I ricordi di Anna

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I RICORDI DI ANNA

Commedia In tre atti

Di

Angelo Alfieri

Personaggi


Anna:

Mario:

Stefano:

Maria:

Tullio:

Uccia:

Ugo:

Tilly:

Giulia:

Elisa:


Proprietaria dell’appartamento

Traslocatore

Aiutante di Mario

La vicina di casa

Il vicino di casa

La domestica di Anna

Futuro marito di Anna

Amico fidato di Ugo

Fidanzata di Tilly

Madre di Anna


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La scena si svolge in un palazzo del centro storico di una città del nord Italia. L’appartamento è ben arredato con mobili di lusso e oggetti raffinati. A poco a poco, mentre l’azione si svolge, la scena si svuoterà tanto da lasciare una sola sedia. Ai lati due grandi porte: una è l’ingresso e l’altra da in altri locali.

ATTO PRIMO

Scena prima

Anna: (È in scena, si aggira). Che cosa deve fare una donna per portarsi a casa un marito? Spogliarsi del passato? Conviene! In ogni caso! Fortunatamente l’idea di sbaraccare è venuta a lui, o meglio, crede che sia così. E non sarò certo io ad insistere per farglierla cambiare. Vedrò di fingere dispiacere. (Si presenta sulla porta Mario). Venga avanti … è l’incaricato? Ecco! Come può vedere da sé l’ambiente è a dir poco ben sistemato, purtroppo entro stasera non lo sarà più: signor?

Mario:              (Entra) Mario,signora … Mario!

Anna:               Mario! Nome d’antica memoria … mah … la chiamerò così! Vado a

dire. Mi perdoni: chi è quell’individuo sospetto che la sta seguendo?

Mario:              Sospetto?

Stefano:          (Entra, è timido, è vestito male). Sospetto di esserel’aiutante … suo.

Piacere signora: Stefano Seferney.

Anna:               Dovrebbe interessarmi? Faccia vedere le mani … sono pulite?

Stefano: Insomma … ho toccato la … m – alta. (Guarda Mario che a sua volta fa dei gesti).

Anna: Non è niente, non è necessario toccarsi tanto per farlo. Oggi è sconveniente. I batteri, i germi, queste nuove malattie … Lo sa che è opportuno stare alla larga dagli sconosciuti? (Come se temesse un qualsiasi contagio).


Stefano:


Non ho l’esperienza per poter giudicare.


Anna:

normale?


Capisco! Andrò ad esporre … dove va? Espongo qui. Il suo attendente è


Mario: Fin ora non ha dato segni di squilibrio … Stefano, ha detto che andrà per dire che sta … prende sempre tutto alla lettera. Mi dica!

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Stefano: Ho studiato grammatica per niente. (Tra sé). Pensavo che i ricchi parlassero come noi.

Anna: Allora … come vedete l’appartamento è pieno di oggetti di grande pregio e so benissimo che vi state chiedendo il perché della vostra presenza e perché lo debba svuotare di punto in bianco per lasciare spazio a chissà cosa. (Finge di essere addolorata).


Stefano:


Non mi permetterei mai …


Anna:


E invece se lo dovrebbe chiedere (Indispettita).


Mario:


E non l’hai fatto: scemo! Quando ci vuole … esponga.


Anna:


È che mi ha fatta arrabbiare. Se solo sapesse non avrebbe risposto così.


Mario:


Ma non sa!


Stefano:


Chi si è permesso di farla arrabbiare …


Anna: Il mio futuro marito … e quell’altro imbecille del suo amico … tra un po’ non ci sarà più una sedia per potersi accasciare … (Si atteggia, finge malcontento).


Mario:

d’animo.


Via signora non si accasci … rimanga in piedi. Dia segno della sua forza


Stefano:


Si accasci in piedi!


Mario: Signora sono un esperto di situazione diciamo così … imbarazzanti, si confidi … noi siamo una tomba.

Anna: Questo appartamento era un gioiello. Vi erano mobili antichi, vasellame antico, quadri antichi ...


Stefano:


Proprietari antichi. (Intercalato).


Mario:


Signora parla al futuro. I mobili ci sono ancora.


Anna:


Ma si spoglierà … e tutto per esaudire i desideri del mio sposo.


Mario:


La vuole privare del suo mobilio? Peccato! Sta così bene …


Anna:


Come sta bene?


Mario:


Perché non … Si accasci fin che può.


Anna:


Sto benissimo … Lei fraintende?


Mario:


A volte!


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Anna: Mi sto lasciando andare a sentimentalismi inutili con voi che non conosco nemmeno.


Stefano:


Se ci conoscesse almeno.


Anna:


In genere non do confidenza a nessuno che non conosca da decenni.


Mario:


In genere! Ma questa volta …


Anna: Forza iniziate i lavori … dapprima voglio che portiate via il divano e poi nell’ordine il … (entra Maria) non ci fate caso è solo la vicina. Novità?


Maria:

notevole.


Nessuna! Tu? Fate attenzione: il peso psicologico della mercanzia è


Anna:


Forza! Non le badate. I signori sono gli addetti allo sfacelo …


Mario:


Guardi che sono un esperto in parecchie discipline, non un povero idiota.


Stefano:

lunga!


Bravo … mettiamo i puntini sugli “i” … è pluri disciplinato. E la sa


Maria:


Lunga lunga o così così?


Anna:


Lasciamolo lavorare: stiamo a vedere la lunghezza del sapere.


Mario:


Non giri attorno! Mi dica la verità … è in rotta col fidanzato?


Maria:              È decisamente un indovino. Vedi sei un libro aperto, ti si sfoglia


facilmente. Non sai nascondere le emozioni. Le spiego …

Anna:               Lascia stare … andate giù. (I due escono). Non lasciamoci trascinare

dalla stupidità: vai a dare confidenza ad estranei?


Maria:


Per quel che ne so anche il tuo futuro marito è uno semisconosciuto.


Anna:


Finiscila … non ho intenzione di fare la tua fine.


Maria:


Che fine avrei fatto?


Anna: Tre convivenze in sei anni … fallita! E hai perfino cercato di soffiarmi Ugo. (Va verso la porta)

Maria:              Ti consiglio di mollarlo al più presto. Parola di pluri convivente. Pensavo


avessi bisogno ma vedo che sei nelle mani giuste, me ne torno di là, nel mio regno, che è rimasto intatto nonostante tre pseudo mariti mentre il tuo si sta sfaldando ancor prima dell’evento!

Anna: Sarai sopraffatta dai ricordi … chissà cosa ti verrà in mente. Ti consiglio di sfogliare gli album di fotografie in fretta, non vorrei che soffermandoti a lungo perdessi un’amica nel fiore degli anni. (Ironica).

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Maria:              Ti piacerebbe venire al mio funerale eh? Fasulla! Ipocrita! (Tra lo

scherzoso e il serio).

Anna: Vattene scellerata … ti va bene che non ho oggetti pesanti. (Maria esce). Deficiente! Ugo è mio!

Maria:              (Da fuori). Mangiatelo!

Anna: Già l’idea di averla come vicina mi dà il voltastomaco, figuriamoci come amica. (Arriva Uccia) Cambi casa al più presto.. Crede di essere migliore di me perché ha avuto più uomini. Il valore di una donna non si misura in base ai mariti e agli amanti.


Uccia:

finta?


E in base a cosa? Ha alzato la voce affinché la sentissero litigare per


Anna: Stupida! Pensa alle tue di faccende .È questa l’ora di presentarsi? (Finge di guardare l’ora). Alle nove?

Uccia:               Anche se venissi alle dieci che differenza farebbe … non vorrà che


spolveri i mobili che tra un po’ non ci saranno più?


Anna:


Prepotente … dici così perché sai che sono tollerante e non ti licenzio.


Uccia:


Sa quanti ne trovo di posti? Cento!


Anna:


Non ti far conoscere dagli operai e stagli lontano!


Uccia: Sì sì … non li toccare, non li guardare, sono infettivi, ubriachi … puzzano di pipì.


Anna:


Sei una domestica stupida, inutile e ocona per giunta.


Uccia:

presenza.


Ma non mi può licenziare perché il fidanzatino le ha imposto la mia


Anna:               Ancora per poco … dopo il matrimonio la vedremo questa presenza.

Ectoplasma vai da quella vagabonda e fatti prestare una sedia.

Uccia: Agli ordini signora! Perché non ne nasconde qualcuna di queste, la più carica di ricordi, se la tiene come souvenir. La infila sotto il letto. Quello nuovo. (Esce).

Anna: Da chi sono circondata? Da idioti! Se salissero almeno quei due … (Guarda il divano). Mi mancherai vecchio mio …Sei giunto al capolinea, il signoreche abiterà con me non ti vuole … dice che ha in mente altro, vuole che mi separi da tutto ciò che fu soltanto mio pensando che gettandoti nella pattumiera si cancellino i ricordi … quelli che lui teme possano danneggiarlo.“Il passato di una donna deve

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rimanere fuori dal talamo coniugale”. (Ride). O è scemo o è un illuso! … (Si fa seria). Spero che abbia ragione. Non si rende conto che sbarazzandosi di questaporcheria mi fa un favore. … I ricordi …(Si siede). Spero se ne vadano tutti …

Tullio:             Madame Anna … posso entrare?

Anna: Ha intuito del rumore che è in atto lo smantellamento? Prego Tullio si accomodi dove vuole, le concedo di sfasciare a sua discrezione, perlomeno so chi è stato lei a farlo e non mi struggerei dal dolore tentando inutilmente di sapere chi sarà il demolitore. (Le scende una lacrima, finge).


Tullio:

sfasciare


Che pensiero gentile. Troppo buona! Immagino che mi il piacere di

sia riservato agli intimi. (Anna annuisce). Ma siamo ancora in alto mare.


Anna: Mare o lago. Non vede che splendore di mobilia, quando mai l’ha vista un’accozzaglia di preziosità simile?


Tullio:


Come questa mai! Se le chiedessi di vendermi questo?


Anna:


Scherza? Non è possibile. Deve finire chissà dove lontano da qui.


Tullio:


È contrariata?


Anna:               Perchè dovrei esserlo? Crede di mettere alla prova l’amore che ho per


lui. Pensa che privandomi dei mobili mi possa liberare dai ricordi. Noti bene: dai e non dei ricordi.


Tullio:


Sottile!


Anna:


Fin troppo! Mi dica: che prezzo devo pagare per un’illusoria felicità?


Tullio:


Lasci che dissesti tutto! Dopo lo scoprirà. Cambia anche di là?


Anna:               Cosa rimarrà di mio, della vita precedente, solo il ricordo di aver avuto


un arredamento prestigioso attraverso il quale rivivere il passato? Pensa o crede veramente che basta disfarsi di un oggetto per soddisfare le illusioni di un uomo? E in futuro quando un possibile secondo marito vorrà liberarsi a sua volta mi consolerò con qualche opuscolo pubblicitario di quelle oscenità che tra poco varcheranno la soglia? … Tullio, la prego mi aiuti, lo faccia desistere. Gli racconti qualche sua esperienza al riguardo. (Finge molto bene, sembra addolorata).

Tullio: Non ho esperienze di nessun tipo, si figuri! Vivo con mia moglie da decenni. E poi non ho influenza su di lui ... lo conosco appena, certamente da meno tempo di lei … lo chieda a quello squilibrato di Tilly.

Anna:               Se è lui che lo condiziona … si lascia infinocchiare come un pollo.

Tullio:             I polli si fanno infinocchiare: non lo sapevo.

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Anna: Lo chiederemo all’esperto che dovrebbe portare via gli oggetti. Dice che è pluri disciplinato. (Entrano i due). Lo chieda pure …


Mario:


(Prova a sollevarlo). Dire che è pesante è un eufemismo.


Stefano:


Sarà sovraccarico di ricordi di chi l’ha usato.


Anna:


Il signore vuole sapere se …


Tullio: Ci stavamo chiedendo se è vero o meno che i polli si lasciano infinocchiare e per uscirne la signora ha detto di chiederglielo.


Stefano:


Io li mangio! Se lui li infinocchia …


Mario: No, se si riferisce ai volatili, ma se parla sotto metafora sì. Ci sono alcuni individui che si lasciano infinocchiare comodamente credendo di essere furbi.


Anna:


Però!


Mario:              Pensano che ciò che fanno sia il frutto di ragionamenti profondi e


credono di essere originali, per quello che ne so io. Altri meno sofisticati la pensano in modo diverso.


Tullio:


Capisco! Lei è esperto in che materia?


Mario:


Geolocalizzazionepolomagneticaausiliare.


Tullio:


Per la miseria … e serve per spostare mobili?


Stefano:


Soprattutto. Consideri però che io non sono esperto.


Anna:


E allora stia zitto.


Tullio:             Le sorprese si accavallano stamattina. In questi giorni prima di uscire


passerò da lei sperando di incontrare il signore. Pur sapendo che non mi troverò più nella stessa casa, perlomeno mi istruirò. Vado … allora a stasera … spero che gli esperti non abbiano ultimato lo … quello che ha detto lui.

