I’ nipote di’ sor priore

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“I’ nipote di’ sor priore”

“I’ nipote di’ sor priore”

commedia brillantissima

 in tre atti

di

Antonella Zucchini

©Antonella Zucchini – Tutti i diritti riservati

Personaggi

Don Giustino, i’priore

Palmira, laperpetua

Adone, i’ nipote di’ priore

Angiolina,  la servetta

Violetta, la figliola di’ fattore

Dolores, sua madre

Otello, i’ fattore

Fistiaciuche, giovane contadino

Lorenzo, i’ sagrestano

Carlo Borselli, un amico di Adone

Dottor Dall’Olio, i’ dottore di condotta

Sora Leontina, zia di Angiolina


Primo atto

Anno 1930, campagna toscana. Stanza da pranzo della canonica di Don Giustino. Si vedono un tavolo con 4 sedie e, appoggiato su di esso, tutto il necessario per apparecchiare; una vetrina sulla cui mensola ci saranno bicchierini, tazzine e un cestino di fichi, un attaccapanni, un crocifisso appeso al muro, un orologio a pendolo,  una mensola con statuine e  immagini religiose. A destra c’è la comune, al centro una porta che dà sulla camera di Adone, a sinistra la porta che dà sulla cucina. A sinistra della scena, seduta compostamente su una sedia sta Violetta, tutta elegante e infiocchettata: ogni tanto si liscia le pieghe della sottana e si toglie degli invisibili pelucchi dalla camicia.

Violetta                 (sottovoce): Lorenzo? Lorenzo! Lorenzooo?…( si alza e va verso la porta di

                               sinistra) Mamma?..Palmira?  Mah!  M’hanno lasciato qui sola…ma allora se un

                              c’è nessuno io provo a chiamarlo! ( si avvicina alla porta centrale e tra sé )

                              Mamma mia come mi batte i’ core! ( bussa alla porta guardandosi intorno con

                              circospezione ) Adone, Adone….ehi? So’ io…la tu’ Violetta! Che dormi

                             sempre?..Adone? (torcendosi nervosamente le mani)…ma icchè s’è fatto? Icchè

                              si farà?

Adone                     (sbucando in pigiama da dietro la porta e facendole fare un sobbalzo) Violetta, anima mia!  Tu mi parevi te alla voce!  Ma allora se l’amore ti spinge a osare tanto….

Violetta                  Oddio, che paura tu m’hai fatto! ( accorgendosi che lui è in pigiama e coprendosi gli occhi con una mano) Misericordia, ma te tu sei gnudo!

Adone                     (cercando di abbracciarla) Macchè gnudo, vien qua!

Violetta                   ( svincolandosi ma senza troppa convinzione): Sta’ bono, Adoneee! Pe’ l’amor di Dio, davanzo in questi giorni un mi riesce nemmen di dormire a pensare  a icchè l’è successo….

Adone                     (noncurante) O come mai appena ti vedo m’entra questo formicolìo…?

Violetta                 Sta’ bono con le mani! Se  le vengan di qua la mi’ mamma e la sora Palmira,

                              siam belle di’ gatto…(cercando di svincolarsi) Sta’ bono, per l’amor de’ sette

                              Santi….

Adone                   Macchè santi, vien qua! (continuando ad abbracciarla come preso da una

                               febbre) Un ci pensare, Violetta, fatti un po’ stringere….

Violetta                Ma come un ci pensare? Ma che te ne rendi conto d’icchè s’è fatto, sì o no?

                              Maria Vergine, se lo scopre i’ mi’ babbo l’è capace di ammazzacci tutte e due…

Adone                   (senza troppa convinzione)  Tu dici? Vorrà dire che si morirà insieme…vien qua,

                             intanto….

(Da fuori si sentono le voci di Palmira e Dolores che si avvicinano)

Violetta          ( facendo  uno scossone e allontanandosi repentinamente da Adone) Vergine santa!     La mamma! Svelto ritirati!

Adone             (cercando ancora di abbracciarla) Dammi un bacino, allora!

Violetta         (svincolandosi) Ma te tu sei pazzo! Che mi vuoi rovinare? Rientra in camera per carità! Oddio, mi sento abbasire….

(Si sentono le due donne da fuori parlare più forte)

Violetta           Eccole, le senti? Per l’amor di’ cielo! (si allontana da lui, non sa dove andare,

                          poi si siede sulla sedia e si sventola con la mano per riprendere fiato)

Adone            (parlando a sé stesso) Ma guardala, prima la t’infoca e poi la ti tira una secchiata

                      d’acqua diaccia!

Violetta         (impaurita) Entra dentro! …Oddio, mi sento cascare dalla seggiola…..

Adone           Oh, oggi t’aspetto a i’ capanno alla solit’ora….

Violetta         A i’ capanno un’altra volta? Ma se ci scoprano, mi dici icchè s’inventa?

Adone          Zitta, buci. Un ci scopre nessuno. T’aspetto lì, allora…

Violetta       Ma Adone…Adone….dopo ci si sposa, vero?

Adone          (richiudendo la porta ed evitando la risposta) Eccole! Zitta! Un fiatare, buci!

(Adone chiude la porta. Nello stesso momento entrano Palmira e Dolores)

Dolores          (rivolta alla figlia) Nina un fare confusione, un tu l’abbia a svegliare  …dico bene

                         sora Parmira?

                  

Parmira          Chie? I’ sor Adone? Un c’è di questi pericoli. Gli è difficile che si levi prima di                            mezzogiorno….(guardando Violetta che si sventola) …che ti fa cardo nini?

Violetta            …..chi?..Icchè..? A me?

Dolores             Saranno calori di gioventù….ma…( prendendo sottobraccio Palmira)..la mi

                           diceva, la mi diceva?

Palmira             No, dicevo di lui, ( accenna alla porta di Adone) di come l’è cambiato a stare

                            qui da Don Giustino. Mi rammento la sera che gli arrivò, tre mesi fa…gli avea

                            una fame poerino, gli avrebbe mangiato le panche di chiesa….uh icchè ho detto!                          (facendosi il segno della croce) Domani vo subito a confessammi!

Dolores                 Ma dimmi te!

Palmira               Gli era tutto timido, tutto per l’appunto…si chiudeva nello studio fra tutti que’

                              libri e un si rivedeva fino a buio. La pensi che una volta Don Giustino lo chiamò

                              per la cena e lo trovò addormentato!

Dolores                 L’è proprio uno studioso, eh?

Palmira                Don Giustino vorrebbe che gli studiasse da prete…

Dolorese Violetta ( addolorate) Davvero?

Dolores                 O come? Un ragazzo giovane a quella maniera, alto, bello…o come mai?

Palmira                 Come mai io un lo so! Ma poi icchè gli ho a dire..io so’ segreta, un li

                               racconto i fatti degli altri!

Dolores                  No, icchè c’entra, facevo per dire qualcosa…..

Violetta                 ( preoccupata) Ma che studia davvero parecchio?

Palmira                Oddio, ora mica tanto. Per dire la verità nello studio ci mette piede solo qualche

                              volta. Ma Don Giustino dice che i’ ragazzo gli è così intelligente che gli basta

                              poco!

Dolores                 Chissà i’ sor priore come gongola, eh? Gli ha sempre avuto un debole per i’

                              figliolo della su’sorella e ora che l’è rimasto solo…Mi ricordo di quando la su’

                              poera mamma la lo portava in villeggiatura  quassù. Gli era un cosino secco,

                              tutt’occhi, ma dopo un pochino rifioriva come una rosa!

Palmira               (abbassando la voce) Sa, quando l’è morta la su’ poera mamma, Don Giustino

                             unn’ha avuto bene fino a che un l’ha convinto a veni’ qui, e pe’ dire la verità gli

                             c’è voluto anche poco perché i’ giovane un se l’è fatto ripetere du’ volte. S’ è

                             precipitato qui come un furmine i’ giorno stesso, con dietro solo una valigiuccia e

                             rizzati.….Eh sì, Don Giustino un lo poteva sapere da solo a Firenze…bah, un 

                             giovanotto si pole anche fare traviare dalle cattive compagnie. (facendosi il segno

                             della croce) Uh, Gesù Maria, c’è tanta gentaccia a questo mondo!

Violetta                (chiamando forte) Lorenzo? Lorenzoo!

Dolores                 Un vociare ti s’è detto, tu svegli i’sor Adone!

Parmira                Icchè tu vuoi da Lorenzo? Gli è a spazzare le scale della chiesa…poera creatura

                               anche lui! Don Giustino fece un’opera pia a pigliallo con sé: senza babbo né

                               mamma e per di più a quella maniera…o chi l’aveva a tenere? ( a Violetta) Vai

                               vai se tu vuoi andare….

Violetta                 Mamma che posso? Oh, se la mi dice di no sto qui perché la lo sa, io fo sempre

                               icchè la mi dice lei….

Dolores                  Vai nina, ma torna subito perché trappoco si va via…(rivolta a Palmira) sa,

                              quando torna i’ mi’ Otello gli ha piacere di trovarci a casa.

Violetta                 Arrivo a dirgli una cosa e so’ qui! (poi piano) M’importa un po’ di Lorenzo.                                           Gli è che dalle scale della chiesa si vede la camera di Adone!

( esce sospirando)

Dolores               (con malignità) Eh sì, Don Giustino di carità ne fa tanta….anche a tenere a

                             servizio quell’Angiolina …bah!…

Palmira               (preoccupata) Perché? Icchè l’ha da dire dell’Angiolina?

Dolores                Io un dico nulla perché di certa gente un me me curo ma sa….una ragazza

                            giovane, un po’ sfacciata come l’è lei, in casa d’un prete…con qui’ Lorenzo poi

                            che sì, sarà anche una poera creatura ma…gli è sempre un omo!

Palmira               Ma glielo dicevo io a Don Giustino! A fare icchè la mi piglia un aiuto? Ho sempre

                             fatto da me io, unn’ho mai avuto servitori di nulla! O che gli pare che io un sia

                             più bona di mandare avanti la canonica? No, la lo dica sinceramente sora

                             Doloresse!

Dolores                Chie? Lei? Lei la un va giù nemmen con le cannonate!

Palmira                 Io c’ho settantacinquanni, un dico mica tanto ma…un’altra trentina d’anni no?

Dolores                 Diamine!

Palmira               (continuando agitata) Ma lui testone, capone come sempre ( rifacendo il verso

                             al prete) ”Si piglia l’Angiolina a mezzo servizio così l’aiuta un po’

                             la su’ zia Leontina. Poere donne, le son rimaste sole!” Così disse e così

                            gli è stato. Me la piantòin casa e addio Beppe. Ma quella l’è un arsenale,

                            glielo dico io, la mi fa perdere il cervello!

Dolores                Un mi fa specie. Con una famiglia come l’ha, la un poteva di certo venire su

                             meglio…perché si sa tutti come l’è stata la su’ zia Leontina,vero….Glielo dico

                            sempre a i’ mi’ Otello, che da giovane l’ha praticata…Otello – gli dico – t’hai

                             avuto una gran fortuna a incontrare me sennò in quei piedi lì tu c’eri te!

Palmira                (tra sé) Un lo so mica icchè l’era meglio!

Dolores                Come la dice sora Palmira?

Palmira               Nulla, nulla…e i’…su’ Otello icchè dice?

Dolores                Lui ciondola i’ capo..sa’ gli omini come fanno..un danno peso a certe

                            cose, ma io sì! E per tornare a dire,l’Angiolina la un pole dirazzare…a

                            proposito ( abbassando la voce) la un doveva essere qui?

Parmira             L’ho mandata a prendere una braciolina per i’ sor Adone…lui gli ha

                            i’ palato fine!

Dolores               La me l’aveva a dire a me, no? Con un marito fattore, che mi mancherà la

                           roba nella dispensa? Gli potevo mandare una fila di sarsicce, un quarto

                           d’agnello, du’ piccioni…

Parmira             Poerina, icchè gli ho a dire….la li porti quest’altra volta. Come si dice?

                            A chi porta, porta aperta e chi non porta….parta.

Dolores              Diamine! A noi un ci manca nulla, vero, si pole anche regalare…la

                          guardi icchè mi so’ fatta comprare da i’ mi’ Otello! (mostra un anello)

                          Che gli piace? L’è uno….o come si chiama ? Ah sì, l’è un topastro, ecco!

Palmira          Acciderba! Un vu cocete mica con l’acqua voi, eh?

Dolores           A noi grazie a i’ cielo, un ci manca nulla..s’ha anche i’soprappiù!

                         La mi’ Violetta la un trema vai e nemmeno chi se la sposa!

                        La pensi sora Parmira che l’ha du’ bauli pieni  zeppi di corredo e altrettanto

                        s’è dato fori a fare….tutta roba fine, sa… L’ha tutte camicie di cambrì e i lenzoli con

                        tutto i’ giornino intorno. Un ci s’ha che questa figliola io e i’ mi’ Otello, la si

                       tiene come un gioiellino..come un soprammobilino! E si sta attenti a chi la frequenta

                       perché in giro c’è certa robaccia!

(Si sente un rumore di cocci rotti e un urlo da fuori)

Violetta                      Aaah!

Dolores                      Oddìo, Violetta! La mi’ bambina!

(Entra Violetta piangente seguita da Lorenzo, un ragazzone dall’aria poco sveglia)

Violetta                     Mamma, mamma! Lorenzo m’ha toccato…

Palmira                      (inveendo contro di lui che la guarda stupito) Icchè t’hai fatto? Brutto sudi_

                                   cione che un tu sei altro?

Dolores                       ( abbracciando Violetta) Vieni stellina, dillo alla tu’ mamma icchè t’ha fatto qui’ deficiente?

Lorenzo                     (cercando di difendersi, dondolando e parlando lentamente) Io nulla: lei l’ha

                                   dato una manata a i’ vasino che c’era sull’altare e la l’ha buttato in terra…

Violetta                      Unn’è vero, bugiardo…m’ha toccato mamma e poi mi voleva far paura

                                   con un ragno…

Palmira                      Con un ragno?

Lorenzo                     L’aveva un ragno sulla spalla e io gliel’ ho levato. Lei l’ha fatto uno schizzo 

                                   e l’ha rotto i’ vaso…

Palmira                      Ora tu lo senti Don Giustino!

Violetta                      Invece te tu mi volevi toccare….

Lorenzo                     Chi? Io? Per fare icchè?

Palmira                      Ohi ohi, come gli è questa creatura!

Violetta                      (urlando più forte e avvicinandosi alla porta  per farsi sentire da Adone) Sì,

                                   sì e sì! Te tu l’hai fatto apposta! Tu mi volevi toccare!

Palmira                      Ma che vi chetate, vu’ svegliate i’ sor Adone!

Dolores                      Icchè gli dicevo sora Palmira? Sarà anche un povero scemo ma gli è sempre

                                   un omo!

Lorenzo                     Chie? Io scemo?

Dolores                      ( minacciosa verso di lui) Guarda che se tu ritocchi la mi’ bambina ti do tanti

                                   di quei marrovesci che ti fo rinfurbire, sai? Lei la unn’è abituata a questi

                                   sconvolgimenti, lei  l’è pura come un giaggiolo!

Palmira                      La vorrà dire pura come un giglio…

Dolores                    Giglio o giaggiolo l’è la medesima. (vociando come un’isterica) Che un

                                   tocchi più la mi’ Violetta perché succede uno scangeo, quanto l’è vero che

                                  mi chiamo Doloresse!

Lorenzo                    (sorridendo come un minchione) Ah, la vole dire che dopo i “doloresse” mi

                                  vengano a me, eh?

Dolores                   (alzando la voce  esageratamente) Ma sentitelo, mi vorrebbe pigliare pe’ i’

                                  bavero, mi vorrebbe pigliare….qui’ citrullo!

Palmira                      ( urlando più forte di tutti) Zitti, zitti v’ho detto! (a Dolores) E lei la si carmi,

                                 un pochino….

(Appare sulla porta Don Giustino tutto accigliato. Veste l’abito nero e sopra un cappotto, anch’esso nero. In testa ha il classico cappello da prete.)

Don Giustino             Ma icchè succede? Vi si sente di piazza! Parmira! Vergognatevi,

un siamo mica a i’ mercato….siamo nella casa di Nostro Signore…

(poi   guardandosi  intorno) O quanta gente c’è? (accennando ad

 unsaluto) Sora Doloresse!

Dolores                      (imbarazzata) Don Giustino,la perdoni…s’è fatto un po’ di subbuglìo..ma

                                   il fatto l’è che…Lorenzo…

Don Giustino          (interrompendola e sedendosi) L’abbia pazienza sora Doloresse ma bisogna

                                 che mi metta un po’ a sedere. Vengo dai campi di là da i’ fosso e l’ho fatta tutta

                                  a piedi, anda e rianda. Vu vedessi che tempaccio! Tira una sizza che

                                   nemmeno. Mi s’è aggranchiato tutti i piedi…

Palmira                      (acida) Perché, quanti la ce n’ha?

Don Giustino             Di che?

Palmira                      Di piedi! La dice tutti… a me mi pare che la n’abbia due come tutti gli altri e

                                   tre quando la c’ha la giannetta!

Don Giustino             Simpatica tu sei! (poi dandosi una manata sulla fronte) La giannetta! Vai,

                                   l’ho lasciata in piazza! M’ero messo a chiacchierare con la sora Leontina e 

                                   i’su Otello...   

Dolores                      (come punta da una tarantola) I’ mi’ Otello? I’ mi’ marito…con la Leontina

                                   a chiacchie…(imperiosa) Violetta! Vieni, si va subito a casa!

Violetta                      Ma.. i’ sor Adone…

Dolores                      Si saluterà un’altra volta, tanto scappare unne scappa! Andiamo, moviti!

Don Giustino             ( interdetto) Oh Doloresse, ma icchè gli è preso?…icchè l’ha capito? Si

                                    discorreva tutti e tre di’ più e di meno….

Dolores                      Don Giustino, forse capisco troppo! Ma come dicano? Indove c’è la civetta,

                                   sempre cala qualche uccello…..e un voglio aggiungere altro perchè

                                   qui (accennando a Violetta)… c’è la bambina! E chi ha orecchi per intendere,

                                    intenda.

Violetta                      Ma mamma…aspettiamo che si levi i’ sor Adone…

Dolores                      T’ho detto andiamo…un mi fa sbizzarrire anche te, d’avanzo…( sulla porta)

                                   Don Giustino, la stia attento a chi la si mette in casa. Alle vorte succede dei

                                   danni irrestr…inrep..insomma come si dice? Irrespirabili! Andiamo Violetta!

(Esce seguita a malavoglia dalla figlia)

Don Giustino             (dopo un primo momento di sbigottimento) ..Ma che c’ è tutta quella lì?

Palmira                      (finendo distrattamente  di apparecchiare) Anche lei, la va a dirgli che l’ha

                                   visto i’ su ‘ Otello con la Leontina! O la un lo sa che la sora Doloresse l’è

                                   tanto gelosa della zia dell’Angiolina, da non dormirci la notte? (abbassando

                                   la voce per non farsi sentire da Lorenzo che le sta sempre appiccicato) Lo

                                  sanno anche i sassi che da giovani la Leontina e Otello gli hanno fatto

                                  all’amore e di certo la lo sa anche lei perché in confessione senz’altro glielo

                                 avranno detto…

Don Giustino            Ma che ti cheti, eh? Malalingua che un tu sei altro! Te tu sai tutto di tutti,

                                   te tu  sai sempre ogni cosa. Ma icchè tu sei, un agente, eh? Sentite che eresie

                                   si devono udire nella casa di’ Signore! Domani vieni subito a confessarti!

Palmira                      Io so’ segreta, un li racconto i fatti degli altri. Io un dico male di nessuno….io

                                    semmai riporto….

