I pensieri di Elisa

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I PENSIERI DI ELISA

I PENSIERI DI ELISA

Commedia in due atti di Claudio Severini

Elisa: 20 Anni, sportiva, salutista, amante della psicologia, ma iscritta all’università al secondo anno della facoltà di chimica.

Franca: 20 anni, elegante, femminile, amica di Elisa dai tempi del liceo, si confidano tutto, studiano insieme, frequentano la stessa facoltà.

Giovanni: 45 anni, giovanile, simpatico, farmacista, padre di Elisa, sposato da 20 anni con Mara,  quarantenne, insegnante di lettere molto impegnata nel suo lavoro, nella politica e nel sociale.

La scena si svolge nel salotto tinello di casa di Elisa: un tavolo quadrato o tondo con 4 sedie, la comune sul dietro centrale e sulla destra la porta della cucina. Una credenza con piatti e cassettiera con tovaglia e tovaglioli.  Sul fondo un albero di Natale.

ATTO 1

23 dicembre 1970. Dopo le occupazioni studentesche si è appena riaperta l’università con appelli mensili.

Scena 1 – (Elisa e Franca)  Sul tavolo molti libri,  stanno studiando chimica generale 2.

ELISA

Maledetto ’68! Non so mica se ci è convenuto avere gli appelli mensili. Fino a due anni fa un esame a gennaio non ci sarebbe mai stato. Quindi a Natale le vacanze erano vacanze!

FRANCA

Sulle vacanze di Natale hai ragione, ma lo sai che che, al secondo anno di chimica pura, a giugno,  si dovevano fare sei esami! E in caso di bocciatura si passava direttamente all’anno dopo! E le vacanze che ti rovinavi erano quelle estive, che è peggio!

ELISA

Se almeno il professor Furlan ci rendesse la vita più facile! Già sul libro non si capisce niente…se guardi gli appunti per schiarirti le idee la cosa si fa ancora più drammatica… Avevo ragione io a voler fare psicologia…altro che chimica!

FRANCA

Ma psicologia a Roma non c’è! Che volevi ripiegare su sociologia?

ELISA

No, no! Tutta una classe con l’eskimo addosso non la sopporterei proprio.

FRANCA

Poi tuo padre è farmacista no?! Ti può sempre dare una mano!

ELISA

Se ti dico una cosa segreta…te la tieni per te?

FRANCA

Certo.

ELISA (sottovoce)

Mi sa che i farmacisti, di chimica, non sanno un cavolo!

FRANCA (ridendo)

Non farti sentire dal genitore!

ELISA

Per mia madre invece esistono solo il latino e l’italiano, e proprio in quest’ordine! Anche se da un po’ si è affacciata all’orizzonte un’altra materia: il sindacato e i gruppi femministi! non se ne lascia scappare una! Passa più tempo al consultorio che al lavoro e a casa messi insieme!

FRANCA

E ti lamenti? Pensa che mia madre mi sta sempre tra i piedi…consigli del giorno: sistema la tua camera, metti i panni sporchi nella cesta, dammi una mano a stirare e impara a cucire, e se non sai cucinare nemmeno un uovo come pensi di sposarti?…il decalogo della perfetta donna di casa…almeno la tua se la prende con i datori di lavoro e coi maschilisti, mica coi familiari!

ELISA

Io penso…

FRANCA

Ci siamo…

ELISA

Come?

FRANCA

Quando dici così sei sempre pericolosa…tu pensi?

ELISA

Io penso che l’unica possibilità di vivere felici sia su un’isola deserta: nudi, vegetariani, e soli.

FRANCA

Bello!…E se ti viene il mal di testa?

ELISA

Papà mi porta un Optalidon no?

FRANCA

Isola deserta, ma con farmacia di turno!

ELISA

Io penso…

FRANCA

Rieccoci…cosa?

ELISA

…che se uno vive nudo ed è vegetariano il mal di testa non gli viene.

FRANCA (come in uno spot pubblicitario)

Un piatto di cicoria senza mutande…l’ultimo ritrovato contro l’emicrania!

ELISA

Essere nudi non vuol dire solo essere senza mutande!

FRANCA

Perché,  tu quando pensi a un uomo nudo…lo immagini con gli slip?

ELISA

Certo…

FRANCA

Eh?

ELISA

…che no!

FRANCA

Ah!

ELISA

…ma in questo caso “nudo” vuol dire “immerso nella natura”!

FRANCA (con intenzione)

Di chi?

ELISA (ride accorgendosi del doppio senso)

Nella “tua” no! E’ da un anno che sei da sola.

FRANCA

Ah! E nella “tua” invece sì?

ELISA (giocando)

Io un ragazzo ce l’ho.

FRANCA

Chiamalo ragazzo! Mi pare che tra voi ci sia qualche anno di differenza! Ce la fa ancora?

ELISA

Certo che ce la fa! Non è solo il fisico che conta! E’ la testa!

FRANCA

Per questo è a posto…i capelli no…ma la testa ce l’ha! (ride) E anche grossa!

ELISA

Invidiosa!

FRANCA

Non credo!…A parte gli scherzi…sono contenta che almeno tu abbia trovato l’uomo giusto.

