I tre cani

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I TRE CANI di Giuseppe Pietrè (1843-1916) da “Novelle popolari toscane”

I TRE CANI

di Giuseppe Pietrè (1843-1916)

da “Novelle popolari toscane”

per le classi II-III a.s. 2007/08

per 32 bambini

traccia 1  Dvorak da “sinfonia nuovo mondo”, inizio del secondo tempo – sipario

Narratore: “C’era una volta un vecchio contadino che aveva due fili: un maschio e una femmina.

Un giorno il vecchio, che era vicino a morire, chiamò i suoi figlioli vicino al letto”

Padre: “Figli miei, ormai la mia vita è quasi finita. Quando sarò morto vi chiedo di dividervi le poche cose che ho da bravi fratelli: questa piccola casa, un pezzetto di terra e tre pecore. Mi raccomando, vogliatevi bene.”

Narratore: “alla sua morte, per qualche giorno, i due fratelli vanno d’amore e d’accordo: la sorella pensa alla casa e al mangiare, il fratello pensa alla terra e alle pecore. Finchè, un giorno, mentre il fratello era al pascolo, un uomo gli si avvicinò con un bel cane.”

1° uomo: “Lo vuoi? Posso dartelo se tu mi dai in cambio una pecora”

Fratello: “Va bene. Come si chiama?”

1° uomo: “Il suo nome è Ferro”

Fratello: “Vieni, Ferro, ti porto a casa mia”

Narratore: “Al suo arrivo a casa, però, la sorella non è contenta”

Sorella: “Sei diventato matto? Che ce ne facciamo di un cane? Era molto meglio la pecora, così almeno lei ci dava il latte. Questo cane, invece, sarà solo di peso.”

Narratore: “Il giorno dopo, mentre il fratello era al pascolo, gli si avvicina un altro uomo, con un cane ancora più bello”

2° uomo: “Lo vuoi? Posso dartelo se tu mi dai in cambio una pecora”

Fratello: “Va bene. Come si chiama?”

2° uomo: “Il suo nome è Acciaio”

Fratello: “Vieni, Acciaio, ti porto a casa mia”

Narratore: “Al suo arrivo a casa, la sorella, che era scontenta già con un cane, lo rimprovera ancora di più”

Sorella: “Non hai proprio cervello: chi ci darà da mangiare per questi due cani, se non abbiamo che una sola pecora? A stento camperemo noi”

Narratore: “Ma il fratello non la ascolta, anzi”

Fratello: “Non ti preoccupare. Non vedi come sono belli questi cani? E poi mi vogliono un gran bene!”

Narratore: “Il terzo giorno il fratello, mentre è al pascolo, vede venirsi incontro un altro uomo, con un cane ancora più bello degli altri due.”

3° uomo: “Lo vuoi? Posso dartelo se tu mi dai in cambio una pecora”

Fratello: “Va bene. Come si chiama?”

3° uomo: “Il suo nome è Piùforteditutti”

Fratello: “Vieni, Acciaio, ti porto a casa mia”

Narratore: “Al suo rientro a casa, prima ancora che la sorella potesse dire qualcosa, il fratello la rassicura”

Fratello: “Non rimproverarmi, cara sorella mia. Di quanto ci ha lasciato nostro padre io avevo preso le tre pecora. Se vuoi, me ne vado, così non ti darò più fastidio. Ti lascio la casa e il terreno. Tu dammi solo un sacco di pane e non ti chiederò più niente.”

Sorella: “Sei un disgraziato e un incosciente. Non voglio più vederti. Ti darò il pane e domani all’alba te ne andrai”

Narratore: “il giovane, al primo chiarore, circondato dai suoi tre cani festosi, parte per il suo destino con il sacco di pane in spalla. Traccia 2 Grieg, “Il mattino” Cammina cammina, il ragazzo trova una casa nel bosco e, poiché ha cominciato a piovere, vi si rifugia con i suoi cani”

Fratello: “C’è nessuno? Posso entrare? Fuori piove a dirotto e vorrei ripararmi qua”

Narratore: “Ma la casa è deserta. Così il giovane si avvicina al camino acceso per asciugarsi quando tutte le luci della casa si accendono”

Fratello: “Guardate, cari cani miei, la tavola è apparecchiata e piena di ogni cibo squisito. Presto, mangiamo e beviamo”