Don Giustino             Sie, come qui’ cane. L’è da riporto, lei. (alzandosi) Basta, basta un voglio

                                    ascoltare più nulla…spero solo che  i’ mi’ nipote unn’abbia sentito una

                        parola d’icchè l’è stato detto qui dentro. Vergogna, un’anima pura come lui!

                      

Palmira                     Sì, vah! Un altro “giaggiolo”!

Don Giustino           (che non ha sentito le ultime parole di Palmira) C’è da fallo scappare di 

                                  volata. Speriamo che dorma sempre….ora vo a vedere.

(Entra nella camera di Adone e chiude la porta)

Palmira                  ( camminando affaccendata mentre Lorenzo la segue passo per passo,

                                standolesempre alle costole) Sempre con me se la piglia! Appena  apro bocca,

                                apriti cielo, spalancati terra….bah..(guardando l’orologio a pendolo)..o quanto

                                la sta l’Angiolina a tornare? Quanto ci vorrà a arrivare da i’ macellaio…quella

                                te lo dico io l’è venuta qui per fammi dannare l’anima! Ma lui (accennando alla

                                porta da dove è uscito DonGiustino) unn’aveva pace, diceva che da sola un

                                potevo riparare  alla casa, alla chiesa, che qui e che là. E ora mi tocca a

                               ciucciammela!

Lorenzo               (standole sempre appiccicato) E a me? Che me la compra anche a me la

                              braciolina?

Palmira                Chetati. Oggi io, te e don Giustino si mangia la minestra di fagioli.

Lorenzo               (standole sempre più appiccicato) Perché a me sempre i fagioli e a Adone

                              la braciolina?

Palmira              O un tu l’hai visto come gli è calìa? Eppoi figurati se “lui” (accennando

                            sempre al prete) vorrebbe che a i’ su’ diletto nipote gli venisse male a i’

                            corpo!

                           

Lorenzo            E se mi viene a me male a i’ corpo?

 

Palmira          Tu vai a i’ licitte! Trappoco Don Giustino tiene più a qui’ ragazzo che a i’ vestito

                         che porta! Vergin santa, icchè ho detto! (facendosi il segno della croce) Domattina

                         mi fo confessare subito….(ripensandoci subito dopo) …però quanti gestri! Gli è

                        qualche mese che l’è qui….”e fate silenzio che Adone gli ha da studiare”, “e sbattigli

                       un ovino a Adone  perché si deve sostenere” e…..

Lorenzo       (impaziente e standole sempre appiccicato) O icchè la fa l’Angiolina? La un torna?

                      Eh, Palmira? La un torna?

Palmira       (stizzita) Ma che mi sorti dai piedi? O icchè tu mi stai sempre appiccicato? (poi per

                     levarselo di torno)Che l’hai messa la tovaglia sull’altare?

Lorenzo      (annuendo esageratamente) Sì, sì, sì.

Palmira       I fiori che gli hai sistemati?

Lorenzo    (c.s.) Sì, sì, sì.

Palmira     Le candele che  l’ hai accese ?

Lorenzo   (c.s.) Sì, sì, sì.

Palmira   (infine, non sapendo come levarselo di torno) E allora….vai e spengile! Ancora gli è

               presto, sennò le si consuman troppo e dopo Don Giustino se la piglia con me….svelto, vai,

               ambula! 

Lorenzo (dondolandosi mentre si avvia) Vu ce l’avete tutti con me, vu ce l’avete….

(esce)

Palmira  (mentre Lorenzo esce) T’ho detto ambula! Vergin santa, come l’è minchione questo

               ragazzo! (mentre finisce di apparecchiare e accennando alla porta di Adone) Sorte

               quest’altro! Mi sbaglierò eh, ma a me mi sembra che c’abbia di molto gli occhi ritti! A

                lui le un gli si posano le mosche su i’ naso, vai! (dopo una pausa durante la quale

               continua ad ammiccare verso la porta di Adone) Don Giustino ci terrebbe tanto che si

              facesse prete…. Io dico invece che gli piacerebbe farsi frate….ma in un convento di

               monache, sai! Mica per parlare male, eh? Sorte, so’ proprio io….ma io un ce l’ho i’

               prosciutto sugli occhi come i’ sor priore. Me ne so’ avvista subito di che pasta gli è fatto.

               (sottovoce) Gli garba le donne!(facendosi il segno della croce) Maria Vergin Santa!      

(Si sente da fuori una voce di donna che canta)

Angiolina  (cantando, da fuori) Fior d’amaranto……

Palmira  Eccola va’, quella cimbardosa! 

Angiolina (entrando con un fagottino e un cesto di insalata e cantando) Fiorin di grano….

Palmira  Eccola! Lei basta la canti, l’ha belle accomodato ogni cosa! (brontolando) T’avevi a

              stare dell’altro…un tu lo sai che trappoco si mangia?

Angiolina (tutta allegra) So’ andata da i’ sor Aristide, come la m’ha detto lei, a comprare i’ filetto

               per i’ sor Adone. Me lo so’ fatto tagliare ni’ punto meglio e poi so’ andata a comprargli un

               po’ d’insalata….ricciolina (toccandosi i capelli) perché a lui gli piace i riccioli….

Palmira Chetati vanesia! Se ti sente Don Giustino ti manda via in quattro e quattr’otto…ma sentite

               questa sfacciata!

Angiolina     O icchè ho detto di male?

Palmira  (levandole il pacchetto di mano in malo modo) E lo so io! Ma Adone tu te lo scordi…gli è

               destinato ad altri scopi, lui. Di già, se ti sentisse Don Giustino fare di questi discorsi, tu

               staresti lustra! Piglierebbe la giannetta e te la darebbe su i’ groppone.

Angiolina    (cantando ironicamente sull’aria degli  stornelli, mentre si accinge a pulire l’insalata

                    in una ciotola che prenderà dalla vetrina)

                            “So’ stata alla bottega a piglia’ i’ sale

                              m’han domandato con chi fo all’amore,

                               m’han domandato con chi fo all’amore,

                              io gli ho risposto: lo fo con chi mi pare!”

PalmiraCanta, canta….ma ora glielo dico io a lui. Tu sei a servizio in una canonica mica in un

               ca…. (tappandosi subito dopo la bocca con la mano) Madonnina, la mi fa dire anche le

               sperpetue!

Angiolina  (avvicinandosi più conciliante) Via, sora Palmira! O perché la mi tratta così male? Che

               colpa ce n’ho io se so’ giovane e ho sempre tanta voglia di ridere e di cantare….e poi,

                siccome so quanto i’ sor priore tiene a i’ su’ nipote, un gli voglio dispiacere e cerco di

               accudirlo meglio  che posso.

Palmira (stizzita) Accidenti all’accudire! Gli è du’ giorni che l’è qui e tu mi sembri diventata la su’

              balia. Tu gli stai sempre appiccicata! E poi, a accudirlo ci penso da me. Te tu sei stata

              presa per fare la garzona e basta. Vai in cucina ora, vai. Tu gli coci per benino la braciolina

              e tu senti se i fagioli son cotti…

Angiolina  Ma i’ sor Adone, icchè gli è sempre a letto?

Palmira T’ho detto vai in cucina. Icchè ti devo raccontare? Io so’ segreta, un li racconto i fatti degli

               altri, vai ambula….

(Entra  Lorenzo con il fagotto dei cocci rotti in mano)

Lorenzo Sora Palmira, l’ho spente tutte.

Palmira Icchè?

Lorenzo Le candele! (poi vedendo la ragazza si illumina) Oh Angiolina, finalmente tu sei tornata!

Palmira  Rieccolo questo tra i piedi. Lo sapete icchè? Voglio andare di là io! (autoritaria ad

             Angiolina) Te finisci di rimettere qui e un fate malestri, eh? Accidenti a chi vi c’ha portato

             tutt’e due…Uh, Madonnina icchè ho detto….

Angiolina  (facendole il verso) …domani vo subito a confessammi….

 (Palmira esce borbottando)

Lorenzo    Allora, Angiolina,  icchè tu mi racconti, eh? Icchè tu mi racconti?

Angiolina   (sorridendo sognante) Sta’ bono, Lorenzo! So’ tutta in brodo di giuggiole..a te lo posso

                   raccontare, tu sei i’ mi’ amico vero..

Lorenzo    (annuendo esageratamente) Sì, sì, so’ i’ tu’ amico vero, io….

Angiolina (abbassando la voce) Lorenzo,da quando l’è arrivato i’ sor Adone, io un so più indo’

                  ho la testa e indo’ c’ho i piedi, ci credi?

Lorenzo   (osservandola attentamente) Perché? O un tu ce l’hai sempre a i ‘ medesimo posto?

Angiolina  (sorridendo) No, l’è un modo di dire. Vedi Lorenzo, una poera ragazza come me la

                unn’ha occasione di incontrare mai nessuno. La mattina so’ qui a servizio e la sera so’ con

                la mi’ zia ni’ campo fino a buio. Io un vo alle feste, ai balli, ai ritrovi come le fanno tutte.

               Fino a ora un ci pensavo nemmeno, m’andava bene così….(avvicinandosi a Lorenzo e

               scuotendolo) e invece,  invece  un giorno la mi’ vita l’è cambiata, Lorenzo!

Lorenzo   L’è cambiata, Angiolina?

Angiolina  Sì! Quando l’ho visto entrare da quella porta per la prima volta, con la valigia in una

                 mano e  i’ cappello in quell’altra….con quei capelli belli, onduleggianti…

Lorenzo   (ripete sognante) ….onduleggianti…

Angiolina  Io l’ho guardato…lui m’ha guardato e m’ha detto…

Lorenzo     …e t’ha detto?

Angiolina   ….che ore sono signorina? (sospirando) Eh, Lorenzo, in qui’ momento  ho sentito un

                   attorciglìo nello  stomaco….icchè tu ne pensi, eh?

Lorenzo    Icchè tu avevi mangiato i fagioli anche te?

Angiolina  (sorridendo sognante) Eh,  altro che fagioli! (cantando) “Fior d’amaranto

                                                                                                   quando l’ho visto i’ core m’è saltato,

                                                                                                    quando l’ho visto i’ core m’è saltato,

                                                                                                 lui m’ha guardato e m’è piaciuto tanto”

Lorenzo   (guardandola estasiato) Come tu canti bene, Angiolina!

(Entra Palmira con la brocca dell’acqua)

Palmira  (vedendo i due vicini) No, no, no! Ma indo’vu credete di essere davvero! (indicando a

              Angiolina la cucina)  Forza, te passa là e te Lorenzo vai a riaccendere le candele. Tra poco

              i’ sor priore  gli scende e se le trova spente se la piglia con me. Su….svertiiiii!

Lorenzo  (dondolandosi mentre esce) Qui fare e disfare l’è tutto un lavorare!

(Lorenzo esce)

Angiolina (prendendo la ciotola con l’insalata,  uscendo e guardando con intenzione Palmira)

           “ Fior di limone,

            e l’aghero si spreme in un bicchiere,

            e l’aghero si spreme in un bicchiere,

            e la buccia la si dà alle musone!”

(Angiolina esce)

Palmira (accingendosi a finire l’apparecchiatura) Ma quella figliola l’è proprio un Diociliberi! Uh,

              icchè ho detto! (facendosi il segno della croce) Domattina mi fo subito confessare!

             (continuando a brontolare fra sé e sé) Da quando i’ sor Adone l’è arrivato, quella l’ha perso

             la tramontana. L’è sempre a scodinzolare dietro a lui. Ah, queste figliole d’oggigiorno come

             le sono avvezzate! Sconta a’ mi’ tempi. Un ci si sognava nemmeno d’alzare gli occhi da

             terra se s’aveva davanti un giovanotto. Io poi, mi rammento, ero sempre tutta compunta!

             Uh, guai se mi fossi azzardata! La mi’ poera mamma, mi rammento, la mi diceva sempre:

             Palmira, c’è tempo per queste cose….Palmira c’è tempo….Palmira c’è tempo….i’ tempo

             passò e…..io so’ rimasta qui.

(si sente una voce di uomo che chiama da fuori)

Fistiaciuche  Sora Palmira! O sora Palmira!

Palmira     Vai, questo l’è Fistiaciuche! (avvicinandosi alla porta) O icchè vole anche lui tra i piedi

                   a quest’ora? (vociando dalla porta) Vieni, nini! I’ portone l’è aperto!

(entra Fistiaciuche, un giovane contadino vestito modestamente ma decoroso. Reca con sé una cesta con dentro una lepre morta)

Fistiaciuche (entrando) Che si pole? Buongiorno sora Palmira, che è sola?

Palmira    Sola? L’era meglio. Questa casa da un pezzo in qua l’è diventata un porto di mare.

Fistiaciuche  O la unn’è la casa di Nostro Signore che poi l’è nostro Padre? Sicchè l’è la casa di

                    tutti, no?

Palmira      (acida) Tua no di certo perché in chiesa ti si vede solo pe’ Natale e pe’ Pasqua.

Fistiaciuche  Eh, icchè la vole sora Palmira…ho da fare…e quando ho da andare ne’ campi,

                     quando ho da governare le bestie, quando ho da dare l’acquetta a‘ pommodori…

Palmira      Chetati sai, eretico costì! La casa di Nostro Signore un tu la bazzichi ma la canonica di

                  don Giustino, quella sì….(accennando alla porta da dove è uscita Angiolina)

                   specialmente quando c’è chi mi intendo io….Un tu discorri più ora, eh? C’ho dato!

Fistiaciuche Sie, ma icchè la dice? M’importa assai a me dell’Angiolina…..

Palmira      E allora, se di Nostro Signore un te ne importa e dell’Angiolina nemmeno, icchè tu mi

                  stai tra i piedi a fammi perde’ tempo?

Fistiaciuche  Zittina, la un s’arteri e soprattutto la un voci…..(abbassando la voce) So’ stato in

                    bandita stamani e ho chiappato du’ lepri. Una l’è per Don Giustino, gliel’aveo

                    promessa.

Palmira   (già più dolce, scoprendo il telo che copre la cesta) Ah, dillo subito allora! Certo te, tu

                 se’ proprio un bravo ragazzo….Sta’ a vedere che con queste bone azioni Nostro Signore

                  chiuderà un occhio su’ tu’ peccatacci….

 Fistiaciuche A me mi basterebbe che mi mantenesse in salute e che magari….mi facesse trovare

                      moglie…..Oh, mi raccomando, i’ sor Otello, i’ fattore, un deve sapere nulla che vo a

                     caccia in bandita  perchè sennò a mandammi via ci mette un baleno….sicchè acqua in

                     bocca e mele strinte!

Palmira     Di certo! Icchè tu credi, io so’ segreta, un li racconto i fatti degli altri.

(Angiolina fa capolino dalla porta di cucina)

Fistiaciuche (illuminandosi nel vederla)  O bellocciona!

Angiolina   O bischero! Ma che sei sempre qui, te?

Fistiaciuche  (avvicinandosi) Perché, che gli fo ombra alla signorina?

Angiolina   A me un tu mi fai né ombra e nè altro! (poi non degnandolo di uno sguardo e

                  rivolgendosi a Palmira) L’insalata che gliela condisco con l’olio bono a i’ sor Adone?

Palmira     (sospettosa) Quale olio bono?

Angiolina   L’olio bono. Quello che lei la tiene nascosto in un armadio e l’adopra solo per sé.

Palmira   (rivolta a Fistiaciuche) Ma sentite che arsenale l’è quella! Io l’adopro solo per me?

               Guarda se tu ti cheti! Ce lo mandò i’ sor Otello l’altro giorno e, siccome gli è bono

               davvero, ne fo a miccino. Sicchè un lo sprecare nemmen te. Facci un “Ci” sopra con

               l’ampollina e ringraziare i’Dio.

Angiolina O allora perché ieri l’ha condito la minestra di’ sor priore con un’altra bottiglia e nella

                  sua la c’ha messo quello?

Palmira   (rimanendo un po’ interdetta)….perché…perché l’olio novo…gli pizzica e gli fa male…

                a i’ core, ecco! Ma poi icchè ti racconto? Io so’ segreta….

Angiolina  (rifacendole il verso)…un li racconto i fatti degli altri! Sì, l’è proprio lei!

(scompare dietro la porta)

Palmira        Ma icchè l’ha quella in corpo? La polvere empirica!

Fistiaciuche  (ridendo) Angiolina? Quella la dovevan chiamare Diavolina, altroché!

Palmira   O ma questa l’è bellina, eh? La intenderebbe riguardarmi l’agire? (verso la porta) Eh

               poera moccolona, io ti fo mandare via,  sai! Anzi, (alzando la voce) o via te o via io!

                Un mi fare stizzire perché stamani la unn’è serata, guarda!

Fistiaciuche  Via, la la lasci stare. Quella la mi ci vorrebbe a me. Mi ci vorrei tanto divertire a

                   domalla…

Palmira    Guarda, se ti riuscisse di levammela di qui e di  portalla via ti farei un regalo.

(Escono dalla camera Don Giustino e Adone, questa volta vestito elegantemente con un completo bianco e tutto impomatato.)

Don Giustino O Fistiaciuche, un mi dire che tu m’hai portato icchè so io?

Fistiaciuche  Gliel’ho portata e bella. Pe’ un galantomo ogni promessa l’è un debito ma di

                  galantomini (guardando con intenzione Adone  lasciando trasparire tutta l’antipatia che

                   ha per lui) ce n’è tanto pochi a i’ giorno d’oggi…

Don Giustino Tu se’ proprio un bon diavolaccio, anche te. Se tu fossi poi anche un bon cristiano tu

                   saresti perfetto.

Fistiaciuche  Don Giustino, unn’è stare in ginocchioni a strusciare le panche di chiesa che fa essere

                     bravi e onesti, ormai la lo sa come la penso.

Don Giustino Lo so, lo so. Ma unne parliamo qui. Te, ti cicchetto quando tu vieni ni’

                       confessionale.

Palmira         Buongiorno sor Adone. Che ha dormito bene?

Adone          Sì sì, abbastanza anche se ogni tanto stamani mi arrivavano delle grida…come di gente

                    che vociasse, sa?

Palmira        (imbarazzata)Sì, deve essere passato l’arrotino. Fa un baccano quell’omo….

Don Giustino     (ammiccando a Fistiaciuche e dando una sonora pacca sulle spalle a Adone) Ma

                          che nipote che ho, eh? Che prete ci  nascerà di qui….ma icchè dico, prete?

                          Cardinale!

Palmira      Sie, Papa!

Don Giustino     (con ammirazione) Papa, Papa e perché no?

Fistiaciuche  (a Adone) Che è sicuro?

Adone       (imbarazzato) Ehm, via zio, icchè la dice?

Don Giustino  La verità dico. Un giovane intelligente come te, istruito, di bona famiglia ma lo sai

                        indo’ può arrivare?

Fistiaciuche  (sarcastico) Eh, dimorto più in là di noi poeri contadini, questo l’è sicuro. Un be’

                    vestito, i’ capello impomatato e la barba fatta, fanno i su’ effetto….

Adone     (sempre più imbarazzato e aiutandolo a togliersi il cappotto) Ehm, l’aspetti che l’aiuto,

                zio. La un s’è levato nemmeno i’ cappotto…

Don Giustino   Fo da me, fo da me. Oh, un so’ mica pe’ l’oche ancora, sai?

Adone      Icchè c’entra, zio. Gli volevo fare un piacere….

Don Giustino  (che si intreccia nel toglierselo) Palmira! Icchè tu stai lì incantata? Aiutami, no?

Palmira          E l’aiuto, l’aiuto. A lei un ci gli ci vole la perpetua, gli ci vole la balia, (guardando

                       Adone con intenzione) come a qualcun altro…

Don Giustino (guardandola male, sottovoce) Te t’hai preso troppa confidenza, te lo dico io. O che

                       figure  tu mi fai fare davanti agli estranei e a quelli di casa? Falla finita sennò alla

                       fine mi tocca mettiti a  Montedomini.

