I signori Boulingrin

Stampa questo copione

I SIGNORI BOULINGRIN

di Georges Courteline

Personaggi:

DES RILLETTES

BOULINGRIN

LA SIGNORA BOULINGRIN

FELICIANA

Scena:

La scena rappresenta un salotto.


ATTO UNICO

SCENA PRIMA

Des Rillettes, Feliciana

DES RILLETTES - (introdotto da Feliciana) Questi Boulingrin che ho conosciuto l’altro giorno a colazione dai Duclos e che mi hanno invitato a venire qualche volta a prendere un tè in casa loro, mi sembrano persone veramente a modo e io credo che in loro compagnia trascorrerò delle serate deliziose!

FELICIANA - Il signore vuole accomodarsi?… Io intanto vado ad avvertire i signori.

DES RILLETTES - Vi ringrazio. Ah!

FELICIANA - Signore?

DES RILLETTES - Come vi chiamate, carina?

FELICIANA - Mi chiamo Feliciana e lei?… Oh! Non l’ho chiesto per indiscrezione, ma per sapere chi devo annunciare.

DES RILLETTES - Troppo giusto. Des Rillettes.

FELICIANA - (divertita) Des Rillettes?

DES RILLETTES - Des Rillettes.

FELICIANA - Non ci crederà, eppure ho conosciuto uno che aveva un nome più buffo del suo. Al mio paese, sa, a Saint Casimire, vicino ad Ainboise, abitava accanto a noi un tale che si chiamava Piédevache.

DES RILLETTES - Si? Brava. Ma adesso andate ad annunciare della mia visita la signora e il signor Boulingrin.

FELICIANA - Vado. (Sta per uscire)

DES RILLETTES - No, aspettate un momento. (prendendole il mento) Voi non siete soltanto una graziosa fanciulla.

FELICIANA - (modesta) Poh…

DES RILLETTES - Siete anche un tipino intelligente…

FELICIANA - Poh…

DES RILLETTES - Per quanto mi riguarda, spero di non essere un imbecille…

FELICIANA - Poh… Oh, scusi, stavo pensando a un’altra cosa.

DES RILLETTES - Credo quindi che potremo intenderci. Da molto tempo siete qui a servizio?

FELICIANA - Quasi due anni.

DES RILLETTES - A meraviglia! Siete la ragazza che mi occorre.

FELICIANA - Il signore mi vuole sposare?

DES RILLETTES - Non siate sciocca, non si tratta di questo.

FELICIANA - Si può anche sbagliare. Mi scusi.

DES RILLETTES - Feliciana, ascoltatemi bene e soprattutto rispondete francamente. Badate che se mentirete, questo ditino me lo dirà. Se invece sarete sincera, vi regalerò quaranta soldi.

FELICIANA - È troppo, signore,

DES RILLETTES - Non fa niente, ve li darò lo stesso.

FELICIANA - Quando è così, coraggio. Mi dica.

DES RILLETTES - Detto fra di noi, la signora e il signore sono delle persone a modo?

FELICIANA - Altro che!

DES RILLETTES - Lo avrei scommesso. Gente semplice, non è vero?

FELICIANA - Non potrebbero esserlo di più.

DES RILLETTES - Un poco terra terra, magari?

FELICIANA - Anche un po’ troppo.

DES RILLETTES - Benissimo! E molto uniti, non è così?

FELICIANA - Uniti? Uniti?! Al punto che qualche volta mi mettono in imbarazzo. Mai una discussione, sempre dello stesso parere. Due tortorelle, signore! Due colombi!

DES RILLETTES - Sono contento di constatare che una volta di più ho avuto buon naso. Qui mi troverò come in un bagno di spuma. Ecco i due franchi, ragazza mia!

FELICIANA - Perché il signore si vuole disturbare?

DES RILLETTES - Prendete, prendete.

FELICIANA - Allora… grazie. Grazie.

