I suggeritori

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La scena: l’anticamera da letto di Laide, moderna, elegante ma di dubbio gusto

I suggeritori

di Dino Buzzati

            Personaggi:

LAIDE, ragazza giovanissima, procace, calcolatrice

PAOLO, detto Fussi, bel fusto, sui 25, volgare

GIOVANNI, sui 40, tipo intellettuale, molto elegante

PRIMO SUGGERITORE, tipo virile, in maglione

SECONDO SUGGERITORE, tipo dolciastro da efebo, in maglione


La scena: l’anticamera da letto di Laide, moderna, elegante ma di dubbio gusto. A sinistra una porta che dà sul bagno. A de­stra una porta che dà sull’ingresso. Un divano, un tavolino da toilette con psiche pieno di boccette e boccettine, profumini, cre­me, ecc. Un armadio per i vestiti, un caminetto, il  telefono su un tavolino.

LAIDE (Si aggira inquieta per la stanza, in pantaloni e corpetto con camicetta; come controllando che tutto sia in ordine. Si affaccia infine alla porta a sinistra):  Fussi….

PAOLO (Dall’altra stanza. Voce volgare) Eh?

LAIDE Gioia, forse è meglio che adesso tu vada. Manca appena un quarto alle cinque.

PAOLO (Entra, in maniche di camicia, annodandosi la cravatta e si guarda in uno specchio) Beh, non ce l’avresti da farmi un altro sfilatino? Mi è venuta una di quelle spazzole... Ohei, dico a te!

LAIDE (Abbracciandolo alle spalle con mosse da gatta) Fussi, ti prego, è tardi. Fra poco arriva quello lì.

PAOLO Ma che barba!

LAIDE A me lo dici? Un noioso tale.

PAOLO (Sempre guardandosi allo specchio) Però sgancia!

LAIDE Sgancia, si, sgancia, ma sapessi che razza di fatica. (Fa­cendo il verso) << E mi telefoni domattina? e mi telefoni ‘sto pomeriggio? e mi telefoni stasera? >>  E se io non telefono, te­lefona lui. E se non telefona, me lo trovo qui tra i piedi. Madonna. che piaga gli uomini innamorati! Giuro che tante vol­te non ne posso più.

PAOLO (Guardandola minaccioso) Dico, non ti salterà in mente di piantarlo, tante volte, quello lì?

LAIDE Come sarebbe a dire?

PAOLO Sarebbe a dire che un altro cheti foraggia di grano allo stesso modo, mica lo trovi all’angolo.

LAIDE Non è poi ‘sto gran riccone!

PAOLO E innamorato marcio. E’ questo che conta. e poi è un architetto, no?Dei bei sacchi li metterà insieme, alla fin del mese.

LAIDE Per carità, casa vuoiche guadagni? Su, mettiti la giacca, Fussi.E’ tardi.

PAOLO (Volgare) Ma la fai lunga, sai? (Irritato) Vado, vado... Comunque, prima di piantarlo, prosciugagli il conto in banca fino all’ultima lira, no?

LAIDE  (Ride) Per questo, lascia fare a me.

PAOLO (Indossa la giacca che era appoggiata alla schienale d’una sedia, si palpa le tasche) A proposito, guarda che quei 150 mi servirebbero per domani.

LAIDE (Affreddata) Che 150?

PAOLO Te l’ho già detto no? La rata della macchina.

LAIDE Una rata di 150?

PAOLO Sono già in arretrato di due. Se domani non pago, te la salutol’Alfetta.

LAIDE (Preoccupata) No, non me l’avevi detto.

PAOLO Va’, con me queste storie  non attaccano, te 1’avevo giàdetto una decina di volte. E tu... me le avevi promesse.

LAIDE (Stupita) io?

PAOLO Un prestito, no? Casa ti credi?

LAIDE (Affannata) 150? E dove le trovo?