Anna: Stasera non mi trova. Se desidera vedere la distruzione totale ripassi domattina. (Tullio esce). È un conoscente! A volte mi consiglia qualcosa. Dove s’è cacciata quella cretina. Scusi, mi farebbe una cortesia? Suoni a quella di fronte, venga

…ecco, vede quel portone reale: provi a chiedere alla regina che si nasconde dietro se Uccia è ancora li. (Ironica).

Stefano: Uccia? (Esce e rientra subito). Perché non lo fa lei? Non ho dimestichezza coi nobili.


Anna:


Lo faccia per fare esperienza …


Stefano:


È vero! Se voglio diventare come lui ... Vado!


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Anna: Non si lasci ingannare dalle apparenze … le sembra bella ma è tutta cartapesta. (Mario si è seduto sul divano). Scusi eh ma non le sembra di esagerare? In fin dei conti è mio, fa schifo ma è mio. Si è seduto su un mio ricordo. Capisco che è un esperto ma se la vede il mio futuro marito comodamente adagiato invece di lavorare passa un guaio.


Mario:


Ne ho passati tanti … quando vi unite?


Anna:


Tra una settimana! Pensi che non vedo l’ora.


Mario:


Ci credo! Non c’è un orologio nemmeno dipinto.


Anna: Non capisco se è l’esperienza a dettare queste perle di saggezza o qualcos’ altro. Non ne ho di orologi.


Mario:


Fa bene! Così facendo il tempo non passa mai e nel suo caso si vede!


Anna:               Mi trova giovanile? Guardi, è un argomento delicato e per certi versi


scottante! Sentiamo! Quanti anni pensa che abbia?

Mario: L’esperienza mi insegna che l’età di una signora riguardi solo l’interessata.

Anna:               Ha un’esperienza mostruosa. Tuttavia glielo voglio confessare:

trentacinque.

Mario: Pensavo … lo vede? Non le posso dire: “pensavo di meno o pensavo di più” perché incorrerei nelle sue ire!


Anna:


Gliel’ho confessato, non detto! Colga la sottigliezza.


Mario:


Colgo tante di quelle sottigliezze signora … Vive sola?


Anna:

tutti i costi.


Ho quella domestica che ho mandato a chiamare: l’ho dovuta assumere a


Mario:


Le hanno imposto di assumere?


Anna: Il futuro marito ha fatto osservare che una donna come me, dico: come me, ha necessità di avere tra i piedi un’inserviente femmina!


Mario:


È facoltoso.


Anna:

chi paga …


Le ho detto “a tutti i costi”. Lo stipendio è a mio carico. Lui assume ma


Stefano:          (Rientra). QuestaUccia non c’è! Dice che è dovuta andare nel

sotterraneo a rimestare: riferisco.

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Anna: Ha visto? Le ho detto di farsi dare una sedia … pensate che mi costa un mucchio di soldi. Se ha qualche consiglio da darmi è il momento giusto.


Mario:


Mi spiace: non ne ho!


Uccia:


(Arriva con la sedia). Le va bene?


Anna:


Pensavo che te la stessero fabbricando.


Uccia:               Madame, della quale non faccio il nome, mi ha mandata in cantina e


siccome è più vasta dell’appartamento in cui abita ho dovuto frugare! … Attenta: era di Papa Bonifacio, la tratti con riguardo.


Stefano:


Quel Bonifacio?


Uccia:


No, quell’altro! Il cugino! (Sarcastica).


Anna:


Non ha esperienza, si confonde, è troppo giovane.


Stefano:


Ho perlomeno la sua età: quarantacinque.


Mario: Forza … solleva di là! Attento (Per evitare guai. Portano fuori il divano). Potrebbe essere di Federico di Svevia.


Stefano:


Da cosa lo capisci?


Mario:


Esperienza!


Anna:


E uno se ne è andato e con lui un pezzo di me.


Uccia:               Quale? Il piede. Se ci tiene così tanto si amputi mano mano che i mobili


se ne vanno … (Anna esce). Al diavolo. Mi dica cosa vuole mangiare. Avviso la rosticceria … crede che mi metta a cucinare? Illusa, finché non è tutto sistemato non tocco un mestolo. Per la miseria mi stavo sedendo sopra un ricordo. Fino a ieri era tutta sciccheria, oggi sono ricordi da buttare. Pur di sposarselo farebbe chissà cosa ma a noi lascia intendere che non è così. Ma chi crede di infinocchiare. (Va in un altro locale).

Scena seconda

Tilly: (Entra). Anna … Uccia … lasciano aperto … Manca il divano, sono iniziati i lavori di sgombero. Magnifico! Ha ascoltato il mio saggio consiglio. Eh … il matrimonio … scelta complicata. Penso a coloro che ne fanno più di uno … sono dei pazzi. Me ne guardo bene dal commettere simili errori. È forse uno scellerato lo scapolo perennemente fidanzato? Tutt’altro. Ben altro. Altroché … Non faccio altro

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che compiacermi. Nessuno è disposto a congratularsi con un non schierato, nel senso dell’ammogliamento e mi congra …

Mario: (Entra con Stefano). Prendiamo quello … lo mettiamo nell’angolo … Buongiorno signore. È il futuro marito?


Tilly:


Assolutamente no! Ma dico?! Sono un amico. Anzi: l’amico!


Stefano:          Signor amico si sposti perché non avendo la sua esperienza (Indica


Mario) le potrei schiacciare un piede, il che lascerebbe presumere che possa venirericoverato d’urgenza per una frattura con esito di guarigione incerto.

Tilly:                 Che saggio! Basta guardarla … Bella rivoluzione Eh? Quando c’è

l’amore … prendete me per esempio: sono fidanzato ma non ho intenzione di convolare! Il fidanzamento deve durare in eterno.

Stefano: Mi creda non dipende da lei. Se la fidanzata decide di avviarla verso l’altare i suoi principi passano in quart’ordine!


Tilly:


Dice? Mah! Pensa questo? … (Si aggira). Questi mobili dove li portate?


Mario:


In discarica.


Tilly: Per bacco … che fine orribile: assolutamente no! … Ascoltate! (Da una manciata di banconote ai due). Portateli a questo indirizzo. A voi non cambia nulla… voglio dire.

Mario:              Non c’è bisogno: ho capito! Via degli ulivi 123 … in pieno centro!

Praticamente due vie più in là. È lecito sapere? No! La signora? No!

Tilly: Quando un oggetto esce di casa è segno che il proprietario se ne vuole disfare e quindi non gli interessa conoscere la destinazione finale … capisce?


Mario:


Fin troppo!


Stefano:


È molto esperto.


Tilly:


Mentre lei … (Gli rifila ancora denaro). Questo è per la sua ignoranza.


Mario: (Guarda il pubblico). A volte si guadagna di più da ignoranti che da … Il fidanzato sa di questa sua decisione?

Tilly: Eh? Beh! ... Sia discreto. Lei conosce le ragioni che hanno indotto Ugo a compiere questo passo?


Mario:


No! Immagino. Presumo.


Stefano:


Crede!


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Tilly: Sarebbe un segreto … non pensate che vada spifferando a chicchessia notizie riservate. Non è da me!


Stefano:


Ma nemmeno da noi.


Tilly: La signora Anna (Entra. Era nella camera).… Cara … fatti abbracciare … dove ti eri cacciata? Stavo intrattenendo i facchini con storielle piccanti …


Anna:


Riguardanti chi?


Tilly:


Lei!


Mario:


Scherza … non sa niente … e da consigli fuorvianti.


Anna:


È poco esperto.


Tilly:


(Di nascosto rifila altri denari a Stefano).


Mario: Signora ci suggerisca quale mobile portar via per secondo. (Anna si avvicina e sussurra nell’orecchio). Non intendevo alla lettera. Suggerisca nel senso dimi dica!


Anna:

marito.


Usi i verbi adatti! Lo chieda a lui … dice che è amico del mio futuro


Stefano:


Lo dice ma …


Mario: Dai solleva ‘sto affare … (Escono con il tavolo). Chi l’ha fatto è ancora nascosto dentro. (Mentre parlano sistemano alcuni oggetti negli scatoloni).


Stefano:


Credo che sia in compagnia.


Tilly:


Che stupidi … non trovi? Ilarità di bassa lega.


Anna:               Non si può pretendere: sono manovali. Il devoto Ugo non ti ha


accompagnato sul luogo del disastro?


Tilly:


Sai quanto ha da fare oggi … i preparativi, le partecipazioni, il pranzo.


Anna:


È decisamente oberato.


Tilly: Oh! Certo che assistere alla distruzione è triste. Peccato! Sono così raffinati. E carichi di ricordi immagino. Chi potrà mai ricomprarli?


Anna:


Che cos’è: ironia? …


Tilly:                 Constato! Non bisogna lasciarsi sopraffare dai ricordi. Ne va della


felicità futura. L’anima carica di ricordi è in subbuglio continuo, non lascia spazio alle novità. … avete fatto la scelta giusta.

Anna:               Crede che sia per il mio bene …

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Tilly:                 Lo so, ne abbiamo parlato vagamente … Allora stasera siete al “pesce

fritto” … grande ristorante!

Anna:               Infatti: ha una superficie non indifferente. Uccia!

Uccia:               (Entra, era in un altro locale). Chi si vede … l’amico per la pelle … ha

visto?! Poverina. Tutto da buttare … mobili, ricordi, denaro …

Anna:               Verrà anche il tuo momento. Mezza calzetta.

Tilly:                 Se lo sapesse “lui”, che l’ha scelta come collaboratrice non so …

Anna:               Dimenticavo l’insurrezione che ne scaturirebbe … che intenzioni hai?

Uccia:               Di andare in rosticceria … prendo qualcosa anche per lui …

Tilly:                 Per carità: merluzzo fritto … preferisco digiunare.

Anna:               È per quello che sei così magro. Vivendo solo si mangia di tanto in tanto.

E si risparmia.

Tilly:                 Mi dipingi some uno squattrinato.

Uccia:               Se fosse una pittrice, ma non sa nemmeno tenere il pennello del fard per

dipingersi, se lo fa mettere. E per essere una donna trovo che sia un tantino strano.

Anna:               Ti odio! Vagabonda.

Mario:              Eccoci di ritorno … ora che si prende?

Tilly:                 Attenti ai quadri.

Anna:               Sono da buttare … ha insistito tanto. Anzi li taglio in due.

Tilly:                 Anna ti abbasseresti così tanto? Lascialo fare a loro che non hanno

niente a che vedere. Il taglio sarebbe più accurato.

Stefano:          Ci pensiamo noi a tagliarli prima che giungano a destinazione …

Mario:              Forza prendi le poltrone. Lo devo zittire perchè a volte straparla.

Tilly:                 Non ha esperienza. Invece lei ne ha da vendere.

Anna:               Ne dia un po’ a me! Ne ho tanto bisogno. Scendi tu: fannullona!

Uccia:               Oggi si cucina da sola una bella bistecca di pollo. (Esce).

Stefano:          Non se lo infinocchi!

Mario:              L’ha abbandonata?

Tilly:                 La tratti male … se dovessi informare Ugo cosa penserebbe?

Stefano:          Che ha fatto bene.

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Mario:


Prendi la poltrona via … (Escono con vari scatoloni oltre alla poltrona).


Anna:


Ora puoi dire la verità: perché non è venuto?


Tilly: È impegnato … doveva perfino andare dal parroco. Tu non muovi una paglia … preferisci stare qui a piangere, a recriminare. Lascia alle spalle tutti questi inutili ricordi … butta tutto, cambia vita per sempre.

Anna: (Ha uno scatto). Cambiare? Perché! Che prezzo sto pagando per avere un marito? Mi sta depredando dei ricordi migliori.

Tilly:                 Non farmi ridere … migliori! I ricordi sono fissati qui in questa scatola.

(Indica la testa). È un’ottima macchina fotografica.

Anna: Le fotografie sbiadiscono e lasciano un pallido e confuso ricordo dei tempi migliori, che se ne vanno ad uno ad uno con questi oggetti. Mi siederò ancora su una sedia ma non sarà questa sedia. (Filodrammatica).


Tilly:


Verrà il giorno che ringrazierai Ugo per la scelta che sta facendo.


Anna:               Spero di ringraziarlo per qualcos’ altro. Sarà pur sempre un marito. È


vero che lo sposo per convenienza ma è anche possibile che nasca un affetto sincero. Ma cosa mi fai dire?

Tilly:                 Niente! Hai deciso di spifferare in piena autonomia.

Mario: (Entra. Vede Tilly). In tutta franchezza … lei ha un’attività altamente remunerativa o devo pensare altro? (Si è reso conto della somma che gli ha dato).


Tilly:


Buon uomo sarà anche un esperto ma si attenga al ruolo.