DES RILLETTES - (molto signore) Di cosa, carina? Mai ho rimpianto meno il mio denaro. Salve! Dimora calma e tranquilla, asilo di pace, dove mi propongo di venire tre volte alla settimana per passarvi le serate questo inverno, con i piedi riscaldati da un caminetto che non mi costerà altro che la fatica di avvicinarvi le scarpe, e dove sarò ristorato da bollenti tazze di tè, che mi costeranno solo la pena di berle. Oh, deliziosa prospettiva! Sogno lungamente accarezzato! Visione cento volte dolce all’animo di chi, non avendo mai lavorato molto nella vita e sentendo la vecchiaia prossima, pensa che il momento è venuto di mettersi in pensione, gratis possibilmente, sotto il tetto ospitale di qualche anima buona. (Feliciana, durante le ultime parole di Des Rillettes, sta mimando il taglio del rasoio, accarezzandosi una guancia con il dorso della mano e tenendo sollevata, fra l’indice e il pollice, la punta del naso. Des Rillettes si volta e lei bruscamente interrompe l’azione mimica) Perché più si va avanti nella vita e più, mia cara, se ne comprende l’inutilità. Cos’è la voluttà? Una vana parola! Cos’è il piacere? Un’apparenza. Voi mi direte che per uno scapolo impenitente la vita del caffè ha il suo fascino. È vero, ma quanti inconvenienti! A lungo andare, diventa monotona, pesante e poi arriva l’età in cui…

FELICIANA - Oh!

DES RILLETTES - Cosa c’è?

FELICIANA - Ho dimenticato di chiudere il rubinetto della fontana.

DES RILLETTES - Bella roba, sciocchina!

FELICIANA - Beh, corro a chiuderlo e poi l’annuncio. (esce)

SCENA SECONDA

Des Rillettes solo

DES RILLETTES - Poco cervello, ma divertente. Questa ragazza non mi dispiace. Come l’appartamento, del resto. Arredamento borghese, ma confortevole. Striscioline di stoffa contro gli spifferi alle finestre e sotto le porte… (Si avvicina al caminetto per osservare meglio) Il caminetto tira e il combustibile non manca. (Lasciandosi cadere in una poltrona) Magnifico questo molleggio… Des Rillettes, amico mio, credo che tu abbia trovato quello che fa per te, e ci starai, te lo ripeto, come in un bagno di spuma. Ti faccio tutti i miei complimenti. Dei passi! Sono probabilmente il signore e la signora Boulingrin.

SCENA TERZA

Des Rillettes, i coniugi Boulingrin

DES RILLETTES - Signora e signor Boulingrin, i miei omaggi.

BOULINGRIN - Buon giorno, caro signor Des Rillettes.

SIG.RA BOULINGRIN - È stato molto gentile di venire a farci visita.

DES RILLETTES - Bah!

SIG.RA BOULINGRIN - Come il cacio sui maccheroni.

DES RILLETTES - Mi fa piacere.

SIG.RA BOULINGRIN - Dica un po’, signor Des Rillettes…

DES RILLETTES - Si, signora?…

BOULINGRIN - (tirandolo per un braccio) No, scusa, prima io.

SIG.RA BOULINGRIN - (tirandolo per l’altro braccio) No. Io!

BOULINGRIN - No!

SIG.RA BOULINGRIN - Non lo ascolti, signor Des Rillettes. Mio marito non dice che sciocchezze.

BOULINGRIN - Sciocchezze?

SIG.RA BOULINGRIN - Sì, soltanto sciocchezze.

BOULINGRIN - Bada che t’insegno l’educazione con un paio di schiaffi! Lavandaia!

SIG.RA BOULINGRIN - Facchino!

BOULINGRIN - Cosa hai detto?

SIG.RA BOULINGRIN - Ho detto “facchino”!

BOULINGRIN - Oh! Chi mi… Ma non vedi che stai importunando il signore? Lo vuoi lasciare una buona volta?

SIG.RA BOULINGRIN - Lascialo prima tu!

BOULINGRIN - No. Tu!

SIG.RA BOULINGRIN - No!