ELISA

E’ che tu di esperienze ne hai avute un bel po’ e ora sei un po’ difficile…Hai lasciato Vito solo perché all’università ha scelto medicina!

FRANCA

…e perché dopo la laurea vuole specializzarsi in ginecologia…Ma ci pensi? Tuo marito esce di casa la mattina e sai già che andrà a guardare una ventina di altre…eh!...Mi spieghi che ti puoi inventare la sera quando ritorna a casa per convincerlo a dare un’occhiata anche alla tua?

ELISA

Da questo punto di vista non hai tutti i torti…ma l’amore è un’altra cosa…

FRANCA

Beata te che ci credi! L’amore, se esiste…io non l’ho ancora incontrato! E non sopporto di fingere!

ELISA (guardando l’albero di Natale)

Giusto! Abbasso le finzioni! Io, per esempio, non sopporto il Natale.

FRANCA

Perché? Che ti ha fatto?

ELISA

La ricerca spasmodica di un regalo intelligente, carino, che non costi troppo ma soprattutto…che non abbia già fatto l’anno precedente!…Mi uccide!

FRANCA

Io ho trovato una mia risposta a questo dilemma.

ELISA

E quale?

FRANCA

Io regalo un oggetto che poi ha bisogno di altri oggetti…

ELISA

Eh?

FRANCA

Non so, ad esempio regalo una macchina fotografica…spesa iniziale forte, ma poi…per gli anni a venire…borsa, flash, obiettivi, cavalletto, paraluce, lenti per la macro e se la cosa piace e prende piede…ingranditore, carta fotografica, tank per lo sviluppo del rullino…per non parlare di libri di fotografia, abbonamenti annuali a “tutti fotografi” eccetera eccetera eccetera. Dieci anni di regali garantiti. E senza stress!!

ELISA

Io penso…

FRANCA

Oggi ti stai superando…

ELISA

…che la cosa migliore e meno dispendiosa sia regalare una cosa con scadenza…di 12 mesi. Così l’anno dopo compri la stessa cosa dell’anno prima e così via per tutti gli anni a venire!

FRANCA

Bisognerebbe fare una ricerca per vedere se il regalo ideale sia un bidone di olio di oliva o un prosciutto di montagna. Meglio orientarsi allora su una cravatta…con l’olio di oliva si macchia di sicuro e all’anno dopo non ci arriva mai!

ELISA

Siamo in ritardo, c’è chi ci ha già pensato…ecco perché mia madre a mio padre regala sempre cravatte!

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Scena 2 – (Elisa, Franca e Giovanni)

GIOVANNI (entrando con una busta con la spesa)

Ciao Eli, state ancora studiando?

FRANCA

Buon giorno signor Giovanni.

GIOVANNI

Ancora con questo “signor”! Quando ti deciderai a darmi del “tu” sei quasi una della famiglia ormai!

FRANCA

Ci proverò. Buon giorno Giovanni.

GIOVANNI

Ora va bene. (a Elisa) La mamma non è ancora tornata?

ELISA

No. Oggi doveva tornare prima perché, essendo l’ultimo giorno prima delle vacanze, a scuola ha la “lezio brevis” però ha detto che dopo c’era un concerto dei ragazzi della sua classe, quindi invece di venire come al solito all’una…dovrebbe venire per le due.

GIOVANNI (fa per avviarsi in cucina)

Io intanto comincio a cucinare…oggi spaghetti alle vongole veraci…

FRANCA

Buoni!

ELISA

Eh sì. Mio padre è uno specialista…sui primi è imbattibile. Infatti lui vince nel senso della pasta e noi guadagniamo nel senso della cellulite!

GIOVANNI

Guarda che, come farmacista, ti posso assicurare che un buon piatto di pasta, cucinato come si deve, non ha mai fatto male a nessuno! Vado a preparare. (va in cucina)

ELISA

Se ti dico una cosa segreta…te la tieni per te?

FRANCA

Lo sai.

ELISA (sottovoce)

Mi sa che i farmacisti, di diete, non sanno un cavolo!

FRANCA (ridendo)

Ma non farti sentire!...Però almeno lui cucina bene!

ELISA

Questo sì. E’ molto più bravo di mia madre! Anche perché lei non ha mai tempo. Compra gli affettati e apre le scatolette!

FRANCA

Mi fa strano vedere un uomo che si dà da fare attorno ai fornelli. Mio padre non sa fare nemmeno il caffé.

GIOVANNI (rientrando)

…poi anche un piatto di pasta può essere leggero. Basta non usare grassi animali, olio extravergine…non fritto. Come nel caso delle vongole. Volete sentire la ricetta?

FRANCA

Certo. Così poi a casa provo a farla e faccio contenta mia madre.

ELISA

Sulle ricette non c’è nulla da dire…non per niente è farmacista no?!

GIOVANNI

Prima le lascio schiudere con un po’ d’acqua, poi le tolgo e filtro l’acqua in cui si sono schiuse. A parte faccio soffriggere appena un filo d’olio e uno spicchio d’aglio in camicia. Aggiungo le vongole, un po’ dell’acqua di prima e faccio cuocere un po’. Poi tolgo l’aglio. Una spruzzata di vino bianco che faccio evaporare a fuoco vivace. A chi piace un po’ di prezzemolo e, se occorre, ancora un filo d’olio a crudo. Provare per credere.