Narratore: “quando hanno mangiato a sazietà, i tre cani lo conducono verso un comodo letto dove, stanco morto, il ragazzo si addormenta. E i tre cani si mettono davanti e ai lati del letto per difenderlo. La mattina dopo, il ragazzo si sveglia e sente un gran profumino provenire dalla sala da pranzo. Si alza e va a vedere con i suoi cani cosa sta succedendo”

Fratello: “Sogno o son desto? Quanto ben di Dio. Mangiamo amici miei, che dopo andremo nel bosco a caccia”

Narratore: “i tre cani sono felicissimi di poter andare nel bosco e di poter correre. Al loro rientro, la tavola è di nuovo imbandita con tutte le prelibatezze possibili.”

Fratello: “Com’è possibile che ogni volta sia tutto apparecchiato e ci siano pranzo, cena e colazione pronti? Deve essere una magia. Ma finchè dura me la voglio proprio godere.” Traccia 3 Verdi, “Libiam ne’ lieti calici”

Narratore: “E questa bella vita dura per diversi giorni. Ma il ragazzo, che aveva anche un buon cuore, pensa alla sorella che ha lasciato”

Fratello: “Chissà cosa farà da sola mia sorella. Io qua me la passo da gran signore. Voglio andare a chiamarla per invitarla a vivere qua.”

Narratore: “Così parte con i suoi inseparabili cani e va dalla sorella”

Sorella: “Che cosa vuoi adesso? Cosa sei venuto a chiedere?”

Fratello: “Niente sorella mia. Anzi, poiché faccio la bella vita, vorrei portarti a vivere con me.”

Narratore: “La sorella chiude la casetta e, dando occhiatacce ai tre cani, segue il fratello fino alla casa nel bosco. Come sempre avviene la magia del cibo, ma questa volta è crudo e la sorella deve cucinarlo. Il fratello, intanto, va a caccia. Mentre sta cucinando, la sorella sente un rumore di passi”

Sorella: “Chi è? Cosa volete?”

Il vecchio: “Sono il padrone di casa. Chi ha occupato la mia casa senza permesso e deve morire.”

Sorella: “Non è colpa mia. Mio fratello mi ha portato qui”

Il vecchio: “Allora dovrà morire lui. Prendi questa polverina magica e mettila nel suo piatto. Domani tornerò a vedere se sei riuscita ad ucciderlo”

Narratore: “la sorella, cattiva e meschina, mangia a sazietà e poi avvelena il cibo destinato al fratello. Al suo rientro, però, i cani entrano prima del padrone e, buttando tutto il cibo per terra, lo calpestano con le zampe così che non ne rimanga nemmeno un boccone” traccia 4 Mussorgski, da “Quadri d’un’esposizione”, “La capanna dalle zampe di galline”

Fratello: “Non te la prendere, sorella. Oggi mangeremo il pane e prosciutto che avevamo portato con noi”

Narratore: “il giorno dopo il vecchio ritorna per controllare”

Sorella: “non sono riuscita ad avvelenare mio fratello perché  cani hanno distrutto tutto il cibo”

Il vecchio: “Pazienza, ti darò un’altra polverina. A questa volta non fallire. Tornerò domani per controllare”

Narratore: “Invece, anche stavolta, i cani entrano prima del padrone e distruggono ogni cosa. Traccia 5  Mussorgski, da “Quadri d’un’esposizione”, “La capanna dalle zampe di galline” Il giorno dopo il vecchio ritorna”

Il vecchio “Dobbiamo eliminare quei maledetti cani. Domani aspetta tuo fratello stesa nel letto e digli che stai male e vuoi un limone del giardino. Lamentati e costringilo a lasciarti i cani. Al resto penserò io.”

Narratore: “e così fu. Il giorno seguente la sorella aspettò il fratello stesa nel letto, come le aveva raccomandato il vecchio.”

Sorella: “Mi sento male. Voglio un limone del giardino.”

Fratello: “Certo, vado a prendertelo. Ferro, acciaio, piùforteditutti, venite con me.

Sorella: “No, ti prego, lasciami i cani. Potrei sentirmi ancora più male.”

