I nostri nomi in cartellone

Stampa questo copione

IL CARO DOTTORE

I NOSTRI NOMI

IN CARTELLONE

Commedia brillante

Tre atti di

OTTAVIO BUONOMO

Ambientazioni primo atto:

Casa di Leonardo

Largo spazio per le prove di danza

Cameretta dei figli di Leonardo

Ambientazioni secondo atto:

Ufficio del “Caro dottore”

Casa Leonardo

Ambientazioni terzo atto:

Casa di Leonardo

Hall di un Teatro

Casa di cura per anziani “Giorni sereni”

Personaggi in ordine di entrata:

PAOLA (moglie di Leonardo)

ANTONELLA (Mamma di Angela o Angelina)

MAGDA (la signora su di giri, mamma di Cristina)

LEONARDO (Il presidente e il maestro della compagnia)

RITA (La maestra di canto)

SANDRA (figlia di Leonardo e Paola)

ANTONIO (figlio di Leonardo e Paola)

FRANCA (la cuoca, mamma di Filomena)

GAETANO (Il maestro di danza)

ADELAIDE (sorella di Paola)

LUISELLA (mamma di Paolo)

ENZA (donna delle pulizie, mamma di Margherita)

IL SEGRETARIO DEL CARO DOTTORE

IL CARO DOTTORE

PRIMA MASCHERA DEL TEATRO

SECONDA MASCHERA DEL TEATRO

VITTORIO BASSI, IL DIRETTORE DEL TEATRO

SUOR LETIZIA

SUOR SERENA

SUOR NATALINA

Ed i bambini:

FERRUCCIO

LINO

CATERINA

PAOLO

ROBERTA

ANGELINA

ALIDA

CRISTINA

FILOMENA

MARGHERITA

PRIMO ATTO

La scena si apre nella casa di Leonardo in un primo pomeriggio. Leonardo è un tipografo della provincia di Napoli. Sua moglie Paola c,ammina davanti e indietro perché aspetta ansiosamente una amica di sua sorella, che le venga a proporre una signora per le pulizie della casa, da assumere al proprio servizio in alcune ore della settimana, poi esce.

Dal pubblico, cammina Antonella con una busta della spesa in mano, e parla al telefono, fino a raggiungere poi il palcoscenico, salirci, ed uscire (sempre mantenendo lo stesso passo) a sinistra.

ANTONELLA: (Al telefono) Si, guarda ora sto andando a casa di questo signor … non ricordo il nome… comunque quello dell’inserzione sul giornale… come quale inserzione? … Aspetta te la leggo… (prende un foglietto ritagliato dal giornale e mentre lo apre per leggerlo, continua a camminare)… Ecco, allora “PER METTERE IN PIEDI UNA NUOVA GRANDE COMPAGNIA CHE SI OCCUPI DI AVVIARE I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI DEL NOSTRO TERRITORIO AL MONDO DELLO SPETTACOLO, SI CERCANO PERSONE DAI 5 AI 14 ANNI. RECARSI IN VIA ROMA 37, OPPURE TELEFONARE ALLO 0150207 PER UN PROVINO”… si, ci porto Angela, ha compiuto da poco i cinque anni, rientra nell’età… va bene? Poi ti faccio sapere come è andato il provino, sai sono emozionata io per lei… va bene? Ci sentiamo più tardi… ciao!... (Aggancia, posa il cellulare in borsa, ed esce)

PRIMA SCENA: CASA DI LEONARDO

Personaggi: Paola, Antonella, Magda, Leonardo

Rientra Paola, che prende il telefono portatile e chiama suo marito Leonardo.

PAOLA: (al telefono) Leo… pronto c’è Leonardo? … Ah sei tu, forse non prendeva bene il telefono. Io sono a casa, sto aspettando l’amica di mia sorella che deve arrivare da un momento all’altro per farmi conoscere una signora delle pulizie che venga almeno due volte a settimana… Ma ne abbiamo già parlato... sai com’è, non farmi ripetere tutto di nuovo… va bene?... Stasera a che ora torni? … Va bene, ma cerca di non fare tardi che voglio stare un po’ con te… Va bene? … Ciao, a più tardi… si, ti faccio sapere io… non preoccuparti… ciao Leo, ciao!

Si sente  il campanello. Paola, moglie di Leonardo, va ad aprire la porta, prima cerca di comporsi. Antonella quindi, è una signora venuta a fissare un appuntamento con Leonardo per fare un provino alla sua bambina Angela, di cinque anni. Leonardo, d’accordo con due suoi amici (Rita e Gaetano) ha una inserzione sul giornale (leggi sopra),mentre Paola (all’oscuro di tutto) aspetta l’amica della sorella che dovrebbe arrivare da un momento all’altro per far assumere una persona di fiducia con la mansione di donna delle pulizie per la famiglia di Leonardo.

PAOLA: Eccomi… arrivo… (va ad aprire la porta e si trova davanti una signora che sembra essere molto distratta, quasi rimbambita. Forse pensa a qualcosa, ma non riesce a capire cosa) Buonasera!

ANTONELLA: Buonasera!

PAOLA: Prego, si accomodi… l’aspettavo!

ANTONELLA: A me?

PAOLA: Beh certo a lei… si accomodi, prego. (La signora intontita si guarda intorno, poi si accomoda e guarda Paola) … Vuole un cioccolatino, un caffè, un biscottino?

ANTONELLA: No, grazie, non si disturbi… io sono venuta… (viene interrotta da Paola)

PAOLA: Si si lo so. Mia sorella mia ha parlato tanto bene di lei…

ANTONELLA: Sua sorella? (Guardandola in modo strano)

PAOLA: Eh si, certo, mia sorella! E chi se no?

ANTONELLA: Mi fa piacere che sua sorella ha parlato bene di me…

PAOLA: Beh guardi, per ciò che mi occorre, forse fa più piacere a me che si parli bene di lei!

ANTONELLA: Volete così… Comunque quand’è che posso portare Angela?

PAOLA: Ah, si chiama Angela?

ANTONELLA: Si, si chiama Angela, come mia madre!

PAOLA: Ah, quindi è una persona di famiglia?

ANTONELLA: Si, è mia figlia!

PAOLA: Addirittura, la facevo tanto più giovane…

ANTONELLA: Beh, non sono una bambina…

PAOLA: No, questo no, però… (ride) E mi dica quand’è che può venire?

ANTONELLA: Anche più tardi, ora è casa di una sua amica…

PAOLA: Va bene… ma mi tolga una curiosità, è brava?

ANTONELLA: Penso di si… in casa ogni tanto mi fa sentire come canta!

PAOLA: Le fa sentire come canta? … (Guardandola stranita e poi riprendendosi) Va bene, avrà un carattere allegro… magari mentre lava i vetri si fa anche una bella cantata…

ANTONELLA: Scusi? …

PAOLA: No dico… mi va bene, è un carattere allegro, magari mentre mi lava i vetri mi fa anche una cantata…

ANTONELLA: Ma chi deve lavare i vetri?

PAOLA: Sua figlia!

ANTONELLA: Mia figlia deve lavare i vetri?

PAOLA: Beh, non sempre… avrà sicuramente più da fare con la stanza dei bambini, con la mia stanza da letto… sa, il letto lo rifaccio io di mattina, ma ci sono i mobili sempre pieni di polvere… Ma sua figlia si abituerà presto, vedrà…

ANTONELLA: E quando canta?

PAOLA: Ma quando vuole… anche quando stira…

ANTONELLA: Mia figlia deve stirare?...

PAOLA: Beh, perché non è capace…

ANTONELLA: Ma veramente, non ha mai provato…

PAOLA: E lei non gliel’ha mai insegnato?

ANTONELLA: E non ne ho avuto il tempo!

PAOLA: Va bene, poi se ne parla quando la conoscerò di persona…

ANTONELLA: Si però faccia attenzione perché è timida… se non vuole cantare, non la urli!

PAOLA: Io la devo urlare?

ANTONELLA: Si, anzi, se poi si mette a piangere le dia un giocattolino in mano, lei si accontenta, e poi le passa!

PAOLA: Adesso sono io che non capisco… perché dovrebbe piangere sua figlia?

ANTONELLA: Anche con le amiche ogni tanto piange perché dice che non la fanno giocare…

PAOLA: (Paola fa una faccia di assoluto stupore) Non la fanno giocare?

ANTONELLA: No, ma come ripeto, ha un carattere particolare… a volte per farla addormentare le faccio una grattatina sotto la pancia, e piano piano prende sonno…

PAOLA: Ma… scusi…

ANTONELLA: Comunque si affeziona subito. Una volta che prende confidenza le porta anche a vedere i lavoretti che fa…

PAOLA: Fa i lavoretti? (Tra se e se sussurra) Ma chi mi ha mandato quella stupida!

ANTONELLA: Non si preoccupi. Lei sa stare in società… è sempre una bambina!

Neanche finisce di pronunciare le ultime parole Antonella che trilla nuovamente il campanello. E’ Magda, una donna molto verace ed intraprendente, forse l’essere così tanto diretta e schietta con le persone, e l’essere anche benevolmente irascibile di carattere la possono far apparire poco simpatica, ma in fondo è una brava donna dal cuore d’oro.

PAOLA: Fosse sua figlia?

ANTONELLA: No, sta a casa della sua amichetta!

PAOLA: (Alzando gli occhi al cielo e tenendo le mani congiunte, va ad aprire la porta. Stavolta è l’amica della sorella)

MAGDA: Oh, mi scusi… sono in ritardo!

PAOLA: Scusi ma lei chi è?

ANTONELLA: Sono arrivata prima io eh!

MAGDA: Ma come? … Già avete preso qualcuno!

PAOLA: Io non ho preso ancora nessuno!

ANTONELLA: E’ logico, prima deve fare il provino, e ci sono prima io… mia figlia è da stamattina che sta cantando “Il caffè della Peppina”, “Attenti al lupo” e “La bella tartaruga”!

MAGDA: E io che devo fare? La mandi allo zecchino d’oro…

PAOLA: Ma insomma basta… Signora lei chi è?

MAGDA: Non mi aspettava?

PAOLA: Ma veramente…

MAGDA: Sua sorella non le ha detto niente?

PAOLA: Si… ah ma allora lei è la figlia (distrattamente indica Antonella)

ANTONELLA: Ma se è più vecchia di me!

MAGDA: (stizzita) E io poi facevo da madre a questa cosa!

PAOLA: Insomma basta! E che diamine…

(Intanto entra Leonardo mentre Paola cerca di mettere la pace. Entra con le chiavi in mano, visto che ha appena finito di aprire la porta)

LEONARDO: Ma che succede in casa mia? Le urla si sentono da fuori!

PAOLA: E lo vuoi sapere da me? …

LEONARDO: E da chi? Io ora sono arrivato e mi trovo davanti questo teatrino!

(Antonella si alza all’improvviso e lancia un urlo che fa spaventare Magda)

ANTONELLA: E’ lui! (indica Leonardo)

MAGDA: Che ti possa prendere un camion! (spaventata, prende una sedia e si siede)

ANTONELLA: E’ lui… è quello della foto del giornale!

PAOLA: A chi hai ammazzato? (a Leonardo)

LEONARDO: Ma che sei scema! (a Paola)

ANTONELLA: Ma no… è quello dell’inserzione…!

LEONARDO: Ah, lei è la signora del provino!

