I Pinocchi

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I Pinocchi

di Simone Buffagni

Personaggi ed interpreti:

16 Pinocchi

Mastro ciliegia

Geppetto

Grillo parlante

Gatto

Volpe

Mangiafuoco

Arlecchino

Colombina

Pulcinella

Oste

Fata Turchina

Due ragazzi

Corvo

Civetta

Omino di burro

Lucignolo

Carabiniere

Due Vecchiette pettegole

16+18=34

I ragazzi, le vecchiette, il carabiniere e l’oste si possono far fare a ragazzi che hanno fatto anche uno dei pinocchi. Alcuni pinocchi si possono ripetere invertendo i ruoli. (Personaggio-narratore)

Entrano i  pinocchi danzando, si stacca dal gruppo pinocchio1

P1: C'era una volta...

TUTTI  I PINOCCHI IN CORO: Un re!

P1: No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. era un pezzo di legno semplice, di quelli che d'inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastro Antonio,  che tutti chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre rossa e paonazza, come una ciliegia matura.

Escono i pinocchi, restano solo P1 eP2

Entra mastro Ciliegia portando il ceppo di legno

M.C: Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene per fare una gamba per un tavolino. Ora lo sistemo io!

Pinocchio 2 si nasconde dietro il ceppo

P2: Non mi picchiar tanto forte!

M.C.: Ho capito: si vede che quella vocina me la sono immaginata io. Rimettiamoci a lavorare.

P2: Ohi! m'hai fatto male!

“Questa volta maestro Ciliegia resta di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giù ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. Appena riebbe l'uso della parola, cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento”

M.C: Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?... Eppure qui non c'è anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che ha imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non ci posso credere. Questo è un pezzo di legno da caminetto da buttare sul fuoco, per far bollire una pentola di fagioli..Bl bl bl bl. Ci sarà nascosto dentro qualcuno? Se c'è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui.

Agguanta con tutt'e due le mani quel povero pezzo di legno e lo scuote forte, Poi si mette in ascolto.

P2: Smetti! Mi fai venire il vomito

Mastro Ciliegia cade giù per terra come fulminato

Bussano alla porta ed entra Geppetto

G: Buon giorno! Che cosa fai per terra?

MC:Insegno l’alfabeto alle formiche

Mastro ciliegia si rialza .

G:Imparano?

M.C:Chi ti ha portato da me, Geppetto?

G: Le gambe. Son venuto  per chiederti un favore.  Ho pensato di fabbricarmi da solo un bel burattino di legno, un burattino meraviglioso, che sappia ballare e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo …

P2- Bravo vecchietto rimbambito

G: mi offendete?

M:C:Chi vi offende?

G: Mi avete detto Rimbambito!...

MC: Non sono stato io.

G: Si!

M.C:No!

G: Si!

P1:E riscaldandosi sempre più, vennero dalle parole ai fatti, e iniziarono a picchiarsi, a mordersi  a tirarsi i capelli e a sputarsi addosso.

Battaglia al rallentatore

P1: Quando furono tutti e due per terra….

MC:Geppetto qual è il piacere che vuoi da me?

G: Vorrei un po' di legno per fabbricare il mio burattino.

M.C: Prendi pure questo qua, da quando l’ho portato a casa mi capitano cose strane…

G. Grazie!

Si stringono la mano e Mastro Ciliegia esce.

Geppetto prende subito gli arnesi e si mette a intagliare il suo burattino.

G: Lo chiamerò Pinocchio. Questo nome gli portera fortuna.

P2 si siede sul ceppo.

P1:Gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi e dopo gli occhi, gli fece il naso; ma il naso, appena fatto, cominciò a crescere: e cresci, cresci, cresci diventò in pochi minuti un nasone che non finiva mai.

Crescita del naso

P1: Geppetto si affaticava a ritagliarlo; ma più lo ritagliava, e più quel naso impertinente diventava lungo. Dopo il naso, gli fece la bocca.

P2 ride

G: Smetti di ridere!

P2 gli tira il naso

G: Birba d'un figliuolo! Già cominci a mancar di rispetto a tuo padre? Male, ragazzo mio, male!

P1:Poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra, sul pavimento della stanza, per farlo camminare. Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un passo dietro l'altro. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare. E il povero Geppetto a corrergli dietro senza poterlo raggiungere, perché quel birichino di Pinocchio andava a salti come una lepre.

P2 scappa in platea, ridendo, e Geppetto lo insegue

G: Fermatelo! Fermatelo!

