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I nonni

I nonni

due atti

di

Paolo Cappelloni

sinossi

Severino e Vasinto sono due fratelli anziani che vivono insieme ma hanno due caratteri completamente differenti: Severino, celibe, è gioviale, aperto e socievole, Vasinto, vedovo con un figlio (Stefano) che lavora in America, è l’esatto contrario.

Per alleviare la solitudine e la noia quotidiana, Severino pensa di rispondere ad un annuncio ed affittare una camera ad una studentessa universitaria. La reazione di Vasinto è di chiara ostilità e questo suo atteggiamento continua anche nei confronti della brava ragazza (Ileana) dopo che ha deciso di prendere la camera in affitto. Ma questa ostilità di Vasinto si accentua quando Severino accetta la proposta di Ileana di ospitare una sua compagna di studi, tanto che da quel momento si isolerà ancora di più.

Alice ha un carattere ed una educazione opposta a quella di Ileana il che non facilita le cose ma il tutto precipita quando le due ragazze, parlando delle loro simpatie maschili, scoprono che stanno uscendo con lo stesso ragazzo. La reazione di Alice è del tutto sbagliata e spropositata nei confronti della ignara Ileana con cui rompe i rapporti e le basta una sottolineatura di Severino ad una delle sue “uscite” non proprio rispettose per farla andar via da quella casa, decisione di cui nessuno è dispiaciuto. Perciò è sicuramente per ragioni di stanchezza dovuta allo studio che all’improvviso Ileana sviene. Di fronte a questo fatto Vasinto ha la stessa reazione di Severino ma reagisce in maniera più pratica e fattiva dimostrando che anche lui, come il fratello, prova affetto per questa giovane e brava ragazza. Per fortuna lo svenimento non era dovuto a nulla di grave ma ha fatto sì che ora Ileana senta davvero l’affetto di entrambi i “nonni” che, per amore ed esperienza, si allontanano alla chetichella quando arriva una telefonata di Stefano...


Personaggi

Severino

Vasinto

Ileana

Alice

Dottore

TUTELA SIAE

L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.

Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.

cell: 338 9 338 116

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Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.


Primo atto

(La scena rappresenta un modesto soggiorno con una uscita esterna e due interne. Una piccola quinta con finestra è sulla ribalta a formare parte della “quarta parete”. Siamo ai giorni nostri. È mattina).

Severino -                 (Entra, è in abito da casa; va lentamente a sedersi su una poltrona. Tra sé) Abbiamo un altro giorno davanti, ringraziando il Padreterno. Un’altra giornata di intenso lavoro! Dunque: cosa posso fare oggi? La colazione l’ho fatta, mi sono vestito... dunque: potrei andare a fare due passi fino in centro ma mi sa che viene a piovere! Allora potrei guardare un po’di televisione ma poi mi viene l’avvilimento! El puzzle da cinquemila pezzi con la Basilica di San Pietro l’ho finito, i panni li ho lavati, sia i miei che quelli di Vasinto che tanto lui per ‘ste cose è negato. Insomma... che miseria faccio oggi? (Va alla finestra presso la ribalta) Sì, sì; viene a piovere, guarda lì che razza di nuvoloni neri! (Torna lentamente verso la poltrona) Ma io l’avevo già capito da l’altro ieri che cambiava il tempo, col dolore di calli che avevo...! Perché a me i calli fanno da barometro. Invece di guardare le previsioni del tempo faccio prima a stare a sentire i miei piedi! Oltretutto mi danno anche più affidamento! (Entra Vasinto con un mazzo di carte in mano) Buongiorno Vasinto. (Vasinto non risponde; va a sedersi al tavolo su cui appoggia il mazzo di carte) Ti girano anche stamattina? (Vasinto tace ed inizia svogliatamente a mischiare le carte) Sì, ti girano anche stamattina. Oh, ci fosse una mattina che ti svegliassi di buonumore! Anzi che mi sei di compagnia! Va bene che sei stato sempre così anche da piccolo... Ti ricordi che la mamma ti diceva sempre: “Non stare sempre con quel muso che pare che vuoi ammazzare qualcuno!” (Silenzio) Eh?... (Silenzio) Sì, andiamo bene! (Alza la voce) Oh! Mi senti?

Vasinto -                  (Si gira verso Severino. Ad alta voce) Come?

Severino -                 Oh Signore! Con chi sto parlando, io, da mezz’ora?? (Si avvicina a Vasinto, ad alta voce) T’è peggiorato l’udito?

Vasinto -                  Perché, a te no?

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Alza la voce) Perché, a te no?

Severino -                 Ah! Eh, può essere! Dicono che con l’età si peggiora.

Vasinto -                  Come?

Severino -                 (Tra sì) Sì, sì... si peggiora. Han detto che non c’è niente da fare nemmeno con l’apparecchio acustico! (Avvicinandosi a Vasinto) Cosa vorresti fare, una partita a carte?

Vasinto -                  (Ad alta voce, giocherellando ancora con le carte) No.

Severino -                 (C.s.) Allora cosa fai con quel mazzo?

Vasinto -                  (C.s.) Mi gingillo.

Severino -                 (Torna alla poltrona e si abbandona ai ricordi. Sempre ad alta voce) Vasinto!

Vasinto -                  Oh!

Severino -                 Ti ricordi, da ragazzini, quando stavamo di casa al Borgo?

Vasinto -                  Che casa...?

Severino -                 (Alza la voce) La nostra vecchia casa al Borgo!

Vasinto -                  (Inizia a costruire un castello con le carte. Ad alta voce) Cosa ha fatto?

Severino -                 Niente, (Ad alta voce) Te la ricordi? La nostra casa al Borgo?

Vasinto -                  (Alle prese col castello di carte) Sì, sì.

Severino -                 (Si abbandona ai ricordi) Il babbo l’aveva presa in affitto ma per noi era il nostro regno! Insieme al sagrato della chiesa! Io sono anche più grande di te e me lo ricordo bene! Giocavamo con le biglie, giocavamo a nascondino! (Pausa) E le ciambelle di Carlo...?

Vasinto -                  Che Carlo? (Gli cade il castello)

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Che Carlo?

Severino -                 (Ad alta voce) Quello che vendeva le ciambelle!

Vasinto -                  (Riprova col castello) Ah, sì! erano rustiche...

Severino -                 Come te!

Vasinto -                  ... ma con gli acinini d’uva.

Severino -                 (Con nostalgia) Già. Eh, niente... è sparito tutto! (A Vasinto ricade il castello di carte) Tutto il nostro passato è sparito... siamo rimasti solo io e te, caro Vasinto. Maurizio, Gino, Sandrino... se ne sono andati tutti! Anche della nostra famiglia c’è rimasto solamente tuo figlio ma anche lui, dall’anno in cui è morta tua moglie è andato a lavorare in America! A... dov’è andato di preciso?

Vasinto -                  Chi?

Severino -                 (Ad alta voce) Tuo figlio! Dov’è andato?

Vasinto -                  Come, dov’è andato? In America!

Severino -                 (Tra sé) Oh, Signore! (A Vasinto, ad alta voce) Ti sto chiedendo: in che città dell’America?

Vasinto -                  A Seattle.

Severino -                 A Seattle, è vero. Insomma anche lui ha preso la sua strada, e tu hai preso quella di casa mia, (Ironico) per tenermi compagnia facendo i castelli con le carte!

Vasinto -                  (Si volta verso Severino) Stai parlando con me? (Il castello di carte cade)

Severino -                 No, no! Stavo parlando da solo come i matti!

Vasinto -                  Come?

Severino -                 (Pensando che Vasinto abbia sentito) Eh già! (Tra sé) Oggi mi faccio due spaghetti in bianco. (Guarda Vasinto a cui, per l’ennesima volta crolla il castello di carte) E smettila con quelle carte!

Vasinto -                  (Allontana le carte con un gesto di stizza) Ma va’....! Più cerchi di far stare le cose dritte e più ti ricadono! (A Severino, alzandosi) Cosa si mangia oggi?

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Cosa prepari da mangiare oggi?

Severino -                 Ah. (Ironico) Guarda: avevo intenzione di fare una tartare di tonno rosso di Favignana in un trionfo di cernia di fondale con uova di salmone affumicate ed estratto di carrubo... ma poi ci ho ripensato ed ho ripiegato su due spaghetti in bianco. (Lo guarda e ripete ad alta voce) Due spaghetti in bianco!

Vasinto -                  Gli spaghetti in bianco mi fanno schifo!

Severino -                 (Che non ha sentito) E per secondo... carciofini sottolio! (Ripete ad alta voce) Sottolio!

Vasinto -                  T’affogassi tu, sottolio! (Va alla finestra e guarda fuori) Mia moglie sì che sapeva cucinare!

Severino -                 Allora potevi imparare da lei, così adesso non rompevi le scatole a me! (Pausa)

Vasinto -                  (Cambia discorso) Mio figlio dice che a Seattle piove sempre.

Severino -                 (Che ha sentito solo l’ultima parte della frase di Vasinto) Già, è tanto che non vediamo una giornata di sole. Passerà anche ‘sto tempaccio! (Si avvicina alla finestra e guarda fuori) Ma tu guarda come corrono, tutti quanti; chissà dove dovranno andare!

Vasinto -                  Andranno a casa, piove!