ANTONELLA: Si, sono io! Volevo sapere quando portare mia figlia …

PAOLA: Quando avete finito mi spiegate qualcosa?

LEONARDO: Già, non te l’ho detto… te lo spiego dopo comunque… fammi dire una cosa a questa signora…

ANTONELLA: Dica, allora? …

LEONARDO: Guardi, porti sua figlia prima di cena, verso le sette stasera… troverà me ed altre due persone, faremo un piccolo provino sa, niente di complicato… è più per vedere la bambina!

PAOLA: Ma lei allora non è la persona mandata da Enzina!

MAGDA: Ma sono io la persona mandata da sua sorella… non questa cosa!

PAOLA: Oh, mi scusi… io credevo… (cambiando discorso e rivolgendosi ad Antonella) Mi scusi, io pensavo che lei non era chi doveva essere!

ANTONELLA: Cosa?

PAOLA: No, niente, mi sono capita da sola…

ANTONELLA: Allora io torno stasera con la bambina?

LEONARDO: Certo, a più tardi…

ANTONELLA: A più tardi… buonasera a tutti! (Esce)

MAGDA: Comunque sono io la persona mandata da sua sorella…

PAOLA: Si mi scusi, è che mio marito non mi ha avvisato che aspettava visite!

LEONARDO: No, vabbè … è una cosa che dopo ti spiego…

MAGDA: Ma si parlava di provini…?

LEONARDO: Beh si…

MAGDA: Ah, mi dica, potrebbe interessarmi…

PAOLA: Scusi ma…

MAGDA: Si, si… dopo, mi faccia prima capire una cosa… Dunque, lei è un regista cinematografico? A me è sempre piaciuto fare cinema… guardi…

LEONARDO: A dire il vero, sto organizzando qualcosa che c’entra con il teatro e il canto…

MAGDA: Il canto? … A me è sempre piaciuto tantissimo cantare… pensi che io potevo essere una grandissima artista… solo che ho rinunciato ad una brillante carriera di attrice e interprete per dedicarmi a tutt’altro…

PAOLA: (ironica) Che peccato!

MAGDA: (non capendo l’ironia di Paola, e prendo sul serio il suo commento) Eh si, veramente che peccato! Forse adesso sarei in vetta....

PAOLA: (interrompe sempre con ironia) Alla montagna!

MAGDA: No, in vetta alle classifiche… Sarei la regina del varietà! … Avrei fatto già tanti anni di carriera… chissà, forse avrei avuto anche qualche riconoscimento dalla critica… lei che dice? … Ero già stata riconosciuta da qualche parte?

PAOLA: Come no… al commissariato!

MAGDA: Quanto è simpatica!... Eh, avrei girato il mondo con la mia arte… con la mia fama…

PAOLA: Ma possiamo venire a noi?

MAGDA: Un attimo… guardi lei fa i provini? … Me ne faccia uno adesso!

LEONARDO: No guardi, lei non ha l’età!

MAGDA: Come?

LEONARDO: Si cioè io faccio i provini ai bambini e ai ragazzi fino a una certa età…

MAGDA: Ma lei dopo che mi ha sentito si ricrederà, magari mi metterà nel cast dei più anziani … guardi… le canto una canzone… (Abbraccia Leonardo come se volesse ballare con lui)

LEONARDO: Ma perché? … Ma non è il caso! …

MAGDA: E va bene… quandro avrà il tempo mi ascolterà… ne ho delle belle in repertorio!

PAOLA: Ma insomma, quand’è che posso capire anche io qualcosa? … E quand’è che parliamo della persona che dobbiamo assumere a nostro servizio? Qua stiamo perdendo solo tempo…

MAGDA: Mia cara, ma l’arte non è perdita di tempo… glielo dica anche lei!

LEONARDO: (Con faccia stanca) L’arte non è perdita di tempo! Ecco, gliel’ho detto pure io!

MAGDA: Ha visto? … Gliel’ha detto anche lui! Oh, ma è tardi… guardi io adesso devo andare, verrò domani mattina a parlare con lei…

PAOLA: Ma…

MAGDA: E’ tardi, è tardi! Devo scappare… scusate… ah, io mi chiamo Magda! A domani! (prende le sue cose, chiude le porta ed esce)

LEONARDO: Cose da pazzi in casa mia!

PAOLA: E’ quello che vorrei dire io!

LEONARDO: No, lo dico io!

PAOLA: E io che dico?

LEONARDO: E che ne so!

PAOLA: Insomma, il signore vuole spiegarmi…

LEONARDO: Ah già il fatto del giornale… dell’inserzione… vieni, allora… (si avviano verso la loro stanza a destra ed escono, mentre escono Leonardo continua a farfugliare spiegandogli ciò che ha fatto)

SECONDA SCENA: CASA DI LEONARDO

Personaggi: Rita, Leonardo, Paola, Antonella, Franca, bambini

I bambini, diretti da Rita, hanno appena finito di interpretare una canzone nella stanza delle prove della casa di Leonardo.

I bambini sono dodici: Ferruccio, Lino, Caterina, Paolo, Roberta, Angelina, Alida, Cristina, Filomena, Margherita, Sandra (figlia di Leonardo e Paola) e Antonio (figlio di Leonardo e Paola).

RITA: Bravi… se andiamo avanti così, presto Leonardo ci dirà le date dei nostri concerti! So che anche con lui vi comportate bene… però mi raccomando, mettete più voglia quando cantate! Non si canta solo con la voce, ma anche con il cuore…

Leonardo entra con Paola dalla porta d’ingresso a sinistra.

LEONARDO: Allora, come vanno questi angioletti?

RITA: Bene, oggi abbiamo provato una nuova canzone… si stanno impegnando…

LEONARDO: Bene, in soli due mesi abbiamo già fatto tanto… io sto insegnando loro a dire poesie, a cantare le macchiette napoletane, a recitare brevi monologhi… e devo dire che quasi tutti mi danno soddisfazione… certo, c’è qualche pigrone eh…

RITA: Anche con me… ma pazienza!

PAOLA: E chi l’avrebbe detto che un giorno la mia casa si trasformasse in una accademia di avviamento allo spettacolo!

LEONARDO: Ma che accademia!

PAOLA: Va bene, come si dice… sempre una scuola d’arte è…

RITA: Ha ragione!

LEONARDO: Ah meno male che sapete le cose voi!...

ANTONIO : Papà, domani mi fai la giustifica?

LEONARDO: Di che?

ANTONIO: Che non ho potuto fare i compiti perché oggi c’erano le prove di canto!

LEONARDO: (urlando) Antonioooooo!

ANTONIO: Che c’è papà?

LEONARDO: Antonio bello di papà tuo… per le prove di canto sei stato impegnato solo un’ora. Il resto del pomeriggio che hai fatto? … Bambini miei, non facciamo che le prove di canto diventino una scusa per non studiare… altrimenti i vostri genitori non vi mandano più!

(Quasi tutti i bambini in coro prontamente dicono “No”)

RITA: Ecco, ed allora dovete anche studiare…

LINO: Ma è vero che dobbiamo pure cominciare a ballare con un nuovo maestro?

LEONARDO: Si, ma non è un nuovo maestro… anzi, lui con noi c’è stato sin dal primo momento, solo che se ne stava in disparte… ed ora che state facendo dei grandi passi avanti, potete anche ballare… anche se è una cosa da chiedere ai vostri genitori… venire a ballare significa farvi venire un giorno in più a settimana… anche se il ballo è una forma d’espressione che serve per tante cose!

ROBERTA: E quando viene questo nuovo maestro?

Suona il campanello

MARGHERITA: E’ lui!

LEONARDO: Ma che… saranno le vostre mamme!

MARGHERITA: Ma io non voglio andare a casa… mamma è uscita fuori di testa! … Canta sempre, pure quando va a fare la spesa! … Io studio canto e lei fa il Festival!

Paola va ad aprire la porta, ed è Antonella, la mamma di Angela

LEONARDO: Oh, la carissima signora!

ANTONELLA: Stavolta sono venuta in orario… ma sa, l’altra volta pensavo di aver lasciato Angela dai nonni, e dimenticati dove l’avevo portata…

ANGELA: Ciao mamma!

ANTONELLA: Angelina! (un urlo fa mettere paura Leonardo)

LEONARDO: (Sottovoce a Rita) Ma ‘sta signora urla sempre! Ma che c’è un microfono in gola? (Rita sorride)

(Antonella prende la figlia Angela per mano, e poi chiede a Rita)

ANTONELLA: Avete deciso come chiamare la compagnia?

RITA: Si “I cuori nel sole”!

ANTONELLA: E perché “I cuori nel sole”?

RITA: Perché i cuori sono i bambini … il sole è il mondo!

ANTONELLA: E perché non l’avete chiamata “I cuori nel mondo”?

LEONARDO: Perché suonava meglio “I cuori nel sole”!

ANTONELLA: Perché è una canzone?

LEONARDO: Che cosa?

ANTONELLA: “I cuori nel sole” è una canzone?

LEONARDO: No!

ANTONELLA: E lei ha detto che suonava meglio?

LEONARDO: Io ho detto suonava meglio? … Ma che?

ANTONELLA: La canzone!

LEONARDO: Io ho detto che una canzone suona meglio?

ANTONELLA: Se non lo sa lei che ha detto maestro caro!

LEONARDO: Ma no, ma no… io ho detto che suona meglio “Nel sole”?

ANTONELLA: Allora vede che la canzone c’è?

LEONARDO: Quale canzone?

ANTONELLA: “Nel sole”… la canta Albano!

LEONARDO: Vabbè, lasciamo stare che è meglio!

ANTONELLA: E come avete chiamato la compagnia?

(Leonardo fa come se si volesse prendere a schiaffi, intanto suonano alla porta. Per Leonardo quel trillo di campanello è una liberazione dalla “violenza mentale tutta da ridere” che sta subendo dalla signora Antonella, buona quindi, ma fin troppo forse)

LEONARDO: Hanno bussato! Hanno bussato! Evviva, hanno bussato!

(E’ Franca, la madre di Filomena, la “cuoca”)

FILOMENA: Ciao mamma!

FRANCA: Ciao gnocchetto di mamma tua!

LEONARDO: Buonasera signora Franca…

FRANCA: Forse ho fatto tardi… ma ho avuto adesso un momento libero in trattoria…

RITA: No, non si preoccupi è in orario!

ANTONELLA: Anche io pensavo di aver fatto tardi!

FRANCA: Oh signora, come sta? … (Guardando Angela) Uh, che bel ripieno di marmellata! Si è fatta grande! E’ cresciuta come la pasta della pizza!

PAOLA: Scusate, io vado di là, vado a mettermi in libertà, vado a sdraiarmi un po’… (esce)

FRANCA: (A Rita) Allora, come va questa raviolina? Sta imparando a cantare?

RITA: Si, ma potrebbe impegnarsi ancora di più…

FRANCA: Hai sentito cioccolatino mio? … Devi impegnarti un po’ di più… ma sa, lei anche a scuola è così… anche le maestre mi dicono che deve impegnarsi di più, deve studiare… non deve fare i grumi nella crema!

ANTONELLA: Io me ne devo andare… mio marito mi aspetta!

FRANCA: E lo faccia aspettare… i mariti devono aspettare!

LEONARDO: Ma le mogli però non devono tardare!

FRANCA: I mariti sono come il petto di pollo!

LEONARDO: Come?