Entra dal fondo il carabiniere e si piazza in mezzo

P1Alla fine un carabiniere,sentendo tutto quello schiamazzo, si piantò in mezzo alla strada e lo fermò.

C: Preso! Questo burattino è suo figlio?

G: Sì, grazie signor carabiniere.(a Pinocchio, tenendolo per un orecchio) Andiamo a casa. Quando saremo a casa, non dubitare che faremo i nostri conti!

P1 Intanto due vecchiette curiose e pettegole si erano fermate a guardare… Chi ne diceva una, chi un'altra.

V1:Povero burattino! Ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell'omaccio di Geppetto!...

V2: Quel Geppetto pare una brava persona ma è un vero tiranno coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capacissimo di farlo a pezzi!...

C: Dite Davvero signore?

V1 e V2: certo!

 P1:Insomma, tanto dissero e tanto fecero, che il carabiniere rimise in libertà Pinocchio e condusse in prigione quel pover'uomo di Geppetto.

C: Allora signor tiranno, venite con me in prigione! Pinocchio, tu vai pure a casa.

P2: Volo!

Escono tutti di scena tranne p1 e p2

P1: Pinocchio, rimasto solo… si mise gli sci ed andò a Pinzolo!

P2: Ma no! non è Vero

Entrano in scena P3 e p4

P3: No ragazzi, avete sbagliato, ora la raccontiamo noi la storia. Pinocchio tornò a casa di corsa, e si era appena seduto a riprender fiato che sentì uno strano verso…

Entra il Grillo parlante.

GP:Crì -crì -crì !

P4(impaurito):Chi è che mi chiama?

GP:Sono io!

P4: Dimmi, Grillo: e tu chi sei?

GP: Io sono il Grillo parlante, ed abito in questa stanza da più di cent'anni.

P4:Oggi però questa stanza è mia, e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito, senza nemmeno voltarti indietro.

GP: Io non me ne andrò di qui se prima non ti avrò detto una gran verità.

P4: Dimmela e spìcciati.

GP: Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori e che abbandonano capricciosamente la casa paterna! Non avranno mai bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente.

P4 Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace: ma io so che domani, all'alba, voglio andarmene di qui, perché se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola e per amore o per forza mi toccherà studiare; e io di studiare non ne ho proprio voglia e mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi.

GP:Povero sciocco! Ma non sai che, facendo così, diventerai da grande un bellissimo somaro e che tutti ti prenderanno in giro?

P4: Grillaccio del mal'augurio! Io voglio fare quel che mi piace!

GP: E cosa sarebbe?...

P4: Mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.

GP:Povero Pinocchio! Mi fai proprio compassione!...

P4:Perché ti faccio compassione?

GP:Perché sei un burattino e, quel che è peggio, perché hai la testa di legno.

P3:A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt'infuriato e preso sul banco un martello di legno lo scagliò contro il Grillo-parlante. Forse non credeva nemmeno di colpirlo: ma disgraziatamente lo colse per l'appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare crì -crì -crì , e poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete.

Pinocchio tira il martello al grillo, che fa cri cri e poi crolla per terra, ad un cenno di P3 entrano P5 P6 e P7 che prendono il grillo per le gambe e lo trascinano fuori.

P3: Rimase lì solo Pinocchio e dalla fame si mangiò un occhio!

P4: Ma cosa dici! Non può essere così!

entrano P5 e  P6

P5: No ragazzi, avete sbagliato, ora la raccontiamo noi la storia.

Escono P2 e P3, P6 si sdraia per terra e si addormenta

P5:Pinocchio si addormentò ed il mattino dopo fu svegliato da una voce…

G: Pinocchio!

P6 Chi è? (sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.)

G: Sono io!

P5:Quella voce era la voce di Geppetto.

G: Pinocchio, è quasi ora di andare a scuola!

P6:Ma per andare a scuola mi manca lo zaino, l’astuccio, i quaderni, la merenda, un gioco e del cioccolato!

P5: L’abbecedario!

P6:Ma per andare a scuola mi manca lo zaino, l’astuccio, i quaderni, la merenda, un gioco, del cioccolato e l’ abbecedario!

P5: No! Solo l’abbecedario

P6: Tutto il resto ce l’ho già?

P5: No!

P6: Allora mi manca!!!

P5: Smettila e andiamo avanti con la storia che i nostri fratellini piccoli stanno già dormendo!