Severino -                 No, è la vita frenetica che fa correre tutti quanti... ecco perché quando si è vecchi abbiamo sempre il fiatone! (Guarda meglio attraverso la finestra) Guarda, guarda... quello non è... coso... come si chiama? Rinaldo! Ma tu guarda... è ancora vivo? (Silenzio; entrambi guardano dalla finestra)

Vasinto -                  (Che non ha sentito) Hai visto? È passato Rinaldo. Lo credevo morto!

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Lo credevo morto!

Severino -                 Sì, anche io. Poveretto, anche lui; quanto ha dovuto soffrire! Ha cominciato a lavorare come garzone in un’officina meccanica e ha preso più botte lui di un pesta sale! Poi s’è dovuto sposare perché aveva messo incinta la fidanzata e dopo qualche anno ha avuto più corna lui d’un cesto di lumache! Poi ha avuto da fare anche con la salute... Apposta credevo che anche lui avesse lasciato questa valle di lacrime! (Silenzio)

Vasinto -                  (Che non ha sentito niente, guardando fuori dalla finestra) Sai quanto ha dovuto patire, in vita sua, Rinaldo? Aveva cominciato a lavorare come garzone in un’officina meccanica ed è andato avanti a forza di botte! Poi s’è dovuto sposare perché aveva messo incinta la fidanzata che dopo un po’ gli ha messo un sacco di corna.

Severino -                 (Sempre guardando alla finestra) Mah, secondo me... tra me e te non c’è dialogo! (Si allontana dalla finestra) Andiamo a preparare da mangiare.

Vasinto -                  Dove vai?

(Severino esce senza rispondergli perché non l’ha sentito)

(La luce si abbassa lentamente fino a spegnersi del tutto mentre Vasinto resta a guardare fuori dalla finestra. Musica. Quando la luce lentamente torna la musica sfuma. La scena è vuota)

Severino -                 (Entra da fuori casa con un giornale sottobraccio) Abbiamo un altro giorno davanti, ringraziando il Padreterno. (Si siede in poltrona) Cosa facciamo oggi? In centro ci sono andato, il puzzle l’ho finito... potrei sentire un po’ di musica ma non sento le note basse! Per esempio sento benissimo (Canta)... “Se quel guerrier io fossi!”... ma quando poi dice (Canta) “Se il mio sogno si avverasse!” questo non lo sento per niente perché mi va giù di un tono! Si potrà sentire la musica così? (Entra Vasinto con un mazzo di carte in mano) Buongiorno Vasinto. (Vasinto non risponde; va a sedersi al tavolo su cui appoggia il mazzo di carte) Hai i tiramenti anche stamattina? (Vasinto tace ed inizia svogliatamente a mischiare le carte) Sì, ce li hai anche stamattina. Sempre la luna di traverso, eh??

Vasinto -                  Come?

(Campanello che nessuno dei due sente)

Severino -                 (Ad alta voce) Fai l’ingegnere di castelli anche oggi??

Vasinto -                  (C.s.) No, oggi faccio un solitario.

Severino -                 (C.s.) Bravo, così non ti casca niente.

Vasinto -                  (Cupo, iniziando un solitario) Lo dici tu...

Severino -                 Ti va di parlare un po’...?

Vasinto -                  Di cosa?

Severino -                 Mah... del più e del meno.

Vasinto -                  Allora te parla del più che io parlo del meno perché non ho voglia di discorrere.

(Campanello che nessuno dei due sente)

Severino -                 (Apre il giornale e lo sfoglia) Vediamo un po’ cosa dicono sul giornale... Senti qui: (Campanello, Severino tende l’orecchio) Hanno, suonato il campanello? (Severino va alla porta e parla con qualcuno oltre la quinta) Oh, buongiorno! C’è posta? (Prende due bollette) Solamente due bollette? (Ascolta) No, no, mi bastano queste! Perché non viene dentro un momento a fare due parole? Ci prendiamo un caffè! (Ascolta) Ah, deve finire il giro... Bè, sarà per un’altra volta. Allora ci vediamo per la prossima bolletta! (Torna alla poltrona e sfoglia il giornale) Senti qui: (Legge ad alta voce) “Ammazza la moglie con settantaquattro coltellate, poi la fa a pezzettini, la seppellisce in giardino e ci sputa sopra”.

Vasinto -                  (Facendo il solitario) Quante coltellate?

Severino -                 (C.s.) Settantaquattro.

Vasinto -                  (C.s.) L’hanno messo in galera?

Severino -                 (Legge)... Sì, sì, l’hanno arrestato che era al cine.

Vasinto -                  Dove?

Severino -                 (Ad alta voce) Al cinema!

Vasinto -                  E cosa davano?

Severino -                 Non lo dice. (Sfoglia il giornale e legge ad alta voce) “Rapina una banca e nella fuga perde il portafoglio”

Vasinto -                  (Continua a fare il solitario) L’hanno preso?

Severino -                 Macché! (Sfoglia ancora il giornale e legge ad alta voce) “Allarme fiumi da Nord a Sud. Il Po tracìma, il Volturno esonda, il Tevere trabocca e il Metauro rigurgita.

Vasinto -                  Dice proprio così?

Severino -                 Scemo! Diranno che il Metauro rigurgita?? (Torna a leggere) “A.A.A. Perduto portafoglio in banca, chi l’avesse trovato telefonare al 2347...”

Vasinto -                  (Lo interrompe) Deve essere un ladro caparbio da niente. (Campanello)

Severino -                 (Legge) Notizie economiche: “Bankitalia e Istat affermano che abbiamo toccato i massimi degli ultimi dieci anni. L’inflazione è al 4%, (Ad alta voce) crescita in ribasso”.

Vasinto -                  Come sarebbe a dire “crescita in ribasso”?

Severino -                 Sì, è come dire che tu stai mettendo su dei chili in più però dimagrisci.

Vasinto -                  E come è possibile? (Campanello che nessuno dei due sente)

Severino -                 Misteri economici!...!(Continua a leggere ad alta voce) Annunci:

Vasinto -                  (Mischia le carte e comincia un altro solitario) Cosa devo annunciare?

Severino -                 Sto leggendo! (Legge ad alta voce) Annunci: “A.A.A. Massaggiatrice filippina disponibile di giorno e di notte”. (Campanello che nessuno dei due sente)

Vasinto -                  Già, c’è un sacco di gente col mal di schiena.

Severino -                 Di notte sarà per le urgenze! (Campanello. Severino tende l’orecchio) Ma hanno suonato di nuovo? (Severino va alla porta e parla con qualcuno oltre la quinta. Anche Vasinto si alza e si avvicina all’uscita. Severino ascolta la persona che è all’esterno)... No, la famiglia Martinetti non abita qui, sta al piano di sopra ma adesso non c’è nessuno perché lavorano tutti e due e la figlia è a scuola. (Ascolta) Di niente, si figuri! Se vuole entrare un momento così per fare due chiacchiere... ci prendiamo un caffè... ah, deve andare via. Pazienza, sarà per un’altra volta che non trova la famiglia Martinetti! Buongiorno! (Torna alla poltrona)

Vasinto -                  (Tornando al tavolo e al solitario) Certo che sei una bella piattola! Prendi tutte le occasioni per rompere le scatole alla gente! La settimana scorsa, quando sono venuti i Testimoni di Geova, li hai frastornati per un’ora e mezza! Sono fuggiti barcollando!

Severino -                 Chi?

Vasinto -                  (Ad alta voce) I Testimoni di Geova!

Severino -                 Ah, bè, se non faccio un po’ di conversazione quando mi capitano queste occasioni con chi parlo? Con te??

Vasinto -                  Come?

Severino -                 Appunto! (Riprende il giornale e continua a leggere) “A.A.A. Cercasi camera in affitto per studentessa universitaria. Massima serietà” (Pausa) Eh, ‘sti ragazzi lontani da casa che devono imparare ad essere indipendenti... (A Vasinto) Da quant’è che Stefano non telefona dall’America?

Vasinto -                  (Che ha sentito solo la parola “America”) Sì, è a Seattle... laggiù piove sempre.

Severino -                 Ho capito ma... (Gli si avvicina) da quant’è che Stefano non telefona?

Vasinto -                  Sarà una ventina di giorni... ma tanto quando telefona capisco poco o niente! (Ad alta voce) Sarà la distanza!

Severino -                 Eh, sì, sarà la distanza! (Riprende il giornale e rilegge l’ultimo annuncio) “A.A.A. Cercasi camera in affitto...” (A Vasinto) Vasinto!

Vasinto -                  Oh!

Severino -                 Cosa dici?

Vasinto -                  Io niente, ti ho detto che non ho voglia di discorrere.

Severino -                 Volevo dire: Che ne dici di prendere uno studente qui con noi?? Abbiamo una camera in più, due bagni... Potremmo fare un’opera buona, guadagneremmo qualcosa e avremmo anche un po’ di compagnia! (Pausa, poi ad alta voce) Vasinto! Hai sentito quello che ho detto?

Vasinto -                  Mi pare di sì ma sto zitto per non mandarti a quel paese!

Severino -                 Perché? Mi pare una buona idea!

Vasinto -                  A me pare una gran boiata che serve a te per rompere le scatole a un altro po’ di gente.

Severino -                 Certo che se tutti fossero come te ci sarebbe un gran silenzio e una noia mortale, in questo mondo!

