla terra la propria metà, la metà ideale, l'anima gemella, in­somma... Ricerca piuttosto difficile: ragione per cui….

Giulia                            - (interrompendo) Difficile? Non sempre...

Massimo                        - Come sarebbe a dire?

Giulia                            - Voi, per esempio, di anime gemelle sem­bra ne abbiate trovate due...

Massimo                        - Giulia, che dite mai? Quando il mio maestro di filosofia spiegava la teoria dell'Iperuranio...

Giulia                            - Lasciate stare il vostro maestro di filoso­fia e negate, piuttosto...

Massimo                        - Che cosa?

Giulia                            - Che siete una canaglia...

Massimo                        - (interdetto, con comica rassegnazione) Però, è davvero confortante...

Giulia                            - Essere una canaglia?

Massimo                        - Ma no. Aver faticato tanto per spiegarvi una così suggestiva teoria, e poi accorgersi di aver fatto un buco nell'acqua... L'anima gemella può essere una sola, una sola, capite?... Se il mio mae­stro di filosofia fosse ancora vivo, morirebbe di crepacuore...

Massimo                        - (sconcertato) Già...

Giulia                            - (guardando di sottecchi) Come pure avrebbe ragione vostra moglie a darvi una tiratina di orec­chi... Ah!? Se Clara sapesse?!...

Massimo                        - Ma... che cosa?

Giulia                            - Che voi, durante i quindici giorni che siete in questa casa, avete... l'avete, insomma, un po' dimenticata...

Massimo                        - Giulia, potete credere?

Giulia                            - Non solo credo, ma so. E se il vostro filo­sofo fosse qui, certo non si rallegrerebbe di tanto discepolo... (vedendo la faccia stupita di Massimo) Negate?

Massimo                        - (comicamente solenne) Nego!

Giulia                            - Tutto?

Massimo                        - Tutto.

Giulia                            - Anche ieri sera, nel parco...

Massimo                        - (lasciando cadere le braccia) Oh Dio! Sa­pete?

Giulia                            - (cori un grido) Dunque, confessate?... (dopo una breve pausa) E non avete pietà di quel povero Leone?...

Massimo                        - Ebbene? (deciso) Dopo tutto, la cosa lo riguarda solo fino ad un certo punto... Sì, capisco, in casa sua, la sua segretaria...

Giulia                            - Non c'entra? Ma come? Fate la corte alla moglie e il marito non c'entra?

Massimo                        - Ah! (scoppiando in una risata) Ah? Voi parlate di Laura? Credete che... No, Giulia, io fare la corte a Laura?... Questa è buffa!

Giulia                            - (con gioia) Non è vero? Dite, non è vero?

Massimo                        - Ma certo che non è vero!...

Giulia                            - Ah, grazie!

Massimo                        - (guardandola stupito) E di che?

Giulia                            - (abbracciandolo) Di questo, caro! (lo ba­cia con trasporto) Non hai capito dunque ancora che ti amo? Sì, ti amo! E tu? Dimmelo anche tu!

Massimo                        - (sciogliendosi mezzo soffocato dall'abbrac­cio) Ecco, veramente...

Giulia                            - (abbracciandolo ancora con furia) Sì: mi ama, mi ama!

Massimo                        - (respirando a fatica) Per carità, un mo­mento, signora...

Giulia                            - Macché signora: Giulia!

Massimo                        - (quasi balbettando, mentre Giulia è balzata a sedere sulle sue ginocchia e lo accarezza) Giu­lia...

Giulia                            - Ecco, così: bravo!... (dopo un istante di esitazione, allentando la stretta, come per un im­provviso pensiero) Ma, adesso siamo perduti!

Massimo                        - Oh Dio! Perché?

Giulia                            - (lasciando cadere le braccia) Ah, Massimo! Che cosa ho fatto?!

Massimo                        - Mio Dio, per carità, ditemi...