P6: Ok capo! Anzi Capinocchio Ha Ha Ha!

P5 e p6 Fanno a botte al rallentatore, Geppetto rimane immobile, stupito.Entrano P7 e P8 a dividerli.

P6:….L’ abbecedario

G: Alleluia!………. Hai ragione: ma come si fa per averlo?

P6: È facilissimo: si va da un libraio e si compra.

G: E i quattrini?

P6: Io non ce l'ho.

G: Nemmeno io. (triste) Pazienza!

Esce Geppetto

 P5:… Ed uscì di casa di corsa. Dopo poco tornò: e quando tornò aveva in mano l'Abbecedario per il figliuolo, ma la casacca non l'aveva più. Il pover'uomo era in maniche di camicia, e fuori nevicava.

Rientra Geppetto

P6:E la casacca, babbo?

G: L'ho venduta.

P6: Perché l'avete venduta?

G: Perché mi faceva caldo.

 P5:Pinocchio capì questa risposta al volo,saltò al collo di Geppetto e gli diede un grosso bacio.

P6 abbraccia Geppetto

P5: E vissero sempre insieme felici e contenti…

P6: Ma no!

P5: ricominci?

Entrano P7 e P8

P7: Eh no! Avete già fatto confusione prima, ora tocca a noi!

Escono p5 e p6.  P8 prende l’abbecedario da Geppetto. Esce Geppetto.

P7:Quando smise di nevicare, Pinocchio col suo Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese la strada che portava alla scuola: e strada facendo, fantasticava  con mille ragionamenti e mille castelli in aria, uno più bello dell'altro.

E discorrendo da sé solo diceva:

P8: Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere e domani l'altro imparerò a fare i numeri. Poi con la mia abilità guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito regalare al mio babbo una bella casacca. Gliela regalerò tutta d'argento e d'oro, e coi bottoni di brillanti. Quel pover'uomo se la merita davvero: perché per comprarmi i libri e per farmi istruire, è rimasto in camicia... con questo freddo!

P7:Mentre tutto commosso diceva così gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di grancassa.(musica da circo)

P8: Che cosa sia questa musica? Peccato che io debba andare a scuola, se no...

P7:E rimase lì a pensare: bisognava prendere una decisione: o a scuola, o a sentire i pifferi.

P8: Oggi andrò a sentire i pifferi, e domani a scuola: per andare a scuola c'è sempre tempo.

Entrano due ragazzi del paese,R1 ed R2 che  regge un cartello.

P8:Che cos'è questa musica?

R1: Leggi il cartello, che c'è scritto, e lo saprai.

P8: Lo leggerei volentieri, ma oggi non so leggere.

R2: Bravo bue! Allora te lo dirò io. Sappi dunque che in questo cartello a lettere rosse come il fuoco c'è scritto: GRAN TEATRO DEI BURATTINI, spettacolo dentro lo spettacolo della recita di seconda...

P8:È molto che è incominciata la commedia?

R1:Comincia ora.

P8: E quanto si spende per entrare?

R2 Quattro soldi.

P8: Mi dareste quattro soldi fino a domani?

R1:Te li darei volentieri,ma oggi per l'appunto non te li posso dare.

P8 Per quattro soldi, ti vendo la mia giacchetta,

R2:Che vuoi che mi faccia di un’ altra giacchetta? Ne ho già una addosso e oggi è caldo!

P8:Vuoi comprare le mie scarpe?

R1:Sono buone per accendere il fuoco.

P8: Quanto mi dài del berretto?

R2:Nulla!

P8: (timoroso)Vuoi darmi quattro soldi per quest'Abbecedario nuovo?

R2:Io non compro nulla!

R1:Per quattro soldi l'Abbecedario lo prendo io.

P7: E il libro fu venduto lì sui due piedi. E pensare che quel pover'uomo di Geppetto era rimasto a casa, a tremare dal freddo in maniche di camicia, per comprare l'Abbecedario al figliuolo! Allora  comprò una tuta da sci di Gore-tex…

P8: Oh! Che dici?

Entrano P9 e P10

P9 e P10:(coro) AVETE SBAGLIATO AMICI, ORA TOCCA A NOI!

Dalla platea entrano i burattini in fila, cantando e suonando, saliti sul sipario Arlecchino si avvicina a Pinocchio (BALLETTO?). Parlano Arlecchino, Pulcinella e Colombina.

A.: Sogno o son desto? Eppure quello laggiù è Pinocchio!...