ELISA

Ecco non c’è che da provare. Perché non ti fermi a pranzo con noi? Così dopo continuiamo a studiare un altro po’. 

FRANCA

L’acquolina in bocca già mi è venuta. Se non disturbo…

GIOVANNI

Ma che scherzi? Ho comprato un chilo di vongole!…(va in cucina canticchiando)

ELISA

Adesso lo hai fatto contento.

FRANCA

Per così poco?...Guarda che se è così io ci vengo un giorno sì e uno no a mangiare a casa tua!

ELISA

A mio padre piace stare in compagnia. (Giovanni canta ad alta voce in cucina) Lo senti? E’ come un bambino!

FRANCA

Ma ci pensi? Come è diversa la gente. Tuo padre canta e cucina. Mio padre, quando è a casa, mugugna e guarda la tele.

ELISA

Io penso…

FRANCA ( tra sé)

Ci mancava…

ELISA

…che la televisione ha il video…e se si guarda troppo si diventa “vidiota”.

FRANCA

Giusto: videodipendente, sinonimo di “vidiota”. Posso avvertire a casa che non torno a pranzo?

ELISA

Certo. Il telefono è lì. (Franca va al telefono e compone il numero, Giovanni rientra, lei parla con la madre in secondo piano)

GIOVANNI

Visto che siamo in quattro oggi pranziamo qui in tinello. Sgomberate i libri che apparecchiamo? Sono quasi le due e tua madre dovrebbe arrivare da un momento all’altro. (Elisa comincia a sgomberare, Giovanni va in cucina))

FRANCA

Prendo i piatti e le posate. (va in cucina, Elisa poggia i libri sulla credenza, dalla cucina si sente ridere)

ELISA (dal tinello, mettendo la tovaglia e i tovaglioli che ha preso da un cassetto)

Che è questo chiasso?

FRANCA (con piatti e postate, ancora sorridendo)

Ma tuo padre quando cucina si mette sempre la parannanza e il cappellone bianco da cuoco?

ELISA

Sì. E’ stato un regalo di compleanno…azzeccato pare.

FRANCA

Gliel’hai fatto tu?

ELISA (nel frattempo mettono i piatti sulla tavola)

Macchè. Il suo amico del cuore. Un dentista. Amante della buona cucina e della pasta…al dente logicamente.

FRANCA

A un dentista non si poteva chiedere altro…

ELISA

Anzi, come dice lui…alla “zanna”.

FRANCA

Vado a prendere i bicchieri.

ELISA

Sì. E dì all’uomo col cappellone bianco che può buttare la pasta. Ormai le due sono passate. La mamma è in arrivo…o, come capita a volte, all’ultimo momento chiamerà per dire che non viene.

FRANCA

Vado, riferisco e torno. (va verso la cucina. Squilla il telefono) Sarà tua madre che avvisa che non viene?

Scena 3 – (Elisa al telefono, poi Giovanni al telefono)

ELISA

Ciao mamma. Sì stiamo per metterci a tavola. C’è anche Franca a pranzo con noi…Te lo passo…Papà!

GIOVANNI (sottovoce)

Chi è?

ELISA (quasi mimando)

Mam-ma…

GIOVANNI (rassegnato)

Non viene. (lei assente come per dire ”che vuoi che ti dica” ed esce, lui prende la cornetta) Ciao Mara. Il concerto è finito? Ma non vieni a pranzo. Per i regali. Ho capito. Vai con Carla a fare gli ultimi acquisti. Manca anche il mio di regalo?...Ah. Allora sei scusata…Non torni prima delle otto. E certo! Sei ore per scegliere una cravatta ci vogliono tutte…No. Niente…era  una battuta. Va bene. Peccato. Ho fatto gli spaghetti alle vongole…Te li lascio per cena?...Non posso. Perché? Non lo sai che dopo un’ora dalla cottura le vongole diventano nere come le gondole e si trasformano in cozze?...Va bene amore. Ci vediamo dopo. Ti voglio bene. (chiude)

FRANCA (Rientrando con due bottiglie, vino rosso  e acqua)

Aveva ragione Elisa?

GIOVANNI

Su cosa?

FRANCA

Aveva detto che la madre avrebbe chiamato per dire che non veniva a pranzo.

GIOVANNI

Ragione su tutta la linea. Ma facile da prevedere. Succede spesso. Mia moglie è impegnata in troppe cose e a volte non riesce nemmeno a mangiare. Togliamo un coperto va…(toglie il piatto, il bicchiere  e la forchetta)

FRANCA

Mi dispiace…(gli fa una carezza sul braccio)…cercheròdi mangiare il doppio per vederti ancora contento.

GIOVANNI

Grazie, sei carina.

FRANCA (un attimo di imbarazzo tra i due poi lei toglie il tovagliolo)

Questo dove va?

GIOVANNI (indica la credenza)

Lì.

                                                                                                 

Scena 4 – (Elisa e Franca) Elisa entra, il padre esce e Franca mette il tovagliolo nel cassetto.

ELISA (si è accorta del momento di imbarazzo)

Che è successo? Mi sono persa qualcosa?

FRANCA (è in imbarazzo)

No. Niente. Avevi ragione. Tua madre non viene a pranzo.

ELISA

E la cosa ti imbarazza?