Giulia                            - (chinando il capo) Nell'impeto dell'ira e della gelosia, credendo che tu amassi Laura... Oh Dio! Cosa ho fatto?! Ma devo dirti tutto, tutto, tutto!... Ebbene ho scritto una lettera anonima...

Massimo                        - (spaventato) A mia moglie?

Giulia                            - Al marito di Laura...

Massimo                        - Leone?

Giulia                            - Sì. E certo arriverà...

Massimo                        - La lettera anonima?

Giulia                            - No: Leone... Fra un'ora, forse... C'è pro­prio un treno alle diciannove... E ucciderà tutti: te, Laura, me... Siamo perduti!...

Massimo                        - Ho paura anch'io... Ma, cosa gli avete scritto?

Giulia                            - (declamando, quasi) - « L'uomo dal quale meno dovevate aspettarvelo, vi tradisce indegna­mente. Accorrete prima dell'irreparabile... accorrete a uccidere questo mascalzone? »....

Massimo                        - Avete scritto proprio « mascalzone? ».

Giulia                            - Sì.

Massimo                        - Grazie tante!

Giulia                            - (protestando) Ma se non è vero che sei tu, sciocco! (Afferrandolo per un braccio) Piutto­sto adesso bisogna preparare, vedere, se si può... Massimo, un'idea!

 Massimo                       - Sentiamo questa idea...

Giulia                            - Fuggiamo!

Massimo                        - Già, perché ci uccida davvero! Meglio attendere gli eventi. E' un guaio, però, un guaio serio... Intanto, con Laura bisogna fare finta di nulla... Andatela a cercare, anzi...

Giulia                            - (Alzandosi) Vado... Ciao. E se... lui dovesse ucciderti, sappi che ti rimarrò sempre fedele...

(esce da destra).

 Massimo                       - Grazie... Bella consolazione... .

Laura e Detto

(Laura entra quasi contemporaneamente da sinistra e si guarda intorno, senza scorgere subito Massimo che è sprofondato nella poltrona).

Laura                             - Dov'è quel miserabile?

Massimo                        - (dolce) Quale miserabile, amica mia?

Laura                             - (scorgendolo) Ah!... E me io chiedi? Voi! Voi! Voi!

Massimo                        - (sorpreso) Forse volete dire...

Laura                             - (irritata) Niente! Vi pare che, ormai, non sappia tutto, io? E vi dico che non si deve ingannare in questo modo una donna maritata, una si­gnora rispettabilissima, quando si è burattino come voi!

Massimo                        - Mio Dio, è dunque già arrivato?

Laura                             - Chi?... Chi deve arrivare?

Massimo                        - (mordendosi un labbro) Niente, nessuno... il diavolo... Dicevo che, insomma, io non capisco affatto...

Laura                             - (sempre irritata) Capisco io... E vi ho sor­preso... e so tutto (sarcastica) Ah? Voi avete un debole per la mia defunta amica Giulia?

Massimo                        - (spaventato) Defunta?... Oh Dio!

Laura                             - Sì, defunta: che non è più mia amica...

Massimo                        - (respirando) Ah! Meno male...

Laura                             - (eccitatissima) Ma ne avrete per poco! Con me non c'è tanto da scherzare... Vi avverto che Apollo sarà qui tra pochi minuti...

Massimo                        - Volete dire Leone...

Laura                             - Macché Leone! Cosa c'entra mio marito?... Apollo, Apollo... sissignore, io l'ho avvertito con una lettera anonima...

Massimo                        - Anche lui?

Laura                             - (sospettosa) Perché dite « anche? »

Massimo                        - Niente... M'è scappato... Volevo dire, in­somma; l'avete avvertito, eh?

Laura                             - Proprio. E gli ho detto che in casa sua c'è un miserabile, un furfante che approfittando dell'ospitalità avuta...

Massimo                        - (scattando finalmente) - Ma, insomma, perché tutto questo?... Io, voi... cosa c'entra?