Vasinto -                  Poi non mi piace nemmeno che una ragazza stia in casa con noi!

Severino -                 Oh Signore! (Ad alta voce) Cos’hai, paura che pensino che potresti attentare alla sua virtù??

Vasinto -                  Spiritoso...! Comunque fai come ti pare, la casa è la tua... Basta che io non abbia rotture tra i piedi! (Esce)

Severino -                 (Gli grida dietro) Già! Basta che nessuno ti stia tra i piedi...! Allora potevi stare per conto tuo! Cosa sei venuto a fare qui da me? Solo per avere uno che ti lava i panni?... Tu staresti bene tra gli uomini delle caverne! Ecco dove staresti bene! Adesso sai cosa faccio? Vado a sentire quali formalità ci vogliono per affittare una camera e poi vado a rispondere a quell’annuncio! Così impari! (Pausa) Mi hai sentito?

Vasinto -                  (Da fuori) No!

(Severino prende la giacca ed esce di casa. La scena resta vuota, la luce si abbassa lentamente accompagnata da un motivo musicale. Quando la luce si rialza è passato qualche giorno. Vasinto è seduto al tavolo. La musica sfuma.) Severino entra dall’interno; è piegato in avanti e dolorante.

Vasinto -                  (Voltandosi) Cosa t’è successo?

Severino -                 Non lo so, stamattina mi sono svegliato con un gran dolore alla schiena!

Vasinto -                  Cosa hai fatto ieri sera?

Severino -                 (Ci pensa) Cosa ho fatto...? Ah, sì! Sono stato mezz’ora curvo per cercare un euro che mi era rotolato sotto quel mobile (Lo indica)

Vasinto -                  E l’hai trovato?

Severino -                 Macché! (Severino torna a guardare distrattamente in terra tenendo una mano sulla schiena dolorante. Vasinto si alza e, istintivamente, comincia a cercare anche lui finché entrambi si ritrovano chini sul pavimento alla ricerca della moneta) Niente, non c’è niente da fare! Chissà dov’è rotolato!

Vasinto -                  (Alzandosi ma rimanendo anch’egli un po’ curvo per il mal di schiena) Ma che ti venisse un bene! A te e al tuo euro!

Severino -                 (A Vasinto) Oh, quella ragazza dell’annuncio ha detto che sarebbe venuta per le dieci! (A voce alta) Per le dieci!

Vasinto -                  Ho capito! Allora lei arriva e io vado in camera mia a guardare la televisione. (Si alza ed esce con la schiena dolorante)

Severino -                 (Gli grida dietro) Quanto sei rustico e screanzato! (Tra sé) Mi metto proprio attaccato alla porta così sono sicuro di sentire il campanello! (Si mette vicino all’uscita esterna) Sarei contento se accettasse! Porterebbe sicuramente una ventata di gioventù e di freschezza in questa casa di due vecchi rincoglioniti! (Riflette tra sé) Perché? È brutto che una ragazza viva per un po’ con due nonni? Anzi, i giovani dovrebbero passare un po’ più tempo con gli anziani per vedere come ci si riduce e per comportarsi così di conseguenza! (Campanello) Ecco! L’ho sentito subito! Dev’essere lei! (Esce e rientra subito con Ileana) Prego, signorina! Si accomodi pure! Io mi chiamo Severino Corbezzoli.

Ileana -                     (Sedendo) Piacere, Ileana Taverniti.

Severino -                 (Sedendo) Da dove viene, signorina Ileana?

Ileana -                     Sono di Reggio Calabria.

Severino -                 Prego?

Ileana -                     Sono di Reggio Calabria.

Severino -                 Ah, bene! Scusi sa... dovrà avere un po’ di pazienza ma io e mio fratello siamo un po’ duri d’orecchio e alcune cose, come dire... ogni tanto ci sfuggono.

Ileana -                     Va bene, lo terrò presente, ma... (Vede che Severino è curvo e tiene una  mano dietro la schiena; ad alta voce) Sta male?

Severino -                 No, no, non si preoccupi, è colpa dell’euro...! Comunque vedrà che si troverà bene quassù da noi!

Ileana -                     Grazie, lo spero, (A voce più alta) è la prima volta che vengo da queste parti.

Severino -                 Oh, ma da noi si sta bene! Noi abbiamo il mare...

Ileana -                     (C.s.) Anche noi...

Severino -                 Ecco... poi abbiamo i monti...

Ileana -                     (C.s.) Sì, anche noi...

Severino -                 Ah bè... ma noi abbiamo anche... abbiamo... va bè adesso non dobbiamo mica fare una gara a chi ha più cose!

Ileana -                     (Sorridendo) È vero.

Severino -                 E che cosa studia?

Ileana -                     Giurisprudenza.

Severino -                 (Ripete quello che ha sentito)... prudenza. Sicuro! Bè, ha ragione! Nelle cose bisogna stare molto attenti, anche nello studio! Ma cosa studia?

Ileana -                     (Sorridendo comprensiva) Legge.

Severino -                 Ah! Allora diventerà un avvocato!

Ileana -                     Lo spero!

Severino -                 Sa, signorina, è la prima volta che affitto una camera... È perché io e mio fratello siamo sempre soli e penso che avere qualcuno per casa, come dire... possa fare un po’ di allegria... almeno a me!

Ileana -                     Bè, io con lo studio non potrò esservi di molta compagnia.

Severino -                 Oh, ma non si preoccupi! A me basta sapere che c’è qualcun altro in casa! (Si alza, dolorante) Ora però venga con me che le faccio vedere la cameretta così mi dice se le piace. (Ileana si alza e va ad affacciarsi verso l’interno insieme a Severino) Vede? È grande e piena di luce... e lì davanti ha anche il suo bagnetto personale.

Ileana -                     È molto carina!

Severino -                 Eh?

Ileana -                     (Ad alta voce) Ho detto che è molto carina!

Severino -                 Ah! Sono contento che le piaccia! Aspetti qui che adesso le presento mio fratello: lo scusi, eh? È un po’ brusco ma in fondo è buono. (Si avvicina alla quinta per chiamarlo) Vasinto! (A Ileana) Mio fratello si chiama Vasinto. (Richiama) Vasinto! Vieni un momento che ti presento la signorina Ileana. (A Ileana) Oh, si ricordi che anche lui... (Punta l’indice sull’orecchio per ricordarle che non sente. Ileana annuisce. Vasinto entra con un vestito abbastanza elegante e ben pettinato ma anche lui con la schiena dolorante. Severino ne è piacevolmente colpito) Ecco, questo è Vasinto, mio fratello.

Ileana -                     (Ad alta voce) Piacere!

Vasinto -                  (A Severino, scuro in volto) Le hai già detto che sono sordo...!

Severino -                 Come?

Ileana -                     (A Vasinto, ad alta voce) Suo fratello mi ha mostrato la camera, è molto carina!

Vasinto -                  (Evitando lo sguardo di Ileana) Mh.

Ileana -                     (Vedendolo dolorante) Anche lei sta male per via dell’euro?

Vasinto -                  Mh. Io sto male per tutto.

Severino -                 (Ad alta voce) La signorina Ileana studia Legge e diventerà un avvocato!

Vasinto -                  Bella roba...

Severino -                 (A Ileana) Io non ho mai studiato diritto.

Vasinto -                  (Guardando Severino) Sempre di traverso.

Severino -                 Non lo stia a sentire, è stato sempre così orso anche da piccolo. Solo sua moglie, poveretta, ha saputo sopportarlo per tanti anni.

Ileana -                     (A Vasinto) Stia tranquillo, signor Vasinto, non le darò il minimo disturbo perché sarò sempre all’Università o in camera mia a studiare.

Vasinto -                  Come?

Severino -                 (Ad alta voce) Ti ha detto che non ti romperà più di tanto!

Vasinto -                  (Uscendo, sempre con la mano sulla schiena) Meno male.

Severino -                 Bè, adesso ha toccato col dito i pro e i rovesci della sua sistemazione qui con noi. Se non le fa proprio schifo può accettare ed io ne sarò felicissimo, se no... pazienza!

Ileana -                     No, no, mi sembra una sistemazione decorosa e sono sicura che mi andrà benissimo, quindi... (Ad alta voce) penso proprio di accettare.

Severino -                 Benissimo! Non sa quanto mi rende felice! Se potessi farei un salto! Ma io non le ho offerto ancora niente! Lo vuole un caffè?

Ileana -                     Sì, grazie, un caffè lo prendo volentieri ma...

Severino -                 Ma... cosa?

Ileana -                     Bè, non è per essere venale ma non abbiamo parlato della pigione...

Severino -                 (Risentito) Capisco che lei studia da avvocato ma lei mi offende, signorina! Io non ho mai avuto problemi con la giustizia! Figuriamoci se sono mai stato in prigione!

Ileana -                     (Le sfugge una risata) Non la “prigione” ma la “pigione”! (Ad alta voce) Cioè quello che le dovrò dare per l’affitto della camera!

Severino -                 Ah! Mi scusi! Sa che non ci ho proprio pensato? Guardi, facciamo così: mi darà quello che consumerà, cioè per mangiare e qualcosina per lavare la biancheria... io non le chiederei nemmeno questo ma sa... noi pensionati non siamo i figli di Torlonia... conosce i Torlonia?

Ileana -                     No...

Severino -                 Bè, insomma, voglio dire che non abbiamo molto da scialare e si deve tirare un po’ la cinghia!