Stefano:


Non sapevo che giochi a calcio.


Tilly:

prevedete?


Che gli rifilerei. Occupatevi dello smantellamento. Quanti viaggi


Mario:


Almeno tre! E tra mezz’ora partiamo per la discarica …


Tilly:

(Esce).


Mezz’ora?  Mi ricordo solo adesso che ho un impegno … allora a dopo.


Anna:


È normale uno così? Viene per niente.


Stefano:


Per niente? Credo che …


Mario:


Quello che credi tu alla signora non importa! E sottolineo “importa!”


Anna: Le pare … Sedetevi un attimo visto che sono rimaste le sedie. Mario … Un nome antico eh … lei pensa che sia una povera scema o una sprovveduta totale

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che vive sotto l’egida di un uomo che la manterrà a costo di certi sacrifici o si è fatta un’opinione diversa?

Mario: Cara signora l’ho vista per la prima volta mezz’ora fa e pur avendo tutta l’esperienza del mondo le garantisco che é difficile trarre conclusioni in così poco tempo.


Stefano:


E non avendo orologi ...


Anna:


Se non ha argomenti: taccia! Che opinione si è fatta di me?


Mario:


Le confesserò che …


Anna:


Niente confessioni: dica!


Mario:


Mi sembra una sprovveduta.


Anna:


E invece non lo sono. E invece non lo sono!


Maria: (Entra, ha sentito le ultime parole). Sprovveduta, quella sedia che ti ha portato la miracolata si chiama Pietro e va portata indietro.


Stefano:

di Pietro.


(Si è invaghito subito). Ottima rima ma ha sbagliato proprietario: non è


Maria:


Vuoi una ripassata per caso?


Stefano:


Se insiste: ripassi pure. A che pagina? È una donna affascinante lo sa?


Maria:


Non faccio la boscaiola bello e ho la metà dei tuoi anni.


Stefano:


Ti confesserò che ti sbagli.


Mario:


Se andiamo avanti a confessioni la verità non uscirà mai.


Anna:


Ah! Non mi crede? Ho capito sono partita col piede sbagliato.


Maria:


Credimi non è quello il punto.


Anna: Perché sei entrata? Per spettegolare? Non avendo nulla da fare si va dalla vicina … vengo forse io da te a turbare i ricordi?


Maria:


O a chiedere sedie?


Mario:


Signore … avete una certa età … e parlo per esperienza.


Anna:               Questa sua esperienza se la può mettere dove dico io … eh! Se non hai

richieste vattene … non ti permetto di vedere il dissolversi della mia vita così gratuitamente.

Stefano:          C’è chi paga per questo!

Mario:              Forza … quei quadri … su! (Escono).

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Maria: Ho capito: non è giornata … adieu. Prego Tullio! Non è di buon’umore, le balli distante.


Tullio:


Questa Maria sta diventando insopportabile. Non sta mai ferma.


Anna:


Lei! (Sottintende).


Tullio:


Risalendo mi sono detto: “ vado a vedere a che punto siamo”. Alto mare.


Anna:


Dica la verità: faceva il marinaio?


Tullio:             Che spiritosa, il marinaio. Confesso che sono entrato con questa scusa


perché ho intravisto , nel salire, il suo potenziale marito confabulare animatamente con alcuni signori del palazzo accanto.

Anna:               Per la miseria … con tutti gli impegni che ha.

Tullio:             Ma quali impegni … era seduto al bar in fondo alla via fino a poco fa.

Anna:               Ma ti dico io … chi è il bugiardo lui o Tilly? (Tra sé).

Tullio:             Mi ritiro … arrivederla!

Anna: Tullio … prima le ho mentito circa lo smantellamento … mi perdoni … dopo anni che ci conosciamo non mi sono mai permessa di osare … e siccome la ritengo una persona responsabile e poco avvezza allo spettegolio … oso?


Tullio:


Che diamine Anna: osi!


Anna:               A qualcuno lo devo dire ed è meglio che sia lei a … (Ha un attimo di


ritrosia). Deve sapere che iotempo fa ero … se uscissimo per un caffè?


Tullio:

polverone.


Rientro ora … se mi vedesse mia moglie uscire con lei solleverebbe un


Anna:


Veramente? Non è messo bene nemmeno lei.


Tullio: Confessione per confessione: non sono messo bene! Se desidera che “uscissimo” usciamo. In che confessionale preferisce andare?


Anna:


Non in quello dove stava Ugo!


Tullio:


Non ne può fare a meno di vederlo eh?…


Anna:


Insomma … non impazzisco di certo ma … come si dice …. Ecco!


Tullio:


Oserei dire che sembriamo fatti l’uno per l’altra.


Anna:


Ha osato troppo! Andiamo prima che tornino i due esperti.


Tullio:

all’altra.


Che esperti sono? Non fanno altro che travasare mobili da una parte


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Anna:               Sono i migliori … seri, onesti … tutti requisiti che ha selezionato Ugo

prima di affidargli lo scatafascio. Non lascia niente al caso: dice!

Tullio:             Lui!

Anna:               Già! Lui!

Scena terza

Ugo: (Entra. È ben vestito, appoggia il cappello sull’attaccapanni). Anna … Mariuccia … hanno iniziato lo sgombero. O me o i mobili. I patti sono chiari! E ha scelto me … del resto che poteva fare. Ci sono donne che farebbero carte false per sposarmi. E che donne! Ma questa ho un non so che di speciale … ti imbriglia ti … avvolge … ti strega … mi ha fatto tornare ragazzino. Che nobile sentimento l’amore.


Mario:


(Risalgono). Signore … Il futuro marito?


Ugo:


Da cosa lo capisce?


Stefano:


Dal cappello!


Ugo:


Che esperienza! Dal cappello!


Stefano:


Lui lo intuisce perfino dalle stringhe delle scarpe.


Ugo:


Ho a che fare con dei supereroi. Visto che sapete tutto: Anna dov’è?


Mario:


Lei pretende l’impossibile. Non siamo indovini!


Ugo: Sì sì … l’aspetto! Lei è il signore che ha risposto alla mia telefonata? (Mario annuisce). Non lasciate nemmeno una briciola mi raccomando. Via tutto ilmarciume. (Confidenziale). Gliel’ho imposto. A proposito, dove li portate?


Stefano:


In via …


Mario:


Della discarica! Del resto è l’unico luogo dove li accettano.


Ugo:

cancellato.


Sono sovraccarichi di ricordi altrui. Vanno distrutti. Il passato va


Mario: Ha ragione! Il mobile è come una spugna, si impregna di immagini, di corpi, di aromi. Di sostanze proibite … A volte è indispensabile sostituirli.


Ugo:


Diavolo d’un mobiliere: quante ne sa?


Mario:


Tanto da sopravvivere. Ha molti amici signor Ugo?


Ugo:


Ne basta uno fidato.


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Stefano:


Parlo per sentito dire: fa bene! Infatti ne basta uno per …


Ugo:


Per?


Mario:


Il mio collaboratore si crede un matematico e allora … per, più, meno.


Ugo:


Ascoltate … non mi prendete per uno …


Mario:


Spifferatore o quant’altro, si figuri.


Ugo: Non sarà un indovino ma … questa roba … pessima, putrefatta di ricordi … la vogliamo proprio gettare in discarica?


Mario:

Stefano).


Noooo! Scherza! Quando mai! Se crede la brucio! (Da dei soldi a


Ugo: Meglio! Mi fido della sua capacità deduttiva. Lei capisce che le ho imposto di gettarla non perché è da gettare ma l’ho fatto per altri motivi miei … faccende matrimoniali nostre. Bravo: evitiamo che possa ricuperarli un domani.


Stefano:


Lei frequenta la casa di quel signore coi baffi?


Ugo:


Chi? Tilly? Raramente.


Stefano:


Fa bene! Non avendo esperienza glielo consiglio: non ci vada più!


Mario:


Lo sai che da quando sei entrato qua dentro hai iniziato a fare esperienza.


Ugo:


Buon per lui!


Mario:


Sappiamo che lo fa per amore.


Ugo:


Ah! Lo sapete? (Arrivano Anna e Tullio). Adorata, ti sto attendendo


Stefano:


… Da parecchie ore. (Sarcastico).


Mario:


Non avendo orologi può essere.


Anna:


Con tutto il lavoro che hai perdi ore ad attendermi?!


Ugo:                  Scherza! Ho fatto prima del previsto. Sono passato per vedere a che


punto siamo. Stavo giusto chiedendo se sanno quale destinazione potrebbero prendere i mobili proprio nel momento in cui sei arrivata …


Anna:


Potrebbe essere diversa da quella che credi.


Ugo:


A me basta che escano da qui. (Imbarazzo).


Anna:


Tullio le presento ufficialmente mio marito.


Tullio:


Lo intravedo talvolta salire … ci conosciamo di vista.


Ugo:


È vero! Di vista! Da dove venite?


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Tullio:


Dal confessionale …


Ugo:

cerimonia!


Cara … è un po’ presto per la confessione: manca una settimana alla


Tullio:             Si e voluta portare avanti col lavoro … È una donna straordinaria. E

quando dico straordinaria so quello che dico! Se la tenga stretta: signori! (Esce).

Ugo:                  La ringrazio del suggerimento ma lo so! Manovali … prendete qualcosa


e scendete … su … non fate i popolani che vanno raccogliendo maldicenze per poi spifferare ovunque. Lavorate!

Mario: Ha ragione! Stefano, da questo momento entriamo in sciopero! E lo sa perché lo facciamo?


Ugo:


Perché siete dei barbari?


Mario:


Per avere dei ricordi. Vieni Stefano.


Stefano:


Ci ricorderemo di sicuro!


Anna:


Mi lasciate la casa così?


Ugo:


Ma senti questi scemi: sciopero! Non ho mai scioperato in vita mia.


Uccia:


(Entra). Non ha mai lavorato.


Ugo:


Ti ho assunta per fare la domestica non la consulente aziendale.


Anna:


Cosa dici? È così oberato … dille un po’ cosa hai fatto fino ad ora.


Ugo:                  Ne vale la pena? È da stamani che non mi fermo un attimo. E il parroco e

il tipografo e il ristorante e le bomboniere …


Anna:


È tutto un “e”! Che fatica!


Ugo:


Mi sto concentrando sulla cerimonia … voglio il massimo.


Uccia:


Con una spesa minima. Ho da mangiare: chi paga?


Anna:


Lui!


Ugo:


Sì … quanto hai speso? È troppo!


Uccia:


Mangio solo io! Ma vado da Tullio. (Esce).


Ugo:


Come fai a sopportarla?


Anna:

stamattina.


Infatti non la sopporto. La mantengo! E così ti sei fracassato le ossa


Ugo:


Non me ne parlare: un andirivieni. E non ho ancora incontrato Tilly.


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Anna:               Che guaio. Chissà quali notizie hai da raccontargli. Segreti suppongo!

Ugo: Figurati … non ho segreti. Vado a raccontare a lui le faccende mie, ne andrebbe della nostra felicità.

Maria:              È permesso? Oh, che sorpresa: il principe dei …

Anna:               Dei?

Ugo: Se non straparli non sei contenta. Una vicina dev’essere per forza impicciona? No! Anna mantieni le distanze, non ti immischiare con gente pluri quello che è: ti ho assegnata una domestica, manda lei a parlare.

Maria: Sei sicuro di stare bene? Non è che il matrimonio imminente ti sta mandando in acqua il cervelletto?


Anna:


Vieni solo per offendere. Dopotutto è con mio marito che stai parlando.


Maria:


Quello che smantella gli appartamenti per amore?


Ugo:                  Che costruisce semmai. La casa nella quale vive una donna prima del


matrimonio è quella in cui ha abitato sola e non può essere quella in cui abiterà da sposa.


Maria:


Spiegati meglio? La casa …


Anna:               Si riferisce ai ricordi. I mobili sono impregnati di passato e di fidanzati


passati … che si cancellerebbero con la rimozione del legname qui … Non è così caro?


Ugo:


È proprio così cara. Maria la tua visita è decisamente inopportuna.


Maria:


Come la tua del resto.


Ugo:


L’hai sentita? Mi dà dell’inopportuno?


Anna:


Eh … (Tra sé). Speriamo che abbia torto.


FINE ATTO PRIMO

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ATTO SECONDO

Scena prima

Il mattino dopo

Anna: Uccia … telefona a quei due, vedi un po’ se hanno intenzione di riprendere o battere la fiacca. Non mi va di vivere tra le macerie dei ricordi.

Uccia:               Telefono? L’ha fatto togliere per non essere disturbata dagli scocciatori

…Ho capito. (Esce e rientra con un telefono: il filo è lungo). Uso quello pubblico, la cui spesa sarebbe a carico dei condomini dei quali lei non fa parte in quanto proprietaria asserendo che è la domestica a gestire la casa e pertanto …


Anna:


Dopo il matrimonio ti pagherà lui.


Uccia:


È per questo che me ne andrò.