Laura                             - (sarcastica) Ah? Fingete di non capire?! Prima suscitate l'incendio in un'anima e poi ve ne lavate le mani? E' ben chiaro, signore!

Massimo                        - L'incendio? .

Laura                             - Macché incendio! Il vostro contegno... Io ho compreso subito la vostra simpatia per me... si         (ad un cenno desolato di Massimo) sì: è inutile negarlo e vi confesso che, insomma... che la ri­cambiavo... Ma quando ho scoperto che voi... che voi...

Massimo                        - Che io?

Laura                             - (impacciata) ... Voi e Giulia...

Massimo                        - E' falso!

Laura                             - Oh, via! Se anche poco fa eravate qui con lei... Vi ho visto e ho sentito il rumore di un bacio!...

Massimo                        - (tranquillamente) Avete preso abbaglio...

Laura                             - Eppure...

Massimo                        - Lasciatemi finire. Io non ho baciato Giu­lia. E' stata Giulia che ha baciato me... Sì: è inna­morata... Non v'ho detto, forse, le tante volte che nella ricerca dell'anima gemella spesso si cade in errore?... Giulia ha creduto che io... ecco! Anche il mio professore di filosofia, una volta...

Massimo                        - (dandosi un pugno sulla testa) Ah, già: voi non le conoscete le teorie dell'lperuranio... Ma, insomma, vi assicuro che io non amo Giulia, non amo nessuno... cioè, amo: ma ecco: Giulia, no!

Laura                             - (esitante) Allora...

Massimo                        - (esitante) Allora...

Massimo                        - Allora, non sono il miserabile che voi credete...

Laura                             - (abbracciandolo) Tesoro!! Oh gioia! Tieni! (lo bacia)... E dire che ho fatto la sciocchezza.... Apollo ti ucciderà!...

Massimo                        - (piano) Crepi l'astrologo! (forte) Spe­riamo di no... Che? Forse gli avete scritto anche il mio nome?

Laura                             - No - ma sospetterà lo stesso... Sei l'unico uomo che abiti in questo momento nella casa...

Massimo                        - (respirando) Meno male... Del resto c'è anche lo chauffeur ed il cuoco... Può darsi...

Laura                             - (senza badargli, disperandosi) Oh! E' terri­bile lo stesso!... E adesso? Adesso, cosa faremo?...

Massimo                        - (alzando le braccia, rassegnato) Aspet­tiamo che quei due arrivino...

Laura                             - Quali due?

Massimo                        - Cioè... uno solo: Apollo...

Laura                             - - E cosa succederà, ohimè?...

Massimo                        - Forse mi ucciderà. Forse...

Laura                             - Forse?

Massimo                        - ... ucciderà anche Giulia, e anche voi e lo chauffeur e il cuoco, poi si ucciderà lui... Un'e­catombe!

Laura                             - Salvateci, Massimo!

Massimo                        - E' una parola... Ma, per ora, soprattutto che Giulia non sappia... Non bisogna dar sospetto... Mostratevi gentile, affezionata...

Laura                             - - Oh! Adesso che sono certa che non l'ami!...

Giulia e Detti.

Giulia                            - (entrando da destra) Laura, sei qui? Ti ho cercata dappertutto, cara! Laura!  Cuore mio... (la bacia).

Giulia                            - (a Laura) Andiamo di là: ho bisogno di! un tuo consiglio su una nuova toilette...

Laura                             - Volentieri. Con permesso, signor Massimo...

Massimo                        - Prego...

Giulia                            - Arri vederla...

(Si avviano. Sulla porta, prima Giulia, poi Laura,! si volgono un istante all'insaputa l'una dall'altra, per mandare a Massimo un bacio sulla punta delle dita).

Massimo                        - Andate al diavolo!...

Massimo solo.