FRANCA: Se non arriviamo noi con le nostre cosce… non possono infornare, ah ah! (Ride di gusto)

LEONARDO: (Tra se e se) Oddio questa è pazza, ma chi me le manda a me?

ANTONELLA: A parte scherzi, io devo andarmene veramente…

FRANCA: Se no suo marito la fa come un ossobuco… le rompe le ossa, e le fa tanti buchi! (Ride ancora di gusto)

LEONARDO: Signora ma lei è sempre così?

FRANCA: Così come? …

LEONARDO: Così…

FRANCA: Si, sono sempre così… forte come le penne all’arrabbiata… dolce come un tiramisù al caffè… vivace come una macedonia!

LEONARDO: Ah… questa non l’avevo mai sentita!

ANTONELLA: (a Franca) Che fa esce con me signora Lasagna… cioè volevo dire signora Franca!

FRANCA: Certo, mi aspetta un branzino…

ANTONELLA: Che le aspetta? …

FRANCA: Mi aspetta il pesce che mio marito pescatore ogni mattina pesca! Andiamo, andiamo… (escono in fila indiana come se fossero una banda musicale le due mamme con le figlie)

(Leonardo tra se e se tenta di ripetere le ultime cose che ha detto Franca, uno scioglilingua impossibile)

LEONARDO: Mi aspetta il pescatore che ogni pesce… mi aspetta il pesce che il pescatore pesca con mio marito… mi aspetta il pesce… boh… è uno scioglilingua questo!

ALIDA: Ma le nostre mamme quando vengono? … Dopo ho anche il catechismo, faccio tardi!

RITA: Questione di minuti penso… se volete… (i bambini in coro “Cosa?”) … Se volete possiamo cantare un’altra canzone, così facciamo sentire a Leonardo quanto siete bravi!

TUTTI I BAMBINI: Si, si!

ANTONIO: Che cantiamo?

RITA: Dunque… facciamo che scelga il nostro presidente quale canzone fare… Leo, guarda (Rita fa vedere un foglio a Leonardo con dei titoli di canzoni. Lui ne sceglie una, dice il titolo, e i bambini cominciano a cantare. Rita li dirige in piedi, e Paola e Leonardo si siedono).

CANZONE BAMBINI (A scelta del regista)

TERZA SCENA: LARGO SPAZIO DOVE I BAMBINI, SOLITAMENTE, TENGONO LE PROVE DI DANZA

Personaggi: Gaetano, Rita, Leonardo

(Al centro ci sono due banchetti e delle sedie. Sui due banchetti sono seduti Gaetano e Rita che discutono di Leonardo)

GAETANO: … Ultimamente l’ho visto un po’ nervoso…

RITA: Ma ha ragione, vede che i progressi sono solo artistici… ma non si va mai avanti, e niente si muove in nostro favore…

GAETANO: Ma ieri sera cosa è successo? … Se ne tornava a casa in auto, ho alzato la mano per salutarlo, ma non mi ha neanche visto… aveva la testa abbassata…

RITA: Era con Paola?

GAETANO: No, se ne tornava da solo!

RITA: Beh si vede avvilito… ha provato alcune strade per organizzare uno spettacolo nel nostro paese, ma ovunque c’è qualcuno che ci mette i bastoni tra le ruote…

GAETANO: Comunque i bambini sono migliorati…

RITA. Beh bambini… sono quasi dei ragazzi…

GAETANO: Ci sopportano da un anno! (Sorride)

RITA: Sembra ieri quando Leo, tu ed io ci siamo inoltrati in questa avventura!

GAETANO: Sembra ieri? Beh, a giudicare da come ci guardano in giro, sembra sempre il primo giorno… secondo me su di noi corrono tante malelingue!

RITA: Su di noi? E cosa possono dire?

GAETANO: Eh… Rita, Rita! Sei ingenua o cosa? … Addirittura, quello della compagnia teatrale “I patti buffi” va dicendo che noi chiediamo soldi alle famiglie per insegnare ai figli tante cose inutili… e che in realtà non abbiamo spese, e che i soldi che ci danno ce li mettiamo in tasca noi!

RITA: Si, se sapessero…

(Si sente bussare)

GAETANO: E mo chi è?

RITA: Che ne so…

GAETANO: Oggi non c’è lezione!

RITA: E vai no…!

GAETANO: Io?

RITA: Va bene, ho capito…

(Rita va ad aprire. E’ Leonardo)

RITA: Come sapevi che stavamo qua?

LEONARDO: Vi ho pedinati!

GAETANO: Che?

LEONARDO: Ma sto scherzando no… ho visto le luci accese e ho bussato… ho pensato… se ci sono le luci accese qualcuno dentro ci sarà…

RITA: Si…

LEONARDO: Ma che state facendo?

RITA: Ma niente… siccome Gaetano doveva prendere delle cose io gli ho fatto compagnia…

LEONARDO: Ma sicuro che questo spazio non ti serve?

GAETANO: No, no… io ce l’ho come deposito…

LEONARDO: Ma a tua moglie fa piacere che non ci guadagni con ‘sto garage…

GAETANO: Ma a Giada più di tanto non importa… anzi, le fa pure piacere! … Ma più di preoccuparti delle mie cose, dimmi tu che stai passando!

LEONARDO: Io? Che sto passando?

GAETANO: Guarda bello, che ti si legge in faccia… Sputa il rospo! Che c’hai?

LEONARDO: Ah, ma vi siete fissati… pure Paola ieri sera… “Che è successo, che è stato, ti senti bene?”… Sto bene… (non credibile)

GAETANO: E dici… (invogliandolo a parlare)

LEONARDO: Oh insomma… le cose non stanno come devono stare… stiamo da tanto tempo a fare prove, canzoni, balletti, sceneggiatine e cose varie, ma niente ci va a favore… Ieri ho avuto un altro no da quel nasone che ogni tanto si ricorda che qualcuno, per nostra sfortuna, l’ha voluto per farci comandare per un po’ di anni… Ma c’è Ferruccio che mi preoccupa di più… ieri sera è stata la terza volta che l’ho trovato a piangere…

RITA: E’ vero, ha sempre la faccia scura… ma che problemi ha? … (Leonardo fa un gesto con la mano destra per far capire che la famiglia ha problemi di varia natura, ma in modo particolare quelli economici)

LEONARDO: Sua mamma è una ragazza madre… e una decina di anni fa diede alla luce lui e suo fratello gemello… il padre non l’ha mai conosciuto!

RITA: Ferruccio ha un fratello gemello?

LEONARDO: Si, ma io non l’ho mai visto…

GAETANO: Ma noi cosa possiamo fare?

LEONARDO: Possiamo fare tutto e non possiamo fare niente… lui mi ha detto che non vuole più venire perché la mamma vuole che vada a lavorare da un suo zio che ha un ristorante in alta Italia!

GAETANO: Ma se è un bambino!

RITA: E poi ha la scuola!

LEONARDO: Si, ma questo sembra non importare più di tanto alla madre… Ieri mattina ero al lavoro, e mentre rilegavo un libro ad una ragazza pensavo…

RITA: Che cosa?

LEONARDO: Pensavo… chissà se mandassi a chiamare la madre!

GAETANO: Ecco bravo, parlaci!

LEONARDO: Ma non è così facile… a quello che mi disse Ferruccio sembra che lei non sia mai andata neanche a scuola a parlare con i maestri…

RITA: Bella cosa… però cavolo, i maestri anche loro eh!

GAETANO: Che?

RITA: Cioè, vedono che non si fa mai vedere un genitore… che prendano un provvedimento… no?

LEONARDO: (A Rita) Forse con la mamma ci potresti parlare tu!

RITA: Io? Ma non la conosco…

LEONARDO: Ma neanche io la conosco… però tu sei una donna… sensibilità femminile!

GAETANO: Giusto, potresti parlarci tu!

RITA: Non lo so se ci riesco… per quello che ho capito, deve essere una signora con un carattere particolare…

LEONARDO: Ma non ti preoccupare… se hai accettato di seguire un pazzo come me nell’avventura che tuttora viviamo, riesci sicuramente a parlare con la mamma di Ferruccio… ma la cosa più difficile non è questa…

GAETANO: E quale è?

LEONARDO: Di portarla da uno di noi… se non è mai andata dai maestri a scuola, perché mai dovrebbe andare da quelli che sono dei maestri di spettacolo… diciamo così!

RITA: Ma la mamma vorrà sapere cosa farà questo figlio… dove andrà quando esce…

LEONARDO: Io l’ho visto sempre venire da solo… forse la mamma non sa neanche che viene da noi, o per lo meno, non si interessa più di tanto…

GAETANO: Vabbè, ora s’è fatto tardi… perché non andiamo a mangiare qualcosa? … Magari, ne parliamo domani…

LEONARDO: Tu pensi sempre a mangiare!

GAETANO: No, sei tu che pensi sempre a fare tutt’altro meno che a mangiare… ogni tanto dobbiamo anche ricordarci di avere uno stomaco!

LEONARDO: Ma tu ce ne hai due… mentre si riempie uno si svuota quell’altro!

(Escono tutti e tre e spengono le luci).

QUARTA SCENA: STANZA DEI FIGLI DI LEONARDO

Personaggi: Bambini (Antonio, Sandra, Roberta, Lino)

ANTONIO: Lo sai perché non facciamo mai uno spettacolo?

SANDRA: No, perché? …

ANTONIO: L’ho sentito ieri mentre papà lo diceva a Rita…

SANDRA: Lo sai che è peccato spiare le persone quando parlano?

ANTONIO: Ma che peccato! … Comunque lo vuoi sapere si o no?

SANDRA: Si, lo voglio sapere!

ROBERTA: Pure io!

LINO: E anche io!

SANDRA: Loro lo possono sapere?

ANTONIO: Si, ma acqua in bocca!

LINO: E dove la prendo io l’acqua?

ANTONIO: E per fare che?

LINO: Per metterla in bocca!

ANTONIO: Ma mica te la devi mettere davvero in bocca l’acqua? Acqua in bocca significa che devi stare zitto!...

LINO:  Ok capo!

ANTONIO: Bene… ho sentito dire a papà che noi non facciamo lo spettacolo perché i politici non vogliono!

SANDRA: E perché?

ROBERTA: Forse perché loro sanno recitare meglio di noi!

SANDRA: No, ma quando mai…

LINO: Secondo me non gli siamo simpatici!

SANDRA: Può essere…

ANTONIO: Allora io ho una proposta da fare!

LINO: Una supposta?

ANTONIO: Ma non capisci niente? Una proposta significa che ho una idea!

LINO: E perché non dici che hai una idea così ti capiamo tutti?

ANTONIO: E tu perché non ti fai i fatti tuoi?

LINO: Credi di essere più intelligente di me?

(I due alzano di poco la voce, ma vengono calmati da Roberta)

ROBERTA: Oh insomma, smettetela di fare gli adulti!

ANTONIO: Comunque ho una idea…

SANDRA: Dici, dici!

ANTONIO: Scriviamo una bella lettera ai politici per chiedere se ci fanno fare lo spettacolo, magari se sanno che l’abbiamo scritta noi…

LINO: E che ne sanno che l’abbiamo scritta noi?

ANTONIO: Perché sotto ci mettiamo i nostri nomi con le nostre impronte inchiostrate!

ROBERTA: E’ una idea fantastica!

LINO: Si, la voglio scrivere io…

ANTONIO: Allora tu scrivi, noi pensiamo e qualcuno detta… anzi, pensiamo tutti e io detto… pensa  pure tu!