DES RILLETTES - (ondeggiando a destra e a sinistra) Oh!

SIG.RA BOULINGRIN - Lo senti? Gli fai male.

DES RILLETTES - Mi scusino, signori, Ma vedo che loro stanno discutendo e temo di essere inopportuno.

BOULINGRIN - Niente affatto.

SIG.RA BOULINGRIN - Nemmeno per sogno.

BOULINGRIN - Al contrario.

DES RILLETTES - Tuttavia…

BOULINGRIN - Al contrario, le ho detto. (Porgendogli una sedia) Tenga!

SIG.RA BOULINGRIN - (dandogliene un’altra) Su questa. Sieda.

DES RILLETTES - Grazie.

BOULINGRIN - Non questa, quella!

DES RILLETTES - Molto gentile.

SIG.RA BOULINGRIN - No. Non quella lì, questa.

BOULINGRIN - No.

SIG.RA BOULINGRIN - Sì.

BOULINGRIN - Insomma, vuoi lasciare in pace il signor Des Rillettes!

DES RILLETTES - In verità, io sono desolato.

SIG.RA BOULINGRIN - Cosa dice?

BOULINGRIN - Le pare? Non c’è motivo.

SIG.RA BOULINGRIN - e Boulingrin (insieme) Sieda.

SIG.RA BOULINGRIN - (che è riuscita a mettere una sedia sotto al signor Des Rillettes) Là!

BOULINGRIN - (precipitandosi) Non su quella, le ho detto! (Con un violento strattone toglie la sedia nel momento preciso in cui Des Rillettes si stava accomodando. L’ospite si trova a sedere per terra)

SIG.RA BOULINGRIN - (trionfante) Hai visto? (Durante tutta la battuta seguente, la signora Boulingrin, calma ed esasperante, si ostina a ripetere) Imbecille! Imbecille!

BOULINGRIN - (giustamente indignato) Eh! Colpa tua! Perché lo hai obbligato a sedersi su una sedia che non gli andava! Ti avrebbe fatto piacere, è vero, che si fosse fatto male… Imbecille? Tu, imbecille! Che mostro di donna, Dio mio! Perché ti ho trovato sulla mia strada? (A Des Rillettes) Lei non è ferito, spero!

DES RILLETTES - (fregandosi malinconicamente il fondo dei pantaloni) Oh, così poco che non vale nemmeno la pena di parlarne.

BOULINGRIN - Mi fa piacere. Si avvicini al fuoco.

DES RILLETTES - (a parte) Comincio a pentirmi di essere venuto.

SIG.RA BOULINGRIN - (premurosa) Metta questo cuscino sotto i piedi.

DES RILLETTES - Molto grazie.

BOULINGRIN - (al quale le gentilezze di sua moglie verso l’ospite danno molto fastidio, mettendo un secondo cuscino sopra il primo) Prenda anche questo.

DES RILLETTES - Assai obbligato.

SIG.RA BOULINGRIN - (che non saprebbe accettare, per una questione di principio, una lezione di cortesia da suo marito) E anche questo. (Sistema un terzo cuscino sopra i due precedenti)

DES RILLETTES - In verità…

BOULINGRIN - (armato di un quarto cuscino) E questo.

DES RILLETTES - No.

SIG.RA BOULINGRIN - Questo, piccolino piccolino.

DES RILLETTES - (con le ginocchia all’altezza del mento) Per carità!

BOULINGRIN - E lascialo tranquillo: ha detto basta! (Esasperato, sferra un calcio alla pila dei cuscini accatastati sotto i piedi di Des Rillettes. I cuscini crollano, trascinando naturalmente nella loro caduta la sedia di Des Rillettes e Des Rillettes stesso) Lo stai seccando!

DES RILLETTES - (con le gambe in aria) Che idea!

SIG.RA BOULINGRIN - Sei tu che lo annoi.

BOULINGRIN - (con autorità) Basta, fai silenzio!

SIG.RA BOULINGRIN - Io starò zitta quando vorrò!

BOULINGRIN - Quando vorrai?