FRANCA

No. Sono dispiaciuta per tuo padre. Ci è rimasto male. Mi ha fatto…compassione.

ELISA

E’ un classico. Ormai ci sarà abituato. Lui ha scelto un lavoro con orari fissi e giorni di riposo e ferie precisi. Mia madre oltre all’insegnamento, che le lascia tanto tempo libero, si dedica a mille altre cose, quindi spesso non si incontrano. Dopo vent’anni se ne sarà fatta una ragione! Inoltre quando si sono sposati io ero in arrivo, mio padre si era appena laureato e mia madre era al secondo anno di lettere. Dopo la mia nascita si è laureata ed ha cominciato subito ad insegnare. A casa c’è stata sempre poco. Hanno scelto loro.

FRANCA

Magari la scelta di tuo padre è stata un po’ obbligata, non credi? Doveva pure mandare avanti la famiglia!

ELISA

Se avesse avuto altri desideri poteva cercare di realizzarli anche dieci o dodici anni fa. Ormai anche mia madre lavorava. La famiglia la mantenevano in due.

FRANCA

Magari è ancora in tempo!

ELISA

A quarantacinque anni? Ormai quello che è fatto è fatto.

FRANCA (si lascia trasportare)

Guarda che tuo padre è un bell’uomo, è ancora giovanile, brillante e…attraente.

ELISA

Ti piace mio padre!

FRANCA

Non esagerare adesso…per un momento…prima…mi ha fatto tenerezza. L’avrei abbracciato…

ELISA

Ma se ha venticinque anni più di te!

FRANCA

Senti da che pulpito. (abbassando la voce)  Sbaglio o c’è una ragazza qui presente che da quasi un anno ha un relazione con l’assistente di stechiometria? Non ha quarantacinque anni anche lui?

ELISA (di botto)

No! Quaranta!

FRANCA

Bella differenza! E’ pure pelato! Guarda che quaranta anni del tuo “prof” sono peggio dei quarantacinque di tuo padre!

ELISA

Almeno lui è scapolo! Non ha moglie e tanto meno una figlia della mia età! Che per di più è la mia migliore amica!

FRANCA

Su questo hai ragione. Comunque tranquillizzati. E’ stata solo una mia sensazione esagerata. Non è successo niente. Tuo padre nemmeno se n’è accorto!

ELISA (rinfrancata)

Io penso…

FRANCA

Dai, una bella chiosa…

ELISA

che quando a un cane gli scappa la pipì in spiaggia…il palo di un ombrellone gli deve sembrare un platano.

FRANCA

Eh?

ELISA

E’ da quasi un anno che non esci con nessuno…

FRANCA

Ma dai! Mi vuoi paragonare a un cane con la diuresi?

ELISA

Eh! Gli ormoni! Ti attaccano all’improvviso! E non te ne accorgi! (il padre la chiama dalla cucina) Vengo!...(a Franca) E non te ne accorgi! (esce)

 

Scena 5 – ( Franca sola,poi con Giovanni)

FRANCA (si guarda intorno, pensierosa, vede delle foto sulla credenza. Le guarda con interesse seguendo il corso dei pensieri. Si sente confusa, suo malgrado, trasportata a provare una tenerezza struggente che le riempie il cuore di calore, un sentimento che non cerca verità assolute, ma è disposto a scusare a comprendere, a partecipare, condividere. Un sentimento maturo, adulto, in un cuore di venti anni, le sfugge un sospiro per il grande coinvolgimento)

Ahh!

GIOVANNI (entra con una bottiglia di vino bianco)

Con le vongole esclusivamente vino bianco ghiacciato! Il rosso non va. Meriteresti una sculacciata.

FRANCA (mettendosi come in posa)

Allora ne merito due!

GIOVANNI

Perché?

FRANCA

Una per il vino e l’altra per aver  guardato senza permesso le foto di famiglia, e ne ho anche vista una tua in costume da bagno… Pronta per la punizione…

GIOVANNI (imbarazzato ma al gioco)

Mi sa che sei troppo grande per la sculacciata del vino e troppo piccola per quella del costume da bagno…

FRANCA (intrigante)

Allora fammi una carezza e perdonami per tutte e due le marachelle.

GIOVANNI

Farò di più…ti darò un bacio!

FRANCA

Mi sembra una giusta punizione!

GIOVANNI (giocando)

Occhi chiusi!

FRANCA (esegue, chiude gli occhi e protende le labbra)

Ecco.

GIOVANNI (le prende la testa tra le mani, sembra che la baci sulle labbra, invece le schiocca un bacio in fronte)

Ecco fatto! Punita e perdonata!

FRANCA (delusa)

Non vale! Non sono una bambina di dieci anni!

GIOVANNI

Sei una “bambina” di venti…( a se stesso per convincersi)… E’ una bambina, una bambina…una bambina…potrebbe essere mia figlia…è una bambina di venti anni…e ho una moglie che a venti anni aveva…una bambina…No. Così la cosa peggiora! Vado a scolare la pasta se no si scuoce.  (esce di corsa)

Scena 7 – (Elisa e Franca) Elisa entra, il padre esce. E’ venuta perché sente che deve bloccare la situazione

ELISA (attacca)

Insomma la smetti di fare la smorfiosa con mio padre?