LINO: Pure io?

ANTONIO: Ce la fai a pensare mentre scrivi?

LINO: Ehm… mica è facile fare due cose insieme… però ci provo!

ANTONIO: Allora… fammi pensare… come si apre una lettera? …

SANDRA: Con caro…

LINO: E che significa “concaro”, uno che vende bacinelle?

SANDRA: Ma che bacinelle… con, staccato, caro!

ANTONIO: Ah caro… Hai capito? Come “caro papà”!

LINO: E devo scrivere “caro papà”? Ma chi lo conosce a questo?

ANTONIO: Ma no… scrivi “caro”… caro… caro…

SANDRA: Caro che?

ANTONIO: Ma ne sono di più… quindi scrivi cari…

LINO: Ah cari… come i meloni!

SANDRA: E che c’entrano i meloni?

LINO: Mamma dice sempre che ogni anno sono sempre più cari!

SANDRA: Ma cari significa caro, solo che ne è più di uno!

LINO: Ti sei capita solo tu… io comunque scrivo lo stesso… “Cari”. Va bene come l’ho scritto?

ANTONIO: Bravo… cari “politichi” … virgola!

LINO: La virgola dopo i politichi?

ANTONIO: Si… allora… cari politichi!

LINO: Un’altra volta?

ANTONIO: No, è quello di prima!

LINO: Ah, e allora dillo… lo stavo scrivendo di nuovo!

ANTONIO: Cari politichi…

LINO: E’ sempre quello di prima?

ANTONIO: Uffa… si! E non mi interrompere che se no mi dimentico quello che dobbiamo scrivere… allora… scrivi … noi siamo un gruppo di artisti …

SANDRA: No… noi siamo un gruppo di bambini artisti!

ANTONIO: E allora scrivi… noi siamo un gruppo di artistiche fanno i bambini… cioè no, tutto il contrario… noi siamo un gruppo di bambini che fanno gli artisti… hai scritto? Bene… allora… ci è arrivato nelle orecchie da voci che non diciamo perché se i nostri genitori sanno che abbiamo fatto il loro nome ci picchiano … hai scritto?

LINO: Un momento… abbiamo fatto il loro nome di picchiano. Virgola?

ANTONIO: Si, ci picchiano… metti la virgola… ci sono arrivate delle voci che voi non ci volete far fare uno spettacolo perché…

LINO: Perché?

ANTONIO: Fammi pensare…

LINO: E io che scrivo? Antonio sta pensando?

ANTONIO: Scemo! Allora… non ci volete far fare lo spettacolo perché credete che noi siamo meno di quello che sembriamo… ma noi sembriamo meno di quello che poi noi facciamo… e noi lo facciamo bene!

SANDRA: Sembra un giornalista mio fratello!

ANTONIO: Noi abbiamo bisogno di poche cose, il resto lo mettiamo noi!

LINO: Di che abbiamo bisogno?

ANTONIO: Allora… per fare uno spettacolo ci vuole… quando si fa un elenco si mettono i due punti mi pare… tu metticene tre… tanto mica stanno li a contarli? … Allora… per fare uno spettacolo ci vuole… un teatro!

LINO: Ce lo regalano?

ANTONIO: Si… (ironico) Ce lo prestano!

LINO: E io che ne so…

ANTONIO: E poi … e poi basta… il resto lo mettiamo noi!

LINO: Scrivo proprio così? E poi basta il resto lo mettiamo noi?

ANTONIO: Certo, bisogna essere chiari…

LINO: Ho scritto…

ANTONIO: Aspetta… mio padre in tipografia quando scrive delle lettere, mette sempre due cose alla fine quando fa qualcosa… ai posteri… ai posteri…

LINO: Ai posteri il posteriore!

ANTONIO: Ecco bravo… scrivi! Ai posteri il posteriore!

LINO: Ho scritto!

SANDRA: Ora i saluti!

LINO: Ciao!

SANDRA: Ma mica devi salutare me? Devi salutare i politichi!

LINO: E chi li conosce?

ANTONIO: E’ buona educazione salutare la gente!

LINO: E che scrivo? Ciao politichi?

ANTONIO: Tanti saluti da noi bambini che speriamo potete fare qualcosa per noi.

SANDRA: Ed ora le nostre firme!

(I bambini firmano)

QUINTA SCENA: CASA DI LEONARDO

Personaggi: Leonardo, Paola, Gaetano, Rita, Adelaide, Franca

(In scena ci sono Leonardo, Paola, Gaetano, Franca, Rita e Adelaide, sorella di Paola. Prendono il caffè e discutono)

ADELAIDE: Insomma, proprio una bella iniziativa questa!

LEONARDO: Grazie Adelaide!

FRANCA : Il signor Leonardo le pensa tutte… è come un peperone imbottito… fuori un solo colore, ma dentro… ha tutti gli ingredienti nascosti!

ADELAIDE: Ma solo i bambini fanno spettacolo?

LEONARDO: Certo solo i bambini…

GAETANO: Guarda, tante volte è meglio lavorare con i bambini! Si fidi!

ADELAIDE: Eppure io ho un sogno… fare un bellissimo musical!

PAOLA: Eccola che ricomincia…

ADELAIDE: Ma si… potremmo coinvolgere anche i grandi… io ci sto…

PAOLA: Ma queste fissazioni non ti sono mai passate?

ADELAIDE: Ma io penso che ogni tanto nella vita bisogna anche divertirsi…

LEONARDO: Si, ma qui è tutto un altro discorso… La mia non è né una scuola né un passatempo… sono dei corsi per l’avviamento artistico al mondo dello spettacolo, ma non è fine a sé stesso però…

ADELAIDE: Ma si potrebbero coinvolgere anche le mamme! Come nei telefilm americani… dove le mamme si mettono in gioco, fanno spettacoli, fanno associazioni…

PAOLA: (ironica) Si… a delinquere…!

ADELAIDE: Ma che? Fanno associazioni a scopo di beneficenza… si uniscono per fare concerti, parade… e addirittura, alcune casalinghe fanno anche i calendari sexy!

PAOLA: Mia sorella è uscita pazza! (urlando)

ADELAIDE: Ma che pazza! Ho ragione Leo?

LEONARDO: Ma che ne so… ma chi sta capendo niente…

ADELAIDE: Facciamo come nel musical “Tutti insieme appassionatamente”… una intera famiglia al Festival di Salisburgo! … (rivolta a Paola) Conosci la storia della giovane Maria che sposa il comandante?

PAOLA: Ma che vuoi da me?

ADELAIDE: E lei signora? Conosce “Tutti insieme appassionatamente”?

FRANCA: No, io non guardo la televisione… il lavoro in cucina mi impegna sa… a volte, guardo “Cento vetrine”…

ADELAIDE: Si, buonasera…

PAOLA: Non dia retta a mia sorella… l’età comincia a farsi sentire!

LEONARDO: Se già dà i numeri adesso… figuriamoci tra qualche anno!

ADELAIDE: Ma che numeri? … Signora lei mi è tanto simpatica… dica, che ne pensa se le mamme dei bambini si mettono insieme per fare dei musical come a Broadway!

FRANCA: Aspetti aspetti… (balzando in piedi dalla sedia dalla felicità) Ma sa che è una bellissima idea… “Aggiungi un posto a tavola”…!

ADELAIDE: Grease!

FRANCA: Rugantino!

ADELAIDE: Do you like Las Vegas!

FRANCA: Rinaldo in campo!

ADELAIDE: Hollywood!

FRANCA: Il giorno della tartaruga!

ADELAIDE: Accendiamo la lampada!

PAOLA: (sarcastica) Il medico dei pazzi!...

ADELAIDE: E che c’entra, mica è un musical?

PAOLA: No, ma è quello che ci vuole per voi!

FRANCA: Ma perché signora Paola? Non le piace l’idea di sua sorella!

LEONARDO: Vi prego, ma che volete fare?

ADELAIDE: Ci vogliamo divertire pure noi… ci facciamo insegnare canto dalla Signora! (indica Rita)… Leo caro, tu invece, ci insegni le nozioni elementari della recitazione… almeno per avere una infarinatura… e tu Gaetano ci insegnerai a ballare come vere soubrette…

GAETANO: (tenta di rifiutare il compito) Ma veramente io…

ADELAIDE: Gaetano, ti conosco da quando avevi due anni! Ti ho cresciuto come una madre, e la prima volta che hai messo piede in una scuola di danza fu per merito mio, ti accompagnai per la mano!

GAETANO: Ma Adelaide…

ADELAIDE: Mi ricordo come mi chiamo… Oh su, su… si va a telefonare alle altre mamme…

PAOLA: Ma che volete fare?

ADELAIDE: Ma niente di che… mica vogliamo fare tournée? No, non vi preoccupate, che di spettacoli ne faranno solo i vostri rampolli!

LEONARDO: E forse nemmeno… (sarcastico)

ADELAIDE: Noi ci divertiremo… affitteremo qualche locale e faremo dei musical solo per le nostre famiglie, per gli amici, per i colleghi dei nostri mariti!

LEONARDO: Ma perché mi doveva capire proprio a me una cognata così…

ADELAIDE: Così? …

LEONARDO: (con tono sofferto)… Si, così… simpatica, tanto simpatica!

ADELAIDE: Se si divertono i bambini, vogliamo divertirci anche noi!

FRANCA: Sicuro!

GAETANO: Leonardo, ma non vedi?

LEONARDO: E che è colpa mia se queste due se sò fumate il cervello!

GAETANO: Ma fai qualcosa!

ADELAIDE: Ma che deve fare… anzi, una cosa può fare… comincia a preparare i copioni!

FRANCA: Andiamo a telefonare alle mamme!

ADELAIDE: Si… le mother in music!

PAOLA: Si salvi chi può…

(Escono le due signore cantando e ballando, mentre Rita, Paola, Leonardo e Gaetano restano in piedi a disperarsi)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Il secondo atto si apre nell’ufficio del “caro dottore”.

IL CARO DOTTORE

Il termine “caro dottore” è indicato per questo personaggio tanto losco quanto antipatico. La sua potenza in politica, il suo ruolo nelle giunte, nelle riunioni, nelle decisioni non viene chiarito volutamente. Resta quindi “uno dei tanti” che promettono. E’ una persona che sta “in alto”, ecco perché sulla sedia che occupa tiene sotto il sedere cinque o sei cuscini. Elevato fisicamente quindi, ma non mentalmente. Tra una telefonata e l’altra riceve visite nel suo ufficio.

L’UFFICIO DEL DOTTORE

Largo spazio con una scrivania al centro. Alle sue spalle quadretti, stemmi e un crocifisso. Sulla scrivania apparecchiata con una tovaglia, forchette, coltelli e bicchieri, vi è un telefono, una cornice con la fotografia di sua moglie, e alcune cartelline con fogli sparsi ovunque. Mentre tiene i colloqui il “caro dottore”, mangia spaghetti con la forchetta, pezzetti di carne con le mani, e mangia la frutta sbucciandola con un coltello. L’ingordigia di questa persona viene metaforizzata con la sua voracità nel mangiare una pietanza dopo l’altra. Le pietanze gli vengono servite dal “segretario”. Quindi, mentre tiene i colloqui mangia, e boccone dopo boccone tenta di parlare, ogni tanto tossisce come se si stesse strozzando. Inoltre, prende spesso in mano il telefonino per rispondere, e talvolta parla contemporaneamente anche con il telefono d’ufficio.