Anna:


Sei una mascalzona … non ti permetto di insultarlo. È ricchissimo!


Uccia:


E la vuole mettere alla prova facendole versare lo stipendio in sua vece.


Anna:


Esatto! Mi mette alla prova. Ma io pur di sposarlo lo accondiscendo.


Uccia: Contenta lei. “Pronto, parlo con Mario il trasportatore? … dipende da cosa? … da chi lo chiama? … E ma lei è un genio” …

Anna: Passamelo! “Sono la signora di via Salomone Ottavo … mi lascia in questo modo … non sia ridicolo … è anche permaloso … scherzava … con tutta l’esperienza che ha … infinocchiare da chi? … Si faccia pagare il doppio … ah, la devo pagare io … sa cosa le dico? Lavori sospesi fino a nuovo ordine.” Scellerato!


Uccia:


Il trasportatore o l’altro?


Anna:


L’altro! Penso che tu abbia ragione … (Pensa) vai a chiamare Tullio.


Tullio:


Non c’è bisogno … ma come siamo fermi a ieri?


Anna:


Hanno deciso di scioperare. Ugo li ha offesi.


Tullio:


Offesi? E da quando un manovale si offende? Non l’ho mai sentito.


Uccia:


Eppure … eh … essendo persone … che lavorano … loro!


Anna:


Vai al diavolo!


Tullio:


Ha bisogno di me?


Anna: Uccia … esci per qualsiasi motivo … vai dalla regina di cuori che abita di fronte … fatti dire perché è venuta oppure nasconditi in soffitta. (Uccia esce).

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Tullio … quello che le ho confessato ieri che rimanga tra noi … facciamo in modo di non dare adito a pettegolezzi o maldicenze.


Tullio:


Stiamo parlando di confessione … non lo dirò nemmeno alla moglie.


Anna:


Intende la sua! Lei mi comprende, ha capito il mio cruccio.


Tullio: I tempi non dono ancora maturi ma verrà la stagione in cui tutti saranno più … aperti! Del resto sono le apparenze quelle che contano.


Anna:


Ha ragione!


Tullio: Comunque fa bene, ad una certa età un marito fa comodo, mette a tacere qualsiasi voce. E di voci ne corrono.


Anna:


Corrono voci?


Tullio: Nulla che la riguardi. L’importante è tenere a bada questa frescona del pianerottolo. Pare che a suo tempo si dedicasse al (le sussurra), eh!

Anna:               Sa che non mi meraviglia? Tre convivenze in sei anni. Allora se dovessi


avere bisogno di qualche consiglio, quando arriva il mio “sposo” la mando a chiamare dalla mia illusionista.

Tullio: Nel senso che è un’illusa? Tenersi in casa una così per accondiscendere mi pare eccessivo. Non teme il chiacchiericcio?

Anna:               No! …

Tullio:             Faccia pressione su quei due, si faccia sgombrare l’aula.

Anna:               Li chiami lei, la prego! La stavo chiamando.

Tullio:             Non ho autorità … non mi ascolterebbero mai. Non sono io l’interessato.

Anna:               Vedrà … rimarrò senza mobili e senza marito. (Si commuove).

Tullio:             Quell’uomo ha una mentalità medioevale.

Maria: ( Ha sentito le ultime parole) È pur sempre un cavaliere … del lavoro dico. Non fa nulla!

Anna:               Ha sentito? Per me è un lavoratore indefesso.

Tullio: (Tra sé). Quella parola la dividerei … signore, tolgo il disturbo: chissà cosa avete da raccontarvi.


Maria:


Cose inenarrabili se è per quello. Ma in vista delle nozze si tace.


Anna:


Insinui? Tanto non sei invitata.


Maria:


Sai che dispiacere. In futuro non dovrò rimuovere il ricordo.


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Tilly: Eccomi qua … che ritardo … siamo in alto mare … adesso capisco … niente … non si sono presentati i manovali?

Anna: Sciopero caro mio … il tuo amico li ha offesi e hanno sospeso il lavoro a tempo indeterminato.

Tilly: Per la miseria. Precise parole? Ma pensa. È un bel guaio … nel senso dello … dico, qui …. Ecco!


Maria:


Sei preoccupato? Del resto sei stato il promotore dell’avvenimento.


Tilly: Io il promotore? Ugo ha espresso un parere e mi ha trovato d’accordo … è doveroso da parte sua sbarazzarsi degli oggetti che … lo infastidiscono.


Maria:


Basta una spolverata per cancellare tutto. Ma il tuo amico la fa lunga.


Tilly:


È fatto così: male ma …


Maria:


Una cosa giusta l’hai detta.


Anna:


Cioè?


Maria:


Niente … illazioni …


Ugo: (Entra di corsa). Ueilà: congresso? Ho tentato di contattare i due manigoldi senza successo … capite che mi stanno mandando all’aria il matrimonio? Due facchini contro di me …


Maria:


Non riesci a liberarti di questi ricordi maledetti.


Ugo:


A quanto pare!


Anna:


Se pensi che li debba pagare io ti sbagli. Paga chi ha avuto l’idea.


Tilly:


Poveri filosofi!


Maria:


Fai pagare a Marx. Non è stato lui ad inventare lo sciopero?


Ugo:


Oh oh … la buttiamo in politica? D’accordo: gli chiederò scusa.


Tilly:


Perché ti vuoi abbassare al loro livello?


Ugo:


Perché mi saltano le nozze! I principi non mi interessano.


Maria:


È un “essenzialista”.


Ugo: Gli allestitori dell’ appartamento premono … devono consegnare il mobilio nuovo …

Anna: Mi siedo qui ed aspetto … se mi vuoi sposare alla data stabilita risolvi il problema.

Ugo:                  Anna, Anna per la miseria: reagisci … ne va della nostra felicità!

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Maria:


Non potendo dire la mia: vado!


Anna:


Ci mancherebbe: la sua! Ti interpellerò in occasione del divorzio.


Ugo:


Anna! Straparli?


Tilly:                 Ah, coi tempi che corrono io passerei direttamente al divorzio senza


tante cerimonie preliminari. Anziché andare dal prete passa direttamente dal giudice.


Maria:


Noi ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda.


Ugo:


Quella dell’oceano …. Vattene! Non sobillare mia moglie!


Anna: Piano eh … quando vedrò la casa totalmente ricostruita allora mi portai chiamare “moglie”. È una parola piuttosto antica ma te la concedo.


Ugo:


Lo faccio per te … soffocheresti sepolta dai ricordi. Soffia via il passato.


Tilly:                 Condivido pienamente! Anna, in fin dei conti è tutta robaccia. Assieme


alla gioia di avere un marito entra anche la felicità di abitare in una casa nuova depurata dai fastidiosi attimi di malinconia dovuti agli oggetti che mano mano ti capitano sotto gli occhi.

Anna: Sprizzo di felicità. Sentite: finché non si raggiunge un accordo con quei due mi attesto sulle mie posizioni. A domani! (Va in camera).


Ugo:

(La segue).


L’avete fatta arrabbiare … Cara … lascia che ti parli col cuore in mano.


Tilly:


Se le corre dietro come pensa di convincerla: Mah!


Maria:              Non si è mai vista una cosa del genere. Cambia i mobili perché hanno i


ricordi … io non li ho cambiati nonostante il percorso travagliato, no, in effetti li ho rigirati! Se prima uno si trovava in camera dopo si trovava in salotto e quello del salotto nell’anticamera ma i mobili sono sempre gli stessi: lo facevo per puro esibizionismo.

Tilly:                 Sei di un cinismo spaventoso! Del resto cosa si può pretendere da una

Maria: … Dillo! Prendi in mano la situazione … ma essendo un debosciato fannullone ti manca il coraggio … lo dirò io chi sei!


Tilly:


Ti gonfio di legnate … sono un rispettabile cittadino di questo stato.


Maria:              Quale? Del mio o del tuo? Lo dico ad Anna chi sei? Magari suggerisco


anche delle paroline riguardo all’altro scansa fatiche di là.

Tilly:                 Non strafare … scusa … ritiro tutto.

Uccia:               Ci sono i mobilieri e vogliono parlare con lei.

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Tilly:                 Perché mai? Forse è per mettere una buona parola. Falli entrare!

Mario:              L’amico dello sposo in persona.

Tilly: Non faccia dell’ironia … riprenda il lavoro! Villano! Lascia la povera Anna in balia dei suoi capricci? … Con tutti i soldi che …

Mario:              Ero venuto per ricevere delle scuse ma vedo che si accumulano altre

offese: lo sciopero si protrae … buongiorno!

Tilly:                 Via signore non faccia così … dev’essere matto!

Uccia:               Glielo spieghi lei ai piccioncini spennati!

Tilly: Ma ti dico io … quello me li porta davvero in discarica … Uccia, trova una scusa … vado.


Uccia:


Non me ne frega niente. … Anzi! Signora!


Anna:


Non urlare contadinotta …


Uccia:


È salito lo smantellatore.


Anna:


Riprende? No!


Uccia:


Tilly lo ha insultato di nuovo. Va ad oltranza!


Anna:


Chiamo Tullio … chiamalo tu!


Uccia: Lo sapevo! (Stessa scena di prima). “Signor Tullio, la sposina ha bisogno di vederla subito … mah … grazie”. Arriva sul primo binario.


Anna:


Scema! Ugo, puoi uscire da quella camera?


Ugo:


Dimmi tesoro: problemi?


Uccia: Nemmeno l’ombra. Sta scendendo il consulente matrimoniale, lo accolga senza insultarlo.

Ugo:                  Consulente? Ma dico? Uccia lasciaci soli … vai al mercato … anticipa tu

…prendi quello che ti pare.

Uccia: Mi creda non è la prima volta. Ho tutto segnato … e mi sembra giunto il momento di riscuotere. (Esce).

Ugo: Cosa sarebbe, un consulente? Anna, mi fai ridere. Che bisogno abbiamo di consultarci con questo … Chi è poi …

Anna: Tu mi vuoi sposare perché mi ami veramente o lo fai perché hai sentito dire che in due si vive meglio?


Ugo:


Anna che cosa dici? Ti offro la felicità, l’agiatezza … il prestigio.


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Anna:               Non ti allargare, mi basta quello che hai detto: ne ho per cento anni.

Ugo: Sto facendo tutto questo per noi … cosa credi: anch’io mi sto spogliando di molte cose.


Anna:


Ma dei ricordi?


Ugo:


I ricordi di un uomo sono labili, fugaci, inconsistenti … non ne abbiamo!


Anna:


Già, dimenticavo che solo le donne li hanno e devono fare tabula rasa.


Tullio: (Entra). Il nostro sposo … che eleganza, sembra un nobile d’altri tempi. Deve avere un’occupazione prestigiosa, di grande responsabilità … mi ha fatto chiamare?

Anna:               Mio marito crede che sia un consulente matrimoniale.

Tullio:             Ci manca solo questo … dica! Un momento … siamo in alto mare qui!

Ugo: Sciopero … pensi un po’ a chi sono in mano. Uno nella mia posizione soggiogato da due … poveracci.


Tullio:


Perchè non smantella di persona?


Ugo:


Ma dico ... è venuto per insultarmi o cosa? Mi metto a smantellare …


Tullio:


La vuole sposare alle sue condizioni? Si dia da fare! Vero Anna?


Anna:

eventi.


Come vedi non è un consulente … è un saggio! Mi siedo in attesa degli


Ugo: Anna … via … mi metti in difficoltà. Se è sceso con queste intenzioni può risalire.

Tullio: Vuol mettere in conto quale soddisfazione sarebbe costruire il proprio nido senza delegare ad estranei la gioia di averlo realizzato?

Ugo:                  (Pensa). Non ne sarei capace… non ho mairealizzato nidi! Se ne vada.

Tullio: Anna … per cortesia: non mi interpelli più. Mi fa passare per quello che non sono, mi insulta e pretende consigli? Se li faccia dare dallo smantellatore. Dice che ha esperienza.

Ugo: Buono quello … non lo pago! … Beh … era per dire! È giusto che lo si paghi ma non oltre il consentito.

Tullio: Mi sembra più che giusto. Il consulente vi lascia. Anna, se mi deve parlare, mi convochi quando lui non c’è. (Allusivo).


Ugo:


Villano mascalzone …


25


Anna:


Continua ad insultare, vedrai come ti troverai bene in questo palazzo.


Ugo:                  Ho fatto una sciocchezza? Signora … non è il momento. Siamo in alto


mare. Ripassi!

Elisa: (Entra, ha saputo dell’imminente matrimonio della figlia). Beh? Anna! Dio mio come sei ridotta. C’è stata una battaglia qua dentro? Ma guarda che disastro. Non ti sembra di esagerare? Mi devo sedere per terra? Chi è questo signore che ti importuna?


Anna:


Che sorpresa? Come mai questa visita che non si sa come definire?


Elisa:


Ho saputo che … ti sposi! (Guarda Ugo).