FRANCA

Non sto facendo la smorfiosa. Stavamo solo scherzando! Lo facevo per tirargli su il morale! Ma perché ti da tanto fastidio? Non è che sei afflitta da una strana forma di gelosia per caso? Che hai il complesso di Elettra? E’ tuo padre, mica il tuo uomo!

ELISA

E’ mio padre! Ma tu, se io venissi a casa tua a fare l’intrigante con il tuo, saresti contenta?

FRANCA

 A parte il fatto che il mio “matusa” con la Tv accesa non si accorgerebbe nemmeno se tu gli facessi la danza dei sette veli, essendotene messi solo sei!...E poi: magari! Una botta di vita in quella bicocca a parabola discendente ci vorrebbe proprio. Se vuoi sei la benvenuta, ma ti ricordo che “papà-matusalemme” di anni ne ha compiuti sessanta e il suo peso forma ormai è vicino al quintale.

ELISA

Bèh! Mio padre ne ha quarantacinque ed è sposato con mia madre da venti. E non mi sembra il caso che tu ci ficchi il naso! Ti ho visto sai fare l’intrigante…e ti conosco. Ti ho già visto all’opera più di una volta.

FRANCA

All’opera? Ma che sei una monaca reazionaria?Ti ripeto che era solo uno scherzo innocente! E poi, se a tua madre importasse un po’ di più di lui, sarebbe qui a pranzo e non in giro, non si sa con chi, a fare i regali di Natale! E se non si trattasse di dei tuoi genitori sarebbe chiaro anche per te!

ELISA

A me sembra chiaro che la devi smettere e basta.

FRANCA

Perchè se no che mi fai?

ELISA

Guarda che ti faccio rimpiangere…

FRANCA

Hai torto e vuoi avere ragione per forza!

ELISA

Zoccola!

FRANCA

Fascista!

ELISA

Adesso basta! (fa per lanciarsi)

FRANCA

Basta, basta! (stanno per accapigliarsi)

GIOVANNI (entrando con la zuppiera fumante)

Pasta! Sì eccola è pronta! La pasta! A tavola! (le due si fermano e vanno a sedersi come se nulla fosse accaduto)

Scena 8 – (Giovanni, Elisa e Franca) Sono a tavola e stanno pranzando.

GIOVANNI (facendo le porzioni)

Forza. Sedetevi…se si fredda è un peccato.

FRANCA (allentando la tensione)

Eccoci. Dai Eli, buttiamoci sulle prelibatezze del cuoco genitore.

ELISA (accettando la tregua)

Va bene. Eccomi. Ho una fame…

GIOVANNI (iniziando a mangiare)

Al dente eh?...Troppo?

FRANCA

Come piacciono al dentista.

GIOVANNI

Come lo sai?

ELISA

L’ho preparata bene…ma non le ho detto tutto…

GIOVANNI

Davvero?

ELISA

Lo so che piace raccontarlo a te…dai

GIOVANNI

Cosa?

ELISA

Ma se lo ripeti a ogni pranzo o cena in cui ci sia almeno una parvenza di ospite!

FRANCA

Che cosa è?

ELISA

La teoria della “zanna” del suo amico dentista.

GIOVANNI

Va bene. E’ una teoria sulla cottura ottimale degli spaghetti.

ELISA

Vai papà…

GIOVANNI

Si butta la pasta nell’acqua. Dopo pochi minuti, per vedere se è cotta al punto giusto, si prende uno spaghetto…si butta per terra, se la mattonella si scheggia…si scola. Solo così si definisce “alla zanna”.

ELISA (battendo le mani)

Bravo papà.

FRANCA (battendo le mani)

Geniale!

GIOVANNI

Un po’ di vino: (lo versa nei tre bicchieri) Verdicchio “Fazi Battaglia” dei Castelli di Jesi! Col pesce è la morte sua!

FRANCA

Anche estimatore di vini?

ELISA

Più che delle medicine se è per questo!

GIOVANNI

Malalingua!

ELISA

Ammetti che le medicine non ti piacciono!

GIOVANNI

Servono. Le conosco bene. Le vendo…Ma preferisco non prenderle.

FRANCA

E’ naturale!

ELISA

Io penso…

GIOVANNI e FRANCA (all’unisono)

Ci siamo.

ELISA

Che in fondo papà…è come un tabaccaio che non fuma o un oste astemio…o ancora peggio…un macellaio vegetariano!

GIOVANNI (alza il bicchiere)

Facciamo un brindisi!

FRANCA

...A cosa?

GIOVANNI

Ai pensieri di Elisa!

ELISA

Grazie.

GIOVANNI, FRANCA ed ELISA (alzano i calici)

Auguri!                                                                                                 

                                                                                                      

                                              (Buio)        FINE ATTO 1                                                                       

ATTO 2

Mattina del 6 gennaio 1970

Scena 9 – (Elisa) in pigiama parla al telefono.