Narratore: “il fratello, che è molto buono, acconsente e, appena esce dalla camera, la sorella chiude a chiave i tre cani nella stanza. Mentre lui sta scegliendo il limone più succoso, riceve una bastonata in testa ma, siccome è giovane e forte, riesce a difendersi” traccia 6 Dvorak, da “Sinfonia del nuovo mondo”, inizio del quarto tempo

Fratello: “Cani, cani miei, aiuto!”

Narratore: “I tre cani si affacciano alla finestra e vedono il padrone in pericolo. Con un grande balzo saltano giù e vanno in suo aiuto. Il fratello, a questo punto, si accorge del tradimento della sorella.”

Fratello: “Vergognati. Ti avevo chiesto di venire a vivere con me e tu mi hai tradito. Prenderò un sacco di pane e dei soldi e me ne andrò. E questa volta sarà per sempre.” Traccia 7 Prokovieff, da Romeo e Giulietta- si chiude il sipario

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Traccia 8 – si apre il sipario Mussorgski, da “Quadri d’un’esposizione”, “Promenade”

Narratore: “cammina cammina, il giovane e i tre cani arrivano in una bellissima città, abitata da persone addolorate e vestire a lutto. Allora entra in una bottega”

Fratello: “Cosa sta succedendo? Perché siete tutti così tristi?”

Bottegaio: “Siete forestiero, vero?”

Fratello: “Si, ho camminato per diversi giorni e ora sono qui.”

Bottegaio: “In riva al mare, il serpente dalle sette teste divora ogni anno una fanciulla. Questa viene estratta a sorte tra tutte le ragazze del paese. Per disgrazia, questa volta è uscito il nome della principessa. Il Re l’ha promessa in sposa a chi ucciderà il serpente.” Traccia 9 Mussorgski, “Una notte sul monte calvo”

Narratore: “il ragazzo, così, corre alla spiaggia e aizza i cani”

Fratello: “Presto. Ferro, acciaio e piùforteditutti. Uccidete quel dannato serpente!”

Narratore: “ne esce una lotta furibonda, dove i tre cani restano feriti, ma riescono ad uccidere il serpente. Il ragazzo, allora, taglia le sette lingue e se le mette in un fazzoletto in tasca. E si avvia di nuovo verso il paese. Poco lontano, intanto, c’era un uomo deforme che, appena visto allontanare il ragazzo, si avvicina al serpente morto.”

Uomo deforme: “mi è venuta un’idea. Taglierò le sette teste del serpente e correrò in paese. Le porterò al Re che dovrà per forza darmi in sposa la bella principessa. Ah, ah, ah”

Narratore: “e così fece. Tagliò le sette teste del serpente e, tramite una scorciatoia arrivò in paese prima del giovane. Andò, quindi dal Re”

Uomo deforme: “Maestà. Io ho ucciso il serpente. Queste sette teste ne sono la prova. Voglio che mi diate la mano di vostra figlia. E voglio sposarla subito.”

Principessa: “Padre mio, vi prego. Preferisco morire piuttosto che sposare questo mostro”

Re: “Non posso, figlia mia. Dispiace anche a me che tu debba sposarti con lui, ma la parola del Re non può venire meno. Che si dia inizio al banchetto nuziale.”

Narratore: “la festa ebbe inizio con tre giorni di banchetti a corte, prima del matrimonio. Il ragazzo nel frattempo era arrivato in paese” traccia 10 canzone popolare toscana “Ti dissi di vienire”

Donne: “Avete sentito? qualcuno ha ucciso il serpente. La principessa è salva e si sposerà fra tre giorni.”

Fratello: “(pensando tra sé) com’è possibile? Io ho ucciso il serpente, ma non ho ancora detto niente al Re. Sono appena arrivato. (rivolto alle donne) Chi è stato così ardimentoso da riuscire nell’impresa?”

Donne: “è stato quel bruttone dell’uomo deforme, che ha dimostrato un coraggio inaspettato. Peccato, però. La principessa si meritava un bel giovane, invece che quel mostro di bruttezza.”

Narratore: “Allora il giovane manda i suoi tre cani a distruggere il banchetto.”

Fratello: “Amici miei, dovete aiutarmi ancora. Vi ricordate quando mi avete salvato dal veleno? Dovete andare a palazzo e distruggere ogni cosa, così il matrimonio verrà rimandato”.