PAOLO (Soffiando d’impazienza) Lo sai meglio di me dove le trovi.

LAIDE Lui?

PAOLO Io non ho detto niente.

LAIDE Figurati! Quello non fa chepredicare. (Facendo il verso) “ Tu non hai testa, tu spendi troppo, tu non hai cervello, devi fare economia!...”  Sentissi che solfa!

PAOLO (Duro) Beh, se tu non puoi, pazienza. Mi arrangerò...

Anzi, mi viene un’idea. Scommetto che sele chiedo alla Ma­rinka ...

LAIDE (Colpita, con astio) Quella sgallettata.

PAOLO Prima di tutto non èsgallettata, tanto per  metterele case a posto. E poi con me è sempre stata gentile.

LAIDE (Cercando di ammansirlo) Gioia, non dire cosi. (Tenta di abbracciarlo, ma lui, seccato, la respinge) Lo sai che bene che ti voglio.

PAOLO  Che bene e bene! Balle! Quando Si trattadi fare un minimo sacrificio…..

LAIDE Ma sono 150!

PAOLO (Irritato) Basta, non ne parliamo più... Ce l’hai il numero della Marinka?

LAIDE (Trattenendolo) Fussi, gioia, non fare così! Centocinquan­ta sacchi, non è facile come tu pensi.

PAOLO Ma se gli fai fare quello che vuoi a quel babbione...

LAIDE Senti, ti prometto, farò il possibile, te lo giuro.

PAOLO Passo a prenderli domattina.

LAIDE No, stasera. Non mi porti a ballare, stasera? Me lo avevipromesso.

PAOLO Stasera? Stasera ciho un impegno.

LAIDE Ma che impegno, che impegno. Stasera porterai aballare la tua pupetta. (Guarda l’orologio) Le cinque e cinque. Se viene, qui succede uno scatafascio.

PAOLO (Impermalito) Vado, vado. Quando fai così, mi fai gira­re le scatole. (Si avvia alla porta.)

LAIDE Ma neanche un bacetto alla tua pupa, su da bravo.

PAOLO Che bacetto! Lascia perdere.

LAIDE Fussi, ti prego. (Paolo esce da destra e si ode sbattere La porta. Laide da sola) Però come sono difficili ‘sti uomini! (Ascolta alla porta) Meno male che quel rompiscatole è in ri­tardo... (Pensierosa) Centocinquanta, però! In un botto solo! Gli verrà un colpo! E’ qui, avevo appena aperto la porta, forse mi ha visto... Ah, se me li guadagno, quei quattro soldi che mi dà. (Ha un soprassalto) L’ascensore. Adesso è qui. (Va a sedersi dinanzi alla psiche, comincia ad acconciarsi la pettinatura. Si sente girare La chiave nella toppa della porta d’ingres­so. Entra Giovanni, un uomo  elegante, sui 40. Stravolto in faccia. Laide senza voltarsi) Ciao,  sei tu?

GIOVANNI (Con ira) Si, sono io.

LAIDE (Scherzosa) Dio, che modi! (Si volta a guardarlo sorri­dendo.)

GIOVANNI Chi c’era qui con te?

LAIDE Qui?E chi vuoi che ci fosse?

GIOVANNI (Sempre più imbestialendosi) Dimmi chi era.

LAIDE (si alza in piedi, indignata) Vuoi spiegarmi cosa sono queste storie?

GIOVANNI Storiele chiami? Ti ho preso in castagna, finalmente. Un anno, è un anno che continui a menarmi per il naso. E io a bere tutti i tuoi sporchi imbrogli. Sempre la scusa buona, sempre un pretesto buono. Ma io sentivo che sotto c’era sem­pre la menzogna. Sentivo ch’era tutto falso. E adesso ho vi­sto! Ho visto con i miei occhi.

LAIDE (Tenendogli testa, cattiva) Cosa hai visto?

GIOVANNI (Facendo segno alla porta) Un uomo che stava per u­scire di là.