ELISA (giocando a fare la bambina)

Che mi ha portato? Una calza piena di cioccolatini, liquirizie, caramelle Rossana e soprattutto una retina di soldi…di cioccolata naturalmente….No…niente carbone perché io sono stata buona e brava. Che dici? Attaccata alla tua cappetta c’è una calza col mio nome? E che aspettavi a dirmelo? Ah non è proprio una calza?...E che è?...Un pacco. Grande?...Quanto? Come una scatola di scarpe…di più?! Stivali! Sono stivali! Non lo sai? E dai dimmelo!...No?...Non fa niente. Mi faccio la doccia, mi preparo e vengo a pranzo da te, tanto era già deciso no?  Ok. Ci vediamo per mezzogiorno. A dopo…ciao amore…ciao…ciao. (attacca)

Scena 10 – (Elisa e Giovanni)

GIOVANNI (entra in pigiama con tazza di caffé)

Che ore sono Eli? L’orologio della cucina non funziona.

ELISA

Saranno quasi le 10 papy e la mamma è uscita da almeno un’ora. E’ alla befana del sindacato. E io alle otto ero già sveglia. La mattina della Befana non sono mai  riuscita a dormire oltre le otto.

GIOVANNI

Quando eri piccola e ci credevi.

ELISA

A che?

GIOVANNI

Alla Befana.

ELISA

Perché vuoi dire che non esiste?

GIOVANNI

Eh?

ELISA (drammatica bambinesca)

Mi stai dicendo che la Befana non esiste? E chi ha messo tutti quei dolcetti nella calza? E chi porta dolcetti e regali a tutti i bambini buoni e bravi? E per quale motivo io sarei stata buona e brava tutto l’anno? Papà la Befana esiste!

GIOVANNI (giocando, con serietà. Si siede al tavolo)

Te lo confermo! Esiste.

ELISA

Ah. Mi pareva.

GIOVANNI

Infatti tua madre è in giro per lavoro no?

ELISA (ricomincia)

Vuoi dire che la mamma è la Befana?

GIOVANNI

Penso solo un’aiutante…(sorseggia il caffé) Magari lo fosse davvero! Almeno da domani sarebbe disoccupata e si vedrebbe qualche volta in questa casa.

ELISA (si avvicina tenera)

Papà…ma hai provato a dirglielo?

GIOVANNI

Certo, ma ormai ha troppe cose in ballo. Ha detto che non può abbandonare proprio adesso i consultori e il sindacato senza di lei non ce la può fare. La scuola poi…non ne parliamo neppure…forse sono io a sbagliare…

ELISA

Che vuoi dire?

GIOVANNI

Che non sono poi così vecchio.

ELISA

Vecchio? Ma che dici papà!

GIOVANNI

Ormai sei grande e puoi capire…ho vissuto sempre come se non fossi in grado di fare nulla di diverso da quello che ho sempre fatto…nei primi anni mi sentivo un po’ padre nei confronti di Mara e quando sei nata tu ho quasi pensato di avere due figlie…ho dovuto lavorare, produrre per far crescere te e studiare tua madre. Poi lei si è laureata…l’esame di stato, le supplenze, il precariato…ho vissuto insieme a lei tutte le difficoltà, le incertezze del lavoro, gli esami di abilitazione. Quando alla fine ci è riuscita e l’hanno assunta di ruolo ho pensato che una volta raggiunta la sicurezza avremmo avuto un po’ più di tempo per noi, per fare insieme delle scelte diverse, invece…

ELISA

Invece?

GIOVANNI

Invece è andata sempre peggio…corsi di aggiornamento, collegi docenti, consigli di classe…ripetizioni. Poi sono arrivati i gruppi di lavoro, il sindacato…ora anche le femministe…Sembra che a casa le bruci il terreno sotto i piedi…Ogni scusa è buona per stare fuori. E mi manca…Quando torno a casa e ci sei tu già si resiste, ma quando anche tu sei fuori…

ELISA

Papà, ma non pretenderai che stia sempre chiusa in casa!

GIOVANNI

Ma no! Certo che devi uscire, questo è normale. Ma a me la casa vuota sembra una tomba. Che ci faccio qui da solo? Ecco, forse in questo ho sbagliato. Mi sono chiuso in questa bara in attesa di un qualcosa che non è successo…e ora non so se sarei in grado di cercare qualche interesse fuori da qui.

ELISA

Secondo me dovresti iscriverti a un corso di Yoga.

GIOVANNI

Per rilassarmi, meditare e magari rimanere incastrato con le gambe dietro la testa?

ELISA

No, per uscire, vedere altre persone e sentire un’energia nuova.

GIOVANNI

E questo con lo Yoga?

ELISA

Perché no? Tante mie amiche lo fanno.

GIOVANNI

Allora è una cosa per giovani.

ELISA

No, ci sono di tutte le età. Il maestro ha addirittura settanta anni.

GIOVANNI

E’ un indiano?

ELISA

No è piemontese.

GIOVANNI

E fa l’indiano?

ELISA

No, il torinese.

GIOVANNI

E che insegna: la “bagna cauda”?

ELISA

Anche. Pare che dopo la lezione si vada a cena a casa del maestro. Yoga indiano, ma cena all’italiana.

GIOVANNI

Interessante. Mi sa che ci provo.

ELISA

Bravo. Ti faccio avere l’indirizzo. La scuola è in Prati, vicino a piazza Risorgimento. Via Ovidio mi pare.

GIOVANNI

Ci provo. Da qualche parte bisogna cominciare…per tentare di cambiare qualcosa.