(Rientra Vasinto con una scacchiera che appoggia sul tavolo e si prepara a giocare a dama da solo, cambiando posto a seconda del colore delle pedine che sposta)

Ileana -                     La ringrazio tanto e non si deve preoccupare minimamente: vedrà che sarò puntuale per ogni pagamento.

Severino -                 Allora aspetti qui che le vado a preparare il caffè (Getta un’occhiata a Vasinto, poi si rivolge sottovoce ad Ileana) Non ci faccia caso... è fatto così: vuole fare il burbero ma poi si sente trascurato e allora trova tutte le scuse per farsi notare... come i bambini! (Esce)

(Ileana resta con Vasinto che sta giocando a dama, è in lieve imbarazzo mentre aspetta che Severino le porti il caffè; tenta di sbirciare le mosse di Vasinto che appena se ne accorge cambia posto sedendosi in modo da darle le spalle e nascondendo la scacchiera con un braccio)

Severino -                 (Da fuori) Abbia pazienza! Mi sono caduti i fiammiferi nel lavandino e si è bagnato tutto lo zolfo!

Ileana -                     (Ad alta voce) Non si preoccupi!

Vasinto -                  (Tra sé) Che imbranato!

Ileana -                     (A Vasinto, ad alta voce) Prego?

(Vasinto non risponde e continua a giocare)

Severino -                 (Da fuori) Ha detto qualcosa, signorina?

Ileana -                     (Ad alta voce) No, no, stia tranquillo! (Tenta di iniziare un dialogo con Vasinto e gli si rivolge ad alta voce) Gioca a dama da solo...?

Vasinto -                  (Senza voltarsi) Sì.

Ileana -                     Non è meglio giocare in compagnia?

Vasinto -                  (Senza voltarsi) No.

Severino -                 (Da fuori) È quasi pronto, signorina!

(Pausa. Ileana approfitta per gironzolare per la stanza e osservare l’arredamento, i soprammobili, ecc. Nel frattempo Vasinto la osserva di nascosto ma torna immediatamente a concentrarsi sulla scacchiera non appena incrocia lo sguardo di Ileana)

Severino -                 (Entra con due tazzine di caffè e ne porge una ad Ileana) Lo prendo anch’io, va. (A Vasinto) Tu, Vasinto, lo vuoi un caffè?

Vasinto -                  No!

Ileana -                     (Osserva una foto incorniciata, appoggiata su di un mobile) Scusate la curiosità, chi è questo bel ragazzo?

Severino -                 (Orgoglioso) Eh, eh! Quello è Stefano, mio nipote, il figlio di mio fratello. Lui è ingegnere e lavora in America a... (A Vasinto, ad alta voce) Dove sta, Stefano?

Vasinto -                  (Senza voltarsi) In America.

Severino -                 Sì ma voglio dire: in che città?

Vasinto -                  (C.s.) A Seattle.

Severino -                 Ah, sì (Ad Ileana) A Seattle. (Sedendosi insieme ad Ileana) È bello e bravo! (Ad alta voce, per farsi sentire da Vasinto che non risponde) Non come suo padre...!

Vasinto -                  (Solleva la scacchiera ed esce impettito)

Severino -                 (Ad Ileana) Non ci faccia caso, è carattere, è carattere... Allora, veniamo a noi: mi raccomando, quando telefonerà ai suoi genitori dica pure di stare tranquilli che ha trovato una buona sistemazione insieme a due nonni che la faranno studiare!

Ileana -                     (Sorridendo) Riferirò senz’altro! Anzi, a breve verranno anche a trovarmi.

Severino -                 Bene! Allora quando vuole potrà andare a prendere le sue cose... a proposito, dove le ha?

Ileana -                     In un alberghetto al mare.

Severino -                 Come?

Ileana -                     (Ad alta voce) In un albergo al mare! Se lei è d’accordo posso andare a prenderle anche subito e portarle qui.

Severino -                 Sì, sì, va bene. Sono proprio contento! (Si alzano e si avviano all’uscita) Allora ci vediamo più tardi, signorina.

Ileana -                     (Ad alta voce, uscendo) Mi saluti suo fratello.

Severino -                 Sì, sì. Lo perdoni... (Rimasto solo, Severino si avvia, dolorante, verso la quinta da cui è uscito Vasinto ed esce gridando) Vasinto! Sei un gran buzzurro!

(La luce si abbassa fino a spegnersi mentre si alza la musica. Al riaccendersi della luce sono già passati alcuni giorni. I due fratelli sono alla finestra. Ileana è in camera sua a studiare. La musica sfuma. Silenzio)

Severino -                 (A Vasinto)... Però ti piacciono le cose che cucina!

Vasinto -                  Come?

Severino -                 Sì, sì, fa finta di non sentire...! (Pausa. Severino guarda dalla finestra) Tu sei uno che non da niente a nessuno ma quando c’è da prendere non ti tiri mai indietro... eh?

Vasinto -                  Eh?

(Entra Ileana. È in abito da casa, va a sedersi, esausta, sulla sedia su cui siede di solito Vasinto)

Severino -                 Sì, sì. Non c’è peggior sordo...

Ileana -                     Mamma mia! Non ne posso più!

Severino -                 (Si accorge della presenza di Ileana e le si avvicina, preoccupato, mentre Vasinto resta a guardare apposta fuori dalla finestra per non essere coinvolto) Cosa ti è successo, Ileana?

Ileana -                     Sono stata cinque ore consecutive su Diritto Privato.

Severino -                 Diritto Privato? Ah, ecco... ma cosa hai studiato di preciso?

Ileana -                     La successione.

Severino -                 Di cosa?

Ileana -                     (Ad alta voce) Voglio dire: i rapporti patrimoniali che sopravvivono alla morte del titolare.

Severino -                 Ah! Sarebbe a dire... quello che prende l’erede quando uno muore!

Ileana -                     Sì.

Severino -                 E cosa c’è di complicato? Io... (Ci ripensa) cioè, uno muore e l’erede prende l’eredità!

Ileana -                     Già, ma occorre stabilire chi sia l’erede legittimo del “de cuius”!

Severino -                 Di chi??

Ileana -                     (Ad alta voce) Del morto!

Severino -                 Ah! Allora per esempio: visto che i miei unici parenti sono (Gettando un’occhiata a Vasinto che non si scompone) quel selvatico di mio fratello e mio nipote; se fra tanti anni, per caso, nella lontana apoteosi, io dovessi morire e diventassi... il... “de cojonis”... Chi erediterebbe questa casa e quelle poche cose che ho?

Ileana -                     Bè, credo che in questo caso sia proprio suo fratello ad ereditare i suoi beni.

Severino -                 Anche se faccio il testamento e dico che deve andare tutto a mio nipote?

(Vasinto, sempre rivolto verso la finestra, sposta leggermente la sedia indietro per poter sentire meglio la loro conversazione)

Ileana -                     Già, non può andare tutto a suo nipote perché in Italia esiste (Ad alta voce) la “quota di legittima”.

Severino -                 Sarebbe...?

(A Vasinto, sempre rivolto verso la finestra, sfugge un sorriso di soddisfazione)

Ileana -                     Significa che agli eredi più prossimi, in questo caso a suo fratello, deve andare una quota garantita per legge, quindi lei non può disporre per tutto l’intero. Mi capisce?

Severino -                 Ho capito tanto bene... (A Vasinto, ad alta voce) Te, hai tutti i culi!

Ileana -                     Prego?

Severino -                 No, no, niente, annunciavo a mio fratello della sua sorte propizia.

Ileana -                     (Si alza) Vado a vestirmi; voglio andare a fare due passi e rilassarmi un po’. (Esce verso la camera)

Severino -                 Sì, fai bene. (A Vasinto) È inutile che tu faccia l’indifferente, lo so che hai sentito tutto!

Vasinto -                  A me non me ne frega niente! (Puntiglioso) Comunque prima di tutto non voglio che quella ragazza usi la mia sedia per stravaccarsi come le pare perché questa non è casa sua! Poi vedo che si sta intrufolando un po’ troppo nella nostra vita e questa cosa non mi piace per niente!

Severino -                 (Abbassando la voce) Sss! Parla più piano, disgraziato! È di là e ti potrebbe sentire!

Vasinto -                  Come?

Severino -                 (Ad alta voce) Ho detto che sei un ignorantone!

Ileana -                     (Uscendo dalla sua camera) Allora io vado a fare due passi; signor Severino non si preoccupi per la cena, vedrò di prendere qualcosa io. Ci vediamo dopo, signor Vasinto. (Esce)

Severino -                 (A Vasinto) E sei anche un ingrato!... È una brava ragazza, studia, ci da una mano in casa e ci paga anche qualcosa e tu vai a fare il difensore della privacy? (Ad alta voce) Ma vuoi andare a quel paese!

Vasinto -                  I vecchi i devono stare con i vecchi e i giovani con i giovani!

Severino -                 Sì, (Indicando Vasinto) e gli imbecilli per conto loro!

Vasinto -                  Ma è possibile che io non possa più girare per casa come mi pare e piace? Che debba stare attento se sono in mutande o se ho la buca dei pantaloni aperta o chiusa!

Severino -                 Guarda che quando giri in quelle condizioni fai brutto anche a me! È un fatto di decenza! Anzi, sarebbe ora che imparassi ad essere meno sciamannato!