Pul: È Pinocchio davvero! - grida Pulcinella.

TUTTI:È proprio lui! È Pinocchio!  Pinocchio!

A:È Pinocchio!

C:È il nostro fratello Pinocchio!

Pul :Evviva Pinocchio.

A: Pinocchio, vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno!

TUTTI: Evviva Pinocchio! Evviva Pinocchio!

Si abbracciano e fanno un girotondo

P9: Ma in quel momento di grande gioia….

Entra Mangiafuoco urlando, il cerchio si rompe ed i burattini si buttano per terra.

M: Oooooooh! Perché sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro?

P10: Mi creda, illustrissimo, che la colpa non è stata mia!...

M: Basta così! Stasera faremo i nostri conti.

Escono tutti, subito rientra mangiafuoco con lo spiedo

P9: Finita la recita della commedia infatti , il burattinaio andò in cucina, dov'egli s'era preparato per cena un bel montone, che girava lentamente infilato nello spiedo. E perché gli mancavano la legna per finirlo di cuocere e di rosolare, chiamò Arlecchino e Pulcinella e disse loro:

M: Arlecchino! Pulcinella!(entrano) Portatemi di qua quel burattino, Pinocchio. Mi pare un burattino fatto di un legname molto asciutto, e sono sicuro che, a buttarlo sul fuoco, mi darà una bellissima fiammata all'arrosto.

Escono Arlecchino e Pulcinella e subito ritornano, portandosi Pinocchio sulle spalle.Entra anche Colombina.

P10: Babbo mio, salvatemi! Non voglio morire, non voglio morire!...

P9: Il burattinaio Mangiafuoco che pareva un uomo spaventoso, specie con quella sua barbaccia nera che gli copriva tutto il petto e tutte le gambe; ma in fondo non era cattivo. Infatti quando vide portarsi davanti il povero Pinocchio iniziò subito a commuoversi e a impietosirsi e, dopo aver resistito un bel pezzo, alla fine non ne poté più, e lasciò andare un sonorissimo starnuto.

M:Eeeeeeeeetciuuuuuuuuuuuuuuù!

C: Buone nuove, fratello. Il burattinaio ha starnutito, e questo è segno che s'è commosso per te, e ormai sei salvo. Devi sapere che, mentre tutti gli altri uomini, quando si sentono impietositi per qualcuno,  piangono. Mangiafuoco, invece, ogni volta che s'intenerisce davvero, ha il vizio di starnutire. E’ un modo come un altro per far a conoscere agli altri la sensibilità del suo cuore.

M: Finiscila di piangere! Ho una fame... quasi quasi... Etcì etcì

P10 :Salute!.

M:Grazie! E il tuo babbo e la tua mamma stanno bene?

P: Il babbo, sì la mamma non l'ho mai conosciuta.

M:Chi lo sa che dispiacere sarebbe per il tuo vecchio padre, se ora ti facessi gettare fra quei carboni ardenti! Povero vecchio!. Etcì etcì etcì

P :Salute!.

M: Grazie! Ma ora non ho più legna per finire di cuocere quel montone arrosto…Ma oramai mi sono impietosito e ci vuol pazienza. Invece di te, metterò a bruciare sotto lo spiedo qualche burattino della mia Compagnia... Pigliatemi Arlecchino, legatelo ben bene, e poi gettatelo a bruciare sul fuoco. Io voglio che il mio montone sia arrostito bene!

“Figuratevi il povero Arlecchino! Fu tanto il suo spavento, che le gambe gli si ripiegarono e cadde bocconi per terra. Pinocchio, alla vista di quello spettacolo straziante, andò a gettarsi ai piedi del burattinaio, piangendo dirottamente e bagnandogli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba.”

P10 No! Pietà, signor Mangiafuoco!...

M: Qui non ci son signori!

P10: Pietà, signor Cavaliere!...

M: Qui non ci son cavalieri!

P10: Pietà, signor Commendatore!...

M: Qui non ci son commendatori!

P10:Pietà, Eccellenza!...

M: Ebbene, che cosa vuoi da me?

P10: Vi domando grazia per il povero Arlecchino!...

M:Se ho risparmiato te devo mettere sul fuoco lui, perché io voglio che il mio montone sia arrostito bene.

P10: In questo caso so qual è il mio dovere. Legatemi e gettatemi tra le fiamme. No, non è giusto che il povero Arlecchino debba morire per me!...