Palmira       Eddie, se vo io, lei la vien dietro a me pari pari. L’ha meno un anno!

Don Giustino    Sie, un anno e la culla! Facevo le elementari e te t’eri di già una signorina….

(entra Angiolina)

Angiolina       (con voce dolce, vedendo Adone) Come, i’ sor Adone l’è sceso e la Palmira la un mi

                      dice nulla? Chissà che fame l’avrà, eh sor Adone?

Don Giustino  Pe’ codesto s’ha fame in due. Ho camminato quanto i’ sole stamani, portaci

                       qualcosa, vien via…(rivolto al giovane contadino) Oh, se tu voi rimanere…

Palmira          No, perché gli ha troppe cose da fare, vero? I campi, le bestie, l’acquetta a’

                      pommodori….

Adone            (rivolto allo zio) Che gli piace i’ mi vestito novo, zio?

Don Giustino A dirti la verità tu mi sembri Stenterello. Eppoi i’ bianco un ti dona. Che vuoi

                       mettere una bella tonaca….insomma, qualcosa di scuro….come i’ nero, per esempio.

                      Te t’hai i’ carnato chiaro, ti s’addice di più i’ nero.

Adone        (piano) E dai con questa storia. (rivolgendosi a Palmira) Che gli piace a lei i’ mi’

                   vestito novo?

Palmira      (passando senza fermarsi) Novo? A me mi pare piuttosto rovesciato!

Adone        (ad Angiolina) E a lei che gli piace?

Angiolina    (dolce) I’ su’ vestito novo gli sta a pennello, sor Adone….

Don Giustino   (a Fistiaciuche) Allora, che rimani a desinare qui?

Fistiaciuche    No, no, vo via. Se voglio mangiare me lo devo guadagnare, io.

Angiolina     (tutta gentile) La s’accomòdi sor Adone. La braciolina l’è su’ i’ foco…

Fistiaciuche   (rifacendole il verso) “la braciolina l’è su i’ foco” …guarda come la si dimena tutta!

                      (piano, come a sé stesso) La unn’ha occhi che per lui, poera giuccherella, se la sapesse

                      che barzella un’altra invece….

Don Giustino  Allora, un tu voi favorire?

Fistiaciuche    No grazie. Ultimamente mi resta “troppa roba sullo stomaco”. La cesta torno a

                       piglialla quando posso e te, (rivolto ad Angiolina) un ti disturbare a accompagnammi.

                       La strada la conosco da me.

(Angiolina fa spallucce e Fistiaciuche esce piuttosto accigliato)

Angiolina    (dopo che il giovane è uscito) Vai, vai, ci sarebbe da consumare un chilo di sapone

                    tenero pe’ levatti i’ rocciume, a te!

Don Giustino  (sedendosi piuttosto perplesso)Mah, o icchè gli piglia alla gente, eh?Via via,

                         tiriamoavanti…..Oh Angiolina, senti un pochino: che ti ci trovi bene qui? Unn’è

                         mica troppo duro il  lavoro, eh?

Angiolina      Ma che scherza sor priore? Per me, icchè c’è da fare qui l’è un divertimento. La si

                      figuri che la mattina, quando mi levo, un vedo l’ora di correre qui….

Palmira         …ora poi!

Angiolina      …Sarà per l’odore di legno delle panche, per l’odore di cera delle candele….

Don Giustino    (annusando l’aria)  Da’ retta, io sento ma odore di bruciato….

Angiolina         Uh, mi si brucia la braciolina!    

(la ragazza  esce precipitosamente)

Don Giustino    Bene, bene, brava figliola. Si vede che la su’zia Leontina la l’ha tirata su bene:

                         seria,  onesta, lavoratrice…

Palmira           Unn’ha azzeccate nemmeno una!

Don Giustino   (continuando)  Unn’è cosa facile quando manca un omo in casa. (rivolto a Adone)

                       Sai, i’ su’ babbo morì che l’era una bambinetta.. (allontanandosi, torna alla cesta per

                        riguardare la lepre)

Adone     Come morì, soldato?

Palmira   Sie! Gli era sempre briaco. Una sera gli attraversò la strada mentre passava un calesse 

                 e…zacchete!

Adone     Misericordia,  che sciagura! E la mamma rimase sola?

Palmira   La mamma la l’aveva persa  che l’era appena nata. La rimase con la su’ zia

              Leontina.

Adone     La su’ zia Leontina?

Palmira  Sì, eh Otello i’ fattore, l’ha aiutate tanto…(abbassando la voce) anche perché da giovani

              Otello e la Leontina gli hanno fatto all’amore, scatenando in questo modo la gelosia della

              sora Doloresse…(rendendosi conto di straparlare), poi io un lo so, sa? Io un li guardo i

              fatti degli altri.

  

Don Giustino   (tornando verso di loro) O Palmira, ma icchè tu borbotti? Una parola io e due lei!

                          Se t’hai qualcosa da dire, vieni  innanzi e dilla forte e sennò sta’ zitta.

Palmira           (impermalita) Io un dico nulla….dico solo che dalle querce un puo’ nascere i limoni

                       e con questo ho detto tutto. E ora se vu permettete, vo a razzolare i fagioli.

(Palmira esce tutta compunta e stizzita)

Don Giustino  O questa d’icchè l’è saputa? Mah! (posando affettuosamente una mano sulla spalla

                        di Adone) Sai Adone icchè penso? La Palmira l’è una bona donna. Devota,

                       servizievole, affezionata….l’è un po’ ciacciona ma in un paesino piccino come

                       questo, a chi un gli piace mettere i’ naso negli affari degli altri? Eppoi la mi vo’ bene,

                       icchè tu vuoi, l’è trent’anni che siamo insieme, l’è quasi un matrimonio….oh, un

                       pensare male, eh?…dicevo che l’è una bona donna ma la invecchia proprio male. La

                      comincia a perdere dei colpi, inteso. L’è anche per questo che ho chiamato

                      l’Angiolina a dargli una mano. Ma lei, invece d’essere contenta, la si sente spodestata.

                      La un capisce che l’ho fatto proprio per dargli un aiuto.

                      Bah, ora andrò di là in cucina a vedere se mi riesce di farla ragionare un pochino.

                     (rivolto al cielo) O Signore, o perché t’hai inventato le donne, eh?

Adone         La vada, la vada zio. Intanto io, se un gli dispiace mi metto a tavola…sa, c’ho un certo

                    appetito a quest’ora….

Don Giustino  Diamine, anzi vo a sollecitare l’Angiolina perché la cominci a portarti qualcosa.

Adone        Troppo buono, zio.

Don  Giustino   (sorridendo) Ti voglio custodire bene, Adone perché voglio che di costì ci nasca un

                  prete co’ fiocchi….Don Adone, senti come sona bene? Via, ora vo là da quelle donne.

                  (chiamando) Palmira? Angiolina? Che è pronto?

(Don Giustino esce)

Adone  (guardandosi intorno  poi attaccando la giacca all’attaccapanni) Predicator che predichiin

             deserto…se tu predichi per me l’è tempo perso!Poero zio, l’è proprio un sant’omo. E io 

            qui, a dire i’ vero, ci sto proprio bene: mangiare, bere, servito e riverito. A Firenze invece

             tiravo ma l’aghetto! Eppoi,dopo quella mascarzonata  che ho fatto a i’ mi’ amico Carlo, chi 

             m’avrebbe a dare i’ coraggio di tornare a 

            Firenze….(ripensandoci)…oddio…mascalzonata…..scherzetto, via. Icchè avrò fatto mai ?

            Gli ho preso un po’ d’argenteria….n’avean tanta in casa sua! Poi, gli ho smontato i’ motore

            dell’automobile e l’ho venduto, bada lì! Se lo sarà ricomprato di certo, con tutti i soldi che

            gli ha. Io piuttosto, come avevo a fare a pagare i’ debito che avevo fatto alle

            scommesse….Oh, se un tu paghi  e vengan co’ i’ cortello, un voglian sentir ragioni…

            No, no, a Firenze per ora un ci torno, sto ma qui co’ i’ zio! C’è solo un problema….mi vole

           convincere a scegliere la su’ strada, a studiare da prete e invece io, di mettimi qui’ tonacone

           nero addosso, unn’ho punta voglia. Mi voglio ma divertire, altrochè! E poi, (con allusione)

           c’è certa robina in giro! L’Angiolina l’è proprio bellina… e la Violetta? Hai visto, du’

           paroline, du’ versini e zac! L’è belle cascata nella tela di’ ragno! Ah sì, perché io un vo’

           legami con le donne. Ogni settimana ne cambio una così un c’è i’ pericolo d’attaccassele.

(Entra Angiolina con il piatto della carne)

Angiolina  Ecco, sor Adone, ho portato la braciolina. M’ha detto i’ su’ zio che la minestra di fagioli

                  la un la mangia…

Adone      (accomodandosi a tavola) A me veramente la mi piacerebbe.

Angiolina  (mettendo il piatto in tavola) Eh, ma lui gli ha paura che i’ su’ stomaco un sia

                  abituato…ecco, questa l’ho cotta io con le mi’ mani….l’è tenera come i’ burro.

                  (dolcemente) La  la mangi, la la mangi….(più decisa) …e la la mangi!

(Adone ne taglia un pezzo e l’assaggia)

Angiolina   L’è bona, eh? La si strugge in bocca, eh? (ansiosa) Ma la un dice nulla, come l’è?

                   Come l’è?

Adone    (con il boccone in bocca) Come i’ burro! (mentre Angiolina  non guarda sputa il boccone

                nella mano) Hiii,l’è salata arrabbiata!

Angiolina  (fra sé e sé) Come gli è bello! Che occhi! Che bocca! Che capelli onduleggianti! (poi

                   voltandosi verso di lui) La un mangia sor Adone? O la unn’aveva fame?

Adone     Sì…certo…gli è che…

Angiolina  Uh, che scema! Forse un c’ho messo i’ sale? Aspetti vo a pigliarlo…(facendo per

                 andare in cucina)

Adone      (con un pezzo di boccone in bocca) No, no…ferma!

Angiolina  …Allora gli porto un po’ d’insalata. Con un po’ di contorno la si butta giù meglio, vero?

Adone     Sì, grazie.

Angiolina    Fo una volata in cucina e torno.

(Lanciandogli un’occhiata innamorata e sospirando, la ragazza  esce)

Adone   (sputando il boccone rimasto, bevendo una lunga sorsata d’acqua poi inforcando la

              braciola con la forchetta e guardandosi intorno)E ora icchè ne fo di questa?

            Ah, un la posso mangiare davvero! La sembra un’aringa invece d’una braciola! Ma

            l’Angiolina la si offenderebbe…l’è così bellina….c’è i’ caso che la un mi guardi più!

           (guardandosi ancora intorno per cercare un posto)  O indo’ la posso mettere?

(Si sente da fuori la voce di Angiolina che canta)

Angiolina  …Fiorin di grano….

Adone    (svelto, cercando un posto nella giacca) Ohi ohi, l’è digià qui…( quindi mette la

               braciola nella tasca e finge  di masticare vistosamente)

(Entra Angiolina)

Angiolina  (porgendo il piatto con l’insalata) Ecco, sor Adone. Gliel’ho condita con l’olio bono

                 della Palmira…ma…(vedendo il piatto vuoto) o che l’ha belle mangiata tutta?

Adone      (imbarazzato) Eh, icchè la vole Angiolina, l’era tanto bona…speciale…(poi guardandola

                 con intenzione) la diceva “mangiami”…

Angiolina  (estasiata) Ah sì? Allora…allora… (accennando ad un cestino di fichi sopra la mensola

                    della  vetrina)..che li vole du’ fichi? Gli ha portati ieri Fistiaciuche…

Adone      No, grazie.

Angiolina   (prendendo il cestino e avvicinandosi a lui) Come? La un lo vole i’ verdino? Gli ha la

                   gocciola, la guardi..gli è come i’ miele….

Adone     (vicinissimo a lei, con intenzione) Come i’ miele…

(Entra Don Giustino e i due sobbalzano)

Don Giustino   Oh Angiolina, se un tu vai a dargli una mano alla Palmira l’è inutile che ti si sia

                       chiamato, eh?  Figurati, quell’altra la m’ha trattato come un pellaio, l’ha un diavolo

                       pe’ capello ma ce l’ho anch’io! (rivolto a Adone) L’è una settimana che la mi fa

                      mangiare minestra di fagioli. Ho sempre certi strizzoni a i’ corpo che nemmeno!

                      Stamani ho durato fatica a finire di dire la messa. Se continuo dell’altro un importa

                     sonare le campane per chiamare la gente, ci penso da me! (vedendo poi il piatto vuoto

                     sulla tavola) Te, Adone che hai di già  mangiato?

Angiolina     (intervenendo tutta contenta) Davvero! C’ha un appetito che l’è un piacere vederlo

                     alla tavola!

Don Giustino  Allora portagli un caffeino, vai! Sennò dopo, a studiare, gli piglia i’ sonno. E poi

                       porta qualcosa anche a me sennò abbasisco.

Angiolina    (uscendo con il piatto vuoto in mano e cantando) “Fiorin di melo,

                                                                                                i’ core dentro a i’ petto m’è saltato,

                                                                                                i’ core dentro a i’ petto m’è saltato

                                                                                                e un c’hanno scoperto per un pelo!”

(Angiolina esce)

Don Giustino  (guardandola uscire) Bella cosa lei!

 

Adone           (sospirando) Eh sì, bella cosa lei!

Don Giustino  (accorgendosi del turbamento del nipote) No, bella cosa la gioventù, volevo dire…e

                       dire che l’ha avuto sfortuna, poerina, co’ i’ babbo che gli morì a qui’ modo…

Adone            Lo so di già, zio. La Palmira la me l’ha appena raccontato…

Don Giustino  Oh, ma io arrivo sempre secondo appetto a lei, eh? Che chiacchierona!

Adone          La senta zio, dopo i’ caffè andrei a fare una passeggiatina verso quei campi di là da i’

                     fosso...

Don Giustino Verso i’ capanno?

Adone         Proprio! Poi vo nello studio e mi metto a leggere un po’ della storia sacra….

Don Giustino     …..e poi scommetto tu dici l’orazioni!

Adone              Preciso!

          

Don Giustino   Bravo Adone! (dandogli una gran pacca sulle spalle) Che prete ci nascerà di qui!

Adone          (piano, tra sé) E ritonfa!

(Entrano Palmira con la scodella fumante di fagioli e Angiolina con la tazzina del caffè.)

Angiolina      Ecco, sor Adone. S’è fatto i’ caffè di quello bono.

Don Giustino Belline guarda! A me me lo fanno con la cicoria…

Palmira          Zitto! A lei gli fa male a’ i’ core.

Angiolina     ( ad Adone, con fare ammiccante) Gliel’ho fatto cardo…e gliel’ho anche indolcito!

Adone    (con intenzione) ….Di già dolce? L’ha fatto bene…

Angiolina   (con passione) La dice?

Don Giustino  (accorgendosi dell’intesa fra i due) Ovvia, nina, che hai belle finito per oggi? Allora

                      vai a casina tua, vai bellina. La tu’ zia la t’aspetta.

Angiolina   (dispiaciuta ) Ma…volevo rigovernare prima…

Palmira   Unn’importa, fo da me. Vai, vai. (poi piano a Angiolina) Civettona!

 

(Entra Lorenzo tutto dondolante, stringendosi la pancia con la mano)

Lorenzo   Angiolina, che vai via?

Angiolina   (mogia)  Sì, che vieni a accompagnarmi?

Lorenzo   Verrei Angiolina…Madonnina se verrei….ma un posso ….bisogna (piegandosi in due)

                 che corra a i’ licitte!

Don Giustino  Palmira, te tu ci rovini tutti con questi fagioli, te lo dico io!

(Lorenzo esce correndo a sinistra)

(Squilla il campanello)

Palmira  O chi c’è proprio sull’ora di’ desinare? Un sarà mica morto Ottavino, gli stava tanto male

               iersera? (vociando) Lorenzo, va’ a aprire.

Don Giustino  Ecco lei, l’ha dato la fiatata!  Ma come ti garba fare l’uccello di’ malaugurio, a te!

(si ode un altro squillo di campanello)

Palmira      Lorenzo, moviti, va’ a aprire!

Lorenzo  (riaffacciandosi) Vorrei, vorrei, Madonnina se vorrei….ma un posso…(esce di nuovo

                tenendosi la pancia)

Palmira   (brontolando) Ohi ohi, come l’è questa creatura! (avvicinandosi alla porta e vociando)

                Chi è?

(Risponde una voce di uomo)

Borselli  (da fuori) Scusate….son Borselli….

Adone  (trasalendo, poi piano a se stesso) Borselli?....no, un pol’essere lui….

Palmira  (sempre vociando dalle scale) L’abbia pazienza, so’ un po’ sorda….chi l’ha detto l’è?

Borselli  (ripetendo pazientemente dal fondo delle scale) So’ Borselli…Carlo Borselli….vengo da

               Firenze….

Adone   (impallidendo, a bassa voce) Unn’è possibile…Carlo Borselli di Firenze? Ma allora….

              l’è lui……. Ma come gli avrà fatto a trovarmi? Se l’è lui davvero, mi sa che l’è meglio

              che me la batta…

Don Giustino      Via Palmira, icchè tu ti metti a fare conversazione di vetta alle scale? Aprilo, no?

                        (rivolto ad Angiolina). E te, nina, svelta va’ a casa. Un tu vedi che comincia a

                        arrivare gente?

(Palmira esce seguita da Angiolina che dispensa sorrisi a profusione a Adone)

Adone  (trangugiando il caffè velocemente e tradendo una grande agitazione): …Ehm, sa icchè fo,

             zio? Un vo a i’ capanno oggi…vo in camera mia perché improvvisamente un mi sento

             punto bene…m’è entrato un male a i’ capo!

Don Giustino  (preoccupato) Te tu studi troppo, Adone! A me mi fa piacere, intendiamoci, ma un

                        voglio mica che tu ti rovini la salute, eh?

Adone          (alzandosi precipitosamente) Sì, zio….sarà per quello. (reggendosi la testa fra

                    le mani) Oddio che mal di capo forte! Meglio che mi metta a letto subito. Arrivederci

                    zio!

( entra svelto in camera sua dimenticandosi  la giacca all’attaccapanni).

Don Giustino  (tra sé e sé) Poero ragazzo! A forza di leggere e di studiare, alla fine un vorrei

                      che cominciasse a sbarrocciare. Di già mi sembra da un pezzo in qua  che gli abbia

                     un comportamento di molto strano con l’Angiolina….ma a pensarci bene…anche con

                     la Violetta….

(Palmira riappare nella stanza)

Don Giustino (guardandola con aria interrogativa) Allora?

Palmira      Allora un par di zeri! L’è tutta la mattina che vo in su e in giù per le scale. Mi dole

                  le rene a morte!

Don Giustino     Sì, ho capito ma chi c’era all’uscio?

Palmira     (acida) La unn’ha sentito? C’è i’ sor Borselli, occhi furbi e abiti belli. Un m’ha

                  nemmen guardato! Gli ha visto scendere l’Angiolina tutta scodinzolante e subito

                   s’è messo a discorrere con lei. Ora, a chiamarlo un ci torno davvero!

Don Giustino (serio) Scenderò io! In questa canonica   s’è preso un via che un mi piace per

                    nulla. Troppo sviaggìo di gente forestiera. Vo io a vedere chi gli è e icchè vole.