Vasinto -                  Ad essere...?

Severino -                 (Con un gesto di sconsolata rassegnazione va a sedersi alla sedia presso la finestra, vicino a Vasinto) L’ho sempre detto, Vasinto: tra noi due non c’è dialogo!

Vasinto -                  Come?

Severino -                 (Sconsolato) Eh va bè... (Guarda fuori dalla finestra) Tò, guardala, Ileana, com’è graziosa! (Vasinto non guarda) Come si fa ad essere così gretti? (Pausa)

Vasinto -                  (Guardando alla finestra) Quest’inverno nevicherà parecchio.

Severino -                 (C.s.) Perché?

Vasinto -                  Perché lo dicono le cipolle.

Severino -                 Ah, e i cetrioli cosa dicono?

Vasinto -                  (Che non ha sentito) Io ho visto tutto il procedimento! Nella notte tra il ventiquattro e il venticinque di gennaio si devono preparare dodici spicchi di cipolla, uno per ogni mese, ci si mette sopra del sale e si appoggiano sul davanzale di una finestra che dia verso Oriente...

Severino -                 (Ad alta voce) Dove...?

Vasinto -                  (C.s.) A Oriente! Dalla parte del nostro gabinetto, per intenderci! (Prosegue) All’alba, poi, si torna e si fa la “cónta”, sarebbe a dire che si leggono tutti i cambiamenti che ci sono stati e si prevede il tempo che farà.

Severino -                 Allora?

Vasinto -                  Allora quest’anno la vedo brutta!

Severino -                 Mah. Invece di fare le previsioni, testa di cipolla, cerca di capire la situazione di questa ragazza, che è come quella di tuo figlio: lontano da casa... Dove sta, di preciso, Stefano?

Vasinto -                  In America.

Severino -                 Sì, lo so! Ma in che città?

Vasinto -                  A Seattle.

Severino -                 Ah, sì, è vero. Prova a pensarci: un ragazzo... come Ileana... (Ad alta voce) in una casa in affitto...!

Vasinto -                  Sì ma lui è un uomo di quarant’anni!

Severino -                 Ah, ecco! Invece le donne dovrebbero stare nelle camere d’albergo! Ah! Tu, Vasinto, non so proprio da chi hai preso ‘sto caratteraccio! Dai nostri genitori no di sicuro!

Vasinto -                  Poi mio figlio non studia, lavora!

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Continua il suo pensiero) Già! Lui è ingegnere!

Severino -                 Già, fortuna che non ha preso da te... visto quanto durano i tuoi castelli...! (Entra Ileana) Oh, Ileana, già di ritorno?

Ileana -                     Sì. Sono troppo stanca, preferisco mangiare qualcosa e andare a letto a riposare. Ho comprato degli spaghetti e ce li facciamo con olio, aglio e peperoncino.

Severino -                 Bene! Senti, Vasinto? (Vasinto non risponde)

Ileana -                     A proposito... (Si rivolge a Severino) mi ha telefonato una mia amica che sta cercando una stanza; pensa che sarebbe possibile ospitare anche lei, nella mia camera? Naturalmente anche lei darebbe il suo contributo...

(Vasinto si alza di scatto ed esce verso la camera)

Severino -                 Bè, perché no? La camera è tanto grande, e ho anche un letto in più! Prima la conosciamo e poi ci metteremo d’accordo, va bene?

Ileana -                     Certo, grazie! Vedrà che ne rimarrà soddisfatto! Allora, vado a preparare due spaghetti?

Severino -                 Sicuro! Ma io non ci metterei il peperoncino perché mi brucia troppo nella bocca!

Ileana -                     Peccato, senza peperoncino non è la ricetta tradizionale. Allora facciamo solo aglio e olio.

Severino -                 Aspetta che ti vengo ad aiutare.

Ileana -                     (Uscendo) No, no, non si scomodi; faccio io!

Severino -                 (Tra sé) Mi dispiace ma a me il peperoncino rosso fa venire i lacrimoni! So che fa bene e che è meglio del pepe che da un altro tipo di bruciori, ma tanto...? (Chiama) Vasinto! Stasera ci sono gli spaghetti con aglio e olio!

Vasinto -                  (Entra, in volto è più scuro del solito) Questo è troppo, Severino! Ma ti sei ammattito del tutto? Cosa vuoi mettere su, un ostello della gioventù? Guarda che a me ci vuole poco a prendere e togliere le tende! Mi metterò in affitto ma almeno potrò stare in pace senza essere circondato da delle ragazzine che mi sgambettano in tutti gli angoli della casa!

Severino -                 (Guardando dalla parte in cui è uscita Ileana) Non gridare per favore!! A me dispiace che te la prendi così ma proprio non capisco perché sei così ostile! Non ho mica ospitato una banda di delinquenti! Sono solamente due ragazze che studiano!

Vasinto -                  (Sbotta) La vuoi sapere tutta, Severino?

Severino -                 (Combattivo) Sì, sono proprio curioso!

Vasinto -                  (Abbassa la voce) Ti ricordi quando mia moglie è stata in ospedale?

Severino -                 Chi?

Vasinto -                  (Alza la voce) Mia moglie!

Severino -                 Sì, stai parlando di quando ha perso il bambino?

Vasinto -                  (A bassa voce, uscendo) Non era un bambino, era una bambina.

Buio

Fine del primo atto


Secondo atto

(È il giorno seguente Severino è solo in scena, alla finestra. C’è una musica che lentamente sfuma.)

Ileana -                     (Entra) Mamma mia! Stamattina ho studiato tutto il capitolo della “comunione”! (Si lascia andare a sedere in poltrona)

Severino -                 (Si volta verso di lei) Bene, è giusto! Bisogna che ci si dia una regola anche per quello. Quando si fa la fila per prendere l’ostia consacrata e c’è un po’di confusione capita sempre qualcuno che ti da gli spintoni!

Ileana -                     (Sorride) Non quella “comunione”, signor Severino! Intendo la comunione dei beni, quando un bene, una proprietà, appartiene a più persone!

Severino -                 Ah! Abbi pacènza, Ileana! Ma io sono ignorante forte...!

Ileana -                     Ma no! È stato un semplice “qui pro quo”

Severino -                 Come...?

Ileana -                     “Qui pro quo”!

Severino -                 Ah! A vengo subito! (Prende la sedia e va a sedersi vicino ad Ileana) Eccomi qui!

Ileana -                     Senta, signor Severino...

Severino -                 (La interrompe) Mi vuoi fare un piacere, Ileana?

Ileana -                     Mi dica.

Severino -                 Non chiamarmi “signor”, chiamami solamente Severino, va bene?

Ileana -                     Va bene, la ringrazio. Volevo dire... ehm, Severino: è sicuro che andrà tutto bene se questa mia amica verrà a stare qui? Non vorrei che si creassero ulteriori problemi con suo fratello.

Severino -                 Ma no, a mio fratello ci penserò io. Comunque fra poco la conoscerò, ci parleremo e sicuramente ci metteremo d’accordo. Allora, quanto manca per dare questo esame di diritto?

Ileana -                     Oh, a me mancherebbe ancora molto ma l’esame sarà tra un mese!

Severino -                 Stai tranquilla che andrà tutto bene! (Campanello) Poi vedrai come sarà contenta la tua famiglia!

Ileana -                     Suonano...

Severino -                 Eh! Non solo suonano! Vedrai che per la contentezza ballano anche, se passi l’esame!

Ileana -                     (Sorride poi gli si rivolge ad alta voce) Volevo dire che qualcuno sta suonando il campanello!

Severino -                 (Alzandosi ed andando ad aprire) Oh, Signore! Non avevo capito! (Esce e rientra con Alice) Prego, signorina, si accomodi.

Alice -                      (Andando a sedere direttamente in poltrona) Grazie! (Vede Ileana) Ciao Ile!

Ileana -                     Cia Alice!

Severino -                 Allora...

Alice -                      (Lo interrompe e parla velocemente) Allora: io mi chiamo Alice sono di Terni sono una studentessa di Scienze della comunicazione cioè adesso alloggio da una mia amica ma da lei domani verrà a stare il suo ragazzo (Ad Ileana) Tu lo conosci, Ile. (Torna a rivolgersi a Severino)... Così io mi ritrovo, cioè, in mezzo alla strada, siccome Ile mi ha detto che qui si trova bene allora ho pensato di chiederle se trovava un posto anche per me.

Severino -                 (Ad Ileana) Ho capito solo “Terni”.

Ileana -                     (Ad Alice) Alice, non ti ho detto che il signor Severino e suo fratello hanno problemi di udito quindi dovresti parlare adagio e un po’ ad alta voce.

Alice -                      Ah, ok! (Ripete ad alta voce scandendo le parole in modo eccessivo) Al-lo-ra io-mi-chia-mo-A-li-ce...

Severino -                 (La interrompe, sorridendo) Bè, adesso mi pare eccessivo! Studia Legge anche lei?

Alice -                      (Ad alta voce) No, io studio “Scienze della comunicazione”

Severino -                 Sarebbe a dire...?

Alice -                      (Senza pensarci, torna a parlare a volume normale e velocemente) È un corso di laurea che riguarda tutte le comunicazioni di massa, cioè dal giornalismo alla radio alla televisione e al cinema come mezzo d'informazione, nonché i cosiddetti nuovi media e i processi comunicativi di tipo istituzionale o professionale.