Sulla destra ci sono Rita e Leonardo. Le luci sono su di loro che aspettano di essere ricevuti dal “caro dottore”. Il resto della scena è oscurato, ma già dietro la sua scrivania c’è il “caro dottore”, ed in piedi il “segretario”.

PRIMA SCENA: Ufficio del “caro dottore”

Personaggi: Rita, Leonardo, Caro Dottore, Segretario del Caro Dottore

RITA: Secondo te oggi combiniamo qualcosa?

LEONARDO: Mah…

RITA: Come stai morto! Rallegrati, guarda che non è facile essere ricevuti dal caro dottore!

LEONARDO: Si ma ancor di più non è facile uscire da lì dentro con qualcosa di buono in tasca!

RITA: E se poi è una bella persona? … Mica tutti sono uguali!

LEONARDO: Io non voglio il contrario, anzi… ma sai com’è… un po’ di esperienza con questi dottori ce l’ho avuta, e ti posso assicurare che ognuno dà retta a chi la vuole dare…

RITA: E mica si va avanti solo con amicizie… conoscenze… raccomandazioni?

LEONARDO: Si!

RITA: (cercando di cambiare discorso) E come sei pessimista! Comunque, domani hai qualcosa da fare? Vorrei fare un salto da Bruno per vedere se ha portato quei microfoni, magari mi fai compagnia... ogni volta che vado lì si inventa una scusa, una volta dice che non sapeva che erano nostri e li ha venduti, un’altra volta vado lì e dice che ancora gli devono arrivare… (Leonardo ascolta, anche se sembra non essere interessato e pensare a tutt’altro) … Ma stai pensando a tua cognata?

LEONARDO: A mia cognata?

RITA: Si per quella cosa che vuole fare dei musical!

LEONARDO: Quella è pazza… ma comunque, se serve a far divertire un po’ queste signore…

RITA: Io devo dare loro anche lezioni di canto… ci pensi!

LEONARDO: E io di recitazione…!

RITA: Si… che spasso!

LEONARDO: Ma comunque, i veri problemi non sono loro… visto che loro lo fanno per uno sfizio personale… i bambini invece si impegnano seriamente, e dopo tutto questo provare, questo promettere, questo sperare… siamo ancora a zero, non abbiamo fatto una sola serata…

RITA: Ma non ti preoccupare, vedrai che il caro dottore ci aiuterà…

LEONARDO: Mah… io non ci spero più di tanto!

RITA: (sarcastica) Ottimismo alle stelle vero? …

Luci piene, il segretario avanza verso Rita e Leonardo

SEGRETEARIO: I signori sono quelli della compagnia “Cuori nel sole”?

RITA: Si…

SEGRETARIO: Il caro dottore riceve solo su appuntamento!

RITA: Ma noi ce l’abbiamo!

SEGRETARIO: Cosa?

RITA: L’appuntamento, ce l’abbiamo! E’ fissato per le 18!

SEGRETARIO: Allora vi annuncio!

LEONARDO: (con ironia) E grazie tante!

RITA: (Sottovoce, dando un pizzicotto a Leonardo) Zitto!

LEONARDO: (Sottovoce a Rita) E che ho detto?...

Il segretario (cammina ballando, e facendo piroette) si avvicina alla scrivania del “caro dottore”, per annunciare che sono arrivati Rita e Leonardo.

SEGRETARIO: (cantando) Caro dottore, sono arrivati, ne sono due, stanno là fuori… sono quelli della compagnia…

CARO DOTTORE: Quale compagnia?

SEGRETARIO: Quelli della compagnia “Cuori nel sole”…

CARO DOTTORE: (Sbuffando) Uffà, questi qua hanno sempre da lamentare qualcosa… E va bene, falli entrare e facciamo presto… tanto questi qua qualsiasi cosa gli dici sono sempre contenti. Credono ancora in Alice nel paese delle meraviglie e perciò… due parole e li mandiamo via!

SEGRETARIO: Mi permetta un consiglio… cerchi di mostrarsi con un certo interesse per i loro argomenti, sa com’è, trattano con i bambini… fa sempre piacere vedere un uomo come lei che si mostra favorevole alle cose in cui stanno di mezzo i bambini… Anche se a lei poi magari, non frega niente, però l’immagine per certa gente conta più dei fatti!

CARO DOTTORE: Dice?

SEGRETARIO: Faccia come le dico caro dottore. Oggi la gente vuole essere presa in giro!

CARO DOTTORE: Va bene, ho capito l’antifona! Falli entrare…

Il segretario si dirige verso Rita e Leonardo e li fa entrare.

SEGRETARIO: Prego, il caro dottore vi aspetta! (Intanto porta sulla scrivania una zuppiera di spaghetti con il pomodoro, del pane, e una bottiglia di vino)

Rita e Leonardo in piedi, guardano il caro dottore che a sua volta guarda loro, fino a quando lui rompe il silenzio.

CARO DOTTORE: Accomodatevi! (Rita e Leonardo si siedono di fronte)

RITA: Allora, noi siamo una compagnia…

CARO DOTTORE: (Interrompendo Rita, rivolto al segretario che sta uscendo dall’ufficio) Il pane è fresco?

SEGRETARIO: Dottore, ma le pare! Per lei solo pane freschissimo! (L’uscita del segretario viene accompagnata da una malvagia risata del caro dottore)

RITA: Dicevo che noi siamo una compagnia che vorrebbe fare qualcosa per la società, per aiutare gli altri… organizzare spettacoli con i bambini e i ragazzi…

CARO DOTTORE: Io pure ho due bambini a casa, ma non hanno questi grilli per la testa! (Intanto mangia gli spaghetti)

RITA: Guardi che neanche i nostri bambini hanno grilli per la testa, anzi, talvolta ce li abbiamo più noi che siamo grandi che loro… forse a loro interessa maggiormente esprimere qualcosa, far felice gli altri come possono!

CARO DOTTORE: Ehilà, ma i vostri bambini hanno già questa intelligenza così sviluppata? … Di solito i bambini non si pongono tanti problemi…

LEONARDO: Ma non si tratta di problemi, anzi…

CARO DOTTORE: Li chiami come vuole!

RITA: Forse non è chiaro il messaggio che vogliamo dare…

CARO DOTTORE: Può essere!

RITA: Noi vorremmo che la politica in un certo modo ci aiuti, ci sostenga…

CARO DOTTORE: Ah quindi è un fatto politico!

LEONARDO: (Innervosendosi) Ma che fatto politico?

RITA: (Sottovoce, cercando di moderare Leonardo) Uè…

CARO DOTTORE: Insomma io che posso fare?

RITA: Guardi le spiego brevemente… il nostro sogno è quello di essere una compagnia riconosciuta. In due parole… che possa fare quello che vuole fare in santa pace. Dedicandosi quasi esclusivamente al lato artistico…

CARO DOTTORE: Il lato artistico?

RITA: Si, attraverso gli spettacoli che intendiamo organizzare…

CARO DOTTORE: Si, ma io che c’entro con quello che volete fare voi? Mica sono un produttore?

LEONARDO: Guardi basta un po’ di attenzione per capire quello che vogliamo. Ma non è che lo vogliamo perché abbiamo la pretesa che ci spetti o perché lo vogliamo a tutti i costi perché ci sentiamo superiori per chissà quale assurdo motivo… Noi vorremmo un po’ di considerazione!

RITA: Beh, detto così proprio…

CARO DOTTORE: E ve la devo dare io questa considerazione?

RITA: Ma lei è una persona che ha navi in diversi porti. Conosce tantissime persone. Può organizzare rassegne, affittare teatri, proporci per manifestazioni…

CARO DOTTORE: Ah questo è quello che volete? … Beh, ci potrebbe anche stare una forma di collaborazione. Io do una scarpa a te, tu mi dai quell’altra scarpa a me e facciamo il paio dello stesso colore… e una volta le metto io, una volta le metti tu…

RITA: Si, però noi non possiamo schierarci con nessun colore…

CARO DOTTORE: Ah no?

LEONARDO: Dottore, ma noi lavoriamo con i bambini, con gente che magari si dedica allo spettacolo per estraniarsi un po’ da un territorio che non offre niente di che…

CARO DOTTORE: E che è colpa mia che il territorio non offre niente!

LEONARDO: No, non ho detto questo, ci mancherebbe!

CARO DOTTORE: Ah, meno male…

RITA: Caro dottore, io ho voluto un appuntamento con lei, con la speranza che mostrandole quello che noi intendiamo fare, le nostre idee, i sogni che vorremmo realizzare, lei possa venirci incontro!

CARO DOTTORE: Ma certo che posso venirvi incontro… e se non vi vengo incontro io chi lo fa?

LEONARDO: Oh, questo è parlare!

CARO DOTTORE: Eh? (Occhiataccia)

LEONARDO: No, niente, dicevo così per dire…

CARO DOTTORE: Dunque, io certamente  terrò conto di quello che voi fate…

RITA: Noi non vorremmo ambire al successo mondiale subito e con grandi onori… anzi, le nostre intenzioni sono più modeste, più sincere, e forse più realizzabili, ma dipende dal tipo di aiuto che ci viene dato, altrimenti…

LEONARDO: Ci servono dei contributi economici…

CARO DOTTORE: Ma lei le dice sempre così le cose?

LEONARDO: Sono una persona diretta!

CARO DOTTORE: Comunque, io vedrò cosa posso fare… certo… non è semplice… perché voi sapete quanto è difficile stare al posto dove sto!

LEONARDO: E sa quanto è ancora più difficile stare al posto dove stiamo noi! … Bene o male lei sta dall’altra parte della scrivania…

CARO DOTTORE: (Fingendo di non aver sentito) E sapete anche quante difficoltà si incontrano… quante cose brutte… persone che insomma ecco cominciano col fare… ad esempio avete presente quello lì che faceva quelle cose… ecco, poi si è ritrovato senza niente, e allora io dico che per certe cose ci vuole anche un poco di… insomma… è così, io poi faccio quello che posso, a volte poi posso a volte no… ma cerco di essere comunque presente!

(Rita e Leonardo, al discorso privo di senso del caro direttore, restano per qualche secondo in silenzio, guardandosi l’uno con l’altra, e poi continuano il colloquio cercando di portarlo al termine)

RITA: Dottore, io spero che lei possa fare qualcosa per noi…

CARO DOTTORE: Si, in questi giorni sono un po’ impegnato, ma mi ricorderò di voi…

RITA: Ecco… (Rita da un foglietto al dottore) Qui ci sono i numeri di telefono dei responsabili della compagnia. Quando vorrà darci qualche bella notizia…

CARO DOTTORE: Si… (tutti si alzano, ed è lo stesso dottore che accompagna alla porta Rita e Leonardo. Rita ha un volto soddisfatto, Leonardo no)

RITA: Allora si farà sentire lei?

CARO DOTTORE: Senz’altro!

LEONARDO: Grazie!

(Il caro dottore stringe la mano a Rita e Leonardo, e quando loro escono dall’ufficio, entra il segretario. Rita e Leonardo restano ancora in scena, nella stessa posizione tenuta prima di entrare nell’ufficio)

SEGRETARIO: Già fatto?

CARO DOTTORE: Si… volevano dei soldi!

SEGRETARIO: Da lei? E quanti?