P9:Queste parole, pronunziate con voce alta e con accento eroico, fecero piangere tutti i burattini che erano presenti a quella scena.

I burattini piangono, Mangiafuoco starnutisce molto forte.

 M:Tu sei un gran bravo ragazzo!

A: Dunque la grazia è fatta appena.

M: La grazia è fatta!Pazienza! Per questa sera mi rassegnerò a mangiare il montone mezzo crudo, ma un'altra volta, guai a chi toccherà!...

I burattini escono ballando, compresi P9 e P10. Nel frattempo entrano P11 e P12

P11:Il giorno dopo Mangiafoco chiamò in disparte Pinocchio e gli domandò:

M: Come si chiama tuo padre?

P12: Geppetto.

M:E che mestiere fa?

P12: Il falegname.

M: Guadagna molto?

P12:No, siamo poverissimi: per comprarmi l'Abbecedario della scuola ha dovuto vendere l'unica giacchetta che aveva addosso.

M: Povero diavolo! Mi fa quasi compassione. Ecco qui cinque monete d'oro. Vai subito a portargliele e salutalo tanto da parte mia.

P11:Pinocchio ringraziò mille volte il burattinaio, lo abbracciò e si mise in viaggio per tornarsene a casa sua.

Esce Mangiafuoco, Pinocchio cammina avanti ed indietro per il palco, canticchiando felice

P11:Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro, che incontrò per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt'e due gli occhi che camminavano aiutandosi fra di loro, da buoni compagni di sventura. La Volpe che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto: e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe.

V: Buongiorno, Pinocchio

P12 : Com'è che sai il mio nome?

V: Conosco bene il tuo babbo.

P12: Dove l'hai veduto?

V: L'ho veduto ieri sulla porta di casa sua.

P12: E che cosa faceva?

V: Era in maniche di camicia e tremava dal freddo.

P12 : Povero babbo! Ma, se Dio vuole, da oggi in poi non tremerà più!...

V:Perché?

P12:Perché io sono diventato un gran si­gnore

V:Un gran signore tu?

Volpe e gatto cominciarono a ridere con aria canzonato­ria

P12 -C'è poco da ridere -gridò impermalito. -Mi dispiace davvero di farvi venire l'acquolina in bocca, ma que­ste qui, se ve ne intendete, sono cinque bellissime monete d'oro.

E tira fuori le monete.

“Al simpatico suono di quelle monete, la Volpe, per un moto involontario, al­lungò la gamba che pareva rattrappita e il Gatto spalancò tutti e due gli occhi, che parvero due lanterne verdi; ma poi li richiuse subito, tant'è vero che Pinocchio non si accorse di nulla.”

V-E ora che cosa vuoi farne di codeste monete?

P12:Prima di tutto ­voglio comprare per il mio babbo una bella giacca nuova, tutta d'oro e d'argen­to e coi bottoni di brillanti; e poi voglio comprare il libro della scuola per me.

V:Per te?

P12:Davvero: perché voglio andare a scuola e mettermi a studiare per bene.

V:Guarda me! per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba.

G:Guarda me! per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi.

V:Vuoi raddoppiare le tue monete d'o­ro?

P12:Cosa?

V:Vuoi tu, di cinque miserabili zecchi­ni, fame cento, mille, duemila?

P12:Magari! E la maniera?

V:La maniera è facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi.

P12:E dove mi volete condurre?

V:Nel Paese dei Barbagianni.

P12:No, non ci voglio venire. Ormai sono vicino a casa e voglio tornare dal mio babbo.

V:Va' pure e tanto peggio per te!

G:Tanto peggio per te!

V :Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dai un calcio alla fortuna.

G-Alla fortuna!

V:I tuoi cinque zecchini, dall'oggi al domani, sarebbero diventati duemila.

P12:Ma com'è possibile che diventino tanti?

V: Nel paese dei Barbagianni c'è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d'oro. Poi ricopri la buca con un po' di terra e la sera te ne vai a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell'albero carico di zecchini d'oro.

P12: Oh che bella cosa!. Appena avrò raccolto questi zecchini, ne prenderò per me una parte e gli altri li darò in regalo a voi altri due.

V:Un regalo a noi? Dio te ne liberi!  Noi non lavoriamo per vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.

P12Che brave persone!  Andiamo pure. Io vengo con voi.

Escono il gatto e la volpe e P12 fa per seguirli

P11: E così Pinocchio divenne ricchissimo e andò con Geppetto a vivere alle Hawaii.