Anna:


Eh, sì


… ne parliamo dopo …


Elisa: Stai imbiancando casa? Che disordine! Non è da te! Ti deve aver sconvolta questo tale. Cosa ne pensa lei con quella faccia da imbecille?


Ugo:


Non saprei … sono l’imbianchino … (Per non palesarsi).


Elisa: Come sono cambiati i tempi … una volta vi vestivate da straccioni ma ora … senta vada a fare un giro perché devo parlare con la “signorina” di questa pagliacciata che sta per compiere.


Ugo:


Pagliacciata? Da quando il matrimonio è una pagliacciata?


Elisa:


Da adesso … vada! Abbandoni il luogo dell’incidente …


Ugo:


Quale incidente?


Elisa:


E me lo chiede? Ha poca fantasia lei!


Anna:


Venga più tardi.


Ugo:


Si figuri! (Esce, incrocia Uccia). Attenta a quella!


Uccia: Mi sono permessa di comperare della verdura … se la vuole mangiare la deve cucinare lei.

Elisa:                 Sei circondata da personaggi circensi? Chi è questa?

Anna:               La mia domestica. Non sembra ma è così. Il mio futuro marito me l’ha

appioppata per assistermi: dice!


Elisa:


Lo dice lui! Molli quella schifezza ed esca …


Uccia: Modi raffinati eh? Non ho capito: devo abbandonare il luogo definitivamente o solo fino alla scomparsa di sua maestà?


Elisa:


Demente!


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Anna: Vai giù! (Uccia esce). Mamma ti prego! Mi sposo! Ho trovato un bravo ragazzo leggermente maturo che ignora il mio passato.


Elisa:


Sì eh? Lo ignora! Totalmente. Penso che sia un cretino!


Maria:


(Fa capolino, la porta è sempre aperta). Ehi sposina si può? Hai visite!


Anna:


Mamma ti presento Maria Delsol … un’amica.


Elisa:


Sì eh! Questa! Abitate tutti qua dentro? Piacere Elisa.


Tilly: (Si precipita dentro). Anna ha accettato di continuare i lavori. Buongiorno signora … li faccio salire?


Elisa:


Fa sempre parte del palazzo?


Maria:


È un esterno. Ti consiglio di venire da me …


Elisa:


Ecco brava, lo porti da qualche parte … lontano!


Anna:


È mia … nonna. Vero Maria?!


Maria:


Lo so! Lo so!


Tilly:


Però? Giovanile. (Maria lo tira per un braccio).


Elisa:


A parte l’andirivieni continuo …


Tullio:             (Sbircia). Siamo fermi? Che magnifica signora, sono anni che non ne

vedevo di così affascinanti: vivendo da recluso … Immagino che lei sia l’inquilina che verrà sopra di me?


Elisa:

sedia.


Forse! Sì ma qui è un porto di mare figlia mia … prendi almeno qualche


Tullio:


Non mi dica che sono il primo a conoscerla?


Elisa:


Mi creda mi conoscono in tanti. Chi manca per chiudere il corteo?


Tullio: Me ne vado … a ben vederla allora? Mi suoni quando prende possesso dell’appartamento.

Elisa:                 Non aspetto altro … chi è? Un prete?

Anna:               L’inquilino del piano di sopra.

Elisa: E viene a dirti che siamo fermi? Che palazzo! Posso parlarti o … la porta non la chiudi mai? (Entrano Mario e Stefano).

Mario:              Eccoci qui … riprendiamo il lavoro … ci siamo chiariti.

Elisa:                 L’imbianchino è appena sceso.

27


Stefano:          Non siamo gli imbianchini siamo gli addetti alla smobilitazione.

Elisa: E avete un convegno qui … ho capito, le decisioni si prendono da lei e poi … non fate mai sciopero voi?


Mario:


L’abbiamo appena terminato signora ma se vuole …


Elisa:


Fate ancora qualche ora!


Anna:


Vi chiamo dopo … scusate!


Mario:


La prego … la prego …


Elisa:


È un sacerdote? Vada!


Anna:


Non si rioffenda la supplico! (I due escono).


Elisa: È quarto d’ora che sono qui e non sono ancora riuscita a parlare. Se è un espediente per scacciarmi dillo.

Anna: Cosa vuoi sapere. Sono anni che non ti interessi di me e ora ti intrufoli così alla chetichella? Cosa vuoi?


Elisa:


C’è in ballo il futuro di mia figlia. “Adesso”.


Anna:


Mamma … ancora lì stiamo?


Elisa:


Finiscila! Fammi conoscere lo sposo.


Tilly:                 (Entra con Ugo pensando che la madre sia già uscita. Elisa è in un


angolo). Hai fatto bene a passare prima da Maria.Non c’è … stai tranquillo. Temiforse una rottura? Anna … dove sono quei due? Abbiamo risolto il pasticcio. Ugo … parla!

Elisa:                 Pasticcioni è così che lavorate: cambiatevi.

Ugo: Hai detto che non c’era? Sì … ci mettiamo all’opera! Però lei dovrebbe essere così gentile da abbandonare il luogo. Non vorremmo che si sporcasse.


Elisa:


Tanto … ripasso domani. E voglio sapere chi è il cretino.


Anna:


Mamma?! (Sottovoce alla madre).


Ugo:


Lei è convinta che solo un cretino possa sposare questa ragazza?


Elisa:


Ne sono certa!


Ugo:

incontrare.


Le assicuro che non è così … è la miglior donna che un uomo possa


Elisa:


Da morto!


Anna:


Scherza … sta recitando la parte che sosterrà nella prossima commedia.


28


Elisa:


“La suocera malefica”.


Ugo:


Perbacco! Che parte!


Tilly:


Devo dire che le si addice …


Elisa:


Quella a cui “si addice” è un’altra … commedia! (Esce).


Anna: Siete tutti contro di me … perchè devo pagare un prezzo così alto per un po’ di felicità?


Tilly:


Un gentiluomo sa quando è giunto il momento di ritirarsi.


Maria:              Parli per te? (È apparsa sulla porta). La state facendo lunga per uno


sposalizio … non è meglio se voi due invece di montare la sceneggiata vi recate dal sindaco e in men che non si dica la sbrigate una volta per tutte?

Ugo: La fai facile tu … ci voleva anche l’amica contraria ora. Scioperi selvaggi, gente che ostacola, amici che soffiano sul fuoco della separazione

prematrimoniale, consulenti improvvisati … e basta! Lasciateci sposare a modo nostro.

Anna: Il prezzo è troppo alto … metà della mia vita se n’è andata fuori per sempre e nessuno sa quanto dolore mi provoca vedere svanire nel nulla decenni di felicità. (Finge commozione).


Tilly:

benessere.


Le felicità passano, ne arrivano altre. Con un marito fresco sai quanto


Maria:


… Perchè non te ne vai?


Anna: Insieme a lei! Non accetto lezioni da te! Se ho scelto di sposare lui un motivo ci sarà!


Maria:


Immagino! Lo fai per i soldi.


Tilly:


(Sogghigna tra sé). Non esiste solo il denaro al mondo.


Anna: Cercate di sistemare il diverbio con quei due e facciamola finita. Via … che portino via tutto anche quell’orribile poltrona papale.

Maria:              Bella … quella è un mio ricordo … la lasci qui!

Anna:               Piuttosto mi siedo per terra.

Tilly: (Tra sé). Dopo le nozze penso proprio di sì! Amici a domani! Visto che impossibile pranzare qui mi abbasserò andando in una paninoteca.

Maria:              Se vai in quella all’angolo fattene fare uno con la coppa.

29


Tilly:

conviventi?


Bene! Vada per la coppa! Alludi a quella che hai vinto sparando ai tuoi


Maria:


A quella che hai vinto tu al concorso dei fessi.


Ugo: Via ragazzi stiamo degenerando … manteniamo il discorso nei limiti della decenza che si addice alla circostanza.


Maria:


Prima che si sappia al di fuori della stanza del circo.


Anna:


Fa i giochi di parole … imbecille!


Maria:


Meglio quelli di parole credimi.


Ugo:

ora.


Non tentare di ostacolare il mio matrimonio con delle trovate dell’ultima


Anna:


Non è invitata.


Tilly:


Perché se lo fosse?


Ugo:


Non temo certo le dicerie di una … come lei!


Anna:


Che dicerie temi?


Ugo:


Nessuna. Era per dire … su di noi non esistono dicerie.


Maria:


Sei ben informato! Anna vieni di là, facciamo due chiacchiere.


Ugo:


Andate e confessatevi per bene … (Le donne escono).


Tilly: (Porta Ugo sul proscenio). Quando saprà che sei uno spiantato ci sarà da ridere … chi pagherà le spese? Non dovevi insistere con lo smantellamento. Avendo una casa già sistemata ti sarebbero rimaste le spesucce del rinfresco.

Ugo:                  È meglio sbarazzarsi … faccio pulizia, la voglio tutta mia, depurata dalle

tossine del passato … Senza oggetti che li evocano i ricordi non affiorano e la vita scorre felicemente. La amo!

Tilly:                 Sarà! Confidi troppo nella sua ricchezza. In futuro dovrai per forza

intraprendere un’attività.


Ugo:


Ma sì … non mi stare col fiato sul collo.


Tilly:


Se non sbaglio ha ancora la madre da qualche parte.


Ugo:


Penso di sì! Non si fa viva da tanto ha detto.


Tilly:


Visto che ti manterrà non intendi conoscerla?


Ugo:


È necessario? Verrà alle nozze. Quale miglior occasione.


Tilly:


E con quella scema di là che intenzioni hai?


30


Ugo:


È una semi prostituta … è neutrale.


Tilly:                 E da che mondo e mondo le prostitute pensano solo a loro stesse. E poi


che saprà mai di Anna … si conosceranno superficialmente come tutti i vicini.


Anna:


(Entra all’improvviso). Di chi state parlando?


Ugo:


Di nessuno in particolare … tra noi uomini si sparlotta a vanvera.


Anna:


Che novità!


Tilly:


Sai che molta gente si sposa per convenienza?


Anna:


Al giorno d’oggi? Nel 1980?


Ugo:


Credetemi chi lo fa ha qualcosa da nascondere. (Imbarazzo).


Anna:


Sembri quel traslocatore: ha un’esperienza!


Ugo: Ecco: appunto! Mettiamolo in condizioni di riprendere. Non vorrei che pensasse a qualche altra trovata estemporanea.


Tilly:


Ha tutto l’interesse … se vuole guadagnare …


Ugo:


Sembra che lo devi pagare tu.


Anna: Tu non di certo! Spero solo che sia una condizione che fingi di impormi per constatare se il mio amore è autentico perché altrimenti …

Ugo: Cara: è così! E va bene: mi hai scoperto! Ho voluto lo sfacelo e pagherò di persona tutto quanto.


Tilly:


Adesso sì che siamo a cavallo! (Intercalato).


Anna:


Grazie Ugo era quello che volevo sentire.


FINE ATTO SECONDO

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ATTO TERZO

Scena prima

Il mattino dopo

Elisa: (Entra). Tutto come ieri … sarà la moda di oggi … prima di sposarsi si imbianca e i mobili … dove saranno finiti? I miei mobili! Me li regalò assieme alla casa … pover uomo, se n’è andato da un giorno all’altro. Quanti ricordi Dio solo sa! (Si guarda attorno). E prima se ne vanno meglio è! Chiudiamo il capitolo Davide!Che vergogna! È sparito il giorno delle nozze. Lo hanno dato per disperso: maledetto!

…Ho fatto male a lasciare l’appartamento ad Anna, avrei dovuto vendere. Un colpo di spugna. (Pausa). Vuoi vedere che ha detto a quell’imbecille che se la prende che è suo? O lo fa per sviarlo lasciando intendere? Sbaracca lei per me … non vuole che si sappia della vita passata? La sua di vita! (Pausa). È così: quello crede che l’appartamento sia suo! … Bene! Facciamo in modo che quei due si sbrighino. E quel catafalco di chi sarà? (La poltrona di Maria). Non la ricordo! Sarà l’età! Non la capisco … aspetta adesso che quarantacinque anni? … Oh Elisa a volte ti scappano le parole di bocca. Sono un’illusa! (Pausa). Ragiono così perché penso al benessere … Una madre ha in mente la felicità dei figli (Si capisce che è turbata dagli avvenimenti, si riprende). E ci credo che non lo voleva dire … chissà chi è.Me loimmagino! Se non avessi visto le pubblicazioni nella bacheca del comune non l’avrei mai saputo. (Pausa). Fare un passo del genere che cosa comporta? Boh! … (Pausa). Povera casa mia che fine indegna! … Ma quando mai! Menomale! La dovrò ringraziare? Certo! Quando verrò a trovarla non vedrò più il mio peggior passato. (Si siede). Aspettiamo la sposina eil giovane bell’imbusto.Questo qui, per me, o è unfurbacchione o è un portatore di handicap … mentale.