Massimo                        - (passeggiando su e giù per la veranda) E adesso? Bel pasticcio! Come me la caverò? A rigor di logica, dovrei essere ucciso quattro volte:  prima Apollo, poi Leone, poi Laura, poi Giulia... Quattro volte. E' un bel morire! (battendosi improv­visamente la fronte) No: cinque volte. E se mia mo­glie... Santo Iddio, vediamo... (corre al telefono e suona) Vediamo di essere tranquilli almeno da que­sta parte... Pronti... Otto ventiquattro... Chi parla? Sei tu Giovanni? Sì?... Bene, chiama un momento la signora... (pausa) Eh? Uscita? Da un'ora? (ge­sto di disperazione) Non sai dove?... Oh Dio! (la­scia cadere il ricevitore) Oh Dio! Che non le salti in mente di piombare qui?...

Apollo e Detto.

(Apollo entra trafelato da sinistra. Si guarda in­torno e scorgendo Massimo, corre da lui).

Apollo                           - Massimo!

Massimo                        - (con finta meraviglia) Che? Tu qui? (piano) E uno! (forte, afferrandogli la mano) Forse, ti senti male?

Apollo                           - (lasciandosi cadere su una poltrona) Dov'è mia moglie? Ah! Ah! (ironico) Sarà col suo amante, quel mascalzone... Evvero? Parla, Massimo, tu sai certamente... Quel vile di Leone... L'ho capito su­bito, io...

Massimo                        - (respira) Ah! Ma che dici? Leone è in città...

Apollo                           - (crollando il capo) E' inutile che tu cer­chi di nascondermi l'orribile verità... Leone è qui... lo sapevo che era qui... Sono venuto per questo... E poi, c'è il. cappello e il soprabito in anticamera... E dire che io lo credevo lontano... Ah, sciagurato!... (improvvisamente balza in piedi e afferra Massimo alle spalle squassandolo tutto) Ma tu, tu, dimmi... Non vedi niente? Niente?... Sei cieco?... Che fa­cevi qui, imbecille?... E non sei intervenuto per proibire... per far capire a mia moglie, a lui, che ci sono anch'io! anch'io! capisci?... Cosa sai tu?... cosa sai?

Massimo                        - Io? Niente... Non so niente...

Apollo                           - Ah, perdio! Ma sei proprio un imbecille, allora... A due passi da te, sotto i tuoi occhi, quei due mi fanno le corna e tu non hai visto? E tu non vedi?... Non vedi nemmeno le corna, adesso?

Massimo                        - Apollo, per carità, calmati...

Apollo                           - Vado a cercarlo subito... subito... (a Mas­simo che cerca di trattenerlo) No, lasciami... (esce da destra).

Leone                            - Massimo

Leone                            - (entra quasi contemporaneamente da sinistra, impugnando una rivoltella. Senza scorgere Mas­simo) Ah! Mio Dio: è orribile... Il mio più caro amico!...

Massimo                        - (piano) E due! Questo sa tutto... Crede che il furfante sia io... (forte) Non è vero niente sai...

Leone                            - (cade affranto su una sedia. Guardandolo al­lucinato) Ah? Sei qui? Sei qui?... Che cosa? Non è vero? Questo non è vero? (fa il gesto delle corna) Questo?... No, non negare... So tutto... Ah, chi l'a­vrebbe detto... Il mio più caro amico?!... (improv­visamente minaccioso facendosi presso Massimo e agitando sotto i suoi occhi la rivoltella) Ma que­sta, questa, rara giustizia! Vedi? Questa!

Massimo                        - No. Non guardarmi così... vuoi uccidermi, lo vedo: vuoi uccidermi... Ma sono inno­cente... (chiude gli occhi) Addio!...

Leone                            - Ma sei pazzo?

Massimo                        - (riaprendo gli occhi, quasi stupito d'essere ancora vivo) No, non sono pazzo... La verità' è questa: che sono innocente dell'orribile accusa... (a poco a poco riprendendo flato) Ma prima... (gli leva di mano la rivoltella e la getta sul tavolo) Ecco, ti dirò tutto, sai? E' stata una leggerezza in­considerata... Perdonami. Perdonami! Ho avuto torto. Sì: la colpa maggiore è mia. Non dovevo tenere celato fino ad oggi...