LAIDE (Simulando esasperazione) Ma vergognati! Ma vatti a farvisitare da un alienista, va’! Ma lo sai che comincio a es­sere stufa? Ma lo capisci o non lo capisci che non ne posso più?Hai proprio giurato di avvelenarmi la vita? Ogni giorno una nuova! Sai cosati dico: che mi pento di esserti stata fedele, non val la pena, con uno come te.

GIOVANNI (Le si fa contro e l’afferra per un polso) Chi era? Vuoi dirmi ono chi era?

LAIDE (Liberandosi con uno scatto) Mi fai male!

GIOVANNI E dillo chi era!

LAIDE Ma credi che una donna possa vivere fra questi continui sospetti? La vita diventa un inferno, te lo vuoi ficcare in testa o no che è un inferno?

GIOVANNI (Spossato, lentamente, mentre lei va a sedersi di nuovo dinanzi alla psiche e ricomincia a curarsi i capelli) Losai che cosa sei tu? Vuoi che te lo dica?

LAIDE (Calma) Ma si, dillo, dillo!

GIOVANNI (Improvvisamente smarrito, si volge al suggeritore) Tu sei...che cosa?

PRIMO SUGGERITORE: Sei una vacca!

GIOVANNI (Esitando, sempre al suggeritore) Che cosa?

PRIMO SUGGERITORE (Suggerendo) Sei una vacca. Una lurida vacca.(Giovanni, non osando, si guarda intorno.)

LAIDE (Senza voltarsi) Su, su, Lo vuoi dire cosa sono? (In quel mentre, nel vano del caminetto, si affaccia il Secondo Suggeri­tore con un copione in mano.)

SECONDO SUGGERITORE (Per richiamare l’attenzione di Giovan­ni) Pss. Pss. Scusi. (Giovanni si volta a guardarlo.)

LAIDE (Sempre  senza voltarsi, calma e beffarda) Non me lo vuoi dire allora cosa sono? Te lo sei improvvisamente dimenticato?

SECONDO SUGGERITORE (Strisciando fuori  dal camino, insinuante, suggerisce) Sei una bambina senza testa.

PRIMO SUGGERITORE (Uscendo anche lui fuori dalla buca) Sei una vacca! (Giovanni li guarda alternativamente, senza saper decidere.)

LAIDE Allora hai perso la lingua? Non vuoi proprio dirmi cosasono? Ne ho una curiosità tremenda.

SECONDO SUGGERITORE Unabambina senza testa.

PRIMO SUGGERITORE Una vacca.

GIOVANNI Sei...

PRIMO SUGGERITORE Una vacca!

SECONDO SUGGERITORE Una bambina senza testa.

GIOVANNI (Indeciso) Sei una vacca senza testa.….. Una bambina senza testa!

LAIDE (Rinfrancata, sempre senza voltarsi) Ah si, eh? E tu, tu, la testa dove l’hai?

PRIMO SUGGERITORE (Uscito completamente dalla buca, si avvi­cina a Giovanni, e gli fa vedere il copione) Qui c’era scritto: “Sei una vacca”.   Era la tua salvezza!

SECONDO SUGGERITORE (Suggerendo) Io ho sempre avuto fidu­cia in te.

GIOVANNI Ioho sempre avuto fiducia in te.

LAIDE No, tunon hai mai avuto fiducia, perché tu sei un ne­vrastenico, perché se vedi uno uscire da casa mia, tu subito pensi che sia un mio amante o che so io.

PRIMO SUGGERITORE (Scuotendo le braccia di Giovanni) Qui c’è scritto: “Sei una vacca! Una lurida vacca!” Devi dirlo, se no sei perduto.

SECONDO SUGGERITORE Una cara testolina adorata.

PRIMO SUGGERITORE Adorata un corno, una sgualdrina!

SECONDO SUGGERITORE Bisognachiederle scusa per l’assurdo sospetto.