CARO DOTTORE: E tanti, ma proprio tanti… vogliono fare questo, vogliono fare quello!

SEGRETARIO: Ma lei si è mostrato gentile?

CARO DOTTORE: Fin troppo. Ma tanto questa è gente che ha bisogno di parole, tanto… non andranno da nessuna parte…

SEGRETARIO: Se lo dice lei è così!

CARO DOTTORE: Ma certo, ma già da come parlano…

SEGRETARIO: L’importante è che lei dica sempre di si e faccia convincenti promesse!

CARO DOTTORE: Oggi di promesse ne ho fatte già abbastanza! Sono stanco… questi due mi hanno messo la malinconia…

SECONDA SCENA: Casa di Leonardo

Personaggi: Antonella, Franca, Magda, Luisella, Paola, Adelaide, Rita, Enza

(Sono riunite tutte le mamme già comparse precedentemente: Antonella, Franca, Magda e poi anche Luisella, inoltre c’è Paola con sua sorella Adelaide, in più Rita ed Enza, la “donna delle pulizie”, che è stata assunta in casa di Leonardo)

CANZONE SIGNORE

ADELAIDE: (rivolta a Paola) Hai visto che divertimento?

PAOLA: Giuro che non mi sono mai divertita tanto in vita mia!

ADELAIDE: Visto? Che ti dicevo? Abbiamo gli “artisti di casa” perchè non sfruttarli?

ANTONELLA: Oddio, mi gira la testa, ballare e cantare assieme… mi sento male!

MAGDA: Suvvia, Antonellina… non mi morire proprio adesso!

LUISELLA: Oddio ma che ora è?

ADELAIDE: Sono le tre e mezza perchè?

LUISELLA: Ho mia figlia che deve andare al doposcuola… me ne ero completamente dimenticata! Devo volare a casa!

PAOLA: Le do un passaggio se vuole…

LUISELLA: Con l’auto?

ADELAIDE: No, con l’elicottero!... Ma certo, con l’auto! E’ quella del marito, ma lui non la usa mai!

PAOLA: Ma cosa può importare a lei di chi è la macchina!

ADELAIDE: Ma è bello dare informazioni dettagliate!

PAOLA: Tu mi spaventi! Diventi sempre più pazza, ma è possibile?

ADELAIDE: Forse no… ma chi se ne frega!

PAOLA: Che donna!

ADELAIDE: Siamo donne intraprendenti cara! …

PAOLA: Si… come no!

ADELAIDE: A noi l’arte ci rinvigorisce!

PAOLA: Mi sa che vi rincoglionisce!

ADELAIDE: Spiritosa la sorellina!

RITA: Ma state sempre a litigare… comunque signora Luisella (viene interrotta da Adelaide)

ADELAIDE: Ma che signora Luisella? … Solo Luisella basta! Ormai siamo come una famiglia! Mica dobbiamo dire signora o signore … Il Signore sta nei cieli e da lì ci da la forza per vivere!

PAOLA: Ora anche la messa si mette a dire!

RITA: Posso chiamarti solo Luisella?

LUISELLA: Ma certamente…

RITA: Non dimenticarti che più tardi c’è la lezione con i bambini…

LUISELLA: No, no, non me lo dimentico…

PAOLA: Vogliamo andare?

LUISELLA: Si… dopo di te!

(Mentre escono trovano Gaetano che sta entrando)

PAOLA: Ma ora vieni tu a far ballo?

GAETANO: Si, ci sto io…

LUISELLA: Ma io me ne devo andare…

MAGDA: Luisella, stai con noi solo per questo ballo… dai!

ADELAIDE: Ma si, ha ragione…

ENZA: Tanto i bambini sono contenti se non vanno al doposcuola… tu stai qua a fare quattro salti, e quello a casa che fa i salti di gioia!

LUISELLA: Ma veramente… se poi faccio tardi!

ANTONELLA: Veramente, se fa tardi poi come fa… ?

LUISELLA: Mio marito poi…

ADELAIDE: Eh, fosse tutta questa la pena! Un’altra canzoncina, una ballata, quattro salti, due piroette, che fa? Non casca mica il mondo?

FRANCA: Appunto… e andiamo… non si lasci pregare… a girar troppo la crema poi s’attacca!

ANTONELLA: (tra sè e sè) E che c’azzecca la crema?

MAGDA: Atri cinque minuti, il tempo di una canzone…

ENZA: Si, si!

LUISELLA: E va bene… ma solo un’altra canzone!

(Mentre si sistemano, Adelaide va da Paola a chiedergli di Leonardo)

ADELAIDE: Ma… tuo marito!

PAOLA: E’ in tipografia…

ADELAIDE: Ma si sta muovendo per far qualcosa?

PAOLA: Si, una settimana fa è andato anche dal caro dottore con Rita…

ADELAIDE: Ah, proprio buono quello… te lo raccomando! (Ride) Avrà detto le solite sciocchezze, avrà fatto le sue promesse, avrà tenuto il suo comizio di cretinerie…

PAOLA: Ma che deve fare?

ADELAIDE: Devo parlare io con un impresario di un teatro che sta qui vicino… magari, in nome della nostra vecchia amicizia, riesce a farmi avere una data!

PAOLA: Ma ne devo parlare con Leonardo?

ADELAIDE: Se vuoi, dopo ti segno il suo numero ed il suo indirizzo… così magari se la vede lui, e fa il mio nome! … Magari così…

(Vengono chiamate)

GAETANO: Allora siete pronte voi due? … Sempre a chiacchierare… ma che tenete da dirvi poi!

ADELAIDE: Cose nostre se permetti…

CANZONE MAMME CON COREOGRAFIA (A scelta del regista)

ENZA: Sono sfinita…

ADELAIDE: Comunque… quello spazio che voi avete per le prove di danza dei bambini, può essere anche impegnato da noi… almeno lì si possono anche organizzare feste, cene…

LUISELLA: Io devo scappare!

PAOLA: Andiamo subito… le chiavi ce l’ho in tasca!

MAGDA: Non correte per strada…

PAOLA: No, io vado piano…

ADELAIDE: Infatti mia sorella una volta voleva guidare la Ferrari… ma poi siccome non sapeva che esiste l’acceleratore…

PAOLA: Sempre spiritosa!

(Escono Paola e Luisella)

ADELAIDE: Senti… mi insegni un po’ quel lento?

GAETANO: Cosa devo fare?

ADELAIDE: Si vieni, quello in cui due stanno uniti, quello le prende la gamba in mano… quell’altro si alza, poi si abbracciano, poi camminano, poi si prendono le mani e si vola…

GAETANO: Con tutta sincerità… non c’ho capito una mazza!

ADELAIDE: Ma si, quello che facemmo l’altra volta…

(Si spengono le luci. E si accendono dopo con Leonardo, Adelaide, Rita ed Enza)

TERZA SCENA: Casa di Leonardo

Personaggi: Leonardo, Adelaide, Enza, Gaetano

LEONARDO: Ma lo devo telefonare io a questo qui?

ADELAIDE: Si, ma gli fai il mio nome però…

ENZA: Ma oggi non si canta?

GAETANO: Ma pensi sempre a cantare tu? … Pensa ogni tanto a quello che devi fare…

ENZA: Eh, che disgrazia!

GAETANO: Che?

ENZA: Eh si, quando uno non è aggraziato…

GAETANO: Va, va, va, va…

ADELAIDE: Insomma, ma voi due state sempre a litigare? …

ENZA: Ma è lui che comincia!

GAETANO: Ma è lei che mi chiede ogni cinque minuti perché oggi non si canta!

ADELAIDE: Oggi ci sono i bambini! …

LEONARDO: E tu vai a fare quello che devi fare… in questa casa il teatro sta andando in testa a tutti… qui non c’è polvere di stelle… c’è solo polvere e basta! …

ENZA: Uffa, e che è colpa mia? … Io pazzo la scopa elettrica ogni giorno… stamattina ho fatto anche una passata con una pezza bagnata… se questa casa è una polveriera, io che devo fare?

LEONARDO: Scusate tanto contessina se ci siamo permessi di farle notare una macchiolina sul suo operato…

ENZA: Signor Leonardo, io lavoro in questa casa. La signora Paola lo sa!

LEONARDO: Ma si, si… chi lo mette in dubbio…

ENZA: E’ questo qui (indica Gaetano) che cerca sempre di stuzzicarmi per farmi sgridare!

LEONARDO: E finiscila un po’ anche tu Gaetano mio! Siete peggio di cane e gatto!

GAETANO: Ma che c’entro io mò?

ADELAIDE: E basta… parliamo di cose serie!

GAETANO: E parliamo… quella è questa qui dietro che parla sempre!

ENZA: Ma lo vedete come è lui che provoca!

LEONARDO: Oh ma insomma… basta!

ADELAIDE: Ha ragione, qui dobbiamo pensare a cosa più serie!

LEONARDO: Ha ragione lei!

GAETANO: Ora dai anche ragione a lei? (indica Enza)

LEONARDO: Ma mica lei?

ENZA: E volete dare ragione a lui?

LEONARDO: Uffà… a nessuno dei due, mi avete scocciato! Zitti… e fatemi capire una cosa… stiamo parlando di cose serie…

ADELAIDE: Tu vai dal signor Bassi a nome mio… dici mi manda la signora Adelaide, eccetera, eccetera… va bene?

LEONARDO: Ma è una buona persona?

ADELAIDE: Ha le mani in pasta… lui, se vuole, qualcosa può fare… uno spettacolo lo organizza, una data te la da… almeno una ospitata a qualche manifestazione…

LEONARDO: Speriamo!

ENZA: Scusate se mi intrometto, mi sono dimenticata di dire una cosa… prima ha telefonato uno che voleva parlare con il signor Leonardo…!

LEONARDO: E chi era?

ENZA: E non me l’ha detto?

LEONARDO: E tu non te lo potevi far dire?

ENZA: Mi dite sempre che mi devo fare i fatti miei…

LEONARDO: Va bene, come non detto… grazie lo stesso, se richiama fatti dire chi è… ora devo uscire…

ENZA: E dove andate?

LEONARDO: Ti devi fare i fatti tuoi! (Sarcastico)

ENZA: Quando siete sgarbato! Tutto il contrario della Signora Paola!

LEONARDO: La signora Paola ti conosce meno di me… perciò… !

(Leonardo esce. Si spengono le luci, e si riaccendono sulle “mamme” che stanno cantando alcuni brani tratti da commedie musicali. I bambini in disparte le guardano stupiti. In scena anche Rita e Gaetano che prendono parte ai balli e alle canzoni)

QUARTA SCENA: Casa di Leonardo

Personaggi: Adelaide, Antonella, Franca, Magda, Enza, Luisella, Rita, Gaetano, Leonardo, bambini

VARIE CANZONI MAMME CON COREOGRAFIE (A scelta del regista)

ALIDA: E queste sono le nostre mamme?

ANTONIO: Io pensavo che la mia era ridicola, ma da quando ho visto la tua…

SANDRA: Che vergogna!

RITA: Bambini, ma non è una vergogna… è quasi la stessa cosa che fate voi!

ANTONIO: Si… però… è strano vedere mamma che balla come quelle in televisione!

ANTONELLA: Presto… datemi i sali! Mi manca l’aria…

ADELAIDE: Ma che mancare l’aria…

ANTONELLA: Secondo me ho la febbre…

ADELAIDE: Si… ma la “Febbre del Sabato Sera”!