Uccia: (Entra). Signora contessa o quello che è … è in visita ufficiale o passa per diporto?

Elisa: Senti giovanetta, e ti faccio un complimento … se fossi la padrona tu non ci saresti nemmeno dipinta, quindi fammi il favore di tacere … dov’è Anna?!


Uccia:


(Mugugna qualcosa).


Elisa:


Cos’è? Hai la lingua atrofizzata?


Uccia:


Forse! Sa chi è il futuro marito?


Elisa:


Sono qui per conoscerlo.


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Uccia: Vede questo sgombero? È opera sua! Anna si deve sbarazzare dei ricordi se vuole sposarlo. È una condizione necessaria.


Elisa:


Ah sì? Oh bella! Si vuole sbarazzare di tutti i ricordi o solo in parte?


Uccia:


Credo di tutti. Glielo chieda quando arriva.


Elisa:


Questo “marito” da dove sbuca?


Uccia: È molto conosciuto in città fa parte della “creme” e fa coppia con l’altro che chiama amico.


Elisa:


Me li stai dipingendo come due perdigiorno.


Uccia:


Diciamo così. Non so fino a che punto posso osare ma …


Elisa:


Osa osa … ti posso …


Mario:


(Si affaccia alla porta). Allora? Riprendiamo lo sgombero?


Elisa:


Siete voi gli addetti allo smantellamento della memoria?


Mario:


Mi spiace dirlo ma siamo noi!


Elisa:


Quanto volete per finire la rimozione?


Stefano:


Beh … tenendo conto della …


Mario:


Tua stupidità … se crede possiamo prolungare lo sciopero.


Elisa: Basta sciopero. Riprendete il prima possibile, ma ora scendete … racconterò che siete venuti ma un improvviso impegno vi ha distolto dall’operare.

Stefano: Mi raccomando signora non prolunghi in eterno la manovra perché c’è gente che ha già pagato in anticipo.

Mario: Non ha esperienza e parla a vanvera … non siamo ancora stati pagati per il viaggio precedente.

Elisa:                 Eccovi trecentomila … sparite ma tenetevi pronti.

Mario: (A parte). Se fossero tutti così i clienti. Quello paga per ritirare i mobili, questa paga per attendere, quell’altra paga per portarli via, quell’altro per bruciarli … vieni Stefano, finché dura la battaglia ci arricchiamo … poi … con permesso.

Elisa:                 Allora ‘sto “fidanzato” c’è o non c’è?

Tullio: Si può? Cara signora … venga l’accompagno su. Confidavo nella sorte affinché mi mandasse una signora per bene e sono stato esaudito. È la nuova inquilina. (A Uccia).

Uccia:               Ecco! Mi stavo giusto chiedendo chi fosse.

33


Elisa:


Lei cosa sa di questo matrimonio?


Tullio: Molto … molto! Vede, la signorina Anna, un giorno, colta dalla malinconia mi ha messo al corrente … è proprio il caso che la domestica debba sentire …

Elisa: Miss mondo abbandona il luogo del disastro, ti faccio sapere la data del rientro. Tieni!


Uccia:


Contenta lei. (Esce).


Tullio:              Le ha dato dei soldi? La signorina mi ha confessato che ha intenzione di


sposare questo Ugo perché si vuole sistemare per mettere a tacere certe voci. Non lo ama affatto ma pur di tenerselo si lascia manipolare dando ad intendere che lo smantellamento della casa sia legato ad una condizione matrimoniale alla quale non può rinunciare: quella di disfarsi dei ricordi. Ha fatto in modo che la richiesta partisse da lui.

Elisa: Ha trovato un eminenza grigia. Se spesse a quanti fa comodo la … Da quanti anni abita qui lei?


Tullio:


Tre anni!


Elisa:


Capisco! Mia figlia è qui da cinque.


Tullio:


Sono io a non capire?


Elisa:                 Questa casa è mia e Anna è mia figlia … Prima abitava in un'altra

regione. E ancor prima in un'altra casa: in quella in cui è nat … (tossisce) a. Capisce da sé che ricordi potrà mai avere di questo luogo.


Tullio:


Sono esterrefatto …


Elisa:


Allora non sa tutto? … per esempio che prima era un uomo.


Tullio:


Lo so! Lo so! Me ne ha parlato.


Elisa:

sposare.


Ah! … (Pausa). … Ed era convivente con una donna che intendeva


Tullio:


Questo non lo sapevo!


Elisa: Immagino che durante la confessione che le ha fatto ha tralasciato il particolare irrilevante.


Tullio:


Si vede! Cosa devo pensare?


Elisa:


Quello che vuole … cosa cambia?


Tullio:


Nulla! Tengo il segreto per me.


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Elisa:                 Una faccenda come questa non rimane segreta a lungo.

Tilly:                 (Entra con Ugo). E sì, caro amico le donne impongono scelte a volte

troppo audaci e nascondono verità inconfessabili.

Ugo:                  Tranne la mia … la tengo in pugno! Tra me e lei non ci sono segreti.

Signori!

Elisa:                 Ha sentito? (A Tullio). Potete fare a meno di cambiarvi: non si dipinge

più! Fate sciopero.

Tullio:             Ma veramente …

Tilly:                 Questa è nuova … e per quale motivo?

Elisa:                 Finché non mi presenta il cosiddetto marito i lavori sono fermi.

Tullio:             Se è solo per questo …

Tilly:                 Signor Tullio è in visita pastorale per caso?

Tullio:             Non proprio, ma sicuramente vengo preso per un pastore, viste le

confessioni che ascolto. Madame! (Esce).

Ugo:                  Pur non avendola mai vista e non conoscendola temo che mi taccerà di

essere sgarbato se le chiedessi di andarsene?

Elisa:                 Lei non è sgarbato: è un cretino! (Esce).

Ugo:                  Sembra una suocera!

Tilly:                 Una così ti inchioda anche l’acqua!

Ugo:                  Anna! Non c’è?

Tilly:                 Chiamala con un altro nome …

Ugo:                  Non scherzare via … Uccia! È previsto anche il suo sgombero?

Maria:              Vieni Uccia … è stata licenziata ma non vuol dire da chi!

Uccia:               Da Anna! (Mente).

Ugo:                  Avrà i suoi motivi …

Anna:               (Entra dall’ingresso). Eccomi qui … tutto fermo? Il tempo si è fermato.

Maria:              Meglio: non invecchi!

Tilly:                 Maria … usciamo per un drink? Vieni! È il caso! (Imbarazzo).

Maria:              Lo è! Uccia apri il corteo. (Si gira e guarda Anna).

35


Scena seconda

Ugo: Cara ho appena scacciato quella donna che è venuta ieri. Non ho ben capito cosa andasse cercando … è forse una tua parente?

Anna: Tutto quello che rimane della mia famiglia assieme a mia madre ... Non la trattare male. Ha una sacco di quattrini e non sa a chi darli.

Ugo:                  Sei l’unica erede? (Intuisce che da miserabile imbroglione potrebbe

diventare un rispettabile cittadino). Lo dico senza interesse …

Anna:               Immagino! Chiediamo a quei due di riprendere i lavori … Telefona tu.

Ugo:                  Io? Non ho il … chiedo a …

Anna:               Aspetta … senti … è necessario sposarsi in chiesa?

Ugo:                  Ma certo! Non vorrai generare maldicenze? Le cose si fanno per bene.

La religione non centra niente: è la facciata quello che conta. “Hai visto quei due, che matrimonio sfarzoso … che eleganza”. Non vorrai privarti di queste dicerie?


Anna:


Le dicerie si potrebbero moltiplicare proprio per questo.


Ugo:                   Hai ragione, ti ho già messo alla prova duramente con questa scelta


dissennata di sgomberare tutto … (Pensa) e va bene: facciamo una cerimonia civile!


Anna:


Sei un tesoro!


Ugo:


Lo so! Abbiamo una certa età dopotutto. Quelle sono cose da giovani.


Anna:


Vai a chiamarli!


Ugo:


Anna … sai cosa faccio?


Anna:


Non ti far venire strane idee, eh!?


Ugo:                  Faccio riportare i mobili! Ma sì … al diavolo tutto quanto: ti voglio così


come sei: so che non ti perderò mai e i ricordi in fin dei conti a poco a poco spariranno. Sei così bella, adorabile, femminile ….


Anna:


(Tra sé). È Proprio quello il punto!


Ugo:


Li chiamo! Dici che è il caso di avvisare tua madre? (Esce).


Anna: Lo farò io! Vai! Maria vieni … vuole che i mobili ritornino capisci! Ho fatto di tutto per sbarazzarmi di quelle schifezze putride e adesso ci ripensa.

Maria:              È pazzo! È vero, il fattaccio è avvenuto cinque anni fa, esattamente


quando sei venuta ad abitare qui. Speri di cancellate tutto?

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Anna: Non lo so … spero che non vedendo più gli oggetti mi possa dimenticare di aver fatto questo passo. Basterà?

Maria:              Cara … non ti illudere ..,. ci vorranno anni, forse!

Anna: Sai quanti ripensamenti? E quanto dolore. La società in cui viviamo non concepisce che si possa cambiare sesso … è considerato un abominio. Come mi vedi? Sono un donna a tutti gli effetti almeno in apparenza?

Maria: In apparenza sì! Ormai non si può tornare indietro. Queste sono scelte definitive cara.


Anna:


Lo so! Stammi vicina per i primi tempi.


Maria:              Ma certo! (La prende per un braccio e la porta in un angolo). Stavo


pensando che non hai calcolato una cosa! Se la tua ex moglie si fa viva e pretende?

Anna: Ma cosa dici … chissà dov’è … e poi non avendo avuto figli siamo liberi … guarda che convivevo con lei.


Maria:


Non lo sapevo … pensavo che … meglio!


Anna:


Maria l’ho convinto per un matrimonio civile.


Maria:              In chiesa sarebbe uno scandalo. Metti a tacere le maldicenze? …


Nessuno all’infuori di me e di tua madre sa di questa trasformazione … e Ugo è uno sprovveduto che mira solo al denaro.


Anna:

si sbaglia.


È uno squattrinato! Se crede che mi lasci infinocchiare a suo piacimento


Maria: Metti al sicuro la reputazione al resto ci penserai. Qui nessuno ti conosce. E continuiamo a fingerci in contrasto.


Anna:


Questo matrimonio a chi conviene di più: a me o a lui?


Maria:              A te perché sei ricca! Se fossi stata poveraccia saresti sulla bocca di tutti.


I segreti si comprano. Cari! … Fai in modo che non ti tradisca: almeno quello glielo devi imporre. Usciamo.

Anna:               (Si guarda attorno, buio).

Scena terza

Il giorno dopo

Elisa:                 (Entra seguita da Tullio). E così mi hapresa per un’inquilina?

37


Tullio: E lei per un sacerdote. (Ridono). Mai avrei potuto immaginare che Anna avesse ancora la madre e che madre!

Elisa: Non mi lusinghi troppo … non ci casco! Piuttosto mi dica se conosce questo imbecille di marito.

Tullio:             Certo … è quel tale che c’era l’altro giorno.

Elisa:                 Chi? L’imbianchino … che figura … mi regga il gioco la prego.

Fingiamo ancora ingenuità.


Tullio:

Attenta!


Sono d’accordo. In questo modo si vengono a sapere molte più cose.


Mario:


Signori! C’è stato un contr’ordine: si ricostruisce l’appartamento.


Elisa:


E no è! Le do altre trecentomila per tenere in sospeso il tempo.


Stefano:


Qui il tempo non esiste: vede forse un orologio?


Elisa:


Se ne dice un’altra gli faccio sposare chi dico io.


Tullio:


Non è meno ingenuo dell’altro!


Mario:


Ha poca esperienza. Allora che faccio? Sciopero di nuovo?


Tilly:

signore.


(Entra). Ma dico:che trovata è? Le posso parlare a quattr’occhi gentile


Stefano:


Adesso sei gentile.


Mario: Lei capisce che l’evolversi dei fatti mi costringe a compiere il viaggio di ritorno … li “devo” venire a prendere.

Elisa:                 Vi giuro: siete più misteriosi della Trinità!

Tilly: (Trascina Mario sul proscenio. A parte). Li ho già rivenduti … mamma mia che guaio … sono rimasto senza un soldo. Li ho venduti alla mia fidanzata … quella è la sua casa … accetto suggerimenti.

Mario:              Le suggerisco di recuperarli. Non voglio finire in galera per merito suo.

Se ci vado voglio che sia per merito mio.

Elisa: Allora, via … vada via … quando sarà il momento, se sarà, glieli faccio riportare … visto che sono miei.


Tilly:


Come suoi? Mi sfugge qualcosa?


Tullio:


Eh caro amico, sfugge sempre qualcosa, anche ai più esperti.


Mario:


Ha ragione! Allora … vado? Rimango fuori dai guai per ora?


38


Elisa:                 Rimanga!