P12: Eh no! Purtroppo non andò così......

Entrano P13 e P14

P13: Altro che Hawaii! Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all'osteria del Gambero Rosso.

Entra l’oste, i Pinocchi portano dentro un tavolino apparecchiato e sedie.

V:Fermiamoci un po' qui, per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all'alba, nel Campo dei miracoli.

P13:Entrati nell'osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.

Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non poté mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perché la trippa non gli pareva condita abbastanza, si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!

La Volpe avrebbe mangiato volentieri qualche cosa anche lei: ma il medico le aveva ordinato una rigidissima dieta, così dové contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti. Dopo la lepre si fece portare  pernici,  conigli, ranocchi, lucertole e uva; e poi non volle altro. Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.

Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio. Chiese un po’ di pane, e lasciò nel piatto ogni cosa. Il povero figliuolo col pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli, aveva preso un'indigestione anticipata di monete d'oro.

Mentre Pinocchio11 racconta, i tre mimano quanto viene detto, l’oste va avanti ed indietro a portar piatti.

V: Dateci due camere, una per il signor Pinocchio e un'altra per me e per il mio compagno. Prima di ripartire faremo un sonnellino. Ricordatevi però che a mezzanotte vogliamo essere svegliati per continuare il nostro viaggio.

O: Sissignori!

P13:e strizzò l'occhio alla Volpe e al Gatto, come dire:

O: Ho mangiata la foglia e ci siamo intesi!...

Un pinocchio porta una coperta ed un cuscino e P12 ci si sdraia e dorme

P13:Appena  Pinocchio fu entrato nel letto, si addormentò di colpo…. Ma fu presto svegliato

O: Pinocchio è mezzanotte!Svegliati!

P14: E i miei compagni sono pronti?

O: Altro che pronti! Sono partiti due ore fa.

P14:Perché mai tanta fretta?

O:Perché il Gatto ha ricevuto un messaggio che il suo gattino maggiore, malato di geloni ai piedi, stava in pericolo di vita.

P14: E la cena l'hanno pagata?

O: Nooooo! Quelle lì sono persone troppo educate perché facciano un affronto simile alla signoria vostra.

P14: Peccato! Quest'affronto mi avrebbe fatto tanto piacere! E dove hanno detto di aspettarmi quei buoni amici?

O:Al Campo dei miracoli, domattina, allo spuntare del giorno.

P13:Pinocchio pagò uno zecchino per la cena e partì. Ma si può dire che partì a tastoni, perché fuori dall'osteria c'era un buio così buio, che non ci si vedeva da qui a lì, ad un tratto sentì un suono familiare…

Entra il grillo parlante

GP: Cri cri cri

P14:Chi sei?.

GP: Sono il grillo parlante, quella martellata mi aveva solo ferito…

P14:Che vuoi da me?

GP: Voglio darti un consiglio. Ritorna indietro e porta i quattro zecchini, che ti sono rimasti, al tuo povero babbo che piange e si dispera per non averti più veduto.

P14:Domani il mio babbo sarà un gran signore, perchè questi quattro zecchini diventeranno duemila.

GP: Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera.O sono matti o imbroglioni! Dài retta a me, ritorna indietro.

P14:E io, invece, voglio andare avanti.

GP: L'ora è tarda!...

P14: Voglio andare avanti.

GP: La nottata è scura...

P12: Voglio andare avanti.

GP: La strada è pericolosa...

P14:Voglio andare avanti.

GP: Ricordati che i ragazzi che vogliono fare di loro capriccio e a modo loro, prima o poi se ne pentono.

P14: Le solite storie. Buona notte, Grillo.

GP:Buona notte, Pinocchio, e che il cielo ti salvi dagli assassini

Il grillo scappa ed entrano gli assassini (gatto e volpe travestiti)

P14: Eccoli davvero!

G e V( in coro, agguantando Pinocchio per le braccia): O la borsa o la vita!

V:Metti fuori i denari o sei morto!

G:Morto!

V:E dopo ammazzeremo anche tuo padre!

G:Anche tuo padre!

P14:No, no, no, il mio povero babbo no!

Pinocchio si divincola e riesce a scappare

P13: Al buio, solo ed impaurito, andò a finire che si perse nel bosco. Per il freddo gli venne un gran febbrone e crollò per terra, incapace di proseguire.

P14: Oh babbo mio! se tu fossi qui!...