(Esce tutto contrariato)

Palmira  (ritirando i piatti dalla tavola) Poero Don Giustino! Ancora un l’ha capito che un son più

                 i  tempi tranquilli di una volta! O un tu lo vedi? I giovanotti ronzano e le ragazze le si

               dimenano….Sorte a mi’ tempi….(avviandosi piano piano verso la cucina) A me mi

               dicevano: Palmira c’è tempo…Palmira c’è tempo…..i’ tempo passò e…..eccomi sempre

               qui!

 (esce definitivamente dalla scena)

CALA LA TELA

                                     

Secondo atto

La scena è la stessa. Una granata è appoggiata in un angolo. La giacca di Adone è sempre appesa all’attaccapanni e Palmira la sta spazzolando, borbottando una preghiera.

Palmira   Salve Regina, mater Dei….(sentendo qualcosa nella tasca) O icchè c’ha dentro…Mater

                 misericordia…vita, dolcezza e speranza nostra….salve….che c’ha i’ fazzoletto?

               (estraendo la braciola e sentendola viscida e morbida, fa un balzo

               all’indietro e la butta per l’aria) Hiiii! O icchè c’è? (avvicinandosi con aria circospetta

              alla carne in terra)...o icchè l’è?...la sembra….la sembra …(prendendola con la punta

              delle dita)….una braciola! O Vergin Santa!  Icchè tiene una braciola in tasca? O i’ sor

              Adone che ha perso i’ capo? Ma allora gli sta male davvero!

(si ode cantare. Angiolina si sta avvicinando)

Angiolina (da fuori, cantando) Fiorin Fiorello, l’amore è bello vicino a te….

(svelta Palmira rimette la braciola nella tasca, afferra la granata nell’angolo e si mette vigorosamente a spazzare)

(entra Angiolina con un cesto d’insalata, una ciotola ed un sorriso estasiato sulle labbra e

 inizia a pulire la verdura. Ogni tanto alza lo sguardo al cielo, sorride e sospira)

Palmira  (guardandola di sottecchi)   Guarda questa, con che faccia a ebete la t’entra…..

(Si odono vari squilli di campanello)

Palmira   Vai, chi c’è ora? Un sarà mica morto Ottavino….

Angiolina  Alla fine, a forza di gufare, la lo fa morire lei!

(altro squillo di campanello)

Angiolina    Sora Palmira, la vada a aprire sennò con queste trombe alla fine gli svegliano i’ sor

                   Adone!

(Palmira apre ed entrano Violetta, tutta elegante con un vistoso cappellino, sua madre Dolores e Otello, il fattore. Ha la pipa spenta in bocca, si tocca nervosamente i folti baffi ed è molto, molto accigliato)

Palmira    Uh, che bella sorpresa! (poi piano, ad Angiolina) Questi vengano a fammi perdere tempo

                sempre sull’ora di’ desinare…

            

Otello    (serio) Io avrei fatto anche a meno di venire ma ho da dire una cosa urgente a i’ sor

              priore….

DoloresO Otello, un tu potevi aspettare? Un tu lo sai che i’ sor priore l’è sempre impegnato o con

               la chiesa o co’ i’ su’ nipote….icchè t’avrai di tanto fulmineo da digli?

Otello   (in malo modo) Lo so io. Unn’ho da rendere conto a te e speriamo che un sia vero icchè

            penso  perché sennò le manate le fanno i’ fumo…

Dolores Ohi ohi, come tu sei sempre ordinario! La un gli dia retta, sora Palmira.  Si stava tornando

              a casa e s’è detto “Fermiamoci un minutino a salutare la Palmira”…..(curiosa) Piuttosto la

              senta…ma …qui’ tipo di Firenze …qui’ certo Borselli…che c’è da sapere chi gli è?

Palmira O un gliel’ho belle detto ieri! L’è uno di Firenze arrivato qui con un’automobile….bella,

              tutta lustra, la  vedesse!

Violetta La s’è vista, la s’è vista. La gli s’è fermata proprio dietro la piazzetta. L’è bella di nulla.

              (sospirando) Ah, come ce lo farei volentieri un giro sopra!

Otello    Violetta! O che discorsi tu fai!La farebbe un giro con uno sconosciuto! Occhio a come

               tu parli, sai! Bada bambina perché ti schiaccio i’ capo come a un conigliolo! Te l’ho belle

             detto a casa. Prega Iddio che un sia vero icchè m’hanno raccontato perché ti do una scarica

            di babbuccioni che un tu ripigli nemmen fiato!

Palmira  (curiosa) Perché, icchè gli hanno raccontato?

Dolores  Nulla, nulla sora Palmira. Sa come sono nei paesi…tutti ciaccolano, nessuno si fa gli affari

              sua…ma lasciamo correre….

Violetta  (impaurita e con le lacrime agli occhi) La scusi babbo…..io….io….

Dolores  Un gli rispondere, Violetta. Stamani i’ tu’ babbo s’è levato di traverso e, come a i’ solito,

               se la rifà con noi. Icchè ci s’entra noi se la gente la t’entra nella riserva e la t’ammazza le

              lepri e i caprioli?

(Palmira fa una smorfia come di una che si sente in colpa)

Otello:Zitta Doloresse, tu sei un macinino continuo e tu mi fai dolere la testa. Unn’è solo pe’

            quello. C’è un’altra cosa, di molto ma di molto più grave che riguarda la tu’ figliola. Te l’ho

          belle spiegato, capona!

Palmira  La su’ figliola? La Violetta?

Otello   Zitte, zitte donne! Queste le son faccende da omini…e da preti…perché ci pole correre

            anche i’ morto. Pregate Iddio che un sia vero icchè penso perché i’ temporale che gli è

            venuto iersera unn’è nulla a i’ confronto. C’ho tutto un asserpolìo di saette in corpo che se

           mi scateno, un so icche fo…

Dolores   Ordinario, tu ti fai riconoscere anche nelle case degli altri!

Palmira    Angiolina, arriva di là con me un attimo. Ho da pigliare un barattolo di conserva nello

                stanzino e un c’arrivo. Tu mi sali su una seggiola e tu me lo pigli te, vai. (ai presenti)

                Scusate, si torna subito. (ad Angiolina, mentre escono) O icchè sarà successo? Dopo fai

                una scappatina in paese, tu vai a sentire un po’….

(escono)

(rimangono soli Otello, Dolores e la figlia che piange sommessamente)

Dolores  (irosa, ad Otello) Ma che ti rendi conto di che figure tu ci fai fare? A dire queste cose

              davanti alla Palmira l’è come dillo a i’ Gazzettino. Ora sì che tu scateni le malelingue!

Otello    Un me ne importa un accidente…e se scopro che tu gli hai tenuto di bordone….un voglio

              essere in te!

Dolores  Ma bordone di che? Bordone di che? Gli hanno visto sortire una da i’ capanno e poco

               dopo un giovanotto e subito a puntare i’ dito contro la nostra figliola. O un tu lo sai che c’è

               le gelosie, eh? Son tutti astiosi della nostra famiglia e se ne ingegnano per farci di’ male.

Violetta (piangendo e riparandosi dietro alla madre) Io un ci so’ mai stata dentro i’ capanno, ve lo

              giuro! Eppoi…co’…co’ un omo!

Dolores   Di certo, di certo, nina. (a Otello) La  nostra Violetta l’è sempre stata accosto a me,

               sempre. Lei l’è pura come un giaggiolo, la un sa nemmeno icchè vole dire andare co’ un

              omo dentro i’ capanno….

Otello    (interrompendola) Violette…giaggioli…io un fo i’ fioraio! Io so’ Otello, i’ fattore di

              questi poderi e se scopro che c’è quarcosa di vero, piglio la falce fenaia e gli stacco i’

              collo, prima a lei, poi a lui….e poi anche a te!

Violetta  (piagnucolando) Io unn’ero…io unn’ero…

Dolores  (abbracciandola) Bona, nina! Un piangere, ti si gonfia tutti gli occhi e poi ti tocca farti

             gli impacchi con la camomilla. Stai tranquilla, tu vedrai che se la gente l’ha visto

             movimento intorno a qui’ capanno, prima o poi , i nomi salteranno fori.  In questo paese c’è

             gente che la un mangia nemmeno per stare alla finestra a bracare i fatti degli altri. (a Otello)

             Eppoi, la nostra figliola che è l’unica ragazza dei dintorni? Ce n’è tante di queste

            cimbraccole a giro…chi te l’ha raccontato gli ha detto che l’era bruzzico, che la “gli

             sembrava tutta la Violetta”, no che “l’era”…

Otello   Io un vo’ sapere icchè sembra o un sembra. Io voglio sapere la verità. A me m’è stato detto:

            Primo, “sor fattore la su’ figliola la s’incontra co’ uno dentro i’ capanno di là da i’ fosso” E

            già lì mi so’ sentito tutto rivoltolare i’ sangue. Secondo: “Sor fattore,  c’è qualcheduno che

            gli va a cacciare le lepri in bandita a sua insaputa” e allora…allora un c’ho visto più, eh!

Dolores  Ah, perché l’onore della nostra figliola tu me lo paragoni a quello d’una lepre? Hiii, che

            omo ordinario!

Otello    Zitta, donna. Ora indago e poi ..poi fo uno strucinìo. E ora silenzio, sento delle voci.

(rientrano Palmira e Angiolina)

           

Angiolina ( passando vicino a Violetta, sottovoce, a presa di giro) Che piangi perché un tu puoi

                fare i’ giro in macchina? Mi sa che dopo te lo fa fare i’ tu’ babbo i’ giro, a te! ….Eppoi, a

                i’ sor Borselli  la macchina la gli s’è guastata, sicchè i’ giro un tu ce lo fai lo stesso!

(Violetta si asciuga gli occhi e la guarda male)

Dolores   (colpita da una maligna folgorazione) Angiolina, ma te di solito a che ora tu torni a casa?

                Che fai anche tardi?

Angiolina  A volte torno  appena cala i’ sole….perchè?

Dolores     No, pensavo…una ragazza sola, di buio….un tu c’hai paura?

Angiolina   Io no…

Dolores   (con fare indagatore) Ma che strada tu fai pe’ tornare a casa?

Angiolina  Passo da i’ ponte, costeggio i’ capanno, fo un pezzo di bosco e so’ a casa della mi’

                 zia…perché? 

Dolores    (lanciando uno sguardo trionfante prima a Otello, poi a Violetta) Ah, tu costeggi i’

                  capanno, eh?

   

Palmira Sentite, un vi confondete! E soprattutto un fate cagnara perché a  i’ sor Adone gli è du’

                giorni che gli fa male i’ capo e un sorte da quella camera.

Dolores Poerino! (a Palmira) Ma lei che gliel’ ha dato un brodino caldo? Un ovino che gliel’ha

            sbattuto? Una farinatina che gliel’ha fatta?

Palmira  O lei, ma icchè la mi dice? Se un si ripara a dagli da mangiare!

Otello    (impaziente)Via, lo voglio aspettare fori , i’ sor priore. Questi discorsucci da donne

              m’innervosiscano e basta. L’hanno le farinatine, l’hanno. Io c’ho chi m’ammazza tutte le

              lepri della bandita e chi mi barzella la figliola, altro che storie! Ma se scopro chi gli è , lo

              impallino ben bene, lo spello e la pelle l’attacco in piazza! (guardando le donne) Sie,  le un

              si  scotano nemmeno! (accennando alla pipa) C’è più sugo a ragionare con questa, guarda!

(esce a grandi passi)

Dolores  Hiii, che omo ordinario! O come feci a pigliallo?

Palmira  (sottovoce) A son di lepri e piccioni, positivo!

Violetta  Insomma queste farinatine che gliele fate?

Angiolina ( a Violetta, sgarbata) Nina, icchè tu vorresti insegnarci te a stare a i’ mondo?

Violetta   Noi un si sta  parlando con te.

Dolores    Lasciala fare, lasciala. O che ti metti a tu per tu con lei?

Palmira     (per stemperare la tensione) Sora Doloresse, che lo vole un gocciolino di caffè?

                (a Angiolina) Che c’è rimasto?

Angiolina  (dura) Caffè un ce n’è più e per ora un si rifà.

Violetta     Di core, guarda!

Angiolina   (minacciosa) Sta’ attenta te perché….

Palmira    Ferme! Zitte! Bone!

Violetta    (alzandosi e agitandosi) Essai, la mi fa paura! (ad Angiolina) Guarda come tremo tutta!

Angiolina  (agitatissima) Oh, ma icchè la si sdipana? …(facendo l’atto di scagliarsi

                 addosso) Ora vo lì e…

Palmira   (reggendola) Ferma diavola, t’ho detto!

Angiolina  No, perché io sa, so’ fulminea eh?…..

Palmira   Vai in cucina, fammi i’ piacere. Finisco io di pulire quest’insalata. (a Dolores) La mi fa  

               ammattire, accidenti a chi me l’ha messa tra i piedi….uh, icchè ho detto? Domani vo 

               subito a confessammi….

Dolores   (arricciando il naso con disgusto per quella scena e accomodandosi

               nel parlare) Insomma, sora Palmira, per tagliare la testa a i’ bue, come gli sta

               i’ sor Adone? Che c’è da sapello?

Palmira   O un gliel’ho belle detto? (piano, tra sé) Madonnina, come l’è capocchiona

                anche questa! (riprendendo il discorso) Adone gli è chiuso in camera da du’ giorni

               e come se un bastasse, questo Borselli gli è du’ giorni che gli è tra i piedi, anche lui….

Dolores  (curiosa) Perché? La ci dica, la ci dica…

Palmira  Io un gli dico proprio nulla, io so’ segreta, un li racconto i fatti degli altri….la mi dica

              piuttosto lei….

Dolores   Dire icchè? Io unn’ho nulla da dire.

Palmira   E nemmeno io. (poi, non potendosi trattenere)..Comunque a questo Carlo Borselli gli s’è

               guastato l’automobile proprio mentre passava di qui, du’ giorni fa e  un gli è riuscito di

               trovare i pezzi di ricambio.

Violetta    E allora?

Palmira  E allora unn’è potuto ripartire…

Dolores   E allora?

Palmira (stizzita) E allora, sessanta minuti! La m’interrompe di  seguito…..

 

Dolores   No, no…la proceda, la proceda. (piano, a Violetta) Uh,che ziba che l’è!

Palmira  Don Giustino, che sì, sarà come sarà ma gli è un sant’omo, gli ha dato ospitalità fino

               a che un gli faranno arrivare i’ pezzo di ricambio da Firenze. Ecco perché gli è ancora fra

               i piedi…I’ sor Adone invece, ve l’ho belle detto,  s’è chiuso in camera sua e unn’intende

               più sortire di lì. E ora un vi racconto più nulla perché io so’ segreta….

Angiolina (finendo la frase per lei) ..un li racconto i fatti degli altri.

Palmira    Che sei sempre costì te, un t’avevo detto di andare in cucina?

Angiolina  (prendendole in giro) In cucina vo quando l’è finito i’ teatrino…

Dolores     (non curandosi delle sue provocazioni, a Palmira) Ma i’ dottore che l’avete chiamato?

                 Gli è tanto bravo i’ dottor Dall’Olio!

Palmira     Dall’Olio e dall’aceto, sai! Certo che s’è chiamato i’ dottore! E da quando gli è successo

                 i’ mancamento di’ sor Adone, ritorna anche…

Angiolina  Proprio come la minestra di pane…

Palmira  (lanciando un’occhiataccia a Angiolina e proseguendo) Basta che  sia l’ora di desinare o

               della cena, lui vien qui, si puntella alla tavola e, con i’ coltello e la forchetta in mano,

              gli studia la cura. Altro che la casa di’ prete, questa tra poco la diventa una trattoria,

              un si ripara a far da mangiare alla gente!

AngiolinaSarà anche bravo, io unne discuto, ma per me gli è dimorto scroccone!

Dolores  (lanciandole un’occhiata di sufficienza) Guarda che tu ti sbagli all’ingrosso, nina.

               Vengan perfino da Firenze  a farsi curare da lui. A me poi, m’ha rimesso

                a i’ mondo. Siccome tempo fa soffrivo, con rispetto parlando, di stitichezza,

                m’ordinò delle pasticchine che le mi fecero tornare precisa come l’orologio di

               campanile...

Angiolina  (sarcastica) In quanto a quello, anche se la mangiava i fagioli della Palmira,

                  gli avrebbero fatto lo stesso effetto!

Palmira  (guardandola male) Simpatica! Che hai finito di perdere tempo? (alludendo con 

                intenzione a Dolores che non accenna ad andarsene) O nina, c’è un monte da fare anche

                oggi, eh? Don Giustino e i’ sor Borselli tra poco tornano e mi sa che ritorna anche i’

               dottore. Andiamo, moviti!

Angiolina (lasciando andare in malo modo quello che ha in mano) Come la signora comanda

                 La mi dica icchè ho da fare e io lo fo. Stantaneamente. (abbozza un inchino)

Palmira(voltandosi verso Dolores e Violetta come per ricevere la loro solidarietà)

             Ma che avete sentito che arsenale l’è quella? Don Giustino, a mettimela fra i piedi,

              un mi poteva castigare più di così.

Violetta (arricciando il naso) Davvero sa, sora Palmira. Lei l’è proprio da compatire

              a doverla sopportare  ma come la fa?

Angiolina  (avvicinandosi minacciosa) Ma come la fa icchè icchè, eh? Ma icchè, sentiamo!

Dolores    Violetta, un gli rispondere, un ti compromettere…

Angiolina  L’è poco compromessa! Ma chi la si crede d’essere, eh? Icchè l’ha i’ fiocchettino rosso?

                 (avvicinandosi ancora di più) O vieni se t’hai i’ coraggio. Te li levo io questi riccioli

                 a regina di Spagna!

Violetta    (pavidamente, nascondendosi dietro alla madre) Essai, la mi fa paura!

Palmira  Zitte, accidenti a voi e a chi vi c’ha portato! Uh, le mi fanno dire anche

                le sperpetue. Domani vo subito a confessammi. (a Angiolina)) Che ti cheti, boccaccia?

               (cercando di fermarla mentre lei si avvicina sempre più minacciosamente a Violetta)

              Va’ in cucina, pena poco.

Angiolina (svincolandosi) No invece! Io, le gente musone come loro un le posso compatire.

                  Un tu sai mai icchè l’hanno in c….

(Palmira si tappa la bocca, Dolores tappa le orecchie a Violetta per impedirle di sentire quelle oscenità. In quel mentre entrano don Giustino e Borselli, seguiti da Otello, sempre più accigliato)

Angiolina  (vedendoli entrare rettifica subito la parola che stava per dire) ….in capo!

Borselli     Buongiorno.

Don Giustino Guarda qui che gineceo!

Otello           Qui l’è ma un ginepraio, altroché!

Palmira    (sottovoce, al limite della sopportazione) Bada, tutti qui tra i piedi. (a Angiolina) Te, che

                  dici d’ andare in cucina, sì o no?

Angiolina E vo, e vo. ( a Violetta) Ma ti ripiglio te. (ai presenti, facendo un inchino) Con 

                 permesso.

Borselli   (a Angiolina) Ora che so’ arrivato io che va via lei?

(Angiolina esce facendo spallucce)

Don Giustino  Come l’è educata, eh? L’è proprio una brava figliola….

Palmira  Don Giustino la unne incominci anche lei, eh? D’avanzo…

Don Giustino  O icchè gli è sempre questo bubare, bubare. O ciabattone! Le son sempre a

                        ciabattare tra sé. Con tutto i’ posto che c’è fori che venite a brontolare in chiesa?

                        Meno male che siamo nella casa di’ Signore, eh?

Otello        O Don Giustino, la scusi ma la un lo sa che quando c’è le donne di mezzo s’entra

                  sempre ni’ tritello. Anche lui, un poteva creare più polli e coniglioli invece delle donne?