ANTONELLA: Questa è scema…

SANDRA: Zia Adelaide…

ADELAIDE: Dimmi cara, sono “anema e core” per te!

SANDRA: Mah… noi quando lo facciamo uno spettacolo?

ADELAIDE: Presto mio cara, presto… aspettiamo che vostro padre ci porti buone notizie…

FERRUCCIO: Ma noi quando cantiamo? …

ALIDA: E’ vero! Fate tutto voi…

FRANCA: Miei cari raviolini, non dimenticate che i veri protagonisti siete voi!

ANTONIO: Siamo noi? … Ma fate sempre tutto voi! …

CRISTINA: Queste mamme sempre in mezzo!... Vero Ferruccio?

FERRUCCIO: E lo chiedi a me? La mia non sa neanche dove vado quando esco!

ANTONIO: Insomma, la nostra prova la facciamo si o no?

RITA: Ma si, bambini si… specialmente in questi giorni che aspettiamo una bellissima notizia!

ANTONIO: Si scioglie la compagnia delle mamme disperate! (Tutti) Evvai!

RITA: Ma no… Leonardo è andato a trattare con un signore che forse ci organizza uno spettacolo!

LINO: Uno spettacolo vero?

RITA: Si, uno spettacolo vero!

LINO: Dove cantiamo, balliamo e recitiamo noi?

RITA: Ma certo… e chi se no? … Voi siete le piccole grandi star!

SANDRA: Eh, io sono nata per essere una stella del teatro!

PAOLA: Ah… modesta la mia figliuola!

GAETANO: Però mi raccomando… per fare uno spettacolo, ragazzini miei, bisogna impegnarsi serialmente… in scena dovete dare il massimo di voi stessi… è come studiare tanto per essere sicuri di avere un buon voto al compito di italiano!

LINO: Non facciamo questi paragoni, per cortesia eh! Che a solo sentirla nominare…

GAETANO: Tu proprio con la scuola hai un rapporto conflittuale!

LINO: Conflittu… che?

GAETANO: Non la sopporti…

LINO: No… io la sopporterei pure, ma è la scuola che non sopporta me!

ANTONIO: Ma insomma! Basta parlare… vogliamo lavorare seriamente!

SANDRA: Ha ragione il maggiore!

GAETANO: Il maggiore?

SANDRA: Si, lui è il primogenio…

GAETANO: Si dice primogenito!

SANDRA: Vabbè è nato prima lui… ed è maggiore di me…!

RITA: Comunque cantiamo subito…

LINO: (indica le mamme) Ma loro però devono sgombrare!

RITA: Ma Lino…

SANDRA: Ha ragione… mamma, vai a fare il caffè di là, vai…

(Entra Leonardo, contentissimo)

ANTONIO: E’ arrivato papà… ora si mettono a parlare, e ciao cantare!

LEONARDO: Miei cari…

ADELAIDE: Se con quella faccia non ci porti una bella notizia è meglio che te ne esci, e rientri con una faccia diversa!

LEONARDO: No, no… la bella notizia c’è… indovinate un po’!

ANTONIO: Facciamo uno spettacolo!

LEONARDO: (sorpreso) Si…

(Tutti esultano, contenti)

RITA: Che bello, ma come ci sei riuscito!

LEONARDO: Devo dire Grazie alla nostra zia Adelaide!

ADELAIDE: Zia? … Guarda cocco, che tu sei più vecchio di me!

LEONARDO: La nostra Adelaide! Va bene?

ADEALAIDE: Meglio… io sono la zia soltanto dei bambini… per la cronaca, sono tua cognata!

ENZA: (urla felice) Che bello, uno spettacolo!

LUISELLA: Ehi… noi dobbiamo dare l’esempio di come stare con i piedi per terra!

FRANCA: Ma che piedi per terra… facciamo come i peperoni!

LUISELLA: I che?

FRANCA: I peperoni… che vanno su e giù! Ah, ah… a me le battute vengono così!

ENZA: Se le può far venire anche meglio però…

ADELAIDE: E quando sarebbe questo spettacolo?

LEONARDO: Tra due settimane…

ADELAIDE: Ti sei fatto rilasciare qualche foglio… qualcosa? …

LEONARDO: No, ci siamo messi d’accordo tra amici… era una così brava persona!

ADELAIDE: Si è messo a disposizione quando gli hai fatto il mio nome?

LEONARDO: Veramente, si è messo a disposizione prima che lo facessi… (sorride) E dai scherzo… cognata cara, ma oggi hai la luna storta?

ADELAIDE: Ma no…

ENZA: Signore mio, la signora Adelaide è emozionata per lo spettacolo…

LEONARDO: Non ci credo neanche se me lo dice con le lacrime agli occhi…

ADELAIDE: Vedo che mi ritieni una persona sensibile eh…

LEONARDO: No… non dicevo questo, è che ti conosco come una donna in gamba… intraprendente… che di cose ne ha viste tante…

ADELAIDE: Si, ma vedere che nel nostro paese, i nostri bambini, i figli di gente semplice, salgono su un palcoscenico… è qualcosa che non succede quasi mai… e quando succede…

ENZA: Eh, la signora Adelaide ha ragione…

LUISELLA: Leonardo… allo spettacolo perché non canti anche tu?

LEONARDO: Io?

ANTONIO: Ah, ah, papà che canta…

ADELAIDE: Beh si… ah già, giustamente non sapete che prima che nasceste voi, vostro padre ha fatto ridere a mezza nazione con le sue macchiette… ha registrato addirittura un disco!

PAOLA: Nel senso “Chi ha avuto lo stomaco di farglielo incidere”?

ADELAIDE: Sorellina cara… tu seguivi Leo ovunque se ti ricordi… e quanto cantava “T’è piaciuta” e “Mazza, pezza e pizzo” ti sganasciavi dalle risate… cara signora!

SANDRA: E allora papà cantaci una canzone…

LEONARDO: Ma i cantanti siete voi… io ero un simpatico fantasista…

ADELAIDE: Si ma lavorasti con grandi attori però…

LEONARDO: Ma quando io ero ragazzo era diverso però… altri tempi, altra gente, altri gusti!

RITA: E canta per noi allora… facci divertire con una macchietta!

LEONARDO: Ma non so neanche se mi ricordo più le parole…

GAETANO: Uffa… e che ti vuoi far pregare?

LEONARDO: Sai che non sono il tipo…

ENZA: E cantatela ‘sta macchietta… state facendo partorire la ciuccia!

FRANCA: Si è fatto rosso come un gambero!

ANTONELLA: E andiamo… i bambini saranno contenti…

LEONARDO: Ma non è il momento… dobbiamo organizzare uno spettacolo… e poi, io che mi metto a fare in mezzo…

GAETANO: Tu sei l’artefice di tutto questo (indica i bambini)… e mò dai il buon esempio… canta e stai zitto!

LEONARDO: Devo cantare o devo star zitto?

GAETANO: Stai zitto per dire canta…

LINO: Maestro, canta!

SANDRA: E papà dai…

LEONARDO: E va bene … Siore e siori…

ENZA: (prendendolo in giro) Siamo venuti in questa publica piassa…

LEONARDO: Spiritosa… signore e signori, dal mio repertorio di macchiette napoletane, canterò per voi “I due gemelli”, una canzone della premiata coppia Cioffi e Pisano!

LUISELLA: E sta bene!

LEONARDO: Maestro… musica!

CANZONE LEONARDO: I due gemelli (o una qualsiasi altra celebre macchietta napoletana – A scelta del curatore dell’allestimento)

ANTONIO: Che forza!

LUISELLA: Bravissimo…

(Buio in scena – Le luci sono soffuse e Leonardo è da solo in scena. Prende da un posto nascosto uno scatolone e lo apre, estrae tre cappelli tra cui una pagliette con tre pizzi… e li prova tutti e tre… si guarda allo specchio e scoppia in una sonora risata)

FINE SECONDO ATTO

TERZO ATTO

(Nella casa di Leonardo ci sono Enza che pulisce con la scopa e dopo si siede, poi Luisella, Antonella, Adelaide e Magda che sono sedute. Parlano mentre prendono il caffè)

PRIMA SCENA: Casa di Leonardo

Personaggi: Antonella, Adelaide, Enza, Magda, Luisella

ANTONELLA: Quando mia figlia viene a giocare con Antonio e Sandra non se ne vorrebbe mai andare…

ADELAIDE: I bambini prima di imparare a cantare, a ballare… imparano a stare insieme, ad essere uniti, compatti… e questa è la cosa più importante!

ENZA: In questi giorni però stanno lavorando tanto! …

MAGDA: I nostri bambini non ce la fanno più!

ENZA: Io ho mia figlia che è stanchissima… ma va bene così… dico sempre che quando in questa casa hanno preso a lavorare me… è come se avessero assunto pure lei…

LUISELLA: Però che brave persone che sono i loro maestri…

ADELAIDE: Leonardo ogni volta che si sente chiamare “maestro” scoppia a ridere…

ANTONELLA: Ma ora hanno finito di provare?

ADELAIDE: Stasera c’è la prova generale…

ENZA: Ma so che devono cantare anche in inglese… la mia Margheritina lo studia dalla prima elementare…

LUISELLA: Oggi le cose sono cambiate… sembra che i bambini imparano prima a studiare l’inglese e dopo imparano a parlare l’italiano…

MAGDA: Se lo imparano…!

LUISELLA: Io da ragazza, dopo aver fatto la scuola tornavo a casa e dovevo lavare i piatti, aiutare mia madre… io ero l’ultima figlia, mia madre era anziana… le dovevo dare una mano per forza… ero anche l’unica figlia… i miei fratelli pensavano ad altro… e nei pomeriggi pieni di lavoro dovevo anche pensare a studiare, perché avevo paura di andare male all’interrogazione… e se portavo un brutto voto a casa, non solo ero carica di vergogna, ma mia madre si arrabbiava… perché diceva che di ignoranti in casa ce n’erano già troppi… e qualcuno con una testa sulle spalle ci voleva… qualcuno che usasse le mani anche per scrivere… perché mia madre si è sempre lamentata di non aver mai avuto la possibilità di studiare, e quello che non ha fatto lei, voleva che lo facessi io… quasi come se io dovevo riscattare la nostra famiglia… anche se tante volte le persone che vengono chiamate “ignoranti” parlano meglio di quelle che sanno parlare bene, senza errori, e che azzeccano tutti i verbi… sono più sincere…

MAGDA: Io, devo andare a prendere mia figlia… chi mi fa compagnia? …

ENZA: Io non posso, devo rifare i letti sopra!

ADELAIDE: Io devo aspettare Paola…

ANTONELLA: Io mi guardo i bambini di là…

LUISELLA: Ti faccio compagnia io…

(Escono Luisella e Magda. Luci spente. Quando si riaccendono sono tutti in scena che provano alcune canzoni. Oltre ai bambini e alle mamme che sono in disparte, ci sono Gaetano e Rita. Leonardo non è in scena)

SECONDA SCENA: Casa di Leonardo (le prove generali)

Personaggi: Antonella, Adelaide, Enza, Magda, Luisella, Franca, Gaetano, Rita, bambini

RITA: Pronti? … Posizione, attenzione, tutti vicino al muro…

GAETANO: Eh, sembri che devi fucilare qualcuno!

RITA: Stupido, allora siete pronti? … Mi raccomando bambini, queste sono le prove generali, domani sera abbiamo lo spettacolo… non facciamo brutte figure… è la nostra grande occasione!