Severino -                 (Tra sé) Non ho capito un cavolo. (Ad Alice) Interessante! Sono contento! (Ad Ileana) Ileana, fai tu gli onori di casa alla signorina e falle pure vedere la camera. (Ad Alice) Se le va bene, per quello che riguarda la pigione avrà lo stesso trattamento di Ileana. Compermesso! (Mentre Ileana ed Alice si avviano verso la quinta che porta alla camera, Severino si avvia verso la sua camera ripetendo tra sì)... processi comuni e cattivi di tipo istituto... zionale o professionale... processi... mah, saranno sempre cose di tribunale! (Esce)

Ileana -                     (Mostrando la camera ad Alice) Vedi? La cameretta è molto carina; c’è luce; poi il signor Severino ha già messo un lettino e un tavolinetto in più che puoi usare come scrivania...

Alice -                      Carino, dai!

Ileana -                     ... poi li davanti c’è un bagnetto solo per noi. Tutto qui!

Alice -                      (Tornano in scena dove si siedono) Oh, poi, hai sentito? Per la pigione vuole solo le spese per il mangiare!

Ileana -                     Sì, più qualcosa per i detersivi e cose del genere...

Alice -                      Ok, dai, va bene. Sono contenta; la casa è vecchia ma messa bene, poi è in posizione centrale.

Ileana -                     Sì, sì. per te è molto comoda, per andare all’Università.

Alice -                      Sì, sì; a proposito... (Con fare complice) ho conosciuto uno che mi piace da matti!!

Ileana -                     (C.s.) Dai, racconta!!

Alice -                      Niente, è uno che mi ha fermata all’Università per chiedermi l’orario della segreteria poi, sai, una parola tira l’altra: di dove sei, cosa fai, e, insomma, abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme!!

Ileana -                     (C.s.) Dai! Com’è??

Alice -                      Niente, è un tipo! Dai! Però è un figo! Insomma... mi piace!

Ileana -                     (C.s.) Dai, allora??

Alice -                      Niente, allora ci siamo lasciati dicendo che ci rivediamo sabato, non so, andremo a bere qualcosa da qualche parte e poi... vedremo!

Ileana -                     (C.s.) Bello, dai! Sono contenta! Allora ti dico anch’io una cosa...!

Alice -                      (C.s.) Dai, dai...!

Ileana -                     Bè, anch’io ho conosciuto uno...

Alice -                      (C.s.) Dai, racconta!!

Ileana -                     Niente, è uno che ho conosciuto tramite degli amici comuni, cioè quando me l’hanno presentato lui mi ha guardato in un certo modo... hai capito?

Alice -                      (C.s.) Sì, dai...!

Ileana -                     Niente, cioè, credo di averlo guardato anch’io in un certo modo...

Alice -                      Dai! Allora lui...?

Ileana -                     Niente, lui ha cominciato a parlare e siamo andati avanti conversando del più e del meno e, insomma, abbiamo deciso di rivederci!

Alice -                      Bello, dai! Sono contenta! Oh, se le cose vanno avanti ci teniamo aggiornate!!

Ileana -                     Ok dai!

Alice -                      Ascolta ma... i nonni, qui, come sono?

Ileana -                     In che senso?

Alice -                      Cioè, rompono...?

Ileana -                     No, no, assolutamente. Guarda, il signor Severino è dolcissimo, cioè, un nonno vero, capito? Suo fratello, invece, non è che rompe ma è un tipo scontroso e credo che gli dia fastidio il fatto che ci sia gente estranea per casa; però se ne sta quasi sempre in camera sua e ultimamente lo vedo pochissimo.

Alice -                      No, perché Severino... lì, mi sembra un po’ rincoglionito.

Ileana -                     No, no; può dare questa impressione solo perché non ci sente bene.

Alice -                      Ok. Oh, io vado a prendere le mie cose, allora.

Ileana -                     Ok, aspetta che chiamo il signor Severino. (Si dirige verso l’uscita che porta alle camere dei due fratelli e chiama) Signor Severino! Alice se ne va a prendere le sue cose.

Severino -                 (Entra) Sì, bene, sono contento, signorina Alice; allora, le piace la sistemazione?

Alice -                      Sì, sì, va bene.

Severino -                 Come?

Alice -                      (Ad alta voce) Ok!

Severino -                 Ah, ecco, (Accompagnandola alla porta) allora... benvenuta nella nostra famiglia!

Alice -                      Ok. (Esce)

Severino -                 (Rimasto solo con Ileana) Bene... cioè: ok! (Guarda Ileana) Allora, come ti sembra?

Ileana -                     Bè, dovrei essere io a chiederlo a lei.

Severino -                 Ah. Già, è vero... Bè, mi pare... mi pare una ragazza... giovane, cioè... simpatica!

Ileana -                     Sì, ha un carattere un po’ diverso dal mio, cioè, praticamente lei è più... più... esuberante!

Severino -                 Sì, è vero, è... esuberante! Va bene, vorrà dire che ci sarà ancora più allegria in questa casa!!

Buio

(Al riaccendersi della luce sono passati alcuni giorni. Sottofondo musicale. La scena è vuota, dopo qualche istante entra, furtivo, Vasinto; è in mutandoni, si dirige il più veloce possibile verso un mobile da cui prende un asciugamano poi torna subito da dove era entrato. Entra Alice, si abbandona pesantemente sulla poltrona e apre un libro che si mette a leggere. La musica sfuma.)

Severino -                 (Entra e osserva Alice) Sta studiando, signorina?

Alice -                      (Senza alzare gli occhi dal libro) Sì.

Severino -                 Bene! Allora non la disturbo.

Alice -                      (C. s.) Per me...

Severino -                 Come?

Alice -                      (Con aria scocciata) No, niente... (Alza la voce) Sto solo ripassando. (Si alza e gironzola per la stanza prendendo in mano tutti gli oggetti, i soprammobili, ecc. mentre Severino la osserva un po’ preoccupato per il fatto che sta toccando tutte le sue cose. Quindi Alice si rivolge a Severino, senza guardarlo) Ma tu sei vedovo?

Severino -                 No, io non mi sono mai sposato. Mio fratello è vedovo.

Alice -                      Ah, quello che si nasconde e che vedo solo di sfuggita...

Severino -                 Non è che si nasconde; è che lui è un tipo... solitario.

Alice -                      (Con maliziosa curiosità) Ah, solitario... E tu perché non ti sei mai sposato?

Severino -                 (Imbarazzato) Bè... perché... perché non mi è capitata... la persona giusta.

Alice -                      Ah, va bè... tanto ormai... (Torna a leggere stravaccata in poltrona)

Severino -                 Studi, studi, signorina... Io vado a portare via... la mondezza. (Esce verso l’interno)

Alice -                      (Dopo qualche istante chiama ad alta voce) Ileanaaa!

Ileana -                     (Entrando) Dimmi, Alice.

Alice -                      Stai ancora studiando?

Ileana -                     Bè, sì.

Alice -                      Uff! Io mi sono stufata! Sono tre giorni che faccio dalle nove all’una e dalle tre alle sette!

Ileana -                     A chi lo dici...!

Severino -                 (Entra con tre sacchetti dell’immondizia e attraversa la scena) Quello che si semina oggi si raccoglie domani... Vado a portare questo regalino per il Comune. (Esce verso l’esterno)

Alice -                      Ho una fame...! (Ad Ileana) Cosa prepari per stasera?

Ileana -                     Pensavo di fare due penne col pomodorino fresco e basilico...

Alice -                      Mamma mia...! Una cosa più sfiziosa no, eh?

Ileana -                     Di sfizioso posso fare un contorno di patatine frette con ketchup.

Alice -                      Uff... Non c’è la maionese?

Ileana -                     Sì, se non ti piace il ketchup puoi metterci la maionese.

Alice -                      Oh, allora, come va col tuo tipo...???

Ileana -                     (Si schermisce) Eh, il mio tipo...! Cioè, l’ho rivisto sabato pomeriggio e poi stamattina all’università, lui ha detto che sta studiando da matti per un esame ma che gli farebbe piacere uscire una sera con me perché... cioè, perché gli piaccio!

Alice -                      È fatta! È fatta! Dai!!

Ileana -                     Non so, piace anche a me ma... insomma non so se in questo periodo sia il caso...

Alice -                      Ma dai!! Ogni lasciata è persa, Ile!!

Ileana -                     Forse hai ragione... E tu, col tuo?

Alice -                      Niente, siamo usciti sabato sera...

Ileana -                     Wow!

Alice -                      Sì... siamo andati al pub, poi abbiamo fatto una pizza e poi...

Ileana -                     E poi...???

Alice -                      (Evasiva e maliziosa) Dai... qualcosa c’è stato.

Ileana -                     Wow!

Severino -                 (Entra) Ho messo la plastica nel bidone blu, l’umido biodeguardabile nel bidone marrone e la carta nel bidone giallo!

Alice -                      (Con sufficienza) E bravo il nonno!

Severino -                 Eh sì... Perché dovete sapere che la roba bisogna sapere darla via con giudizio... (Esce verso l’interno)

Alice -                      (Ad Ileana) Il tuo è biondo o moro?

Ileana -                     Moro.