 

Don Giustino Sentite icchè  devan intendere le mie orecchie? Iddio mi perdoni…

Violetta     (spuntando da dietro la madre e rimanendo colpita dall’avvenenza del giovane)

                  L’ha ragione, Don Giustino, anzi la scusi se s’è fatto confusione ma…

Dolores      (intervenendo) …ma la lo sa come l’è l’Angiolina. A essere gentili con lei l’è come dare

                   un confetto a un maiale..

Violetta    (vergognandosi) Mamma!

Don Giustino La venga Carlo, gli presento la sora Dolores e la su’ figliola Violetta rispettivamente

                       moglie e figlia di’ fattore (indicando Otello) che l’ha conosciuto poc’anzi.

Borselli      (porgendo la mano a Dolores) Carlo Borselli. Molto onorato. (poi a Violetta )Incantato.

Violetta   ( già in sollucchero) Uuuh!

Otello     (severo) Violetta, un fa’ tanti versi.

Dolores  (a Carlo) S’è saputo che l’ha avuto un guasto a i’ motore…

Borselli    Eh sì, una vera noia. Sto aspettando il pezzo da Firenze ma fino a domani o domani

                 l’altro m’hanno belle detto che un se ne fa di nulla.  Certo, non tutto il male viene

                 per nuocere: se non mi si fermava l’automobile non avrei mai scoperto questo

                 ridente paesino (guardando Violetta) né tantomeno i suoi  incantevoli abitanti.

Dolores    Sicchè via, l’è capitato da queste parti pe’ caso ma…son postacci, son posti persi, un ci

                 capita mai nessuno….

Borselli    Solo mi dispiace arrecare disturbo al buon Reverendo…

Don Giustino Macchè disturbo, la venga via. Se un si dà ospitalità a chi n’ha bisogno, nella casa

                        di’ Signore, allora vuole dire che i’ mondo gli è proprio alla fine, bah!

Dolores      (avvicinandosi tutta gentile) La guardi, sor Borselli, se i’ pezzo che gli manca ancora un

                  glielo mandano, la faccia una cosina, la venga a desinare da noi. Anzi, dato

                  che fra du’ giorni l’ è domenica, dopo la messa vu venite tutti, anche la Palmira.

                  S’ammazza  sette o otto   piccioni, un par di gallettini e si sta tutti insieme, eh?

Palmira     Ma, io icchè gli ho a dire,  sora Doloresse…

Borselli    Io la ringrazio ma troppo disturbo…

Dolores    Ma che gli pare! Anzi, se n’avrà piacere. L’è così difficile in questo paesino trovare

                 della gente di cultura per poter scambiare du’ chiacchiere! Unn’ho ragione, Otello?

                 Sa, io mi so’ fermata alle scole alimentarie ma se avessi potuto sarei arrivata

                 all’Università…

(Don Giustino e Palmira si scambiano delle occhiate complici  mentre Otello sembra agitarsi ancora di più)

Otello      (piano) Uno di questi giorni io bisogna gli stiacci i’ capo, a questa!

Don Giustino Va bene, via. Però a una condizione: che vengano anche Lorenzo e l’Angiolina.

                        Primo, un li lascio a mangiare i fagioli della Palmira mentre noi si sgrana gallettini

                        e piccioni …..

Palmira     E dai con questi fagioli! E son belle finiti…ora s’attacca co’ ceci.

Don Giustino  …..e secondo, l’è un segno per rifare la pace. Sicchè…o tutti o nessuno.

Dolores     ( a denti stretti) Certo, Don Giustino…l’è giusta…via, si farà tutti una bella tavolata.

Otello       (non potendone più) Don Giustino, ho belle visto che questo unn’è i’ momento perché

                c’è troppa gente pe’ la casa e invece la questione che gli volevo riportare l’ha bisogno di

                dimorta tranquillità. Arrivo a comandare una cosa a’ mi’ contadini  e poi torno in qua

                 perché, vero che mi chiamo Otello, stanotte un vo a letto senza essimi schiarito…

Don Giustino  E io t’ascolterò con piacere. Ci so’ sempre per chi si vole confessare…

Otello      Un si tratta di confessassi ma di schiarimenti! Alla rivista.

(esce)

(Borselli intanto si è avvicinato a Violetta)

Violetta  Che gli piacciano i nastroni fatti in casa?

Borselli   Diamine! Che li fa lei?

Violetta   No, la mamma la un vole che mi sciupi le mani.

Borselli   L’ha ragione, la ce l’ha così belle!

Don Giustino  O Palmira, ma  i’ mi’ nipote come gli sta stamani? Che s’è levato?

Palmira     Uhm, stamani quando so’ entrata in camera sua mi pareva un po’più vispo . Si voleva

                 vestire e m’ha chiesto perfino la colazione…poi gli ho detto che i’ sor Borselli l’era

                 sempre qui,  che vu eri andati fori insieme e che  pe’ i’ pezzo di ricambio c’era da

                 allungare i’ collo e allora lui….ritonfa co’ i’ male a i’ capo! E s’è ributtato fra i guanciali.

                 Un ci si rileva un numero.

Don Giustino Ora vo a chiamare i’ dottor Dall’Olio. Chè chè, i’ giovane mi preoccupa…

Palmira    L’aspetti, prima gli ho da parlare (sottovoce)…. a quattrocchi.

Don Giustino Cose di male?

(Palmira,  misteriosa,  annuisce).

Don Giustino Anche te! O icchè v’avete tutti stamani?……Via, la senta sor Carlo, tanto lei la

                       s’annoia qui, con tutti i nostri discorsi.Io vo a chiamare i’ dottore pe’ i’ mi’ nipote,

                       poi ho da sbrigare un po’ di cosette e pe’ i’ desinare ancora gli è presto…O perché

                       allora la un va a  accompagnare a casa queste due signore? La fa du’ passi così la si

                      svaga.

Dolores       L’ha detto bene, Don Giustino. Però sor Borselli, un la vorrei infortunare…

Borselli        No, no v’accompagno volentieri.

Dolores       Uh, allora la mi dia i’ braccio…

Borselli       Prego.(poi verso il priore e la perpetua) A più tardi.

 (Escono. Palmira e Don Giustino rimangono soli. Il parroco la guarda interrogativamente).

Palmira   Cose grosse, cose grosse!

Don Giustino Via, un fa’ tanto la misteriosa. Icchè c’è?

Palmira    (abbassando la voce e guardandosi intorno) Adone….

Don Giustino  Adone?…

 

Palmira     Adone…gli è malato grave!

Don Giustino    (indietreggiando) Malato grave? I’ mi’ nipote? Icchè tu dici?

Palmira   (con aria dotta e sapiente) Ultimamente gli ha dato certi segni che un c’è da sbagliassi!

Don Giustino  Ecco lei, l’ha parlato la sora dottora!

Palmira    Io un so’ dottora, so piuttosto garzona ma…qui’ ragazzo un dice più i’ vero.

Don Giustino   (serio, sbiancando e sedendosi) Chiacchiera, avanti. Icchè gli ha?

 

Palmira    (sedendosi anche lei) Prima cosa un fa che dormire su que’ libri e su que’ vangeli e

                 di già questo, pe’ un ragazzo ni’ fiore degli anni come gli è lui, unn’è normale.

Don Giustino   (serio) Seguita.

Palmira     Poi questo male a i’ capo che gli ha da du’ giorni…un vorrà dire nulla? Dice che

                 un vole vedere nessuno, che unn’ha  punta fame salvo poi, quando entro

                 co’ i’ vassoio pieno di cose, strapparmelo quasi di mano e mettisi a mangiare con le

                 mani come una scimmia.

Don Giustino  (accorato) Vergin santa!

Palmira   Per non parlare poi della storia della giacca…   

Don Giustino   Che giacca?

Palmira  (alzandosi, dirigendosi verso l’attaccapanni e accennando la giacca di Adone)La giacca

                di Adone. Questa.

Don Giustino  (alzandosi anche lui) E allora? Icchè c’entra la giacca?

Palmira     L’è attaccata qui da du’ giorni e stamani l’ho presa in mano per spazzolare. Ho sentito

                  roba in tasca e icchè c’era?

Don Giustino   Icchè c’era?

Palmira    Sì, icchè c’era?

Don Giustino (spazientito ) Che lo so io! Dillo te! Icchè c’era?... I’ santino di santa Teresa?

(Palmira scuote la testa)

Don Giustino     …quello di Sant’Antonio?

(Palmira fa ancora cenno di no)

Don Giustino   …..i’ portafoglio, allora?

(Palmira scuote di nuovo la testa)

Don Giustino  Palmira, così unn’intendo nulla, tu mi racconti tutto a spizzichi e bocconi!

                       Icchè c’era in quella benedetta giacca?

Palmira   (estraendo dalla tasca il pezzo di carne e mostrandola al priore, tenendola fra le due

                 dita) Una braciola.

Don Giustino  (trasecolato) Una braciola?

Palmira     Una braciola, una braciola. Unta e bisunta, tenuta nella tasca di’ vestito bono.

                  Ora, unn’ho ragione a dire che i’ su’ nipote l’è squinternato grave?

Don Giustino   (ricadendo pesantemente sulla sedia) Oh Madonnina….

Palmira     (sottovoce e con fare lugubre) Don Giustino, mi rincresce a dillo ma questi, secondo

                     me, sono i primi sintomi della pazzia…

Don Giustino  (alzandosi di scatto) O sta’ zitta, ciabattona! Ora la lo vole sapere lei icchè

                       c’ha qui’ poero ragazzo!

Palmira  Dio un voglia, Don Giustino! Dio un voglia ma…i´ su’ nipote gli ha avuto qualche

             squilibrio, glielo dico io….

Don Giustino( perplesso)  O come­­, o se gli stava così bene…(alzandosi deciso) Via, voglio fare

                        pe’ una volta come tu mi consigli te…voglio andare a chiamare i’ dottor Dall’ Olio e

                        fallo venire subito qui.

Palmira     La vada, la vada. Se le un si pigliano subito in tempo le malattie di nervi, c’è da farsi

                  ricoverare a S. Salvi, guarda! (facendosi i segno della croce) Uh, Dio ce ne scampi e

                 liberi!

Don Giustino (facendosi anche lui il segno della croce) Uh, per l’ amor di Nostro Signore….(esce,

                       poi rientra subito, serio)  Oh, Palmira….sulla faccenda acqua in bocca e mele strinte,

                       inteso? Chiudi quella boccaccia, tu l’hai sempre aperta che la pare un forno.

(­­­  esce)

Palmira          Vai a fare un piacere a’ ciuchi! (parlando fra sé e sé) Che fatica stare con quell’omo,

                     però! Sì, perché pe’ fare la perpetua bisogna sempre stare in punta di forchetta, parlare

                     per bene, essere discreti e, siccome qui bazzica un fottìo di gente, impicciassi delle

                    cose degli altri i’ meno possibile…proprio icchè ci vole per me…un farei che stare a

                    bracare…Madonnina icchè ho detto, domani vo a confessammi. …Comunque i’ priore

                    pole stare tranquillo, un li racconto i fatti degli altri,  io so’ segreta, (abbassando la   

                     voce)  ……io….un…li racconto….i fatti degli altri….(voltandosi verso la cucina e

                    alzando di nuovo la voce)  Angiolina! Angiolina…un lo disturbiamo i’ sor Adone…ma

                    tu sapessi icchè succede…..

(esce)

(La scena rimane vuota qualche minuto poi si apre piano piano la porta centrale della camera e

si vede Adone, con la testa fasciata,  che fa capolino, dà uno sguardo qua e là ed entra nella stanza).

Adone Un c’è nessuno­ …….meno male! Unne potevo più di stare chiuso là dentro a i’ buio

           facendo finta di sentirmi male….(scorgendo la giacca appesa all’attaccapanni) Ah, ecco

           indove l’avevo lasciata! (indossandola, rovistando nelle tasche ed estraendo la braciola) Ma

            un c’è che questa cosa salata arrabbiata da mangiare qui­­! (rimettendola in tasca) Con questa

            finta di’ male forte a i’ capo l’ è du’ giorni che quasi digiuno, guarda qui, (accennando ai

           pantaloni)  so’ belle assecchito! (andando verso la porta della  cucina)…

          Sento delle voci, quelle donne le sono in cucina, allora un posso andare a cercare

           qualcosa da mettere in bocca…o come fo?….Ho una fame che  mangerei una panca di

          chiesa…(aprendo i cassetti della vetrina) un ci sarà nulla qui? (frugando forsennatamente)

           Figurati, quando ho saputo che i’Borselli l’era qui, prima ho pensato a uno scherzo di’ 

          destino poi ho fatto due più due e ho capito che l’ era venuto a cercarmi. Accidenti a lui,

           pensavo ormai di averla fatta franca…Oddio che voragine allo stomaco che ho…mangerei

           qualsiasi cosa…(l’occhio gli cade sull’ insalata lasciata da Palmira sul tavolo)

           Dell’ insalata ……mah,  meglio di nulla…..(svelto se  la infila in bocca e comincia a

           masticare rumorosamente e vistosamente) Maremma che schifo, però…

(Si sente la voce di Borselli provenire da fuori)

Borselli  (da fuori)  Sora Palmira, che entro? C’è l’ uscio aperto…

Adone   Oddio, questo l’è Borselli….

(Adone, visibilmente impaurito per l’ arrivo di Borselli fa per andare in camera, poi torna indietro e  svelto si mette in tasca numerose foglie di insalata con l’ intento di mangiarsele più tardi con calma, quindi fa per riaprire la porta della sua camera ma non ce la fa)

Borselli  (entrando) Sora Palmira ….(vedendo invece Adone e non credendo ai suoi occhi) Te?

Adone  (cercando di sorridere) Oh, Carlo…..ma guarda che sorpresa……

Borselli (avventandosi su di lui,  prendendolo per il bavero e misurandogli un pugno) Te! Proprio

               te!  Vigliacco! Vigliacco! T’ ho scovato finalmente, eh?

Adone  (cercando di liberarsi)  Ragioniamo, Carlo…..

Borselli (avvinghiandosi a lui ancora di più e cercando di sopraffarlo) Ragionare,

                delinquente?….In galera ti fo buttare, altrochè…

Adone   Un vociare Carlo, per carità! Lasciami spiegare….In casa di’ mi’ zio Don Giustino so’

              portato così….icchè penserebbero mai?…

Borselli  (stupito, lasciandolo un attimo) …I’ tu’ zio   Don Giustino…come? Tu saresti te i’ nipote

            di’priore…? I’ nipote tanto bravo e tanto malato……

Adone  Ecco sì, preciso! Sicchè un mi stribellare tanto perchè unne sto punto bene….

Borselli (sentendosi montare  di nuovo il sangue alla testa e riprendendolo per il collo)  Perfetto,

             allora unn’ ho da fare tanta fatica per mandarti a i’ Creatore, brutto ladro spudorato che un

              tu sei altro…

Adone  (riuscendo a divincolarsi e correndo intorno alla tavola) Ladro..ladro….che

            parolona…quella roba l’ho solo presa in prestito, poi te l’avrei resa….

Borselli (girando intorno al tavolo dietro a lui per acchiapparlo) Ah, tu me l’ avresti resa e

             quando, se tu sei sparito da un giorno all’altro e nessuno gli ha saputo più nulla?…..

Adone  Ma t’ ho scritto, Carlo! Ti scrissi un telegramma, un tu l’ hai ricevuto? Eh,  le Poste le un

            funzionano, tu lo sai… (all’ avvicinarsi sempre più minaccioso di Borselli, proseguendo in

            tono più supplichevole) Carlo, ti posso spiegare,  però pe’ carità un dire nulla a i’ mi’ zio, gli

           stianterebbe i’ core….gli è stato tanto bono con me……

Borselli (finalmente agguantandolo) Brutt’assassino, ora t’ aggiusto io. Te la levo questa faccina a

          giovanottino  per bene ….

Adone Piano, piano, tu mi sciupi la giacca nuova.

Borselli (infuriandosi ancora di più) Ah sì? La giacca nova? E con quali soldi tu te la sei

           comprata? Con quelli che t’hai fregato a me?  

 

Adone (sempre svincolandosi) Ma Carlo, ragioniamo t’ho detto….

(Entra Don Giustino  accompagnato dal dottor Dall’Olio. Quest’ultimo è un personaggio con una  vistosa gobba,  dall’aria compunta,  precisa . Porta occhialini e reca in mano una valigetta da medico)                 

Don Giustino(entrando) Eccoci, dottor Dall’Olio. Ora la me lo visita, per benino….(fermandosi

                        interdetto vedendo i due tutti avvinghiati) O voi?…..ma icchè?…

(I due si fermano interdetti poi Borselli, sempre tenendo stretto Adone, decide di cambiare tattica).

Borselli    (a Adone, addolcendo un po’ il tono ma  tenendolo sempre stretto) Che sorpresa, eh?

                  Ritrovare il mio caro amico Adone…

Adone    (quasi soffocato dalla stretta di Borselli) Eh già….(poi piano) ohi ohi, m’ha storto tutti i

                porsi, questo bischero…

Borselli   (tenendolo sempre stretto e dandogli degli schiaffetti sempre più forti sulle guance) Bello,

                bello i’ mi’ amico di’ cuore che pensavo di non rivedere più…(dandogli uno schiaffo più

                forte) Bello!

Don Giustino   (perplesso) Io un ci capisco più nulla….Ma voi due vu vi conoscete di già?

Borselli  Accidenti! A Firenze s’era du’ anime in un nocciolo, degli amici veri…ma icché dico

               amici, du’ fratelli, eh Adone? (tirandogli un altro schiaffo) Lui gli era come di casa, icchè

               l’era mio l’era suo, eh Adone? (afferrandolo per il collo) Gli andava e veniva a suo

               piacimento da casa mia e godeva  di assoluta fiducia….

Adone    (accorgendosi che Borselli sta per smascherarlo) Oddio come so’ debole…(facendo per

              accasciarsi al suolo)

Don Giustino  I’ mi’ nipote!

Dottore       Cribbiolino! Svelti, svelti , fatelo sedere!

(Borselli esegue)

Don Giustino  (agitato) A regola l’emozione di rivedere i’ su’ amico l’è stata troppo grande.

Borselli       La lo pole dire forte!

Dottore     (prendendogli il polso e confrontandolo con il suo orologio) Aspettate….il polso l’è

                  regolare…(accostando la testa al petto di Adone) Anche il cuore batte….

Adone      (con voce resa debole dalla paura) Di certo batte, un so’ mica morto!

Dottore  (dandogli dei leggeri schiaffetti) Su, sor Adone! La si ripigli…..un ripiglia…..

Borselli  (intervenendo energicamente assestandogli schiaffi più sonori)  La lasci provare me, sor

                dottore…..Adone….Adone, so’ Carlo….i’ tu’ migliore amico! (continuando a

               schiaffeggiarlo) Che stai meglio?

Adone      (sottraendosi a quei ceffoni) Sì, sì …grazie…grazie a tutti….

Dottore   Per Bacco baccone,  levategli la giacca, così respira meglio…..

Don Giustino  (eseguendo poi prendendo il dottore da una parte)  Vede? Questa l’è la giacca

                        incriminata! (estraendo da una tasca la braciola)  E questo l’è i’ corpo di’ reato…

Dottore             (perplesso) Acciderbolina, la faccenda l’è piuttosto grave…..

Don Giustino     (frugando nell’altra tasca)  E qui icchè c’è?…..(estraendo foglie di insalata)

                          Nooo! Dottore!

Dottore      (serio, tornando da Adone che intanto sta scongiurando Borselli di non dire nulla)

                  Senta giovane, lei ora la torna a letto e la mi sta tranquillino tranquillino. (rivolto a Don

                 Giustino)  Gli fo una bella visita approfondita, dalla punta dei piedi alla punta dei capelli,

                 lo rivolto come un calzino.