SIG.RA BOULINGRIN - Sì, quando vorrò.

BOULINGRIN - …bestia!

SIG.RA BOULINGRIN - E adesso non ne ho voglia, già.

BOULINGRIN - Io non sopporto!… Cialtrona!

SIG.RA BOULINGRIN - Becco!

BOULINGRIN - Che vita d’inferno!

SIG.RA BOULINGRIN - Puoi ben compiangerti. (A Des Rillettes) Un fannullone e un parassita, che non ha mai lavorato in vita sua e che si è mangiato tutti i soldi della mia dote: le economie del mio vecchio padre!

BOULINGRIN - (sprezzante) Tuo padre!… (A Des Rillettes) Dieci anni di lavori forzati per falso su registri commerciali.

SIG.RA BOULINGRIN - In ogni modo non l’hanno messo dentro per aver istigato una minorenne alla prostituzione, come la madre di un imbecille di mia conoscenza.

BOULINGRIN - (a Des Rillettes) La sente?

DES RILLETTES - I signori non trovano che il tempo ha singolarmente rinfrescato, da una quindicina di giorni a questa parte?

BOULINGRIN - (a sua moglie) Non costringermi a rivelare in quale marcia cloaca ti ho pescata.

SIG.RA BOULINGRIN - Pescata?… Hai un bel coraggio e poi vorrei proprio sapere chi di noi due ha pescato l’altro!

BOULINGRIN - Ernestina!

SIG.RA BOULINGRIN - (tremenda) Silenzio, o dico tutto.

BOULINGRIN - (sicuro di sé) Ah!… Ah!… Ah!…

DES RILLETTES - (desideroso soltanto di mettere pace) Un po’ di calma. La signora ha ragione.

BOULINGRIN - (con un balzo) Ragione?

DES RILLETTES - (dolce e sorridente) Sì.

BOULINGRIN - Ragione!

DES RILLETTES - Ma…

BOULINGRIN - Ragione!… Ah questa! Signor Des Rillettes, vuole dunque che la uccida?

DES RILLETTES - Assolutamente no, signore. Anzi, la prego di non farle nulla.

BOULINGRIN - Posso dirlo a voce alta: nel corso della mia lunga carriera ho inteso molti cretini pronunciare delle idiozie. Bene, voglio che sul mio viso spunti una foruncolosi se mai, ohè, dico mai, ne ho inteso una simile!

DES RILLETTES - Ah! Mi scusi!

BOULINGRIN - Ragione?

DES RILLETTES - Mi vuole permettere?

BOULINGRIN - Ragione!

DES RILLETTES - Mi ascolti.

BOULINGRIN - (fuori di sé) Un bastone! Portatemi un bastone! Voglio rompere le reni al signor Des Rillettes, perché la pazienza ha un limite e questo passa ogni licenza! Ma come? Ecco una cialtrona, figlia di ladri, ladra lei stessa, che mi chiama parassita, che mi punzecchia, mi ferisce, mi tormenta a fuoco lento e lei ha ragione?… Una vipera che mi succhia il sangue, mi rode il cervello, i piedi, il fegato, gli intestini e dopo tutto questo, è lei che ha ragione?

DES RILLETTES - Vede, signore…

SIG.RA BOULINGRIN - Non gli dia retta, è matto,

BOULINGRIN - Ragione!… Lei dice che quella ha ragione, perché lei parla senza sapere, da quel vecchio cretino che è.

DES RILLETTES - (secco) Molto amabile.

BOULINGRIN - … ma se fosse al mio posto, come cambierebbe opinione! Eh, si! Vorrei proprio vederla. Chissà cosa direbbe, se la mettessero infilato in uno spiedo, con uno spicchio d’aglio nel didietro, a rosolare davanti al fuoco, dal primo dell’anno fino alla notte di San Silvestro!

DES RILLETTES - Davvero? A rosolare? Con 1’aglio?

SIG.RA BOULINGRIN - È matto da legare.