ELISA

Ti voglio bene…(si abbracciano, un po’ di commozione) …Vado a farmi la doccia papà. (esce)

GIOVANNI

Vai vai…e grazie Eli…La Befana ti ha portato troppo poco.

Scena 11 – (Giovanni e Franca) Appena Elisa è uscita suonano alla porta.

GIOVANNI

Chi è?

FRANCA (da fuori)

La Befana!

GIOVANNI

Franca. (apre la porta)…Franca! Sei caduta dal letto?

FRANCA (elegante, molto carina, con un pacchetto in mano) 

Anche tu sei caduto dal letto. Sei ancora in pigiama!

GIOVANNI

Elisa sta facendo la doccia.

FRANCA

Le ho portato un ragalino. Lo metto qui. (lo mette sulla credenza)

GIOVANNI

Vuoi un caffé?

FRANCA

Se lo devi fare apposta no.

GIOVANNI

No. Ce n’è rimasto un pò nella caffettiera. Vado e torno. (esce, torna subito col caffé e una giacca da camera)

FRANCA (nel frattempo si è accomodata, quando arriva Giovanni prende la tazzina che lui le porge)

Grazie…non dovevi disturbarti… e nemmeno metterti la giacca…il pigiama andava benissimo.

GIOVANNI (leggermente lusingato e imbarazzato)

Quanto zucchero?

FRANCA

Niente grazie. Mi piace amaro.

GIOVANNI

Pensa che io con meno di due cucchiaini non riesco a berlo.

FRANCA

Forse perché il dolce attira il dolce.

GIOVANNI

Tu non pensi di essere dolce?

FRANCA

C’è chi dice di sì e chi dice di no. Secondo me dipende.

GIOVANNI

Dalle circostanze?

FRANCA

No. Dalle persone.

GIOVANNI

Con quelle chi ti piacciono sei dolce e con quelli che non ti piacciono non lo sei?

FRANCA

Esatto.

GIOVANNI

A me sembri molto dolce.

FRANCA

Sarà che mi piaci!

GIOVANNI (se lo lascia sfuggire)

Anche tu.

FRANCA

Allora dobbiamo fare qualcosa…scriverlo su un muro!

GIOVANNI

Ai miei tempi si scriveva sugli alberi…

FRANCA

Anche l’albero va bene…purché si scriva.

GIOVANNI

Bene. Sarà fatto. Platano?

FRANCA
Salice.

GIOVANNI

Piangente?

FRANCA

Meglio di no.

GIOVANNI (scrive su un foglietto come promemoria)

Salice…non piangente. Incidere cuore con due iniziali: G ed F.

FRANCA

Dov’è un bel salice nelle vicinanze?

GIOVANNI

A Villa Sciarra ce ne sarà certo uno.

FRANCA

Speriamo che non sia inflazionato. Mi sa che per le scritte i salici vanno a ruba.

GIOVANNI

Ci arrampichiamo e scriviamo a tre metri di altezza.

FRANCA

Bene. Quando ci andiamo?

GIOVANNI

Appena possibile.

FRANCA

Ora?

GIOVANNI (scherza)

No che sono ancora in pigiama. Facciamo domani.

FRANCA (non credendoci)

Bene. Adesso dobbiamo baciarci.

GIOVANNI

Sì. Chiudi gli occhi.

FRANCA

Ecco.

GIOVANNI (fa per baciarla, sulle labbra, ma ancora una volta la bacia in fronte, ma dolcemente)

Fatto…

Scena 11 – (Franca, Giovanni ed Elisa). Elisa entrando li sorprende vicini.

ELISA

Che succede? (a Franca) Come mai sei qui?

GIOVANNI

Niente.

FRANCA

Ti ho portato un regalino. (le porge il pacchetto che lei neanche apre, lo mette sul tavolo)

ELISA (al padre)

E tu la stavi ringraziando?

GIOVANNI

Elisa! Ma che dici?

FRANCA

Guarda che stai prendendo un abbaglio.

GIOVANNI

E’ solo un gioco.

ELISA

Li conosciamo questi giochi. Vorrei vedere che ne pensa la mamma.

FRANCA

Sei pazza?

ELISA

Ma non lo vedi che è troppo vecchio per te?

FRANCA

E il tuo prof di stechiometria è giovane? Eppure è da un anno che ci stai isieme!

ELISA

Guarda che noi ci vogliamo bene.

FRANCA

Questo è da vedere. Comunque quando si hanno quei cadaveri nell’armadio è meglio non sputare sentenze e non mi sembra il caso che tu faccia tanto la santarellina…

ELISA (scoppia)

Vattene! Vattene!

FRANCA

Con piacere. Scusami Giovanni. (esce)

Scena 12 – (Elisa e Giovanni) Lui è annichilito per l’ammissione di Elisa sul prof di stechiometria

GIOVANNI

Spiegami questa storia.

ELISA

E tu spiegami cosa stavi facendo con Franca.

GIOVANNI

Era solo uno scherzo. Stupido forse. Ma uno scherzo…il nostro…Ma tu…stai facendo sul serio mi pare…

ELISA

Uno scherzo? Ho visto che la baciavi!