Adone       (con voce debole) No…unn’importa….

Dottore    Gli si misura la febbre, gli si dà una bella pasticca di catrame purificato, tanto efficace

                 nelle malattie nervose….

Adone      No….no….

Dottore   …e poi gli si fa un be’ clistere che quello un fa mai male, anzi ripulisce.

Adone    (alzandosi) No, no…lasciatemi…

(I tre lo afferrano mentre lui si dibatte e si divincola)

Dottore Presto, è in corso una crisi nervosa, portiamolo a letto!

Adone   No, lasciatemi..sto bene…i pazzi vu siete voi…

Borselli Oh, anche a S. Salvi dican tutti così…

Dottore   Acciderbolina, come gli è scatenato!Portatemelo di là e tenetemelo fermo, gli fo una

               puntura di calmante….

Adone     Nooooo!

(I tre entrano in camera di Adone strascicandolo e la scena rimane vuota)

(Dopo alcuni istanti entrano,  dalla cucina, Palmira e Angiolina)

Palmira  M’era sembrato di sentire la voce di’ dottor Dall’Olio…

Angiolina  Poerini, un si sarà mica aggravato i’ sor Adone? (piagnucolando) No, perché a me mi

                 dispiacerebbe troppo, inteso?

Palmira   Chetati, dispiacerebbe a tutti e in primis a Don Giustino. Si farebbe accecare pe’ i’ su’

               nipote, lo tiene come un oracolo….

Angiolina Lei icchè la dice,  che si sarà rimesso per domenica, quando si va tutti a desinare dalla

                 sora Doloresse?

Palmira   Mah, icchè t’ho a dire, un so’ mica indovina….

Angiolina Icche mi metto? La si figuri, l’unica veste decente che c’ho, ce l’ho a lavare….

Palmira    Lo sai, nina, come tu fai? Come fanno a Faenza, se un ce l’hanno fanno senza!

 

Angiolina  (contrariata)  Sie, e ora icchè mi metto, un par di zeri? Chissà quell’altra come la si

                    mette tutta in ghingheri…mi ci vorrebbe una bella bluse…. (poi riprendendosi  e

                   giungendo le mani) O Signore perdonami, fa’ guarire i’sor Adone….

Palmira     Però qui’ ragazzo, tanto bene unne sta. Tutte quelle stranezze, tutti que’ doli a i’ capo,

                  tutta quella debolezza…un mi raccapezzo.

Angiolina  Un mi raccapezzo nemmeno io! O se du’ giorni fa gli era tutto un altro…

(Borselli, Don Giustino e il dottor Dall’Olio escono dalla camera di Adone. Borselli si frega le mani soddisfatto della vendetta per ora messa in atto. Il dottore si deterge il sudore dalla fronte perché Adone l’ha molto impegnato e, appoggiando la borsa sulla tavola, vi ripone la peretta del clistere. Don Giustino è serio e preoccupato)

Palmira     Allora, come gli sta?

Angiolina Che s’è ripreso?

Dottore     Tutto a posto, per ora. Gli ho fatto una puntura di calmante, gli ho dato una ripulitina

                  all’intestino, gli ho fatto trangugiare la pasticca di catrame purificato, di sicuro ora

                   ripiglia. Poi, per essere più tranquilli gli si dà un’altra dose di olio di ricino.

Palmira      Sie, lo riconosce, un lo beve mica…

Dottore       Cribbiolino, si fa come  ai bambini, gli si camuffa. La faccia così, la glielo aggrazzi co’

                  un po’ d’alchermesse….(poi, detergendosi il sudore) …certo, m’ha fatto fare una

                  sudata….

Don Giustino  L’è stato ma bravo! Tu vedessi, Palmira, Adone gli era ni’ bel mezzo di una crisi

                       nervosa. S’era in tre e un ci riusciva di tenerlo fermo, guarda come gli è sudato i’ sor

                      dottore…che gli posso offrire qualcosa ?

Dottore      Ma perdindirindina…nulla, nulla…

Don Giustino  Via, nulla gli è troppo poco…

Dottore     Mah… allora, cribbiolino, resterei volentieri a desinare…

Don Giustino  (piano) Alla faccia! (poi, alle donne) Che c’è qualcosa di pronto?

Palmira     Sor dottore, s’è fritto i gobbi. Che gli piacciano i gobbi? (alludendo alla gobba del

                  medico) Uh, senza offesa, eh?

Dottore    No, no, mi piacciano, eccome…e poi…un c’è altro?

Palmira   C’è un brincellin di lesso tanto per fare una minestrina a i ‘ sor Adone…

Dottore (ridacchiando amaro) Corbezzolino, come si dice? A i’ tempo de’ Medici si mangiava pe’

                sedici, a i’ tempo de’ Lorena pranzo , desinare e cena e oggi co’ i’ progresso, un po’ di

                minestra e un po’ di lesso…

Palmira     (piano)…. e in questa casa nessuno gli è fesso!

Don Giustino  Come t’hai detto, Palmira?

Palmira     Nulla, nulla. Ragiono da me.

Don Giustino  (avvicinandosi a Borselli e mettendogli una mano sulla spalla) Ma davvero vu vi

                      conoscevi digià lei e e i’ mi’ Adone?

Borselli      O un gliel’ho detto! Siamo amici da quando si frequentava le scuole. Poi, quando morì

                   la su’ mamma….

Don Giustino  La mi’ poera sorella…

Borselli     …allora cominciò a frequentare di più casa mia. Gli era tenuto come un figliolo

                   (cambiando voce ed espressione) e se penso a come….

Don Giustino  (interrompendolo) La guardi sor Borselli, voglio più bene a qui’ ragazzo! Quando la

                      mi’ sorella l’è passata nella gloria di Nostro Signore e lui l’è venuto a stare da me, ci

                      crede che mi so’ sentito ringiovanito! L’ho capito subito che lui l’è un giovane bono

                     di core, onesto e che un farebbe mai uno sgarbo a nessuno. Un gli risulta?

Borselli     (ironico, accompagnando l’intonazione con un gesto della mano)  Eh!

Don Giustino  L’ho capito subito che lui gli era nato per ricalcare le mi’ orme, che gli era nato pe’

                      fare i’ prete…

Borselli      …addirittura!

Don Giustino  …La vedesse con quanto zelo si mette a studiare ogni giorno che Dio mette in

                      terra!

Palmira     (ad Angiolina) Certe dormite su quei libri!

Dottore     (non trattenendosi più dalla fame) Sora Palmira,  se l’ha da apparecchiare gli si darà

                   noia  tutti qui ni’ mezzo…(guardando l’orologio) L’ora la mi sembra un po’ tardina…

(Palmira, scuotendo la testa, inizia a togliere piatti e bicchieri  dalla vetrina. In quel momento Lorenzo entra dalla comune, tenendosi la pancia con una mano e lamentando grandi dolori)

Lorenzo   (cantilenando) Ohi…ohi..bongiorno a tutti…(poi vedendo quell’assemblamento di

               persone) Uh, quanta gente…scusate se un mi fermo ma….ohi…ohi   (trascinandosi con

              fatica verso la cucina)

(Contemporaneamente si apre la porta della camera di Adone ed esce anche lui correndo e tenendosi le mani sulla pancia)

Adone   Svelti…un gabinetto….

Lorenzo Oh Adone, anche te per i fagioli della Palmira?

Adone  No, io pe’ i’ clistere!….Prima vo io!

(esce correndo, seguito da Lorenzo)

Dottore (soddisfatto)Perbacco baccone,  le mi’ cure le cominciano a fare effetto…facciamogli bere

               anche un po’ d’acqua zolfa che, cribbiolino, l’è di molto medicamentosa!

(esce correndo dietro ai due)

Don Giustino  O Madonnina Santa! I’ mi’ nipote gli sta male un’altra volta!

(esce correndo dietro agli altri)

Angiolina  (stupita) Ma icchè succede?

 

Borselli   (con le mani in tasca e quasi fischiettando) Vo a vedere ma…con molta calma e a dovuta

                distanza…

(esce, seguito da Angiolina)

Palmira  (guardandoli uscire) Mi fanno ridere,  fanno come le guardie di’ Papa che l’erano in sette

                a sbarbare una rapa! Ma io lo sai icchè fo?…apparecchio…no, sto dietro a loro!

CALA LA TELA

Terzo atto

La scena si apre con Leontina e Angiolina che portano due ceste di panni stirati. In un angolo, a sinistra, Don Giustino dorme su una sedia con la testa che gli ciondola sul petto. Ogni tanto tira su la testa ma il sonno lo vince e ricade giù.

Angiolina    Shhhh! Zia Leontina, parla piano…un tu lo vedi come dorme. Stanotte gli ha fatto

                    nottata a i’ sor Adone. Gli è stato così male che un siamo nemmeno potuti andare tutti a

                   desinare dalla sora Doloresse. E sì che l’aveva preparato un affar di roba!

Leontina    Me lo immagino, quella boriona! (poggiando la cesta sul tavolo e iniziando a togliere i

                   panni stirati) Certo, da un po’ di tempo a questa parte, in paese ne succedano di cose. I’

                   sor Adone che l’è sortito di simmetria, le chiacchiere che le son nate sulla Violetta….

Angiolina   Davvero, dice che l’è stata vista più d’una volta sortire da i’ capanno con un giovanotto

                    che un si sa chi sia…

Leontina    Gli sta bene però, a quella cosa tutta ritinta della Doloresse! Pe’ aver “chiacchierato”,

                   tanti anni fa co’ i’ sor Otello, un tu lo vedi la mi porta ancora rancore!

Angiolina   (cominciando ad agitarsi e spiegazzando un po’ i panni) T’hai ragione, zia,  c’ho

                  piacere anch’io! Quelle du’ sciupacchiate, quelle cose tutte tinte…l’hanno sempre un

                  dito di biacca su’ i’ viso…io invece so’ rosa naturale, vero zia?

Leontina   Bada a queste tovaglie, però. C’ho messo una giornata a stirarle, tu le rincincigni
                  tutte…(poi, riprendendo il discorso) Di certo, che vuoi mettere te con la Violetta…me lo
                 diceva anche Fistiaciuche, l’altro giorno…

Angiolina  O zia, sempre con questo Fistiaciuche! Te l’ho belle detto. Lui gli è troppo grezzo, un

                 mi piace. (facendosi sognante) A me mi piacerebbe di trovare un giovanotto fine,

                 educato, parlatore…

Leontina  Sì, sì….ricordati nina che gli omini parlatori son finti e lusinghieri, gli hanno un’anima

                 sola e cento cori!

Angiolina  I’ sor Adone no! Unn’è di questo stampo, lui.

Leontina   E te icchè tu ne sai? Che lo conosci bene? No, perchè l’è talmente poco che gli è venuto

                  a stare da i’ su’ zio…Io, bada, mi fido poco di que’ giovinastri di città che un si sa mai

                 d’icchè campano. S’alzano a i’ tocco, (mimando) vanno a pigliare l’aperitivo, si mettano

                 sull’uscio dei locali con le mani su’ i’ bellico e gli occolano, gli occolano….Tocca a chi

                 passa: signorine, servette, poeri polli pronti a fassi spennare…chi c’è c’è…unn’hanno

                 scrupoli…

Angiolina   (facendosi più attenta) O zia, tu parli come se tu li conoscessi bene quei tipi….

Leontina    Eh nina, gli ho conosciuti bene sì e se, tanti anni fa, invece di fammi abbindolare da

                  tanti bei discorsi fossi rimasta co’ i’ mi’ amore campagnolo, a quest’ora la fattoressa

                  sarei stata io!

Angiolina   O zia, allora tu fosti te a lasciare i’ sor Otello pe’ un altro di Firenze?

Leontina    (finendo di riporre i panni stirati sul tavolo) E fui una bella bischera perché poi, hai

                   visto? Mi so’ trovata con un pugno di mosche in mano ma questa l’è un’altra storia…

                   Invece, pe’ tornarti a dire, un giovane come Fistiaciuche, serio, lavoratore, onesto….

Angiolina   (infastidita) Oh basta zia, io Fistiaciuche un lo voglio!….zitta, s’è svegliato Don

                   Giustino…

(Don Giustino alza la testa che gli ciondolava sul petto, apre e chiude gli occhi mettendo a fuoco le due donne)

Don Giustino   O chi c’è?

Leontina     So’ la Leontina, sor priore. So’ venuta a riportare i panni stirati…

Angiolina    (irriverente) Don Giustino, che son arrivati i pisani?

Don Giustino  Chi dorme? Io?

Angiolina     Accidenti, la fa certi inchini….co’ i’ capo la schiaccerebbe le noci, se gliele mettessi

                     sotto!

Don Giustino  (stirandosi e alzandosi dalla sedia, serio come parlando fra sé e sé) State zitte, ho

                      passato una nottata! Unn’ho chiuso occhio, ho sentito battere tutte l’ore. Io un so icchè

                     si sia scatenato in questa canonica. Prima c’era una pace, una tranquillità e ora

                     invece…chi un l’ha all’uscio l’ha alla finestra…Ieri l’è venuto Otello a parlammi e

                    m’ha detto certe cose! I’ sor Borselli, poi, lui sì che me n’ha dette…..mi sembra di 

                    sognare!

Leontina    (curiosa) Icchè, icchè?

Don Giustino  (ora perfettamente sveglio e rendendosi conto di straparlare) Figliole, li avete 

                        portati i panni? Ecco, ora vu potete andare in pace. (benedicendole) In nomine

                        Patris, Filii et Spiritus Sancti.

Angiolina e Leontina  (facendosi il segno della croce) Ammene.

Don Giustino  O Angiolina, che sei già stata da i’ sor Aristide a compare la carne?

Leontina      (intervenendo) Icchè vu andate da i’ sor Aristide a comprare la carne? Acciderba, l’è

                     caro assettato!

Angiolina    Ma la carne ce l’ha bona. E a i’ sor Adone oggi gli si compra i’ filetto, vero sor priore?

Don Giustino   Allora sbrigati nina perché appena la torna la Palmira la glielo coce. Oggi c’è i’

                         mercato, l’è andata a vedere se la trova qualcosa, se tante le volte i’ dottor Dall’Olio

                         volesse rimanere a mangiare qui…

Angiolina    No “se”, “di sicuro”, direi io. Ormai s’è accasato qui. Colazione, pranzo e cena. Tra un

                     po’ tu lo vedi anche all’ora di merenda.

Don Giustino  Via boccalona, icchè ti interessa a te? Lesta, vai indo’ t’ho detto. Arrivederci sora

                     Leontina.

Leontina   (afferrando le ceste vuote) Cristo regni, Don Giustino.

Don Giustino  Sempre. Torna presto, eh Angiolina! (siede)

Leontina     (uscendo con la nipote) O icchè gli sarà venuto a dire Otello di così importante? Per

                     me gli sono arrivate all’orecchio le chiacchiere sulla su’ figliola….

(escono parlottando)

(da sinistra  entra Lorenzo, tutto dondolante. Si siede accanto a Don Giustino continuando a dondolare)

Don Giustino   (dopo un po’) O Lorenzo, che seguiti di molto a dondolare?

Lorenzo     E  c’è una persona…..che la gli vole parlare…

Don Giustino   Una persona? O se unn’ho sentito nemmeno sonare i’ campanello…

Lorenzo   (sempre dondolando) Unn’è passato dalla porta…l’è passato dall’orto…da i’ di dietro…

Don Giustino  (allarmato)  O perché? Come mai? Chi l’è?

Lorenzo  L’è Fistiaciuche….

Don Giustino  Ah, tu m’hai fatto paura…chissà chi credevo fosse! Fallo passare, fallo passare.

Lorenzo    Gli è belle qui. (avvicinandosi alla porta di sinistra e vociando esageratamente)

                  Fistiaciucheeee!

Fistiaciuche  (entrando con il cappello in una mano e un fiasco di vino nell’altra) O icchè tu voci!

                  O un so’ belle qui, rintronato!

Don Giustino Vieni, vieni innanzi. Pareva che Lorenzo gli avesse a annunciare i’ diavolo e invece

                      tu sei te.

Lorenzo   (mettendosi di nuovo a sedere) Scusate ma io mi seggo. (dondolandosi avanti e indietro

                  sulla sedia) So’ proprio stanco.

Fistaiciuche O Lorenzo, ma mi togli una curiosità?

Lorenzo  (annuendo esageratamente) Sì, sì, sì.

Fistiaciuche  Ti vedo spesso con la bicicletta….

Lorenzo        (annuendo esageratamente) Sì, sì, sì.

Fistiaciuche  ……o perché un tu ci monti mai sopra e ti vedo sempre portarla a mano?

Lorenzo      (illuminandosi)  Eddie, un so’ mica bischero! La porto a mano perché guardo la salita e

                   dico “Macchè, l’è troppo in su” poi guardo la discesa e dico “Macchè, l’è troppo in

                   giù”. (ride contento e si alza dalla sedia) Sicchè la porto a mano, così duro meno

                   fatica! (ripiombando sulla sedia) Oddio, come so’ stanco.

Don Giustino  Lorenzo, te lo dico sempre: fatti furbo nella vita perchè bischero tu sei abbastanza…

                         Via, bando alle ciance, icchè tu volevi Fistiaciuche? Pena poco perché tra poco mi

                         viene tutte quelle vecchine a dire i’ rosario…

(Fistiaciuche si volta verso Lorenzo e ammicca a Don Giustino)

Don Giustino   (guardando Lorenzo che continua a dondolare) Si potrebbe anche farlo

                         rimanere….tanto, pe’ icchè gli intende…però via…..(a Lorenzo) Lorenzo, che l’hai

                         messa la tovaglia sull’altare?

Lorenzo          (annuendo esageratamente) Sì, sì, sì.

Don Giustino   Le candele l’hai accese?

Lorenzo          (annuendo esageratamente) Sì, sì, sì.

Don Giustino  (non sapendo come levarselo di torno) …e allora, via…siccome ancora  l’è

                          presto…vai a farti un giro in bicicletta, vai.

Fistiaciuche     Oh, ma mi raccomando, portala a mano, eh?

Lorenzo           (dondolandosi mentre fa per uscire) Di certo, un so’ mica bischero, io.

Fistiaciuche    Te tu sei più bischero di quello che s’affaccia all’orinale la mattina, guarda…

Don Giustino   (dandogli una gomitata) O chetati! Vai, vai Lorenzo, un gli da’ retta.

Lorenzo        E vo, e vo….(strascicando i piedi e dondolando) Oddio, però come so’ stanco.

(esce)

Don Giustino  (invitando il giovane a sedere) Siediti, parla e sii succinto.

Fistiaciuche    Come ho a essere?

Don Giustino   Santa ‘gnoranza! Succinto vole dire stringato, breve, penare poco!

Fistiaciuche     Ah!…allora, tanto pe’ cominciare gli ho portato questo (indicando il fiasco) Unn’è

                         acquerello, eh? Questo l’è un vino da fare resuscitare i morti. La l’assaggi, la sentirà

                         come lascia la bocca…

Don Giustino    Dopo. Ora discorri, dimmi icchè tu voi.

Fistiaciuche      (imbarazzato) Ecco…sor priore…lei la lo sa…ogni tanto io gli portavo qualche

                         lepre, un pezzo di cinghiale…

Don Giustino    Bah, l’altro giorno la Palmira la ce n’ha fatto un pezzo in salmì, da leccassi i

                          baffi…grazie, anzi…

Fistiaciuche     (continuando) …qualche coscio di capriolo, qualche beccaccia…ecco sor

                          priore…io ho commesso un  gran peccato a portargli tutta questa selvaggina

                         perché…un l’ho cacciata in modo normale ma….(tutto d’un fiato)  so’ andato in

                         bandita, di notte, all’insaputa di’fattore! Oh, ora l’ho detto e mi sento più leggero!