BOULINGRIN - Matto da legare?… Infame! Rovina della mia vita! (Afferrando Des Rillettes per un bottone della giacca e scuotendolo come un albero di prugne) Ma signore, fino nel mangiare!… Dove lei versa il veleno per i topi, col rischio di farmi venire una colica! (Il bottone salta)

SIG.RA BOULINGRIN - Che sfacciataggine! (Afferrando Des Rillettes per un secondo bottone, che salta come il primo) È lui, al contrario, che mette 1’aceto nel vino, per renderlo imbevibile!

BOULINGRIN - Bugiarda!

SIG.RA BOULINGRIN - Io sono bugiarda? Adesso vedrai.

SCENA QUARTA

Boulingrin, Des Rillettes, Feliciana.

BOULINGRIN - Via! Sparisci, che non ti riveda più!… E che non senta più parlare di te!

DES RILLETTES - (a parte) Dove sono capitato?… Che razza di gente è questa! Fuggiamo in fretta!

BOULINGRIN - (avvicinandosi) Signor Des Rillettes?

DES RILLETTES - Signore?

BOULINGRIN - Le devo delle scuse. Temo di essermi lasciato andare e di non aver la trattata con i dovuti riguardi.

DES RILLETTES - (fingendosi sorpreso) E quando? Dove?

BOULINGRIN - Poco fa. Qui.

DES RILLETTES - Capisco quello che vuol dire. No, al contrario, lei è stato di una correttezza irreprensibile e non so come ringraziarla della sua squisita accoglienza. (Boulingrin sorridente e confuso, gli stringe calorosamente la mano) Addio.

BOULINGRIN - Come? Di già?

DES RILLETTES - Purtroppo, sì. Sono chiamato da un affare della massima urgenza che mi costringe, seppure a malincuore, a prendere congedo.

BOULINGRIN - Non mi farà questo affronto!

DES RILLETTES - L’affare è urgente.

BOULINGRIN - Non posso offrirle nulla?

DES RILLETTES - Assolutamente nulla.

BOULINGRIN - Su, su, non ci lasceremo senza aver prima bevuto qualcosa e brindato alla nostra buona amicizia.  (gesto di Des Rillettes) Non rifiuti mi offenderei. (suona) Sarei indotto a pensare che lei mi serba rancore. (Alla domestica che appare) Portateci una bottiglia di champagne, Feliciana.

FELICIANA - Bene, signore. (Esce)

DES RILLETTES - (Consentendo a capitolare) Se proprio insiste…

BOULINGRIN - (felice) Ah!

DES RILLETTES - Accetto il suo invito per non sembrare scortese, ma non intendo essere più immischiato nelle vostre discussioni private. Queste sono per me senza interesse e mi mettono in una falsa posizione, senza parlare poi dei bottoni della giacca che ci vanno di mezzo e delle mie parti posteriori che ne risentono.

BOULINGRIN - Affare fatto.

DES RILLETTES - (con la mano tesa) D’accordo.

BOULINGRIN - (stringendogli la mano) D’accordo.

DES RILLETTES - In questo caso, sediamoci. (I due uomini prendono ciascuno una sedia, siedono uno accanto all’altro e, sorridenti, si contemplano un istante in silenzio. Alla fine)

BOULINGRIN - (con allegria) Io credo, signor Des Rillettes, che noi diventeremo due buoni amici.

DES RILLETTES - È quello che penso anch’io.

BOULINGRIN - Lei mi è molto simpatico. (Gesto discreto di Des Rillettes) Lo dico perché lo penso. Senza dubbio, apprezzo la grazia e la vivacità della sua conversazione, piena di trovate intelligenti, fertile di piccanti aneddoti e di critiche pungenti, ma una cosa sopra tutto mi piace in lei: quel non so che di franchezza che emana dalla sua persona. Scommetto che la sincerità è la sua virtù dominante.

DES RILLETTES - (modesto, ma obiettivo) Devo convenirne.

BOULINGRIN - A meraviglia! Ora lo proveremo. Mi dia la sua parola d’onore di rispondere senza ambagi, senza svolte o sotterfugi, alla domanda che le farò.