PRIMO SUGGERITORE E se non era il suo amante, chi era, allo­ra? (Giovanni fa cenni di diniego, poi con un brusco gesto respinge da sé il Primo Suggeritore e si volge ad ascoltare il Secondo che, alle  sue spalle, gli sussurra le frasi in un orecchio.)

SECONDO SUGGERITORE (Suggerendo) E se non era il tuo amante, chi era, allora?

GIOVANNI (Ripetendo) Già, chi era allora?

LAIDE (Con tono offeso) Vuoi proprio saperlo chi era? Mio fra­tello era!

SECONDO SUGGERITORE Suo fratello!

GIOVANNI Tuo fratello?Ma se vive in Francia!

LAIDE Vive in Francia, maè  di passaggio a Milano. Non gli proibirai di viaggiare, spero.

PRIMO SUGGERITORE (Un  po’ in disparte, insistente) L’hai sen­tita? Dille vacca, lurida vacca!

GIOVANNI (Dando retta al Secondo Suggeritore) Tuo fratello? Mi giuri che era tuo fratello?

LAIDE Ti giuro? Non ti giuro un bel niente. Anche se lo giurassi sul Vangelo non ti basterebbe, a te.

PRIMO SUGGERITORE (Tornando all’attacco) E perché se l’è fi­lata?

GIOVANNI (ripetendo le parole del primo suggeritore) E perché se l’è filata dalla porta di servizio?

LAIDE (Irritata) Che no so, io? Avrà avuto fretta.

SECONDO SUGGERITORE Avrà avuto fretta!

  (Giovanni, ancora  perplesso, dà  retta al Secondo Suggeritore poi  volge sguardi preoccupati al Primo che, un  po’ in disparte, lo fissa minac­cioso indicando con gesto perentorio le pagine del copione.)

PRIMO SUGGERITORE (Suggerendo) Ma mi hai preso completa­mente per fesso?

GIOVANNI (come se non avesse capito) Ma no! Che c’entra?

 PRIMO SUGGERITORE Ma no, devi dirle (ripetendo): Mi hai preso completamento per fesso?

GIOVANNI (Fa verso di lui un gesto di diniego e impazienza, e piega la testa a raccogliere le parole sussurrategli dal  Secondo Suggeritore) Ammetterai, però, topolino...

LAIDE (Riprendendo il  sopravvento) Non ammetto un bel nien­te. Io sono offesa! Tu mi hai dato della sgualdrina.

GIOVANNI (Ora in balia del  Secondo Suggeritore, mentre il Primo la fissa con astio e disprezzo) Io?

LAIDE Tu, si.

GIOVANNI Io nonti ho detto niente.

LAIDE Ma lo hai pensato, che è lo stesso.

PRIMO SUGGERITORE Questoèvero.

GIOVANNI Lodici tu.

LAIDE Certo che lo dico io. Adesso tu mi chiedi scusa. (II Pri­mo Suggeritore ride.)

GIOVANNI Scusa di che?

LAIDE Di avermi offesa!

GIOVANNI Offesa?

LAIDE Quando lapianterai con la tua maledetta gelosia?

PRIMO SUGGERITORE (Al contrattacco, prende per le  braccia Giovanni, lo attira a sé, respingendo con un calcio il Secondo Suggeritore, e lo induce ad obbedirgli. Suggerendo) Come un pidocchio...

GIOVANNI (Riprendendosi) Come un pidocchio mi tratti. Dopotutto quello che ho fatto per te.

SECONDO SUGGERITORE Qualsiasi donna...

GIOVANNI Qualsiasi donna sarebbe orgogliosa di essere amata da un uomo come me,  mentre tu.…

LAIDE Uffa! (Facendo il gesto) Ne ho fin sopra la testa di que­sti discorsi...

GIOVANNI (Sempre istigato dal Primo Suggeritore) Se sei stufa, non hai che da dirlo.