P13: In quel mentre che il povero Pinocchio, perduto nel bosco, pareva ormai più morto che vivo, arrivò la bella Bambina dai capelli turchini, che era una fata. e impietositasi alla vista di quell'infelice batté per tre volte le mani insieme, e fece tre piccoli colpi.

Entra la fatina e batte le mani

FT:dottori!!

P13 ed i medici arrivarono subito, uno dopo l'altro: arrivarono cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

Entrano i medici e portano un cuscino ed una coperta per Pinocchio

FT: vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!...

Il corvo si fa avanti e visita pinocchio

Cor: Secondo me  il burattino è bell'e morto, ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe sicuro che è ancora vivo!

Civ: Mi dispiace di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe sicuro che è morto davvero!

FT:  E lei non dice nulla?.

GP: Io dico che quel burattino lì lo conosco da un pezzo… Quel burattino lì è una birba matricolata...  È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo.!

Pinocchio  si nasconde sotto la coperta

GP: Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!...

Pinocchio piange da lì sotto

P13: A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e di singhiozzi.Sollevata un poco  la coperta si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio.

Cor: Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione, - disse solennemente il Corvo.

Civ: Mi duole contraddire il mio illustre amico e collega, ma per me, quando il morto piange è segno che gli dispiace morire.

P13:Appena i tre medici furono usciti di camera, la Fata si accostò a Pinocchio e, dopo averlo toccato sulla fronte, si accòrse che era travagliato da un febbrone da non si dire. Allora sciolse una certa polverina bianca in un mezzo bicchier d'acqua e la fece bere al burattino che guarì subito!

P14 È dolce o amara?

FT: È amara, ma ti farà bene.

P14:Se è amara, non la voglio.

FT: Da' retta a me: bevila.

P14: A me l'amaro non mi piace.

FT: Bevila: e quando l'avrai bevuta, ti darò una caramella  di zucchero, per rifarti la bocca.

P14: Dov'è la pallina di zucchero?

FT: Eccola qui, - disse la Fata, tirandola fuori da una zuccheriera d'oro.

P14: Prima voglio la caramella di zucchero, e poi brrò quell'acquaccia amara...

FT: Me lo prometti?

P14Sì...

Pinocchio mangia lo zuccherino

P14 Bella cosa se anche lo zucchero fosse una medicina!... Mi purgherei tutti i giorni.

FT:Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d'acqua, che ti renderanno la salute.

Pinocchio piglia il bicchiere di malavoglia e lo annusa e riannusa..

P14:È troppo amara! troppo amara! Io non la posso bere.

FT: Come fai a dirlo se non l'hai nemmeno assaggiata?

P14: L'ho sentita all'odore.

FT: Ora Basta! Non c’ è un’ altro Pinocchio che beva la medicina?

Entrano P15 e P16

P15 e p16: Sì cara fatina, andiamo avanti noi!

P13: Uffi! Ma che colpa ho io! Io glielo avevo detto di berla…

Escono P13 e P14. P16 si affretta a bere la medicina

 FT:Dunque la mia medicina t'ha fatto bene davvero?

P16:Altro che bene! Mi ha rimesso al mondo!... Quanto siete buona, Fata mia e quanto bene vi voglio!

FT:Ti voglio bene anch'io,  e se tu vuoi rimanere con me, tu sarai il mio fratellino e io la tua buona sorellina...

P16: Io resterei volentieri... ma il mio povero babbo?

FT:Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato digià avvertito: e prima che faccia notte, sarà qui.

P16:Davvero?... Allora, Fatina mia, vorrei andargli incontro! Non vedo l'ora di poter dare un bacio a quel povero vecchietto, che ha sofferto tanto per me!

FT:Vai pure, ma bada di non perderti di nuovo! Prendi la via del bosco, e sono sicurissima che lo incontrerai.

Esce la fatina e Pinocchio inizia a camminare

P15:  Ma invece del suo babbo, Pinocchio incontrò un suo vecchio amico: Lucignolo, famoso in tutta la scuola per essere il più birbante e monello di tutti. Lo diceva anche Suor Maria Paola!!

Entra Lucignolo

L: Ciao Pinocchio!

P16: Ciao Lucignolo,Che cosa fai qui a quest’ ora di notte?

L: Aspetto la mezzanotte, per partire...

P16: Dove vai?

L: Lontano, lontano, lontano! 

P16: Lontano ma  dove?

L:Vado ad abitare in un paese... che è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna!...