DES RILLETTES - Ha la mia parola.

BOULINGRIN - Bene. Mi dica allora, così, con il cuore in mano: crede lei che dalla nascita del mondo si sia visto mai nulla di più orrendo, ignominioso, infame, abietto, di mia moglie?

DES RILLETTES - (alzandosi) Ricominciamo!

BOULINGRIN - (obbligandolo a sedersi di nuovo) Ah! Ne conviene!

DES RILLETTES - Mi scusi.

BOULINGRIN - E se non fosse che il suo aspetto! Ma c’è di peggio, signore, c’è una malafede senza nome, una bassezza di animo senza precedenti! Guardi, un solo esempio. Noi dormiamo assieme, non è vero?

DES RILLETTES - (spazientito) Eh! Che diavolo!…

BOULINGRIN - No, mi lasci parlare. Le spiego subito. Dunque, noi dormiamo insieme. Io mi metto sulla sponda e lei al centro. Ciò la infastidisce. Ebbene, lo sa cosa fa? Passa tutta la notte a tirarmi calci! Così. (Tira una pedata nello stinco di Des Rillettes)

DES RILLETTES - (urlando) Oh!

BOULINGRIN - Eh? Che donna odiosa!… Oppure, mi tira i capelli. Per esempio, così.

DES RILLETTES - (ruggendo) Ah!

BOULINGRIN - Fa male, è vero, signore?… E allora, quando alla mattina mi tira certi schiaffi, con la scusa di stirarsi? Guardi come fa. (Sbadiglia rumorosamente e nello stesso tempo, fingendo di stirarsi, tira un poderoso schiaffo a Des Rillettes) Crede che sia piacevole?

DES RILLETTES - No! No! Ora basta! Non sono venuto qui per essere trattato in questa maniera! E se, per disgrazia, dovessi mai rimettere piede in casa sua…

SIG.RA BOULINGRIN - (entra come un lampo, con un bicchiere di vino in mano) Beva.

SCENA QUINTA

Des Rillettes, i coniugi Boulingrin

DES RILLETTES - (con un sobbalzo) Che cos’è?

SIG.RA BOULINGRIN - Beva!

BOULINGRIN - Come? Non sei ancora morta?

SIG.RA BOULINGRIN - Zitto, tu! Su dunque. Beva, signore. E mi dica se non sa d’aceto!

BOULINGRIN - Vecchia strega! Ma non è finita così! (Esce)

SCENA SESTA

Des Rillettes, la signora Boulingrin

SIG.RA BOULINGRIN - Ti saluto, tricheco!

DES RILLETTES - (a parte) Che strana casa!

SIG.RA BOULINGRIN - Insomma, vuol bere, sì o no?

DES RILLETTES - Sinceramente, non ne avrei molta voglia.

SIG.RA BOULINGRIN - (sorpresa) È pulito, sa; è il mio bicchiere.

DES RILLETTES - Non ne dubito, ma si è fatto un po’ tardi e io devo proprio andare.

SIG.RA BOULINGRIN - Come sarebbe? Adesso, subito?

DES RILLETTES - Senza perdere un istante. Dove ho messo il cappello? (Lo trova e inchinandosi fino a terra) Signora…

SIG.RA BOULINGRIN - Ascolti, signor Des Rillettes, potrei chiederle un favore?

DES RILLETTES - Molto volentieri, signora.

SIG.RA BOULINGRIN - Bene. Mi rapisca.

DES RILLETTES - Ha detto?

SIG.RA BOULINGRIN - Ho detto: “Mi rapisca.”

DES RILLETTES - (senza fiato) Ah, questa poi, e grossa! Lei vuole che la rapisca?

SIG.RA BOULINGRIN - La prego.

DES RILLETTES - Eh! Ma non è possibile.

SIG.RA BOULINGRIN - Perché mai?

DES RILLETTES - Io ho una vecchia relazione, una cosa simile mi procurerebbe delle noie.