Alice -                      Anche il mio! Io li preferisco, ai biondi, non so perché. Poi, cavolo, un moro così che fa il corso superiore di educazione fisica... Wow!

Ileana -                     Cavolo! Anche il... cioè, anche quello che ho conosciuto io frequenta il corso superiore di educazione fisica!

Alice -                      Ah. (Fissa Ileana) Ma... come si chiama questo tuo amico?

Ileana -                     Marco, perché?

Alice -                      (Cambia immediatamente espressione ed atteggiamento) Ma che razza di... ipocrita sei!

Ileana -                     Perché?

Alice -                      (Alza la voce fino a gridare) Perché anche il mio si chiama Marco! E credo proprio che sia lo stesso ragazzo...! E magari tu lo sapevi! E facevi la santarellina!

Ileana -                     (Allibita) Ma che stai dicendo?

Alice -                      Sto dicendo che me lo volevi fregare da sotto il naso!

Ileana -                     Alice, io ti giuro che...

Alice -                      (Non la ascolta e continua rifacendole ironicamente il verso)... “Non so, piace anche a me ma non so se in questo periodo sia il caso...” Io ti ho capito! Tu sei una di quelle che fa l’amica ma che poi, sotto sotto ti frega che nemmeno ti accorgi!

Ileana -                     (Offesa) Se è così che la pensi... prendilo pure, il tuo Marco! Uno che tiene il piede su due staffe! O ancora peggio...! (Esce verso la camera)

Alice -                      (Ad alta voce) Vai...!Vai...!

Severino -                 (Entra) Avete chiamato?

Alice -                      (Ancora alterata) Cosa vuoi, nonno??

Severino -                 (Perplesso) Io? Niente... (Tenendo a precisare) Comunque non sono tuo nonno...

Alice -                      Ah! Gentile...! Comunque io non rimango un minuto di più in questa casa che mi pare una via di mezzo tra un ospizio e un... (Alzando la voce per farsi sentire da Ileana) un covo di vipere! (Torna a rivolgersi a Severino) Tra te, quella di là... e l’altro vecchio che non ho mai avuto il “dispiacere” di conoscere!

Severino -                 Io non ho capito niente! Mo cosa è successo? Poi cosa c’entra l’ospizio con le vipere?

Alice -                      (Ad alta voce, scandendo le parole) Se-ve-ri-no! Va-do vi-a! (Esce verso la camera)

Severino -                 (Tra sì) Ah, allora avevo capito bene!

Vasinto -                  (Entra) Cosa è successo?

Severino -                 Mi da l’idea che ci sia una mezz’aria di smobilitazione... Alice ha farfugliato qualcosa ma non ho capito tanto bene, soprattutto la faccenda dell’ospizio e delle vipere... (Pausa) C’è ancora quello di via Mazza?

Vasinto -                  Cosa?

Severino -                 (Ad alta voce) L’ospizio!

Vasinto -                  (Andando alla finestra) Macché, è tanto che l’hanno buttato giù!

Severino -                 (Seguendolo alla finestra) Ricordi quando da bambini ci andavamo per vedere il Presepio? Lo facevano molto bello, con le luci che facevano il giorno e la notte!... Ti piaceva quel Presepio dell’ospizio?

Vasinto -                  (Guardando fuori della finestra) Sì, sì.

Severino -                 Se non sbaglio c’era anche qualche personaggio che si muoveva!

Vasinto -                  (C.s.) Dove?

Severino -                 (Ad alta voce) Nel Presepio dell’ospizio!!

Vasinto -                  Ah, sì, sì.

(Entra Alice con un borsone in mano, attraversa la scena ed esce definitivamente senza salutare i due fratelli che non si accorgono del suo passaggio)

Severino -                 (Guardando anche lui fuori della finestra) Era bello...

Vasinto -                  (C.s.) E le vipere cosa c’entrano?

Severino -                 Boh! In quel vecchio ospizio ci poteva essere magari qualche scarafaggio... ma le vipere... non mi risulta! (Guarda per strada) Ah, eccola va... è Alice che sta andando via.

Vasinto -                  Sono contento.

Severino -                 (Pausa) Anch’io.

Vasinto -                  Oh, ieri sera ha telefonato Stefano.

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Ha telefonato mio figlio! Stefano!

Severino -                 Ah! Da dove?

Vasinto -                  (C.s.) Dall’America! (Lo fissa e lo anticipa)... Da Seattle!

Severino -                 Ok!

Vasinto -                  Credo d’aver capito che torna a lavorare qui in Italia!

Severino -                 Oh, sono contento!

Vasinto -                  Anch’io. (Pausa) Gli ho raccontato di questa ragazza...

Severino -                 E lui cosa t’ha detto?

Vasinto -                  Credo che abbia detto che è contento!

Severino -                 Oh, sono contento!

Vasinto -                  Anch’io.

Ileana -                     (Entra) È andata via...

Severino -                 (Si volta verso Ileana) Come?

Ileana -                     (Ad alta voce) Alice...

Severino -                 È andata via... ma non ho capito perché! Non si trovava bene con noi?

Ileana -                     (C.s.) Non è stato per causa vostra.

Vasinto -                  (Si alza ed esce) Ci mancherebbe altro!

Severino -                 Allora perché?

Ileana -                     (Ad alta voce) Perché parlando ci siamo accorte che stavamo frequentando lo stesso ragazzo e lei ha pensato subito che io lo sapevo e che glielo volevo... portare via!

Severino -                 E questo ragazzo andava con tutte e due...

Ileana -                     Sì.

Severino -                 E Alice ha pensato che fosse colpa tua...

Ileana -                     (Ad alta voce) Già, ma quello che mi rattrista, signor Severino...

Severino -                 ... senza “signor”.

Ileana -                     (Si corregge) Severino, è il fatto che mi sia sbagliata nel giudicare un’amica e soprattutto di averla portata qui da voi mettendovi in imbarazzo, perciò devo chiedervi anche di scusarmi.

Severino -                 Ma che scusarti! Che imbarazzo? Devi sapere, Ileana, che le persone non si finisce mai di conoscerle! E una cosa così può capitare a tutti; anzi, l’unica che non si è comportata male in questa faccenda sei proprio tu! Ma dimmi un po’: tu vuoi bene a questo ragazzo?

Ileana -                     Ma no, praticamente l’ho appena conosciuto e fra noi c’è solo simpatia, o meglio: c’era!

Severino -                 Allora stai tranquilla e non pensarci più! Prendila come un’esperienza! Hai capito? Nella tua vita conoscerai un sacco di persone... Alcune brave, altre da prendere a zamp... (Si corregge) meno brave. Tu cerca di separarle bene... come si fa con la mondezza differenziata! Hai capito? E adesso parliamo di cose serie: Cosa si mangia stasera??

Ileana -                     (Sorridendo affettuosamente) Voi nonni avete la capacità di ridimensionare i problemi e dargli la giusta importanza!

Severino -                 Eh, magari! Ma non è sempre così!

Ileana -                     Comunque per stasera avevo pensato di preparare due penne con pomodorino fresco e basilico.

Severino -                 Benissimo!

Ileana -                     E come contorno patatine fritte... no, farò un po’ di verdura cotta!

Severino -                 Perfetto! (Con fare da esperto) Un esatto sbilanciamento nutrizionale di porteine, vitamine e carboidranti!

Ileana -                     (Sorridendo si alza) Certo! Ora torno a studiare un altro po’ poi mi metterò in cucina! (Esce)

Severino -                 (Tra sé) Eh, bè. (Ad alta voce) Vasinto! Stasera ci sono le penne!

Vasinto -                  (Entrando con il mazzo di carte) Come?

Severino -                 (Ad alta voce) Stasera mangiamo le penne!

Vasinto -                  (Sedendosi al tavolo) Chissà che scarabocchi faranno nelle budella!

Severino -                 Vogliamo fare una partitina a scopa?

Vasinto -                  No! (Ci ripensa) Anzi sì, va’!

(Severino siede soddisfatto e Vasinto inizia a mischiare e a dare le carte)

Severino -                 (Guardando le quattro carte aperte sul tavolo) Tre e quattro sette! (Prende due carte sul tavolo)

Vasinto -                  Due di coppe (Prende la terza carta sul tavolo)

Severino -                 (Prendendo, con la sua, l’ultima carta sul tavolo) Scopa!

Vasinto -                  Cominciamo bene! (Mette la sua carta sul tavolo)

Severino -                 Scopa!

Vasinto -                  (Ha un gesto di stizza) Ma va’...! Tu hai sempre avuto gli occhi della mamma e il culo del babbo!

Severino -                 (Soddisfatto) Eh sì!

Ileana -                     (Entra) Ragazzi!

Severino e

Vasinto -                  (All’unisono)... Sì??

Ileana -                     Allora vado a preparare... (Si porta una mano alla fronte) Vado... vado in cucina a... a preparare... (Sviene)

(Severino e Vasinto si precipitano a soccorrerla)

Severino -                 Ileana! Cosa t’è successo??

Vasinto -                  (Ironico, accostando la guancia alla bocca di Ileana) Indovina un po’... per me è svenuta.

Severino -                 (Impaurito) Me ne sono accorto! Madonna mia! Adesso cosa si deve fare??

Vasinto -                  Sei un dottore, tu?

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Sei un dottore??

Severino -                 (Impaurito) Io no!!

Vasinto -                  Allora bisognerà chiamarne uno!!