ADELAIDE: Ma Leonardo?

GAETANO: E’ in tipografia…

ADELAIDE: Ma si sono venduti biglietti… non so… sembra che qui tutto dorme… all’organizzazione esterna chi ci sta pensando?

GAETANO: Io penso che se la vede Leonardo…

RITA: Parliamo dopo… adesso facciamo questa prova… poi se Leonardo viene in tempo, gli facciamo vedere il risultato…

CANZONE BAMBINI (A scelta del regista, o di chi ne cura l’allestimento)

TERZA SCENA: Hall di un teatro

Personaggi: Leonardo, Antonella, Adelaide, Enza, Magda, Luisella, Franca, Gaetano, Rita, Vittorio Bassi, Caro Direttore, Segretario del Caro Direttore, Prima maschera del teatro, Seconda maschera del teatro

(Si spengono le luci. La scena parte dal pubblico. Bambini, mamme e maestri camminano in fila per raggiungere il palcoscenico. L’ambientazione è la hall di un teatro. Sul palcoscenico ci sono due “maschere” che staccano i biglietti, e alcune persone entrare)

Dal pubblico:

LEONARDO: Allora bambini siete pronti?

PAOLA: Leo, che emozione!

RITA: Allora? Entriamo?

LUISELLA: Bambini, tenetevi per mano che adesso entriamo!

ENZA: Io chiudo la fila… li conto di nuovo… uno, due, tre, quattro… (svanisce lentamente la sua voce, tra i bambini che farfugliano)

ADELAIDE: Fate andare Leonardo davanti!

LEONARDO: Seguitemi…

GAETANO: Ma io stasera sto tra le quinte…?

LEONARDO: Si, li segui da là…

(Avanzano e salgono sul palcoscenico quasi tutti, qualcuno rimane ancora sullo scalino attaccato al centro del proscenio che collega il palco con la platea)

PRIMA MASCHERA: Prego biglietti…

LEONARDO: Guardi, noi siamo… i “Cuori nel sole”…

SECONDA MASCHERA: Per le compagnia c’è lo sconto… avete il tesserino?

LEONARDO: No… Ma noi siamo… cioè noi stasera abbiamo uno spettacolo qui!

PRIMA MASCHERA: Chi?

LEONARDO: Noi stasera abbiamo uno spettacolo qui…

PRIMA MASCHERA: Ma voi chi siete?

LEONARDO: La compagnia “Cuori nel sole”… ma il signor Bassi non le ha detto niente… noi siamo quello dello spettacolo “Teatro, che passione!”

PRIMA MASCHERA: Ma noi stasera abbiamo un altro spettacolo…

SECONDA MASCHERA: Guardi questo volantino…

ADELAIDE: Mi scusi, mi faccia parlare con il signor Bassi…

PRIMA MASCHERA: Lei chi è?

ADELAIDE: Sono una sua amica…

PRIMA MASCHERA: Ma è impegnato… stasera abbiamo uno spettacolo, lo capite o no?

GAETANO: Si dia il caso che lo spettacolo che c’è stasera sia quello che dovremmo fare noi!

LEONARDO: Ecco…!

SECONDA MASCHERA: Ma che… scusi, guardi… questo è il programma… lo spettacolo è un altro… la compagnia è un’altra…

ADELAIDE: Ma si può parlare con questo signor Bassi?

PRIMA MASCHERA: Guardi, io lo vado a chiamare… ma le dirà la stessa cosa che le ho detto io… di voi non so niente… (esce per andare a chiamare il signor Bassi)

RITA: Cose da pazzi!

ANTONIO: Papà che succede?

LEONARDO: Niente, un equivoco che si chiarirà subito…

LINO: E speriamo!

SECONDA MASCHERA: Scusi, però lei qui non può stare… stiamo aspettando un grande nome della politica che è venuto ad assistere lo spettacolo…

(Intanto, arriva Vittorio Bassi con la prima maschera)

BASSI: Buonasera, allora che succede qui? … Cos’è tutto questo chiasso nel mio teatro?

LEONARDO: Signor Bassi, buonasera… sono Leonardo…

BASSI: Mi dica…

LEONARDO: Come mi dica? … Lo spettacolo di questa sera!

BASSI: Che fa?...

EFFETTO SONORO: Auto che arriva e frena

(Arriva il caro dottore con il suo segretario, e si ferma nella hall del teatro. Bassi si fionda su di lui, insieme con le due maschere)

BASSI: Buonasera…

CARO DOTTORE: Oh, buonasera Bassi… sono in ritardo?

BASSI: No, dottore è in perfetto orario…

CARO DOTTORE: Sa com’è… il mio segretario mi ha fatto far tardi… volevo venir prima perché dovevo parlare… ma forse è stato meglio così… parleremo di cose nostre domani, magari vieni a trovarmi in ufficio prima di pranzo!

LEONARDO: Scusate… noi abbiamo uno spettacolo!

BASSI: (sottovoce al “caro dottore”) Dottore, metto a posto questa cosa e sono da lei, intanto si accomodi, prenda un caffè… voi (rivolto alle maschere) fategli compagnia e mi raccomando…!

ADELAIDE: Vittorio…

BASSI: Dica signora?

ADELAIDE: Vittorio… ma come? … Eravamo tutti d’accordo… ho fatto venire Leonardo…

BASSI: Leonardo sarebbe lui…

LEONARDO: Signor Bassi ma ci siamo visti una decina di giorni fa… lei mi ha detto che per stasera organizzava uno spettacolo…

BASSI: Io? …

LEONARDO: Si, lei si era così entusiasmato all’idea di uno spettacolo di bambini… ha detto che stasera potevano esibirsi… mi ha anche promesso di impegnarsi lei stesso a distribuire manifesti, inviti, biglietti…

BASSI: Forse lei si sbaglia…

LEONARDO: Ma no… anzi, lei mi ha anche dato del tu…

BASSI: Io? … No guardi, lei si sbaglia…

RITA: Ma lei ha detto che stasera c’era lo spettacolo!

BASSI: Si infatti, c’è uno spettacolo…

GAETANO: Ma non è il nostro!

BASSI: Beh certo… stasera abbiamo una compagnia (fa un gesto con la mano per indicarne l’alto valore artistico)… bravissimi!

LEONARDO: E noi? Guardi che abbiamo portato i bambini...

BASSI: No, i bambini no… fanno troppo chiasso nel pubblico… stasera abbiamo ospiti illustri in platea… se volete, nei prossimi giorni, vi faccio avere degli sconti per vedere altri spettacoli e portare anche i bambini…

ADELAIDE: (Tra sé e sé) Che figlio di…

BASSI: Ora scusatemi… (raggiunge il caro dottore con il suo segretario, e le maschere che lo sorvegliano come guardie del corpo) Ecco fatto dottore…

CARO DOTTORE: Oh ecco… (e se ne escono a braccetto)

(Le mamme con i bambini e i maestri si siedono sul proscenio) …(Si sente la campanella. Tra pochi minuti comincia lo spettacolo, ma non il loro)…

PAOLO: E noi quando entriamo?

RITA: Stasera forse non entriamo… sapete…

LEONARDO: Si… sapete perché? Perché c’era una gara… stasera faceva lo spettacolo chi arrivava prima… noi siamo arrivati al secondo posto… abbiamo fatto tardi…

RITA: E non abbiamo vinto!

 

GAETANO: E quando mai!

LEONARDO: Ma non ci buttiamo giù… via, via… la prossima gara… arriveremo primi e faremo il nostro spettacolo…

LINO: E stasera che facciamo?

LEONARDO: Stasera… stasera… stasera niente... andiamo a dormire che si è fatto tardi per voi… ma domani si ricominciano le prove!

(Tutti quanti insieme urlano felici “Si, viva, che bello!”).

QUARTA SCENA: Casa di cura per anziani “Giorni sereni”

Personaggi: Suor Letizia, Suor Natalina, Suor Serena, Leonardo, Lino (anziano), Sandra (anziana), Adelaide, Rita, Paola, Gaetano

Sipario chiuso. Una voce fuori campo dice “Sessant’anni dopo da quella sera” Quando si apre il sipario tre suore stanno discutendo tra di loro.

SUOR LETIZIA: Per questa sera ho invitato anche il nostro Vescovo…

SUOR NATALINA: Che bello… il nostro monsignore che viene a vedere uno spettacolo interpretato dai nostri ospiti!

SUOR LETIZIA: Tanto più che oggi è il compleanno del nostro più anziano ospite… oggi il nostro Leonardo compie 99 anni, l’anno prossimo, se Dio vuole, faremo una grandissima festa per il suo centenario!

SUOR SERENA: Sua moglie neanche scherza… anche lei ha più di novant’anni…

SUOR LETIZIA: Che il Signore mantenga loro sempre in buona salute…

SUOR SERENA: Stasera vedranno anche i figli recitare…

SUOR NATALINA: Fa ridere questa cosa… padri e figli nella stessa casa di cura…

SUOR LETIZIA: (rimprovera suor Natalina) Suor Natalina!

SUOR SERENA: Ma che dici?

SUOR NATALINA: E non lo dico allora… ma anche se non lo dico mi viene da ridere lo stesso!

(Escono e si spengono le luci… quando si riaccendono le luci al centro del palcoscenico ci sono un gruppo di artisti “invecchiati”, sono i bambini che dopo tanti anni sono tornati alla loro prima passione, ed organizzano uno spettacolo per i loro nipotini)

SANDRA (anziana): Papà stasera facciamo successo!

LEONARDO: Eh…

(Gli artisti sono al centro del palco e vengono presentati da Suor Letizia, da spalla Suor Serena)

SUOR LETIZIA: Miei cari signore e signori, ma soprattutto cari bambini, sono felicissima che siate venuti tutti per ammirare il grande lavoro che i nostri ospiti hanno realizzato… sembra infatti che siano ritornati tutti bambini, e felici di giocare, divertirsi e divertire gli altri!

SUOR SERENA: In bocca al lupo quindi ai nostri eterni ragazzi!

LINO (anziano): Voglio dire una cosa…

SUOR LETIZIA: Prego…

LINO (anziano): Sapete… è da quasi settant’anni che preparo questo spettacolo!

SUOR LETIZIA: Si?

LINO (anziano): Vede come siamo uniti? … Lo siamo sempre stati… da quando eravamo bambini… è come se non fossimo mai cresciuti… però mi fa piacere una cosa… che stasera ci sono bambini nel pubblico, che mi ricordano un po’ quando ero bambino io…

SUOR LETIZIA: I suoi nipotini saranno felici di avere un nonno così pieno di vita!

SUOR SERENA: Così divertente!

LINO (anziano): Grazie… bambini, questo spettacolo è per voi!

(Le due suore escono, e parte la canzone finale. Gli anziani si mettono in disparte, dinanzi alla quinta destra)

CANZONE (A scelta del regista o di chi ne cura l’allestimento)

LEONARDO: (con un fil di voce, rivolto a Paola, a Rita, ad Adelaide e a Gaetano, ormai tutti della stessa età) … Avete visto… che vi dicevo?... Alla fine, il nostro spettacolo l’abbiamo fatto…

(Leonardo posa le mani sul suo bastone, non riuscendo ad applaudire con forza. Adelaide, Rita, Paola e Gaetano applaudono… Rita si asciuga una lacrima)

SIPARIO