P16 E come si chiama?

L: Si chiama il Paese dei Balocchi. Perché non vieni anche tu?

P16:Io? no davvero!

L: Hai torto, Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. Dove vuoi trovare un paese migliore per noi ragazzi? lì non ci sono scuole: lì non ci sono maestre, neanche la maestra Simonetta. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si va a  scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Le vacanze cominciano col primo di gennaio e finiscono col 31 di dicembre. Ecco un paese, come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi!

P16: Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi?

L:  Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo. Che te ne pare?

P16: MhMMMMMM…

L:vuoi partire con me?

P16: No, no, no e poi no. Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo perbene, e voglio mantenere la promessa. Anzi, siccome deve arrivare anche il mio babbo, scappo via. Dunque addio e buon viaggio.

L: Aspetta altri due minuti.

P16: Faccio troppo tardi.

L: Due minuti soli.

 P16: Parti solo o in compagnia?

L:Solo? Saremo 28  ragazzi, tutti quelli della seconda elementare.

P16:E il viaggio lo fate a piedi?

L: A mezzanotte passerà di qui il carro che ci deve portare in  quel fortunatissimo paese.

P16:tu sei veramente sicuro che in quel paese non ci sono scuole?...

L: Neanche l'ombra. 

P16: Che bel paese! 

L:Perché non vieni anche tu?

P16: E inutile che tu mi tenti! Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare buono! Addio, Lucignolo e buon viaggio!.

P15:Intanto si era ' già fatta notte e notte buia: quando a un tratto videro muoversi in lontananza un lumicino... e sentirono una gran musica…

Entrano tutti, ballando a trenino

L:Eccolo!  È il carro che viene a prendermi.  Voi venire, sì o no?

Lucignolo si attacca in coda. Il primo del trenino è il guidatore, l’omino di burro, che si rivolge a Pinocchio

OB: Ragazzo mio, vuoi venire anche tu nel paese dei Balocchi?

P16: Io rimango!

OB:Dài retta a me: vieni via con noi e staremo allegri.

P16: No, no, no!

Tutti in coro:Vieni via con noi e staremo allegri!  Vieni via con noi e staremo allegri

P16: Fatemi un po' di posto: voglio venire anch'io !...

Il volume della musica cresce ed il trenino si trasforma in un balletto, ad un certo punto la musica cambia, diventa drammatica . L’omino di burro esce ed entra con un cestone pieno di orecchie da asino che infila a tutti. La musica si interrompe e tutti iniziano a ragliare.

O.B. Bravi ragazzi! Avete ragliato bene! Ora sarete miei schiavi!!

Tutti escono correndo e ragliando fuori scena. Resta solo pinocchio.

O B. Scappate pure tanto vi riacciufferò presto! Molto presto!! Ha ha ha ha!

P16. O fatina mia! Che sciocco sono stato! Ora sono un ciuchino, servo di questo cattivone .

Musica Magica. Entra la fatina e con un gesto della bacchetta magica fa  fuggire l’omino di burro.

FT: Oh povero Pinocchio mio, questa volta diventerai un bambino buono?

P16: Sì sarò buono, sarò buono!

FT: Pinocchio, dovrai anche essere coraggioso, il tuo povero babbino per cercarti è andato per mare  su una piccola barchetta, che è stata divorata da un terribile pescecane..

P16:Oh no! Devo salvarlo!

FT: Ma rischi la tua vita!

P16: Non importa vado subito al mare a tuffarmi!

Entra, correndo, Geppetto e abbraccia Pinocchio

G: Figliolo mio! Eccoti! Finalmente ti trovo!

P16: Oh babbo! Babbino mio! Ora staremo sempre insieme! Ma fatina cara, non era vera la storia del pescecane?

G: Certo che era vera! un attimo fa ero nel relitto di una nave, dentro la pancia di un pescecane, ci ho vissuto per due mesi…..

FT: Pinocchio, il tuo buon cuore ha salvato Geppetto, con un po’ di aiuto da parte della mia magia…

P16. Ma…Come?….

Rientrano tutti

F T: In grazia del tuo buon cuore, io ti perdono tutte le monellerie che hai fatto fino a oggi. I ragazzi che assistono amorosamente i propri genitori  meritano sempre gran lode e grande affetto, anche se non possono esser citati come modelli d'ubbidienza e di buona condotta. Metti giudizio per l'avvenire, e sarai felice.

Tutti: evviva Pinocchio! Evviva!

Danza finale