SIG.RA BOULINGRIN - Lei rifiuta?

DES RILLETTES - Con infinito rammarico; ma lei deve pure capire…

SIG.RA BOULINGRIN - Allora rifiuta?

DES RILLETTES - Se le ho detto…

SIG.RA BOULINGRIN - Va bene! Soltanto la prevengo: per causa sua, qui fra poco accadrà una grande disgrazia!

DES RILLETTES - Una disgrazia? Per colpa mia?

SIG.RA BOULINGRIN - Sua. Oh! È inutile tanta meraviglia. Prima che l’orologio abbia segnato un’ora dalla sua uscita, in questa stanza ci sarà un cadavere!!! Possa il sangue che scorrerà per colpa sua non ricadere sul suo capo!

DES RILLETTES - (con i pugni alle tempie) C’è da diventare pazzi! Cosa vi ho fatto dunque? Perché non mi lasciate in pace?

SIG.RA BOULINGRIN - Non bisognava tirare troppo la corda! Alla lunga, questa si spezza! Da dieci anni faccio appello alla migliore buona volontà; ma non si può resistere per una vita intera. Lei capirà che ne ho abbastanza.

DES RILLETTES - Senza dubbio, ma io cosa c’entro?

SIG.RA BOULINGRIN - È vero! A lei cosa gliene importa? Per lei la faccenda si risolve in un egoistico disinteressamento. Molto comodo! Eppure è probabile che lei cambierebbe opinione se fosse mani e piedi legati, abbandonato al furore di un bruto sanguinario che lo trattasse come uno schiavo e lo picchiasse di santa ragione. Perché lui mi batte. Non mi crede?

DES RILLETTES -(battendo prudentemente in ritirata) Sì, sì, sì!

SIG.RA BOULINGRIN - (avanzando lentamente su di lui) E non soltanto mi riempie di botte, il manigoldo, ma quel che è peggio, mi fa livida di pizzichi!… Fino a farmi urlare, il miserabile! (dando un pizzicotto a Des Rillettes che protesta) E non così, così sarebbe niente… ma tra l’osso dell’indice e la seconda falange del pollice! Così. (All’esempio fa seguire la dimostrazione pratica, di modo che Des Rillettes, con il braccio stretto come in un ingranaggio, non può trattenere alte grida di dolore) Ha visto? È come trovarsi in una morsa.

DES RILLETTES - Ah! Eh! Oh! Ih! (A questo punto, rientra Boulingrin, con un piatto di minestra in mano)

SCENA SETTIMA

Des Rillettes, i coniugi Boulingrin, Feliciana

BOULINGRIN - (a Des Rillettes) Assaggi!

DES RILLETTES - (con un balzo) Cos’è questa roba, adesso?

BOULINGRIN - Veleno per topi. Assaggi! Assaggi dunque, per tutti i diavoli! Vedrà se non le viene la colica.

DES RILLETTES - Sono nelle sue mani!

SIG.RA BOULINGRIN - (a suo marito) Canaglia!… Adesso proveremo chi ha ragione!… Beva!

DES RILLETTES - (minacciato dal bicchiere di vino) No!

BOULINGRIN - Assaggi questo!

DES RILLETTES - (schivando una cucchiaiata di minestra) Mai.

SIG.RA BOULINGRIN - Le garantisco che questa roba puzza!

BOULINGRIN - Le giuro che qua dentro c’è il veleno! (Marito a moglie si sono impadroniti di Des Rillettes e, decisi ad aver ragione, lo ingozzano con la minestra ed il vino, mentre l’infortunato, con i denti ostinatamente serrati, oppone un’eroica resistenza)

SIG.RA BOULINGRIN - Non faccia il bambino!

BOULINGRIN - È curiosa questa sua ostinazione! Se non assaggia, come può capire se è velenoso?

SIG.RA BOULINGRIN - (a suo marito) Si può sapere quando avrai finito di ingozzare il signor Des Rillettes? Lo hai preso per un pollastro?

BOULINGRIN - E tu lo credi una spugna?