Narratore: “E così fecero. Ogni volta che i servitori preparavano qualcosa da mangiare, arrivavano i tre cani e la distruggevano. Traccia 11 Strauss, “Trish trash polka”  Il Re, allora, si preoccupò”

Re: “Di chi sono questi tre cani che mi distruggono ogni cosa? Presto servitori, andate a cercare a chi appartengono”

Narratore: “i servitori, allora, vanno a chiamare il giovane.”

Servitori: “Il Re vuole vedervi a palazzo. Seguiteci”

Fratello: “Dite al vostro Re che se vuole parlarmi deve venire lui da me”.

Narratore: “al loro rientro a palazzo i servitori riferiscono al Re quello che il giovane ha detto loro.”

Re: “Come osa! Andrò da lui solo per chiarire la situazione. E perché sono proprio curioso di vedere l’uomo che mi vuol tener testa”

Narratore: così il Re si avvia verso la stanza dove alloggia il giovane”

Re: “Come osate disubbidire al Re?”

Fratello: “Ad un Re che sappia mantenere la parola non avrei disubbidito, ma voi fate promesse che non mantenete”

Re: “e dove ho mancato”

Fratello: “avete promesso vostra figlia a chi avesse ucciso il serpente”.

Re: “E così purtroppo ho fatto. Lei sposerà lo storpio che mi ha portato le sette teste”

Fratello: “Ah, ah, ah. Chi pensate l’abbia ucciso? Controllate le sette teste e vedrete che mancano le sette lingua. Ce le ho io in questo fazzoletto. Come avrei potuto tagliarle se il serpente fosse stato vivo?”

Re: “Non mi par vero. Sono stato uno sciocco superficiale credendo a quello che mi avevano raccontato, senza controllare di persona. Mia figlia è salva per la seconda volta, grazie a voi!”

Narratore: “Al suo rientro a palazzo il Re racconta tutto alla figlia”

Principessa: “O padre mio, come sono felice. Voglio sposare subito quel bravo giovane che mi ha salvato la vita. E voglio che quel bugiardo sia esiliato per sempre dal mio regno.”

Narratore: “e così fu. Si celebrarono le nozze più sontuose che mai si fossero viste. Traccia 12 canzone medievale  Dopo alcuni mesi di serenità, purtroppo, i tre cani sparirono”

Fratello: “Dove saranno andati? Non posso vivere col pensiero che non tornino più da me. Servitori: dovete cercare i miei adorati cani in tutto il regno”

Narratore: “Ma dei cani nemmeno l’ombra. Il principe, allora, si rassegnò, nonostante provasse un grandissimo dolore. Finchè un giorno si fanno annunciare degli ambasciatori.” Traccia 13 Strauss, inizio del Valzer dell’imperatore– (durante la musica parlano gli ambasciatori e il fratello)

Ambasciatore: “stanno giungendo dal mare tre navi, con a bordo ciascuna un vostro amico che vuol riannodare un’antica amicizia”

Fratello: “Chi mai saranno questi miei illustri amici? Proprio non ne ho idea. Presto, conducetemi al porto”

Narratore: “il principe segue l’ambasciatore al porto e, appena le tre navi approdano, ne scendono tre illustri personaggi: due Re e un’ Imperatrice.”

1°Re: “Salve amico, non ci riconoscete?”

Fratello: “Mi dispiace. Forse vi state sbagliando.”

2°Re: “Non pesavamo che avreste dimenticato tanto in fretta i vostri affezionati cani!”

Fratello: “Come? Voi siete Ferro, Acciaio e Piùforteditutti?”

Imperatrice: “un mago ci aveva trasformati in cani e non saremmo tornati quello che eravamo fintanto che un contadino non fosse salito su un trono.”

2°Re: “Tu devi gratitudine a noi e noi a te.”

1°Re: “Continueremo ad aiutarci a vicenda e la reciproca amicizia ci renderà sempre più forti.”

Fratello: “Che sono felice di avervi ritrovato! Che sia festa. Festa grande per tutto il tempo che i miei amici resteranno nel mio regno”

Narratore: “restarono molti giorni insieme, a pensare alle avventure trascorse e a tute le peripezie. Al momento di partire si promisero amicizia eterna e si augurarono una lunga vita in pace. E vissero tutti felici e contenti.”

Traccia 14  canzone popolare fiorentina “Il valzer della povera gente” – alla fine si chiude il sipario