Tilly:                 Sono leggermente confuso: questa è la casa di Anna!

Elisa: Senta brav’uomo prenda la via del ritorno verso casa sua, ammesso che ne abbia una.


Tilly:


Lo dirò ad Anna. Mai nessuno mi ho offeso in questo modo.


Elisa:


Iniziamo adesso vero signor Tullio?


Tullio:


A quanto pare!


Tilly: Vado perché ho da fare e non perché mi scaccia. Maria: questa donna mi ha offeso. Lo dirò alla mia fidanzata che ho lasciato nell’atrio.


Maria:


Quante novità … Elisa!


Tullio:


Vi conoscete?


Elisa:


Fa parte anche lei della congrega? (A Tullio).


Maria:


Sa?


Tullio:


So!


Elisa:


Sì! E sei pregata di tacere.


Tullio:


Vi posso chiedere?  Perché?


Maria: Oh bello io non ho mai cambiato sesso … diciamo che ho vissuto allegramente la giovinezza … e conosco Anna da quando si è trasferita in questo palazzo.


Elisa:


Perché le ho ceduto l’appartamento.


Tullio: Io sono come il traslocatore: ho poca esperienza e taccio. Tuttavia penso che ognuno è libero di diventare e di fare quello che vuole.

Maria: Sposa quel diseredato soltanto per non sollevare polveroni. Mette fine al passato! L’idea di smantellare è stata sua e Ugo ha abboccato ma ora ci ripensa.


Elisa:


Sfacelo assoluto!


Tullio: (A parte). A me sembra che tutti vogliano disfarsi dei ricordi ma aspettano che sia un altro a prendere l’iniziativa. Ma non avendo esperienza potrei sbagliare. … (Buio).

Scena quarta

Il mattino dopo

39


Tilly: (Entra con Ugo). Caro amico è da alcuni mesi che frequento una ragazza meravigliosa e solo ora trovo il coraggio di dirlo … questa volta … la voglio sposare! Pensavo di essere immune ma … la penso anche di notte.

Ugo: Maledetto scapolone che sorpresa è mai questa? Peccato che giunge tardi altrimenti avremmo potuto celebrarlo assieme questo sposalizio. Siete invitati!

Tilly:                 Non mancheremo! … E così pensi di riammobiliare con gli stessi

mobili? Credimi: pessima idea!

Ugo: Ma sì … ho esagerato … dovrebbero essere già arrivati … quei due sono degli idioti … (Telefona, stessa scena). “Signor Mario … quando li riportate? … Mai? … Ha ragione … che stupido. Che stupido! … mi perdoni.” Li ha bruciati su mio consiglio … che stupido sono stato! Dio che guaio! (Tilly è sorpreso).

Tilly: Quell’uomo ha un’esperienza mostruosa credimi … e dimostra intelligenza … (Tra sé). Chissà perché lo fa? Sono più preoccupato adesso di prima. Caro Ugo ci sentiamo presto … vado perché temo che mi brucino le castagne sul fuoco.

Ugo: Ma dico? Usi metafore per dire che ti scappa? Sarà questa fidanzata sbucata al nulla a smuoverlo dal torpore decennale.


Anna:


(Entra con la madre). Eccolo! Mamma, questo signore sarebbe il…


Elisa:


So chi è! L’imbianchino!


Ugo:


Esatto! E lei sarebbe la …


madre!


Elisa:                 Sono, non sarei! (Capisce tutto). Sa che mia figlia si sposa con un


emerito cretino?


Ugo:


Ho saputo signora … e so anche che quel cretino la adora.


Elisa: Pensi! La adora … contento lui … e nell’adorazione è contemplata la dissoluzione del mobilio.


Ugo:

incendio.


So che dato disposizione di riportarlo ma è andato distrutto in un


Elisa:


Però? Ottimo! Vorrà dire che li ricompra identici vero Anna?


Anna: Come incendio? Quel Mario con tutta l’esperienza che ha se li è fatti bruciare? (Finge di soffrire).

Elisa: Non vorrei che abbia seguito il consiglio di qualche demente. Oggi se ne contano svariati milioni in questo paese e guarda caso si trovano in posti che dovrebbero occupare i sani di mente.

40


Ugo: Anna … non so che fare! Che pasticcio signora … pensi che il marito, quel cretino insomma, ha già ordinato del mobilio nuovo e sta per arrivare …


Elisa:


È doppiamente cretino! Anna, come ti è saltato in testa di sposarti.


Anna:


Quanto devo aspettare?


Tullio: (Entra). È un passo definitivo … Dico il matrimonio! Buongiorno signori! Pensavo che salisse da voi … è la prima volta che lo vedo con una signora … si dev’essere convertito.

Ugo: Parla di Tilly? Fa parte della nostra parrocchia. Ed ora dice di avere una fidanzata … fa bene!


Elisa:


Fa parte del clan? (Ad Anna).


Anna:


No! Uccia … dove eri finita?


Uccia: (Entra). In soffitta! Sono ancora in sevizio o ci sono altre novità? Ci sono dei mobilieri che stanno salendo qui credo.


Ugo:


Anna … li fermo io? (Esce).


Elisa:


In qualità di cretino o di semplice idiota?


Uccia:


Che rispetto … lo sa chi è?


Elisa:


E tu?


Anna:


Basta! Il mio futuro marito è lui: Ugo!


Tullio:


Ho tentato di dirlo ma … taccio!


Mario: (Entra). Il signor Ugo sta facendo una sceneggiata a quei due di sotto. Sinceramente … mi ha suggerito di bruciarli ed ora vuole ritardare la consegna di quelli nuovi.

Tullio: Avrei fatto anch’io la stessa cosa. Quando si cambia vita ci vuole aria nuova … via il vecchiume …

Elisa:                 Mio! Vecchiume! Dio come sei caduta in basso figlia mia. Ho sperato

inutilmente. Pensavo che con questa “vita nuova” saresti risorta ma …

Tullio:             Finché c’è vita: o vecchia o nuova …

Anna: Basta! Sposo Ugo con o senza mobili … abbiamo fatto degli errori? Pazienza … ripareremo.

Tullio:             (Ride ma poi si rende conto dell’inopportunità e si riprende).

Maria:              (Entra, è ironica). Se vuole ridere di più mi segua …

41


Mario:              Ditemi cosa devo fare.

Elisa: È tutta colpa sua … (Lo porta sul proscenio: a parte). Finga, si dichiari colpevole dell’accaduto … lo sciopero e quant’altro.

Mario: Non è vero signora: i mobili sono a casa della fidanzata di Tilly mi ha pagato per averli.

Elisa:                 Ah! Che amico! Quindi sono salvi? Insista con la versione dell’incendio.

Il signore ha una confessione da fare.


Tullio:


Questa casa è un confessionale: Maria andiamo a peccare di là.


Mario:


Vado a dire!


Elisa:


Lo dica qui!


Mario: Stavo … la signora qualche giorno fa è andata a dire pur restando qui. Non fa niente. … Ebbene … sì … è colpa mia se i mobili hanno preso fuoco. È stata una scelta sconsiderata ma tra tutte quelle che avevo a disposizione mi parve la più sensata. Non vorrei che questi miei scioperi e distrazioni varie abbiano in qualche modo mandato all’aria il matrimonio della signora.

Anna: Non è colpa sua ma mia … ho invogliato io Ugo a sbarazzarsi di tutto per … ché … sono fatta così.

Elisa:                 E non diciamo come …

Ugo:                  (Entra affannato). Anna ce l’ho fatta!Li ho fermati! Momentaneamente.

Signora: giù la maschera! Sono io il suo futuro genero.

Elisa: Ma pensa. Bella soddisfazione. Adesso me ne vado ma quando domani torno voglio vedere i mobili nuovi al posto degli altri altrimenti la sorpresa la faccio io!

Anna:               Mamma! E ora? Lei che così tanta esperienza ne usi un po’ adesso!

Mario: Lasciatemelo dire: siete dei pasticcioni colossali. La situazione è precipitata mi spiace. Mi avete detto di tutto e ho dovuto prendere una decisione autonomamente. Li ho bruciati! Convocate il vostro amico coi baffi, fatevi dare qualche consiglio.

Ugo: Per carità … quello ha perso la testa per una cretinetta. Ha parlato di castagne … di fuoco … sta preparando qualche sorpresa. Lasciamolo per conto suo.

Mario:              È un personaggio sorprendente. Come volete!

Anna:               Ma dico … in che cosa è esperto lei: in fregnacce?

42


Mario:

brillante.


Convocatelo?! Dev’essere di là dalla signora. Potrebbe avere un’idea


Ugo:


Lo faremo!


Elisa:


I mobili non esistono più: punto!


Mario:


Esatto! Ma questi ricordi che si devono cancellare a chi appartengono?


Anna:

ravveduto.


A tutti! A nessuno … a noi, a voi … a Ugo che li temeva e ora si è


Elisa:


I ricordi sono di quelli che li hanno. E ognuno ha i suoi!


Ugo:


E non si devono accavallare. Bene chiamo i mobilieri e sia finita.


Elisa:


È la prima cosa giusta che le sento dire!


Mario:


Spero non sia l’ultima. Allora: bruciati per sempre?


Elisa:


Per sempre!


Maria:              Posso dire la mia? Anna c’è Tilly con la fidanzata. Sono rimasta così


scioccata che gli ho detto di accomodarsi un attimo da me perché essendo un’amica … ecco … se vi sedete è meglio. È talmente stravagante quell’uomo che …

Elisa: Non fare storie: falli entrare! Chi sarà mai ‘sta svampita. Stai parlando di quello coi baffi che fa l’imbianchino? (Maria annuisce. Tullio ridacchia).


Uccia:

là!


Sarà anche un imbianchino ma ha buon gusto in fatto di donne. Vado di


Anna:


Ora ho da fare, falli venire dopo. Sono curiosa! Tilly si è fidanzato?


Maria:


Eh … ha detto di sì!


(Buio).


Scena quinta

Verso sera

Tilly: (Entrano). Vedi Giulia … non so se è opportuno … quei mobili vengono da qui. È roba di prestigio e il costo è minimo proprio in virtù del fatto che li ho ricuperati in extremis … erano destinati alla discarica.

Giulia: (È una bella donna, elegante, si guarda attorno). Perché mi racconti tutto questo?

43


Tilly: Perché … li rivuole indietro … non mi chiedere il motivo, sarebbe troppo complicato.


Giulia:


Che imbroglio è questo? … Non te li restituisco: mi spiace!


Tilly:


Ma tesoro … se ci dovessimo sposare ci farebbero comodo.


Giulia:               Hai detto bene: se ci dovessimo! Ne ho già una sulle spalle di


convivenze e prima di finire male un’altra volta ci devo strapensare. Eppure questo posto …


Tilly:


Il bello è che loro credono che sono andati a fuoco …


Giulia:


Ma tu, essendo di buon cuore fai il gesto di farli ritrovare?


Tilly:                 No! Sono scemo? Sono bruciati sul rogo della creduloneria. Quel Mario


èdi una furbizia … Chi mai si sognerebbe di venire a casa tua … era per … dire.


Giulia:


Perché la famiglia si è voluta sbarazzare di tutto?


Tilly:


Questione di ricordi, di passato, sciocchezze.


Giulia:


Devono essere ricordi pesanti per volersi disfare anche dei mobili.


Tilly: Non so … non so … sono fatti loro. Te li faccio conoscere. Ugo è un po’ superstizioso e lei lo dirige senza che lui se ne accorga. Gli fa fare quello che vuole.


Giulia:


Come tutte le donne d’altra parte. Va bene: ne parliamo.


Uccia:


(Entra). Signori … lei èlanuova …quella


che tenta di convin …


Tilly:


La mia fidanzata … insomma …


Uccia: Appunto! Stanno arrivando, c’è anche la madre: Elisa di Monforte. (Giulia sviene). È incinta?


Tilly:


Tua sorella.


Uccia:


Le voci corrono!


Tilly:


Giulia … forza, che ti prende?


Giulia: Andiamo via ti prego … ho capito tutto: questa è casa sua … sei un cretino. Quando ti ho chiesto da dove venivano i mobili perché sei stato vago? E ho insistito.


Tilly:


Non mi andava di dirlo ecco tutto.


Uccia:


(Guarda il pubblico). Lei chi è?


Giulia:


Tu chi sei! E soprattutto che abita qui ora.


Uccia:


La figlia. (Giulia barcolla un attimo).


44


Giulia:


Elisa non ha figlie idiota!


Uccia:


Quando arriva glielo chieda. Con permesso!


Tilly:


Prendo dei Sali di là. (Va in cucina).


Giulia:             Ha un solo figlio col quale convivevo in passato ma poi ci siamo persi di


vista e non so che fine abbia fatto. È il figlio che ha avuto dal secondo marito. (Pensa). Quello che sarebbe dovuto essere il primo dev’essere fuggito con un’altra oil giorno delle nozze o il giorno prima. Una storia controversa. Ma certo è la casa di quello fuggito! Se ci fosse Mario ve lo direbbe … a me raccontò alcuni fatti al riguardo.