LAIDE (Inviperita) Stufa si, stufa, se proprio lo vuoi sapere. Ficcatelo bene in testa: cosi non si va avanti.

GIOVANNI (Tenuto strettamente per un braccio dal Primo Suggeri­tore, che continua  a suggerirgli la parte, scalcia per tener di­scosto il  Secondo che vorrebbe avvicinarsi) E va beh: così non si va avanti. Allora io me no vado.

LAIDE Ah, te ne vai?

PRIMO SUGGERITORE Dovrei tollerare...

GIOVANNI Dovrei tollerareche tu continui a far la vita che fai? E poi tutte queste commedie: e la sorella, e la cognata, ela zia, e la cugina, tutti pretesti buoni per startene fuori sempre a spasso E adesso anche il fratello, sbucato  dal ­nulla!

LAIDE (Stringendo i pugni) E vattene, vattene. Se no, mi fai uscire pazza.

GIOVANNI Me ne vado, si me ne vado.

PRIMO SUGGERITORE Bravo Nanni, sei perfetto.

SECONDO SUGGERITORE Cretino.

GIOVANNI Laide... E che le dico, adesso?

SECONDO SUGGERITORE Scusami, ma stasera sono fuori di me.

GIOVANNI Scusami, ma stasera sono fuori di me. (E trascinato dal Primo Suggeritore si avvia alla porta ma, quando è sulla soglia, si volta, smarrito, mentre il Secondo Suggeritore gli fa gesti incitandolo a tornare indietro e ad aggiustare le cose. Non starebbe male  a questo punto uno sfondo di musica un po’ nevrastenica tipo Stan Kenton. Al colmo della disperazione, Giovanni sferra un pugno al Primo Suggeritore e lo sbatte da unaparte, poi siafferra al Secondo Suggeritore, come supplicandolo di aiutarlo. Intanto Laide imperterrita comincia a togliersi i pantaloni, il corpetto e la cami­cetta — eventualmente dietro un paravento — come se la par­tenza di Giovanni la lasciasse del tutto indifferente. Insuffla­to dal Secondo Suggeritore, mentre il Primo Suggeritore si siede a osservare beffardo, Giovanni torna indietro di qualche passo) Beh, cosa fai adesso?

LAIDE  (Fredda e tranquilla) Mi cambio, no? Alle sei ho appun­tamento dal parrucchiere.

GIOVANNI Se vuoi, ti accompagno. (E’ sempre più in balia del Secondo Suggeritore che lo spinge verso la ragazza.)

PRIMO SUGGERITORE (a Giovanni) Vergognati.Un verme sei...

(Giovanni, senza badargli, Si avvicina a Laide a la afferra affettuosamente per le spalle.)

LAIDE (Sgarbata) E lasciami, che devo vestirmi!

GlOVANNI (Sull’orlo del pianto) Laide, ma perché fai cosi?

LAIDE Mi tratti come una di quelle e ancora vorresti che ti dica grazie?

GIOVANNI (Costretto a forza dal Secondo Suggeritore, cade in gi­nocchio a abbracciare le gambe di Laide) Aspetta, senti, devo dirti una cosa.

LAIDE (Respingendolo con stizza) Non far così, che mi rovini le calze.

GIOVANNI (Sempre in ginocchio, trattenendola) Laide, ti prego, ascoltami.

PRIMO SUGGERITORE (Come spettatore) Disgustoso!

SECONDO SUGGERITORE  Ce l’hai fatta, vecchio furfante. (Si commuove.)

LAIDE Su, cos’hai da dirmi? (Va all’armadio e lo apre per sce­gliere un vestito) No, non ti ascolto se prima non mi domandi scusa.

GIOVANNI (Rialzandosi, la segue da presso ansioso) Si, perdona­mi. Ma tu devi anche capire. Quando uno vuol bene sul serio...

SECONDO SUGGERITORE  Fa sempre dei cattivi pensieri, è inevitabile.