Don Giustino   (alzandosi allarmato dalla sedia) Disgraziato, bracconiere che un tu sei altro! Ora

                         un vorrei essere in te. Gli è un po’ di giorni che i’ sor Otello gli indaga, se ti scopre

                         ti leva la pelle!

Fistiaciuche    Sì, lo so anche perché io lavoro ne su’ campi e lui c’ha tanta fiducia in me….

Don Giustino   Accidenti, e te tu lo ricambi in questo modo?

Fistiaciuche     (cercando di arrampicarsi sugli specchi) L’ha ragione, sor priore ma…(alzando

                        gli occhi al cielo) io portavo tutta quella roba per omaggiare i’ Signore Dio nostro

                       che è nei cieli…

Don Giustino  (aggrottando le sopracciglia) O fariseo! Ma che fandonie tu mi vai raccontando?

                        Te a i’ Nostro Signore tu ci pensi sì e no du’ vorte l’anno!

Fistiaciuche  (crollando miseramente) E va bene, Don Giustino! Dirò la verità: io portavo tutta

                       quella roba pe’ fare colpo sull’Angiolina….

Don Giustino  Sull’Angiolina?

Fistiaciuche   (inarrestabile come un fiume in piena) Sì, la mi piace in tutto e per tutto, un fo che

                      pensare a lei ma siccome lei l’ha un altro per la testa, allora mi so’ detto “Fistiaciuche,

                     comincia a andare di nascosto in bandita, chiappa delle belle lepri grasse, dei bei

                     caprioli e portali a Don Giustino cosicché  l’Angiolina la dirà – Maremma, che omo l’è

                     quello! L’è l’omo che fa per me“ ……questo mi so’ detto….

(Don Giustino tenta inutilmente di interromperlo)

Fistiaciuche  ….poi, siccome in questo paese nessuno si fa gli affaracci sua, sono andati a dire a i’

                      sor Otello che in bandita c’è un certo movimento d’animali, che qualcuno di notte

                     s’apposta, gli spara co’ i fucile e gli strascica via e lui gli ha giurato di staccare la testa

                     con la falce fenaia a i’ colpevole….(buttandosi ai piedi di Don Giustino)… e i’

                     colpevole so’ io! (piangendo) La m’aiuti, Don Giustino, la m’aiuti! Se gli scopre che

                    so’ stato io, non solo mi stacca la testa ma mi licenzia, i’ che gli è anche peggio!

                    (piange)

Don Giustino   (rimasto colpito da quella rivelazione) Nostro signore Gesù Cristo….

Fistiaciuche   (tirando in su con il naso) Ammene.

Don Giustino  Tirati su, tirati su. O che son versi da fare, questi?

Fistiaciuche     (mentre si alza, baciandogli le mani) La mi salvi, Don Giustino…

Don Giustino  O icchè tu mi baci le mani? Un so’ mica i’ Vescovo! Quindi, ricapitolando, te per

                        fare innamorare l’Angiolina tu ci portavi tutto qui’ ben di Dio sfidando quella furia

                        della natura che l’è i’ sor Otello…

(Fistiaciuche tira in su con il naso e annuisce)

Don Giustino    E bravo i’ nostro mangiapreti, quello che fa tanto i’ gradasso e poi proprio da un

                          prete viene a piangere….allora in qualcosa tu credi, eh? Allora tu lo senti anche te,

                         dentro qui’ cuore coperto da i’ pelo, che tu hai fatto un‘azionaccia, eh?

(Fistiaciuche annuisce)

Don Giustino   (in tono solenne) Vai, ti perdono perché icchè t’hai fatto, tu l’hai fatto per amore.

                         Vai e da qui innanzi non peccare più. In nomine Patris …(benedicendolo)..Filii….

 Fistiaciuche    Allora la mireggerà la parte? (baciandogli le mani e ributtandosi in ginocchio)

                         Grazie, grazie, sor priore…

(entra Angiolina, con il cartoccio di carne in mano. Vede Fistiaciuche in ginocchio e si ferma allibita)

Angiolina     Ma icchè succede, icchè vu fate?

Fistiaciuche  (sobbalzando, asciugandosi gli occhi e inventando una scusa) Maremma, ho perso un

                       bottone…o indo’ gli è andato? (scrutando in terra, mettendosi carponi) Sor priore,

                       che lo vede lei?

Don Giustino  (buttandosi anche lui carponi e fingendo di cercare il bottone) Aspetta…che è lì?

                       …macchè, un si trova via!

(I due si rialzano spolverandosi l’uno la tonaca, l’altro i pantaloni)

Angiolina     (buttando sul tavolo il cartoccio di carne)  Ecco i’ filetto ma io un ci torno più da i’

                     sor Aristide…

Don Giustino  Per via d’icchè?

Angiolina    Gli è un macellaio, l’è vero. Sarà anche abituato a maneggiare la ciccia ma la mia no,

                     un l’ha a toccare!

Fistiaciuche  (preso dalla gelosia) Civettona! Chissà come tu ti sei dimenata, guarda.

Angiolina     Più che altro mi s’è dimenato i’ braccio perché gli ho lasciato andare una manata che

                     ancora gli è lì a boccheggiare!

Fistiaciuche  (lasciandosi prendere dall’euforia e abbracciandola) Brava!

Angiolina  (misurandogli uno schiaffo) Oh, che vuoi che mi dimeni anche con te?

Fistiaciuche  (ripensandoci, come tra sé e sè) Hai sentito i’ sor Aristide, qui’ vecchio, eh? Ma lo

                    sistemo io…ni’ magazzino indo’ tiene le bestie ciondoloni c’è un usciolino…potrei

                    passare di lì e…

Don Giustino (dandogli una gomitata) …e non peccare più! Che te ne sei belle scordato? (rivolto

                      ai due giovani) Ah, proprio voi due….nell’orto c’ho tutte le patate mangiate dalle

                      zuccaiole. Voi che vu siete du’ contadini, fatemi i’ piacere di venire a vedere icchè gli

                      posso dare….

Angiolina     (mentre escono) Alle patate? Eddie, prima la le zappetta bene tutt’intorno e poi la gli

                    dà l’acquetta….

Fistiaciuche (seguendo lei e Don Giustino) Sie, l’acquetta! Un son mica pommodori…

Angiolina    Allora dillo te, su sor professore!

(Escono tutti e tre a sinistra. La scena rimane vuota un attimo poi dalla comune entra Violetta, ansante, scarmigliata, molto pallida.Si guarda intorno guardinga.)

Violetta  Palmira?…Don Giustino?…mah, c’è la porta aperta ma pare che un ci sia nessuno…allora
               mi farò coraggio… (andando verso la porta della camera di Adone e bussando
              leggermente)..Adone…Adone, per l’amor di Dio, apri! (bussando con più vigore) Adone,
              apri t’ho detto! …S’è fatto una pazzia, Adone…

(La porta di camera si apre e appare Adone in pigiama. Pallido come un morto, le occhiaie marcate, i capelli scompigliati. Sembra molto provato da tutti i medicamenti e le cure degli ultimi giorni)

Violetta   (angosciata) Mio  Dio, Adone! Icchè t’hanno fatto?

Adone     (inebetito) Violetta, dolce fiore…(barcollando) Oddio, un mi reggo in piedi…

                (lasciandosi cadere su una sedia)

Violetta   Anche te? Anch’io, Adone! I’ babbo c’ha scoperti! Gente di paese gli ha raccontato di

                noi…io un mangio più, un dormo più, un fo che abbasire…

Adone    I’ tu’ babbo sa ogni cosa?

Violetta   (alzando la voce istericamente, ai limiti del pianto) Sì, gente infida e cattiva l’è andata a

                raccontargli che m’hanno visto di sera mentre tornavo dall’incontro co’ un giovanotto.

                Io mi so’ discolpata, ho giurato che unn’era vero…ho anche tentato di dare la colpa

               all’Angiolina perché la sta da quelle parti….Ho paura, Adone, ho paura perché se i’ mi’

               babbo gli scopre che s’era io e te, chiusi in qui’…

(in quel momento entra Don Giustino che ha sentito ogni cosa)

Don Giustino (terreo, finendo la frase per lei)…in qui’ capanno.

Violetta  (urlando) Ah! Don Giustino! (sviene , accasciandosi per terra)

Adone   Oddio, lo zio! …le gambe le mi fanno diego…(sviene, accasciandosi anch’esso per terra)

Don Giustino (correndo dall’uno all’altro come un pazzo, non sapendo chi aiutare) Madonnina di’

               rosario! Ora mi viene un insurto a i’ core! Tutte queste notizie, tutte queste

              emozioni….(verso Violetta) Su, bellina..su , ripigliati…(poi lasciandola) Bellina?

              Sciagurata, sai! (correndo verso Adone) Adone! Adone…bello dello zio adorato, apri gli

              occhiucci belli…(ripensandoci)..occhiucci belli? Occhi da uccello predatore, occhi di’

             diavolo…(non sapendo chi assistere, andando dall’uno all’altro come un pazzo) Oh Madre

             Santa e ora icchè fo?

(in quel mentre entrano il dottor Dall’Olio, con la sua inseparabile valigetta e Palmira che reca la sporta della spesa)

Palmira (entrando, rivolta al dottore) Con la minestra di fagioli che preferisce l’avemmarie o i

              paternostri? (accorgendosi dei due distesi in terra) O Vergine! Icchè c’è stato, un

              ammazzamento?

Dottore  Corbezzolino! Ci sono due distesi in terra! (accorrendo insieme a Palmira per rialzare

               Violetta)

Palmira  (trasecolata) Don Giustino! O icchè l’è questa strage?

Don Giustino  La strage la fo io dopo e poi la fa qualcun altro. Aiutatemi a rizzare Adone…

(I due eseguono)

Dottore   (schiaffeggiando leggermente prima Adone, poi Violetta) Per Bacco baccone, ma cosa è

               successo?

(Adone e Violetta lentamente si stanno riprendendo)

Don Giustino  Tutto i’ paese unn’era curioso di sapere chi l’erano i due misteriosi giovani ni’

                         capanno? (additandoli) Eccoli lì.

Palmira   (sgranando gli occhi) La Violetta co’ i’ sor Adone? Alla faccia di’ futuro Papa!

Violetta  (avvicinandosi al priore) Don Giustino…la mi lasci spiegare…(vacillando e portandosi

                una mano alla bocca) Oddio, mi vien da vomitare…

Don Giustino Sie, la meglio l’è codesta!

Dottore          Sora Palmira, la m’aiuti a portarla in camera di Adone. La visito e casomai gli do un

                       po’ d’acqua antisterica…

Violetta     Don Giustino…lei l’è giusto…lo dice anche i’ nome…la c’aiuti….

(Don Giustino volge il capo dall’altra parte)

Palmira     (mentre aiuta il dottore a trascinarla in camera, parlando a se stessa quasi incredula)

               La Violetta e i’ sor Adone ni’ capanno? Da non credici! Uh, hai tu visto i giovani

              d’oggigiorno? (mentre apre la porta della camera, sorreggendo la ragazza) Un voglian

              perdere tempo. Sorte a mi’ tempi! A me mi dicevan sempre “Palmira, c’è tempo, Palmira

             c’è tempo…i’ tempo passò e…(si chiude la porta alle spalle)

(I tre escono. Nella stanza rimangono soli ed in silenzio Don Giustino e Adone)

Adone    Zio…

(Il parroco tace)

Adone   (supplichevole) Zio, la prego…

Don Giustino  (guardandolo serio) Zitto. Io che avevo riposto tanti progetti per te…

Adone    ….Ma, zio….

Don Giustino   Zitto. Quando ho sentito quelle parole, i’ core m’ha fatto un rivortolone. Da te un

                        me l’aspettavo!

Adone      L’ha ragione, zio ma sa…tra un’orazione e un’altra…la carne l’è debole…

Don Giustino  (alzando la voce) Zitto. Unn’è successo una volta sola. Vu ci siete andati spesso in

                   qui’ capanno.

Adone     Spesso, zio…..insomma…qualche volta…l’è stato un  diavolo tentatore, zio…io un

                volevo, davvero…zio…

Don Giustino  Zitto, eresiarca, fariseo! Come tu m’hai preso in giro ben bene, eh? Tu prendevi tutti

                         i tu’  librini sottobraccio, la Sacra Scrittura, i’ Vangelo e t’andavi tranquillo e beato

                         verso i’ capanno…dove t’aspettava lei….quella meretrice!

Adone        Zio….

Don Giustino   Zitto. Non mi troncare i’ filo di’ discorso perché sennò ti tronco i’ capo, Iddio mi

                          perdoni. Un m’interrompere perché so’ ancora a i’ principio. Non solo tu sei un

                          bugiardo mentitore, non solo tu hai preso in giro me ma anche tutta la bona gente

                         che t’hai incontrato qui, che la s’è adoperata, la s’è fatta in quattro pe’ accontentare

                         i’ signorino venuto da Firenze…

Adone              Ma infatti zio….io vi sono grato….

Don Giustino   Grato? Te la gratitudine tu l’hai sotto le scarpe…(minaccioso, vociando) e non

                          m’interrompere più, t’ho detto! Non solo, ripeto, non solo tu hai combinato tutte

                          queste cose ma ieri sera ho fatto una chiacchieratina co i’Borselli……

Adone              (abbassando la testa)  Eccoci all’acqua….

Don Giustino  …e icchè m’ha detto? Che a Firenze t’eri uno che gli avrebbe giocato anche i

                         bottoni de’ carzoni, che t’eri un truffatore e perfino un ladro! Rubare l’argenteria in

                         casa d’un amico. L’ho dovuto scongiurare di non andare a denunciarti e gli ho

                         promesso che a poco a poco gli si sarebbe ripagato i’ danno.Un ci posso pensare!

                         Roba che a unn’essere cristiani ci sarebbe da mandare certi moccoli…uh, Signore

                       Santissimo, perdonami …..Di fronte a tutte queste notizie che m’hanno frantumato i’

                       core icchè mi pole capitare ora di più doloroso, eh? Icchè mi potrebbe capitare?

(si riapre la porta di camera ed escono il dottor Dall’Olio, serissimo in volto e Palmira, impenetrabile)

Dottore          (schiarendosi la voce) Ho visitato la giovane e analizzando le sue molteplici e

                        improvvise perdite di sensi nonché i contenuti gastrici espulsi attraverso la bocca, mi

                        sento di affermare senza alcun dubbio che…..l’ho trovata in stato di….di…(non

                       sapendo come dare la notizia)…insomma…cribbiolino…

Palmira         (intervenendo) Insomma…..l’ha aggallata!

Don Giustino   Eh?

Adone          (alzandosi dalla sedia) Icchè ho fatto io?

Dottore        Ebbene sì, la giovane risulta in stato gravidico…

Don Giustino  (sedendosi perché le gambe gli cedono) Vai, ora si può cantare i’ Miserere Mei!

                       Oddio, oddio mi sento male.

Palmira         (vociando) Angiolina, presto! Le goccioline pe i’ core, sbrigati! O indo’ l’è

                       quell’accidente ora? Pena poco, piglia la boccettina co’ i’ contagocciole! (al priore)

                       Don Giustino…oddio come l’è tutto paonazzo! Ora gli piglia uno stianto a i’ core pe’

                       i’ verso!

(entra Angiolina trafelata con la medicina, seguita da Fistiaciuche)

Angiolina      O icchè c’è da urlare?...(correndo preoccupata verso Adone) Che sta male i’ sor

                      Adone?

Palmira        (sfilandole la boccetta di mano) Ferma sai, unne sciupare questa medicina

                      medicamentosa pe’ qui’ delinquente! (poi, al dottore) Quante gocciole, dottore?

Dottore        Cribbiolino, una ventina!

Palmira       Madonnina, qui’ poer’omo me l’ammazzano oggi! (contando le

                     gocce)..18…19…20…25…26…(rovesciandone ancora) e 30, vai! L’agiscan di più!

                    (porgendo il bicchiere al priore). Ecco Don Giustino, la beva….

(Don Giustino esegue)

Dottore       (tastandogli il polso) Per Bacco Baccone, la pressione la gli è andata alle stelle!

Angiolina    (non capendo) Ma allora gli sta male Don Giustino? Io un ci capisco nulla!

Fistiaciuche Ma icchè l’è successo?

Palmira       L’è successo che qui’ lazzerone là (additando Adone)s’era creduto tutti che fosse un

                       santo e invece l’è un aggeggio a caso! Gli ha messo incinta la Violetta, altro che

                       orazioni, devozioni e litanie!

Angiolina     (incredula e allo stesso tempo addolorata) Icchè? Gli ha messo incinta la Violetta?

Fistiaciuche   (sogghignando) Senti, senti…(ad Angiolina)…o unn’era tanto perbenino?

Angiolina      (crollando anche lei su una sedia) Un ci posso credere…gli erano loro quelli di’

                       capanno…..

Adone            (colpendosi il petto) Agnus Dei, qui tollis peccata mundi…

Don Giustino(rialzandosi) Zitto, lascia stare le preghiere a chi è di’ mestiere. Un mi fare

                        innervosire dell’altro, te! I’ core, tanto tu me l’hai belle spezzato!(riprendendo in

                       mano la situazione) Dottore, la lo porti in camera e la stia a vegliare sia lui che la

                      Violetta. (a Palmira) Te vai a chiamare Otello e la sora Doloresse e portali qui. E se

                      durante i’ tragitto con loro ti scappa mezza parola, dico mezza parola, ti fo pentire

                      d’essere nata. Iddio m’è testimone! Vai!

(Palmira esegue mentre Adone, sorretto dal dottore, si avvia verso la camera)

Angiolina      (parandoglisi davanti con le mani sui fianchi) Come, sor Adone? La mi faceva i’

                       bello e i’ bellino e poi l’andava con la Violetta? Icchè stava a me poi, a entrare ni’

                       capanno?

Don Giustino  Lascialo, lascialo fare. Lui sarà punito come merita, un dubitare. Ci penseranno i’

                        sor Otello e la sora Doloresse appena lo sapranno….

(Adone ha un altro mancamento e viene trascinato via dal dottore)

Don Giustino  (molto provato) E io vo a conferire in chiesa con Nostro Signore perché se un me lo

                         suggerisce lui ora icchè dire, vi giuro che io parole unn’ho più…

(Esce. Angiolina e Fistiaciuche rimangono soli. Angiolina è visibilmente alterata, Fistiaciuche invece ha un sorrisino sardonico sulle labbra)

Angiolina       Omini? Ci fo i’ crocione, guarda! Voglio fare come la mi’ zia Leontina perché io un

                        voglio essere l’avanzaticcio di nessuno….

Fistiaciuche    Hai visto come l’è? Tante volte si resta abbagliati dall’apparenza e un si guarda la

                        sostanza. Tu vedi una mela, l’è bella, lucida, la dice “mangiami”, tu credi che la sia

                        quella meglio e invece…zacchete! Dentro c’è i’ bacogigi…

Angiolina       Io parlo su i’ serio e te invece tu hai le buggerate….

Fistiaciuche   Macchè su i’ serio, vien via! Icchè tu vorresti stare sola una vita, bellina come tu

                       sei?...Perchè…perché a me tu mi piaci tanto, sai?...Un putiferio!

Angiolina      (già più dolce) Vien via grullo!

Fistiaciuche   Io, icchè ti posso offrire? Una casuccia semplice ma dignitosa, un materasso fatto

                       forse con le foglie di formentone ma un cuore così pieno d' amore che un tu puoi

                       credere….(tace imbarazzato)

Angiolina      (guardandolo attentamente come se lo vedesse per la prima volta) Senti

                       Fistiaciuche…ma te…di vero nome come tu ti chiami? Lo sai che un te l’ho mai

                        chiesto…

Fistiaciuche    (imbarazzato)  Ecco…io mi chiamo…Venturino….ma mi pare buffo, mi piace di

                         più Fistiaciuche…

Angiolina         (pensosa) Venturino…Venturino….s’ha a andare nell’orto di Don Giustino a

                         riguardare quelle patate, eh Venturino?