Uccia:


Questa casa è della figlia se poi non è così a me …


Tilly:


Prendi! (Giulia li getta via).


Ugo:                  (Entra). Caro Tullio abbiamo trovato la quadra come si dice ... la

fidanzata dello scapolone immagino? Piacere Ugo: l’amico suo.

Giulia: Stavo aspettando con ansia il fortunato.… Chi dei due andrà in sposo alla figlia di Elisa?


Ugo:


Io naturalmente. Lui è un coinquilino.


Tullio: … In questo momento piuttosto imbarazzato e per l’appunto preferirei abbandonare il confessionale data la mia propensione al riso.

Tilly:                 Con l’esperienza che ha!?

Tullio:             Ugo, ha fatto la scelta giusta … mobili nuovi vita nuova.

Ugo: Gli altri sono andati in fumo … quando ho deciso di recuperarli era troppo tardi … ed è stato un mio errore badate.

Giulia: (Guarda Tilly). A volte è meglio commettere qualche errore … anche se al momento sembrano delle assurdità in seguito si rivelano opportuni.

Ugo:                  Parla per esperienza?

Giulia: No ma ho sentito dire … penso che l’onestà sia la caratteristica fondante di un buon rapporto … anche quello di amicizia.


Ugo:

uno screzio.


Ah se è solo per quello … prenda lui, ci conosciamo da decenni e mai


Giulia:


Vi conoscete a fondo immagino?


Uccia:


Molto a fondo! (Estrae le fodere delle tasche dei pantaloni,esce).


45


Tullio:             Sono accomunati da avventure giovanili. Molte esperienze amorose …

ma qualcosa mancava per completare il ciclo e …

Uccia:               Satto!

Ugo:                  Non ti intromettere … ti faccio scacciare se insisti.

Uccia:               Chi mi paga è la signora: quindi.

Tilly:                 Io andrei … (Con finto candore).

Giulia:             Te ne vai così? Senza commentare! Il povero Ugo sarà dispiaciuto per

l’accaduto.

Ugo:                  Ho creduto di poter disfarmi dei ricordi di Anna con la rimozione del

mobilio ma mi rendo conto dell’assurdità …

Giulia:             Non si disperi … mi creda. Anna sopravvivrà. Invece di piangersi

addosso la vada a cercare: me la faccia conoscere.

Ugo:                  È uscita con la madre … sarà di ritorno.

Maria:              (Entra). Giulia! Non vedo la sposa …

Ugo:                  Vi conoscete?

Maria:              Eravamo vicine di casa. Tanto tempo fa. Non siamo amiche ma …

Giulia:             Specifica bene … facciamo due mestieri diversi diciamo!

Maria:              Esatto!

Tullio:             E quali esattamente?

Maria:              Tullio, se sua moglie la sorprende qui passerebbe dei guai. È a regime.

Tullio:             Ogni tanto me lo dimentico.

Giulia:             Avrà pochi ricordi allora?

Tullio:             Non è la quantità, è la qualità. Un solo amore, un solo ricordo!

Tilly:                 Io andrei …

Mario:              (Entra con Elisa). Ha fatto bene signora … è la scelta migliore.

Elisa:                 Certamente. (Vede Giulia le si piegano le ginocchia). Tu!?

Giulia:             Tu? Pensavo che fossi morta. (Gag a piacere).

Elisa:                 Pensavi male! Ma ti dico io … È stata una corrente d’aria a portarti qui?

Giulia:             Ora sono la fidanzata di questo gentiluomo. (Lo dice per voler

dimostrare quanto il figlio abbia perso lasciandola).

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Tilly:                 Prima lo eri di chi?

Giulia:             Di suo figlio. (Sbigottimento generale, cercano tutti una sedia).

Tullio:             Come è piccolo il mondo … fin troppo. Vero Maria?

Maria:              Piccolissimo! E le sorprese iniziano adesso.

Ugo:                  A me bastano queste.

Mario:              Signori, purtroppo devo ultimare lo sgombero … se mi passate le sedie.

Ugo:                  Ci vuole depredare? (Confuso).

Tilly:                 Finisce di bruciarle?

Mario:              Non so! Può darsi! Dipende. Domani, se non ha niente da fare mi faccia

salire a casa sua per un tè “bollente”.

Tilly:                 Io andrei … (Imbarazzo).

Giulia:             Se lo dici ancora … intesi?

Mario:              Signora, gli “brucia” la terra sotto i piedi …

Elisa:                 Immagino! Com’ è che sei finita qui?

Giulia:             Il destino, cara mancata suocera. Si vede che le nostre strade si devono

incrociare ancora. E le sorprese sono così eclatanti che il cuore mi regge a fatica … Mi dicono che hai una figlia?

Elisa:                 (Ha uno sbandamento).E allora?

Giulia:             L’hai adottata?

Tullio:             Sì!

Maria:              Che fine vuol fare: impiccato?

Tilly:                 Io vado! (Giulia lo trattiene).

Ugo:                  Adottata o no diventerà mia moglie.

Mario:              E senza ricordi dannosi vivrete meglio.

Tullio:             Ne ha di esperienza lei …

Elisa:                 E così di mio figlio non hai saputo più nulla?

Giulia:             Qualcosa ho saputo ma credo che siano delle dicerie di qualche

detrattore invidioso.

Maria:              Qualunque siano sono false.

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Ugo:

sarò felice.


Signori a me di questo cognato importa poco: quando lo conoscerò ne


Tullio: A volte i cognati si insinuano tra le pieghe della vita coniugale degli sposini combinando disastri.

Ugo: Fa il misterioso Tullio? Non sarà il mio caso. Piuttosto Anna che fin a ha fatto …. È uscita per delle spese e tarda oltremodo.


Tilly:


Avrà in mente il corredino per il bebè.


Elisa:


Del vostro.


Giulia:


Elisa, per favore, dopo tre aborti mi vieni a dire ‘ste scemenze?


Ugo:


Che vergogna! (Tra lo stupito e il bacchettone).


Tilly:


Tre aborti!? Io andrei … (Sempre più sbigottito).


Tullio:


Le sorprese non finiscono mai.


Maria:


Salga dalla moglie.


Ugo:


Quanti ricordi saltano fuori e non sono per niente entusiasmanti.


Maria:

decennio.


Pensa quando salteranno fuori i tuoi post matrimoniali … Parlo tra un


Ugo:

mondo.


Ho rinunciato alla nostalgia … tra un decennio sarò l’uomo più felice del


Mario: Quando si hanno le certezze … Mi perdoni l’ardire … Quanti figli vorrebbe avere?


Ugo:


Me ne bastano due … tutto sommato siamo ancora giovani.


Elisa:


Ecco! La giovinezza non basta caro … coso …


Ugo: Giulia, visto che lo conosci, parlami di questo mio cognato dissolto nel nulla … sai mi piacerebbe invitarlo … prima o poi dovrò conoscerlo. Non sarà emigrato?


Elisa:


È morto anni fa in un incidente … se così possiamo dire.


Giulia:


Perché non l’hai mai detto che avevi una figlia?


Elisa: Perché … lo sai ora! Ogni cosa a suo tempo! Se Mario non te ne ha voluto parlare avrà avuto i suoi motivi.

Tullio:             Io andrei …

Maria:              Meglio! Si regge da solo … ha bisogno di un sostegno?

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Tullio:


Se il sostegno è lei ben venga.


Elisa: Tullio? I ricordi personali si intrecciano con quelli degli altri soprattutto se provengono da confessioni.

Giulia: È un prete? Mi vorrei confessare da lei, sono tanti anni che non lo faccio e sono stracarica di peccati.


Maria:


Ottima idea … almeno ha un quadro completo della situazione.


Tullio:


Già!


Elisa:


E deve mantenere il segreto.


Ugo: Di cosa stiamo parlando? Mario … la prego: finisca lo smantellamento. Bruci tutto così se ne andranno i fatti, le dicerie, i ricordi … voglio essere libero di vivere con la mia adorata Anna senza il peso del passato.


Tullio:


È la versione definitiva?


Tilly:


Mario … venga quando vuole! … per il tè.


Mario:


Fortunatamente non sono un chiacchierone, ed è un bene per tutti.


Ugo: La faccia finita di fare il presuntuoso, sembra quasi che le nostre vite dipendano da lei.


Tilly:


Giulia io andrei …


Giulia:


Non avendo più nulla da dire …


Anna: (Vede Giulia, la riconosce subito anche se sono passati molti anni da quando stavano assieme mentre Giulia non la riconosce essendo Anna molto cambiata dopo l’intervento). Mamma mia … che tuffo nel passato …una sedia perfavore.

Maria: Stai male? A volte i ricordi non li cancelli nemmeno con la carta abrasiva. Forza Anna … riprenditi …


Anna:


Maria che sorprese vai facendo?


Maria:


Io faccio sorprese? Diciamo che ci stiamo sorprendendo tutti.


Tilly:


Sarà incinta.


Elisa:


Se rimane incinta mi faccio suora.


Anna:


Eh! … (Alla madre). Anch’io.


Ugo:


Beh … modestamente vero … vedrò di essere un buon padre.


Tullio:


Perfetto!


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Anna:


Lei è? (Finge come non mai).


Giulia:


La fidanzata di Tilly … piacere Giulia! (Anna barcolla).


Anna:


(Guada la madre). Hai capito Tilly chi si è preso…


Elisa:


Chiamalo fesso!


Ugo:                  Non vi conoscete? Avrete modo di farlo: Tilly ed io siamo amici e Giulia

frequenterà la nostra casa dopo le nozze: si sentirà come in  famiglia.


Giulia:


Perché no! A me piace la compagnia.


Mario: (Capisce l’imbarazzo). Porto giù queste (rimane solo la sedia di Maria). Auguri a tutti … siate felici! Pensate, siete rimasti senza un minimo di ricordi. Che fortuna! Cari signori le apparenze ingannano, quello che conta è ciò in cui si crede davvero. Le dicerie non contano nulla quando si è felici. E la felicità è un benessere individuale racchiuso tra le mura domestiche.


Ugo:


Saggio! Facciamo tesoro di queste umili parole.


Elisa:


Per essere uno che fa scioperi se la cava.


Giulia:


Quando non si hanno segreti … parlo in generale.


Ugo:


Naturalmente! E così lei è stata la compagna di questo mio cognato?


Elisa:


Morto e sepolto! Si deve morire per lasciare il posto a qualcun altro.


Tilly:


Siamo in troppi … sulla Terra.


(Imbarazzo). Per dire ..


Giulia:

camera).


Sapete cosa vi dico? Siate felici! (Escono tutti. Anna ed Ugo vanno in


Mario:              (Rientra). Mi stavo scordando questa … no! Questa è della signora …


ricordo! (Si siede). Ricordo … ricordi …. Come se i ricordi ad un tratto finissero:

basta! Da oggi finiti! … E quelli che verranno? … Non vorrei essere nei panni di questo. No Mario non fare il moralista ... per carità. Bisognerà adeguarsi. Il secolo in corso ha decretato la nuova condotta morale, etica e sottrarsi … (Pensa). È sottrarsi il problema. È la società il problema. L’apparire è un problema. Penso che andremo verso la degenerazione totale dei costumi. … (Ride) domani si sarà sicuri di essere se stessi finché gli altri non lo mettono in dubbio o si sarà se stessi perché siamo sicuri di esserlo? Del resto viviamo nella civiltà dell’inganno e l’ingenuità non è ammessa. Non tocca certo ad un povero traslocatore farsi carico delle questioni culturali. Se la sbrighino gli antropologi … i moralisti … gli scienziati … i preti … gli psicologi. (Sta uscendo, si ferma un istante).

Stefano:          (Entra preoccupato). Mario!È mezz’ora che ti aspetto.

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Mario:              Figlio mio le cose sono andate per le lunghe. Pensa che ho dovuto

perfino fare una riflessione.

Stefano:          Davvero? E su cosa?

Mario:              Sull’ingenuità!

Stefano:          Di chi?!

Mario:              Di chi di chi … secondo te è possibile cambiare sesso?

Stefano:          Non ho esperienza per dirlo ...

Mario:              Per te basta solo l’esperienza?

Stefano:          Non so … Dimmi tu che sai tutto. …

Mario:              So tutto?  … non basta essere esperti. Qui c’è dell’altro caro mio … le

perplessità ci sono … e tante!

Stefano:          Una cosa è certa: avremo un sacco di ricordi.

Mario:              Quelli di cui si sono liberati loro?

Stefano:          Ora sono diventati nostri. (Pensa). Come cambiare sesso?

Mario:              Lascia perdere … Andiamo! Vedi, la signora qui in realtà …

FINE

I personaggi e la vicenda sono frutto della fantasia per cui ogni riferimento alla realtà è puramente casuale.

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