Leone                            - (afferrandolo per un braccio) Dunque, è da un pezzo? Dimmi: è da un pezzo?

Massimo                        - Un anno... Dall'epoca del tuo matrimonio. Ricordi? Siamo venuti tutti qui... Io l'ho cono­sciuta... E ci siamo subito amati...

Leone                            - Allora sei tu? Tu! E confessi... E lei, anche lei, sciagurata...

Massimo                        - Ancora? Ma come? Lei è innocente, ti dico... Una passione innocente!...

Leone                            - Innocente?... Una donna maritata?... Ma do­veva... che vai dicendo? Innocente? Massimo? Mas­simo?

Massimo                        - Ti giuro che non è maritata!

Leone                            - (sbigottito, con gli occhi fuori dalle orbite) Non è maritata? Mia moglie? Mia moglie non è ma­ritata?

Massimo                        - Tua moglie?

Leone                            - Per carità, taci: non mi confondere... (si mette le mani nei capelli) Pensa piuttosto che ro­vina! La vita di due donne distrutta, annientata.

Massimo                        - (commosso) Sì: povera moglie mia, po­vera Clara... Quando saprà... (deciso) Ma verso l'altra, cercherò di riparare: quella disgraziata, te lo prometto, la sposerò...

Leone                            - (con gli occhi fuori dalle orbite) Tu?!

Massimo                        - Sì: io. Sono l'unica causa di questa or­ribile situazione. Non dovevo tener celato fino ad oggi il mio segreto, il mio amore... Dovevo dirti su­bito tutto, metterti tranquillo...

Leone                            - (lo guarda, crollando il capo) Senti, Massi­mo: per carità, c'è un equivoco: non dire di no: ci dev'essere... Non è possibile altrimenti... tu, tu, vuoi sposare mia moglie?!

Massimo                        - Ma no! Parli di lei, adesso? Ah! Ti giuro che sono innocente: le apparenze, sembra... ma ti giuro...

Leone                            - (quasi inebetito) E allora... allora chi vuoi sposare?

Massimo                        - Ma lei! La tua segretaria... Ah? Non sa­pevi? Non avevi capito questo? E allora, cosa hai capito?

Leone                            - (disperato) Non ho capito ancora niente!

Massimo                        - Meno male. Il torto è stato mio: non do­vevo, prima, tacere e poi,'non dovevo nemmeno...

Leone                            - Avvertirmi? Ah! Questo hai fatto bene!

Massimo                        - ... Non dovevo nemmeno...

Leone                            - Ma ti ripeto che hai fatto bene! Un vero servizio da amico!... Mi hai straziato; ma era ne­cessario. Adesso, almeno, so tutto. Pensa, senza quella tua lettera, io sarei un... un... (fa il gesto delle corna) un tradito inconsapevole...

Massimo                        - (che capisce) Ah! Il biglietto? Allora non sai? Cioè... sai?...

Apollo e Detti.

Apollo                           - (compare, agitatissimo, sulla porla. A Leone;

-Ah, sei qui?

Massimo         - (con un sussulto, piano) Ohimè! Sua mo­glie ha parlato... (deciso, eroico) Sì, sono qui!...

Apollo                           - Tu che c'entri? (spinge Massimo di lato) Dico a lui, a lui, a questo traditore...

Leone                            - (furente) Traditore? Io? E hai anche il corag­gio... Ah! sciagurato!...

(Apollo e Leone sono vicinissimi. Sembra che da un istante all’altro debbano scagliarsi contro, furi­bondi. Massimo, pronto, si mette in mezzo cercando di calmarli).

Massimo                        - Per carità Leone, Apollo, fermatevi... E' un equivoco.. Ora vi spiego tutto...