SIG.RA BOULINGRIN - Senti chi parla di spugna!

BOULINGRIN - Sei una linguaccia!

SIG.RA BOULINGRIN - E tu un imbecille!

BOULINGRIN - Peste della mia vita!… To’, prendi questo! (Con violenza, lancia contro la signora Boulingrin il contenuto del piatto)

DES RILLETTES - (Che lo ha ricevuto in viso) Oh!

BOULINGRIN - (scusandosi) Scusi! È stata pura inavvertenza.

SIG.RA BOULINGRIN - (folle di rabbia) Sudicione! Ignobile individuo! Tieni!

DES RILLETTES - (gocciolante di vino) Ah!

SIG.RA BOULINGRIN - Scusi, sa. Non 1’ho davvero fatto apposta. Ma adesso, è ora di finirla. Sei tu che lo hai voluto. (Estrae una pistola)

BOULINGRIN - (terrorizzato) Aiuto! Soccorso! (Si rifugia dietro a Des Rillettes)

SIG.RA BOULINGRIN - Ora morirai.

DES RILLETTES - (a Boulingrin che si serve di lui come di un paravento) Ah no, eh!… Mi lasci! Non facciamo scherzi!

BOULINGRIN - (pieno di paura) Non si muova, per carità!

SIG.RA BOULINGRIN - (prendendo la mira) Si tolga di mezzo, signor Des Rillettes!

BOULINGRIN - No! No!

SIG.RA BOULINGRIN - Si tolga di mezzo! Io sparo.

BOULINGRIN - Stia fermo! Ormai sono un uomo perduto. La conosco, lei è capace di tutto! Mi protegga, signor Des Rillettes! È in gioco la mia vita!… Ah! Miserabile, assassina! Soccorso! Aiuto!

SIG.RA BOULINGRIN - Ah, dunque è così! Non si vuole togliere? Bene! Tanto peggio per lei se ci lascerà la pelle! È ora di finirla! La misura è colma. Eviti il proiettile, se ci riesce.

DES RILLETTES - Signor Boulingrin, per pietà!… Signora Boulingrin, la scongiuro!… Io non voglio ancora morire!… Che bella ispirazione ho avuto di venire a passar qui la serata! (Baccano generale. I tre personaggi urlano all’unisono)

BOULINGRIN - (d’un tratto) Ho un’idea!… (Soffia sulla lampada) Colpiscimi ora!… (Buio completo in scena, come anche in sala. Dalle tenebre profonde ora salgono, urlate, le frasi seguenti)

BOULINGRIN - Ah! Volevi assassinarmi… Pif! (Rumore di schiaffo)

DES RILLETTES - Oh!

SIG.RA BOULINGRIN - Ora tocca a me… Paf!

DES RILLETTES - Ah! (Il tumulto continua. Si sente: “Canaglia!”, “Beone!”, “Disgraziata!”, “Furfante!” ed il rumore di quattro nuovi schiaffi che l’infelice Des Rillettes riceve, non senza esclamazioni di protesta, gli uni dopo gli altri)

SIG.RA BOULINGRIN - E ora, fuoco! (Colpo di pistola)

DES RILLETTES - (in lacrime) La pallottola mi ha bruciato i pantaloni!

BOULINGRIN - Ah! Tu tiri? E allora, io rompo lo specchio!

SIG.RA BOULINGRIN - Ah! Tu rompi lo specchio? E io fracasso la pendola!

BOULINGRIN - Ah! Fracassi la pendola? E io spacco tutto! (Alcuni mobili, rovesciati, si sfasciano sul pavimento)

SIG.RA BOULINGRIN - Ah! Rompi tutto? E io do fuoco! (Corse, grida)

DES RILLETTES - Fate attenzione, in nome di Dio! Mi camminate addosso!

BOULINGRIN - Tartaruga!

SIG.RA BOULINGRIN - Figlio di imbroglioni!

BOULINGRIN - Figlia di ladri!

SIG.RA BOULINGRIN - Manigoldo!

SIPARIO