Severino -                 (C.s.) Che dottore bisogna chiamare??

Vasinto -                  (Prende un cuscino e lo mette sotto la testa di Ileana) Se fosse per te bisognerebbe chiamare il dottore degli imbranati ma per lei basterà chiamare il 118!

Severino -                 (C.s. si precipita al telefono) Tu intanto tienila d’occhio!

Vasinto -                  (Ironico) Certo, se no c’è paura che scappi!

Severino -                 (Compone il numero in preda all’agitazione) Pronto!... Sì... come? Io mi chiamo Severino... No, io non sto male!... Ah, sì, io abito... dunque, ha presente il negozio di Marisa... quella che vende la verdura...?

Vasinto -                  (Perde la pazienza, va al telefono e prende la cornetta dalle mani di Severino) Sta’ con lei, su!... E girala su un fianco! (Al 118, con fare sicuro) Pronto, sono Vasinto Corbezzoli, a casa mia, in via del Quarto al numero 12, è svenuta una ragazza, adesso è in terra, non ha ripreso conoscenza ma respira. (Ascolta) Come? (Nel frattempo Ileana si riprende e si alza lentamente sorretta da Severino) Ah, va bene. (Vede Ileana in piedi che, aiutata da Severino, sta andando verso la poltrona) Aspetti, si è ripresa proprio adesso (Ascolta) Sì, si è rialzata... Allora niente (Ascolta) Sì, meglio così, grazie lo stesso. (Chiude e si avvicina ad Ileana) Allora? Come va?

Ileana -                     Come?

Vasinto -                  Oh, sei diventata sorda tu, adesso? (Ripete ad alta voce) Come va?

Ileana -                     (Sorridendo) Ah, sì, va meglio, grazie.

Vasinto -                  (A Severino) Comunque è meglio chiamare un dottore per fargli dare un’occhiata, per sicurezza.

Severino -                 Sì, hai ragione, ma chi viene a quest’ora?

Ileana -                     Non preoccupatevi per me, è già passato tutto.

Vasinto -                  (Con il suo solito fare arcigno) Che è passato tutto dovrà dirlo il dottore!

Severino -                 (Ad Ileana) Vasinto ha ragione, è meglio farsi dare una controllatina. (A Vasinto) Si potrebbe fare un salto dal dottor Fausti, quello che abita qua sopra all’ultimo piano e chiedergli il favore di venire giù un momento.

Vasinto -                  Sì, fai un salto tu che io l’accompagno a letto.

Ileana -                     Adesso state esagerando, vi ho detto che è passato tutto!

Vasinto -                  (Facendola alzare e accompagnandola verso la sua camera sotto lo sguardo di Severino) Sarà anche passato tutto ma il dottore lo aspetti sdraiata sul letto! (Esce insieme ad Ileana)

(Severino li segue fino alla quinta dove si ferma ad osservare. Dopo pochi istanti torna Vasinto)

Vasinto -                  (A Severino) Allora?

Severino -                 Allora cosa?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Vai da questo dottore, sì o no??

Severino -                 (Come riscosso dai suoi pensieri) Ah sì!! (Esce di corsa)

Vasinto -                  (Rimasto solo, va a sedersi al tavolo, prende una carta da gioco dal mazzo e la tiene in piedi sostenendola tra le dita) Bè, da soli non si sta in piedi, non c’è niente da fare. (Prende una seconda carta e l’appoggia alla prima) Vedi? Ci vuole un po’ d’equilibrio ma in due, in effetti, ci si regge. (Prende altre due carte e le pone in piedi lateralmente, appoggiate alle prime due) Vedi? È sempre difficile ma in più ci si appoggia meglio. (Le carte crollano) Basterebbe solo un po’ de pazienza.

Severino -                 (Entra insieme al medico) Si accomodi, dottore, l’accompagno nella camera sua, faccio strada. (Esce con il medico verso la camera di Ileana e subito dopo rientra) Adesso cosa farà?

Vasinto -                  Chi?

Severino -                 (Ad alta voce) Il dottore!

Vasinto -                  (Ironico) Io credo che la visiterà.

Severino -                 (Agitato) Sì, è vero. (Pausa) Cos’hai, una sigaretta?

Vasinto -                  Ma se non hai mai fumato!

Severino -                 (C.s.) Sì, è vero. (Pausa)

Vasinto -                  Comunque io credo che non sia niente.

Severino -                 Sì, lo credo anch’io.

Vasinto -                  Dev’essere stato un abbassamento di pressione.

Severino -                 (Fraintende) Pensi che sia depressa??

Vasinto -                  (Ad alta voce) Di – pressione! La pressione del sangue!

Severino -                 Ah! Sì, può essere; è come quando la mattina mi alzo dal letto di scatto, e se non mi appoggio al comodino vado a finire tutto lungo per terra!

Vasinto -                  (Che non ha sentito) Chi?

Severino -                 (Ad alta voce) Io! Quando la mattina... (Viene interrotto dal dottore che entra; i due gli si avvicinano trepidanti)

Severino -                 Allora, dottore??

Dottore -                  State tranquilli, non è niente.

Vasinto -.                 Come?

Severino -                 (Ad alta voce, a Vasinto) Non è niente!

Dottore -                  È stato un semplice svenimento dovuto a stanchezza... solo un po’ di sovraffaticamento.

Severino -                 Come?

Vasinto -.                 (Ad alta voce, a Severino) Studia troppo! (Al dottore) Grazie, dottore.

Severino -                 Cosa le dobbiamo dare?

Dottore -                  (Che fraintende) Niente, per carità!... Non sono nemmeno dovuto uscire di casa!

Severino -                 Ah, grazie, è gentile, ma io volevo dire... per la ragazza, dovrà prendere qualche medicina?

Dottore -                  Ah, no, no; ha solo bisogno di un po’ di riposo e di tranquillità. Arrivederci. (Esce)

Severino -                 (Accompagnandolo alla porta) Grazie ancora, dottore! (A Vasinto) Hai sentito? Non ha bisogno di niente.

Vasinto -                  Chi?

Severino -                 Ileana!

Vasinto -                  Ah!

Severino -                 (Indicando col capo verso la camera di Ileana) Sarà il caso di andare da lei?

Vasinto -                  No, non è il caso. Lasciala riposare.

Severino -                 Sì, hai ragione. (Si dirige verso la finestra, si siede e guarda fuori pensando ad alta voce) Però... che spaghetto!

Vasinto -                  (Raggiungendolo alla finestra e sedendosi) Già.

Severino -                 Già. (Pausa)

Vasinto -                  A proposito... che or’è?

Severino -                 Come?

Vasinto -                  (Ad alta voce) Che or’è??

Severino -                 (Controlla l’orologio) Le otto e mezza.

Vasinto -                  Apposta sento un certo brontolio allo stomaco...

Severino -                 Sì... lo sento anch’io... Cosa dici, vado a preparare qualcosa di leggero?

Vasinto -                  Perché di leggero?

(Entra Ileana e si avvicina lentamente ai due fratelli fermandosi dietro di loro senza che essi se ne accorgano)

Severino -                 Perché così lo può mangiare anche Ileana.

Vasinto -                  Sì, è giusto. (Pausa) Severino...

Severino -                 Oh.

Vasinto -                  Però... mi piace, quella ragazza.

Severino -                 Sì, anche a me.

Ileana -                     (Appoggia le sue mani sulle spalle dei due nonni e li bacia entrambi sulla guancia) Anche voi due mi piacete... nonni!

Severino -                 (Ad Ileana, facendole una carezza sulla guancia) Ci hai fatto prendere una bella paura!

Vasinto -                  (Imbarazzato) Su, su, andiamo a mangiare!

Ileana -                     Preparo io!

(Squilla il telefono, né Severino né Vasinto lo sentono)

Vasinto -                  (Burbero) Starai scherzando! Stasera facciamo noi!

Severino -                 È vero! Facciamo noi! Tu devi stare in riposo!

Ileana -                     Telefono!

Severino -                 A chi?

Ileana -                     (Ad alta voce, sorridendo) Sta squillando il telefono! Aspettate che va do io. (Va a rispondere) Pronto... sì... sono Ileana, la ragazza che... Ah, piacere... gliel’hanno riferito...? (Si rivolge un attimo a Vasinto) È suo figlio! (Torna al telefono) Sì, mi hanno parlato molto di lei, soprattutto Severino... Ah, torna domani? (Rivolta a Vasinto e a Severino) Ha detto che arriva domani. (Torna al telefono)... Studio Giurisprudenza... oh, grazie!... Sì... sì... (Ileana sorride mentre parla con Stefano. Severino da di gomito a Vasinto strizzandogli l’occhio ed entrambi se ne vanno alla chetichella verso la cucina ed escono mentre Ileana continua a parlare)... Bè, mi fa piacere... Oh, sì, mi trovo bene qui... (Ride per una battuta detta da Stefano) sì... volentieri... ma, a che ora arriverà?... Certo, io sarò qui... Sì, sto preparando l’esame di Diritto Privato... Sì, anch’io... Stefano... (Da quando Severino e Vasinto sono usciti, quindi durante queste ultime battute di Ileana, la luce inizia ad abbassarsi lentamente e contemporaneamente si alza piano la musica che arriva a sovrapporsi alle parole di Ileana mentre si chiude lentamente il

Sipario)

Maggio 2009