Apollo                           - Macché equivoco!... Se non fosse vero, que­sto sciagurato non dovrebbe esser qui!...

Leone                            - (furente) Ah!! Dovrei esser lontano, eh? Mentre tu... Mentre tu... (/ due sono di nuovo faccia a faccia, al colmo dell'eccitazione. Massimo, in mezzo, tenta di allonta­narli, afferrando e trattenendo ora Leone ora Apollo).

Massimo                        - Un momento... Sentite... Non c'è nulla di vero...

Apollo                           - Nulla di vero? Ma lui è qui, capisci?... E' la prova lampante!

Leone                            - Taci, sciagurato! Tu non ignori che io giungo adesso... Dillo tu, Massimo...

Massimo                        - Già: adesso...

Apollo                           - Adesso? Ma che diavolo succede?... Anch'io arrivo in questo istante.

Massimo                        - Anche tu... già...

Leone                            - (dubbioso) No... è impossibile... Voi men­tite... Siete d'accordo... Se no, come spiegare... (ad Apollo, con aria sempre più perplessa) Il misera­bile, dunque, non saresti tu?...

Apollo                           - (stupito) Un miserabile?!... Come? Anche; tu cerchi un miserabile? In nome di Dio che fac­cenda è questa?... Leone?

Leone                            - Ma... Io sono accorso qui in seguito ad una lettera anonima dove è detto che mia moglie...

Apollo                           - (con un grido) Anch'io!

Leone                            - (si. volge severo a Massimo) Allora...

Apollo                           - (c. s.) Dunque...

Massimo                        - Calmatevi... Il miserabile che cercate non esiste!...

Apollo e Leone             - (insieme) Come?

Massimo                        - Non può esistere un miserabile, perché, i miserabili devono essere due!

Leone                            - Giusto!

Apollo                           - E' vero!...

Giulia - Laura e Detti.

(Giulia e Laura entrano a braccetto da destra).

Laura                             - (a Leone) Leone? Che vuol dire? E' una lieta sorpresa!...

Leone                            - (feroce) Lieta sorpresa?

Apollo                           - (e. s. a Giulia) Ah? tu non m'aspettavi? (7 dialoghi, tra Leone e Laura da una parte e Apollo e Giulia dall'altra, seguono concitatissimi, quasi contemporaneamente).

Giulia                            - (con un grido, a Massimo) Oh Dio! Mas­simo, siamo perduti! (lo afferra per un braccio, ag­grappandosi a lui).

Laura                             - No... No...

Apollo                           - Che c'entra lui?

Massimo                        - Ma già, signora: io non ci posso entrare: i miserabili sono due!...

Giulia                            - (decisa) No, Massimo: è inutile negare... Apollo sospetta tutto... lo capisco: fingere sarebbe peggio... Bisogna dirgli la verità intera... (ad Apollo) Sii forte... Sappi che un tempo noi eravamo nell'Epifanio... cioè, nell'lperuranio...

Apollo                           - Ma che vai dicendo?

Giulia                            - (tragica) La verità: Giove, prima di mandare gli uomini sulla terra, li tagliò in due parti e affidò a ciascuno il compito di cercare la sua metà ideale, l'anima gemella...

Apollo                           - (con le mani nei capelli) Mia moglie è impazzita!

Giulia                            - ... Io l'ho cercata e l'ho trovata!... Eccola! (indicando Massimo) I profani direbbero che Mas­simo è il mio amante; ma io non ho amanti, perché lui è la mia anima gemella...

Apollo                           - E' pazza davvero!...

Laura                             - (intervenendo) No, Giulia. E' inutile Leone sa già che Massimo è, invece, il mio amante...

Massimo                        - Ecco... veramente... io non sono...

Leone                            - Anche mia moglie è impazzita!

Giulia                            - (afferrando Massimo per un braccio) Sii uomo: confessa!