PRIMO SUGGERITORE (Sbuffando) II fratellino, eh? …venuto in volo dalla Francia, eh?

GIOVANNI (Dando uno sguardo d’odio al Primo Suggeritore) Tu, Laide, non ti rendi conto che...

LAIDE ( Infilandosi un abito) Perdonami, perdonami. Ma tu non pensi che a te, sei un egoista, a te non ti passa neppure per la mente che anch’io possa avere le mie preoccupazioni. Proprio oggi dovevi farmi questa scenata per farmi stare male, proprio oggi.

GIOVANNI (Sempre dominato dal Secondo Suggeritore) Perché proprio oggi? E’ successa qualche casa?

LAIDE  E’ inutile. Tanto. Cosa vuoi che te ne importi a te?

GIOVANNI (Supplicando) Dimmi. Che cos’è successo?

LAIDE Niente, niente. Mi arrangerò da sola.

GIOVANNI Oh, come sei. Avrò pure il  diritto di sapere.

LAIDE  Per quello che te ne importa di me!

GIOVANNI (Ormai  completamente succube della donna) Che discorsi. Mi pare di averti dimostrato il  contrario, no? Amore mio, par­la... Non lasciarmi in pena...

LAIDE (Sempre intenta alla propria toilette) E’inutile, tanto tu non puoi farci  niente.

GIOVANNI Ma perché? Di cosa si tratta? (Laide scoppia improvvisamente in singhiozzi.)

PRIMO SUGGERITORE Buonanotte!

GIOVANNI (Abbracciandola e tenendola stretta a sé) Dimmi…

           Cosa èsuccesso? Lo sai che tutto quello che mi èpos­sibile...

SECONDO SUGGERITORE (Commiserandola) Povera piccola!

LAIDE (Tra  i singhiozzi) La mamma... mi hanno telefonato sta­mattina da Bologna...

GIOVANNI (Sempre stringendola a sé) La mamma? E’ ammalata?

LAIDE (Balbettando) Peggio.

GIOVANNI Come, peggio?

LAIDO Dove farsi operare.

PRIMO  SUGGERITORE (Sarcastico) La mamma! La mamma della vacca!

GIOVANNI (Senza badargli) Una cosa grave?

LAIDE Forse no. Ma non sappiamo come fare...

GIOVANNI (Quasi rasserenato) E’ per questo che tuo fratello èvenuto? (Laide fa cenni di sì con la testa.)

GIOVANNI (Intenerito) Ma perché non  me l’hai detto subito?

LAIDE Tanto, tu non ci avresti creduto lo stesso.

GIOVANNI Oh se tu fossi un po’ più sincera con me... E dimmi... quanto?

LAIDE Mah, non so... Stamattina parlavano di circa mezzo milione. (Il Primo Suggeritore da un fischio.)

SECONDO SUGGERITORE: Compresa la degenza?

GIOVANNI Compresa la  degenza?

LAIDE (Sempre piagnucolosa) Spero di sì.

GIOVANNI Mezzo milione. Una grossa  somma, però

LAIDE Te l’ho detto che tu non  puoi farci niente.

GIOVANNI Ma non èvero. Adesso vedrò.

LAIDE Per metà ci pensa mio fratello, ma il resto...

GIOVANNI (Sorridendo) E non piangere più  topolina. Vedrò di fare in modo...

LAIDE No, no, tu hai  fatto fin  troppo per me. Non posso ac­cettare, e poi...

GIOVANNI (Nel frattempo si sono  seduti su un divano, Lui tenendola stretta a sé) Poi cosa?

LAIDE (Con aria sconfortata) il deposito dove essere fatto do­mattina.

PRIMO SUGGERITORE   Duecentocinquantamila!

SECONDO SUGGERITORE   Duecentocinquantamila!