GIOVANNI
In fronte!...In fronte! Come si bacia una bambina, un’amica…una compagna…una complice se vuoi ma di uno scherzo. Capito? Scherzo! Ma tu no! Una storia di un anno…con un professore! Non è uno scherzo! (crolla a sedere)

ELISA (si siede, lentamente, per prendere tempo)

No. Non è uno scherzo. Lo amo. E anche lui mi ama. Ha quarant’anni. Non è sposato…Un uomo intelligente. Bravo. Gentile…Che male c’è?

GIOVANNI

Che c’è di male? Ma è il “tuo” professore di stechiometria! Un insegnate. Non discuto l’età…vent’anni di differenza possono essere tanti o pochi. Ma la deontologia professionale…se lo venisse a sapere il preside... sarebbe radiato! Lo sai questo? O fai finta di non saperlo?

ELISA

Lo so papà. Lo sappiamo. Per questo stiamo nascosti. Ma non per questo ci amiamo di meno. Se fosse necessario smetterei anche di andare all’università…così non sarei più allieva dove lui è insegnante. Gliel’ho detto ma lui non vuole che rinunci alla laurea per colpa sua. In fondo mancano solo tre anni. Faremo attenzione. Non ci scopriranno… (squilla il telefono)

GIOVANNI (distrutto)

Rispondi tu…io non me la sento…

ELISA (al telefono)

Ciao…Sì, papà è qui…Ok…Va bene…glielo dico…ciao mamma…(a Giovanni) Sta arrivando la mamma. Viene a prendere i pacchi per i regali della Befana delle ragazze madri del consultorio…(si siede di nuovo) Ora che farai? Pensi di dirle di Franca?

GIOVANNI (alterandosi)

Ma che dovrei dirle se non c’è stato niente? Lo vuoi capire o no? Tu piuttosto quando pensi di dirle della tua storia con il professore?

ELISA

Non c’è niente da dirle…la mamma già lo sa.

GIOVANNI

Lo sa?

ELISA

Sì.

GIOVANNI

E che ha detto?

ELISA

Lo sai come è fatta…prima ha fatto fuoco e fiamme…poi ha capito che non c’era niente da fare e si è rassegnata. Ha dovuto. Al consultorio si presentano casi molto più gravi e poi… non si può professare una “fede” politica e poi non volerla applicare in casa propria no? Ha accettato la situazione…

GIOVANNI

E a me non ha detto nulla…Evidentemente io faccio parte di un’altra “fede” politica…sono un vecchio retrogrado. Non sono in grado di capire…i consultori…il femminismo…i sindacati…Io, che alle ultime elezioni ho votato Radicale…non posso capire…capisco Pannella ma non capisco tua madre.

ELISA

Non te la prendere papà…Mamma non ti ha detto niente per non farti arrabbiare…e io…non lo so, ma ora sono contenta di avertelo detto.

GIOVANNI

Non me lo hai detto tu. Lo ha detto Franca. Ora vado a vestirmi. (esce)

Scena 13 – (Elisa) suona il citofono

ELISA

Si…mamma…che c’è…non c’è parcheggio?...Ho capito, va bene…Ti porto giù i pacchi con i regali…arrivo. Ciao. (esce con i pacchi di regali)

Scena 14 –  (Giovanni) Si è vestito, inizia a d apparecchiare la tavola. Mette tre piatti, tre posate e tre bicchieri…è stranamente vivace, a volte sorride beffardo…smaliziato. Ha indosso come una maschera, un ghigno.

Scena 15 –  (Giovanni ed Elisa) Elisa rientra in casa, vede il padre che ha apparecchiato la tavola.

ELISA

La mamma ha citofonato…non trovava il parcheggio, doveva andare al consultorio per i regali alle ragazze. Mi ha chiesto di portarglieli giù…Ha detto di dirti che non torna a pranzo…verrà stasera per le otto.

GIOVANNI

Va bene. Vorrà dire che mangeremo solo noi due…

ELISA

No papà…io pranzo fuori…vado da lui…mi ha fatto un regalo e mi dispiacerebbe deluderlo…mi dispiace…mangeremo insieme stasera…va bene?

GIOVANNI

Certo…Buon pranzo…e buon divertimento.

ELISA

Mi dispiace davvero papà…(esce per prepararsi ad uscire)

GIOVANNI (accende il giradischi, mette un disco, poi va al telefono e fa una telefonata mentre la musica cresce, riattacca mentre esce Elisa dalla comune)

ELISA (sulla musica, aggiustandosi i capelli)

Io penso…

GIOVANNI

Ci mancava…

ELISA

Che le preoccupazioni e i pensieri pesanti fanno allisciare i capelli mentre le gioie e i pensieri folli li fanno ricci!

GIOVANNI

Sono d’accordo.

ELISA

Eh! Ciao papà. Ci vediamo stasera.

GIOVANNI (abbassando la musica)

Va bene, ma non fare tardi…(tutto sembra tornato alla normalità, Giovanni lentamente comincia a togliere un piatto, un bicchiere, una posata, ad un certo punto suonano alla porta, nel frattempo la musica sarà finita)

Scena 15 –  (Giovanni) Va verso la porta

GIOVANNI

Chi è?

FRANCA (da fuori ridendo)

LA BEFANA!  

(forse Giovanni apre la porta e si vede Franca, forse no: scelta del regista)

                                                               

  Musica, buio -    F I N E