Laura                             - (c. s.) Dì la verità intera... (a Giulia) Anche tu, non sai... Quando Massimo ti ha baciata, non ti ha baciata, perché sei stata tu a baciarlo... (a Massimo) Tu sei il mio amante! Io sono la tua amante... Leone, perdonami!

Leone                            - Prima telefono al manicomio... (cercando di calmare l'eccitazione di Laura) Sì, cara; ma non ho nulla da perdonarti... Hai fatto bene...

Giulia                            - Non è vero! Massimo è...

Apollo                           - (convinto anche lui che la moglie sia pazza) Calma, Giulia mia... (a Massimo, piano) E tu, ri­spondi. Abbi pazienza; le ha dato di volta il cervello... (forte) Sei l'amante di mia moglie, evvero?

Massimo                        - (inebetito) No!... cioè; sì...

Leone                            - (premendo lo scatto di Laura) No, ti prego Massimo; tu sei l'amante di mia moglie!... Ti prego...

Massimo                        - Sì...

Leone                            - O di tutte e due: ecco trovato: di tutte e due!...

Massimo                        - Sì anche di te... cioè: no... che dico?

Giulia                            - Oh Dio! Mi crede innocente e non lo sono! Ebbene: giuochiamo il tutto per tutto! (a Leone) Signor Leone: quella lettera che ha ricevuto è menzognera!...

Laura                             - Ah sì? Ebbene signor Apollo, anche la let­tera che ha ricevuto lei è falsa...

Apollo                           - Oh Dio! Le lettere le hanno scritte loro!... Per accusarsi!...

Leone                            - Sono proprio impazzite! E' un caso di fol­lia collettiva...

Apollo                           - (dolcemente a Giulia) Cara, vieni di là, adesso (trascinandola) Ora chiamo il dottore: ve­drai che non è niente... (esce trascinando la mo­glie).

Leone                            - (a Laura) Anche tu, poverina, avrai bi­sogno di riposo... (a Massimo, piano) Autosugge­stione... (esce anche lui con la moglie mezzo sve­nuta fra le braccia).

Massimo, solo, poi la Segretaria

Massimo                        - Che pasticcio,, mio Dio! (si asciuga il su­dore) Nessuno ne ha capito niente... I mariti non vogliono credere che le mogli dicono la verità... Ma questa verità, poi, non è la verità: perché la verità vera non la sanno nemmeno loro... E il bello si è che anch'io mi ci raccapezzo poco...

Segretaria                      - (entrando vede Massimo e corre da lui) Finalmente! (lo bacia) Ho sentito tutto, sai... Ah, Massimo, cominciavo a temere che succedesse qual­che cosa...

Massimo                        - Più di quello che è successo!... Ma, per fortuna, non ci sono né morti né feriti. E questo è l'importante... Un'altra volta però, quando m'in­namorerò ancora... cioè... (imbrogliandosi) insom­ma... quando dovrò fase la corte... eviterò que­sti sotterfugi... Hai visto, che pasticcio? Tutte e due hanno creduto... (ride) Ed era necessario non dire la verità, se no avvertivano Clara, mia moglie... Il guaio peggiore... Già: hanno l'abitudine delle lettere anonime...

Segretaria                      - Caro! (Si baciano e restano avvinti).

Massimo                        - Amore!

(Intanto Leone ed Apollo sono entrati contempora­neamente, non visti, dalle due porte e li guardano stupiti. Subito fanno per andarsene, ma sulle soglie, ecco Laura e Giulia che vedono la scena e con un « oh! » soffocato, cascano sulle braccia dei rispettivi mariti).

Clara e Detti.

Clara                             - (arrivando sulla porta di fondo, vede i dite che strettamente abbracciati voltano le spalle alla scena. Fa gualche passo nella veranda rimanendo muta per lo stupore).

Massimo                        - (baciando ancora sulla bocca la Segretaria) Oh, mia cara!... vorrei amarti sempre così, all’insaputa di tutti, in segreto...

FINE