GIOVANNI Ah! (Si stacca da lei, perplesso, e il Secondo Suggeritore­ intensifica alle sue spalle le blandizie. Laide si asciuga le lagrime. In quel mentre suona il telefono.)

LAIDE (Al telefono) Pronto... Ciao, sì... Sì... penso  di sì. ?... Ma si, ti dico... Sei alla stazione? Ti chiedevo se eri  alla stazione... Dio mio, cerca di essere un poco intelligente... Ti ripeto di sì ... Ricordati di stasera... Si, va bene. Ciao.

PRIMO SUGGERITORE Chi era?.

GIOVANNI (Che intanto ha tolto di tasca il libretto degli assegni) Chi era?

LAIDE Mio fratello.

GIOVANNI E perché hai detto: <Ricordati di stasera? >

LAIDE (Diventata graziosa a civettuola) Va già a Bologna. Stasera mi telefonerà qualche notizia

(In quel mentre il Primo Suggeritore si porta alle spalle del secondo, cava di tasca un pugnale e glielo infigge nella schiena. Il Secondo Suggeritore si affloscia silenziosamente e il suo posto, alle spalle di Giovanni, viene preso dal Primo. Giovanni sembra non si sia accorto di nulla e porge ascolto al Primo Suggeritore)

GIOVANNI A che  ora ti telefona?

LAIDE (Finta  disattenta) Eh?

GIOVANNI A che ora ti telefona?

LAIDE Verso le undici e mezza, mezzanotte  ha detto.

GIOVANNI Ma stasera usciamo insieme.

LAIDE (Finta  disattenta) Eh?

GIOVANNI Stasera non usciamo insieme?

LAIDE  (Graziosa) Stasera non posso.

GIOVANNI (Alterandosi) Come non puoi? Eravamo d’accordo. Te l’ho detto  stamattina per telefono.

LAIDE Giuro che non mi ricordo. Guarda gioia che ti sbagli. Stamattina non mi hai detto niente.

GIOVANNI E perché  non puoi stasera?

LAIDE   E’ il compleanno  della signora Filari. Hanno già preparato. Io le ho comperato anche un regalo.

GIOVANNI Chi è‘sta signora Filari?

LAIDE Te l’avrò detto cento volte. La moglie del proprietario del bar di piazza Fiume, dove una volta si abitava con mamma. Sono due cari vecchietti.

GIOVANNI E dov’è questo regalo?

LAIDE Ma niente, una sciocchezza. Un sciarpa di lana. Devo andare adesso a ritirarla

PRIMO SUGGERITORE Il fratello, la mamma, i vecchietti, la sciarpa  di lana….. ti basta adesso?

   (Nel frattempo  Giovanni, col libretto degli assegni nella sinistra, ha continuato a giocherellare con la penna nella destra. A un mezzo suggerimen­to del Primo Suggeritore, assume un tono risoluto e  si rimette in tasca libretto e penna. Laide lo guarda preoccupata.)

GIOVANNI Volevo darti un assegno, ma facciamo le cose ancona più semplici. Proprio domani io vado a Firenze. Vuol dire che mi fermo Bologna e porto i soldi direttamente all’ospe­dale. In che ospedale è  tua mamma?

LAIDE (Cercando di dominare l’inquietudine) No, guarda, gioia, se credi èmeglio che tu li dia a me. Il mondo è cosi pettegolo.

GIOVANNI Che c’entra? Porto i soldi a nome tuo. In che ospe­dale è?

LAIDE Credo il Rizzoli, ma di preciso non so.

GIOVANNI Un’operazione di che cosa?

LAIDE Alla colonna. vertebrale.

GIOVANNI Certo allora che sarà al Rizzoli.

LAIDE Ma non è che io sia sicura.

GIOVANNI Beh, te lo fai dire da tuo fratello stasera.

LAIDE E se poi stasera non mi telefona?

GIOVANNI Telefonagli tu.

LAIDE Ma in casa non c’è nessuno, se la mamma l’han già portata all’ospedale.