Fistiaciuche     (prendendola per mano) Né Venturino, né Fistiaciuche! Ora tu mi puoi

                         chiamare…Cor Contento!

(escono)

(dopo pochi attimi entra Palmira, seguita da Otello e Dolores)

Dolores             (ansante) Insomma Palmira, la c’ha fatto venire qui intrafinefatta, senza dirci né

                          icchè né  i’ come. In più la va come i’ vento che un gli si sta dietro. Di già un

                          cammino con questi dolori aromatici…(sedendosi) io mi seggo, eh! (prendendosi

                           una scarpa in  mano) All’altra mi si rompe anche un tacco…

Palmira            (avvicinandosi alla porta di sinistra e chiamando) Don Giustino, Don Giustino!

                          Son qui! (poi si mette in piedi, rigida come un soldatino con le labbra strettamente

                         serrate)

Dolores           (al marito) Oh, la un risponde, eh? La unn’ha fatto una parola…

Otello               Chetati. Forse i’ sor priore mi vole dire qualcosa sulle lepri e sulla bandita…

Dolores            Hiiii, materiale! Te un tu pensi che per te…io invece c’ho lo stomaco che l’è tutto

                         un groviglìo. Mi sento che l’è successo qualche cosa.

(Entra Don Giustino)

Dolores            La scusi se la si infortuna, Don Giustino, ma la Palmira la unn’ha avuto pace finchè

                         la un c’ha trascinato  qui…ma icchè succede?

Don Giustino   (serio) Otello, mettiti a sedere.

Otello                Perché, che è un discorso lungo?

Don Giustino   Sennò poi tu t’arteri e l’è peggio. Mettiti a sedere.

Dolores            (ansiosa) Icchè c’è? C’è qualcosa…

Don Giustino    Otello, te ascolta bene icchè t’ho da dire. Ascoltalo bene e agisci di conseguenza.

                           Tu vedrai che poi il Cielo (indicando lassù) te ne sarà riconoscente.

Otello               Speriamo ma per ora o un se n’è accorto o di riconoscenza unne vole sapere! Che si

                          tratta delle lepri?

(Don Giustino scuote la testa)

Otello                 Che riguarda la mi’ figliuola?

Don Giustino     Ecco, tu ci sei entrato. Preciso come una supposta! Aspetta, ripiglia fiato e

                            preparati a ricevere un be’ colpo, un colpo che un tu te lo immagineresti mai! Che

                            vuoi bere un bicchier d’acqua innanzi?

Dolores                Oddio, sento che i’ sangue mi fa un rivortolone…Don Giustino, la un faccia

                             spaurire la gente! Icchè l’ha fatto la mi’ figliola? Nulla di sicuro perché la mi’

                             Violetta la pole camminare a testa arta e stare alla pari con chissiunque….

Otello                   Chetati! (vociando) Chetati o ti ciondolo dalla finestra! La vada innanzi, sor

                             priore perché l’affare si fa grosso, diceva quello che si teneva le mani ne’ carzoni.

Dolores                Hiiii, che omo ordinario!

Don Giustino      (proseguendo) L’è stato un colpo anche per me, credi. Anzi, per me soprattutto.

                            Quando Adone l’è arrivato qui , ho rivisto me stesso ragazzo e stupidamente ho

                            creduto che lui, con la sua intelligenza e la sua finezza, potesse arrivare indove

                            unn’ero arrivato io…. e invece….

Otello                 …e invece…indò l’è arrivato?

Don Giustino     …gli è arrivato solo fino a i’ capanno di là da i’ fosso.

Dolores               (con capendo) Solo fino a i’ capanno? Ma…ma icchè la dice, sor priore? Noi un si

                            capisce, vero Otello?

Otello                   (aggrottando le sopracciglia, poi fulminato dall’illuminazione) Maremma

                             cane…no!...Maremma schifa….(afferrando una sedia e girando per la stanza per

                             scagliarla) Indo’ sono? Indò sono? Li voglio sgozzare con le mi’ mani!

(Palmira e Don Giustino si proiettano a calmarlo)

Palmira                 Fermo, fermo!

Dolores                (alzandosi) Ma voi vu siete tutti grulli, sai?...Uh, la mi perdoni Don Giustino, lei

                             no ma…ma….

Otello                  Ma icchè, giuccherella! Un tu hai ancora capito che la tu’ Violetta e i’ sor

                            Adone si trovavano dentro a i’ capanno? Son loro quei due di cui tutto i’ paese

                            parla. Come dicano? “Voce di popolo, voce di Dio”, che l’hai capito ora, sì o no?

                           (come un inarrestabile fiume in piena) Se invece di andare a i’ vespro, a i’ rosario

                           e a tutte quelle manfrine, tu fossi stata più dietro alla tu’ figliola, ora un ci si

                           troverebbe a questi bei fatti!

Dolores              Poerino, te t’hai l’arterio e la scolosi, guarda! Ma sentitelo qui’ fariseo! La colpa la

                            sarebbe la mia?

Palmira              La un lo stia a sentire, sora Doloresse! La un lo sente come gli strambottola?

Otello                 (sempre con la sedia in mano pronta da scagliare) Con tutto i’ tu’ sapere, tu sei

                           più addietro della martinicca. Guarda ora come ci si ritrova, guarda! Contenta ora?

                           Se la piglio la disfò con le mi’ mani…

Don Giustino    (serio) Palmira, digli a i’ dottore che venga di qua.

Dolores              I’ dottore? Icchè c’entra i’ dottore?

(Palmira esce attraverso la porta centrale e riappare subito dopo seguita dal dottor Dall’Olio)

Otello                  (fuori di sé, sempre brandendo la sedia) Dottore, icchè l’ha la mi’ figliola?

(Il dottore, impaurito, tace)

Otello                   Dottore, allora?

(Il dottore tace)

Otello                 E fa da gobbo, guarda!

Palmira             No “fa”. Gli “è”!. Uh, senz’offesa sor dottore!

Don Giustino     Dottore, la ripeta a questi signori icchè l’ha detto a me: testuali parole.

Dottore             (schiarendosi la voce)   Ecco…allora…ho visitato la giovane e analizzando le sue

                          molteplici perdite di sensi nonché i contenuti gastrici…

Otello               (capendo immediatamente e brandendo la sedia con un urlo bestiale) Noooo! Indo’

                         sono? Indo’ sono? Li  squarto come du’ agnelli, li spello come du’ coniglioli…gli

                         sgozzo come…

Dolores            (guardando allibita la scena) Giuro che io un ci capisco nulla…(verso Palmira) Ma

                          icchè l’ha la mi’ figliola?

Palmira            (sottovoce, dandole una gomitata) Gliel’hanno aggallata!

Dolores             (cominciando a tremare) Eh?...Icchè? Oddio, mi sento abbasire…mi manca i’

                          terriccio sotto i piedi! (si accascia su una sedia)

Don Giustino     Dottore, dottore! I sali!

Dottore              (estraendo di tasca una boccettina e facendola annusare a Dolores) Tanto lavoro

                          così tutto insieme un l’avevo mai avuto, nemmeno quando ero dottore a i’ fronte!

                          Cribbiolino, che sudata!

Otello                (avvicinandosi con la sedia a Don Giustino) Indo’ sono? Indo’ sono? La me lo dica

                        perché oggi succede una strage in questa canonica. I’ tonfìo delle labbrate s’ha a

                         sentire da i’ fondo di’ paese!

Don Giustino  Chetati, eretico! Siamo nella casa di’ Signore, no in una bettola o in un’osteria come

                         quelle che tu frequenti te! Io, credi, ti so’ ni’ cuore, lo so i’ dolore che tu provi. Tu

                         pensi che t’ hai riposto tutte le tu’ speranze ni’ tu’ bene più caro e quello invece ti

                         tradisce….ma la vita, comunque, l’è di loro, Otello. 

                         Ripareranno …ripareranno.

Otello               (crollando affranto su una sedia) Lei la lo sa, io un so’ né un bacchettone né un

                         baciapile ma in questo momento (estraendo il fazzoletto e commuovendosi) un so

                         icchè fare…io mi sento proprio una foglia a i’ vento…(si commuove)

Dolores            (lamentandosi sulla sedia) Oddio, che girìo di testa! Che avvilimento!

Don Giustino   C’è una cosa sola da fare, Otello. (al dottore) Dottore, la li porti qui….

Otello                (riavendosi con un guizzo e afferrando una sedia) Son qui? Indo’, indo’? Li voglio

                          trinciare con le mi’ mani!

Don Giustino   (tentando di calmarlo) Bono, posa la seggiola…

Palmira            O icchè gli ha quest’omo in corpo, la polvere empirica anche lui?

Dottore             (timoroso) Vado? Siamo sicuri?

Don Giustino   La vada.

(Il dottore entra in camera di Adone. Intanto Dolores piange e si dispera)

Otello                E l’è inutile che tu beli ora, tu c’avevi a pensare prima! Guardala, la sembra la

                          Madonna delle Grondaie!

(Si riapre la porta ed appare il dottore con Violetta e Adone, bianchi come cadaveri e impauriti,  aggrappati alle sue spalle. Otello fa per andare loro incontro con le mani alzate ma viene prontamente fermato da Don Giustino)

Don Giustino    Bono con le mani! Un sia mai detto che le si alzino nella casa di’ Signore!

(Si fa avanti invece Dolores)

Dolores              (irosa, alla figlia) Io ti credevo pura come la Vergin Santa………

Palmira               (piano) ….come un giaggiolo…

Dolores                …e invece…(piangendo) e invece la mi’ figliola l’è una scostumata peggio

                            d’un’antraneuse! La mi creda, Don Giustino, so così fori di me  che un so più

                            avviare nemmeno i’ paternostro! (avvicinandosi a Adone) …e lui…lui, qui’

                            vanesio, qui’ disurpatore…

Violetta              (piangendo) Ma mamma…

Dolores              (avvicinandosi a lei con le mani alzate) Zitta sai, brutta sboccaccesca che un tu sei

                            altro!

Otello                  Ora tu ti svegli! Tu me l’hai rovinata a forza di daddoli, questa figliola!

Adone                 Sora Dolores, suvvia, l’abbia pazienza….

Dolores              Pazienza? La pazienza la portano i frati attaccata alla cintola! Brutto fariseo

                            tribolato…(avvicinandosi pericolosamente) ..ma io vi levo da i’ mondo, vi levo!

(inizia a menare botte da orbi, qualcuna la prende anche il dottore, finchè non viene fermata dai presenti)

Dottore              Oh, pazzerelli! Io un ne voglio mica buscare per voi, eh? Eppoi, anche lei sor

                           Adone, la si stacchi dalla mi’ schiena, corbezzolino! La mi sta tutto addosso!

Adone                (togliendo le mani dalla gobba del dottore) No, sa…le tenevo sulla…gobba

                           …perché la mi portasse fortuna, mica per altro. Sa, in un momento come questo…

Otello                (alla moglie) Doloresse, te stai carmina e se un ti fa nulla i sali t’ammollo un

                          cazzotto ni’ capo e ti carmo io una volta per tutte. (poi glaciale ad Adone e

                         Violetta) Aprite bene gli orecchi tutti e due. I’ male gli è stato fatto e i’ male va

                         riparato. Finchè un s’arriva a i’ matrimonio, vu vi potete vedere i’ giovedì dopo

                         cena e la domenica dopo desinare, ri-go-ro-sa-men-te a sedere e sotto stretta

                         sorveglianza.

Dolores           E una volta unito a lei nella buona e nella cattiva sorte, la la deve accompagnare

                        sempre in tutti i posti, non fagli mancare nulla o guai a lei….inteso?

(Adone fa una smorfia di dolore)

Don Giustino   Tutti gli altri giorni te, Adone, tu vai a Firenze e tu vai a lavorare nella ditta di’ sor

                          Borselli che “tanto gentilmente” ti ha offerto un lavoro da lui.

Adone               Ma…zio…nella ditta di’ Borselli…indo’ fanno le scatole….

Don Giustino    Ecco, te tu le fai le scatole e io te le rompo se un tu ci vai tutti i giorni pe’ dodici 

                          ore di fila! Ecco, questo l’è i’ non plusultera…più di così io un posso fare.

(Adone fa una smorfia di dolore)

Dolores             (rivolto a lui) Ah, la un rifiata, eh? Vi si leva noi, i’ pizzicorino! (piangendo) anche

                           te, (rivolta alla figlia)  t’andavi sempre in processione, tu sembravi una

                           madonnina….brutta ingrata, che un tu sei altro….

Violetta             (gettandosi ai piedi della madre) Perdono, mamma…perdono….

Dolores             (tirandola su) Sta’ su, sta su…tu sei anche in codeste condizioni..(piangendo e

                          abbracciandola) La mi’ bambina…tu m’hai fatto venire tutto un brividìo sulla

                         schiena…

Adone                 (andando verso Dolores)  Sora Dolores, l’assolva anche me….

Dolores               La vada a fassi assolvere da i’ su’ zio, lei…fariseo! L’è meglio se la recita i’ mea

                            culpa!

Otello                  Basta, basta, sennò qui la si fa più lunga della camicia di Meo.

Dolores                 (stringendo la figlia) Ecco, l’è vero…su questa storia stendiamo un telo pietoso...

Dottore               (piano, a Palmira) O come la parla la sora Doloresse?

Dolores            (che ha udito) Un fo pe’ dire ma io sembro nata nella “ristocrazia”, unn’è vero

                           dottore?

Palmira            (piano) Sì, lei in quanto a educazione la va in culo a dimorti…uh, Vergin

                          Santa…icchè ho detto…domani vo subito a confessammi…

Otello                 (serio e con voce autorevole) Badate, io vi dico una cosa sola ….(guardandoli ad

                           uno ad uno mentre tutti sono intimoriti) …io vi dico una cosa sola: aimmeno la lo

                           facesse maschio! (assestando una gran pacca sulla spalla di Adone, mentre tutti

                           respirano sollevati) Se gli è maschio gli si mette nome Eustachio, come i’ mi

                           poero babbo…un gli piace Eustachio, sor Adone?

Adone                 Eh!

Dolores               Hiii, che omo ordinario! Eustachio! Che vo’ mettere i’ nome di mi’ poero babbo

                             “Galimberto”, tutta un’altra finezza, vero!

Adone                 (abbracciando lo zio) Zio, la mi perdoni! Cambierò…cambierò…glielo giuro!

Don Giustino       E se poi un tu cambi, ci pensan loro  (accennando a Otello e Dolores che stanno

                             ancora discutendo per il nome) A passare la vita insieme a loro, la mi sembra la

                              più grossa punizione che Nostro Signore ti poteva dare….io dico che l’era

                              meglio se tu ti facevi prete!

Adone                  (piano) E lo dico anch’io…

Otello                   E ora, dopo tanti patimenti, si festeggia. Vo a casa a pigliare un fiasco

                             d’Aleatico…..

                             

Dottore                Aleatico? Che nettare!

Otello                    …e un caratello di Vinsanto!

Dottore                 Ma…se si beve…si potrebbe anche mangiare…

Dolores               Mangiare? Ho lo stomaco chiuso che un mi c’entrerebbe un ago….

Dottore                 Macchè, macchè…la morte la c’ha a trovare vivi. Come dicano’ “i morti alla

                              terra e i vivi alla scodella”…icchè ci sarebbe da mangiare?...no, perché io so’ di

                              bocca  bona, mangio ogni cosa…

Palmira                 E s’è visto! O che dottore l’è questo? Se la un si regola un po’ co’ i’ mangiare,

                              dopo i’ dottore gli ci vole a lei…e dietro a i’ dottore…i’ prete!

Don Giustino       La si ricordi dottore che a questo mondo un si vive di solo pane…

Dottore                  O un lo dico io?...ci vole anche i’ companatico, sennò d’icchè sa…. E ho belle

                               visto via,  in paradiso si balla e si sona ma di mangiare un se ne ragiona…..

(Entra Lorenzo tutto dondolante)

Lorenzo                 Oddio come so’ stanco…ho fatto con la bicicletta a mano in su e in giù, in su e

                               in giù fino a ora…(a Don Giustino) Che mi posso mettere a sedere?

Don Giustino         Diamine, dategli una seggiola a questo poero ragazzo!

Dottore                   O Lorenzo, come va?

Lorenzo                   (annuendo esageratamente)  Bene, bene.

Dottore                   E il lavoro qui da i’ sor priore?

Lorenzo                  (annuendo esageratamente)  Bene, bene.

Otello                       E fa come quello “bene, bene, bene” e la mattina dopo gli era morto. (Lorenzo

                                 fa le corna) Ad ogni modo stasera si fa subito la festa di fidanzamento della

                                Violetta e di Adone.

Lorenzo                  (alzandosi stupito) Adone e la Violetta? O la unn’era innamorata l’Ang…(la

                                bocca gli viene tappata da Don Giustino che lo costringe a sedersi si nuovo)

                                Mah…. io unn’ho capito nulla!

Palmira                   Codesta la unn’è una novità.

Dolores                  Sì, s’ha a fare una gran cena….Otello? Che si fa le cotolette o delle belle

                                bistecche?

Dottore                   (intervenendo) Ma che vole mettere la bistecca con la cotoletta? La bistecca alla

                                fiorentina, bella alta, tutta sanguinosa…la mi fa venire in mente i’ sor Aristide

                                quando l’operai d’ernia….

Otello                      (a Dolores) A lui un tu glielo dici “hiii, che omo ordinario”, eh? Uh, Che

                                manache ti tirerei!

Don Giustino          (guardando i presenti) E come disse Nostro Signore: unn’è a farvi che mi

                                 sgomento…l’è a contentarvi! (si alza e va verso la porta)

Palmira                   E ora indo’ la va, sor priore?

Don Giustino          Indo’ mi pare e piace. Vu m’avete fatto diventare grullo con tutto questo vocìo

                             e visto che un vu n’andate via voi…vo via io. (fermandosi sulla porta) Oh, ma a

                             i’ mi’ ritorno un vi voglio trovare più, intesi? (poi, a Palmira) Te invece ti voglio

                              ritrovare perché tu lo sai dopo icchè c’è da fare….

Palmira                No, io un me ne ricordo….

Don Giustino       Lei? La un si ricorda dalla bocca a i’ naso! C’è da dire l’orazioni e bisogna dirne

                             dimolte e di molto bene, dopo un momento come questo. Inteso? (prende il

                             cappello dall’attaccapanni e se lo calca in testa, poi torna verso Adone, con voce

                            più dolce) Adone? Te tu sei entrato come un uragano in questa canonica e tu c’hai

                           sconvolto la vita ma sappi che tu rimani sempre i’ mi nipote adorato e che ti voglio

                            un gran bene!

Adone                 (abbracciandolo, commosso)  Oh, zio….

Don Giustino       (schiarendosi la voce per darsi un contegno, poi burbero) Via, vo fori. Inteso, eh

                             Palmira? E mi raccomando, fai le cose per bene perché te tu sei come quello che

                             mangiava l’arista lessa, tu fai tutto all’incontrario….

 (esce)

Palmira               O guardalo bellino, se la piglia sempre con me…..

Dottore               (avvicinandosi mellifluo) Sora Palmira, lei che l’è tanto brava, la ci potrebbe fare

                            per stasera un po’ di pasta fatta in casa…

Palmira             (arrabbiata) Sì, certo…come no?

 Dottore              E icchè la ci fa, icchè la ci fa?

Palmira              (serissima, facendo il verso di annodare qualcosa) …..Strozzapreti!

(poi esce dalla scena lasciando i presenti di stucco)

CALA LA TELA