GIOVANNI Vuol dire che passo io a casa di tua mamma a chie­dere.

LAIDE (Sempre più inquieta) Oh, Nanni, lascia perdere, in qualche modo mi arrangerò. Scusa, ma vedi che temperamen­to hai? Ti èvenuto spontaneo un gesto generoso, ti avrei fat­to un monumento, quando hai tirato fuori il libretto degli as­segni. Ma adesso, coi tuoi soliti sospetti, stai di nuovo avve­lenando tutto quanto.

GIOVANNI (Sempre reciso) Io al  Rizzoli ho un amico, è  vice primario. Potrà darmi notizie precise.

LAIDE Te lo ripeto. Non so se l’hanno portata al Rizzoli.

GIOVANNI (Ostinato) Allora passerò da casa..

LAIDE No, ti prego. Non sanno niente i miei, che tu e io….

GIOVANNI Ma chiedo soltanto alla portinaia. Dove abita tua mamma?

LAIDE In via Calzolari. Ma da quando èmalata, èospite in casa di un’amica, una mezza parente.

GIOVANNI E quest’amica?  Dove abita.?

LAIDE II posto lo so. Sta vicino alla  piazza Buffoli, ma il nome della strada non lo ricordo. Senti, Nanni, èmeglio lasciar stare.

PRIMO SUGGERITORE Ci siamo: è il momento.

GIOVANNI (Si alza in  piedi e la fissa) Lo sai che cosa sei? Vuoi che ti dica cosa sei?

LAIDE (Graziosa, con  vezzi da bambina) Sì, che lo so. Sono il topolino tuo.

GIOVANNI (Scandendo le parole) Sei una vacca. Una lurida vacca.

LAIDE Sei impazzito?

GIOVANNI Tua mamma  che deve farsi operare. Ma se è chiaro come il sole ch’è una fandonia di sana pianta.

LAIDE (Mettendosi a piangere) Mia mamma, la mia  povera mammina, e tu la insulti in questo modo!

GIOVANNI Sei tu che la insulti, schifosa..

LAIDE Basta, ti dico. Lasciami inpace e va’ all’inferno!

GIOVANNI (Fermo e duro) Me ne vado. E per sempre. Ma prima devo darti una cosa.

LAIDE (Con un filo di speranza) Cosa?

GIOVANNI Questo. (Le somministra un potente ceffone.)

LAIDE (Gettandosi sul divano, singhiozzando) Aiuto! Aiuto! (sempre più fioca.)

PRIMO SUGGERITORE Finalmente hai capito.

GIOVANNI  (mentre lei continua a singhiozzare con il volto tra le mani) Finalmente ho capito chi sei, carogna. Sta’ pur certa che non mi vedrai più vita natural durante. Tanto hai fatto,che adesso ti trovi col culo per terra.

LAIDE (smettendo di colpo i singhiozzi) Nanni, Nanni, ascolta­mi, perdonami. Lascia che ti spieghi.

   (Il Secondo Suggeritore, ripresi i sensi, si trascina per terra ed afferra una gamba di Giovanni, cercando di trattenerlo. Giovanni si libera con uno strattone ed esce  seguito da presso dal Primo Suggeritore. Laide sconvolta si aggira per la camera. In quel mentre suona il telefono. Lei corre a rispondere, affannata.) Sei tu, Fussi? Sì, sì...ancora non me li ha dati, ma ha promesso... stammi a sentire, ti dico… Ma no, ma no, tesoro, non dirlo nemmeno per scherzo... Solo un  po’ di pazienza... No, Fussi... Questo non melo puoi fare. Ti racconterò tutto stasera... Come  stasera no?

    Ma se eravamo d’accordo! Lo sai cosa sei?

PRIMO SUGGERITORE Un porco!

LAIDE Un porco!

PRIMO SUGGERITORE Un lurido porco!

LAIDE Un lurido porco!